The Lifestyle Journal #30

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L I F ES T Y LE JOURNAL DIARY OF SLOW LIVING

Poste Italiane Sped. In A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004, art. 1,c. 1, DCB Milano

SLOW FACTORIES BONOTTO. LA FABBRICA LENTA DIALOGA CON L’ARTE ETHICAL FASHION LA MODA ETICA COMINCIA DA LORO, DONNE PROTAGONISTE DEL TESSILE ITALIANO WINE STORIES I PROTAGONISTI DEL VINO IN ITALIA GREEN FOLLI GIARDINIERI: GUIDO GIUBBINI

N°30 Estate 2015 Costo copertina € 3.50

Italian Stories Un team di progettisti vuole trasferire il patrimonio dell’artigianato italiano a portata di click




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EDITORIALE

Expo2015 è finalmente iniziato e noi che viviamo a Milano ce ne rendiamo conto soprattutto per la vivacità che si respira. Eventi, mostre, degustazioni, aperitivi... ogni giorno è talmente ricco di appuntamenti che è persino difficile scegliere cosa fare; ristoranti e bar aprono con cadenza quasi giornaliera e tutto parla di artigianalità, territorio e sostenibilità. Il linguaggio utilizzato in tutte queste iniziative è lo stesso di The Lifestyle Journal, sembra che si stiano finalmente riscoprendo i valori di cui noi parliamo da tempo. Il rischio è che tanta comunicazione diventi quasi “un tormentone” a cui le persone pongono sempre meno attenzione. Quello che ci riproponiamo in questo contesto, relativamente nuovo qui in Italia, è di non perdere di vista quello per cui siamo nati e che continuiamo a voler comunicare: i veri valori di autenticità e sostenibilità di molti prodotti, progetti e attività di cui il nostro Paese è ricco, senza diventare campanilisti e anzi dando un respiro internazionale a tutte le nostre notizie. Così, anche in questo numero raccontiamo di nuovi progetti, come quello di Italian Stories -una nuova start up legata all’artigianato italiano lanciata dai giovani che vedete in copertina- o di aziende storiche ma che eccellono nel loro settore per creatività e qualità, come la tessitura Bonotto e la vetreria NasonMoretti; o ancora di donne pioniere della sostenibilità nel mondo del tessile, di vignaioli e di un “folle” giardiniere... tutti volti di un Italia che è giusto comunicare al mondo, come Expo2015 sta cercando di fare, con attenzione a non cadere nei luoghi comuni.

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L IF E S T Y LE JOURNAL DIARY OF SLOW LIVING

Direttore Responsabile GIOVANNA CAPRIOGLIO Progetto grafico BUREAUBUREAU

Art Editor DANIELA SAVOCA

HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO: Denise Battistin, Daniele Buzzonetti, Maury Dattilo, Pompea Gualano, Elisabetta Margheriti, Valentina Mascarello, Giada Strazzella, Cristina Taccani Concessionaria di pubblicità MILANO FASHION MEDIA Corso Colombo, 9 - MILANO Tel. +39.02/58153201 Responsabile di testata ELISABETTA ARADANAS BATALLA ebatalla@milanofashionmedia.it Anno III, Numero30 Registrazione del Tribunale di Milano autorizzazione numero 672del 21 dicembre 2010 The Lifestyle Journal è una rivista di edita da Edizioni La Modé Illustrée una divisione di Biblioteca della Moda srl Presidente DIEGO VALISI dvalisi@milanofashionmedia.it Redazione - Via Alessandria, 8 – 20144 Milano redazione@thelifestylejournal.it www.thelifestylejournal.it In copertina: Il team di Italian Stories Ph. Andrea Pizzalis e Andrea Ravieri Courtesy Centrale Fies. Photo credits: Per le immagini senza crediti l’editore ha ricercato con ogni mezzo i titolari dei diritti fotografici senza riuscire a reperirli. L’editore è a piena disposizione per l’assolvimento di quanto occorre nei loro confronti.

Stampato in Italia presso VELA WEB SRL Via Copernico, 6/8 - Binasco (MI) grafichevela.it

DISTRIBUZIONE: Intercontinental S.r.l. - Via Veracini, 9 20124 Milano Telefono: 02.6707.3227 Fax: 02.6707.3243 e-mail: ic@intercontinental.it SERVIZIO ABBONATI* : Gli abbonamenti possono ave­re inizio in qualsiasi periodo dell’anno. Per sottoscrivere un abbonamento, per co­ municazioni di servizio e informazioni relative allo stato del proprio abbonamen­to scrivere a: Servizio Abbonamenti, c/o Biblioteca della Moda Srl Corso Colombo, 9 • 20144 Milano o inviare una e-mail a: pconti@milanofashionmedia.it, oppure chiamare il numero +39 02 92853174 (dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 18.00, costo massimo della chiamata da tutta Ita­lia per telefoni fissi e 0,12 + iva al minuto senza scatto alla risposta, per cellula­ri costo in funzione dell’operatore). GARANZIA DI RISERVATEZZA PER GLI ABBONATI L’Editore garantisce la massima riservatezza dei dati forniti dagli abbonati e la possibilità di richiedere gratuitamente la rettifica o la cancellazione ai sensi dell’art. 7 del D.leg. 196/2003 scrivendo a: Servizio Abbonamenti - c/o Biblioteca della Moda Srl Corso Colombo, 9 • 20144 Milano o inviare una e-mail a : pconti@milanofashionmedia.it *I prezzi per l’Italia si intendono spese di spedizione e IVA incluse. Lo scon­to è computato sul prezzo di copertina al lordo di offerte promozionali edicola. La presente offerta, in conformità con l’art. 45 e ss. del codice del consumo, è formu­lata da Biblioteca della Moda. Si può recedere entro 14 giorni dalla ricezione del primo numero. Per maggiori informazioni visitare www.libreriadellamoda.it/libreria/

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contents N°30 / ESTATE 2015 SLOW LANE

SLOW MOTION

THE GUIDE

12 Tech&Design La “doggy bag” contro lo spreco del cibo--La vertical farm e l’agricoltura 3.0 -Dalle mele nascono scarpe e fazzoletti

22 Cover story

70 Books

Italian Stories

72 Recipes

14 Green Architecture Green For All Il futuro delle serre urbane 16 Green Energy Powerwall, una batteria domestica -I pneumatici che depurano l’acqua -La tazza produce energia 18 Recycling Lo sterco va in mostra

28 Slow Factories Bonotto. La fabbrica lenta dialoga con l’arte -La magia che prende forma in un soffio 40 Ethical Fashion La moda etica comincia da loro, Donne protagoniste del tessile italiano 46 Wine Stories I protagonisti del vino in Italia 52 Green Design Milano Design Week. Green is now 58 Green Folli Giardinieri 63 Luxury Travel Wonderful Houses Italy

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74 Beauty 76 Fashion 78 Design 80 Automotive 82 Food&WIne 84 Places 85 Green 86 Pets 87 Kids 88 Horoscope


LA SNEAKER AD IMPATTO ZERO E RICICLABILE. w w w.w o m s h . c o m | i n f o @ w o m s h . c o m

IMPATTO ZERO速 Le emissioni di CO2 generate dal ciclo produttivo sono compensate dalla creazione e tutela di foreste in crescita


CONTRIBUTORS

ELISABETTA MARGHERITI Dottore agronomo, direttore commerciale di Torsanlorenzo Gruppo Florovivaistico, si occupa della strategia aziendale, dell’organizzazione di convegni, seminari, workshop e iniziative culturali e della partecipazione a manifestazioni floricole e paesaggistiche.

MARCO MAGALINI Veronese d’origine, ha studiato Scienze internazionali e diplomatiche a Gorizia, per poi specializzarsi in Luxury goods communication a Milano. Vive e lavora a Milano, dove scrive di moda e design per magazine come Urban, Fashion Illustrated, Design Illustrated, Modaonline e Designspeaking. Autore del libro “Moda. Il nuovo mada in Italy”. Magalinimarco.com DENISE BATTISTIN E’ giornalista pubblicista dal 1992, socio professionista Ferpi e ha conseguito anche l’attestato di Tecnico Pubblicitario. Ha lavorato presso alcune Agenzie pubblicitarie come copywriter e poi dal 1987 fino al 2008 ha gestito l’ufficio Stampa Italia di Fiera di Vicenza, dove poi si è occupata di sviluppo business e marketing fieristico. Web editor di siti aziendali del settore dei preziosi, scrive di gioielli ed enogastronomia. Alla collaborazione continuativa presso testate locali (Giornale di Vicenza) e nazionali (Orafo Italiano, Vogue Gioiello) ha affiancato anche la direzione di testate on line (Comacchio Web e Free Web).Ha scritto anche un e-book dal titolo “Ricette d’ufficio”.

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N°30 / ESTATE 2015 MAURY DATTILO Nato a Roma, dal 1990 al 1993 lavora per la RAI per diversi programmi giornalistici. Nel 1994 vince una borsa di studio ed entra alla Columbia University di New York e si laurea in regia cinematografica. Dattilo ha all’attivo film e documentari che ha diretto e prodotto, ed è professore universitario. La sua passione per i giardini e le terre lontane lo ha portato a viaggiare nel mondo e a conoscere grandi paesaggisti e giardinieri, ha collaborato con alcuni di loro e da questi incontri sono nati parecchi programmi radiofonici tra cui “Arrivi e Partenze”, “Storie di desiderio”, “Oltre la Vita” e “Paradisi in Terra” su Radio3 Rai, il primo programma radiofonico interamente dedicato ai luoghi all’aria aperta. Dattilo da alcuni anni progetta giardini con la sua Viridarium e attraverso conferenze e seminari divulga la cultura del paesaggio e le storie del verde. Ha recentemente scritto il libro Folli Giardinieri: storie d’amore e di verde (Ed. Pendagron).

DANIELE BUZZONETTI Parmense di origine, ha iniziato l’attività giornalistica nel campo dei motori a Roma, nel 1970. Ha sempre abbinato l’interesse per le corse automobilistiche alla produzione e alla storia. Entrato nella casa editrice del settimanale “Autosprint” nel 1976, ha svolto varie mansioni in redazione e sui circuiti, per concludere come inviato in F.1 fino al 1987. Successivamente è stato vice-direttore del mensile “ Auto” e direttore di “Gente Motori”. Ha proseguito l’attività come vicedirettore di “AM-Automese” per poi tornare ad “Autosprint” in veste di condirettore all’inizio degli anni 2000. Contemporaneamente, dal 1998 al 2009, è stato autore di newsletter per conto della Ferrari nell’ambito del Ferrari Challenge. GIOVANNA MOLDENHAUER Giornalista professionista dal 1994, ha frequentato un Master di aggiornamento dell’Ordine dei Giornalisti. Sommelier scrive con passione e competenza per le testate specializzate Cucina & Vini, Artù, Viniplus di Lombardia. Gli articoli riguardano interviste a titolari di aziende vitivinicole italiane e francesi, incontri con personaggi di spicco, racconti di viaggi eno-gastronomici, approfondimenti su denominazioni, territori, vitigni. Redattrice interna di Famiglia Casa ha scritto di arredamento, d’arte della tavola di cui ha una specializzata e approfondita conoscenza.

GINNY ALIAS CHIARA VIOLA La rima è una parola che esce sincera/Ma con la pochette ed il vestito da sera/E dalla Parker della Ginny con un sorrisetto/Appoggia sul foglio il suo dolce culetto/Per dirvi che ovunque vi portin le stelle/La vita riserva sorprese più belle/E a tutto da sempre c’ è un’unica cura:/Rider di brutto e senza paura!/Dalla mia casetta sul fiume a Milano/Cerco le stelle allungando la mano,/Amo i pensieri e lo straordinario/Ho anche un cane ma è immaginario,/Abbino i cappelli agli occhiali da sole/Mi piace la gente che sa quel che vuole./Il caleidoscopio mi fa impazzire:/due volte lo stesso non ti può riuscire…/È questo che adoro a chiunque predire/Che tutto scorre e potrebbe avvenire! - unaparolabuonapertutti.it

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slow lane RIFLESSIONI SUL MONDO CHE CAMBIA


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LA “DOGGY BAG” CONTRO LO SPRECO DEL CIBO Secondo i dati pubblicati dalla FAO, l’organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, ogni anno nel mondo vengono sprecate 1,3 tonnellate di cibo, circa un terzo di quello prodotto e che 1 miliardo e 600 milioni di questi alimenti viene buttato. Un vero e proprio spreco! Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base cellulosica, scende in campo e lancia il progetto “Doggy bag se avanzo mangiatemi”. Un’iniziativa nata in collaborazione con Slow Food Italia sotto la regia dell’Arch. Michele De Lucchi e del prof. Andrea Kerbaker, che ha riunito un team di importanti professionisti per la realizzazione di tre diversi contenitori per cibi e bevande contro lo spreco del cibo. Parliamo dei designer Francesco Faccin, Giulio Iacchetti e Matteo Ragni con Chiara Moreschi e degli illustratori Beppe Giacobbe, Guido Scarabottolo

e Olimpia Zagnoli. L’obiettivo del progetto che coinvolgerà oltre 70 ristoranti milanesi e lombardi (che riceveranno gratuitamente un kit di contenitori) è quello di recuperare il cibo avanzato al ristorante, dando la possibilità ai clienti di portarlo a casa e consumarlo così il giorno successivo; mentre la bottiglia di vino ancora piena potrà essere riutilizzata nel caso in cui si decida di organizzare un aperitivo in casa con gli amici.

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T ECH & D E S I G N

LA VERTICAL GARDEN E L’AGRICOLTURA 3.0

All’interno del “Future Food District” di Expo Milano 2015 svetta la Vertical farm progettata da Enea, agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. Una fattoria verticale dove vengono coltivati basilico e lattughe in cubetti di torba pressata, tramite concimazione a flusso e riflusso a ciclo chiuso, con riciclo continuo dell’acqua. Oltre che a richiedere meno spazio rispetto ai metodi tradizionali, le coltivazioni all’interno della Vertical Farm non hanno bisogno di suolo, ma solo di acqua e di elementi nutritivi: è il cosiddetto sistema idroponico che consente a qualsiasi tipo di pianta di crescere in substrati alternativi alla terra, come la

torba pressata, l’argilla espansa o la lana di roccia. La crescita delle piante è poi assicurata da un’illuminazione a LED che replica le condizioni naturali e accelera la fotosintesi clorofilliana. Un simbolo dell’agricoltura del futuro che rappresenta una soluzione concreta per la produzione di ortaggi fuori suolo, multistrato, a ciclo chiuso integrale (riciclo totale dell’acqua e dei fertilizzanti), in ambiente protetto e climatizzato, senza utilizzo di pesticidi e insetticidi e ad illuminazione artificiale a LED. Un impianto di fertirrigazione automatico infatti, garantisce la distribuzione delle sostanze nutritive e un impianto di condizionamento climatico mantiene i valori richiesti di temperatura e umidità.

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Dalle mele nascono scarpe e fazzoletti

Gli scarti della lavorazione industriale delle mele fino a qualche anno fa venivano smaltiti o riutilizzati per alimentare gli impianti a biogas, oggi invece sono la base per la realizzazione di numerosi prodotti ecosostenibili. E’ il progetto di Frumat srl, un laboratorio di analisi chimiche che dal 2009 ha deciso di dare nuova vita agli scarti delle mele. L’Italia sta dimostrando un particolare interesse verso i processi di trasformazione in materie prime ottenute da sottoprodotti e scarti di lavorazione alimentare e in questi anni il volume complessivo di questo particolare “rifiuto” è aumentato in maniera sensibile, arrivando a 30 tonnelate al mese. Ma cosa ricaviamo esattamente dalle mele? Il primo prodotto realizzato è la cartamela, ottenuto dall’unione della cellulosa pura e gli scarti di lavorazione, da cui si ricava carta igienica, rotoli da cucina, fazzoletti di carta e scatole per il settore packaging. Un’altra scoperta su cui l’azienda cremonese sta lavorando è la “Pellemela”: materiale destinato alla legatoria, alle calzature e ai rivestimenti di divani e sedie.


N EWS slowLANE GR E E N A R C H I T EC T UR E

GREEN FOR ALL Il futuro delle serre urbane Green for All di Francesca Perricone e Roberta Rotondo, è il progetto vincitore di Smart FOR city, il contest di Smart alla ricerca di idee e progetti per la riqualificazione urbana. Una piccola serra, che può essere facilmente posizionata in corrispondenza di una finestra e che rappresenta una soluzione semplice e 100% ecocompatibile capace di produrre energia o acqua calda alimentandosi con un sistema compost. Interamente realizzata in materiali riciclati, Green for All è adattabile a nuovi e vecchi edifici ed è in grado di creare un circolo virtuoso per il corretto utiliz-

zo delle risorse ambientali, restituendo così un po’ di verde al grigio delle città. Think Green! È il motto del progetto proposto da Francesca e Roberta, architetti romani specializzati in design ambientale, che grazie all’incubatore d’impresa H-Farm entrano ora nel vivo della realizzazione di Green for All. Le due vincitrici, infatti, oltre al contributo economico offerto da Smart, saranno ospitate per tre mesi ad H-FARM ed inserite all’interno del programma di accelerazione intensivo H-CAMP, dove riceveranno un sostegno quotidiano nella realizzazione della start up.

