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Doisneau a Palazzo Roverella. Il pescatore di momenti
Doisneau a Palazzo Roverella
Il pescatore di momenti
Advertisement
di ettore tiretto
Palazzo Roverella rende omaggio a Robert Doisneau attraverso una esposizione originale che mostra al pubblico delle opere la cui vocazione è catturare momenti di felicità. “Quello che cercavo di mostrare era – ricordava l’artista – un mondo dove mi sarei sentito bene, dove le persone sarebbero state gentili, dove avrei trovato la tenerezza che speravo di ricevere. Le mie foto era-
no come una prova che questo mondo
può esistere.” Questo proposto dal curatore Gabriel Bauret, è un racconto che si dipana attraverso 130 stampe ai sali d’argento in bianco e nero, tutte provenienti dalla collezione dell’Atelier Robert Doisneau a Montrouge. È in questo atelier che il fotografo ha stampato e archiviato le sue immagini per oltre cinquant’anni, ed è lì che si è spento nel 1994, lasciando un’eredità di quasi 450.000 negativi. Quello di Doisneau è stato un raccontare leggero, ironico,
che strizza l’occhio con simpatia alla
gente, che diventa persino teneramente partecipe quando fotografa innamorati e bambini. Aperta al pubblico sino al 30 gennaio 2022, questa mostra permette di “gi-
ronzolare” fra gli scatti di Doisneau:
un momento nei suoi momenti. s l
Robert Doisneau, , Les frères, rue du Docteur Lecène, Paris, 1934. © Robert Doisneau
ROBERT DOISNEAU
23 settembre 2021 - 30 gennaio 2022 Palazzo Roverella, Rovigo INFO T. +39 0425 460093 Da lunedì a venerdì 09.00 - 19.00 Sabato, domenica e festivi 09.00 - 20.00
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.palazzoroverella.com
STEFANIA SIMANSCHI
Anastasia Yanchuk
NATI
Emozioni - maggio 2021, acrilico su cartone telato, 80x40 cm.
Tentazione - aprile 2021, acrilico su tela, 100x50 cm.
Lisetta Carmi
Due regioni che si incontrano
di Mario GaMbatesa
Dal 15 settembre 2021 al prossimo 16 gennaio 2022, la mostra
“Lisetta Carmi.
Voci allegre nel buio”, a cura di Luigi Fassi e Giovanni Battista Martini, in collaborazione con l’Archivio Lisetta Carmi, porta al MACTE Museo di Arte Contemporanea di Termoli, il lavoro di una delle fotografe
italiane più importanti del No-
vecento. Il progetto fotografico vuole testimoniare un sentire comune di un paesaggio naturale
e antropologico condiviso tra
Sardegna e Molise. L’esposizione tratta di un racconto composto di 70 fotografie re-
alizzate dalla Carmi tra il 1962
e il 1976 in Sardegna, documentando con i suoi scatti la vita sociale dell’isola, in particolar modo in Barbagia, insieme a materiali d’archivio inediti, allestiti nel
primo museo di arte contempo-
ranea del Molise. La mostra viene riconfigurata per gli spazi del MACTE ponendo l’accento su quei tratti in comune che caratterizzano i luoghi del Sud Italia: scatti del paesaggio che
“Vengo da una famiglia speciale, che fotografava in tempi lontani e che mi ha trasmesso in silenzio il QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte desiderio di capire e di fissare con le immagini il mondo in cui viviamo. Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE in abbonamento e
Quando vedevo le foto fatte da papà nelle migliori fiere d’Arte. e mamma mi dicevo che non ne sarei Puoi abbonarti o richiedere una copia online: stata capace. Ora, diverse vite più tardi, posso dire che ho lavorato nella artshop.biancoscuro.it fotografia solo per 19 anni, ma in
questi anni ”ho fatto il lavoro di 50. Lisetta Carmi
