Strozzi News 2009

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STROZZI NEWS

GIORNALINO SCOLASTICO DELLA SECONDARIA INFERIORE DI PRIMO GRADO “BERNARDO STROZZI”

MAGGIO 2009

ANNO III NUMERO SPECIALE


S TR OZZ I NE WS

IL TERREMOTO IN ABRUZZO

Vorremmo che non fosse vero, ma è così. Purtroppo il sei aprile 2009 alle 3 : 32 un terremoto di magnitudo 5 della scala Richter, con epicentro Onna ( nella foto ), in provincia dell’Aquila, ha devastato la regione coinvolgendo 26 paesi, tra cui appunto il capoluogo, causando trecento morti. Già nel 1915 un sisma, più dannoso di questo( 30000 morti, con epicentro Avezzano ), aveva colpito l’area, da tempo considerata a forte rischio sismico. C’è chi dice che lo aveva previsto e che si sarebbero potute salvare quelle trecento anime, tra le quali alcuni genitori, morti cercando invano di proteggere i loro figli dalle macerie che cadevano. In TV mi ha colpito vedere una donna disperarsi per avere perso tutto. Gli aquilani, alla disperazione aggiungevano tanta voglia di ricominciare. Ho visto, nel corso del funerale, bare bianche poggiate su bare marroni, ad unire per un’ ultima volta figli e genitori in un abbraccio che nemmeno il legno ha saputo impedire : quello dell’ amore di padri e madri che sono morti nel tentativo di salvare i propri figli ,insieme a loro stessi, sotto il peso delle macerie. Alla cerimonia funebre ha partecipato perfino un imam, a rappresentare i musulmani che hanno perso cinque credenti nel terremoto. Egli , in nome del Dio unico, si è unito al dolore. Essere separati dalle pareti delle bare non vuol dire comunque che tutto è finito, ma è l’inizio di una Vita nuova, dove per i figli, per i padri e le madri abbracci e carezze non mancheranno. Paolo Bruzzo II E

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Il giornalino Strozzi News è nato due anni fa dalla collaborazione tra il professor Maurizio Braggion, coordinatore del progetto,,,e di Massimo Minella caporedattore di Repubblica. Quest’ultimo si è incontrato due volte con le classi partecipanti,Durante il primo incontro ha parlato del giornale e del suo lavoro, nel corso del secondo ha ascoltato la lettura da parte degli alunni degli articoli che sono stati poi raccolti in questo giornalino. Quest’anno hanno partecipato al progetto la I B , la II B, la II C e la III B di via Era (con i docenti Braggion,, Cristina Delorenzi , Angela Vernizzi, Gabriella Demicheli, la II D , la II E e la II H di via Vecchi (con le prof. sse Laura Galliadi, Alfredina Gasparini, Vera Vazzoler) e gli alunni della scuola ospedaliera del Gaslini.(con la prof. Laura Caivano). Gli argomenti del giornalino sono vari, si parla del terremoto in Abruzzo, di chat e nuove tecnologie, di cronaca, cittadina, nazionale e internazionale, del derby e di sport giovanile e di tante altre cose ancora. Anche quest’anno il giornalino, diretto da Ayla Schiappacasse della III B, viene presentato al Gaslini, poiché ad esso si lega un’offerta benefica per i ragazzi della sezione ospedaliera del Gaslini. Ospite d’onore dell’’incontro conclusivo sarà il Presidente della Provincia Alessandro Repetto(nella foto mentre sta leggendo Strozzi News). Lo scorso anno era intervenuto l’arbitro internazionale Farina e l’anno prima l’allenatore Walter Novellino.


IL BABY TORERO MESSICANO Michelito, toreador messicano di 11 anni è riuscito ad affrontare e uccidere da solo sei tori in un’unica giornata. Un’ impresa che finora non era finora a nessun altro baby torero, grazie alla quale ha conquistato il Guinness dei primati. Michelito, che ha esordito a 4 anni e che a 5 toreava il suo primo vitello, ha già affrontato 66 combattimenti, tagliato 115 orecchie(le prime due a nove anni) e 30 code di toro ed è stato portato una dozzina di volte in trionfo attraverso la “puerta”grossa. Secondo alcuni, tra cui la commissione statale messicana dei diritti umani, il ragazzino non dovrebbe scendere nell’arene vista la giovane età, ma i suoi genitori la pensano diversamente e vogliono che continui a combattere. Pensano addirittura di farlo combattere in Europa, dove per ora non può esibirsi. Michelito, pare sia d’accordo con le intenzioni del padre, visto che ama moltissimo le corride. Tornando all’impresa da Guinnes, pare che l’unico in grado di strappargli il primato sia il fratello,Andresito,di 9 anni, che lo scorso 21 dicembre è uscito con lui in trionfo dall’arena. Io penso che la corride non siano una bella cosa e vadano abolite. Uccidere in quel modo un animale che non ha fatto male a nessuno è ingiusto e crudele. Ancor più grave è il fatto che in Messico, oltre agli adulti, anche un bambino scenda nell’arena, probabilmente perché lo desiderano i suoi genitori

A FUOCO SUL WEB Due ragazzi si sono cosparsi di benzina e poi si sono dati fuocoIl motivo? Poter mettere il video della loro stupida “impresa” su YouTube. Lo ha detto un amico addetto alle riprese. Pare che qualcosa sia andato storto. Il risultato: uno dei due ragazzi è finito in prognosi riservata con ustioni di secondo e terzo grado sul 60% del corpo, mentre l’altro ha riportato solo lievi ferite. Non era la prima volta che i tre amici compivano azioni del genere. I video che immortalano “imprese” passate sono una decina. Si va dal mostrare il “posteriore” in classe, allo sputare fuoco, usando il classico gas dell’accendino, al travestirsi da donne al ballare la breakdance nei giardinetti sotto casa. Il ferito meno grave è l’unico che è riuscito a parlare con i carabinieri dicendo che è pentito per quello che ha fatto

Andrea Mazzoni III B

D.Marchiò I B

BIANCONE DAY SUL BEIGUA Nel mese di marzo , nel Parco del Beigua, vi è stato il “Biancone day”, occasione di un interessante birdwatching per tantissimi appassionati naturalisti che si sono ritrovati nel Parco ligure per ammirare le evoluzioni e il passaggio del biancone, che è noto come rapace diurno. L’anno scorso erano stati avvistati oltre duemila esemplari, mentre mille ne erano stati visti tra settembre e ottobre. I visitatori per vedere meglio i bianconi hanno portato con sé binocoli e cannocchiali. Era possibile avere informazioni sul rapace presso il locale Centro Ornitologico Margherita C. I B Pagina 3


UGANDA SOS GORILLA Moses Mapesa Wafula, naturalista e direttore dell’Uganda Wildlife Autority, ha detto che per salvare l’Uganda bisogna salvare le specie animali che vivono lì, come i gorilla e gli scimpanzé. Proprio per salvare i gorilla, è necessario ridurre le visite dei turisti. Come è noto, proprio in Uganda vive la maggior parte dei nostri “parenti” in via d’estinzione. Sono rimasti circa settecento gorilla. Il direttore Wafula sostiene che, tra i gorilla, sono in pericolo soprattutto quelli di montagna anche a causa delle continue visite dei turisti, nei due parchi nazionali: Mgahinga Gorilla National Park Bwindi Impenetrable Forest Naional Park. Secondo Wafula solo il 20% dei gorilla si è abituato alla presenza dei turisti, quindi solo 7 gruppi familiari su trenta. Si cerca perciò di restringere le visite, concedendo non più di otto permessi al giorno e aumentando il costo dell‘entrata da 365 a 500 dollari americani a persona per una sola ora di osservazione degli animali! . L’obiettivo di Wafula e dei suoi collaboratori è quello di spingere i turisti a visitare, anziché le aree dei gorilla, quelle in cui vivono gli scimpanzé Questi ultimi , parenti dei gorilla e anch‘essi interessanti da osservare liberi in natura; si trovano in molti parchi, tra cui il Queen Elisabeth National Park. Il turismo non è comunque sempre negativo. Sempre dall’Uganda arriva una buona notizia. Nel Paese africano, con la costruzione di aree protette, si è riusciti a investire nel turismo ed elefanti, ippopotami, bufali, giraffe, antilopi e rinoceronti hanno raggiunto i livelli degli anni ‘60. . Sono dati questi ultimi che fanno ben sperare. .

PANDA PER LA PACE

Due esemplari di Panda gigante, donati dai cinesi, sono stati portati aTaipei, sull’isola di Taiwan, in segno di pace. Taiwan, chiamata un tempo Formosa, è infatti divisa dalla Cina di Pechino dal 1949. I due panda: un maschio e una femmina si chiamano Tuan Tuan e Yuan Yuan. I loro nomi significano “Su riuniamoci è l’inizio del disgelo”. I cinesi di Pechino, che sono attenti ai simboli, vogliono, con questo dono, dire a quelli di Taiwan ,che la Cina è come un panda, grande, sì, ma pacifico. Far capire insomma di non voler più attaccare l’isola,che pur essendo indipendente ,fa parte, secondo loro, di un’unica Cina. Taiwan ha accettato il dono dei panda, che in passato aveva rifiutato. I due orsetti sono stati esposti per le feste del Capodanno cinese, celebrato il 26 gennaio.

Giulia D.I B

Alessia G. I B

LA LA NOSTRA CLASSE INVITATA DA REPUBBLICA Invitati da Repubblica@Scuola, unica media genovese, noi della III B della Strozzi , siamo saliti sulla Nave Italia, per incontrare, nell’ambito del Festival della Scienza, il direttore di National National Geographic Italia dott. Guglielmo Pepe e il prof. Riccardo Cattaneo, professore di Ecologia all' Università e membro del comitato di gestione dell’Area Marina Protetta di Portofino, che ci hanno parlato di biodiversità. Dopo averci mostrato alcuni filmati del National Geographic, ci hanno parlato di Geogra Cuore del Borneo, una delle ultime foreste vergini della Terra che ospita 13 specie di primati, 350 di uccelli, 150 di rettili e anfibi e 15 mila specie di piante. Il Borneo è uno degli unici due luoghi del pianeta dove coesistono rinoceronti, elefanti e oranghi . Siamo d’accordo che si debba conservare questa preziosa foresta, minacciata dalla deforestazione, causata dalle colture industriali(palme da cui ricavare olio). Pepe e Cattaneo ci hanno parlato poi della necessità per l’Italia e per gli altri Paesi europei di raggiungere entro il 2020 gli obiettivi di 20% di fonti rinnovabili, 20% di risparmio energetico e 20% riduzione CO2. Nei paesi mediterranei c’è solo da pochi anni una coscienza ecoogica, a differenza di quelli nordici. Andrea Mazzoni IIIB

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BULLISMO CONTRO DISABILE A dicembre a Messina otto minorenni hanno aggredito, deriso e ferito per scommessa un disabile di 43 anni, costretto sulla sedia a rotelle fin da piccolo . Tutto è cominciato il 27 dicembre dello scorso anno, quando i teppisti, dopo aver rotto un vetro dell’appartamento del disabile, per far sì che egli aprisse la finestra, gli sono saltati addosso, insultandolo e cospargendolo di schiuma da barba. Non contenti della loro perfida azione, tre giorni dopo hanno colpito l’uomo in testa con una bottiglia. Ferito,

l’uomo si è recato all’ospedale, dove non ha denunciato il fatto. Qualche giorno dopo, un parente si è accorto della ferita e si è fatto raccontare ogni cosa. E’ seguita la denuncia. Gli otto minorenni, fermati, hanno raccontato alle forze dell’ordine di aver agito per scommessa. Avevano puntato due euro a testa, per scoprire chi tra loro era il più coraggioso. indifesa. Si sta occupando del caso il Tribunale dei minori di Messina Quanta stupidità la loro! Certo che ci vuole davvero dell coraggio a colpire così una persona indifesa. Miriam Lebrun e Jennifer Murillo III B

STUDENTI PRENDONO IN GIRO I PROF SU YOUTUBE A Pavia degli studenti hanno preso in giro su Facebook alcuni loro professori, inserendo anche loro foto. Scoperto il fatto, sono stati sospesi. Penso che la loro azione sia stata veramente sciocca. Solo ragazzi immaturi, che non sanno cosa fare nel loro tempo libero, potevano escogitare una simile bravata. Sono sicura che, se una cosa simile l’avessero fatta a loro, non sarebbero stati di certo contenti, anzi si sarebbero arrabbiati terribilmente. Secondo me, alunni che compiono azioni come questa dovrebbero essere sospesi per molto tempo ed essere bocciati al termine dell’anno con il 5 in condotta. La bocciatura sarebbe un provvedimento educativo efficace nei loro confronti e servirebbe da monito per altri ragazzi desiderosi magari di imitarli. Silvia T. I B

ATTENTI AL FUMO Il vizio del fumo è molto presente ai giorni nostri. Sempre più persone fumano e il dato preoccupante è che si inizia a fumare giovanissimi. Alcuni ragazzi fumano per essere accettati in un gruppo , altri per solo divertimento o moda. La cosa sconcertante è che sono consapevoli dei rischi a cui vanno incontro, quelli cioè di avere in futuro difficoltà a respirare , problemi al cuore, tumori polmonari. Io non fumo e credo che non fumerò mai! Il fumo ha distrutto la vita di molte persone, e continuerà per sempre a farlo. Ragazzi, pensateci bene! Alessio Pronzato

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P AGIN A 6

PROTESTE ALLA SALGARI PER UN “MIN I BULLO” Il 6 marzo scorso in una terza della scuola elementare Salgari di Genova si è presentato un solo alunno. Questo per una protesta dei genitori che si lamentavano da qualche mese per i comportamenti da “ bullo” di un bimbo di otto anni, Il bambino circa tre settimane prima aveva minacciato una compagna di classe con un temperino, puntandoglielo alla gola e per questo era stato tenuto a casa per due settimane. Già in precedenza aveva aggredito e minacciato i suoi compagni di classe, lanciando contro di loro vari oggetti.in conseguenza di ciò, vi era già

stata una protesta dei genitori che avevano tenuto a casa i figli e minacciato la Dirigente scolastica di ritirarli da scuola, se non fosse stato “espulso” il “mini bullo“. La Dirigente dell’Istituto ha definito esagerata la protesta e che si rischia di emarginare ancor di più il bambino. Noi siamo d’accordo con lei e pensiamo che quella dei genitori sia una protesta, pur se in parte comprensibile,, sbagliata. Non si può trattare un bambino con problemi, come se fosse un “bullo” matricolato ed emarginarlo . E’ necessario, secondo noi, che il bambino continui a frequentare la classe, ma venga seguito da uno psicologo e, a scuola, da un’insegnante di sostegno. Miriam Lebrun e Virginia Vannucci III B

DORMITORIO SOTTOTERRA A MILANO A Milano, in via Dupré, a poche centinaia di metri dalla ex Fiera, sotto un elegante condominio, c’è una botola, che conduceva ,sino ai giorni scorsi , prima cioè del blitz della polizia alle Quattro del mattino, a un “palazzo”(si fa per dire) sotto il palazzo. Il seminterrato ospitava una comunità di “invisibili” che sopravvivevano in condizioni disperate. Vi erano 60 posti letto, trenta dei quali occupati, per metà da clandestini , una cucina economica, un bagno e qualche fornelletto a gas. Vi erano anche quattro bambini. Si è saputo che le coppie pagavano 100 euro al mese d’affitto e le famiglie il doppio. Sino a quel giorno nessun abitante della zona si era accorto della presenza dei cinesi. Unici indizi di qualcosa di strano erano l’odore di cibo che raggiungeva il condominio e il trovare talvolta il marciapiede invaso dai materassi. L’appartamento è di proprietà di una signora italiana sulla quale sono in corso indagini. Angelo Musso III B

SENZATETTO CONVINTO A TORNARE IN SICILIA Un senzatetto siciliano di 43 anni che si era costruito con cartone e coperte imbottite un mini alloggio sotto i portici di via Cantore a Sampierdarena, si è convinto ad andar via. E’ tornato nei giorni scorsi nella sua città: Messina. Da tempo, numerosi cittadini di Sampierdarena avevano denunciato la presenza di quel curioso rifugio, trovandolo indecente. Erano preoccupati soprattutto per le condizioni igieniche e la salute dell’uomo, che , quando era all‘interno del suo mini alloggio, teneva un cappello militare rovesciato per raccogliere eventuali offerte. Inutili erano stati sino a ora i tentativi dei servizi sociali di convincere l’uomo ad andare a dormire in una struttura cittadina che ospita i senzatetto. Kajashanth T. I B

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NOSTRA VISITA AL CASTELLO D’ALBERTIS

Mercoledì 23 novembre 2008 ci siamo recati al Museo delle Culture del Mondo,, al Castello D’Albertis, dove abbiamo incontrato la responsabile dei musei genovesi. La guida ci ha raccontato del famoso navigatore, nonché costruttore del castello, Enrico Alberto D’Albertis. Il capitano D’Albertis lo fece costruire in onore di Cristoforo Colombo nel quarto centenario della “scoperta” dell’America (1492-1892). Nel 1892, dopo l’edificazione del castello, il capitano partì per le Americhe ripercorrendo il viaggio di Colombo, utilizzando perfino gli strumenti di navigazione dell’epoca del grande navigatore, che si era fatto appositamente ricostruire. La sua nave, il Corsaro, che era piccola e tozza come le caravelle di Colombo, arrivò a San Salvador per mezzogiorno, mentre in Italia erano precisamente le 17:34, queste ore sono registrate dalle meridiane del castello. Dalle scogliere di San Salvador staccò un

Anno III NUMERO SPECIALE

masso che si portò dietro come souvenir. Esso è oggi in mostra all’esterno del castello insieme all’ancora del Corsaro e a un’epigrafe che ricorda la sua avventurosa impresa sui mari. D’Albertis aveva una grande passione per le meridiane, infatti durante i suoi viaggi ne costruì moltissime, circa 100 , di cui una dozzina sono nel suo castello. Non bisogna dimenticare inoltre che il capitano viaggiò molte volte con dei naturalisti per avere sempre a disposizione le conoscenze necessarie per realizzare nuove scoperte. Il castello è ricco di simboli, che decorano le pareti, gli stipiti e le porte. Lo stemma di famiglia per esempio si trova in molte stanze. Enrico D’Albertis discendeva probabilmente da una famiglia fiorentina, lo stemma della sua famiglia rappresenta due catene messe in modo da formare una x, ne prese in parola il motto infatti il suo carattere era più tenace delle catene. Il suo castello era situato sul monte Galletto, sulle rovine delle vecchie mura genovesi del 500, per questo sulle porte è raffigurato un gallo. Il castello rappresenta in tutto e per tutto il capitano, al suo interno, oltre alla dozzina di meridiane, Enrico D’Albertis collezionava di tutto: armi di vari paesi del mondo, ceramiche, ossa e piume, medicamenti, ornamenti e altri ogget-

ti assai curiosi. Le sue collezioni sono esposte in vetrine o alle pareti secondo il gusto estetico della sua epoca e con ricerca di ordine e simmetria. Un oggetto molto curioso si trova ai piedi delle scale che salgono al primo piano. Si tratta di un velocipede, con il quale il capitano riuscì a percorrere la Genova-Torino a tempo di record. Questo dimostra come egli si cimentasse con altri mezzi di trasporto, oltre che con le navi. Molti pensano che il capitano fosse una persona solitaria, invece D’Albertis amava ospitare gli amici, come dimostrano le firme lasciate sul muro di casa. Nel suo castello c’era un arredamento esotico che andava di moda all’inizio del diciannovesimo secolo, al suo interno, c’erano tre stanze particolari: La stanza colombiana, che veniva usata come biblioteca, con una statua di Colombo ragazzo, ribattezzata “stanza delle meraviglie” per le collezioni al suo interno. Una stanza usata come pensatoio, con molti affreschi sul mare e sulla scoperta dell’America, carte nautiche e mobili; all’interno di questa stanza amava costruire le sue meridiane. Era una stanza uguale alla cabina del Corsaro, dove il capitano amava riflettere e riposare. Daniele Fasce II H