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POWERWALL, UNA BATTERIA DOMESTICA Presentata dal suo ‘inventore’ Elon Musk come il “pezzo mancante fra l’energia solare e la mobilità elettrica” Powerwall promette di rivoluzionare il mondo dell’energia casalinga e di abolire le reti elettriche tradizionali. Ma che cos’è esattamente? È una batteria al litio da parete in grado di accumulare energia sia dai pannelli fotovoltaici installati nell’abitazione sia dalla rete elettrica per poi fornire energia alla propria casa o eventualmente per ricaricare l’auto elettrica. Il sistema lanciato da Tesla Energy ha una capacità di 7-10 kWh, costerà circa 3500 dollari e si compone di batteria, regolatore di carica e sistema di controllo termico che permette all’unità di resistere a temperature da -20°C a 43°C. Powerwall verrà realizzato nella Gigafactory a impatto zero che il gruppo californiano di Tesla sta costruendo in Nevada e che dovrebbe diventare operativa a fine 2017. Oltre alla batteria domestica l’azienda sta pensando alla progettazione di Powerpack dalla capacità di 100 kWh l’uno, moduli componibili “all’infinito” che verranno utilizzati per l’accumulo di energia nelle grandi aziende e condomini.


GR E E N E NE RGY

LA TAZZA RECUPERA ENERGIA

I pneumatici che depurano l’acqua Smaltire i pneumatici usati è uno dei processi più complessi sia in termini di costi che di risorse. Dalla Finlandia arriva un’idea di riciclo innovativa, che oltre a far risparmiare depurerà anche l’acqua. Il progetto dell’azienda Alpi Group in collaborazione con Finnish Tyre Recycling Company propone infatti di utilizzare i pneumatici usurati nel processo di depurazione dell’acqua sfruttando la presenza di flora batterica sulla superficie delle ruote. Quest’ultime vengono triturate e pestate fino

ad ottenere una superficie chiamata biofilm. sulla quale restano incollati azoto, fosforo e altri nutrienti presenti nell’acqua. Ciò si rivela un passaggio fondamentale per il processo depurativo, perché le sostanze che i ricercatori tentano di separare dall’acqua al fine di purificarla, vengono mangiate dai microbi che proliferano sulla superficie dello pneumatico. Una scoperta che convertirebbe un materiale inquinante in materiale pulito per la depurazione delle acque reflue.

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Perché sprecare il calore emesso da una tazza fumante di Tè o caffè quando si può riutilizzare? È l’idea di una ragazza americana di 17 anni, Ann Makosinski (Victoria, Stati Uniti), che ha progettato E-green, una speciale tazza in grado di raccogliere calore e convertirlo in energia elettrica. Un’idea semplice, all’avanguardia ed ecosostenibile: l’energia prodotta dalla tazza infatti è pulita. L’invenzione è inoltre dotata di un cavetto usb che permette di ricaricare comodamente il proprio smartphone. Ma questa non è la prima invenzione della giovane Ann, che prima di E-green ha realizzato una torcia cattura calore. Come? Semplice. Sfruttando il calore emesso dalla mano che la impugna, si produce l’energia necessaria per illuminare in maniera sostenibile. Un progetto che le ha permesso di vincere il premio dedicato agli adolescenti durante il Google Science Fair del 2013. Un’idea rivoluzionaria nella sua semplicità, pensata per aiutare un’amica filippina nella cui casa non c’è l’energia elettrica e che quindi aveva difficoltà a studiare non appena cominciava a fare buio.


N EWS slowLANE NEW MOBILITY

Lo Sterco va in mostra Inaugurato lo scorso Aprile, il Museo della Merda di Castelbosco a Piacenza rappresenta l’intesa tra Gianantonio Locatelli, Luca Cipelletti, Gaspare Luigi Marcone e Massimo Valsecchi. Un luogo che vuole raccontare una storia speciale fatta di innovazioni e sostenibilità. Il casale di Castelbosco è dedito alla produzione di latte per il grana Padano e il suo allevamento conta circa 2500 bovini, che producono ogni girono una media di circa 300 quintali di latte e 1000 di sterco. La gestione di quest’ultimo è stata trasformata dallo stesso Locatelli in un progetto ecologico e all’avanguardia. L’azienda agricola infatti ha lanciato numerose iniziative per riciclare “la merda”. Prima fra tutte la produzione di metano: attraverso dei digestori è possibile ricavare energia rinnovabile. Anche l’agricoltura può godere dei benefici dello sterco, grazie al concime organico, che aiuta a ristabilire l’equilibrio naturale del suolo e combatte

il fenomeno della desertificazione. Infine, il settore delle costruzioni può contare oggi su un nuovo alleato. E’ stato presentato all’ultima design week il mattone ecologico fatto dal 90% di sterco e 10% di argilla. Questi progetti sono realizzati con sistemi di nuova concezione che, oltre a ridurre l’inquinamento atmosferico e la distribuzione di nitrati nel terreno, seguono un principio che ridisegna il ciclo della natura, restituendo all’agricoltura e all’allevamento l’ importanza di sempre. Le aree del museo e le sale del castello sono dedicate a installazioni artistiche che trattano il tema del riuso degli scarti e alla storia che ha caratterizzato la merda: dallo scarabeo stercorario venerato dagli egizi, all’utilizzo dello sterco per le architetture delle antiche civiltà italiche e africane fino alle ricerche scientifiche più attuali. Disponibile per maggiori informazioni il sito internet www.museodellamerda.org

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Biblioteca della Moda in occasione di Expo Milano 2015 racconta e diffonde il grande patrimonio della moda italiana. Biblioteca della Moda Via Alessandria, 8 20144 Milano info@bibliotecadellamoda.it Tel. +39 02. 83311200/211 Fax +39 02. 83311203

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slow motion PR EN DI I L T E M P O P E R . .. · 22 · Conoscere nuovi progetti Italian Stories | · 28 · Scoprire realtà imprenditoriali illuminate Bonotto e NasonMoretti | · 40 · Incontrare donne protagoniste della moda etica | · 46 · Andare nelle cantine vinicole più importanti del centro-sud | · 52 · Conoscere i progetti green presentati al Salone del Mobile | · 58 · Parlare con un “folle giardiniere” Guido Giubini | · 64 · Scoprire un nuovo modo di vendere immobili di lusso


ITALIAN STORIES

UN TEAM DI PROGETTISTI VUOLE TRASFERIRE IL PATRIMONIO DELL’ARTIGIANATO ITALIANO A PORTATA DI CLICK. DA GENNAIO È ATTIVO IL PROGETTO ITALIAN STORIES, UNA PIATTAFORMA WEB , CHE VI PORTERÀ NON SOLO ALLA SCOPERTA DI ECCELLENTI ARTIGIANI IN TUTTA ITALIA, MA VI DARÀ LA POSSIBILITÀ DI VIVERE UN’ESPERIENZA A TUTTO TONDO INSIEME A LORO. Di Denise Battistin


slowmotion COVER STORY

* SCOPRIRE L’ITALIA ATTRAVERSO I SUOI ARTIGIANI

E

sperienze di vita, non solo di viaggio. Questi i contenuti di Italian Stories, una nuova piattaforma web che consente ai viaggiatori e ai semplici turisti di incontrare le realtà artigianali della nostra Penisola direttamente nei laboratori di produzione, permettendo così non solo di poter conoscere da vicino il processo produttivo, ma anche di viverlo in prima persona, attraverso una full immersion di creatività. Un viaggio sostenibile, all’insegna dello slow travel: persone, racconti, storie vere e conoscenze autentiche, dove protagonista diventa l’esperienza. La persona che vuole intraprendere questo tipo particolare di viaggio, entra nel sito www.italianstories.it e sceglie la bottega artigianale che più aggrada, secondo la posizione geografica o la tipologia di manifattura. Così si attiva il collegamento e inizia il percorso di conoscenza. Ad ideare e mettere a pun-

to questo innovativo sistema due architetti trentini, Andrea Miserocchi ed Eleonora Odorizzi, che hanno colto il valore della progettualità presente negli artigiani e insieme la continua richiesta di novità da parte dei turisti che pianificano i propri viaggi attraverso la rete. “Lo scopo di Italian Stories è proprio questo – spiega Andrea Miserocchi – e l’idea di rendere concreto questo concetto nasce dal fatto che siamo persone profondamente curiose e per primi ci piace scoprire l’Italia attraverso il punto di vista dell’artigianato, e ci piace perderci a scoprire segreti che nemmeno chi abita un luogo conosce. Dal momento che siamo progettisti e amiamo il digitale, abbiamo cominciato a immaginare come sarebbe stato possibile mettere in contatto una certa tipologia di viaggiatori con chi cerca esperienze autentiche e personalizzate, con gli artigiani dei territori italiani.”

NELLA PAGINA ACCANTO FONDERIA DORIGATTI, DOVE ANCORA SI LAVORA CON L’ANTICHISSIMA TECNICA DELLA FUSIONE A TERRA

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L’idea del progetto è nata circa un anno fa e la piattaforma è stata lanciata a metà gennaio e oggi vanta più di 60 mila visualizzazioni di pagina, 40 artigiani di tutta Italia attivi sul sito, con altri 60 in fase di valutazione, oltre ad un trend di vendita delle esperienze in netta crescita, con richieste sia da parte di utenti italiani che esteri. “Per realizzare il tutto continua Miserocchi – abbiamo creato un team di lavoro, un gruppo eterogeneo che vive e lavora tra Trento, Milano e Pescara. Al momento siamo in otto, più una decina di persone che stanno collaborando in modo più elastico. In questi mesi il coinvolgimento è stato molto alto, legando l’Italia da nord a sud, raccogliendo lungo la strada collaborazioni impreviste e mera-

vigliose, dimostrazioni d’interesse e quasi di affetto, nuovi incontri e affinità elettive.” Nella lista degli artigiani di Italian Stories si può trovare il ceramista che dipinge motivi storci con pimenti ci derivazione locale, l’orafa, chi fa mobili decorati o i cappelli, il tornitore o chi realizza passamanerie, o il panettiere che produce con grani antichi coltivati e macinati da lui stesso, il liutaio, che sceglie di persona il legno giusto nei boschi, tutti con un elemento in comune: la voglia di entrare in relazione con le persone e condividere un momento del proprio lavoro, mettendo così in luce la persona e non solo l’oggetto. “Gli artigiani tuttavia – prosegue Andrea – fanno fatica a staccarsi dal concetto del prodotto da vendere.

IN QUESTA PAGINA MARCO LA MANNA, GIOVANE LIUTAIO DELLA PROVINCIA DI CREMONA, PATRIA DELLA LIUTERIA. IL SUO LABORATORIO È ALL’INTERNO DI UN VECCHIO MULINO DI CAMPAGNA PIENO DI FASCINO, PROPRIO COME IL SUO MESTIERE, APPRESO ALLA SCUOLA DI LIUTERIA DI MILANO. NELLA PAGINA ACCANTO IL TEAM DI ITALIAN STORIES, DA SINISTRA: ENRICO PRESICCI, ANDREA MISEROCCHI, ELEONORA ODORIZZI E ANNALISA LEVER.

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ITALIAN STORIES

“abbiamo cominciato a immaginare come sarebbe stato possibile mettere in contatto una certa tipologia di viaggiatori con chi cerca esperienze autentiche e personalizzate, con gli artigiani dei territori italiani.” TLJ Diary of Slow Living - 30 — 25 —


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E oggi, nell’era dell’esperienza, ancora tanti artigiani non si rendono conto di come possa talvolta essere più appassionante seguirli nel processo del fare, che comprare l’oggetto che ne risulta. E sottovalutano il potenziale della propria conoscenza, anche se traggono loro stessi piacere dal condividerla. In questo non sono cambiati, nel senso che il loro centro del mondo è la realizzazione, la cura, il processo che seguono nella creazione del loro manufatto. Quella che è la loro grande ricchezza, il saper fare, tendono a sminuirlo, forse per modestia. Certo non si può generalizzare, soprattutto le nuove generazioni sono molto più consapevoli della ricchezza di questo tipo di professioni. Ricchezza di conoscenze, umana, di relazioni, di tradizioni, ma anche di voglia di confrontarsi, di crescere, cambiare e innovarsi, di utilizzare I nuovi strumenti digitali e

metter si in rete tra artigiani, per trovare nuovi modi di produrre insieme, mescolando le esperienze e i punti di vista.”La storicità, l’unicità del manufatto, la presenza di un piccolo museo, oppure la rilettura in chiave moderna di competenze classiche, il legame con il territorio. E proprio quest’ultimo aspetto apre un ulteriore scenario. Molte botteghe si trovano in località sperdute, in un bosco, tra valli anguste o persino dentro cortili di vecchi edifici nei centri storici cittadini. Andare a scoprirle diventa l’occasione di un giro turistico in luoghi inaspettati e spesso accompagnati dagli stessi artigiani. “Il vero traguardo è però un altro – conclude Miserocchi – e cioè contribuire a creare la consapevolezza del valore di essere artigiano, come succede in molti paesi del mondo, attraverso la possibilità di far circolare idee e competenze. In rete e sul territorio.”

IN QUESTA PAGINA MARISA CONVENTO, IMPIRARESSA VENEZIANA, OSSIA IL MESTIERE VENEZIANO ORMAI PERDUTO DI “INFILA PERLE” DI MURANO (FOTO DI EVELYN LEVEGHI); NELLA PAGINA A FIANCO GIORGIA BRUNELLI , CREATRICE DI GIOVELAB, UNA LINEA DI PORCELLANE PER LA TAVOLA DOVE OGNI PEZZO È UNICO E IL SUO LABORATORIO (FOTO DI CLAUDIA CORRENT)

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ITALIAN STORIES


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BONOTTO. LA FABBRICA LENTA DIALOGA CON L’ARTE.

UN MANIFESTO CONTRO LA STANDARDIZZAZIONE INDUSTRIALE E LA PRODUZIONE IN SERIE A BASSO COSTO. “A UN CERTO PUNTO HO INIZIATO A COMPRARE SOLO MACCHINE VECCHIE – RACCONTA A TLJ GIOVANNI BONOTTO – E CHI ME LE VENDEVA PENSAVA LO FACESSIMO PERCHÉ NON AVEVAMO SOLDI PER COMPRARNE ALTRE. INVECE IO NON COMPRAVO MACCHINE VECCHIE, MA UNA FABBRICA LENTA CHE MI REGALAVA KNOW-HOW” . Di Marco Magalini

B

onotto è una manifattura tessile fondata nel 1912 da Luigi Bonotto, la cui gestione familiare è ora arrivata alla sua quarta generazione. Andando in azienda – un’esperienza unica che ci fa capire l’imporanza della manifattura – ci si rende conto che oggi un’industria verticale a ciclo completo, punto di riferimento internazionale nel campo della moda e del design per la ricerca e la nascita dei trend, in cui lavorano 200 maestri artigiani. Nonostante la produzione annuale sia di oltre 3 milioni di metri quadrati, trova spazio un nuovo concetto di produzione, la cosiddetta ‘Fabbrica Lenta’. Si tratta di una parte di azienda che potremmo definire “speciale”. Qui, i tessuti sono prodotti con tecniche artigianali, utilizzando dei vecchi telai come quelli giapponesi alti 75 cm, recuperati e rimessi in funzione. Non un vezzo estetico trasformato in museo contemplativo, tutt’altro. Un approccio imprenditoriale visionario che ha guidato i fratelli Bonotto, i quali hanno in-

serito i vecchi telati in un processo produttivo dove macchine ad alta tecnologia suppliscono ed esaltano la tessitura di quelli antichi. Una sinfonia dalla quale prendono forma tessuti contesi dai marchi di moda più famosi al mondo. Ogni telaio è controllato, alimentato, oliato da un uomo, per una produzione ‘lenta’, ricca di ‘imperfezioni’ uniche e irripetibili. Un nuovo modello manifatturiero che rivaluta la cultura delle mani: la produzione è limitata ma realizzata a regola d’arte. I maestri artigiani tornano a utilizzare le tecniche del dopoguerra dove la mano si vede, e fa la differenza. Per Giovanni Bonotto, che assieme al fratello Lorenzo, guida ora l’azienda, la qualità di un prodotto sta nel tempo che ci si impiega a produrlo. Per questo, nel 2007 decise di sostituire le macchine digitali con telai meccanici degli anni ‘50, dedicando ad ogni telaio un singolo operaio, che in questo modo diventa un maestro artigiano. “Fabbrica Lenta” è un manifesto contro la standardizzazione industriale e la

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produzione in serie a basso costo, allo scopo di rivalutare un aspetto del DNA manifatturiero italiano, che è l’eccellenza della bottega rinascimentale. Un ulteriore aspetto che fa comprendere maggiormente la filosofia dell’azienda è il legame viscerale di Luigi Bonotto con il mondo dell’arte: questo suo amore è una componente che ha influenzato profondamente, arricchendola, l’intera produzione tessile. Detentrice della più ampia collezione privata di opere d’arte della corrente Fluxus, la famiglia Bonotto ha deciso di esporla permanentemente all’interno della fabbrica

stessa, così che i suoi artigiani possano trarne inspirazione. Nel ricostruire la genesi della Fabbrica Lenta, Giovanni Bonotto parla dell’ambiente che respirava in famiglia: “Da piccolo ho vissuto con tantissimi artisti internazionali che venivano a trovare mio padre. Artisti come Marcel Duchamp e Joseph Beuys mi hanno insegnato e dimostrato che l’opera d’arte è diventata la vita e viceversa. È così che loro hanno rotto le barriere e fondato la contemporaneità. Grazie a loro, per me tutto questo è diventato naturale: tra fare impresa, arte e vivere non c’è alcun confine. Quando le cose andavano a gonfie vele per tutti, il nostro approccio all’impresa era poco capito… Alla fine, però, oggi siamo uno dei pochi produttori rimasti in piedi nel tessile. Non solo non abbiamo chiuso, ma ci siamo ingranditi e il merito va alle nostre procedure di business administration, impollinate da un pensiero diverso da quello corrente che esce dalle università più blasonate. Umberto Eco, che ho avuto come professore a Bologna, mi diceva: ‘Chi legge il cartello non mangia il vitello’. E così io ho cercato di sovvertire le regole”. La dimensione artistica nel tempo ha saputo affrancarsi e diventare autonoma, tanto che nel giugno del 2013 è stata costituita la Fondazio-

IN QUESTA PAGINA IL RITRATTO DI GIOVANNI BONOTTO

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“Gli occhiali della fantasia sono obbligatori nel nostro tempo, perché non viviamo una crisi, ma il cambio di un’era in cui nasce letteralmente un nuovo linguaggio”

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BONOTTO, LA FABBRICA LENTA DIALOGA CON L’ARTE

ne Bonotto che ha avuto come madrina d’eccezione Yoko Ono, artista spesso presente a Casa Bonotto. Un dialogo con l’arte che continua anche oggigiorno, con il recentissimo progetto Fluxbooks alla Biennale di Venezia, dove due mostre hanno preso spunto dalle opere del gruppo Fluxus per arrivare ai giorni nostri: una di Bonotto e l’altra dei giovani artisti della Fondazione Bevilacqua La Masa. Raccontando il fare di quegli artisti tedeschi di inizi anni Sessanta, che hanno inventato la poesia sperimentale, con libri che dialogavano con la musica. Oggi quei pezzi passati alla storia, sono stati ripresi in mano da artisti delle nuove generazioni che ne hanno dato nuove interpretazioni, proprio come avevano fatto i Bonotto con i telai ottocenteschi. O

come quando, negli anni Settanta, “mio padre aveva portato in fabbrica John Cage, il più grande musicista del secolo scorso che ha cambiato la musica del Novecento – continua Bonotto - , il quale ha preso i telai e composto una sinfonia straordinaria, con in un crescendo dai ritmi incredibili. Tutte queste esperienze e quell’humus ci ha permesso di vivere nel 2000 e non nel Novecento. Gli occhiali della fantasia sono obbligatori nel nostro tempo, perché non viviamo una crisi, come si è soliti chiamarla, ma il cambio di un’era in cui nasce letteralmente un nuovo linguaggio, nel senso proprio di lingua e le parole sono a fondamento della nostra cultura. A questo cambiamento non si potrà resistere, resta solo chi cambia”.

