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ORTICOLARIO: L’HAUTE COUTURE DEL FIORE A VILLA ERBA IL LAGO DI COMO: VILLE, GIARDINI, ENOGASTRONOMIA NATURA D’AUTUNNO: moda e accessori, biciclette, sagre e chicche d’alto artigianato
Como Lake COOL DIARY
Chi ci segue è al corrente che da qualche tempo “The Lifestyle Journal” dedica particolare attenzione al vivere slow, autentico e a contatto con la natura. Dopo un’edizione dedicata a Orticola, la Mostra-mercato di fiori e piante che ogni anno a maggio invade i Giardini Palestro di Milano, non poteva mancare un numero su Orticolario, suo omologo autunnale sul Lago di Como, nella splendida cornice di Villa Erba. Un evento d’eccellenza dedicato al “giardino evoluto” ma anche ricco di spunti artistici e culturali, che ci porta a scoprire ancora una volta il meraviglioso mondo della natura e a esplorare luoghi e itinerari inediti dell’affascinante territorio lariano. Dopo una panoramica completa sulla manifestazione, infatti, vi accompagniamo tra i giardini delle ville storiche del Lago, conosciute in tutto il mondo per il loro charme e la loro unicità. Vi proponiamo, però, anche itinerari più naturalistici, a piedi, in bicicletta e persino a cavallo. Non dimentichiamo, poi, i grandi alberghi storici, dove soggiornare e godersi momenti di puro piacere in alcuni tra i centri benessere più all’avanguardia, e i ristoranti più autentici e di sapore della zona. Tanti sono gli spunti per uno stile autunnale vicinano a questo modo di vivere che, pur comodo e rilassato, non rinuncia all’eleganza. Un’eleganza che torna indietro nel tempo con le bicicletta “vestite” alla moda e che riscopre il piacere del fumo lento della pipa. Infine, ecco proposte di design che strizzano l’occhio al giardino, interessanti spunti per un weekend fuori città (e fuori dal comune) e appuntamenti tra enogastronomia, fiori e stili di vita consapevoli, per un autunno slow. Per rallentare… con gusto.
N° 18 | Settembre 2012 | como lake COOL DIARY
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9 IL PERSONAGGIO Moritz Mantero presenta Orticolario 2012, il più raffinato evento di fiori in autunno.
28 ITINERARI In battello sul lago, tra ville e magnifici giardini. Il Lario: trekking, bici e passeggiate a cavallo.
14 ORTICOLARIO 2012 Tutti gli appuntamenti.
32 HOTEL&SPA Benessere e bellezza a bordo lago...
19 ORTICOLARIO 2012 La prima installazione italiana di Daniel Berset. Gli abeti della Val di Fiemme diventano Opere Sonore.
34 EAT&DRINK Mangiar per crotti, giardini e café des flors...
22 ORTICOLARIO 2012 L’orchidea e il bon ton dei fiori.
38 MODA Casual ma chic: l’eleganza comoda da città. Fiori e farfalle-gioiello: la natura dècor.
24 STORIE DI FAMIGLIA Rattiflora: una storia di passione e successo.
42 SHOPPING Bellezze in bicicletta e pipe da intenditori.
26 ORTICOLARIO INSIDE-OUT L’intervista doppia: florovivaisti a confronto.
44 green design Dall’orto ai giardini d’inverno.
è registrato presso il Tribunale di Milano autorizzazione numero 672 del 21 dicembre 2010
NUMERO 18 - Settembre 2012 Edito da: BIBLIOTECA DELLA MODA Corso Colombo, 9 20144 Milano THE LIFESTYLE JOURNAL Via Alessandria, 8 - 20144 Milano +39.02.83311202 redazione@thelifestylejournal.it www.thelifestylejournal.it
DIRETTORE RESPONSABILE Giovanna Caprioglio EDITOR Alessia Giorgia Pagano sviluppo grafico e impaginazione Silvia Del Vesco hanno COLLABORATO Adele Danile, Chiara Viola, Diana Barbetta, Eleonora Miucci, Luca Perversi Progetto creativo Spazio Younique
46 WEEKEND FUORI PORTA Tutti pazzi per il glamping!
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48 EVENTI L’autunno tra sagre, fiori e appuntamenti “bio”. 51 BOOKS I libri consigliati da Biblioteca della Moda. 52 I RACCONTI DI TLJ “Il vecchio sul giardino” di Luca Perversi. 54 SPY STORY “Trame di moda” e il cocktail di Cruciani 56 INDIRIZZI LIFESTYLE 58 L’OROSCOPO DELLA GINNY
Servizi Editoriali Capsule srl www.capsulemilano.it PUBBLICITÀ Milano Fashion Media +39.02.58153201 www.milanofashionmedia.it info@milanofashionmedia.it PUBLISHER Marco Poli STAMPA Ripack S.R.L. info@ripacksrl.it
MILANO
IL PIÙ IMPORTANTE MEZZO DI PRODUZIONE: L’UOMO.
MAN: THE MOST IMPORTANT PRODUCTION TOOL. In un mondo dove la tecnologia industriale sembra essere inevitabilmente destinata alla globalizzazione uniformante, sopravvivono “isole” dove l’organizzazione del lavoro è come quella di un tempo: gli operai sono maestri artigiani ed “il padrone” è uno di essi. In a world where industrial technology seems to be a relentless mean of standardization, someone still sticks to the old way: workers are craftsmen, their boss is one of them.
Visione naturale di benessere.
Coltivazioni Biologiche, Cultura e Tradizione, Ricerca e Innovazione, Trasformazione e Produzione
L’EVOLUZIONE DELLA FITOTERAPIA www.aboca.it
il personaggio
Orticolario: l’eccellenza del giardino a “fior” d’acqua di Alessia Giorgia Pagano ph: Fusaro
Dal 5 al 7 ottobre torna l’evento florovivaistico più glamour d’autunno: piante gioiello, specie rare, giardini “evoluti”, appuntamenti novità e tendenze, nella straordinaria cornice di Villa Erba.
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ernobbio, “raffinato salotto” affacciato sul Lario e costellato da ville, luoghi d’arte e magnifici giardini, in una combinazione unica di storia, cultura e natura. Tra la scenografia del paesaggio, i colori intensi dell’autunno e la “Quinta Sinfonia” di Mahler in sottofondo, la gita in battello sul lago non potrebbe essere più piacevole... Ma ecco il pontile di Villa Erba; in men che non si dica ci si ritrova immersi nella magnifica quiete del Parco, tra i platani centenari, le piante rare, il riverbero del lago e quell’atmosfera idilliaca tanto cara a Luchino Visconti. Nei padiglioni e nei giardini, è tutto uno scoppio di fiori, suoni ed eleganza… Non è solo un moderno sogno bucolico, bensì lo scenario di Orticolario 2012, il più raffinato evento florovivaistico d’autunno, da venerdì 5 a domenica 7 ottobre nella splendida cornice di Villa Erba. Il complesso ottocentesco, luogo di villeggiatura storico della famiglia Erba-Visconti nonché salotto mondano per artisti, intellettuali e personalità del mondo politico-industriale, è oggi un Centro Fieristico d’eccellenza, grazie anche ai padiglioni progettati dall’architetto Mario Bellini e armoniosamente integrati nel contesto storico-paesaggistico. Insomma, fin dal luogo la manifestazione floricola si distingue dalle “solite” Mostre-mercato di piante e fiori. Si potrebbe anche dire che se il green – dal giardinaggio al “bio” passando per l’orto casalingo – è il trend di oggi, Orticolario rappresenta da anni l’haute couture del settore. L’amore per il giardino, la sua arte e la sua evoluzione, infatti, sono qui arricchiti da un allure sofisticata, glamour, di ricerca.
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il personaggio
Lo si percepisce dalla qualità e originalità delle proposte degli oltre 200 espositori selezionati da tutto il mondo (florovivaisti, produttori di arredi e attrezzi per il giardino, artigiani); dall’impostazione altamente creativa dell’esposizione, tra allestimenti, installazioni, progetti di lighting e sonorizzazione degli ambienti; dalla costante ricerca di novità d’eccellenza e prodotti di nicchia e, ultima ma non meno importante, dalla varietà degli appuntamenti in programma: performance, dibattiti e laboratori sul mondo dei fiori al confine con musica, arte, moda, design e gastronomia. Il fil rouge? Un ricco ed equilibrato mix di passione, buon gusto e filantropia, visto che i proventi netti dell’evento saranno devoluti come da tradizione a selezionati enti no-profit locali. “The Lifestyle Journal” si fa raccontare tutte le novità dell’ultima edizione (e anche un po’ di storia) da un cronista d’eccezione: Moritz Mantero, noto imprenditore tessile nonché ideatore e anima di Orticolario, manifestazione che giunge nel 2012 alla sua quarta edizione, forte di un sempre crescente successo (223 espositori e 18.000 visitatori nel 2011). Signor Mantero, quattro anni orsono lei inaugura la prima manifestazione florovivaistica d’eccellenza sul lago di Como, la sua terra. Ci racconta com’è andata? La sfida era quella di riprendere la tradizione del Settembre Lariano, che si teneva a Villa Olmo negli anni 50 e 60, per rilanciare la cultura del paesaggio e del giardino in un ambiente già di per sé straordinario come quello del Lario. E dare così all’Italia e all’Europa un evento d’eccellenza, in grado di coniugare al meglio qualità delle proposte, ricchezza paesaggistica e... acqua! Sì, perché l’unica altra manifestazione di settore che si svolge direttamente sull’acqua è l’importantissimo Hampton Court Palace Flower Show di Londra. La finalità sociale del nostro progetto, poi, ha svolto un ruolo fondamentale nella sua stessa nascita, che non sarebbe avvenuta senza lo sforzo comune degli enti no-profit locali coinvolti. Il nostro obiettivo sin dall’inizio è stato, infatti, quello di devolvere i proventi netti di Orticolario alle associazioni del territorio che si occupano di persone disagiate e che si impegnano per la buona riuscita della manifestazione stessa. Orticola si può quindi considerare la “sorella maggiore” di Orticolario… Senza dubbio: siamo partiti insieme a Orticola
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e grazie al contributo dei suoi membri, preziosa fonte d’ispirazione. Un sostegno fondamentale c’è, inoltre, stato fornito dalla Camera di Commercio di Como, che per la prima edizione ci ha “donato” le giornate di sua competenza a Villa Erba, aprendoci le porte dello spazio più straordinario che potessimo immaginare per ospitare l’evento. Per capire meglio, a parte la località, vi sono delle sensibili differenze tra Orticola e Orticolario? Certo, diciamo che in entrambi i casi l’eccellenza dell’evoluzione botanica è al centro della manifestazione, ma se Orticola porta a Milano piante e fiori in primavera, Orticolario è più focalizzato sul giardinaggio. Infatti la stagione preautunnale è la più indicata per impostare il proprio giardino, rinnovare l’assortimento botanico e letteralmente “preparare il terreno” per poi godere dei suoi frutti nella primavera seguente. Ecco perché Orticolario propone sempre a giardinieri professionisti e appassionati suggerimenti eclettici per rinnovare l’assortimento botanico del proprio “spazio giardino”, con nuove varietà botaniche, ma anche con soluzioni originali per gli arredi, i materiali e gli attrezzi. Lei parla spesso di “spazio-giardino”: cosa intende esattamente? Il giardino è un ambiente da vivere a 360 gradi, uno spazio in cui l’uomo può ritrovare se stesso, dedicandosi ai propri hobby, ai piaceri personali, a ciò che più desidera e che più lo fa stare bene, la musica ad esempio o un’opera d’arte, come pure una bella seduta progettata da un designer particolarmente amato. Il sottotitolo di Orticolario 2012 “Emozioni sonore” sembra proprio andare in questa direzione… Sì, la nuova edizione si propone di stimolare le sensazioni e le emozioni del pubblico attraverso i percorsi più suggestivi, in un intreccio di sensi che andrà a privilegiare l’ascolto. Fin da subito il visitatore sarà calato in questa atmosfera, attraverso la musica diffusa sul battello-navetta offerto da Orticolario per raggiungere Villa Erba: la “Quinta Sinfonia” di Gustav Mahler, un omaggio a Luchino Visconti che la scelse per l’incipit del suo capolavoro “Morte a Venezia”. Una volta giunti al Centro Espositivo, il viaggio dei sensi proseguirà attraverso i suoni e i rumori del giardino, riproposti con installazioni creative e percorsi di luci e colori in tutta l’area di Orticolario 2012, fin dalla zona del Pontile. Nel bersò di circa 30m posto all’ingresso saranno appese delle tillandsie sorrette da porcellane e terrecotte “sonore”; le Ambientazioni sonorizzate da Francesco Mantero avvolgeranno le suggestive
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installazioni di Stefano Passerotti, trasformando fruscii di foglie, sibili del vento e gracidii in melodie evolute; le “galline ornamentali” evocheranno il risveglio mattutino della natura; il chioccolatore eseguirà il canto di diversi uccelli presso l’Anfiteatro dei Gelsi, accompagnato da una proiezione d’immagini… I “Giardini sensoriali”, poi, amplificheranno le percezioni dei sensi in ambienti naturali progettati ad hoc, mentre nelle “Oasi di raccoglimento” allestite da Barbara Negretti il visitatore potrà godere della pienezza del silenzio. Le scelte di Orticolario per arredi, light design e sonorizzazioni puntano sempre su aziende molto rinomate; come funziona per quelle botaniche? Gli allestimenti di piante e fiori sono stati curati da paesaggisti e, per gli spazi più piccoli, garden designer tutti appartenenti alla AIAPP (Associazione Italiana di Architettura del Paesaggio). Gli allestimenti più “istituzionali” della mostra sono, invece, curati dal Comune di Lugano, città che da sempre mostra un vivo interesse per la nostra manifestazione e con cui stiamo studiando diversi percorsi di collaborazione, tra cui un progetto primaverile sulla scorta di Orticolario. I visitatori luganesi della nostra manifestazione sono sempre tantissimi, ma siamo molto fieri di poter anche dire che il giardino sul tetto del LAC (il Museo d’Arte di Lugano progettato dall’architetto Gianola, ndr), è stato realizzato proprio da un architetto comasco, Darko Pandakovic. Come vengono selezionati gli espositori? Noi invitiamo tutti i nomi che riteniamo più interessanti tra gli espositori e i produttori di successo, poi il Comitato Scientifico di Orticolario, che monitora costantemente le novità e le eccellenze legate al mondo del verde, valuta con attenzione le candidature ricevute e sceglie i partecipanti. Il fiore-simbolo di questa edizione, invece, è l’orchidea… L’abbiamo scelta non solo perché rappresenta l’evoluzione botanica nella sua massima espressione, ma anche perché, con quasi 30.000 varietà, è una delle specie più numerose in natura e una delle più adattabili, visto che è ampiamente diffusa a livello geografico e climatico e cresce spontaneamente in molti boschi e giardini nostrani. In omaggio alla sua proverbiale raffinatezza il produttore (e grande conoscitore) di orchidee Alessandro Valenza ha ideato un progetto di grande impatto nel Padiglione Centrale di Villa Erba, utilizzando il canone classico di perfezione o “sezione aurea” e tutti i numeri e le proporzioni che ne conseguono, per realizzare una struttura di grande impatto. Qui si potran-
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no ammirare oltre 600 orchidee appartenenti a 100 specie diverse, messe a disposizione da florovivaisti, associazioni e privati provenienti da tutto il mondo. Varietà più uniche che rare, minuscole o grottesche, antichissime o appena nate. Ratti, inoltre, sarà presente con un’esposizione di orchidee tropicali recise, ma anche i commercianti della zona faranno la loro parte decorando i negozi con orchidee sin dalla settimana precedente la manifestazione. All’orchidea, inoltre, saranno dedicati numerosi appuntamenti, tra conferenze, workshop e dibattiti, perché, oltre ad ammirarla, i visitatori possano apprendere metodi di coltivazione e segreti. Il cartellone è davvero ricco: può darci qualche altro spunto per orientarci? Sicuramente da non perdere è “Dove sei?”, la prima installazione italiana dell’artista svizzero Daniel Berset, con le sedie firmate da Riva1920. Ma sono notevoli anche la Casa sull’albero e tutte le novità proposte dagli espositori: La Chicca ci porta i suoi mirtilli siberiani e le bacche di Goji; l’Associazione Vivaio di Castel San Pietro in Canton Ticino espone le piante rare coltivate da rifugiati e persone socialmente svantaggia-
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te... Ci sono poi dibattiti interessantissimi, come quello con Carlo Pagani, giardiniere e collaboratore storico delle riviste “Gardenia” e “Leonardo”, intitolato “La mia rosa ha i pidocchi: cosa devo fare?” o incontri come quello di sabato 6 ottobre con Anna Gastel, che parlerà della musica d’autore nella vita e nell’opera di Luchino Visconti.. Ai bambini sono dedicati tanti laboratori per stare a contatto con piante e fiori, giocando e imparando. Non dobbiamo poi dimenticare i “battesimi botanici”, eventi in cui saranno presentati nuovissimi ibridi quali l’Iris Blu “Villa Erba” di Iris Cayeaux e la rosa dedicata da Rose Barni alla stilista inglese Vivienne Westwood, che sarà presente anche alla serata inaugurale (su invito, ndr) di giovedì 4 ottobre, in quanto madrina di Orticolario 2012. Un nome di enorme richiamo per il mondo glamour, che del resto sembra sempre più attirato dal concetto di “green”… Sì, ma aggiungo che questa tendenza è una tradizione già consolidata da anni per noi. Orticolario ha sempre scelto le proprie madrine nel mondo della moda (purché con la passione del giardino), coinvolgendo negli anni nomi quali Wanda Ferragamo, Lidewij Edelkoort e Rosita Missoni.
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orticolario 2012
Il programma: un florilegio di eventi e percorsi di Alessia Giorgia Pagano ph: Fusaro
Oltre 200 espositori d’eccellenza provenienti da tutto il mondo, diciotto installazioni multisensoriali, due battesimi floreali, un’agenda ricca di appuntamenti tra giardinaggio, arte, musica e moda...
