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LA CONFERENZA

«Un progetto fortemente incoraggiato e strettamente legato agli sviluppi del mondo del lavoro accelerati dalla pandemia»

ph. Silvia Colombo

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IRESDES4.0

Industrial RElations and Social Dialogue for an Economy and a Society «4.0»

Nella giornata di venerdì 26 novembre, presso l’Auditorium di Piazza della libertà a Bergamo si è svolta una conferenza internazionale dal titolo “Relazioni industriali e dialogo sociale per un’economia e società 4.0. Un focus sulle competenze digitali e il lavoro da remoto”. Il workshop, durato tutta la mattinata, è stato organizzato all’interno del progetto “Iresdes 4.0” di cui Confimi Industria è lead partner e si inserisce inoltre all’interno della conferenza internazionale “Work and ius Value. Interdisciplinary Reflection on an EverChanging Concept”, organizzata dalla Scuola di Alta Formazione in Lavoro e Relazioni Industriali ADAPT e dell’organizzazione internazionale del Lavoro. Un progetto fortemente incoraggiato e strettamente legato agli sviluppi del mondo del lavoro accelerati dalla pandemia che ha portato l’attenzione in modo ancora più forte sull’importanza di una trasformazione digitale. L’occasione è stata quella di riunire i rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, delle organizzazioni datoriali e sindacali, professionisti e studiosi interessati al progetto per fare un’analisi in prospettiva comparata e internazionale. Nell’occasione si è potuto anche discutere e divulgare i primi risultati del progetto, con un’attenzione particolare al contesto italiano. Incaricata di moderare l’incontro è stata Rita Querzè, giornalista del Corriere della Sera ed esperta in cambiamenti del sistema produttivo e del lavoro che ha dialogato con i presenti. I relatori del progetto presenti all’Auditorium nella mattinata di fine novembre sono stati Paolo Gubitta, direttore scientifico dell’Osservatorio Professioni Digitali e lavori ibridi dell’Università di Padova, Stefania Marassi,

Senior Letture and Researcher all’Università dell’Aia (Paesi Bassi), Stavroula Demetriades, senior research manager di Eurofound. A presentare i risultai del progetti sono state invece Margherita Roiatti e Diletta Porcheddu, senior e junior researcher di Fondazione ADAPT. Al termine della prima parte, al tavolo dei relatori sono stati chiamati Sebastiano Toffaletti, segretario generale della European e Italian DIGITAL SME Alliance, Cristiana Pauletti, referente per la formazione di FIM CISL Veneta e Domenico Galia, presidente di Confimi Industria Digitale, per delle conclusioni finali e delle considerazioni che hanno aperto a nuove domande a riguardo dei risultati già ottenuti dalla ricerca. A dare il benvenuto e introdurre la mattinata è stato Paolo Agnelli, presidente di Confimi Industria. Il suo discorso ha voluto toccare in breve ma in modo chiaro i temi del workshop sottolineando come egli stesso, da imprenditore, ha visto e vissuto il cambiamento verso la necessità di una formazione sempre più digital, in quanto oramai non si lavora quasi più con i muscoli ma sempre più con “cervello e dita”. Si tratta quindi di una realtà in cui oramai siamo totalmente immersi e alla quale dobbiamo adattarci, formando i lavoratori: sia i più giovani, per cui l’apprendimento è più semplice, sia i più prossimi alla pensione ai quali si potrebbe pensare un affiancamento con un lavoratore più giovane. Secondo Agnelli infatti «non possiamo non andare verso questa direzione e verso questa direzione vogliamo preparare il nostro personale». Un altro aspetto toccato dal Presidente di Confimi Industria è stato quello della necessità di adattare i contratti alle nuove forme di lavoro, come ad esempio quello

dello smartworking che può diventare una vera e propria risorsa se organizzato al meglio. Subito dopo l’apertura di Paolo Agnelli, ai presenti è stato fatto ascoltare un messaggio e augurio inviato da parte del Ministro del Lavoro Andrea Orlando, impossibilitato a essere presente ma che si è dichiarato «sicuro che questa giornata di riflessione sarà di indubbia utilità per il dibattito pubblico, considerata l’attualità delle tematiche». Al termine delle introduzioni la parola è passata ai relatori. Prima di tutti Paolo Gubitta dell’Università di Padova che ha aperto il suo discorso ponendo

Nella foto sopra Paolo Agnelli, qui accanto Rita Querzè

Agnelli: «Ho visto e vissuto il cambiamento verso la necessità di una formazione sempre più digital. Non si lavora quasi più con i muscoli ma sempre più con “cervello e dita”»

l’attenzione sul problema della convivenza di persone con skills diverse. La necessità ad oggi è quella di creare condizioni per le quali si favorisca uno scambio di conoscenze tra i lavoratori più giovani, più aperti alle competenze digital e quelli con più esperienza sul campo. Una sfida sulla quale è importante porre l’accento per provare a capire a quale punto ci troviamo oggi. Subito dopo la parola è passata a Stefania Marassi, esperta di diritto del lavoro europeo e ricercatrice senior in una università olandese. Il suo intervento ha riportato come in Europa (a differenza dell’Italia) non esista una legge che dia diritto alla formazione. Fare in modo che ciascun lavoratore abbia diritto ad avere la giusta formazione per lavorare in azienda è invece un punto cardine per giungere ad un aumento delle competenze e quindi ad un aumento della qualità. In seguito l’intervento di Stavrula Demetriades, in collegamento streaming. Il suo intervento si è concentrato su un’analisi generale della digitalizzazione nei vari stati. Al termine di questi primi tre interventi è stata la volta di Margherita Roiatti e Diletta Porcheddu che hanno illustrato i primi risultati concreti della ricerca. I primi risultati mostrano come l’Italia si trovi in una posizione molto bassa, seguita solo da Romania e Bulgaria. Nel nostro stato infatti risulta che solamente il 41,5% delle persone possiedano competenze digitali di base, una percentuale davvero molto bassa che porta con sè una serie di fattori negativi in fatto di digitalizzazione del lavoro. Un aumento di questa percentuale sarebbe infatti significativo per rimanere competitivi, incrementare la soddisfazione e sviluppare le conoscenze digitali di ciascun lavoratore. Il problema dunque per molte aziende oggi (dai dati ben il 55%) è anche quello di riuscire a reperire esperti digitali in grado di occupare

Da sinistra Stefania Marassi, Margherita Roiatti e Diletta Porcheddu

Gubitta: «Creare condizioni per favorire uno scambio di conoscenze tra i lavoratori più giovani più aperti alle competenze digital e quelli con più esperienza sul campo»

le posizioni vacanti: ne risulta che i posti ci sono ma il personale non è disponibile perchè non possiede le giuste conoscenze e skills. Una molteplicità di temi dunque quella affrontata che si rispecchia anche nella molteplicità di soggetti coinvolti. Insieme a Confimi Industria che ne è capofila, gli altri partner sono infatti FIM CISL Veneto, Associazione ADAPT e European DIGITAL SME Alliance, con il supporto di Confimi Industria Digitale, Confimi Servizi e l’associazione europea dei sindacati e dei lavoratori. Silvia Colombo

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