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Tracce d’Acqua alla base delle Civiltà: Etruria del centro-sud
Le terre di mezzo, i percorsi del mito, il cammino piramidale dell’essere
[31ª puntata]
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“Il 23 settembre 2017 i ragazzi dell’Istituto Sperimentale raggiunsero Eleda alla Piramide di Bomarzo. Eleda iniziò così l’insegnamento alla Fondazione Internazionale di Bonart. L’obbiettivo era iniziare a CreaREvolvere nuove generazioni pensanti: li aspettava il mondo culturale Rasna. La Storica Mariac Kayak, spalla culturale di Eleda, giunta di fronte all’antica scalinata e salendo sui ripidi gradini, iniziò a raccontare ai giovani allievi che si trovavano ai piedi di quella misteriosa struttura utilizzata dalla cultura Etrusca, chiamata il Masso del Predicatore. ”
Colline Etruria © Photo by Adele Arati
La civiltà Etrusca era un pool genetico complesso, con una forte conno tazione culturale e il luogo della Piramide di Bomarzo è il più antico da loro frequentato. Si pensa sia stato costruito da uno di quei popoli indigeni che contribuirono a formare l’ Etruria , i Rinaldoniani (1800 a.C. ), ttrovati a Rinaldone nel 1903 grazie alle ricerche dell’archeolo Luigi Pernier . Si pensa fossero creature molto grandi, alte più di due metri. Nell’area furono trovate tombe a grotticella a volta circolare e scoprirono che erano una cultura matriarcale, con go italiano . Avevano molto in comune con i popoli appennini padani dello stesso periodo storico. Questo ci riporta ad altre popolazioni della Sardegna, mediterranee, atlantiche, asiatiche e americane:
il culto della Dea Madre
.
i misteriosi giganti del mare
“Dopotutto, da recenti studi, Eve, la biomedica, dopo un lungo silenzio si espresse: abbiamo saputo che una stretta linea dell’aplogruppo del cromosoma Y R1b con subclade U-152 presente in Toscana e in Emilia, (ovvero l’area di origine della cultura villanovia na pre-etrusca) è presente anche in Sardegna, testimonianza del contatto tra questi popo - li, sfociato poi nella cultura di La Tène del nord d’Europa a causa di contatti migratori.”Gli Etruschi erano anche confinanti con altri popoli di quell’Italia antica e poco conosciuta. A nord confinavano con l’odierna Civita Castellana, abitata dai della città di Falerii Veteres. Nelle loro tombe compare inciso il curioso
Falisci
di Haratta, ucraina, sumera e
Aratti
BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.itcognome Arati-Aratio , che ci riporta agli proto-indiana. Al centro-nord con i Capenati della Valle del Tevere; a est con i Curiti o Quiriti della città di Cures Sabini, e infine a sud confinavano con il centro arcaico di Poggio Sommavilla, ritrovandosi a ovest con gli Etruschi di Castel d’As so e di Veio. Tito Livio, storico romano, accomuna alleanze di alcuni di questi popoli con i Rasna (in particolare con i Falisci ed i Capenati) a partire dal V sec. a.C., quando iniziò la difesa contro i Romani. Nei centri Falisci ci sono tracce di insediamenti e tombe risalenti alla cultura protovillanoviana . Si narra (senza però indicarne la localizzazione), che in primavera, una volta all’anno, i capi dei dodici popoli della Lega Etrusca si incontravano in concili federali per definire future decisioni condivise. Il luogo d’incontro era diverso ogni volta, e lì ricostru ivano il Fanum Voltumnae, il Santuario di Voltumna con i dodici troni d’oro . Mariac, cambiando velocemente discorso, tornò a parlare del Masso del Predi catore : “Questo altare piramidale alto 10 metri, ricorda i monumenti amerindi. Fu scoperto nel 1911, ma non è mai stata indagato profondamente; nel tempo vi furono
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Cerveteri © Photo by Adele Arati
BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.ittrovati reperti appartenenti al periodo Etrusco. É interamente scolpito nella pietra locale, il Peperino, sita in una zona non facilmente accessibile e dedicato al culto delle acque. Questi artisti della pietra costruirono anche altri complessi megalitici astro nomici, per esempio quello di Poggio Rota , le vie cave e le fondamenta delle città megalitiche del Centro Proto Italico che in seguito visiteremo, legati allo studio solare e astrale nell’antichità.” “Conoscere da Vicino gli Etruschi significa di nuovo toccare con mano la cultu ra dimenticata” , affermò Eleda guardando con tono severo i ragazzi. Etzel Sbart, nonostante fosse un ragazzino di 14 anni, era già un feroce calcolatore e con astuzia chiese del Tesoro Etrusco mai ritrovato , quei doni che venivano portati ai concili dai capi dei dodici popoli della Lega Etrusca. “Ma tu, quale valore dai alla ricerca?” , così gli rispose Eleda per rimproverarlo, gli bastava guardarlo negli occhi per com - prendere le sue reali finalità. Etzel era anche affascinato dalle ricerche, in particolare quelle sulle origini indigene italiche del 1785 di Monsignore Mario Guarnacci . Su quei popoli Italici avrebbe avuto ancora molto da imparare, ricercare e scrivere. Erano già stati intrapresi studi successivamente da molti, tra cui l’archeologo mar - nel 1837, il quale, con i figli, organizzò al 121 di Pall Mall di Londra un’esposizione di tombe etrusche articolata in dodici stanze, attirando l’attenzione del
chigiano Campanari
Times, che diede la notizia di un misterioso popolo vissuto in
Italia (il British Museum acquistò quasi in blocco i reperti esposti). Ma non solo la celebre testata fu illuminata dalla mostra, ma anche una singolare viaggiatrice,
, Hamilton Gray dal cognome del
Elizabeth Caroline Johnstone
, che dal 1838 compì varie escur -
storica ed esploratrice scozzese
marito Jhon,
Antica Etruria, a Castel d’Asso, Cerveteri, Chiusi, Veio, Vul -
sioni nei siti dell’ . Elizabeth lasciò le sue esperienze in un suo libro-dia -
Tuscania
ci, Tarquinia e (edito a Londra nel 1840) che in “Tour to the Sepulchres of Etruria nel 1839” rio seguito confluirono in “Storia generale dell’Etruria 1843-1844” . Sulle orme di Eli zabeth si mise, tra il 1842 ed il 1847, l’esploratore ed etruscologo George Dennis , , dando vita ad un trattato di
accompagnato in parte dall’artista Samuel Ainsley
“Cities and cemeteries of Etruria” pubblicato nel 1848 dal 1.085 pagine intitolato
Oggi questi volumi sono una traccia indelebile di reperti ormai andati perduti, come la necropoli di Castel D’Asso, ritratta da Ainsley
British Museum, e riccamente illustrato dagli autori. il 3 novembre del 1842. Il 31 dicembre 2017, dopo tre mesi di studi nel Viterbese e l’avere compreso il percorso dei primi studi antichi sull’affascinante civiltà proto-Italica, il team di ricerca era pronto per il tour sui luoghi Etruschi. Salirono di nuovo sul Velimana, ora tutti i 16 posti erano al completo: i 12 ragazzi, Eleda, Mariac, Eve ed Emiri erano pronti a raggiungere di nuovo il capo spedizione Klauss a
Tarquinia . Il 21 marzo 2018 si infilarono le mute per un bagno al porto Etrusco sommerso della Spiaggia delle Murelle, a Tarquinia; poi raggiunsero il centro storico dell’antica metropoli per visitare uno dei più importanti Musei archeologico nazionali Etru -
. schi, ospitato all’interno del Palazzo Vitelleschi Eleda, in piedi vicino a Klauss, a fianco delle statue dei cavalli alati dell’ara della 115regina esposti insieme alle sfingi femminili e alle maschere apotropaiche con orec chie spiraleggianti, introdusse per la prima volta l’Originario Mito Ancestrale
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Castel d’Asso © Photo by Adele Arati
Voltumna , simboli di “Siamo di fronte alle rappresentazioni principali di
116 ai ragazzi: buon auspicio, essenza biforme femminile e maschile che tutto ha originato . Sono presenti in tutte le culture del mondo, ma non fatevi ingannare in futuro, dal senso invertito datogli dai Greci e quello dei tempi più recenti, in cui gli aggiunsero le corna.”