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i troverete piante, fiori e stand, certo. Ma non aspettatevi nulla di usuale, perché il mondo di Orticolario è tanto ricco e immaginifico, creativo e ricercato, da potersi dire degno della penna di Lewis Carroll! Ci sono gli Araldi Narratori e le orchidee nane, le tillandsie che suonano al vento e le “Onde di colore”. Ma anche case sugli alberi, foglie parlanti, degustazioni di fiori… Tantissime sono le installazioni che fanno interagire suoni e luci, design e straordinari esemplari botanici, tutte armonicamente inserite all’interno del Centro Espositivo di Villa Erba. Un viaggio dei cinque sensi, udito in testa, nel mondo della natura; un percorso articolato e suggestivo intitolato “Emozioni sonore” e realizzato dal Gruppo Creativo di professionisti arruolati da Orticolario e coordinati da Anna Rapisarda, tra progettisti (Barbara Negretti e Ivano Losa per Ak47), light designer (Luca Montrone, curatore del Progetto Luce e Francesco Mazzola, ideatore delle Bio-torce firmate iFlame), ma anche conoscitori esperti di orchidee quali Alessandro Valenza e “giardinieri coraggiosi” come Stefano Passerotti. Sorpresa, incanto, emozione: un intreccio di sensazioni in cui sarà facilissimo lasciarsi trasportare come bambini in una favola… Eppure, come insegna il coniglio bianco, bisogna anche tener d’occhio l’orologio: l’agenda è più che mai ricca. Ci sono dibattiti e conferenze, performance, presentazioni e premiazioni, laboratori per i più piccoli, workshop e dimostrazioni pratiche per chi voglia apprendere i segreti dell’arte giardiniera direttamente dalla bocca (e dalla mano) dei migliori florovivaisti. C’è persino un torneo serale di burraco! Insomma, Strutturato come un giardino all’italiana, fitto come un bosco di conifere lariane, inebriante come una distesa di narcisi, il cartellone di Orticolario 2012 merita di sicuro uno sguardo più approfondito...
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Appuntamenti orticolario 2012
LE ORCHIDEE Al fiore elegante e sofisticato per eccellenza, simbolo dell’evoluzione botanica nella sua massima espressione, è dedicata questa edizione di Orticolario 2012. Il Progetto è stato affidato al produttore Alessandro Valenza, che ha utilizzato il canone classico di sezione aurea e tutti i numeri che ne scaturiscono per realizzare “Aural”, l’installazioneesposizione di orchidee presso il Padiglione Centrale. Una struttura complessa, geometrica, ambiziosa, che mette in comunicazione uomo e natura sul piano comune del linguaggio universale, impiegando forme e proporzioni ricorrenti e, in particolare, quattro spirali auree incluse in un cerchio, deputate ad accogliere quattro ambienti diversi (le stagioni, le zone climatiche, le età della vita, i colori). Qui troveranno posto oltre 600 orchidee appartenenti a 100 specie diverse, tra rarità, nuovi ibridi ed esemplari dalle forme stravaganti, messi a disposizione dai migliori vivaisti specializzati come pure da associazioni e privati. Si potranno, per esempio, ammirare l’ammaliante Vanda e le ballerine degli Oncidium, le forme grottesche dei Bulbophyllum di Ryanne Orchidée e il brillante bianco ceroso degli Angraecum, passando per le miniature di H2Orchids e le curve voluttuose dei classici Phalaenopsis, di cui Floricoltura Riboni Alfredo porterà in scena una particolare varietà impossibile da clonare, croce e delizia dei collezionisti. Senza dimenticare la Angraecum Sesquipedale o “Stella di Natale”, che sarà accompagnata da un rarissimo esemplare di Xanthopan Morganii Praedicta, l’unica farfalla al mondo in grado di nutrirsi del suo nettare, quasi impossibile da raggiungere in quanto posto in fondo a uno sperone di 25cm circa (se ne accorse Charles Darwin per primo, quando osservò il fiore in Madagascar). Non resteranno a bocca asciutta i coltivatori “in erba”, che potranno affidarsi allo “starting kit” per orchidofili firmato da Röelke. Per l’occasione sarà anche premiato il vincitore del primo Festival internazionale del cortometraggio botanico indetto da Orticolario e
dedicato all’orchidea selvaggia con il tema “Scoperta dell’orchidea spontanea in Europa”, ma sono numerosi gli incontri sul tema curati da Alessandro Valenza (v. box “Workshop” e “Dibattiti” nelle pagine seguenti). LE NOVITà BOTANICHE Cuore di Orticolario 2012 saranno naturalmente piante e fiori: un’esposizione d’eccellenza che propone il meglio della floricoltura internazionale, con una particolare attenzione per le novità più ricercate e le proposte più originali per rinnovare l’assortimento del proprio spaziogiardino. Fra i colorati stand di oltre 200 espositori troveranno spazio le bacche di Goji e i mirtilli siberiani dell’Azienda Agricola La Chicca, le “bustine curiose” di Patrizio Innocenti di Italsementi, il rampicante Lygedium Japonicum di Garden Studio, gli aceri giapponesi di Giancarlo Stucchi, le piante insolite e rare dell’Associazione Vivaio del Canton Ticino, che da anni dà lavoro a immigrati e rifugiati. Le meraviglie botaniche di Vivai Nord, Vivaio Terrantica, Valfredda, Ratti Alessandro Floricoltura e Antonio Radice saranno protagoniste delle installazioni di “Emozioni sonore”, mentre i premi assegnati dalle due giurie (Tecnica ed Estetica) ai migliori espositori sono essi stessi “sculture sonore” vegetali,
AGENDA
Le novità botaniche VENERDÌ 5 OTTOBRE 15 @Gazebo nel Parco Battesimo della Rosa “Vivienne Westwood”, alla presenza della stilista ore
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Ambientazioni Sonore
firmate dagli artisti Giacomo Sparasci e Anna Maria Miglietta de “Il Guardiano delle Acque”. La premiazione avverrà nella serata di venerdì 5 ottobre. Nel pomeriggio del primo giorno della manifestazione, invece, si potrà assistere a due battesimi botanici d’eccellenza quello dell’Iris “Villa Erba” ibridato dal francese Iris Cayeux, in omaggio alla dimora lariana tanto amata da Luchino Visconti e quello della Rosa “Vivienne Westwood” dedicata da Rose Barni alla stilista inglese madrina della manifestazione 2012.
“Sciabordio” @Pontile “Teatro dell’acqua” @Darsena “Giochi d’acqua” @Padiglione Centrale “Ti bramo” @Bambouserie “Via della seta” @Ala Regina “Ventora e Titinnio” @Bersò “Ci(cli)cale” @Boschetto “Agorà dei tintinnabuli” @Stand 26
Oasi di raccoglimento “Onde di colore” @Piazza del Grande Prato “Ondeggiando” @Nel parco, a pochi passi dal Vicolo Corto “Onda su onda...” @Pontile “Atelier della natura” @Piazza del Grande Prato
Giardini sensoriali “Mettiti in Ascolto”” @Padiglione Centrale “Giardino d’amor novo” @Serra Platani “Suono dell’anima...” @Golfo Platani
15.30 @Gazebo nel Parco Battesimo dell’Iris “Villa Erba” ore
19@ Gazebo nel parco “Premiazione dei migliori espositori” di Orticola 2012 ore
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DESIGN E INSTALLAZIONI Gli arredi, gli strumenti e le ultime novità per un giardino dal tocco design non solo troveranno posto tra gli stand, ma circonderanno il visitatore in ogni area del Centro Espositivo, visto che tutti gli allestimenti e le installazioni di Orticolario 2012 sono stati realizzati in collaborazione con partner d’eccezione, da Vittorio Bonacina a Tessitura Tele Metalliche Rossi Oliviero & C., passando per Riva1920. Illumineranno (letteralmente) tutta la manifestazione le proposte progettuali di lighting elaborate da Luca Montrone per Disano Illuninazione, tra luci bianche e prodotti LED all’avanguardia per tecnologia ed ecosostenibilità, così come le Mini Bio-torce “sting” ideate da Francesco Mazzola (i-Flame), che durante il giorno saranno eleganti elementi d’arredo, mentre dopo il tramonto si animeranno in vivaci fiamme. Nella grande installazione “Armonie” che Barbara Negretti ha progettato per il Prato della Villa Antica, si incontreranno l’innovativo sistema modulare per scenografie nel verde ideato da Ivano Losa per Ak47 e le “Briccole” di Riva 1920. Le sedie firmate dalla stessa azienda brianzola saranno, invece, protagoniste di “Dove sei?”, prima installazione italiana del celebre artista svizzero Daniel Berset, che riprende il tema a lui caro della seduta come privilegiato punto di osservazione antropocentrico tra cielo e terra. Non mancherà neppure una “casa sull’albero”, una bioarchitettura sospesa fra i rami, concepita dal team di Sullalbero come un loft dal design contemporaneo. Nella giornata di sabato, infine, alle ore 15.30, presso lo Spazio Gardenia dell’Ala Cernobbio, sarà presentata al pubblico “Giardino acustico”, la scenografica MAPPA
Design e installazioni “Armonie” @Prato di Villa Antica “Dove sei?” @Darsena “Sullalbero” @Stand 19-20 nel Parco
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potrà godere appieno del suono del silenzio, condizione necessaria per generare l’ascolto, nonché momento indispensabile in cui dialogare con la propria anima, rilassarsi, meditare, pensare. Gli allestimenti che Barbara Negretti ha preparato per questi luoghi intimisti declineranno il concetto di “onda”, dal movimento alla luce, dall’acqua al colore. Ecco allora i pouff in giunco di “Onda di colore”, le poltrone-dondolo di “Ondeggiando”, le sedute teatrali anni 70 di “Onda su onda”... Nella Piazza del Grande Prato, invece, si potrà scoprire l’Oasi “Altare della Natura” realizzata da Stefano Passerotti. GIARDINI SENSORIALI Differenti tra loro, perché ideati, progettati e realizzati attraverso tre diverse filosofie, i ”Giardini sensoriali” seguiranno un comune fil rouge: il concetto di percezione sensoriale nel giardino. Per l’occasione, Sara Pizzati ha messo in scena un bosco “dell’interiorità”, Anna Piussi un giardino segreto con sedute verdi da “mangiare con gli occhi” e richiami all’amor cortese di dame e cavalieri medievali, Yasuo Kitayama una composizione Zen di pietre naturali.
acustica realizzata da un pool curato le due installazioni “Via deldi architetti per Maria Nicotra la seta” e “Ventora e Titinnio”; in Pennisi. quest’ultima, per esempio, il visitatore si ritroverà tra tillandsie soAMBIENTAZIONI SONORE spese al vento e tintinnanti vasi I suggestivi percorsi disegnati dal di terracotta o porcellana. Un “Giardiniere coraggioso” Ste- progetto di Barbara Negretti accomfano Passerotti (“Sciabordio”, “Te- pagnerà, invece, l’Ambientazione atro dell’acqua”, “Giochi d’acqua”, “Ti sonora “Ci(cli)cale” all’interno di bramo”) saranno avvolti dalle Am- un boschetto, attraverso un’accurata bientazioni sonore di France- scenografia di piante e arredi. Presso sco Mantero di Ottonote, che lo spazio nel parco de “Il Guardiaha rielaborato i suoni e i rumo- no delle acque” (stand 76), infine, si ri concreti attinti da boschi e potrà ammirare la “Agorà dei tingiardini (battiti d’ali, fruscii di fo- tinnabuli”, un sentiero composto glie, soffi di vento, zampilli d’acqua, da sculture e piante, che confluirà gracidii) con riverberi, alterazioni in un Agorà di muse con simbolici e sovrapposizioni. Una “colonna Tintinnabuli. sonora” minimale sapientemente “mimetizzata” nei luoghi più ina- OASI DI RACCOGLIMENTO spettati: tra le foglie, in acqua, nei Alternate alle Ambientazioni sonovasi... Dal canto suo Orticolario ha re, sono aree in cui il visitatore
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ARTE, MUSICA, CULTURA Villa Erba è stata a lungo un luogo di villeggiatura molto amato dalla famiglia Erba, ma anche una location mondana per balli e concerti e un salotto d’élite per artisti, intellettuali e personalità del mondo industriale e politico. In linea con le suggestioni culturali evocate dal luogo, il programma di Orticolario 2012 è ricco di appuntamenti e dibattiti (v. box in queste pagine) che esplorano i fertili terreni di confine tra l’arte del giardino e la moda, la fotografia, la performance teatrale, la musica. Il primo pensiero corre in tal senso proprio a Luchino Visconti, strettamente legato a Villa Erba sin dall’infanzia. Figlio di Giuseppe Visconti di Modrone e Carla Erba, Luchino ereditò proprio dalla madre la grande sensibilità e la cultura musicale che avrebbe poi MAPPA
Punti Ristoro, bar e ristoranti All’aperto “Colazione nel Parco” cucina creativa “L’Oasi di galbusera bianca” cucina “bio” bistrot “Laghetto delle carpe” cucina italiana “Sol Levante” cucina giapponese con i fiori “Gazebo a lago” panini d’autore Nella Villa Ristorante “Villa Antica” cucina italiana “La Bollicineria” spumanti Franciacorta sulla terrazza di Villa Antica IN ALA CERNOBBIO “Pause e delizie in veranda” sfizioserie dolci e salate, bar Bar “Ala Cernobbio” panini IN ALA LARIO Bar “Ala Lario” panini
L’EVENTO
Il Torneo di burraco VENERDì 5 OTTOBRE 19.45 @Villa Antica contributo di 40 euro o 45 euro con biglietto d’ingresso a Orticolario 2012 (proventi destinati al Fai e ad associazioni del territorio) per info: burraco@orticolario.it ore
La musica di L. Visconti SABATO 6 OTTOBRE 19 @Atrio della Villa Antica “La musica d’autore nella vita e nell’opera di Luchino Visconti” A cura di Anna Gastel e Guido Taroni contributo: 25 euro (proventi destinati al Fai e ad associazioni del territorio) Prenotazione obbligatoria: lellatronchetti@hotmail.com - +39.347.2490654 ore
trasferito nelle sue opere. Ecco perché Orticolario rende omaggio al grande regista con uno dei passaggi più alti della sua filmografia: la “Quinta Sinfonia” di Gustav Mahler tratta dall’incipit del film capolavoro “Morte a Venezia”, un crescendo emotivo che accompagnerà il visitatore sul battello-navetta per e da Villa Erba. Da non perdere anche “La musica d’autore nella vita e nell’opera di Luchino Visconti”, un appuntamento curato da Anna Gastel e Guido Taroni, previsto per la serata di sabato 6 ottobre (prenotazione obbligatoria; v. box in pagina). Ma a Orticolario diranno la loro anche il mondo della fotografia, con una mostra fotografica di Daniele Cavadini sull’orto e quello del proscenio, con le curiose performance che animeranno questa tre giorni, dai “canti” di Luigi Sebastiani e dell’uomouccello Loris del Maistro, campione europeo di chioccolo (sabato 6 e domenica 7 ottobre dalle ore 10.30 alle 16 presso l’Anfiteatro dei Gelsi) alla piccola pièce sulla composizione di un davanzale fiorito a cura di Marion Bartel de “Le vert à soi” (venerdì 5 ottobre alle ore 16 e sabato e domenica alla mattina e al pomeriggio, presso la Villa Antica). Protagonisti della serata
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I DINTORNI Vista la ricchezza paesaggistica e storico-culturale del luogo, Orticolario organizza per i suoi visitatori Visite Guidate alla Villa Antica (www.villaerba.it) da prenotare in loco con un piccolo contributo. Merita una visita anche Il Giardino della Valle a Cernobbio, di fianco a Villa d’Este, mentre i più temerari possono “prendere il volo” con gli idrovolanti dell’Aero Club Como (info: +39.031.574495). AGENDA speciale organizzata per venerdì sera tra i marmi e gli specchi della Villa Antica saranno gli stessi visitatori, impegnati nell’agguerrito Torneo di burraco di Villa Erba (v. box nella pagina precedente). FIORI GOURMAND Quando vorrà fare una pausa culinaria tra un’installazione botanicoartistica e un illuminante workshop sulla cura delle orchidee, il visitatore non avrà che l’imbarazzo della scelta. Orticolario, infatti, cura l’offerta enogastronomica degli innumerevoli Punti Ristoro dislocati per tutto il Centro Espositivo di Villa Erba con la medesima attenzione alla qualità e all’originalità riservata a piante e allestimenti. Vi sono i menu orientali con fiori commestibili degli chef giapponesi e i “déjeuner sur l’herbe” con cucina creativa di Key Events, i sorbetti “bio” dell’Oasi di Galbusera Bianca e il bistrot dell’associazione Amici Comunità Cenacolo. E, ancora, panini d’autore, dolci merende in veranda (Pasticceria Marra), bollicine Franciacorta sulla terrazza di Villa Antica... BAMBINI Chi ha dei bimbi non esiti a portarli con sé! Gli appuntamenti di Orticolario 2012 pensati per i più piccoli sono tantissimi e tutti interessanti: laboratori per “naturalisti in... erba” (ma anche artisti, giardinieri-alpinisti, musicisti...), collage “di fiore in fiore”, giochi “sempreverdi”, piante parlanti, girotondi, mulini e “riciclette”...
