Forrest Gander, Essere con, Benway Series 14

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Prima edizione: Forrest Gander, Be With; with six photographs by Michael Flomen, New Directions, New York 2019 Benway Series, 14 Progetto grafico: Mariangela Guatteri Impaginazione: Silvia Bertozzi, Tielleci Traduzione: Alessandro De Francesco © 1995, 2010, 2012, 2013, 2015, 2017, 2018 by Forrest Gander © 2010, 2018 by Michael Flomen © 2020 Alessandro De Francesco Tradotto e pubblicato in accordo con New Directions Publishing Corporation ISBN 978-88-98222-47-6 Stampa digitale: Tipografia La Colornese S.a.s. Pubblicato da: Tielleci Editrice via San Rocco, 98 Colorno (PR) www.benwayseries.wordpress.com benwayseries@gmail.com


Forrest Gander

ESSERE CON Con fotografie di

Michael Flomen Traduzione di

Alessandro De Francesco

Benway Series



Indice p. 13

Figlio

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Convocato

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Epitaffio

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Punto morto

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Foresta carbonizzata

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Intenerimento

23

Madonna del Parto

24

Su una frase di Fernanda Melchor

25

Uscendo dalla luce

29

Cosa suona come

30

Dove era in passato una solida casa

32

Lo scandagliamento

34

Prima ballata: una ghirlanda

36

Mano arcaica

40

Dire no

63

Evaporaciรณn: una storia di confine

66

Ruth

79

Zona litoranea

93

Ringraziamenti



ESSERE CON



Pensavo fossi un’ancora nella deriva del mondo; ma no: non c’ è nessuna ancora, da nessuna parte. Non c’ è nessun’ancora nella deriva del mondo. Oh, no. Pensavo tu lo fossi. Oh, no. La deriva del mondo. William Bronk



ESSERE CON

La politica inizia nell ’intimità



Figlio

Non è lo specchio ad essere coperto con un drappo, ma quanto resta di non detto fra di noi. Perché parlare della morte, l’inevitabile, in che modo il corpo viene a dispiegare vermi molteplici come se fosse un concetto gestibile e non, squisitamente, una bruciante singolarità. Servirlo come un elogio o una storia della mia o della tua stessa sofferenza. Una sorta di autoavvilimento. E così continuiamo a svegliarci su un sole decapitato e gli alberi continuano ad irritarmi. Il cuore della carità sostiene il proprio insieme di genomi. Trascini un nugolo di batteri nella piega del tuo ginocchio, e nelle le mie viscere si agitano elminti, vermi parassiti. Chi mai è stato solo se stesso? A Leptis Magna, quando tua madre ed io eravamo giovani, ci imbattemmo in statue di dei con facce e piedi vandalizzati. Eccetto la fila di teste di Medusa, guardiane. Nessuno era stato coraggioso abbastanza da sfregiarle. Quando parlammo, quando tua madre parlò, persino i levrieri al guinzaglio rimasero pietrificati. Io stesso rimasi pietrificato. Ho dato la mia vita agli stranieri; l’ho protetta da coloro che amo. Il suo unico bambino arterioso. È solo in te che scorre il suo sangue.

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Convocato

A quel punto i miei suoni di lutto rimbalzarono fuori dal linguaggio. Qualcosa come uno sciame d’api alla deriva. A quel punto, nel tetro silenzio che seguì Fui invaso dallo sciame e persi conoscenza. A quel punto non c’era via di uscita neanche per me. A quel punto andavo avanti in un semi-coma, sognando di essere sveglio, evitando amici e vomitando, cavando aculei da volto e braccia. A quel punto la voce di lei era appuntata a uno sfondo di colore vaporoso. A quel punto le penne remiganti della gru si arrossarono. A quel punto, arrivando, sapevo che avrei pagato tutta la tariffa base. A quel punto il conducente si girò e disse non c’è bisogno che sia colpa tua per ridurti in pezzi. A quel punto, senza alcuna esitazione iniziale, cominciò a suonare un flauto in ossa di avvoltoio. A quel punto diventai vecchio e fu come rompere di nuovo l’alveare con le mie mani. A quel punto concepii un regno più reale della vita. 14


A quel punto c’era almeno una qualche possibilità. Una qualche possibilità, in cui non credevo, di essere con lei ancora una volta.

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Epitaffio

Scrivere Tu mi hai esistito non sarebbe soltanto una sorda traduzione. Perché non c’è seguito al passaggio quando vidi – come non saresti mai stata rivelata di nuovo – mi vedi come se non fossi mai stato rivelato di nuovo. Dove mi trovo adesso di fronte al trono della gloria, la scrittura deve restare nascosta. Dove, se non nello stesso enunciato? Nato infermo e cieco, nella spirale degli obblighi, conscio dello sguardo fisso dell’ animale dentro, mi nascondo dietro usi strumentali misti 16


come dietro un quadrato di scudo di coccodrillo – mentre il cianuro vaga dalle nuvole ai fiumi. Ed anche in questo può essere vista una figurazione dell’umano, un altro gesto intimamente letale della nostra esistenza comune. Benché anch’io porti la mia vita nella morte, la bruttezza che origino mi sopravvive.

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Punto Morto

i. Tira fuori bongo e shatter Allo stesso tempo in sua mercé ed in controllo Il pituophis ha sollevato il coperchio del terrario Circa un metro e dieci dal muso all’ano Nuove leve metaforizzano la morte Che idea ne avranno mai Il profumo di lei: aceto, ossido di zinco e cipresso giapponese Lo ha sognato da sveglio lo sogna Guardare un’altra stagione di Seghe e schiaffi Gli ha solo dato dolore alle otturazioni Così adesso soffre di disfunzione rettile Anch’io, dice la polvere. Moto parcheggiata al posto handicappati Guarda la foresta di alberi morti

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ii. Nuove leve metaforizzano la morte Gli hanno solo dato dolore alle otturazioni Il pituophis ha sollevato il coperchio del terrario Lo ha sognato da sveglio lo sogna Tira fuori bongo e shatter Anch’io, dice la polvere Circa un metro e dieci dal muso all’ano Così adesso soffre di disfunzione rettile Il profumo di lei: aceto, ossido di zinco e cipresso giapponese Allo stesso tempo in sua mercé ed in controllo Che idea ne avranno mai Guarda la foresta di alberi morti Guardare un’altra stagione di Seghe e schiaffi Moto parcheggiata al posto handicappati

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