Istituto Statale “Marco Belli� Portogruaro
Chiara Ronchiadin studentessa di 1^AU allieva della prof.ssa Emanuela Ortis
Recensione di un libro
Segnalazione Concorso Della Dante 2012
Venezia, 3 maggio 2012
Ti piace leggere? Qual è l’ultimo libro che hai letto? Raccontalo e commentalo.
2
3
Appena ricavo del tempo libero nel corso delle mie giornate, mi stacco dalla vita reale, afferro un libro e inizio a leggerlo. Mi piace molto leggere perché adoro viaggiare con la fantasia e non pensare per un attimo a ciò che mi circonda. Solitamente leggo romanzi d’ amore o d’avventure perché sono quelli che più mi fanno emozionare, ma durante le vacanze natalizie, ascoltando il consiglio delle mie insegnanti, ho letto “Lettera a una professoressa” che ho trovato ugualmente interessante. È un libro pubblicato nel 1967, in cui viene contestato il modello di società di quel tempo, ponendo particolare attenzione all’ istruzione scolastica degli anni Sessanta. Gli autori sono i ragazzi della scuola di Barbiana guidati dal loro insegnante don Lorenzo Milani. Egli infatti, a causa di screzi con la curia di Firenze era stato mandato a Barbiana, un piccolo paesino della Toscana, dove cominciò sin da subito a trasmettere le sue conoscenze ai ragazzi appartenenti alle classi sociali più povere. La regola fondamentale a Barbiana era che chi sapeva di più aiutava chi sapeva di meno.
4
Attraverso la pubblicazione di questo libro i ragazzi-autori ebbero l’opportunità di rendere pubbliche le loro critiche: la scuola statale era di classe, ovvero privilegiava i ricchi e cercava in tutti i modi di mettere da parte i poveri, era come un ospedale in cui i malati venivano respinti e curati i sani; i programmi erano considerati vecchi, noiosi e poveri di contenuti; l’educazione appresa a scuola non era utile a formare cittadini responsabili e consapevoli; il voto veniva utilizzato scorrettamente dagli insegnanti e spingeva gli studenti a studiare solamente in funzione di ciò, non allo scopo di acquisire nuove conoscenze e informazioni per una cultura personale. Inoltre nel libro compaiono anche alcune proposte di riforme volte a ottenere l’eguaglianza tra gli alunni: gli studenti di Barbiana chiedevano di non bocciare, al fine di non stroncare ogni speranza; a quelli che sembravano “cretini” offrire la scuola a tempo pieno, in modo da favorirli nello studio e aiutarli ad avere un ambiente adeguato dove poter svolgere i loro compiti; dare uno scopo agli “svogliati”, cercando di aiutarli a trovare motivazioni intrinseche e rendere più interessante lo studio, anche dove sembrava troppo noioso. 5
Questa lettura mi ha stimolato a riflettere sulla scuola attuale che, pur molto migliorata rispetto agli anni Sessanta, presenta purtroppo ancora molte carenze. Ho svolto alcune ricerche a proposito e ho scoperto che ad oggi il 20% dei giovani non va oltre la scuola media; questo dato è allarmante se la percentuale corrisponde a ragazzi che non hanno le possibilità economiche per proseguire gli studi. Resta, dunque , ancora molto da fare.
Utili a questo proposito possono essere le proposte di noi studenti: sarebbe auspicabile avere docenti competenti che siano in grado di seguire il percorso di ciascun alunno, analizzandone i punti di forza e rafforzando le fragilità; aumentare i finanziamenti e le borse di studio per ridurre la percentuale di giovani che non proseguono gli studi a causa delle scarse possibilità economiche e promuovere corsi di recupero per gli immigrati; sarebbe importante valorizzare l’insegnamento tra gli studenti, attraverso il “peer education”: per esempio nel mio istituto è già stato introdotto con buoni risultati.
6
Il libro Lettera a una professoressa non è stato solo un atto di accusa e di protesta, ma ancora oggi aiuta a conoscere meglio la scuola del passato e a riflettere sulla scuola attuale. Mi è piaciuto molto e per questo lo consiglierei ad adulti e adolescenti.
V. Van Gogh, Les livre jeunes, 1880
7
Anno scolastico 2011/2012