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A cura di Sabina Minardi I L F I L O ( I N V I S I B I L E ) D I A R I A N N A

Matteo Nucci scrive una “novella fiabesca” su come uscire dal labirinto del dolore PAOLO DI PAOLO

Esiste una via - letteralmente, un percorso - per uscire dalla tristezza? Forse è fatta di parole, sembra dire Matteo Nucci in questo suo inatteso “Sono difficili le cose belle”. Le epigrafi da Platone, sibilline, rimandano alla grande conoscenza di Nucci del mondo classico e funzionano da segnaletica. D’altra parte, la bambina protagonista del romanzo, che si chiama Arianna, ha bisogno di un qualche filo per venire fuori da un labirinto di dolore in cui è entrata da quando sua nonna ha traslocato «in cielo». Così le dicono, perché così si dice ai bambini. Ma no, non è così, se la nonna suona il clacson e dice alla nipote di montare in macchina. Il segno che si può aspettare anche chi non può tornare. «Sono con voi tutti, ma soltanto quando lo volete! Non sempre, sennò sai che palle!», ride nonna Maria. E qui comincia l’avventura (Nucci gioca, nei sottotitoli dei capitoli con l’impianto dei classici per l’infanzia) – un’avventura terrena, terrestre, che riporta Arianna e sua nonna nei luoghi che già erano loro, su tutti Villa Pamphili a Roma; e che rinsalda il legame a forza di racconti. Pezzi di memoria familiare, partite a carte, mal di pancia perduti nel tempo, ricordi che si trasformano e non fanno più piangere. È di una metamorfosi complessiva che Nucci ci parla: mutano le sembianze di chi ci era accanto, si fanno invisibili ma non intangibili, e mutiamo noi. Che dobbiamo ostinarci a non perdere una certa fede, anzi la fiducia «estrema e stregonescamente entusiasta che tutto possa essere sempre e sempre e per sempre possibile». Occorre restare in ascolto. Mantenere l’attenzione ai dettagli. Farsi guidare dalle sensazioni. Preferire le emozioni ai ragionamenti. Accettare l’incomprensibile. L’autore chiama il libro, scritto in prima istanza per le nipoti, «novella fiabesca» e la definizione è efficace, a patto che si intuisca come l’incredulità vada sospesa per cogliere meglio le sfumature del reale. Perché la realtà non è solo quella che si vede. Q

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“SONO DIFFICILI L E COSE BEL L E” Mat teo Nucci HarperCollins, pp. 288, € 16

Un anziano padre che si innamora di una giovanissima donna. Due figlie decise a coalizzarsi contro la follia senile. E la suggestione di una Patria perduta e ritrovata dietro quel colpo di testa sentimentale. Da un’autrice di origine ucraina, nata in un campo per rifugiati di Kiel, una divertente commedia familiare che è anche un pezzo di storia dell’Ucraina sovietica. Dove una sorprendente passione per trattori e mezzi agricoli maschera potenti nazionalismi. “Noi siamo la notte. Ci portiamo dietro il buio e le ubriacature, le liti tra gatti, il sonno e l’insonnia, il sesso e la morte”. “Noi siamo il pane quotidiano”. “Noi siamo i fatti”. “Noi siamo suono e amore”. Cosa accade quando l’irrazionale entra nelle nostre vite, affianca il desiderio di unicità, si salda con la tentazione di svincolare il corpo dalle sue schiavitù? Ispirata a un fatto di cronaca, e sorretta da una prosa ipnotica, una storia in venticinque frammenti di verità. In onore del grande fumettista francese, venuto a mancare qualche settimana fa, il raffinato volume col quale la casa editrice ha inaugurato la sua collana Fumetti. Un viaggio intorno all’amicizia attraverso un centinaio di disegni, per lo più inediti, tratteggiati a 83 anni, da vero appassionato di questo sentimento e da “testardo idealista”. Come ammette in conversazione con Marc Lecarpentier, mentre traduce nelle sue inconfondibili figure difficoltà, complicità, ironie dell’essere amici.

“BRE V E S T ORIA DEI T R AT T ORI IN UCR AIN A” Marina Lew ycka (trad. L . M. Sponzilli) A s toria, pp. 305, € 19 “NOI SIA MO LUCE” Gerda Blees (trad. Claudia Di Palermo) Iperborea, pp. 238, € 17 “SINCERE A MICIZIE” Jean-Jacques Sempé (trad. D ylan Rocknroll) 21Let tere, pp. 162, € 19,50

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