Bibenda n° 70

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Anno XVII - n. 70 - Mensile Aprile 2018

70 duemiladiciotto

I


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copertina > Per la Fondazione Italiana Sommelier e per i suoi iscritti, il primo semestre del 2018 è stato ricco di attività, grandi e piccoli corsi, l’Oscar del Vino, il Bibenda day, il Forum Nazionale della Cultura dell’Olio, il Forum Internazionale per la Cultura del Vino, il Primo Congresso della Fondazione: all’insegna del gusto e della qualità.

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Terenzio Medri, Capitano di cuore / di Franco M. Ricci 1° Congresso Nazionale Fondazione Italiana Sommelier Il carillon dell’Angelo / di Paolo Lauciani Il volano della narrazione di un vino / di Maurizio Saggion La favola del vino: Spumanti si nasce / di Stefano Milioni Apologia del Gamay / di Daniele Liurni Risto Tour / di Stella G. de Baciis Crucibenda / di Pasquale Petrullo La giornata dell’Oscar del Vino 2018 La giornata dell’Olio Sentium de i Feudi di Romans Linea Verde Estate 2018 Il cuore pulsante di Valdobbiadene / di Claudio Bonifazi Quando il vino sa di tappo / di Michele Scognamiglio Melodia: il suono delle casse di vino

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Muraglia e il gusto della contaminazione Il vino a Tenerife / di Davide Maria Consolaro Il cibo a Mauritius Ancora tu / di Cinzia Bonfà Barsac / di Giuseppe Nucara Speciale Taste e Fuori di Taste Confagricoltura su etichettatura europea Difesa sostenibile della vite Assegnati i Wine Leader Awards 2018 dell’IWFI Adotta un filare La mappa del Nizza L’Unione Italiana Vini sull’export italiano 2017 Informazioni da Fondazione Da Leggere



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F

r a n c o

M .

Terenzio Medri, Capitano di cuore

R

i c c i

Nella notte del 13 maggio ci ha lasciato Terenzio Medri. È stato per molti anni il Presidente dell’Associazione Sommelier e per molti anni è stato una figura rassicurante e capace. È stato una certezza e un filo conduttore, è riuscito a emancipare un’Associazione raccolta ai minimi storici portandola a circa 40.000 iscritti. È sempre stato lontano da invidie e gelosie, che riteneva sentimenti rovinosi per i consessi culturali strazianti per chi si impegnava a costruire un nuovo corso di comunicazione del vino. Terenzio era un politico di cuore e di anima. Negli ultimi tre anni è stato il Vice Presidente di Worldwide Sommelier Association. A sua moglie Luciana e alla figlia Barbara giungano i nostri abbracci e il nostro affetto per sempre. 2


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Bibenda 67 duemiladiciotto

1° Congresso Nazionale

1° CONGRESSO Forum, Attività, Degustazioni, Seminari, Convegni, Campionato Mondiale dei Sommelier.

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NAZIONALE

Fondazione Italiana Sommelier

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1° Congresso Nazionale

A Roma convocato il

1° CONGRESSO NAZIONALE A tutti gli Iscritti di Fondazione Italiana Sommelier Al Consiglio di Amministrazione Al Collegio dei Sindaci Al Collegio dei Probiviri Il 1° Congresso-Forum Nazionale della Fondazione Italiana Sommelier avrà luogo a Roma nei giorni Sabato 30 Giugno, Domenica 1° Luglio e Lunedì 2 Luglio 2018 presso la Sede Centrale della Fondazione in Via Alberto Cadlolo 101 - 00136 Roma - Hotel Rome Cavalieri. Riservato a tutti gli Iscritti per l’anno Sociale 2018, questo il Programma i cui dettagli, orari e temi sono visualizzabili sul nostro sito www.bibenda.it

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t PRIMO GIORNO - SABATO 30 GIUGNO 2018 t

Contributo di Euro 20, valido per la partecipazione al primo giorno del 1° Congresso Nazionale della Fondazione Italiana Sommelier, per l’ingresso alla Seconda Parte del Concorso Primo Sommelier del Mondo di Worldwide Sommelier Association, per l’ingresso al Seminario-Presentazione e alla degustazione a banchi d’assaggio. Ingresso riservato esclusivamente agli iscritti alla Fondazione Italiana Sommelier in regola con la quota associativa annuale. No tessere oro.

Ore

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> APERTURA CONGRESSO

Ore

> CAMPIONATO MONDIALE

10 Ore

15 Ore

16 Ore

16.30

| Riunione del Comitato Scientifico, di tutti i Presidenti Regionali e di tutti i Docenti abilitati all’insegnamento.

| Campionato Mondiale dei Sommelier di Worldwide Sommelier Association - Prove scritte e orali, a porte chiuse.

> USABDA DIVNOMORSKOYE | Seminario-presentazione condotto da Riccardo Cotarella e Attilio Scienza sulla importante realtà Russa Usabda Divnomorskoye.

> A SEGUIRE... DEGUSTAZIONE A BANCHI D’ASSAGGIO | Degustazione a Banchi d’assaggio di 15 Vini dell’Azienda Russa USABDA DIVNOMORSKOYE selezionati da Riccardo Cotarella con assaggio di prodotti tipici fino alle ore 21.

> FINALE DEL CAMPIONATO MONDIALE | Finale del Campionato del Mondo di Sommelier: i tre finalisti davanti ad una platea di esperti Sommelier svolgeranno le loro prove per il titolo di Primo Sommelier del Mondo. A seguire, Festa per la Proclamazione del Vincitore.

Dove: Sala Belle Arti BANCHI D’ASSAGGIO USADBA DIVNOMORSKOYE / Dalle 15 alle 21 Seminario-Presentazione condotto da Riccardo Cotarella e Attilio Scienza sull’importante realtà russa Usadba Divnomorskoye. A seguire dalle ore 16 degustazione a banchi d’assaggio di 15 vini dell’azienda russa Usadba Divnomorskoye selezionati da Riccardo Cotarella con assaggio di prodotti tipici. Etichette in degustazione Blanc de Blancs 20014 Metodo Classico / Grande Cuveé 2014 Metodo Classico Blanc de Noirs 2014 Metodo Classico / Grand Rosé 2014 Metodo Classico Chardonnay 2015 / Pinot Blanc 2015 / East Hill Blend 2015 / Riesling 2016 Traminer 2015 / Pinot Noir 2015 / Merlot 2014 / Cabernet Sauvignon 2014 West Hill Blend 2014 / Syrah 2015 / Marselan 2014

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1° Congresso Nazionale

t SECONDO GIORNO - DOMENICA 1 LUGLIO 2018 t

Contributo di Euro 20, valido per la partecipazione al secondo giorno del 1° Congresso Nazionale della Fondazione Italiana Sommelier, per l’ingresso alla degustazione a banchi d’assaggio e per poter acquistare i wine tasting. Ingresso riservato esclusivamente agli iscritti alla Fondazione Italiana Sommelier in regola con la quota associativa annuale. No tessere oro.

Ore

10

> CONVEGNO | Convegno del 1° CONGRESSO DELLA FONDAZIONE ITALIANA SOMMELIER con il seguente Ordine del Giorno • Fin qui La Fondazione Italiana Sommelier • Quali possibili obiettivi futuri • Sentiamo I Presidenti • Sentiamo gli Iscritti • Note Finali

I WINE tasting SALA LABORATORIO PER LA DEGUSTAZIONE DEI GRANDI VINI DEL MONDO VINTAGE TUNINA Silvio Jermann ➜ Dalle 17 alle 19

Il Vintage Tunina di Silvio Jermann è considerato uno dei più grandi bianchi del Belpaese. Assemblaggio perfetto dei cinque vitigni più rappresentativi del territorio quali Sauvignon, Chardonnay, Picolit, Malvasia Istriana e Ribolla Gialla, con lavorazione tra acciaio e rovere austriaco, sia in fermentazione che in invecchiamento, e affinamento in bottiglia di circa un anno. Le 8 annate in degustazione 2002 / 2005 / 2006 / 2008 / 2010 / 2012 / 2014 / 2015

LATOUR A CIVITELLA

Sergio Mottura ➜ Dalle 17 alle 19

Considerato uno dei vini bianchi più interessanti del centro Italia, il Latour a Civitella di Sergio Mottura è l’espressione perfetta del vitigno Grechetto, coltivato sui calanchi argillosi di Civitella d’Agliano. In degustazione 8 etichette con diverse 8

tappature, 4 con tappo Stelvin e 4 con tappo di Sughero, in una verticale unica per scoprire insieme l’evoluzione di questo incredibile vino. Le annate in degustazione con tappo Stelvin e con tappo di Sughero 2005 / 2010 / 2014 / 2015

GRANDI ROSSI ITALIANI 8 etichette a confronto ➜ Dalle 20 alle 22

8 straordinarie etichette a confronto, uniche nel loro genere per qualità, struttura ed eleganza. In degustazione Barolo Falletto Vigna Le Rocche 2013 Bruno Giacosa Kurni 2015 Oasi degli Angeli Camartina 2012 Querciabella Valpolicella Superiore 2012 Romano Dal Forno Bolgheri Rosso Magari 2014 Camarcanda L’Apparita 2014 Castello di Ama Flaccianello della Pieve 2014 Fontodi Etna Rosso Vigna Barbagalli 2014 Pietradolce

➜ Dalle ore 14

SALA DEI CAVALIERI MONTIANO Falesco ➜ Dalle 14 alle 17 Verticale di 20 annate di Montiano di Falesco. Il Montiano è il vino simbolo di Falesco. Prodotto dal 1993, rappresenta uno dei migliori rossi del Lazio e d’Italia. Da uve 100% Merlot, trascorre 12 mesi di maturazione in barrique e un anno di affinamento in bottiglia. Le annate in degustazione 1994 / 1995 / 1996 / 1997 / 1998 / 2000 / 2001 / 2003 / 2004 / 2005 / 2006 / 2007 / 2008 / 2009 / 2010 / 2011 / 2012 / 2013 / 2014 / 2015

SASSICAIA Tenuta San Guido ➜ Dalle 19 alle 22

Per i 50 anni di storia del vino simbolo della sua Tenuta San Guido, il riservato Marchese Nicolò Incisa della Rocchetta ha deciso di festeggiare con una verticale storica di 20 annate di Sassicaia. Un evento storico, per la prima volta organizzato in Italia. Le annate in degustazione 1980 / 1982 / 1985 / 1987 / 1988 / 1990 / 1991 / 1993 / 1995 / 1997 / 1999 / 2000 / 2002 / 2004 / 2006 / 2008 / 2010 / 2012 / 2014 / 2015


Ore

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> BANCHI D’ASSAGGIO CHAMPAGNE E IL VINO DI ROMA | Sala Belle Arti. Degustazione a Banchi d’Assaggio con grandi etichette di Champagne e i vini di Vigne di Roma. In abbinamento prodotti tipici del territorio fino alle ore 21.

SALA MICHELANGELO A VALLE DELLA LOIRA 10 etichette a confronto ➜ Dalle 14 alle 16

Degustazione di 10 splendide etichette della Valle della Loira, a testimonianza dell’eccellenza produttiva di questo territorio. A confronto le grandi espressioni di Savennières, Saumur Champigny e Sancerre. Le 10 etichette in degustazione Methode Traditionnelle Première Cuvée Jules Bertier Muscadet Sèvre et Maine Expression de Granite 2015 Domaine de l’Ecu Pouilly-Fumé Argile a Silex 2015 Bouchié - Chatellier Sancerre l’Amiral 2015 Gitton Père & Fils Saumur l’Insolite 2016 Thierry Germain Saumur - Champigny - Le Grand Clos 2015 Château de Villeneuve Bourgueil Mi-Pente 2015 Domaine de la Butte Saumur - Champigny Clos Rougeard 2012 F.lli Foucault Sancerre Rouge Les Herses 2013 Gitton Père & Fils Bonnezeaux Cuvée Zénith 1997 Domaine René Renou

CAMARTINA Querciabella ➜ Dalle 17 alle 19

Il Camartina di Querciabella è tra i primi tagli a formula Cabernet-Sangiovese del nostro Paese. Entrambe le due varietà sono coltivate nelle vigne aziendali di Ruffoli sotto regime biodinamico. 10 le annate in degustazione, scelte dal 1991 al 2010, per una verticale all’alto spessore qualitativo. Le 10 annate in degustazione 1991 / 1994 / 1997 / 1999 / 2000 / 2004 / 2006 / 2007 / 2008 / 2010

I MITI DELLE LANGHE Conterno e Giacosa ➜ Dalle 20 alle 22

Due grandi aziende piemontesi, Giacomo Conterno e Bruno Giacosa, due veri miti delle Langhe, indiscussi per la straordinaria qualità delle loro produzione, in degustazione insieme per una serata difficile da dimenticare. Etichette in degustazione Barolo Monfortino Riserva 2010 Barolo Cerretta 2013 Barolo Cascina Francia 2013 Barolo Falletto Vigna Le Rocche 2011 Barbaresco Rabajà 2013 Nebbiolo d’Alba Vigna Valmaggiore 2015

SALA MICHELANGELO B CHAMPAGNE 8 etichette a confronto ➜ Dalle 14 alle 16 8 straordinarie etichette di Champagne, scelte appositamente in diversi territori di produzione: Vallée de la Marne e Montagne de Reims.

Etichette in degustazione Champagne Brut Rosé Cuvée R De Rosa Christian Bourmault - Avize Champagne Brut Cuvée Antique Millésime 2010 Heucq Pere et Fils - Cuisles Champagne Brut Blanc de Blancs Premier Cru Cuvée Les Hautes Prières Millésime 2009 Roger Constant Lemaire - Villers sous Châtillon Champagne Brut Rosé de Saignée Serveaux Fils - Passy Sur Marne Champagne Brut Blanc de Noirs Grand Cru Barnaut - Bouzy Champagne Brut Dosage Zéro Grand Cru Eric Rodez - Ambonnay Champagne Extra Brut Les Beaux Regards Millésime 2013 Bérèche et Fils - Ludes Champagne Brut Rosé Grand Cru Nicolas Maillart - Ecueil 9


I WINE

tasting

SALA MICHELANGELO B

SALA SAN PIETRO

TUTTO GAJA

PROVENZA

Gaja

Château La Verrière

➜ Dalle 17 alle 19

➜ Dalle 17 alle 19

Gaja, azienda simbolo nel mondo per la produzione di Barbaresco, in degustazione con tutta la sua ultima produzione. In degustazione Barbaresco Sorì San Lorenzo 2014 Barbaresco 2014 Barbaresco Sorì Tildin 2014 Barbaresco Costa Russi 2014 Barolo Sperss 2013 Barolo Conteisa 2013

Degustazione di 6 etichette rappresentative di Château La Verrière di André Bessette, importante azienda di Provenza. Etichette in degustazione Château La Verrerie Blanc 2016 Château La Verrerie Rosè 2017 Château La Verrerie Rouge 2013 Bastide de La Verrerie Viognier 2017 Bastide de La Verrerie Rouge 2015 Château de La Verrerie Grand Deffand Rosè 2015 Château de La Verrerie Grand Deffand Syrah 2015

Biondi Santi ➜ Dalle 20 alle 22

SALA MICHELANGELO C ORNELLAIA, MASSETO, SASSICAIA

Ornellaia e Masseto, Tenuta San Guido ➜ Dalle 17 alle 19

Tre straordinarie etichette proposte in due millesimi eccezionali, in un confronto unico che riserverà grandi sorprese. In degustazione Ornellaia 2013 e 2014 Masseto 2013 e 2014 Sassicaia 2013 e 2014 10

➜ Dalle 16 alle 18 Conoscere il Vino. Approccio semiserio al mondo del vino. Durante un divertente seminario, i bambini impareranno giocando tante cose sul vino, da dove nasce a come si produce. Ricordiamo agli Iscritti che prenoteranno online che dovranno comunicare i nomi dei bambini al nostro showroom BIBENDAMANIA o telefonicamente al numero 06 8550941

BOLGHERI E LA COSTA

6 etichette a confronto ➜ Dalle 20 alle 22 6 grandi etichette provenienti da una delle zone vinicole toscane più conosciuta al mondo. In questo particolare evento, una degustazione proveniente dalla costa bolgherese. In degustazione Lupicaia 2012 Castello del Terriccio 2011 Paleo 2013 Giusto di Notri 2013 Camarcanda 2013 Guidalberto 2015

BRUNELLO DI MONTALCINO

È il Brunello di Montalcino più famoso al mondo quello di Biondi Santi. La sua vinificazione è una vera arte, nasce esclusivamente dal Sangiovese Grosso BBS11, clone selezionato molti anni fa nelle vigne aziendali di oltre i 25 anni nella Tenuta Greppo, con vinificazione e successiva maturazione in botti grandi di rovere di Slavonia. Le annate in degustazione 1983 / 1990 / 1997 / 1998 / 2004 / 2006 / 2008 / 2010 / 2011 più una

IL VINO DEI BAMBINI

SALA VOLIERA CASTELLO DEI RAMPOLLA E CASTELLO DI AMA

3 millesimi a confronto

SIGARI & DISTILLATI 5 Grappe abbinate a un sigaro dominicano

➜ Dalle 20 alle 22

➜ Dalle 20 alle 22

Due straordinarie aziende toscane per indiscussa qualità, si incontreranno e metteranno in degustazione le etichette di punta della loro produzione. In degustazione D’Alceo 2012 Sammarco 2012 Chianti Classico 2014 L’Apparita 2013 Chianti Classico San Lorenzo Gran Selezione 2010 Chianti Classico 2014

A far da cornice alle emozioni sensoriali dell’abbinamento tra Sigari e Distillati gli splendidi giardini del Rome Cavalieri impreziositi dai colori dell’estate appena iniziata. Le Grappe in degustazione Grappa Sperss / Gaja Grappa Invecchiata Selezione del Fondatore Paolo Berta 1996 / Distillerie Berta Grappa Anticacuvée Riserva / Nonino Grappa Fuoriclasse Leon 15 Anni Riserva Roberto Castagner Grappa Mille e Una Notte 2015 /Donnafugata


t TERZO GIORNO - LUNEDÌ 2 LUGLIO 2018 t

Contributo di Euro 20, valido per la partecipazione al terzo giorno del 1° Congresso Nazionale della Fondazione Italiana Sommelier e per l’ingresso alla degustazione a banchi d’assaggio. Ingresso riservato esclusivamente agli iscritti alla Fondazione Italiana Sommelier in regola con la quota associativa annuale. No tessere oro.

Dove: UNIVERSITÀ LUISS GUIDO CARLI INGRESSO GRATUITO / Dalle 10 Il Congresso Nazionale della Fondazione Italiana Sommelier nella giornata di lunedì 2 luglio per la prima parte si svolgerà presso l’Università LUISS nella sede di Viale Romania. Alle ore 10 nell’Aula 200 dell’Università si aprirà l’11° Forum Internazionale della Cultura del Vino, con il tema “Il Valore del Tempo” affrontato da relatori eccellenti. Al termine brindisi con i vini delle aziende del gruppo Marchesi de’ Frescobaldi. (Il programma dettagliato sarà disponibile a breve online su www.bibenda.it).

Ore

15.30 Ore

20

> CONSEGNA DIPLOMI | Sala Michelangelo. Consegna dei Diplomi e delle Insegne a 350 nuovi Sommelier. Consegna degli Attestati d’Onore.