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Workshop e dimostrazioni SABATO 6 OTTOBRE 14 @Ala Cernobbio Spazio Gardenia “La cura dell’orchidea” a cura di A.Valenza ore
DOMENICA 7 OTTOBRE 15 @Spazio dedicato nel Parco Dimostrazione “La cerca del tartufo lariano” a cura di Associazione Tartufai Lariani ore
17 @Ala Cernobbio Spazio Gardenia “La cura dell’orchidea” a cura di A.Valenza ore
SABATO E DOMENICA 10.30-15 @Villa Antica Laboratorio di arte floreale a cura del flower designer G. Ratti ore
ore 14-17.30 @Spazio dedicato nel parco
Dimostrazione “La fresatura dei ceppi” a cura di Giardini & Fiori 15.30 @Ala Cernobbio Spazio Gardenia Dimostrazione “La pittura ad acquerello” a cura di Roberta Mattioli ore
16 @Gazebo nel Parco, Stand 93 Workshop “Alberi? Parliamone... La potatura degli alberi ornamentali in ambito urbano” a cura di Soluzione Alberi ore
Dibattiti e conferenze VENERDÌ 5 OTTOBRE 18 @Ala Cernobbio Spazio Gardenia “La mia rosa ha i pidocchi: cosa devo fare?” con Carlo Pagani, Mimma Pallavicini, Anna Maria Botticelli ore
16 @Ala Cernobbio, Spazio Gardenia “L’orchidea spontanea nel territorio lariano” a cura di Pietro Testori ore
17 @Ala Cernobbio Spazio Gardenia “Camelie profumate e a fioritura invernale” a cura di Gianmario Motta e Andrea Corneo ore
17 @Stand 21 Marie Claire Maison “Regina di fiori - Il tema floreale nella moda” a cura di Antonio Mancinelli ore
SABATO 6 OTTOBRE ore 11 @Ala Cernobbio Spazio Gardenia Presentazione del libro “Il Maestro giardiniere” di Carlo Pagani e Mimma Pallavicini con Emanuela Rosa-Clot 11.30 @Ala Regina, Anfiteatro dei Gelsi “Dialogo sull’orchidea spontanea” con Alessandro Valenza e Pietro Testori + Premiazione del cortometraggio “Scoperta dell’orchidea spontanea in Europa”, vincitore del primo Festival di Cortometraggio Botanico indetto da Orticola ore
12.30 @Ala Cernobbio, Spazio Gardenia “Camelia sinensis: la coltivazione del tè in Italia” con Guido Cattolica e Andrea Corneo ore
DOMENICA 7 OTTOBRE ore
11 @Ala Cernobbio
spazio gardenia
“Donne di libri donne di fiori” Sveva Casati Modigliani dialoga con Rosa Teruzzi ore
12 @Ala Cernobbio
spazio gardenia
presentazione del libro “Rose” con Emanuela Rosa-Clot ore
14 @Ala Cernobbio
spazio gardenia
“Coltivazione delle camelie e altre acidofile” a cura di Andrea Corneo 16.30 @Stand 21 Marie Claire Maison “Wow factor in giardino” a cura di Gaetano Zoccali
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orticolario 2012
L’uomo tra terra e cielo, Daniel Berset a Orticolario di Giovanna Caprioglio ph: Fusaro
Un vero e proprio evento nell’evento è “Dove sei?”, la prima opera italiana di Daniel Berset, che l’artista ha realizzato proprio per Orticolario 2012. Un’installazione di grande effetto, che campeggia sopra i rotondeggianti cespugli di Bosso situati davanti al Lago: sedie in legno firmate da Riva1920 e dipinte di colore rosso, che sembrano fluttuare e danzare tra loro, grazie anche all’ingegno degli artigiani del ferro della FDM F.lli Mazzola, una “moderna fucina di Efesto”, dove il metallo si piega al progetto e al disegno dell’uomo. “The Lifestyle Journal” ha raggiunto l’artista per farsi raccontare il senso più profondo della sua opera. La sedia per lei è un motivo ricorrente, può raccontarci come l’ha interpretata in questa installazione? La sedia per me rappresenta in modo metaforico l’essere umano, che in questo caso è inserito nella natura e sospeso tra terra e cielo. Non ha certamente lo stesso valore sociale di “Broken Chair”, la mia opera esposta di fronte alla sede delle Nazioni Unite come pure della “Ligne Rouge”, sempre a Ginevra, che vuole denunciare la crudeltà delle mine anti-uomo. Ma anche quest’opera parla della vita e dell’uomo. Il titolo è “Dove sei?”, una domanda che si pone sempre più spesso in quest’epoca dominata dai cellulari e che credo sorga spontanea di fronte a una sedia vuota. Per me la sedia è un elemento poetico: osservando una sedia vuota si vede un uomo che non è lì. La bellezza del Parco di Villa Erba, poi, mi ha fatto pensare a una danza, uomini che danzano di fronte a un paesaggio meraviglioso. Chi arriva alla Villa dall’acqua nota subito l’opera, grazie anche alla scelta di dipingere le sedie di rosso, colore che per me rappresenta la vita, la linfa vitale. D’altronde l’averle prodotte in legno, in collaborazione con Riva1920, azienda di Cantù specializzata nella produzione di mobili, è indicativo del fatto che io voglia trasmettere un senso di vitalità, perché il legno è un materiale vivo, organico, fragile, che cambia con il tempo, proprio come l’uomo.
Nato nel 1953, Daniel Berset vive e lavora a Ginevra. Formatosi a la Middlesex Polytechnic School of London., ha poi conseguito numerosi premi e riconoscimenti, come le Bourses fédérales des Beaux-Arts (Swiss Art Award). Dal 1982 l’artista interroga il punto di vista dello spettatore attraverso le sue opere anamorfe 3D. Dal 1990 contesta il rapporto alla base con opere come “Mon Creux” o ancora “Mae de Agua”. Il 1997 fu segnato dalla creazione di “Broken Chair” , un’opera emblematica in Piazza della Nazioni a Ginevra. Ha partecipato a più di 60 esposizioni collettive in Svizzera e all’estero.
Dall’alto: un’immagine dell’installazione “Dove sei?“ di Villa Erba; l’opera “Broken Chair” a Ginevra
É la sua prima opera importante in Italia, cosa l’ha spinta ad accettare? Ho accettato l’invito soprattutto per il feeling con le persone coinvolte nel progetto e, naturalmente, perché si trattava di lavorare in un parco meraviglioso. Mi piace molto l’idea di non esporre all’interno di musei, bensì in spazi aperti, dove l’opera è accessibile a tutti e le persone possono dare spazio all’immaginazione. Questa villa, poi, fu la dimora di Luchino Visconti, regista che io amo molto. Lo ritengo un grande maestro, conosco tutti i suoi film, apprezzo la sua incredibile sensibilità: un uomo che aveva una vita così agiata, ma riusciva ad andare al di sopra delle cose, a parlare di vita, morte e solitudine. In questo vedo un forte legame con la mia opera, che in realtà parla proprio di solitudine: una sedia vuota trasmette la sensazione che, in fondo, siamo tutti soli, proprio come nei film del Maestro.
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Gli abeti della Val di Fiemme diventano Opere Sonore
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ià nel XVI secolo i liutai conoscevano le straordinarie caratteristiche acustiche dell’Abete della Val di Fiemme, che divenne un materiale prezioso ricercato dai migliori produttori mondiali e, su tutti, da Stradivari. Il paesaggio tipicamente alpino della Val di Fiemme è caratterizzato soprattutto dall’abete rosso, che cresce lentamente per oltre 150 anni sui versanti rivolti a nord-ovest della catena del Lagorai. Alcune piante riescono a sviluppare un’altezza di 40 metri, con esemplari che raggiungono una circonferenza di 4 metri e un volume di tronco di 20/25 metri cubi: quanto serve per costruire una casa. A tutt’oggi questi abeti sono coltivati secondo modalità rispettose della loro natura e dell’ambiente circostante, con procedure sostenibili attestate dall’ecocertificazione internazionale FSC (Forest Stewardship Council) per la salvaguardia della foresta. La Magnifica Comunità di Fiemme è l’ente storico (il primo documento risale al 1111) che governa e gestisce i boschi della valle, in cui oggi sono presenti oltre 60 milioni di alberi. Non tutti questi tronchi, però, possono diventare preziose tavole armoniche per violini, pianoforti, arpe e clavicembali: soltanto occhi esperti sono in grado di capire se le loro caratteristiche sono adatte. Si calcola che siano soltanto due alberi su mille quelli che hanno proprietà perfette per la musica. È ciò che fa da 50 anni la Ditta Ciresa di Tesero, lavorando questo legno di risonanza che dalla Val di Fiemme raggiunge numerosi paesi del mondo, arrivando fino ai liutai più esperti e alle migliori fabbriche di pianoforti. Fabio Ognibeni lo utilizza anche per creare le sue Opere Sonore, capolavori in legno di Abete di Fiemme che, sfruttando il principio delle casse armoniche, sono in grado di riprodurre il suono in modo naturale, con la sola vibrazione del legno e un timbro e un’acustica molto caratteristici. Veri strumenti d’ascolto musicale, che arredano: un modo assolutamente innovativo e naturale per ascoltare la musica. Collegata a qualsiasi sorgente audio ciascuna Opera Sonora trasmette il suono attraverso la speciale vibrazione di questo legno, sapientemente lavorato e modellato a mano, come un moderno liutaio che realizzi uno strumento. Si tratta quindi di uno strumento prezioso e funzionale, ma anche di un oggetto di design, che può essere pensato come complemento d’arredo, eliminando tra l’altro il vincolo del posizionamento, visto che
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l’irradiazione acustica a 360 gradi va al di là del concetto di effetto “stereo”. Da parete o da terra, in varie forme e colorazioni del legno, questi veri e propri oggetti d’arte sono prodotti in serie limitata e numerata. Per saperne di più: www.ciresafiemme.it.
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L’orchidea: il glamour sconosciuto di Giovanna Caprioglio
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ianta protagonista di Orticolario 2012 è l’orchidea, che sarà presentata in moltissime specie messe a disposizione da eccellenti vivaisti e celebrata con un’installazione presso il Padiglione Centrale firmata da Alessandro Valenza, esperto specializzato proprio nella coltivazione di questo fiore. Intervistato da “The Lifestyle Journal”, Valenza descrive così il suo progetto: «utilizzando il concetto di “sezione aurea” e tutti i numeri che ne scaturiscono, ho pensato a un’installazione che contenga in sé le forme e le proporzioni riscontrabili in noi e in tutto ciò che nella natura ci circonda, dal fiore a cui è dedicata, l’orchidea, al passaggio del tempo. Quattro spirali auree di quattro colori diversi incluse in un cerchio abbracceranno quattro ambienti come le età, le zone climatiche e le stagioni». Nell’approfondire i significati di quest’opera, ne approfittiamo per farci raccontare da Valenza qualcosa in più sull’orchidea, simbolo di raffinatezza per eccellenza. Anzitutto scopriamo che si tratta della pianta con più specie in natura: supera addirittura le 25.000 tipologie e riesce a crescere in ogni tipo di clima e ambiente, dall’Australia alla Groenlandia. Si può dire che, se l’uomo rappresenta la massima evoluzione del mondo animale, l’orchidea lo è per quello vegetale. Le specie conosciute dai più sono solo quelle più scenografiche e probabilmente più facili da curare, ma esistono orchidee di pochi millimetri ed esemplari di molti metri di altezza, con fiori piccolissimi o enormi: ciò che le accomuna tutte è la perfetta simbiosi con l’ambiente circostante, visto che la loro riproduzione avviene unicamente grazie a una specifica varietà di fungo. Tutte le orchidee non spontanee sono quindi riprodotte in vitro, con una sorta di “inseminazione” artificiale. In questi anni si sono proposte sul mercato una decina di tipologie di orchidea, spesso ibridate per migliorarne aspetto e caratteristiche. La più venduta in questo periodo è sicuramente la Phalenopsis, che proviene dal Sud-est asiatico e pare superi ormai una produzione da 1 miliardo di piante al mondo, ma la specie ultimamente più “alla moda” si chiama Vanda, è di origine thailandese ed è molto amata per le sue particolari striature e colorazioni. Da scoprire sono poi anche la Lycaste detta “Ballerina”, che ha origini sudamericane, è caratterizzata da fiori gialli più piccoli ed è usata molto anche recisa a fini decorativi, e la Cymbidium, di origine australiana e giapponese, con un fiore molto ampio e una grande resistenza alle basse temperature, peculiarità che, nei in climi più miti, ne permette la coltivazione in esterno. Anche la Paphiopedilum, soprannominata
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“scarpetta di Venere” per la forma del suo fiore, ha una buona resistenza al freddo, visto che nasce originariamente in India e Nepal, ad altitudini piuttosto elevate. Scopriamo così che in realtà la maggior parte delle orchidee è abituata a repentini abbassamenti del termometro, per via dei climi monsonici. Ecco perché la vita in appartamento, e quindi in un clima molto secco, diventa spesso molto difficile per questa pianta (a volte basta spostarla in un luogo più fresco per farle rifiorire). Altrettanto spesso, poi, la pianta muore per troppo innaffiamento, secondo la leggenda che le orchidee abbiano bisogno di molta acqua, quando in realtà necessitano di tanta umidità. I luoghi comuni e le false credenze sul tema, insomma, si sprecano; per fortuna tutti gli appassionati potranno raffinare le proprie conoscenze (e il proprio pollice verde), grazie a Orticolario e ai suoi numerosi espositori esperti!
Alessandro Valenza Alla tenera età di 8 anni comincia a coltivare orchidee, grazie alla grande passione del padre per la natura, aggiudicandosi premi in ambito fieristico già a 12. Nei primi mesi dopo il 2000, ne fa una professione, iniziando a collaborare con aziende produttrici provenienti da tutto il mondo e organizzando per loro decine di fiere in Europa. La passione e i contatti creati negli anni lo portano a esplorare zone remote nelle foreste del Sud-est asiatico, ma anche a conoscere personalità, esperti e produttori importanti in Malesia, Tailandia, Indonesia, Cina, Filippine, Taiwan, che lo introducono nell’ambito fieristico mondiale. Così, oltre a collaborare con università e istituzioni del settore, partecipa ad alcune delle più prestigiose fiere di orchidee. Nel frattempo, porta avanti un programma di riproduzione di specie rare e inusuali e di ibridazione per produrre nuove varietà commerciali e non, oltre a sperimentare tecnologie per la coltivazione in ambienti alternativi.
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Il bon ton dei fiori per ogni occasione di Eleonora Miucci
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ono da sempre una nota gentile, un regalo semplice che si presta per le occasioni più disparate. Dalla nascita al matrimonio, i fiori sottintendono un linguaggio carico di sentimenti, amore e gratitudine. Il bon ton suggerisce “fiori per ogni occasione”, sempre in numero dispari e sempre accompagnati da un bigliettino scritto a mano. Per esempio, è buona educazione inviarli prima o dopo un pranzo cui si è stati invitati, un compleanno o una laurea; in ogni caso il pensiero floreale è un classico sempre gradito che richiede alcune attenzioni nella scelta. È cosa risaputa che le rose rosse sono per antonomasia il fiore della passione e che il ciclamino simboleggia
diffidenza, ma sono convinta che nonostante esistano significati diversi dettati dal linguaggio dei fiori, ognuno è libero di seguire il proprio gusto e il proprio stile. Certo, magari evitando di regalare crisantemi a una futura sposa dato che la loro fioritura avviene proprio nel periodo in cui in Occidente si ricordano i defunti; piuttosto è meglio optare per un’orchidea in vaso, una soluzione che permette a chi la riceve di godere della sua fioritura per un tempo più prolungato. Le regole del Galateo consigliano, poi, a chi riceve dei fiori di ringraziare di persona alla prima occasione d’incontro, con una telefonata o, nel caso di rapporti formali, inviando un biglietto cortese.
Alcuni esempi: IRIS: Buona Notizia VIOLA DEL PENSIERO: Pensa a me LIGUSTRO: Giovinezza MAGNOLIA: Somma bellezza, candore MARGHERITA: Grazia e bontà MUGHETTO: Innocenza
Eleonora Miucci Lifestylist, Social Etiquette Specialist e Author, Madame Eleonora è esperta di bon ton e arte del ricevere con stile. Collabora con riviste di lifestyle e testate online e cura alcune rubriche personali su vari magazine. Scrive in particolare di Galateo e “savoir-vivre”, coniugando l’amore per le buone maniere e il gusto per le cose belle della vita. In uscita, a novembre, il suo libro “Invitare con stile. Il Galateo di Madame Eleonora”, edito da Malvarosa Edizioni. www.ilgalateodimadameeleonora.com
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storie di famiglia
Rattiflora: una storia di passione e successo di Giovanna Caprioglio
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a storia della Famiglia Ratti è un luminoso esempio di come chi davvero insegue le proprie passioni abbia molte più possibilità di avere successo... Per Mario Ratti lasciare negli anni 30 l’azienda di famiglia, una florida industria nel settore della stampa del ferro, per seguire la propria passione per il giardinaggio fu senza dubbio una scelta coraggiosa, per molti persino scellerata. Eppure nel 1938, a soli tre anni da questo grande passo, Mario Ratti inaugurò a Como un meraviglioso negozio di fiori e piante che in breve tempo fu in grado di conquistare la migliore clientela comasca. Oggi il Gruppo Rattiflora è una vera e propria azienda, con più di 60 dipendenti e collaborazioni in ogni parte del mondo e in ogni settore florovivaistico, dal verde pubblico al privato, dai matrimoni da favola a eventi per ogni occasione. Il grande slancio industriale fu dato dai figli del fondatore, Pierluigi ed Alfredo, che negli anni 60 tornarono in azienda dopo essersi formati presso la prestigiosa Scuola di Ingegneria Orticola e Paesaggistica di Ginevra, a quei tempi la migliore in Europa. La competenza acquisita con lo studio e l’innata creatività fecero sì che le commesse divenissero sempre più importanti, dalle grandi ville sul Lago di Como al mondo della moda, uno dei settori più rilevanti per l’azienda sin dagli anni 70, soprattutto per la visibilità internazionale che fu in grado di offrire. «Il primo grande evento che realizzammo per la moda fu una festa di Giorgio Armani: posso davvero dire che da quel giorno tutti i più grandi brand hanno richiesto la nostra collaborazione» racconta Alfredo Ratti a “The Lifestyle Journal”.
