The lifestyle Journal 2012

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milano green ORTICOLA 2012: tutti gli eventi e i protagonisti, da oggi alle origini. All’interno: parchi, giardini segreti, osterie “verdi”, green design...




In copertina un’immagine tratta dall’archivio di Biblioteca della Moda: Arianna - n°87 - giugno 1964 In questa pagina un’immagine tratta dall’archivio di Biblioteca della Moda: Ban Lon - 1959

milan COOL DIARY

E chi l’ha detto che non esistono più le mezze stagioni? Quest’anno pare proprio che la primavera sia tornata più in forma che mai, con giornate calde e assolate alternate a incredibili acquazzoni. Il che può non essere così piacevole per noi, ma lo è certamente per la Natura... In piena primavera, “The Lifestyle Journal” dedica il numero di maggio a Orticola e al vivere “green”. Orticola è la Mostra-mercato annuale che da 16 anni, per la durata di un fine settimana (dal 11 al 13 maggio 2012, ndr) “invade” i Giardini Pubblici “Indro Montanelli” di via Palestro con un’infinita varietà di fiori e piante anche molto rari. Un evento che fa sentire i Milanesi un po’ più “verdi” del solito e sensibilizza un sempre maggior numero di persone all’importanza di alberi, piante (e orti!) in città. Orticola, però, non è solo un’allegra ed elegante “fiera” del fiore: fondata nel 1865 e, quindi, più che centenaria, rappresenta una delle prime associazioni italiane sorte allo scopo di promuovere a ogni livello della società l’orticoltura, dalla botanica all’arte dei giardini, passando per le più raffinate tecniche di coltivazione. Tutti i proventi delle iniziative di Orticola sono da sempre reimpiegati per questo scopo, inclusi quelli della Mostra-mercato, destinati al verde pubblico milanese. Negli ultimi anni, poi, in corrispondenza del sempre crescente successo di pubblico, i progetti si sono moltiplicati. Insomma, Orticola è un prezioso patrimonio per la città di Milano. Perciò “The Lifestyle Journal”, per natura attento e sensibile a tutto ciò che promuove e vivacizza la città, vi dedica l’ampio spazio che merita. Nelle prossime pagine troverete, infatti, tutta la storia dell’Associazione, una lunga intervista con il presidente Gianluca Brivio Sforza e la vicepresidente Francesca Marzotto Caotorta, più un approfondimento sul programma di Orticola 2012, ricco di attività che vanno ben oltre la Mostra-mercato in sé. Andremo poi alla scoperta degli itinerari verdi e dei giardini segreti di Milano, dei ristoranti con dehors, cortili e pergolati, dei negozi “bio” e dei vivai storici... E chi l’ha detto che Milano è una città grigia?


kromacomunicazione.it

Associazione senza fine di lucro

Maggio 2012 da Venerdì 11 a Domenica 13

Milano dal 1 8 6 5

bIGlIetto CoMPra IllIne on ola.org www.ortic

Giardini Pubblici “Indro Montanelli” Milano via Palestro, piazza Cavour, via Manin dalle ore 10 alle 19

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con il patrocinio del Comune di Milano

www.orticola.org

Orticola di Lombardia


N° 14 | Maggio 2012 | milan COOL DIARY

09 9 IL PERSONAGGIO Gianluca Brivio Sforza e Francesca Marzotto Caotorta, ai vertici di Orticola di Lombardia, presentano in esclusiva la Mostra 2012. 14 STORIE DI FAMIGLIA Orticola: un albero centenario, una grande famiglia.

38 32 milano green Eat & Drink: ristoranti con dehors e giardini. Shopping: tra green-store e vivai. 38 moda Outfit: Tuttifrutti & Tuttifiori.

19 milano green Orticola 2012: tutti gli appuntamenti dal 11 al 13 maggio, Fuori-Orticola incluso.

40 MODA “Le ispirazioni floreali nella storia della moda”- una retrospettiva di Biblioteca della Moda per Orticola 2012.

24 MILANO INSIDE/OUT Intervista doppia: gli architetti paesaggisti.

41 moda Cappelli in fiore.

27 milano green Parchi, giardini segreti e itinerari verdi a Milano. Il colore preferito dalla città contemporanea.

43 milano green Bellezza naturale. Automobili “eco” e motori verdi...

è registrato presso il Tribunale di Milano autorizzazione numero 672 del 21 dicembre 2010

NUMERO 14 - Maggio 2012 Edito da: BIBLIOTECA DELLA MODA Corso Colombo, 9 20144 Milano THE LIFESTYLE JOURNAL Via Alessandria, 8 20144 Milano +39.02.83311202 redazione@thelifestylejournal.it www.thelifestylejournal.it

DIRETTORE RESPONSABILE Giovanna Caprioglio COLLABORATORI DI REDAZIONE Alberto Buogo, Alfredo del Nobolo, Alessia Giorgia Pagano, Chiara Viola, Diana Barbetta, Diego Spensiero; Filippo Pizzoni: Giovanna de Michelis, Roberto Bonanomi. sviluppo grafico e impaginazione Silvia Del Vesco Progetto creativo Spazio Younique

48 46 WEEKEND FUORI PORTA Respirare il verde fuori città. 48 SUL LETTINO La psiche in natura... 51 books I libri consigliati da Biblioteca della Moda. 52 milano green Tutto il “verde” del Salone del Mobile, dalla Cascina Cuccagna alle Terme. 56 INDIRIZZI LIFESTYLE Ristoranti, club, hotel, negozi... 58 L’OROSCOPO DELLA GINNY

Servizi Editoriali Capsule srl www.capsulemilano.it PUBBLICITÀ Milano Fashion Media www.milanofashionmedia.it PUBLISHER Marco Poli STAMPA Ripack S.R.L. info@ripacksrl.it

Errata Corrige: nella rubrica “Books” dello scorso numero (“The Lifestyle Journal” nr. 13) sono stati invertiti rispetto al testo i titoli e gli editori dei due volumi “T2π Area Tessile ReportAGE” (Ibis Edizioni) e “Qualcosa per tutti” di Nanni Balestrini (Il Canneto Editore). La redazione si scusa per il refuso.



F.L.M.

PA R C H I & G I A R D I N I VIA BELVEDERE - CERRO DI LAVENO (VA) TEL./FAX +39 0332610059 – RA - TEL. +39 0332668156 – E-MAIL: INFO@F-L-M.IT

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firma i

grandi giardini


il personaggio

Orticola 2012 Parlano i vertici della storica associazione di Giovanna Caprioglio

Il presidente e la vicepresidente della centenaria associazione Orticola, tra un ricordo “di famiglia” e l’altro, ci raccontano le novità della Mostra-mercato 2012...

Gianluca Brivio Sforza al 1865 Orticola promuove la cultura del verde. Cos’è rimasto nel DNA dell’associazione dalla sua fondazione? La Società Orticola di Lombardia è nata proprio dalla necessità di ricerca e diffusione della cultura botanica, in un momento storico in cui solo pochi e illuminati avevano questa possibilità. Dobbiamo immaginarci le mille difficoltà che si potevano incontrare in quell’epoca. Era il periodo in cui gli esploratori davano la vita per riportare in patria, tra mille avversità, collezioni delle più svariate specie. Il gruppo originario di Orticola ha iniziato con il fondare un giornale - “I Giardini” - e poi è stata costituita la Società, con la partecipazione dei proprietari dei giardini e dei capi giardinieri, la prima figura professionale della storia in questo campo. I fondatori si sono impegnati a coinvolgere i vari strati sociali della popolazione, dai giardinieri ai possidenti, passando per gli agricoltori, riunendosi nella magione del conte Pertusati in Porta Romana e nello splendido giardino di cui oramai rimangono solo poche vestigia. Il conte stesso descrive il fine associativo: «Far conoscere i vegetali per farne amare la coltura, irradiare con tutti i mezzi la relativa istruzione. (...) Far dell’orticoltura un potente strumento di civiltà» . Da allora noi siamo soggetti attivi sul tema con un programma culturale molto intenso.

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il personaggio

Quali sono, invece, le tappe più importanti dei suoi 10 anni di presidenza? La nostra associazione si è evoluta durante tutta la sua esistenza, pur rimanendo sempre a stretto contatto con la comunità sociale e la sua crescita. È sempre rimasta al passo con i tempi, e che tempi! Siamo passati attraverso il periodo di massimo sviluppo del nostro pianeta, dalle carrozze ai Jumbo Jet, dai messaggeri a cavallo a internet. Negli ultimi anni la globalizzazione totale ha travolto tutto... Anche per questo Orticola di Lombardia lavora oggi per mantenere principi e tradizioni che pensiamo siano il fulcro di tutta la nostra società. Un esempio delle nostre ultime attività è la collaborazione con la Fondazione Riccardo Catella ed EXPO 2015, oltre al progetto “Mi Coltivo: Orto a Scuola”, al fine di realizzare un orto in venti scuole cittadine per sensibilizzare le nostre future generazioni, entrando nella didattica della scuola primaria. Prima di lei, molti sono stati i presidenti illustri dell’associazione, spesso appartenenti a importanti famiglie milanesi: vuole ricordarne qualcuno in particolare? Sono stati tutti importanti, a partire da Egidio Gavazzi, il primo presidente che, oltre a essere tra i fondatori di Orticola, ha ispirato la costituzione di una collezione di frutti in cera di Francesco Garnier-Valletti, che raggiunse lo strabiliante numero di 1.774 opere e fu in seguito donata all’Università di Milano; nel 2011, tra l’altro, abbiamo sponsorizzato l’esposizione di una parte della collezione all’Orto Botanico Braidense. Fu il vicepresidente Antonio Ingegnoli, appartenente alla storica famiglia della “Ditta Ingegnoli”, a inventare il motto di Orticola «Terrestria sidera flores» («I fiori, stelle della terra»), che ancora oggi adorna il nostro stemma. Per non parlare di Pietro Cicogna, che nel 1881 organizzò le mostre orticole all’Esposizione Industriale Nazionale, e Carlo Gola, che organizzò la mostra dell’anniversario dei cento anni in Triennale e, su incarico del Governo, la partecipazione della rappresentanza italiana a Floralies Gantoises, la più grande mostra floro-vivaistica professionale del mondo. Pensi che la Villa Reale di via Palestro, dove quest’anno organizziamo un’esposizione fotografica, durante la Seconda guerra fu sede dell’associazione, che ne curò il giardino con l’intervento di Ignazio Vigoni e Pasino Bagatti Valsecchi, alternati alla presidenza negli anni successivi. Tra i presidenti vi furono, poi, anche paesaggisti molto apprezzati, come Laura Isnenghi Ponti, una delle prime professioniste italiane, che resse la presidenza negli anni Ottanta. Prima di me, Vittorio Santagostino diede grande impulso alla vita dell’associazione. Furono presidenti onorari il principe Umberto di Savoia e il re Vittorio Emanuele III. Infine una curiosità: nel 1887 passò tra le file dei soci anche Giuseppe Verdi.

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In queste pagine: il marchese Avv. Gianluca Brivio Sforza, presidente di Orticola (Immagini di Kroma Comunicazione, Fabio Novelli e Anna Soldà); alcune immagini delle passate edizioni


il personaggio

Il legame della sua famiglia con l’ Orticola di Lombardia ha radici lontane? Sì, c’è stato qualche bisavolo nei soci fondatori della Società, ma io l’ho scoperto solo in seguito al mio ingresso nel consiglio e non è stato certo quello a influenzarmi nel mio amore per le piante. Come dicevamo prima, i fondatori erano una comunità illuminata e fortunata che lavorava alla creazione della società moderna, attraverso le arti, la letteratura, le scienze e poi anche - perché no - il commercio e l’industria. Orticola di Lombardia ha partecipato a questo ciclo di fondazione del mondo moderno. Ci illustra le iniziative del “Fuori Orticola” 2012? Grazie alla collaborazione con il Comune di Milano nell’ambito dell’iniziativa Orticola al Museo, dal 9 al 20 maggio, alla Galleria d’Arte Moderna di via Palestro 16, presenteremo la

mostra fotografica SMALLgarden, con un titolo volutamente in inglese, per sottolineare la visione moderna, digitale e internazionale del lavoro di ricerca e selezione degli autori di “fine art”, eseguita dalla curatrice Iaia Gagliani. La mostra fotografica è proposta per andare ben oltre i nostri aficionados. Secondo la visione di SMALLgarden, infatti, la natura è il giardino dell’eden, così come il nostro pianeta è il nostro giardino infinito. Sono opere che colgono l’attimo, l’essenza, l’atmosfera e lo spirito di questa visione, e lo fanno portandoci l’esperienza di artisti delle più svariate nazioni, con soggetti provenienti da ogni parte del mondo. SMALLgarden, insomma, vuole essere un delicato invito a condividere le bellezze dei nostri giardini, intesi come natura, attraverso l’interpretazione di questi artisti. Poi c’è l’iniziativa a Villa Reale, che mercoledì 9 maggio ospiterà per tutta la giornata il Convegno “La cultura delle piante in Italia dal Risorgimento al Terzo Millennio”, per la quale abbiamo chiesto ai relatori di affrontare l’affascinante mondo dei fiori nella storia d’Italia, partendo proprio da Milano e dalla Lombardia nel Risorgimento. In questo primo incontro sarà trattato il periodo dal ‘700 all’Unità d’Italia. Per l’occasione, inoltre, organizzeremo visite guidate (per prenotazioni: info@ orticola.org, ndr) ai monumenti presenti nello storico giardino all’inglese, il cui primo tracciato fu disegnato dall’architetto viennese Leopoldo Pollack, tra il 1790 e il 1793. Solitamente, invece, il giardino è riservato ai bambini, ovvero non aperto a un pubblico adulto, a meno che non si sia accompagnati da un minore di 12 anni. Infine, c’è il Museo Bagatti Valsecchi, che ha organizzato “Fiori di Murano” (11 maggio-8 luglio), una selezione di opere in vetro della Collezione Bersellini realizzate tra il 1920 e il 2010 da importanti artisti del vetro provenienti dalle principali fornaci muranesi.

La società è sempre più sensibile al tema della sostenibilità, in cui Orticola è impegnata direttamente con il progetto “ORTICOLturA Urbana”: di che si tratta? È il movimento creato nel 2011 da Orticola di Lombardia, allo scopo di incentivare e sensibilizzare l’opinione pubblica alla cultura dell’orto come forma educativa alle pratiche ambientali e di contribuire al recupero di aree degradate. Per la vicinanza al tema dell’Esposizione 2015 - “Feeding the planet” - abbiamo anche ottenuto il patrocinio di Expo 2015. Intendiamo perseguire lo scopo del movimento, ovvero la nascita di nuovi orti in città, collaborando con scuole, associazioni e comunità. Nel 2012, poi, è stata siglata la collaborazione con la Fondazione Riccardo Catella ed EXPO 2015 per il progetto “MiColtivo, Orto a Scuola”, nato per favorire la corretta e sana alimentazione dei bambini attraverso l’esperienza degli orti didattici. Il programma prevede la realizzazione di 20 orti nelle scuole milanesi, da qui al 2015, con il supporto didattico. Iniziata nel 2011 con l’Orto della Fede nella Chiesa Cristiana Protestante di via Marco De’ Marchi, gli Orti Fioriti a Palazzo Dugnani e l’Orto della Vela al Portello, l’iniziativa proseguità quest’anno con nuovi progetti, quali l’Orto dei Fanciulli presso i Martinitt, l’area della Fondazione Negri e “Comunemente Verde” a Villa Lonati, uno spazio realizzato a orto nella sede della “Parchi e Giardini del Comune di Milano”, che accoglierà attività aperte al pubblico durante la Mostra-mercato Orticola dal 11 al 13 maggio. Milano è per molti una città “grigia”: lei cosa ne pensa? Quali consigli si sente di dare alle istituzioni per renderla sempre più “verde” ? Milano è una città grigia perché la sua propensione industriale ci ha portato a privilegiare la produzione, piuttosto che la qualità della vita. Negli ultimi anni comunque anche in Italia, come in tutta la società civile, si sono poste le problematiche ambientali ed ecologiche. Il problema italiano per me nasce nella nostra storia ed è strettamente integrato in essa. Noi siamo i figli dei Romani e del Rinascimento e lì siamo rimasti... Purtroppo manca un forte senso civico che insegni il rispetto per lo Stato e la cosa pubblica. Non abbiamo adeguato la nostra etica alla crescita del mondo moderno... Forse, proprio in occasione di questa ultima megacrisi, finalmente ci siamo guardati dentro: potrebbe essere la partenza di un nuovo pensiero, di una nuova coscienza civica. Il problema non è rendere più verde Milano, bensì partire dall’educazione delle nuove generazioni al rispetto della cosa pubblica quanto di quella privata: solo così ameranno di più il verde, perché è un sentimento innato, basta sviluppare i mezzi per esprimerlo.