si modifica con l’intervento umano, i corsi d’acqua, la pastorizia e la montagna, si accompagnano a ritratti di vita sociale, di lavoro e di celebrazioni. Due sale del MACTE ospitano una selezione di opere della collezione permanente del museo che articolano
diverse interpretazioni di “pa-
esaggio”, come nelle opere della
Collezione del Premio Termoli
di Elisa Montessori, Luca Patella, Bianca Santilli, Eugenio Carmi, fratello di Lisetta, Mario Schifano, Giulio Turcato, creando così un confronto tra i diversi fotografi. Lisetta Carmi nasce da una famiglia borghese di origini ebraiche e sarà per questo costretta fin da piccola all’esilio in Svizzera. Dopo un lungo periodo dedicato alla musica e al pianoforte, Lisetta abbandona la carriera di pianista per dedicarsi alla foto-
grafia come mezzo di impegno politico e di personale ricerca
interiore. Autodidatta, impara le basi del mestiere lavorando per tre anni come fotografa di scena al teatro Duse nella sua città. Compie una serie di reportage, come quello sui lavoratori del porto di Genova, il suo impegno nella
fotografia prosegue attraverso numerosi viaggi in Israele tra il
1958 e il 1967, e poi in Ameri>>>
Sopra:Lisetta Carmi Irgoli in Baronia, 1964 Sotto: Lisetta Carmi Calangianus (fabbrica di sughero), 1964
Nella pagina precedente: Lisetta Carmi Orgosolo (gregge di pecore sulla strada), 1976
LISETTA CARMI Voci allegre nel buio
15 settembre 2021 – 16 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte MACTE - Museo di Arte Contemporanea, Termoli Trovi la versione completa, CARTACEA o DIGITALE INFO T. +39 0875 808025 info@fondazionemacte.com in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte. Da mercoledì a domenica 10.00/13.00 - 15.00/19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sitoPuoi abbonarti o richiedere una copia online: artshop.biancoscuro.it www.fondazionemacte.com
<<< ca Latina nel 1969, per spostarsi successivamente in Oriente, visitando l’Afghanistan, il Pakistan, l’India ed il Nepal. Tra il 1962 e il 1974 si reca con frequenza in
Lisetta Carmi Calangianus (fabbrica di sughero, tamponi), 1976
la, i suoi luoghi e in particolar modo la gente, che diventa protagonista indiscussa delle sue
foto. Il suo occhio attento scruta e coinvolge lo spettatore e le sue
opere in bianco e nero rendono omaggio a dei luoghi in conti-
nua evoluzione. s l
AURORA COPPOLINO
auroracoppolino@alice.it aurora coppolino 84 aurora.coppolino.5
BILLY RAY ART GALLERY
GIORGIO GOST VINYL RECORD 45 RPM saved in the “time capsule of resin” to be heard in the year 6000 19x21 cm.
Ferdinando Scianna
di rebecca Maniti
Si può mentire con le fotografie. Si può persino dire la verità, per quanto ciò sia estremamente difficile. Il luogo comune vuole che la fotografia sia specchio del mondo ed io credo occorra rovesciarlo: il mondo é lo specchio del fotografo. Ferdinando Scianna” “
Il titolo di questa nuova mostra dedicata a Ferdinando Scianna è chiaramente un ossimoro. Basti pensare che è stato il primo italiano
ammesso nel 1982 alla famosa
Agenzia Magnum(fondata da Robert Capa e da Cartier-Bresson, colui che lo ha introdotto): “Non chiamatemi maestro”, è il titolo della rassegna in programma a STILL Fotografia. Impossibile non accostare la parola “maestro” a Scianna. Il suo lungo percorso artistico si snoda attraverso tematiche quali la guerra, i viaggi, le esperienze mistiche, la religiosità popolare, tutte legate da un unico filo conduttore: la
costante ricerca di una forma
nel caos della vita. La mostra, curata da Fabio Achilli e Denis Curti (Direttore artistico della Casa dei TRE OCI di Venezia), presenta 50 immagini che raccontano, attraverso molte delle sue fotografie più iconiche, la carriera di questo grande artista contemporaneo.