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SENZA CHAT. NO GRAZIE Il sociologo Alberoni (nella foto) non deve avere molta simpatia per gli adolescenti. Ha scritto infatti che i giovani d’oggi non ascoltano, ma comunicano solo all' interno del loro universo con mezzi incontrollabili per gli adulti come sms, Internet, chat, YouTube. Preferiscono chattare ed ascoltare musica che comunicare. Con i genitori recitano, e questi ultimi non sanno nulla della loro vita reale. Per Alberoni i modelli di vita dei ragazzi sono i personaggi dello spettacolo, chi va al Grande fratello, i calciatori, i bulli, e chi mette su YouTube filmati da brivido. Non siamo affatto d’accordo, ma andiamo oltre. Alberoni ha aggiunto che questa generazione è vuota, non ha radici, non ha cultura , non ha un rapporto reale con la vita e non è capace di confrontarsi e di riflettere. “A volte mi domando – scrive- se a questi adolescenti non farebbe bene un periodo di moratoria, in cui si chiudano loro YouTube, le chat, le discoteche, si limiti l' uso di Internet e dei cellulari per consentire loro di ricominciare a parlare, di riprendere contatto con le altre generazioni, con i giornali e i libri. Una moratoria periodica di due mesi l' anno, una cura disintossicante.” Premesso che non condividiamo la maggior parte delle affermazioni del noto sociologo sui giovani, vogliamo soffermarci su quest’ultimo punto del suo articolo. . Detto che non ci sembra che la maggior parte dei giovani non ami ascoltare gli altri e dialogare al di fuori delle chat, pensiamo che, se usate bene YouTube e le chat, possano essere molto utili. Chat tipo Messenger, ad esempio, che permettono a persone lontane di sentirsi senza usare il telefono, sono utili per mettersi d’accordo per uscire, per i compiti e per molte altre cose. YouTube è invece usato dai giovani per sentire la musica, vedere trailer e spezzoni di film, video comici, ma anche documentari e programmi culturali. In conclusione vogliamo dire che sarebbe davvero un peccato se si realizzasse il desiderio di Alberoni di chiudere tutto per due mesi. Tra l’altro questo provvedimento dovrebbero prenderlo i genitori , ma YouTube è uno svago anche per loro che, molto spesso,contagiati” dai figli, se ne servono per revocare i bei tempi andati. Alessio Pronzato e Denise Rizzini III B

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TEMPI DI CRISI Voglio parlare della crisi economica che ha raggiunto i vertici più alti e sta colpendo tutti, ma in particolare le fasce di popolazione svantaggiate, come i pensionati , la maggior parte dei quali ha pensioni da fame, e le famiglie , soprattutto quelle numerose con un solo stipendio e magari il mutuo da pagare. .Penso poi a tanti lavoratori precari ,giovani e no, sottopagati , utilizzati in lavori a progetto, senza alcuna prospettiva per il futuro. Penso ancora ai disoccupati che sono tantissimi, troppi. Lo Stato dovrebbe fare qualcosa e non abbandonare tanta povera gente al suo destino. Gloria Ruggieri

NOMI STRANI Gessicah, Kjara, Maicol, perfino Hashjah e Sciantal. O ancora Mahatma e Addison. È boom di nomi stranieri, storpiati, sgrammaticati, a volte ridicoli. Ci sono state numerose polemiche su questa nuova moda. Il caso più sconcertante è senza dubbio quello di un bimbo appena nato che i genitori volevano a tutti i costi chiamare “Bottom”. Molto probabilmente i genitori di questo bambino non sapevano che significato ha questo nome in inglese (sedere). Il tribunale ha provveduto ad accogliere la richiesta della procura di Chiavari e ha dato al neonato un altro nome, più comune. E’ vietato poi attribuire ai neonati nomi che potrebbero essere imbarazzanti nel futuro del bimbo. La Chiesa ha un altra opinione. Sostiene che non è importante se il nome del bambino è bizzarro o poco conosciuto, basta aggiungere a fianco il nome di un santo perché tutto nella rientri normalità. Tra i nomi “tradizionali”, ci sono sempre meno Maria e Giuseppe, mentre sono in aumento nomi come Giorgia, Sofia, Giulia e Davide, Filippo, Alessandro. Ayla Schiappacasse III B


SOPHIE ROBINSON A 4 ZAMPE Lo scorso novembre, ma la notizia è stata diffusa solo di recente dopo il suo ritrovamento, un cane si è salvato dopo essere finito in mare e aver nuotato per 10 chilometri. L’ incidente è avvenuto durante una gita in Yacht dei suoi padroni . Partiti da Mackay ,nel Queensland australiano, i componenti della famiglia Griffith, sono finiti n mezzo a una tempesta. A un certo punto, la loro cagnetta, Sophie Tucker(nella foto) un australian cattle dog ,chiamato col nome di una cantante americana, è finita in acqua ed è sparita tra le onde. L’animale, dopo essere riuscito a nuotare nelle acque tempestose, tra gli squali, è finito su un’ isola quasi disabitata: un ambiente difficile dove vivono solo pochissime persone e qualche animale: la St Beens Island. La cagnetta, nonostante le difficoltà ambientali , quasi proibitive per un animale domestico, è riuscita a sopravvivere, da sola, per ben quattro mesi. Un giorno, vedendola, gli indigeni hanno pensato di aver davanti un cane selvatico ed hanno segnalato il fatto ai ranger che l’hanno catturata. L’avventura in mare ha rafforzato il carattere e la resistenza del cane, che si è nutrito con la carne delle capre selvatiche, che ha cacciato e divorato, di erba e rifiuti commestibili. Sulla sua“nuotata” tra le acque tempestose, gli esperti hanno detto che riuscire a sopravvivere in quella situazione è stato un vero miracolo, La cagnetta è stata brava e fortunata, anche perché pare che il cane sia un bocconcino prelibato per gli squali. Alcuni amici dei Griffith, dopo aver saputo che era stato trovato un cane su un’isola, hanno pensato subito a Sophie e hanno avvisato i padroni. I Griffith si sono precipitati subito lì, per vedere se la cagnetta trovata era la loro. Era proprio lei. Appena Sophie li ha visti ha cominciato a gemere e picchiare sulla gabbia. Una volta liberata, è saltata loro addosso, gioiosa di poter tornare finalmente a casa. E’ proprio una bella storia: anche gli animali hanno il loro(la loro) Robinson Crusoe Martim C., Sara C., Adele M. I B

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BRAVO COCCO

Cocco, un cane di razza maltese di sette anni è diventato un eroe salvando i suoi padroni e gli inquilini del palazzo da un incendio. Per questo è stato premiato a San Rocco di Camogli,dove viene assegnato ogni anno il premio “Fedeltà del cane” Una notte di qualche mese fa, Cocco cominciò ad abbaiare. La padrona non gli diede retta e si rimise a dormire, sperando che il cane si calmasse. Questo non successe, anzi Cocco abbaiò ancora più forte, arrivando al punto di strappare a morsi la manica del pigiama della padrona. Quest’ultima, a quel punto, si alzò, accorgendosi che s t a va b r u c i an d o l’appartamento. Chiamò il figlio Osvaldo, che, subito, la invitò a fuggire in strada e svegliò gli altri inquilini, gridando a squarciagola che c’era un incendio. Tutti uscirono in strada. I pompieri, arrivati velocemente, spensero l’incendio. Si è saputo poi che a provocarlo era stato il cavo elettrico del televisore. Giulia P. I B


ABITUDINI CINESI In questo articolo, una volta tanto, non si tratterà della dittatura cinese, né della straordinaria espansione della sua economia, ma di talune abitudini dei cinesi assai strane per noi occidentali. Ne ha parlato, in un interessante testo, Francesca Cassini, laureata in lingue orientali ed esperta del grande paese asiatico, nel quale ha vissuto e lavorato alcuni anni. In Cina l’ospitalità è parte fondamentale della società. I cinesi sono sempre disposti a fare favori e un rifiuto da parte dell’altro causerebbe imbarazzo e perdita di stima. Quando ci si saluta, la stretta di mano, accompagnata da un leggero cenno del capo, è ben vista ma non obbligatoria. La presentazione deve invece essere sempre seguita da uno scambio di biglietti da visita. Durante gli incontri di affari, i cinesi sono soliti offrire un succo di frutta di marca straniera. Questo gesto vuol simboleggiare la loro apertura al mondo occidentale: non accettare il dono sarebbe interpretato come mancanza di rispetto. A cena, se si è ospiti, non bisogna mai “vuotare” il piatto, perché sarebbe come dare dell’avaro al padrone di casa. Il “rutto” discreto e contenuto a fine pasto è invece sinonimo di un complimento allo chef. Durante il pasto, non bisogna lasciare le bacchette appoggiate sulla ciotola, né conficcate nel riso. Quando si brinda si dice ganbei, che significa “bevi alla goccia” e non si fanno tintinnare i bicchieri, ma è previsto chi si rivolga un gesto verso la persona con cui si vuole fare il brindisi. In Cina paga chi invita al ristorante e chiedere di dividere la spesa “alla romana”sarebbe offensivo. Con queste ed altre usanze si vuol mostrare rispetto nei confronti del padrone di casa o di altre persone. Come ho detto all’inizio molte di queste abitudini, per noi occidentali sono strane e singolari, ma spero che, come me, rimaniate colpite da una cultura differente, che ancora non è stata capita completamente in Occidente. Lorenzo Gambelli III B

ATTENTI AL PANGASIO NO AL PANGASIO Si è letto che i filetti di pangasio, pesce tra i meno cari, da qualcuno chiamato pesce-truffa, sono stati ritirati dal mercato italiano. Questo pesce, utilizzato proprio per il basso costo, particolarmente nelle mense scolastiche e aziendali , viene pescato nell’inquinatissimo delta del Mekong All'arrivo in Italia un chilo di filetto di pangasio congelato costa meno di un euro al chilo, non a caso le sue qualità nutrizionali, secondo l’esperto Carlo Petrini( intervenuto a Genova alla manifestazione “Slow Fish” ,organizzato in collaborazione con la Regione Liguria), sono molto basse. Come se non bastasse, ecco perché si parlava di pesce truffa, i filetti di pangasio vengono spesso spacciati per quelli di pesci pregiati. A “Slow Fish” è stato detto tra l’altro che nel Mediterraneo esistono 266 specie ittiche commestibili, ma solo trenta specie di esse si trovano con regolarità sui banchi delle pescherie. Delle specie più pescate, dieci si sono ridotte a meno del 10% in 50 anni. Marco Mazzella III B

Alcuni nostri testi sono inseriti sul sito di “Repubblica Scuola http://scuola.repubblica.it/

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DIECI ANNI SBRANATO DAI CANI A MODICA C’è stata una giornata di lutto cittadino a Marina di Modica dopo l’uccisione del piccolo Giuseppe, 10 anni, sbranato il 15 giugno da un branco di cani randagi a Sampieri. Quello stesso giorno un altro bambino era stato aggredito dallo stesso branco. Ora è sotto choc e non parla. I cani incriminati facevano parte di un gruppo di cinquanta randagi affidati dal tribunale a un sessantenne di Modica, ora accusato di omicidio colposo, malgoverno di animali e resistenza a pubblico ufficiale. Trenta dei cinquanta randagi sono stati catturati e si prevede che possano essere abbattuti. Almeno così lascia intendere il sindaco di Modica, Silici, che ha ammesso che il suo comune non ha rispettato la legge che obbliga ciascun comune ad avere un canile. La tragedia di Modica si poteva evitare, ha detto Scotti, presidente dell’associazione medici veterinari, Gloria Ruggieri

MASSACRO DI RANDAGI AL SUD subito individuati. L‘ordine è di catturarli e poi ucciderli. Per salvare i cani, gli animalisti del luogo cercano di trovar loro un padrone. Mi ha colpito molto il racconto di una di essi che ha detto di aver visto la sera del 22 marzo all’entrata di casa sua un branco di cani molto affamati. Oltre ad essi ha visto delle persone che secondo lei “sono le persone più ignobili del mondo“ , che piazzavano delle polpette avvelenate e scappavano. Si è precipitata a raccoglierle per evitare la morte a quei poveri cani affamati. Subito dopo ha portato ai cani qualcosa da mangiare e da bere, Quando stava provando ad aiutare un componente del branco, le si è si avvicinato un gruppo di persone che ha cominciato a prenderla a calci e l’ ha trascinata in un vicolo, dove ha continuato a picchiarla. La coraggiosa donna, malgrado quanto è successo, ha detto che continuerà a battersi per aiutare i In Sicilia , dopo il tragico evento del bambino cani randagi. Ha aggiunto che gli animali sono sbranato da alcuni cani randagi a Sampieri, frazione di Scicli, la vita per tutti i cani senza padro- ridotti così per colpa dell’uomo e che per lei la ne è peggiorata. Prima, infatti, c’erano i volontari soddisfazione più grande è sapere che si sono ripresi o che stanno meglio. che li aiutavano, ora questi ultimi vivono nella paura. I nemici dei randagi sono tanti, alcuni di essi preparano polpette avvelenate per ucciderli. Matteo R. I B Il sindaco di Marina di Modica, oltre ad avere denunciato una volontaria, ha imposto di tagliare l’erba dovunque per far sì che gli animali siano

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PIU’ DONATORI DI SANGUE A NATALE

L’Avis di Genova ha scoperto che a dicembre si dona nei nostri ospedali molto più sangue che negli altri mesi. Ci sono infatti circa duecento donatori in più del solito. Questo succederebbe perché alcuni donatori sarebbero interessati ad usufruire nel periodo natalizio dei benefici della legge 219 del 2005, che prevede che chi dona il sangue possa non andare a lavorare per l‘intera giornata.

solo per fare del bene agli altri. Basti pensare a tutte quelle persone che donano il sangue al sabato, per non dover chiedere il giorno libero al loro datore di lavoro Riguardo all’aumento delle donazioni a dicembre, di cui parlavo prima, il primario del centro trasfusionale di Villa Scassi a Sampierdarena ha detto che sarebbe meglio che le donazioni fossero ben distribuite in tutti i mesi dell’anno e che ve ne fossero di E’ giusto dire, comunque che i “furbi” sono una più a gennaio , il mese in cui ci sono meno dominoranza e che la maggior parte delle persone nazioni di tutto l’anno scolastico. dona il sangue non per trarne un vantaggio, ma Nicoletta V. I B

GRATTA E VINCI TRUFFA A GENOVA Qualche tempo fa sempre nella nostra città era stata scoperta dalla Guardia di Finanza un’altra truffa del genere, ai danni dello Stato, ma anche di tanti cittadini raggirati. Tra gli altri,. un tabaccaio della zona di Principe vendeva tagliandi che parevano veri e propri “Gratta e vinci”. Erano falsi, ma garantivano un guadagno più alto del solito per il commerciante che li vendeva, rispetto alle tessere originali dei Monopoli (40% delle giocate, anziché l’8% di quelli regolar). Con questi tagliandi non si poteva vincere denaro, ma solo buoni acquisto o tessere da utilizzare per giocate successive. Insomma una truffa a regola d’arte. L’indagine coordinata dal procuratore Lari ha avuto inizio a febbraio di quest’anno, quando una donna ,dopo aver comprato due “Gratta e vinci” si era accorta di aver La Guardia di Finanza di Genova ha denunciato ricevuto delle tessere che, pur simili a quelle autorizzate dai Monopoli di Stato, in realtà non nel mese di aprile nove persone ,che facevano erano autentiche. riferimento a una società romana, per frode in commercio, truffa ai danni dello Stato ed eser- Il giro d’affari, parallelo a quello ufficiale , era, cizio abusivo di gioco delle lotterie. La società come si può immaginare, molto redditizio. Esso aveva infatti messo in vendita dei tagliandi del colpiva, oltre che lo Stato,tanti semplici avventutto simili ai classici 'Gratta e vinci', ma che in tori che in buona fede, soprattutto in periodi di realtà permettevano di ottenere solo suonerie o crisi come questo, tentavano di “sbarcare il luloghi per telefonini o davano la possibilità di nario” .con l’aiuto della “dea bendata”. acquistare libri sul sito della società che ha ideato la truffa, che ammonterebbe a oltre 3 Fabio Marmo II B milioni di euro.

“Strozzi News” è stato premiato lo scorso mese di ottobre a Piancastagnaio al “Concorso penne sconosciute” la più importante rassegna di giornalismo scolastico.

