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ASENTINO
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Bibbiena
Roccaforte medioevale, il nucleo antico di Bibbiena è posto sulla sommità di un colle dal quale emerge la Torre Tarlati. Tra i monumenti più significativi del luogo ricordiamo il cinquecentesco Palazzo Dovizi alla cui famiglia appartenne il Cardinale Bernardo detto il "Bibbiena" (1470/1520) segretario di Papa Leone X, Tra i figli illustri che hanno legato il loro nome a Bibbiena si ricordano i Galli, famiglia di scenografi teatrali conosciuti in tutto il mondo con il nome dei "Bibiena". Elemento essenziale dei loro scenari fu l'architettura, di straordinaria fantasia comunque rispettosa di regole e principi rigorosamente prospettici. Da non perdere una visita alla quattrocentesca Chiesa di S. Lorenzo con due bellissime terrecotte la Deposizione) e l'Adorazione di A. della Robbia, all'Oratorio di S. Francesco gioiello del Rococò Toscano ed alla Chiesa dei SS. Ippolito e Donato) . Eretta all'inizio del XII secolo, conserva insieme ad altre opere di pregio, una bellissima scultura lignea del duecento raffigurante la Madonna con Bambino, una tela del Ligozzi, un Trittico capolavoro di Bicci di Lorenzo, un'Annunciazione di Balducci ed una rarissima tavola di Cola di Camerino. Ad un chilometro da Bibbiena si trova la Basilica Santuario di S. Maria del Sasso, costruita su progetto di Giuliano da Majano presenta la sua nitida fisionomia rinascimentale. All'interno sono conservate opere d'arte d'inestimabile valore artistico quali una Madonna con bambino di fra' Paolino del Signoraccio, una Natività di Maria del Ligozzi, un tempietto centrale in cui è conservata e venerata la Madonna con Bambino di Bicci di Lorenzo, il coro con la magnifica Assunta di fra' Bartolomeo e fra' Paolino, la pala in terracotta di Santi Buglioni. La chiesa inferiore conserva una scultura lignea venerata come "La Madonna del Buio" ed una preziosa tela del Lappoli.L'edificio monastico conserva all'interno un grandioso chiostro cinquecentesco.
Bibbiena, history The old part of Bibbiena, a medieval fortress, is set at the top of a hill surmounted by the Torre Tarlati. A noteworthy monument is the 16thcentury Palazzo Dovizi, named after the renowned family to which Cardinal Bernardo, called il Bibbiena (1470-1520) belonged. He was secretary to Pope Leo X, diplomat, and author of the play "La Calandria," which explored Renaissance society. Other illustrious figures whose names are linked to Bibbiena were the Galli’s, a family of theatrical designers known the world over by the name of “the Bibienas.” An essential element of the Gallis’ scenery was its architecture, extraordinarily imaginative yet rigorously respecting the rules and principles of perspective. It is also worth visiting the 15th-century Church of San Lorenzo, which contains two lovely terracotta works, a "Deposition" and an "Adoration" by Andrea della Robbia; the Oratory of San Francesco, a jewel of Tuscan Rococo; and finally, the Church of Santi Ippolito and Donato. Built in the early 12th century, along with other valuable works, this church preserves a superb 13th-century wooden sculpture depicting a "Madonna and Child" by Ligozzi, a masterly triptych by Bicci di Lorenzo, an "Annunciation" by Balducci, and a very rare panel painting by Cola di Camerino.