> CENA DI GALA | Sala Terrazza degli Aranci. Cena di Gala per la Consegna dei Diplomi e delle Insegne del 5° BIBENDA EXECUTIVE WINE MASTER.

Dove: Sala Belle Arti MARCHESI DE’ FRESCOBALDI / Dalle 16 alle 21 Con più di 700 anni storia alle spalle, il Gruppo Marchesi de’ Frescobaldi si racconta attraverso le etichette più identificative dei diversi terroir della Toscana e delle differenti Tenute, tutte autonome e indipendenti ma al contempo accomunate dalla stessa filosofia produttiva. Un viaggio unico nella storia di un’azienda e nella geografia di una delle più importanti regioni vinicole del mondo. In occasione del 1° Congresso Nazionale della Fondazione Italiana Sommelier, il Gruppo Marchesi de’ Frescobaldi sarà presente con i prodotti di tutte le sue aziende. Queste le isole di degustazione previste per l’importante banco d’assaggio, così suddivise per evidenziare al meglio le diverse espressioni territoriali della Toscana vitivinicola. A contorno un gustoso Banco d’Assaggio gastronomico di specialità tipiche della nostra penisola.

Le etichette in degustazione per ogni Tenuta Castello Nipozzano Mormoreto 2015 Chianti Rufina Nipozzano Riserva 2015 Castello Pomino Pomino Bianco 2017 Pomino Bianco Benefizio Riserva 2016 Leonia Pomino Spumante Brut Metodo Classico Leonia 2014 Pomino Spumante Brut Rosé Leonia Millesimato 2013 Tenuta Castiglioni Giramonte 2014 Tenuta Frescobaldi di Castiglioni 2015 Tenuta CastelGiocondo Brunello di Montalcino Riserva Ripe al Convento 2012 Brunello di Montalcino CastelGiocondo 2013 Tenuta Ammiraglia Maremma Toscana Syrah Ammiraglia 2013 Rosato Alìe 2017 Tenuta Perano Chianti Classico 2015 Chianti Classico Riserva 2015

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Il carillon dell’angelo

IL CARILLON DELL’ANGELO P

a o l o

L

a u c i a n i

Quando i francesi suonano l’Inno d’Italia non è un’emozione da poco.

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Bibenda 70 duemiladiciotto

Il carillon dell’angelo

«Messieurs Dames, nous avons préparé une petite surprise en votre honneur». Le parole con le quali Marion Millaire, responsabile delle pubbliche relazioni di Château Angélus, accoglie il gruppo della Fondazione Italiana Sommelier in visita esclusiva alla prestigiosa cantina di Saint-Émilion ci lasciano stupiti. E lo stupore si fa emozione pura quando dal carillon posto sul tetto dell’edificio partono le note del nostro Inno Nazionale. Non c’è dubbio, quando i francesi ci si mettono…La storia di Angélus è intrecciata con quella della famiglia Boüard de Laforest, proprietaria di questa tenuta dal XX secolo. Ha acquisito i vigneti nel 1909, quando Maurice de Boüard, Comte de Laforest, ereditò da sua zia il Domaine de Mazerat. Nel 1924 fu aggiunto un vigneto di 3 ettari, il Clos n

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CHÂTEAU ANGÉLUS

de L’Angélus. Lì, in mezzo alle vigne, si sentono le campane dell’angelus di tutte e tre le

33330 Saint-Émilion

chiese della cittadina: da qui il nome “L’Angélus” dato all’intera azienda dopo la seconda

(France)

guerra mondiale; la “L” cadde nel 1990. Hubert de Boüard de Laforest, arrivato nel

angelus@angelus.com

1976 dopo aver studiato con Emile Peynaud alla Faculté d’Oenologie a Bordeaux, è

Tel. +33(05) 57 24 71 39

stato il protagonista di un’ascesa vertiginosa dei vini, anche grazie alla collaborazione del


cugino Jean-Bernard Grenié. Nel 1996 Château Angélus è promosso Premier Cru Classé “B” e nel 2012 diviene addirittura Premier Grand Cru Classé “A”, rango condiviso a Saint-Émilion solo con Ausone, Cheval Blanc e Pavie. Oggi a Hubert e Jean-Bernard si è affiancata l’ottava generazione della famiglia, i cugini Stéphanie de Boüard-Rivoal e Thierry Grenié-de Boüard, eredi di una tradizione ormai ultra secolare. La visita allo Château è affascinante e istruttiva. Ero già stato qui a metà degli anni novanta e i cambiamenti sono evidenti: nella struttura, elegante e moderna, come nei vini. Marion è una guida attenta ed entusiasta: non si limita al racconto, sa trasmettere la passione. Per di più, ci accompagna mantenendo sempre al collo il tastevin che le abbiamo regalato, del quale sembra davvero orgogliosa. Cultura dell’ospitalità. Non dovrebbe essere proprio questa una delle basi della nostra civiltà? Non è forse vero che la grandezza di un vino è fatta anche dalle donne e dagli uomini capaci di raccontartelo, di dargli un’anima, di “farti vivere” i luoghi in cui nasce? Ecco perché siamo tutti rapiti dalla magia del momento.

E

ION Z A T S EGU

LA D

CHÂTEAU ANGÉLUS 2011

La degustazione è il naturale sigillo di un percorso colto e fascinoso. Château Angélus 2011 – “millésime gourmand”, annata non monumentale ma capace di esprimere rossi raffinati e di precoce prontezza – si presenta con il consueto manto rubino compatto. I profumi sono affabili e opulenti, “soffici” e coinvolgenti: ribes nero e amarena, viola e caffè in grani, cacao, corteccia di china e rabarbaro, tabacco ed eucalipto. Il sorso è ampio e felpato, golosissimo, sostenuto da tannini educati e setosi, caratterizzato da vivida freschezza e tenore alcolico perfettamente integrato. La persistenza è lunga ed emozionante come il suono del carillon dell’Angélus che esegue “Fratelli d’Italia”: la sorpresa che non ti aspetti, ma che lascia il segno. Proprio come sa fare questo autentico fuoriclasse. 15


Il volano della narrazione di un vino

Bibenda 70 duemiladiciotto

Il volano della

narrazione di un vino M

16

a u r i z i o

S

a g g i o n


Nel filone dell’intelligenza emotiva, ecco la comunicazione empatica.

«Comunicazione è qualsiasi evento,

stato emozionale degli interlocutori

cosa, comportamento che modifica

durante lo stesso evento.

il valore di probabilità del compor-

Lo scandire delle fasi nel gioco della

tamento di un organismo», scriveva

degustazione, richiede al conduttore

Paul Watzlawick. Tuttavia associa-

una sapienza nel guidare l’audience

mo la comunicazione alla parola

in questo viaggio sensoriale, offren-

che di questa è una componente,

do coerenza attraverso il contenuto

per di più minoritaria.

dell’esposizione. Entrare in empatia

La comunicazione si muove lungo due assi: il primo, razionale, è

con i temi, e con il pubblico, è un’alchimia emozionale che si

centrato sulle funzioni logiche del pensiero e trova nella parola il

evidenzia con una stabilità fisica dell’audience e una dinamicità

principale veicolo; il secondo, denominato della comunicazione

motoria del bicchiere. I comunicatori bravi (fortunatamente in

analogica o dell’inconscio, è la sede delle emozioni, dell’intuito,

FIS ne abbiamo tanti), surfano su queste emozioni, posizionan-

dell’immaginazione, della creatività, ed agisce prevalentemente

dosi diametralmente all’opposto della monotonia espositiva di

attraverso strumenti non verbali e para verbali.

un prodotto agita su un testo predeterminato, grigio, asettico

Per meglio descrivere il peso di ognuna di queste “due aree di

e monocorde.

comunicazione”, la metafora di Freud che paragona la mente

Emerge dunque la necessità di dotarci di una cassetta degli

umana ad un iceberg è assai efficace. La parte visibile non è

attrezzi che contenga i principali strumenti per rendere efficace la

che il 10% del totale, mentre il materiale sommerso oltre ad

nostra comunicazione; credo che questo debba essere l’obiettivo

avere la dimensione più rilevante, è l’artefice degli spostamenti

di ogni comunicatore del vino.

dell’iceberg in quando il flusso delle correnti marine è su di esso

Tra gli strumenti disponibili uno dei più efficaci è l’uso della

che ha maggiore influenza.

metafora che, inserita strategicamente nella narrazione, è in

Appare evidente che puntare sul valore percentuale 10 della parola

grado di bypassare velocemente le resistenze della mente razionale

come elemento centrale della comunicazione, non consente di

e di facilitare un accesso alla parte sommersa dell’iceberg

valorizzare quel patrimonio di potere del restante 90, dotato di

dell’interlocutore, condizione che genera un senso profondo

sensibilità relazionali naturali in grado di cogliere ed orientare la

dell’esperienza non legato alla sola contingenza.

direzione comunicativa con i nostri interlocutori.

Dunque l’utilizzo delle metafore ed un contesto di comunicazione

La natura multisensoriale della degustazione offre questa

empatica, appaiono opzioni fondamentali per una nuova

opportunità, ovvero rivolgerci alla parte più profonda,

narrativa in grado di infondere Valore al prodotto vino, compito

utilizzando la parola verbalizzata, per far mutare più volte lo

questo del sommelier di nuova generazione. 17


La Favola del Vino

Spumantisi nasce S

t e f a n o

M

i l i o n i

Il perchĂŠ di un successo, dal nostro corrispondente ad Aruba.

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Nelle cronache del vino non passa giorno che qualche com-

acqua di mare, ed altre indicibili diavolerie) hanno permesso di

mentatore non riporti, con un certo senso di sorpresa, il grande

spostare dalle sponde del Mediterraneo alle terre continentali

successo mondiale dei vini spumanti, snocciolando i numeri di

del nord Europa una bevanda meno piacevole ma comunque

produzione e vendite in ogni parte del mondo. Eppure, se si ana-

portatrice d’alcol. Era schifosa a bersi ma l’ebbrezza era garantita.

lizzasse anche superficialmente la storia del vino, ci si renderebbe

D’altra parte la letteratura antica parla di “vino spumeggiante”

conto facilmente che il vino è nato spumante (o, tuttalpiù, spu-

qualche millennio prima che fosse inventato lo Champagne.

meggiante) e che è diventato “fermo” non per scelta gustativa ma

Il quale, grazie al combinarsi casuale di eventi antropici ed

per incapacità tecnica.

elementi tecnici, al momento della sua invenzione, è non solo il primo vino spumante della nuova era del vino, ma anche (e

“Poi Noè, che era agricoltore, cominciò a piantare una vigna; e

finalmente) un vino di immediata piacevolezza gustativa senza

bevve del vino e si ubriacò”. Questo recita l’Antico Testamento,

dover aspettare, per apprezzarlo, che l’alcol compia il suo lavoro

senza frapporre tempi tra il raccogliere l’uva, fare il vino e berselo.

all’interno del nostro corpo. E grazie a questo lo Champagne è

Il vino primordiale si beveva mentre fermentava e deliziava

stato il primo vino in assoluto a viaggiare da nord a sud, capace di

perché era dolce al gusto e inebriava immediatamente. D’altra

conquistare in un lampo i mercati scendendo da una terra fredda

parte anche le altre bevande alcoliche hanno seguito lo stesso

e desolata verso le grandi capitali dove fino ad allora l’avevano

percorso. La birra ancestrale era ottenuta da una mistura di

fatta da padroni i vini del Mediterraneo.

acqua e grano e si beveva mentre fermentava. Lo stesso accadeva (e talora ancora accade) con la chicha peruviana, a base di mais e

Insomma, non è casuale che i vini spumanti stiano conquistando

con il pulque messicano, ricavato dalla fermentazione dell’agave.

il mondo: non c’è dietro né marketing né un sovvertimento nel gusto dei consumatori. C’è solo il fatto che ci restituiscono il

Solo le esigenze commerciali e l’applicazione di rudimentali

piacere del bere mentre beviamo, spostando un po’ più in là

tecniche di conservazione (l’aggiunta di resina, di salnitro, di

l’effetto collaterale dell’ebbrezza. 19


Bibenda 70 duemiladiciotto

Apologia del Gamay

APOLOGIA DEL GAMAY D

a n i e l e

L

i u r n i

Lo scoppio della bolla del Beaujolais, il dopo. 20


Probabilmente al mondo non esiste vitigno più sfigato del Gamay: vittima non di se stesso ma della incontenibile voglia di profitto di certi produttori scriteriati che negli anni ‘80 fecero gonfiare la bolla del Beaujolais Nouveau - il quale riempiva e riempie tutt’ora gli scaffali di ogni supermercato (l’Italia ne importa circa 150 mila bottiglie l’anno) - che per sempre ne rovinò la reputazione e lo relegò a ignobile uva per vini semplici e commerciali. 21


Bibenda 70 duemiladiciotto

Apologia del Gamay

Nonostante la bolla sia ormai scoppiata da tempo e i consumi di Beaujolais Nouveau si siano ridotti di due terzi rispetto a 30 anni fa, con la conseguente diminuzione dei vigneti (da 23 mila a 16 mila ettari), l’immagine del povero Gamay è ancora danneggiata da questo prodotto che a ben vedere poco ha a che fare con un vitigno invero molto interessante. Se a ciò aggiungiamo l’ulteriore danno storico causato da Filippo II l’Ardito, Duca di Borgogna, che nel 1395 fece espiantare tutte le vigne di Gamay dalla regione per favorire il più elegante Pinot Noir, va da sé che a questa cultivar proprio non ne va mai una giusta. Eppure questo antico vitigno, nato dall’incrocio naturale fra Pinot e Gouais Blanc, il cui nome ricorda le sue nobili origini e con cui forse bisognerebbe tornare a chiamarlo, cioé Gamay Noir à Jus Blanc, ha un legame fortissimo con il terroir di quei 6,191 ettari che costituiscono i 10 cru del Beaujolais. Se non avete mai sentito parlare di cru nel Beaujolais allora non conoscete il Beaujolais e, quindi, non conoscete il Gamay: pochi vitigni e poche regioni al mondo infatti sono così interdipendenti fra loro, con un legame esclusivo che rende i vini di quest’area riconoscibilissimi, fruttati, minerali, freschi e degni di invecchiamento, altro che Nouveau! La zona dei cru è situata all’estremo nord della regione, proprio a due passi da Mâcon, dove il terreno è formato da granito e scisti, con un misto fra ardesie blu, diorite, antiche pietre alluvionali e calcare, una complessità di elementi talmente poco fertili che rendono difficile la vita al Pinot Noir, ma che fanno eccellere il Gamay, motivo per il quale questi resiste stoicamente con vigne spesso ultracentenarie. 22


I vini di queste zone hanno freschezza e struttura, con un livello di acidità che, insieme a tannini soffici, garantisce un’immediata bevibilità e una grande versatilità nell’abbinamento con il cibo, così come una discreta propensione all’invecchiamento. Dal punto di vista aromatico i profumi vanno dalla frutta più rossa e croccante a quella più scura e matura, con alcuni esempi che ricordano i Pinot Noir della vicina Côte d’Or, fino a note più speziate, di pepe, che riconducono ai vini del Rodano settentrionale. Chiaramente fra cru e cru ci sono delle sottili ma sostanziali differenze che rendono la scoperta del Gamay e del Beaujolais ancora più intrigante: così si può scoprire che dal cru Moulin-à-Vent arrivano alcuni dei Beaujolais più persistenti, concentrati e atipici, in cui il Gamay assomiglia molto più al Pinot Noir con le sue note sanguigne, mentre dal cru Fleurie, uno di quelli che spuntano il prezzo più alto sul mercato, provengono vini più leggiadri, floreali come il nome suggerisce e decisamente seducenti. La riscoperta di questi cru d’eccellenza, per troppo tempo oscurati dal successo del

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Bibenda 70 duemiladiciotto

Apologia del Gamay

Beaujolais Nouveau, la si deve a quattro produttori che proprio

et Fils e Joseph Druhin, alcuni fra i nomi più influenti di tutta la

negli anni ‘80 invece di scegliere la facile via di imbottigliare e

Borgogna, hanno acquistato negli anni diversi ettari di vigneto,

vendere il vino il prima possibile come facevano tutti, decisero di

e persino interi domaine, da Morgon a Brouilly. Segno evidente

tornare alla tradizione per produrre vini di altà qualità, territoriali,

della voglia di restituire dignità ad un vitigno per troppo tempo

che potessero portare con orgoglio il

considerato di serie B.

nome di Beaujolais: Jean Foillard,

Per questo, mentre i produttori

Jean-Paul Thévenet, Marcel Lapierre

del resto della regione utilizzano

e Guy Breton. Nella mente di questi

la termovinificazione, un processo

quattro vigneròn le idee erano ben

che mira ad estrarre velocemente

chiare, tanto che si impegnarono da

i profumi dalle uve riscaldando

subito a portare avanti il loro lavoro

per 12 ore il mosto a 60° e poi

sulla base di poche semplici regole,

raffreddandolo velocemente per 3-4

quali l’uso esclusivo di vecchie viti,

giorni, con il risultato di ottenere

un regime di conduzione agricola

vini sì molto profumati, ma anche

biodinamica o biologica, la severa

terribilmente piatti e corti al palato,

selezione delle uve, un impiego di

i vignaioli dei cru detrudono questo

solforosa al minimo indispensabile, il

metodo e si avvalgono, nella maggior

rifiuto di ricorrere alla chaptalisation e di filtrare il vino.

parte dei casi, della più delicata semi-macerazione carbonica,

Oggi numerosi produttori si sono re-interessati alla produzione

ancorché alcuni preferiscano semplicemente diraspare e pigiare

di Beaujolais dai 10 cru e la regione sta vivendo una rinascita che

l’uva nel più classico dei modi.

ha attratto anche gli investimenti di diverse aziende della Côte

Anche le rese per ettaro sono tenute basse grazie ad una densità

d’Or: négociant come Louis Jadot, Albert Bichot, Bouchard Père

di impianto che, sebbene ufficialmente si aggiri intorno ai 6 mila

DOMAINE JEAN FOILLARD, MORGON COTE DU PY 2015

Da vigne di 60 anni che insistono su un antico vulcano spento nel cuore del cru Morgon, il vino si esprime con intensi profumi di ciliegia, ribes e mirtillo, note di erbe aromatiche e un tocco speziato che torna anche al palato, ravvivato da una brillante acidità, per un sorso pieno, succoso, dai tannini di velluto e con un lungo finale. Da abbinare ad un carrè d’agnello in crosta di erbe fini con patate à la boulangere.

24


ceppi, alcuni produttori di punta mantengono fra le 10 e le 12 mila piante per ettaro, tutte rigorosamente coltivate ad alberello e con vendemmia manuale delle uve, nonostante la meccanizzazione sia attualmente permessa. Bisogna dunque diffidare di chi con un certo snobismo valuta il Gamay un vitigno semplice e banale, incapace di emozionare e di resistere al tempo, persino quasi indegno di esistere ancora in Borgogna, perché anzi in qualità di Beaujolais esprime perfettamente un altro lato della regione: quello meno celebrato, meno patinato, meno borghese e più verace, dove si riesce ancora a provare la gioia di farsi una grigliata all’aperto, bevendo un vino rosso fresco e poco alcolico, magari leggermente più basso del solito di temperatura, al crepuscolo, mentre ci si asciuga dalla fronte il sudore con le mani ancora nere del lavoro in vigna. Se non sono anche queste emozioni, allora del vino non si è capito nulla.