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COLOMBO TUTTA LA VERITA’

Se chiedessimo ad un gruppo casuale di persone: “Chi è Cristoforo Colombo?” Probabilmente tutti risponderebbero: “È l’esploratore che ha scoperto l’America”, Non è del tutto vero e poi dietro a quel nome c’è molto altro. Ogni genovese D.O.C. dovrebbe conoscere qualcosa in più del suo “eroe” più famoso; è per questo motivo che persone, come il giornalista Massimo Minella, scrivono libri sull’ammiraglio ligure. Perché la storia non vada dimenticata. Sperando che questo articolo non venga “cestinato” dopo tre secondi, racconterò la storia di Cristoforo Colombo. Cristoforo aveva origini liguri e lo dimostra il fatto che suo nonno Giovanni vivesse a Moconesi, un paesino della Valfontanabuona. Giovanni si trasferì poi a Quinto (che all’epoca era un borgo a est della città murata) e qui ebbe un figlio che chiamò Domenico. Su Domenico Colombo esistono molte teorie: c’è chi dice che fosse il proprietario di un’osteria a Savona, oppure che lavorasse sulle navi come cardatore di lana; comunque l’unica cosa certa è che nel 1435 si trasferì in una casa all’interno delle mura. Domenico trovò lavoro come custode di Porta Soprana e in un secondo trasloco andò ad abitare in quella casetta che tutti sanno essere l’abitazione dove Cristoforo

Anno III NUMERO SPECIALE

è nato. La casa era molto piccola e loro erano 7. i genitori, Cristoforo e i suoi 4 fratelli Bartolomeo, Giovanni, Giacomo e Bianchinella. Cinque figli erano tanti da mantenere (specialmente dopo il licenziamento dal lavoro di custode) e Cristoforo (nato per primo nel 1451) dovette studiare dai frati e anche in parte da autodidatta. Il mare era sempre stato la sua passione e fu perciò entusiasta di viaggiare con il padre lungo le coste della Liguria. Più tardi si imbarcò su delle navi che trasportavano prodotti alimentari nel Mediterraneo per conto delle ricche famiglie genovesi. Nel 1476 avvenne un fatto che cambiò la sua vita per sempre: una spedizione formata da cinque navi genovesi venne assalita da tredici imbarcazioni di corsari francesi e spagnoli. Cristoforo, che fu uno dei pochi sopravvissuti, riuscì ad arrivare sulla terraferma solo grazie ad un remo a cui si aggrappò. Prima di toccare terra dovette percorrere ben 10 Km a nuoto e le rive che raggiunse erano quelle del Portogallo. Ritornò a Genova, ma qualcosa l’aveva legato al Portogallo e così volle tornarci. Lì conobbe la sua seconda moglie (era già stato sposato con Mugnez Perestrello, da cui ebbe il primogenito): Felipa, che diede alla luce il suo secondo figlio. Felipa era giovane, bella e imparentata con la famiglia imperiale. Grazie a questa “scorciatoia” Colombo poteva avere libero accesso alle carte nautiche e così poté formulare la sua famosa teoria per raggiungere le Indie passando da ovest. Era fermamente convinto di ciò, avendo studiato a fondo il pensiero di Tolomeo, il quale sosteneva che la terra fosse una sfera divisa in tre parti. Desiderava arrivare nelle Indie perché voleva

“verificare” ciò che prima di lui aveva detto Marco Polo, ovvero che c’erano strade intere ricoperte d’oro, gemme preziose sugli alberi, ecc.. Il secondo motivo era la religione. Cristoforo era molto devoto e voleva compiere questo viaggio per convertire le popolazioni indigene. L’unico intoppo era che nessuno aveva messo in conto che potesse esserci un altro continente, staccato dai tre già conosciuti. Colombo si affidò ad un certo Torricelli per calcolare le miglia da percorrere, ma purtroppo egli sbagliò i calcoli. L’errore non era del tutto insignificante: si trattava di 10.000 Km! Secondo questi calcoli completamente errati (gli egizi migliaia di anni fa li avevano fatti giusti) sarebbe approdato sulle coste dell’attuale Florida. Prima di proporre l’impresa a qualche reale che potesse finanziarla, egli studiò il volo degli uccelli e il flusso delle correnti. Purtroppo la seconda moglie, Felipa morì prima che lui partisse, e allora si trasferì dalle sue cognate in Spagna. Questo viaggio era ormai un’ossessione per lui e non riusciva a darsi pace perché nessuno voleva finanziarlo. Il re Giovanni II, monarca del Portogallo, gli negò i finanziamenti perché in Asia si poteva tranquillamente arrivare circumnavigando l’Africa. Allora si rivolse ai regnanti di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, i quali, anziché mandarlo via, gli garantirono una pensione purché non proponesse l’idea ad altri. Colombo dovette però attendere che la guerra, in Spagna, per la conquista della Navarra terminasse, per poter partire. Era il 1492. Segue a p. 24

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TRECENTO ANNI DI COPYRIGHT Trecento anni fa in Inghilterra la regina Anna varava la prima legge sul copyright per combattere gli stampatori abusivi. Per la musica si sarebbe dovuto attendere quasi un secolo e mezzo. E oggi? Il concetto di proprietà è comune a quasi tutte le culture, ma il fatto che un'idea possa appartenere a qualcuno è invece moderna. Si è letto sul Sole 24 ore del 1 febbraio che nel 1474 la Repubblica Veneziana emanò una legge che imponeva la registrazione di qualsiasi innovazione tecnica, per impedire ad altri di sfruttarla: l'innovazione diventava proprietà dello stato, che l'avrebbe usata “per il bene comune”. Nel 1709, In Inghilterra, sotto il regno della regina Anna, le autorità constatarono che stampatori e venditori di libri si prendevano la libertà di stampare e di vendere libri senza il consenso degli autori. Si stabilì così che un libro non potesse essere pubblicato per un dato numero di anni senza il consenso di chi l’aveva scritto. Era la prima legislazione sul copyright. Oggi , essendo abituati a pensare che le opere dell'ingegno sono una “Proprietà” è difficile rendersi conto di quanto sia stata rivoluzionaria quest'idea. Mozart, Beethoven e compagni non erano proprietari della loro musica. Vendevano le partiture agli editori o venivano pagati per dirigere quello che componevano; chiunque avesse acquistato la partitura, poteva eseguirla in pubblico. Una sera, nel marzo 1847, tre autori di canzoni popolari francesi andarono a sedersi sulla “terrasse” del Cafè “Les Ambassadeurs” ,sugli Champs-Elysées. Ordinarono da bere e si sedettero ad ascoltare la musica, che, curiosamente era

stata composta da loro. I tre dichiararono che non avrebbero pagato le bevande, perché sarebbe stato come pagare per ascoltare le proprio opere.Il proprietario del caffè li portò in tribunale, dove il giudice decise che ai compositori era dovuto un compenso per l'uso delle loro canzoni. Nel 1851, sulla base di quella sentenza, venne creata la Société des Auteurs, Compositeurs et Editeurs de Musique, che aveva lo scopo di monitorare l’esecuzione delle opere dei soci e di distribuire il denaro proveniente dal loro sfruttamento. Era nato il concetto di diritto d'autore. La tecnologia moderna ha dato la possibilità a ciascuno di riprodurre pagine di libri ,e soprattutto repliche di brani musicali, da ascoltare nell'intimità di casa propria. Insomma, gli scanner, le fotocopiatrici, la diffusione di pc e di internet hanno reso quasi impossibile impedire il “furto” della proprietà intellettuale. Un furto che non viene percepito come tale. La stragrande maggioranza di quelli che scaricano musica da internet per uso personale non si sente infatti in colpa. E’ un “furto” che è facile da commettere e difficile da scoprire. La situazione per i libri è diversa(salvo che per quelli universitari): i testi delle collane economiche costano davvero poco, mentre scaricare un libro è scomodo e noioso , inoltre stamparlo con una stampante casalinga è costoso. Poi gli ebook non sono apprezzati da tutti. Insomma, i libri non sono “fighi” come la musica e non ci si può infilare sotto le coperte con un portatile, come invece si può fare con un buon tascabile di poco prezzo. . Il problema della “pirateria” musicale, invece esiste e va risolto. Ayla Schiappacasse III B

SOS PIPISTRELLI IN LIGURIA La Giunta regionale ligure ha stanziato una cifra importante per un programma di tutela dei pipistrelli, preziosi predatori di insetti, nel Parco delle Alpi liguri. E’ stato deciso tra l’altro che le grotte, le cavità degli alberi e le fessure delle rocce saranno “intoccabili”, in tanti luoghi della nostra regione, come Triora, il borgo delle streghe. Il motivo è che essi sono o potrebbero diventare rifugi per i pipistrelli, che stanno diminuendo a causa soprattutto del degrado del bosco, dove questi animali hanno sempre maggiori difficoltà a trovare dei rifugi. Eduardo Catagua III B

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63 ANNI DI DERBY DELLA LANTERNA

Il derby di Genova, detto anche derby della Lanterna, è un incontro molto sentito dalle due tifoserie genovesi, quella genoana e quella sampdoriana, che abbiamo indicato in ordine rigorosamente alfabetico. L’evento è vissuto con grande passione da entrambe le tifoserie che lo preparano qualche settimana prima e, nel bene e nel male, non lo dimenticano facilmente. Il derby viene disputato dal 1946, anno di fondazione della squadra blucerchiata subito dopo la fine della guerra, ma il punto più alto di visibilità lo si è avuto ne 1990-1991, anno in cui le due società, guidate da Paolo Mantovani(la Samp) e Aldo Spinelli (il Genoa) erano ai vertici del calcio italiano. Per la cronaca, quell’anno la Samp vinse il titolo e il Genoa arrivò quarto, davanti alla Juventus di Baggio. Il derby è sempre stato disputato a Marassi. Solo una volta si corse il rischio di giocarlo altrove per una squalifica del campo del Genoa, ma la Commissione di Appello della Federcalcio annullò la squalifica per cui la gara si poté giocare regolarmente a Marassi.

Una curiosità , il primo derby dopo la fusione fu giocato il 3 novembre del 1946, assistette alla partita anche il presidente della Repubblica Enrico De Nicola. La gara finì con il risultato di tre a zero per la Samp, con gol di Baldini, Frugali e Fiorini. Anche il derby di ritorno di quel lontano anno fu vinto dai blucerchiati che si imposero per 3 a 2 con gol di D’Alconzo e doppietta di Bassetto. Per il Genoa segnò Della Torre e vi fu un’autorete del doriano Piacentini. Si sono giocati fino ad oggi 100 derby, tra quelli più recenti i doriani ricordano con piacere quello di ritorno dello scorso anno, un derby che profumava d’Europa visto la buona posizione delle due compagini genovesi, piazzate a ridosso della zona UEFA. La partita fu sostanzialmente equilibrata nel primo tempo, con un’occasione per parte, capitata sui piedi di Maggio per la Samp e di Di Vaio, che lo scorso anno abbiamo intervistato per Strozzi News, per il Genoa. La gara ha cambiato volto nel secondo tempo, dopo ’espulsione di Danilo del Genoa, che ha fatto prendere coraggio ai blucerchiati. La Samp è passata in vantaggio al 43° del secondo tempo con Maggio, servito con una gran palla lavorata da Cassano sulla fascia. Una gara indimenticabile per i genoani è stata quella del 25 novembre del 1990. I genoani, nell’anno della vittoria

dello scudetto da parte della Samp, si aggiudicarono il derby d’andata con una magistrale punizione dalla distanza(e sotto la gradinata nord) del nazionale brasiliano Branco. La foto di quella partita fu stampata su una cartolina, spedita come “sfottò” dai tifosi del Genoa ai cugini doriani, per Natale. Quest’anno la stracittadina si è colorata di rossoblù. I genoani hanno infatti vinto sia il derby di andata, con un colpo di testa di Diego Milito a inizio ripresa, su punizione di Milanetto, che quello di ritorno, molto, troppo combattuto, grazie ancora a Milito, autore di una tripletta. Il gol blucerchiato è stato segnato da Campagnolo. Una curiosità, il derby di andata è stato arbitrato da Stefano Farina(nella foto), ospite d’onore lo scorso anno alla presentazione di Strozzi News, Per concludere, vogliamo dire, da tifosi uno del Genoa,Simone, l’altro della Samp, Michele, che il derby della Lanterna, è uno dei più entusiasmanti al mondo, per agonismo, se non per spettacolarità, e che al di lù degli sfottò di cui parlavamo, tra i tifosi domina la sportività. Non ci sono stati quasi mai scontri fuori dallo stadio e i conoscenti che tifano per le due squadre rivali si ritrovano per mangiare e bere qualcosa insieme, in tutta amicizia, dopo la partita. Michele Ferrari e Simone Ferrero II B

CADE DA CAVALLO GRAVE AL GASLINI Una ragazzina residente a Rapallo ha perso l’equilibrio mentre era in sella ad un cavallo in un maneggio nei pressi di Sant’Olcese ed è caduta a terra, battendo violentemente la testa. E‘ stata trasportata con urgenza al Gaslini, in condizioni gravi. Lì sono iniziati gli accertamenti. I medici hanno preferito non sbilanciarsi sulle condizioni della tredicenne, ricoverata per qualche giorno nel reparto di chirurgia dell’ospedale pediatrico con codice rosso. Solo allora la giovane è stata dichiarata fuori pericolo. Natalia D. I B

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S TR OZZ I NE WS

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QUINDICENNE SUICIDA IN UN LICEO Un ragazzo di 15 anni , figlio di un professore dell’ istituto e di una preside, si è ucciso a scuola:il liceo classico di Ferentino, vicino a Frosinone. Si ritiene che la causa della tragica decisione sia stato un compito in classe di greco appena svolto . Dopo aver consegnato la verifica, il ragazzo ha chiesto al docente di poter aprire la finestra. Apertala, è salito su un banco e si è gettato nel vuoto, davanti ai compagni e al professore esterrefatti. Nessuno ovviamente poteva aspettarsi quel gesto disperato. Il professore,, alla vista del corpo senza vita dello studente, ha avuto un principio di infarto . Dopo il tragico fatto, tutti gli alunni della scuola sono stati radunati nell’Aula Magna e sono state sospese le lezioni.

Il ragazzo suicida, di temperamento tranquillo, aveva un rendimento scolastico nella norma,”Era un ragazzo normale, e nello studio non aveva grandi problemi” hanno ripetuto tutti i compagni al magistrato che li interrogava. Il preside, in un comunicato, e gli insegnanti hanno dichiarato che nei giorni precedenti il ragazzo non aveva mostrato particolari problemi. Trovo giuste le parole dette dal parroco di Ferentino durante la messa di suffragio: “Non ci sono mai risposte di fronte a tragedie di questo genere”Tragedie che sono purtroppo sempre più frequenti tra i giovani. Pare infatti che l’8% dei suicidi abbia meno di 24 anni. Questi ragazzi solitamente non riescono ad affrontare le difficoltà della vita(in questo caso la frustrazione per un possibile brutto voto). Sebastiano Matteo Timossi II B

BAMBINA DI SEI ANNI MUORE IN PISCINA Marta, una bambina di sei anni di Casale , è morta in una piscina, persa di vista dagli istruttori, al termine di una lezione di nuoto. Il dramma è successo a Casale alla fine di una lezione di nuoto. La mamma che l’aspettava nei pressi degli spogliatoi con un asciugamano, non vedendola arrivare si è preoccupata e ha chiamato allarmata gli istruttori, che l’hanno ritrovata nella vasca dei “piccoli, affogata in mezzo metro scarso d’acqua. Tirata subito fuori dall’acqua, la bimba è stata soccorsa da un medico, presente in piscina. Il dottore ha provato in tutti i modi a rianimarla, ma tutto è stato inutile. La mamma, disperata, quando ha saputo che la figlia era morta, si è sentita male ed è finita all’ospedale. Le cause della morte non sono chiare. Potrebbe essere morta per annegamento, ma non si può escludere che si sia sentita male e sia caduta nell’acqua senza che nessuno se ne accorgesse. Comunque sia, è davvero incredibile che una bimba sia potuta morire così, in una vasca profonda nemmeno mezzo metro! Carolina M. I B

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BAMBINI E BAMBOLE Il mondo cambia e anche i giochi. In questi anni molte cose sono mutate nella scelta dei giochi, che stanno al passo con i cambiamenti della nostra vita sempre più frenetica e dei suoi modelli di riferimento. Le bambine non sono più attratte dalle famosissime Barbie (perfette sì, ma anche rappresentazioni di donne in carriera e dinamiche) , ma piuttosto dalle Bratz (che sembra siano state sottoposte a operazioni di lifting) o dalle Winx (donne al limite dell'anoressia), Queste bambole sembrano esistere per accentuare l'importanza del look e dello shopping. Non a caso nei negozi di giocattoli: il reparto femminile (rigorosamente di-

viso da quello maschile) è sempre pieno di lustrini e “tinto" di rosa. Un dato di fatto, però, è che le bambine che osservano stupite e sognanti gli scaffali pieni di bambole sono più piccole di un tempo; quelle un poco più grandi hanno perso interesse per le bambole e sono pronte a diventare adulte troppo presto. Ancora bambine passano ai giochi digitali con il computer e con le consolle per videogiochi (Wii, Nintendo Ds, Play Station...) . Giochi che divertono, certo, ma limitano la voglia di un bambino di uscire con gli amici e praticare sport all'aria aperta Non solo. I bambini e, nel caso, le bambine, riescono con facilità a inventare storie immaginarie. Secondo noi, i giochi elettronici, spengono la loro fantasia e le bambole d’oggi rappresentano modelli sbagliati. Speriamo che immaginazione e fantasia, per il bene dei bambini, si prendano presto una rivincita. Valentina Schenone e Francesca Traverso II B

SPORT DIVERSI PASSIONE COMUNE Sono Andrea ho grande opportunità, tesserandomi quando non quasi 13 anni e

sapevo quasi nuotare e insegnandomi con pa-

pratico lo sport

zienza la tecnica e aiutandomi nello stile. Oggi

più conosciuto e sono diventato un buon nuotatore anche a livello diffuso a livello

giovanile nazionale, per cui ritengo che continue-

mondiale: il calcio. Gioco in porta e coltivo que- rò a praticare questo sport anche frequentando le sta passione da ormai quattro anni. Curiosamen-

superiori. Dovendo indicare ciò che mi ha colpito

te, sino all'età di sei anni non ero affatto interes-

di più nelle mie prime gare, posso dire la sporti-

sato a questa disciplina, l’anno dopo è scattata la vità, che mostrano sempre sia gli atleti vincitori, passione.. Giocare in porta mi piace, anche se

che gli sconfitti. Ecco, la sportività è la forza di

quello del portiere è il ruolo più criticato. Gioca- questo sport. re mi dà fiducia e sicurezza, anche fuori dal cam- In conclusione, vogliamo dire che, a prescindere po, per cui penso di praticare questo sport anco- dallo sport che si pratica, l’importante è divertirra per molti anni.

si, insomma , prendere come svago l’attività ago-

Sono Davide, a differenza di Andrea, non prati-

nistica. Anche se pratichiamo due sport differen-

co uno sport molto diffuso, anzi il mio sport è

ti, ci unisce la voglia di migliorarci sempre di

quasi sconosciuto ai più, pratico infatti il nuoto

più, in una sfida continua con noi stessi.

pinnato. La mia società sportiva mi ha dato una

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Andrea Biamino e Davide Cipolla II B


IL SENSO VERO DELLA FELICITA’ Molte volte mi sono chiesto cosa sia la felicità, come si possa raggiungerla e se ne ho mai goduto. Purtroppo non tutti possono provare questo dono, penso ad esempio a quei bambini abruzzesi miei coetanei che fino a poco tempo fa erano felici e adesso piangono i loro genitori. Penso ai tanti che sono ricoverati presso la struttura del Gaslini o in altri luoghi di cura, costretti a letto,sottoposti a cure pesanti, obbligati a stare lontano dai propri cari e dagli amici, con le energie che li abbandonano proprio quando dovrebbero essere nel pieno delle loro forze. Loro e noi che siamo il presente, ma soprattutto il futuro della società. Ho avuto occasione di poter donare soldi per la ricerca scientifica contro alcune malattie e, proprio recentemente, partecipare a una gara di calciobalilla il cui ricavato andrà a favore dei bambini terremotati abruzzesi e quindi aiutare le persone a “re incollare” i cocci di una vita andata in pezzi assieme alla malattia o a causa del terremoto. Penso quindi che la felicità possa consistere nel donare, ossia nel dare una mano a chi ha bisogno. La felicità, per me, è anche abbracciare i miei genitori al loro ritorno a casa dopo una giornata di lavoro, per comunicare il mio affetto e sentirmi amato e protetto o nel condividere con loro e con i miei amici alcune passioni, come per esempio quella per le corse di Formula Uno. Fra le molte domande sul senso della vita ve n’è anche questa:”Perché esiste la felicità?” Per dare colore all’esistenza”. La felicità è spesso confusa con l’allegria, ma, se anche l’effetto che provoca è simile, non è uguale ad essa. Sono due sentimenti diversi.: l’ellegria non viene dopo aver raggiunto un buon risultato, la felicità non te la danno i comici. L’allegria non la provi quando rincontri una persona che non vedevi da anni. La felicità è senz’altro un punto a nostro favore, contro tutti i problemi e gli ostacoli posti dalla vita.

