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Una freccia che viaggia spedita verso il futuro
/Automotive ICONA DESIGN GROUP, CUORE DEL DESIGN ITALIANO CON VISIONE GLOBALE
A cura di Giorgio Nadali
ICONA Design Group è una azienda globale di design nata nel 2010 dall’iniziativa di imprenditori piemontesi esperti del settore automotive e configuratasi da subito come attore internazionale, con un team di oltre 120 professionisti di 20 differenti nazionalità, tra le sedi di Torino, Shanghai e Los Angeles. Dal 2021 ha un ufficio a Dubai ed ha registrato una nuova sede operativa a Tokyo. Ha ottenuto i più prestigiosi riconoscimenti internazionali del design automotive per i concept d’avanguardia nella mobilità elettrica e guida autonoma. Oggi è coinvolta con i più importanti attori dell’industria mondiale verso la realizzazione degli ambiziosi programmi di future mobility e smart city messi in atto dalle autorità cinesi. Una freccia che viaggia spedita verso il futuro. È il logo di ICONA Design Group, società italiana di design, la cui missione è da sempre proprio quella di immaginare la forma che avrà il futuro, intuendo l’evoluzione, anticipando il cambiamento, aprendo nuovi scenari e inaugurando nuovi trend. Grazie alla capacità di visione, il futuro è già adesso e prende forma nei progetti di ICONA. La società nasce nel 2010, in un contesto storico di grande difficoltà, conseguente alla Grande Recessione iniziata dagli USA nel 2008, con l’Occidente in profonda depressione con poche prospettive, mentre la Cina cresceva a doppia cifra. Una sfida imprenditoriale non da poco, quella di ICONA. Si è rivelata vincente la strategia di aprire da subito una sede diretta a Shanghai, nuova frontiera del design in Oriente, seguita pochi anni dopo da quella di Los Angeles, hub indiscusso dell’innovazione oltreoceano. Con un cuore italiano saldamente radicato a Torino, capitale indiscussa dell’Automotive design, e una mente aperta e cosmopolita, garantita dal team internazionale che negli anni è arrivato a contare oltre 120 professionisti, ICONA ha portato l’eccellenza italiana del design nel mondo, proponendo per prima soluzioni all’avanguardia, come: Vulcano Titanium, la prima auto al mondo realizzata interamente in titanio, del 2015; e Nucleus, del 2018, la prima auto concepita per essere totalmente autonoma, che ha ottenuto i premi più
prestigiosi del settore, come il Muse Award 2019 negli USA e il German Award 2019 in Germania. Con i suoi concept ICONA si è affermata sui mercati internazionali più promettenti: in Cina, ad esempio, ha fortemente contribuito a rivoluzionare lo stile dell’intero settore automotive locale, introducendo e consolidando in Oriente quel gusto italiano che il mondo ci invidia. Diverse case automobilistiche cinesi hanno prodotto in questi dieci anni e vendono tuttora modelli dal design firmato ICONA, a bordo delle quali si vedono spesso le massime autorità del Paese. In Cina la società Italiana di design è partner di lunga data di primari brand, come FAW, SAIC, GEELY. I risultati importanti messi a segno nel primo decennio sono frutto di un equilibrato e vincente mix tra la freschezza di approccio del team, un melting pot di professionisti giovane e internazionale, e l’esperienza del top management, che vanta una competenza consolidata e ad ampio raggio nel settore dell’Automotive.
IL TEAM E LE SEDI
Oltre 120 persone tra designer, modellisti, ingegneri e project manager. 20 diverse nazionalità che rappresentano i cinque continenti. Età media: 30 anni. È la community internazionale di giovani talenti costruita da ICONA e distribuita nelle tre sedi dell’azienda. L’headquarter si trova da sempre nel centro storico di Torino, culla della storia dell’automobilismo, del design, dell’ingegneria e dell’artigianato italiano. Nel 2010 ha aperto contemporaneamente la sede di Shanghai, nello sfavillante quartiere finanziario di Lujazhui (Pudong), noto per i grattacieli futuristici, cuore pulsante e centro economico della Cina.: Anziché strutturarsi con una semplice rete commerciale, ICONA ha scelto fin dalla sua fondazione di presidiare questo mercato in forte sviluppo con una presenza diretta, strategia che si è rivelata vincente e che in questi dieci anni ha fatto della società un punto di riferimento del design nel Paese del Dragone. Nel 2016 è stata inaugurata la sede di Los Angeles, cuore dell’innovazione e centro dell’advance design, trend setter globale nella cultura e controcultura, nel design e nella tecnologia. L’apertura della sede USA ha rappresentato il primo passo di ICONA verso la recente strategia di diversificazione dei settori e dei mercati di riferimento: “l’innovazione è la nostra stella polare – affermano dalla società – e abbiamo voluto intercettare l’innovazione laddove si crea.” Presente nei tre continenti, il team di ICONA è sempre operativo, garantendo un servizio h24 che presiede con le sue diverse competenze l’intero processo di sviluppo di ogni progetto, dal management allo stile, dall’ingegneria ai prototipi, fino alla produzione.
