Biolcalenda giugno 2016

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giugno 2016

Dalla cultura un’educazione permanente per la sobrietà dei bisogni

• Influenze cosmIche: Il pIaneta Venere • l’ortaggIo del mese: l’ortIca e la BorragIne

• cucIna europea: la spagna • agopuntura e IncrocI energetIcI

• agrIcoltura: come dIfendersI daI parassItI • efferVescIenza: Il legame tra candIda e cancro


La Biolca ringrazia i propri sostenitori: THE BRIDGE, CIAO BIO, LA SPIGA BIO, EL FORNO A LEGNA, MUTTA MASSIMO, SALVAGNO GIOVANNI, CASASANA, HERMES, MONTE DEGLI AROMI, ANTICO MOLINO ROSSO, BIOLIVING, DEOLA DOLCIARIA, dott. LUCA BASTIANELLO, COLTIVABILE, GELATERIA SOLE LUNA, GOODPLACE, REMEDIA, Az. agricola PETRIGNANO, L’ALTRA MEDICINA, PLOSE, PIZZE RIO FIORE, MULINO TERREVIVE, ENNERGO srl, ARCOIRIS, EFFEGIFOOD, EMBIO


Influenze cosmiche

L’Uomo, un geroglifico dell’universo

Il pianeta Venere di Mariuccia Rigon

«… ma Dione onoravano e Cupido, questa per madre sua, questo per figlio; e dicean ch’el sedette in grembo a Dio; e da costei ond’io principio piglio pigliavano il vocabol della stella che ’l sol vagheggia or da coppa or da ciglio». [Dante Alighieri – IIIV canto del Paradiso 7 – 12]. Venere è il primo pianeta sottosolare, è chiamato anche stella del mattino o stella della sera per la sua particolarità di essere visibile in queste ore: sei volte più luminoso di Giove e 15 volte più di Sirio la sua luminosità è inferiore solo al Sole e alla Luna. Il pianeta, da sempre, simboleggia la Grande Madre, il principio universale femminile cui furono dati, nel trascorrere del tempo, diversi nomi: Ishtar nell’epoca babilonese, Hathor in Egitto, Rea, Afrodite o Venere in Grecia, ecc.. Rappresenta l’energia divina sotto forma di materia, indica il matrimonio tra intelligenza e passionalità. Nel I Ching riferito a Venere, troviamo scritto “Tutti gli esseri gli debbono la nascita perché grazie alla sua abnegazione accoglie il celeste” e in questo senso rappresenta simbolicamente la Vergine Maria, colei che accolse il seme divino per generare Gesù. Il geroglifico del pianeta è rappresentato da un cerchio sovrapposto a una croce: la croce degli elementi che attrae lo splendore solare. Tutti i processi di assimilazione, di accumulo, d’interiorizzazione sono qualità dipendenti dalle forze di Venere. Il rene nel suo compito di assimilazione delle proteine e nelle funzioni di escrezione è, per eccellenza, l’organo di Venere. Anche la circolazione venosa è un processo venusiano (al contrario di quella arteriosa che è un processo marziale), essa infatti, dalla periferia si dirige verso un centro, ha un carattere passivo e permette le stasi (venose) o le varici se il sangue cede alle forze di gravità. Le forze planetarie di Venere si individualizzano a livello somatico nelle surrenali, le due ghiandole simmetriche poste nella parte

superiore dei reni, con funzioni antistress. Le surrenali midollari producono adrenalina, una sostanza eccitante del sistema nervoso simpatico e di tutti gli organi che sono innervati da esso: cuore e organi della vita vegetativa (adrenalina - ormone vasodilatatore). Le surrenali corticali influiscono sull’accrescimento somatico esaltandolo e accelerandolo (ormoni sessuali, aldosterone e cortisolo). L’archetipo del carattere è rappresentato dal misticismo. L’animo umano è incline all’abnegazione e alla rinuncia. Il carattere venusiano è sempre alla ricerca di un complementare; il suo bisogno di unione e di contatto permette lo sviluppo di qualità sensibili come dolcezza, gentilezza e di tante attività creative nel prendersi cura degli altri. Spesso è esposto a delle esagerazioni che lo portano al cattivo gusto, a tendenze allucinatorie o a un’autolimitazione delle sue sicurezze. Una strana tendenza fisica per il piacere può portarlo a dei disordini sessuali e di conseguenza a delle malattie genitali. Le altre patologie interessano l’apparato circolatorio venoso, i disturbi dell’assimilazione e dell’escrezione dei liquidi, i crampi. Simbolo vegetale. La rosa. «Le rose rosse non sono calde come la tinta suggerisce, ma fredde, perché tutto il loro calore si concentra nei pistilli, aurei e nascosti». [Paracelso]. La rosa è la pianta diurna di Venere, mentre il mirto la simboleggia di notte. L’infuso delle foglie e dei fiori deterge la pelle, allevia i rossori e calma i palpiti cardiaci, mentre il frutto tonifica e rinforza il corpo, cura e depura l’apparato renale. Simbolo animale. La lumaca ermafrodita e feconda, la cui bava, asciugandosi rifulge come una mica rocciosa. Simbolo minerale. Lo smeraldo che, secondo la tradizione, facilita le relazioni sincere e i rapporti d’amore. Incastonato in un anello e portato al dito medio, rinforza la memoria e facilita l’eloquenza. Fra i metalli il rame.

Quest’anno Biolcalenda presenta le corrispondenze nel rapporto tra pianeti, uomo e pianta, tema che farà da guida anche alle nostre copertine per tutto il 2016. Nel prossimo numero: le influenze di Mercurio. giugno 2016

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n. 6/2016, Anno XXVI

Direttore responsabile: Micaela Faggiani Registrazione: Tribunale di Padova n. 1298 del 20.07.1991 Spedizione: in abb. postale 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96, Filiale di Padova CMP Anno XXVI, 2016 Coordinatore di redazione: Silvano Parisen Redazione: Mauro Berton, Martina Parisen, Sabrina Schiavo, Germana Urbani, Guglielmo Frezza Collaboratori: Carmen Bellin, Carla Babetto, Sonia Martinello, Gabriela Cardin, Nella Calligrafi, Paolo Nalotto, Umberto Bassan, Lorenzo Cailotto, Maurizio Babetto, Franco D’Agostini, Luca Michieletto, Fabio Fioravanti, Giovanni Russo, Marcello Pamio, Agostino Aldrigo, Michela Pavan, Grazia Carraro, Auretta Pini, Stefano Bianchi, Daniela Ciprian, Ornella Bellettato, Francesco Decataldo. Progetto grafico: Jenny Bizzo COMITATO SCIENTIFICO GIANNI TAMINO, biologo ricercatore presso l’Università di Padova - DANIELA CONTI, biologa esperta di genetica molecolare - GIOVANNI ANGILÈ, medico chirurgo esperto di medicina naturale ALESSANDRO FORMENTI, medico chirurgo esperto di medicina naturale e fitoterapia - PAOLO PIGOZZI, medico nutrizionista, omeopata, fitoterapeuta - MARIUCCIA RIGON, ricercatrice antroposofica - RENZO SCAGGIANTE, medico odontoiatra - DINO BORTOLUZZI, professore docente alla scuola di naturopatia «Galilei» e «Carton» - GIUSEPPE ALTIERI, agronomo - GIANCARLO CHINELLO, architetto esperto in bioarchitettura - MAURIZIO LAZZAROTTO, architetto consulente in materiali per la bioedilizia - LORENZO VITTORI, ingegnere, referente regionale Anab - PAOLO GIROTTO, medico veterinario omeopata - PAOLO PISTIS, consulente per l’agricoltura biodinamica - STEFANO MONTANARI, ricercatore ERICH TREVISIOL, docente dello Iuav di Venezia - MARINA MARIANI, agronoma, esperta di sicurezza alimentare - MARIA CONCETTA DIGIACOMO, medico di base - PATRIZIA GENTILINI, medico oncologo - PIETRO PERRINO, ricercatore del Cnr - MAURIZIO SIGNORINI, architetto esperto di progettazione bioedile e di ecodesign - LUCA BASTIANELLO, medico odontoiatra - ELISABETTA TURRIN, ostetrica ENRICO MICELLI, architetto, esperto bioedilizia e parametri ambientali - ANTONIO LUISE, fisiatra, osteopata, medicina ambientale

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Sommario Influenze cosmiche

di Mariuccia Rigon

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Alimentazione

L’ortaggio del mese: ortica e borragine Cucina europea: ricette della Spagna

Prendersi cura

Dentosofia: equilibrio dentale, equilibrio globale Luca Bastianello Gravidanza: l’ingorgo mammario Elisabetta Turrin La Danza della vita Sandra Capri Gli incroci emergetici dei meridiani di agopuntura Giovanni Angilè

Carmen Bellin pag. 6 Auretta Pini pag. 8

pag. 11 pag. 14 pag. 16 pag. 18

Studi, idee, contributi

Agostino Aldrigo La ripresa? C’è, ma è così piccola... Inceneritori, biomasse, carbone: e i danni chi li paga? Stefano Montanari Luc Schuiten e l’Archiborescenza Maurizio Signorini Antonio Todaro Piante popolari: Timo Serpillo Sperimentazione animale: la grande mistificazione M. Concetta Digiacomo Marina Mariani Alimentazione & Salute: il prezzo del cibo