Gli scatti ci accompagnano in
una sorta di viaggio fra Spagna, America Latina, New York, Parigi, e naturalmente l’amata
Ferdinando Scianna, Spagna, 1984 © Ferdinando Scianna / courtesy Still Fotografia
Sicilia, isola incantevole e com-
plessa, attraversata da millenni di civiltà diverse. Lo lega a questa terra anche un’amicizia eccelsa come quella con Leonardo Sciascia (consi-
derato l’uomo-chiave della sua
esistenza) con il quale pubblicò, a soli venuto anni, il primo dei suoi numerosi libri, “Feste religiose in Sicilia”, con il quale vinse il premio Nadar. Scian-
na ha ricevuto numerosi e im-
portanti premi internazionali; ha pubblicato oltre sessanti volumi; ha lavorato nel reportage, nel ritratto, nella moda e nella pubblicità. Scrive di critica fotografica e di comunicazione e negli ultimi anni è impegnato
in una letteratura ibrida che FERDINANDO SCIANNA
Non chiamatemi maestro
sposa testo e immagine. Perdersi tra le sue frasi, così come QUESTA è LA VERSIONE FREE di tra le sue fotografie, è un viaggio BIANCOSCURO Rivista d’Arte appassionante: “Le mie immagini, e non soltanto quelle siciliane, Trovi la versione completa, sono spesso molto nere. Io vedo e CARTACEA o DIGITALE compongo a partire dall’ombra. Il in abbonamento e sole mi interessa perché fa ombra. nelle migliori fiere d’Arte.
Immagini drammatiche di un
mondo drammatico”, afferma il Puoi abbonarti o richiedere una copia online: fotografo. La mostra è visitabile dal pubbli-artshop.biancoscuro.it co sino al 22 gennaio 2022, un percorso sincero nella carriera del Maestro Ferdinando Scianna. s l
A destra: Ferdinando Scianna, Benares, india, 1972 © Ferdinando Scianna Courtesy Still Fotografia In basso: Ferdinando Scianna, Parigi, 1989 © Ferdinando Scianna / courtesy Still Fotografia
27 ottobre 2021 - 23 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Still Fotografia, Milano
INFO T. +39 02 36744528 info@stillfotografia.it
Da martedì a venerdì 10.00 - 18.00 Giovedì 10.00 - 19.30 Sabato 15.00 - 19.00 domenica e lunedì chiuso
Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito www.stillfotografia.it
Franco MELONI
posta@francomeloni.com francomeloni1970 www.francomeloni.com
Immagini inedite di “pause e silenzi”
di lucia Garnero
Sopra: Gabriele Basilico 2009, Brescia Courtesy Archivio Basilico, Milano
Inaugurata il 18 settembre al Museo Civico “Castello Ursino” di Catania, la mostra Gabriele Basilico. Territori intermedi, promossa e realizzata da Fondazione OELLE Mediterraneo antico in collaborazione con l’Archivio Gabriele Basilico, riunisce oltre sessanta immagini inedite. A cura di Filippo Maggia, l’evento nasce dalla volontà di riportare l’attenzione su una parte importante della produzione del grande fotografo sinora rimasta nell’ombra. Si tratta di immagini mai pubblicate né presentate in esposizioni personali o collettive, “sacrificate” per esigenze precise derivanti dalla committenza,
Gabriele Basilico 2008, Langhe, Piemonte Courtesy Archivio Basilico, Milano
QUESTA è LA VERSIONE FREE di BIANCOSCURO Rivista d’Arte Trovi la versione completa, A sinistra: Gabriele Basilico 1995, Milano CARTACEA o DIGITALE Courtesy Archivio Basilico, Milano
in abbonamento e Sotto: Gabriele Basilico nelle migliori fiere d’Arte. 1991, Beirut Courtesy Archivio Basilico, Milano In basso: Gabriele Basilico 2005, Montecarlo Puoi abbonarti o richiedere una copia online: Courtesy Archivio Basilico, Milano