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il personaggio

Francesca Marzotto Caotorta

uale evoluzione ha subito la Mostra-mercato Orticola dal 1996, anno in cui è rinata, a oggi? La manifestazione Orticola è nata 17 anni fa, riprendendo una storica pratica di organizzazione di mostre di fiori che l’associazione Orticola di Lombardia aveva più o meno già “dentro”, sin dalla sua nascita nel 1854. Nel riprendere l’antica tradizione, abbiamo voluto dare particolare rilievo al far conoscere a un pubblico di appassionati “giardinieri” tutti quei piccoli e altrettanto appassionati vivaisti, cultori di piante rare o collezionisti di specie botaniche che, proprio per la loro dimensione, non avevano altro modo di farsi conoscere da un vasto pubblico. In anni in cui pareva che lo scibile “giardinieresco” si trovasse solo oltreconfine, Orticola si augurava di porre l’attenzione sulla qualità dei nostri vivaisti e di stimolare l’attenzione del pubblico verso piante ignorate dal grande mercato. Cosa ci dice del pubblico di Orticola? Il tempo pare esserci stato amico, portando tanti nuovi vivaisti e un pubblico sempre più preparato, pronto anche a seguirci nelle nostra determinazione di legare ogni pianta alla sua denominazione botanica corretta. Questa è una battaglia ancora in corso, ma è anche quella che poi ci fa distinguere la pianta rarissima da quella più comune, attirando tanti collezionisti estremamente competenti. Questo aspetto un po’ maniacale non

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il personaggio

esclude i giardinieri meno esperti, che troveranno comunque di tutto per appagare il proprio “desiderio vegetale”. Ci ha fatto, inoltre, molto piacere osservare come sia cresciuta la partecipazione dei bambini ai laboratori che Orticola organizza apposta per loro. Esistono delle “mode” anche nel mondo del vivaismo? Dai tempi della grande “scoperta” delle piante tipiche della flora mediterranea e delle erbacee

perenni, mi pare non si sia visto un gran fluire di mode. Tanto più che piante come le rose o i pelargoni (gerani) non smettono ancora di piacere. A proposito, quest’anno saranno proprio le rose le grandi protagoniste della manifestazione... Le rose rappresentano un universo fatto di tante specie che crescono spontaneamente nei vari continenti e di varietà messe a punto nei secoli da numerosi ibridatori. A proposito di mode, negli ul-

timi anni erano salite alla ribalta le cosiddette “rose inglesi”, con quel loro aspetto un po’ morbido, un po’ spettinato e sempre in fiore... E hanno talmente occupato la scena da farci dimenticare tante altre varietà, tra cui molte di origine italiana, che noi invece vorremmo far ritrovare. Quali le altre novità di quest’anno? Ci saranno vari incontri sul tema delle piante selvatiche da riprodurre, sia per abbellire il giardino che per preparare ottimi piatti in cucina. Un settore sarà, poi, dedicato ai piccoli orti. Molti visitatori di Orticola probabilmente vivono in appartamento, i più fortunati magari hanno un terrazzo, cosa consiglia di acquistare alla Mostra-mercato? Come si fa a scegliere in questo “bendidìo” e dare un consiglio che unifichi le richieste di 30.000 visitatori? Tanto più che ogni espositore è pronto a dare tutte le informazione utili a una scelta adatta a ogni singolo caso. Ha, invece, da suggerire qualche consiglio più generale sulla scelta delle piante per il giardino? Il mio consiglio e la mia assoluta convinzione, dopo tanti anni di pratica, è che ogni giardino è una storia a sé. Bastano una corrente d’aria, una zona di maggiore o minore ombra, una diversa disponibilità di acqua, tempo o danaro, perché quello che va benissimo “qui” vada malissimo poco più in là... Ogni giardino è un rapporto personale che si approfondisce col tempo. Ciò detto, per me il più bel giardino del mondo è quello della villa di Bagnaia, vicino a Viterbo, dove pietre, acqua e piante sono gli attrezzi usati per una scultura modellata in modo da raccontare al meglio i nostri valori più profondi. Un dettaglio mondano: l’inaugurazione di Orticola è anche una piacevole occasione per sfoggiare divertenti e originali cappelli “floreali”; l’anno scorso lei è stata la più ammirata, ha qualche anticipazione per questa edizione? Uno degli aspetti più divertenti di Orticola è proprio la sorpresa. Più o meno sappiamo chi avrà il cappello più appariscente o creativo, ma c’è sempre qualcosa di inaspettato. Il volo di farfalle che l’anno scorso poggiava in modo buffo sulla mia testa era stato “incontrato” per caso una settimana prima della Mostra, in una vetrina a due passi da casa...

In queste pagine: Francesca Marzotto Caotorta, vicepresidente di Orticola con Giulia Santagostino e alcune immagini delle passate edizioni

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storie di famiglia

Orticola: un albero centenario di Alessia Giorgia Pagano

uesta è la storia di una famiglia molto particolare, una “grande” famiglia, in cui l’amore per la natura, la passione, il mecenatismo, il senso di appartenenza, la cultura e la forza di volontà hanno trasceso anche i legami di sangue. I membri di questa famiglia, infatti, non sono accomunati dalla reciproca parentela, bensì dall’essere, in alcuni casi da generazioni, soci di Orticola. A molti verrà subito in mente la Mostra-mercato di piante e fiori che si svolge tradizionalmente a maggio presso i Giardini Pubblici Indro Montanelli. Ebbene sì, parliamo proprio di questa Orticola: una manifestazione floro-vivaistica che nel giro di qualche anno (17, per l’esattezza), è entrata nel cuore e nel calendario dei meneghini, coinvolgendo il giardiniere dilettante come il collezionista di piante rare, la famiglia in gita domenicale come il professionista che vuole “rifarsi” il terrazzo, passando per gli ecologisti, gli studenti di Agraria e i botanici più esperti. Praticamente chiunque ami la natura nel senso più ampio del termine, anche perché con il suo scoppio di colori, profumi e vitalità, celebra simbolicamente l’arrivo della bella stagione in città. Ma non è tutto: se si considera che Orticola è interamente organizzata grazie all’impegno di soci e volontari e che i proventi del biglietto d’ingresso sono destinati al verde pubblico urbano, forse si comincia a intuire l’appropriatezza del termine “famiglia”... Proprio come un albero centenario fatto di tanti rami, e quindi di tante persone, Orticola ha radici profonde, che si intrecciano con oltre 150 anni di storia milanese e italiana. Fondata nel 1865, la Società Orticola di Lombardia è una delle prime istituzioni italiane a promuovere la conoscenza delle piante, l’arte del giardinaggio e la cura del paesaggio verde urbano e non, operando attraverso la passione, il sostegno e l’expertise dei suoi soci.

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storie di famiglia

1854 Fondazione della rivista “I Giardini” 1865 Fondazione della Società Orticola di Lombardia 1866 Prima Mostra Orticola ai Giardini Pubblici 1870 Inaugurazione del Museo Pomologico Lombardo

1869 Mostra all’Istituto Tecnico Superiore dei Giardinieri di Milano

1876 Inaugurazione dell’Orto Botanico in via Vivaio 1881 Inaugurazione di tre Esposizioni Orticole a Villa Reale e presso i Giardini Pubblici

1915 Festa del Crisantemo al Caffè Cova pro Croce Rossa

1926 Nascita del motto «Terrestria Sidera Flores» («i fiori sono le stelle della terra»)

1933 V Biennale Internazionale del Crisantemo all’Esposizione Permanente

1939 Primo viaggio degli orticolini negli Stati Uniti per l’Esposizione Universale 1947 Prime esposizioni del dopoguerra e prima mostraMercato dei fiori in Piazza Duomo

1954 Centenario della fondazione Orticola festeggiata con la mostra “Fiore e Giardino” in Triennale

1959 Assegnazione dell’Ambrogino d’oro a Orticola

dal 1996 in poi Rinascita della mostraMercato Orticola a Milano

dal 1990 in poi Incontri e conferenze con esperti per la promozione e salvaguardia del verde cittadino

dal 2004 in poi Nascita dell’iniziativa “Orticola al museo” 2008-2009 Mostre mercato “Orticoline d’inverno” presso i musei Bagatti-Valsecchi e Diocesano

2009-2010 Inaugurazione dei Giardini Perego dopo tre anni di restauri realizzati da Orticola

In realtà i membri dell’Orticola, o “orticolini”, fanno risalire la propria data di nascita al 1854, poiché in quell’anno nasce la rivista “I Giardini”, splendido periodico illustrato con incisioni di botanica e consigli di giardinaggio, dal cui humus nascerà, appunto, la Società. L’anima del progetto è il conte Francesco Pertusati, che scrive sotto lo pseudonimo di Antofilo (letteralmente “amante dei fiori”) ed è ben noto ai circoli della nobiltà, dell’alta borghesia e della cultura milanesi per la sua passione botanica, riversata peraltro nello splendido parco all’italiana della villa di proprietà, in corso di porta Vigentina. È qui che, in passato, si sono riuniti il Parini e i rappresentanti dell’Arcadia letteraria. Ed è qui che Orticola affonda la sua prima radice. Si tratta di un periodo complesso per l’Italia, che deve ancora essere “unita”, così come per Milano: 200.000 abitanti divisi tra rivoluzionari e reazionari, ultra-cattolici e filoaustriaci, moderati e mazziniani. Milano, però, è un terreno fertile per la nascita di Orticola, poiché ha alcune caratteristiche peculiari: in primo luogo non è chiusa da alte mura, ma collegata con la campagna in una sorta di continuum; in secondo luogo è già di per sé costellata di «ampi spazi a verde, orti, verzieri e ricchi giardini». In terzo luogo, è in piena espansione economico-demografica e rappresenta una delle principali capitali europee per sviluppo e diffusione culturale. Detto ciò, non è poi così strambo che in un periodo così complesso, tra le guerre d’Indipendenza, le prime sollevazioni popolari e i delicati equilibri diplomatici, il conte Francesco Pertusati e i suoi amici puntino l’attenzione su fiori, orti e giardini. Sono milanesi, giovani, abbienti e colti; vivono il furor romantico in forma di amore per la natura e, da buoni figli dell’Illuminismo, hanno una concretezza e una passione divulgativa del tutto particolari. Anzi, hanno già in mente l’idea di fondare una “società orticola” sul modello di quelle inglesi o francesi, al fine di diffondere lo studio della botanica e portare l’orticoltura a livello di scienza, coinvolgendo la società civile a ogni livello, dai proprietari delle ville ai giardinieri, passando per vivaisti e ortolani. Sono, insomma anime “green” ante litteram, pionieri “verdi” che, in tempi non sospetti (anzi, complicatissimi), fanno sorgere nuovi giardini nel centro di Milano, al posto di vecchi orti, zone incolte e paludi. Fatta l’Italia, viene presto costituita la Società Orticola di Lombardia. «Da allora i soci non hanno mai smesso di dare la caccia ai fiori più belli, nei parchi come nelle serre di tutto il mondo, come nei cortili e nei piccoli orti cittadini» si legge nello splendido volume “Terrestria Sidera Flores” (Valentina

dal 2011 Convenzione con Università per valorizzazione e restauri dell’Orto botanico di Brera

Nella pagina accanto: i soci dell’Orticola al ritorno degli Stati Uniti (per gentile concessione della socia Mirca Donnabella Habersaat); Egidio Gavazzi, il primo presidente della Società Orticola di Lombardia In questa pagina: la grande cascata del giardino Pertusati

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storie di famiglia

In questa pagina, dall’alto: il quadro di Alfredo Beltrame, rappresentante una gita dei soci dell’Orticola; tre presidenti storici: Don Ignazio Vigoni, il conte Carlo Gola; il barone Pasino Bagatti Valsecchi

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Edizioni) che narra, appunto la storia dell’Orticola, anche grazie al lavoro di ricerca svolto da Giulia Negri da Oleggio, a sua volta figlia di un orticolino «tra vecchie foto, rendiconti sbiaditi, quaderni e diari di viaggi lontani». Tra i 150 fondatori, oltre all’immancabile conte Perusati, figurano anche il principe Umberto di Savoia, che l’anno successivo sarà nominato presidente onorario; il primo presidente Egidio Gavazzi, noto industriale tessile nonché proprietario di una splendida villa a Valmadrera (LC); Marcellino e Pietro Roda, esperti giardinieri e figli d’arte. Lo statuto del 1865 ha obiettivi chiari: primo fra tutti quello di promuovere il progresso dell’Orticoltura e la cultura del “verde”. «Il verde come parte della vita ed esigenza dell’anima»; il verde come patrimonio storico della terra lombarda, coi suoi boschi e i suoi paesaggi; il verde come passatempo e lavoro, per contribuire al progresso dell’uomo; il verde come “madre” e sorgente a cui oggi vogliamo tornare il prima possibile... Alla mission originaria, infatti, si attiene anche l’attuale statuto di Orticola, «per continuare oggigiorno nel solco della tradizione, l’opera iniziata con tanta passione». Di fatto, sin dagli inizi la Società è impegnata su più fronti. Oltre che occuparsi della pubblicazione di una rivista di settore (per molti anni sarà, appunto, “I Giardini”), gli orticolini organizzano lezioni di orticoltura per fruttivendoli e giardinieri, importano dall’estero attrezzi all’epoca introvabili in Italia, allestiscono mostre con finalità didattiche. Soprattutto, però, preparano esposizioni utili a far conoscere al pubblico le nuove specie di piante e fiori giunte dal resto del mondo. La prima Esposizione Orticola risale al 5 aprile del 1866 e si svolge nel “salone” di Palazzo Dugnani, in via Palestro, proprio presso i Giardini Pubblici. Per alcuni anni, soprattutto a causa delle due guerre, l’attività prosegue faticosamente; vi sono, però, alcune novità importanti, quali l’ingresso delle donne e le sempre più frequenti gite a scopo didattico, da quelle lombarde al primo vero viaggio in Belgio e Olanda nel 1933, in occasione dell’importantissima fiera “Floralies Gantoises”. Tra le rinomate esposizioni internazionali di crisantemi e le mostre di beneficenza, sono i soci, con la loro instancabile passione, a mantenere il filo della continuità, con un unico scopo: «mettere dei fiori e delle piante là dove c’è posto per un pugno di terra, dove arriva un raggio di sole». Non a caso il motto di Orticola - «Terrestria sidera flores» (“i fiori sono le stelle della terra”) - risale al 1926 ed è firmato da Antonio Ingegnoli. Finalmente, dopo la Guerra e dopo aver ricevuto dal Comune di Milano il compito di restaurare i Giardini di Villa Reale, Orticola “rinasce”. Le esposizioni ricominciano nel 1947, con una mostra di dalie e crisantemi in piazza Duomo, dietro pagamento di un “modestissimo biglietto d’entrata”. La Ricostruzione è un periodo fruttuoso: nel 1954 il presidente Carlo Gola festeggia il centenario con l’apprezzata mostra “Fiore e Giardino” in Triennale; mentre nel 1959 la “Mostra Storica dei Giardini di Lombardia” vale a Orticola l’Ambrogino d’oro. Nel 1964 la Società cessa di esistere (era stata fondata per 99 anni), per rinascere subito in forma di associazione senza fini di lucro per altri 99 anni (ovvero fino al 2064). Da allora, con rinnovato vigore ed entusiasmo, i soci hanno proseguito le attività didattiche, sociali, educative ed espositive. Fortemente voluta dai consiglieri Emilio Gola e Francesca Marzotto Cataorta e patrocinata dal Comune di Milano, Orticola 96 è la prima edizione della Mostra-mercato di floro-vivaismo ai Giardini Pubblici di via Palestro. Dai 46 espositori e 6.000 visitatori paganti degli inizi si è passati ai 99 espositori e 20.000 visitatori del 2000; oggi la Mostra-mercato dell’Orticola è al primo posto delle manifestazioni “green” italiane per qualità e quantità. Ma l’Orticola, appartenente all’Associazione Giardini Italiani, ha anche continuato a programmare eventi, mostre, conferenze, pubblicazioni, corsi, viaggi, visite guidate e lezioni. Senza dimenticare la collaborazione con le istituzioni cittadine per il restauro di giardini, parchi e aree verdi urbane, tra cui, in attivo, quella dell’Orto Botanico di Brera. Dice bene il risvolto di copertina del volume “Terrestria Sidera Flores”: «se i fiori sono le stelle terrestri, l’Orticola a Milano sta al centro di quel firmamento».