FUGA PER LA VITA

Tadjigul Begmedova 49 anni, turkmena, vive in esilio a Varna , sul Mar Nero, per sfuggire alla feroce dittatura del Turkmenistan, Tadjigul è arrivata nella cittadina insieme al marito Anadurdy KJiajiev ex presidente della B.C.T, Tadjigul, laureata in economia, era professoressa all' università di Ashgabat. La partenza per Varna, con la figlia, è avvenuta nel 2002, perché la donna non voleva danneggiare gli studi del figlio. Il padre di Tadjigul, arrestato dalla polizia turkmena, , è stato giustiziato, la cognata, Ogulsapar Muradova, è stata uccisa dalle torture in in prigione , mentre il cognato Sapardury Khajiev è ancora in prigione insieme a un altro oppositore ,il giornalista Anakurban Amanklycev. Sono stati anche arrestati i 3 nipoti della donna. La Begmedova, nel 2003, ha fondato un’associazione la T.H.F, per lottare per i diritti umani calpestati in Turkmenistan, il Paese che le è rimasto nel cuore e in cui non vede l’ora di rientrare, per riabbracciare, in un paese finalmente libero, tanti parenti ed amici.

Paolo Bruzzo II E

Marco Pilot III B

RIFLESSIONE SUGLI OPPOSTI Per me gli opposti contano molto. Nero, buio e male evocano nel mio animo il concetto di tenebra . I fatti ci dimostrano come, se una persona lo vuole, possa pilotare gli eventi nel segno del male. Le guerre ad esempio; non sono volute da tutti, ma quasi sempre da uomini che amano arricchirsi ed essere sempre più potenti .Se ne può uscire? Sono convinto di sì! Dopo le tenebre viene la luce, come dopo la notte sorge il sole. Penso infatti che , anche chi si trova nelle situazioni più difficili, possa uscirne affrontandole nella più completa serenità e pace sapendo che il dolore finirà .Il bene invece è senz’altro la più desiderata situazione, poiché è solo nelle tenebre e nella paura che, senza poter intervenire, si subiscono persone che pensano solo al loro tornaconto e ignorano chi prova pena e tristezza . segue a p. 34

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STROZZI NEWS


LA VICENDA DI SAFIYA sarebbe stata sotterrata fino al collo e poi lapidata. Grazie all’intervento di molte associazioni umanitarie e ad un’ infinità di appelli da tutto il mondo,il Presidente della Nigeria si convinse a concederle la grazia. Invitata in Italia Safiya ha scritto la sua autobiografia. Soprattutto nei paesi africani e asiatici le donne vengono private dei loro diritti. Bisogna difendere le nuove generazione, per evitare che si ripetano tutti questi abusi sulle donne. Non è possibile che la maggior parte degli uomini sia maschilista e che tante donne si facciano sottomettere. L’uguaglianza fra tutMi ha colpito molto leggere a scuola la vicenda di Sati deve trionfare. fiya Hassaini, una donna nigeriana che a 13 anni era Nel caso di Safiya, perché non hanno approfondito stata ceduta, dal padre, al suo primo marito, Yusuf. l’accaduto?Perché lei è stata condannata e lui assolDalle nozze erano nati quattro figli.Il matrimonio era naufragato e la giovane era tornata dal padre, il to? quale insisteva per farle sposare un altro. Siamo uno diverso dall’altro, maschi e femmine, per Safiya che viveva nella capanna di suo padre, fu ag- compensarci, non per essere l’uno contro l’altro e gredita e violentata da un amico dei genitori, Yacubu. trarre assurde conclusioni. Dobbiamo difendere i diritti che possediamo, e cercare di conquistarne altri. Nacque Adama. Vogliamo il rispetto. La ragazza si rivolse alla polizia per denunciare il fatto e scattò il processo per adulterio. Yacub negò e Questa vicenda deve far riflettere perché va molto al fu assolto, mentre Safiya venne condannata a morte. di là di un semplice matrimonio combinato. Ayla Schiappacasse III B La condanna avrebbe dovuto essere eseguita 144 giorni dopo, il tempo di allattare la bambina.Safiya

MILEY CYRUS IDOLO DEI GIOVANI Miley Cyrus conosciuta anche come Hannah Montana, è nata a Nashville nel 1992. Suo padre è Billy Ray Cyrus famoso cantante country conosciuto anche come D.O.C. La mamma si chiama Leticia e i fratelli Noah, Brandi e Trace Cyrus. Miley a soli 16 anni ha già incassato oltre 21 milioni di dollari grazie alla fortunata Sitcom Hannah Montana e ai suoi album, Con Hannah Montana ha venduto quasi 9 milioni di album, con dischi di platino e oro in tutto il mondo. Ben due cd sono saliti sino alla prima posizione nella Billboard, la più importante classifica musicale al mondo!! Il suo primo album è salito in prima posizione e ci è restato per ben 17 settimane. Molto, anche in considerazione della giovane età. Miley ha guadagnato più di 1 milione di dollari grazie anche al Best of Both World , un tour con 57 tappe, ognuna col tutto esaurito, per la gioia dei bagarini che hanno fatto pagare i biglietti 250$ l’uno . Il suo film in 3-D ha avuto un incasso di 65.000.000 $. Tornando alla sua vita, va detto che Miley, figlioccia di Dolly Parton nota cantante country. ha avuto un flirt con Nick Jonas dei Jonas Brothers ed è amica della cantante Ashley Tisdale. Miley, che adesso è fidanzata col ventenne Justin Gaston, vive nel quartiere Valencia a Los Angeles con la sua famiglia. Insomma, Milley è ricca, bella, vende milioni di copie all’anno... Cosa aggiungere. Vi voglio dire che fra poco uscirà il film che, attenti al mio pronostico, la farà diventare una delle star più importanti al mondo. Spero che se ciò accadrà non si monti la testa e si rovini come Britney Spears. Sarebbe davvero un peccato. Alessio Pronzato III B

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LA SCUOLA OSPEDALIERA .

NOSTRA INTERVISTA AD UN ROBOT Alice: se una persona si fa tanto male può rimanere lesionata per sempre, ma continua a vivere, mentre i robot rotti sono inutili G1938: la società robotica è perfetta perché tutta organizzata e senza rischi di “Deviazioni” quali l’egoismo, che invece regna tra voi umani. Il robot obbedisce senza chiedersi il motivo. In gruppo: Siete tutti uguali, vi differenziate solo nel numero. L'uomo invece è un essere miscuglio di sentimenti emozioni e ragione, ha come difetto l'egoismo che potrebbe indurlo a fare del male ai propri simili, ma anche l'umanità di soccorrere e aiutare gli altri è infine mosso dall'etica.

La robotica è una scienza che studia i comportamenti degli esseri intelligenti, cercando di sviluppare delle metodologie che permettano ad una macchina (robot), dotata di opportuni dispositivi atti a percepire l'ambiente circostante ed interagire con esso, quali sensori e attuatori, di eseguire dei compiti specifici. Per studiare questi comportamenti, abbiamo deciso di intervistare un robot, per la precisione il Robot: g1938 Alunni presenti:Giacomo , Mario, Deborah,Alice e Giuseppe Giacomo , Mario, Deborah,Alice e Giuseppe Caro g1938 siamo felici di poterti intervistare. Come prima domanda, vorremmo che tu ci elencassi i tuoi pregi. G1938:Sono immortale, ubbidisco sempre, non provo emozioni e non litigo con i miei simili Deborah:Non è vero che sei immortale, perché dipendi totalmente dall'uomo!! Mario: invecchiate e vi logorate come noi.

G1938: Ma anche noi potremmo essere impostati secondo un’etica. Alice: se anche foste eticamente impostati non avreste la possibilità della scelta finale. Il colloquio dura ancora a lungo, ragazzi e robot sono sempre più in contrasto tra loro. . Il giorno dopo, discussione conclusiva sulle differenze tra umani e umanoidi, a partire da due domande. La prima su cosa distingue fondamentalmente l’uomo dal robot( il materiale con cui sono fatti o la mancanza di amore da parte di quest’ultimo), la seconda, se li rassicura una società dove il robot gradualmente sostituirà l’uomo in molti campi. Giacomo: Dando ragione alle domande e alle considerazione fatte dai miei compagni ,penso che i robot in un futuro non molto lontano saranno sempre più indispensabili, anche perché riusciranno perfino a curare l’uomo, però non potranno mai sostituirlo. Giuseppe: Secondo me l’uso dei robot cambierà la società in modo simile a come l’hanno cambiata in passato le automobili e gli aeroplani. Per la verità taluni robot hanno già influito sulla nostra società, basti i pensare ai robot industriali che sono una delle cause della crescente disoccupazione in Europa e negli stati Uniti. I robot possono comunque essere molto utili o addirittura indispensabili, oltre che nella produzione industriale, in quelle situazioni in cui gli esseri umani sarebbero in pericolo . Giacomo , Mario, Deborah,Alice e Giuseppe della sezione ospedaliera del Gaslini) Pagina 20


NO ALLA PENA DI MORTE! Punire vuol dire imporre una pena come condanna per la violazione di una regola . La pena di morte è la punizione sbagliata che porta alla soppressione fisica di chi ha commesso un reato. In Italia essa fu abolita nel 1889. Ripristinata dal fascismo per gravi delitti politici fu definitivamente soppressa con l’emanazione della nostra Costituzione . Nel 2001 e negli anni seguenti molti Paesi l’hanno eliminata, ma ve ne sono però purtroppo ancora tanti in cui essa è presente e nei quali il numero di condannati all'esecuzione capitale è in continuo aumento. In Asia si parla di una media di 10 esecuzioni al giorno. La Cina è il paese che applica più di tutti la pena di morte, anche per reati privi di violenza (furto di cavi elettrici, frode, corruzione…).Nei paesi con regimi totalitari spesso le condanne di morte avvengono in assoluta segretezza. Le modalità con cui si praticano le ' esecuzioni capitali sono diverse: -lapidazione (Nigeria, Somalia, Sudan, Afghanistan, Iran, Iraq) -decapitazione (Arabia Saudita,

Iran, Iraq) -impiccagione (Sudan, Afghanistan, Iran) -fucilazione (Yiemen, Somalia, Oman, Cecenia) -iniezione letale e sedia elettrica(USA) Ovunque la pena di morte venga applicata, c’è sempre il rischio che il condannato sia innocente. Per fortuna, oggi sta prevalendo la tendenza abolizionista. E’ un dato confortevole. Personalmente, io sono assolutamente contraria alla pena di morte, cioè alla soppressione di una vita, e mi indigno che tante persone ne siano ancora vittime. Recentemente, sono rimasta molto scossa da alcune immagini di condanne capitali viste in televisione . Guardandole, mi è venuto da pensare a quei condannati costretti ad aspettare magari anni prima dell’esecuzione. È vero che le persone che hanno commesso gravi reati sono pericolose e non possono star fuori, , ma questa non è una buona ragione per togliere loro la vita. Bisognerebbe, secondo me, aiutarli a curarsi e rivedere il sistema penitenziario. Ayla Schiappacasse

CINA CONDANNATI A MORTE PER UN FURTO HALDE E LA LOTTA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI La pena di morte. Solo a pensarci mi vengono i brividi E’ un metodo barbaro di punire che non deve essere usato in nessuno stato del mondo . Ogni anno vengono uccise oltre 2000 persone nel mondo. Mi domando come questo possa succedere. Lo stato non da’ la vita e lo stato non può toglierla per nessun motivo. Le esecuzioni avvengono soprattutto in Cina , in Iran ,in Arabia Saudita e negli Usa .In Cina sono state condannate a morte delle persone solo perché non avevano pagato le tasse o per un furto! Si poteva mandarli in prigione, perché ucciderli?. In Iran sono stati uccisi anche dei minorenni . Un mio pensiero. Mi sembra strano che ci sia la pena di morte negli Stati Uniti , perché l’America è un paese democratico. Contro la pena di morte si batte da tanti anni Amnesty International . Anch’io come tutti i miei compagni di classe sono contro la pena capitale, perché è un delitto togliere la vita a un essere umano. Aiden Aadil III B

HALDE E LA LOTTA CONTRO LE DISCRIMINAZIONI Louis Schweitzer, ex presidente di Renault, oggi della Halde, (Alta autorità per la lotta contro la discriminazione e per l’uguaglianza)ha detto che non si può giustificare qualsiasi discriminazione sul lavoro, soprattutto se basata sul colore delle pelle, la salute fisica o il sesso e che chi avverte di essere discriminato può fare ricorso presso Halde, che lavora per la promozione dell’uguaglianza. Nel corso del suo intervento a Roma ha anche detto che la cultura è fondamentale anche per ridurre le diseguaglianze e che ogni stato deve finanziarla come condizione di libertà. Ci deve però essere un’apertura a tutte le culture. Valentina Schenone II B Pagina 21


VIGILI DEL FUOCO A SCUOLA

Quest’anno è venuto a scuola un ufficiale dei Vigili del Fuoco di Genova, di nome Emanuele, che è anche il padre di una nostra compagna. Egli ci ha fatto vedere alcuni video sugli incidenti casalinghi. Al termine della spiegazione, abbiamo posto delle domande sull’argomento. Per prima cosa ci ha spiegato che se hai bisogno di aiuto devi chiamare i vigili del fuoco al 115 o comporre il 118, perché le centrali sono integrate tra di loro. Poi, ci ha spiegato, che i vigili del fuoco, non intervengono solo in caso di incendio, ma anche in molte altre circostanze. Vi sono i Vigili del Fuoco alpini, che utilizzano l’elicottero; quelli addetti alla geoferenzazione; il Nucleo Cinofilo, che utilizza cani attrezzati ed addestrati per la ricerca delle persone sotterrate dalle macerie, vi sono poi i vigili del fuoco che hanno competenze sui porti e che soccorrono con navi antincendio; i SALS, vigili del fuoco sommozzatori ,che intervengono con le bombole in caso di incidenti in mare dovuti a mancanza di ossigeno; altri prestano servizio negli aeroporti o sulle strade ed intervengono nei guasti alle tubature e alla linea di gas e acqua. Emanuele ci ha spiegato che il fuoco si spegne grazie a: un’azione di soffocamento,( per esempio mettendo il coperchio sulla pentola); mediante un’azione di separazione, ( in caso di incendio di un bosco, ad esempio)viene tagliata

una parte degli alberi, così il fuoco quando arriva in quella zona non trova più combustibile e si spegne; con un’azione di controfuoco, svolta dai forestali dei Vigili del fuoco, che consiste nel provocare un incendio “controllato”, per spegnere il fuoco; o con un’azione di raffreddamento, utilizzando un estintore ad acqua o a schiuma. Emanuele ci ha fatto vedere nel filmato come prende vita un incendio e ci ha ricordato che esso cresce molto rapidamente e soprattutto produce il fumo, che è molto pericoloso perché è tossico, asfissiante e non ti fa vedere nulla. Ha fatto molti esempi e ci ha detto che in caso di incendio a scuola è necessario uscire in ordine, con calma, senza paura e dirigersi all’esterno; l’ultimo che esce deve chiudere la porta. E’ necessario chiamare il 115 o il 118, e bisogna avvisare le altre classi dell’incendio. I vigili mediamente impiegano 10-15 minuti ad arrivare. Chi li chiama ideve dare il numero di telefono. Ci ha detto inoltre che i vigili del fuoco, quando non hanno da effettuare interventi, si allenano e si preparano. Qualche raccomandazione,, quando si entra in un cinema bisognerebbe vedere dove sono situate le porte di uscita di emergenza e in casa tenere le chiavi sempre a portata di mano ed evitare di fumare a letto. Ogni palazzo, infine, dovrebbe avere almeno un estintore. Una curiosità infine, l’Italia detiene il primato europeo per minor numero di morti a causa di incendi e per il minor numero di chiamate dovute a scherzi . Simone Drago II C

CROLLO A RIVOLI

Ci ha colpito tantissimo la tragedia successa qualche mese fa a Rivoli, in provincia di Torino, dove un ragazzo è morto travolto da un controsoffitto . Possiamo capire benissimo quale possa essere il dolore dei genitori del povero Vito e la sofferenza di tutti i suoi compagni, ai quali vogliamo dire che, anche se non è facile, bisogna farsi forza e andare avanti. Anche in memoria di Vito. Detto questo pensiamo che sia intollerabile che un giovane appena più grande di noi sia potuto morire a scuola. Qualcuno potrebbe dire che il Fato l’ha voluto, in realtà non è così. La scuola andava controllata prima che accadesse la tragedia ed eventuali problemi dovevano essere segnalati al Comune e alla Provincia. Sì, perché se c’è stato il crollo significa che il soffitto era lesionato da parecchio tempo.E’ difficile pensare che nessuno se ne sia accorto. Al di là del caso di Rivoli, pensiamo che ci debba essere più sicurezza nelle scuole e che degli esperti dovrebbero recarsi a inizio d’anno in ogni scuola a verificarne lo stato. La vita di ciascun ragazzo merita di essere protetta anche ad alti costi. Se ciò avverrà forse non si dovrà più parlare di tragedie come quella del Liceo di Rivoli. Jennifer Tapia Murillo e Marilisa Fusco III B

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SUCCEDE NEL MONDO IL SUICIDIO DELLE BALENE PILOTA Nella spiaggia di Naracoopa in Tasmania, nota anche come “Tomba delle balene” si sono arenate 194 balene pilota e mezza dozzina di delfini dal naso a bottiglia. Gli abitanti, pur facendo di tutto per spingerli in mare gli animali, sono riusciti a salvare soltanto 54 balene e 7 delfini. Sono morte già 400 balene negli ultimi mesi. Le ipotesi sull’accaduto sono varie: è possibile che, vista la forte coesione tra le balene, quando una si disorienta, le altre la seguano e così finiscano nelle acque basse. C’è chi sostiene che le balene, seguendo i delfini che si spingono a riva, si vadano a incastrare sulla spiaggia. Infine c’è l’ipotesi dell’inquinamento acustico sottomarino causato dai sonar usati nelle marine per il controllo dei fondali. Quest’ultimo fenomeno si verifica sia tra la Tasmania e l’Australia dove le balene perdono la rotta per l’Antartico, sia alle Isole Canarie dove c’è la decompressione generata dai radar, come è successo nel 2002. I sonar sono in grado di causare emorragie celebrali che provocano danni irreversibili al sistema di orientamento delle balene. Questo succede anche a causa dell’attività sismica prodotta dalla ricerca di petrolio, gas e carbone. Luca V. I B