artshop.biancoscuro.it
eseguite dalla metà degli anni
Ottanta sino al primo decen-
nio del Duemila, e che hanno coperto gran parte della carriera del fotografo milanese. Racconta il curatore: «La selezione delle fotografie che ho fatto rivela un approccio sino a oggi poco indagato all’interno della ricca produzione artistica lasciata da Basilico. I “territori intermedi”
sono spazi fisici tangibili con lo sguardo, ma anche spazi men-
tali, indotti nell’osservatore dai vuoti, dalle assenze determinate da pause e silenzi nella costruzione visuale dell’immagine». Quanto viene ritratto appare come “paesaggio sospeso”, in una condizione intermedia, nel quale qualcosa pare in procinto di manifestarsi. Eppure nulla avviene, come se l’attesa stessa fosse il fine. Come se quel clima di stasi e di calma apparente contenesse già in seno tutte le rivelazioni che si stavano cercando. Le fotografie di Gabriele Basilico sono un omaggio al contesto urbano e alle sue trasformazioni: palazzi e skyline si personificano, occupando la scena come strutture cariche di sentimento. Edifici spogli, strade deserte, spiagge e sentieri collinari vengono “catturati” dall’artista sotto una nuova luce. Una luce
che ferma il “respiro” dell’im-
>>>
<<< magine, bloccando la visione in un’atmosfera quasi ascetica. Dopo la laurea in architettura, Gabriele Basilico (Milano, 1944-2013) si dedica con continuità alla fotografia. La forma e l’identità delle città e i mutamenti in atto nel paesaggio urbano sono, fin dagli esordi, i suoi ambiti di ricerca privilegiati.
(1978-80) è il primo lavoro dedicato alla periferia industriale e corrisponde alla sua prima mostra in un museo. Nel 1984, riceve l’incarico di partecipare alla Mission Photographique de la DATAR, una grande committenza pubblica voluta dal governo francese per registrare le mutazioni del paesaggio in atto. Il 1984 è anche l’anno di “Viaggio in Italia”, mostra e libro nei quali gli autori radunano le differenti esperienze dei fotografi italiani sul paesaggio del Bel Paese. A seguire, si dedica ad un progetto personale che diventa in pochi anni un libro e poi mostra: “Bord de Mer” .
Sopra: Gabriele Basilico 2005, Bari Courtesy Archivio Basilico, Milano
Sotto:Gabriele Basilico 1998, Milano, Parco Sud Courtesy Archivio Basilico, Milano
GABRIELE BASILICO TERRITORI INTERMEDI
18 settembre 2021 – 6 gennaio 2022 (verifica l’effettiva apertura prima di recarti sul posto) Museo Civico “Castello Ursino”, Catania
INFO
T. +39 095 2282011 info@fondazioneoelle.com Da lunedì a domenica 9.00 - 19.00 Inquadra con il tuo smartphone il codice QR per collegarti al sito
www.fondazioneoelle.com
in abbonamento e nelle migliori fiere d’Arte. Puoi abbonarti o richiedere una copia online:
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Gabriele Basilico 2006, Israele Courtesy Archivio Basilico, Milano
Osservando e analizzando il paesaggio, Basilico inizia a indagare con sempre maggior insistenza il
rapporto fra le opere dell’uo-
mo e lo spazio. Quello spazio che occupa piani visivi all’interno dell’immagine, sino ad allora poco o quasi mai considerato. «Le sue visioni dei margini e delle periferie delle città in continua trasformazione offriranno sicuramente a visitatori e istituzioni
spunti di riflessione sulla nostra società e su un prossimo futuro
da re-immaginare” sottolinea Ornella Laneri, presidente della
Fondazione OELLE Mediterra-
neo Antico. s l