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Orticola 2012 Tutti gli appuntamenti dal 11 al 13 maggio

di Giovanna Caprioglio

In questa pagina, dall’alto: un’immagine delle passate edizioni

Ogni anno, a maggio, riempie di fiori rari, piante e colori i Giardini Pubblici di via Palestro, oltre che il cuore di tutti i meneghini...

rticola è un’associazione più che centenaria, ma la Mostra-mercato ai Giardini di via Palestro, così come come la vediamo oggi, è giunta “solo” alla sua 17ª edizione. E ogni anno cresce per visitatori ed espositori, attività e collaborazioni. Nelle interviste delle pagine precedenti, Francesca Marzotto Caotorta e Gianluca Brivio Sforza hanno già anticipato molte delle novità del 2012; in queste pagine le approfondiremo per scoprirne ogni aspetto. Cominciamo anzitutto dalla Mostra-mercato in sé, che avrà una grande protagonista: la rosa, il fiore forse più amato dai vivaisti per la sua enorme varietà di specie e gli infiniti ibridi su cui potersi cimentare. Orticola 2012 ci porterà a scoprirne tipologie rare e sorprendenti come, ad esempio, la Chinensis Yellow Mutabilis, ritrovata in Cina negli anni 80 oppure una collezione speciale di rose storiche coltivate sulla Costa Azzurra, o, ancora, gli esemplari americani, tra cui spiccano quelli creati da Tom Carruth, pluripremiato ibridatore texano. Non mancano nemmeno le rose indiane “firmate” da Viru Viraraghavan, che per una vita ha lavorato per creare nuove varietà, in condizioni climatiche piuttosto avverse, e la prima rosa viola, anche chiamata “Sissi” dal nome del famoso vivaista Tantau che la creò nel 1964. Tra le italiane non va dimenticata, infine, la “Ibrido di Castello”, una banksia molto grande e profumata creata nei primi anni del ‘900 da Attilio Ragionieri. Un percorso ideale segnato anche su una piantina realizzata ad hoc ci porterà alla scoperta di questi fiori meravigliosi, che si alterneranno a proposte speciali per l’orto e, in particolar modo, per quello “casalingo”, con soluzioni che vanno dai curtain wall per orti verticali ad altri interessanti progetti, sistemi e idee per fare in modo che tali coltivazioni divengano sempre più popolari in città, visto anche il loro valore educativo e funzionale a pratiche ambientali sostenibili. In realtà Orticola è molto attiva su questo fronte già da qualche anno con il progetto ORTICOLturA Urbana, cui si aggiunge da questa edizione un accordo con la Fondazione Riccardo Catella per la creazione di nuovi orti-giardino in città.

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ORTICOLturA Urbana La produzione orticola italiana è quella con la maggior diversificazione di ortaggi a livello mondiale: un patrimonio che va mantenuto e promosso, affinché questi prodotti di altissima qualità, simbolo della nostra terra nel mondo, continuino a essere riconosciuti e apprezzati. Orticola ha iniziato in tal senso un importante lavoro di promozione e sostegno, attraverso ORTICOLtura Urbana, un progetto rivolto a soggetti sia pubblici che privati, al fine di sviluppare un circuito sociale per la realizzazione di orti urbani sostenibili. Gli orti urbani, infatti, sono una grande risorsa per le città e una grande opportunità per Milano in particolare. Prima di tutto perché costituiscono tasselli verdi e nuovi polmoni per la metropoli; poi perché spesso contribuiscono al recupero di aree degradate, abbandonate o sottoutilizzate; infine perché propongono nuove forme di consumo sostenibile, ma sono allo stesso tempo una leva per “fare comunità” e offrire un’alternativa alle categorie sociali più deboli. Si tratta, insomma, di una grande occasione per il lavoro, la socializzazione, l’ambiente e l’educazione, molto coerente anche con i temi di Expo 2015. Lo sviluppo di piccole autosufficienze produttive, inoltre, può far riscoprire i valori della produzione locale, sensibilizzando anche le nuove generazioni su temi quali sostenibilità e rispetto aziendale. Ecco perché l’associazione Orticola, insieme ai partner che aderiscono al progetto (Fondazione Minoprio, Scuola Agraria di Monza, Facoltà di Agraria, Progetto 100 Cascine, F.lli Ingegnoli), organizza corsi di formazione rivolti agli aderenti e ai loro rappresentanti, per fornire una conoscenza tecnica e agronomica di base sulla gestione degli orti, ma anche per informare su tematiche complementari come prodotti a “km 0”, compostaggio o filiera corta. Non mancano neppure i laboratori dedicati agli studenti, su percorsi ambientali strategici quali i “raggi verdi”, per individuare aree di diffusione dei progetti di orticoltura. Nella passata edizione di Orticola sono stati presentati due interessanti progetti: quello dell’Orto della Fede, nella Chiesa Cristiana Protestante di Milano e quello dell’Orto della Vela al Portello. Quest’anno si proseguirà con l’Orto dei Fanciulli presso i Martinitt e il “Comunemente Verde” a Villa Lonati, sede del circuito “Parchi e Giardini del Comune di Milano” destinata a diventare orto. Villa Lonati, tra l’altro, accoglierà attività aperte al pubblico proprio nei giorni di Orticola (v. pagg. seguenti). In questa pagina: immagini del progetto ORTICOLturA Urbana Nella pagina accanto: alcune immagini delle passate edizioni (Immagini di Kroma Comunicazione, Fabio Novelli e Anna Soldà)

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ORTICOLturA Urbana: nuovi orti nel 2011 Orti Fioriti a Palazzo Dugnani Le cinque aiuole intorno alla fontana davanti a Palazzo Dugnani sono state trasformate in cinque orti fioriti composti da ortaggi e fiori da taglio, secondo la tradizione orticola italiana, su progetto di Francesca Marzotto Caotorta e Filippo Pizzoni. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con Iper - La Grande I.

Orto della Fede È stato realizzato un orto nel giardino della Chiesa Protestante di via Marco de’ Marchi a Milano. Il progetto, che coinvolge la comunità dei fedeli, è sponsorizzato da enti e associazioni legati alla cultura tedesca ed è gestito dalla stessa comunità dei fedeli e dai ragazzi della Scuola Tedesca e della Scuola Svizzera di Milano.

Orto della Vela al Portello Un tipico orto italiano di 100 metri quadrati è stato realizzato sotto la famosa Vela, all’ingresso al Centro Commerciale di Piazza Portello, che sponsorizza il progetto.


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Orticola Junior Come ogni anno Orticola propone ai visitatori più piccoli numerose iniziative per farli avvicinare alla natura e molte attività che spesso, da piccoli cittadini quali sono, non hanno occasione di provare nella vita quotidiana. Giulia Santagostino, responsabile del progetto per i bambini, ce le illustra, partendo dalla grande novità di quest’anno: “L’albero dei gelati”, un laboratorio in cui i bambini potranno fare il proprio gelato, utilizzando tutte materie prime rigorosamente biologiche, imparando a conoscerle e sviluppando una prima consapevolezza sulla corretta scelta dei cibi. Con “Una mucca per amica”, invece, potranno imparare la mungitura, sapere qualcosa in più di come si nutre una mucca e capire come diversi tipi di foraggio possano produrre diversi tipi di latte. Un’altra novità è Gufolandia, un laboratorio che insegna a costruire nidi artificiali e mangiatoie naturali, utilizzando penne e piume. Con le piantine spontanee che crescono nei prati milanesi a maggio, invece, i più piccoli realizzeranno un collage originale, grazie all’iniziativa “Bianco, giallo e verde, mettiamo maggio in un collage”. I bambini potranno, poi, imparare a fotografare piante e fiori e persino a utilizzare binocoli e cannocchiali per un po’ di rilassante “Birdwatching in città”. Ma riusciranno anche a creare suoni e costruire strumenti musicali attraverso elementi naturali (sassi, legni, pietre, frutti e vegetali secchi), grazie al laboratorio “L’orchestra della natura”. Non mancherà poi un’iniziativa in lingua inglese, ovvero “Uno, dieci, cento nidi”, attraverso la quale i piccoli partecipanti conosceranno meglio i vari tipi di nido: da quello vero e proprio a quello di fiori, passando per quello materno. E ne porteranno uno a casa, da mettere sul balcone per accogliere qualche “ospite” in difficoltà. Nei tre giorni di Orticola, insomma, tutta la famiglia avrà modo di vivere appieno la natura in città.

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Orticola d’Esterni a cura di Alfredo del Nobolo “Orticola sceglie il design” è il sottotitolo che accompagna la manifestazione Orticola d’Esterni, giunta quest’anno alla sua terza edizione. Poteva rimanere uno slogan ma, per fortuna, l’idea di Francesca Marzotto Caotorta è diventata una realtà. Sulla scia di un’attenzione sempre maggiore alla natura, alle piante e al vivere all’aperto, in questo ultimo decennio il mondo degli arredi per spazi esterni si è molto aperto e ampliato: da un lato aziende storiche del settore si sono rivolte ai più noti designer per dare alle loro produzioni un volto più rispondente al gusto contemporaneo; dall’altro aziende che da sempre producono oggetti di design di alto profilo si sono accorte del nuovo trend e hanno ampliato la gamma delle loro collezioni fino a comprendere l’esterno, il cosiddetto “outdoor”. Scegliere il design però, per Orticola, significava fare una selezione a priori in questo grande contenitore, ovvero il giardino, senza equivoco alcuno. E così dal primo anno, il 2010, una selezione di arredi diversi, che parlassero di giardino e a esso fossero rivolti, senza equivoco alcuno, è stata scelta e proposta ai circa 30.000 appassionati di piante e giardini che affollano i tre giorni della manifestazione milanese. Da oggetti nuovissimi come il barbecue “Barbicù” di Piero Lissoni ad altri ormai considerati dei “classici” come la lampada “Pod Len” di Ross Lovegrove si trattava comunque di pezzi che trovano un reale impiego quotidiano in quello spazio dell’ozio come del piacere, del fare come dell’abitare, assolutamente raccolto e personale, che è il giardino. Allo stesso modo l’edizione del 2011 ha affrontato temi diversi, da quelli più consueti delle sedute e degli ombrelloni a più nuove sperimentazioni nel campo della pavimentazione o dell’aspetto ludico associato all’uso dell’oggetto quotidiano come “Spun” di Thomas Heatherwick, scegliendo tra produzioni recentissime di aziende tutte italiane. In entrambi i casi, tra gli oggetti esposti e presentati da tantissime aziende, giurati quali Gae Aulenti, Italo Lupi, Giancarlo Iliprandi, Paolo Rizzatto, Alberto Meda e Ornella Noorda hanno scelto arredi da segnalare, selezionandoli di volta in volta per la novità o l’originalità, per l’uso di nuovi materiali o il progetto innovativo, e premiando “Surprising Lounger” di Harald Guggenbichler per Fermob e “Serpentine” di Tom de Vrieze per Extremis nel 2010 e “Tototo” di Hannes Wettstein per Maxdesign

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e “Ombrella” di Alessandro Andreucci e Mario Nanni per Viabizzuno nel 2011. Inoltre, grazie all’entusiasmo degli stessi giurati e al grande interesse dimostrato sia da parte del pubblico sia da parte delle aziende sia da parte della stampa, l’anno scorso Orticola insieme con ADI (Associazione per il Disegno Industriale) ha lanciato il Premio Orticola d’Esterni. Organizzato dall’architetto paesaggista Filippo Pizzoni, è un concorso tematico per progetti inediti che vuole proporsi come occasione di confronto tra i designer e il mondo del giardino e degli spazi aperti. Il tema proposto per il 2012 è stato scelto nell’ambito della luce (“La luce: stare insieme in giardino”), uno degli aspetti più delicati sia nel realizzare come nell’abitare il giardino. I progetti consegnati sono stati ben 54, tutti di progettisti italiani ai quali era esplicitamente rivolto il bando, un numero decisamente incoraggiante per una prima edizione. Accanto ai 54 progetti del Premio sarà presentata per questa terza edizione di Orticola d’Esterni una selezione delle più nuove e interessanti produzioni di lampade da giardino disponibili in commercio. In questa pagina: una immagine della passata edizione di Orticola D’Esterni

DESIGN IN GIARDINO Le aziende che hanno partecipato alle prime due edizioni di Orticola d’Esterni sono state Alessi, Antonangeli, Ares, Arflex, Casamania, Contardi, De Castelli, De Padova, Domani, Emu, Extremis, Fermob, Flora, Gandia Blasco, Laboratorio Audio, Luceplan, Magis, Maxdesign, Moroso, Officinanove, Paver, Plank, Plust, Serralunga, Sintesi, Sywawa,Viabizzuno.


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“Un giardino da esplorareâ€? è il titolo che Orticola ha voluto dare alla possibilitĂ di visitare gratuitamente la Villa Reale e i suoi monumenti, nello storico giardino all’inglese il cui primo impianto fu realizzato da Leopoldo Pollack nel 1790. Un’occasione unica per scoprire i segreti del Tempietto circolare dedicato all’Amore, di quello delle Parche Impietose o del Sarcofago di Madonna Laura...

Fuori Orticola: altri appuntamenti da non perdere

Da non perdere, il convegno “La cultura delle piante in Italia dal Risorgimento al Terzo Millennioâ€?, che esplorerĂ l’affascinante mondo floro-vivaistico della storia d’Italia, con un ciclo di conferenze in svolgimento da quest’anno fino al 2015. Nella giornata del 9 Da qualche anno ormai Orticola non è piĂš solmaggio, in particolare, si affronterĂ il periodo tanto la Mostra-mercato ai Giardini di via Padal ‘700 all’UnitĂ d’Italia, partendo proprio lestro, ma anche una serie di eventi collaterali da Milano e dalla Lombardia, viste sotto molche offrono al pubblico spunti culturali e occati punti di vista: dall’arte all’architettura, dalla sioni d’incontro, grazie alla collaborazione con politica alla moda, passando per la letteratura. istituzioni e musei cittadini. Ne è un esempio SMALLGarden, la mostra fotografica di “fine Fiori di Murano, invece, è un’iniziativa in artâ€? che sarĂ allestita nella Sala Parnaso a collaborazione con il Museo Bagatti ValsecVilla Reale, presso il GAM di via Palestro (9chi, il cui ingresso è peraltro scontato al 50% 20 maggio). La scelta del lettering non è casuaper i possessori del biglietto di Orticola. Qui le: con la parola “SMALLâ€? in lettere maiuscole, saranno esposte opere della Collezione Bersi crea un contrasto visivo-cognitivo che vuole sellini, ovvero fiori e piante interpretati dai in qualche modo sottolineare la grandezza di grandi maestri vetrai nelle piĂš famose vetrerie qualsiasi giardino, persino il piĂš piccolo... La muranesi, dal 1920 al 2010. L’esposizione promostra raccoglie le opere di 20 giovani artisti seguirĂ fino al 8 luglio. internazionali, provenienti da molti paesi tra cui Stati Uniti, Indonesia, Russia, Inghilterra, Sono le ispirazioni floreali nella storia Spagna, Russia e, naturalmente, Italia. L’idea della Moda, e quindi il legame tra questa e di base è quella di creare una sorta di percorso la natura, a guidare la speciale retrospettiva all’interno del giardino simbolico costituito dache Biblioteca della Moda ha voluto orgagli scatti, che giĂ di per sĂŠ dimostrano quanto nizzare in occasione di Orticola. Dopo l’inaul’amore per la natura sia comune in ogni paese gurazione del 9 maggio, l’esposizione resterĂ del mondo. Lo spazio è stato organizzato dalaperta al pubblico. Durante il vernissage, la curatrice Iaia Gagliani in quattro macroinoltre, sarĂ presentato il volume “Donne che aree: gli alberi, i ritratti di natura, i fiori e i amano i fioriâ€? di Andreas Honegger, che svepaesaggi, in una continua alternanza di colori la il segreto linguaggio dei fiori nell’arte figurae bianco e nero. tiva dal XV secolo a oggi.

BETH MOON

Altra opportunitĂ interessante è quella di poter visitare, liberamente o attraverso percorsi didattici, le serre di Villa Lonati, parte dell’iniziativa comunale “Comunemente Verdeâ€?. Il nucleo originale di Villa Lonati risale al ‘400 e ricorda la struttura delle cascine lombarde, con una grande corte e, appunto, le serre, dove sono coltivate erbe officinali, agrumi e pelargoni odorosi, ma anche piante succulente, acquatiche, igrofile e palustri. In occasione di Orticola, sono previsti anche un “Orto didatticoâ€? e un’iniziativa dell’Associazione per la Diffusione di Piante tra Amatori (A.D.I.P.A), che sabato 12 maggio organizzerĂ in loco una mostra-scambio di piante e semi, oltre a dispensare preziosi consigli sulla loro cura e coltivazione.

gli INDIRIZZI del fuori orticola Villa Reale GAM Galleria d’Arte Moderna di Milano Via Palestro 16 (martedĂŹ-domenica; 9-13/14-17.30) Museo Bagatti Valsecchi Via GesĂš, 5 (martedĂŹ-domenica; 13-17.45) Biblioteca della Moda Via Alessandria, 8 (lunedĂŹ-venerdĂŹ; 10-19) Palazzo Reale “Un Giardino da Esplorareâ€? (solo su prenotazione: info@orticola.org) Serre di Villa Lonati - Via Zubiani , 1 (11, 12, 13 maggio; 9.30-19) Conferenza @Villa Reale-GAM Via Palestro, 16 (9 maggio; ore 9) In questa pagina: uno scatto di Beth Moon, Hearth of the dragon, che sarĂ esposto alla mostra SMALLGarden

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Milano INSIDE-OUT

Intervista doppia:

Un luogo comune da sfatare su Milano. FP: Milano ha angoli e momenti di grande bellezza, anche se non sono delle “cartoline”. PP: Sappiate che il sole splende anche a Milano!