LE ORIGINI E L’AUTOMOTIVE
Grazie alla consolidata esperienza dei soci fondatori nell’Automotive, ICONA Design Group nasce in origine come società di stile specializzata nel design dell’automobile. L’approccio innovativo, visionario e all’avanguardia si manifesta,
sin dai primissimi progetti, con concept car capaci di stupire, disruptive e fuori dal coro, che hanno aperto la strada a tendenze tuttora in atto. È il caso, ad esempio, della prima show car esibita al Salone dell’Automobile di Shanghai nel 2011: Fuselage è una sinuosa berlina a 4 posti elegante e sportiva, dall’assetto aerodinamico che la avvicina a un aereo militare, quasi una macchina-proiettile; era già concepita per essere elettrica, quando ancora la mobilità elettrica non era un tema di attualità quotidiana. Due anni dopo, al Salone di Shanghai 2013, faceva il suo debutto Vulcano, la super car ispirata all’architettura di avanguardia, come i lavori di Zaha Hadid e Asymptote. Nel 2015 è sempre ICONA a progettare la prima auto al mondo realizzata in titanio: Vulcano Titanium debutta nel corso del prestigioso Pebble Beach Concours d'Elegance, l’evento che chiude la Monterey Car Week in California. Con la carrozzeria di titanio interamente martellata a mano da operai specializzati, si può considerare una scultura. Lo stesso anno ICONA presentava il suo concept di city car elettrica a 4 posti Neo, dalle forme ispirate ai trend architettonici che in quegli anni hanno rimodellato lo skyline di Shanghai, dove l’auto è stata disegnata. Durante il Salone Internazionale di Ginevra del 2018 ICONA ha fatto molto parlare di sé, presentando Nucleus, la prima concept car pensata per essere totalmente autonoma: senza volante, senza pedali, dove gli strumenti di guida si fanno da parte per lasciare spazio al piacere del lusso nel viaggio, senza la tensione della guida. Sintesi tra visione futurista e approccio antropocentrico, l’interno è un salotto viaggiante di lusso, che ricorda un jet privato o una camera di albergo a 5 stelle. Nucleus non è la macchina del domani, ma già quella del dopodomani! È stata insignita dei più prestigiosi riconoscimenti: Panda d’Oro per l’innovazione (Camera di Commercio Italia-Cina), Good Design Award 2019 (USA), Muse Award 2019 (USA), Capital Elite Award (Italia), German Award 2019.
LA DIVERSIFICAZIONE: DALL’AUTOMOTIVE AL DESIGN DI PRODOTTO
Negli ultimi anni la società ha intrapreso un percorso di diversificazione, frutto di una precisa volontà del management, con la convinzione che ogni oggetto debba integrare bellezza e funzionalità e che proprio il design italiano, con la sua storia artistica e creativa, abbia la responsabilità di divulgare il bello come valore universale ed applicarlo ad ampio raggio alle cose che usiamo e agli spazi che viviamo. Un mondo che va sempre più veloce ha bisogno di creare in tempi sempre più rapidi soluzioni diverse per nuove necessità. Nella concezione di ICONA il design deve integrarsi fin dall’inizio alla genialità delle idee: l’ampiezza di visione del team multiculturale consente a ICONA di partecipare allo sviluppo dei nuovi progetti commissionati dai clienti internazionali non solo come portatore di bellezza, ma come promotore attivo di soluzioni già integrate: il design non è più un accessorio applicato a qualcosa di già esistente, ma una qualità intrinseca dell’oggetto, dal momento stesso in cui esso viene concepito.