Agricoltura

Calendario delle semine e delle lavorazioni Perché è importante la Biodinamica Perché i parassiti attaccano le mie piante? I protagonisti del biologico: Agricola San Nazario Aiab Veneto Aveprobi

pag. 31 Fabio Fioravanti pag. 32 Luca Michieletto pag. 34 Martina Parisen pag. 36 pag. 38 pag. 40

Annunci&Segnalazioni

I programmi dei corsi La bacheca dei lettori L’agenda del mese

Riflessi & Aforismi

pag. 19 pag. 20 pag. 22 pag. 24 pag. 26 pag. 28

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pag. 42 pag. 47 pag. 48 In copertina: il pianeta Venere giugno 2016

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L’ortaggio del mese oRtIcA e boRRAgIne

Ricette per una cucina in armonia con la natura L’Ortica (Urtica dioica, fam. Urticaceae) è una pianta erbacea perenne, nativa dell’Europa, dell’Asia, del Nord Africa e del Nord America. Possiede peli che, quando toccati, espellono un fluido che causa bruciore e prurito a uomini e animali. La pianta è nota per le sue proprietà medicinali, per la preparazione di pietanze e, una volta, per il suo esteso uso nel campo tessile. Il nome ortica deriva probabilmente dal latino urere, bruciare, a indicare l’effetto delle sostanze irritanti contenute nei peli. Si trova usualmente nei campi e nei terreni incolti, prediligendo luoghi umidi e ricchi di azoto, meglio se ombrosi, come le radure dei boschi, i bordi dei corsi d’acqua, attorno alle rovine di abitazioni. In medicina popolare le applicazioni dell’ortica sfruttano le proprietà stimolanti e irritanti dei peli, e includono il trattamento di anemie, reumatismi, artriti, eczemi, asma, infezioni della pelle, dolori intestinali, oppure sono tradizionalmente impiegate come shampoo per le calvizie o contro le emorroidi e la gotta. Studi moderni provano l’efficacia dell’ortica contro riniti allergiche, infezioni del tratto urinario, problemi cardiovascolari e per il trattamento dell’ipertrofia prostatica benigna. In cucina si usano i germogli e le foglie ancora tenere raccolte in primavera, prima della fioritura. Si possono aggiungere nei risotti, nei minestroni, nelle frittate e nelle frittelle. La cottura distrugge i peli urticanti. La Borragine (Borago officinalis, fam. Boraginaceae) è una pianta erbacea annuale diffusa in gran parte dell’Europa e nell’America centrale, dove cresce tuttora in forma spontanea fino ai 1000 m s.l.m. Viene coltivata in tutte le regioni temperate del globo. Ha foglie ovali ellittiche, picciolate, che presentano una ruvida peluria; i fiori presentano cinque petali, disposti a stella, di colore blu-viola; i frutti sono degli acheni che contengono al loro interno diversi semi di piccole dimensioni. Le foglie giovani sono variamente impiegate in cucina per minestroni, ripieni per ravioli, torte e frittate. Tipico è il consumo in frittelle dei fiori e delle foglie (passate in pastella e poi fritte); in moderata quantità si usano anche crude in insalata; i fiori azzurri sono usati crudi in insalata e per colorare e guarnire i piatti e per colorare l’aceto; sono molto ricercati dalle api perché sono ricchi di nettare. In medicina popolare si utilizzano le foglie giovani e le sommità fiorite. Fin dall’antichità la pianta ha fama di svegliare gli spiriti vitali (Plinio: «Un decotto di borragine allontana la tristezza e dà gioia di vivere»). È utilizzata per abbassare febbre e calmare la tosse secca. È nota anche come diuretico ed emolliente (per la presenza di mucillagini).

Le ricette VELLUTATA DI ORTICHE E BORRAGINE Ingredienti: 200 g di ortiche - 100 g di borragine - 100 g di fiocchi di avena piccoli - 1 cipolla 1 porro - 1 spicchio d’aglio - olio e sale q. b. - 1 pizzico di curry e peperoncino - sale - brodo vegetale q. b. Preparazione: in una pentola con 2 cucchiai d’olio far saltare la cipolla e l’aglio tritati, aggiungere il porro tagliato a rondelle sottili, le ortiche e la borragine tritate grossolanamente e cuocere per 10 minuti. Aggiungere il brodo caldo pari a una ciotola per persona e i fiocchi di avena. Continuare la cottura per altri 5 minuti. Regolare di sale e spezie e poi frullare fino ad ottenere una crema vellutata. Servire il consommè con un filo d’olio e come guarnizione qualche fiore di borragine.

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L’ortaggio del mese

BULGUR ALLE ERBE E FIORI Ingredienti: 280 g di bulgur - 1 cipolla - 1 spicchio d’aglio - una manciata di erbe aromatiche e fiori vari - prezzemolo - olio - sale. Preparazione: cuocere il bulgur, nel frattempo tritare la cipolla e l’aglio e farli rosolare in una padella oliata. Quando il bulgur è cotto condirlo con un filo d’olio, la cipolla e l’aglio e poi unire le erbe aromatiche. Mescolare delicatamente e servire guarnendo il piatto con il prezzemolo e i fiori.

RISOTTO AL GLICINE Ingredienti: 300 g di riso integrale - 1 cipolla - 2 spicchi d’aglio - 2 rametti di rosmarino prezzemolo - peperoncino - fiori di glicine (o altri fiori di stagione) - olio - sale. Preparazione: lavare e cuocere il riso. In una padella oliata rosolare la cipolla e l’aglio tritati. Tritare finemente anche gli aghi di rosmarino e una manciata di fiori di glicine. Quando il riso è cotto condirlo con un filo d’olio, la cipolla e l’aglio rosolati, il rosmarino e il glicine. Lasciare insaporire per qualche minuto e poi servirlo con un pizzico di prezzemolo e i fiori di glicine (o altri fiori di stagione).

CREPES ALL’ORTICA E MENTA Ingredienti: 6 dl di latte di riso o acqua - farina q. b. - 300 g di ortiche - 1 manciata di menta 100 g di crema di tofu - 2 spicchi d’aglio - olio - paprika - sale. Preparazione: in una ciotola, con una frusta, mescolare il latte di riso con la farina necessaria a ottenere una pastella morbida, salare e lasciare riposare per almeno 30 minuti. Nel frattempo pulire, lavare e far appassire le ortiche. Farle poi insaporire con l’aglio, il sale, la paprika e la menta tritata. In una padellina antiaderente preparare le crepes, farle raffreddare, spalmare la crema di tofu e poi disporvi le ortiche e la menta tritate. Chiuderle, disporle in una teglia oliata e passarle in forno a gratinare. Guarnire con foglie di menta fresca.

CARMEN BELLIN La quantità degli ingredienti si riferisce a un menù tipo per quattro. Abbreviazioni usate: C = cucchiaio - c = cucchiaino - g = grammo - kg = chilogrammo - L = litro - dl = decilitro - olio (quando non è specificato altro) = olio extra vergine di oliva - q.b. = quanto basta. giugno 2016

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Consigli e ricette cUcInA eURoPeA

alla scoperta dei prodotti tipici e delle ricette della Spagna La cucina spagnola, come quella italiana, è composta dalle differenti cucine regionali, anche se oggi, alcune abitudini alimentari sono diffuse in tutto il paese, come l’uso della pasta, la preparazione di innumerevoli varianti di paella, i churros e molti altri. Alcuni prodotti dell’agricoltura spagnola erano rinomati fin dall’epoca romana, ma fu la dominazione araba ad aumentare notevolmente la biodiversità agricola del paese, introducendo in particolare la coltivazione degli agrumi e del riso. Un secondo grande cambiamento avvenne con la scoperta delle Americhe e l’arrivo delle nuove piante che dalla Spagna si diffusero ben presto in tutta Europa: pomodoro, mais, patate, caffè, cacao, ecc. La lunga dominazione araba ha lasciato molte influenze sulla cucina delle regioni meridionali della Spagna, ancora oggi riconoscibili in piatti a base di riso, carne di pecora, agrumi, melograno e spezie come lo zafferano. La Spagna è uno dei più forti consumatori europei di carne (circa 120/130 kg/anno in media per persona) che caratterizza soprattutto le cucine dell’interno, accompagnate da legumi e molte verdure, mentre sulla costa e nelle isole si aggiungono pesce e crostacei. In tutto il paese vi sono importanti produzioni di formaggi pecorini e vaccini stagionati, così come di importanti vini rinomati in tutto il mondo. La cucina spagnola è una delle più apprezzate a livello internazionale, in particolare da quando alcuni dei suoi chef più noti hanno contribuito ad innovarla e a diffonderla in tutto il mondo. Le tapas, cioè l’infinita gamma di piccoli spuntini da aperitivo, in Spagna non sono una moda recente. Fin dal XIII secolo erano noti proprio come “tappo” per riparare il bicchiere di vino dagli insetti nelle mescite. Consistono infatti di fette di pane con sopra fette di prosciutto o salame, piccoli pezzi di formaggio, mezzo uovo sodo, acciughe e tanto altro, il tutto bloccato sul pane con uno stuzzicadenti: queste fette di pane, che si possono mangiare in un sol boccone si chiamano “pincho” (simili agli “spuncioni veneti”). Le tapas vere e proprie consistono in pietanze più complesse (insalata di patate, tortillas,, stufati di legumi, ecc.) servite in mini porzioni, su piccoli piattini appoggiati sopra al bicchiere di birra fredda o di vino. La vastità dei piatti spagnoli è tale che risulta arduo fare una scelta nel ristretto spazio di questa rubrica, per questo farò la scelta di restringere il campo ad alcune ricette di tapas e pinchones veloci, un gazpacho classico e una fresca sangria di frutti estivi e vino, che in questa stagione estiva, possono costituire la base di un piccolo buffet fresco e variato. TAPAS E PINCHONES Frittelle di olive ingredienti: 50 g di farina - 2 uova - 4 pomodorini a cubetti -2 C di olive denocciolate e affettate - 1 cipolla. Preparazione: sbattere l’uovo con un pizzico di sale, aggiungere la farina, mescolare e aggiungere il resto degli ingredienti e un pizzico di peperoncino, regolare di sale e fare riposare 15 minuti. In una padella fare scaldare l’olio, versare il composto a cucchiaiate, fare rosolare, scolare su carta paglia e servire calde. Asparagi e funghi fritti Ingredienti: 16 punte di asparagi - 12 funghi prataioli coltivati (o altro tipo) - 150 g di farina di ceci - 1 C di aglio e prezzemolo tritati – acqua - olio per friggere - sale e pepe.