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r u o t S

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t e l l a

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In Umbria il risto-tour del mese. Vespasia all’Hotel Palazzo Seneca di Norcia. Risorgere

dopo il terremoto: il coraggio di una famiglia che ha ri-aperto il suo

albergo con uno dei ristoranti migliori della regione, un esempio virtuoso per tutti.

Gli ultimi mesi del 2016 furono funestati da terremoti devastanti nell’Italia Centrale. Alla fine di ottobre toccò a Norcia, con danni immensi, la Basilica di San Benedetto crollata, polvere e macerie ovunque. Facile farsi prendere dallo sconforto, ma i fratelli Bianconi, Vincenzo e Federico, ultima generazione di una famiglia dal 1850 nel settore dell’ospitalità e della ristorazione, non si sono persi d’animo, si sono rimboccati le maniche e ad aprile 2017 – a tempo di record! – sono riusciti a far tornare in attività il loro albergo Relais & Chateaux Palazzo Seneca, in un antico palazzo cinquecentesco, con l’annesso ristorante Vespasia, riuscendo perfino a ottenere il prestigioso premio internazionale Hotel of the Year 2017, “per aver dimostrato di avere un ruolo e una capacità nel saper ispirare, coinvolgere e guidare la comunità locale nella quale risiede, verso una crescita e uno sviluppo della qualità”.

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Il Vespasia è elegante, con un’atmosfera tranquilla, tavoli distanziati vestiti con tovagliati finissimi che arrivano a sfiorare lo splendido pavimento, mise en place ricercate, possibilità di scegliere avvolgenti sedute in morbida pelle o comode sedie, un personale di sala – capitanato da Laura Santoro, maitre e sommelier di vaglia – giovane e motivato, pronto ad accontentare ogni esigenza dell’ospite con il giusto tratto di professionalità e discrezione. A sposare la filosofia della proprietà e a dirigere la cucina è stato chiamato Valentino Palmisano (in foto), 36 anni, di origini napoletane, con un nutrito bagaglio di esperienze variegate alle spalle che lo hanno visto presso grandi chef come – fra gli altri – Alfonso Iaccarino, Bruno Barbieri, Oliver Glowig, Massimo Bottura, Domenico Iavarone.

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La sua è una proposta che si basa su materie prime prevalentemente

pure il maialino glassato e croccante, una goduria.

del territorio, tartufo in primis, ma che non disdegna ingredienti

Quanto alla cantina, si può attingere a centinaia di referenze

“diversi” e contaminazioni orientali, dovute ai trascorsi di

scelte con competenza, e se è vero che la regione riveste un ruolo

Valentino in Giappone. Semplicità, immediatezza dei sapori,

importantissimo, anche gli amanti delle bollicine resteranno

tecnica, leggerezza e gusto: queste le caratteristiche salienti di

molto soddisfatti.

ogni piatto che si assapora qui. Da non perdere lo “spaghetto al pomodoro”, ortaggio molto amato dallo chef, e si sbaglia a pensare anche solo lontanamente che possa essere un piatto banale perché racchiude in sé un mondo intero, lasciando davvero sbalorditi. Assaggiatelo, come

n

Vespasia dell’Hotel Palazzo Seneca Norcia (PG) Via C. Battisti, 10 0743 817434 www.palazzoseneca.com Chiusura sempre aperto Ferie dal 7/1 al 10/2 Prezzo 105 euro

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Cruc i BENDA P

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in arte Petrus

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Cruc i BENDA Cercare

nello schema tutte le parole elencate, tenendo presente che possono trovarsi, orizzontalmente

destra o da destra a sinistra), verticalmente (dall’alto al basso o dal basso all’alto) e diagonalmente.

(da

sinistra a

Alla fine rimarranno

alcune lettere inutilizzate le quali lette di seguito daranno la chiave indicata.

Format TV di Real Time (chiave: 3-2-8): ..................................................................................... .

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© Petrus

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ACIDO TARTARICO AMARONE ARNEIS BARILE BOCA BRUT CASEIFICIO DOCG DOLCE DURO FIANO DI AVELLINO FRANTOIO FREISA GLERA

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GUSTO LACRIMA DI MORRO MERLOT MOSCATO OGLIAROLA DI LECCE PINOT PRIMITIVO REFOSCO RESVERATROLO ROERO ROSSESE BIANCO RUBINO SOAVE VALPOLICELLA

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La giornata dell’Oscar del Vino 2018

LA GIORNATA 32


Cronaca, momenti, foto, video, ricordi, il nostro racconto per chi non c’era. 33


Bibenda 70 duemiladiciotto

La giornata dell’Oscar del Vino 2018

Grande successo per l’Oscar del Vino 2018 organizzato da Bibenda e Fondazione Italiana Sommelier e giunto alla diciannovesima edizione il 10 marzo di quest’anno. Per la prima volta in Italia sono stati i seicento presenti, tra professionisti e appassionati del settore, a decretare, dopo una degustazione durata quattro ore, i vincitori di ogni categoria votando direttamente in sala.

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ECCO I PREMIATI INDICATI DAL PANEL DI DEGUSTATORI, SCELTI TRA UNA BATTERIA DI TRE VINI PRECEDENTEMENTE SELEZIONATI DALL’ACCADEMIA DELL’OSCAR:

Oscar miglior vino spumante: Franciacorta Dosage Zéro Noir Vintage Collection 2007 Ca’ del Bosco

Oscar miglior vino dolce: A. A. Moscato Giallo Passito Baronesse Baron Salvadori 2014 Nals Margreid

Oscar miglior vino bianco: Langhe Riesling Hérzu 2014 Ettore Germano

Oscar miglior vino del miglior produttore: Sagrantino di Montefalco 25 anni 2013 Arnaldo Caprai

Oscar miglior vino rosato: Etna Rosato Arcuria 2016 Calcagno

Oscar miglior vino emergente: Brunello di Montalcino Paesaggio Inatteso 2012 Camigliano

Oscar miglior vino rosso: Amarone della Valpolicella Classico Ca’ Florian Riserva 2010 Tommasi

Oscar miglior vino con il miglior rapporto valore/convenienza: Vermentino Toscana Belvento 2016 Petra

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Bibenda 70 duemiladiciotto

La giornata dell’Oscar del Vino 2018

I premi speciali della giuria sono stati attribuiti dall’Accademia degli Oscar a quattro grandi vini, protagonisti della storia della viticoltura italiana che hanno contribuito in modo fondamentale alla crescita della fama della nostra produzione nel mondo: Cervaro della Sala di Castello della Sala; Masseto di Tenuta dell’Ornellaia; Sassicaia di Tenuta San Guido; Brunello di Montalcino di Biondi Santi. Quattro giganti che i fortunati presenti hanno potuto degustare nelle rispettive annate 2011, 2014, 2014, 2011.

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Non solo vini, ma l’Oscar del Vino firmato Bibenda è destinato anche quei professionisti

n

che quotidianamente fanno grande il nostro paese. Quest’anno l’Oscar del Vino miglior

premiato da Riccardo Cotarella,

enologo è andato a Umberto Trombelli, l’Oscar del vino miglior giornalista a Lucia Buffo

Lucia Buffo con Paolo Lauciani e

e l’Oscar del vino miglior wine marketing manager a Matteo Carreri.

Matteo Carreri. Sotto il corpo docenti

In alto, Umberto Trombelli

di Fondazione Italiana Sommelier foto © Isabella Perugini

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Bibenda 70 duemiladiciotto

La giornata dell’Olio

11° FORUM DELLA CULTURA

DELLʼOLIO LA GIORNATA 38


Cronaca

di un successo: l’11°

presenza di oltre mille persone.

Forum

della

Cultura

dell’Olio ha registrato la

Foto, video e ricordi per chi non c’era. 39


Bibenda 70 duemiladiciotto

La giornata dell’Olio

La Fondazione Italiana Sommelier ha raccolto il testimone da Luigi Veronelli, quando il Maestro attribuì al gruppo romano dei Sommelier la responsabilità di organizzare corsi sull’Olio Extravergine di Oliva in tutta Italia. L’Associazione Italiana Sommelier dell’Olio è nata così a Roma il 28 Novembre 2004, con l’intento di preparare a questa grande cultura i professionisti della ristorazione, i produttori, i venditori, gli appassionati e i semplici consumatori. Dopo dieci edizioni del Forum della Cultura del Vino e dell’Olio, per il 2018 la Fondazione Italiana Sommelier ha sentito la necessità di dedicare un’intera giornata esclusivamente all’Olio Extravergine di Oliva, nell’ottica di non voler più lasciare l’olio “all’ombra del vino”, ma di metterlo in primo piano, al centro. Un incontro dedicato non solo ai produttori di Olio Evo, ai ristoratori e ai sempre più numerosi Sommelier dell’Olio che in questi anni la Fondazione ha formato con i corsi di Sommelier dell’Olio Extravergine di Oliva, ma proprio a tutti, perché l’olio è parte fondamentale della nostra cultura, mediterranea e italiana, presente sulle nostre tavole da millenni. IL CONVEGNO L’Olio Al Centro è stato il tema del Convegno, primo evento della giornata della cultura dell’olio, che dopo i saluti di Franco M. Ricci - ideatore di questa Giornata e presidente della Fondazione Italiana Sommelier – ha visto gli interventi coordinati da Federico Quaranta, una celebrità per quanto riguarda l’ambito del vino e del cibo, di Alessandro Apolito, Responsabile della comunicazione del Mipaaf; David Granieri - Produttore d’olio e Presidente Unaprol; Marino Giorgetti, Responsabile Progetto Qualità del Mipaaf; a seguire due produttori d’eccellenza, due punti di riferimento per la produzione italiana di qualità, Giuseppe Mazzocolin e Savino Muraglia Toscana e Puglia, due illuminati che hanno tracciato un sentiero che ha portato alla rinascita, o meglio alla nascita di un progetto di olio italiano di qualità. L’intervento di Heinz Beck, chef celeberrimo nel mondo, è stato esplicativo su quanto conti la qualità dell’olio nelle preparazioni in cucina, l’intervento di Sara Farnetti, specialista della nutrizione, ha sfatato tanti pregiudizi sull’olio, svelandone qualità terapeutiche inimmaginabili. Assieme a loro, il produttore Alessandro Gilotti, Nicola Di Noia della Coldiretti, insegnante ai corsi per sommelier dell’olio, Daniela Scrobogna, Presidente Comitato Scientifico di Fondazione Italiana Sommelier. FESTA DEI PREMIATI Consegna Attestati 5 Gocce ai Produttori di Olio. Sono stati consegnati i diplomi a tutte le 92 Aziende che hanno ottenuto le 5 Gocce per un totale di 107 oli, il massimo riconoscimento della Guida Bibenda edizione 2018, con il raccolto 2017. Una guida realizzata grazie alle professionalità dei redattori tutti Sommelier dell’Olio (il nuovo corso a Roma è iniziato il 27 marzo) 40


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Bibenda 70 duemiladiciotto

La giornata dell’Olio

L’OLIO HA BISOGNO DI EROI

Sono inoltre state allestite delle isole, curate da valenti

1° Concorso Nazionale per Miglior Sommelier dell’Olio

Ristoratori del territorio, con prove magistrali della loro abilità.

Si è svolto nell’ambito della giornata anche il 1° Concorso

Ci hanno particolarmente colpito i Macaron italiani, realizzati

Nazionale per Miglior Sommelier dell’Olio. Una competizione

da Santabona (via della Caffarelletta) con extravergine di oliva:

che ha visto sfidarsi 35 Sommelier dell’Olio provenienti da tutta

una delizia. Il gelato all’extravergine (!) è stato proposto in tre

Italia attraverso prove tecniche e pratiche di degustazione alla

diverse tipologie da Gunther (gelato artigianale italiano a piazza

cieca e test scritti, esaminati dalla

S. Eustachio), quello al cioccolato e

Giuria tecnica. Tra i 35 partecipanti

quello alla ricotta squisiti, quello al

al concorso è emerso Massimiliano

pinzimonio da leccarsi letteralmente

D’Addario, proclamato Campione

i baffi. La Tana degli Artisti

d’Italia Sommelier dell’Olio. In

di

premio, oltre alla targa e all’attestato,

ha presentato una carrellata di

due posti per la partecipazione alla

golosità, dal polpo al guacamole

cena di gala per la presentazione della

alle tartare di ombrina, di fassona

nuova edizione della Guida Bibenda

e di gamberi, oltre a una selezione

il 24 novembre prossimo.

di pani artigianali, tutti i piatti e il

Terracina

(via

Villafranca)

pane rigorosamente realizzati con FESTA DEI DIPLOMI

extravergine di qualità. Chi non

Consegna dei Diplomi e delle insegne di Sommelier dell’Olio agli

conosce Roscioli a Roma? A via dei Giubbonari il primo, oggi

allievi del 18° Corso di Roma e del 3° Corso di Campobasso.

un po’ in tutta la città è possibile degustarne le delizie. Bottega Italia di Via Veneto? C’erano anche loro con le loro gustose

L’OLIO È SERVITO

selezioni e scoperte.

Festa dell’Olio Extravergine di Oliva - Apertura al pubblico

Hanno trovato spazio inoltre Oleoteche come Sapor d’Olio

dei Banchi d’Assaggio e Mostra-Mercato

(Via Po), Oliocentrica di Latina, Pasticcerie come Ars Musica

Nel pomeriggio numerosi banchi d’assaggio hanno visto in

Roma (Via Crisafulli) e un Cocktail Point, dove gustare aperitivi

degustazione tutti gli oli premiati (107). Una vera festa per

preparati anch’essi con Extravergine di oliva.

l’extravergine italiano.

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SALOTTO DELL’OLIO Presentazione del 19° Corso di Qualificazione Professionale per Sommelier dell’Olio Extravergine di Oliva I Docenti di Associazione Italiana Sommelier dell’Olio sono stati a disposizione per tutta la manifestazione per chiarire ogni dubbio e curiosità sul corso dell’Olio di Fondazione Italiana Sommelier, attraverso un breve e divertente percorso di avvicinamento all’assaggio dell’Olio Extravergine di Oliva. EVO FOR KIDS Seminario dell’Olio per i Bambini Nel pomeriggio si è svolto il divertentissimo seminario dedicato ai bambini. Giocoso ma non troppo, è un appuntamento diventato nel tempo immancabile, un gioco del gusto per i piccoli attraverso giochi, riconoscimenti e degustazioni guidate. All’uscita, sono tutti diventati “orgogliosi esperti di olio”, nonché consumatori più esigenti dei grandi. foto © Isabella Perugini 43


Bibenda 70 duemiladiciotto

Sontium de I Feudi di Romans

SONTIUM DE I FEUDI DI ROMANS Il nuovo vino della cantina Lorenzon prende vita dai grappoli migliori dei vigneti piĂš vecchi.

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Sontium de I Feudi di Romans

Dalle terre solcate dalle acque smeraldine dell’Isonzo nasce Sontium, la nuova cuvée della linea I Feudi di Romans. Eleganza, complessità e carattere sono le caratteristiche del nuovo vino della cantina Lorenzon di San Canzian d’Isonzo (GO) che ha trasformato i grappoli migliori dei più vecchi vigneti in un vino sublime per una qualità senza compromessi. Sontium, dalla traduzione in latino di Isonzo, è un blend straordinario, espressione di un territorio unico vocato all’eccellenza. Da una terra abbandonata su cui nessuno mai avrebbe scommesso, negli anni Cinquanta Severino Lorenzon pianta le sue vigne migliori che crescono forti e sane baciate dal sole che dalle colline si alza e irradia n

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I Feudi di Romans /

di vita i preziosi grappoli, protette dall’altipiano aspro del Carso goriziano e cullate

Az.Agr. Lorenzon Srl

dalle acque smeraldine del fiume Isonzo. La flora rigogliosa e i continui affioramenti di

Via Ca’ del Bosco n. 16 - 34075

pietrisco dovuti alle frequenti deviazioni del corso d’acqua rendono questo terroir unico

San Canzian d’Isonzo (GO)

regalando uve ricche di gusto e aromi. All’epoca fu un pioniere. Ci vorranno anni prima

Tel. 048176445 - Fax 0481470000

che la piccola cantina messa in piedi da Severino con l’aiuto della moglie Maria all’inizio,

www.ifeudidiromans.it / www.sontium.it

e successivamente del figlio Enzo e della nuora Silvana, diventi in una delle più rinomate

info@ifeudidiromans.it

aziende viticole della regione che oggi esporta i suoi vini in tutto il mondo raggiungendo


23 Paesi. Un sogno che diventa realtà. Oggi Enzo Lorenzon si è ritagliato un posto in prima fila nel mondo del vino, partendo proprio da quella terra che suo padre Severino Lorenzon acquistò negli anni ’50 e insieme ai figli Davide e Nicola dirige e gestisce 70 ettari di vigneto nel cuore della DOC Friuli Isonzo. Con un fedele alleato, l’Isonzo. Sontium, frutto di una metodica selezione delle migliori uve di Pinot Bianco, Friulano, Malvasia e una piccola parte di Traminer Aromatico, rende omaggio proprio a questo fiume. Il lavoro in vigna è meticoloso: nei mesi precedenti la vendemmia viene svolto il diradamento manuale dei grappoli in modo da ottenere una produzione più bassa, ma qualitativamente migliore con una maggiore concentrazione di sostanze estrattive. La raccolta dell’uva viene svolta rigorosamente a mano solo da vendemmiatori esperti che selezionano i grappoli dei vigneti più vecchi dell’azienda. Al naso è una continua ricerca di suggestioni rivelando un bouquet ampio e complesso con le sue particolari note speziate e di frutta matura. In bocca poggia il suo fascino sulla continuità gustativa, sul dettaglio aromatico. Flessuoso nella sua capacità di avvolgere il palato, si allunga con grande sapidità e ricchezza nel retrogusto. Eleganza allo stato puro.

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Bibenda 70 duemiladiciotto

Linea Verde Estate 2018

Linea Verde Estate 2018 Federico Quaranta di nuovo alla conduzione del programma di Rai1 sull’agricoltura italiana.

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L’estate si avvicina e di conseguenza prendono sempre più forma i

Antonellina, sempre più decisa a lasciare il programma quotidiano

palinsesti estivi Rai. Secondo quanto risulta a Funweek, alla guida

per ridurre i suoi impegni di lavoro. Sempre più probabile, invece,

di Linea Verde Estate, in onda ogni domenica intorno alle ore

che la sostituta sia la lanciatissima Elisa Isoardi.

12 su Rai1, dovrebbe esserci anche quest’anno la coppia formata da Federico Quaranta e Federica De Denaro. Si tratta di una

Federica De Denaro, diventata popolare come inviata de La

conferma dopo la positiva performance della scorsa stagione

Vita in diretta (dove ha anche curato la rubrica Le ricette di

quando i due conduttori non fecero rimpiangere Daniela Ferolla

Federica), dovrebbe continuare ad occuparsi della parte di Linea

e Patrizio Roversi, titolari della versione invernale del programma

Verde Estate dedicata alla gastronomia.

che racconta l’agricoltura italiana e le sue eccellenze.

Le riprese di Linea Verde Estate dovrebbero iniziare a metà maggio. 13 le puntate previste, a partire da metà giugno.