Dalla musica all’industria
Del 2016 è il disegno di EXXEO, il primo pianoforte ibrido, costruito in fibra di carbonio. Moderno ed esteticamente superiore, rompe gli schemi classici dello strumento per adattarsi in modo perfetto agli spazi interni contemporanei. È una maestosa scultura musicale che incarna la fusione tridimensionale delle onde sonore. Costruito da centinaia di componenti, è
prodotto negli USA da iMAN in serie limitata. Il debutto di ICONA nel design industriale avviene nel 2018 con Rotomac Icebreaker 165 SG di IMS Technologies SPA, azienda di Bergamo leader nella produzione di ribobinatrici per alluminio, pellicole e carta ad uso alimentare. Il design della macchina rompe con le geometrie spigolose del passato per diventare lineare e armonioso. L’obiettivo principale dei designer di ICONA è stata la convergenza di tutti i carter in un numero ridotto di piani geometrici per migliorare l’aspetto generale. Tutte le curve sono state orientate sullo stesso asse del rullo, mentre i colori sono stati portati a una variazione di tonalità di grigio. Il marchio ROTOMAC è stato realizzato con un materiale reattivo al LED e sensibile ai cambiamenti di colore in base allo stato di funzionamento della macchina. L’intera serie ROTOMAC ICEBREAKER è attualmente in fase di rinnovamento con il design ICONA e la collaborazione si è ulteriormente consolidata nel 2019: il gruppo madre IMS TECHNOLOGIES, punto di riferimento a livello mondiale nel settore della progettazione, costruzione e commercializzazione di macchine ad elevata tecnologia nel Converting, Packaging e Automotive, ha affidato a ICONA il progetto di un nuovo modello della EasyLaem, macchina per imballaggi flessibili, con l’obiettivo di traslare su questo prodotto le linee guida già utilizzate per Icebreaker, creando un family feeling e introducendo di fatto nel mondo dei macchinari industriali il concetto chiave di stile che ha fatto la fortuna di grandi brand mondiali dell’Automotive.
2020: il debutto nella nautica
Tra i progetti più recenti, nell’estate 2020 è stato presentato Fibonacci, il primo catamarano di lusso concepito per essere totalmente elettrico, che ha segnato il debutto di ICONA nel design nautico. 55 piedi e totalmente elettrico. È questa la nuova, ambiziosa sfida lanciata da ICONA al settore nautico. L’esperienza pluridecennale nella mobilità su strada si mette ora alla prova su un nuovo elemento: l’acqua. L’obiettivo è di promuovere un modo completamente diverso di vivere l’esperienza di navigazione a motore, in armonia con l’ambiente lacustre o marino, con un’imbarcazione delicata, sostenibile e silenziosa, che invita a mettersi all’ascolto dei suoni della natura, gli unici rumori che vale la pena ascoltare. Fibonacci è un inno alla perfezione della natura. Non a caso, il nome ricorda la figura del grande matematico pisano che ha codificato la celebre infinita serie di numeri che rispecchia la perfezione del creato, successione che si ritrova anche nella ripetizione delle sinuose linee che disegnano questo catamarano di lusso, in cui il confort della barca come luogo da vivere prevale sul concetto di barca come mezzo di trasporto.
La vision di ICONA dalla smart mobility alla mobilità integrata
Chi meglio di ICONA, con la sua esperienza profonda nell’automotive, poteva dedicarsi allo sviluppo di nuovi concetti di mobilità? Non più solo intesa in senso classico, come trasporto di persone da un luogo ad un altro, ma mobilità ad ampio spettro: è il movimento nella società e per le persone, la connessione tra luoghi, cose e persone. Tutto è movimento: le persone che si spostano da un luogo all’altro per lavoro; le persone che partecipano a un viaggio o a un evento di piacere nel privato; la consegna delle merci… Gran parte delle cose avvengono con il movimento. Se il mondo va verso una direzione smart, dove le cose sono intelligenti e in grado di dialogare tra loro e con le persone, dove la tecnologia deve aiutare l’uomo a migliorare la sua qualità della vita, allora molto in questa direzione si può fare proprio grazie alla mobility, o meglio alla smart mobility e alla mobilità integrata. ICONA, che ha la mobilità nel suo DNA, decide di applicare la sua solida esperienza nel transportation design ad ampio spettro su tutto ciò che è spostamento di persone, movimentazione merci, spedizione, consegna, viaggio, trasferimento… La capacità di immaginare le forme delle future tecnologie è, prima di tutto, capacità di progettare il concept. Oltre al design di stile, ICONA crea il design di concetto: il bello si fa intelligente e la tecnologia si fa bella, frutto della capacità di immaginare come funzionerebbe una determinata tecnologia all’interno di uno scenario specifico. Questo è il nuovo approccio multidisciplinare che ICONA vuole promuovere ad ampio raggio, dall’industria all’agricoltura, dalla logistica agli eventi. Il team di ICONA è già fortemente impegnato nello sviluppo della smart mobility. Tra i primi progetti realizzati, spicca il veicolo di logistica autonomo presentato nel 2019 da ICONA Design per
JD.COM, la più grande società cinese di commercio elettronico. JD è il primo veicolo su strada di livello 4, ovvero ad alta automazione. Al momento è utilizzato all’interno del quartier generale della società e si muove tra magazzini, stazioni di consegna e terminals (anche in Cina manca ancora la normativa di riferimento per la circolazione su strada dei veicoli autonomi). Per un altro colosso del commercio elettronico cinese, Meituan (azienda leader nel delivery di alimenti e altri prodotti di consumo, con 600mila dipendenti), ICONA Design ha presentato sempre nel 2019 Space-pod, il primo robot appositamente progettato per la consegna take-away, finalizzato al servizio di consegna autonomo all’interno degli edifici. È dotato di 3 contenitoricassetto separati, per raggiungere fino a tre utenti diversi in ogni viaggio. Comunica con suoni e utilizza lo schermo per il riconoscimento facciale. Il design si ispira a una semplice scultura moderna anziché a un robot dalle forme troppo personificate. Allo stesso modo in cui l’arte moderna sta facendo sentire la sua presenza nell’architettura di oggi, ICONA vuole che l’intelligenza artificiale sia un aiuto non invadente ma di gradita presenza estetica.