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Consigli e ricette Preparazione: in una terrina stemperare la farina di ceci con acqua per ottenere una pastella fluida, aggiungere aglio e prezzemolo tritati, regolare di sale, pepare abbondantemente e fare riposare. Lessare le punte degli asparagi per 5 minuti, scolare. Pulire i funghi e tagliarli in sei piccoli spicchi ciascuno. Riprendere la pastella, mescolare e se risulta troppo densa, aggiungere poca acqua, tuffare gli asparagi nella pastella, quindi immergerli in olio profondo portato a temperatura e friggere fino a che siano dorati e croccanti, porre su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Fare la stessa operazione con i funghi.

La quantità degli ingredienti si riferisce a un menù tipo per quattro. Abbreviazioni usate: C = cucchiaio - c = cucchiaino - g = grammo - kg = chilogrammo - L = litro - dl = decilitro - olio (quando non è specificato altro) = olio extra vergine di oliva - q.b. = quanto basta.

Olive all’arancia Ingredienti: 20 olive verdi grosse in salamoia - 1 arancia - 1/2 limone - 1 spicchio d’aglio - olio evo (extravergine di oliva) non filtrato, pepe. Preparazione: denocciolare le olive, mettere in una ciotola insieme con la buccia dell’arancia e del limone grattugiata e abbondante pepe appena macinato. Spremere il succo degli agrumi, col frullatore ad immersione emulsionare insieme ad un cucchiaio di olio e l’aglio schiacciato, aggiungere alle olive. Lasciare macerare alcune ore prima di servire. Rotolini di peperoni al formaggio Ingredienti: 4 fette di pane tostato - 1 peperone giallo e 1 rosso - 100 g di ricotta di capra - 1 C di cerfoglio tritato - 1 spicchio d’aglio - olio evo - sale e pepe. Preparazione: sfregare le fette di pane con l’aglio e poi tagliare a cubetti. In una ciotola mescolare ricotta, cerfoglio e una abbondante macinata di pepe. Abbrustolire i peperoni interi sulla fiamma, spellare, eliminare i semi, tagliare a strisce longitudinali larghe come pappardelle, salare leggermente. Con un cucchiaino prendere delle piccole quantità di formaggio, appoggiare sull’estremità di una striscia di peperone, arrotolare e fissare con uno stuzzicadenti su un cubetto di pane, irrorare con un filo d’olio. Bruschette saporite Ingredienti: 4 fette di pane tostato - 8 pomodorini - 4 pomodori secchi - 1 C di capperi dissalati - 1 C di succo di limone - 1 peperoncino fresco - basilico -olio evo - sale. Preparazione: tagliare i pomodorini in quarti, i pomodori secchi a cubetti, mettere in una ciotola e aggiungere capperi, peperoncino tritato, basilico spezzettato e condire con succo di limone, olio e sale, mescolare. Dopo 15 minuti distribuire sulle fette di pane.

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Consigli e ricette STUFATO DI CECI ALLA SIVIGLIANA Ingredienti: 300 g di ceci lessati - 400 di spinaci - 2 spicchi d’aglio - 3 C di aceto - 2 fette di pane raffermo - 1 c di paprica dolce - 1/2 c di cumino in polvere - 1 peperoncino - olio evo - sale. Preparazione: scolare e tritare gli spinaci appena sbollentati. In una padella fare soffriggere l’aglio intero e il pane a pezzi, fare raffreddare tutto, mettere nel vaso di un frullatore insieme con l’aceto e il peperoncino, frullare fino a raggiungere una consistenza cremosa aggiungendo poca acqua. Nella padella precedentemente usata e ancora tiepida, versare paprica e cumino, quando cominciano a profumare riaccendere la fiamma, versare i ceci e gli spinaci, poca acqua e cuocere per 10 minuti, quindi aggiungere la crema di pane, cuocere ancora fino a quando sia denso. GAZPACHO Ingredienti: 800 g di pomodori ramati maturi - 200g di pane raffermo - 1 cipolla rossa - 1 peperone rosso e 1 giallo - 1 cetriolo -100 ml di aceto bianco – basilico - olio evo - salsa Tabasco – sale. Preparazione: affettare il pane, tostare 4 fette e ammollare le altre in una ciotola con l’aceto e altrettanta acqua. Mettere da parte un pomodoro, 1/3 di ciascun peperone, della cipolla e del cetriolo. Portare ad ebollizione un tegame d’acqua, immergere per pochi minuti i pomodori, poi fare raffreddare e spellare, mettere i semi in un colino per raccogliere il loro liquido. Nel vaso del mixer versare tutte le verdure tagliate a pezzi, il pane ammollato, alcune foglie di basilico, un cucchiaio di Tabasco, regolare di sale e frullare accuratamente fino ad ottenere un composto omogeneo e semiliquido. Mettere a raffreddare in frigorifero per un paio d’ore. Riprendere le verdure messe da parte e il pane tostato, tagliare a cubetti e mettere separatamente in ciotole. Servire il gazpacho in una zuppiera accompagnato dalle ciotole di verdure e pane a cubetti di cui ciascuno si servirà a piacere. SANGRIA CON FRUTTI ROSSI E MELONE Ingredienti: 1 l di vino rosso di Rioja (o un rosso corposo) - 1/2 melone - 12 ciliegie - 100 g di more -100 g di lamponi - 100 g di ribes rosso - 100 g di fragole - 1 arancia - 2 C colmi di zucchero di canna - 1 bicchierino di rum (facoltativo). Preparazione: con un coltellino affilato tagliare la parte arancione dell’arancia cercando di avere una sola, lunga spirale che conserverete. Spellare a vivo l’arancia, sbucciare il melone ed eliminare i semi, tagliare ambedue a cubetti, affettare le fragole. In una terrina da punch versare tutta la frutta e mescolare con lo zucchero, lasciare riposare per un’ora. Passato questo periodo, aggiungere alla frutta il vino e il rum e fare riposare in frigorifero per due ore. Servire come aperitivo in bicchieri alti o come macedonia in coppe. Disporre tutte queste preparazioni in piatti e ciotole, insieme con olive verdi e nere (sott’olio e in salamoia) al centro di un grande tavolo e allestire il brunch. evo = extravergine di oliva AURETTA PINI

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Equilibrio dentale, equilibrio globale Approfondiamo gli svariati sintomi di una scorretta alimentazione e le loro ripercussioni sulla salute dei nostri denti: cosa possiamo e dobbiamo fare per mangiare e masticare meglio?

Dentosofia

Lo spot linguale, centro dell’equilibrio - seconda parte

“Possiamo immaginare la lingua come il timone di una nave che, anche se piccolo, può governare una struttura ben più grande” Abbiamo analizzato nella prima parte di questo articolo, pubblicata nel numero di Biolcalenda del mese scorso, quello che sta alla base dell’equilibrio ovvero l’insieme delle funzioni neurovegetative e come fa il vissuto (psico-affettivo) a fissarsi nella bocca. In questa seconda parte osserveremo lo spot linguale e la sua prerogativa di centro dell’equilibrio. Nell’ultima parte (che sarà pubblicata nel prossimo numero di Biolcalenda) analizzeremo l’importanza della respirazione in questo contesto di equilibrio. A partire dalla nascita la bocca viene modellata fisicamente dalle cinque funzioni neurovegetative vitali (respirazione, deglutizione, suzione, fonazione, masticazione) che costituiscono il cuore della dinamica dentale e dal tono di guance e labbra. I disturbi di queste funzioni o la loro rieducazione hanno ripercussioni a tutti i livelli: fisico-organico, psichico, emozionale e comportamentale. Dopo aver parlato della bocca, vorrei concentrare adesso l’attenzione sulla lingua, la cui azione può essere considerata fondamentale per l’equilibrio corporeo. La domanda che sorge spontanea è: “Come fa la lingua a essere così influente su tutto il corpo?”. Nel 2002, sul lago di Como, in occasione della presentazione della Dentosofia in Italia, i suoi ideatori, Michel Montaud e Rodrigue Mathieu, mi presentarono per la prima volta una immagine simile a quella che potete trovare alla fine dell’articolo (alcune delle patologie provocate da una deglutizione scorretta). Mi colpì la presenza in questa tabella di piedi piatti e ginocchio valgo o varo; non capivo cosa c’entrassero ginocchia e piedi con la deglutizione; potevo comprendere gobba, scoliosi e gli altri problemi all’apparato bocca-denti, ma le connessioni della lingua con i piedi piatti e il ginocchio valgo o varo mi erano proprio sconosciute.