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La magia che prende forma in un soffio ACQUA, ARIA E FUOCO, SONO I TRE ELEMENTI, CHE UNITI ALLA MAESTRIA DETTATA DA UNA TRADIZIONE QUASI MILLENARIA, DANNO VITA ALLA TRADIZIONE VETRARIA MURANESE. ABBIAMO AVUTO LA POSSIBILITÀ DI ENTRARE IN UNA DELLE FORNACI PIÙ CONOSCIUTE AL MONDO E DI AMMIRARE QUESTA LAVORAZIONE ANCORA TUTTA ESCLUSIVAMENTE ARTIGIANALE. Di Giovanna Caprioglio

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A

cqua, tanta acqua: una giornata invernale di pioggia e acqua alta mi accoglie a Murano. Qui, a ben pensare è pur sempre l’acqua a dettare i ritmi della vita e del commercio e sempre l’acqua è elemento fondamentale del processo produttivo del vetro, vera anima di quest’isola della Laguna Veneta. Da Veneziana quale sono credo di far meno caso ai ritmi che l’acqua impone, così come credo che il vetro di Murano faccia in qualche modo parte della mia storia, ma quando entro nella fornace di NasonMoretti e vedo i maestri al lavoro resto senza fiato. Fiato che qui invece serve molto: viene usato per soffiare la pasta di vetro che esce dai forni incandescenti (a circa 1000 gradi) che proprio grazie al soffio delicato e al tocco abile dei maestri vetrai si trasforma in vere e proprie opere d’arte. A guardarle tutte insieme, esposte nella show-room dell’azienda, bicchieri, coppe, bottiglie sprigionano il loro fascino dato dai colori e dalle forme, ma una volta avuta la possibilità di ammirarne il processo produttivo si sente la necessità di comunicare questo patrimonio incredibile di creatività, ingegno e manualità . Questi oggetti portano con sè una storia, che è un dovere e un piacere raccontare. Quella di NasonMoretti è una storia di famiglia che

inizia ufficiosamente nel 1923, anno in cui è datato il disegno della modernissima e ormai iconica lampada da tavolo con il fusto composto da tre palle di vetro disassate, ma ufficialmente nel 1925 quando Vincenzo Nason e Francesco Moretti, maestri vetrai, decidono di mettersi in proprio fondando la Nason & Moretti snc. Oggi la terza generazione continua la tradizione mantenendo saldo l’amore per il prodotto e la cura per il design, sin dagli esordi nel Dna dell’azienda, tanto da fargli aggiudicare il premio “Compasso d’Oro” con la coppetta Lidia. Un’idea di Umberto Nason, che decise di utilizzare la tecnica del “ vetro incamiciato” al contrario ( interno colorato ed esterno bianco latte) per una forma molto semplice, lontana dal gusto barocco che in quegli anni dettava la produzione muranese. Sono gli “anni d’oro” del vetro di Murano, che inizia a farsi conoscere in tutto il mondo, che ancora oggi NasonMoretti presidia grazie anche a collaborazioni con brand della moda come Valentino, Armani, Bottega Veneta, Hermès, ma anche Tiffany&Co , grandi ristoratori come Gualtiero Marchesi e perfino Case Reali. “ Il segreto- ci racconta Piero Nason - è sempre stato la nostra elasticità nell’adattarci al mercato e ai tempi, la voglia di

NELLA PAGINA PAGINA ACCANTO: MAESTRO VETRAIO ALL’OPERA, INTERNO DELLA FORNACE NASON MORETTI. Ph. Michel Bousquet

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CUCINE D’ITALIA

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innovare attraverso il continuo confronto e la collaborazione con grandi designer, ma anche lo studiare ricette sempre nuove che ci hanno permesso di ottenere una gamma di colori e combinazioni cromatiche davvero unica”. Ed è proprio visitando il “laboratorio” dove si creano gli impasti per il vetro che scopriamo come le vecchie ricette dei nonni siano state aggiornate nell’alveo della tradizione per produrre una gamma di combinazioni cromatiche che non ha eguali: tra le altre, ben 22 tonalità di verde e 8 di blu, realizzate a base di sabbia silicea, nitrato di soda e potassio, soda, barrio, a cui vengono aggiunti anche elementi naturali come farina di mais , sale o patate , oppure persino l’oro per produrre il caratteristico rosso rubino; i “colori dell’anima” come ama chiamarli Piero Nason. Custode di queste ricette segrete è il fonditore, che di notte lavora da solo in fornace, controllando “gli impasti” e infornando le miscele da vetrificare, che vengono sottoposte a un processo di fusione che permette di realizzare sfumature di colore diverse a seconda della quantità di ossigeno e dell’elasticità dei vetri. Il fonditore segue e lavora le miscele fino al mattino, all’arrivo dei maestri vetrai. La fornace, infatti, non si spegne mai. Il fuoco è un altro elemento fondamentale nella creazione del vetro di Murano. In ogni forno un impasto diverso, da cui viene tolto il crogiolo dal quale il maestro preleva, con l’estremità della “canna da soffio”, il così detto “bolo” ossia una grande goccia incan-

descente. Il suo soffio e i suoi movimenti, uniti poi all’inserimento del bolo ancora caldo in una forma in legno, creano la fisionomia dell’oggetto, che viene poi lavorata con pinze, forbici e arnesi in legno di pero (che non si brucia) prodotti direttamente dal maestro, che meglio di chiunque altro conosce le sue necessità. Il “serventino”, l’assitente, passa poi al maestro altri pezzi di vetro incandescente, per creare il gambo, i manici e tutte le rifiniture che l’oggetto richiede. Una magica pasta incandescente, che il maestro muove nell’aria con un’abilità che quasi confonde e porta a riconoscere le forme solo alla fine dei suoi veloci e sicuri movimenti. Una tradizione centenaria in cui nulla è cambiato, se non forse lo stile dettato spesso da collaborazioni con importanti designer “prestati” a questo mondo e che indubbiamente hanno subito (e subiscono tuttora) il fascino di questa lavorazione che offre loro la possibilità di vedere realizzati anche i loro progetti più azzardati. Così da Nason Moretti tutto sembra essere uguale, da sempre: la luce calda dei forni accesi, il loro suono coperto da una vecchia radio che trasmette senza sosta, i movimenti decisi dei maestri, il loro comunicare in un dialetto che qui ancora si trasmette di padre in figlio, come si trasmette questo mestiere, che certamente non vive i fasti del secolo scorso, ma che ancora nessuno è riuscito a imparare fuori da quest’isola.

Ph. Michel Bousquet

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LA MODA ETICA COMINCIA DA LORO, DONNE PROTAGONISTE DEL TESSILE ITALIANO ABBIAMO INCONTRATO ALCUNE DELLE NUMEROSE DONNE IMPRENDITRICI CHE CON SENSIBILITÀ, VISIONE E IMPEGNO GUIDANO AL SUCCESSO AZIENDE TESSILI E DELLA MODA E A LORO ABBIAMO CHIESTO COME VIVONO LA LORO FUNZIONE E QUALI VALORI INTENDONO PROIETTARE NEL FUTURO. Di Ornella Bignami MARINA SPADAFORA, Designer italiana e Ambasciatrice della moda etica nel mondo. Negli anni 90 è stata tra le più innovative designer delle passerelle milanesi, la sua etichetta ha significato in tutto il mondo abiti sofisticati e maglieria da collezione. Ha collaborato come designer con Ferragamo e Prada. Gli anni in prima fila nel fashion system portano Marina a una forte riflessione, e a dar sfogo al suo bisogno di rifondare i codici professionali e quelli umani. La moda per Marina si riempie di nuovi significati, uno su tutti che estetica ed etica possono e devono convivere. La sua creatività e tecnica si mettono al servizio di cause giuste. «La strada della sostenibilità,- sostiene Marina Spadafora - non è più un’opzione ma una necessità. E’ tempo di una moda diversa, rinnovata e consapevole, capace di suscitare attenzione sulle realtà di popoli lontani e sconosciuti in modo che ne ricavino benefici». Fashion with a mission è il nuovo credo, con il quale diventa in breve il punto di riferimento delle produzioni ecosostenibili internazionali. Dal 2010 Marina è direttore Creativo della collezione Auteurs du Monde di Altromercato, leader nella produzione e commercio

dei prodotti equosolidali. Marina lavora con materiali biologici e certificati Fairtrade a stretto contatto con gli artigiani in 15 paesi nel Sud del mondo. Collabora con Franca Sozzani, direttore di Vogue Italia per promuovere designer africani nel mondo e per portare i marchi italiani a produrre in Africa come e’ accaduto con il progetto “ Pinko Bag for Ethiopia” . Inoltre si fa ambasciatrice impegnata dei temi dell’etica e della sostenibilità e tiene conferenze a livello internazionale per promuovere il consumo consapevole nel mondo della moda. ELISABETTA CANEPA Presidente del Gruppo Canepa Il Gruppo Canepa nasce circa 50 anni fa e negli anni è cresciuta fino a diventare una delle più sane, solide e prestigiose realtà seriche italiane. Sotto la guida di Elisabetta Canepa l’azienda, leader mondiale nei tessuti serici e di alta gamma ecosostenibili, ha avviato la diversificazione verso la confezione di qualità. Fanno riferimento al Gruppo i marchi Fiorio, La Rana e Gallieni che commercializzano direttamente cravatte, sciarpe e costumi da bagno. L’ingresso di Elisabetta Canepa alla guida del gruppo è senz’altro da ricercare nella tradizione dell’azienda familiare che le ha

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trasmesso la passione che le consente di affrontare quotidianamente un’impegnativa sfida imprenditoriale, grazie anche alla profonda conoscenza del prodotto e del processo produttivo. L’essere donna ha decisamente influito sull’evoluzione delle collezioni. “Sicuramente una dote molto femminile come la tenacia nel perseguire idee innovative, ancorate però alla tradizione, cercando sempre di valorizzare, al contempo, le idee e le competenze dei miei collaboratori”. L’attenzione alla sostenibilità è un altro punto forte della personalità di Elisabetta. “E’ tra gli elementi fondanti il dna dell’azienda. Lo è non solo perché è un formidabile carattere distintivo dei nostri tessuti e dei nostri capi di abbigliamento, ma perché fa parte delle mie più intime convinzioni riguardanti il futuro del pianeta”. Individuare un prodotto o un gruppo di prodotti particolarmente rilevanti nelle ampie e diversificate collezioni è quasi impossibile. “Difficile per me dare un ordine gerarchico a prodotti che ho ideato e realizzato fin nei dettagli. Potrei, forse, dire che è sempre l’ultimo in ordine di produzione perché è sicuramente quello che porta con sé il maggior contenuto di innovazione ecosostenibile” Per il futuro certamente continua e si approfondisce l’attenzione agli aspetti della sostenibilità “In primo luogo c’è l’estensione del campo di applicazione della tecnologia SAVEtheWATER/Kitotex, da un lato, potenziando le qualità intrinseche dei tessuti e dall’altro ‘esportandola’ ad altri comparti della tessitura. Obiettivo che stiamo perseguendo sviluppando ulteriormente la collaborazione con il CNR, ma anche stringendo accordi con produttori tessili a noi complementari. Il tutto accompagnato a una crescente attenzione per il prodotto finito made in Canepa”. CHIARA E ILARIA TADDEUCCI SASSOLINI Sorelle, diverse e complementari, oggi protagoniste dell’evoluzione e del successo del Lanificio dell’Olivo. Azienda di grande tradizione con oltre un secolo di storia che produce filati creativi per la maglieria, trova nell’intraprendenza e competenza commerciale e amministrativa di Ilaria e nella visione creativa di Chiara lo stimolo per crescere ed espandersi sui mercati internazionali. L’ingresso in azienda non è stato a dire il vero una scelta individuale, ma piuttosto

un “orientamento” guidato dal padre che ha saputo intuire e valorizzare le competenze di Ilaria e di Chiara, vedendo in loro il naturale proseguimento della tradizione tessile familiare. L’impronta femminile impressa alla collezione richiede un impegno particolare nello studio delle proposte cromatiche, degli aspetti e delle mani innovative, fino alla messa a punto delle lavorazioni e dei prototipi per la presentazione della collezione ogni stagione diversa ed accattivante, indispensabile nei confronti di un pubblico sempre più esigente. La creatività, il know-how e la flessibilità sono i valori più preziosi del Lanificio dell’Olivo. Oggi l’attenzione si volge alla sostenibilità, tema fondamentale per l’azienda, al punto di aver creato un logo “Olivo going Green” che evidenzia un ciclo produttivo assolutamente controllato e cortissimo su due linee di prodotti. Tra i filati lanieri, in mischie pregiate, emerge l’alpaca nelle collezioni invernali e i misti

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DONNE PROTAGONISTE DEL TESSILE ITALIANO

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lino freschi e confortevoli per l’estate. AIDA BARNI GALLI, Cavaliere del Cashmere Dopo il matrimonio, da cui nascono quattro figli, questa donna intraprendente fonda nel 1978 la Annapurna, prendendo il nome dall’omonima catena montuosa del Nepal la cui maggior vetta, di oltre 8.000 metri, era all’epoca la montagna più alta scalata da un gruppo di donne. La scelta fu dettata anche dal fatto che quella e altre vette dell’Himalaya sono l’habitat della capra da cui si ricava il “cashmere”, la materia prima con la quale la Annapurna è conosciuta e apprezzata nel mondo. Un nome benaugurale, un simbolo del traguardo da raggiungere per una donna che, alla fine degli anni ’70, decise di entrare nel mondo degli affari al vertice del mercato del lusso. Aida Barni è stata una delle prime persone che hanno contribuito all’affermazione ed espansione della maglieria Made in Italy. La società commercializza i propri prodotti con i marchi Annapurna, Aida Barni e 5+1_Annapurna. Negli anni più recenti Aida Barni si è impegnata nella difesa della cultura della maglieria, per non disperdere la ricchezza e l’artigianalità proprie dell’alta manifattura italiana. L’intera produzione dell’azienda viene realizzata da maestranze italiane negli stabilimenti di proprietà a Prato e a Perugia. La collezione d’esordio, così come le successive hanno richiesto un grande lavoro di ricerca, ma anche una sensibile gestione dei contatti con i vari creativi che si sono alternati nel tempo, semplificati proprio dal fatto di essere donna. Nella ricerca continua di innovazione, è arrivata a studiare, con il marito, il two ply light. I due fili ritorti dei quali sono gli inventori, ma del 30% più leggeri: cashmere anche per l’ estate, un filato di cashmere estremamente leggero e sottile, accrescendo la qualità con un prodotto interamente Made in Italy. “La sostenibilità – dice Aida Barni – è un aspetto che mi sta particolarmente a cuore. Cerco di sensibilizzare tutti in azienda ed in famiglia al tema della sostenibilità ed al corretto uso delle risorse. L’ultima attività in tal senso è stato l’istallazione di un impianto fotovoltaico sulle coperture dei capannoni aziendali. Sono sempre stata così fin dai tempi in cui la sostenibilità non era un “argomento”.