a Tarquinia restavano da visitare le aree della Doganaccia e della Ne -
Laggiù cropoli Monterozzi , con la presenza di centinaia di tombe dipinte che rappre -
il primo nucleo figurativo ancora intatto dei complessi archeologici
sentano più importanti del Mediterraneo . La maggior parte delle necropoli sono scavate sotto metri di roccia e sormontate da tumuli di terra, similmente a quelli Kurgan euroasiatici. Un esempio ancora visibile sono i tumuli del Re e della Regina della Necropoli della Doganaccia, con
l’ingresso principale a est come tutte le ance -
strali sepolture mondiali . In sostanza sono camere ipogeiche megalitiche acces - corridoi in discesa (dromoi) come nella Valle dei Re, in Egitto , verso un unico ambiente quadrangolare con soffitto a doppio spiovente, ma in epoca ellenista assunsero invece dimensioni grandiose con pilastri a sostegno delle strutture. Esse costituiscono lo specchio fedele della concezione che gli Etruschi avevano della vita, della morte e dell’esistenza di un aldilà.sibili tramite
La simbologia dipinta nei soffitti (formata da cerchi, quadrati, croci a fiori) forma degli schemi a scacchiera e ricorda le Domus de Janas della Sardegna
. Qui è presente Charun , l’essere alato Etrusco con i capelli serpentiformi, a guardia della Porta bi_univer sale dell’Aldilà, come trasposizione del Caronte greco , il traghettatore dei morti.
La più grande rappresentazione mondiale della Porta dell’Aldilà la troviamo
nella Necropoli di Castel D’Asso . Con il Velimana atterrarono nel fangoso centro rupestre, il sito ancora intatto, con libero accesso. Sembrava sospeso nel tempo e con stupore e meraviglia il team si addentrò alla scoperta. Mariac riprese a narrare la storia Etrusca:
“Vi furono vari periodi della Storia Etrusca dopo la sua origine avvenuta tra il XII e il IX sec. a.C. e fu soprattutto il tipo di sepoltura a determinare il numero finito dei passi elementari che caratterizzarono i fenomeni sociali alla base delle sue svolte, partendo dalla originaria inumazione…” . Mariac, prima di tornare a parlare dei successivi periodi Etruschi, convinse Emiri a spostarsi a Cerveteri, la considerava una città cardine Rasna e quindi sotto la sua guida si spostarono alla BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.itmitica Cisra . Ella sapeva che laggiù una rappresentazione della Porta dell’Aldilà bi_universale sorreggeva una rappresentazione di un misterioso mondo.Giunti a Cerveteri Eleda chiese ai ragazzi: “Secondo voi, cosa rappresenta la Bi_Uni_Versalità?” Cerveteri era una delle città Etrusche più a Sud d’Italia , con un circuito di estensione di 6 km, chiamata dagli Etruschi “Cisra”, dai Romani “Caere” e dai Greci “Agylla” . La sua era una posizione strategica già dal VII, sino al I sec a.C., protetta da ripide naturali, parete tufacee e da fossi acquatici delle cascate della Mola. Controllava le rotte tirreniche con tre porti , Alsium, Punicum, Pyrgi, e possedeva la Necropoli della Banditaccia. A poca distanza era sita l’antica Veio, posta sulla riva destra del Tevere (che per la vicinanza fu la prima ad essere assorbita dai Romani nel IV secolo a.C.). La Necropoli della Banditaccia, Sito Unesco dal 2004, con una via sepolcrale lunga 2 km, è un parco archeologico con annesso Museo . Interamente costruita con blocchi e lastroni di pietra me -