Alcune delle patologie provocate da una deglutizione scorretta

Fu così che cominciai ad analizzare e approfondire gli aspetti che ora affronteremo nel dettaglio. Un essere umano, nel corso di una giornata, compie 18-20.000 respirazioni e di conseguenza deglutisce mediamente ogni minuto. Nel corso delle 24 ore di una giornata, senza rendercene conto (respirazione e deglutizione sono atti involontari, come il battito cardiaco), compiamo circa 1500-2000 deglutizioni. In ogni deglutizione la lingua di una persona di media corporatura scarica posteriormente (sul collo, lungo la colonna vertebrale, fino alle ginocchia e ai piedi) una forza in peso di circa 2 Kg. Se moltiplichiamo i 1500-2000 atti di deglutizione per i circa 2 Kg di spinta posteriore, il peso che scarichiamo nell’arco di una giornata (24 ore) sulla colonna vertebrale supera abbondantemente le 2 tonnellate. Se consideriamo inoltre che ogni volta che deglutiamo, si muovono ben 44-45 tra muscoli e fasce muscolari che partono dalla testa e arrivano ai piedi, già con questo si può cominciare a intuire cosa c’entrano i piedi piatti e il ginocchio valgo o varo giugno 2016

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dell’immagine. Fu comunque dopo varie ricerche ed esperienze personali che compresi compiutamente come questo “sistema bocca - denti” fosse così influente sulla postura di una persona. In realtà possiamo paragonare la forza della lingua a quella di un elefante ma per capire meglio e vedere come funziona, è più immediata una metafora del prof. Antonio Ferrante: «Possiamo immaginare la lingua come il timone di una nave che, anche se piccolo, può governare una struttura ben più grande». (Il prof. Antonio Ferrante si interessa particolarmente di Ortodonzia, Gnatologia e Rieducazione della deglutizione e della muscolatura oro-facciale). La posizione della lingua influisce sulla classe dentale e sulla postura, e come si può osservare nell’immagine relativa alle Classi dentali di Angle: nella classe 1a c’è un allineamento perfetto con la lingua nella zona della papilla retroincisiva; nella classe 2a la mandibola arretra, la testa avanza, petto e spalle si chiudono e la lingua spinge sui denti superiori o in mezzo alle due arcate; nella classe 3a la mandibola avanza, testa e collo sono troppo dritti, il petto è in fuori, le spalle sono aperte e la lingua è bassa e spinge sui denti inferiori.

Lo spot linguale

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Fin qui abbiamo visto come agisce la lingua sulla colonna vertebrale. Se invece osserviamo cosa fa anteriormente, sui denti e sul palato, noteremo che spinge circa ½ Kg e questo è compensato da guance e labbra che arrivano ad avere una forza in peso di 300-400 grammi. Se provate a tenere morsicato il labbro per 10-15 minuti, dopo potrete avvertire che i denti si muovono leggermente, oppure pensate a come sono i denti di un bambino che succhia il dito o il succhiotto: tutti spostati in fuori. Conoscete qualche suonatore di strumenti a fiato? Molto probabilmente avrà disturbi di posizione dei denti perché assumendo posture anomale con lingua, guance e labbra, i suoi denti inevitabilmente tendono a spostarsi. Dopo le osservazioni e le considerazioni fatte sull’azione della lingua e della deglutizione, dovete sapere che per spostare un dente basta una forza di 1,5 grammi!!! Questo significa che i denti stanno nella bocca nell’equilibrio dinamico e sinergico del movimento di questi muscoli. Provate anche voi: ogni volta che si deglutisce, la bocca si chiude; i denti si toccano e guance e labbra si contraggono simultaneamente mettendo in azione i movimenti

Il locus cœruleus


Attraverso la corretta deglutizione viene stimolato lo spot linguale che mediante il nervo naso-palatino è collegato al locus cœruleus, “centralina” del sistema nervoso centrale, (dall’Articolo del Prof. Antonio Ferrante: “Esiste davvero la Sindrome Glossoposturale? Considerazioni neuro-fisiologiche e cliniche.”) Secondo la Medicina Tradizionale Cinese con questa stimolazione si chiudono i principali meridiani

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muscolari impercettibili della suzione. Utilizzando uno strumento come l’attivatore plurifunzionale Soulet-Besombes, capace di agire sulle cause dello squilibrio dei denti e della bocca e cioè sulle memorie dei movimenti dei muscoli che ne governano la posizione, attraverso degli esercizi molto semplici di respirazione e deglutizione cosciente, ripetuti tutti i giorni per circa 6-8 mesi, si andranno a riprogrammare i movimenti dei muscoli e di conseguenza l’equilibrio. Se attraverso la coscienza, quindi l’impegno e cioè la volontà di ricreare un nuovo equilibrio, non si insegna a questi muscoli mossi da memorie errate e disfunzionali a correggersi e riprogrammarsi creando un engramma e un nuovo percorso neurale, essi difficilmente cambieranno i loro movimenti. (Un engramma è un ipotetico elemento neurobiologico che consentirebbe alla memoria di ricordare fatti e sensazioni immagazzinandoli come variazioni biofisiche o biochimiche nel tessuto del cervello) La conferma ci viene anche dalle seguenti citazioni: «La neuroplasticità ci insegna che i neuroni modificano costantemente le loro connessioni sinaptiche, in risposta alla stimolazione ambientale, all’apprendimento, all’esperienza e al programma genetico» (Kandel, 1998); «La neurogenesi è attivata o inibita da stimoli ambientali, farmacologici, ormonali, dagli esercizi fisici, dai ritmi circadiani, etc.» (Nottebohm, 2000).

Classi dentali di Angle

dell’agopuntura dell’energia del corpo: vaso governatore e vaso concezione. Secondo la medicina neuro-accademica, la leggera spinta della lingua sullo spot linguale, stimola la produzione delle sostanze del benessere come melatonina e serotonina e degli ormoni adrenergici dell’equilibrio e del tono posturale. (continua nel prossimo numero) DOTT. LUCA BASTIANELLO www.lucabastianello.com www.gruppostudiodentosofia.it

5 x 1000? Donalo all’associazione culturale La Biolca A te non costa nulla in più. Per la nostra associazione è un importante aiuto che ci permette di sviluppare ulteriormente i nostri progetti a difesa della salute e dell’ambiente. Nella prossima dichiarazione dei redditi nell’apposito spazio metti la tua firma e scrivi il codice fiscale della Biolca: 80027480286 giugno 2016

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Gravidanza

La mancata rimozione del latte può causare la congestione delle mammelle

L’ingorgo mammario L’ingorgo mammario causa rossore generalizzato, la pelle del seno diviene lucida e tesa, con dolore da lieve a considerevole, possibile febbre e seni molto caldi. Ecco alcuni consigli per intervenire Allattare, si dice “un gesto d’amore” ma quanto difficoltoso può essere a volte amare? Generalmente allattare al seno è davvero semplice, piacevole, profondo, intimo, economico, naturale e chi più ne ha più ne metta, d’altro canto talvolta il meccanismo s’inceppa e allora il bimbo piange e la mamma pure! L’allattamento scorre su due binari interdipendenti tra loro, da un lato il nutrimento per il neonato, cioè una necessità primaria per la sopravvivenza, dall’altro la gestione del seno, ossia l’organo erogatore di cibo, che ha precise caratteristiche fisiologiche di cui bisogna assolutamente tener conto se si vogliono prevenire disturbi o problematiche varie anche gravi. Alcuni cenni di fisiologia Dopo la nascita e il secondamento, cioè l’espulsione della placenta, circa a 30/40 ore di distanza, per ragioni ormonali, si verifica il processo di lattogenesi II, di conseguenza la produzione di latte da parte delle cellule alveolari della ghiandola mammaria aumenta considerevolmente, nei primi giorni dell’allattamento è presente il colostro la cui secrezione inizia dalla 20esima settimana di gravidanza (lattogenesi I), ora vi sono quantità di latte maggiori disponibili per il neonato. I sintomi della montata lattea che la donna avverte circa tre giorni dopo il parto coincidono con questo fenomeno, il seno diviene teso, pesante, caldo e a volte dolente. La lattogenesi II avviene indipendentemente dalla decisione materna di allattare o meno ed è influenzata dal metabolismo di altri ormoni prodotti dalle ghiandole surrenali, dalla tiroide e dal pancreas (ad es.tiroxina, insulina, glucocorticoidi...). L’attacco precoce del neonato al seno nelle prime ore dopo la nascita è un atto di fondamentale importanza (stimolo di alcuni recettori), direttamente proporzionale a una buona riuscita dell’allattamento stesso, ma è essenziale sapere che quando ciò non si realizza nulla è perduto. Fondamentale: il meccanismo di fuoriuscita del latte è reso possibile grazie all’ossitocina, un ormone la cui