Oggi i quattro figli di Aida Barni sono in azienda, ciascuno con compiti diversi..”ora sono io che ascolto loro che progettano il loro futuro”. FRANCA BIAGIOLI Filati Biagioli Modesto Nata 64 anni fa a Firenze e vissuta sempre in azienda con nonni e genitori, quando il dì di festa era soltanto la Domenica…! Per l’ingresso in azienda non c’è stata una motivazione particolare, ma solo una naturale evoluzione della storia della famiglia e dell’azienda. Nella Filati Biagioli Modesto la sua funzione è quella di vivere a stretto contatto con i collaboratori, quindi tecnici, amministrativi, commerciali, per ricevere ed interpretare le varie necessità dell’azienda e dei mercati. Una vicinanza e un’attenzione costante alle richieste della propria clientela che la sostengono nella creazione e sviluppo delle collezioni dei filati più pregiati e innovativi in cashmere e nelle sue variazioni cromatiche o di mischia. L’essere donna le dà qualche chance in più nell’intuire le nuove tendenze e nel far “nascere” i nuovi articoli e farli “crescere” di stagione in stagione rendendoli ‘maturi’ ed attuali anticipando le richieste del mercato. Conditio sine qua non di tutta l’attività della Filati Biagioli Modesto è sicuramente la sostenibilità, intesa in tutti i suoi aspetti. “Una normale condizione da sempre, attraverso la cura nella selezione delle materie prime naturali, i processi produttivi attenti alle condizioni di lavoro dei collaboratori e all’ambiente, fino a tutte le misure atte al risparmio energetico e ai consumi di acqua, di coloranti e di prodotti accessori”. La materia prima, di cui Franca Biagioli si occupa con passione da sempre, è il cashmere, che trasforma in filati preziosi, morbidissimi, caldi e confortevoli. Le gamme colori sono particolarmente ricche di toni uniti e melange e di effetti cromatici esclusivi che evidenziano il carattere di unicità dei prodotti. Il futuro non potrà che prendere consapevolezza della necessità di “perfezionare ogni giorno di più quello che stiamo già facendo”, per dare sempre maggior valore e visibilità all’eccellenza di un prodotto “Made in Italy” come quello di Filati Biagioli Modesto.

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DONNE PROTAGONISTE DEL TESSILE ITALIANO

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I PROTAGONISTI DEL VINO IN ITALIA PROSEGUE IL NOSTRO PERCORSO NELL’ITALIA DEL VINO PER INCONTRARE ALTRI VIGNAIOLI CHE HANNO AFFIDATO ALLE ETICHETTE CHE LI RAPPRESENTANO IL COMPITO DI RACCONTARE LA LORO PERSONALE INTERPRETAZIONE DEL TERRITORIO, DEI VITIGNI PRESCELTI. LA COMBINAZIONE DELL’ALTITUDINE UNITA ALL’ESPOSIZIONE, ALLA COMPOSIZIONE DEI SUOLI, AL MICROCLIMA DETERMINA LA TESSITURA DI OGNI VINO INTERPRETATA POI IN CANTINA DALLE SCELTE DEL VITICOLTORE. Di Giovanna Moldenhauer

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Luca Baccarelli alla guida dell’azienda umbra Roccafiore. Il viaggio riparte dalla Toscana, passa dalla verde Umbria, prosegue nel Lazio, nella Campania, visita la Puglia e termina in Sicilia. Le scelte delle cantine, dei vini sono state motivate da certificazioni biodinamiche, da interpreti che hanno scelto situazioni estreme e luoghi unici per la loro produzione. La provincia di Pisa apparentemente lontana dalle rotte più celebrate custodisce alcune perle enologiche come

l’azienda Caiarossa situata a Riparbella in Val di Cecina. Il proprietario olandese Eric Albada Jelgersma, titolare anche di 2 Château Grands Crus Classés a Margaux in Francia, Giscours e du Tertre, ha scelto di vinificare solo uve internazionali, a esclusione della varietà italiana sangiovese, di costruire una cantina secondo i criteri dell’architettura geobiologica. Un’accurata analisi dei terreni nel 1998, anno di

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acquisto della proprietà, ha evidenziato come comune denominatore nelle diverse tipologie di suoli la ghiaia rossa che dona a tutti i suoi vini eleganza e finezza ispirando al tempo stesso il nome della cantina. Le vigne impiantate con l’elevata densità di oltre 9.000 piante per ettaro sono gestite nel rispetto delle linee guida Demeter, associazione tra vignaioli e agricoltori biodinamici, per ottenere produzioni contenute


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di ottima qualità. Il vino che rappresenta Caiarossa porta il nome dell’azienda, è un Igt ottenuto da una composizione delle sue migliori uve di Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Syrah, Sangiovese, Petit Verdot e Alicante raccolte solo a perfetta maturazione. Il blend dell’annata 2010 matura tra barriques e tonneaux per circa 18 mesi con un 30% di legno nuovo. In Umbria troviamo immersa nel verde delle colline di Todi, a breve distanza da Perugia e dai Monti Martani, la cantina Roccafiore. Questa realtà unisce alla produzione enologica un resort, con annesso ristorante e centro benessere, un’azienda agricola con colture, oliveti e un piccolo allevamento di maialini di cinta senese. Leonardo Baccarelli ha scelto sin dagli anni Novanta di avvalersi della consulenza di un enologo altoatesino Hartmann Donà per ottenere dai 12 ettari di proprietà, tutti in posizione collinare tra i 300 e i 380 m s l m, la gamma produttiva votata all’eleganza. Le scelte si sono concretizzate con una produzione da uve tipiche della regione, con la realizzazione di micro terrazzamenti nei vigneti per avere l’esposizione solare ideale e di impianti fitti per spronare la vigna a una produzione di qualità. La conduzione in campagna, ispirata all’agricoltura biologica, è in sintonia con le tecniche di vinificazione attuate in cantina nel rispetto delle uve per consentire di ridurre l’uso di anidride solforosa. L’etichetta più rappresentativa è Fiorfiore un grechetto di Todi superiore Igt ottenuto da un particolare clone che conferisce struttura e una nota ammandorlata. Il millesimo 2013 affinato per un anno in grandi botti di rovere è un vino profumato, minerale, elegante e complesso.

azienda vitivinicola con 160 ettari. Le uve rosse Syrah e Petit Verdot, le bianche Sauvignon, Chardonnay, vinificate in purezza hanno portato i vini dell’azienda laziale, prodotti con una rigorosa ricerca della qualità in vigna e in cantina, al successo confermato negli anni da numerosi riconoscimenti. La produzione orientata nei primi tempi su vini ottenuti da monovitigni è stata diversificata successivamente con assemblaggi come il Mater Matuta uvaggio di Syrah (85%) e Petit Verdot (15%). Le 2 varietà vinificate separatamente affinano in barriques nuove per 24 mesi a cui segue un ulteriore affinamento di 12 mesi in bottiglia. L’esame organolettico dell’annata 2011 evidenzia profumi con sentori balsamici, caffè in grani, viola, marasca matura, seguiti da diverse note speziate. Nell’assaggio i tannini sono ben integrati con la freschezza, il finale è fruttato, persistente. L’azienda agricola Quintodecimo fondata nel 2001 in Campania ha sede sulla collina di Mirabella Eclano poco distante da Taurasi. Luigi Moio, stimato ricercatore in Francia, professore universitario a Napoli ha individuato, con Laura Di Marzio, nella natura dei terreni favoriti da condizioni atmosferiche ideali la condizione perfetta

La Ferriere comune dell’Agro Pontino in provincia di Latina, non lontano dall’antica città di Satricum, ha fatto da scenario alla nascita di Casale del Giglio. Dopo aver individuato un’area cinta dai Monti Lepini e, al contempo, aperta verso il mare, Antonio Santarelli seguendo l’intuito paterno ha creato dagli anni Novanta, dopo accurate sperimentazioni su molte varietà di vitigni internazionali un’importante

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I PROTAGONISTI DEL VINO IN ITALIA

per una maturazione omogenea delle uve. Il loro progetto si è poi concretizzato nella scelta di varietà tipiche del territorio condotte in vigna secondo metodi biologici certificati, nella realizzazione di un cantina dove le attrezzature enologiche, le vinificazioni curate in ogni minimo dettaglio portano a vini eleganti, complessi. Le etichette dell’azienda realizzate dai 17 ettari di proprietà comprendono 2 cru di Taurasi riserva e un Aglianico per i rossi, Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Falanghina per i bianchi. Giallo d’Arles Docg 2013, ottenuto da grappoli di Greco perfettamente maturi, fermenta parzialmente in barriques nuove acquisendo equilibrio, longevità e struttura. Il vino dal colore giallo oro intenso ha un naso variegato di frutta e agrumi maturi con sfumature di minerali, di spezie dolci. Nell’assaggio è fresco e sapido al tempo stesso, coeso, raffinato. Il nome vuole essere un omaggio al colore preferito da Van Gogh, al periodo trascorso dall’artista ad Arles. Gianfranco Fino laureato in enologia e agraria dopo avere svolto attività di consulente in vari settori dell’agricoltura, è diventato vignaiolo a tempo pieno creando dal 2004 la sua azienda a Sava in provincia di Taranto. Dopo il primo appezzamento di un ettaro e venti ne sono seguiti altri sino agli attuali otto e mezzo dapprima di Primitivo, in seguito di Negroamaro vinificati in purezza. La sua scelta si è orientata esclusivamente su vigne vecchie dai 50 ai 90 anni allevate ad alberello su terra rossa. L’equilibrio vegeto/produttivo delle viti, con basse rese per pianta, unito alla perfetta maturazione dei grappoli è esaltato in cantina da basse temperature nei tini fermentativi, da una vinificazione attenta con passaggio in barrique, in parte nuove, per 9 mesi. L’etichetta simbolo, nota sino dal suo esordio anche all’estero, premiata da tutte le guide più rappresentative, è ottenuta da uve Primitivo. Il nome Es che secondo Freud significa istinto e passione sfrenata, il principio del piacere rispecchia bene lo spirito che il produttore mette nella realizzazione di questo vino. Nel calice il Primitivo di Manduria Es Doc 2012 ha tonalità porpora con profumi di fiori e frutti rossi, spezie, liquirizia. Nella degustazione esprime equilibrio, dato da 9 mesi di bottiglia prima della messa in commercio, tannini rotondi e potenza espressiva.

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Uomini appassionati di enologia e innamorati del loro territorio producono vini di qualità diventati simboli dell’eccellenza italiana. Marsala, cittadina della Sicilia sud occidentale, è famosa per lo sbarco nel 1860 di Garibaldi e per la creazione del marsala da parte del commerciante inglese John Woodhouse che, alla fine del Settecento, ne iniziò la produzione e il commercio in Inghilterra addizionando il vino locale con distillato. Vincenzo Florio nel 1833 fondò l’omonima cantina costruendo un edificio in stile tipicamente anglosassone. La struttura ancora operativa ha circa 44.000 mq di superficie con ampi archi a sesto acuto e pavimento in battuto di polvere di tufo. Il reparto affinamento ha navate di 165 metri di lunghezza e 104 arcate sotto le quali sono allineate 1.400 caratelli e 600 fra botti e tini di varie capacità. Cantine Florio 1833, marchio del Gruppo Duca di Salaparuta, ha reinterpretato il passato attuando moderne tecnologie di vinificazione per la sua gamma produttiva. Targa Riserva 1840 Doc è un marsala superiore riserva semisecco ottenuto esclusivamente da uve Grillo allevate lungo la costa marsalese. Durante la vinificazione affina per almeno 8 anni in botti di rovere ottenendo un colore ambrato brillante con riflessi topazio. Ottimo in abbinamento a formaggi erborinati o da meditazione ha note intense di datteri, albicocca e prugne stufate. Il sapore vellutato lascia un persistente finale di frutta essiccata. Tutti i proprietari, le cantine che abbiamo raccontato negli ultimi due numeri hanno creato con passione,

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I PROTAGONISTI DEL VINO IN ITALIA

dagli anni Cinquanta in poi, delle realtà eccellenti per lo più orientate a una viticoltura sostenibile certificata. Una storia che ha voluto evidenziare come l’Italia del vino sia nota nel mondo anche per la sua produzione enologica. NELLA PAGINA PRECEDENTE una navata delle Cantine Florio 1833 dove affinano i diversi marsala e vini liquorosi della produzione. Sotto l’azienda Quintodecimo a Mirabella d’Eclano con un vigneto di Aglianico e un ritratto di Luigi Moio con Laura Di Marzio. A lato la particolare composizione dei suoli di Caiarossa ha ispirato anche la tonalità della cantina toscana. Sotto Gianfranco Fino in un vigneto di Primitivo caratterizzato da vigne vecchie ad alberello. IN QUESTE PAGINE: Paolo Tiefenthaler e Antonio Santarelli rispettivamente enologo e proprietario della cantina Casale del Giglio. L’azienda circondata da ettari vitati è sita a Le Ferriere nell’Agro Pontino.

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slowmotion GREEN DESIGN

Milan design week

Green is now

LA #MDW È STATA LA PROVA GENERALE DI EXPO. ASSICURANDO A MILANO IL PRIMATO DI CITTÀ ALL’AVANGUARDIA, UN PO’ MENO ‘DA BERE’, MA SEMPRE PIÙ MAESTRA DI TENDENZE. DALLO STREET FOOD VEGANO AGLI ORTI URBANI, DALLE CAMPAGNE PER IL RISPARMIO IDRICO ALLE INSTALLAZIONI VERDI, ECCO QUALI SONO STATI GLI EVENTI E LE INIZIATIVE IMPERDIBILI AL FUORISALONE 2015. Di Marco Magalini

Questo Salone del Mobile alla vigilia di Expo non poteva che portare molte iniziative dedicate al green e al design sostenibile, dallo street food agli orti urbani, passando per le campagne per il risparmio idrico. Per gli appassionati delle ‘green areas’, è stata sicuramente d’obbligo una visita al Giardino mobile, un’oasi verde su ruote, lanciata da eBay. Un’interessante installazione mobile, che ha percorso i luoghi più importanti del Fuorisalone, fermandosi in alcuni punti chiave della città. Perché proprio un giardino? Giardino perché gli italiani hanno riscoperto la passione per la natura: la categoria Giardino e Arredamento da esterni registra un oggetto venduto ogni 35 secondi e una

crescita pari al 36% nel 2014 sul famoso sito di vendita online. Non è mancata ovviamente l’integrazione digitale: tablet station e video wall connessi in rete, per offrire l’opportunità ai visitatori di vivere live l’esperienza eBay, di navigare tra gli oltre 800 milioni di oggetti in vendita e di fare shopping nel bel mezzo della design week. O meglio, per dirla con l’hashtag, la #mdw. Altra interessante proposta è stata quella di Ortofabbrica, progetto ideato e realizzato da Studio Grassi Design: un’immersione nella natura, un percorso sensoriale tra oggetti, architetture e soluzioni di buon vivere che nascono da materie prime rinnovabili. Materiali come canapa, pietre, legno e paglia,

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slowmotion GREEN DESIGN

si mescolano con acciaio, terracotta e cemento, creando originali oggetti di design. Green concept anche per VerdeVivo in collaborazione con studio Piuarch, che ha inaugurato l’Orto fra i cortili, un progetto di architettura sostenibile. I 300mq di superficie del tetto dell’edificio che ospita lo Studio, nel cuore di Brera, sono stati convertiti in un orto permanente ed una ‘farmacia a cielo aperto’, riqualificando anche dal punto di vista energetico e funzionale l’immobile. Farmacia perché il progetto ha previsto la piantumazione di piante officinali con l’intento di riscoprire le proprietà medicali e terapeutiche di essenze usate per secoli nelle officine farmaceutiche. Al centro di questo concept c’è stata l’ideazione di un sistema modulare che utilizza i pallet per costruire strutture facilmente assemblabili capaci di coniugare estetica e funzionalità. I pallet sono stati usati sia come piano di calpestio che, rovesciati, come contenitori per il terreno. Da Brera alla Fabbrica del Vapore, con Green Utopia e la sua Città Vegetale: la dimostrazione tangibile che è una città sensibile e sostenibile, all’avanguardia del vivere e costruire green, è possibile. La manifestazione si è svolta in due spazi comunicanti: uno all’aperto nel piazzale sul quale è stata allestita la città ‘utopica verde’, l’altro dentro la cosiddetta ‘cattedrale’, uno spazio ex industriale recuperato, dove sono stati esposti i manufatti dei makers. In mostra, esempi reali di quella che è la risposta più innovativa e concreta alle esigenze contemporanee in materia di sostenibilità per l’architettura, il design e l’interior: esempi di costruzioni in terra cruda, bambù, arundo donax (canna palustre), paglia, salice. Di grande spessore anche “Goodesign – The Natural circle”, l’evento dedicato all’ecodesign e all’abitare sostenibile che è tornato con la sesta edizione negli spazi di Cascina Cuccagna. La mostra ha messo in luce il determinante ruolo del design per diffondere modelli e comportamenti positivi: riqualificare in modo eco-compatibile i processi industriali con tecnologie a basso impatto ambientale, introdurre cicli di vita

dei prodotti senza generare rifiuti, impiegare materiali e componenti riciclabili, produrre oggetti disassemblabili e durevoli, gestire il riuso. Altro imperdibile evento è stata la suggestiva mostra ‘The Garden of Wonders: a journey through scents’ all’Orto Botanico di Brera, dove il profumo aveva il ruolo del protagonista. Ferruccio Laviani ha disegnato gli spazi della mostra collettiva promossa dalla fondazione Be Open, un museo diffuso che ha visto otto designer affermati interpretare storia e caratteristiche di otto case pro-

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fumiere, un tempo famose, ora non più esistenti. Piero Lissoni, Jaime Hayon, Nendo, Jean Marie Massaud, Front, Tord Boontje, Fernando e Humberto Campana, Dimore Studio hanno agito come direttori artistici dei brand per dimostrare che il design può diventare il punto di partenza per l’attualizzazione e il rilancio di aziende, anche di piccole dimensioni. Sempre outdoor, ma in via San Vittore al 49, di rilievo è stata ‘Feel Green di Urban Gardening’: una grande installazione di rami è stata allestita da Jukai e il collettivo


GREEN IS NOW

“Non solo design, non solo arte e non solo cultura, la Milano del 2015 è anche la capitale mondiale della alimentazione”

Sbagliato ha realizzato un’opera di street poster art. Non solo design, non solo arte e non solo cultura, la Milano del 2015 è anche la capitale mondiale dell’alimentazione e della nutrizione. Con il divertentissimo Food Track Festival, primo festival di street food durante il Fuorisalone, si sono potuti gustare aperitivi e pasta street food all’italiana, ma anche panini e piadine, senza dimenticarsi della cucina vegana. Tutto ovviamente in vista di Expo Milano 2015.