Federico Quaranta, voce di Decanter su Radio 2, è da qualche anno

Per quanto riguarda la versione invernale della trasmissione

giurato a La Prova del cuoco, dove in più occasioni ha sostituito

di Rai1, al via dopo settembre, non sono da escludere

– con il suo placet – Antonella Clerici. Lo ha fatto di recente, per

cambiamenti, considerato anche che la Ferolla pare in pole per

esempio, quando la conduttrice è stata impegnata nelle dirette di

condurre un nuovo programma di seconda serata. Ma di questo

Sanremo Young nella cittadina ligure. I risultati, non soltanto in

si parlerà nei prossimi mesi, perché prima a Viale Mazzini c’è

termini di ascolti, sono sempre stati buoni; nonostante ciò appare

da completare il quadro del palinsesto estivo con un gioco di

difficile che nella prossima stagione sia lui a prendere il posto di

incastri non semplice.

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Bibenda 70 duemiladiciotto

Il cuore pulsante di Valdobbiadene

Il cuore pulsante di VALDOBBIADENE C

l a u d i o

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Percorso gustativo in otto etichette di Prosecco Bortolomiol.

Oggi il Prosecco è considerato tra i vini spumanti piĂš famosi al mondo, un vero e proprio fenomeno globale che ha portato a lievitare di non poco i costi per ettaro delle vigne; e che sta spingendo molti investitori a voler chiedere l’ampliamento della zona del disciplinare col fine di aumentarne la produzione. 50


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Bibenda 70 duemiladiciotto

Il cuore pulsante di Valdobbiadene

È vino talmente richiesto e famoso che il suo nome, erroneamente sostituisce tra la gente comune il termine spumante, alienandolo dal suo contesto e dalla sua zona. Un fenomeno che si deve saper controllare e gestire, prima che perda la propria condizione per trasformarsi in un marchio da esportare: perché non è stato sempre cosi, anzi. Dopo la seconda guerra mondiale, le vigne dell’allora Prosecco, oggi Glera, erano abbandonate a loro stesse. Le colline di Cartizze, nucleo e cuore della qualità, sembravano non avere futuro. Il Prosecco è ripartito dalla forza di volontà di chi voleva vedere quelle vigne nuovamente in piedi, sapendo che avrebbe dovuto lavorare duro per raggiungere i primi risultati. C’era bisogno di quella generazione pronta a costruire dal nulla, abile nel rimboccarsi le maniche per iniziare. Tra i tanti nomi ce n’è uno che non è possibile non citare: Giuliano Bortolomiol. Egli ha saputo, non solo innescare nuovamente il motore enologico dell’intera zona, ma lavorare affinché il Prosecco potesse essere percepito come prodotto di qualità, eleganza e finezza, senza tradire le origini contadine dei suoi avi: ci sono infatti documenti che dimostrano il legame di sangue di Giuliano con Bartolomeo Bortolomiol, fondatore della tenuta nella metà del ’700.

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La capacità di non mollare, di insistere portò presto negli anni settanta grandi riconoscimenti al suo Prosecco, anche a livello internazionale.

n

Bortolomiol Viale Mazzini 2 31049 Valdobbiadene (TV)

Alla guida dell’azienda si sono aggiunte poi le quattro figlie Maria Elena, Elvira, Luisa

Tel. 0423 9749

e Giuliana, così il lavoro è stato incorniciato nel concetto di squadra-famiglia che ha

info@bortolomiol.com

portato oggi la produzione a circa due milioni di bottiglie, provenienti dai cinque

www.bortolomiol.com

ettari di proprietà e dai vigneti di fidati conferitori. Non è trascurabile l’impegno sociale e ambientale che le sorelle stanno costruendo traghettando una realtà importante come la loro nel nuovo millennio: uso di pannelli solari, packaging leggeri e riciclabili, controllo dei consumi di acqua ed energia, regime biologico in vigna e riduzione dei rifiuti, sono azioni pratiche che crescono parallelamente all’azienda. La qualità è tangibile in tutta la produzione, suddivisa in più linee. Qui raccontiamo le otto etichette poste in degustazione guidata lo scorso marzo presso la Fondazione Italiana Sommelier.

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La degustazione | B

ortolomiol

Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut Prior 2017 Il calice mostra uno sgargiante color paglierino. Il naso ha una nitida impronta agrumata rincorsa da pera, pesca bianca e fiori di campo. La spuma è carezzevole, il sorso di buona intensità e freschezza con ritorni aromatici di frutta. Presa di spuma in 30 giorni, residuo zuccherino finale 8g/l - 12% Vol. Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Dry Senior 2017 Il numero “II” sulla capsula sta a indicare che è il secondo nella classifica dal più secco al più amabile, il nome Senior ricorda la sua primogenitura. Color paglierino, spuma piacevolissima. Il naso, fresco e croccante è sempre orientato su sensazioni primarie di mela, pera, agrume e fiori. Incipit gustativo con piacevole nota dolce, che s’incornicia in un quadro fatto di pesca e mela. Zuccheri 15g/l. 11,55 Vol. Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze 2017 Naso di notevole eleganza, nonostante la sua impronta primaria di mela, pera, pesca bianca e fiori gialli; chiude su mandorla. Il palato nasconde bene la sua dolcezza per il giusto bilanciamento apportato dalla freschezza. Finale di piacevole e lunga durata. Per la particolare esposizione al sole e la mineralità del terreno qui il vitigno produce acini più rotondi, gonfi e dal sapore zuccherino che rendono la sua qualità assolutamente superiore. Vendemmia manuale. Residuo zuccherino 27g/l. 11,5% Vol. Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut Ius Naturae - 2016 Invitante già dalla spuma. Naso di buona intensità, con fiori di campo, mela e pera e chiusura mandorlata. Bello il connubio freschezza – dote fruttata che allunga decisamente il finale. I vigneti nel cuore di Valdobbiadene, all’interno del Parco della Filandetta, sono coltivati secondo i requisiti e le prescrizioni del disciplinare europeo per la viticoltura biologica. Residuo zuccherino 10 g/l. 11,5% Vol. 54


Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Dry Bandarossa - 2017 Calice color paglierino. Naso che alle tipiche note primarie di pera e mela, aggiunge mandorla e mineralità; segue una piacevole chiusura floreale. Palato ben equilibrato, dalla spuma avvolgente che termina su decisa freschezza. Originariamente la “banda rossa” era un segno che il fondatore, Giuliano Bortolomiol, tracciava sulle bottiglie della migliore selezione dell’anno di Prosecco di Valdobbiadene Extra Dry. Quella riservata agli amici veri che condividevano con lui la passione per la terra, per la tradizione, per il buon vino. Dal 1986 ha una propria etichetta e rappresenta la qualità dei migliori spumanti delle cantine Bortolomiol. Residuo zuccherino 18 g/l. 11,5% Vol. Valdobbiadene Prosecco Superiore Extra Dry Bandarossa Special Reserve - 2017 Calice color paglierino, dalla spuma invitante e intensa. Al naso compare per la prima volta un soffio di bergamotto, che conduce a piacevoli note di zenzero, pesca bianca e fiori. Palato avvolgente, rinfrescante, dai ricchi ritorni gusto-olfattivi; finale di decisa lunghezza. La Special Reserve nasce dalla selezione delle migliori uve scelte dai venti vigneti da cui nasce il Bandarossa Prosecco Superiore Docg; segue un processo di spumantizzazione più lungo rispetto al consueto Metodo Charmat: resta a contatto con i lieviti per un periodo che supera i tre mesi, dopo i quali il vino riposa in bottiglia a temperatura controllata per altri quattro. Residuo zuccherino 18 g/l. 11,5% Vol.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut Nature Rive San Pietro di Barbozza Motus Vitae Tutta l’esperienza spumantistica delle Cantine Bortolomiol è stata messa nella linea dedicata a Giuliano, il Valdobbiadene Prosecco Superiore Brut Nature Rive San Pietro di Barbozza Motus Vitae. Un Rive prodotto esclusivamente con le uve provenienti dal vigneto di San Pietro di Barbozza, dove anche nel packaging si vuole mettere in evidenza l’importanza della natura: ecco che il marrone scuro rappresenta la terra, e il celeste chiaro il cielo. Nella degustazione sono state proposte due annate, la 2015 e la 2016. Non vi sono enormi differenze, si può affermare senza esitazione che sono l’una figlia dell’altra. Ciò che le separa è l’evoluzione degli aromi che nella 2015 raggiungono una maggiore tostatura mista a sensazioni di caffè, zenzero e frutta matura. Un naso che non sprigiona le attese note floreali e fresche. Un prodotto che si differenzia dagli altri, solitario, pronto a mostrare quali sono gli infiniti confini che la qualità può raggiungere quando dietro ci sono dedizione e conoscenza delle proprie terre. Il palato conferma tutto, nella sua intensità e complessità, dalla decisa conclusione fresca.

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Quando il vino sa di tappo

QUANDO IL VINO

SA DI TAPPO M

i c h e l e

S

c o g n a m i g l i o

A chi non è accaduto? Breve riflessione su una delle peggiori sventure per gli amanti del vino.

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Quando il vino sa di tappo

Tra i più temuti difetti olfattivi che possono interessare il vino, vi è senza dubbio l’antipatico sentore di tappo. Non è necessario essere navigati sommelier per riconoscere questo sgradevole odore che ricorda quello di un quotidiano stantio e ammuffito, o quello di una cantina eccessivamente umida e piena di muffa. Il rammarico è difficilmente consolabile quando si conserva con certosina pazienza una pregiata bottiglia nell’attesa di un’evenienza speciale. E poi, quando questa finalmente si presenta, è proprio il vino a comprometterla! In passato si riteneva che la causa della spiacevole occorrenza fosse riconducibile esclusivamente a un difetto del tappo di sughero che non garantiva un’adeguata chiusura della bottiglia. In seguito, il vero responsabile è stato individuato nell’Armillaria Mellea, un fungo parassita della quercia da sughero che può infettarla ancor prima della realizzazione dei tappi. Studi recenti hanno identificato con maggiore precisione la sostanza responsabile dello sgradito odore: si tratta del 2,4,6-tricloroanisolo o più semplicemente TCA, un composto che si forma in presenza di cloro e che appartiene alla classe dei cloroanisoli. Negli ultimi anni la vicenda del tappo si è ulteriormente complicata. Sembra infatti che il caratteristico sentore possa svilupparsi anche quando il sughero viene attaccato da funghi diversi dall’Armillaria, presenti ad esempio in cantina e non sul sughero, come l’Aspergillus o Penicillium. Potrebbero addirittura avere un ruolo attivo o comunque di compartecipazione anche batteri dei generi Bacillus, Rhodococcus e Streptomyces. Tali microrganismi possono dare origine a tricloroanisolo e altri composti altrettanto indesiderati quali il pentacloroanisolo e il guaiacolo attaccando alcuni componenti del sughero. Quando a essere interessato è il solo tappo, il danno potenziale è più “lieve”, in quanto ad essere danneggiate sono “solo” le bottiglie chiuse con quella determinata partita di tappi. Ma quando ad essere contaminata è la cantina, il rischio, ben maggiore, è quello di compromettere l’intera produzione ed eventuali giacenze. Particolare attenzione dev’essere prestata pertanto all’igiene dei locali destinati ad accogliere il vino, avendo cura di tenere lontano da esso tutti i prodotti contenenti cloro (detersivi, disinfettanti) che possono portare alla formazione dell’indesiderato TCA. È bene ricordare a tale proposito le energiche raccomandazioni del grande Louis Pasteur che può essere ritenuto il primo “dottore” del vino e dei suoi possibili malanni. Già a metà dell’800, l’insigne microbiologo francese individuava proprio nelle scadenti condizioni igienico-sanitarie degli ambienti destinati al riposo e alla conservazione dei vini una delle principali cause delle loro frequenti “malattie”. 58


IL SOGNO INFRANTO. Qualche consiglio da chi ha sperimentato l’incresciosa esperienza del vino che sa di tappo. Uno. Meglio mettere da parte, magari in posti diversi per un’occasione straordinaria, almeno un paio di bottiglie esclusive e confidare nella comprensione di funghi e batteri affinché scelgano posti migliori dei tappi del vino per le loro faccende metaboliche. Due. Facendo necessariamente ricorso ancora una volta all’antico buonsenso: “Prendi sempre (e subito, aggiungo io!) il buono quando viene, che tanto il male non manca mai”. Morale. Se si ha la fortuna di avere tra le mani una bottiglia eccezionale, non è il caso di aspettare occasioni speciali, ci penserà il vino a rendere straordinario e indementicabile un qualsiasi momento qualunque. 59


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Melodia: il suono delle casse di vino

Melodia: il suono delle casse di vino

Le cassette per lo stoccaggio delle bottiglie diventano pregiati accessori.

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Melodia Wine Box Audio System Arch. Andrea Bosio info@melodiawinebox.com www.melodiawinebox.com

Vino, quinta essenza dell’uva, e musica, profonda rappresentazione sonora dello spirito umano, hanno molto in comune. Un bicchiere di ottimo vino diventa eccellente se l’atmosfera che lo accompagna è a sua volta di qualità. Cosa dunque se non la musica è in grado di riempire il silenzio arricchendo e trasformando radicalmente una serata con amici? Il progetto Melodia Wine Box unisce il vino e la musica creando una sinergia tridimensionale tra la bellezza e il fascino dei contenitori in legno delle bottiglie di vini pregiati e la più moderna tecnologia audio per diffondere un suono di alta qualità, anche all’aperto. La musica fa stare bene. E questo diffusore ne è la prova. L’altoparlante Full-Range e il sistema Bass Reflex con l amplificatore da 15 watt assicurano un audio e una limpidezza assoluti a qualsiasi livello di ascolto. Le straordinarie prestazioni di Melodia sorprenderanno ogni ascoltatore. Grazie alle selezionate componenti elettroniche che alloggiano al suo interno, è facilmente collegabile ad un qualsiasi dispositivo di riproduzione sonora come tablet o smartphone tramite connessione bluetooth. Applicazioni come Spotify o Music potranno facilmente essere utilizzate per riprodurre la propria musica preferita. La scatola in legno, quando è chiusa, si presenta come una tradizionale cassetta da vino pregiato, completa dei meccanismi di chiusura e dei fregi della cantina: una volta aperta si scopre al suo interno il pannello frontale, colorato o con finitura legno, dove sono alloggiati l’altoparlante, l’interruttore, e il condotto per la diffusione dei bassi. Ogni pezzo è curato nei dettagli, dalla verniciatura dei pannelli alla lucidatura a cera d’api delle superfici esterne. Le cassette del vino come non le avete mai sentite! 61


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Muraglia e il Gusto della Contaminazione

MURAGLIA E IL GUSTO DELLA CONTAMINAZIONE Si scrive Oli Aromatici. Si legge Eccellenza e Contaminazione.

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Muraglia e il Gusto della Contaminazione

Frantoio Muraglia, fedele come sempre al proprio DNA, ha deciso di unire alla purezza del proprio olio extravergine di oliva materie prime selezionate e ricercate tra le eccellenze del territorio. Un connubio che sa di gusto e che trova la sua cifra stilistica nella parola contaminazione. Non solo di gusto ma anche di processo produttivo. Limone, Sedano, Peperoncino e Zenzero sono le quattro declinazioni di gusto che animano e contaminano l’olio extravergine di oliva di Frantoio Muraglia, delle capsule collection del gusto, novità unica e imperdibile di questa Primavera. Quattro bouquet aromatici in cui tutte le materie prime utilizzate vengono rispettate ed esaltate: Limone IGP Rocca Imperiale da abbinare alle portate di pesce, Sedano prodotto in Puglia e Zenzero da abbinare a crudité, insalate e zuppe di legumi, Peperoncino Pugliese per arricchire la pizza e dare vita ad alchimie di gusto delicate ma caratterizzate. E questo grazie anche ad un’innovazione nel processo produttivo voluto fortemente dal patron Savino Muraglia, soprannominato “La Capatosta”, in cui il connubio tra olio e ingrediente non avviene per via sintetica o attraverso l’estrazione dell’aroma dalla pianta. L’unione dei gusti – la loro contaminazione – avviene durante il processo stesso di produzione degli oli: gli ingredienti, infatti, dopo esser stati accuratamente selezionati, vengono franti insieme alle olive per dar vita ad un prodotto in cui non vi è scissione ma perfetta fusione ed esaltazione equilibrata di gusto. E l’aroma si fa essenza. Ed è n

Per i suoi oli aromatici, Savino

un’essenza che sa di eccellenza.

Muraglia (in foto) ha ricevuto

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il Premio Giovani Imprese nella

Non chiamiamoli oli aromatizzati dunque, sono oli aromatici quelli di Frantoio Muraglia,

sezione Food da Altagamma,

che si apprestano a sedurre gli esteti del gusto, non solo incuriosendo le sperimentazioni

Fondazione che riunisce le imprese

del palato ma anche grazie ad un packaging dai tratti eleganti e contemporanei, in cui

italiane che meglio rappresentano

l’oliva si lascia avvolgere e quasi si fonde con l’ingrediente protagonista.

l’alta industria culturale e creativa e

Con questa nuova linea, Frantoio Muraglia firma l’inizio di una storia in cui passione ed

promuovono l’eccellenza, l’unicità e

eccellenza disegnano un territorio del gusto da esplorare, percorrere e assaggiare. Il gusto

lo stile di vita italiani nel mondo.

del contaminare. Il gusto del cont-animare.


Olio Aromatico al Sedano Olio extravergine di oliva (80%), Sedano fresco (20%) Giallo dorato brillante. L’intensa fragranza di sedano inebria subito l’olfatto, per poi ricordare brodo e fondi di cottura. Seguono note erbacee, carciofo e piacevoli effluvi agrumati. Di buona struttura gustativa, con inizio amaro e chiusura piccante. Finale persistente al ricordo di anice.

Olio Aromatico allo Zenzero Olio extravergine di oliva (90%), Zenzero fresco (10%) Colore oro antico, denso. Intenso e fragrante al naso, dove lo zenzero, subito pungente, si abbraccia a percezioni speziate che ricordano noce moscata e cannella; a seguire note avvolgenti che ricordano gelsomino e legno di sandalo. Bocca pungente, quasi piccante, di grande freschezza e lunghissima persistenza gusto-olfattiva.

Olio Aromatico al Limone Igp Olio extravergine di oliva (75%), Limone fresco (25%) Dorato luminoso e denso. Inebrianti sensazioni di limone, sia in scorza che in succo, definiscono il quadro olfattivo. Solo nel finale percezioni delicate di erbe aromatiche e frutta secca. Coerente al gusto, di spiccata freschezza citrina e di lunga persistenza agrumata.

Olio Aromatico al Peperoncino Olio extravergine di oliva (95%), Peperoncino fresco (5%) Oro rosa, luminoso e denso. Al naso sprigiona immediatamente sensazioni piccanti di diversa intensità, in una scala di sentori che chiude con note pungenti di peperoncino rosso. Sul fondo effluvi aromatici e gradevolmente amari. Acuto e molto piccante al gusto, con sentori inizialmente concentrati che poi esplodono nel finale. Persistente.