LEONE IN GABBIA Siamo entrati in possesso di una lettera di un leone in gabbia a un bambino che era andato a vederlo allo zoo, “Ehi tu, essere senza peli, che ieri sei venuto a vedermi, in questo squallido zoo, dimmi perché i tuoi simili, un po’ più grandi di te ci catturano e ci portano in gabbie come questa, a vivere da prigionieri, a vivere come se fossimo già morti, senza chiederci se siamo d’accordo. Tu e gli altri potreste venirci a vedere, anziché qui, nel nostro habitat, stando sopra quegli strani “cosi” rombanti chiamati Jeep?. Sai che ti dico, se non mi avessero catturato mentre stavo dormendo avrei reagito. Invece non ho potuto far nulla. Ti chiedo caro amico di portarmi via da qui. Io non posso parlare, tu sì, fammi tornare a casa, nella mia Africa. Ciao i Pietro P. I B

INFLUENZA SUINA Molte persone sono morte in Messico a causa dell’ influenza suina, perché il contagio si è diffuso anche da uomo a uomo. Ma cos’è la febbre suina? E’ una malattia respiratoria dei maiali da allevamento, un virus influenzale. Possono essere contagiate le persone che entrano in contatto con un maiale malato,non sarebbe invece pericoloso mangiare la carne di suino, perché la cottura a 71 gradi distrugge il virus. Anche gli insaccati non sarebbero pericolosi. Qui in Italia dicono che è tutto sotto controllo. Sarà anche vero, ma, secondo me , è opportuno controllare di più le carni che vengono importate,perché non è la prima volta che c’è un problema del genere, : basti pensare, in passato al problema della “mucca pazza”. E soprattutto non bisogna importare carne suina dal Messico. A parte questo, bisogna evitare di passare le vacanze in quel paese, finché quest’influenza non sarà sotto controllo Michela T. I B

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COLOMBO TUTTA LA VERITA’ segue da p. 13 Durante L’arco di tempo in cui era “disoccupato” viaggiò in Francia e Inghilterra, per poi tornare alla corte di Isabella di Castiglia. Firmò un accordo in cui affermava di volere il titolo di Don e, non appena toccata la terra, anche quello di Ammiraglio del mare oceano. Inoltre volle assicurarsi 1/10 delle ricchezze e anche l’8% di tutti i guadagni. L’insieme di queste clausole è chiamato “Le capitolazioni di santa Fe”. Cristoforo si accontentò di tre navi non troppo costose, purché robuste. La più grande, chiamata Gallega, venne ribattezzata col nome di Santa Maria; le altre erano la Pinta (la dipinta) e la Niña(la piccola). Le dimensioni di queste navi, che avrebbero dovuto affrontare la traversata dell’oceano Atlantico, erano molto ridotte: 25m. di lunghezza, 4m. di altezza e 8m. di lunghezza. Gli unici rifornimenti erano salumi, formaggi, gallette e latte. Queste navi, dette Caravelle, avevano la chiglia profonda e perciò consentivano quella che i marinai chiamavano “navigazione di bolina”, e le vele quadrate. Solo la Pinta possedeva le vele triangolari, ma Colombo le cambiò durante la sosta alle Canarie. La spedizione più famosa di tutte partì il 3 agosto dal porto di Palos, con 100 uomini di cui 40 sulla Santa Maria. L’equipaggio era costituito da spagnoli e la maggior parte erano ex galeotti o detenuti. La sosta alle isole Canarie durò ben un mese, a causa di danni alle barche. Leggendo il diario di bordo, si è però ipotizzato che Cristoforo avesse avuto una “love story” con la moglie del governatore, Beatrice di Bobadilla. Poi ripartirono

Anno III NUMERO SPECIALE

e navigarono per 33 giorni in mare aperto, senza vedere nient’altro che distese d’acqua, lasciandosi spingere dagli alisei. Colombo osservò attentamente il volo degli uccelli, i venti e navigò “alla stima”, cioè lasciandosi guidare dall’istinto. Per venti giorni notò delle scie fluorescenti nell’acqua: i sargassi, ma fino ai primi di ottobre non avvistò nulla di nuovo. La svolta avvenne l’11 ottobre. Colombo scrisse sul suo diario di aver visto degli uccelli volare in direzione opposta alla loro, e ciò significava che la terra era vicina. Seguì il loro volo e puntò verso sud, se non l’avesse fatto sarebbe approdato in Florida e ora negli Stati Uniti si parlerebbe spagnolo. Il 12 ottobre arrivò alle Bahamas, e ciò voleva dire che aveva già in tasca 10.000 monete d’oro, il premio per chi avesse avvistato la terra. Purtroppo la Santa Maria si incagliò nella barriera corallina e furono costretti ad arrivare a terra a borde delle due navi rimaste. In teoria l’America non venne scoperta da Colombo, ma dagli indigeni che già l’abitavano da chissà quanti secoli. Noi occidentali vogliamo sempre prenderci il merito e perciò su ogni libro di storia è scritto che la scoperta dell’America è avvenuta grazie alla spedizione guidata dall’Ammiraglio Cristoforo Colombo. Con il legno ricavato dalla Santa Maria, Colombo ed i suoi uomini costruirono i primi accampamenti e cominciarono ad esplorare le innumerevoli isole. Per gli Europei i comportamenti degli “Indiani” erano molto strani: giocavano ad un singolare gioco con una sfera fatta di foglie intrecciate, addirittura si coprivano solo con felci e pelli! Ma per gli indigeni era altrettanto

strano il comportamento degli Europei, che credevano piovuti dal cielo. Cristoforo visitò le Lucaie, Cuba, Haiti (che rinominò Hispaniola) e molte altre isole che battezzò con nomi religiosi e con quelli dei reali di Spagna. Tuttavia l’equipaggio non era molto euforico perché dell’oro descritto da Marco Polo nel Milione non c'era neanche l'ombra; gli indigeni regalarono solamente una maschera dorata. Colombo fece ritorno in Spagna con dieci indigeni, che però morirono subito di malattie europee per le quali non avevano sviluppato gli anticorpi. In Spagna inizialmente venne accolto come un eroe e furono organizzate in suo onore molte feste e banchetti. Si dice che durante una festa riuscì a far stare un uovo in piedi rompendone il guscio, ma queste sono solo leggende. Qualcuno nutriva ancora qualche perplessità, soprattutto riguardo la quantità d’oro, che non rispecchiava le aspettative, perciò la corona di Spagna, invece che onorarlo, lo sbatté in prigione, dove morì nel 1506. In seguito gli Spagnoli mandarono in America dei colonizzatori, che usarono le maniere forti e sterminarono quasi tutta la popolazione originaria. I pochi sopravvissuti vennero portati in Spagna come schiavi, ma ovviamente morirono subito di un semplice raffreddore. Nonostante tutto ci sono ancora molti aspetti misteriosi nella figura di Colombo, ad esempio il suo volto od il carattere, che noi non conosciamo, ma se la sua immagine col passare del tempo andrà sbiadendo, l’impresa rimarrà per sempre. Silvia Ottaviani II D

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APPARIRE O ESSERE

Un tempo il massimo era trovare un lavoro, una casa, farsi una famiglia. Ora questo non basta più. O almeno non basta a tutti. Nella nostra società quel che conta è apparire, andare in tv, farsi conoscere, raccontando la propria vita e parlando dei propri problemi sentimentali in una trasmissione di intrattenimento, o partecipando a un reality,, con la speranza di diventare un “Vip”! Quando guardiamo la televisione, la vita dei personaggi famosi ci appare bella e facile. Si vedono letterine, veline, e chi più ne ha più ne metta , altissime e magrissime, pagate più di un medico, un ingegnere, un avvocato messi insieme, senza che sappiano far bene nulla, incapaci di solito di pronunciare correttamente una frase, di coniugare un verbo. Ma questo a pochi interessa. Le veline sono diventate per alcune un modello da emulare. Si sentono in giro ragazze carine dire: “Chi me lo fa fare di studiare e prendere un diploma, quando posso fare la velina?”. E’ una frase che si commenta da sé. Ma il pensiero di queste ragazze (o ragazzi emuli di Costantino)non fa una grinza. Cosa si può pensare che desiderino dei giovani che vivono in una società fondata più sull’apparenza che sull’essere, in cui contano solo la fama e il denaro? In ogni caso, a quel che si legge, veline, modelle, attrici ecc. non sono necessariamente felici, anzi pare che una buona parte di loro abbia forti disturbi alimentari dovuti generalmente a carenze d’affetto. Francesca De Gaetano III B

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GIOVANI E CHAT Tra noi ragazzi va sempre più di " moda" chattare. Le chat danno modo di comunicare con gli amici ,anche se i genitori che occupano il telefono tutto il giorno! Problemi di famiglia a parte, è bello poter parlare con gli amici la sera o nei momenti più tristi, con l’intento di tirarsi su di morale. Le chat, ovviamente, oltre che per dialogare, possono essere usate per il lavoro, ma questo è un altro discorso. Le più conosciute e usate dai ragazzi sono Facebook, Netlog , Windows Live Messenger, Skipe e Aol. Abbiamo chiesto, chattando su Messenger, alcuni pareri sulle chat a sette ragazzi dagli 11 ai 21 anni. Ne abbiamo scelti due che rispecchiavano il nostro pensiero. Ai ragazzi abbiamo posto queste domande: Cosa ne pensi dette chat? Secondo te sono utili?A tuo avviso possono essere pericolose ? Luca C., 17 anni Milano (Penso che le chat siamo un buon modo per comunicare e una bellissima cosa.. Sì sono utili, io le uso per conoscere nuova gente, esse consentono di comunicare velocemente e a basso costo. In alcuni casi(molto rari nel mio caso) possono essere pericolose, perché si può entrare in contatto con malintenzionati. Sabrina D.,11 anni, Napoli Secondo me possono servire per comunicare e per tenersi in contatto con gli amici anche giorni dì pioggia. Si può stringere amicizia con persone nuove e c‘è anche chi trova, grazie alle cha, il grande amore. Possono essere utili per chiedere aiuto, magari per i compiti, o per mettersi d‘accordo per uscire. Alla terza domanda rispondo sì, bisogna stare attenti a non cascare in "qualcosa" dì pericoloso. Matteo Altamura e Denise Rizzini III B


LA SCUOLA OSPEDALIERA . INTERNET E I GIOVANI

Aula Scuola Media Padiglione 10 - 7° Tel/Fax: 0105636526 0103776339

Internet può essere molto utile, ma anche pericolosa per i bambini. Possono essere pericolose ad esempio le chat, perché grazie ad esse si incontrano anche se virtualmente persone che non si conoscono. Gli incontri pericolosi non sono solo quelli con adulti malintenzionati, ma anche quelli con ragazzini della nostra stessa età, i cosiddetti bulli, che invece di agire a scuola o nelle vie della città,diventano “cyber bulli”. Costoro riescono ad assoggettare con minacce informatiche varie(ad esempio quella di pubblicare foto private) altri ragazzi, non necessariamente più deboli , ma certamente più sensibili di loro, che incontrano in rete. Il guaio è che noi ragazzi non possiamo riferire in famiglia tutto quello che ci accade sulla rete, perché molti genitori reagirebbero con la proibizione di usare internet. A proposito, sono dell’idea che tutti debbano poter utilizzare internet, anche i bambini molto piccoli, ovviamente sotto il controllo dei genitori Giacomo

NO AL RAZZISMO

Giovedì 28 maggio alle ore 16 ci sarà la presntazione al Centro Civico di Quarto in via delle Genziane del progetto: “La scuola in ospedale presso l’Istituto Gaslini: il diritto allo studio e al gioco per tutti”

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Sebbene la scienza abbiano dimostrato quanto siano infondati i comportamenti razzisti basati sulla presunta superiorità di qualcuno su qualcun altro,essi si mantengono vivi nella nostra società. Contro ogni razzismo, bisogna, secondo noi, dare spazio alla solidarietà , alla fraternità ed all’ uguaglianza fra tutti gli uomini , valori fondamentali della convivenza civile. Alunni della sezione ospedaliera


IO E IL TEATRO TRA ITALIA E BRASILE Da piccolo, tipo a tre anni, mi piaceva andarmene a spasso con il naso ed il cappello da pagliaccio. C r e d o d’aver preso da mio papà. Lui infatti, insieme ai suoi amici di un gruppo chiamato “A tropa”, nel suo tempo libero, va in strada a fare il pagliaccio per divertire la gente e commuoverla. Una bella esperienza teatrale inventata tutta da me fu “Pierino e il lupo”, tradotto in brasiliano come “Pedro e o lobo”. Lo feci insieme a mio papà nella scuola brasiliana in cui andavo: il CEAT. Lo volevo rappresentare come addio prima della mia partenza per l’Italia, ci tenevo molto, per questo lo provammo diverse volte. Spero che non ci sia bisogno di raccontarvi la storia che scrisse Sergej Prokofiev visto che è conosciutissima, comunque vi dico quali personaggi interpretavamo io e mio papà: io facevo Pierino, il gatto, la papera e i cacciatori; invece mio papà faceva il lupo, l’uccellino e il nonno. Un altro spettacolo cui presi parte, prima di “Pierino e il lupo”, fu “Meu caro jumento”, tradotto in italiano come “Mio caro asino”. Io e il mio migliore amico Ventine, entrambi piccolissimi, facevamo la parte degli angioletti e danzavamo intorno al presepe. Lo scrisse Patativa do Assarè e lo mise in scena Amir Haddad (entrambi artisti famosi ed amati in Brasile) e noi lo rappresentammo nella Praça Tiradentes che è una delle piazze più belle di Rio de Janeiro con sei teatri.

Per ora ho parlato solo di scherzetti, adesso vi parlo di “Mercenari s.p.a.” Appena arrivato in Italia sono stato scelto per recitare in uno spettacolo professionale, scritto da mia mamma e da Laura Sicignano e andato in scena al Teatro Stabile di Genova. Vi svelo un segreto: all’inizio di ogni spettacolo, gli attori professionisti si dicono una parolina magica che fa venire il coraggio di andare in scena davanti a tutti gli spettatori.. è una parola un po’ volgare ma vi dico che a me è servita molto ed è “Tanta merda”. Ecco ve l’ho detta ma per farvela subito dimenticare, vi svelo un altro segreto. Se andate a teatro vestiti di viola, rischiate di non vedere lo spettacolo perché il viola è un colore che porta sfortuna. È una tradizione legata alla proibizione di fare spettacolo durante la Quaresima, decisa dal Vaticano molti secoli fa e che causava agli attori molti stenti, miseria e fame perché non potevano lavorare. Quindi il viola è rimasto un po’ antipatico agli attori dell’arte. Vabbè, ora parliamo dello spettacolo: la scena in cui entravo io, da solo, era quella finale, intensa e breve. Ve lo racconto: era appena finita la guerra e la città era deserta, erano morti tutti meno io, un bambino. Entravo in scena da solo, senza parlare e andavo a cercare qualcosa tra la rumenta rimasta a terra. Poi con un carrello, una coperta, uno scatolone e una radio mi costruivo una specie di casetta. Dopo, c’erano gli applausi e noi attori appena usciti di scena dovevamo ritornare, questo per almeno cinque volte perché gli spettatori continuavano a battere le mani: si vede che lo spettacolo era piaciuto. Ritornando in Brasile, adesso che mi ricordo io e mio papà abbiamo partecipato ad un film chiamato “Aporias conjuminadas” che uscirà proprio quest’anno al cinema.

Quando la Seleção, la squadra nazionale brasiliana, vinse per la quinta volta il campionato mondiale di calcio nel 2002, io feci una performance che magari per voi non é molto importante, ma per me fu indimenticabile: ero incaricato di agitare la bandiera del Brasile alla festa alla Candelaria che è la piazza centrale di Rio. Visto che io ero molto piccolo e la bandiera molto grande, tutti mi fotografavarono e filmavarono. Altre cose fatte in pubblico sono state la lettura delle barzellette agli amici di mio papà, quando andavamo a giocare a calcio e la lettura delle poesie inventate da noi al CEAT per i nostri genitori.

La storia non la conosco, è stata comunque una bella esperienza. Un altro film che ho interpretato si chiamava “O mistério do castelo” che tradotto in italiano sarebbe “Il mistero del castello”. È un cortometraggio cioè un film che dura più o meno 20 minuti. La storia è questa: due ragazze molto ricche invitano delle loro amiche per cena. Queste due amiche in verità hanno l’intenzione di rubare i gioielli delle altre quindi si portano un ladro un po’ tonto (io) ed egli, mentre le padrone di casa sono distratte dalle amiche, ruba i gioielli.

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pubblica. Vi è anche il Corriere Mercantile. Più avanti abbiamo parlato di come è strutturato un giornale e abbiamo ricordato i diversi tipi di articoli: di apertura, di taglio, di fondo pagina. Ogni articolo ha un titolo e dei sommari che hanno la funzione di invogliare il lettore a leggere il pezzo. Inoltre ogni articolo deve rispettare la regola delle 5 W (what, who, where, when, why) cioè che cosa è accaduto, chi ne è protagonista, dove e quando è accaduto il fatto e perché. Per accattivare il lettore e rendere il giornale più bello spesso vengono aggiunte delle immagini a colori. Per fini economici, nel giornale compare anche la pubblicità. Dopo aver parlato della struttura del giornale abbiamo discusso dei suoi contenuti. A seconda degli argomenti che vengono trattati, ogni quotidiano si divide in varie sezioni: cronaca nera (omicidi, ecc..), cronaca rosa (vip e matrimoni), cronaca bianca. Inoltre abbiamo parlato di come si costruisce una notizia. Innanzitutto il giornalista deve trovare una Martedì 21 aprile 2009, noi della classe 2D, con la notizia, poi deve verificarla con altri mezzi di infor2E del plesso di Via Vecchi, insieme alla I B, II B, mazione e con l’esperienza diretta. Dopo aver veriII C e III B di via Era, ci siamo recati nella pale- ficato i fatti il giornalista scrive la notizia. stra della scuola per assistere ad un incontro sul Dopo una breve pausa, c’è stato lo spazio per le giornalismo con il dottor Massimo Minella. tante curiosità degli studenti che, per esempio, hanInsieme, abbiamo parlato di come è fatto un giorna- no posto domande su come si fa a diventare giornale e dell’informazione in generale. lista, sull'organizzazione di una redazione e sul diAll’inizio ci è stato detto che esistono molti modi ritto di critica. per informarsi: la tv, internet, la radio e il giornale. Questo incontro con Massimo Minella per noi alunTra questi il giornale è quello che permette di apni è stato divertente e interessante. profondire di più le informazioni. Subito abbiamo ricordato i maggiori quotidiani Francesco Martinuzzi, Stefano Mercurio, Lorenzo letti a Genova e in Liguria: Il Secolo XIX e la Re- Lorusso, Luca Lorusso II D

Le gare di poesia imperversano quest’anno alla Strozzi, I tenzoni poetici “Noi, poeti per un giorno” e “Versetti in onore di Attilio Bertolucci”( nella foto), organizzati nei mesi di novembre e aprile sono stati vinti rispettivamente da Alessia Giannoni e .Pietro Puhar, che sono stati i più votati dai compagni della I B. Ai vincitori un classico del genere Fantasy e un romanzo di Verne.. E’ in dirittura d’arrivo il “Progetto Biblioteca”, ad ogni scheda libro è legata una composizione poetica. I testi poetici saranno raccolti dalla prof. Vernizzi in una pubblicazione titolata “Poetando” I vincitori, tre per classe, saranno premiati a giugno con libri donati da Fondazione Carige. In quell’occasione sarà anche premiato il miglior articolo di ciascuna classe di questo giornalino.