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RATTIFLORA SAS Via P. Mascagni, 5 Casnate con Bernate (CO) +39.031.564270 www.rattiflora.com
storie di famiglia
Così, partita da una piccola serra in parte trasformata in circolo culturale, Rattiflora vanta oggi una sede di oltre 50.000 metri quadri a Casnate con Bernate, dove trovano spazio gli uffici, lo studio di progettazione, le serre e i laboratori. Senza dimenticare il punto vendita “Boutique” a Como e il “Garden Center” di proprietà a Lipomo (all’ uscita della città in direzione Lecco-Erba). Da qualche anno sono entrati nei vertici del Gruppo anche i figli di Alfredo e Pierluigi, apportando ciascuno la propria personalità e competenza. Erica, figlia di Alfredo, è specializzata nel ramo del paesaggio e dei giardini e ha alle spalle stage e collaborazioni con grandissimi architetti, tra cui Renzo Piano. Federico, figlio di Pierluigi, ha invece vissuto alcuni anni negli Stati Uniti, dove ha imparato a unire l’estro creativo alla gestione imprenditoriale; oggi segue la parte scenografica e di floral design di grandi eventi privati e matrimoni, tra cui ricordiamo quelli di prestigiose famiglie ita-liane quali gli Agnelli e i Moratti, come pure le nozze di Madonna e Jennifer Lopez. Da poco ha iniziato a collaborare con il Gruppo anche Giovanni, secondogenito di Alfredo, e «senza dubbio un altro creativo della famiglia». Tutti, padri e figli, sono sempre e comunque alla ricerca delle nuove tendenze, dei migliori fornitori e di collaboratori con la loro stessa sensibilità per il bello. Una leadership di livello internazionale quella di Rattiflora, ottenuta avendo sempre ben chiaro un obiettivo comune: offrire il massimo ai propri clienti, esaudire l’impossibile e suscitare grandi emozioni. «Per la nostra crescita professionale e culturale, molto importante è stata la collaborazione con Beppe Modenese, grande maestro della moda, del costume, degli eventi e del ricevere, che ci ha introdotti tra le più importanti case italiane, aiutandoci così a farci interpreti delle esigenze “vegetali” dei più
prestigiosi stilisti», ricorda Alfredo Ratti. L’azienda è stata presente per più di 15 anni agli eventi FIAT più rilevanti, come racconta Alfredo, che ricorda «In occasione della celebrazione del centenario della Casa automobilistica, vedendomi esausto per l’impegno svolto, l’avvocato Agnelli mi disse: “Via, Ratti, eppure sapevi di questo giorno da 100 anni!”». Degna di nota è anche la spedizione effettuata in Pakistan con il Laboratorio di Paleobotanica del Museo di Como, per la ricostruzione della vegetazione presente nella valle dell’Indo durante il periodo Neolitico. Una storia umana e lavorativa importante, che traspare dalla maestria di saper creare allestimenti da togliere il fiato, parchi meravigliosi in tutte le stagioni come quello di Villa Erba e creazioni originali per ogni occasione, dalla cena di gala al party, sino a fiere e convegni. Un patrimonio di esperienze a cui si legano indissolubilmente l’arte contemporanea e il design d’avanguardia, mondi che da sempre la famiglia Ratti frequenta e sostiene anche organizzando eventi (incontri, manifestazioni, installazioni, mostre) presso le proprie Serre, legati alla storia culturale del territorio e, in particolare, al Costruttivismo e all’Astrattismo architettonico e pittorico. A queste attività si affianca il sostegno fornito a numerose iniziative benefiche, tra cui la “Azalea della Ricerca” della A.I.R.C., la “Gardenia” della A.I.S.M. e, non ultima, Orticolario, manifestazione di riferimento per un giardinaggio più evoluto. «C’è ancora molto da fare per sensibilizzare le persone alla cultura del verde; per questo da anni collaboriamo anche con il F.A.I. per il recupero e il rispetto degli spazi storici», conclude Ratti. Siamo però certi che, di fronte alle loro creazioni, non esista persona che non si emozioni, comprendendo meglio l’importanza della natura nella vita di ogni giorno.
In apertura: Casta Diva Blevio In questa pagina, dall’alto in senso orario: il Palazzo del Ghiaccio di Cortina d’Ampezzo; sfilata Cavalli 2004; allestimento di un matrimonio a Roma; la famiglia Ratti
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orticolario INSIDE-OUT
Intervista doppia:
CC: Che la vita del vivaista sia faticosa e sacrificata.
Entrambi sono nati col “pollice verde”, hanno trasformato l’amore per le piante in una professione ed esporranno a Orticolario... Ma uno, torinese, si occupa di peonie e l’altro, “ibrido” argentino, di tillandsie...
La parte più interessante del suo lavoro? CS: Riprodurre le piante e selezionare nuove varietà. CC: Accudire le giovani tillandsie in via di sviluppo, controllarne la crescita e, in questo momento, studiare la simbiosi che si crea tra questi fiori e certi animali.
Carlo Salvi Quali sono le sue origini? CS: Sono nato e cresciuto a Torino e ho origini piemontesi, liguri e romane! CC: Sono nato a Buenos Aires da padre romano e madre argentina. Mio nonno paterno era di Piana degli Albanesi, vicino Palermo, e quello materno inglese. Come si può vedere, sono il risultato di un’ibridazione tipicamente argentina! Da quanti anni fa questo lavoro? CS: Da 7 anni a tempo pieno e per i primi 18 “parttime” (quando i miei genitori hanno iniziato questa avventura, io li aiutavo d’estate e alle mostre-mercato). CC: Da oltre un ventennio. Una passione innata o ereditata? CS: La passione per l’agricoltura in senso lato è sicuramente qualcosa che mi ha trasmesso mio padre, quella per le peonie e il giardino viene forse più da mia madre e dalla sua famiglia. CC: La passione per le tillandsie si è sviluppata in me da un ricordo: mia nonna materna le coltivava in giardino e io da bambino ero molto incuriosito da quelle strane piante che crescevano appese ai rami e persino sui muri. Un giorno le ho chiesto dove le avesse prese e mi ha risposto: «las trae el viento» (le porta il vento). Questa risposta mi ha suggerito il nome della mia azienda. Ci tratteggi la caricatura di chi fa la sua professione. CS: Non saprei proprio… di sicuro poco autoironici! CC: Il vivaista è una persona soggetta a crisi di astinenza dalle conseguenze imprevedibili, spesso pericolose, se passa più di quattro giorni lontano dal suo vivaio. Ragion per cui le mostre del settore hanno una durata non superiore ai tre giorni. Un luogo comune da sfatare? CS: Che la fioritura delle peonie duri piuttosto a lungo.
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Classe 1977, torinese, è sposato, ha una figlia e guida con passione da metà degli anni 90 “I Vivai delle Commande”. «Il progetto è nato con l’intento di riprodurre una collezione di peonie raccolta negli anni dai miei genitori, Lodovico e Gabriella Salvi Del Pero. Il vivaio è parte di una tenuta agricola situata a 30km da Torino e appartenente alla nostra famiglia da più di tre secoli». Prevalentemente coltivata a cereali, la proprietà vanta oggi circa tre ettari completamente dedicati alla coltivazione delle peonie e delle hosta, con una collezione di oltre 150 varietà, continuamente rinnovate ricercando le novità create dai migliori ibridatori, prevalentemente negli Stati Uniti. Ecco la descrizione dei Vivai delle Commande attraverso le belle parole di Caterina Gromis di Trama: «(...) Dopo i pioppi e uno squarcio di granturco con il Monviso sullo sfondo, ci si addentra in una bella macchia di acacie. Pochi metri e si apre in un paesaggio inaspettato, dove la pianura trova respiro nei primi orizzonti del Pianalto. Per arrivare al vivaio si passa accanto alla casa di famiglia, di cui si respira l’atmosfera costeggiando un muretto in cui nidifica l’upupa. Poi, primo a ricevere gli ospiti con una luce che sembra un gioco di pennelli, il lago. I campi di peonie sono lì accanto, uno spettacolo quando sono in fiore in un trionfo di colori, una delizia quando sono appena sfiorite o ancora in boccio, e da lontano si distinguono le sagome di Ico, di Mumi e di Carlo al lavoro, intenti alla quotidiana battaglia che ogni giardiniere conosce, contro le erbacce, i parassiti, le muffe (...) ». www.vivaicommande.com
La pianta che ama di più? CS: La peonia, ovviamente, ma non ho una sola varietà che preferisco, sono molte e non credo di avere spazio a sufficienza per elencarle tutte… CC: La Tillandsia Aerantos, che è capace di adattarsi alle situazioni più estreme e sopporta senza problemi temperature che vanno da 45° a 5° sotto zero. Specie molto prolifera, forma grandi clumps dal bellissimo aspetto, specialmente durante la fioritura. In Argentina la chiamano “clavel del aire” (garofano dell’aria) data la forma delle foglie, mentre nel Catanese è “la pianta dei nonni” perché è stata portata in Italia nel secolo scorso dagli emigranti che tornavano in patria dall’Argentina. Esiste una pianta più “italiana” di altre? CS: Non credo, esistono moltissime specie endemiche che vanno salvaguardate.
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florovivaisti a confronto
CC: Sì, il Lycopersicon Esculentum, comunemente chiamato “pomodoro”. Questa pianta, “immigrata” in Europa dall’America Latina, ha saputo integrarsi al punto da rendere i suoi frutti indispensabili nella cucina italiana. La famosa dieta mediterranea, infatti, è impensabile senza il pomodoro e l’Italia occupa il terzo posto nel mondo per produzione ed esportazione di pomodori. Più “italiana” di così…
CC: In un bosco. E a fare l’amore? CC: Nel ninfeo della Villa dei Quintilii sulla Via Appia Antica a Roma. CS: Sempre in montagna, ma in una baita isolata. L’albero sotto cui sedersi a sfogliare “The Lifestyle Journal”? CS: Un carpino. CC: Il Ficus Macrophylla dell’Orto botanico di Palermo.
E una specie perfetta per il Lago di Como? CS: Tutte quelle del territorio. CC: La Tillandsia Aerantos! Qual è il giardino più bello d’Italia secondo lei? CS: Il Giardino di Ninfa a Sermoneta (LT). CC: “La Mortella” a Forio d’Ischia. Un luogo verde che non esiste sulle guide turistiche? CS: Le colline alle spalle di Torino: tanto verde e ossigeno a pochi minuti dalla città. CC: Le mie serre. Dove porterebbe a passeggiare la donna della sua vita? CS: Sui Monti Sibillini.
Claudio Camarda «Sono nato a Buenos Aires, da padre italiano e madre argentina», racconta Claudio, protagonista di una storia straordinaria. «All’Università di Filosofia mi hanno inserito nella lista nera degli oppositori al regime, a causa delle mie idee politiche contrarie alla dittatura del generale Videla. Sono riuscito a evitare la tortura e probabilmente la morte, grazie alla mia buona stella che mi ha voluto altrove nel momento dell’arrivo degli squadroni paramilitari. Hanno ripulito la casa, distruggendo tutto ciò che non potevano rubare, ho perso ogni cosa e così è iniziata la mia vita da latitante.... Ho cercato rifugio presso l’Ambasciata italiana, dove l’allora console Enrico Calamai si è esposto in prima persona, nascondendomi nella sua residenza. In seguito sono stato accolto nella Chiesa degli Immigranti dei padri salesiani, nel quartiere italiano “La boca” e lì sono rimasto finché, grazie alle trattative del Governo italiano, mi è stato permesso di lasciare il paese per venire in Italia. A Roma ho trovato tanta solidarietà e ho conosciuto la donna che oggi è mia moglie (Gladis Alicia Pereyra, ndr). Nuove amicizie, orizzonti e occupazioni, soprattutto nell’ambito dell’artigianato, che in quel periodo (il ‘76) esercitava un’attrattiva particolare sui giovani che volevano lavorare in libertà, senza sottomettersi alla routine dell’impiego fisso. Ho lavorato cuoio, corda, metallo e ceramica, e poi ho scoperto la tillandsia... Oggi la mia azienda “Le figlie del vento” è il punto di riferimento per chiunque s’interessi al genere. Partecipo alle più importanti mostre del settore e ho ricevuto numerosi premi». www.tillandsie.com
L’evento dell’anno che aspetta con più trepidazione? CS: Probabilmente il momento in cui invasiamo le piante che abbiamo coltivato per i tre anni precedenti: il buon risultato del lavoro (e della molta fatica!) è ciò che mi dà più soddisfazione. CC: La presentazione del nuovo libro di mia moglie. L’architettura del verde, nonostante la grande tradizione nostrana, è forse ancora poco considerata in Italia, soprattutto a livello pubblico. Un suggerimento a sindaci e amministratori locali? CS: Delegare ai privati la cura del verde; io, anzi, la renderei proprio un obbligo. CC: Affidarsi di più ad architetti paesaggisti (in Italia ce ne sono di eccellenti!) e a vivaisti specializzati; non lasciare morire i piccoli spazi verdi nelle periferie delle grandi città per mancanza di manutenzione ma, anzi, crearne altri. E non permettere che si continuino a martoriare gli alberi dei centri urbani con potature sconsiderate che non tengono conto né dell’armonia della pianta né dell’ambiente circostante né del pericolo che un albero mal potato possa rappresentare in un luogo pubblico. E il consiglio che darebbe a chi voglia creare il proprio giardino? CS: Sporcarsi le mani e osare. CC: Per creare un giardino in grado di darci soddisfazioni, le prime cose da considerare sono: tipologia del terreno, clima e acqua a disposizione. Ottenute le informazioni necessarie su questi tre fattori, possiamo iniziare a cercare le specie più adatte e a pianificare l’architettura dello spazio. Inutile lasciarci prendere dall’entusiasmo e acquistare piante che ci fanno innamorare a prima vista, ma che poi non sono in grado di svilupparsi nelle condizioni che possiamo offrire loro, perché in questo modo si va solo incontro a delusioni. Un ultimo consiglio: è bene consultare libri e riviste specializzati e ascoltare il parere degli esperti. Un volume utilissimo, oltre che molto godibile a livello di lettura, è “All’ombra delle farfalle” di Francesca Marzotto Caotorta.
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itinerari
In battello sul Lario, tra ville e magnifici giardini di Giovanna Caprioglio
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randi Giardini Italiani ha certificato in Italia settanta giardini, tra cui quattro solo nella Provincia di Como. Il dato è sicuramente indicativo, ma va detto che il patrimonio delle ville e dei giardini sul Lago di Como è molto più importante. Sono, infatti, più di quaranta i giardini visitabili sul territorio, di proprietà privata e pubblica, che attirano e stimolano una nuova forma di turismo sempre più in voga, il cosiddetto “Horticultural Tourism”. Così, partendo da Villa Erba, prestigiosa sede di Orticolario, proviamo a proporvi un itinerario, un viaggio ideale magari a bordo di un vecchio battello, che fa tappa fra le ville e i giardini più rappresentativi del Lario. Villa Erba, nota principalmente come dimora di Luchino Visconti e concepita a fine Ottocento secondo l’ispirazione di tipo manierista, è riccamente decorata dalle opere di Angelo Lorenzoli e dai numerosi dipinti che abbelliscono pareti e soffitti. Il suo Parco secolare è l’unico completamente pianeggiante tra quelli che si affacciano sul Lario. I suoi 15 ettari sono da sempre impostati “all’inglese”, con gruppi di alberi, arbusti in fiore ed eleganti aiuole multicolori che, seguendo il lungolago, sottolineano la splendida vista che si apre sull’acqua e che ha affascinato letterati e poeti in ogni tempo. Confinante con Villa Erba è l’elegantissima Villa d’Este, oggi albergo a cinque stelle, nata a metà del Cinquecento per volontà del cardinale Tolomeo Gallio. Nel tempo il giardino ha in parte perso l’impostazione cinquecentesca, ma molto rimane del gu-
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sto barocco, tra cui il celebre ninfeo, decorato a mosaico con ciottoli policromi e ricco di bossi, rose, pitosfori, piante d’edera, che fa da ingresso e da base alla doppia catena d’acqua, fiancheggiata da allori, magnolie e cipressi, risalendo fino al tempietto di Ercole e Lica. L’ultimo intervento paesaggistico importante è stato quello della contessa Peluso, che fece realizzare nella zona alta un complesso di mura e finti fortilizi calato in un parco all’inglese con sentieri, ponti e boscaglie. Riprendendo poi il battello e proseguendo verso nord, all’altezza di Lenno, appare dall’acqua in tutta la sua eleganza Villa del Balbianello, edificata nel Settecento dal cardinal Durini su un promontorio, il “dosso di Lavedo”, sopra i resti di un piccolo cenobio religioso francescano. Nel succedersi di vari proprietari in questi due secoli, la Villa passò infine a Guido Monzino, noto imprenditore milanese, colto collezionista e appassionato viaggiatore, che la restaurò, trasformandone una parte in museo, e che, dopo la sua morte, lasciò l’edificio, gli arredi e lo splendido giardino in eredità al FAI, con una dote che ne supporta ancora oggi la manutenzione. Per la conformazione rocciosa della penisola, la tipologia del giardino è di impronta paesistica; non fu possibile creare un vero e proprio giardino all’italiana, anche se siepi di lauro e di bosso delimitano con geometrica precisione zone e tappeti erbosi. Di grande impatto è, poi, il patrimonio arboreo di lecci, platani, magnolie e cipressi, studiato perché il Lago sia il vero protagonista. A livello architettonico, un particolare davvero originale
Indirizzi
Villa Erba Largo Luchino Visconti, 4 Cernobbio (CO) +39.031.3491 www.villaerba.it Villa d’Este Via Regina, 40 Cernobbio (CO) +39.031.3481 www.villadeste.com Villa del Balbianello Via Comoedia, 5 Lenno (CO) +39.0344.56110 villabalbianello.com Villa Carlotta Via Regina, 2 Tremezzo (CO) +39.0344.40405 www.villacarlotta.it Villa Melzi Via Lungolario Manzoni Bellagio (CO) +39.339.4573838 www.giardinidivillamelzi.it Villa Monastero Via Polvani, 4 Varennza (LC) +39.0341.295450 www.villamonastero.eu
itinerari
In questa pagina, dall’alto in senso orario: Villa Melzi, Villa del Balbianello, Villa Erba Nella pagina accanto, dall’alto in senso orario: Villa Monastero, Villa Carlotta
della Villa è la loggia che permette di ammirare contemporaneamente gli opposti paesaggi della Tremezzina, vero cuore del Lario, e del bacino verso l’Isola Comacina. Salendo ancora lungo il lago, all’altezza di Tremezzo si trova la meravigliosa Villa Carlotta, incastonata tra le montagne, con una vista impareggiabile su Bellagio. Fu costruita alla fine nel 1690 da Giorgio Clerici, a cui si deve la costituzione del giardino all’italiana che la fronteggia, con scalinate, balaustre, una fontana e uno straordinario pergolato di agrumi; passò poi nel 1795 al collezionista Giambattista Sommariva, che la rese quello straordinario museo ancora oggi visitabile con opere di Canova, Hayez e Thorvaldsen. A Sommariva si deve la trasformazione della zona collinare dietro l’edificio in un parco con grotte, sentieri e scorci prospettici, ma sono stati numerosi gli interventi successivi, che hanno portato alla creazione di in un raffinato giardino romantico, con oltre 800 varietà di piante diverse. Solo tra le azalee e i rododendri, si contano oltre 150 varietà: uno spettacolo imperdibile durante la fioritura primaverile. Di fronte a Villa Carlotta, sulla penisola di Bellagio, merita una visita Villa Melzi, in perfetto stile neoclassico, che, con le sue linee sobrie, mette ancora più in risalto il paesaggio circostante. Il giardino all’inglese fu progettato dall’architetto Luigi Canonica e dal botanico Luigi Villoresi, entrambi curatori del parco della Villa Reale di Monza. Corredato di pregiati gruppi marmorei, statue di varie epoche e di un chiosco in stile moresco, il parco ha anche un ricco patrimonio botanico. Al di là del cancello si incontra persino un originale giardino giapponese, con 25 esemplari di Acer Palmatum che si specchiano in una vasca. Da Bellagio, proseguendo sulla sponda orientale del Lago, verso Varenna, si raggiunge, infine, Villa Monastero, il cui giardino si è adattato ai fianchi scoscesi del terreno, con una movimentata disposizione a terrazzamenti e svariati elementi architettonici (balaustre, statue, tempietti, vasi, vere da pozzo e fontane, alternati a vialetti e scalinate). Di particolare interesse sono le specie arboree esotiche disseminate per tutta l’area del parco: palme africane e americane, agavi, yucche, dracene, agrumi e oleandri, oltre ad alcune rarità botaniche quali l’Eritea Armata, palma a grandi foglie argentee a forma di ventaglio. Ma il tour potrebbe continuare per molte altre ville e giardini, sia sul Lago che nell’entroterra, come Villa Carcano e Villa Olmo a Como o, ancora, la Fondazione Minoprio…
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itinerari
Il Lario, tra trekking, pedalate e passeggiate a cavallo di Giovanna Caprioglio
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a zona del Lario non offre soltanto i meravigliosi paesaggi del Lago di Como che tutto il mondo ci invidia, ma anche vallate e paesini che, nel loro piccolo, meritano di certo una visita. L’ideale per apprezzare natura e territorio, percorrendo sentieri e itinerari di grande interesse, è senza dubbio muoversi a piedi, in bicicletta o a cavallo. Gli amanti del trekking, per esempio, possono godere di uno splendido itinerario nella zona del Lario Lecchese, sulla sponda orientale del Lago. Si parte da Abbadia Lariana e si sale fino al paese di Colico, attraverso Il Sentiero del Viandante, antica via di collegamento con la Svizzera che sale a mezza costa fuori e dentro i centri abitati, per poi arrivare ai piedi della Valtellina. A livello naturalistico in questo percorso si incontra uno degli scenari più suggestivi del Lago: l’Orrido di Bellano, un meandro di rupi formato dal Pioverna, che si percorre attraverso strette passerelle sospese tra rocce e rapidi torrenti. Non mancano, però, interessanti cittadine come Varenna, uno dei posti più panoramici del Lago nonché un luogo di origini antichissime, con un poetico porticciolo dominato dalle rovine del Castello di Vezio, che si ergeva a controllo del centro lago e ospita oggi molte mostre e manifestazioni. In bicicletta o a cavallo, poi, le possibilità si moltiplicano a dismisura, dalla pianura ai boschi, passando per le alture. Le strade intorno al Lago sono una meta molto amata dagli appassionati delle due ruote, anche perché hanno fatto la storia del ciclismo mondiale (basti ricordare la leggendaria Salita del Ghisallo). Chi, invece, preferisse una rilassante gita nella
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natura, può scegliere tra innumerevoli itinerari più semplici. Una proposta suggestiva, soprattutto dal punto di vista panoramico, è la Dorsale Brunate-Colma del Piano-Bellagio. Si tratta di un bellissimo percorso che attraversa in verticale il cosiddetto “Triangolo Lariano”, cioè il territorio compreso tra i due rami del Lago di Como. Per cominciare, si può raggiungere Brunate da Como in funicolare. Da qui l’itinerario, lungo 30km, si snoda a un’altezza media di 1.200 metri su carrarecce, strade agricole e forestali, con alcuni passaggi difficoltosi su sentieri; è comunque possibile deciderne l’intensità, apportando variazioni al percorso. Molto semplice e di grande interesse naturalistico è la Riserva del Pian di Spagna, una pianura alluvionale formatasi per l’apporto di materiale detritico da parte del fiume Adda. Posta proprio all´imbocco di Valtellina e Valchiavenna, è un’ampia spianata che unisce il Lago di Mezzola con il Lago di Como, a cavallo tra le province di Sondrio, Lecco e Como, ed è nota per essere una tra le più importanti Riserve Naturali della Regione Lombardia. Qui, tra i canneti e le tife, svernano e nidificano numerosi uccelli acquatici come il cigno reale, la folaga, la gallinella d’acqua e le anatre, ma ci sono anche diverse specie di anfibi e rettili, e mammiferi come volpi e lepri. Le gite di uno o più giorni, anche in compagnia dei più piccoli, sono apprezzate in tutte le stagioni, anche perché, oltre alle passeggiate a piedi e in bicicletta, è possibile effettuare bellissime escursioni a cavallo, grazie ai numerosi maneggi ben organizzati della zona (v. box a lato), per scoprire le ricchezze meno battute di questo affascinante territorio.