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Stia
Stia, sorge ai piedi del monte Falterona, nei pressi della confluenza del torrente Staggia nel fiume Arno, nell'area del Casentino. Il nome della località venne attestato per la prima volta come "Staia" nel 1053. Stia trae il suo nome dal latino "Staius", che è da ricondurre al vicino torrente Staggia. Nel Medioevo Stia appartenne ai conti Guidi di Porciano, i quali fecero costruire sul territorio la propria abitazione, chiamata "di Palagio", lungo la riva del torrente Staggia. Attorno alla residenza dei Conti Guidi si sviluppò il borgo che nel corso del Trecento sviluppò una fiorente manifattura tessile che produceva panni di lana. Qui nacque il celebre "panno Casentino". Stia rimase sotto la giurisdizione dei Guidi fino al 1402, anno in cui la Repubblica Fiorentina assediò l'intero territorio, conquistandolo. Sotto la dominazione fiorentina il borgo prese il nome di Palagio Fiorentino. Da allora la storia di Stia si lega a quella di Firenze. Il borgo fu dapprima sotto la dominazione dei Granduchi de' Medici, ai quali si deve la costruzione della Chiesa di Santa Maria delle Grazie, che costituisce un tipico esempio dell'architettura fiorentina e quindi sotto quella dei Duchi di Lorena. Questi ultimi intrapresero un'imponente opera di bonifica del territorio che favorì lo sviluppo dell'agricoltura e conseguentemente la crescita demografica e economica di Stia. La chiesa di Santa Maria delle Grazie Agli inizi dell'Ottocento l'attività dei lanifici era già ben avviata: tra i vari lanifici quello Rossi era il più importante. Nello stesso periodo era anche diffusa la produzione vinicola. Nel 1861 Stia venne annessa al Regno d'Italia dal Re Vittorio Emanuele II di Savoia.
Stia, history Inside the town of Stia, whose origins date back to the Roman age, we can admire the Porciano Castle, the Church of St. Mary delle Grazie and the Florentine Palagio. Apart from its Roman origins, shown also by its very name “Stia”, a Latin term that indicated the nearby Staggia stream, the oldest mentions in reference to the village are from 1053. It is information regarding the parish of St. Mary "de Staia", noted in a register of the Camaldolite monks. In 1093, a “casale di Stia” is also mentioned. In the Middle Ages, the village was developed as a commercial centre of the Porciano county, under the jurisdiction of the Counts Guidi di Palagio. Near to the hilltop is Stia Vecchia and an urban conglomeration is developed lower on the plains, near the market. In 1230, the Guidi family built the “palagio”, the luxurious residence from which they gained their nickname. Their authority over the territory of Stia lasted until the beginning of the 14th century. Then, in 1402, the village was conquered by the Florentine Republic, struggling against the Ghibelline aristocratic families of the Arezzo area. In modern times, the council has seen a considerable economic development, linked to the wool industry. In particular, it was the birth of the “Casentine Cloth”
Poppi
Poppi, history The ancient medieval village of Poppi is one of the best-preserved examples of “walled city”, surmounted by the majestic castle of the Guidi Counts: also in excellent condition even today. In the XII century the name of Poppi started to appear in documents. The most important one is from 1191, an Imperial act with which Henry IV confirmed dominion of the Guidi Counts over a series of territories and castles between Tuscany and Romagna, including that of Poppi. The powerful Guidi’s submission of Poppi to the Guelph Florentine Republic dates back to 1266. Before the end of the century Poppi enters Italian history due to the battle of Campaldino, fought just a few kilometres from the village. This was the 11th June 1289 and its outcome determined the beginning of the definitive supremacy of Florence over Arezzo on one side and the major force of the Guephs over the Ghibellines on the other. The passing of Poppi to Florence was however consolidated only in 1440, after the other decisive Florentine victory at Anghiari. Poppi Castle is an historical icon in the Casentino area. Its imposing structure has weathered the elements well over the centuries and it still stands tall and majestic over one of the most beautiful towns in Italy.