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produzione viene indotta dalla suzione del neonato sul capezzolo, l’ossitocina è responsabile del riflesso di eiezione del latte e se questo riflesso per diverse ragioni è inibito il latte uscirà dal seno con molta fatica. Stress, stanchezza, ansia, dolore, paura... possono influenzare negativamente la secrezione di ossitocina, è essenziale pertanto che quando una donna allatta, sia in condizioni psico-fisico-emotive ottimali. Il massaggio della schiena nella zona fra le scapole, la posizione comoda durante le poppate, l’ assenza di dolore, un ambiente confortevole (rumori, colori, musica, profumi etc.), la corretta stimolazione tattile del capezzolo e la riduzione di situazioni ansiogene, talvolta legate alla preoccupazione per le condizione di salute del bambino o ad altri crucci, sono alcuni importanti esempi di condizioni favorenti la produzione di ossitocina. Diagnosi L’avvio della lattogenesi II comporta segni e sintomi percepibili dalla donna come: seno caldo, pesante e teso, a volte vi è fuoriuscita spontanea di latte, ma tutto questo di solito non è eccessivamente fastidioso. La mancata rimozione del latte però può essere causa di una congestione delle mammelle denominata ingorgo mammario che se non trattata può condurre a


Trattamento Il trattamento consiste nella rimozione costante e continua del latte, mantenere il seno drenato è l’unica cura possibile. Far poppare frequentemente e a lungo il neonato è un efficace prevenzione e trattamento dell’ingorgo. Se i capezzoli sono turgidi e tesi eventualmente comprimere leggermente l’areola in modo da modellare il capezzolo per permettere al neonato di attaccarsi, eventuali impacchi caldo umidi sono da eseguirsi immediatamente prima dell’attacco al seno o dell’estrazione del latte, molto efficace è l’applicazione di compresse fredde al termine della poppata. Se ci fosse necessità di assumere un blando analgesico per far fronte al dolore che può essere anche intenso, è importante consultare un operatore esperto. Imparare a massaggiare e spremere manualmente il seno per estrarre il latte rientra tra le normali cure che una madre deve apprendere nella gestione dell’allattamento, alcune donne incorrono più volte nell’ingorgo e un trattamento precoce ed efficace evita inutili conseguenze sgradevoli. Prevenzione Se una donna vuole o deve necessariamente sospendere anche temporaneamente l’allattamento materno dovrà mantenere drenato il seno, se possibile il latte estratto verrà destinato al neonato altrimenti verrà eliminato. La prevenzione si attua semplicemente seguendo un allattamento al seno che consenta: - rimozione del latte dal seno costante ed adeguata nelle 24 ore (circa 8 poppate), - suzione efficace ed attacco corretto del neonato alla mammella, - massaggiare eventuali zone con indurimento durante la poppata o l’estrazione, - pause brevi di qualche ora tra una poppata e l’altra, - osservare regolarmente la situazione del seno (rossori, indurimenti, tensioni...), - evitare reggiseni o abbigliamento costrittivo, - procedere precocemente con la rimozione del latte quando si ravvisino i primi segni di ingorgo.

Gravidanza

complicazioni più gravi. Una condotta sconsiderata può inoltre provocare in taluni casi una vera e propria riduzione della produzione di latte. In caso di ingorgo mammario vi è rossore generalizzato, la pelle del seno diviene lucida e tesa, è presente dolore da lieve a considerevole, può esserci anche febbre (non va misurata ascellare) e i seni divengono molto caldi, se la febbre perdura è importante consultare uno specialista che valuti la possibilità di evoluzione in mastite. L’ingorgo può verificarsi in qualsiasi momento dell’allattamento ma più frequentemente si verifica nei primi tempi. Nei primi giorni in seguito alle normali modificazioni del seno è possibile confondere un edema della mammella con una situazione di ingorgo reale, tuttavia l’evoluzione verso quest’ultimo può anche avvenire in modo precipitoso. Cause o situazioni predisponenti La stasi di latte all’interno della ghiandola mammaria è l’unica causa reale. Quando il seno non viene drenato regolarmente (ogni 2/3 ore) attraverso la suzione del neonato o la spremitura manuale o addirittura l’estrazione con mastosuttore (sconsigliata nei primi giorni) il latte inizia ad accumularsi all’interno dei dotti e degli alveoli, creando una vera e propria congestione, responsabile dei segni e sintomi sopra citati. Spesso il seno è così teso da rendere inaccessibile il capezzolo alla bocca del neonato, la consistenza diviene marmorea e la difficoltà di estrazione può essere davvero grande. Alcune situazioni possono portare ad una stasi di latte nelle mammelle, poppate inefficaci, attacco scorretto, pause lunghe tra una poppata e l’altra, neonato sonnolento e così via, a volte è la madre che decide di sospendere l’allattamento. I motivi che possono portare una donna ad interrompere anche temporaneamente l’allattamento sono numerosi e spesso dettati da una grossa disinformazione, ad esempio per poter dormire di più o perché l’attacco alla mammella provoca dolore o quando sono presenti ragadi del capezzolo o ancora per assunzione di farmaci ed esecuzione di esami diagnostici. Infine anche un allontanamento temporaneo dal proprio bambino per motivi di lavoro. È necessario quindi capire quali sono le cause del mancato svuotamento del seno ed agire di conseguenza.

ELISABETTA TURRIN OSTETRICA

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Biodanza

La pratica della Danza e la consapevolezza del concetto di salute (2)

La danza della vita Sviluppare le “capacità adattative” per aumentare il livello di benessere e di salute, è l’obiettivo che la rivista The Lancet propone come strada per rivisitare la definizione di salute adottata dall’Oms La salute non è uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale”, ma la capacità di adattarsi all’ambiente circostante. A riaprire la discussione è la rivista The Lancet che, in un recente editoriale, ha proposto di rivisitare la definizione adottata dall’OMS nella sua costituzione del 1946. Si può affermare che la salute oggi è vista più come un processo dinamico che si intreccia nel rapporto tra l’individuo e l’ambiente, una ricerca continua verso condizioni di equilibrio tra noi e l’ambiente (umano = relazionale, fisico, biologico, sociale) che ci circonda. Una sorta di danza del vivere che si esprime secondo il Lancet nella capacità adattattiva degli individui al proprio ambiente, dipendente quindi dal contesto in cui viviamo, in contrasto alla precedente visione di salute come entità fissa, assenza di malattia, diminuzione di vitalità. Si collegano a questo rinnovato concetto teorico la nozione di plasticità evolutiva in biologia, che ci fornisce maggiori indicazioni su come la programmazione biologica delle prime fasi della vita e la risposta ‘adattativa’ del feto possano condizionare il percorso e le capacità funzionali del nascituro e poi continuare per tutta la vita. Le neuroscienze fanno riferimento a una plasticità cerebrale (del nostro encefalo) di modificare la propria struttura e funzionalità a seconda dell’attività dei nostri neuroni in correlazione agli stimoli ricevuti dall’ambiente esterno. Queste capacità in realtà appartengono a tutto il nostro sistema nervoso e conducono a un concetto di potenzialità e capacità dell’essere umano di rimodellarsi e preservare o aumentare la propria plasticità in relazione agli stimoli ambientali a cui è esposto. Verso la fine degli anni novanta Clark e Damasio* hanno esplorato la dimensione duale del pensiero dicotomico (corpo/mente o cervello) tipico di noi occidentali e hanno rivalutato la dimensione delle emozioni e di come esse giochino un ruolo

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fondamentale sia nel nostro interagire con gli altri che col mondo (inteso come ambiente). E ancora più di recente nel 2011 Martin Seligman** psicologo americano attivo nel campo della psicologia positiva identifica cinque fattori che sono caratteristici del benessere o ‘fiorire’ dell’essere umano: (1) emozioni positive, (2) relazioni (3) coinvolgimento (4) raggiungimento (5) significato. Ma tutto questo cos’ha a che vedere con la danza? La danza offre a tutti noi, sin da piccoli, la possibilità di migliorare la qualità della vita, promuovendo il benessere e la salute personale attraverso il movimento corporeo; sollecitati dall’esperienza sensoriale della musica, la danza, permette alle varie parti del corpo di sintonizzarsi col ritmo generato dal suono e col contatto interpersonale con altri che danzano insieme a noi. Permette inoltre di aumentare la nostra plasticità neuronale, in quanto facilita lo stabilirsi di nuove relazioni e favorisce l’espressione delle emozioni, sollecitando in tal modo le nostre potenzialità adattative. La salute è una risorsa che ci permette di vivere una vita piena, stimolando lo sviluppo personale, sociale ed economico che è fondamentale per il proprio benessere. Promuovere attività che rafforzano