Indirizzi www.sentierodelviandante.it www.piandispagna.it www.triangololariano.it www.passolento.it www.girogustando.it Associazione Pedaleggiando +39.338.4717186 www.pedaleggiando.it Como Lago Bike www.comolagobike.it Maneggio Il Grillo +39.031.462219 www.grillocomo.com Ranch “El picadero” www.ranchelpicadero.it
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Take away
Hotel&Spa
Benessere e bellezza a bordo lago di Giovanna Caprioglio
Grand Hotel Villa Serbelloni Unico Cinque stelle di lusso nel piccolo paesino di Bellagio, posizionato in una suggestiva cornice naturale che si affaccia sul Lago di Como, è il luogo ideale per la rigenerazione di corpo e spirito. Il Centro Benessere del Grand Hotel Villa Serbelloni è in pieno stile neoclassico, con tappezzerie d’ispirazione francese e volte su cui spiccano affreschi e dipinti con scene mitologiche e puttini. Diversi i trattamenti proposti per chi voglia trascorrere una giornata di assoluto benessere; un esempio è il “Beauty Day”, studiato sia per la donna che per l’uomo, che in un unico pacchetto combina l’azione di massaggi antistress, aromaterapia e trattamenti idratanti a un servizio di ristorazione a bordo piscina. Via Roma, 1 - Bellagio (CO) - +39.031.950216 - www.villaserbelloni.com
Grand Hotel Villa Tremezzo Da oltre cento anni il Grand Hotel Villa Tremezzo continua a garantire fascino e autentica ospitalità italiana, laddove lusso e comfort si fondono in un’unica soluzione. La sua Spa sfrutta un sapiente gioco architettonico di spazi e prospettive che si integrano armonicamente con uno scenario incomparabile, per offrire una sensazione di benessere totale. Il tutto è completato dai trattamenti di ottima qualità effettuati da personale competente con prodotti dagli effetti rigeneranti; da provare i diversi tipi di idromassaggio nella piccola piscina riscaldata a sfioro con vista sul Lago e un servizio di ristorazione dedicato. Via Provinciale Regina, 8 - Tremezzo (CO) - +39.0344.42491 - www.grandhoteltremezzo.com
Grand Hotel Villa d’Este Per secoli dimora dell’aristocrazia europea, oggi elegante resort a cinque stelle, il Grand Hotel Villa D’Este è un albergo di charme tra i più celebrati del mondo e vanta un centro benessere di ultima generazione dotato delle più moderne tecnologie e di apparecchiature all’avanguardia. Lo stile minimal e accogliente, arricchito dalle luci e dai riflessi delle acque del Lago, crea un’atmosfera suggestiva dal particolare imprinting orientale. Completano il quadro la dolce armonia del parco circostante e il team di estetisti e fisioterapisti professionisti specializzati in trattamenti personalizzati utili a ristabilire l’equilibrio psicofisico dei clienti. Sono garantiti momenti di benessere e armonica ricreazione! Per poterli ritrovare anche una volta tornati a casa, poi, l’albergo propone una linea di prodotti esclusivi firmati Villa d’Este.
Via Regina, 40 - Cernobbio (CO) - +39 031 3481 - www.villadeste.com
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Grand Hotel Imperiale Albergo di consolidata tradizione, il Grand Hotel Imperiale ha da poco approntato un consistente cambiamento strutturale per adattarsi alle necessità di una clientela evoluta: ventuno camere Deluxe Spa che comprendono docce emozionali, cromo e aromaterapia, con l’obiettivo di coniugare relax e intimità. Oggi si aggiunge anche la nuova i-Spa, un vero esempio di innovazione progettuale, grazie a impianti, tecnologie e attrezzature di ultima generazione per il ripristino del benessere di mente e corpo attraverso l’acqua come fonte di trasformazione, rigenerazione e purificazione. Rilassanti giochi d’acqua e di colore combinati al panorama mozzafiato assicurano intensi momenti di rilassamento in assoluta tranquillità. Altro fiore all’occhiello è la Sweet Spa, una suite dedicata ai trattamenti di coppia. Via Regina Vecchia, 24/26 - Moltrasio (CO) +39.031.346111 - www.imperialemoltrasio.it
Salone internazionale delle collezioni Moda e acceSSorio autunno/inverno 2013/2014 e beStSellerS priMavera/eState 2013
223 3••2255 N No ov veem mb br ree n M W d D Da A At T TeEE 22001122 nNNeEEW FFIiIr reeN NZzZee n SStta aZzZIiIo oN Nee n LlLeeo oppo oLlLd da a
t +3905536931 ModapriMa@pittiMMaGine.coM
design: laboratorium
artwork:
viale Fratelli roSSelli 5 www.pittimmagine.com
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Eat&drink
Mangiar per crotti e giardini di Giovanna Caprioglio
Trattoria del Glicine È un glicine secolare a far da cornice a questo splendido ristorante situato sopra Cernobbio, con terrazza vista lago. Presso la Trattoria del Glicine troverete la tipica cucina locale e mediterranea d’estate e le specialità alpine in inverno, fra ricette con pesce di acqua dolce e di lago, funghi, selvaggina e molto altro ancora. Ideale per pranzi o cene indimenticabili in un luogo dall’atmosfera intima, tranquilla e di grande suggestione.
Via Carcano, 1 - Cernobbio (CO) - +39.031.511332 - www.trattoriadelglicine.eu
Crotto dei Platani
In una posizione privilegiata da cui si possono ammirare l’Isola Comacina, la Villa del Balbianello e Bellagio, il Ristorante “Crotto dei Platani” è un luogo davvero speciale. All’interno di un crotto, cavità naturale tipica di questa zona, gode anche di un giardino a picco sul lago e di un terrazzino panoramico che in inverno viene trasformato in veranda, permettendo così di godere dello straordinario scenario lacustre tutto l’anno. La cucina è ispirata alla tradizione lariana, con guizzi creativi nell’abbinamento dei sapori. Via Regina, 73 - Briennio (CO) - +39.031.814038 - www.crottodeiplatani.it
Crotto del Sergente
Segnalato anche da “Osterie d’Italia” di Slowfood, il Crotto del Sergente è il ristorante rustico e informale di cui si è sempre alla ricerca. Un locale d’ispirazione moderna, dove ogni particolare è curato minuziosamente per garantire ai commensali la massima attenzione. Riservato e immerso nel verde della collina, a pochi minuti dal centro storico, è un’oasi di piacere per la mente e, soprattutto, per il palato. A rendere ancora più particolare l’atmosfera è la veranda, con i pavimenti in pietra e lo stile tipico delle antiche osterie in cui una volta si trascorrevano interi pomeriggi, giocando a carte o a bocce.
Via Crotto del Sergente, 13 - Località Lora (CO) - +39.02.283911 - www.crottodelsergente.it
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Ristorante Navedano A pochi minuti dal centro di Como, ma immerso in una villa ottocentesca nell’Oasi verde di Cosia, il Navedano è gestito dalla Famiglia Casartelli da più di un secolo. Si tratta di un indirizzo unico e sconosciuto ai più, all’interno di un giardino d’inverno in cui protagonisti assoluti sono i fiori freschi che, distribuiti ovunque, dalla terrazza alle giare, abbelliscono ogni sala, fino ai piatti stessi. La cucina, ricercata, segue il corso della natura, utilizzando i prodotti dell’orto “di casa”, non ultimi germogli e fiori, appunto. Le oltre 500 etichette di vino e la carta delle birre rendono ogni cena ancora più speciale. Via G. Velzi - Como - +39.031.308080 www.ristorantenavedano.it
ACCADEMIA PIEMONTESE DEL GIARDINO
DUE GIORNI PER L’AUTUNNO Mostra e mercato per il giardino, l’orto ed il frutteto OTTAVA EDIzIONE
CASTELLO DI MASINO Caravino (TO)
20 - 21 ottobre 2012 ore 9.30 - 18.00
Per informazioni T. 0125 778100 - faimasino@fondoambiente.it www.fondoambiente.it
con il Patrocinio di
con il Contributo di
Comune di Caravino
Eat&drink
A tavola, tra café des flors e torte ai fiori! Oasi di Galbusera Bianca Galbusera Bianca è il progetto fortemente voluto da Gaetano Besana, che è riuscito a creare la prima Oasi di biodiversità tra quelle protette dal WWF. Si trova all’interno di un Borgo Agricolo Sostenibile ristrutturato secondo i principi della bioarchitettura con appartamenti in vendita e ha al suo interno “l’Osteria Bio!”, la “Locanda Bio!”, un piccolo centro benessere e spazi per seminari e formazione, il tutto ovviamente circondato da un’azienda agricola biodinamica. Nell’Osteria Bio situata in un vecchio fienile ristrutturato, la cucina è molto semplice e naturale, quasi completamente vegetariana e basata sui prodotti dell’azienda agricola: pasta, riso o lasagne con verdura e frutta, formaggi e qualche salume locale, oltre a pane fatto in casa, conserve sfiziose, dolci e, soprattutto, particolari sorbetti di fiori, verdura e frutta, in un mondo in cui “La terra cura l’uomo che cura la terra”. Si più cenare qui esclusivamente su prenotazione il giovedì sera, il venerdì sera e nei weekend. Un luogo unico, da visitare, tanto più in compagnia dei più piccoli. Via Galbusera Bianca, 2 - Località Monte - Rovagnate (LC) +39.039.57.03.51 - www.oasigalbuserabianca.it
Panificio Marra La tradizione della famiglia Marra comincia con un panificio che poi, nel corso di quarant’anni, si è trasformato in un caffè, una pasticceria, una cioccolateria e una gelateria conosciuta ben al di là dei confini di Cantù, dove oggi l’azienda conta tre punti vendita e più di trenta dipendenti. Il suo successo deriva indubbiamente dal connubio tra grande professionalità, materie prime d’eccellenza e attenzione a qualità e originalità dei prodotti. A Orticolario 2012 Marra proporrà dolci golosi realizzati con fiori commestibili, ma nei suoi negozi si possono gustare il pane, le focacce, i gelati e le sempre più apprezzate leccornie di cioccolato. Il locale di via Sesia, sapientemente rinnovato, offre un ambiente caldo e rilassante, dove sedersi per bere un caffè o mangiare una pizza, completando il pasto con della piccola pasticceria o un buon gelato. Su prenotazione è disponibile anche una sala ristorante per eventi privati. Via Sesia, 6 - Cantù (CO) - +39.031.700804; Piazza Sirtori, 1/2 - Cantù (CO) - +39.031.714110; Via Alciato, 2/a - Cantù (CO) - +39.031.700011- www.marraweb.it
Pani e Tulipani Vineria, fioreria, ristorantino in un ambiente fra il rustico e il romantico. Nascosta tra le piccole vie del centro di Como, questa vecchia fioreria si è trasformata in “cafè des fleurs”. Le travi in legno e i muri in pietra ricordano una vecchia cantina, ma le grandi vetrate e i fiori tutt’intorno rendono l’ambiente caldo e allegro, grazie anche ai begli arredi (molti sono in vendita). Alle pareti sono esposti vecchi innaffiatoi di latta, vasi di vetro e grandi ceste di vimini. Un luogo che, con i tavoli rustici e le tovagliette di carta “del salumiere”, ricorda un po’ i bistrot della campagna francese, ma propone una cucina super italiana. Golosi panini, zuppe e primi piatti fatti in casa, insalatone e buonissimi secondi di carne, come tagliata e hamburger. Infine, per chiudere, una scelta eccezionale di dolci, tutti fatti in casa, tra cui le torte in pasta sfoglia e cioccolato e le meringhe, da accompagnare a una grande varietà di tè e tisane. I prezzi sono più da ristorante che da caffè, ma Pani e Tulipani è sempre molto affollato soprattutto dai giovani “bene” della città.
Via Lambertenghi, 3 - Como - +39.031.264242
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moda
Casual ma chic: di caccia) non è mai davvero passato di moda, ma si può dire che piaccia sempre di più e che, soprattutto in questo momento, stia conoscendo un grande ritorno di attenzione. Tempi e stilisti contemporanei danno nuova linfa all’intramontabile. Ecco allora i designer alle prese con nuove interpretazioni dei “classici di paese”, con le tonalità principali naturalmente vicine ai colori della terra (verde militare, beige, cammello, marrone). Tessuti pesanti dalla maglia grossa, abiti quasi su misura, ricami tradizionali, alamari e
museum
- penfield - maxmara
- marina yachting - carhartt
mcs
- penfield
- camo
napapijri
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penfield
Lago, montagna o campagna, quest’inverno va di moda il look classico ma di qualità, una tendenza che aveva già visto un ritorno nelle collezioni della scorsa Primavera/Estate. Uno stile “comodo ma chic” che torna a riproporsi anche per la stagione fredda, con piumini, abiti in tweed, stivali in pelle e calzoni da cavallerizza. Insomma, vestirsi come faceva l’èlite inglese di una volta durante il tempo libero non è mai stato così alla moda. Certo, pratico e classico com’è, il look da campagna britannica (o brughiera, o battuta
Museum Fiumi e Foreste | Rivers & Forests Represents a passion for nature and outdoor living. The line focuses on authentic north American culture with a modern style.
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moda
l’eleganza comoda anche in città di Silvia Del Vesco
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particolari come le piume da “selvaggina”, il tutto condito da cappelli in tweed e stivali alti al ginocchio. Alcuni stilisti sono rimasti su un disegno più classico, sperimentando comunque forme e materiali per creare un look per l’aria aperta più moderno, funzionale e adattabile alle strade di città. Una moda “country chic” che ha trovato la sua massima espressione nelle diverse campagne pubblicitarie, spesso costruite sul concetto di vita sportiva. I capi in stile British ricordano gli abiti indossati per le battute di caccia alla volpe nei boschi del Galles: non mancano cappotti lunghi e giacche di lana, cappelli da fantino, gilet e cravatte anche per lei. La donna dell’Autunno/Inverno 2012-2013 afferma la propria femminilità non per
contrasto, bensì per paradosso, attraverso la rivisitazione degli abiti maschili, quasi in un richiamo a mademoiselle Chanel. Nei tessuti da uomo si affermano prepotentemente lo scozzese e il camoscio, il capo “must have” delle collezioni è, però, il cappotto, meglio se con collo alto e di media lunghezza (in alternativa solo per lei c’è la mantellina in cammello). Il classico si mescola all’eleganza, con nuances di colori che spaziano dal prugna al blu notte, fino al verde militare e al sabbia. Sia per la donna che per l’uomo, poi, sono perfetti camicie a quadri, cinture grandi e stivali con fibbie e cerniere. L’idea è quella di fondere il tradizionalismo con la libertà, la possibilità di essere comodi e, allo stesso tempo, adeguatamente eleganti.