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slowmotion SLOW TRAVEL

FOLLI GIARDINIERI, GUIDO GIUBBINI GIARDINIERI ECCEZIONALI, GIARDINI MERAVIGLIOSI SONO BELLE STORIE CHE INIZIAMO A RACCONTARVI DA QUESTO NUMERO PRENDENDO SPUNTO DALL’OMONIMO LIBRO DI MAURY DATTILO Di Maury Dattilo

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Ad Arena Po, un giardiniere senza fronzoli, dallo sguardo tagliente e dal pensiero ancora più affilato, ha ritagliato un varco segreto eppure vicino ad ognuno di noi, un giardino onirico, rimescolando i piani al di qua e al di là del fiume, che unisce avventura e lirismo, amore e sogno, passioni e carnalità soffusa, al cui centro campeggia l’idea che la realtà visibile

nasconda sempre un’altra realtà e che in circostanze particolari queste due dimensioni si toccano oltrepassando il corso del del destino. Tutto in pochi metri quadrati sotto lo sguardo austero di una stretta e alta casa mattonata del settecento. È più di un giardiniere e meno di un paesaggista in senso tecnico. Ma ha più sensibilità di tutti e due. La sua anima labirintica

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racchiude un orologio verde strabiliante che segna intervalli naturali, qualità temporali fioritissime e mai quantità puramente terrene. Possiede un’aritmetica del naturale liquida che allunga le giornate felici e trasforma l’ora che volge al desio in trionfanti tramonti profumati dal Po. Si tratta di Guido Giubbini, il buen retiro che lo ha adottato per via matrimo-


slowmotion GREEN

niale, dove produce un’inedita misura del tempo individuale, una riforma del quotidiano attraversato da liturgie botaniche che incarnano lo spirito del presente racchiuso in un giardino speciale. Appena arrivo Guido mi scruta, ma forse dovrei meglio dire annusa, con quegli occhi che sembrano proiettili di piombo in attesa di una domanda sbagliata, che arriva subito, e per fortuna non sbagliata, quando ci affacciamo sul giardino dalla ringhiera dell’entrata e rimango colpito da un pero secolare, del vecchio originario frutteto. Come è riuscito a liberarsi del passato di quella casa senza ucciderne il ricordo? La risposta è stata un sorriso, seguito da un intenso silenzio. “Delle cose brutte che fa l’uomo il giardino è la peggiore”, aggiungendo con solennità, “per fortuna che la natura pareggia i conti con tutto e tutti”. Se c’è della verità in questa sua affermazione c’è anche la provocazione di un uomo che non fa sconti e concede poco anche se stesso. Parlare di giardinaggio e di giardini con Giubbini non è solo dissertare di storia dei giardini e di estetica, ma è soprattutto parlare del suo posto nella vita quotidiana, dei codici e dei sistemi di giardinaggio, delle regole di sopravvivenza delle piante, delle morali e dei simboli stabiliti dal territorio e dalla società che lo abita. Lo spazio forgiato, come ogni giardino sincero, è inteso come una completa esperienza sensoriale. Giubbini è uno che combatte per fare, scrivere e raccontare i giardini come li vede e sente lui, solo insieme a chi condivide il suo spirito. È un lottatore libero che con la sua Rosanova, la rivista rigorosamente autonoma di arte e storia del giardino, promulga un’idea di giardino fuori dalla globalità, fuori dalle aristocrazie botaniche, in nome di un’esperienza che vuole sopravvivere le mode e festeggiare l’amore per tutto ciò che trasuda linfa. Questo intellettuale giardiniere sporco di terra e sudore non è un uomo che ama le sfumature fuori dai giardini: o ti ama o ti ignora. Lui è stato direttore di un museo e coltiva la creatività come una partitura naturale, infilandosi come un verme nella terra che adora e trasforma in momenti struggenti. Sono colpito dalla potenza di questo luogo con un’emozione profonda, appena mi immergo nel giardino, si

HOUSE BOAT A BERLINO IN AFFITTO SU AIRBNB

schiudono prospettive mai viste e non mi resta che abbandonare ogni definizione limitativa per conoscere questa superficie toccante su cui vibrano le parole del suo autore: “i giardinieri spesso non capiscono la natura. Un buon giardiniere deve amare e conoscere tutto della natura. Per questo servono umiltà, osservazione e sporcarsi le mani per comprendere la logica delle piante”. Quello di Giubbini è un pezzo di Po tracimato dal suo cuore ruvido in un giardino scomodo, come tutte le cose belle, ma aperto a chiunque ami la vita, un’allegoria delicata e a lenta cessione della tradizione fluviale rivista da un ligure trapiantato. Non esiste giardino se non esiste presenza umana che fruisca e goda delle sue qualità. Ecco perché Giubbini con il suo piccolo scrigno verde e la sua rivista Rosanova dimostra coerenza: parte dalla terra e finisce nella terra.

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APPARTAMENTO A LONDRA Courtesy AIRBNB


FOLLI GIARDINIERI, GUIDO GIUBBINI

“Delle cose brutte che fa l’uomo il giardino è la peggiore” aggiungendo con solennità, “per fortuna che la natura pareggia i conti con tutto e tutti” Infatti, non può esistere cultura senza coltura. “Questo giardino soffre molto gli elementi meteorologici. L’estate è asciutta e calda, non piove nei mesi estivi e l’inverno è terribile per il freddo cattivo e un gelido umido che spacca le piante. Tutte le piante mediterranee, le suffruticose, non ce la fanno. Sopravvivono le piante con arbusti o le perenni che rintanano sotto terra. Poi c’è la nebbia, il limo che affiora e fa la crosta con il vapore acqueo che sale e cuoce la creta creando il marciume del colletto delle piante. E poi ancora gli straripamenti del Po che portano dolore. Viene voglia di mollare”, Giubbini parla abbassando le spalle con la rassegnazione di chi non si dà per vinto ma accetta un

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slowmotion GREEN

destino come un regalo. Il giardino di Arena Po è un giardino di famiglia nato insieme alla casa in mattoni, accanto al Castello Beccaria. Sin dal settecento si affacciava sul Fossone, il fossato e porto militare ricavato dal fiume per difendere il castello. Dopo la morte del suocero, il giardino comincia a cambiare, passando attraverso diversi momenti evolutivi fino a oggi, diventando il palcoscenico di Guido Giubbini in sintesi perfetta col passato e il presente. La potenza di questo giardiniere sta nello sguardo, strumento che sa leggere le trame invisibili del paesaggio come insieme di elementi eterogenei straordinari. Giubbini ha seguito alcuni principi nella costruzione del giardino. Primo, ha cercato la sintonia fra il giardino e la casa, considerando la sua ben definita conno-

“La potenza di questo giardiniere sta nello sguardo, strumento che sa leggere le trame invisibili del paesaggio come insieme di elementi eterogenei straordinari.” TLJ Diary of Slow Living - 30 — 60 —


FOLLI GIARDINIERI, GUIDO GIUBBINI

tazione storica e la poderosa imponenza della facciata. Da qui l’abbattimento della vecchia pergola e l’idea di un giardino pienamente formale. Secondo, ha subito compreso la necessità di rispettare le proporzioni nei rapporti spaziali fra casa e giardino, disarmonico e più piccolo rispetto alla casa. Da qui la decisione studiata di fare del giardino una specie di zoccolo, di gradinata che conduca alla casa, operando una scelta di verticalità che esalta l’imponenza della casa. Ha deciso inoltre di includere nel giardino, oltre ai tassi topiari, alle aiuole formali, alle vasche d’acqua, un platano orientale dalle foglie frastagliate proveniente dalla Siria, un pioppo cipressino e una grande robinia spontanea in perfetto asse col territorio che giganteggiano al di là dalla siepe di confine, trasformandoli in tre personaggi che catturano nel giardino tutto l’ambiente e il paesaggio intorno. Ha

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anche lasciato tracce tangibili del passato come un vecchio pero William continuamente capitozzato dalla suocera ghiotta di frutta che accorciava tutto, dai tavoli alle piante per pura comodità. “Gli alberi più importanti sono stati impiantati fuori perché il giardino, il paesaggio, non è solo quello contenuto dal giardino ma anche quello c’è fuori”, il maestro giardiniere aggiunge convinto. Questa teatralità degli alberi riesce a compensare la verticalità della casa-torre-fortezza con l’orizzontalità della pianura, conferendo la necessaria stabilità all’abitazione e ristabilendo il senso delle proporzioni. Terzo, Giubbini sente forte il richiamo ad operare una scelta di stile coerente: giardino formale d’inverno, ma all’inglese d’estate, utilizzando le aiuole più piccole per bordure che garantiscono fioriture da ottobre a settembre, trovando così originalità e dinamismo che affrancano da ogni letargia estetica. Quello che mi rimane ascoltandolo è la sensazione che la storia, le nozioni, la cultura vadano acquisite per poi essere messe da parte. Questo piccolo uomo scompigliato, di poche parole e di tanti silenzi invita ad entrare nei paesaggi senza rigidità intellettuali. Il vedere che auspica nasce anche dal sentire le emozioni che ci percorrono, solo così si allargano i perimetri del pensiero e il logos dei luoghi che visitiamo narra nuove storie intrecciandosi con il patos in un memorabile viaggio. Giubbini aggiunge: “dove comanda alla fine sempre la natura. Si può potare molto bene ma poi la fine sono i rami degli alberi a farci da indicatori. È sempre lei a richiamarci all’ordine, a suggerirci dove andare”.



slowmotion NEW PROJECTS

Wonderful Houses ITALY

UN NUOVO PROGETTO IMMOBILIARE INTERNAZIONALE, DEDICATO ALL’ITALIA E AL SUO INIMITABILE LIFESTYLE. UN MODO DIVERSO DI VENDERE IMMOBILI DI PRESTIGIO. AN INNOTIVE NEW REAL ESTATE PROJECT DEDICATED TO ITALY AND ITS LIFESTYLE. A DIFFERENT WAY OF SELLING LUXURY PROPERTIES.

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slowmotion NEW PROJECTS

Quando si parla di Bel Paese, si parla di Italia. E soprattutto per gli stranieri l’Italia diventa realmente il Paese delle Meraviglie, dove clima, cibo, cultura, moda e paesaggio sono tra i migliori al mondo. Proprio su questi punti di forza si colloca il progetto Wonderful Houses Italy, dove l’intento non è vendere solo importanti proprietà immobiliari in Italia, ma l’intero modo di vivere in Italia, quell’Italian Lifestyle che viene apprezzato dagli acquirenti di tutto il mondo, che quando acquistano un immobile nel nostro Paese lo fanno anche e soprattutto per godere dell’atmosfera e della “italianità” del luogo. Nato dall’esperienza di Deborah Mascari, da anni attiva nel Real Estate a livello internazionale, e di un partner nel campo della comunicazione, il nuovo concept si rivolge a possibili clienti provenienti da ogni parte del mondo: Stati Uniti, Russia, Cina, Paesi Arabi...diversi stili e diverse richieste, accomunati da una forte passione per lo stile di vita italiani e disposti quindi a spendere per vivere direttamente questa esperienza acquistando una proprietà immobiliare. I potenziali proprietari di un immobile gestito da Wonderful Houses Italy vengono avvicinati, oltre che attraverso contatti personali , anche per mezzo di una campagna di comunicazione non convenzionale e un sito internet (www.wonderfulhousesitaly.com) che non è soltanto una vetrina delle proprietà immobiliari, ma un vero e proprio showcase dell’Italian Lifestyle. Proprio per questo, la gamma delle offerte non è divisa regioni o città, bensì per tipologie

di paesaggio: mare, collina, montagna, lago, borgo o città. Con questo sistema il sito apre al visitatore, potenziale cliente, la possibilità di vedere in quale contesto è inserito l’immobile che vuole acquistare, viaggiando idealmente nella zona di riferimento. Vengono infatti raccontati anche i migliori ristoranti, bellezze artistiche e naturalistiche, itinerari e servizi esclusivi, il tutto nell’ottica di far assaporare la magia dell’Italia. Il sito è in lingua inglese, ottimizzato per i motori di ricerca e pubblicizzato con una campagna su on line su canali che parlano di lusso, lifestyle e moda. Il traffico sul sito viene anche implementato con campagne CRM attraverso due importanti player della moda e

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WONDERFUL HOUSES ITALY

del design e con una campagna stampa italiana e internazionale. “Un progetto di gestione immobiliare innovativo, che permetterà di attirare interessanti potenziali acquirenti che si troveranno di fronte una squadra preparata, che ben conosce i luoghi e le normative italiane, in grado di seguirli dal preliminare al restauro, fino a un servizio per così dire di concierge, perchè si possa sentire sin da subito ‘a casa’ – commenta la responsabile Deborah Mascari, che prosegue : parallelamente, i proprietari degli immobili potranno contare su un rapporto più personale che con la normale agenzia, un piccolo team italiano che conosce le loro esigenze, ma è anche in grado di raggiungere e dialogare con un pubblico internazionale di livello, in grado di comprendere il valore delle loro proprietà e di acquistarle al giusto prezzo”.

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slowmotion NEW PROJECTS

In general, when we speak about “Bel Paese” ,in our minds we are referring to Italy. Italy is considered the Country of Wonders , especially for foreigners, where weather, food, culture, fashion and landscapes are among the best in the world. The project Wonderful Houses Italy is born based on these strengths.The objective is not only to sell important real estate properties in Italy but also to offer the complete Italian Lifestyle so admired around the world. When buyers acquire properties in Italy they not only buy a house but they want to gain the characteristic atmosphere of the location, the Italian way. This new concept has been created by international real estate expert Deborah Mascari who has been working in the market for years along with the know how of her partner in the communications field. It is aimed at clients from all different corners of the world: United States, Russia, China, the Middle East….different styles and different needs, a diverse array of tastes that all have in common a strong passion for the Italian lifestyle and therefore are prepared to invest in a property that allows then to gain access to the Italian experience. The potential owners of these wonderful properties are contacted through personal contacts, through a nonconventional communication campaign and a website (www.wonderfulhousesitaly.com) which is not only an offer of real estate but also a showcase of the Italian lifestyle. For this reason the selection of properties is not divided by cities and regions but instead by different landscapes: seaside, countryside, mountains, lake, villages and cities. With this presentation the potential client

visiting the website can experience the world that surrounds the property, they can discover the best restaurants, the artistic attractions, nature , exclusive services and particular itineraries with the objective to give the visitor a unique prospective on the location, discovering the magic that makes that exclusive properties so special. The website is in English and it has been optimized for search engines and advertised with an online campaign on websites that talk about luxury, lifestyle and fashion. The traffic of the sites is also implemented with CRM campaigns through two important players in the fashion and design world, and also with a national and international press advertising campaign. “ This is an innovate real estate project attracting potential inter-

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national clients who will be able to refer to a team of well prepared experts in the field, knowledgeable on the locations and the Italian law, who will follow them during all the steps of the acquisition and renovation as well as also offer concierge services catering to all their needs.” We will make the client feel at home from the first day” says Deborah Mascari founder of WHI adding that “Simultaneously the propriety owners can count on a more personal relationship with the WHI team than with a general agency. They will be followed by a small Italian staff who understands their needs and who are able to reach and interact with a high level international public who understands the value of their property and are willing to pay the correct price.”


WONDERFUL HOUSES ITALY

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OGNI SABATO E DOMENICA FINO AL 25 OTTOBRE, ALL’EX CONVENTO DELL’ANNUNCIATA VIA PONTIDA 20, ABBIATEGRASSO (MI) Ambasciata del Gusto è uno spazio aperto per tutti coloro che amano il buon gusto. Potrai vedere gli chef al lavoro, cucinare insieme a loro, imparare i segreti dei prodotti agroalimentari del tuo territorio, potrai pranzare con piatti gourmet a meno di dieci euro. Potrai sorseggiare un buon vino ammirando gli

affreschi della scuola leonardesca e la mostra fotografica a cura di Giovanni Gastel, rilassarti per l’aperitivo a ritmo di musica, cocktail e appetizer a filiera corta. Ogni sabato e domenica c’è una Gourmet Experience che ti aspetta ad Abbiategrasso.