Stessa generazione, stessa passione, stessa professione, stessa città.

Qual è il personaggio più milanese di tutti? FP: Alessandro Manzoni. PP: Mio nonno Luigi, che ormai non c’è più. E la pianta più “milanese”? FP: Il platano certamente, ma a me fa più “casa’” il bagolaro, detto anche spaccasassi, per la sua capacità di devastare tutto con le proprie radici, da Foro Bonaparte a via Vincenzo Monti…. PP: Associo alle mie passeggiate due piante bellissime e dalle fioriture incredibili: le magnolie fiorite che accendono i giardini privati e gli ippocastani dai fiori bianchi o rosa, così eleganti nei parchi della città. Non sono piante originarie della Lombardia, ma fanno ormai parte del paesaggio cittadino.

Quanto si sente milanese da 1 a 10? FP: Io sono milanese da generazioni, ma poiché sono nato d’estate, al mare, mi sento anche un po’ ligure... PP: 10 e lode! Sono nata e cresciuta a Milano e tutta la mia famiglia è qui. Ci tratteggi la caricatura del milanese tipico. FP: Ci sono due tipologie: quelli che sono milanesi di famiglia e quelli che lo sono d’adozione. Molto chiusi gli uni, molto aperti gli altri. In entrambi i casi si tratta di un difetto e di una virtù al tempo stesso. E si compensano tra loro. PP: Sempre di corsa, come me! E la caricatura di chi fa la sua professione?. FP: Alcuni anni fa per, distinguersi, bisognava assolutamente usare la parola “paesaggista”, mentre oggi va anche bene “giardiniere”... Fortunatamente per fare bene questo mestiere, che comunque è molto antico, ci vuole tanto tempo. E le mode passano veloci... PP: A volte gli architetti tendono a prendersi troppo sul serio... Milano è sempre stata accusata di essere poco “verde”: i suoi consigli all’Amministrazione Comunale? FP: Puntare sulla manutenzione, affidandosi anche a forme di associazionismo serie e preparate. È meglio curare con attenzione ciò che già c’è, sia per valorizzare il patrimonio esistente che per avvicinare davvero i cittadini al “proprio” verde. PP: Osservare, ascoltare e stare più a contatto con la natura: è il mio motto!

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Filippo Pizzoni Milanese da generazioni, ma anche un po’ ligure, visto che è nato d’estate, al mare, Filippo Pizzoni è un architetto, paesaggista e storico del giardino. Laureato al Politecnico di Milano, si è specializzato in Garden Design alla Inchbald School of Design di Londra, e in Conservazione di Parchi e Giardini Storici presso l’Institute of Advanced Architectural Studies dell’Università di New York. Si occupa di progettazione, restauro e conservazione di parchi e giardini storici, sia per privati che per istituzioni pubbliche. Alla passione per la progettazione unisce l’interesse per la comunicazione e la divulgazione della cultura del giardino, attraverso l’insegnamento, le conferenze e la collaborazione con diverse riviste di settore. Ha fondato aMAZING_sTUDIO nel 2000, conseguendo numerosi riconoscimenti . www.amazingstudio.it

Qual è l’evento milanese che aspetta con più trepidazione? FP: Dopo Orticola? Il Salone del Mobile, quando le strade di Milano diventano allegre e movimentate, ma finalmente senza fretta. PP: Apprezzo molto tutte le manifestazioni che stimolano la curiosità delle persone e le spingono a uscire... Ci dica un simbolo di Milano nel mondo. FP: L’eleganza di persone e cose. LP: Il talento e la creatività sono il simbolo più bello della città. Un luogo da visitare che non esiste sulle guide turistiche? FP: Non conosco le guide turistiche della mia città, ma secondo me va visitata camminando senza meta, per le vie del centro, di notte. Rende molto di più di altre città, bellissime anche di giorno. PP: Il giardino di casa mia! Ci può svelare il suo angolo segreto? FP: Cerco il silenzio: il piccolo giardino di via Vigoni. PP: Più che un angolo, è un quartiere intero: mi piace sempre di più Porta Venezia, dove ho preso casa e dove ho stabilito il mio studio. È assolutamente confortevole


Milano INSIDE-OUT

gli architetti del paesaggio

e a misura d’uomo, con tanti piccoli negozi tra gli edifici Liberty, molti artigiani, artisti e persone di ogni tipo...

Entrambi sono milanesi da generazioni, ma lui si sente anche un po’ ligure, mentre lei…

Esiste un “giardino segreto”? FP: Ne esistono diversi, oltre a quello di via Vigoni: si tratta piccoli spazi verdi di quartiere, il più centrale dei quali è il Giardino Perego, in via dei Giardini. PP: L’Orto Botanico di Brera: sono sempre incantata dalla ricchezza e dalla varietà di specie di questo giardino stretto tra i palazzi e l’Osservatorio astronomico. La passeggiata della domenica mattina: lei dove la fa? FP: A seconda: o a Sant’Eustorgio e al parco della Vetra o al Castello e al parco Sempione. PP: Mi piace molto passeggiare in esplorazione di strade che non conosco e lo faccio tutti i giorni. Qual è il luogo più poetico per fare l’amore a Milano? FP: Uno dei tanti cortili antichi e silenziosi. PP: Se c’è l’amore, ogni posto è perfetto! E il luogo migliore per sfogliare “The Lifestyle Journal”? FP: Uno qualsiasi dei chioschi, il parco Sempione o i Giardini Pubblici, in una mattina di sole... PP: Consiglierei una sosta lettura alla Cascina Cuccagna! La prima cosa che farebbe se fosse eletto sindaco? FP: È un lavoro troppo difficile. Resta, però, il mio consiglio: un verde più curato “migliora” i cittadini e attira più turisti. PP: Bandirei dei concorsi per la riqualificazione degli spazi pubblici, in centro come in periferia. Se le dico “Milano da bere”, cosa le viene in mente? FP: Tempi passati. PP: Una pubblicità eccezionale, ormai nella memoria collettiva. Ma bellezza e piacere dobbiamo costruirli nel mondo reale. Bicicletta o tram? FP: Entrambi, l’importante è non produrre altri

decibel inutili... PP: Sono decisamente una fan delle due ruote. Panettone o pandoro? FP: Sono milanese: panettone, tutto l’anno. PP: Panettone.

Patrizia Pozzi Milanesissima, Patrizia Pozzi è una paesaggista laureata in Architettura al Politecnico di Milano. All’inizio della sua carriera ha collaborato con Italia Nostra e il FAI. Vincitrice di numerosi concorsi per la progettazione di aree verdi pubbliche e la riqualificazione di parchi, fonda nel 1991 il Patrizia Pozzi Landscape Design, importante studio di Architettura del Paesaggio che interviene su scala urbana e territoriale. È, inoltre, docente nei master di alta formazione del Poli.Design di Milano. Pubblicate su libri e riviste italiane e straniere, le sue realizzazioni sono state selezionate ed esposte alle ultime tre edizioni della Biennale Europea del Paesaggio di Barcellona. Patrizia è ora in libreria con il volume “Contemporary Landscape” (Skira Edizioni), curato da Luca Molinari.

www.patriziapozzi.it

Milan o Inter? FP: Entrambe, l’importante è essere più sportivi che tifosi! PP: Milan! Birreria artigianale o happy hour? FP: La prima in due, il secondo con gli amici. PP: In verità preferisco invitare gli amici per cena, a casa mia o in giardino. Opera alla Scala o concerto a San Siro? FP: Un vero milanese è andato almeno una volta in entrambi i luoghi. PP: Mio marito è un grande appassionato di musica classica: è lui che mi porta alla Scala. Ci dica un’espressione in dialetto. FP: «Ofelee, fa’ el to mestee!». PP: Quando annuncio che sono «sciopata» vuol dire che sono arrivata al (mio) limite: i disturbatori sono avvisati! Il ricordo milanese più bello? FP: Ogni anno a maggio, quando il tempo la sera è così bello che non vuoi più tornare a casa... PP: La mia infanzia e gli amici di lunga data, come Gabriella Dompè, conosciuta tra i banchi di scuola.

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Take away


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Giardini di quartiere e grandi parchi urbani a cura di Orticola di Lombardia

Parchi di cintura e piccoli giardini di quartiere. Sì, perché se è vero che Milano non è una città verde, è altrettanto vero che non è nemmeno così povera di parchi. Basta andare a visitare il sito del Comune (www.comune.milano.it) alla voce “Parchi e Giardini”, per vedere una lunga lista di parchi grandi e piccoli, ma tutti attrezzati e con elementi vegetali di pregio. Dalla stessa pagina è possibile anche scaricare la guida “50+PARCHI E GIARDINI”, ovvero un vademecum completo a tutte le aree verdi della città, zona per zona. Ci sono di sicuro i giardini del centro più noti, che sono al tempo stesso quelli storici, come il Giardino della Guastalla su via Francesco Sforza, realizzato come un giardino all’italiana nel Cinquecento e impreziosito in epoca barocca dalla grande peschiera mistilinea, oppure il Giardino Perego in via dei Giardini, ovvero ciò che rimane del più ampio giardino dei Perego, realizzato in stile naturalistico alla fine del Settecento. Al di là di questi spazi verdi noti, però, si possono scoprire luoghi più piccoli e sconosciuti o anche grandi aree verdi in zone meno frequentate della città. Dal recente Parco Archeologico dell’Anfiteatro Romano, realizzato nel 2002 con ingresso su via De Amicis 17, al Parco Vittorio Formentano, meglio noto come Parco Largo Marinai d’Italia, progettato da Luigi Caccia Dominioni nel 1969 a ricordo del medico fondatore dell’AVIS. Uno spazio di oltre 72.000 metri quadrati che sorge dove erano sorti un tempo prima un fortino austriaco e poi il mercato ortofrutticolo di Milano, di cui resta l’edificio centrale (1908) oggi conosciuto con il nome di Palazzina Liberty. Tra i tanti grandi parchi di Milano, va ricordato infine il Boscoincittà che, con i suoi 1.100.000 metri quadrati (pari a 110 ettari), è il terzo per estensione. Voluto da Italia Nostra nel 1974, costituisce il primo esempio di forestazione urbana nel nostro paese. Boschi, corsi d’acqua, sentieri, radure e moltissimi orti urbani: una vera e propria oasi di natura alle porte della città, con accesso da via Novara.

In questa pagina, dall’alto in senso orario: il Boscoincittà; il Giardino Archeologico dell’Anfiteatro Romano; il Giardino della Guastalla; la Palazzina Liberty del Parco Largo Marinai d’Italia

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Giardini “oltre il portone” a cura di Filippo Pizzoni

La Vecchia Milano - si sa - è una città un po’ racchiusa in se stessa, tra le vie più strette del centro e gli antichi cortili. Spesso, però, proprio questi cortili si aprono poi su giardini altrettanto antichi ma ancora più inaspettati. Oppure sono piccole oasi di verde già di per sé, come i tanti chiostri della Ca’ Granda, l’antico ospedale, oggi sede dell’Università Statale di Milano, in via Festa del Perdono. In centro sono tanti gli spazi verdi chiusi tra mura: tutti luoghi che i Milanesi hanno imparato a conoscere anche grazie ai numerosi eventi che durante il Salone del Mobile occupano aree sempre più segrete o cariche di un fascino un po’ speciale. Basti pensare all’Orto Botanico all’Accademia di Brera (lun-ven 9-12/15-17; sab 10-17) che poco conserva dell’istituzione scientifica ma, in quanto vera e propria oasi verde, regala quelle atmosfere dei vecchi giardini di città circondati dai tanti palazzi, antichi e moderni, che alla fine ne sono i primi, quotidiani, reali beneficiari. La visita qui è d’obbligo, alla ricerca di sensazioni e profumi spesso pungenti come quello dell’aglio orsino, che infesta in modo così caratteristico il Parco della Villa Reale di Monza, grandissimo giardino realizzato più o meno negli stessi anni dell’Orto. Alla dominazione austriaca, difatti, Milano deve molti dei suoi spazi verdi più belli: basti pensare al giardino della Villa Reale di via Palestro, disegnato insieme all’edificio da Leopoldo Pollack tra il 1790 e il 1793, che rappresenta tuttora un capolavoro paesaggistico tra i boschetti, il laghetto, l’isolotto con il Tempietto d’Amore e tanti altri monumenti e rovine. È, tra l’altro, il giardino ufficiale dei bimbi milanesi, poiché l’ingresso è riservato solo a loro e agli adulti che li accompagnano, ma per poterlo visitare si può approfittare delle visite guidate che Orticola di Lombardia organizza in occasione della Mostra-mercato ai Giardini Pubblici (dal 9 al 13 maggio, prenotazione fino a esaurimento posti: info@orticola.org). Un altro luogo in cui si sperimenta la sensazione di oltrepassare la soglia del tempo e le dimesioni a noi “note” è il chiostro di Santa Maria delle Grazie in corso Magenta, dove il silenzio è assoluto e fantastico, proprio perché rotto solo dal chioccolio dell’acqua della Fontana delle ranocchie... Infine, per vivere l’emozione di un giardino nascosto nel cuore di Milano all’ombra e al fresco di antiche fronde, ma senza rinunciare alla modernità e al comfort di comode sedute e ottimi drink, l’ultima meta è il giardino dell’Hotel Bulgari, a un passo da via Manzoni.

In questa pagina, dall’alto in senso orario: la Villa Reale di Monza; il cortile della Ca’ Granda; l’Orto Botanico dell’Accademia di Brera

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A spasso in cerca d’Alberi Monumentali a cura di Orticola di Lombardia

Andare a caccia di alberi monumentali o rari: un itinerario forse un po’ bizzarro, ma che può certamente riservare molte sorprese, visto che non ci troviamo in campagna o al lago… Poi - si sa cercando qualcosa, spesso, si trova dell’altro... Tra gli esemplari più importanti sono certamente da ricordare le due magnolie da fiore alle spalle del Duomo: piante non tanto grandi, spoglianti, che hanno il loro momento di gloria a primavera (spesso durante l’equinozio), quando i rami si coprono di fiori, prima dell’avvento delle foglie. È perciò bene tener d’occhio il calendario, poiché lo spettacolo è indimenticabile. Un’altra pianta alla quale i Milanesi sono affezionati è la grandissima quercia rossa di piazza XXIV Maggio: solo andandovi sotto ci si rende conto dell’ampiezza della sua chioma… E di quanto possano essere belli i pochi fortunati alberi che non vengono potati brutalmente! Al di sotto, poi, si può scoprire un commovente cippo che fu dedicato “Ai caduti per la patria del rione Ticinese-Lodovica” della Grande Guerra dalla Società Alpina milanese. Naturalmente nei parchi del centro si trovano molti alberi monumentali come ai Giardini Pubblici “Indro Montanelli” di Palestro, dove si possono trovare platani ultracentenari vicino a Palazzo Dugnani, ma anche il più anziano noce del Caucaso di Milano, e al Parco Sempione, di cui sono noti l’olmo di fronte alla statua di Napoleone III e il grande ippocastano vicino al “Ponte delle Sirenette”. Ma i più antichi di tutti sono i due esemplari di Ginkgo biloba dell’Orto Botanico di Brera, che furono piantati nel 1775. Meno noti sono il grande faggio di via Caradosso, all’angolo con corso Magenta, oppure la paulonia solitaria più vecchia della città, nei giardini attorno al Castello Sforzesco, in corrispondenza di via Lanza: un’anziana signora da andare a trovare in aprile quando, si ricopre interamente dei suoi grandi fiori violetti. La lista, però, sembrerebbe non finire mai: ci sono il bellissimo Albero dei tulipani di via Vigoni, il cedro deodara e il faggio rosso di via Ippocrate, il maestoso ippocastano del Parco di Villa Finzi o, ancora, i platani di Affori, ben 11 nello storico parco di Villa Litta, e quello solitario, davvero monumentale, all’incrocio tra via Astesani e viale Affori, tutti d’epoca napoleonica.

In questa pagina, dall’alto in senso orario: il grande faggio di via Caradosso; il Ginkgo biloba dell’Orto Botanico di Brera; magnolia in fiore alle spalle del Duomo; il più anziano noce del Caucaso di Milano ai Giardini Pubblici “Indro Montanelli“.