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moda
Fiori incastonati e farfalle-gioiello: la natura dècor
roberto bravo
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oglie, fiori, farfalle e fantasie animalier: questi i simboli e i motivi dècor presenti nel nuovo immaginario del gioiello femminile, uno scrigno di emozioni e suggestioni nei toni dell’oro e delle pietre preziose. Vero comun denominatore delle creazioni è il colore: cromìe calde e vivaci, in una climax ascendente di emozioni che proietta l’osservatore in una dimensione quasi trascendente, come un ritorno all’Eden originario. Interprete eccellente di questa tendenza è Victoire De Castellane, designer della nuova Haute Joaillerie di Dior, che ha ideato un preziosissimo erbario, presentando tre collezioni: “La Rose Dior”, “Les Incroyables et Merveilleuses” e “Le coffret de Victoire”. Collier, orecchini e anelli baguette a forma di rosa, simbolo caratteristico nella storia del brand, decorati con diamanti, zaffiri e smeraldi, in pieno stile Dior, chic e molto “en grand”. Ancora farfalle e animali esotici, ma questa volta realizzati in micromosaico da Sicis “The Art Mosaic Factory,” azienda ravennate leader nella realizzazione di mosaici artistici. Pezzi unici o in edizione limitata dai temi animalier, floreal e abstract conferiscono un’altra identità alle tesserine decorative, che unite a diamanti e altre pietre preziose, danno vita a piccoli intrecci colorati in grado di esprimere in un modo perfetto la bellezza del fiore nella natura. Lo stesso si può dire della collezione di Stefan Hafner, che presenta un’elegante collezione di gioielli ipnotici tempestati di diamanti, rubini, e zaffiri sapientemente incastonati in delicate montature. “Save the word” è, invece, il concept della nuova collezione “Global Warming” di Roberto Bravo che, attraverso le linee moderne, l’utilizzo dei migliori materiali e un pregiato lavoro di manodopera con tecniche sofisticate per lavorare il metallo prezioso, vuole lanciare un grido di allarme contro i disastri provocati dal riscaldamento globale.
dior
«Tutta l’arte è imitazione della natura», Seneca.
sicis sicis roberto de meglio
stefan hafner
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shopping
Bellezza in bicicletta! di Silvia Del Vesco
Guv’nor by Pashley Cycles Mollette ai pantaloni e coppola in tweed sulla testa: sarebbe l’outfit perfetto per guidare questo mezzo in vero stile vintage. Progettata da Pashley Cycles, una della fabbriche più antiche d’Inghilterra, specializzata dal 1926 nella produzione di biciclette particolari, comprese quelle da lavoro e i tricicli, Guv’nor è realizzata interamente a mano e, visti gli standard di qualità che la caratterizzano, è sicuramente destinata a intenditori e cultori delle due ruote. Lo stile e l’eleganza sono messi in risalto da componenti moderni uniti al classico: telaio a diamante, sella in titanio, manubrio curvo con maniglie in pelle e ruote Archer con cerchi in lega neri. www.pashley.co.uk
Mambo Bike by Moreschi Mambo, la nuova due ruote “limited edition” di Moreschi, storico marchio di calzature di Vigevano, è realizzata interamente a mano. Tra le preziose caratteristiche, monopole, sellino e freni ricoperti in pelle di struzzo nera, sacche posteriori realizzate in vitello bianco, freni a bacchetta e carter personalizzato con il logo Moreschi, su un disegno del 1963 di Angelo Gabriele Fronzoni. La perfezione del telaio è frutto della collaborazione del marchio di calzature con lo storico brand Taurus Cicli. Per una bicicletta haute couture e molto rétro. Disponibile su ordinazione online.
Abici Amante by Fendi Disegnata da Karl Lagerfeld per Fendi, la Abici Amante è stata progettata per le crociere più chic. Disponibile in due versioni in base alla qualità dell’allestimento (una più sobria e una più sofisticata con selleria e accessori del brand italiano), questo mezzo di trasporto ecochich ha come particolarità non tanto il design, decisamente ispirato a uno stile rétro, quanto piuttosto il trionfo del dettaglio. Dagli accessori agli inserti in pelle che la decorano fin nei minimi particolari, più che una “bici” è un vero e proprio stile di vita. www.fendi.com
www.moreschi.it
Vestita by Sartoria Cicli Sartoria Cicli è un atelier per due ruote. La sua missione è produrre pezzi unici che, oltre a essere realizzati con materiali di qualità superiore ed eccellenti finiture, siano anche in grado di raccontare storie. Simone Russo e Luca Lanzani, rispettivamente art director e pr-expert del marchio, hanno recentemente presentato al pubblico la nuova “creatura” di SC: la “Vestita”. È una bicicletta che evoca un luogo. Una sfida affascinante e impegnativa, in un’atmosfera conviviale fatta di oggetti di recupero e di un’ispirazione industriale che non lascia nulla al caso. I dettagli sono raffinati, i riferimenti colti: un melange che crea un’identità unica e senza tempo. Le finiture eleganti del telaio, così come la ricercata texture, “vestono” questo modello di un fascino e di una raffinatezza unici.
www.sartoriacicli.it
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Pipe da intenditori di Giovanna Caprioglio
Castello Una produzione ancora artigianale, che non supera i 4.800 pezzi all’anno, per mantenere lo standard di qualità con cui Carlo Scotti ha iniziato a produrre queste pipe nel 1947. Sapendo quando è il momento giusto di trattare la radica, la Castello lavora solo ed esclusivamente quella migliore e realizza prodotti che rispettano non solo i canoni di funzionalità, ma anche quelli estetici. Ecco perché le pipe Castello sono distribuite nel mondo solo a clienti molto seri e cultori appassionati, con un’immagine di alto standing preservata nel tempo. Sgorbiati, sabbiati o lisci, questi pezzi unici e originali sono sempre lavorati e laccati in modo da lasciare il “poro della radica” aperto, il che garantisce un fumata asciutta e pulita, per far apprezzare ogni tipo di tabacco di qualità. Via Fossano, 44 - Cantù (CO) - +39.031.714176 - www.pipacastello.com
Ascorti Produttore tra i più apprezzati al mondo, con una grande tradizione di famiglia alle spalle, Roberto Ascorti crea pipe intagliate a mano in una radica lavorata fino al punto in cui ogni eccesso di resina e umidità scompare, lasciando un legno leggerissimo e perfettamente assorbente. Non esiste una pipa Ascorti uguale all’altra, perché ciascuna è lavorata seguendo le venature naturali della radica. Molti sono i modelli realizzati, come la “Rasticata” e la “New Deal”, ognuno con il bocchino rigorosamente in metacrilato, ma la produzione e la disponibilità sono limitate: solo 3.000 pipe all’anno, in radica calabrese, sarda e toscana. Via Volta, 14/b - Cucciago (CO ) - +39.031.787176 - www.ascorti.it
Brebbia Una grande storia che comincia nel 1947, quando Enea Buzzi e suo cugino Achille Savinelli, il cui padre Carlo gestiva un negozio di articoli per fumatori a Milano, decisero di iniziare a produrre pipe. Oggi Luciano Buzzi continua questa tradizione in un’epoca in cui le pipe sono davvero oggetti per soli intenditori. Non solo la migliore radica e bocchini con una forma anatomica che impedisce l’effetto dell’acquerugiola, ma anche un brevetto internazionale “frangi fumo”: un dispositivo che si applica alla fine del bocchino e permette di deviare il fumo in più direzioni, raffreddandolo ed evitando così irritazioni al palato e sulla lingua. All’interno dell’azienda c’è anche un interessante Museo della pipa, voluto da Enea Buzzi, appassionato collezionista prima che produttore.
Via Piave, 21 - Brebbia (VA) - +39.033.2770286 www.brebbiapipe.it
Dove trovare le pipe migliori: Al Pascià
Bottega Storica, dal 1906 Al Pascià propone i migliori articoli per fumatori in un ambiente elegante all’interno del cinquecentesco Palazzo Casati Stampa di via Torino a Milano. Un vero tempio per gli appassionati del “lento fumo”, che vanta anche molte esclusive nazionali dei marchi più importanti. Al Pascià organizza presentazioni e incontri con i più conosciuti artigiani della pipa e propone eleganti accessori in pelle per i suoi raffinati clienti, dal copri-accendino alla borsa da viaggio, dai guanti alle borse per signora, il tutto realizzato con grande attenzione nella selezione dei pellami come nelle rifiniture, per garantire oggetti destinati a durare nel tempo. Via Torino, 61 - Milano +39.02.86450597 www.alpascia.com
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green design
Quando l’orto incontra il design...
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Dall’alto verso il basso: “l’Orto Sospeso” di Skyfarm; i vasi di Serralunga; “Auxano” di Philip Houiellebecq; “picNYC-TABLE” di Iwan-Baan-1; alcune idee per il “fai da te”
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rmai quello dell’orto urbano e casalingo è un trend sempre più seguito e apprezzato, sia per avere in tavola prodotti sani a costi contenuti, sia per riavvicinarsi per quanto possibile alla natura, imparando a concimare, seminare, curare i germogli e trapiantarli al momento giusto. Oggi, però, l’orto urbano è rappresentato anche da piccolissimi spazi in altrettanto piccoli appartamenti, dove si riutilizzano divani, poltrone, sgabelli, ma anche valigie, ante e scale, dando loro nuova vita. Per non parlare di bottiglie di plastica, barattoli, bicchieri e tubi vari: tutti ottimi alleati per creare un vero e proprio orto “fai da te”. Una tendenza intelligente che non solo garantisce genuine verdure e fresche erbette sempre a portata di mano, ma propone anche originali soluzioni di arredo e design. Sono migliaia le proposte dei creativi che si sono cimentati sull’argomento. Dai vasi-Lego di Serralunga a quelli sospesi come “Skyfarm” di Manuel Dreesmann. Ma ci sono anche sfere acriliche con coperchi trasparenti e maniglie retrattili (per potersi muovere più facilmente nel dare l’acqua alla pianta o raccogliere i suoi frutti) e veri e propri tavoli su cui far crescere erba e piccole piantine, mangiando ogni giorno come in un pic-nic sul prato!
green design
Giardini per tutte le stagioni di Giovanna Caprioglio
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a tradizione del “giardino d’inverno” affonda le radici nel lontano Cinquecento, quando l’interesse per la botanica si diffuse a tal punto da influenzare notevolmente l’architettura delle dimore storiche, che si arricchirono di edifici e costruzioni particolari adibiti alla protezione delle piante durante le stagioni fredde. Nel tempo le semplici ma eleganti strutture in muratura, legno, ferro e vetro si sono evolute insieme al disegno dei giardini, per consentire la coltura di agrumi rarissimi o delicate piante esotiche o, come nell’Ottocento, per diventare prolungamenti dei salotti borghesi più alla moda. Anche oggi i giardini d’inverno rappresentano un’elegantissima soluzione per estendere la superficie della propria casa e godersi il verde tutto l’anno. Molte proposte dei produttori hanno mantenuto un’impostazione classica, sullo stile delle vecchie orangerie, per eleganti spazi in cui ospitare piante tropicali e salotti o sale da pranzo “old style”, ma le tecniche moderne permettono anche di creare strutture con grandi pannelli vetrati, che danno la sensazione di essere all’esterno. Inglesi e americani sono maestri nel settore, ma anche in Italia sono diversi i produttori che propongono soluzioni interessanti e arredi per ogni tipologia di struttura; dalla sala da pranzo in stile coloniale con i mobili di Flamant, al salotto più contemporaneo dei modelli di Dedon, passando per il classico della collezione Olimpia di Unopiù.
Dall’alto in senso orario: una proposta di Dedon; “Großbritannien” di KELLER Minimal Windows®; Hilberink Bosch Architecten; salotto “Olimpia” di Unopiù; sala da pranzo di Flamant
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WEEKEND FUORI PORTA
Tutti pazzi per il glamping! di Giovanna Caprioglio
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uova tendenza per viaggiatori evoluti e amanti della natura, il “glamping” deriva il suo nome dalla crasi di glamour e camping. Soluzioni originali, ma soprattutto a cinque stelle, che prendono ispirazione dai lodge africani, per adattarsi a natura e tradizioni del luogo. Sono ormai migliaia nel mondo e centinaia solo in Europa e offrono il comfort di un albergo di lusso in strutture completamente immerse nella natura circostante. Per un weekend autunnale c’è solo l’imbarazzo della scelta, dall’Italia alla Francia, dall’Inghilterra alla Scozia (vere protagoniste di questa tendenza), passando per la Spagna e il Portogallo; in collina come a bordo fiume o persino in alta montagna e sul mare. Ecco la casa in legno sull’albero e la tenda berbera, la roulotte anni Cinquanta e l’igloo. Tanto per partire vicino a casa, sul fiume Brenta, poco lontano dalle meravigliose ville della Riviera è appena nato il lodge “Canonici di San Marco”: tende di lusso con letti a baldacchino, vasche da bagno in ghisa e un sapiente mix di arredi classici e moderni per un’esperienza “coloniale” a pochi passi da Venezia. Nella Tuscia Viterbese, invece, si può sperimentare il sogno di ogni bambino: dormire in una vera casa sull’albero. Immerso in atmosfere provenzali, l’agriturismo di charme La Piantata offre,
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infatti, anche questa incredibile possibilità nella Blue Suite, che sovrasta a 8 metri da terra magnifici campi di lavanda, e nella Black Suite, un eco-loft high-tech di 87 metri quadri. Entrambe sono arredate con materiali di gran pregio in combinazioni inedite, come il legno di cedro canadese, insieme a vetro e acciaio; i tessuti sono naturali, come lino e cotone provenienti da coltivazioni biologiche. In Francia, invece, nella lussureggiante zona della regione dei bassi Pirenei, Le Domaine La Douce propone vere e proprie tende da safari di 66mq ciascuna con una veranda panoramica di 20mq, da cui ammirare la natura circostante e i due laghi privati in intimità e completo relax. Tutto ovviamente è arredato con la massima cura nei particolari, inclusi i bagni privati in ceramica con acqua calda. Per un’esperienza più “anni Cinquanta” nella stessa zona, imperdibile è il Belrepayre Airstream Trailer Park, un parco di airstream rétro, ovvero roulotte americane superaccessoriate e arredate secondo lo spirito dell’epoca. Non mancano nemmeno una sorta di Spa con vasca idromassaggio, una tenda per rilassanti massaggi e l’Apollo Lounge, un airstream trasformato in bar-ristorante dall’architetto Gérard Cholot. Nelle suggestive lande scozzesi, invece, gli EcoPod Boutique Retreat con vista sul Castello di Stalker e sul tranquillo Lago di Linnhe
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sono la massima espressione del design, all’interno di una moderna tenda a forma di cupola. Massima sostenibilità (uso della biomassa, pannelli fotovoltaici etc.) e mobili nordici di riuso, come le poltrone di Van der Rohe e Vitra, permettono di vivere la natura incontaminata del luogo in perfetta armonia, senza rinunciare al lusso contemporaneo.
In questa pagina, dall’alto in senso orario: la casa sull’albero dell’agriturismo La Piantata di Viterbo; Le Domaine de la Douce Nella pagina accanto, dall’alto in senso orario: una roulotte del Belrepayre Airstream Trailer Park in Francia; EcoPod Boutique Retreat in Scozia; i Canonici di San Marco sulla Riviera del Brenta; The Rambleshack, Scottish Borders
Indirizzi www.goglamping.net www.glampinghub.com www.viacanonici.com www.lapiantata.it www.domaineladoucefrance.nl www.airstreameurope.com www.domesweetdome.co.uk
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EVENTI
Wine & Food di Alessia Giorgia Pagano
Le vendemmie, il raccolto, i prodotti tipici di stagione: l’autunno è la festa del turismo enogastronomico. Ce n’è letteralmente per tutti i gusti, dai grandi appuntamenti internazionali quali il Salone del Gusto di Torino (Lingottofiere, 25-29 ottobre; www.salonedelgusto.it), la Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba (6 ottobre-18 novembre; www.fieradeltartufo.org) ed Eurochocolate (Perugia, 19-28 ottobre; www.eurochocolate.com) a quelli di dimensione più “locale”, ma comun-
que consolidati quali l’Autunno Pavese DOC (5-8 ottobre, Palazzo Esposizioni di Pavia; www.autunnopavesedoc.it), la Rassegna gastronomica del lodigiano (6 ottobre-2 dicembre; www.lodigianoterrabuona. it), la Fiera d’autunno di Bolzano (28 novembre-2dicembre; www.