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VUCUMPRA’ PER UN GIORNO Una notizia letta sul giornale fa riflettere. Erano le 13.30. Un ragazzo, tornando da scuola, ha visto che un uomo di colore, di sua conoscenza, che vende accendini e collane ai passanti sul lungomare di Corso Italia era triste. Il motivo era che in tutta la mattinata non era riuscito a vendere nulla. Il ragazzo ha fatto una scommessa con l’extracomunitario, quella di vendere almeno dieci accendini in mezz’ora, fingendo di essere un vucumprà, con la sua cassetta piena di oggetti. Tho-

mas ha accettato la scommessa. Ma il ragazzo non è stato più fortunato del venditore ambulante. Le poche persone che passavano non si fermavano proprio o addirittura acceleravano il passo e cambiavano marciapiede. A un certo punto il ragazzo ha incontrato una signora che abita nel suo stesso condominio, che non lo ha però riconosciuto. La donna ha avuto ha avuto lo stesso atteggiamento di rifiuto di molte persone che consideriamo i “vucumprà” tutti uguali e non riescono ad accorgersi delle differenze! Matteo Malfatto

LA MODA E I GIOVANI Prima la moda era limitata al vestiario, ora, invece,sconfina in altri campi: c'è la moda delle attività a cui dedicarsi, la moda che contrassegna il modo di parlare. La gioventù oggi appare quasi indistinguibile. Le persone che cercano di distinguersi senza avere la pancia in mostra,200 piercing da tutte le parti, tatuaggi,scarpe con il tacco,pantaloni con il cavallo al ginocchio,scarpe enormi,maglie con il teschio...vengono considerate “anormali”. Eppure siamo noi le persone che sbagliano,perché se sogniamo l’anarchia, in realtà formiamo a nostra volta un branco,perché siamo tutti uguali. Al giorno d’oggi, avere una personalità è una cosa strana e non dovrebbe essere così. Moltissime persone abbandonano i loro sogni,per non essere etichettate come “sfigate”. Se ci sono alcuni che vanno contro tutto e tutti,contro la massa, contro il conformismo, che al giorno d’oggi incombe su tutti gli adolescenti, la maggior parte dei giovani ha come sogno quello di diventare velina,modella o calciatore, solo perché di questi tempi sono modelli vincenti, proposti da film fiction reality… Insomma, noi ragazzi ci adeguiamo e se un ragazzo non è tutto firmato, da capo a piedi, da alcuni gruppi.non viene accettato Bisognerebbe invece avere, propri ideali, e seguirli,anche se si viene criticati da quelli che pensano

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che da una maglietta o da un paio di scarpe si possa giudicare la personalità. E’ solo apparenza. E come dice anche un famoso proverbio “A volte l’apparenza inganna”. Tante volte il volersi conformare agli altri nasconde una insicurezza profonda e la paura di distinguersi, nel timore di non essere accettati e di rimanere soli. Le poche persone che invece, hanno coraggio e che anche se vengono prese in giro,seguono il loro sogno,forse faranno molta più strada di tutti noi che con un aggettivo potremo essere definiti ignavi. Molti ragazzi dichiarano di non studiare,per non essere classificati come “secchioni”, quando in realtà dovrebbero andar fieri di essere buoni studenti e rendersi conto che stanno investendo sulla loro vita e sul proprio futuro. Purtroppo,molti ragazzi, per seguire la moda,amano fare i perdigiorno e per adattarsi ai gruppi si mettono a fumare o peggio iniziano a drogarsi,andando in discoteca. Costoro, oltre a rovinarsi la salute e a spendere un sacco di soldi,perdono tempo prezioso,che potrebbero dedicare allo studio. Quando saranno adulti penseranno : “cosa avevo nella testa a quella età, potessi tornare indietro”. Per concludere, penso che sia giusto seguire la moda ,ma in modo adeguato,cercando almeno di mantenere i propri ideali,senza dare troppo retta al consumismo,e a coloro che vivono solo di apparenza,con “l’idea che apparire sia molto più importante che essere”. Martina Penco II C


CRONACA DI UN TERREMOTO 6 aprile Alle 3,32, nel cuore della notte, una scossa di magnitudo 5.8 devasta L’Aquila e i paesi vicini, tra cui Onna, completamente distrutta. Alla fine della giornata si contano 150 morti e 1500 feriti; gli sfollati sono 70.000. Il governo proclama lo stato di emergenza: vengono inviati migliaia di soccorritori, tra cui vigili del fuoco, uomini della protezione civile, militari, medici, psicologi e persino medici-clown, che cercano di curare con il sorriso i traumi dei bambini. 7 aprile A 24 ore dal sisma, grazie al lavoro continuo dei vigili del fuoco, vengono estratte vive dalle macerie ancora alcune persone, ma anche i morti aumentano, diventando 220. In serata, un’altra scossa di magnitudo 5.3 semina il panico tra i sopravvissuti. Si allestiscono tendopoli, in cui molti terremotati trovano rifugio; altri vengono ospitati negli alberghi delle città lungo la costa ed altri ancora passano la notte nelle loro automobili. A chi ha dovuto lasciare la casa in pigiama o seminudo vengono consegnati vestiti, mentre le cucine da campo sfornano migliaia di pasti caldi. 8 aprile Continuano gli scavi tra le macerie e vengono recuperati i corpi di tanti universitari che vivevano nella Casa dello Studente. Il numero dei morti sale a 270. Berlusconi, capo del governo, parla di punire severamente gli sciacalli, che purtroppo approfittano della situazione per entrare nelle case semidistrutte, a rubare. Il Papa dice che andrà in Abruzzo appena possibile.

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CRONACA DI … Segue da p. 32 9 aprile Il presidente Napolitano si reca sul posto per rendersi conto di persona della tragedia e per portare conforto alla gente, anche a nome di tutta l’Italia e delle istituzioni. Sorprendono tutti noi la forza d’animo e la dignità di questa gente che ha perso persone care e tutto ciò che ha costruito in una vita. Intanto i morti salgono a 290. 10 aprile E’ il giorno dei funerali di stato, che vengono celebrati dal cardinale Bertone, già arcivescovo della nostra città. Nel grande cortile della caserma della Guardia di Finanza vengono allineate 205 bare coperte di fiori, circondate da parenti e amici in lacrime. E’ straziante vedere le immagini delle piccole bare bianche su cui sono stati posati alcuni giocattoli ritrovati tra le macerie. Alle 11, ora di inizio dei funerali, tutta l’Italia si ferma per un minuto, per partecipare al lutto. 11 aprile Lo sciame sismico sembra diminuire. Tutti i dispersi che erano stati segnalati sono stati ritrovati, vivi o morti, e il bilancio sale a 293 vittime. A questo punto si smette di scavare. Ora le tendopoli sono 32 e ospitano circa 19.000 sfollati che non hanno voluto lasciare la città per restare vicino a quel che resta delle loro case. 12 aprile E’ Pasqua: le funzioni religiose vengono celebrate sotto le tende. Da varie parti d’Italia giungono migliaia di uova di cioccolato per i bambini terremotati. Il presidente della Camera Fini e il capo del governo Berlusconi visitano le zone del sisma e assicurano: “presto sarete fuori dalle tende!” 13 aprile Purtroppo un’ondata di maltempo si abbatte sulle zone terremotate, con temperature notturne sotto lo zero e forti piogge, che allagano alcune tende creando notevoli disagi. Inizia la rimozione delle macerie, mentre squadre di ingegneri verificano se le case rimaste in piedi sono ancora abitabili. Comincia la ricostruzione. Matteo Malfatto II C

INTERVISTA ESCLUSIVA Abbiamo intervistato la zia di un’alunna di 2 D. La zia abita con la madre a Pietranico, un paesino in provincia di Pescara. Le e abbiamo posto delle domande sul terremoto e su come loro lo hanno vissuto. 1) Cosa avete sentito quando vi siete svegliate? Ci siamo svegliate di botto, abbiamo udito come un tuono in casa. Il letto si muoveva fortemente in tutte le direzioni. 2) Cosa avete fatto appena vi siete accorte di ciò che stava avvenendo? Eravamo al buio, abbiamo acceso la lampada, mia mamma voleva scappare ma io l'ho fermata, anche perché rischiava di sbattere stando in piedi. 3) Quanto è durata la scossa? Avete avuto danni? La scossa è durata una ventina di secondi. No, non abbiamo avuto danni, il terremoto ha solo spostato l’armadio, i comodini e provocato delle crepe. 4) Cosa avete fatto? Appena la scossa ha cessato la sua forza siamo uscite in pigiama come il resto dei paesani e siamo andati in piazza a discutere del fatto. 5) Siete nelle tendopoli? Adesso no, ma ci siamo state per una settimana, andavamo lì dalle 19 circa fino alle 7 30 di mattina. La prima notte abbiamo dormito per terra, poi ci siamo organizzate. 6) Cosa avete provato? Beh, è difficile da spiegare. La scossa delle 3 32 per noi era la fine, mamma si è messa a piangere ed io mi sono messa sopra di lei per proteggerla. La scossa delle 19 45 è stata tremenda e c’è stato il panico generale. 7) Come avete reagito con i familiari? Io la notte, subito dopo la scossa, sono uscita per controllare tutti i familiari e per fortuna stavano tutti bene. 8) Come avete passato Pasqua e Pasquetta? A Pasqua siamo state a pranzo dai parenti e a Pasquetta sotto la tenda. Ognuno ha pagato una quota e il ricavato è andato alla popolazione aquilana. Alla fine c’è stato un grande applauso per l’incasso. Segue a p.34

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UN’AZIONE CORAGGIOSA Una coraggiosa studentessa universitaria dell'entroterra genovese ha avuto il coraggio di denunciare alla Polfer di Brignole F.M. un molestatore “seriale”, che ,grazie a lei, è stato finalmente arrestato. Infastidita dall’uomo, era riuscita a liberarsi dal maniaco reagendo con tutte le sue forze. La giovane ha detto di essere rimasta colpita dal comportamento degli altri passeggeri , che, pur avendo assistito alla scena e pur essendo a conoscenza del fatto che F.M. da tempo infastidiva su quel treno le giovani, non hanno fatto nulla per fermarlo. Non contenta di ciò, la giovane coraggiosa ha preparato due volantini e li ha appesi nella stazione di partenza per avvertire del pericolo altre possibili vittime e spingerle a loro volta a fare denuncia. L’episodio è finito in prima pagina sui giornali genovesi, ma tutti i giorni o quasi si trova il racconto di molestie o peggio violenze subite da persone in qualche città o luogo italiano. Oltre a chiedermi perché accadano episodi del genere, e come si possa arrivare a compiere certi atti, mi domando perché la gente non reagisca, perché ci siano tanta passività e indifferenza. Si parla tanto di un mondo migliore, ma il mondo non può migliorare se non migliora prima la natura umana. Come si può parlare di progresso, se l’uomo si dimostra ancora una bestia? Per me un mondo migliore è un mondo che mi dia la possibilità di impegnarmi e crescere liberamente. Noi ragazze dobbiamo essere libere di muoverci, di viaggiare, senza dover temere di essere molestate. Nessuno deve aver paura di qualcuno, limitando per paura la propria vita. Denunciare, come nel caso della ragazza di cui parlavo, è un atto di coraggio, che aiuta oltre che se stessi anche gli altri. Non si dovrebbe mai leggere che ad atti del genere assistono spettatori immobili e impassibili. Solo con il coraggio di affrontare queste situazioni si può soffocare la prepotenza. Si deve reagire al più presto. Tra l’altro oggi, rispetto al passato, grazie ai cellulari, dovrebbe essere più facile chiedere soccorso. La ragazza di cui parlavo deve essere un esempio per tutti, grazie alla sua iniziativa il molestatore è stato arrestato. Probabilmente senza quei volantini, senza la descrizione precisa del suo volto, F.M. sarebbe ancora libero di infastidire altre ragazze. Proprio con azioni come questa , si possono aiutare le forze dell’ordine e porre un freno alla violenza contro i più deboli. Quando leggiamo che accadono fatti del genere, non dobbiamo “girare le spalle” pensando che tanto a noi non accadranno mai. Ricordiamoci per sempre della storia di questa giovane genovese e del suo coraggio e di vicende simili che accadono tutti i giorni. Non si deve aver paura di denunciare qualcuno che fa del male a qualcun altro! Il crimine esiste anche perché nella nostra società domina l’indifferenza! Francesca

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INTERVISTA... Segue da p. 33

9) Adesso com'è il tempo? Pazzo, piove, c’è nebbia e vento forte, fa freddo e il tempo è instabile, come scosso dal terremoto. 10) In ingresso avete una valigia? Sì, sono entrata da sola e con tanta paura ho preso le cose necessarie. 11) Cosa ne pensate dell'avvenuto? Ancora non ci rendiamo conto, sembra di vivere un film. Quando vedi il tg dici… a noi non può capitare, invece capita, eccome! Comunque una cosa è certa, non lo dimenticheremo mai, il rumore dei mobili, il movimento del letto, dei lampadari… Ancora camminiamo male perché abbiamo la sensazione di sentire il terreno che si muove; non abbiamo più stabilità come prima. 12) Cosa pensate dei crolli? Che è necessario ricostruire come si deve con i dovuti controlli. Il terremoto in Giappone c’è ogni giorno ma non succede quello che accade ogni volta in Italia. Le case e i palazzi sono antisismici e anche se le scosse sono molto più forti, non producono molti danni.. Spero di esservi stata utile!

Nicole Vagnoni, Martina Riu, Chiara Pallini e Vittoria Adeniji II D


NOTIZIE DALL’ABRUZZO

UNA LACRIMA DI FELICITA

La scossa principale del terremoto in Abruzzo, di 5,8 gradi della scala Richter, si è registrata attorno alle 3,32. L'epicentro è stato individuato all'Aquila. Il sisma è stato avvertito in tutto il centro-sud d'Italia, dalla Romagna a Napoli. Oltre ai morti e ai dispersi, i feriti sono circa 1.500, e si calcola che siano almeno 70 mila gli sfollati. Una prima stima parla di 10-15 mila euro per gli edifici danneggiati. Per individuare i danni e progettare il recupero, è al lavoro anche un gruppo di esperti genovesi con a capo l'ingegnere Lagomarsino. La metodologia utilizzata è quella ideata dal gruppo di lavoro genovese in occasione del terremoto in Umbria e Marche del 1997. Adottano uno strumento di rilevazione oggettivo diventato poi punto di riferimento anche all'estero. Consiste nell'elaborare stime di costo rispetto ai danni e alla vulnerabilità degli edifici. La ricostruzione incomincia dalle chiese, perché la religione cattolica non è solo Bibbia e Vangeli ma anche cattedrali e cappelle. Per non far perdere l'anno scolastico ai ragazzi che dovranno sostenere l'esame di maturità è intervenuta pure la Provincia di Genova. L’aiuto sarà concretizzato mediante il trasferimento di tutti i dati degli studenti abruzzesi nelle scuole liguri dove potranno essere rielaborati.

delle forti scosse tra bambini ed anziani è stata ritrovata la felicità. Nella notte tra Domenica 5 e Lunedì 6 Aprile 2009 c’è stata una forte scossa sismica che ha colpito il capoluogo dell’Aquila e le province vicine. Questo fenomeno ha portato alla perdita di molte vite umane. Ora è arrivato il tempo di ricostruire : tra gli sfollati delle tende si rincomincia dal sorriso dei bambini che giocano, scherzano, ridono perché non percepiscono la gravità di ciò che è avvenuto mentre i loro genitori si danno da fare per ricreare un po’ di quotidianità all’ interno della tendopoli. Ma cosa c’è di strano in tutto questo? Interi nuclei familiari si sono ritrovati a vivere “sotto lo stesso tetto”. Nel nostro secolo è molto strano che così tante generazioni siano riunite nella vita di tutti i giorni; gli anziani hanno reagito in modo positivo perché si sono sentiti più al sicuro convivendo con i propri familiari. Dalla fine di una vita si è ritrovata la speranza di un nuovo inizio…

Nicole Vagnoni, Martina Riu, Chiara Pallini e Vittoria Adeniji II D

Virna Antichi, Elisabetta Beccaro, Lissette Gongora. II D

.Dopo la paura

RIFLESSIONE SUGLI OPPOSTI .

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Per esempio, camminando per strada, si trova molta gente che chiede l’elemosina e quasi nessuno offre loro una moneta . Un giorno mi trovavo in via XX Settembre, quando vidi un uomo sdraiato che chiedeva la carità a dei signori ben vestiti. Questi non gli diedero nemmeno un centesimo e anzi lo derisero. Così , come a Genova, anche in altre città ci sono persone che vengono evitate come “diverse”, perché malate, invalide o sofferenti . Per fortuna non tutti sono così cinici come quei signori ben vestiti . Io ad esempio in chiesa verso sempre qualcosa nei cesti di raccolta e, quando vedo persone generose che danno il loro contributo, penso allegramente che al mondo sia data un’altra chance. Se penso alla luce vedo: i volontari, la polizia, i carabinieri, gli addetti del 118, i vigili del fuoco che con coraggio e sprezzo del pericolo sono sempre pronti ad affrontare le situazioni difficili. Un segno di vera tenebra sono invece la depressione, il suicidio, la rabbia e l’odio. Purtroppo molti cadono in situazioni tristi e le affrontano drogandosi, ubriacandosi, o addirittura suicidandosi , senza pensare a chi, volendo vivere, sta morendo in silenzio. Ci sono anche tenebre incarnate da talebani e terroristi che gettano fango sulla pace . Paolo Bruzzo II E Pagina 33


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CRONACHE DI UNA TRAGEDIA

.L’Aquila, Abruzzo, 5 aprile 2009 Tante lacrime sono state versate per i morti dell’Abruzzo. Eppure ci sono persone che riescono perfino a commettere atti di sciacallaggio. I primi allarmi sono stati lanciati già 24 ore dopo la terribile scossa che ha raso al suolo L’Aquila e la sua provincia. Il premier Berlusconi ha introdotto il reato specifico di sciacallaggio, con sanzioni severe. I cittadini de L'Aquila si sono organizzati in ronde; il ministero della Difesa ha messo a disposizione 700 militari che lavoreranno al fianco di carabinieri e polizia per un servizio di controllo. Grazie ai controlli, una badante romena è stata arrestata dai carabinieri de L’Aquila insieme a tre suoi connazionali. I quattro sono stati sorpresi dai militari mentre rubavano gioielli e denaro contante nell’abitazione del datore di lavoro della donna, nel paesino di San Panfilo D’Ocre, nei pressi de L'Aquila Ma i primi atti di sciacallaggio si stanno registrando anche nei campi di accoglienza dove vengono distribuiti viveri, vestiario e altri beni di prima necessità. Le persone che hanno bisogno di materiale e viveri possono entrare nel campo e avranno la consegna solo dopo essersi registrati in una tenda, dove è stato installato un ufficio accettazione nel quale devono essere rese note generalità, abitazione e condizione. A queste persone viene rilasciata una dichiarazione con la quale poi possono uscire dal campo di accoglienza. Ma gli sciacalli sono in agguato sul web: approfittando della generosità delle persone dirottano le offerte su propri conti correnti che nulla hanno a che vedere con la raccolta per le vittime del sisma. Inoltre, essi rubano e clonano i dati delle carte di credito.