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Il colore preferito dalla città contemporanea di Alberto Buogo

© atelierdoodle.com

per entrare prepotentemente nel mercato di massa. A costo di qualche uso inflazionato di etichette e certificazioni “green”, il consumatore di oggi rigetta ciò che non è verde, quindi ecocompatibile, a favore del prodotto sostenibile. Niente di male, anzi. Se l’acquisto di una piantina sarà dovuto semplicemente al fenomeno di emulazione che intorpidisce la mente del consumatore, la meraviglia di vederla fiorire sul proprio balcone di città, semplicemente grazie all’acqua e al sole, potrà fargli aprire gli occhi.

Alberto Buogo Si laurea presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia con una tesi su artificio e natura, approfondendo poi le tematiche legate alla sostenibilità energetica e ambientale presso la facoltà di ingegneria del Politecnico di Milano. Lavora come project manager presso Greenville|KW, società di ingegneria di Milano che offre supporto agli studi di progettazione e agli operatori del mercato immobiliare, per la progettazione e la realizzazione di soluzioni tecnologiche per l’abitare sostenibile. abuogo@greenville.it; www.greenville.it

© Iwan Baan

Per alcuni scettici si tratta di moda, ma per la maggior parte di noi sta diventando una rinnovata coscienza del vivere. Oggi il verde è il colore dominante delle città, se non ancora allo stato di fatto, per lo meno nelle intenzioni di chi le progetta e le abita. Se fino a ieri le funzioni assegnate al verde nell’attività urbanistica italiana rimanevano quelle prescritte come standard urbanistici, oggi l’elemento vegetale è assunto a pieno titolo come strumento di progettazione. Oltre alla funzione ornamentale e a quella igienica legata alla salubrità dell’aria e riconosciuta sin dalla fine del ’800, gli attuali progettisti riconoscono al verde una valenza tecnica, connessa al risparmio energetico e al comfort degli ambienti antropizzati (interni ed esterni), tramite la regolazione del clima in modo passivo, cioè senza l’ausilio di impianti energivori. Nel contesto urbano, quindi, il verde scopre nuove ragioni e nuove forme di esistere che ne moltiplicano le possibilità di applicazione: gli spazi pubblici progettati per la città contemporanea trattano la natura in modo che costituisca una nuova risorsa capace di mitigare gli attuali squilibri ambientali e sociali. Zone periferiche e vuoti urbani diventano corridoi ambientali che offrono ai cittadini biodiversità dimenticate, opportunità di contemplazione e associazione e addirittura risorse alimentari e di impiego professionale, come negli obiettivi del progetto per l’Expo 2015 di Milano. Un grande contributo lo sta dando la tecnologia, che permette di portare il verde in città senza richiedere nuovi terreni, ma facendo del cemento un fertile humus. Esempio concreto di questa affermata tendenza è la torre residenziale di Stefano Boeri (o Bosco Verticale) che, sotto gli occhi dei Milanesi, sta “crescendo” nel quartiere Isola, al centro di un’operazione urbanistica tale da cambiare il volto e il modo di vivere della città nel prossimo futuro. Grazie a sistemi sempre più tecnologici e a bassa manutenzione, gli edifici prendono vita, moltiplicando tetti e pareti verdi, piccoli orti e giardini pensili, capaci non solo di destarci dall’abitudine del grigio, ma anche di rendere le nostre città meno rumorose e di mitigare le calure estive, riducendo il tipico effetto di surriscaldamento noto come “isola di calore”. La parola “green”, quindi, supera i valori cromatici della vegetazione e diventa il presupposto culturale per le scelte dell’uomo contemporaneo, che si trova costretto a ripensare i propri modelli di sviluppo, limitandone gli effetti collaterali sull’ambiente e su se stesso, per uno stato di necessità e non più per ideologia. Prova definitiva di questo riconoscimento è il fatto che il verde è uscito dal dibattito ambientalista

Le immagini del Bosco Verticale sono state tratte dal sito: www.stefanoboeriarchitetti.net Nel cerchio: un progetto di Expo 2015

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Eat & Drink: mangiare in dehors in centro...

Osteria dei Binari Ristorante storico, si trova proprio a due passi dai binari della Stazione di Porta Genova. D’inverno è piacevole per il suo camino e gli arredi originali del primo Novecento, mentre d’estate è molto frequentato per l’ampio pergolato di cui dispone. La cucina è quella tipica lombarda: dalla ottima cotoletta alla milanese ai risotti e, su tutti, a quello allo zafferano con l’ossobuco. Ci sono anche piatti più “quotidiani” come la focaccia di stracchino, l’insalata di gamberi e cannellini o i paccheri con crostacei. Via Tortona, 1 - +39.02.8940675

Da Berti Aperto nel 1866 e oggi Locale Storico d’Italia, Berti è guidato da oltre trent’anni da Enrica Colombi e dal figlio Gigi Rota. Vagamente austero nella stagione invernale, cambia volto in estate, quando apre il suo magnifico giardino: un’oasi di pace poco lontano dalla Stazione Centrale, dove non a caso amavano sostare anche Treccani e Veronesi. Ma ancora oggi Da Berti è frequentato da personaggi della politica e dell’imprenditoria: tutti seduti di fronte alla più classica cotoletta alla milanese “col manico” o a una costata grigliata sul grande barbecue sotto gli alberi secolari.

Hostaria Borromei Un cortile segreto in un palazzo della Vecchia Milano, in una delle zone più suggestive del centro, tra corso Magenta e piazza Borromeo. Un ristorante “vecchia maniera”, di grande charme, informale ma elegante, con un buon servizio e un menu piuttosto tradizionale, con influenze mantovane. Durante la bella stagione si prediligono piatti di pesce: tartare di tonno, cocktail di gamberetti, caramelle di ricciola, linguine al branzino, trancio di spada al salmoriglio. Via Borromei, 4 - +39.0286453760

Via Algarotti, 20 - +39.02.6694627 - www.daberti.it

Ottimomassimo Quest’anno Ottimomassimo sarà partner di Orticola, con uno stand eco-sostenibile e una lounge “green” all’ingresso del PAC, dove i visitatori potranno scegliere tra panini gourmet, insalate, dolci, gelati o menu completi per il pranzo, studiati ad hoc per la manifestazione e preparati con ingredienti di prima qualità. Il tutto confezionato in pratici box... naturalmente riciclabili! www.ottimomassimogourmet.it

La Brisa In una tranquilla strada dietro corso Magenta (via Brisa, appunto), questo ristorante sorprende per la sua entrata molto semplice. Subito dopo, segue uno stretto corridoio che fiancheggia la cucina e sbuca nella sala, che a sinistra si allunga nella bella veranda lambita da un giardino silenzioso e piacevole. Il luogo è signorile e molto ben frequentato; la cucina creativa con i piatti originali ma equilibrati dello chef Antonio Facciolo, che propone anche qualche rivisitazione in chiave “catalana”. Via Brisa, 15 - +39.02.86450521

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o immersi nel verde, a due passi da lì di Giovanna Caprioglio

Al Garghet Immerso nella campagna, ma a pochi chilometri dal centro di Milano, il Garghet è un ristorante tradizionale, molto accogliente e di grande atmosfera, sia d’inverno, con le sue sale calde e le classiche tovaglie a scacchi, sia d’estate, grazie al fantastico giardino estivo reso ancora più romantico dalle note del pianoforte che accompagna la cena nei fine settimana. La cucina è lombarda e, durante il periodo estivo, i prodotti provengono direttamente dall’orto “di casa”. La cotoletta qui ha davvero le dimensioni di un orecchio di elefante...

Via Selvanesco, 36 (ingresso da via dei Missaglia ) - +39.02.534698 - www.algarghet.it

Le Petit Jardin Chiuso il Plastic, Lucio Nisi si è dedicato completamente alla ristorazione con il suo Le Petit Jardin, in zona Ripamonti. Il giardino del locale, in realtà, non è affatto piccolo. Lo stile è tradizionale, sul rustico-elegante, negli arredi interni, mentre nel dehors si presenta più contemporaneo, con divani in midollino e cuscini bianchi. Aperta sia a pranzo che a cena, la cucina è quella tradizionale mediterranea, accompagnata da una cantina che propone ottime etichette per ogni piatto presentato. Interessanti gli appuntamenti musicali, con dj set e musica live. Perfetto per piacevoli serate estive con gli amici.

Erba Brusca L’erba brusca è un’erbetta spontanea e un po’ ribelle “adottata” dall’orto di questo ristorante, che propone una cucina semplice, fatta di prodotti coltivati in loco o comunque sempre biologici e a “km zero”, i quali, grazie alla maestria della chef Alice Delcourt, diventano piatti davvero unici. Anche l’ambiente è lineare ma accogliente, con una veranda che guarda proprio sull’orto. La domenica il ristorante offre un bel brunch con servizio di baby sitting e persino biciclette per pedalate alla scoperta del Naviglio Pavese. Alzaia Naviglio Pavese, 286 +39.02.87380711 - www.erbabrusca.it

Via Ripamonti, 298 - +39.02.57303526 - www.lepetitjardinmilano.com

I Valtellina Da 25 anni la Famiglia Manfredi propone piatti della tradizione valtellinese in un ambiente caldo e accogliente: una vera e propria casa di campagna a Milano, che d’estate apre una spaziosa veranda e un meraviglioso giardino, fatto da un grande pergolato e piccoli angoli segreti. Se la cucina vi sembra poco indicata per il periodo estivo, potete sempre scegliere piatti più leggeri come lo zigoiner (carne di manzo avvolta su un lungo spiedo di legno) o il risotto mirtilli e funghi.

Via Taverna, 34 - +39.02.7561139 - www.ivaltellina.it

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Shopping: dai negozi “green”...

Mens@Sana Mens@Sana nasce nel 2003 da un’idea di Anna Lamacchia e Rodolfo Condoluci, che aprono una gastronomia in piazza Martelli, per offrire una cucina rispettosa di metodi semplici e naturali. Alla base del progetto c’è un’attenzione maniacale per le materie prime, i processi di trasformazione e il confezionamento, il tutto rivisitato alla luce della cucina bio-vegana e salutista, con particolare attenzione alle intolleranze alimentari. Negli anni Mens@Sana ha aperto altri punti vendita e si è attrezzata per consegne e piccoli catering. Da provare la barretta In-forma, vegana senza conservanti, dolcificanti, coloranti o prodotti animali, venduta anche online. Piazza Franco Martelli, 3; Via Crema, 12 (altre sedi online) - +39.02. 66111096 - www.mensasana.it

Mamma Angelina Mamma Angelina è un negozio sia “fisico” che online, voluto e creato da Patrizia di Marco cinque anni fa. Propone prodotti innovativi, sicuri, pratici ed ecologici per la prima infanzia, distribuendo e promuovendo piccole aziende, spesso a conduzione familiare, che realizzano prodotti utili, accattivanti, a prezzi accessibili e, soprattutto, certificati per la sicurezza e la qualità. Da Mamma Angelina si può trovare abbigliamento in cotone biologico, pannolini lavabili di tante marche e modelli, porta-bimbi di vario genere (fasce, Mei Tai), sacchi nanna in differenti tessuti, pappe, detersivi biologici, idee regalo e tanta altro ancora.

Via Nino Oxilia, 19/A - +39.02.28381742 - www.mammaangelina.it

Centro Botanico Una società di ricerca fondata da Angelo Naj Oleari nel 1975, con lo scopo di far conoscere le piante e i prodotti che si possono ricavare dalla natura. Oggi il Centro Botanico ha tre negozi a Milano, dove vende prodotti biologici e biodinamici, dal cibo alle creme ai rimedi naturali, passando per arredamento, giardinaggio e giocattoli. Ma ci sono anche un bar-ristorante, una sala dedicata ai libri e, nel negozio di via Cesare Correnti, spazi dedicati a eventi, mostre, concerti, reading di poesie e persino un angolo-farmacia con a disposizione un esperto di omeopatia e naturopatia. Da poco è anche possibile utilizzare il servizio delivery di Myfood per un pranzo a base di cereali integrali, verdure di stagione, proteine vegetali e frutta. Tutto “naturalmente” biologico.

Piazza San Marco, 1 - +39.02.29013254; Via C. Correnti, 10 - +39.02.72023525; Via Vicenzo Monti, 32 +39.02.463807 www.centrobotanico.it

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Bio Nature La prima catena retail italiana del “green” nasce nel 2008 dall’incontro di esperienze imprenditoriali maturate in settori quali finanza, tecnologia e benessere della persona. L’originale mix di idee genera un progetto che ha l’obiettivo di portare un nuovo concetto di benessere personale a tutto tondo. Presso i centri Bio Nature, infatti, sono disponibili prodotti che spaziano dai cosmetici bio agli integratori alimentari, dalle tisane all’oggettistica, passando per il design delle rivoluzionarie MBT Shoes, le scarpe dalla suola ricurva atte a migliorare postura e tonicità muscolare. Il personale dei negozi è poi altamente formato per offrire consulenze personalizzate a 360 gradi.

Piazzale Luigi Cadorna, 4 - +39.02.87237300; Via Lazzaro Palazzi, 6 - +39.02.36526734; Via Vigevano, 43 - +39.02.87389449 www. bio-nature.it


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ai migliori vivai di Milano di Giovanna Caprioglio

Vivaio Riva Un angolo di pace e di verde nel cuore di Milano, a due passi da corso di Porta Ticinese. Nato alla fine degli anni Sessanta su iniziativa delle sorelle Riva, che tuttora lo gestiscono, conta più di 3.000 metri quadrati di terreno, dove sono coltivate e vendute piante di ogni tipologia e varietà. Al suo interno erano spesso ospitati laboratori per bimbi, presentazioni, servizi fotografici ed eventi di ogni genere; ora purtroppo tutte queste attività sono “congelate” per un contenzioso tra il Comune e la proprietà, per il quale si sono mobilitati anche molti cittadini “illustri”. Il vivaio resta comunque aperto per chi desideri un luogo che esce dal tempo e dallo spazio della frenetica Milano.

Vivaio Capo Verde

Via Arena, 7 - +39 02 58101141 - www.vivaioriva.it

Hobby Garden A pochi passi dai Navigli, un vero e proprio tempio del giardinaggio con piante e fiori, ma anche tanti arredi per il giardino e qualsiasi genere di oggettistica legata al settore, dai vasi alle candele profumate, dalle decorazioni per la casa agli arredi tessili, fino, ovviamente, a tutte le attrezzature per il “fai da te”. Una zona è poi interamente dedicata agli animali domestici, con cucce, gabbie e mangimi. Lo staff, molto preparato, è in grado di consigliare i clienti e supportare ogni genere di evento che richieda un allestimento floreale.

Viale Cassala, 15 - +39.0289400144 - www.hobbygardendeinavigli.it

Fiorista, vivaio, erboristeria, ristorante, bar, tutto all’interno di una serra vecchia di 80 anni e del suo cortile. Quest’ultimo si apre su una tettoia sotto la quale fanno bella mostra quasi ogni tipo di piante fiorite, vasi di terracotta di tutte le dimensioni e splendide piante da esterni; il vero negozio continua poi con le vetrine sulla strada, dove trovare le piante più rare e coloratissimi fiori recisi. Poi c’è l’erboristeria, che propone cosmetici naturali, rimedi a base di erbe, tisane e qualche alimento biologico ma, soprattutto, c’è la grande serra dove si trova il bar-ristorante, aperto tutto il giorno, dove si può mangiare a ogni ora, immersi tra le piante. Molto frequentato nell’orario dell’happy hour è “Happy Flower”, aperto tutti i giorni della settimana. Capoverde, infine, è perfetto anche come location per eventi. Via Leoncavallo, 16 +39.02.26820430 - www.capoverde.com

Fratelli Ingegnoli Dal 1815 la Fratelli Ingegnoli è un punto di riferimento a Milano (e non solo) per chi coltiva la passione per il verde. Una grandissima coltivazione e rivendita (anche online) di bulbi e sementi orticoli e una selezione pressoché infinita di piante e fiori, sia nello stabilimento di via Oreste Salomone 65 (zona Mecenate) che nel suggestivo “Giardino di viale Pasubio”. Con il servizio “Architettura Giardini”, inoltre, una squadra di tecnici risolve qualunque problema attinente al settore orto-floro-frutticolo, compresa la progettazione delle soluzioni di arredo di terrazzi e giardini più consone alle singole esigenze dei clienti. La Fratelli Ingegnoli, oltre a essere partner di Orticola (la famiglia Ingegnoli vanta alcuni soci sin dagli esordi dell’Associazione), è impegnata su molti progetti mirati a diffondere l’amore e la cultura del verde.