It was the Conti Guidi family who built the castle in the XIII century although there is some disagreement between historians over who was responsible for the castle’s design. It seems that the most ancient part of the castle was built by Lapo di Cambio, while the most recent parts (that date to the XIII century) were built by the famous Arnolfo. The castle was part of the battle ground during the well known battle of Campaldino between the Guelphs and the Ghibellines on the 11th June 1289. La storia di Poppi è legata alla famiglia dei Conti Guidi e al loro Castello che fù costruito nel XIII secolo: il Vasari attribuisce il progetto a Lapo, maestro di Arnolfo di Cambio. Nel cortile un complesso sistema di scale ed una ricchissima collezione di stemmi attirano l'attenzione del visitatore. La pittura, al contrario, è espressa all'interno della cappella con un ciclo di affreschi di Taddeo Gaddi, uno dei più importanti discepoli di Giotto. Lasciare il castello senza aver visitato la sua biblioteca è però, come aver percorso un itinerario a metà. La collezione libraria, donata dai Conti Rilli-Orsini al Comune di Poppi, costituisce un immenso tesoro librario. Il Castello dei Conti Guidi è uno dei più importanti esempi di architettura medievale e una delle principali mete turistiche della Toscana.Situato alla sommità del borgo medievale di Poppi (Arezzo), incluso nel Club dei “Borghi più belli d’Italia”, il castello domina il Casentino, una vallata di grande interesse naturalistico (Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi), storicoartistico-religioso (Eremo e Monastero di Camaldoli e Santuario della Verna) ed enogastronomico.Il Castello dei Conti Guidi, che risale al X secolo, fu testimone della celeberrima battaglia di Campaldino (1289), a cui prese parte Dante Alighieri
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Pratovecchio
Delizioso borgo del Casentino città natale di Paolo Uccello. La sua architettura è l'espressione della sua storia. Una storia di fede - testimoniata dalla presenza, nel borgo, di due monasteri di suore camaldolesi e domenicane - di potere che ha il suo simbolo maestoso nel Castello di Romena, fortezza dei Conti Guidi, citata da Dante nel XXX canto dell'Inferno.Non lontano dal borgo sorge l'imponente Pieve di San Pietro a Romena, una delle maggiori testimonianze dell'architettura romanica nel Casentino. Sono notevoli in paese: un tabernacolo situato in Borgo Mezzo che espone una bellissima terracotta robbiana; il Convento Camaldolese con opere varie fra le quali spicca l’Incoronazione della Vergine, una tavola di G. Bizzelli del 1600 e appartenente alla scuola del Pontormo; il Monastero Domenicano con la Chiesa di tutti i Santi, ornata di decorazioni del ‘700 e di vari dipinti dello stesso periodo o precedenti; la Chiesa della Badia o di Santa Maria a Poppiena la cui esistenza è documentata fin dal secolo XI, di cui in questo periodo si sta terminando il restauro. La Chiesa principale del paese, la Propositura del SS Nome di Gesù , è situata in Piazza Iacopo Landino, detta anche "Piazza Vecchia". E’ stata costruita accanto al Cassero e all’attuale sala del Podestà, che rappresentano il nucleo storico più antico del paese, ha un’unica navata con il soffitto a formelle di legno di tipo cinquecentesco. Insieme con alcune tele del XVII secolo e ad un affresco più recente, vi si possono ammirare un Crocifisso di legno del 1400, una tavola della Madonna con Bambino del Maestro del Varlungo (XIII secolo), un trittico con Madonna e Santi ed altri due pannelli di Giovanni del Biondo (XIV secolo), ed una tavola della Madonna del Rosario di Francesco Mati del 1589
Pratovecchio history Such a document has always been considered of great historical importance because it lists the holdings over which the Guidi Counts dominated for many centuries. Among these is also Pratovecchio that was probably already a hundred years old, having developed around an ancient monastery from the 10th century. Until the XIV century many different branches of the Guidi family dominated the area. One of these, the Dovadola, was responsible for the building of walls and moats around the medieval village. In 1367 the castle was purchased by the Guidi family from Poppi, right in the middle of their battles against the super-power of the Florentine Guelphs. On the day of reckoning, signed in the Poppi castle in 1440, Pratovecchio is subjugated along with the whole of the Casentino area to the Florentine Republic, which a couple of decades later would become the Grand Duchy of Tuscany, with jurisdiction over a large part of today’s region. The town of Pratovecchio was also the birthplace, in 1397, of the Renaissance painter Paolo Uccello. Florence, also taking possession of the woodland belonging to the Guidi family, transformed Pratovecchio into a woodsorting centre on the way to the capital town.