Beatrice Meneghetti, Beatrice Meneghetti, Benedetta Minella, Elisa Boero, Sara Lippi II D

sembra tutto normale. I bambini corrono a scuola, le persone vanno al lavoro. Di certo non si aspettano la catastrofe che cambierà la loro vita infatti, la stessa notte, un terremoto colpisce capoluogo e dintorni con conseguenze inimmaginabili Fra le macerie delle case distrutte sono state ritrovate tante persone (vive e morte) e molte hanno raccontato storie commoventi riguardo a quella notte che nessuno dimenticherà facilmente. Fra queste colpiscono particolarmente quelle di madri che utilizzano il proprio corpo come scudo per salvare i figli dalla caduta del soffitto. Una signora anziana, ritrovata dopo due giorni sotto le macerie, conferma alla stampa che per passare il tempo ha continuato il suo lavoro all’uncinetto iniziato prima del disastro. Circa un’ora dopo la catastrofe una bellissima bambina è stata messa al mondo anche grazie ai medici che non hanno abbandonato la madre nemmeno in un momento così critico. Ora tutti i sopravvissuti si raccontano le loro avventure nelle tendopoli e sono incoraggiati sapendo che tante persone sono disposte ad aiutarli. Camilla Iannicelli, Irene Nelli, Milena Nelli, Ilaria Petrarulo e Chiara Lazzara II D Pagina 34


NOSTRE RIFLESSIONI SUL TERREMOTO

Sul terremoto in Abruzzo si è detto tutto: le vittime sono oltre trecento e i feriti più di millecinquecento. Il terremoto ha raggiunto, come è noto la magnitudo di 6,3 punti della scala Richter. Mi ha colpito ascoltare la testimonianza di Maria Loretta Carosi, conosciuta come “Zia Pia” , di quasi 103 anni, sopravvissuta al sisma del 1915 . La vecchina ha detto di essersi spaventata maggiormente nel 1915. Per la cronaca quel terremoto causò circa 30 mila vittime. Mi ha colpito molto anche vedere la distruzione della casa dello studente, vero e proprio simbolo della tragedia dell’ Aquila. Come è noto sono morti lì dentro tanti ragazzi , pieni di sogni e speranze come tutti noi giovani. Ecco come è stato ripagato dal destino il loro impegno nello studio. Ma è solo destino o ci sono, come penso, gravi colpe dietro quanto è accaduto? Si dice che tante imprese, per arricchirsi, visto che costa meno, abbiano utilizzato la sabbia di mare al posto di quella normale, assieme al cemento, perché più economica. Con il risultato che il cemento si sarebbe corroso. Se così fosse, nessuno ha fatto niente, nessuno ha denunciato l‘uso di cattivi materiali. Di solito in Italia si affrontano i problemi solo quando succede qualcosa, quando è troppo tardi. Tra le macerie, evidentemente, sono stati trovati innumerevoli oggetti. La cosa che mi ha più colpito è stato il ritrovamento di fogli di carta, pagine di quaderno o diario con pensieri sparsi, annotazioni di un tempo della vita che sembrava destinato a durare a lungo e invece è finito in una notte apparentemente uguale a tante altre. Hanno trovato in un angolo due diari, in uno , con una fascia gialla, all’ interno vi erano i i pensieri di un ragazzo aquilano,, nell’ altro alcuni versi dei Pink Floyd,. A matita c’era scritto: “Le mie ali mi portano via nel mondo che non ha confini. La vita è un attimo”. E’ proprio vero, la vita è un attimo, quanto sia precaria lo si capisce in questi momenti. “Le parole sono pietre”, scriveva un altro ragazzo della provincia dell’ Aquila. Il suo foglio beffardamente era sepolto dalle pietre delle case. Francesca Parodi III B

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Ieri, 10 Aprile, si sono tenuti all'Aquila i funerali per le vittime del terribile terremoto che ha colpito l'Abruzzo, qualche giorno fa. La cerimonia solenne ha unito tutto il popolo italiano attorno alle famiglie distrutte per la perdita di parenti e amici. Alla cerimonia erano presenti le più alte cariche dello stato, vi era il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e poi il presidente del Senato, della Camera e il presidente del consiglio. Ci sono grandi e giuste polemiche soprattutto per ciò che riguarda l’edilizia abruzzese, in un paese sviluppato come il nostro non si può accettare che case vendute come anti-sismiche abbiano i pilastri portanti in buona parte di sabbia. Tutti gli esperti dicono che le proporzioni del disastro non dovevano essere queste, insomma un disastro come questo si poteva evitare e io aggiungo che si doveva evitare! I terremoti non si possono prevedere però si può costruire in modo tale che gli effetti dei sismi siano minimi. In Italia bisogna sempre aspettare che succeda un disastro, per rendersi conto che qualche cosa non ha funzionato come doveva. Si dovrà indagare e mettere in carcere i costruttori e i progettisti delle abitazioni edificate dopo gli anni '80, perché in quel periodo erano già lin vigore le leggi sulle costruzioni antisismiche. Nulla potrà comunque colmare l'immenso dolore di chi ha subito gli effetti di questo devastante terremoto, di chi ha perduto qualche persona cara o l’abitazione frutto di tanti sforzi. Lorenzo Gambelli III B


GRONDA O NON GRONDA QUESTO E’ IL PROBLEMA Da molti la Gronda è descritta come la superstrada del futuro: ma sarà davvero così? La Gronda è la strada che dovrebbe attraversare Genova da levante a ponente, abbattendo case su case. Questo al sindaco e ai suoi assessori sembra non importare affatto. I cittadini si sono uniti tra loro e hanno fatto fronte comune contro la strada che distruggerebbe non solo le loro abitazioni,ma anche i loro ricordi e le loro esperienze. Poiché nessuno sembra averlo fatto noi abbiamo intervistato delle persone le cui case potrebbero essere rase al suolo nel quartiere di Bolzaneto. Pensa che i giornali abbiano gestito bene la notizia? Assolutamente no, alcuni di questi si sono addirittura schierati a favore del progetto; questo è inaccettabile: hanno lasciato ampio spazio alla pubblicità progronda della Confindustria ,mettendola spesso accanto a brevi articoli con commenti sulle dimostrazioni effettuate dai comitati.

La gronda risolverebbe così tanti problemi? Sicuramente non risolve i problemi del traffico cittadino; e comunque un’opera di tale dimensione e devastazione porterebbe a tutti noi cittadini tantissimi disagi, basti pensare ai dieci anni di cantiere che serviranno per la costruzione. Quelle poche persone che sono d’accordo, lo sono perché non sono ben informate? Il fatto che parte dei cittadini genovesi è favorevole alla realizzazione della gronda dipende in gran parte dalla scarsa informazione; dalla non conoscenza dei danni ambientali e disagi che porterà; basti pensare ad esempio all’aumento di traffico che causerà seri problemi di salute. Pensa che chi di dovere abbia già deciso a favore e faccia solo finta di ascoltarvi? Purtroppo il dubbio c’è. Fino ad ora abbiamo agito come se così non fosse, altrimenti non avremmo più partecipato al dibattito pubblico né avremmo organizzato manifestazioni. Ce ne accorgeremo solo alla fine perché se terranno seriamente in considerazione quello che è uscito dagli incontri, la decisione sarà sicuramente a favore dei cittadini.

Il quartiere dove attualmente abita è bello? Tutte le manifestazioni e cortei sono serviti a La zona dove abitiamo secondo noi è veramente speciale; un gruppo di casette immerse nel verde a due qualcosa? Manifestazioni e cortei servono a sensibilizzare la passi dal centro di Bolzaneto, un posto dove avevacittadinanza poiché tv e giornali spesso non lasciano mo deciso di fare crescere i nostri figli; fra i vicini si è creata una bellissima amicizia e questa non ha spazi adeguati. Perlomeno si sa che noi ci siamo. prezzo! Ci sono alternative? Pensa che il sindaco & co. abbiano perso molti Alternative ce ne sono tante e sono state anche evi- voti con la gronda? denziate ogni qualvolta ne abbiamo avuto la possibilità. Prima di realizzare un’opera così sarebbe oppor- Sicuramente sì, soprattutto per aver abbandonato i tuno concludere quelle in corso. Una di queste sareb- propri cittadini. Molta gente si è sentita tradita da cobe il subalveo (non si toccherebbero abitazioni e non loro che l’hanno sempre sostenuta. Non sono solo i cittadini a dire che ci sarebbero si deturperebbe il panorama). molte alternative, anche degli esperti hanno fatto Dove sarete trasferiti? varie proposte, ma il Comune da questo orecchio Non sappiamo ancora dove ci potrebbero trasferire, sembra non sentire. la sindaco non ha voluto indicare le zone per evitare che ci sia un’inflazione immobiliare. Comunque le Noi pensiamo semplicemente che la gronda non sia necessaria e che rovinerebbe solo la nostra promesse sono di agevolare tutti (sarà vero?) bellissima città. Vedete lati positivi? L’unico lato positivo potrebbe essere l’unione, lo spirito di squadra che si è creato fra gli abitanti dei Chiara Barbagallo, Silvia Ottaviani, Tommaso Pivari quartieri, indipendentemente dall’estrazione so- nazzi, Anna Pippa, Karen Reyes II D ciale e dall’ideologia politica.

Anno III NUMERO SPECIALE

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S TR OZZ I NE WS

LUOGHI GENOVESI VIA XX SETTEMBRE Via XX Settembre, chiamata così per celebrare il giorno della breccia di Porta Pia, unisce piazza De Ferrari a piazza della Vittoria. Progettata nel 1885 dall’ingegner Cesare Gamba, venne costruita a partire dal 1890 . Il suo percorso riprendeva quello delle vie Giulia e della Consolazione, eliminato lo sbarramento della porta degli Archi. Per creare l’ampia carreggiata larga 20 metri e e lunga 792 furono espropriate 400 case, valutate allora 13 milioni di lire. Molti dei palazzi vennero costruiti in stile Liberty. La strada fu subito accolta con entusiasmo dai genovesi che la fecero diventare la più trafficata della città. Sotto i suoi portici vennero aperti i cinema più importanti, oggi sostituiti da grandi magazzini. Venendo da De Ferrari si incontra sulla sinistra, sotto la chiesa di Santo Stefano, un porticato neo gotico A lato della chiesa vi è il ponte Monumentale, costruito da Gamba, che ha preso il posto della porta degli Archi. In via XX Settembre vi è anche la Chiesa della Consolazione, costruita tra il 1861 e il 1702 da Simone Canton, la facciata della chiesa è del 1864. Via XX settembre termina alla confluenza tra via Fiume e via Brigata Liguria. Mattia C. e Davide F. I B

NERVI L’ingresso a Nervi , uno dei luoghi più belli della città di Genova , è purtroppo rovinato dalle strutture di Corso Europa. . Si arriva nel centro di Nervi attraverso le vie Sarfatti e Oberdan. Una stradina sulla destra scende invece fino al porticciolo, dove termina la famosa Passeggiata a mare . Per raggiungere quest’ultima, si può comunque percorre il famoso viale delle Palme, fiancheggiato da palme ed alberi di aranci. Presso la stazione ferroviaria, con un sottopassaggio, si scende sulla passeggiata, lunga quasi due chilometri e . e dedicata ad Anita Ribeiro, moglie di Garibaldi- Nel tratto a Levante troviamo l’antica torre Groppallo, costruita nel 1547 per difesa dai corsari, in quello a ponente la “Ruota del Diavolo”, un eccezionale fenomeno di corrosione marina e i resti dell’antico castello , costruito nel XVI secolo. Scendendo verso il porticciolo possiamo percorrere l’antico ponte romano, attraversato, si dice, da Dante Alighieri in viaggio verso Parigi. Nervi è nota, oltre che per la passeggiata,anche per il più grande parco pubblico della Liguria, che ha al suo ’interno un bellissimo roseto. In via Capolungo sorgono le ville Serra, sede del museo d’arte moderna , e Luxoro, trasformata anch’essa in museo, e circondata da un bellissimo parco. Giulia Parodi III B Pagina 37

LUOGHI DEL MONDO

Le Filippine sono uno Stato asiatico formato da tantissime isole. Si trovano a sud di Taiwan, a sud-est della Cina, a est del Vietnam, a nord-est del Borneo e a ovest dell'oceano Pacifico. Sono bagnate ad ovest dal Mar Cinese Meridionale e dal Mare di Sulu, a nord dallo stretto di Luzon, ad est dal Mar delle Filippine, a sud dal Mare di Celebes. L'isola più grande è Luzon, dove si trova la capitale Manila. La popolazione delle Filippine è di circa 83 milioni di abitanti che vivono su una superficie di 300.000 km2. Il mio è un paese povero, tante persione non hanno una casa e non hanno da mangiare. Francesca Baril III B


LA III B AI FORTI DI GENOVA

Si comunica che la classe si recherà in gita ai Forti venerdì Da quel momento è iniziato il conto alla rovescia per la nostra gita scolastica annuale. Ad accompagnarci sulle alture della città sarebbero stati i prof. Braggion, organizzatore della gita, e Caivano. Quella mattina mi sono alzato sollevato, sapendo che sarebbe stata una bella giornata, meteorologicamente parlando, e così è stato. Raggiunta la stazione di Sturla, siamo partiti in treno per Principe. Da lì, come un gregge di pecore, ci siamo diretti, passando per via Gramsci, verso la Zecca , per prendere la funicolare, che ci ha condotto a Righi. Una volta arrivati, abbiamo iniziato a percorrere la strada per il Peralto, dove si trova Forte Sperone. A un certo punto, un nostro compagno, Angelo, ha suggerito ai prof. di prendere una scorciatoia che conosceva. La soluzione era caldeggiata da Matteo. Gli insegnanti hanno acconsentito, anche perché ci si sarebbe allontanati dalla strada asfaltata e dalle auto. Quella, ahinoi, si sarebbe rivelata tutt’ altro che una scorciatoia. . Abbiamo infatti finito per girare intorno a Forte Sperone, che si vedeva in lontananza ogni volta che la vegetazione diradava. Dopo un po’ abbiamo cominciato a sentire i primi lamenti di alcuni compagni, di chi ad esempio portava le All Star ai piedi o di chi inveiva contro i moscerini e la natura, infida e maledetta!!!Ad un certo punto ci siamo ritrovati sopra la Valpolcevera, a Forte Begato. Da Forte Begato abbiamo raggiun-

Anno III NUMERO SPECIALE

to Forte Sperone e ci siamo fermati in una piazzola adiacente al Forte, da cui si dominava la Valbisagno. Dopo una breve sosta, abbiamo proseguito il nostro percorso . Il sentiero si faceva sempre più scosceso e difficile, a causa dei grossi ciottoli. Il caldo era tale che le gocce di sudore che cadevano dalle nostre fronti affaticate non facevano a tempo a toccare terra, che evaporavano. Girata una collinetta, abbiamo visto in lontananza Forte Diamante, la nostra meta. Secondo Matteo avremmo impiegato due ore a raggiungerlo, io ribattevo che avremmo impiegato al massimo tre quarti d’ora. Dopo solo un quarto d’ora eravamo alle pendici del colle, sulla cui cima il Forte Diamante ci osservava guardingo, come è solito fare da oltre duecento anni. Ad un bivio del percorso, si è perso un gruppetto di ragazze, che si trovavano assieme alla prof. Caivano. Tra queste vi era Francesca, venuta in gita con le “ballerine”! Con l’ausilio del cellulare, abbiamo subito organizzato una spedizione di ricerca, composta da me, Musso e Matteo. Il prof. è invece rimasto con gli altri alunni. Ritrovati i “dispersi” ci siamo ricongiunti col resto del gruppo che si stava preparando mentalmente per l’ascesa finale. Abbiamo percorso di buona lena ogni singolo tornante di una salita che sembrava non voler finire, per giungere, infine, a Forte Diamante, un bellissimo forte tra la Valpolcevera e la Valbisagno, “sventrato” dal tempo, dall’incuria e dalle guerre che l’hanno interessato. Non trovando subito un luogo idoneo per la sosta, abbiamo girato intorno al Forte. Ad un certo punto abbiamo individuato il posto giusto: un bel prato verde. Tutti eravamo contenti. La natura era bellissima, come pure la vista che si poteva ammirare. Inoltre potevamo disintossicarci dallo smog cittadino. Dopo esserci rifocillati, un gruppo di

noi ha iniziato a giocare a schiaccia sette , con una palla comprata nei pressi della stazione di Sturla. Altri stavano sdraiati sui prati, malgrado il forte vento(il cielo si era offuscato e faceva quasi freddo), altri scattavano foto. Com’è facile immaginare il luogo pullulava di formiche che finivi per ritrovarti addosso. Una partita dopo l’altra, una foto dopo l’altra, si è fatto pomeriggio ed era ora di rientrare. Avevamo ancora la ridarella per un episodio accaduto mentre stavamo giocando. Mi riferisco alla caduta all’indietro di Alessandro, finito sopra un cumulo di mattoni. Una scena davvero buffa, da scompisciarsi dalle risate! Per tornare, i prof. hanno scelto un percorso differente, saremmo infatti rientrati con il trenino di Casella. La discesa verso la stazione di Campi era ripida, stretta e farinosa . Per alcuni ha rappresentato un vero e proprio incubo. Ancora una volta, io e Angelo siamo andati a soccorrere chi era in difficoltà(la nostra compagna con “le ballerine” )e la prof. Alla fine, stremati, siamo arrivati in fondo. Ad aspettarci , nei pressi di una baita, c’erano il prof. e i nostri compagni. Una curiosità, la proprietaria del locale è imparentata con Matteo. Ripreso il cammino, dopo un quarto d’ora siamo arrivati alla stazione di Campi, da dove abbiamo preso il trenino di Casella. Eravamo stretti e faceva caldo, da sentirsi male. Da Campi abbiamo raggiunto la stazione d’arrivo, nei pressi di Manin. Da lì ci siamo diretti verso Brignole, per rientrare alle rispettive case. Secondo me e i compagni è stata una gita bellissima, anche se faticosa, che ci ha permesso di unire ancor di più il nostro gruppo-classe. Lorenzo Gambelli, con la collaborazione di Marco Mazzella e Matteo Altamura. III B

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VITA SU MARTE Molte persone pensano che su Marte non ci sia vita, invece attualmente potrebbero esserci degli organismi microscopici, per la presenza di sali di perclorato. Grazie ad essi, nonostante le temperature estremamente basse, sarebbe presente acqua allo stato liquido. Marte è un piccolo pianeta del nostro sistema solare. Le sue dimensioni sono circa la metà di quelle terrestri. Una sonda della NASA chiamata Phoenix si è appoggiata sul suolo del pianeta ed ha fatto campionamenti ed analisi delle rocce scoprendo una grande quantità di perclorato, che costituisce 1' 1% del suolo esplorato. Il perclorato su Marte ha una funzione diversa da quella che ha sulla terra: quella cioè di mantenere allo stato liquido l'acqua a temperature a cui generalmente si trasforma in ghiaccio. Purtroppo non si sa di che tipo è il perclorato di Marte, ma la presenza di ioni di sodio e magnesio, rilevati dal Lander, fa pensare al perclorato di sodio e di magnesio. L'acqua potrebbe concentrarsi soprattutto sotto la superficie di Marte, potrebbe insomma esserci acqua liquida sotto il ghiaccio. L'acqua sciolta dai sali di perclorato si accumula sotto i ghiacci facendoli muovere e questo spiegherebbe i segni di scivolamento di queste masse di ghiaccio dure e rigide sulla calotta settentrionale di Marte. Il ghiaccio si muove sulla cima di questo letto mobile. La presenza di acqua liquida potrebbe spiegare i misteriosi schizzi sui sostegni della sonda marziana Phoenix. Alcuni scienziati, però, pensano che possa trattarsi di un’illusione ottica, dovuta a giochi di luce sul ghiaccio. A mio parere la presenza di questi microrganismi potrebbe portare sul pianeta rosso a forme di vita più avanzate e ad organismi di maggiori dimensioni.