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Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali

COMUNE di ABBIATEGRASSO


the guide BREVIARIO ILLUSTRATO DEL RALLENTAMENTO

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the guide BOOKS A cura di Diana Barbetta

Il padre dell’action painting Jackson Pollock si svela attraverso delle ricette culinarie, testimonianze inedite rintracciate dal fotografo Robyn Lea scoperte per curiosità durante una visita all’East Hampton Museum un tempo dimora di Pollock e della moglie Lee Krasner dove è ancora possibile imbattarersi in oggetti appartenuti al loro vissuto, come le varie mercanzie della cucina, stoviglie della Le Creuset ed Eva Zeisel che negli anni ’40 e ’50 rappresentavano il meglio per gli amanti della casa. Un iter culinario che è stato possibile delineare attraverso una raccolta di ricette manoscritte che Pollock raccoglieva per se e i suoi familiari e amici di Springs, insieme a estratti di interviste fatte a lui e ai suoi cari e fotografie che completano un ritratto inedito dell’artista e della sua storia. Arte e food si intrecciano visibilmente in un racconto in cui rivive la passione di un grande artista per l’arte, il cibo, la vita. Testo e Foto di Robyn Lea Prefazione di Francesca Pollock e Helen A. Harrison Assouline, pp. 176, $ 50.00

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the guide BOOKS

ARTS & FOODS RITUALI DAL 1851 A CURA DI GERMANO CELANT In occasione di Expo Milano 2015, l’arte incontra il tema della nutrizione, un progetto confluito in una mostra ospitata nello storico edificio della Triennale di Milano, denominata “Arts & Foods. Rituali dal 1851”. Curata da Gemano Celant il percorso traccia le connessioni tra le arti e il rituale del cibo visto nelle sue innumerevoli varianti culturali. Da sempre i linguaggi della creatività sono stati influenzati dal tema alimentare, non solo da un punto di vista estetico ma anche funzionale e Arts & Food, facendo ricorso a opere d’arte ( oltre 2.000 ), installazioni, elementi sonori e cinematografici offre al visitatore un’esperienza carica di una pluralità di linguaggi con anche l’interazione di suggestioni olfattive e sonore. Un percorso che sviluppa la sua narrazione in 15 ambienti dedicati ai luoghi del cibo, dalla sala da pranzo alla cucina, dalla dimensione del bar a quella del picnic, generando un’esperienza sensoriale di grande impatto non solo per gli adulti, ma anche per bambini e adolescenti, con un itinerario esclusivamente rivolto a loro. Inoltre edito da Electa un libro in due versioni ( italiano e inglese ), di oltre 900 pagine, ricco di approfondimenti e immagini, che attraverso 64 saggi introduce il lettore nell’universo Immagine: Mimmo Rotella, Arachidina, 1963, Collezione delle interconnessioni tra arte e cibo. ARTS & FOODS RITUALI DAL 1851, TRIENNALE privata, Milano, Fondazione Mimmo Rotella/Foto: Alessandro DI MILANO Aperta al pubblico dal 9 Aprile al 1 Zambianchi, Simply.it srl, Milano Novembre 2015 Libro a cura di Germano Celant, edito da Electa, pp.960, € 60.00.

IL GRANDE LIBRO DELLA CUCINA. STILI, CULTURE E RICETTE DA TUTTO IL MONDO CARLO SPINELLI Il modo migliore per conoscere un paese, la sua cultura, la sua gente è partire dalle sue abitudini in cucina. Il grande libro della cucina edito da 24 ORE Cultura non è solo un manuale di esplorazione culinaria per appassionati e amanti del food ma una pubblicazione che ci porta in giro per il mondo alla scoperta di ricette tipiche dell’area mediterranea, dei paesi nordici, di quelli arabi e caraibici fino alle nuove tendenze dello street food. La cucina internazionale raccontata attraverso gli ingredienti base, un ricettario con oltre 100 spunti per creare piatti originali e cenni sulla storia, gli usi e le tradizioni delle diverse cucine. Un’accurata selezione di immagini e dei migliori chef tra cui Gennaro Esposito, René Redzdepi, Ramzi Choueiry, Lanshu Chen, Pietro Leemann e Khalid Mohammed completano l’originale pubblicazione che offre anche informazioni sulle proprietà nutritive e ottimi suggerimenti per la presentazione dei vostri piatti in tavola. 24 ORE Cultura, pp. 368, € 39.90

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the guide FOOD

CEVICHE di branzino con mano di BUDDHA Il cheviche è senza dubbio una delle mode del momento. Iniziano ad aprire ancheda noi ristoranti che fanno innamorare di questo metodo di preparazione del pesce fresco e molto saporito. Ma non serve per forza andare al ristorante per gustarlo...farlo a casa è più facile di quel che pensate! TLJ Diary of Slow Living - 30 — 72 —


the guide FOOD A cura di Guido Tommasi Editore

INGREDIENTI PER 4 TAPAS PREPARAZIONE: 40 MINUTI RIPOSO: 30 MINUTI 1 BRANZINO DI 600 G CIRCA (A FILETTI, SENZA PELLE NÉ LISCHE) 1 FINOCCHIO 3 LIMONI GIALLI 1 CEDRO O 1 MANO DI BUDDHA (IN ALCUNI NEGOZI DI PRIMIZIE O SU INTERNET, VEDI INDIRIZZI P. 72) QUALCHE RAMETTO DI ANETO OLIO EXTRAVERGINE D’OLIVA FLEUR DE SEL PEPE MACINATO AL MOMENTO

PREPARAZIONE

Affettate sottilmente ¼ di cedro o di mano di Buddha e lasciate marinare in una ciotola con 1 cucchiaio di olio e il succo di 1 limone giallo. Tagliate il finocchio a fette sottili di circa 3 mm di spessore e fatelo marinare nel succo di 1 limone giallo con 3 cucchiai di olio. Mettete le due marinate in frigorifero per 30 minuti. Tagliate il branzino nel senso della larghezza ricavando fette sottili di circa 3 mm di spessore (vedi p. 6). Mettete le fette in quattro piatti. Suddividete nei piatti il succo di 1 limone giallo, le fettine di cedro e i finocchi marinati. Aggiungete un pizzico di fleur de sel e una macinata di pepe. Terminate cospargendo con qualche rametto di aneto e irrorando con un filo di olio. TLJ Diary of Slow Living - 30 — 73 —

CEVICHE Deliziosi piatti a base di pesce crudo marinato. FIONA TAIEB GUIDO TOMMASI EDITORE 19 X 19 CM CARTONATO, 72 PAGINE, 978 88 67530 670 € 12,50


the guide B EAU TY A cura di Cristina Taccani

M’AMA, NON M’AMA...

Tre Sfumature di Rosa: Creme aromatiche e Sentori Romantici. La bellezza dei fiori regala buonumore, sprigiona l’essenza e nutre naturalmente anima e corpo, così, dalla pelle al cuore. È tempo di rose, di fiori delicati, estratti vegetali che sbocciano in creme, oli per il corpo e fragranze in piena fioritura, per concedersi una bellezza naturale, preservarla nel tempo, con la sensualità gioiosa di un prezioso giardino. I Fiori contengono la forza della natura, sono doni della terra, ne i preservano i colori meravigliosi e tutta l’energia, perché vivono, si nutrono e crescono, imprigionando nel succo dei petali un immenso potere, per regalare un profondo benessere: vera cura per l’anima e speciale elisir di bellezza. Nella foto M’ama non m’ama: la più romantica delle bombe da bagno di Lush, a forma di cuore contiene sette boccioli di rosa. Prezzo: €4,95

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TUTTO IL POTERE DELLA ROSA IN UNA CREMA. Acqua alle Rose, bellezza pura Tutto il fascino di un marchio-icona nelle nuove creme, novità assoluta viso Acqua alle Rose. La rosa non smette mai di fiorire nella linea di bellezza che da 150 anni fiorisce e ringiovanisce giorno dopo giorno. Dal classico Tonico Acqua alle Rose, alleato di generazioni di donne, è nata una gamma completa di prodotti efficaci per una pelle sempre idratata, tonica e fresca. Le quattro referenze Creme Viso Acqua alle Rose, racchiuse nell’esclusiva giara di vetro blu, sono composte dal 95% di ingredienti di origine naturale e regalano nelle diverse formulazioni, dalle texture morbide e di facile assorbimento, idratazione, protezione e un trattamento anti-età per una bellezza senza tempo. La Crema Viso Idratante Rivitalizzante offre idratazione immediata in più alle pelli normali o miste, donando un’istantanea sensazione di freschezza e luminosità grazie alla Rosa Canina, ricca di vitamina C, il succo dei suoi petali è tra i più rigeneranti che esistano in natura, ha proprietà nutrienti e lenitive grazie ad un alto contenuto di acido trans-retinoico (vitamina A) e acidi grassi essenziali polinsaturi, indispensabili per il rinnovamento dei tessuti cutanei. Altre tre rose sbocciano in crema: estratti di Rosa Centifolia, Rosa Damascena e Olio di Rosa Mosqueta. www.acquaallerose.it Crema Idratante pelli normali 50 ml al prezzo consigliato di 9,99 € Crema Idratante pelli secche e sensibili 50 ml al prezzo consigliato di 9,99 € Crema Antirughe 50 ml al prezzo consigliato di 12,99 €€ Crema Antietà notte 50 ml al prezzo consigliato di 12,99 €

Una fragranza in piena fioritura: alla Peonia sublime: Pivoine Flora

L’estratto di Peonia, fiore amato da Jean Luc Rivière, ne accudisce e coltiva ai piedi delle montagne di Vercors, più di 750 varianti, è l’ingrediente fulcro, naturale attivo e brevettato, cuore della linea di bellezza naturale firmata L’Occitane en Provence. Tutta la linea innovativa che lavora per perfezionare, idratare e correggere la grana della pelle, agendo sui pori e sulle rughe sottili, nasce dall’estratto di questo fiore, brevettato dopo cinque anni di ricerca, ricco di zuccheri vegetali naturali, che agiscono sulle cellule, migliorando tono, elasticità e luminosità. Nel segno della natura anche i trattamenti colorati per le labbra e Pivoine Flora, che cattura la fragranza di un giardino, ha un’apertura delicata che svela la delicatezza dei boccioli di peo-

nie, prolunga la fioritura nel cuore dei petali appena dischiusi, abbraccia la preziosità delle rose e fissa note dolci di fondo sulla pelle con legno di sandalo e muschio bianco. In piena fioritura anche il flacone rosa, dalla forma morbida e tondeggiante, decorato dai preziosi petali dei giardini di Monsieur Rivière. Pivoine Flora in vendita nelle boutique L’Occitane o sul web www.loccitane.it Eau de Toilette 75ml - €44

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Il principio del piacere: un olio per il corpo che profuma di rosa

Il savoir-faire millenario, nasce nel 1990 grazie a due marsigliesi d’origine, Philippe Boigeol e Pascal Bourelly, che ragionano con un’ anima provenzale sincera: solo ingredienti naturali e ispirati alla bellezza, come la pasta al 100% naturale del Sapone di Marsiglia, avvolto in carte naturali, sigillo in cera e spago in canapa e la ricchezza del territorio provenzale. Nascono dal sud della Francia, fragranze delicate, dalla lavanda ai fiori selvatici, con proprietà fito e aroma terapiche, prodotti trattamenti per il viso e il corpo, articoli per la casa, viaggi e regali. Pilastro della filosofia Compagnie de Provance, improntata su natura e ecologia, oltre a forme insolite e ludiche abbinate a uno stile semplice e grafico, la tradizione e i principi dell’ aromaterapia che si ritrovano nella linea di oli essenziali provenzali, che fanno vibrare i sensi. Extra Pure Huille pour le Corps, fragranza di rosa, profumo fresco e sensuale, è un olio leggero per il corpo naturale, ad azione emolliente ed elasticizzante, a base di selezionati oli vegetali (Argan, Oliva, Crusca di Riso e Plukenetia) arricchito con Vitamina E ed F, acido linoleico, euricico e oleico Ω 3/6/9 per incrementare l’idratazione, l’elasticità e la protezione della pelle. www.ganassinicorporate.com Extra Pure Huile pour le Corps da 200 ml euro 24,90 in farmacia.


the guide FA SH I O N A cura di Marco Magalini

SUNNEI,CLASSICO IPERMODERNO.

Loris Messina e Simone Rizzo, i giovani creativi di Sunnei, hanno lavorato a stretto contatto con esperti artigiani e professionisti del settore, al fine di lanciare una collezione attraente per l’uomo incurante delle tendenze prettamente fashion. Interamente concepito e sviluppato in Italia, la seconda collezione (quella del

prossimo inverno) è più ampia, ricca di tessuti pregiati e dalla palette colori variegata. Il denim che si scontra nella maniera perfetta con il calore del velluto bordeaux, la morbidezza dei cappotti in lana da mettere sopra abiti sfoderati dalla struttura rigida e compatta. Dei capi classici rivisitati in chiave ipermoderna,

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con abiti belli da vedere ma soprattutto comodi da indossare, camicie dal taglio simmetrico composte da accoppiati di cotoni, denim rigati e cimose stampate. Una palette di verdi, bordeaux e blu, in disputa con i grigi ed il giallo, rende il messaggio efficace, mentre la lavorazione dei capi rende l’esperienza tattile.


the guide FASHI ON

IVORIES, NO SEASON WARDROBE Il rimando è al panorama oceanico, che rimane incantevole tanto d’estate, con i piedi immersi nella sabbia, quanto nei tramonti autunnali. Un racconto a cavallo tra attesa, gioia e ammirazione. Una donna che, sola di fronte all’oceano, attende il suo uomo salpato per i mari dell’Africa. Per proteggersi dal lungo inverno e difendersi dalla nostalgia, si avvolge di coperte e di sciarpe avvolgenti. Indossa i maglioni del suo amore lontano, i suoi abiti “buoni”, li adatta alla propria femminilità trasformandoli in modo surreale e li mescola al proprio guardaroba alternando fluidità e aspetti rustici in un gioco di contrasti affascinante. Pur rimanendo ancorata alla propria concretezza, si lascia trasportare di tanto in tanto in una dimensione onirica che trasforma le trame maschili e le rende preziose e luminose con tocchi di luce. Sulle maglie appaiono ricami che evocano paesi lontani. I volumi decisi e avvolgenti cedono a pochi compromessi e giocano con la fluidità dei materiali, il calore e la morbidezza del cachemire. I colori freddi del mare al tramonto si accendono del calore e del colore rosso dei cieli infuocati al tramonto.

PIJAMA, ESSENZA FORMATO SUGHERO Uno strato sottile di sughero incollato su tessuto. Questa l’essenza degli accessori Pijama, con i quali si prospetta un’estate piena di colori e di novità, complice l’incessante ricerca dei materiali proposti. Una collezione che si accende delle vivaci cromie giallo fucsia della linea wax, passando per le fresche tonalità pastello della linea ice cream e proponendo evoluzioni nelle fantasie dei modelli shirt. In linea con i materiali naturali utilizzati, Pijama presenta la linea Cork in sughero, pensata solamente per i modelli principali del mondo Pijama. Novità si trovano anche nelle selezioni cromatiche Blue e black&white, dove troviamo la stampa felce su cotone, proposta assieme alle già iconiche fantasie riviera nei toni dell’azzurro e quella towel blue; parallelamente nella palette black&white spicca television, la stampa che trae il nome dal suo suggestivo filato.

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the guide DE S I G N A cura di Marco Magalini

ARREDI INTELLIGENTI

ELOGIO DI UN NUOVO MODO DI CREARE IL BELLO, UTILIZZANDO DELLE MATERIE PRIME NATURALI, COME IL FIENO O IL FICO D’INDIA. E PREMIANDO IL LAVORO DI INTERE COMUNITÀ CHE, CON LE PROPRIE CAPACITÀ ARTIGIANALI, SI CONQUISTANO INDIPENDENZA ED EMANCIPAZIONE.

MARNI. Limited edition per Anayibe Rincon’s Workshop. I colori sgargianti dei frutti esotici di una terra lontana, le loro forme e una loro interpretazione. Marni ci porta in terre lontane, come la Colombia e il suo Mercado de Paloquemao. Come per il progetto Animal House dello scorso anno, anche in questa edizione, presentata durante la design week, ogni pezzo è unico ma declinato in diversi colori. I frutti di-

ventano sculture realizzate in metallo e pvc che possono essere contenitori, nelle dimensioni più grandi, o oggetti decorativi per il centrotavola in quelle più piccole. Intorno alla tavola, fulcro dell’allestimento, le nuove sedute Marni, in metallo e intrecci di fili colorati. Sgabelli di varie forme, intrecci e colori completano la collezione. Anche quest’anno le edizioni

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limitate di oggetti e di arredi sono state realizzate interamente a mano in Colombia, coinvolgendo un gruppo di donne che attraverso il lavoro hanno trovato la propria indipendenza ed emancipazione. Un progetto che riafferma l’impegno di Marni verso le iniziative charity, in quanto il ricavato della vendita dei prodotti è devoluto a Anayibe Rincon’s Workshop.


the guide DE SI GN

CHAYR. SEDUTA IN FIENO.