Il futuro è autonomo e ICONA lo sta disegnando
Per ICONA, che immagina e dà una forma al futuro, le prossime frontiere da esplorare sono in particolare quelle della smart mobility, con lo sviluppo di nuovi concept di veicolo, pensati fin dall’inizio per soddisfare le nuove abitudini, in particolare il car sharing, all’interno di città che saranno sempre più smart: per questo la mobilità diventa integrata nello spazio e interattiva. Veicoli a guida autonoma come quelli del colosso cinese JD, già operativi con il concept sviluppato da ICONA, sono consapevoli dell’ambiente in cui si muovono, sono dotati di sistemi di controllo e consegna automatica, sempre connessi, con radar e sensori di prossimità, videocamere, ricarica automatica… La guida si fa più sicura, i viaggi più veloci ed efficienti, il traffico meno congestionato. Arrivato a destinazione, il veicolo può interagire con robot più piccoli, in grado di muoversi ad esempio all’interno di un edificio. Veicoli a guida autonoma possono servire non solo a trasferire le cose, ma anche e soprattutto a spostare le persone: come un ospite che arriva in treno da un’altra città, ad esempio, e viene accolto da un veicolo dotato di sistema di riconoscimento facciale che lo raccoglie e accompagna a destinazione: un teatro, un centro congressi, un’azienda… È un concetto di mobilità molto ampio, che richiede un approccio multidisciplinare e che comporta la collaborazione con Università (come la Tongji University di Shanghai), centri di ricerca e altri partner fortemente innovativi. Lo stesso concetto si estende all’industrial design, altra frontiera di esplorazione per ICONA, con macchine utensili belle oltre che intelligenti e performanti, in armonia con l’uomo e i valori su cui si fonda l’etica del lavoro. Anche una macchina in catena di montaggio può e deve essere bella e user-friendly: il bello crea armonia, migliora la qualità di vita e quindi i risultati. E ancora il design di prodotto, per avvicinare sempre più l’automazione all’uomo, all’interno di spazi concepiti in modo nuovo e intelligente. Al centro c’è sempre l’uomo con le sue esigenze, in un rapporto di fiducia, collaborazione e scambio con la tecnologia. Lo stesso concetto di scambio, integrazione, cooperazione con cui ICONA interpreta la relazione uomo – tecnologia è alla base della ricerca continua di nuovi partner con cui realizzare nuove idee, in particolare nell’ambito della smart mobility. “La mobilità smart – spiegano dall’azienda - non è fatta solo di veicoli, ma di un vero e proprio ecosistema in cui questi si muovono e interagiscono con le persone e con gli spazi. La concretizzazione del concetto
di smart mobility richiede un approccio necessariamente multidisciplinare e quindi competenze diverse. Per questo, siamo già impegnati a trasformare ICONA sempre più in un aggregatore di eccellenze, italiane e internazionali, soggetti pubblici e privati a forte valenza innovativa, integrando tecnologie e competenze con l’obiettivo non solo di dare sostanza alle idee che nascono quotidianamente dal nostro team, ma anche di mettere la nostra conoscenza dei mercati internazionali a disposizione delle tante eccellenze italiane che spesso, da sole, non hanno gli strumenti per approdare all’estero.”
SMART MOBILITY: SARÀ LA SFIDA CHE CI INSEGNERÀ A COLLABORARE PER COMPETERE?