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Muraglia

Queste perle del gusto, coronano una produzione già di alto livello, che spazia da

Via San Candido 83

Oli Extravergine di Oliva Monocultivar di Coratina e Peranzana, Denocciolato di

76123 Andria BT

Coratina, Olio extravergine di Oliva Biologico e il particolarissimo Olio Extravergine

Tel. 0883 1950959

di Oliva Fumo, un extravergine 100% Peranzana affumicato naturalmente a freddo

info@frantoiomuraglia.it

con legni di faggio biologico. Per gli abbinamenti c’è di che divertirsi...

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Il vino a Tenerife

IL VINO A TENERIFE D

a v i d e

M

a r i a

C

o n s o l a r o

Un altro tassello del mosaico vitivinicolo delle Canarie dal nostro corrispondente.

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Il vino a Tenerife

L’arcipelago delle Canarie posto sull’Atlantico di fronte il Sahara del sud rappresenta sul piano della viticultura il primo luogo del “Nuovo Mondo” in cui si iniziò a coltivare uva e produrre vini in modo organizzato. L’impulso commerciale degli Inglesi risultò determinante nello sviluppo del settore vinicolo in Canaria al fine contrastare l’egemonia mercantile sul vino dei Genovesi nel Mediterraneo. Le isole Canarie sin dal 1400 erano il passaggio obbligato delle rotte marittime europee per l’Africa, l’Asia e le Americhe: un nuovo hub di rifornimento e smistamento per nuovi mercati. Nel piccolo porto di Gerarchico, a Tenerife, gli Inglesi caricavano nei loro “barcos” nel 1600 già 15 milioni di litri di Malvasia. Shakespeare e altri autori letterati europei del tempo, J. Scott, P. Shelley, A. Von Humboldt descrivevano il “Canary Wine” come una eccellenza per la sua ricchezza aromatica penetrante. L’arrivo congiunto degli Spagnoli, dei Portoghesi, degli Italiani e Inglesi ha portato nel tempo a piantare vitigni, sistemi di coltivazione, tecniche di elaborazione differenti che rendono unico il patrimonio vitivinicolo di Tenerife. Una straordinaria fusione di realtà con 125 vitigni differenti e diversi sistemi di coltivazione che coesiste intatta con tradizioni tramandate nei secoli dai coloni europei. A Tenerife possiamo infatti incontrare vigneti “Galiziani” e “Portoghesi” a distanza di pochi km, con uve, colture differenti partendo dai 200 metri s.l.m. fino a 1700 m in una cornice di antiche cantine in cui possiamo respirare e toccare con mano la storia. Torchi in legno di 250-300 anni - realizzati con i pini della vicina isola del Hierro ancora ben conservati, vitigni centenari senza mai essere toccati dalla filossera. Ciò rende unico il patrimonio di queste uve poiché i loro vitigni risultano a tutt’oggi senza alcuna “intrusione” da oltre cinque secoli. Gustare il vino di Tenerife come ad esempio il Marmajuelo, il Viariego, la Malvasia “Rosada e Volcanica”, il Baboso, il Gual ci porta un’avvolgente emozione perché incorpora negli aromi minerali e sub-tropicali una storia di secoli, di lavoro di braccia e mani dei coloni fino ai giorni nostri. Gli aromi dei vari vini di Tenerife riflettono anche il microclima e suoli diversi dell’isola accarezzati dall’energia dell’Atlantico e dal sole mai estremo con le alte montagne vulcaniche che fermano a 1500 m s.l.m. i venti Alisei formando una cappa di nubi, la cosidetta “Panza de burro” pancia dell’asino, portatrice di escursioni termiche, frescura, pioggia e umidità indispensabile per i vigneti con declinazioni aromatiche di acidità e freschezza uniche. Viaggiando a Tenerife ci imbattiamo in vigneti tra paesaggi, colori, aromi come in una sorta di continente in miniatura che ci sorprende per il mosaico varietale di uve, vitigni e vini unico e quanto mai inedito. Stiamo gustando la stessa Malvasia di Shakespeare e del Capitano inglese Nelson che barattò con gli Spagnoli, a Tenerife, formaggio e birra per la Malvasia dell’isola: una storia oltre il bicchiere. 68


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Il cibo a Mauritius

IL CIBO A MAURITIUS Non conosce soste il viaggio del nostro chef con la valigia.

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Il cibo a Mauritius

Dura la vita di un aspirante chef soprattutto se nel suo cassetto

carriera di tutto rispetto, da sempre vive e crede nella passione

sono racchiusi sogni di gloria. Luigi Ferraro (in foto) ama ancora

per la ristorazione, a sedici anni si iscrisse all’istituto alberghiero

definirsi così, un dilettante ancora in cerca di miglioramenti.

e una volta ottenuto il diploma un viaggio continuo nelle

Eppure di traguardi ne ha tagliati, finora. Da quando lo

cucine dei più diversi angoli del mondo. Partito per Sharm el

conosciamo, ha portato avanti delle esperienze di altissimo

Sheik, subito dopo il diploma, ha poi proseguito con esperienze

valore, il nostro chef della ristorazione ha fatto la sua vita.

in Europa, America, Asia e Medio Oriente, dove attualmente

Una storia chef narra di venti anni

vive e lavora.

di grande professionalità, supportata

Un calabrese in giro per il mondo

dalla sua voglia di fare sempre più e

che fa gustare ai palati più dissimili

sempre meglio.

la sua cucina creativa mediterranea,

Lo chef Ferraro porta da anni in

che sia nei più moderni e lussuosi ri-

giro per il mondo la sua tradizione

storanti o in eventi e manifestazioni

culinaria natia, fondata sull’uso di

internazionali, in trasmissioni tele-

prodotti calabresi e eccellenze dei

visive o in eventi superlusso privati.

prodotti italiani in generale. Questa

Realtà diverse e insolite da scegliere

volta la sua missione sarà quella

come sede lavorativa, ma lui ama le

di deliziare i palati dei clienti del

cose diverse e particolari, proprio per

favoloso resort Shangri-La’s

questo dopo 5 anni in Russia e quasi

Le

Touessrok Resort & Spa situato nella baia di Trou d’Eau Douce,

due in India, da un po’ di mesi vive nel Sultanato dell’Oman.

sulla costa orientale di Mauritius.

Sulle rive del Golfo di Oman, situato in una splendida baia,

In questo paradiso terrestre andrà ad aggiungersi una nota di

un imponente resort, tra i più belli del Golfo, una struttura

vero sapore italiano grazie ai piatti dello Chef Luigi poiché nei

alberghiera di lusso, bellissima e spettacolare accoglie famiglie

suoi piatti si può trovare tutta l’emozioni che un’esperienza

regali e non solo, e qui lo chef Ferraro ha rilanciato il ristorante

gastronomica, proposta col cuore, può evocare.

italiano “Capri court”, uno degli otto ristoranti di fama mondiale,

Attraverso le sue creazioni culinarie si può ammirare il fascino

che propongono una varietà di piatti internazionali all’interno

dei momenti di vita trascorsi in giro per il mondo, istanti che

dello sfarzoso e suntuoso Shangri-La Barr Al Jissah Resort and Spa.

solo attraverso i suoi piatti può raccontare, momenti di vita che

Durante i suoi anni di carriera sono stati numerosi i

solo i sensi possono percepire.

riconoscimenti e i premi conquistati a livello internazionale;

Ad invitarlo ed accoglierlo Mr. Emmanuel Pauliat,francese di

tante anche le partecipazioni in trasmissioni televisive. Per il suo

origine ed Executive Chef del resort con 25 anni di esperienza

grande impegno nel promulgare e valorizzare i prodotti della

culinaria nel settore dell’ospitalità, una persona piena di

sua terra, la Regione Calabria lo ha nominato “Ambasciatore

entusiasmo, ambizione e creatività; e il General Manager Mr.

della buona Calabria a tavola nel mondo”, ha ricevuto il premio

Gerhard Hecker, tedesco di origine, che vanta oltre 24 anni di

“Professionalità Italiana “ a Montecarlo, il premio “Calabresi nel

esperienza nella gestione di hotel e resort di lusso a cinque stelle.

Mondo” al Campidoglio a Roma, e altri ancora. Tanti corsi tenuti

La professionalità dello chef Ferraro è quindi di alto livello

sulla sua cucina creativa mediterranea, tra i più noti quelli svolti

internazionale ormai, perché riesce a confrontarsi e far squadra

a Parigi, San Pietroburgo, Mosca e quelli da docente della scuola

con personaggi del settore di alto livello. Anche lui vanta una

di cucina Italian Culinary Istitute. Molti eventi e cene organizzati


in giro per il mondo, come il “Dinner Gala del Festival di Sanremo” nel 2014 e la cena di Gala a Expo Milano 2015 nel padiglione Italia, per la settimana del protagonismo calabrese dove ha presentato il suo primo lavoro editoriale, Calabria in tutti i sensi edito da Rubbettino Editore. Numerosi anche gli show coking tenuti in eventi e manifestazioni: Expo Milano 2015, padiglione Alitalia-Etihad; PIR Moscow; Taste Moscow; Salone del gusto di Torino; Tutto Food Milano e altri ancora. Ha partecipato anche a trasmissioni televisive: “The Cooking Show”, “Uno Mattina” e “Tg5 Gusto”. Non sono mancate le partecipazioni anche a gare internazionali, posizionandosi sempre tra i primi, tra cui due medaglie d’oro vinte a Mosca all’International Kremlin Culinary Cup. In India pur essendo stato “poco tempo” anche li ha fatto grande raccolta di premi e riconoscimenti: “Italian Quality - the Italian Restaurants in the world” - Mumbai; in Nuova Delhi “Best Chef in India” award in the Best Modern European Cuisine category at the “Top Chef 2016 Awards” e “Eazydiner the Best European Restaurant in a Hotel for the year 2016” mesi pieni e ricchi come solo un grande chef sa fare sottoponendosi sempre a rigide valutazioni e confrontandosi senza paura con altri grandi chef.

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Ancora tu

ANCORA TU.

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i n z i a

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o n f Ă

Torniamo a parlare di resveratrolo e vino, falso mito o elisir di lunga vita?

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Ancora tu

Gli effetti positivi del resveratrolo sull’uomo sono validi e ben documentati come l’azione protettiva sulle malattie cardiovascolari e quella di potente antiossidante solo che i dosaggi richiesti per ottenere tali benefici sono altissimi e non si possono trovare in un semplice bicchiere di vino. Un recente articolo sul sito inglese “The Sun”, asseriva che “due bicchieri prima di dormire possono aiutarti a perdere peso”, tirando in ballo studi effettuati sul resveratrolo dalle famose Università di Washington State University e Harvard Medical School. Questi studi dicevano che “nel vino rosso c’è un polifenolo chiamato resveratrolo che accelera il metabolismo e aiuta a perdere peso, il resveratrolo combatte l’obesità e sopprime l’appetito”. Quando si avvicina la bella stagione questi articoli riguardanti la salute e il dimagrimento impazzano come se non ci fosse un domani e trovare delle storielle tra il vino e il resveratrolo che lo contiene, non è poi tanto difficile. Il vino da sempre è considerato un alimento, tanto che anticamente era utilizzato proprio come sostentamento per tutti coloro che lavoravano duramente. E non sono trascorsi nemmeno molti anni da quando c’era l’usanza di aggiungere un po’ di vino rosso nel brodo o nella minestra, anzi in alcune regioni italiane ancora si fa. Quindi come alimento il vino ha delle calorie e se bevuto ad alti dosaggi fa ingrassare. Anche qualche anno fa vari blog si scatenarono sul web con articoli che si rifacevano a un altro sito inglese “My Daily” che asseriva che “un bicchiere di vino equivaleva ad un’ora di attività fisica” perché secondo gli studi di un’altra famosa Università, si era scoperto che il vino rosso conteneva una sostanza chiamata resveratrolo che sembrava avesse dei benefici simili a quelli ottenuti dopo un’ora di allenamento in palestra o all’aria aperta. Inoltre gli esperti o ricercatori avrebbero sottolineato che tali benefici sarebbero derivati solo dal vino rosso. Fandonie, bugia, frottola, fantasia o come la volete chiamare, non è così. Facciamo chiarezza. All’epoca un ricercatore aveva fatto degli studi riguardanti il resveratrolo che in dosi molto elevate avrebbe migliorato le prestazioni fisiche, rinforzato il sistema cardiaco e che conteneva anche potenti proprietà anti-age. Sì, ma ad alti dosaggi e da qui a un bicchiere di vino o a un litro di vino al giorno il passo è stato breve. Il vino contiene una parte infinitesimale di resveratrolo che non è sufficiente a promettere quanto si stava decantando (permettetemi il calembour). Il resveratrolo è anche più abbondante nell’uva non trattata con fungicidi e pesticidi. Inoltre il contenuto di resveratrolo nel vino è tanto superiore quanto più a lungo viene fatto fermentare insieme alle bucce. Il fatto che si trovi qualche traccia di resveratrolo nel vino rosso e non nel vino bianco è perché nella produzione di vino bianco la fermentazione avviene senza il contatto del mosto con le bucce e ricordiamo che il resveratrolo è presente nella buccia dell’uva e non nella polpa. 76


Per assumere il quantitativo di resveratrolo terapeutico, per avere il vero elisir di lunga vita bisogna (ma non è nulla di certo) orientarsi su vari prodotti sotto forma di integratori che si vendono in farmacia e in erboristeria, stando però molto attenti ai dosaggi, poi il bicchiere di vino ci sta tutto, come gratificazione, come stile di vita, come gioia. COSA È IL RESVERATROLO Il resveratrolo è un argomento delicato da trattare perché ad oggi ci sono molte pressioni commerciali da parte di produttori di integratori dietetici che si appoggiano a studi non scientifici per accreditare al resveratrolo miracolosi effetti medici e anti-invecchiamento. Il resveratrolo è un fenolo non flavonoide appartenente alla classe chimica dei polifenoli, presente nella buccia dell’acino dell’uva (sia a bacca nera che a bacca bianca), che serve a proteggere la pianta da stress ambientali quali batteri e funghi, in particolare la Botrytis cinerea, raggi uv, stress idrici, ecc. Il resveratrolo potrebbe dunque essere utile a combattere diverse patologie dell’uomo e vari studi negli ultimi anni lo hanno dimostrato. Il resveratrolo ha un’azione principalmente antiossidante, antinfiammatoria, inoltre aiuta il sistema cardiaco e ha un effetto anti-invecchiante sul tessuto cutaneo. Ma la ricerca indica che il resveratrolo ai dosaggi ottenibili con l’alimentazione normale non è protettivo. Effetti interessanti si sono avuti con dosaggi massicci in vitro, superiori a quelli alimentari. 77


Bibenda 70 duemiladiciotto

Ancora tu

IL PARADOSSO FRANCESE È del 1979 il primo studio sul vino rosso quando due scienziati, Renaud e De Lorgeril notarono che in Francia c’era una bassa mortalità per malattie cardiovascolari nonostante si avesse una dieta ricca di grassi ma con gran consumo di vino (paradosso francese). Da qui l’associazione tra il consumo di vino rosso e l’apparente bassa incidenza di malattie cardiache, associazione che è stata sempre molto criticata per mancanza di prove scientifiche. Nel 1993 un altro studio sul vino aveva portato alla scoperta del resveratrolo e appurato l’effetto benefico del resveratrolo stesso contenuto nel vino rosso che diluito di 1000 volte conteneva dei fenoli totali che inibivano l’ossidazione delle LDL (colesterolo). L’uso di vino come protettivo è da considerarsi illusorio perché le dosi di vino necessarie affinché il resveratrolo dia tutti gli effetti benefici di cui abbiamo parlato, sono di gran lunga superiori alla dose giornaliera di 2-4 bicchieri di vino; occorrerebbe bere oltre 4 litri di vino al giorno e il fegato non sarebbe sicuramente tanto contento.


ATTENZIONE ASTEMI! Gli americani che assumono poco vino o per nulla, hanno uno stile di vita diverso e generalmente meno cardioprotettivo dei bevitori moderati. Questo è un dato di fatto. L’assunzione di vino durante i pasti fa parte della dieta mediterranea e del suo stile di vita “mediterraneo”. In Francia alcolisti moderati e bevitori di vino fumano meno e hanno uno status socio-economico più elevato rispetto agli astemi. Chi non assume alcol può essere svantaggiato non solo perché si preclude un piacere di vita, ma anche per la mancanza di uno stile di vita benefico. Inoltre altri studi hanno dimostrato che l’alcol ha effetti benefici sui livelli di insulina e trigliceridi e l’astinenza da alcol, invece, può far andare incontro a un fattore di rischio per il nuovo diabete di tipo 2.25. Ancora altri studi effettuati su unmilione di soggetti, hanno stabilito che su 100.000 decessi era nettamente inferiore la mortalità per problemi cardiaci su quelle persone che nella vita avevano bevuto dai 2 ai 4 bicchieri di vino al giorno (per gli uomini, per le donne 1-2 bicchieri) rispetto a chi praticava l’astinenza. Quindi bisogna bere vino, moderatamente, poco o tanto? Sta a noi scegliere, magari senza prendere come riferimento Gerard Depardieu che diceva di bere fino a 14 bottiglie di vino al giorno.

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Barsac

Bibenda 70 duemiladiciotto

BARSAC G

i u s e pp e

N

Cronaca di un magico mattino.

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u c a r a


Ieri mattina ci si sono spalancate le porte d’ingresso della dolcezza e della morbidezza, un’esperienza davvero emozionante. È accaduto a Barsac, a sud di Bordeaux, allo Château Climens, dove le viti affondano le radici in un terreno di argilla scura infiltrata da calcare, tanto calcare, che affiora fino alla superficie, che si trasforma nei sassi sparsi dappertutto, un calcare che arriva da milioni di anni fa, a testimoniare che una volta lì c’era il mare. Poi, accaddero tante cose: il ritiro del mare, le glaciazioni, la scomparsa dei dinosauri, la comparsa dell’homo sapiens. In tutto questo “lui”, il calcare, è rimasto lì, come uno scudo duro a protezione della dolcezza e della morbidezza. Così, la dolcezza e la morbidezza, pian piano, sono riuscite a venire fuori, inesorabili nella loro potenza, come se la durezza del calcare avesse fatto sforzare la vite(a) fino a farle produrre questa meraviglia, un’uva “strana”, con tutta quella “peluria” intorno agli acini, un’uva capace di sprigionare poi una dolcezza morbida e fresca, con l’aiuto del caldo sole diurno e delle umide nebbie notturne, e qui, allo Château Climens, anche con l’aiuto della mano dell’uomo che “cura” il terreno con le tisane, quintali di tisane a “intenerire” il calcare argilloso, e a permettere, con tutta la magia del resto, che il Sémillon delle viti potesse esplodere in tutta la sua meravigliosa e potente dolcezza. Ed ecco il Barsac, fratello del Sauternes, oro colato, un oro liquido che ti tocca l’anima e te l’addolcisce... Immerso in tutto questo, e pensando a tutto questo, mentre sorseggiavo il Barsac di Climens, ho avvertito un brivido e mi sono emozionato fino a commuovermi. Chissà perché, forse perché nella vita c’è tanta durezza, forse perché ho lottato per una vita anche contro le mie durezze interne, non lo so. Ma quando oggi, trovandomi sul posto, mi sono sentito attraversare da milioni di anni di storia, dalla lotta della natura e dell’uomo contro le durezze e le avversità con un esito finale così meravigliosamente dolce, mi sono profondamente emozionato. 81


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Speciale Taste e Fuori di Taste 2018

Speciale Taste e Fuori di Taste 2018 Il salone dedicato alle eccellenze del gusto e del food lifestyle.