Sperimentare con il fieno e l’erba come materiale, dando nuova vita ad un rifiuto. Questo l’obiettivo di Henry&co e CMFgreentech, che hanno presentato la seduta Chayr. La balla di fieno, improvvisata seduta del contadino, e l’erba, accogliente giaciglio in accaldate giornate primaverili, entrano in casa in una nuova forma. La materia di risulta diventa una nuova opportunità portando con sè un’aurea di benessere naturale. Punto chiave dell’oggetto è il legante che amalgama il materiale: esso infatti ci permette di pensare ad una nuova forma di riciclaggio e ci slega dalla filiera del petrolio, dandoci la libertà di una crescita locale attraverso le risorse che il territorio ci fornisce. Il prodotto proposto unisce un design più tradizionale, rappresentato dalle gambe in faggio, a una progettazione innovativa che trova forma in una inusuale seduta in fieno. Il risultato è un elegante binomio di tradizione e innovazione.

SIKALINDI. MOBILI IN FICO D’INDIA.

Fico d’india in versione ‘interior’. Al Salone è stata presentata la nuova collezione di Sikalindi, creata dallo Studio Sandro Santantonio Design valorizzando il materiale omonimo, ottenuto dalla lavorazione della fibra legnosa della pianta del Fico d’India, che rappresenta la vera peculiarità dell’azienda, la quale peraltro ne detiene il brevetto. La lavorazione della fibra Sikalindi viene effettuata nel Salento, nel Sud Italia, ed è completamente ecologica poichè sfrutta lo scarto di potatura delle piante, le quali devono essere periodicamente sfoltite essendo caratterizzate da una rapida crescita. Il progetto Sikalindi ha ricevuto numerosi riconoscimenti tra cui il Premio Oscar Green 2013 e la segnalazione al Premio Sviluppo Sostenibile 2013 come una delle 10 migliori aziende di Eco-Design. Il materiale Sikalindi è stato selezionato ed approvato da ‘Matrec – eco-materials library’ e da ‘Materiò’, material library con sede a Parigi e filiali a Praga e Bruxelles.

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the guide AU TOMOTIVE A cura di Daniele Buzzonetti

ZERO MOTORCYCLES ELETTRICHE VIVACI

LO STILE È MODERNO, GRINTOSO, CON PARTICOLARI DEGNI DELLE PIÙ SPORTIVE BIKES CLASSICHE. I modelli della californiana Zero Motorcycle sono però equipaggiati con un motore elettrico che abbina prestazioni brillanti ai noti vantaggi della categoria: ricarica delle batterie con circa 2 euro, ingresso libero dovunque, costo di manutenzione minimo, niente “bollo” per i primi 5 anni (poi tariffa ridotta del 75%) e agevolazioni assicurative con varie compagnie. Vantaggi che hanno vivacizzato il mercato delle “elettriche”, che in Italia conta su quasi 40 marchi. All’elenco si è aggiunta da poco la Zero

Motorcycle che punta soprattutto sui modelli Zero S e Zero SR, con motore elettrico da 54 e 67 Cv rispettivamente. Il secondo, con una coppia di ben 14,6 kgm, permette di passare da 0 a 100 km/h in 3”3. Velocità, 165 km/h. Le due versioni FX (tipo enduro) dispongono di 27 e 44 Cv, con velocità appena sotto i 140 km/h. L’autonomia delle sofisticate batterie al litio può arrivare a un massimo di 300 km in città e tra 150 e 180 km in autostrada. Dipende anche dalla condotta di guida, ottimizzabile tramite una applicazione scaricabile su i-Phone. Prezzi, da 10.390 euro (FX) e da 14.220 euro (S).

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the guide AUTOM OTIV E

BMW C-EVOLUTION. Sfida ad emissioni zero

E-VIVACITY. Leone

piccolo ma… con senso pratico

L’elevato livello della produzione motociclistica di BMW spicca nel C-Evolution, maxiscooter con motore elettrico, caratterizzato dal raffinato sistema di raffreddamento a liquido al posto della abituale aria. Come nei “parenti” a benzina più evoluti; d’altronde il C-Evolution spicca per accelerazione e ripresa. Con lo spunto del motore elettrico (48 Cv) potrebbe infatti sfidare la maggioranza dei quattro tempi mentre la velocità massima (120 km/h) è autolimitata elettronicamente.

L’autonomia è di “almeno” 100 km (come in tutti gli elettrici, dipende dalla guida) e per la ricarica delle batterie al litio (le stesse della raffinata berlina i3) occorrono dalle 3 alle 4 ore. Le batterie sono alimentate anche da un sistema di recupero dell’energia, che funziona in fase di decelerazione e durante la frenata (con ABS di serie): l’autonomia migliora fino a un massimo del 20%. Il CV-Evolution si guida anche con patente B automobilistica e costa 15.750 euro.

SONO PADRONI DELLE CITTÀ (CON LICENZA DI SPAZIARE) EMCO NOVUM Progettati da un gruppo tedesco, gli scooter EMCO sono proposti in una vasta gamma, nella quale spicca il Novum 77, adatto all’uso extraurbano grazie al motore da 6,8 Cv che permette di toccare gli 85 km/h. Prezzo: 5.693 euro. www. electrocycles.it

ETROPOLIS BEL AIR Potenza di 2,7 Cv per il motore elettrico alimentato da batterie al silicio mentre per quelle al litio (4,1 Cv) il listino sale di oltre 1.100 euro. Cambia, di poco, l’autonomia: da 70 a 80 km mentre la velocità resta a 45 km/h. Prezzo: 2.499 euro. www.e-tropolis.it

TOMOS E-LITE Semplice e leggero, lo scooterino della Casa slovena che ha oltre 60 anni di storia, spicca per la velocità di ricarica delle batterie al litio: appena 2 ore. Velocità, 45 km/h, autonomia 40 km; 70 km con doppia batteria. Prezzo: 2.799 euro. www.tomos.si/it

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Tra le prime a proporre uno scooter elettrico già negli Anni ’90, la Casa del Leone punta ora sul modello e-Vivacity, con motore da 4 Cv, alimentato da un “pacco” di batterie al litio (garantite per 4 anni) che ritrovano la carica in 5 ore (3 ore all’80%). L’autonomia è di 60 km mentre la velocità massima è pari a 45 km/h. Razionali sia la pedana piatta che i due vani porta-oggetti: uno sotto la sella, che ospita un casco integrale, l’altro sullo scudo anteriore, sufficiente per nascondere un casco jet. Con una garanzia di 36 mesi, viene proposto a 4.588 euro. ZANINI ICARO Giovane Casa specializzata in mezzi a trazione elettrica, la Zanini propone lo scooter Icaro a un prezzo base interessante. Tempo di ricarica (5/8 ore) e autonomia (45/100 km), dipendono da tipo di batteria (silicio o litio). Velocità, 45 km/h. Prezzo: 2.244 euro. www. motorinizanini.it

YAMAHA EC-03 Leggero (56 kg) e con un motore elettrico da 1,9 Cv, ha uno spunto soddisfacente nel traffico cittadino. Arriva a 45 km/h ma per contare sull’ autonomia (45 km) occorre viaggiare in modalità Standard (22 km/h). Prezzo: 2.490 euro. www.yamahamotor.it


the guide F O O D

GARDENIA

una pausa tra i fiori A Milano, a due passi dalle Colonne di San Lorenzo, nella poetica Gian Giacomo Mora esiste un posto altrettanto poetico: Gardenia è l’officina botanica di una madre e una figlia, Antonella e Fara, nata per arredare il verde di terrazzi e giardini di città, nonchè vendere originali piante ornamentali, che ora è diventato anche un luogo dove rifugiarsi per una rigenerante e deliziosa pausa. Ci si siede su piccoli sgabelli o tronchi di legno attorniati da piante lussureggianti ( ovviamente in vendita) e sorseggiando un tè o un succo si assaggiano i buonissimi...e bellissimi... dolci monoporzione che prepara il figlio Cristian nella sua pasticceria di Monza I Duls de Sant Bioeus. Sul banco all’entrata si trovano biscotti di ogni genere, torte e tortine monoporzione. Ma non manca nemmeno il tradizionale rito molto milanese dell’aperitivo: un calice di vino con un piattino di stuzzichini salati costa 6 euro. Via Gian Giacomo Mora, 20 Milano Tel: 02 5811 5241 www.gardeniasas.it

CA’ SHIN : UNA CASCINA DI NUOVA GENERAZIONE Ca’ Shin non è assolutamente solo un ristorante, ma un progetto nato grazie agli sforzi della Cooperativa le Ali che è riuscita a trasformare questa cascina abbandonata sui colli bolognesi in un progetto che riunisce una locanda con cucina vegana,dove si va a pranzo, a cena e a far merenda, una bottega dove acquistare prodotti biologici, una casetta-biblioteca, uno spazio con il forno a legna, una veranda con i tavoli, la sala proiezioni, la palestra e il ristorante, la pista di pattinaggio e TeO-il teatro orto biologico e biodinamico, dove si svolgono corsi di orticoltura per adulti e bambini, spettacoli teatrali e concerti tra pomodori, zucchine e insalate e che d’estate diventa un luogo intimo e magico dove fare una cena romantica a lume di candela. Il restauro di Villa Silvetta è avvenuto secondo i principi della bioarchitettura e della sostenibilità e oggi Ca’ Shin va ancora oltre proponendosi di trasformare la collina in una collina smART, dove diffondere i contenuti europei delle smart cities, applicandoli all’arte in modo intelligente. Ca’ Shin è sempre aperta, anche in agosto, con tante iniziative per grandi e bambini, potete portare anche il vostro cane...ma annunciatelo! Via Cavaioni, 1, Bologna (BO) Tel. 051.589419 Tel. 051.589184 http://www.ca-shin.com

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the guide WI NE

LUCE FESTEGGIA VENT’ANNI

Sulle colline senesi, a Castelgiococondo, patria del Brunello di Montalcino, la Tenuta Luce della Vite si esende per 192 ettari, di cui circa 77 coltivati a vite, per le quali si segue la filosofia dell’agricoltura ecosostenibile, secondo la quale la buona salute delle viti è data soprattutto dall’uso prioritario di tecniche organiche. Nelle sue zone più alte il terreno è ben drenato e povero di sostanze organiche, ideale per la coltura dell’uva Sangiovese. In quelle meno elevate, il suolo è in vece più ricco d’argilla e sabbie,

vocato per l’uva Merlot. Da questo connubio, nasce un vino speciale che quest’anno celebra i 20 anni della sua creazione, derivata dall’unione delle uve dei vitigni Sangiovese e Merlot. Si chiama Luce e lo si deve alla collaborazione delle famiglie Marchesi de’ Frescobaldi e Robert Mondavi che hanno pensato di associare la rotondità e la morbidezza del Merlot alla struttura e all’eleganza del Sangiovese. Il percorso di questo vino è stato poi tracciato da Lamberto Frescobaldi (che dal 2002 ha la responsabilità del progetto) e Michael Mondavi, che ne ha fatto conoscere e apprezzare le doti all’estero, soprattutto al mercato americano.

CIÙ CIÙ. Vini Biologici delle Marche L’Azienda vitivinicola biologica Ciù Ciù si estende su oltre 130 ettari nel cuore delle colline picene, a pochi chilometri dalla medievale Offida (AP),una splendida cittadina ricca di eventi e tradizioni, nell’area di produzione del Rosso Piceno Superiore. Fondata nel 1970 dai coniugi Natalino ed Anna, l’azienda è oggi guidata dai fratelli Massimiliano e Walter Bartolomei. I loro vini sono espressione autentica dell’impegno e della tradizione vinicola dell’azienda, frutto di ricerca e qualità sia in vigna che in cantina, ma anche di un ecosistema viticolo naturale di qualità con un “terroir” (microclima, suolo e sottosuolo) unico ed insostituibile. Dai vitigni autoctoni delle Marche come Passerina e Pecorino ai più conosciuti Sangiovese, Merlot, Barbera, Montepulciano, Pinot e Chardonnay, i vini Ciù Ciù sono realizzati con le più moderne

tecniche enologiche rispettando appieno la caratteristica naturale di ogni uva. Fra le etichette in cantina, le più caratteristiche provengono dalle uve della zona. Troviamo quindi l’Offida D.O.C.G. Pecorino Merlettaie, un vino dal colore giallo paglierino, dal profumo fruttato derivante da un vitigno italico, austero e potente, relegato per decenni su brulli e scoscesi pendii montani dell’appennino piceno. Riscoperto oggi dalla passione di pochi vignaioli, raro e prezioso, capace, anche con gli anni, di sprigionare intensa personalità evocando sensazioni eteree e persistenti. Personalità e potenza esaltate dalla fermentazione in nobili legni di rovere, esiste anche nella varietà Spumante Brut. E ancora, Marche I.G.P. Passerina Evoè da uve Passerina in purezza, un antico vitigno autoctono delle Marche. Vino elegante e molto equilibrato di

TENUTA PODERNOVO

La famiglia Lunelli, forte di dell’esperienza enologica di tre generazioni, sceglie di approfondire e coltivare fino in fondo la passione per l’eccellenza vitivinicola affiancando ai successi conseguiti con il Trentodoc Ferrari una collezione di vini di alta qualità, espressione di tre Tenute in altrettante regioni italiane. Una di queste è la Tenuta Podernovo in Toscana. Conquistati dal fascino delle colline pisane e in particolare del poggio coltivato a viti su cui sorge l’antico Casale Podernovo, all’inizio del Duemila i Lunelli danno il via alla propria avventura toscana sui quaranta ettari situati nel comune di Terricciola. La particolare posizione geografica e la composizione del terreno, ricco di sabbie e depositi fossili, creano un microclima e delle condizioni ottimali per la coltivazione di uve in particolar modo di Sangiovese, di Cabernet e di Merlot. Da questi uvaggi, vengono prodotti il Teuto, un vino elegante che, lavorato per 20 mesi in botte grande, esalta la pienezza delle uve di Sangiovese, che ritroviamo al 60% anche nell’altro vino, l’Aliotto, unite ad uve di Cabernet.

colore giallo paglierino con delicati riflessi dorati. All’olfatto note dolci e fiori bianchi, ottima corrispondenza al palato, con percezioni varietali ampie e finale aromatico molto lungo. Nell’Azienda Ciù Ciù, si trova anche un ottimo olio d’oliva, proveniente da cultivar di Leccino, Frantoio e Carboncella, coltivate con metodo biologico, dalle quali si ottiene un olio dal gusto fruttato e leggermente erbaceo con sentori di carciofo, mandorla e foglia di pomodoro. La sensazione gustativa, inizialmente dolce, riserva nel finale note di amaro e piccante di media intensità.

Merlot e altre uve locali. Entrambi presentano una consistenza corposa ma fine, una struttura equilibrata e un sapore pieno e morbido. Dal 2009 in tutti i vigneti si è avviato il processo di conversione al biologico, che ha permesso di ottenere nel 2012, la certificazione biologica per tutte le uve prodotte. La cantina è stata realizzata nel pieno rispetto della morfologia del luogo e facendo particolare attenzione all’ambiente circostante, inserendo il fabbricato nel territorio in modo armonioso e non invasivo, utilizzando materiali locali ricavati dalla campagna circostante, con colori e forme in sintonia con il paesaggio. Accanto alla struttura principale produttiva, si trova un magnifico complesso di edifici rustici di fine Settecento, nel più tipico stile toscano. Nel Casale padronale, restituito al suo originale splendore, e nelle attigue case dei fattori, si può trovare tutta la semplice raffinatezza del cotto, del legno, del ferro battuto, impreziositi dalle moderne comodità e dalla ricercatezza degli arredi. Questo piccolo borgo, restaurato di recente, offre infatti esclusivi appartamenti per soggiorni rilassanti nella quiete e nell’incanto di questi luoghi.

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the guide P L AC E S A cura di Marco Magalini

MERCATO CENTRALE FIRENZE

Il nuovo modello di mercato contemporaneo

A vederlo ora, dopo più di un anno dall’apertura, può sembrare impossibile che per ben tre volte la gara d’appalto del Comune di Firenze per la riqualificazione del Mercato di San Lorenzo fosse andata deserta. Sì, perché oggi il Mercato Centrale di Firenze accoglie in un anno tanti visitatori quanto gli Uffizi. Un successo sperato, ma forse inaspettato anche per Umberto Montano, imprenditore nel campo della ristorazione che, con Claudio Cardini, leader con ECVacanze del turismo all’aria aperta è riuscito a realizzare un progetto tanto ambizioso quanto semplice nel suo concept. Ricreare una piazza dove le persone potessero incontrarsi, sul-

la base del binomio cibo-cultura, attrattive fondamentali di tutta Italia e di Firenze in primis. Partendo dalla tradizione gastronomica locale e dalle botteghe di un mercato con una storia di 140 anni, Mercato Centrale Firenze è riuscito ad integrare un nuovo sistema di consumo, che unisce l’acquisto con l’incontro e l’esperienza. 3000 mq di superfice, 500 posti a sedere, 12 botteghe, ristorante, pizzeria, birreria, caffetteria, enoscuola, libreria e tanto altro sono i numeri di questo successo. Nelle botteghe “artigiani del cibo”, selezionati uno a uno da Montano, vendono e somministrano i loro capolavori. Piccoli produttori, che hanno accettato un disciplinare molto

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severo per essere ammessi nel progetto, che parla di un vero e proprio “Passaporto della Qualità”. Così anche il design degli spazi predilige l’idea di mostrare senza nascondere i laboratori di preparazione, quando possibile; studiato dall’architetto Marco Casamonti dello Studio Archea Associati, lo spazio ha mantenuto i codici stilistici del vecchio mercato rendendolo contemporaneo e colto. Perché , come ci spiega con grande entusiasmo Umberto Montano, “l’idea alla base di tutto è di aggregare le persone davanti al cibo, rendendolo fonte di conoscenza, oltre che di piacere...e noi al Mercato Centrale vendiamo emozioni...!


the guide GR EEN A cura di Elisabetta Margheriti di Vivai Torsanlorenzo

Datura

La prima volta che ho sentito parlare di Datura è stato negli anni ’90 con l’esordio di un gruppo musicale dance che ha ottenuto un grande successo con il brano “Yerba del Diablo”. Questo nome è rimasto nella mia memoria e solo quando ho conosciuto le proprietà dell’omonima pianta, ne ho capito l’inspirazione. Il genere Datura fa parte della famiglia delle Solanaceae, è originaria dell’America e dell’Asia, ma negli anni si è naturalizzata in tutto l’emisfero boreale. La specie più conosciuta è la Datura stramonio, cresce spontanea in tutte le nostre regioni, lungo le strade di campagna, tra vecchi ruderi e sulle scarpate. Conosciuta sin dagli Aztechi, che ne utilizzavano foglie e semi durante i riti religiosi per congiungere il mondo terrestre con quello divino, era anche un ingrediente fondamentale nei riti magici degli sciamani per le sue proprietà narcotizzanti, sedative e allucinogene. Al-

tra magia e incanto cun e popolazioni indiane usavano mescolare parti della pianta con altri ingredienti segreti per creare potenti afrodisiaci, mentre credenze popolari dicono che streghe e stregoni vengono fortemente attratti e imprigionati dal suo profumo inebriante. Il nome deriva dalla parola araba ‘tatorach’ la cui radice ‘tat’ significa pungente, viene comunemente chiamata ‘erba del diavolo’ o ‘erba delle streghe ’a causa della presenza di un’alta concentrazione di alcaloidi tra cui atropina, scopolamina, josciamina in concentrazioni variabili dislocate su tutte le parti della pianta, compreso il nettare.