Viale Pasubio, 13/23 - +39.02.29015121 - www.ingegnoli.it

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e Tuttifiori di Silvia Del Vesco Dresses 01 Blumarine 02 Oscar de La Renta 03 Ashis 04 Moschino 05 Ashis 06 Etro 07 Dolce&Gabbana 08 Giambattista Valli 09 Primark 10 Cavalli 11 Givenchy 12 Moschino Cheap & Chic 13 Marni 14 Stella McCartney

More

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Shoes 15 Sergio Zambon 16 Vivienne Westwood per Melissa 17 Sergio Rossi 18 Blumarine 19 Charlotte Olympia 20 Jimmy Choo 21 Nicholas Kirkwood

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Beauty 22 Flower Bomb by Viktor & Rolf 23 Sabon NYC 24 Floral by Gucci 25 Rose by Paul Smith 26 Bebeco 27 Hippy Frizz by Moschino Cheap & Chic 28 Rose by Laura Biagiotti 29 Armani 30 Flower by Kenzo 31 Chat Kindstone 32 Iris Nobile by Acqua di Parma Bags 33 Fendi 34 Marc Jacobs 35 Stella McCartney 36 Sergio Rossi 37 ASOS 38 Balenciaga 39 Braccialini 40 Alexander McQueen 41 Blugirl 42 D&G 43 Blumarine 44 Lanvin 45 Christopher Kane

Man 46 Jimmy Choo 47 YUANME 48 Etro 49 Barneys New York 50 Vans 51 Drakes London 52 “Amaryllis Bloom” by Duchamp Jewels 53 Prada 54 Blumarine 55 Blugirl 56 Moschino Cheap & Chic 57 Kenneth Jay Lane 58 Marni 59 Andrés Gallardo 60 Bulgari Trousers 61 Diane von Fürstenberg 62 Camilla and Marc 63 Marani 64 Temperley London 65 Topshop 66 Altuzarra 67 H&M 68 Mary Katrantzou More 69 The “Miro” Floral Batik by Diane von Fürstenberg 70 Hybrid by Seletti 71 Atom Art Bowls 72 Hybrid by Seletti 73 Taitù by Emilio Bergamin 74 Rice 75 Linn-sui 76 Pier1 77 Gien Volupté 78 Gien by Herbier du Roy 79 Shelley Hesse

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moda

“Le ispirazioni floreali nella storia della moda” Una retrospettiva di Biblioteca della Moda per Orticola 2012 di Diana Barbetta

La retrospettiva verrà inaugurata il giorno 9 maggio all’interno della Biblioteca della Moda di via Alessandria 8 a Milano. In occasione dell’evento, sarà presentata una meravigliosa pubblicazione edita da Rizzoli:

“D

o n n e

c h e

a m a n o

i

f i o r i

di Andreas Honegger Un libro che svela il segreto linguaggio dei fiori nell’arte figurativa dal xv secolo a oggi.

Mercoledì 9 maggio ore 18.30 Biblioteca della Moda Via Alessandria, 8 - Milano in questa pagina, dall’alto: collage di immagini tratte dall’archivio della Biblioteca della Moda, grafica di Diego Spensiero; cover di “Donne che amano i fiori” di Andreas Honegger - Editore Rizzoli

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L’eccentricità, l’elegante distinzione, il sensuale accenno, la composta e razionale armonia: tutti aspetti di cui l’elemento floreale è portatore. Forme, colori e odori evocano archetipi, sensazioni, ricordi; ci parlano di popoli, di culture, di terre lontane… È forse questo il motivo per cui da sempre l’elemento naturale ha connotato lo stile ornamentale del genere femminile, divenendone l’assoluto tratto distintivo? Dietro il suo prorompente manifestarsi, si cela un segreto significato, custode di una grande verità che è quella della vita. L’affinità tra l’elemento floreale e quello femminile è così spiegata: è la vita che li unisce indissolubilmente. Va da sé che tutto ciò che è “femminile” non può manifestare indifferenza di fronte all’armoniosità del floreale, dall’accenno nell’elemento decorativo all’ornamento nel corpo, dalla presenza nella storia del costume a quella nelle arti figurative. Sintetizzato nel tratto dall’arte egizia, schematico e modulare in quella araba, geometrico e perfetto in Giappone, maestoso ed evocativo in Africa, sintetico e lineare nelle civiltà precolombiane: il Fiore è stato il particolare prediletto dalla rappresentazione figurativa, e ne è diventato, nel tempo, l’assoluto protagonista. Con un delicato accenno al floreale suggerito da immagini che hanno suggellato la storia dell’editoria di Moda, la retrospettiva curata da Biblioteca della Moda pone lo sguardo su un trentennio estremamente particolare: quello tra il 1950 e il 1980. Un periodo storico in cui si stabilisce grande sinergia tra l’Haute Couture francese, la grande Sartoria italiana e l’estro creativo di “illluminati” Editor. Nei primi decenni del secolo, l’elemento floreale è un elegante accenno femminile: abiti dal taglio essenziale e austero sono “smorzati” da estrosi e colorati fiori, gli unici suggeritori di una femminilità celata… La successiva era postbellica conduce gli sguardi di acuti imprenditori verso nuovi orizzonti; si fa strada una concezione realista, positiva, costruttiva. Si riscoprono il Colore, l’uso del pattern floreale tanto amato dall’Art Déco, la sinuosità della Forma, la Sensazione. Il decennio a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, invece, vedrà la convivenza di due stili contrapposti: da un lato sobrietà ed eleganza quali cifre stilistiche di grandi Maison, dall’altro novità e stravaganza quali tratti distintivi della nuova creatività emergente. Una dualità che, a ben guardare, non scomparirà mai dalla storia della Moda, dove linee spartane, sgargianti contaminazioni artistiche e rigore estetico continueranno meravigliosamente a coesistere.


moda

Cappelli in fiore

Come ogni anno, Orticola non è solo una meravigliosa mostra di fiori e piante nel centro di Milano, ma anche un’occasione mondana dove le signore sfoggiano mise di ispirazione floreale in cui i cappelli la fanno da padrone, con modelli di ogni foggia e decorazione. Le parole d’ordine? Estro e creatività. E per chi non si fosse organizzata in tempo, nessun problema: all’interno della manifestazione sono molti gli stand che propongono creazioni altrettanto originali.

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Bellezza naturale

L’Erborario Un marchio che rappresenta da oltre trent’anni una storia di successo, costruita con passione, etica e rigore scientifico. L’azienda ha sede a Lodi, in una meravigliosa proprietà, con un orto dove sono coltivate circa 15 specie di piante officinali e un importante laboratorio di Ricerca & Sviluppo. Novità di quest’anno è la linea “Acqua di more”: una gamma di prodotti fresca e delicata, che comprende il profumo, il bagnoschiuma e la crema corpo. Quest’ultima fornisce alla pelle tutti gli ingredienti necessari per reintegrare il film idrolipidico e svolgere un’azione sia antiossidante, grazie all’acido gallico e agli antocianosidi estratti dalle more, sia protettiva, grazie all’estratto di lampone e mirtillo nero. www.erbolario.com

Collistar I ricercatori Collistar da anni focalizzano i propri studi sulle cellule staminali vegetali, che rappresentano una vera iniezione di vitalità per la pelle, poiché, a differenza di quelle animali, continuano a riprodursi con la stessa forza negli anni. In particolare, le cellule di Syringa Vulgaris (la pianta del fiore di lillà) possiedono un concentrato di principi attivi dalla fortissima capacità rigenerante, in grado di agire su due fronti, salvaguardando l’integrità della matrice extra-cellulare e potenziando le capacità di autoriparazione della pelle. Quindi Collistar ha creato la linea “Antietà” con il principio attivo DermoCompact Complex®, appositamente studiato per un intensivo intervento rimodellante, e con microsfere di acido ialuronico che, gonfiandosi, assicurano un effetto filler immediato. www.collistar.it

Aveda Sin dalla sua fondazione nel 1978, Aveda opera in gran parte con ingredienti naturali e processi manifatturieri alternativi, allo scopo di creare prodotti di grande qualità a base di piante che rispettino la natura anche nel loro processo produttivo. Oggi gli stabilimenti Aveda si alimentano di sole energie alternative e impiegano ingredienti spesso provenienti dalle comunità rurali di quelle aree del mondo in cui vigono ancora metodi di coltivazione tradizionali. Persino il packaging è realizzato con materiali riciclati. Novità di quest’anno è la linea per la pelle Enbrightenment™, che contiene una miscela vivacizzante al 100% naturale, in grado di migliorare la luminosità della pelle del 34%, grazie al potere dell’acido salicilico e della glucosamina, e di ridurre l’opacizzazione e la comparsa di macchie del 52%.

www.aveda.it

A-Derma La storia di A-Derma si sviluppa grazie a una lunga esperienza dermatologica e a una profonda conoscenza del mondo vegetale. Sorto nei Laboratoires Pierre Fabre, il marchio basa la sua competenza sulle ricchezze di una specie rara di avena: l’Avena Rhealba®. Nel 2009, in particolare, sono state scoperte anche le incredibili proprietà della sua plantula, che ne aumenta le capacità lenitive ed emollienti, tanto da essere prescritta da dermatologi e pediatri per il trattamento delle pelli irritate e atopiche. A-Derma propone, tra le altre, la linea Exomega, studiata appunto per le pelli atopiche, poiché sfrutta appieno le proprietà della plantula dell’Avena Rhealba® e, attraverso principi attivi come la Flixerine®, aumenta la capacità ristrutturante della barriera cutanea. Una linea completa, dal latte all’olio detergente, dal bagno trattante allo shampoo e al balsamo emolliente.

www.aderma.com

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GRAFICA SILVIA DEL VESCO

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Automobili “eco” e motori verdi...

Citroën C-Zero Dopo due anni dal suo lancio, Citroën C-ZERO conferma il suo grande successo come city car innovativa e, soprattutto, ecologica con un primato nel mercato italiano di marca delle vetture “100% ecologiche”. Il suo nome è sinonimo di zero litri di carburante, zero emissioni inquinanti, zero emissioni di CO2 durante la guida, zero inquinamento acustico e 100% di alimentazione elettrica. Dimensioni ridotte, prestazioni eccezionali, autonomia sufficiente a coprire tutti i tragitti quotidiani, in un silenzio che fa dimenticare il rumore della città: C-ZERO è pensata per facilitare la mobilità urbana ed extraurbana. Dispone, inoltre, di un sistema di recupero dell’energia in decelerazione e in frenata, che permette di ricaricare le batterie agli ioni di litio. Inoltre, il 23 aprile scorso Citroën Italia ha presentato il progetto online “Citroën Créative Écologie”, finalizzato a sostenere le organizzazioni no-profit operanti nel settore della salvaguardia dell’ambiente. Gli utenti potranno votare quale organizzazione operante in Italia beneficerà della donazione messa in palio dalla casa francese: due Citroën C-ZERO e sei biciclette elettriche ripiegabili. Chiunque può candidare l’organizzazione preferita o sostenere una di quelle suggerite da altri utenti direttamente dalla fanpage www.facebook.com/citroenitalia, dal sito di Citroën Italia oppure dall’indirizo www.1clickdonation.com.

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Birò Ideale per muoversi con stile nel traffico urbano, è il più piccolo veicolo elettrico a quattro ruote presente sul mercato. Tecnicamente si tratta di uno scooter a quattro ruote completamente elettrico, con 4 kilowatt di potenza e una larghezza di soli 103 cm. Ciò significa che Birò può occupare comodamente il posto di uno scooter, ove consentito, mentre ci vogliono ben cinque Birò per riempire lo spazio di un normale posto auto. A differenza degli scooter, però, Birò è completamente coperto con tetto e vetro posteriore apribili di serie, più portiere optional per l’inverno facili da montare e smontare, portapacchi posteriore esterno con baule-trolley, vani portaoggetti, poggiatesta, braccioli su ambo i lati e persino l’autoradio opzionale. Raggiunge una velocità massima di 45 km/h (limite di legge) e con il boost attivato arriva da 0 a 45 km/h in 10,5 secondi, tirando una semplice levetta. Il boost può essere utilizzato nelle circostanze in cui sia necessaria una potenza maggiore, come salite impegnative o partenze al semaforo. Disponibile in una infinita gamma di colori, Birò è pensato per uomini e donne di tutte le età.

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Renault Twizy Twizy è la nuova arrivata in casa Renault. A metà strada tra una city car e uno scooter, si presenta come un quadriciclo al 100% elettrico. Dell’auto ha mantenuto le quattro ruote, il volante e l’abitacolo (anche se l’unica chiusura è rappresentata da due semi-portiere, non di serie); dello scooter la compattezza e la maneggevolezza. La Twizy ha un motore elettrico attualmente disponibile in due potenze: Twizy 45 eroga 9 cavalli e si può guidare a 14 anni con il patentino. L’altra versione, invece, arriva fino a 17 cavalli, e per questo esige o l’età minima di 16 anni e la patente A1 o i 18 anni compiuti e la patente B. Le velocità massime sono, rispettivamente, di 45 e 80 km/h, mentre per accelerare da 0 a 45 km/h si impiegano, rispettivamente, 9,9 e 6,1 secondi. La trasmissione è automatica e l’autonomia in condizioni normali è di circa 80 km. Twizy fa parte della gamma di veicoli Renault eco² che non si limitano a essere “ecologici” in sé, ma vengono fabbricati in stabilimenti che rispettano l’ambiente, impegnandosi alla riduzione del consumo di risorse idriche o energetiche, ma anche dell’inquinamento visivo e sonoro, delle acque reflue e delle emissioni nell’atmosfera.

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weekend fuori porta

Respirare il verde fuori città

Palazzo Arzaga n’antica dimora del XV secolo trasformata in un resort a 5 stelle, immerso in una tenuta di 144 ettari sulle colline del Lago di Garda, nei pressi di Desenzano. Ottantaquattro camere tra cui tre suite, due piscine e due importanti campi da golf, un 18 e un 9 buche, disegnati rispettivamente da Jack Nicklaus II e Gary Player. Novità di questa stagione è la SPA, completamente rinnovata. Cinque cabine trattamenti, una cabina podologica, una cabina Hair & Teenager SPA, una cabina per i rituali orientali e di coppia, una cabina make-up, una cabina per i rituali Hammam, tre saune (infrarossi, aromatizzata a bassa temperatura, finlandese), due bagni di vapore, una vasca idromassaggio, docce a varia temperatura, due piscine (una interna e una esterna) e aree relax che compongono i quattro “sentieri” di Arzaga (le Nuvole, la Campagna, la Fiamma e l’Acqua). Tutti i trattamenti sono personalizzati Clarins. Fiore all’occhiello è l’esclusiva Spa Suite, un “salotto” privato con idromassaggio, sauna, bagno di vapore e doccia emozionale, pensato per trattamenti in coppia, per festeggiare una ricorrenza o semplicemente condividere alcuni momenti nella più completa intimità.

Per informazioni e prenotazioni: Palazzo Arzaga - Via Arzaga, 1 - Calvagese della Riviera (BS) - +39.030.680600 reservation@palazzoarzaga.com - spa@palazzoarzaga.com - www.palazzoarzaga.com

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weekend fuori porta

Cavallino Bianco

Parco Giardino Sigurtà Con un’estensione di 600.000 metri quadrati sulle colline poco lontane da Peschiera del Garda, lambito dalle acque del Mincio da cui trae il suo sostentamento, questo parco secolare è aperto al pubblico dal 1978. Il Giardino di Villa Maffei, opera del Pellesina, allievo del Palladio, fu il quartiere generale di Napoleone III nel 1859. È oggi considerato tra i parchi più straordinari al mondo, poiché raccoglie moltissime qualità di piante e fiori, tra cui meravigliose rose, tulipani, iris, aster, più un labirinto, giardini acquatici e persino animali: asini, pecore, caprette, galline, tacchini e anatre, che vivono nell’antica fattoria, un’area ludico-didattica destinata ai bambini e alle famiglie. Il parco è visitabile dall’inizio della primavera a novembre; al suo interno le biciclette e le golf-car noleggiabili, oltre agli shuttle e al trenino, permettono di godere appieno di questa meraviglia naturale con il mezzo che più si preferisce. Per informazioni e prenotazioni: Parco Giardino Sigurtà - Via Cavour, 1 Valeggio sul Mincio (VR) - +39.045.6371033 www.parcosigurta.it

Castelvecchio di Verona Con il patrocinio del Comune di Verona e la collaborazione del Circolo Ufficiali, dal 18 al 27 maggio si svolgerà una mostra fotografica del tutto particolare: Cataldo Albano e Valerio Di Domenica ci porteranno alla scoperta del Circolo Ufficiali all’interno dello splendido Castelvecchio di Verona. 50 stampe ambientate nelle sale del Circolo raccontate dalle ballerine della compagnia di flamenco Syncronia, che sabato 19 eseguiranno anche una live performance.