Biodanza

le risorse individuali, relazionali, sociali e dell’ambiente, portano a migliorare il benessere e la salute intesa come bene prezioso per tutta la collettività. Tra le tante pratiche bionaturali e di danza emerge la proposta di Biodanza Sistema Rolando Toro come un “sistema di integrazione umana”*** che stimola i potenziali della persona favorendo la gioia di vivere e sperimentarla con gli altri nel qui e ora della pratica settimanale e progressivamente nella vita quotidiana e nel lungo periodo. In un articolo Maria Teresa Giannelli**** psicologa del lavoro e docente all’Università La Sapienza di Roma afferma «Come sostiene Carol Ryff, una delle più autorevoli studiose in materia, “capire il corpo durante gli stati di benessere, piuttosto che nelle condizioni di malattia, è il cambiamento di prospettiva essenziale nella ricerca sulla salute”. Una prospettiva di ricerca questa all’interno della quale il sistema Biodanza, lavorando sullo sviluppo di una maggiore consapevolezza corporea, potrebbe dare un contributo». In che termini? La pratica di Biodanza iniziata in Cile a metà degli anni sessanta da Rolando Toro si è diffusa anche in Italia a partire dalla fine degli anni ottanta; in questi cinquant’anni sono state effettuate diverse ricerche per valutarne l’efficacia nel migliorare la salute. Per Toro l’efficacia dipende principalmente dall’azione combinata di movimento libero e di vivencia intesa come uno stato di integrazione profonda del soggetto con se stesso e con il momento che sta vivendo. Tra le ricerche più recenti quelle coordinate da Marcus Stueck e Alejandra Villegas che dal 1998 al 2003 a Buenos Aires (Argentina) Lipsia e Colonia (Germania) hanno analizzato, con diversi parametri psicologici, fisiologici, immunologici e endocrinologici diversi gruppi di partecipanti (150 e 250) comparandoli con gruppi di controllo per un periodo variabile da alcune settimane a nove mesi, riscontrando interessanti indicazioni sul potenziamento del sistema immunitario oltre che effetti antidrepressivi, riduzione di sintomi psicosomatici, aumento del rilassamento e incremento della percezione di benessere psicologico. Nel 2010 Biodanza Italia, l’associazione che riunisce gli operatori titolati del Sistema Rolando Toro decide di affidare a un gruppo di ricercatori coordinato dalla Prof.ssa Maria Teresa Giannelli dell’Università La

Sapienza di Roma una ricerca comparata a livello nazionale con la finalità di verificare l’efficacia specifica della Biodanza nel promuovere il benessere e la salute. Si analizza un gruppo sperimentale di circa 100 persone che iniziano a praticare Biodanza per un anno in varie regioni italiane (persone di età media 44 anni senza patologie cliniche) con altri due gruppi di ‘controllo’: un gruppo che pratica altre attività fisiche e un gruppo di sedentari che non effettuavano nessuna attività fisica. La ricerca si sviluppa nell’arco di un anno e fornisce importanti risultati facendo emergere la funzione di prevenzione, in quanto in assenza di patologie conclamate la pratica di Biodanza riesce a intercettare una domanda di salute e rispondervi efficacemente grazie a stimoli ambientali ‘positivi’ come la musica, il movimento e l’interazione col gruppo. Rappresenta inoltre un contesto in cui il corpo è valorizzato per le sue caratteristiche espressive (non legate alla performance) e in cui è possibile migliorare il contatto con sé e con gli altri, sviluppando le capacità adattive e i fattori che favoriscono il benessere come le emozioni positive, le relazioni e il coinvolgimento. SANDRA CAPRI SOCIOLOGA REFERENTE DEL PROGETTO BIODANZA E BENESSERE - ASSOCIAZIONE BIODANZA ITALIA * Clark, Andy (1997). “Being There: Putting Brain, Body and World Together Again”, Cambridge MA: MIT Press. Damasio, Antonio (1999). The Feeling of What Happens: Body and Emotion in the Making of Consciousness ** Flourish: a visionary new understanding of Happiness and well being *** Rolando Toro, Biodanza, Red Edizioni, Como (2002) **** http://www.biodanzaitalia.it/category/tag-cloud/ maria-teresa-giannelli giugno 2016

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Medicina naturale

Meridiani di agopuntura: gli incroci possono essere bloccati o sbloccati

Gli incroci energetici Anche nel corpo gli incroci sono pericolosi. L’energia che scorre attraverso i cosiddetti meridiani di agopuntura deve poter fluire senza trovare ostacoli per non avere dolori o alterazioni funzionali Gli incroci stradali sono pericolosi. Per questo in alcuni ci sono i semafori, in altri i segnali di stop o di precedenza oppure le rotonde che agevolano lo scorrimento del traffico. A volte negli incroci ci sono ingorghi o code di chilometri per un eccessivo numero di auto o per qualche incidente. Questi blocchi possono verificarsi anche negli incroci energetici del nostro organismo. L’energia che scorre attraverso i cosiddetti meridiani di agopuntura deve fluire senza trovare ostacoli, altrimenti il corpo ci avvisa con dolori o alterazioni funzionali. Sinusite La sinusite è una malattia infiammatoria dei seni frontali e mascellari. A volte la diagnosi è suffragata dalle analisi ematochimiche e dalle prove radiologiche. Quando queste sono negative il paziente non capisce perché il dolore continui a presentarsi in maniera cronica, recidivante e soprattutto invalidante, in particolar modo sulla zona frontale.. A livello del sopracciglio interno c’è un punto di agopuntura chiamato “Vescica 1”. È il punto di partenza del meridiano Vescica ed è chiamato “l’incrocio degli Yang”, cioè dei meridiani energetici considerati positivi, maschili, opposti a quelli negativi, femminili,Yin. L’energia maschile e femminile devono essere in equilibrio tra loro per la buona salute del corpo. Se lo Yin è carente abbiamo una fuga verso l’alto dell’energia Yang che si accumula nel punto di incrocio degli Yang cioè il punto 1 del meridiano della vescica. L’energia provoca il forte dolore nella zona frontale, che chiamiamo “sinusite”. Gli antibiotici usati peggiorano la sintomatologia poiché creano un malfunzionamento intestinale che si ripercuote sull’apparato respiratorio. L’antibiotico è eliminato per via renale e anche questo danneggia l’energia Yin peggiorando il dolore nel punto vescica 1. Il riequilibrio delle energie, con sedute di agopuntura o con applicazioni di mesoterapia zonale o di neu-

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ralterapia, accelera la scomparsa della sintomatologia dolorosa risolvendo totalmente la “sinusite”. Il travaglio e il parto Penso che la maggiore soddisfazione di una coppia sia la nascita di un figlio. La presenza del marito in sala parto è una sicurezza psicologica per la partoriente. Io ho avuto il privilegio di poter assistere mia moglie anche in sala travaglio. Le ho praticato una serie di massaggi nella zona lombo sacrale che attenuavano il dolore delle contrazioni. Alle 17.30 una visita da parte dell’ostetrica aveva evidenziato che il canale del parto era dilatato di due sole dita. L’Ostetrica con la sua esperienza aveva previsto la nascita dopo la mezzanotte. Ho iniziato allora a massaggiare, su entrambe le gambe, un punto di agopuntura che si trova quattro dita sopra il malleolo interno, un dito dietro la tibia, chiamato 6 di Milza Pancreas. Questo punto è considerato l’incrocio degli Yin, che sono i meridiani energetici femminili. Durante la gravidanza, il 6 Milza Pancreas non deve essere trattato con aghi né con massaggi, perché può provocare l’aborto. Stimolandolo invece durante il travaglio può facilitare la nascita del bambino. Alle ore 18.00 e alle 18.15 mia moglie ha avuto due contrazioni fortissime. Ho chiamato l’ostetrica che, a malincuore, dato che era passato poco tempo dalla visita precedente, ha ricontrollato il canale del parto. Con stupore ha detto che la dilatazione era arrivata a sette dita. Alle ore 19.00 mia moglie è entrata in sala parto e alle 19.17 è nato nostro figlio Andrea, in anticipo sulle previsioni. Per noi è stata un’esperienza bellissima, poiché non solo ha limitato il tempo del travaglio risparmiando ore di dolore a mia moglie, ma anche ci ha dato una prova diretta dell’efficacia dei punti di agopuntura. GIOVANNI ANGILÈ Tel. 349 2344166 - www.giovanniangile.it


La ripresa? C’è, ma è così piccola... Di fronte al moltiplicarsi di dati e notizie negative, occorre più che mai rinnovare la comprensione della realtà stessa e ritrovare energie e coraggio per vivere in modo che ci appaia più giustificato A volte ci sembra che le cose che accadono, vicino o lontano da noi, ci invitino ad accoglierle, accettarle, capirle all’interno di uno stato interiore necessariamente di rassegnazione, delusione, tristezza o di distacco. Abbiamo così la sensazione che il nostro stato interiore si sia adeguato allo stesso colore grigio scuro del mondo fuori: questa unitarietà per certi aspetti ci consola perché ci fa partecipi di un certo ordine o simmetria fra un ordine interno e quello esterno che sembra garantire una logica generica, seppur provvisoria, al vivere nostro e del mondo esterno. In questo ultimo periodo (qualche mese.. non anno!) la realtà fuori sembra volersi rimangiare le promesse fatte baluginare non molto tempo fa; la ripresa c’è ma è così piccola, (“sotto le aspettative..”) da lasciarci sospesi. A livello mondale la crisi di Cina e Paesi detti emergenti deludono i nostri entusiasmi per l’abbassamento del prezzo della benzina quando ci dicono che proprio quello indica la causa della crisi mondiale; e che era meglio tenersi ancora per un po’ gli ori di famiglia venduti per apparente necessità non molto tempo fa … Dei 700/800 mila posti di lavoro a tempo indeterminato di un Job’s act - salutato da fior di economisti come la manovra più efficace e innovativa del governo - per la maggior parte sono solo passaggi di posti precari esistenti in occupazione stabile. E che l’Italia non va a gonfie vele e che anche l’Europa è vista con lenti grigiastre dal nostro munifico salvatore, il Presidente BCE, Draghi. Sempre con l’occhio al globale, l’accordo e il ritiro della Russia dalla guerra in Siria ha migliorato il clima, ma l’egoismo paranoico dei paesi euro in maggioranza, rende ancor più problematico il dramma emigrazione e con la chiusura della via balcanica si prospettano per l’Italia 300.000 nuovi arrivi nel prossimo futuro. I rapporti con l’Egitto per il caso di Giulio Regeni, ha ormai aspetti allucinanti ed è difficile

