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Chirurgia
Cisti sebacea Perché viene e come si cura
∞ A CURA DI MAURO MONTUORI
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Una piccola “pallina” sotto la pelle in particolare del cuoio capelluto, del dorso e del collo.
Inizialmente di pochi millimetri, non dolorosa, può progressivamente ingrandirsi fino a raggiungere i 4-5 centimetri e dare fastidio. È la cisti sebacea, disturbo molto frequente, che può interessare uomini e donne di qualsiasi età.
UN ACCUMULO DI SEBO E CELLULE MORTE La cisti sebacea è una neoformazione benigna del sottocute causata dall’occlusione di una ghiandola sebacea o del suo condotto. Nonostante le ghiandole sebacee siano presenti ovunque le sedi più frequenti in cui si formano le cisti sebacee sono il cuoio capelluto, il dorso e il collo. Le ghiandole sebacee ricoprono praticamente tutto il nostro corpo, a parte le piante dei piedi e i palmi delle mani e, come dice il nome, sono deputate alla produzione del sebo. Quando, in seguito a un piccolo trauma locale come un graffio o per una malattia della pelle la ghiandola si chiude, non riesce più a smaltire la secrezione di sebo e le cellule morte. Il risultato è che questi materiali si accumulano dando origine alla cisti.
COME RICONOSCERLA La cisti sebacea appare come un piccolo rigonfiamento rotondeggiante sottocutaneo con crescita molto lenta, dalle dimensioni di pochi millimetri ai 4-5 centimetri. Normalmente la cisti non provoca dolore, ma solo fastidio locale e può rappresentare un inestetismo. In alcuni casi, però, conseguentemente allo sfregamento dei tessuti o dell’utilizzo di alcuni deodoranti o creme, si può infiammare, causando dolore, gonfiore e rossore. Per la diagnosi è sufficiente un accurato esame obiettivo con ispezione e palpazione della lesione. Molto raramente potrebbe essere necessaria una conferma ecografica, essenzialmente per porre diagnosi differenziale con un’altra frequente patologia del sottocute, il lipoma, che tuttavia ha una consistenza più morbida e una mobilità maggiore rispetto alla cisti sebacea.
VIETATO IL “FAI DA TE” La prima tentazione di fronte a una cisti sebacea è “spremerla”. Questa operazione determina la fuoriuscita del sebo, un materiale biancastro-giallastro, spesso maleodorante, e può in effetti dare un miglioramento della sintomatologia contribuendo a svuotare in parte la cisti. Attenzione però: il beneficio è apparente e solo iniziale. La “spremitura” infatti apre un canale di ingresso per i batteri, che possono quindi penetrare all’interno della cisti e trovare terreno fertile per proliferare e causare infiammazione locale, accompagnata da importante dolore e da arrossamento, e a volte anche da febbre. Inoltre “spremere” la cisti non risolve il problema in quanto
IL SEBO
È composto da una miscela di diversi lipidi (grassi) secreta dalle ghiandole sebacee della pelle di quasi tutti i mammiferi. Il sebo ha tre funzioni principali: 1. contribuisce, con il sudore, alla formazione del film idro-lipidico di superficie che protegge la superficie cutanea dalle aggressioni chimiche e batteriche e controlla la perdita di acqua dall’epidermide; 2. lubrifica la superficie esterna della pelle; 3. determina l’odore della pelle, proprietà che spesso si desidera sopprimere nella sociatà attuale.
la capsula resta in sede e continua a produrre sebo.
LA CHIRURGIA PER RISOLVERE IL PROBLEMA ALLA RADICE Sebbene in caso di dimensioni modeste la cisti sebacea possa essere trattata con soluzioni topiche come creme cortisoniche o antibiotiche, l’unica cura radicale è l’asportazione chirurgica. Si tratta di un intervento di chirurgia ambulatoriale, che si esegue in anestesia locale, con un’incisione delle dimensioni approssimative della cisti stessa, che asporta la cisti nella sua interezza. L’asportazione completa della capsula della cisti permette di evitare la recidiva. L’intervento è sconsigliato, però, se la cisti è infiammata. In quel caso sarà necessaria una terapia mirata prima dell’intervento chirurgico, per risolvere il processo infettivo. Questa si avvale di antibioticoterapia per via orale ed eventualmente locale, associata in alcuni casi all’incisione della cisti per permettere la fuoriuscita del pus. Dopo l’incisione sarà poi necessario un ciclo di medicazioni sino alla guarigione dal processo infiammatorio acuto.
DOTT. MAURO MONTUORI
Specialista in Chirurgia Generale
UO Chirurgia Generale e Oncologica Policlinico San Pietro di Ponte San Pietro
RIGONFIAMENTO
SECREZIONE DI SEBO E CELLULE MORTE CAPSULA