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Taste è il salotto italiano del mangiare bene e stare bene, dove si

significativa anche l’affluenza dei buyer, italiani e internazionali,

danno appuntamento i migliori operatori internazionali dell’alta

che ha raggiunto la cifra complessiva di quasi 6 mila ingressi,

gastronomia, ma anche il sempre più vasto e appassionato

totalizzando un +8% rispetto allo scorso anno.

pubblico dei foodies.

“Una bellissima edizione di Taste – dice Agostino Poletto,

Grande successo per il ritorno di Taste, la manifestazione firmata

direttore generale di Pitti Immagine – che si inserisce in una

Pitti Immagine, organizzata a marzo a Firenze nella suggestiva

serie di edizioni in crescita, sia nei numeri che nella qualità, e

cornice della Stazione Leopolda.

di questo siamo molto soddisfatti. Da una parte per la selezione

Una tre giorni per scoprire la ricchezza enogastronomica del

delle aziende partecipanti, a detta di tutti di altissimo livello, e al

nostro paese, con 400 aziende espositrici e numerosi eventi in

tempo stesso per le presenze di operatori del settore intervenuti”.

programma al Salone e in città, per il Fuori di Taste.

Nel video caricato sulla nostra pagina youtube/Bibenda Editore,

Tante le presenze di appassionati ed esperti del settore, oltre sedici

il reportage a cura di Laura Cirilli con la regia di Giampaolo

mila persone hanno infatti preso parte alla tredicesima edizione,

Marconato che racconta storie e volti della tre giorni di Taste.

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Confagricoltura su etichettatura europea

Confagricoltura su

etichettatura europea Parere favorevole alla proposta di autoregolamentazione sulle etichette dei vini.

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VINO, CONFAGRICOLTURA: “BENE AUTOREGOLAMENTAZIONE SU ETICHETTATURA EUROPEA. SEMPLIFICA L’ADOZIONE DA PARTE DEI PRODUTTORI” Confagricoltura valuta positivamente la nuova proposta di autoregolamentazione sull’etichettatura dei vini e delle altre bevande alcoliche (aromatizzati, bevande spiritose, birra e sidro) messa a punto dagli organismi professionali europei della filiera bevande alcoliche: COPA-COGECA (organizzazioni professionali e cooperative, a cui aderisce Confagricoltura), CEVI (viticoltori indipendenti), EFOW (vini d’origine), CEEV (industriali e commercianti). La proposta è stata presentata al commissario europeo per la Salute e la Sicurezza alimentare Andriukaitis e prevede che vengano indicati in etichetta sulla bottiglia oppure online (con metodologie innovative che permettano di accedere alle informazioni dalla stessa etichetta) i valori nutrizionali e gli ingredienti. “Siamo favorevoli ad una impostazione semplificata della norma sulle indicazioni nutrizionali e sugli ingredienti per il vino ed il documento di autoregolamentazione apre un importante spazio in tal senso - ha osservato il presidente della Federazione vitivinicola di Confagricoltura Federico Castellucci -. C’è stato un lavoro intenso e coordinato della filiera per mettere a punto la proposta. Abbiamo chiesto a Bruxelles di valutarla per acquisirla nel regolamento a cui si dovranno assoggettare tutti i vini e le bevande alcoliche europei”. “È un ottimo punto di partenza per ragionare con Bruxelles e introdurre pure delle importanti facilitazioni per i produttori, prevedendosi - ha proseguito il rappresentante di Confagricoltura - standard sulle indicazioni energetiche e la possibilità di riportare le informazioni anche fuori etichetta, rendendo molto più facile l’adesione alla normativa europea in materia. Si parla di due anni per la messa a regime, un periodo che ci sembra congruo”. “Resta, ed è fondamentale per noi, che in tema di etichettatura – ha concluso il presidente della Federazione vitivinicola di Confagricoltura – venga prevista una specificità per il prodotto vino, che segua procedure settoriali ed anche una semplificazione, seppur ancora migliorabile per la parte zucchero, negli elenchi degli ingredienti”. 85


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Difesa sostenibile della vite

Difesa sostenibile della vite L’Annual Review

of

Entomology

riconosce l’autorevolezza scientifica della

Fondazione Edmund Mach nell’ambito della viticoltura sostenibile.

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n

Claudio Ioriatti

Pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica di entomologia lo

pongono la viticoltura di fronte a nuove sfide rappresentate dalla

studio su viticoltura e specie invasive.

necessità di controllare nuove specie nocive che stanno ampliando il

Difesa sostenibile della vite: FEM sulla prestigiosa collana

loro habitat originale”.

Annual Review of Entomology L’articolo prende in considerazione le diverse modalità di Un’altra pubblicazione scientifica riconosce l’autorevolezza

diffusione e cita come esempio i casi più recenti di invasioni

scientifica della Fondazione Edmund Mach nell’ambito

di nuovi areali, esaminando i rischi per la viticoltura associati

delle specie invasive e della viticoltura sostenibile. Si tratta

alla presenza di queste nuove specie, sia per quanto riguarda

del recente lavoro scritto da Claudio Ioriatti, dirigente del

la produzione quali-quantitativa che per quanto riguarda le

Centro Trasferimento Tecnologico, e altri tre ricercatori

ripercussioni in termini di accesso al mercato globale delle

statunitensi, sull’Annual Review of Entomology, una tra le

produzioni finite.

più importanti riviste scientifica di entomologia.

potenziale impatto di determinate modalità di coltivazione, la

L’articolo prende atto dell’espansione della viticoltura a

viticoltura mondiale ha intrapreso un percorso che promette di

livello mondiale ed evidenzia i rischi di introduzione di

abbinare la qualità delle produzioni alla sostenibilità dei processi

specie aliene a seguito dalla globalizzazione dei mercati e

produttivi. Descritto che cosa si intende per sostenibilità, si

dai cambiamenti climatici, ma anche i potenziali vantaggi

riportano esempi di come questo concetto sia stato interpretato

apportati dalla condivisione della conoscenza. Un elenco di

in diversi contesti produttivi. L’intensificazione degli scambi non

sfide e opportunità per la sostenibilità della viticoltura in un

è avvenuta per fortuna solo a livello commerciale; anche la scienza

mercato globalizzato.

e la tecnica hanno potuto beneficiare dell’aumentata interazione

Vista l’accresciuta consapevolezza circa il

a livello globale tanto che proprio da questa accresciuta reciproca “In questo caso - precisa Claudio Ioriatti - non si tratta di una

contaminazione scientifica ed esperienziale si ritiene possono

pubblicazione che annuncia una scoperta scientifica o il risultato di

scaturire le soluzioni ottimali per la gestione delle nuove

una ricerca, ma del riconoscimento dell’autorevolezza scientifica di

emergenze fitosanitarie.

FEM sui temi relativi alle specie invasive e alla viticoltura sostenibile

rifermenti bibliografici ai quali accedere per approfondimenti

e della encomiabile propensione del sistema produttivo locale ad

sui temi trattati e da tre supplementi di approfondimento circa

implementare nuovi strumenti nel controllo di vecchi e nuovi fitofagi.

l’espansione della viticoltura a livello globale, le specie invasive di

L’incremento degli scambi commerciali e i cambiamenti climatici

interesse viticolo e l’eradicazione riuscita di una specie invasiva.

L’articolo è correlato da oltre 150

L’articolo e i supplenti sono scaricabili gratuitamente accedendo a: http://www.annualreviews.org/eprint/DPUhw4vrFIuVd8cQRXuB/full/10.1146/annurev-ento-010715-023547 Entomological Opportunities and Challenges for Sustainable Viticulture in a Global Market Kent M. Daane, Charles Vincent, Rufus Isaacs, and Claudio Ioriatti Annual Review of Entomology, Vol. 63, 2018, pp. 193–214

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Assegnati i Wine Leader Awards 2018 dell’IWFI

Assegnati i Wine Leader Awards 2018 dell’IWFI Grandissimo successo per la 33ma edizione del Gala Italia a New York.

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Con un grandissimo successo si è tenuta lunedì 26 marzo 2018,

e VIP che hanno potuto degustare i grandi vini italiani che lo

sotto l’alto patronato dell’Ambasciatore Italiano a Washington,

scorso novembre, durante la presidenza italiana, sono stati

Armando Varricchio, la 33ma edizione del GALA ITALIA.

presentati al Consiglio di Sicurezza dell’ONU.

La grande manifestazione italiana si è svolta nella elegante Grand

L’eccezionale ed unica selezione dei grandi vini, in rappresentanza

Ballroom dell’Essex House di Manhattan gremita di giornalisti

delle principali zone produttive, è stata offerta alla degustazione


dei più noti Wine Editors americani dai titolari, delle case

“Petit Salon” i giornalisti hanno potuto degustare un’ampia

vinicole: Antinori, Bertani, Castello di Querceto, Col d’Orcia,

selezione di vini che includeva: Antinori, Villa Antinori Chianti

Fontanafredda, Lungarotti, Planeta, Rocca delle Macie, Sella &

Classico Riserva 2013 - Bertani, Pinot Grigio 2016 - Castello

Mosca e Travaglini.

di Querceto, IGT Il Sole di Alessandro 2009 - Fontanafredda,

Prima, nel corso del Wine Tasting che ha avuto luogo nel

Gavi di Gavi 2016 - Lungarotti, Montefalco Sagrantino DOCG 89


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Assegnati i Wine Leader Awards 2018 dell’IWFI

2010 - Planeta, La Segreta Il Bianco 2016 - Rocca delle Macie, Moonlite 2016 - Sella & Mosca, La Cala Vermentino DOC 2016 e Villa Marcello, Prosecco 2015. Successivamente, nella Cena di Gala tenutasi nella Grand Ballroom i giornalisti hanno potuto degustare, accoppiati a portate di alta gastronomia appositamente predisposte dallo Executive Chef Andrew Burriesci per mettere in risalto le caratteristiche organolettiche dei vini, il Marchesi Antinori, Tenuta Guado al Tasso Vermentino 2016; il Planeta, Santa Cecilia, Noto DOC 2010; il Col d’Orcia, Brunello di Montalcino DOCG 2013; il Travaglini, Gattinara Riserva DOCG 2011; il Lungarotti, Torgiano Rosso Vigna Monticchio, Rubesco Riserva DOCG 2009; il Sella e Mosca, Marchese di Villamarina DOC 2010 e il Castello di Querceto, IGT la Corte 2007. Ospite d’onore del GALA ITALIA, che per 33 anni ha celebrato e promosso i vini ed il cibo italiano di alta qualità, l’Ambasciatore Sebastiano Cardi, Rappresentate Permanente presso le Nazioni Unite, che è stato artefice, insieme al Presidente dell’Italian Wine & Food Institute, Lucio Caputo, della prestigiosa presentazione all’ONU. Nel corso del Gala le case partecipanti sono state premiate con i “Wine Leader Awards” per il contributo dato all’immagine ed al prestigio del grande vino italiano nel mondo e per aver preso parte alla storica presentazione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. I prestigiosi ed ambiti premi dell’Italian Wine & Food Institute sono stati consegnati dall’Ambasciatore Sebastiano Cardi. Durante la cerimonia di consegna dei premi l’Amb. Cardi ha ricevuto anche le congratulazioni da parte di tutti i premiati. In particolare Alessia Antinori, Cinzia Travaglini e Alessandro Francois (Castello di Querceto) hanno tenuto ha sottolineare l’importanza di realizzare iniziative che contribuiscano a migliorare e a mantenere alto il prestigio dei vini italiani come quella realizzata presso l’ONU. L’Amb. Cardi è stato a sua volta premiato dal presidente dell’Istituto con l’Italian Wine n

Alcuni scatti della sala e dei

& Food Institute Special Award of Merit in segno di riconoscimento ed apprezzamento

premi consegnati. A destra il

per il suo costante e considerevole contributo dato al vino italiano e per la presentazione,

Presidente dell’Italian Wine &

senza precedenti, della selezione dei grandi vini italiani, ai membri del Consiglio di

Food Institute, Lucio Caputo

Sicurezza dell’ONU. Successivamente il presidente dell’Istituto ha consegnato l’Italian Wine & Food Institute Special Award all’Italian Trade Commissioner, Maurizio Forte. Il premio, ha sottolineato Caputo, costituisce un incoraggiamento per la prossima campagna promozionale in

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favore dei vini italiani che sarà condotta negli Stati Uniti nel periodo 2018 - 2020 con l’obiettivo di ulteriormente migliorare la conoscenza dei vini italiani da parte dei consumatori americani. Forte ha quindi brevemente illustrato le caratteristiche ed i punti salienti di tale campagna, sponsorizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico, concludendo la presentazione con la proiezione di un filmato sull’Italia e sui vini italiani. Il GALA ITALIA, come avviene ininterrottamente da oltre trenta anni, ha rinnovato il suo incontro con la più qualificata stampa settoriale americana in un evento di grandissimo rilievo, meticolosamente organizzato, nel corso del quale è stata presentata una eccezionale selezione di grandi vini italiani di speciali annate dando un notevole contributo al successo, al prestigio ed all’immagine del vino italiano di qualità ed al Made in Italy nel suo complesso in quello che costituisce il più importante appuntamento con il grande vino italiano in terra d’America. Presenti con i loro Food & Wine Editors tutte le più importanti e qualificate testate del settore dal Wine Spectator al Wine Enthusiast, da Bon Appetit al Wine 91


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Assegnati i Wine Leader Awards 2018 dell’IWFI

& Spirits Magazine, da Forbes a Newsweek, da Hearst

di Cottages and Gardens, Ronne Day di Fine Cooking, Tracy

Magazines a Food & Vine Country, da Dessert Magazine a

Ellen Kamens di It’s a Winederful Life, John Bonnè di Punch e

Beverage Media, dal New York Times a Town & Country,

Gary Pavlis di WineDocs.

fino al famoso quotidiano inglese The Guardian nonché varie agenzie di informazione, stazioni televisive, e i corrispondenti

Fra i giornalisti italiani: Andrea Fiano di Milano Finanza, Ugo

dei principali quotidiani italiani.

Caltagirone e Valeria Robecco di ANSA, Francesco Semprini di La Stampa, Letizia Airos di

Personalmente presenti fra gli altri i

i-Italy, Donatella Mulvoni di La

giornalisti: Allison Napjus di Wine

Repubblica, Stefano Vaccara di La

Spectator, Janet Forman e Alexander

Voce di New York, Marco Valsania

Peartree di Wine Enthusiast, Pamela

e Stefania Spatti di Il Sole 24 Ore,

Thomas di TTC, Stephanie Johnson

Dario LaRuffa del RAI TV, Francesca

e Glenn Mott di Wine & Spirits,

Leoni di Radio RAI, Giovanni

David Ransom di The Tasting Panel

Pellerito di GP Communications,

Magazine, Jason Blitz e Marlena

Gianna Pontecorboli di Corriere

Hoffman di Beverage Media Group,

Ticino,

Joe Brescia di New York Times,

Ciancio, Leopoldo Rosati di Luxury,

David Sands di Washington Times,

Flavio Pompetti di Il Messagero - Il

Amanda Holpuch e Mark Oliver e Dominic Rushe di The

Antonella

Ciancio

di

Mattino e Alessandra Moia di America Oggi.

Guardian, Jay Cheshes di Wall Street Journal, Chiara Vassari di Bloomberg, Michael Nassar di NY Daily News, Bill Marsano di

Fra le personalità presenti anche Dolores Alfieri in rappresentanza

Poured With Pleasure, Tom Farley di New York Insider, Callie

del Governatore Andrew Cuomo, vari diplomatici e rappresentanti

Eidler e Daria Saenko di M. Shanken Communications, Don

italiani. Il Sindaco Bill Di Blasio, che per precedenti impegni

Pessin di Reuters, Michael Apstein e Joel Mack di Wine Media

non ha potuto partecipare, ha inviata una calorosa lettera di

Guild, Catherine Todd di Food & Wine Magazine, Silvia

congratulazioni pubblicata nel programma del Gala nel quale, fra

Berzoni di CNBC, Michelle Kwan di Gayot, Ronald Kapon

l’altro, scrive: “Applaudo all’Istituto che dal 1983 è guidato dalla

di Cheese Connoisseur Magazine, Vito Racanelli di Barron’s,

missione di educare i consumatori americani alla vasta gamma di

James Andrew e Melissa Kalloo di Style Music TV, Tor Sporrè

vini e prodotti alimentari di altissima qualità del “Made in Italy”.

e Tom Delmoor di Food & Vine Country, Lisa Gaglia di

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Manifest, Evan Greenberg e Karen Stone di Allscope, Joseph

Fra le personalità, italiane ed americane, premiate nelle più

Broski della American Wine Society, Michael-Ann Rowe di Off

recenti edizioni del GALA ITALIA: Piero Antinori, Jacopo

The Beaten Palate, Kristin Hess di The Artful Gourmet, John

Biondi Santi, Pio Boffa (Pio Cesare), Matteo Lunelli (Ferrari),

Mahoney di NJ Wine Radio, Diana Andres di Fine Cooking,

Chiara Lungarotti, Lucio Tasca, Sirio Maccioni, Gualtiero

Aaron e Doug Paulding di WAG Magazine, Lena Saltos e

Marchesi, Giovanni Rana, Fabio Granato, Vittorio Assaf, Piero

Adam Teeter di VinePair, Barbara e Manos Angelakis di Luxury

Selvaggio, Adam Strum, editore e direttore del Wine Enthusiast;

Web Magazine, Deborah Yun e Gloria Zhang di Epoch Taste,

John Mariani, giornalista ed autore di libri di grande successo,

Jackie e Ray Foley di Bartender Magazine, Sheri di Borchgrave

(fra i quali “How Italian Food Conquered the World”); Florence


Fabricant, giornalista del New York Times nonché icona del giornalismo americano, Joshua Greene, Editore del Wine & Spirits Magazine, Mary Ewing-Mulligan MW, direttrice dell’International Wine Center, Kevin Zraly, Autore e Wine Educator alla Windows on the World Wine School e Marc D. Taub, Presidente e Amministratore Delegato della Palm Bay International. Per il GALA ITALIA è stato predisposto un elegante catalogo a colori, nel quale è stato dato ampio spazio e rilievo a tutti i vini ed alle aziende partecipanti. Il catalogo, in oltre 2.000 copie, è stato distribuito a tutti i presenti e successivamente inviato ai principali operatori del settore. Il GALA ITALIA è stato organizzato dall’Italian Wine & Food Institute con il supporto

n

del Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con l’ICE-Italian Trade

al Gala Italia 2018

Commission.

per due ambasciatori

Riconoscimenti gemelli

dell’Italia a New York- il Rappresentante permanente italiano all’Onu Sebastiano Cardi e il Direttore dell’ICE Maurizio Forte

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Adotta un filare

ADOTTA UN FILARE Per gli innamorati delle Langhe, come sottoscrivere il patto di adozione. 94


