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Fate spazio
Richard Branson, Jeff Bezos e il capitano Kirk di Star Trek ci sono già stati. Tom Cruise lo farà presto. Per aggiungersi alla lista passeggeri più esclusiva del momento e volare al di là dell’atmosfera si parte da 450mila dollari. Ma è meglio affrettarsi, perché presto anche la rotta per la Luna potrebbe affollarsi
di Emilio Cozzi
Dove ti ha portato il tuo ultimo viaggio da sogno? E quanto hai speso? Rassegnati caro lettore, qualsiasi risposta, anche la più esorbitante, verrebbe annichilita dall’ultima frontiera del turismo, per ora varcata da pochi, pochissimi, nella storia dell’Uomo: lo spazio. Altro che crociere subacquee, giri del mondo in 80 ore su jet Embraer Phenom 300, o permanenze in avamposti ai Poli del globo; nemmeno un soggiorno al The Brando, il resort che Marlon si costruì nel suo atollo di Tetiaroa, in Polinesia Francese, avrebbe chance. In quanto ad avanguardistico orizzonte dell’esclusività e a esperienze - stricto sensu - fuori dal mondo, niente è paragonabile a un salto oltre la linea di Kármán, quel convenzionale confine a 100 chilometri dalla superficie del
nostro Pianeta che segna la fine del cielo. Lì, oltre l’azzurro, a parte i circa 600 astronauti che nell’ultimo mezzo secolo l’hanno fatto per lavoro, sì e no una ventina di persone si è spinta per diletto. La buona notizia, caro lettore, è che oltre la metà di loro l’ha fatto negli ultimi mesi. Perché lo space tourism è appena cominciato. E la promessa dei suoi tour operator, società che rispondono al nome di Space Adventures, SpaceX, Blue Origin o Virgin Galactic, è che molto prima di quanto si creda lo spazio diventerà una meta per molti, se non per tutti. Appunto, è una promessa; a oggi oltrepassare l’atmosfera da villeggianti e per godersi cinque o sei minuti in microgravità, cioè per galleggiare privi di peso come farà (per lavoro) Samantha Cristoforetti dal prossimo 22 aprile e come prima di lei hanno fatto (per lavoro) Luca Parmitano, Paolo Nespoli e tutti gli eredi di Jurij Gagarin, costa 450mila dollari. È il prezzo più aggiornato al quale Virgin Galactic, la società spaziale di sir. Richard Branson, concede una poltrona a bordo di SpaceShipTwo, lo spazioplano che trainato fino a 15 chilometri di quota da uno speciale aviogetto a doppia carlinga (Richard lo ha battezzato MotherShip) poi accende il suo motore a razzo ibrido e schizza ai limiti dell’atmosfera. Lo stesso Branson, lo scorso 9 luglio, lo ha testato di persona provando, come ha dichiarato subito dopo, «the complete experience of a lifetime». C’è da credergli, visto che di «experience», il patron di Virgin, ne ha vissute anche di estreme (voli transoceanici in mongolfiera compresi). Per chi, come lui, volesse rimanere nell’ambito degli straordinari, seppur pochi, minuti di un volo suborbitale – cioè un viaggio che permetta di superare l’atmosfera per poi rituffarcisi e senza girare attorno al Pianeta – Jeff Bezos e la sua Blue Origin vendono biglietti a circa 500mila dollari. In questo caso l’esperienza è più vicina a quella degli astronauti professionisti. Primo perché la quota raggiunta nel volo inaugurale – che ha visto lo stesso Bezos diventare extra-terrestre lo scorso 20 luglio – è qualche chilometro oltre quella lambita da Virgin (107 chilometri per Jeff, 86 per Richard). Secondo perché, spinto da un razzo riutilizzabile, il viaggio sarebbe a bordo della capsula New Shepard, un omaggio, fin dal nome, agli anni pioneristici dell’esplorazione cosmica made in Usa (nel 1961, Alan Shepard fu il primo americano a raggiungere lo spazio). Per il primo lancio, quello con Bezos e suo fratello Mark a bordo, c’è stato anche chi, tuttora anonimo, pur di scrivere il proprio nome nella storia era stato disposto a prenotare il biglietto extra-atmosferico per 28 milioni di dollari (per 11 minuti di microgravità, meglio ribadirlo), salvo rinunciare all’ultimo momento, si mormora per un altro impegno, e cedere il sedile al diciottenne olandese Oliver Daemen, la persona più giovane a essere volata nello spazio, e a Mary Wallace “Wally” Funk, la più anziana, 82 anni di
Yusaku Maezawa, creatore dell’online fashion store giapponese Zozotown, è stato il primo a prenotare una gita attorno alla Luna. Partirà con altri 8 compagni nel 2023
SOPRA I passeggeri della missione Inspiration4 di SpaceX, compagnia di Elon Musk. NELLA PAGINA A FIANCO, IN ALTO Il lancio di Blue Origin, l’azienda aerospaziale dell’ex ceo di Amazon, Jeff Bezos. IN BASSO Richard Branson in assenza di gravità a bordo della sua MotherShip.