e le processioni in costume, e sempre più spesso ammodernato con un taglio green e “bio” più in linea con le moderne esigenze etiche e salutistici. Prodotti tipici del periodo sono la Castagna (selvatica) e il marrone (versione “raffinata” da albero coltivato), che vengono celebrati con feste e fiere di ogni sorta, tra cui la Sagra delle Castagne di Marradi nel Fiorentino (7, 14, 21 e 28 ottobre; www.pro-marradi.it), quelle dei Marroni IGP del Mu-
fierabolzano.it), la Festa d’autunno di Lugano (5-7 ottobre; www.luganotourism.ch). Ci sono poi contenitori di eventi enogastronomici, degustazioni e sagre solitamente raggruppati sotto il nome di “Sapori d’autunno” e volti a celebrare tutta la ricchezza enogastronomica regionale, dalla Lombardia (pizzoccheri, funghi, cacciagione, tipicità della Valsassina; www.saporidautunnoteglio.it) al Piemonte (tartufi, funghi, cioccolato, bagna caoda; www.comune.grana.at.it). Particolarmente ricco il programma della manifestazione trentina, con prelibati appuntamenti dedicati alle mele della Val di Non (Pomaria,
Indirizzi www.salonedelgusto.it www.fieradeltartufo.org www.eurochocolate.com www.autunnopavesedoc.it www.lodigianoterrabuona.it www.fierabolzano.it www.lugano-tourism.ch www.saporidautunnoteglio.it www.comune.grana.at.it www.infotrentino.com www.pro-marradi.it www.soncino.org comune.casolavalsenio.ra.it meranowinefestival.com www.aislombardia.it www.stradavinicolliberici.it www.museodeicavatappi.it
9-10 ottobre), al Merlot (Mondomerlot, 22-24 ottobre), ai formaggi di malga (Formai dal Mont, 24 ottobre), al miele (Festa del Miele, 15-16 ottobre) e al salamino con le rape della Sagra della cuìga, dal 5 al 7 novembre (per il programma completo di “Sapori d’autunno” in Trentino www.infotrentino.com). In autunno le sagre spopolano più che mai, nei paesini, nei borghi, nelle frazioni… Complici castagne e marroni, funghi e polenta, oche, anatre e salumi, il sapore folcloristico della festa paesana sembra intramontabile, solitamente legato ad antichissime tradizioni locali come le celebrazioni contadine, il palio tra le contrade
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gello e quelle del Monte Amiata. Risalendo verso nord, ci sono anche il Burnkak di Stregna (va), la Sagra del Marrone di Villar Focchiardo (to), la Festa dei Marroni di Combai (tv). Il bello delle sagre, però, è che ognuno ci mette del “suo”: i Vicentini il “bacalà”, i Padovani il “folpo” (polpo), i Friulani il San Daniele, gli Emiliani “salame”, “nadar” (anatre) e anguille, i Brianzoli le carni in umido… Ma ce n’è anche per i vegetariani, con le tantissime manifestazioni dedicate a verdure e frutti dell’orto di stagione, tra cui la zucca (soprattutto nella Bassa Padana, dall’Emilia al Veneto passando per il Pavese con la sua Bertagnina), il cavolo (per esempio celebrato in versione “liscia” a Moriondo Torinese e nella varietà “verza” a Montalto Dora), le patate e le “radici”, di cui a Soncino (cr) si svolge tradizionalmente la particolarissima Sagra (20-22 ottobre; www.soncino.org). La polenta mette d’accordo tutti, un po’ come il riso, di cui in questo periodo si celebra il raccolto (a Biella dal 7 al 14 ottobre c’è persino il Festival nazionale del risotto italiano;
EVENTI
www.festivaldelrisottoitaliano.it). Nel frattempo, si passa con disinvoltura dai frutti del sottobosco a uva, mele (oltre a Pomaria e alla Festa delle Mele di Merano, c’è quella valdostana di Antey e Gressan) e persino frutti “dimenticati” come sorbe, giuggiole, corniole, mele da rosa e pere volpine (Casola Valsenio-ra, 1321 ottobre; www.comune.casolavalsenio. ra.it). L’autunno, infine, è la stagione della vendemmia e, per estensione, del vino. La showcase enologico più atteso è probabilmente il Merano Wine Festival (15 ottobre-16 novembre; www.meranowinefestival.com). Sulle tavole italiane dal 6 novembre, il Vino Novello sarà celebrato con “San Martino in cantina” (www. movimentoturismovino.it), ma sono tantissimi gli appuntamenti dedicati al divino nettare, dal metodo classico di “Bollicine in Festa” (Misintomb, 21 ottobre; www.aislombardia.it) ai prodotti dei Colli Berici di Gustus Itineris (Vicenza, 20-21 ottobre; www.stradavinicolliberici.it), dal Bardolino (4-8 ottobre; www.bardolinotop.it) al Barolo (www.museodeicavatappi.it).
Fiori d’Autunno
Green & Bio
Dopo la scorpacciata di Orticolario 2012 (v. pag. 14), nel weekend del 12-14 ottobre, gli appassionati potranno raggiungere Livorno per Harborea, Festa delle Piante e dei Giardini d’Oltremare presso la magnifica Villa Mimbelli (www.harborea. com), oppure Parma, dove nel periodo dei festeggiamenti verdiani (dal 6 al 28 ottobre; www.teatroregioparma. org), presso la Reggia di Colorno avrà luogo la versione autunnale di “Nel segno del giglio”, mostramercato del giardinaggio di qualità (www.artourparma.it). Nella giornata di domenica 14 ottobre, poi, il piantamento di 75.000 bulbi di narcisi e tulipani animerà lo splendido Castello di Pralormo (to) per “Autunno al castello” (www.castellodipralormo.com). Sempre nel torinese, Palazzo Madama apre le porte del suo giardino ogni terza domenica del mese, dal 16 settembre al 16 dicembre, per “Domeniche al castello”, tra visite guidate, mercatini di piante aromatiche e appuntamenti di giardinaggio, dalla piantagione dei bulbi a fioritura primaverile alla potatura delle rose in autunno (www.palazzomadamatorino.it). Il Fondo Ambiente Italiano ha scelto, invece, il weekend del 20 e 21 ottobre per animare il Castello di Masino a
In autunno anche gli “eco-sostenitori” trovano pare per i loro denti. Infatti, sebbene si siano da poco conclusi alcuni importanti appuntamenti del “bio”, tra cui il bolognese Sana 2012, il Natura Bio di Correggio (to) e il Biosalus Festival di Perugia, non mancano certo gli appuntamenti sul tema. “Naturalmente bio!”, la festa trentina del biologico, si svolgerà a Rovereto (tn) il 7 ottobre (www.atabio.eu), mentre dal 26 al 28 “Fa’ la cosa giusta”, la fiera nazionale del consumo critico e degli stili di vita sostenibili nata a Milano da un progetto di “Terre di mezzo”, farà tappa a Trento (falacosagiusta.terre.it). I mercatini di Bio Naturae attraverseranno Veneto e Friuli per tutto il mese e dal 12 e al 14, presso Palazzo Bonaguro a Bassano del Grappa (vi) avrà luogo il BioVeganFest, manifestazione fra etica vegana e consumo consapevole (www.bionatura.org). Ad animare il capoluogo lombardo saranno, invece, la seguitissima Sapor Bio “festa del biologico e dell’ecosostenibilità” a Palazzo Giureconsulti (www.saporbio. com) e il Festival dell’Ambiente all’Idroscalo (www.idroscalo.info), entrambi dal 5 al 7 ottobre, mentre la Casa della Biodiversità, temporary lab destinato ai più piccoli, resterà aperta fino al 9 dicembre (www. verdebpm.it). A Bolzano, poi, si svolgeranno Biolife 2012, fiera dell’eccellenza agroalimentare biologica italiana (30 novembre-2 dicembre) e, a gennaio 2013, Klimahouse, evento di riferimento dell’edilizia sostenibile (www.fierabolzano.it). Anche enologi e viticoltori consapevoli dovranno attendere fino al prossimo anno per Millésime Bio, la fiera mondiale dei grandi vini biologici di Montpellier (www.millesime-bio.com). Ma prima, un po’ di relax con l’atteso Yoga Festival di Milano (12-14 ottobre; www.yogafestival.it).
Caravino (to) con la sua “Due giorni per l’autunno”, edizione stagionale dell’importante manifestazione florovivaistica nazionale per giardini e terrazzi (www.fondoambiente.it). L’anno degli eventi florovivaistici si concluderà con “Fiori d’inverno”, la bella rassegna dedicata a giardini d’inverno e fioriture della “brutta” stagione, in svolgimento presso il Giardino delle Rose del Castello di Moncalieri tra domenica 11 e martedì 13 novembre (www.comune. moncalieri.to.it). Un’ultima chicca per intenditori è la “XII Mostra-mercato dello Zafferano Purissimo di Cascia” (1-4 novembre, Cascia - PG; www.lavalnerina.it), mentre gli amanti dei fiori col pallino dell’arte potranno ammirare fino al 13 ottobre “Flower and thorns” di Gianluca Miniaci al Palazzo delle Stelline di Milano (www.stelline.it).
Indirizzi
www.harborea.com www.artourparma.it www.castellodipralormo.com palazzomadamatorino.it www.fondoambiente.it www.comune.moncalieri.to.it www.lavalnerina.it www.stelline.it
Indirizzi
www.atabio.eu falacosagiusta.terre.it www.bionatura.org www.saporbio.com www.verdebpm.it www.fierabolzano.it www.millesime-bio.com www.yogafestival.it
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Va' dove ti porta il business
# ! di Gordon Sorlini
SarĂ sempre piĂš casual, ma un casual elegante, l’uomo delle prossime stagioni. E dove va il gusto segue il business. Ma quali sono le reali prospettive per questa fetta importante di made in Italy che deve fare i conti con una crisi che dura da anni e non dĂ segnali rassicuranti? Prima uno sguardo ai numeri. Secondo Claudia D’Arpizio, partner della multinazionale della consulenza Bain, nel 2011 il mercato “uomoâ€? – inteso non solo come abbigliamento, ma anche “hard luxuryâ€? (gioielleria, orologeria), accessori in pelle, calzature, cosmetici, fragranze e altri accessori – valeva 72 miliardi di euro a livello mondiale. Nel periodo 2011-14 questo mercato è previsto in crescita del 9-11%; il solo segmento abbigliamento nel 2011 valeva 24 miliardi, il 33% del mercato, e le previsioni sono di un’espansione dell’8-10% entro i prossimi tre anni. La crescita maggiore verrĂ dagli accessori in pelle (+17-19% entro il 2014), che partono però da una base piĂš modesta (7 miliardi nel 2011, pari al 9% del totale del mercato uomo). (segue a pagina 12)
$+ --)+ + ,*)(, $& & /$ )&&$ + (0)(
Trend
Il nuovo formale sceglie, invece, forme destrutturate e piĂš morbide Pag. 18
Produzione
Per battere la crisi un mix di eccellenza e idee nuove da tramutare in business. Pag. 31
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Focus
PiÚ che saturo è un mercato maturo. Le nuove città da conquistare. Pag.3
Retail
Come il negozio deve interagire con i social network, fondendo luogo fisico e digitale. Pag.41
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VAMPIRO E GENTILUOMO
Le fiere delle vanitĂ (maschili)
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Una babele di marchi, una giungla di eventi, un intrecciarsi di presentazioni, sfilate, chilometri e chilometri macinati nei corridoi dei saloni e per saltare da una location all’altra. Un totale di circa 1300 marchi di abbigliamento e accessori non solo da uomo, poichÊ anche le precollezioni donna giocano sempre piÚ d’anticipo. Il tour delle fiere italiane parte da Firenze con un calendario ricco di appuntamenti e guest sempre piÚ qualificati, da Carven a Valentino, da Andrea Pompilio a Peter Pilotto. Per arrivare a Milano con le passerelle degli stilisti e le presentazioni, facendo tappa a White con tante new entry fra cui Daniel Andresen, Fagassent, Isabel Benenato, Cat’s by Tsumori Chisato. (pag. 15)
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Abito a due bottoni, camicia bianca e cravatta sottile: la divisa del giovane manager è firmata Gucci. Come quella per Robert Pattinson in Cosmopolis.
Sono i film che influenzano la moda o viceversa? Fatto sta che l’abito di Gucci indossato da Robert Pattinson nel thriller Cosmopolis presentato a Cannes diventerà la divisa di lavoro dei giovani manager rampanti. Poco importa se non sono belli e affascinanti come l’ex vampiro adolescente di Twilight. Quello che conta è essere impeccabili in un completo nero a due bottoni (quello di Gucci è il modello Signoria), con
taglio sartoriale, da abbinare alla piÚ classica delle camicie bianche e da accessoriare con una cravatta sottile, una cintura in pelle con fibbia argento e stringate rigorosamente nere. Niente di piÚ tradizionale e scontato forse per i business men che frequentano Wall Street o Piazza Affari, ma che regala fascino ai giovani arrampicatori sociali. Poco importa se quando si toglie la divisa da lavoro l’uomo predi-
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lige giacche morbide e destrutturate, giubbotti realizzati in materiali tecnici e performanti, mocassini e stringate dai trattamenti used, comode borse al posto delle rigide 24ore o griffati porta iPad. Perchè è in questa direzione che ha virato nelle ultime stagioni la moda maschile, come dimostra il crescente spazio riservato al casualwear nella quasi totalità delle collezioni. Ma come ha detto Umberto Angeloni,
ceo di Caruso, nell’articolo a pagina 12 “dopo anni in cui l’uomo si è riempito il guardaroba di capi informali, a poco a poco ritornerĂ a investire nel formale. E’ una questione di cicliâ€?. Deve averlo pensato anche la costumista di Cosmopolis, Denise Cronenberg, quando ha cucito addosso a Eric Parker/Pattinson quell’abito elegante e costoso, trovando in Gucci il partner ideale per questa scelta.
books
I libri consigliati da Biblioteca della Moda di Diana Barbetta
Fashion in Fiber Recovery A cura di Bianca Cappello
COCO CHANEL Genio, Passione, Solitudine Di Claude Delay
Editore Terre di Mezzo pp. 152; 40 euro
Potete trovare i volumi recensiti presso Biblioteca della Moda, un grande archivio nel cuore di Milano, dove sono disponibili magazine, libri e quaderni di tendenza, dal 1860 a oggi.
Editore Lindau pp. 376; 26 euro
Da “Fashion Paper” a “Fashion in Fiber Recovery”, due progetti diversi ma convergenti, il concetto è il medesimo: valore etico e genio creativo mediati dalla tradizione cara al “Made in Italy”. Nuove sperimentazioni vengono applicate a diversi materiali, dal nobile supporto della carta alla fibra recuperata, riciclata e poi rigenerata; due elementi appartenenti allo stesso ciclo produttivo che dall’antichità continua a esistere attraverso la figura del “cenciaiolo”. Una professione tanto cara alla cultura cittadina europea da essere decantata da Baudelaire ne “Le vin des chiffonniers” e da essere divenuta nel tempo un elemento chiave per lo sviluppo delle cartiere. La cultura del recupero e del “restyling”, infatti, è stata una pratica largamente usata nei secoli passati, come, per esempio, nel culto della conservazione e rivisitazione de “l’abito” da tramandare come bene prezioso. Oggi la tradizione rivive, ma con un valore etico aggiunto: non più solo oggetto di consumo, bensì narrazione. Un racconto affidato alle fibre tessili di recupero che portano alla ribalta un sentire comune: la coscienza critica del consumo, anche nel settore moda, in contrapposizione alle rigide linee del fast-fashion. L’interlocutore è ormai un consumatore attento, consapevole, che predilige indossare un capo green friendly, portatore di due concetti primari: sostenibilità e originalità.
«Se dovessi scegliermi uno stemma, vorrei fossero le mie forbici» Coco Chanel
DIANA VREELAND
Donzelli Editore pp. 270; 18 euro «L’idea dev’essere che si impara dall’esa-
gerazione. [...] Adoro i vestiti e il trucco. Adoro questo rituale.[...] Adoro gli artifici. Li ho sempre adorati»
Diana Vreeland
Claude Delay è nata a Neuilly-surSeine nel 1934. È autrice di romanzi, opere teatrali e delle biografie della poetessa Marina Cvetaeva (nel 1998, Prix Anna de Noailles de l’Académie française) e dei fratelli Alberto e Diego Giacometti (nel 2008, Prix de l’Essay de l’Académie française e Prix Cazes-Brasserie Lipp).
I S B N 978-88-7180-981-6
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COCO CHANEL GENIO | PASSIONE | SOLITUDINE
Claude Delay è stata l’amica più intima di Coco Chanel negli ultimi dieci anni di vita della grande stilista. Scrittrice e psicanalista, ne ha condiviso confessioni, ricordi, speranze, che in questo libro rievoca con una scrittura sapiente e attenta alle sfumature, alla ricerca della verità più profonda e nascosta dell’animo umano. Dalle sue pagine emerge il ritratto di una donna ambiziosa, inquieta, instancabile sul lavoro, preda di paure profonde e di passioni incontrollabili, ma soprattutto vittima di delusioni brucianti e di una solitudine che nessun amore né amicizia né trionfo riuscirono a cancellare.
C. DELAY
Negli ormai leggendari anni che vedono al timone di “Vogue America” Diana Vreeland, l’incanto di un onirico vissuto si fa tangibile sulla carta. Una poetica curatoriale che mette in campo il suo sentire, un’autobiografia che diviene quasi didascalica nei confronti del lavoro. La sua aneddotica narrazione la si può comparare alla sua attività di fashion editor. Le sue parole sono iconiche rappresentazioni. È quella coerenza nel vivere, quel calzante personaggio che da sempre riveste, quel connubio tra arte e vita che la contraddistingue. Eterni fotogrammi cristallizzano amore e ricerca della cromia perfetta, del movimento, della gestualità. Redazionali che sprigionano antichi ed eterni amori, tra cui forse il più grande: affascinare la donna. È l’eredità che la Vreeland ci ha lasciato: un’editoria dagli eleganti accenni estetici rivelatori di un estetica nuova, che attinge dal passato per rivelarsi alle generazioni future.
Eternamente appese intorno al suo collo, emblema della sua stessa visione creativa. Coco Chanel non disegnava. Osservava. Sceglieva la stoffa, fidandosi solo del suo tatto e, con quell’impulsiva sicurezza che contraddistingue il genio creativo, scolpiva l’abito. «Aveva i colori negli occhi e tutti i sensi arruolati, in agguato». E così che Claude Delay la descrive. Una donna che per sfuggire all’ordinarietà della vita, eseguirà un ennesimo taglio netto, questa volta con la tradizione. In un’epoca che vede eccentricità ed esuberanza estetica imperare anche in ambito artistico, Chanel «spoglia le convenzioni e discredita l’eleganza enfatica», in linea con le tendenze più ardue dei primitivi. In questo volume, attraverso il racconto di colei che ha accompagnato gli ultimi dieci anni della vita di Gabrielle, è possibile imbattersi in un profilo inedito, inesplorato e del tutto naturale. È lo sguardo di un’amica che osserva, che ascolta. La condivisione di un vissuto. L’unica concessione che si può fare ad una persona che si ama.
Biblioteca della Moda Via Alessandria, 8 Milano +39.02.83311200 www.bibliotecadellamoda.it Per essere recensiti all’interno della nostra rubrica “Books” scrivete a: Diana Barbetta d.barbetta@bibliotecadellamoda.it
Biblioteca della Moda ha inaugurato un nuovo spazio interamente dedicato alla vendita di riviste vintage dal 1950 ai giorni nostri. Un luogo dove non solo è possibile trovare pezzi unici della storia dell’editoria di moda e acquistare oltre 300 titoli di magazine di tendenza internazionali, ma anche ospitare eventi e presentazioni.
