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sostenibile
Cooperare per uno sviluppo sostenibile
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Il Presidente Antonio Zamberlan
Cara Socia, Caro Socio,
Un momento speciale per coinvolgere tutto il Credito Cooperativo locale, regionale e nazionale e per offrire dall’osservatorio veneto e del nordest un contributo di conoscenza, di approfondimento e di dibattito sui grandi temi che attraversano il nostro territorio sotto il profilo economico e finanziario, ma anche sociale, culturale e di salvaguardia dell’ambiente. Il Credito Cooperativo Veneto e la Federazione rilanciano il modello territoriale guardando alle sfide future e ai grandi temi dell’attualità. Le BCC oggi hanno maturato la consapevolezza del loro ruolo di sostegno alle imprese e al tessuto socio-economico produttivo puntando su capacità di ascolto, servizio, qualità della relazione e innovazione. E a Padova il 28 e 29 ottobre il mondo della cooperazione di credito si è riunito nella prestigiosa Aula Magna dell’Università di Padova, l’Istituzione che quest’anno celebra i suoi primi 800 anni di vita, per riflettere e per programmare le azioni future.
Ho partecipato a questo appuntamento con interesse, vivendo a tutte le tappe di avvicinamento, dalla preparazione degli argomenti, alla scelta dei relatori, che ci hanno in molti casi appassionato e incoraggiato ad agire per disegnare le tappe di uno sviluppo sostenibile consapevole, attento, non solo di facciata, ma di contenuto. Il filosofo Umberto Galimberti, il geologo Mario Tozzi, gli economisti Paolo Gubitta, Veronica De Romanis, Antonio Parbonetti, ma soprattutto Padre Ermes Ronchi e poi il Governatore Zaia hanno offerto un viatico per riappropriarci di quei valori autentici della nostra mission, dello spirito di servizio, di mutualità, socialità e attenzione alle comunità locali che hanno ispirato fin dagli anni ottanta dell’Ottocento l’azione dei Padri fondatori delle odierne Banche di Credito Cooperativo.
E oggi dopo quasi 140 anni da quella prima esperienza, che fece scuola in Italia, possiamo dire che l’impegno delle nostre Banche non è mutato nella sostanza, visto che in media il 72% del risparmio raccolto dalle BCC diventa credito per l’economia locale, il 95% dei finanziamenti erogati è destinato alle imprese, alle famiglie e alle associazioni dello stesso territorio in cui le BCC raccolgono il risparmio. E almeno il 70% degli utili netti è destinato a riserva legale, mentre la quota di utili rimanenti è destinata a fini di beneficenza o mutualità. Riteniamo che il futuro richieda di concentrarci su tre grandi questioni: l’accompagnamento della ristrutturazione delle filiere produttive guardando non solo in alto, ma soprattutto a fornire servizi, consulenza e risorse per investimenti alla base della piramide, alle PMI, alle microimprese e al lavoro autonomo nelle grande transizione ambientale, digitale e demografica; la connessione tra studio e lavoro per i giovani con l’attivazione di strumenti e canali di personalizzazione della presa in carico; lo sviluppo di forti economie sociali sia nei centri urbani che nelle aree di margine, mobilitando anche la silver economy per rafforzare le solidarietà comunitarie ai fragili, malati, poveri ed esclusi, come gli anziani soli, purtroppo in crescita.
Con questo bagaglio ho intrapreso il recente viaggio in Ecuador, dove ho voluto verificare da vicino, da vero cooperatore, l’esperienza entusiasmante di Bepi Tonello e l’avvio di progetti di cooperazione internazionale sul credito e sul microcredito a quella popolazione antica e operosa. Le nostre BCC da anni ormai sono partner di quella esperienza meravigliosa, che ci stimola, che ci riporta alle nostre origini e che rinsalda i nostri fondamenti anche nello spirito. Il nostro investimento è stato ben valutato e ben custodito. Perché per crederci davvero e ottenere risultati non servono solo soldi e mezzi, ma ci vuole soprattutto rispetto, passione, idee. Ad aprile avremo qui con noi Bepi Tonello e potremo approfittare di questa sua presenza per farci raccontare ancora una volta questa splendida avventura.