Saremo in grado di sopravvivere alla transizione dall’auto tradizionale alla trazione elettrica e in prospettiva alla guida autonoma? In questa trasformazione, il comparto automotive italiano saprà giocare un ruolo di primo piano, com’è avvenuto nel secolo scorso? Sono temi competitivi e sfide importanti e non posso negare che esistano forti motivi di preoccupazione. Perché? Il motore elettrico ha molti meno componenti di quello a scoppio: non ci saranno più valvole, pistoni, tubi di scarico, ecc.… e chi li produce dovrà affrontare un rapido processo
di trasformazione, oppure sparirà. Anche il principale player italiano, che storicamente da Torino ha svolto un ruolo di “system e technology integrator”, sta gradualmente lasciando questo impegno. Il rischio per l’Italia di perdere le sue storiche competenze è alto, altissimo. E lo scenario internazionale del settore non è meno preoccupante. Per effetto della crisi iniziata sul finire del 2018, continuata nel 2019 e aggravata dal COVID 19, le vendite di auto nel mondo scenderanno dai 94 milioni di unità del 2018 a circa 70 milioni nel 2020. Mentre vedranno diminuire i ricavi, le case produttrici si troveranno a dover affrontare ingenti investimenti per la ricerca, se vogliono sopravvivere a questa trasformazione. Ma la ricerca non si può finanziare senza ricavi… Una recente analisi parla di “deserto dei profitti”. Per dare una dimensione al fenomeno: EBIT scenderebbe dall’attuale 6,3% medio ad un minimo del 2,8% e un massimo del 5,1% e il Ritorno sul capitale investito (ROC) si ridurrebbe di almeno un punto passando dal % al 6%. A titolo di confronto il ROC nel settore delle telecomunicazioni è del 7% ma nell’Information Technology è del 13%. Il contesto è certamente difficile e potrebbe far presagire un lento tramonto del comparto automotive italiano che, non dimentichiamolo, rappresenta quasi il 15% del PIL nazionale. Lavoro nel settore da oltre quarant’anni e sono un inguaribile ottimista. La mia risposta è quindi: SI! L’Italia e l’industria italiana sapranno superare queste sfide. Ma a condizione di riuscire a fare squadra, integrando le nostre competenze in forma sinergica per realizzare obiettivi comuni e condivisi, meglio se con un piano industriale nazionale. Partiamo da alcune premesse: • In 50 anni la popolazione mondiale è passata da circa 3,5 miliardi agli attuali 7,3 miliardi e si prevede che nei prossimi 40-50 anni supererà i 10 miliardi. • Secondo le previsioni delle Nazioni Unite entro il 2050 ben il 70% della popolazione mondiale vivrà nelle grandi aree metropolitane. • Già oggi sappiamo bene quanti e quali problemi siano causati dalla congestione del traffico, dall’inquinamento atmosferico e dagli enormi squilibri sociali e abitativi. • Possiamo immaginare che questi problemi non possano che essere aggravati dai trend sociali in atto. • L’imprevista esplosione della pandemia da COVID-19 ha reso ancora più evidenti e drammatiche alcune problematiche: • abitative: si pensi ad una famiglia tipo di 4 persone con i genitori che, negli stessi orari, dovevano lavorare da casa e due figli in età scolare che dovevano operare in smart schooling in un appartamento di 100 mq. Si dovranno trovare soluzioni abitative più efficienti con utilizzo strutturato di spazi comuni. • di connettività: l’esplosione degli accessi in molte aree ha provocato “black out” che hanno evidenziato la carenza delle connessioni. • dei trasporti: l’utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici è stato reso problematico dal pericolo di contagio e, nel contempo, il ricorso al car-sharing, nella sua fase di sviluppo, è crollato. • di salute: gli agglomerati urbani favoriscono il contagio. Un recente articolo giornalistico parlava del fenomeno di “fuga dalle città”: il Covid ha svelato che si può vivere in un contesto più salubre e meno costoso lavorando in smart working e andando in città solo quando realmente necessario. Non so se questa possa essere la soluzione ma è evidente che sia indispensabile e indifferibile rendere le città più vivibili, migliorando gli standard di vita dei residenti. Uno studio recente di MC KINSEY ha evidenziato come la realizzazione del concetto di smart city influenzerebbe svariate dimensioni della qualità della vita: sicurezza, riduzione dei tempi di viaggio, specialmente per i pendolari, salute, ambiente, contatti