Chanel salutò per l’ultima volta Claude Delay una domenica pomeriggio, sul marciapiede davanti all’hotel Ritz, dove abitava a Parigi. Morì poche ore dopo, sola, nella sua stanza. Era il 10 gennaio 1971. Il ritratto di Chanel scritto dalla Delay inizia così, «dalla fine», da un’intimità nata dieci anni prima nella boutique Chanel di rue Cambon, tra la grande signora della moda e una giovane cliente: una affinità divenuta nel tempo un’amicizia vera, quotidiana, senza segreti, cui Chanel si affidò con crescente fiducia raccontando di sé, delle ferite dell’infanzia, dei suoi abiti, dei successi e delle sconfitte. E, naturalmente, degli uomini della sua vita: il padre Albert, il grande e tragico amore Boy Capel, gli amanti famosi – il duca di Westminster, il granduca Dimitri Romanov, Pierre Reverdy, Paul Iribe –, gli amici celebri, come Djagilev, Picasso, Misia Sert, Cocteau, Colette. Il racconto di Claude Delay rappresenta un caso a sé nella lunga serie di libri dedicati a Chanel perché riproduce con assoluta fedeltà la «voce» stessa della creatrice di moda, le sue emozioni, i suoi pensieri, i suoi sentimenti, senza intenti celebrativi, ma con l’obiettivo di far conoscere una donna che fu eccezionale, ma anche infinitamente naturale.
Libreria della Moda Via Alessandria, 6/8 Milano +39.02.83311200 www.libreriadellamoda.it
CLAUDE DELAY
COCO CHANEL GENIO | PASSIONE | SOLITUDINE
788871 809816
€ 26,00
Iva assolta dall’Editore
www.lindau.it
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i racconti di TLJ
“Il vecchio sul giardino”
Luca Perversi
Nota biografica
Luca Perversi fuma, a volte anche troppo, e non riesce a dire di no al salame con un bicchiere di Chianti. Vive a milano dal 69, dove ha anche conosciuto un paio di persone, ma a questa cittá che ama non si puó poi chiedere troppo. Tra le sue pubblicazioni citiamo quelle del proprio matrimonio, e il racconto di chiusura del Il portiere di notte, edito dalla Macchina dei Sogni. Lavora in una societá commerciale, sempre che non abbiate di meglio da proporgli, e per il 21 dicembre sembra voglia organizzare una festa che sará la fine del mondo.
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Sono qui che leggo un libro; l’ho iniziato qualche tempo fa e faccio fatica a ricordarmi i nomi dei personaggi. Mia moglie è nell’altra stanza oltre due porte, una rossa e una bianca. Sta facendo qualcosa al computer, ogni tanto la sento tossire: ha del catarro che le raschia la gola. E nel frattempo io sono qui, rannicchiato sul divano in pelle mattone. Fuori dalla finestra guardo uno spicchio di mondo, una porta finestra a due ante non molto ampie. Sul balcone intravvedo i fiori. Ieri sera è venuta a trovarci Serena: ha detto ho visto i fiori, meravigliosi, si vedono dalla strada. É primavera inoltrata, fa buio verso le nove. Quando è salita in casa le ho mostrato il nostro lavoro, mio e di mia moglie. Il nostro balcone è un piccolo giardino botanico. Abbiamo scelto le piante una a una e le abbiamo trapiantate proprio domenica scorsa. Oggi è il primo Maggio, Martedì: avevano detto che oggi sarebbe piovuto: l’acqua è arrivata e poi se n’è andata lasciando il cielo sporco di un grigio persistente. È un primo Maggio come tanti altri, forse è l’ultimo che voglio ricordare. Ho aperto la finestra e le ho mostrato i fiori con orgoglio. Dalla strada non si vedono molto bene, prevale il verde delle foglie perché abbiamo scelto di farli cadere verso l’interno. Ieri sera è venuta a cena Serena: ha detto che bei fiori e quando ho aperto la finestra perché potesse guardarli da vicino non si è sporta sul balcone, è rimasta sulla soglia. Ripongo il libro e mi alzo verso la finestra. Non so come finirà questo libro, è complicato, e leggere un paio di volte a settimana lo rende ancor più difficile. Poggio la mano sulla maniglia satinata e sento l’alluminio meno freddo di quanto pensassi. Sollevo la zanzariera e faccio un passo avanti. La mia via è una sorta di canyon metropolitano: è piuttosto stretta e anche se le case non sono molto alte, il sole arriva solo quando è allo zenit. Nella palazzina alla mia sinistra sembra che la gente si stanchi di starci. Non capita di rado che ci veda dei camion di traslochi. Ha quattro piani, due appartamenti per piano e pletore di luilei che verniciano le pareti e sistemano mobili. Forse la zona non è molto bella. La coppie che ne occupano gli appartamenti prima di trasferirsi altrove sono giovani, chi invece non è una coppia è lì da molti anni e non è neppure giovane. Infilo la mano nella tasca della tuta e ne cavo una Marlboro rossa. Il fumo mi anestetizza. Fumo in continuazione. Proprio di fronte al nostro appartamento c’è un balcone con un telo bianco candido che parte dallo stipite della finestra e si allunga a coprire tutta la parte frontale della ringhiera. Do un tiro profondo e guardo la macchina che scende lungo la via: da qui sembrano meno spaventose, sono più piccole, ma sono sempre molto veloci. Quando passano producono un rumore insistito che le accompagna sino a quando svoltano in fondo alla strada. La porta finestra si è socchiusa alle mie spalle. Guardo i nostri fiori: l’auto non ha ancora svoltato e nel baccano non sento più mia moglie. Abbiamo tulipani viola, perlati e rossi ci sono i gerani rosa screziati e quelli quasi arancioni. La pianta dell’8 Marzo ha smesso di essere gialla e cresce rigogliosa nel grosso vaso amaranto. Passo le dita nella menta, è buona, fresca, anche il timo è profumato e il rosmarino e la salvia. Lì cresceranno le palle di neve, come le chiama Elisa, la vecchia signora del balcone affianco, l’ortensia.
iI racconti di TLJ tlj
di Luca Perversi
Con delicatezza stringo nella coppa della mano sinistra il tulipano rosso e con la destra gli spengo dentro il mozzicone di sigaretta. Butto fuori l’ultima boccata lentamente e guardo giù. Al primo piano ci sono i Giorgi, o meglio, c’è lei. Venti anni fa lui sarebbe morto davvero se non ci fosse stata lei a tenerlo in vita con i suoi ricordi. Io non l’ho conosciuto, ma l’appartamento una volta era un negozio di biciclette. Quando ci incontriamo nell’androne lei sembra ancora più grinzosa: magari è la luce fioca dell’ultima lampadina rimasta accesa o forse è che non riesco a distinguere da che parti arrivi quell’odore di vecchia casa, se dalla cantina in fondo all’androne o dalla sua pelle. Lui si chiamava Giorgio, che sul citofono fa ancora Giorgio Giorgi. Lei si chiama Fernanda, che sul citofono fa sempre Giorgio Giorgi. Il figlio l’hanno chiamato Alberto, ma sul citofono non ci è mai finito, era ancora giovane, così ora lei non ha tanti ricordi da raccontare, ma li racconta lo stesso sempre. Impugno la ringhiera nera arrugginita e salgo sul vaso di gerani. Mi sento un po’ stanco. Il balcone del piano di sopra è scrostato, percepisco i pezzi di pittura ridursi in briciole sotto i palmi della mani: credo tocchi a me riverniciarlo. Una folata di vento gonfia la tenda ormai sciupata e piena di buchi dall’altra parte della strada. Al secondo piano vivono due sudamericani. Prima lei lavorava come colf, poi lui si è trovato un posto di lavoro e lei ha fatto un figlio. Sono due anni che non la vedo. É tornata in Sud America con il figlio per farlo conoscere ai nonni e suo marito si è portato in casa un’altra donna: forse aveva bisogno di qualcuno che gli facesse le pulizie. Il fumo mi anestetizza. L’ho già detto? Si! É da molto che ripeto le cose. Respiro a fatica, respiri brevi, molto violenti. Mi gira un poco la testa e ho il formicolio alle gambe, anzi le gambe sono sorde ai miei richiami. Non riesco ad alzarle quel tanto che basterebbe per muovere un altro passo, sento solo i palmi pigiati contro la vernice umida del balcone del secondo piano. Per cinque minuti non passano macchine, è scesa la notte e fa molto freddo. L’alito mi esce dalla bocca corto corto. Dopo qualche altro minuto scendo dalla balaustra a rientro in casa dando uno sguardo al nostro lavoro. I fiori sono tutti secchi e la pianta dell’8 Marzo è uno stelo privo di foglie. Un nuovo soffio di vento si posa sul libro che ho lasciato sul divano. È marrone scuro, la pelle consumata, la pagine gialle, spiegazzate e raggrinzite. È complicato e dopo tanto che lo leggi non ti ricordi i nomi dei personaggi. Il rivolo di vento insiste sollevandone la carta che in alcuni punti è bianca, ma non ricordo cosa ci fosse scritto. Apro la porta rossa, che è scolorita, e attendo un istante prima di aprire quella bianca, ora giallognola. Entro nella stanza. Mia moglie non c’è più e anche il computer non ha smesso di funzionare. Mi guardo attorno e non c’è niente nella stanza, un bel po’ di silenzio, e a infastidirlo nemmeno qualche colpo di tosse che raschia la gola. Domani è il primo Maggio, sembra inverno. Dicono che pioverà, ma se non piove spero di trovare la forza per mettere un nuovo seme nella terra, un seme con troppi anni per diventare fiore.
parato ersi ha im v er P a c lu L on noi. re storie c a racconta ina dei La Macch ello na l’arte d Sogni inseg anni. da quindici storytelling ipe del Oggi partec to, accosta cambiamen ione in a l’innovaz z n ie er p es ll’ a i verso nuov atto attra Dalla narrativi. strumenti ylo del camera-st lla a a n pen uturo: il presente f sere liamo di es mobile.Sceg altri, li uni agli connessi, g ere per esprim ole in entità sing storie e id iamo gli lettivi. Alz contesti col occhi e ticipiaavanti, an o m ia rd ua g iamenti. mo i camb
Macchina
dei Sogni
Milano asseroni 6, P . .C G ia v 4543 tel: 023658 i.org hinadeisogn c c info@ma ni.org chinadeisog www.mac
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spy story
Trame di moda in mostra a Venezia ph di Luigi Ceccon
Da sinistra: due abiti della collezione storica del Museo di Palazzo Mocenigo; costume di proprietà L. Lojodice; costumi di Danilo Donati (Fondazione Tirelli Trappetti)
Ha inaugurato nei giorni della Mostra del Cinema, presso Palazzo Mocenigo a Venezia, la meravigliosa mostra “Trame di Moda”. In esposizione gli abiti indossati sul red carpet, i costumi di scena di filmicone e le creazioni dei grandi stilisti ispirate al sogno cinematografico. Curata da Fabiana Giacomotti e Alessandro Lai, con l’allestimento di Sergio Colantuoni, la mostra ha fatto sognare tutti gli ospiti dell’esclusiva inaugurazione. Fino al 6 gennaio 2013 - www. mocenigo.visitmuve.it
Abito Vionnet
Abito in pelliccia Fendi su disegno di Karl Lagerfeld
Fabiana Giacomotti e l’assessora Tiziana Agostini
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Da sinistra: abiti Cavalli; Valentino Haute Couture; Atelier Versace
Dall’alto: collana Stefan Hafner; orologio Glycine Watch; orecchini Salvadori e bracciale Roberto Demeglio
Diane Pernet e Alessandro Lai
spy story
Giovanni Gastel interpreta il braccialetto Cruciani ph Mauro Tarzariol
In occasione della presentazione della collezione P/E 2013 di Cruciani, sabato 22 settembre Karolina e Luca Caprai hanno ospitato un cocktail per l’inaugurazione della mostra di Giovanni Gastel con scatti che reinterpretano i famosi braccialetti in pizzo macramé del marchio, tra cui il nuovo nato, ispirato alla zucca di Halloween. Molti gli ospiti famosi che hanno potuto anche vedere in anteprima le nuove borse “Milano” in tre dimensioni: micro, petite e city.
Valeria Solarino con orecchini Regina Gambatesa
Cristiana Capotondi
Arianna Caprai e Giovanni Gastel con Luca Caprai
Karolina Caprai
La blogger Chiara Ferragni con il fidanzato
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gli indirizzi lifestyle
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Un Natale di gusto e benessere a tavola con gli Omega3
Con i cesti di Natale di Bleu Blanc Coeur Italia, possiamo mangiare molto e bene: tutti i prodotti certificati Bleu Blanc Coeur sono frutto di una filiera alimentare rigorosa e controllata che ha alla base l’utilizzo di lino, particolarmente ricco di Omega 3. Cio’ garantisce prodotti con un profilo nutrizionale migliore e piu’ equilibrato Un’esperienza unica che unisce gusto e piacere al concetto di prodotto sano e in linea con gli elevati standard nutrizionali. Extralusso , Stellato, Soffice o Candido, scegliete il cesto che piu’ fa per voi! Via Alessandria, 8 - 20144 Milano - a.ragusa@foodandservice.it tel/fax 02 6140601 - mob. 3931603811
L’OROSCOPO DELLA GINNY
In vino veritas www.unaparolabuonapertutti.it
ARIETE TORO schietto come un lambrusco
“In vino veritas” diceva qualcuno Ma non basta un bicchier, ce ne vuole più d’uno E di un vin che sia schietto come i tuoi pensieri, un lambrusco che sputi commenti sinceri così non sarà colpa del tuo intelletto smaltita la sbornia tutto ciò che avrai detto! Saturno dà gli ultimi colpi di coda Tagliando di netto ciò che non s’annoda Ma lascia uno spazio da poter riempire D’amici, d’amor e di nuove avventure!
il vin brulè
Il vino brulè non è vin di stagione Ma del suo calor ti circondan persone E come d’inverno bollente e speziato Solleva il cuor e addolcisce il palato Così a settembre gli affetti d’intorno Faranno il tuo mondo felice ed adorno Perché più di tutto nei tuoi desideri C’è avere l’amor ed amici sinceri Che quando una lacrima ti bagna il visino La raccolgon nel loro bicchiere di vino!
GEMELLI una damigiana non basta
Non basta un bicchier né una bottiglia piena, forse in una damigiana ci stanno appena: Giove che porta fortuna, Marte soddisfazione Urano le grandi idee e Saturno l’organizzazione. Son gli ingredienti del tuo buon vino Che avrà il sapore di un succo divino… E dunque ubriacati del tuo successo, ti sei meritato anche qualche eccesso… una dolce metà senza fare un versetto vi riporta a casa e vi metterà a letto!
CANCRO chardonnay
Se ti fermi al suo odor non è certo un granchè Questo primo bicchiere di Chardonnay Ma poi resti attaccato alla sua bottiglia Come il paguro alla sua conchiglia Perché è fresco al palato e ti balla la testa Significa che ricomincia la festa! Certo a settembre è appena iniziata, un po’ impacciati si è fermi all’entrata ma quando Saturno se ne va a dormire si apron le danze e si balla a sfinire!
LEONE rosè
C’è uno champagne che è il più raffinato Per voi amanti del lusso ha un colore rosato E servirà per brindare non alla vittoria Ma al primo passo che vi porta alla gloria: perché per voi niente non si può fare quando il pensiero lo riesce a pensare, così costruite il primo scalino perché tocchi il ciel con la punta il camino ed entrare dall’uscio non sulle gambe ma in braccio a Giove che vi fa da amante!
SAGITTARIO si apre la barrique
Il vin barricato è da intenditori Ma i vostri son certo tra i nasi migliori! Per farlo così del sapore del legno Richiede gran forza d’animo e impegno E voi in questi mesi con grande coraggio Avete optato per quel che era saggio Ma il tempo di posa ora è terminato E questo buon vino va assaggiato: rompete gli indugi e provate a voi stessi che l’attesa è valsa dei grandi successi!
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VERGINE novello come il vino
Il vino novello è una fesa a sorpresa è il primo assaggio dopo la lunga attesa e il contadino a braccia conserte attende le prime bottiglie aperte… Col primo cin cin tutti i mesi bui diventano giubilo suo ed altrui. questo è il mese di nuove bottiglie, di buttare via i tappi e godersi le voglie, pensar che ogni giorno ne vale la pena dovesse durare anche un’ora appena!
BILANCIA doccia di vin santo
Per la pazienza che dovrai avere vinsanto a litri mattine e sere: al capo, all’amor e alle loro pretese dirai la tua ma in modo cortese e il verbo tuo secco come un cantuccio dovrai fargli scender con un bicchierino! Agosto e il relax han portato consiglio, chiarite le idee e tolto il bavaglio: settembre ti vede ora pronto a spiegare chi può rimanere e chi pedalare!
SCORPIONE col botto
Chiusa la porta a doppia mandata Di ciò che per mesi ti ha resa dannata Butta la chiave lontano in un prato Ma tieniti stretto ciò che hai imparato! E’ ora di fare un gran bel botto Con quello champagne che è in frigo da troppo, ti aspettano mesi di nuove avventure che siano fugaci oppur durature: il destino disegna tra le tue mani quello che aspetti da tempi lontani!
CAPRICORNO stemperate il vino con l’acqua
Di cose da fare ti sei ubriacato: progetti, pensieri e lavoro arretrato e nemmeno ad agosto per le cose serie non hai mai certo chiuso per ferie! Hai fatto e disfatto da sera a mattina E inizi settembre più stanco di prima… Dovrai allungare con acqua il buon vino, trovare anche il tempo per un pisolino. Il riposo fa parte di un grande progetto Per aver successo al lavoro e nel letto!
ACQUARIO rosso argentino
Stupire i presenti è il vostro destino Per questo vi assegno un buon rosso argentino: un vino che pochi davan vincente con più tentativi ora piace alla gente… Così non piacendovi ciò che intorno v’era Vi siete aggrappati ad una mongolfiera: genial soluzione che mette a tacere chi i tuoi desideri non vuole vedere! Urano v’assiste e vi tiene la mano Portando al sicuro il tuo cuore lontano…
PESCI una bottiglia normale non basti
Si stappi la magnum delle grandi occasioni, chiamate l’orchestra e attaccate i festoni, lustrate per bene le scarpe migliori e stian tutti pronti a lanciarvi dei fiori! Entrate in autunno dalla porta centrale Con bacchetta magica e corona regale: vi basterà un tocco ed un solo bacio per far di un rospetto un principe macho ed un desiderio anche solo pensato potrai in breve tempo goder realizzato!
5-6-7 OTTOBRE 2012
VILLA ERBA, LAGO DI COMO WWW.ORTICOLARIO.IT TEL. +39.031.3491
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