Omnibus

Dalle promesse fatte baluginare al triste riscontro della realtà

prevedere soluzioni positive. Bruno Vespa si prepara a difendere il suo ruolo (= posto) dopo le reazioni a tutti i livelli, anche istituzionali, alla sfrontatezza dell’intervista al figlio di Rejna. Ma è soprattutto la nuova versione del personaggio 5 Stelle in colui che cavalca un populismo giustizialista, facendo d’ogni erba un fascio nella vicenda della ministra Guidi, forzando interpretazioni e indicando - con i modi da primi della classe - i colpevoli nel governo preso in blocco e “più pericoloso della stessa ‘Ndrangheta”… Mieli l’ha clamorosamente stigmatizzato: chissà quanti dossier dovremo sorbirci da parte di questi fino alle elezioni! Ma al tempo Dc chi costruiva dossier a go go non aveva la stima degli onesti. Ed infine - ma si può dire ironicamente: last but non least? - l’apparizione del Magnus Dalema assorbito da un livore mal trattenuto verso Renzi. Con quella espressione che si avvale della interiezione… “diciamo” [potrei anche non dirvelo ma voglio aiutarvi, io che ho compreso prima … al solito] e che questa volta ha trasmesso a Bersani e Cuperlo, signor noti per loro bonomia e volontà di riflessione e dialogo. Ma la speranza non muore, mai. AGOSTINO ALDRIGO giugno 2016

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Nanopatologie 20

Chi paga i danni a salute, abitazioni e terreni?

Biomasse, inceneritori, carbone L’ultimo incidente in ordine di tempo si è verificato lo scorso aprile a Genova, quando il cedimento di un oleodotto ha portato allo sversamento di petrolio in mare. Eppure il referendum è fallito... Magari chi mi legge ora dovrà spolverare un po’ nella memoria per recuperare il ricordo dell’incidente. Da tanto tempo ci abbiamo fatto l’abitudine. L’oleodotto cedette in aprile e lo fece di domenica, quando ci si gode il meritato riposo. E il petrolio greggio sgorgò in un torrente a due passi dal mare di Genova. Cose tutto sommato simili per effetto accadono ogni giorno: il mare, il 71% della superficie del Pianeta e acqua per un volume di 1,34 miliardi di chilometri cubi, ha perso la sua qualità di essere “l’incorruttibile” come lo chiamavano i poeti greci di un tempo, e lo ha fatto in un attimo se lo si confronta con la storia della Terra. Nella nostra follia lo abbiamo avvelenato e nella nostra cecità non ce ne accorgiamo neppure. Chi non è andato a votare al referendum sulle trivelle appartiene proprio alle frotte di chi corre cieco o bendato verso un baratro sempre più vicino e, purtroppo, si tratterà di un suicidio che trascinerà a braccetto la fine di chi di lasciare anzitempo questa valle di lacrime non aveva intenzione. Terrorista? Beh, i terroristi sono coloro che mettono le bombe, non quelli che avvertono del pericolo o, ancor di più, che cercano quel pericolo di eliminarlo. Non voglio qui commentare ciò che dissero le “istituzioni” dopo l’ennesimo disastro e in particolare mi asterrò dal riportare ciò che penso di chi “tranquillizzò” gli abitanti delle zone rivierasche raccontando loro che il mare è pulitissimo e il milione di litri di veleno migra verso la Francia. Insomma, sì, il guaio l’abbiamo fatto noi ma per noi non ci saranno conseguenze perché il confine è chiaro e, se sporchi di là, non puoi sporcare di qua. A pagare saranno i nostri vicini. Recentemente i nostri rappresentanti (ma chi li ha votati?) hanno fatto un salto a New York per sottoscrivere le decisioni prese a Parigi nell’ambito di COP21. Nulla di nuovo: da anni rimastichiamo la stessa pietanza pluri riscaldata condita da montagne di chiacchiere che, come sempre, resteranno tali. La liturgia impone che si faccia a gara per denunciare la condizione ormai comatosa del Pianeta e ci s’impegni strepitando giugno 2016

ad un sempre più difficile ed improbabile risveglio. Pagato questo debito con le chiacchiere (gl’inglesi hanno l’espressione icastica “lip service”), tutto resterà come prima e noi, l’italica gente, saremo come sempre in prima fila ad infischiarci di ciò che abbiamo detto, scritto e firmato ormai chissà quante volte: impianti chiamati in modo beffardamente truffaldino “a biomasse”, inceneritori (pardon, termovalorizzatori), cementifici autorizzati a bruciare di tutto, centrali elettriche a carbone, aggeggi micidiali montati per obbligo sulle automobili Diesel … Tutta roba che noi ci guardiamo bene dal rottamare. Anzi: tutta roba che santifichiamo e che pianta un chiodo dopo l’altro nella bara della Terra. Indipendentemente dai veleni che i sistemi sullodati riversano per loro stessa natura con gran lena in quell’atmosfera, in quella terra e in quel mare che giuriamo di proteggere, gl’incidenti sono all’ordine del giorno.Anni fa mi si chiese di controllare un inceneritore di rifiuti e quello, peraltro nemmeno di grandissime dimensioni, registrava almeno un paio di malfunzionamenti al giorno, tutti i giorni, tutto l’anno. E malfunzionamento significa inquinanti rovesciati nell’ambiente al di fuori di ogni controllo. Chi avesse voglia di dare un’occhiata ai progetti che vengono proposti alle cosiddette “autorità” per ottenere il permesso di costruzione e messa in opera degl’impianti


ammalato, poi, non è sempre d’accordo a mettere il cartellino del prezzo sulla propria salute. L’incidente, tuttavia, non è il solo evento su cui si fa più o meno finta di niente e su cui non c’è obbligo di assicurazione come c’è per il motorino. È del tutto evidente che nessuno degl’impianti costruiti potrà essere eterno. Anzi: all’obsolescenza naturale di ogni cosa si aggiunge quella indotta artificialmente. Prendiamo come esempio una centrale a biomassa. Queste guadagnano solo fino a che lo stato garantisce l’erogazione d’incentivi, cosa che, di solito, si ferma dopo una quindicina d’anni. Scaduto quel termine, si abbandona tutto perché non girano più quattrini, e nessuno si prende la briga di smantellare la costruzione e le istallazioni tecniche. In questo modo rimane il rudere a perenne memoria di un territorio devastato. Sia chiaro: la centrale a biomasse è solo uno dei tanti esempi possibili e la tragedia può essere facilmente riprodotta per mille e mille casi più o meno sovrapponibili. Ciò che si dovrebbe fare se noi disponessimo di una classe di funzionari pubblici preparati e impegnati solo per il bene comune sarebbe obbligare chi propone il progetto di disporre fondi ampiamente sufficienti per reintegrare ambiente e territorio nelle condizioni ante operam. E, allora, prima di tutto si deve fare una fotografia meticolosa delle condizioni prima di partire con i lavori per avere poi, a tempo debito, un termine di paragone, e si farà firmare una fidejussione che copra i costi futuri di tutti i lavori di ripristino. Nella mia esperienza, le rarissime volte che la fidejussione è stata prestata, il denaro avrebbe potuto coprire l’acquisto dei cartelli di lavori in corso e niente di più. Già: chi paga?

Nanopatologie

di cui parliamo s’imbatterebbe in un rosario interminabile di bizzarrie. Ma, per la nostra tranquillità interiore, i progetti saranno difficili da trovare per intero perché, sempre in barba agl’impegni internazionali che sottoscriviamo con entusiasmo, la trasparenza resta confinata a una pagina del vocabolario. Gli argomenti critici sono impenetrabilmente protetti da un grottescamente ridicolo “segreto industriale”. Princìpi basilari di chimica e di fisica stravolti sono la norma e così l’ignoranza della medicina non solo dell’ultimo ventennio ma anche di quella risalente a secoli fa. Ma della farsa tragica non ci si meraviglia più: indipendentemente dalla cultura, chi giudica quei progetti per dare loro licenza ha interessi diversi.Tuttavia almeno due punti dovrebbero essere facilmente comprensibili anche da loro, e questi rientrano nel “chi paga?” di cui dicevo qualche paragrafo fa. Della cosiddetta valutazione del rischio, cioè degl’incidenti possibili, si tiene un conto quanto mai relativo. Quando se ne fa menzione, il che non è sempre il caso, l’elenco è limitato ad evenienze a dir poco rarissime e la loro portata è ridotta alla bazzecola. Ma i malfunzionamenti sono di fatto quotidiani e, anche quando si tratta di qualcosa di piccolo, è pur sempre un addendo di un’addizione che di addendi ne ha tantissimi. Così gli effetti della somma non sono affatto trascurabili e, quando poi accade qualcosa di grosso, ci si trova del tutto impreparati. Accade regolarmente che questi impianti arrechino danni a chi vive o lavora nel raggio d’influenza negativa centrato sulle emissioni, dalle abitazioni e i terreni che perdono valore, alle colture agricole sempre più intrise d’inquinanti, per non dire dalla salute compromessa. Chi paga? La risposta è, tristemente, che paga Pantalone. E non è affatto scontato che bastino i quattrini per mettere una pezza. Chi si è