Romena la Pieve ed il Castello
Un salto indietro nei secoli nella chiesa costruita completamente in pietra intorno al 1152, oggi considerata uno dei luoghi di raccoglimento e preghiera più amati. La Pieve di Romena è un gioiello di architettura romanica raccolto, come in uno scrigno, dalla natura circostante: un gioiello chiamato Pieve di Romena, in Casentino. L’edificio dedicato a San Pietro Apostolo, realizzato completamente in pietra è considerato in assoluto tra i più notevoli del territorio. Il Castello: Le prime testimonianze sull'esistenza del fortilizio risalgono al 1088 quando era la residenza del conte Guido Alberto dei Marchesi di Spoleto, il quale partendo da questa rocca riuscì nel corso dell'XI secolo ad estendere i suoi domini sul Casentino. Nel XII secolo il maniero divenne proprietà dei nuovi signori della valle: i conti Guidi. Alla morte del conte Guido Guerra III (1217), i beni dei Guidi furono suddivisi tra i figli e il castello di Romena passò ad Aghinolfo e da lui discendono i cosiddetti "conti Guidi di Romena", un ramo minore della famiglia. L'episodio forse più celebre nella lunga storia del castello avvenne nel 1281. In quel tempo presso il castello viveva Mastro Adamo da Brescia che per conto dei Guidi di Romena, falsificava i fiorini d'oro della Repubblica di Firenze. Catturato e condannato a morte venne giustiziato nei pressi del castello nella località oggi chiamata Omomorto; l'episodio di Mastro Adamo è riportato anche da Dante Alighieri nel canto XXX dell'Inferno. Lo stesso Dante Alighieri è vissuto per qualche tempo nel castello al tempo del suo esilio durato dal 1301 alla morte nel 1321. Dante era in buoni rapporto con i conti Guidi che accettarono di ospitarlo e proteggerlo, va detto per amor di verità che il sommo poeta risiedette però quasi sempre nel vicino Castello di Porciano. I Guidi rimasero padroni di Romena fino al 1357 quando il castello venne acquistato dal comune di Firenze. Nel XIV secolo il castello aveva un aspetto molto diverso dall'attuale: era presente un palazzo signorile per i Signori ed anche un cassero qual punto di estrema difesa, era difeso da un sistema costituito da ben tre cerchie murarie e da 14 torri. All'interno del recinto murario vi erano le abitazioni per circa cento persone ed anche un ospedale per i pellegrini o per i poveri; in seguito le torri furono ridotte a cinque. Probabilmente il numero delle torri diminuì già nel 1440 quando il castello fu conquistato e in parte distrutto dalle truppe arruolate dai Visconti, signori di Milano, guidate dal condottiero Niccolò Piccinino. Il castello pochi anni dopo tornò in mano ai fiorentini e da allora in poi seguì le vicende prima di Firenze poi del Granducato di Toscana. Nel castello soggiornò nel 1901 Gabriele d'Annunzio che qui scrisse gran parte dell'Alcyone.
Badia Prataglia
Situata tra Toscana ed Emilia-Romagna vicino al valico dei Mandrioli, ha un’altitudine media di 850 m. slm. I monti alle spalle del paese sono rivestiti di un’esuberante vegetazione di abeti, faggi, querce, castagni e da una grandissima varietà di erbe. La sua antica tradizione di ospitalità è oggi rinvigorita da quando il suo territorio è stato interamente compreso nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Turisti e villeggianti animano ormai in ogni momento dell’anno i suoi borghi prendendo alloggio nei numerosi alberghi, pensioni, colonie, b&b e case per ferie. Badia Prataglia è costituita da un raggruppamento di piccoli villaggi detti “castelletti”, ognuno con un proprio nome e identità. Le origini di Badia Prataglia risalgono a prima dell’anno Mille, fondata dai monaci benedettini provenienti da Montecassino. Testimonianza di ciò la splendida Abbazia tutt’oggi in ottimo stato di conservazione. Dalla carta di fondazione dell’Abbazia sappiamo che buona parte del territorio appartenuto ai monaci era coperto da alta vegetazione. Qui come a Camaldoli, la foresta era ornamento e difesa (1442 ettari, di poco inferiore a quella di Camaldoli). La ricca foresta ha sempre favorito la lavorazione del legno. Per secoli i boscaioli di Badia Prataglia hanno provveduto all’abbattimento, alla squadratura e segatura dei tronchi che poi trasportavano davanti alle botteghe artigiane per la stagionatura. Dapprima la lavorazione del legno era un lavoro stagionale. Oggi, nonostante l’industrializzazione, una produzione di oggetti artigianali di ottima fattura testimonia una profonda cultura e il sentimento di questa gente per la loro terra.