Piramide estrusca a Bomarzo © Photo by Adele Arati
BIANCOSCURO R I V I S TA d ’ A R T E Ordina la versione cartacea o PDF su Uffici stampa, gallerie ecc. possono chiedere il PDF gratuito a info@biancoscuro.it https://artshop.biancoscuro.itgalitici e poi coperta da tumuli circolari di terra che preludono a grandi camere interamente scavate nella sottostante roccia. Il team di ricerca era particolarmente interessato alla Tomba dei Rilievi, costruita a metà del VI sec. a.C. : due leonesse di pietra li introdussero al dromoi, la lunga discesa con una profondità di circa 6 metri di altezza. Sembrava inghiottirli e trascinarli all’ipogeo tombale della fami - glia dei Matuna (cognome che ricordava le dinastie dell’oceano pacifico). Emiri, essendo un polinesiano incuriosito dalla particolarità, fu il primo a scendere all’e - splorazione seguendo la struttura a doppio spiovente. Il suo sguardo cadde subito al centro, sotto il loculo principale dove vide raffigurata Varima-te-takere, l’es - sere con le due gambe serpentiformi, uscito dalla dimora Avaiki-abzu, il mare primordiale sotterraneo, ceduto dall’elemento Dhatu per generare il nostro bi_uni_verso. Immediatamente comprese che poteva corrispondere all’etrusco Voltumna ed era li per accompagnare nell’aldilà i defunti. Volgendo lo sguardo a destra gli apparve il simbolo della porta che collega i due universi, con la parte superiore che sollevava un mondo azzurro: Mariac aveva ragione, il luogo era un elemento cardine. Quell’intuizione sulla cultura Etrusca fu fulminea, era troppo presto per rivelarla, ma Eleda giunse alle sue spalle e, alla vista dell’ipogeo, esclamò:
“La Madre non è mai stata sconfitta, erano una cultura matriarcale!”
(tratto da Cities and Cemeteries of Etruria del Poi dal palmare visualizzò il disegno Tomba della Sirena Bicaudata , detta all’epoca “della 1848 di S. Ainsley) della Fontana”: era chiaro che le prossime tappe sarebbero state le Vie Cave e Sovana.25 apPunto d): “Nei linguaggi di programmazione vi è un codice che Crea_R_Evolve un codice binario, ed è un procedimento che risolve un determinato problema, attraverso un numero finito di passi elementari.” Ero su quei passi. Eleda aveva fatto la sua parte, aveva suggerito delle domande importanti ai ragaz zi: “Ma perchè la pratica della sepoltura era in continuo mutamento per questa civiltà, dove portano le loro porte dell’aldilà e cosa rappresenta la Bi_Uni_Versalità?”Il mito per loro risultava fondamentale, come lo fu preservare il loro linguaggio madre, tutto questo portava l’Istituto a continuare indagare questo popolo, senza immaginare dove li avete portati nel futuro prossimo... Adele Arati artiStà
[...] continua sul prossimo numero di BIANCOSCURO
Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale, le parti culturali sono vere e il reale si unisce all’intreccio del Filo virtuale della Fantasia Crea_R_ Evolutrice. Una Linea aKa, presente in ogni mia opera, dove tutto ebbe un 00_R_Inizio, in questa saga artistica Fanta-ma-Scientifica, per il bene comune Finito-ma-Infinito, in memoria del Popolo_00. Testi liberamente tratti dai miei futuri Romanzi Artistici Fanta-ma-Scientifici. <Opere d’art’è di Scrittura CreAttiva, aaParole con apPunti, Tavole AlgoRitmiche d’artiStà>
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