Utilizzata in piccole dosi, come già diceva Teofrasto, noto filosofo e botanico greco, dà allegria, mentre dosi maggiori possono portare alla morte per paralisi del sistema respiratorio. Da un punto di vista botanico è necessario fare una distinzione tra il genere Datura e Brugmansia, il primo comprende piante erbacce che superano di poco il metro, hanno un aspetto esile e portano fiori eretti che si chiudono di giorno per aprirsi di notte nel loro candore. Il frutto porta morbidi aculei che gli danno l’aspetto di un riccio, mentre il secondo genere ha un fusto legnoso, può crescere fino a 3-4 metri, i fiori sono delle lunghe campane profumate che si srotolano dai rami a maturità della pianta. Dai tipici colori giallo, crema, rosso e rosa, fanno la loro comparsa da giugno ad ottobre, le specie più conosciute sono: Brugmansia arborea, Brugmansia suavoelens, Brugmansia versicolor.

COME SI COLTIVA Predilige posizioni soleggiate ma per fiorire a lungo è preferibile la penombra, stando attenti a evitare correnti d’aria forti. Si possono coltivare in piena terra solo nel centro e sud dell’Italia, correndo ai ripari con le coperture se le temperature si abbassano eccessivamente.

Nei climi più rigidi possiamo apprezzarla in vasi grandi, riempiti con argilla espansa alla base e terreno fertile ben drenato per evitare l’eventuale ristagno idrico. Gli esemplari giovani vanno rinvasati ogni anno mentre per quelli adulti basta rinnovare il primo strato di coltivazione. Du-

rante l’estate le annaffiature devono essere regolari per mantenere il terreno umido visto la grande quantità di foglie e fiori, mentre in inverno si può intervenire in base alle necessità. Si pota prima della ripresa vegetativa togliendo i rami danneggiati dall’inverno e con interventi forti dopo le

gelate. Durante il periodo invernale si consiglia di metterle al riparo in ambienti luminosi non riscaldati. COME UTILIZZARLE È una pianta che non può mancare in un terrazzo o in un giardino, ma va tenuta a debita distanza da bambini ed animali. Se

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possibile va posizionata in vaso vicino ad una delle entrate principali, il dolce profumo accoglierà i vostri ospiti e renderà speciali le cene estive. È anche una valida soluzione per coprire muretti, oltre i quali in estate vediamo spuntare le esuberanti e colorate trombette.


the guide P E TS

MY RUNNING DOG Spesso per celia mi ritrovo a dire che praticherei la corsa solo se inseguita da un cane idrofobo, per rendere l’idea di come non ami la corsa. Per fortuna non tutti la pensano così. Lo dimostrano molti milanesi che, nei polmoni verdi che sono i parchi cittadini, praticano lo jogging, in barba ai numerosi mezzi a motore che si muovono frenetici pochi metri più in là. Una passione quella per lo sport e per la corsa che adesso i milanesi potranno condividere con i loro cani. È nato infatti My Running Dog, un progetto di Silvia Righetti runner e collaboratrice della rivista Runner’s World Italia che mette al servizio dei runner un team di esperti cinofili e corridori professionisti per insegnare a correre correttamente con il cane. L’amore per la corsa accomuna uomini e cani. Questi ultimi sono infatti dei corridori naturali e il loro benessere passa anche dalla possibilità di liberare energie attraverso questa attività, esattamente come il nostro. My Running Dog dà la possibilità di iscriversi attraverso il sito agli appuntamenti patrocinati anche dal Comune di Milano: un’occasione di socializzare e divertirsi, prendendosi cura della salute e del benessere propri e del proprio cane, imparando a coltivare una cultura del rispetto reciproco inter-razza. Calendario incontri e corse sul sito: www.myrunningdog.it

IL FURETTO AMA L’AMACA. I furetti sono degli animali stravaganti e hanno bisogno di tenersi sempre impegnati e attivi per sentirsi in forma. Cosa c’è allora di meglio di una pratica amaca, per saltare su e giù o semplicemente accucciarsi e magari schiacciare un pisolino? Pratica, lavabile perché in tessuto, l’amaca della Hagen Livingworld, si appende anche nella gabbietta, perché dotata di sospensori adattabili a qualsiasi dimensioni. Ma a giudicare dalle foto lasciate dai clienti del sito zooplus dove è possibile acquistarla, l’amaca Hagen è molto apprezzata anche da cavie, porcellini d’india, conigli, ghiri, e persino petauri. Provare per... sonnecchiare.

IL PETAURO, SIMPATICO E DELICATO Siamo abituati a vedere ormai nelle nostre case qualsiasi tipo di “pets”, dalle iguane alle tarantole, ai cani e gatti dalle origini più bizzarre. Non è facile, per fortuna, imbattersi nel petauro dello zucchero, il cui nome è già un programma. Piccolo marsupiale originario della zona che comprende Australia, Tasmania, Indonesia e Nuova Guinea, il petauro dello zucchero è così chiamato per la sua caratteristica di prediligere i cibi dolci e per la sua membrana chiamata ‘Patagio’ simile a quella di uno scoiattolo volante. Negli Stati Uniti è già stato “adottato” da svariati anni, ma sono raccomandati solo gli esemplari nati in cattività, abituati alla vita con l’uomo, ma procurategli almeno una compagna o un compagno, sono animali sociali. La gestione ideale di questo simpatico marsupiale volante dai grandi occhi languidi è di alloggiarlo in uno spazio (stanza o voliera) ampio, fornito di rami e di ripiani, perché possa mantenersi in forma, saltando di ramo in ramo, o pisolare quando ne avesse voglia. Attenzione alla temperatura, ottimale tra i 18° e i 24° e per la dieta ricordate che ama certamente la frutta e la verdura piuttosto dolci, ma se vi innamorate di un petauro fino a portarvelo a casa, siate pronti anche a servirgli insetti vivi, dai quali ricava la sua fonte di proteine, come farebbe se potesse cacciare libero. Simpatico e delicato sì, ma pur sempre un cacciatore.

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the guide KIDS

UNA GIUNGLA ECOLOGICA PER I PIÙ PICCOLI Metti due giovani designer italiane col pallino dell’ecologia e della sostenibilità e la passione per oggetti belli, divertenti e fruibili. Nasce Eco&You, una linea di arredo realizzata interamente in Italia e che introduce il concetto di sostenibilità nella prosudione industriale, 100% Made in Italy. Arianna Filippini e Federica Ravera giocano con le forme e le ambientazioni e, soprattutto per gli arredi “kids”, reinventano gli oggetti, pur conservando la loro fruibilità, complice di questo gioco utile il cartone, materiale sano ed ecologico con cui realizzano le loro collezioni di arredo e complementi. Negli ultimi anni il design è stato fortemente influenzato dalla presa di coscienza che non è più possibile allontanare l’importanza della sostenibilità e del rispetto delle buone pratiche ambientali, anche nel campo dell’arredo. La risposta è stata un crescente utilizzo di materiali eco-compatibili e di riciclo, come ad esempio il cartone. Questo materiale infatti è la soluzione perfetta, per tutti coloro che pensano verde, per tre precise ragioni: è 100% biodegradabile (in quanto costituito da fibre di carta riciclata); è 100% sostenibile (le sue fibre sono certificate FSC); è 100% sano (viene realizzato con additivi naturali e assemblato con colle vegetali). La collezione Safari è pensata per tutti i piccoli esploratori amanti della Natura. Ogni prodotto è realizzato con forme che si ispirano al mondo degli animali, per arredare in modo ecologico e naturale lo spazio dedicato al tuo bambino. eco-and-you.com

DI MANINA IN MANINA Siamo abituati a considerare i francising attività molto costose ed ad alto rischio fallimento, un affare insomma più per il franchisor e meno per i franchisee, considerando gli elevati costi di avviamento e la sudditanza dalla quale non ci si riscatta mai. Recentemente però ha preso piede, complice la maledetta-benedetta crisi, una catena di negozi solidali ed ecologici che davvero potrebbe aiutare le famiglie con bimbi in arrivo ad affrontare meglio il periodaccio; meglio forse di quanto non abbiano potuto fare i tanto discussi bonus che hanno una spendibilità, in termini temporali, pari a l’espace d’un mattin. Si tratta dei quasi 100 punti vendita sparsi in tutta Italia targati Seconda manina. Con un piccolo contributo richiesto per le pratiche di apertura, che garantisce comunque la classica formazione, il contributo di allestimenti negozio e fornitura del materiale prestampato, crediamo sia davvero una formula vincente perché aperta a tutti e a doppio senso: si va per rivendere in conto vendita i propri capi e oggetti in ottimo stato (che verranno comunque selezionati) e si va per acquistare con uno sconto garantito di almeno il 50%, tutti prodotti per la prima infanzia 0-12 mesi, pressoché nuovi. Garantite: zona in esclusiva e assistenza continua. Altro risvolto lodevole di questi negozi è quello etico: chi cede i propri capi e oggetti in conto vendita, può decidere di devolvere gli stessi ad associazioni ONLUS, qualora rimanessero invenduti. La lista dei prodotti disponibili è praticamente esauriente: abiti, accessori, giocattoli, libri e persino pannolini e prodotti per l’igiene personale del piccolo a prezzi da spaccio. Potrebbe aiutare le coppie a lanciarsi nella più folle delle avventure? Sito: www.secondamanina.it

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SLOW ASTROLOGY L’OROSCOPO DELL’ESTATE • INFRADITO MON AMOUR • By LaMarghe di unaparolabuonapertutti.it ARIETE 21 Marzo - 20 Aprile

Spirito di iniziativa, grinta e una certa dose di sfacciataggine rendono questo Giugno molto intrigante per l’Ariete! Piede quindi ben in evidenza e infradito dal sapore vagamente severo, in cuoio stile “centurione”, modello che rispecchia la determinazione che vi porta a osare e a conquistare nuove postazioni professionali e ricchi bottini! Ispirazione Isabel Marant. TORO 21 Aprile - 20 Maggio

Unire l’utile al dilettevole pare essere l’unica soluzione possibile per affrontare un mese fatto di alti e bassi, successi e “prove del nove”. Per il Toro quindi infradito in caucciù dai toni accesi e magari con applicazioni di maxi pietre tono su tono … pratici, comodi e al contempo stilosissimi! Eh sì, perché Giugno non vi risparmia incertezze e difficoltà (da affrontare con una calzatura super comoda), ma garantisce anche momenti di soddisfazioni sociali e affettive … evviva! Ispirazione Dolce Gabbana. GEMELLI 21 Maggio - 21 Giugno

Infradito gioiello, decorato dai più ricchi e preziosi cristalli Swarovski! Si profilano infatti all’orizzonte grandissime aspettative per voi Gemelli grazie a un Giugno caratterizzato da transiti planetari più che favorevoli: sono diversi gli Astri che vi strizzano l’occhio garantendovi virtù eccellenti che vi fanno conquistare i cuori altrui, raggiungere vette professionali ambiziose e coltivare una vita sociale degna di invidia! Ispirazione René Caovilla. CANCRO 22 Giugno - 22 Luglio

Dolci e sensibili più che mai, timorose e a tratti incerte, voi Cancro rischiaste questo mese di diventare anacronistiche a furia di guardare nostalgicamente al passato! Cercate di darvi una mossa, liberandovi dal vostro delicato torpore … l’unica concessione ammessa è quella di indossare un infradito super femminile e romantico, in morbida vernice dai toni pastello, magari con decoro a fiocco! Ispirazione Paul Smith. LEONE 23 Luglio - 23 Agosto

Potete voi Leone trattenervi dallo sferrare una zampata decisiva?! Ovviamente no, a maggior ragione in questo mese che regala al Segno più felino dello Zodiaco fascino, determinazione e un certo non so che quanto a irresistibile magnetismo! L’oroscopo della moda per te propone infradito in cuoio nero, con sottili listarelle in pelle decorate rigorosamente da borchie, garantiscono la giusta dose di aggressività tipica del Segno! Ispirazione Balenciaga.

sive, dovrete fare appello alla pazienza più paziente che ci sia! Non disperate comunque perché l’Oroscopo promette una rapida ripresa … l’importante è ricorrere al vostro savoir-faire! Infradito in gomma – giusto per muoversi il più comodamente possibile tra una seccatura e un imprevisto – sono l’ideale per voi Sagittario, soprattutto se con stampa tropicale nei toni pastello, un classico di questa PE 2015! Ispirazione Havaianas.

VERGINE 24 Agosto - 22 Settembre

CAPRICORNO 22 Dicembre - 20 Gennaio

BILANCIA 23 Settembre - 22 Ottobre

ACQUARIO 21 Gennaio - 19 Febbraio

Ridurre le cose ai minimi termini potrebbe essere l’ancora di salvezza per dribblare imprevisti e rallentamenti che infastidiscono la Vergine: l’essenzialità richiesta trova massima espressione in un paio di Birkenstock, sicure e affidabili, non come alcuni affetti che in questo mese vi fanno dubitare di certi rapporti! Cercate di non innervosirvi e di tenere le antenne ben drizzate … momenti migliori, in cui osare un po’ di più, sono dietro l’angolo! Ispirazione Birkenstock.

Il panorama astrale si presenta particolarmente brillante e originale, sia dal punto di vista dei possibili incontri sociali/sentimentali sia per quanto riguarda le chance professionali! Quindi per voi Bilancia niente di più adatto di un paio di infradito con dettaglio gioiello e stringhe colorate, ultima innovativa proposta del brand milanese storicamente noto per le favolose cinture! Ispirazione Nanni Milano. SCORPIONE 23 Ottobre - 22 Novembre

Istinto ed intuito sono l’accoppiata vincente che domina l’oroscopo della moda dello Scorpione: il cielo vi vuole particolarmente ricettive nel cogliere sfumature e capire quale direzione prendere! Come indigene che sanno muoversi in intricate foreste, indossate con disinvoltura infradito con frange svolazzanti intorno alla caviglia dall’evidente richiamo etnico. Pazienza e cautela vi aiutano poi ad affrontare con il giusto spirito gli ostacoli che si vanno profilando al vostro orizzonte! Ispirazione Castaner. SAGITTARIO 23 Novembre - 21 Dicembre

Al momento non tutto appare “rose e fiori” e a tratti, per evitare pericolose reazioni impul-

Ordine e disciplina rendono voi Capricorno ancora più rigorose e pragmatiche del solito – l’Oroscopo preannuncia allineamenti astrali che non promettono nulla di scintillante, ma neanche preoccupanti seccature all’orizzonte! E come brave studentesse dal look molto british, procedete sicure di voi stesse e ben organizzate, indossando un paio di infradito che ricordano i classicissimi mocassini, ovvero con nappe ondeggianti! Ispirazione Louis Vuitton.

Giugno si preannuncia un mese ad alto tasso di opportunità e ricco di favorevoli congiunzioni astrali: favoriti viaggi e spostamenti, intesi anche come cambiamenti professionali! Ci vorrebbe un infradito comodo comodo, ma è forse il caso di privilegiare l’aspetto più seduttivo dell’accessorio “scarpa” dal momento che l’Oroscopo vi promette un sex appeal da far invidia: quindi a voi Acquario sandalo infradito con tacco e plateau! Ispirazione Hogan. PESCI 20 Febbraio - 20 Marzo

Vi state preparando ad affrontare un mese che non sarà certo memorabile quanto a soddisfazioni e a piacevolezze – il consiglio è quello di affinare il vostro Sesto Senso, aprire il Terzo Occhio e stare in campana: insomma Pesci dovete tenere alto il livello di allerta per scansare equivoci o situazioni poco piacevoli create anche da persone a voi vicine! Come vere “cacciatrici”, attente ad ogni rumore nella Savana, l’oroscopo della moda vi vede bene con un paio di infradito con stampa animalier, magari con qualche dettaglio in cristallo per farvi presagire che presto il clima migliorerà! Ispirazione Liu Jo




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