leggenda dell’aviazione nonché una delle «Mercury 13», il gruppo di donne negli anni 60 segretamente addestratosi per volare sulla Luna, ma poi mai contemplato dalla Nasa per farlo. A proposito di viaggi lunari, per una cifra non rivelata, Yusaku Maezawa, creatore e patron dell’online shop Zozotown, è stato il primo a prenotare una gita attorno al nostro Satellite naturale. In questo momento, cerca otto persone che lo accompagnino là dove solo una quindicina prima di lui si sono spinte. A permettere il pellegrinaggio, nel 2023, saranno Elon Musk e la sua SpaceX, cui già si deve la prima missione orbitale di un equipaggio interamente costituito da astronauti non professionisti: l’hanno chiamata «Inspiration 4» e per quattro giorni, lo scorso settembre, ha permesso a quattro civili senza alcuna relazione con agenzie o enti governativi di girare attorno alla Terra, 575 chilometri sopra le nostre teste. Prezzo complessivo? Voci ufficiose suggeriscono 200 milioni di dollari, pagati da Jared Isaacman, il fondatore della società di pagamenti digitali Shift4Payments, che oltre a essere stato il comandante della spedizione, ne ha sapientemente sfruttato lo straordinario appeal comunicativo: con un’asta online a supporto del volo ha raccolto più di 240 milioni di dollari e li ha donati al St. Jude Children’s Research Hospital di Memphis, specializzato in oncologia pediatrica. Proprio lì, al St. Jude, Isaacman aveva anche scelto uno dei suoi tre compagni di avventura, Haley Arceneaux, assistente medico di 29anni e prima persona in assoluto a superare l’atmosfera con una protesi, un femore sinistro artificiale che le sostituisce l’osso perso a causa di un osteosarcoma scoperto quando aveva 10 anni (e curato proprio al St. Jude). Primati storici a parte, è questo il dato più significativo di Inspiration 4, una
«Inspiration 4», la missione di SpaceX che ha permesso a quattro civili di girare attorno alla Terra per quattro giorni, pare sia costata 200 milioni di dollari. Li ha pagati Jared Isaacman, il fondatore di Shift4Payments
missione organizzata per dimostrare come lo spazio possa essere sempre più accessibile, inclusivo e, insieme, una piattaforma comunicativa di efficacia straordinaria. Capiamoci, caro lettore, significa davvero aprire lo spazio a tutti, cioè realizzare quanto promesso dai già ribattezzati space billionaires alla Musk e Bezos? No, o almeno non subito, sempre che non ce lo si possa permettere, oppure non si sia William Shatner o Tom Cruise. Il primo, l’iconico capitano Kirk della serie Star Trek, a novant’anni ha volato sulla New Shepard per ricavarci un documentario per i cui diritti si è già scatenata la caccia fra i broadcaster. “Top Gun” Tom, invece, sta già addestrandosi per raggiungere la Stazione spaziale internazionale nel 2022, dove con il regista Doug Liman girerà il prossimo film, il primo action movie della storia letteralmente extraterrestre. Per questo sarebbe sbagliato non cogliere le differenze fra il turismo spaziale inaugurato 20 anni fa da Dennis Tito, operato “per concessione” da enti nazionali profumatamente pagati per farlo (Roscosmos prima, Nasa poi), e quello di nuova generazione. Sono cambiati i prezzi (sempre proibitivi ma inferiori), i mezzi (oggi riutilizzabili come quelli di Bezos, Musk e Branson), gli operatori (privati) e la frequenza dei voli: fra il 2001 e il 2021 gli space tourist erano sette. Da luglio e in meno di 60 giorni sono diventati più del doppio. Soprattutto, però, sono mutate promesse e premesse: il turismo spaziale è il segno più eclatante di una progressiva erosione delle barriere di ingresso al settore. Sebbene solo agli inizi, il processo è evidente tanto a livello istituzionale o industriale – la new space economy – quanto commerciale. Detto altrimenti, caro lettore, vuol dire sbrigarsi: sempre che tu sia interessato, sappi che per qualche anno lo spazio rimarrà la meta più esclusiva per un viaggio da sogno. Poi, anche la rotta verso la Luna potrebbe affollarsi.
SOPRA L’assemblaggio della navicella di SpaceX, A SINISTRA L’atterraggio nel deserto del Texas di Blue Origin. NELLA PAGINA A FIANCO, IN ALTO SpaceShipTwo, lo spazioplano di Virgin Atlantic. IN BASSO Jeff Bezos festeggia la riuscita della sua prima missione spaziale.