e partecipazione sociale, lavoro e costo della vita. La realizzazione di questi progetti passa da situazioni completamente diverse da un continente a un altro: in Cina sono già stati lanciati progetti pilota in oltre 100 città e Pechino sta progettando una città satellite partendo dal “prato verde”; negli USA la maggior parte del territorio è caratterizzato da costruzioni in legno facilmente rimuovibili; l’Europa è ricca invece di centri storici con i loro monumenti, chiese e costruzioni storiche, che comportano numerosi vincoli e spazi decisamente più limitanti. Ciononostante, sono stati avviati progetti di smart city anche in Europa (Londra, Vienna, Copenaghen, ecc.). Sarebbe il caso di seguirne l’esempio anche in Italia... Senza scendere in dettagli tecnici, la realizzazione delle smart city e della smart mobility è complessa e necessita di competenze multidisciplinari che richiederebbero il coinvolgimento e il contributo fattivo di più attori: dall’architetto all’urbanista, dal sociologo all’esperto di logistica e mobilità, ma soprattutto una chiara visione e volontà da parte delle municipalità e quindi della politica. Si tratterebbe di aggregare più competenze intorno ad un obiettivo comune, ossia realizzare in concreto il concetto di “better together”. La smart mobility è una componente importante del quadro più ampio della smart city in quanto riguarda la mobilità delle persone e delle merci nell’ambiente cittadino. La mobilità urbana è influenzata da quattro trend principali: • Il fenomeno della crescente urbanizzazione • lo sviluppo inarrestabile delle vendite di merci di ogni genere on-line e relative consegne • le aspettative del consumatore che vuole consegne individuali e rapide • la propensione dei dettaglianti a ridurre le scorte e a richiedere consegne flessibili Abbiamo già detto della forte tendenza alla urbanizzazione e del prevedibile conseguente aumento della congestione del traffico e dell’inquinamento: basti citare che, prima della recente crisi, il parco auto mondiale aumentava di 2 milioni di unità ogni anno. A ciò si aggiunge la crescita tumultuosa delle vendite on-line: dal 2014 al 2019 il loro volume è più che triplicato. All’aumento delle vendite online corrisponde un aumento di traffico per la gestione delle consegne. Possiamo prevedere due scenari estremi: la concorrenza senza regole delle società di logistica oppure la definizione di una piattaforma unica in forma cooperativa che razionalizzi i flussi delle merci in base a regole condivise e che consenta la concentrazione delle consegne in magazzini decentralizzati e la loro ottimizzazione nell’ultimo miglio in determinati orari. Si stimava che entro il 2030 il trend previsto avrebbe determinato un incremento del traffico del 36%, delle emissioni del 32%, della congestione del traffico del 21% e ciò avrebbe avuto anche un impatto sui tempi di viaggio dei pendolari, che sarebbero aumentati in media di 11 minuti. L’esplosione della pandemia da COVID 19 ha accelerato in modo significativo questo trend, anche se parzialmente attenuato da smart working e smart schooling. Lo scenario che ci attende è ancora ricco di incertezze ma c’è un problema, è evidente, e deve essere affrontato. Le misure introdotte in questi ultimi anni dalle municipalità per decongestionare il traffico nei centri urbani sembrano più dei palliativi che interventi organici e strutturali: aree a traffico limitato, divieto di circolazione ai veicoli più inquinanti, ecc. Il rapido incremento della mobilità ha determinato la necessità di ottimizzare l’utilizzo delle infrastrutture esistenti nelle e fra le città. L’accessibilità e la vivibilità delle città sono temi essenziali e fondamentali per i cittadini e le autorità. I progressi tecnologici (intelligenza artificiale, connettività tra utenti e infrastrutture, ecc..) offrono molte nuove possibilità e applicazioni per garantire un flusso più sicuro ed efficiente del traffico, minimizzando l’inquinamento e migliorando la qualità dell’aria, realizzando la smart mobility ossia la mobilità integrata che richiede, come espresso dal termine stesso, la collaborazione di più attori. Non possiamo parlare di smart mobility senza considerare il ruolo che l’Automotive italiano ha avuto nel secolo scorso scrivendo alcune tra le pagine più importanti della storia mondiale dell’auto: • i modelli più iconici, dalla 500 alla Golf alle Ferrari e
Lamborghini, sono stati disegnati e prodotti in Italia. • Molte innovazioni tecnologiche, penso al common rail, sono state concepite in Italia E potremmo andare avanti a lungo… Il tessuto industriale italiano è caratterizzato da aziende che hanno grandi competenze e possiedono il “saper fare”, ma per dimensione, visione strategica e tipologia della proprietà da sole troverebbero grandi difficoltà ad affrontare il mercato globale. L’ancora di salvezza potrebbe essere il lancio di progetti pilota di smart city e smart mobility intorno ai quali aggregare e integrare le varie competenze in forma sinergica per realizzare obiettivi comuni. È vero che le forme consortili, salvo rare eccezioni, non hanno molte storie di successo in Italia, vista l’indole prettamente individualista dell’imprenditoria italiana. Ma mettendo da parte l’ego, e considerando tutte le premesse, forse sarebbe proprio questo il momento dell’aggregazione, per sopravvivere e competere con successo. Dovremmo di nuovo prendere esempio dal mondo animale: dagli elefanti che viaggiano insieme, dalle formiche e le api che collaborano per il bene comune. Da dove partire, dunque? Concretamente, penso ad un progetto pilota di smart mobility e smart city, lanciato da una municipalità italiana coraggiosa e visionaria che, in caso di successo, sia anche scalabile dimensionalmente e (perché no?) esportabile dal nostro Paese nel mondo.
La rivoluzione ci sarà. La vogliamo subire o vogliamo esserne attori protagonisti?