RISORSA ACQUA L’acqua è fondamentale per tutti gli esseri viventi. Noi siamo fatti d’acqua per il 66 % del nostro corpo. La superficie del nostro pianeta è occupata in gran parte dall’acqua, basti pensare che gli Oceani ne rappresentano il 70 %. Non a caso l’immenso mondo marino contiene il 97% dell’acqua presente sulla Terra. L’acqua dolce, che è necessaria per la nostra vita, ha una percentuale bassissima, solo il 3 %. Inoltre, di tutta l’acqua dolce disponibile, che scorre sottoterra o in superficie, ne possiamo utilizzare soltanto un terzo. A causa di una distribuzione irregolare, dovuta a cattiva gestione e sfruttamento eccessivo delle risorse, la disponibilità d’acqua è alquanto variabile. Gli abitanti sulla Terra, consumano 4000 miliardi di metri cubi d’acqua, per cui ciascun abitante dovrebbe poter disporre di 755 metri cubi d’acqua, in realtà non è così e più di un miliardo di esseri umani non dispone di acqua potabile, con la conseguenza che tante persone muoiono per la cattiva qualità dell’acqua . Nel nord del mondo c’è chi spreca questo bene prezioso. Anche a noi capita di non fare attenzione all’uso dell’acqua, ad esempio quando ci laviamo, i denti, quando utilizziamo la lavastoviglie o quando laviamo l’auto. Lo spreco d’acqua è dovuto anche alle cattive condizioni degli acquedotti. Si è letto, ad esempio, che il 70% dell’acqua e alle perdite d’acqua Nei Paesi ricchi si consuma sempre più acqua, mentre in alcuni Paesi africani si muore di sete. In un prossimo futuro il problema si aggraverà ancor di più. E’ bene quindi che ciascuno di noi si impegni a consumare meno acqua, razionalizzando i vari consumi legati alle attività domestiche. Alessia G. I B

Alessandro Villa III B

IO E IL TEATRO TRA ITALIA E BRASILE segue da p.28 Ma la situazione si complica perché alla cena sono stati invitati anche tre detective. Il ladro tonto si traveste da fantasma e spaventa tutti. Alla fine però le due amiche sono smascherate e vanno in galera mentre il ladro tonto se ne va in Italia per davvero. Io e il mio amico Ventine siamo molto affezionati ad una canzone, “Vampiro doidão” e quando ci viene voglia di ballarla noi... la balliamo, ma anche nei posti più assurdi tipo in autobus, con la gente che ci guarda. Luca V. I B

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INTERVISTE IMMAGINARIE A COLOMBO A seguito dell'incontro con Massimo Minella, autore di un libro su Colombo, che ha parlato alle classi del grande navigatore genovese, gli alunni della II D hanno immaginato di intervistare Colombo. Ecco due dei testi. Sono sulla passeggiata di Nervi quando decido di andare in una spiaggetta lì sotto per prendere un po’ di sole su una roccia: ed è allora che vedo una barchetta che sta per arrivare. Ma già si vede chi c’è sopra: è lui, proprio lui, o almeno credo che sia lui..Non c’è dubbio è lui: Cristoforo Colombo!!! Subito sceso a terra si presenta e altrettanto faccio io. Quando gli dico che tutti lo credono morto lui mi risponde: “Io! Morto?!? Il grande Cristoforo Colombo, colui che ha scoperto l’India, che ha viaggiato un po’ per tutto il mondo, morto?!? Puah!!! Non è possibile, si è vero mi sono assentato per qualche anno per studiare il fondale marino.”. Ed io: “Ah! Ora capisco”. Comunque subito dopo decido di fargli una foto con il mio cellulare, così tutti sapranno com’è il suo volto. Prima di tutto gli dico che vestito così lo prenderebbero per pazzo e che deve trasformare il suo look da medievale a quello di un vero cittadino così andiamo a fare shopping. Una volta fatte tutte le compere, per rendergli omaggio lo porto a prendere un aperitivo al “Bar Colombo” e gli chiedo se posso introdurmi nella sua vita con

qualche breve domanda: lui accetta volentieri! Allora inizio con le domande: Domanda: Signor Cristoforo Colombo lo sa che le terre da lei scoperte non sono le Indie, ma le terre di un nuovo continente? Risposta: Ma cosa stai dicendo! Io ho scoperto le Indie ed è per questo che sono diventato famoso! Domanda: Lei è nato veramente a Genova?Risposta: Certo che si!!! Chi è quell’idiota che ha messo in giro voci diverse? La mia vera casa è ancora visibile vicino a Porta Soprana. Domanda: Quanto l’ha segnata la morte della sua prima moglie? Risposta: Moltissimo sino a portarmi a viaggiare per dimenticare… Domanda: Perché il Portogallo è diventato così importante per lei? Risposta: Perché lì ho conosciuto il mio primo amore. Domanda: Non ha avuto paura a d affrontare un viaggio così lungo? Risposta: Intanto quando sono partito non sapevo che sarebbe stato così lungo e poi la mia passione per la conoscenza non mi ha fatto mai provare paura. Domanda: Come erano le isole Canarie quando lei si è fermato per riparare le caravelle? Risposta: Selvagge e disabitate, non come oggi che sono piene di villaggi turistici. Domanda: Che ruolo ha avuto lo studio del volo degli uccelli nei suoi calcoli? Risposta: È stato fondamentale per intuire la direzione da seguire. Grazie per la tua disponibilità Colombo, in virtù del nostro incontro forse potrò mostrare a tutti come sei! Grazie ancora e arrivederci! Intanto Cristoforo Colombo si al-

lontana verso il mare aperto sulla sua caravella. E poi scompare... Io corro a casa, racconto tutto e mostro ai miei genitori la foto. Virna Antichi Colombo ritornò in Spagna vittorioso dal suo lungo viaggio dopo la scoperta delle Indie. Arrivato in Spagna, il Re e la Regina lo festeggiarono in modo molto caloroso. Alla fine dei festeggiamenti Cristoforo informò la Regina che era disponibile a farsi intervistare da bambini e da persone curiose della sua persona e del suo viaggio. La notizia arrivò anche a me che sono una ragazza appassionata di avventure e viaggi. Presi al volo l’occasione contenta ed emozionata. Andai dalla Regina e le chiesi dove potevo trovare Cristoforo per intervistarlo. Colombo stava sfogliando dei libri in una stanza molto spaziosa e luminosa, con un grande tavolo al centro e molti candelabri sui mobili. Mi fece segno di entrare. Mi accolse con il sorriso sulle labbra. Ci sedemmo intorno al grande tavolo. Era piuttosto magro, con i capelli abbastanza lunghi, mossi e di colore castano scuro. Indossava dei vestiti molto eleganti: una comoda maglia a maniche lunghe e un gilet a maniche corte nero, le scarpe erano nere. Incomincia l’intervista. La prima domanda che gli feci fu questa:“E’ vero che lei ha incominciato ad amare i viaggi grazie a suo papà?” Mi rispose con tono deciso: “ Sì, fin da piccolo seguivo mio padre sulle barche perché avevamo una fabbrica di lana e lui si spostava molto lungo le coste del Mar Ligure”. Segue a p-41

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INTERVISTE IMMAGINARIE … Segue da p. 40 Passai alla seconda domanda e lui mi guardò molto attentamente con aria pensierosa per darmi una risposta completa e precisa. Era seduto con le gambe accavallate e con le mani incrociate. Gli chiesi: “ Quali furono le navi che lei usò per la sua spedizione? Si trovò a suo agio su di esse?” Diede un colpo di tosse per schiarirsi la voce, ci fu un attimo di silenzio per riflettere sulla domanda che gli avevo posto. Poco dopo con aria da intellettuale mi rispose: “Le navi che il Re di Spagna mise a mia disposizione furono tre: la prima si chiamava Gallega ma io la rinominai Santa Maria, la seconda si chiamava Pinta cioè dipinta e la terza, la più piccola, si chiamava Nina. Io navigai a bordo della Santa Maria”. Fece una pausa e poi riprese a parlare: “La mia stanza era arredata con pochi mobili. Su tutte le tre caravelle furono imbarcati tutti i viveri per l’equipaggio: acqua, olio, aceto e gallette, ceci, lenticchie, miele e formaggi, mandorle e altra frutta secca oltre all’uva passa”. Colombo mi fece assaggiare una delle sue gallette di riso e fece una faccia disgustata dicendomi scherzosamente: “Ne ho mangiate troppe lungo il viaggio, non le sopporto più!”. Io non le trovai così disgustose, forse erano troppo salate per i miei gusti. Colombo si tolse il gilet nero e lo mise accavallato sul bordo della sedia, si ravvivò i capelli color noce con la mano destra e mi disse: “Prosegui pure se hai ancora delle domande!”. “Quale fu lo scopo del suo incredibile viaggio e quali le sue aspettative?”. Rispose: “Beh, allora... il mio

scopo era di circumnavigare il mondo passando da Occidente e arrivare a Oriente". Così facendo sarei arrivato nelle Indie. Arrivato nelle Indie, cercai un posto molto spazioso per costruire una città, ma trovai degli indigeni che non mi aspettavo di vedere. Avevano modi diversi dai nostri: erano nudi e avevano una cultura differente. Però furono molto gentili e con loro stringemmo una grande amicizia. “Pensa”, continuò, “gli indigeni credevano che fossimo arrivati dal cielo!”. Finì con una lunga risata liberatoria. Mi guardai intorno per osservare meglio i particolari della stanza: sui muri erano appese molte cartine geografiche che rappresentavano le Indie. Sulle mensole c’erano molti libri di viaggi e bussole di tutti i tipi. Chiesi a Cristoforo: “Posso farle qualche domanda sulla sua vita di coppia?”. Lui mi rispose di sì. “Allora la sua prima storia con chi fu?” Rispose: “ La mia prima moglie si chiamava Filipa” ma con grande dolore si mise la mano sul petto e si incurvò in avanti con la schiena, “ti devo dire che morì poco dopo il nostro matrimonio ma io la ricorderò per sempre. Ho ancora l’anello che ci scambiammo il giorno delle nozze. Mi risposai con Beatrice di Bobadilla, una donna stupenda, davvero... con lei vissi una vita felice e serena”. Con questa domanda finì l’intervista. Ringrazia Cristoforo per la sua cortesia e per il pomeriggio passato insieme. Ci stringemmo la mano, la sua era calda e molto più grande della mia. Mi accompagnò alla porta e mi sorrise. Mi disse: “Ciao, ciao, spero che tu ti sia divertita!". Ricambiai il saluto Chiara Pallini II D

INTERVISTA A UN PARTIGIANO Abbiamo intervistato il sig.Garbarino, che da giovane collaborò con i partigiani, invitato per parlare della Resistenza in occasione del 25 aprile. "Buongiorno sig. Garbarino" - "Buongiorno" " Se permette, vorremmo farle qualche domanda sulla sua esperienza di lotta partigiana nella Seconda Guerra Mondiale." -:"Certo certo, fate pure."" -"Quando nacquero i partigiani?"-:"I partigiani nacquero dopo l'8 Settembre del 1943. Il primo gruppo partigiano genovese fu creato da Aldo Gastaldi. Il 9 Settembre, Il gruppo era formato solo da quattro persone, nascoste in montagna.. Poi cominciarono ad aggiungersi soldati che non sapevano cosa fare dopo l'armistizio e persone che volevano ribellarsi." - ” Grazie. Può raccontarci alcuni episodi vissuti da lei personalmente durante la guerra?” - Un giorno, dovevo portare una radio in un altro paese. Ero quasi arrivato, quando sentii uno strano rumore. Preoccupato, nascosi la radio e mi avviai per la strada. Come avevo immaginato, una truppa tedesca era arrivata nel paese. Ci misero in fila, e io credetti di morire. Ad un certo punto, un ufficiale uscì da una casa. In mano aveva una galletta, il classico cibo partigiano. L'ufficiale disse:«Galletten. Partizan.»e fece bruciare la casa.":"

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GIOVANI NOMADI SVENTANO FURTO Alcuni giorni fa a Genova alcuni ragazzi nomadi hanno sventato un furto su un bus. Si erano accorti che stavano rubando il portafoglio a un anziano e si sono messi a gridare e a picchiare sui vetri finché l’autista non ha fermato il mezzo. Poi sono andati incontro a

una donna accusandola del furto, lei ha negato mostrando la borsa. Una giovane nomade ha però saputo dire dove era stato nascosto il portafoglio. A quel punto la donna ha confessato il furto, ha restituito il portafoglio ed è fuggita. L’anziano derubato, ha ringraziato commosso. Andrea A. I B

DENUNCIATI GENITORI IN SICILIA Abbiamo letto che in Sicilia, nel mese di maggio, duecentouno persone sono state denunciate dai carabinieri per non aver osservato l'obbligo di istruzione dei figli. Pensiamo che questi genitori abbiano sbagliato a non far frequentare la scuola ai loro figli, perché l’istruzione è molto importante per ogni ragazzo. Sbagliano comunque anche quei bambini e ragazzi che non vanno a scuola perché pensano soltanto a divertirsi . Speriamo che tutti loro prendano la giusta strada, tornando a scuola Davide F. , Morgan A. I B

INTERVISTA A UN PARTIGIANO Segue da p. 41 "Impressionante. Ha altri aneddoti da raccontarci?" "Certo...Il primo rastrellamento della Val Trebbia, vale a dire il posto dove abitavo, avvenne il 24 Agosto del 1944. La Val Trebbia, da Torriglia a Bobbio, era una zona sotto il controllo dei partigiani, che avevano la loro base a Rovegno, quindi ci trovavamo in una zona di frontiera. I tedeschi circondarono la zona partigiana con un esercito forte, cattivo e ben armato. Avevano carte precisissime, e quindi niente sfuggiva al loro controllo.La nostra casa era un punto di riunione e tenevamo una radio. Una sera stavamo ascoltando Radio Londra, la radio italiana della Resistenza, quando sentimmo un rumore proveniente dall’esterno. Impauriti, nascondemmo la radio, proprio un secondo prima che i tedeschi entrassero in casa. Rimasero lì tre giorni. Noi avevamo paura perché il comandante dormiva su una panca della casa di fronte, dove erano nascosti i fucili e le armi. Tra i tedeschi c’era un ragazzo della mia età che pelava le patate. Veniva a chiedercele e, quando gliele davo, in cambio ricevevo una sigaretta. Grazie a quel ragazzo, io cominciai a fumare.” ”Ricorda qualche sua conoscenza in particolare?”:”Mi ricordo di un ragazzo che era l’unico sopravvissuto ad una strage del suo paese, la strage di Marzabotto. Più o meno 1800 persone, un intero paese, furono trucidate. Quando lui riprese coscienza, si alzò in mezzo ai cadaveri. Noi, suoi compagni di scuola, cercavamo di distrarlo, ma lui era sempre disperato e scioccato ancora dopo molti anni. :”Che cosa sa dirci di Aldo Gastaldi?”” Alla fine della Resistenza, Aldo divenne un personaggio molto scomodo. Durante il ritorno da una spedizione, dissero che era caduto dal camion su cui viaggiava. Nessuno ci credette. Come ho detto, era un personaggio molto scomodo. Mio cugino, soprannominato ‘il biondo’ come nome di battaglia, cercò di scoprire cosa era successo veramente a Gastaldi. Gli spararono sulla porta di casa, per farlo desistere dalle indagini.” ”Grazie per la collaborazione Arrivederci.” “Arrivederci ragazzi” Selene Tamagnini e Laura Barberis II H Pagina 42


CRISTIANO RONALDO E IL PALLONE D’ORO

Il Pallone d’oro è il più importante premio assegnato ad un calciatore, è una specie di Oscar del calcio. Cristiano Ronaldo ha vinto nettamente quello del 2008. Non è stata una sorpresa, era dato per favorito. L' unico che poteva portarglielo via era Fernando Torres, ma le chances di quest'ultimo non erano molte. Cristiano Ronaldo ha segnato ben 42 gol,, davvero un ottimo bottino, giocando con la maglia del Manchester United in Chapions

League ed in Premier League. Cristiano è il più giovane pallone d' oro della storia. Probabile quindi che possa vincere questo importante trofeo alre volte, magari superando Platini, oggi presidente dell’Uefa, premiato per tre volte, Per la cronaca C.Ronaldo è il terzo portoghese a vincere il pallone d' Oro, lo hanno preceduto un giocatore del passato Eusebio e un altro ancora in attività, anche se a fine carriera, l’interista Luis Figo. Tutti sono pronti a scommettere che il Pallone d’Oro 2009 sarà vinto dall’argentino Messi, vincitore con il Barcellona della Champions LeagueLorenzo Balestrini III B

TANIA CAGNOTTO TRE VOLTE D’ORO La bolzanina Tania Cagnotto, figlia di un grande tuffatore del passato che è anche il suo allenatore, ha vinto tre medaglie d’oro agli Europei di tuffi. Dopo aver vinto la medaglia d’oro dal trampolino di un metro, ha bissato la vittoria in quello da tre metri, facendo commuovere la nonna e suonare per due volte l’inno di Mameli.. Non contenta, Tania, ha poi vinto un altro oro nel sincro in coppia con Francesca……., Finite

le gare, ha commentato, entusiasta, che non le sembra ancora vero di aver vinto ben tre ori. Secondo me la Cagnotto ha meritato le tre medaglie. E’ un’atleta straordinaria e, continuando con la determinazione mostrata agli europei, potrà fare ancora tantissima strada, arrivando magari(cinesi permettendo) all’oro olimpico. Giacomo A., Alessio V. I B

Sta avendo un grande successo la mostra dedicata a Fabrizio De André a Palazzo Ducale, che raccoglie tra. l’altro oggetti e libri appartenenti a Faber, lettere, testi di canzoni, fotografie, copertine di dischi e manifesti di concerti. Una curiosità. Il primo disco di Fabrizio aveva in copertina un disegno di un’amica , la pittrice genovese Loris Ferrari. Anche questo numero di Strozzi News ha in copertina e retrocopertina due lavori della pittrice genovese scomparsa oltre vent’anni fa. Nell’ultima pagina vi è un disegno realizzato per la famosa Borsa di Arlecchjno, il primo cabaret italiano.

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