Badia Prataglia Story Badia is the largest village in the park and is the site of a visitors' centre and a forestry museum named after a great 19th century sylviculturist, Karl Siemon. Siemon is a mythical personage, probably the illegitimate son of the emperor of Austria, and is credited with the rebirth of the Casentino forests.Discovering Badia Prataglia means getting to know a story of trees but especially of men: foresters, loggers, and carpenters. It is a community huddled around the ancient abbey, or rather the abbey's Romanesque church, which is all that remains. It is a monument that, as often happens in Casentino, is laden with suggestion: a crypt, two capitals from a mysterious, pre-existing Roman edifice, the figure of a praying woman. The same symbol adorns the Romanesque parish church of another Casentino village, Montemignaio, also inhabited by mountain folk and woodsmen. Only a coincidence?Going north from Badia Prataglia along the panoramic crest road one reaches the Hermitage, followed by the Monastery of Camaldoli. The historical, spiritual and environmental importance of Camaldoli is absolute. The view of the majestic monastery or that of the tidy monks' cells, set among the firs, remains serenely impressed in the heart.
WEB: casentinolive.it/pieve-romanica-di-badia-prataglia.html
www.badiaprataglia.net www.comune.poppi.ar.it/il-paese/la-storia/badia-prataglia
Castel Focognano - Rassina
Castelfocognano antico Castrum e capoluogo storico del Comune, conserva i resti delle fortificazioni trecentesche ed il Palazzo Podestarile sulla cui facciata emergono stemmi dei Podestà che vi esercitarono la giustizia. A pochi metri si staglia la Torre di Ronda piccola struttura architettonica a base ottagonale recentemente ristrutturata, ultima vestigia dell'originario castello risalente all' XI secolo distrutto dal vescovo Tarlati nel 1322. Oggi essa è sede dello spazio espositivo "Centro di documentazione della cultura rurale del Casentino" che raccoglie oggetti e manufatti legati alla civiltà agro-silvo pastorale sviluppando tre differenti tematismi, il lavoro del bosco e della terra, la pastorizia, la lavorazione della lana.A pochi chilometri da Rassina è da visitare a Pieve a Socana la Pieve romanica di S. Antonino, luogo di culto da oltre 2000 anni, con il campanile dalla caratteristica forma cilindrica . Vi sono rappresentate tre civiltà, quella etrusca, quella romana, quella cristiana.Del periodo etrusco gli scavi hanno portato alla luce una magnifica Ara sacrificale e la scalinata del tempio.La chiesa attuale può essere fatta risalire al XII secolo anche se la pieve viene menzionata già in un documento del 1072 e gli scavi hanno riportato alla luce resti che testimoniano la presenza di una chiesa anteriore all'XI secolo epoca in cui può essere fatta risalire la base dell'isolato campanile cilindrico percorso verticalmente da lesene realizzate con lastre di arenaria. Interessante invece a Salutio, la pieve di S. Eleuterio di stile romanico con probabili origini bizantine ed elementi barocchi. Non può mancare anche una visita al villaggio montano di Carda , sovrastato dalla chiesa delle SS. Flora e Lucilla che conserva al suo interno un prezioso polittico di Mariotto di Cristofano (1425) ed un dipinto su tela di A. Pontenani.