Ovvero il lusso a forma di bambino. Il Cavallino Bianco di Ortisei, infatti, è un albergo dove tutto è declinato a misura di bambino, dal bebè all’adolescente. La vacanza ideale sia per i figli che per i genitori, che potranno finalmente godere di momenti di relax e divertimento. Il preparatissimo staff è in grado di seguire persino i neonati e ogni dettaglio è studiato per tutta la famiglia. Dalle suite con camerette separate per i bambini alla cucina che mette a disposizione omogeneizzati, pappe “bio” e latte per qualsiasi tipo di intolleranza, fino alle piscine dedicate e ai trattamenti nella SPA studiati proprio per i più piccoli, come il massaggio ayurvedico anche per neonati. Per gli adulti, invece, la SPA offre 2.500 mq tra saune, piscine con idromassaggi e piscine per i più piccoli, oltre a una piscina esterna (a 35°C) accessibile tutto l’anno. Non manca naturalmente un centro benessere all’avanguardia: il Theresia’s Beauty & Spa offre numerosi tipi di trattamenti, con un’attenzione particolare per mamme e bambini. Vero fiore all’occhiello della struttura, però, è l’incredibile area giochi Lino Land, con mini arena sportiva, isola dei pirati, grande Lego-cantiere, una casetta di Heidi con cucinino e falegnameria, un laboratorio per le arti creative e una grande casa delle bambole. Senza dimenticare la zona Play-Station, il ping-pong, il mini-biliardo e, non ultimo, il ristorante per bambini con bevande e gelati gratuiti durante tutto il giorno. Nel giardino esterno c’è anche un piccolo recinto con conigli e caprette e persino un reparto “bebè”. Non va dimenticato infine, un importante dettaglio: l’hotel è interamente per non-fumatori. Per informazioni e prenotazioni: Cavallino Bianco Family Spa Grand Hotel **** Sup. Via Rezia, 22, - Ortisei - Val Gardena - +39.0471.783333 info@cavallino-bianco.com - www.cavallino-bianco.com

Circolo Ufficiali dell’Esercito di Verona Corso Castelvecchio, 4 - Verona +39.045.8002868 www.circolo-ufficiali-in-castelvecchio.it

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sul lettino

La psiche in natura... del dott. Roberto Bonanomi

Perché la Viaggio nella natura memoria... ci fa sentire del futuro. “meglio”? Per organizzare Perché, appena meglio possibile, il tempo, vivere felici evadiamo dalla e sognare città per di trovare più! ambienti più “naturali”?

grafica Silvia Del Vesco

È un dato confermato da molte ricerche che gli ambienti naturali, con la presenza di vegetazione e acqua, sono universalmente preferiti a quelli urbani. Un’im portante funzione del paesaggio naturale e del verde è quella di aiutare l’individuo a recuperare il suo benessere psicologico minacciato dagli stress urbani (rumore, traffico, inquinamento) e sociali (condizioni di lavoro, conflitti interpersonali, situazioni problematiche). Verde e paesaggi naturali costituiscono una fonte di “restorativeness” a tal punto da avere un’influenza diretta, misurabile e significativa non solo sul tono dell’umore, ma anche sulle capacità attentive e mnestiche e, addirittura, sulla accresciuta efficacia del recupero da patologie fisiche e la minor necessità di ricorso a terapie farmacologiche. Vi sono ricerche che dimostrano, per esempio, l’efficacia terapeutica del decorso post-operatorio in camere con viste naturali rispetto a camere con viste su paesaggi urbani. In uno di questi studi, i pazienti operati di colecistectomia e ospitati in camere con vista sul verde tendevano ad avere meno complicazioni postoperatorie, chiedevano meno antidolorifici e avevano bisogno di un minor numero di giorni di degenza rispetto ai pazienti ospitati in camere con vista su un paesaggio urbano.

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sul lettino

Quale motivazione spinge al comportamento pro-ambientale? Possiamo fare, come sempre senza giudizio e senza censura, un piccolo test su noi stessi. Supponete di partecipare a un’escursione in montagna: lascereste mai i vostri rifiuti sul sentiero? No? E se uscendo la sera dal vostro luogo di lavoro, vi accorgeste di aver dimenticato accesa la luce del vostro ufficio, tornereste indietro a spegnerla? Sì? Il 90% delle persone intervistate affermano sinceramente che non lascerebbero rifiuti in giro e che tornerebbero indietro a spegnere la luce, anche se ciò comporta un piccolo sforzo. La motivazione riportata è che in entrambi i casi si tratta di evitare situazioni “inquinanti” che possano produrre, direttamente o indirettamente, delle ripercussioni negative sulla collettività. Ora, proviamo a modificare un po’ lo scenario: come ci comporteremmo se, durante un’escursione in un parco naturale, trovassimo per terra bottiglie o lattine vuote lasciate da altri turisti? Come reagiremmo se, di sera, uscendo dal nostro luogo di lavoro, ci accorgessimo che è rimasta accesa la luce della sala riunioni del piano superiore? In altre parole, partendo dal fatto che non adotteremmo mai comportamenti che causano inquinamento e/o dispendi inutili di energia, saremmo disposti a intervenire attivamente, facendoci carico anche della fatica per eventuali mancanze altrui? Secondo una ricerca svolta in America, il 99% dei soggetti osservati passava vicino ai rifiuti buttati all’interno di un college senza raccoglierli, anche se aveva risposto precedentemente in modo positivo all’affermazione che è responsabilità collettiva raccogliere eventuali rifiuti abbandonati e anche se, soggettivamente, non avrebbe mai messo in atto alcun comportamento volto a danneggiare l’ambiente. Si noti che questa condizione è “irrazionale”, in quanto, come si dice in gergo, viola i principi dell’utilità attesa di Von Neumann. Infatti se consideriamo “sconveniente” (ovvero dannoso, causa di perdite per la collettività) il fatto che un rifiuto resti per terra sul nostro sentiero nel verde o che

una luce resti accesa nel nostro ufficio, allora la perdita è tale indipendentemente da chi l’ha causata. Questo potrebbe significare che molti dei comportamenti pro-ambientali sono agiti, in realtà, non rispetto a un calcolo di utilità personale o collettiva, ma con l’intento di evitare o mitigare un eventuale senso di colpa o disagio. Una misura talvolta usata per determinare il grado di coinvolgimento delle persone nei problemi ambientali è il cosiddetto Willingness To Pay (WTP), ovvero la disponibilità a sostenere dei costi (in termini di tempo ed economici) per contribuire a risolvere problemi ambientali. Come risulta da una ricerca svolta in Svezia nel 1998, la WTP è risultata correlata alle norme personali e al senso di imbarazzo all’idea di fare una cattiva impressione sugli altri e, sorprendentemente, non ha alcuna correlazione con il reddito delle persone. Quale educazione ambientale? Sono possibili e, soprattutto, efficaci forme di educazione volte a un corretto uso dell’ambiente? La questione è diventata un tema estremamente attuale, anche se la ricerca applicata in questo settore esiste da oltre un secolo. Nell’ultimo decennio, in particolare, l’educazione ambientale è risultata uno strumento piuttosto interessante, anticipatore di molte tecniche e metodologie per l’orientamento alla forma mentis scientifica. La legge italiana individua tra i saperi irrinunciabili della scuola primaria e secondaria di primo grado le conoscenze fondamentali relative all’educazione ambientale. Tuttavia, l’informazione fine a se stessa sembra non essere sufficiente a determinare in modo significativo un comportamento pro-ambientale. La maggior parte dei ricercatori, infatti, è moderatamente pessimista sull’utilità di campagne di educazione veicolate attraverso la mera l’informazione, anche perché diverse ricerche indicano che non c’è una correlazione particolarmente significativa tra la quantità di informazioni sui problemi ambientali e il cosiddetto comportamento “pro-ambientale”. Le informazioni, semmai, hanno l’effetto di rafforzare il convincimento di chi già adotta un comportamento pro-ambientale, un po’ quello che accade quando le campagne elettorali non hanno l’effetto di cambiare profondamente le nostre convinzioni ma, piuttosto, di rafforzare quelle in cui già crediamo.

Verso un altruismo intelligente Ai genitori, ma non solo, potrà essere capitato, a un certo punto della loro vita, di cominciare a pensare in modo nuovo: le scelte, le preoccupazioni, gli atteggiamenti comportamentali non sono più rivolti primariamente al sé e al proprio futuro quanto, piuttosto, al futuro dei propri figli. In tutto questo, anche i comportamenti pro-ambientali assumono una diversa valenza. Si tratta di un cambiamento profondo, soprattutto emozionale: da un’attenzione all’ambiente primariamente volta all’evitare emozioni negative a breve termine, quali possono essere un piccolo senso di colpa o una sensazione di vergogna o di imbarazzo, a una motivazione pro-ambientale verso la ricerca di un benessere a lungo termine e di un’emotività positiva per gli altri (i propri figli e la collettività). Ecco perché l’obiettivo prioritario delle più recenti campagne pro-ambiente si focalizza non solo sull’acquisizione di conoscenze ma anche sulla capacità di costruire un sapere in grado di far interagire il soggetto con il proprio contesto nell’ottica di un vantaggio collettivo futuro. Non è certo facile. Ma nemmeno impossibile.

Roberto Bonanomi Psicologo, utilizza un modello di riferimento di tipo cognitivo-comportamentale di terza generazione, basato, tra altro, sulla mindfulness e sul teatro attivo (o “psicodramma”). Svolge attività di prevenzione, diagnosi, abilitazione-riabilitazione e sostegno in ambito psicologico, rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Realizza percorsi finalizzati alla crescita, al miglioramento e all’acquisizione di nuove competenze in ambito personale e professionale. Ha, inoltre, svolto incarichi manageriali nel contesto della consulenza organizzativa per più di dieci anni, è trainer e componente del comitato scientifico della Scuola di Palo Alto di Milano, nonché membro dell’associazione internazionale Society of Psychologist in Management (SPIM), dell’Association for Contextual Behavioral Science (ACBS), della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva (SITCC). Riveste anche la carica di Consigliere Tesoriere dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia e ha recentemente pubblicato il volume “La Mela che non mangio, come l’inconscio guasta i nostri progetti” (Scuola di Palo Alto Ed., Milano, 2011).

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books

I libri consigliati da Biblioteca della Moda di Diana Barbetta

A cura di Judith Clark e Maria Luisa Frisa Diana Vreeland After Diana Vreeland Editore Marsilio, pp. 240 (250 illustrazioni a colori) - euro 34

A cura di Elena Puccinelli

Professione PR Immagine e comunicazione nell’archivio di Barbara Vitti Skira Editore, pp. 176 - euro 19

Milano 1970: la città diviene cuore pulsante della moda italiana. Nuovi slanci imprenditoriali determinano una fervente attività produttiva che via via necessita di un supporto artistico e creativo; il processo evolutivo che porta la piccola impresa sartoriale a tramutarsi in solida realtà industriale è in atto. Ciò che ne consegue è storia: la nascita del prêt-à-porter. Ormai è una necessità stabilire un dialogo con i consumatori del decennio successivo, nonché trasmettere coordinate stilistiche che possano stabilire un determinato codice vestimentario interconnesso al processo industriale. In questo particolare clima, si afferma l’attività di PR: una figura fino a quel momento misconosciuta e diffusa solo al di là dell’oceano. Sarà Barbara Vitti a mediare e diffondere la cultura della moda italiana, veicolandone il complesso linguaggio. Il processo che contribuirà ad affermare il sistema moda milanese può quindi essere svelato attraverso lo sguardo della Pierre che ha inventato una professione. Donato al Centro Interdipartimentale MIC dell’Università di Milano, il suo archivio è celebrato dal volume “Professione PR”, edito da Skira Editore.

Diana Vreeland: come Sharazad e le “Mille e una notte”, la sua sintesi creativa è una narrazione nella narrazione, capace di evocare forti immagini derivate da un poliedrico bagaglio visivo. Dalle atmosfere oniriche dell’Oriente al tecnicismo di Djagilev e dei suoi Balletti Russi, dal dramma e dalla teatralità del teatro Kabuki al distinto fascino delle uniformi. Il tutto sintetizzato attraverso le macchie cromatiche, linea guida della poetica curatoriale della Vreeland, che trova la sua massima espressione come fashion editor di “Vogue USA” e, successivamente, come consulente del Costume Institute presso il Metropolitan Museum of Art. Il suo lessico curatoriale diverrà una vera e proprio cifra stilistica per le successive generazioni, tanto da ribaltarne canoni e modalità, con il colore e i suoi derivanti aspetti percettivi che tracciano l’iter visivo. Judith Clark e Maria Luisa Frisa, curatrici della pubblicazione edita da Marsilio e della mostra esposta a Palazzo Fortuny (Venezia) fino al 25 giugno, ne rispettano pienamente l’etica professionale.

50 Abiti che hanno

cambiato il mondo & 50 Scarpe che hanno cambiato il mondo Editore De Agostini, pp. 114 - euro 14,90

Dal 1989 il Design Museum di Londra celebra il design nelle sue diverse forme creative. Nell’ambito della storia del costume, attraverso un’accurata selezione, emergono creazioni diventate vere e proprie “icone di stile”. 1909: l’abito plissé Delphos del poliedrico Mariano Fortuny, che per primo sperimentò la plissettatura della seta. 1993: la linea Pleats Please, in cui l’interesse per la ricerca tecnica e stilistica conduce Issey Miyake a sperimentare quel particolare processo di plissettatura degli abiti che connoterà poi le sue creazioni future. 1926 e 1977, ovvero Coco Chanel e Kenzo Takada: l’abito in jersey dal taglio maschile come simbolo di liberazione fisica e tratto distintivo dell’emancipazione femminile da una parte, e il funzionale e androgino abito camicia dall’altra. E, ancora, Vionnet e l’abito da dea (1931) o William Travilla e il fluttuante abito di Marilyn in “Quando la moglie è in vacanza” (1955).

Per non parlare delle scarpe: le Spectator di J. Lobb (1868), celebri bicolore rese grandi dal tratto distintivo di Fred Astaire oppure la storica scarpa da basket All Star (1917) battezzata dai Ramones e dalla successiva scena punk inglese. Da quando la Metro-GoldwynMayer, per ovvie ragioni legate al Technicolor nel 1939 decise di “colorare” le argentee calzature descritte, invece, di un rosso brillante da L. Frank Baum, le magiche scarpette di Dorothy sono diventate l’icona di noi donne, insieme al proverbiale “casa dolce casa”. Il 1947 è l’anno della Dr. Martens, l’intramontabile icona dell’underground britannico: uno strascico della cultura della working class, che ha poi connotato lo stile di diverse sottoculture e i loro vari “duri a morire”, specie in tempi di forti disordini sociali ed economici, e che continua a dettar legge ancor oggi. Nel 1960 a caratterizzare la scena inglese dello storico decennio sono ben due calzature: le Chelsea Boots e le Winklepicker rese celebri da Beatles, Rolling Stones Small Faces e dalla contemporanea scena mod inglese. Tutto questo e molto altro è ancora racchiuso in due sintetiche pubblicazioni che non trascurano davvero nulla.

Per essere recensiti all’interno della nostra rubrica “Books” scrivete a Diana Barbetta d.barbetta@bibliotecadellamoda.it www.bibliotecadellamoda.it tel +39.02.83311200 Via Alessandria 8 20144 Milano

Per essere recensiti all’interno della nostra rubrica “Books” scrivete a: Diana Barbetta - d.barbetta@bibliotecadellamoda.it www.bibliotecadellamoda.it - +39.02.83311200 - Via Alessandria, 8 - 20144 Milano

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Tutto il verde del Salone del Mobile 2012:

Una cascina in pieno centro città Cascina Cuccagna è un luogo unico, un patrimonio storico della città. Le sue origini risalgono addirittura al 1695, ma per secoli è stata gestita dai Padri Fatebenefratelli che vi coltivavano le erbe officinali per l’Ospedale Maggiore. La storia recente l’aveva vista dichiarata inagibile dal Demanio, che ne detiene anche la proprietà dal 1980. Per fortuna, un importante progetto portato avanti da un consorzio di associazioni e cooperative si è fatto carico pochi anni fa di restaurarla per restituirla alla città e creare un luogo di partecipazione civile e di aggregazione, un laboratorio attivo di cultura e, soprattutto, un esempio positivo di sviluppo e valorizzazione del territorio. Oggi alla Cascina Cuccagna sono già stati avviati molti progetti: il Mercato Agricolo della Cuccagna, tutti i martedì pomeriggio, dove si possono acquistare prodotti del territorio direttamente da aziende agricole lombarde; la Campagna Amica curata da Coldiretti, ovvero una bottega aperta tutti i giorni, da martedì a sabato, dove poter comprare prodotti della terra e provenienti da allevamenti biologici e a basso impatto ambientale. E, ancora, il Giardino, un community garden con un orto, un frutteto, erbe naturali e una particolare attenzione riservata a varietà di piante antiche a fini didattici. Vi è, inoltre, il un bar-ristorante “Un posto a Milano”, dove lo chef Nicola Cavallaro propone ricette in cui sono utilizzati i migliori prodotti della produzione stagionale del territorio, con pane e dolci fatti in casa, ingredienti biologici e alimenti per la maggior parte vegetariani. Il ristorante è aperto tutto il giorno dalle 10 al 1 del mattino, da martedì a domenica. Per il Salone del Mobile 2012, infine, alla Cascina Cuccagna è nata l’iniziativa GOODESIGN, che ha accomunato progetti basati sulla responsabilità sociale d’impresa, l’artigianato, l’autoproduzione, la tutela e la valorizzazione della natura contro il degrado delle aree urbane, ma anche la trasparenza della filiera del cibo, stagionale e a km zero, e la valorizzazione della convivialità e della coesione sociale e territoriale. Green, Living, Mobility e Food: queste le 4 macro-aree in cui oltre 50 aziende e designer hanno esposto idee e progetti dal forte valore sostenibile ed ecocompatibile. Qui di seguito una piccola selezione degli espositori.