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Adotta un filare

Nasce il «Patto di adozione» di un filare nella Langa del Barolo. L’iniziativa è della vignaiola Sara Vezza della cantina Josetta Saffirio a Monforte d’Alba. Adotta un filare in Langa e produci il tuo Barolo: l’originale iniziativa è di Sara Vezza, giovane vignaiola titolare della cantina Josetta Saffirio a Monforte d’Aba. L’invito è a vivere in prima persona l’esperienza di coltivare, far crescere, vendemmiare e produrre il proprio vino: «È una richiesta che mi hanno fatto in tanti – spiega Sara – provare l’emozione della vigna: la potatura, le lavorazioni dell’estate, la vendemmia: capire come cresce l’uva e come diventa un grande Barolo. È un progetto che richiede pazienza e passione come il lavoro dei vignaioli, ma è anche un’esperienza unica e irripetibile. Perché partecipare? Tre buoni motivi: per imparare la cultura del vino, seguendo la vita del proprio Barolo, vivere un’esperienza fuori dal comune e per ricevere le bottiglie di vino del “tuo filare”». «Il progetto “Adotta un filare di Josetta Saffirio” ha anche come obiettivi - ricorda la giovane barolista - la salvaguardia del paesaggio vitivinicolo dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco e il garantire la sopravvivenza dei piccoli produttori, da secoli custodi di queste colline. L’idea è anche di creare degli itinerari turistici e culturali a Monforte d’Alba. Il Barolo non è solo economia: è cultura». Il «Patto di adozione di un filare a Monforte d’Alba» può essere anche un’idea regalo e comprende: • nome e cognome dell’adottante sul palo di testa del filare adottato • possibilità di donazione del filare a terzi. • sei bottiglie di vino Barolo docg prodotto dal filare adottato, più sei bottiglie miste a discrezione dell’azienda, in base alla disponibilità • certificato di adozione, nel quale comparirà il nome dell’Adottante • visita della cantina in qualsiasi momento dell’anno (previo preavviso) con degustazione gratuita di tutti i vini accompagnata da una selezione di prodotti tipici locali • aggiornamenti costanti e reportage sulle varie fasi di lavorazione, dalla vendemmia all’imbottigliamento COME ADERIRE Si può scaricare il modulo sul sito internet www.adottaunfilare.it, bisogna compilarlo e spedirlo all’email info@josettasaffirio.com. Si possono “adottare” uno o più filari sia a nome proprio che a nome di terzi. Dopo aver fatto il bonifico, si riceverà immediatamente un “Attestato di adozione” personalizzato per ogni filare adottato. Per altre info: info@josettasaffirio.com 96


JOSETTA SAFFIRIO, CINQUE GENERAZIONI DI VIGNAIOLI IN LANGA Sara Vezza, classe 1980, mamma di Sara, Cecilia, Giovanni e Cesare, è la quinta generazione di contadini che coltivano vigne a Monforte d’Alba, in Langa. A 17 anni aveva un sogno: fare la vignaiola. L’ha realizzato due anni dopo, a 19 anni, rilanciando l’azienda di famiglia. Oggi coltiva 5 ettari quasi tutti nebbiolo da Barolo. Produce circa 40 mila bottiglie all’anno. Ha fatto nuovi investimenti: 5 ettari a Roddino coltivati a nebbiolo e barbera e 16 ettari a Murazzano dove Sara produrrà Alta Langa, le bollicine piemontesi. Quella di Josetta Saffirio è una storia antica, che inizia alla fine dell’Ottocento con il primo Saffirio, Giovanni Battista, che si sposta a vivere nella Langa. Ai primi del Novecento, il padre di Josetta, Ernesto, inizia a coltivare i suoi vigneti. Nel 1975, giovanissima, Josetta decide di occuparsi dei vigneti del padre. Laureata in agraria e affiancata dal marito Roberto, enologo, inizia a coltivare le vigne piantate dai nonni subito dopo la seconda guerra mondiale. Dopo alcuni anni, Josetta e Roberto vedono premiate le proprie fatiche e riescono a produrre un Nebbiolo di riconosciuta qualità. Nel 1985 viene presentato il primo Barolo con l’attuale etichetta, frutto di una passione e di un impegno mai venuto meno. Dopo un periodo di pausa negli anni 90, Sara, figlia di Josetta e Roberto, decide di dedicarsi anche lei ai vigneti di famiglia e di scrivere una nuova pagina nella storia di Josetta Saffirio.

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La Mappa del Nizza

La Mappa del Nizza L’Associazione Produttori del Nizza presenta questo strumento indispensabile per conoscere il territorio.

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Realizzata da Enogea, è stata presentata il 24 febbraio 2018, alla

con uve Barbera che più è cresciuto in termini percentuali negli

presenza di produttori, giornalisti e operatori di settore, la Mappa

ultimi anni”, afferma con soddisfazione Gianni Bertolino,

del Nizza, uno dei più moderni strumenti di rappresentazione

presidente dell’Associazione Produttori del Nizza, (in foto) che

di un territorio vitivinicolo. Il Foro Boario della cittadina del

conta 51 aziende associate. E i numeri di questa crescita sono

sud Astigiano ha visto ancora una volta riuniti i produttori per

importanti. Da un punto di vista di ettari vitati, nel triennio 2015-

un’occasione importante, che sottolinea la volontà di crescere di

2017 quelli iscritti all’albo della Docg Nizza sono aumentati del

questa giovane Docg, che con la vendemmia 2014 è passata da

50% ogni anno, arrivando intorno ai 200 ettari, precisa Bertolino,

essere una sottozona della Barbera Superiore d’Asti a rappresentare

sono meno di un terzo di quelli stimati come potenziale della

una denominazione a se stante, con caratteristiche proprie. I

denominazione, che si aggira intorno ai 700-750 ettari.

produttori ci hanno sempre creduto, e hanno compiuto tutto i

Dal punto di vista degli ettolitri di Nizza Docg prodotti, anche

passi per arrivare a questo riconoscimento, lavorando sulla qualità

in questo caso il triennio 2015-2017 sta segnando crescite di

del prodotto, impegnandosi nel farlo conoscere in Italia e all’estero,

circa il 45% all’anno. Nel 2017 gli ettolitri prodotti sono stati

per poi finalmente arrivare a chiedere una denominazione che ha

8.754, contro i 5.978 dell’anno precedente.

riconosciuto l’unicità di questo vino e ne ha fissato regole e confini.

Una denominazione in forte ascesa e molto vivace, dunque, anche

“Anche se contiamo ancora piccoli numeri, siamo il vino prodotto

grazie a un gruppo coeso di produttori e di un cambio generazionale


Settore Nord - Northern Sector Sabbie e terre rosse - Sands and red soils Settore Centrale Central Sector Sabbie - Sands

Torrente Tiglione Tiglione stream

Settore Est - Eastern Sector Terre rosse - Red soils Settore Centrale Central Sector Marne sabbiose e argille Sandy marls and clay Settore Centrale Central Sector Marne sabbiose e argille Sandy marls and clay

Torrente Nizza Nizza stream

Torrente Belbo Belbo stream

Settore Centrale - Central Sector Marne di Sant’Agata Fossili - Sant’Agata Fossili Marls

Settore Sud - Southern Sector Arenarie - Sandstones

avvenuto in tempi recenti che vede a dirigere gran parte delle aziende

Per realizzare la Mappa del Nizza ci sono voluti molti mesi di

giovani imprenditori, animati da spirito di iniziativa e di una gran

lavoro, durante i quali Masnaghetti ha battuto il territorio palmo

voglia di far apprezzare sempre di più il Nizza in Italia e nel mondo.

a palmo e ha incontrato i produttori. Secondo Masnaghetti,

La realizzazione della Mappa del Nizza rientra in questa volontà dei

la tradizione locale è l’elemento fondamentale per delimitare

produttori di dare agli operatori e agli appassionati un ulteriore stru-

i confini di un cru, perché sono proprio coloro che hanno

mento di conoscenza del territorio. Per questo l’Associazione l’anno

vissuto il territorio da generazioni che hanno la memoria storica

scorso si è rivolta ad Alessandro Masnaghetti di Enogea per “map-

dei toponimi e delle posizioni delle vigne. Altro elemento

pare” il proprio territorio, evidenziandone i cru e le loro peculiarità.

importante per arrivare a definire estensione e morfologia di un

Masnaghetti non è certo nuovo a questo tipo di lavoro, visto

cru è il paesaggio, perché proprio i cambiamenti di paesaggio e

che ha già realizzato una trentina di mappe tra Italia e Francia

di vegetazione danno indicazioni importanti sulla tipologia di

(Médoc e Sauternes) e che da un paio di anni sta lavorando in

suolo e di conseguenza segnano dei confini, dei mutamenti.

Napa Valley con Antonio Galloni di Vinous. I vitivinicoltori

Uno studio affascinante, dunque, che non equivale a una zonazione

piemontesi per primi hanno percorso la strada delle mappe che

ma che fotografa in maniera precisa il territorio di produzione del

si basano su un lavoro capillare, per arrivare ad avere una visione

Nizza, con i suoi 18 Comuni. E un nuovo importante strumento

di insieme di una determinata zona di produzione.

per promuovere un territorio bellissimo tutelato dall’Unesco. 99


Bibenda 70 duemiladiciotto

L’Unione Italiana Vini sull’export italiano 2017

L’Unione Italiana Vini sull’export italiano

2017

I dati ci consegnano un anno positivo ma non brillante.

Nel 2017 esportati 21,4 milioni di ettolitri di vini e mosti

nel caso di ritorsioni sull’agroalimentare e di scenario Hard Brexit. Per

(+3,7%) che valgono 6 mld di euro (+6,4%) Vino. Export

questo motivo auspichiamo una risoluzione pacifica delle controversie sul

Italiano 2017: ANNO POSITIVO, MA NON BRILLANTE.

fronte americano e un’opzione di uscita morbida della Gran Bretagna”.

Il Presidente UIV, Ernesto Abbona: “Crescita moderata e preoccupazione per instabilità politica”.

Con queste parole Ernesto Abbona, Presidente di Unione Italiana Vini, commenta i dati sull’export 2017, elaborati da ISMEA,

“I dati dell’export 2017 ci consegnano un anno positivo ma non brillante.

prezioso partner di Osservatorio del Vino, sulla base di dati Istat,

Va sottolineata la determinazione dei nostri imprenditori che, nonostante

che disegnano un 2017 complessivamente in buona salute, ma che

la crescente ondata protezionistica dei mercati e le grandi difficoltà di

ancora paga l’agitazione commerciale dovuta all’instabilità politica.

gestione dei fondi OCM promozione, archiviano un altro anno di crescita

100

delle esportazioni, anche nei volumi. Sfioriamo ma non superiamo la

Lo scorso anno, infatti, sono stati esportati 21,4 milioni di ettolitri di

soglia psicologica dei 6 miliardi di euro, cresciamo meno della Francia

vini e mosti, con un aumento del 4% sullo stesso periodo dell’anno

e rimaniamo fragili davanti alle turbolenze commerciali provocate dalla

precedente, consolidando un trend in atto già dalla fine del 2016.

‘geopolitica’, perché siamo ancorati ai due mercati storici del nostro export,

Il valore ha sfiorato i 6 miliardi di euro con un incremento più

Usa e UK. Con 2,2 miliardi di euro registrati nel 2017, questi due Paesi

che proporzionale (+6,4%) rispetto ai volumi, a dimostrazione che

costituiscono infatti il 40% del valore del nostro export di vini fermi e

anche il valore medio dei prodotti italiani consegnati oltre frontiera

spumanti, contro quote del 31% per la Francia e del 26% per la Spagna

si è mosso su terreno positivo. Le performance migliori si sono

o del 20% per la Germania e quindi siamo in assoluto il Paese più esposto

avute fuori dai confini comunitari: nei Paesi terzi (che nel 2017


rappresentano il 34% delle esportazioni in quantità e il 49% dei relativi introiti), è stato infatti registrato un + 8% rispetto al 2016 con introiti in crescita del 9%, mentre all’interno della Ue si è registrato +1% a volume e +4% in valore. Nel complesso, la progressione nel 2017 c’è stata, ma nonostante questo gli operatori non si dicono pienamente soddisfatti, auspicando una maggior accelerazione delle esportazioni e soprattutto un aumento della quota di mercato su alcuni mercati target. “L’auspicio per questo 2018 - continua il Presidente di UIV - è che il nuovo Ministro delle politiche Agricole abbia tra le sue priorità quella di risolvere la dinamica conflittuale Ministero-Regioni e di sbloccare i fondi promozione 2017-18, mettendo subito mano al decreto per l’annualità 2018-19. Questo insieme ad un governo capace di farsi sentire a livello europeo, in particolare sul tema della politica commerciale. Ad oggi, infatti, i fondi dell’OCM promozione diventano ancora più urgenti per supportare un faticoso ma indispensabile lavoro di diversificazione dei mercati da parte degli imprenditori. L’ottimo lavoro che stiamo facendo con ICE ci aiuta ma anche noi imprenditori dobbiamo metterci una buona dose di coraggio. Peraltro, il successo recente della spumantistica italiana, insegna che i mercati possono aprirsi anche in maniera veloce quando un prodotto incontra i desideri dei consumatori”. Decisamente sopra la media del settore sono state infatti le performance degli spumanti, che registrano un +9% a volume e +14% a valore, con il Prosecco che rappresenta il 56% del totale spumanti esportato ed il 59% degli introiti corrispettivi. Sembra, nel frattempo, arrestata la flessione dell’Asti che nel 2017 ha messo a segno un +7% a volume e +6% a valore. Anche i vini frizzanti, intanto, riemergono dal lungo periodo di difficoltà, tornando a mostrare un segno positivo sia in termini di volumi (+2%) sia di valore (+6%). La crescita è interamente imputabile ai vini frizzanti Igp (+6% a volume e 7% a valore). Nota positiva, infine, anche per i vini fermi in bottiglia (il 48% del totale esportato a volume e il 63% del valore) che, dopo la frenata del 2016, sono tornati a crescere del +2% a volume e del 4% a valore. “Dobbiamo essere sempre attenti a intercettare i nuovi trend di consumo, a fare opera quotidiana di scouting, e a utilizzare al meglio i fondi messi a disposizione dai piani di promozione del Mise-ICE e quelli dell’OCM. - spiega Ernesto Abbona - Dobbiamo anche iniziare a ragionare in modo nuovo anche sulla struttura della nostra offerta, trovando nuove forme di dialogo e sintesi tra brand e territori, superando logiche di confine amministrativo tra territori e regioni, ma anche di dinamiche verticali di filiera, che ci permettano - conclude - quella elasticità produttiva necessaria a rispondere alle istanze di un mercato in continua evoluzione”. 101


Informazioni da Fondazione

Questa rubrica riassume tutte le novitĂ , gli eventi, le attivitĂ , le notizie, i momenti che hanno vista impegnata la in lungo e in largo nel

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Paese.

Fondazione Italiana Sommelier


Informazioni da Fondazione

IL MESSAGGERO Sul quotidiano della Capitale, ogni martedì si parla di buon vino.

Nella stessa rubrica abbiamo parlato del Rosso Collection

A partire dal 10 aprile di quest’anno ha preso il via la nostra

Fantini, un vino-novità realizzato appositamente per essere

collaborazione con Il Messaggero. Sull’edizione nazionale del

servito freddo, una caratteristica che lo rende molto versatile

quotidiano più amato della Capitale, ogni settimana - il martedì

nell’abbinamento, perfino con i piatti della cucina orientale.

- parliamo di vino. Due vini ogni volta, selezionati tra i calici

La rubrica prevede anche l’indicazione di azienda, prezzo, gradi,

eccellenti e le novità, vengono “raccontati” nella pagina “Questioni

oltre alla pubblicazione dell’etichetta.

di gusto” nella rubrica firmata dal nostro direttore Franco M. Ricci.

Non perdete Il Messaggero!

Questa settimana abbiamo parlato del Lambrusco di Sorbara

Tutte le uscite su www.bibenda.it

Vigna del Cristo di Cavicchioli, vino dell’eccellenza per aver ottenuto i 5 Grappoli di Bibenda, corrispondenti ad una valutazione da 91 centesimi in su.

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Informazioni da Fondazione

FRANCIACORTA & SOMMELIER

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A Milano la consegna dei diplomi del Corso per Sommelier

mogliamento, invaiatura, agostamento vendemmia, potatura...

svolto in Franciacorta.

tramonti spettacolari e nebbie impenetrabili.

L’atmosfera è quella delle grandi occasioni! Alla spicciolata ar-

Mai come in questo corso le conoscenze sono fluite in modo

rivano a Milano per festeggiare il coronamento di un percorso

circolare, tecnica e passione facce della stessa medaglia.

che li ha visti protagonisti. Chi sono? I primi Sommelier di Fon-

Oggi è il gran giorno, i cristalli del Principe di Savoia (l’elegante

dazione Italiana Sommelier in Franciacorta. Ragazze e ragazzi,

hotel milanese diretto dal formidabile Ezio Indiani) rivaleggiano in

uomini e donne che già avevano una certa confidenza con il vino,

lucentezza con i tastevin allineati sul tavolo, ci siamo tutti, inizia-

perché in quell’area a ridosso del lago d’Iseo il vino fa parte del

mo! I nomi rimbalzano coperti dagli applausi e dagli auguri e alla

quotidiano. “Bevo solo quello della mia Azienda!”, affermava

fine tutti hanno al collo il simbolo scintillante della professione.

orgogliosamente qualcuno, un po’ come dire il resto è nulla.

La soddisfazione di sentirsi dire “grazie per averci fatto cono-

È stato un percorso affascinante per tutti, per noi e per i nostri

scere il vino che non conoscevamo, per aver allargato il nostro

nuovi Colleghi. 52 lezioni, 52 volte abbiamo varcato il cancello

orizzonte” non ha prezzo, come recita un noto slogan!

della cascina immersa nei vigneti, per un anno e mezzo abbia-

Complimenti a tutti! Il “corso che ti cambia la vita” è termina-

mo visto di settimana in settimana l’intero ciclo della vite: ger-

to, adesso sta a voi assaporare il meglio che vi aspetta!


LA FONDAZIONE SOMMELIER IN REAL TIME Ultime puntate e vincitori del format tv curato da Luciano

La trasmissione ha visto la presenza di Luciano Mallozzi e di

Mallozzi e Barbara Tamburini.

Barbara Tamburini anche in veste di Master Sommelier, incaricati

Sono andate in onda le sei puntate di War of Wineries, il

di giudicare le prove e di decretare, esclusione dopo esclusione, il

nuovo format tv ideato tutto intorno al vino. War of Wineries,

vincitore della gara. Il premio in palio è costituito da uno stand

letteralmente la guerra delle aziende vinicole, è praticamente un

da espositore al prossimo Vinitaly (15-18 aprile), un premio

gioco durante il quale si sfidano tra di loro diversi produttori di

decisamente importante, soprattutto per i giovani produttori

vino mettendo in campo tutte le loro armi, dalla preparazione

emergenti.

tecnica e culturale sulla produzione vinicola, all’abilità nella

I primi 8 vigneron a contendersi il premio: Marianna e Pietro

degustazione, all’arte dell’allestimento, del servizio, della

Colosi - Cantine Colosi - (Giammoro - Me); Giovanni De Napoli

commercializzazione e anche dell’improvvisazione.