INTERVISTA A TERESIO GIGI GAUDIO,
Chairman & CEO ICONA DESIGN GROUP
Lei dice: “Se non stai creando emozione o interesse, stai fallendo. Per creare interesse, devi essere all’avanguardia dell’innovazione”. Ci spieghi meglio
L’innovazione è da sempre alla base della strategia di ICONA. Si può creare emozione proponendo “l’auto del dopodomani”, NUCLEUS, innovativa, elettrica e a guida autonoma, oppure una supercar integralmente in titanio come VULCANO o, 10 anni fa quando l’elettrico era ancora un’idea lontana, un’auto elettrica come FUSELAGE o, come quest’anno la MICROLINO, un quadriciclo a trazione elettrica. Crei emozione ed interesse intercettando tempestivamente le esigenze del consumatore, ad esempio proponendo dei prodotti per la sanificazione che siano anche belli da vedere o addirittura da indossare, o da fare girare per casa, in ufficio, a scuola, negli ospedali, come il robot AMBROGIO, anch’esso a guida autonoma, anch’esso utile per sanificare gli ambienti.
Qualche progetto più significativo per ICONA
Per obblighi di riservatezza alcuni dei progetti realizzati per primarie case automobiliste cinesi ed europee non possono essere citati. Ma tanti sono i progetti di cui andiamo orgogliosi. Nucleus ad esempio, che ho citato prima, è stata la prima auto concepita per essere totalmente autonoma. O una innovativa piattaforma modulare in alluminio a guida autonoma stampata in 3 D: sullo stesso telaio si può installare una golf cart o un distributore automatico mobile; può sostenere un minibus per spostare persone su grandi superfici oppure merci all’interno di un centro commerciale. Nell’industrial design abbiamo riprogettato macchinari industriali abbinando la funzionalità all’aspetto estetico, rendendoli più belli e più user friendly. Nel settore del product design ricordo quanto realizzato in collaborazione con SANIXAIR nel settore della sanificazione ma anche il potabilizzatore BAOBAB che può essere utilizzato in zone desertiche per fornire acqua potabile lì dove non sarebbe disponibile. O HUBBY, l’hub per la mobilità urbana modulabile e in legno, che ospita fermate dell’autobus, parcheggi per la sharing mobility, una stazione di ricarica per veicoli elettrici, distributori d’acqua e di latte fresco, distributori automatici, armadietti per i ritiri di pacchi e corrispondenza, sistemi per il riciclaggio della plastica e dell’alluminio, distributori di biglietti per il trasporto pubblico e info point.
Ci parli dell'ingresso di ICONA nel programma Elite di Borsa Italiana. Di cosa si tratta?
Icona ha aderito al programma ELITE nel 2020 con l’obiettivo di confrontarci con le aziende di eccellenza, di generare maggiore visibilità per un’azienda che, pur essendo 100% italiana, in realtà è nata in Cina ed è presente con una propria struttura in Italia solo dal 2018. Il programma ELITE ci consentirà anche di iniziare un percorso che, se i soci lo decidessero e le circostanze lo permettessero, di arrivare alla quotazione per garantire continuità e stabilità futura all’azienda.
Saremo in grado di sopravvivere alla transizione dall’auto tradizionale alla trazione elettrica e in prospettiva alla guida autonoma?
Sì, se le aziende del comparto, spesso con elevate competenze ma prevalentemente medio-piccole, a conduzione famigliare e con limitata propensione alla internazionalizzazione, sapranno adottare tempestivamente le nuove tecnologie, attuare l’indispensabile conversione industriale e, forse ancora più importante, fare squadra integrando le proprie competenze
per realizzare progetti concreti e condivisi. Credo sia però indispensabile un piano strategico per il comparto automotive a livello nazionale per evitare il rischio che, dopo aver fatto la storia del settore per oltre 100 anni, si vada verso un lento declino.
Il tessuto industriale italiano è caratterizzato da aziende che hanno grandi competenze e possiedono il “saper fare”, ma per dimensione, visione strategica e tipologia della proprietà da sole troverebbero grandi difficoltà ad affrontare il mercato globale. Cosa ne pensa?
