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La leggenda che sorride
Lanfranco, “Frankie”, Dettori è il fantino più famoso al mondo. Un titolo meritato non solo per le sette vittorie su sette corse ad Ascot, che gli hanno fruttato un monumento nel famoso ippodromo inglese, ma per tutte le volte che è arrivato primo in carriera. Costruendo un mito
di Marco Trentini
Cinquantuno anni il 15 dicembre, una lunga e inimitabile carriera alle spalle e un futuro ancor tutto da scrivere. Frankie Dettori fa il fantino, anzi è Il Fantino. È lo “zio” per tutti gli altri fantini italiani. È il ragazzo che sorride. È il preferito della Regina Elisabetta, che da anni ormai quando nelle premiazioni che effettua ad Ascot, il suo ippodromo, spera in cuor suo che sul palco arrivi quell’uomo che è arrivato in Inghilterra dall’Italia quando era ragazzo e che oggi è uno degli sportivi più famosi del Regno. Lo era vent’anni fa, quando rivaleggiava in popolarità e fatturato con David Beckham, e lo è ancora oggi, tanto che se chiedete alle mamme inglesi chi sceglierebbero fra Frankie e Harry Kane non ci sarebbero tanti dubbi sul nome del vincitore. Lui continua a saltare dalla sella quando vince un gruppo 1 e lo ha fatto anche a fine ottobre a Roma, regalando uno show intenso e fuori programma ai soci di Equos, il sindacato che raggruppa un cospicuo numero di soci nella proprietà di cavalli da corsa. Uno show speciale che ha ancora messo in luce la quasi incredibile capacità comunicativa di Dettori, Lanfranco
Lanfranco Dettori in premiazione a Royal Ascot con la Regina Elisabetta. NELLA PAGINA A FIANCO Il salto di Dettori a Capannelle dopo il successo con Agiato nell’Omenoni.
all’anagrafe, Frankie per tutto il mondo. Il 25 ottobre è tanto pubblicato Leap of Faith, suo secondo libro autobiografico. Il primo risaliva al 2005 (My Story, il titolo) e il 15 novembre è uscito un docufilm su di lui. «In questo libro racconto tutto quello che mi è accaduto dal 2005 a oggi e in tutti questi anni ne sono capitate ancora tante, compresi i grandi successi che ho ottenuto con Enable, Stradivarius e Treve. In più torno anche sui fatti del passato, parlando apertamente di vicende come l’incidente aereo del 2000, le squalifiche per doping del 1998 e del 2012. Ormai sono vecchio e come tutti i vecchi parlo a ruota libera... In ogni caso fisicamente sto ancora bene, magari monto un po’ di meno in corsa e cerco di puntare su meno ingaggi ma di maggior qualità, ma non voglio dire oggi quando smetterò, perché ho ancora tanta passione per quello
che faccio e finché mi chiamano per montare i campioni allora vuol dire che sono ancora in grado di fare bene il mio lavoro. Il problema è che ho bisogno degli occhiali per leggere...», racconta Dettori accompagnando il discorso con le consuete risate, quelle che sono diventate una leggenda insieme a lui. Il suo futuro, come quello di molti fra i grandi sportivi, è già pronto. Soprattutto per chi, come lui, è un fenomeno mediatico. «La televisione mi aspetta per commentare le corse e magari anche altro. Ho già partecipato al Grande Fratello Vip inglese e chissà cosa mi aspetta ancora». Inghilterra, Francia, Italia, Stati Uniti, il tour autunnale di fine stagione di Dettori è lo specchio della sua vita. Tutto in 15 giorni, come sempre, perché lui “vola” dove ci sono le grandi corse, da Ascot a Longchamp, a Capannelle a Del Mar, l’ippodromo di San Diego. Lo fa ormai da 30 anni, da quando è diventato un grande, il jockey di Sheikh Mohammed, il ruler del Dubai che con Frankie in sella ha costruito le vittorie di Godolphin. La sua vita, da marzo a novembre, si svolge fra piste (di allenamento a Newmarket e da corsa in tutto il mondo) e aerei, con la novità del trasporto speciale organizzato dal trainer, e amico da una vita, Bruno Grizzetti. «Mi ha detto che mi avrebbe portato lui in stazione dopo le corse. Di solito mi mandano un Hummer, limousine stretching e in qualche caso l’elicottero per raggiungere l’aeroporto. Lui mi ha caricato sul van per i cavalli, nella zona dietro dove viaggiano gli animali. Così posso dire di aver fatto anche questa», racconta ridendo, intanto che inonda il mondo di Whatsapp per testimoniare l’avventura con il video girato a bordo. Nel mondo dei fantini Frankie è come Cristiano Ronaldo per il calcio. È un professionista inappuntabile, un uomo che vale milioni di dollari fra ingaggi e premi ma che continua a mantenere quell’atteggiamento che ha fatto innamorare tutta l’Inghilterra e tutto il mondo, prima fra tutti Her Majesty The Queen, che non dimenticherà mai quel pomeriggio ad Ascot nel quale il ragazzo italiano vinse tutte le sette corse in programma nella giornata. Lì la storia di Dettori si è trasformata in leggenda e la statua che lo ritrae nel salto dalla sella rimarrà a testimonianza di una carriera straordinaria, quasi incredibile. Una carriera che non è ancora finita, con qualche capitolo pieno di successi ancora da scrivere. Sempre con il sorriso, of course...
Frankie ed Enable, una coppia affiatata e vincente. NELLA PAGINA A FIANCO, IN ALTO John Gosden si complimenta con Dettori dopo l’Arc vinto da Anable. IN BASSO Dettori e Stradivarius, i re della Gold Cup.