- Cantina Terre di San Vito - (Polignano a Mare - Ba); Davide Luisa

Il programma ha preso forma anche grazie alla collaborazione della

- Tenuta Luisa - (Mariano del Friuli - Go); Violante Gardini –

Fondazione Italiana Sommelier che ha messo in campo alcuni

Donatella Cinelli Colombini (Montalcino – Si); Andrea Pandolfo

dei suoi “pezzi” migliori. I nostri Luciano Mallozzi e Barbara

- Cantine Sant’Andrea - (Terracina - Lt); Giuseppe Rossetti -

Tamburini, rispettivamente Docente Master e Wine Maker di

Tenuta Rossetti - (Paduli - Bn); Luciana Sabino - Antiche Cantine

chiara fama, nomi e volti molto

Migliaccio - (Isola di Ponza - Lt);

noti nel panorama vinicolo italiano

Davide Zoppi - Cà Du Ferrà Farm

e internazionale, hanno preso parte

e Relax (Bonassola - La Spezia).

alla costruzione del programma,

Ecco le date e gli orari di

ideando per i concorrenti enigmi da

programmazione di questo bel

risolvere, domande tecniche, prove

prodotto televisivo che è andato in

pratiche da superare. Insomma,

onda su Real Time (canale 31 del

la trasmissione si snoda tra gare e

digitale terrestre; Sky canale 131 e

tranelli decisamente divertenti che

132 (+1) e tivùsat canale 31).

appassionano anche i non addetti

Chi lo avesse perso può rivedersi

ai lavori.

tutte le puntate su www.bibenda.it

• 1^

e

2^

puntata domenica

25

• 3^

e

4^

puntata domenica

1

aprile alle ore

12.20

e

12.50

• 5^

e

6^

puntata domenica

8

aprile alle ore

12.20

e

12.50

marzo alle ore

12.20

e

12.50

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Informazioni da Fondazione

FILETTE, L’ACQUA DEI SOMMELIER E DEGLI CHEF

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Anche l’acqua è una questione di gusto. E di qualità. La

Acqua Filette sgorga nel territorio di Guarcino (in provincia

Fondazione Sommelier sceglie Filette.

di Frosinone), a 900 metri di altezza slm, tra le verdi e

Chi ama i grandi vini non può non comprendere quanto sia

incontaminate montagne dell’Appennino Laziale; l’origine

importante scegliere con cura l’acqua da adottare per mantenere

in un territorio incontaminato, la rende una delle acque più

il palato nelle migliori condizioni durante le degustazioni.

pure al mondo, come dimostra il livello di nitrati, pari a 0,2

Occorre un’acqua dissetante ma, allo stesso tempo, con un

mg/l, fattore fondamentale di cui tenere conto nel valutare la

gusto non invasivo, un’acqua che non pregiudichi in nessun

qualità di un’acqua minerale. Il livello di nitrati in un’acqua,

modo la palatabilità e la persistenza di un grande vino. Proprio

infatti, esprime il suo grado di inquinamento, proprio

per chi cerca un prodotto con queste qualità, Acqua Filette è

l’assenza a Guarcino di industrie, traffico veicolare e di campi

perfetta. Non a caso è scelta dai sommelier di tutto il mondo per

concimati fa sì che Acqua Filette presenti un livello di nitrati

accompagnare le etichette più prestigiose.

prossimo allo zero.


Oltre al livello di nitrati altro fattore da tenere in considerazione,

beva, è perfetta per le degustazioni tecniche; la Delicatamente

quando si sceglie un’acqua, è la quantità di minerali in essa disciolti.

Frizzante accompagna bene la degustazione di vini soprattutto

Le acque oligominerali hanno un residuo fisso compreso tra i 50 e i

per chi non ama l’acqua liscia; infine, la Decisamente Frizzante

500 mg/l, non sono troppo ricche né troppo povere di sali minerali;

è l’ideale per palati esigenti che amano una bollicina più decisa

quindi, in quanto equilibrate, sono consigliate per l’uso quotidiano.

e ripulisce il cavo orale anche da cibi più grassi.

Acqua Filette, con il suo residuo fisso di 219 mg/l, rappresenta il

In conclusione, non è un caso che il luogo di elezione di Acqua

perfetto equilibrio di sali minerali disciolti in un’acqua minerale.

Filette siano i migliori ristoranti e le più prestigiose enoteche

Insomma, grazie alle sue caratteristiche organolettiche uniche,

d’Italia e del mondo: non c’è scelta migliore di Acqua Filette per

Acqua Filette si presenta come un’acqua particolarmente

accompagnare le più sofisticate pietanze, i migliori vini e i più

leggera e delicata, in qualsiasi dei tre gusti la si voglia degustare.

grandi champagne.

La Naturalmente Naturale, con una grande piacevolezza di

Acqua Filette: il vero lusso è concedersi la qualità. Sempre.

RELAZIONI PERRICOLIOSE Un divertente gioco di parole per raccontare un po’ di Sicilia

Lo si vede subito con l’interpretazione di Porta del Vento

attraverso uno dei suoi vitigni di riferimento.

(Camporeale), anno 2011, dove il tempo dona grandissimo

Il Perricone è uno dei lettori più autentici della Sicilia occidentale,

equilibrio e un tannino perfettamente integrato; oppure con la prima

eppure il suo recupero è frutto di pochi produttori che, con tenacia,

annata (2015) di Feudo Disisa (Grisì), caratterizzato dalla freschezza

l’hanno scelto tra molti vitigni della zona, sfidando pregiudizi e

di erbe aromatiche e discreta balsamicità. O ancora con Caruso &

ignoranza. Maria Antonietta Pioppo, presidente di Fondazione Italia

Minini (Marsala) che scommettono su ben 5 ettari vitati a Perricone

Sommelier - Sicilia Occidentale (nella foto), ha selezionato e invitato

e producono un vino morbidissimo per un affinamento in acciaio e

alcuni di questi pionieri di un vitigno antico, la cui storia è ancora

vetro. Per non parlare di Feudo Montoni (Cammarata), che a 500 m

tutta da scrivere. L’evento, “Relazioni Perricoliose”, ha coinvolto

s.l.m. con vinificazione bio, ha in freschezza e tannini la promessa di

numerosi partecipanti, interessati ad ascoltare

un lungo, grande futuro; o di Fondo Antico

le vicende che hanno portato il Perricone da

(Trapani), dove il frutto è croccante e la

vino di spalla in blend molto noti in Sicilia a

dolcezza evolve verso una bella sapidità.

monovitigno di grande impatto.

Tre cultivar di olive (Cerasuola, Biancolilla,

Colore rubino, quasi impenetrabile, siamo

Nocellara) affondano nello stesso territorio,

di fronte a un vino molto coerente nelle sue

uno dei più vocati all’agricoltura di qualità

manifestazioni, che si caratterizzano per le

in Italia, e trovano negli stessi produttori di

ricche note di frutta più o meno matura e

Perricone ambasciatori d’eccellenza di oli

interessanti evoluzioni.

evo non meno affascinanti. 107


Informazioni da Fondazione

LA VICENDA AMPAS - ACADEMY OF MOTION

È da evidenziare sin da ora come AMPAS abbia sostenuto

PICTURE ARTS AND SCIENCES

tale tesi fino alla recente pronuncia della Corte di Cassazione

Oscar del Vino: i nostri legali raccontano la vittoria per

(R.G.N.18634/2014 del febbraio 2018), nonostante l’esito

l’utilizzo del marchio.

negativo dei giudizi di primo e secondo grado. Si costituiva dinanzi al Tribunale Civile l’AIS Roma (oggi Fondazione Italiana Sommelier), sostenendo che la registrazione del marchio “Oscar del vino” rientrasse nell’ambito della sua attività di Associazione Culturale senza scopo di lucro, per qualificare la figura e la professione del Sommelier e valorizzare la cultura dell’olio e del vino, con una manifestazione riservata agli appassionati e agli intenditori. Il Tribunale, esaminata la documentazione in atti, rigettava la domanda dell’AMPAS, rilevando che, pur essendo il marchio “OSCAR” registrato anteriormente al marchio registrato e utilizzato da AIS Roma, quest’ultimo non avrebbe potuto

Dopo due anni di perentorie diffide, l’Academy of Motion Picture

sussistere senza la specificazione “del vino”, con riferimento

Arts and Sciences – AMPAS ha dato inizio a un contenzioso,

esclusivo a prodotti cartacei e manifestazioni relative alla

chiedendo al Tribunale Civile di Roma- Sezione specializzata

diffusione della cultura del vino e dell’olio.

in materia di proprietà industriale - di inibire all’Associazione Italiana Sommelier Roma (oggi Fondazione Italiana Sommelier)

Il Tribunale rilevava inoltre che la parola “Oscar” ha assunto

l’utilizzo del marchio “OSCAR”, usato dalla stessa per presentare

nel linguaggio comune il significato di sinonimo della parola

una manifestazione annuale denominata “Oscar del Vino”: anche

“premio”, così come riportato anche nei vocabolari della Lingua

se registrato, il suddetto marchio avrebbe di fatto concretizzato

Italiana, tant’è che l’espressione “premio oscar” o “oscar”

un’operazione parassitaria, il cui svolgimento – consegna di un

viene comunemente utilizzata da parte di numerosi enti e/o

premio ai produttori dei migliori vini e olii da parte di personaggi

organizzazioni, nel significato di “premio” o “riconoscimento”.

del mondo dello spettacolo - avrebbe ricalcato la falsariga della

AIS Roma ha dimostrato che, solo in Italia, sono stati registrati

“Notte degli Oscar” di Los Angeles.

oltre 230 marchi con la dicitura “oscar” senza alcun collegamento

L’AMPAS chiedeva pertanto che il Tribunale di Roma dichiarasse

con la manifestazione cinematografica che, di conseguenza, non

la nullità del marchio utilizzato da parte convenuta, accertasse

è di per se stessa tutelabile.

la contraffazione del marchio stesso, inibisse la prosecuzione dell’illecito così posto in essere, determinasse una somma a titolo

La sentenza di primo grado respingeva, per le motivazioni

di penale e quantificasse i danni derivati dall’attività illecita,

indicate, la domanda avanzata da AMPAS, con condanna della

con conseguente pubblicazione della sentenza di condanna e

stessa alle spese di giudizio.

rifusione delle spese di lite. 108


2 Infondato è altresì l’assunto che vi sia rischio di confusione tra i due marchi, né sotto il profilo dell’agganciamento parassitario al più noto marchio “Oscar” riferito al cinema, né sotto il profilo del pregiudizio arrecato eventualmente allo stesso. Per tali motivi, il gravame veniva respinto dalla Corte di Appello. Avverso la sentenza della Corte di Appello, l’AMPAS proponeva ricorso in Cassazione, con una serie di motivi che la Suprema Corte riteneva di dover respingere. Tralasciando l’illustrazione degli speciosi motivi posti a base del ricorso, che ripropongono, seppure con termini differenti, le stesse tesi già espresse, ci limitiamo L’AMPAS impugnava la sentenza, proponendo una serie di

a dire che la suprema Corte ha ritenuto non si possa invocare la

motivi, che è inutile ripetere in questa sede, ma la cui decisione

decadenza parziale del marchio “Oscar” per volgarizzazione, se

sui quali da parte della Corte di Appello si può così sintetizzare:

non quando lo stesso risulti registrato per più di un prodotto o servizio, e la decadenza avvenga solo con riguardo ad alcuni di

1 Secondo l’appellante, il Giudice di primo grado non avrebbe dovuto

essi, essendo questo concetto valido con riferimento al solo settore

respingere le domande di nullità e di contraffazione del marchio sul

dell’industria cinematografica (sentenza n. 1507 del 21/07/2016),

presupposto che il marchio stesso fosse decaduto per volgarizzazione,

confermando così la sua comune accezione di “primo premio di una

stante la mancata richiesta in forma esplicita formulata da AMPAS:

manifestazione”. A seguito della citata sentenza, e del suo passaggio

ciò non è vero, in quanto il Tribunale ha voluto evidenziare la

in giudicato, va esclusa la decadenza del marchio per volgarizzazione,

mancanza di confusione tra i marchi “oscar” e “oscar del vino”,

se non con riferimento all’industria cinematografica.

ovvero che quest’ultimo possa venire associato a impresa collegata con l’Academy, stante la diversità del pubblico destinatario, anche per la

Inoltre, ai sensi dell’art.123 del codice sulla proprietà industriale,

fama mondiale di cui usufruisce il termine “Oscar” con riferimento

“le decadenze o le nullità anche parziali di un titolo di proprietà

al premio cinematografico: la normativa vigente consente l’uso del

industriale hanno efficacia nei confronti di tutti quando siano

marchio anche ai soggetti che usano nel commercio un marchio

dichiarate con sentenza passata in giudicato”.

analogo a quello registrato se il marchio suddetto gode di notorietà nella

Il ricorso è stato respinto.

Comunità e se l’uso del segno consente di trarre indebito vantaggio alla

Stessa sorte hanno avuto le richieste avanzate da AMPAS nei

notorietà del marchio comunitario o reca pregiudizio agli stessi. Non

confronti di altri soggetti per questioni analoghe.

risponde a verità l’assunto di una confusione tra i due marchi, né può

Roma, 22 marzo 2018

sostenersi l’uso parassitario del marchio “Oscar del Vino” nei confronti

Avv. Marina Petronio

del già affermato marchio ”Oscar”, riferendosi il primo ad un prodotto del settore enologico, senza alcun riferimento al mondo dello spettacolo, se non per la presenza di alcuni personaggi noti, limitata peraltro alla consegna materiale dei premi, senza alcun intervento degli stessi. 109


Da Leggere

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Da Leggere

LA SPOSA GIOVANE Feltrinelli Pagine: 192 Prezzo: 17 € Come un uovo di Pasqua, un romanzo con la sorpresa. Fiumi di inchiostro sono stati spesi sulla Pasqua e sulle colazioni tradizionali di questa giornata speciale. Su questo tema, ci piace qui riportare un breve passo tratto dal libro di Alessandro Baricco “La Sposa Giovane”, in cui la descrizione del rito della colazione della famiglia siciliana protagonista del romanzo è una divertente sorpresa da scoprire all’interno di un capolavoro. Mentre gli occhi scorrono le parole, si è immediatamente trasportati lì, completamente appartenenti a quella scena.

ALESSANDRO BARICCO

(…) “Dispersi dal sonno obbligato, torniamo a costituirci come famiglia e sfociamo a pian terreno nella grande sala delle colazioni come un fiume carsico adesso uscito alla luce, presagendo il mare. Lo facciamo per lo più ridendo. Un mare apparecchiato è infatti la tavola delle colazioni – termine che nessuno ha mai pensato di usare al singolare , dove solo un plurale può restituire la ricchezza, l’abbondanza e l’irragionevole durata. Evidente è il senso pagano di ringraziamento – la calamità a cui si è scampati, il sonno. Su tutto veglia l’impercettibile scivolare di Modesto e di due camerieri. In un giorno normale, né di quaresima né di festa, l’ordinario apparato offre pane tostato bianco e bruno, riccioli di burro appoggiati sull’argento, confettura di nove frutti, miele e castagnata, otto tipi di pasticceria culminanti in un croissant inimitato, quattro torte in tinte diverse, coppa di panna montata, frutta di stagione sempre tagliata con geometrica simmetria, esposizione di rari frutti esotici, uova di giornata esibite in tre differenti tempi di cottura, formaggi freschi più un formaggio inglese detto Stilton, prosciutto del fattore a fette sottili, cubetti di mortadella, consommé di manzo, frutta cotta nel vino rosso, biscotti di meliga, pastiglie digestive all’anice, ciliegie di marzapane, gelato di nocciola, un bricco di cioccolata calda, praline svizzere, liquirizia, arachidi, latte, caffè. Il tè è detestato, la camomilla riservata ai malati.”

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l’Oliol’Olio è l’Olio è

❖ A PARTIRE DAL 12 MAGGIO 2017 ❖ ❖ A PARTIRE DAL MAGGIODAL 2017 ❖ 12 A PARTIRE 12 ❖ MAGGIO

ALL’HOTEL ROME CAVALIERI ALL’HOTEL ROMEAC LLAVALIERI ’HOTEL ROME CAVAL IL 17° CORSO PER SOMMELIER DELL’OLIO IL 17° CORSO PER OMMELIER ’O LIO IL S17° CORSO DELL PER S OMMELIER D ◆❖◆ ◆❖◆

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INFORMAZIONI SU WWW.BIBENDA.IT INFORMAZIONI SU WWW.BIBENDA .IT INFORMAZIONI SU WWW.BIBENDA. PER ISCRIVERSI TEL. 06 8550941 PER ISCRIVERSI TEL. 06 8550941 PER ISCRIVERSI TEL. 06 8550941

❖ A PARTIRE DAL 12 MAGGIO ❖ Fondazione Italiana2017 Sommelier

Fondazione ItalianaFondazione Sommelier Italiana Somm

CENTRO INTERNAZIONALE PER LA CULTURA DEL VINO E DELL’OLIO con il INTERNAZIONALE Riconoscimento Giuridico della Repubblica CENTRO PER LA CULTURA DEL VINO EItaliana DELL’OLIO CENTRO INTERNAZIONALE PER LA CULTURA DEL VINO

ALL’HOTEL ROME CAVALIERI IL 17° CORSO PER SOMMELIER DELL’OLIO

con il Riconoscimento Giuridico della Repubblica Italiana con il Riconoscimento Giuridico della Repubblica


www.bibenda.it bibenda@bibenda.it

direttore

Franco M. RICCI

Caporedattore centrale Paola SIMONETTI

Hanno collaborato a questo numero

Foto

Cinzia BONFÀ, Claudio BONIFAZI,

© shutterstock.it

Laura CIRILLI, Davide Maria CONSOLARO, Stella G. DE BACIIS, Paolo LAUCIANI,

Consulenti dell’Editore

Daniele LIURNI, Stefano MILIONI,

Sergio BIANCONCINI Architettura

Giuseppe NUCARA, Pasquale PETRULLO,

Michele FEDERICO Medicina

Maurizio SAGGION, Michele SCOGNAMIGLIO.

Stefano MILIONI Edizioni Franco PATINI Internet

Grafica e Impaginazione

Attilio SCIENZA Viticoltura

Fabiana DEL CURATOLO

Gianfranco VISSANI Cucina

BIBENDA per rendere più seducenti la cultura e l’immagine del vino

/

Anno XVII

/

n. 70

/

Aprile 2018

> Direzione, Redazione e Amministrazione 00136 Roma - Via A. Cadlolo, 101 - Tel. 06 8550941 - Fax 06 85305556 >

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2018, Bibenda Editore Srl - Roma tutti i diritti sono riservati / Registrazione del Tribunale Civile di Roma al n° 574 del 20 Dicembre 2001

> Iscrizione al Registro Operatori della Comunicazione al n° 9.631 L’analisi sensoriale, che evidenzia la qualità dei vini di tutte le nostre recensioni, viene effettuata con metodo e scuola di Fondazione Italiana Sommelier. In questo numero di Bibenda vi presentiamo 196 etichette. Altre Pubblicazioni di Bibenda Editore | BIBENDA il Libro Guida ai Migliori Vini, Ristoranti, Grappe, Oli e Birrifici | L’Arte del Bere Giusto / Il Gusto del Vino / Il Vino in Italia e nel Mondo / Abbinare il Vino al Cibo / Il Dizionario dei Termini del Vino (sono i testi del Corso di qualificazione professionale per Sommelier riconosciuto in tutto il mondo) | Ti Amo Italia (la pubblicazione in inglese su Vino e Cibo italiani) | Il Quaderno di Degustazione del Vino.


III


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