È esattamente il concetto che ho espresso prima. Purtroppo troppo spesso prevale l’individualismo e l’incapacità di aggregarsi per realizzare la massa critica che oggi è indispensabile per competere a livello internazionale. L’epoca del “piccolo è bello” è tramontata per effetto della globalizzazione e le aziende medio-piccole non sono in grado di partecipare a progetti complessi che richiedono l’aggregazione di svariate competenze complementari. L’esempio più lampante sono i progetti per la realizzazione delle smart city e smart mobility che impongono l’aggregazione di competenze che vanno dall’architettura all’urbanistica, alla logistica, alla mobilità, alla sicurezza, alla gestione dei rifiuti e delle utilities. I megatrend in atto (esplosione della popolazione, urbanesimo, cambiamenti climatici e sempre maggiore attenzione alla sostenibilità, alla decarbonizzazione, all’economia circolare, ecc... portano inevitabilmente verso questi progetti che sono anche la nuova frontiera del design. Solo costituendo consorzi, associazioni temporanee d’impresa o altre forme di alleanze e facendo squadra ci si può qualificare per la realizzazione di questi progetti. L’alternativa sarebbe non riuscire a giocare un ruolo di primo piano in linea con la nostra storia e tradizione. “Stiamo stringendo alleanze – concludono dall’azienda - con partner High Tech e Università, come con un gruppo di ricerca del Politecnico di Zurigo, per lavorare insieme in un team in grado di realizzare articolati progetti di Smart mobility.” Ce ne parli. Il design deve dare un vestito alla tecnologia per realizzare l’innovazione. I tecnologi sono molto focalizzati sulla funzionalità e spesso prestano scarsa attenzione all’aspetto estetico e a rendere le macchine e i prodotti “user friendly” mentre questa è la nostra “mission”. Per realizzarla Icona ha adottato la strategia di stringere alleanze con aziende, Università, enti di ricerca che sono all’avanguardia della tecnologia e della innovazione. Questo vale nel settore “transportation” di persone e cose: dalla piattaforma a guida autonoma già citata realizzata con PIXMOVING, ai furgoni a guida autonoma realizzati con J.D.Com ai robot a guida autonoma con Meituan, ai modello in scala di mobilità intelligente realizzato con DUCKIETOWN, uno spin off dell’Università di Zurigo e nel settore sanificazione con SANIXAIR.
Cos'è la piattaforma a guida autonoma concepita in Cina da ICONA Design Group?
La piattaforma a guida autonoma è stata concepita in Cina in collaborazione con PIXMOVING. Si tratta di un mezzo a guida autonoma che, dotato di monitor touch screen, può muoversi per la città fornendo informazioni o essere utilizzato a fini pubblicitari.
Secondo Matte Beale "Design significa rendere le cose buone (e quindi migliori) e giuste (e fantastiche) per le persone che le usano e le incontrano". Qual è la legacy di 10 anni di ICONA?
Icona, fin dalle origini, ha puntato sull’innovazione e sulla capacità di creare emozioni. Per realizzare l’obiettivo, dato che siamo un’azienda “people centric”, abbiamo realizzato un crogiolo di nazionalità, di esperienze e di culture (21 nazionalità diverse, presenza in 3 continenti e presto 4) che analizzano le richieste dei clienti da angolazioni diverse, ma mirando all’obiettivo finale e convergente di soddisfare le loro esigenze. La multiculturalità, la presenza negli “hub” dell’innovazione (USA e CINA) e nella patria del design (Italia) e il “gioco di squadra” rende Icona quasi un “unicum” nel settore del design.
ICONA Design Group entra a far parte dello Smart Travel and New Energy Professional Committee. Questo cosa comporta?
Siamo onorati di essere stati chiamati a far parte, insieme ad importanti aziende cinesi e internazionali, di questo importante Comitato il cui compito è definire le strategie future per la generazione di energia pulita e per la mobilità sostenibile. E’ da considerare una incredibile opportunità per esprimere le nostre idee ma anche di arricchimento intellettuale attraverso il confronto con i “best in class” internazionali. La partecipazione attiva a questo consesso di altissimo livello ci consente di essere sempre all’avanguardia dell’innovazione e della generazione di idee.
La Sua sintesi per un design di successo e per la parola "successo" in quanto tale.
La definizione di successo secondo il dizionario italiano è: risultato favorevole, affermazione, apprezzamento, consenso ottenuto nell’ambito della propria attività. Se ci riferiamo ad Icona credo si possa affermare, senza peccare di presunzione, che una start up di 5 persone che sbarca in Cina nel 2010 e si sviluppa arrivando a oltre 130 collaboratori, alla presenza in Cina, Usa, Italia, Giappone e prossimamente Oceania, realizzando anche risultati economici positivi, sia un caso di successo. Questo risultato è dovuto all’apprezzamento dei nostri clienti e alla passione e competenza dei nostri collaboratori.
Richard Buckminster Fuller disse: "Un designer è una sintesi di artista, inventore, meccanico, economista e stratega". Lei si sente più artista, inventore, meccanico, economista e stratega?
In azienda abbiamo ruoli ben distinti e complementari. I designer si focalizzano sulla perfetta comprensione delle esigenze del cliente e con un approccio prima razionale con la ricerca di mercato, l’analisi dei comparable anche in segmenti limitrofi, la verifica di fattibilità sia in termini ingegneristici che di costo e poi dando sfogo alla loro creatività e fantasia per arrivare alle proposte finali al cliente. Il ruolo del management è di definire le strategie aziendali e assicurare che si crei valore per tutti gli stakeholder: i clienti, i collaboratori, gli azionisti e infine le comunità in cui operiamo contribuendo a migliorare la qualità della vita.