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il GOODESIGN di Cascina Cuccagna Metroquadrosostenibile Quattro aziende presentano il prototipo di un nuovo concept a 360° di casa ristrutturata sostenibile, dal progetto agli impianti, dalla scelta dei materiali edili alla fornitura di elettrodomestici e arredi certificati ed ecologici. www.materiavera.it; www.cantiere11.eu; www.rivaviva.it; www.ecoffice.it

Impossible living La start up web di Daniela Galvani e Andrea Sesta, dedicata agli edifici abbandonati di tutto il mondo, ha presentato un allestimento concepito in co-progettazione con vari architetti e designer. www.impossibleliving.com

Plinio il giovane Prodotti in legno stagionato piemontese, con incastri che minimizzano l’uso di collanti e vengono lucidati con olio di lino cotto. Plinio Il Giovane ha esposto, inoltre, il nuovo progetto di social design che vede il coinvolgimento delle carceri di Bollate e Monza . www.plinioilgiovane.it

New generation New Generation è la nuova collezione per la casa realizzata “a km zero” e nata nel 2012 da Lisa Parravicini e dallo Studio dei designer Luciano Pagani e Angelo Perversi. Focus del progetto, improntato alla sostenibilità, è il binomio “bello e utile” costruito con attenzione lungo tutta la filiera. www.naturaedesign.com

La camera bianca Spin-off affiliato al Consorzio Interuniversitario per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (INSTM), NextMaterials ha presentato insieme con Ghelfi Ondulati, Epta Refrigeration e Maira dei filtri in cartone ondulato con sistemi di ventilazione che diminuiscono la carica batterica degli ambienti indoor attraverso un’installazione che invitava il visitatore a un’esperienza multisensoriale. www.nextmaterials.it

Alchemy for a New Natural Living Manufatti tessili per il living e l’outdoor rigorosamente bio e handmade in Italy, ma anche prodotti in edizioni limitate all’insegna della sperimentazione, come i cuscini e tessuti in lana autoctona proposti su una panca “raw bench” nata dal recupero di vecchie assi di castagno locale. www.arsalitartes.com

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Tutto il verde del Salone del Mobile 2012: The Colors of the Outdoor Una mostra alle Terme di Milano, che ha dato spazio ai giovani designer, raccontando, attraverso nuovi prodotti per l’outdoor, un modo di vivere gli spazi all’aperto che si riavvicina alla natura. www.admaioramilano.com, www.inemotion.it

Interni/Legacy Installazioni sperimentali si sono interrogate sulle possibilità offerte da tecnologie, materiali ed espressioni figurative e sulla necessità di una cultura della sostenibilità e della riduzione degli sprechi. www.internimagazine.it

Acre @brazil/sa Acre sta per Certificato di Zona a Origine Sostenibile, ovvero oggetti e opere che permettono di vivere un’esperienza sensoriale, attraverso materiali e atmosfere tipici del Brasile. Il tutto realizzato con materie prime che rispettano l’ambiente, la natura e i suoi cicli. www.brazilsa.com.br

Arternative Design by Luca Gnizio Una mostra e un percorso di consapevolezza volto a illustrare lo stato di degrado in cui versa il Pianeta e a proporre un’alternativa che, attraverso il design, faccia del riciclo un’arte. Gli elementi d’arredo presentati sono realizzati per lo più con materiali di recupero, ecologici e organici. www.fordesignfor.com

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aMAZE lab Alla sua 10° edizione, aMAZElab ha invitato botanici, designer e paesaggisti a realizzare un Tappeto Fiorito presso la Stazione di Milano. Contestualmente hanno aperto al pubblico studi di artigiani, artisti, designer e architetti, con mostre ed eventi legati ai temi di sostenibilità, riciclo, verde urbano e spazio pubblico condiviso. www.amaze.it

Posti di vista 2012 Alla Fabbrica del Vapore, una varietà di progetti e di linguaggi sul tema della “Ri-creazione”, dall’arte alla multimedialità, dalla fotografia alla musica, dal design al piccolo artigianato, dal teatro alla danza. www.fabbricadelvapore.org


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dal Brasile all’Olanda, dalla Statale alle Terme di Milano Gloook + Lidim Arredi e complementi in materiali eco-sostenibili per vivere la casa e il contract in modo alternativo con le pareti divisorie di Gloook, che delimitano gli spazi, e i cambi di scenario veloci e personalizzabili di Lidim. www.alpacsrl.com

“Think Green” by Vitamin Design Ovvero arredi prodotti con legname proveniente da economie forestali sostenibili, sottoposto a un processo di produzione ecologico che prevede anche trattamenti protettivi con olii naturali. www.vitamin-design.de

Material Connexion Ecco le nuove eco-malte della collezione Riciclo, che contengono fino al 40% di vetro riciclato certificato e con le quali si possono realizzare pavimenti e rivestimenti eco-compatibili altamente personalizzabili. www.oltremateria.it ; http://it.materialconnexion.

ortofabbrica Un’eco-serra in ferro riciclato in cui gli “ortovasi” fanno da pareti e i pannelli fotovoltaici creano un unicum che si autoalimenta. www.angelograssi.it

White Air Sono stati esposti i progetti vincitori della 4a edizione del Cristalplant® Design Contest , un materiale composito tecnologicamente avanzato, riciclabile e ripristinabile al 100%, ignifugo di classe 1, igienico. www.cristalplant.it

www.innerdesign.com

CHANGE UP! Accanto alle ultime opere dello Studio Caporaso Design, è stata presentata una selezione di marchi che uniscono etica ed estetica, all’insegna di un nuovo lifestyle orientato alla sostenibilità. www.changeup.it; www.caporasodesign.it

L’eco-creativo di Inner Design Una mostra di progetti selezionati dal contest internazionale “Eco-creative”, svoltosi a febbraio 2012 sul tema della progettazione eco-friendly e sostenibile, con materiali riciclati o naturali e ready-made.

Havana Club - “Orto d’Autore “ La bicicletta di Havana Club nasce dal designer Vito Romanazzi, che ha portato in giro per la città un inedito orto urbano con i profumi della tipica menta cubana, omaggiando i passanti di semi e piantine di menta. www.havana-club.it

Bee-Creative La bici “Giuliano” si ispira all’uso innovativo del legno, reinterpretato per rispondere alle esigenze di uno stile di vita moderno. Il risultato è un mezzo di trasporto leggero, eclettico, originale. www.b-creative.it

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GLI INDIRIZZI LIFESTYLE

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www.alcellini.it - AL GARGHET - Via Selvanesco, 36 (ingresso da via dei Missaglia ) - +39.02.534698 www.algarghet.it - Al Girarrosto “Da Cesarina” - Corso Venezia, 31 - +39.02.76000481 - www.algirarrosto.com - Antica Trattoria della Pesa - Viale Pasubio, 10 - +39.02.6555741 - Biancolatte Via Turati, 30 - +39.02.62086177 - www.biancolatte.it - Chatulle - Via Piero della Francesca, 68 - +39.02.342008 - www.chatulle.it - DA BERTI - Via Algarotti, 20 - +39.02.6694627 - www.daberti.it - Da Giacomo - Via P. Sottocorno, 6 +39.02.76023313 - www.giacomomilano.it - Da Giacomo all’arengario Via Marconi, 1 - +39.02.72093814 - www.giacomomilano.it - ERBA BRUSCA - Alzaia Naviglio Pavese, 286 - www.erbabrusca.it - +39.02.87380711 - Finger’s - Via San Gerolamo Emiliani, 2 - +39.02.54122675 - Fioraio Bianchi Caffè - Via Montebello, 7 - +39.02.29014390 - www.fioraiobianchicaffe.it - HOSTARIA BORROMEI - Via Borromei, 4 - +39.0286453760 - www.hostariaborromei.com - Il Baretto al Baglioni - Via Senato, 7 - +39.02.781255 - www. baglionihotels.com - IL SALUMAIO DI MONTENAPOLEONE - Via Santo Spirito, 10; Via Gesù, 5 - +39.02.76001- +39.02.784650 - www.ilsalumaiodimontenapoleone.it - i VALTELLINA - Via Taverna, 34 - +39.02.7561139 - www.ivaltellina.it - La Risacca 6 - Via Marcona, 6 - +39.02.55181658 - www.larisacca6.it - LA BRISA - Via Brisa, 15 - +39.02.86450521 - La Scaletta - P. le Stazione di Porta Genova, 3 - +39.02.43986316 - www.lascalettamilano.it - Les Gitanes Bistrot - Via Forcella, 2A - +39 02.8394084 - www.legitanesbistrot.it - LES PETIT JARDIN - Via Ripamonti, 298 - +39.02.57303526 - www.lepetitjardinmilano. com - MIMMO @CASA DONDUP - Via Sirtori, 34 - +39.02.27723444 - www.mimmomilano.it - OSTERIA DEI BINARI - Via Tortona, 1 - +39.02.8940675 - Papermoon Milano - Via Bagutta, 1 - +39.02.76022297 - www.papermoomilano.com - Porca Vacca - Piazzale Lavater, 2 - +39.020520503 - Ristorante 13 Giugno - Via Goldoni, 44 - +39.02.719654 - Ristorante 13 Giugno - P. za Mirabello, 1 - +39.02.29003300 - Savini - Galleria Vittorio Emanuele II - +39.02.72003433 - www.savinimilano.it - Seven - Corso Colombo, 11 - +39.02.8373205 - www.sevengroup.it - Superstudio Café - Via Forcella, 13 - +39.02.83396237 - www.superstudiogroup.com - Tweed Alex Restaurant & Bar - Via Conca del Naviglio, 7 - +02.89415806 - info@tweedmilano.com

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GLI INDIRIZZI LIFESTYLE

Immagine tratta dall’archivio di Biblioteca della Moda Anna Bella - XXXIII - n° 21 - giugno 1959

parte, 60 - +39.02.86996395 - www.galleriapack.com - Hangar Bicocca - Via Privata Chiese, 2 - +39.02.66111573 - www.hangarbicocca.it - Lisson Gallery - Via Zenale -+39.0289050608 - www.lissongallery.com - Museo del Novecento - Piazza Duomo,12 - +39.02.88444061 - www.museodelnovecento.org - PALAZZO REALE - Piazza Duomo, 12 - +39.02.88465236 - www.comune.milano.it/palazzoreale - Spazio Forma - Piazza Tito Lucrezio Caro, 1 - +39.02.58118067 - www.formafoto.it - SUPERSTUDIOPIÙ - Via Tortona, 27 - www.superstudiogroup.com - triennale design museum - Viale Emilio Alemagna, 6 -+39.02.724341 - www.triennale.it

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L’OROSCOPO DELLA GINNY

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TORO ARIETE il capriccio dell’aquilegia rose dai mille sguardi C’è un fiore soltanto tra tutti gli stati Che è uno ma ha in sé cento significati L’aspetto più semplice e quasi noioso Da più sfumature è reso prezioso Non sanno i rivali che ti hanno attorno Che per la rivincita ti basta un giorno La voglia di vincere che hai innata È come una spada molto affilata E gli occhi da gatta sapranno ingannare Chi vuoi ma non quello che ti vuole amare!

Cade proprio al posto giusto per spiegare al tuo bel fusto che è racchiuso in un sol fiore sia il capriccio che l’amore: Conseguenza l’un dell’altro come il tuono del suo lampo! Il capriccio è il desiderio di una prova d’amor serio ma le risposte le hai già nel cuore e quel che vivi è vero amore!

desiderata come un’orchidea Lacrime di fanciulla e sal pepato, petali d’orchidea e capelli dell’amato… A tutto saran disposti gli ammiratori pozioni magiche, promesse, mazzi di fiori per averti tutta per loro anche un solo giorno e donarti con grandi fiocchi ciò che hai intorno… Così impazzivano i ricchi per l’orchidea per averla e poi venerarla come una dea, ma tu che dalla gente tendi a guardarti concedi a chi hai davanti di conquistarti!

VERGINE LEONE la primula balla puoi fuggire appesa alla mimosa Benchè le radici non possa staccare la mimosa significa voglia di andare alzandosi tanto sulla punta dei piedi può prendere il volo se solo ci credi. Così nel tuo mondo che è terra e passione è giunto il momento di allentar la pressione: devi essere tu per te stessa una musa, l’indipendenza è una porta mai chiusa da cui puoi scappare senza un messaggino appesa al filo di un palloncino…

CANCRO GEMELLI hai un pugnale dal gambo di fiore

La primula mostra il suo grande coraggio scattando d’impiedi col primo raggio di un sole il cui arrivo è soltanto promessa, ma lei prima d’altri organizza la festa! Adesso il tuo ambire alla gran perfezione, l’avere il controllo di ogni emozione, sarà accartocciato e ridotto a una palla e gettato con te tra la folla che balla affinchè ti dimentichi le buone maniere e torni leggera a volerti più bene!

L o dice anche il suo nome in latino il gladiolo è un pungente spadino che nasce spontaneo da terra nell’Africa calda e materna: è una rivincita giocata ad arte con Saturno che è dalla tua parte, è una piccola guerra del cuore per conquistar finalmente l’amore che stavolta non ferisca il tuo onore: hai un pugnale dal gambo di fiore!

SCORPIONE BILANCIA un papavero sonnecchia la buona nuova! Tris è come un messaggero muto che porta una nuova ma non è ascoltato perchè per decenni non riconosciuto scambiato per giglio il segreto ha tenuto! Ora che è noto per nome e per nascita dà la notizia della tua rinascita: vive l’amore il momento più bello e tutto il tuo maggio si giova di quello!

Il papavero sonnecchia senza rumore Adagia la testa al collo ed il collo al cuore Si lascia senza una smorfia muover dal vento Per correre incontro al sole non è il momento C’è ancora del gran tormento in tutto il tuo fiore La rabbia di ogni petalo è nel colore Ma presto giungerà un velo che tutto copre: la notte calma il tuo petto e le sue manovre e al risveglio sarai un leone che dal suo campo volge lo sguardo altrove senza rimpianto

CAPRICORNO SAGITTARIO il tulipano t’ama tra petali di margherite E’ un mese codesto che passi a pensare Di petalo in petalo margherite spogliare Se t’ama o non t’ama, è da fare o non fare Se quello che accade è reale o scompare Ma è solo fatica che ti porti appresso Il momento di crollo vien dopo un successo, è solo questione di settimane rialzarsi e buttarsi in serate mondane gettar via la noia come margherita che ha detto coi petali di goderti la vita!

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In tutte le lingue di ogni essere umano Ti amo si dice con un tulipano È il dono prezioso portato da oriente Di un cuore che parla al tuo cuore e non mente Ma è stato lunghissimo questo suo viaggio Che arriva a destino soltanto in maggio E tu nel frattempo l’hai atteso paziente Imparando a gestirti più che saggiamente: perché quando il tempo non fa più paura vuol dir che sei aperto ad ogni avventura!

PESCI ACQUARIO di viole del pensiero sei la signora delle camelie Capriccio delle donne eleganti Attraeva gli sguardi e gli amanti Fiera coi petali immobili È stimata dalle menti più nobili. La camelia da sempre annuncia successo In amor, nel lavoro e nel sesso: saran pronti da cogliere i frutti di quei semi che in mesi più brutti con timore e coraggio sperando hai gettato nel vento cantando!!

Per mordere la mela più matura Dovrai arrampicarti senza alcuna paura Perché se alle viole che sbucan dal prato Dai retta e stai ferma a pensare al passato Soltanto dal basso potrai ammirare Il frutto maturo che non puoi assaggiare Se invece ti togli le scarpe col tacco E sali pian piano credendoci un sacco Le viole dall’alto potrai salutare Pensieri e paure da lontano ignorare!



grafica: Silvia Del Vesco


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