Castel Focognano village history
and
surrounding
RASSINA The nearby village of Rassina stretches out along the state road No. 71, where a stream of the same name empties into the Arno River. Rassina, the administrative centre of the municipality, displays the typical shape of villages that develop alongside major roads on the PIEVE A SOCANA a few kilometres from Rassina, at Pieve a Socana, the Romanesque church of Sant’Antonino, with its characteristic cylindrical belltower, is well worth visiting. Three civilizations - Etruscan, Roman and Christian - are represented in this 2000year-old place of worship. From the Etruscan period, excavations have brought to light a magnificent sacrificial altar and the temple steps. The present church can be dated to the 12th century, even though it is mentioned in a document from 1072. Unearthed ruins attest to the presence of a church prior to the 11th century. The base of the freestanding cylindrical campanile, covered with vertical pilaster strips made of slabs of sandstone, which date back to this period. SALUTIO At Salutio, the Church of Sant’Eleuterio, in Romanesque style with probable Byzantine origins and baroque elements, makes for an interesting visit. TheChurch of Santa Flora and Lucilla, which contains a precious polyptych by Mariotto di Cristofano (1425) and a canvas by A. Pontenani (1615), overlooks the mountain village of Carda.
Chitignano-Chiusi della Verna
Chitignano Piccolo borgo di montagna situato lungo l'itinerario che porta al Sacro Monte della Verna. Un tempo antica stazione termale per la presenza di sorgenti di acque solforose, fu feudo della famiglia degli Ubertini. Parte delle strutture dell'antico Castello e la Podesteria sono oggi ancora visibili. La sua posizione geografica quale paese di confine portò allo sviluppo di una attività un pò particolare: quella del contrabbando di tabacco e di polvere da sparo. I ricordi di questa via del contrabbando rimangono oggi nel sentiero e nella camminata che ogni anno si svolge in questi luoghi e che, come nel passato, attrae numerosi camminatori e viaggiatori. La Verna Su un grande promontorio roccioso, visibile da lontano, sorge il Santuario di San Francesco alla Verna, posto in un sito particolarmente suggestivo ed uno dei luoghi più famosi di devozione francescana. Visitare il santuario è ripercorrere questo cammino di fede reso ancor più emozionante e coinvolgente dalla foresta argentata dei faggi che tutto avvolge e nasconde. La chiesetta di Santa Maria degli Angeli, primo edificio sorto sul Monte Sacro, conserva terrecotte robbiane. Nella Basilica di Santa Maria Assunta si ritrovano i capolavori di Andrea Della Robbia: l'Annunciazione e l'Incarnazione, opere nelle quali l'arte diviene mezzo di espressione dello spirito. Il percorso francescano si dipana attraverso altre tappe fondamentali: il Sasso Spicco, dove il Santo era solito pregare; il Corridoio e la Cappella delle Stimmate sorta sul luogo dove nel 1224 San Francesco ricevette da Cristo "l'ultimo sigillo".
Chitignano- Chiusi della Verna history This small mountain village is situated along the tourist route that leads to Sacro Monte della Vernia. In ancient times it was a spa village with flowing sulphurous thermal springs. It was a feudal village at one time under the Ubertini family. Parts of the original structure of the ancient castle and the Town Hall are still visible. Interestingly, the position of the village on the border of the territory made it ahot spot for smuggling tobacco and gun powder. This ancient smuggling activity is remembered with an annual walk through the village and countryside, which attracts large numbers of walkers and travellers. La Verna The wide rocky outcrop rises up high from the hillside , which makes the Sanctuary of San Francesco alla Verna visible from all the surrounding countryside. This evocative site is one of the most famous for followers of San Francesco. The surrounding silvery beech forest only adds to the sanctuary’s allure. The Basilica of Santa Maria Assunta visitors will find works of art by Andrea della Robbia, such as the ‘Annunciazione’ and the ‘Incarnazione’, both highly sacred works. For those devoted to San Francesco there are several things that mustn’t be missed, such as the Sasso Spicco where the saint used to prey. There is also the Corridor and Chapel delle Stimmate (of the Stigmata), the place where, in 1224, the saint received the ‘last seal’ from Christ.
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