STEFANO MONTANARI

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani Il 10 dicembre 1948, le Nazioni Unite hanno affermato con parole chiare e semplici i diritti che appartengono a tutte le persone. Sono diritti innati e dunque inalienabili. Sono i diritti civili, politici, economici, sociali e culturali, individuali e collettivi. Articolo 26 1. Ogni individuo ha diritto all’istruzione. L’istruzione deve essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e fondamentali. L’istruzione elementare deve essere obbligatoria. L’istruzione tecnica e professionale deve essere messa alla portata di tutti e l’istruzione superiore deve essere egualmente accessibile a tutti sulla base del merito. 2. L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le Nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace. 3. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli. giugno 2016

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L’architettura della meraviglia 22

Città foreste per vivere in simbosi con l’ambiente naturale

Luc Schuiten e l’archiborescenza Nei progetti dell’artista-architetto, il verde invade le città, non si utilizzano combustibili fossili, l’urbanistica viene ripensata sia nella viabilità che nelle interconnessioni tra le diverse parti Chissà quali saranno le sorti del nostro pianeta e degli uomini. Oggi cominciamo a prendere coscienza dei cambiamenti climatici e forse anche di qualche nostro comportamento da cambiare. Molte sono le proposte per risolvere le emergenze attuali, anche drammatiche. Ma non può esserci cambiamento vero se non si innescano processi realmente innovativi. Immaginare stravolgimenti può essere facile e al contempo difficile. Bisognerebbe che, in ognuno di noi, si aprisse una riflessione su come noi consideriamo il mondo naturale, viste le continue sopraffazioni e violenze portate dagli umani verso la natura. Mi piace pensare che la Natura si Incontri. Come due sguardi improvvisamente si incrociano tra persone sconosciute. Da ogni incontro si esce diversi, nel bene e nel male. Mi piace pensare al Mistero della Natura. Impenetrabile. Penso che in ogni Mistero bisogna entrarci senza volerlo dominare, ma semplicemente abbandonandosi al piacere di viverlo. Attraversandolo. Mi piace pensare che alla Natura si chieda in prestito un materiale.

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Mi piace pensare che tra noi e la Natura ci sia un Dialogo. Fatto di silenzio e comprensione. C’è un ambiente naturale e una comunità umana che si inserisce per vivere. Quali relazioni? Alleanze? Patti di scambio reciproco basati sul rispetto e sulla considerazione? Potremmo affermare: abitare la Natura? Nell’estate del 2012, a Arte Sella, l’artista architetto belga, Luc Schuiten inizia “Villaggio Vegetale”, un opera in itinere. Un’architettura che utilizza forme organiche come materiali di costruzione. E’ una grande casa fatta di rami, tronchi, foglie. Per altri 2 anni l’artista belga è andato lassù per continuare l’opera avviata e portarla a compimento. Vivere in perfetta sintonia e armonia con gli ecosistemi, come folletti del bosco, riconoscendo alla Natura il vero ruolo di protagonista. Nascono così, nella visione di Schuiten le Città Vegetali: progetti dove il verde invade le città, dove non si utilizzano combustibili fossili, dove l’urbanistica viene ripensata sia nella viabilità che nelle interconnessioni tra parti. Dove i criteri dell’ingegneria tradizionale vengono


edifici sono pensati per catturare e conservare l’energia del sole, utilizzando un cemento silicato che trae ispirazione dalle sostanze impiegate per la creazione del guscio dei molluschi. Le pareti sono realizzate con membrane traslucide e permettono l’ingresso di grandi quantità di luce. City of waves, dove le case hanno forme ispirate alle onde marine. Hollow City, città solare ispirata alle costruzioni del Nuovo Messico, immersa in una valle verdissima, con case alimentate da una turbina eolica a forma piramidale. Woven City, città costituita da una maglia vegetale prodotta dalle radici di piante di fico, cresciute attorno a un albero; quest’ultimo può crescere così tanto da ospitare edifici al suo interno. I muri esterni degli edifici sono in materiale biotessile, simili alle sostanze impiegate dai bachi da seta per i propri bozzoli o dal ragno per la sua tela. Tree House City, città-foresta dove gli edifici hanno pareti esterne realizzate con un rivestimento di proteine traslucide, ispirate a una sostanza delle ali delle libellule, dove i pavimenti e i muri interni immagazzinano calore per poi ridistribuirlo nei periodi freddi. Non più petrolio. Non più potere del denaro. Uomo che diviene Natura. Vogliamo che sia sempre e solo utopia? MAURIZIO SIGNORINI http://www.signoriniarchitetto.com

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L’architettura della meraviglia

sostituiti da nuove strutture integrate negli ecosistemi. Dove gli alberi si sviluppano intorno alla struttura dell’edificio sostenendolo dall’esterno. Vere e proprie foreste urbane, città bio mimetiche. Le piante si trasformano esse stesse in strutture, continuando nella funzione purificatrice dell’aria e di sottrazione di CO2 all’atmosfera. Solai e pareti in terra cruda, calce. Bioluminescenza, climatizzazione degli ambienti secondo lo studio dei meccanismi dei termitai. Tutto ciò è Archiborescence, ossia la crescita dell’albero parallela allo sviluppo dell’involucro edilizio. “L’uomo deve essere in grado di trarre dall’ambiente la propria fonte di vita senza distruggerlo”. Legame tra uomo e piante. Spesso compromesso. Da ritrovare. Le città devono trasformarsi in organismi viventi in stretta simbiosi con la natura. Soprattutto senza il potere del denaro. Vegetal City. Case con forme di fiori e piante, costruite con materiali riciclabili, con ampie cascate d’acqua che scendono dai tetti. Grattacieli con giardini pensili, forme organiche, auto elettriche. Lotus City, dove le case hanno la forma di un fior di loto, antico simbolo di spiritualità. Il meccanismo di apertura e chiusura dei suoi petali, consente di immagazzinare il gas metano prodotto dai rifiuti organici della città. Urbancanyon, che evoca il Grand Canyon, dove gli

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Piante popolari

Thymus serpullum L.; Tymus vulgaris - L. Lamiaceae

Timo Serpillo Fioritura: aprile-luglio Parti raccolte: le sommità fiorite Tempo balsamico: maggio-luglio Come riconoscerlo Arbusto sempreverde, strisciante, aromatico di circa 20-30 centimetri di altezza con fusto quadrangolare, ascendente. Le foglie, disposte alternativamente in croce, sono piccole, sessili o strette al fusto da un breve picciolo cigliato e con un lamina per lo più lucida ed elegante in grado di emanare un profumo aromatico forte e gradevole di timolo; i fiori, rosa o bianchi, sono riuniti radunati in brevi spighe terminali, rotonde o allungate. Il nome deriva dal greco Thein = sacrificio ed allude all’impiego come succedaneo dell’incenso nei sacrifici rituali. Dove osservarlo Ambienti soleggiati e asciutti quali le pietraie, i luoghi erbosi aridi, dove frequentemente da origine a formazioni pure. Preferisce terreni calcarei o argillosi.

Frammenti di etnobotanica

Usi alimentari: foglie erano ampiamente usate per aromatizzare i cibi. Usi artigianali: sui Colli Euganei serviva per cagliare il latte. Usi medicinali: le foglie venivano masticate in caso di alitosi e applicate dopo essere state contuse sulle gengive come antidolorifero, in caso di mal di denti; l’infuso delle foglie veniva assunto oralmente come digestivo, come espettorante e in gargarismo in caso di irritazione delle vie orali; pediluvi caldi, come tonificanti e consigliati a persone stanche, reumatiche o a chi sente le prime avvisaglie di una noiosa influenza. Usi ornamentali: si raccoglievano le sommità, al momento della fioritura, recidendo i fusti al di sotto dei fiori. Si essiccavano all’ombra, in un luogo ben aerato e si conservano in vasi di vetro. Si usava anche come pianta ornamentale per bordure e giardini.

NEL PROSSIMO NUMERO Nel prossimo numero di Biolcalenda verrà presentata la Salvia: arbusto molto ramificato, alto circa mezzo metro , di colore verde-grigiastro per la presenza di una peluria più o meno folta che riveste i giovani rami e le foglie. Queste sono ovali-bislunghe, crenate sul bordo, dotate di un lungo picciolo e di un colore verde grigiastro. I fiori hanno una corolla blu-violacea e sono raggruppati in gruppi di tre o quattro e formano nell’insieme una lunga infiorescenza terminale.

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“Di dentro. Il Thimo cotto nel vino, ha le medesime virtù che il serpillo. Giova agli asmatici: caccia fuori i vermi, il sangue appreso, i vieni, i mestrui, le creature morte (...) provoca l’orina (...) conferisce alla vista debole... E’ utile ai sani nell’uso de i quotidiani condimenti... Di fuori. Il succo mescolato con aceto, leva i lividi applicato, dissolve il sangue appreso. Impiastrasi utilmente alle sciatiche. Giova trito, con olio alle dislogagioni de li ossi, con assogna et mele, giova alle cotture del fuoco.” (Durante)

Ricetta storica

Ricetta per il dolor di capo, e dei denti Ingredienti: Betonica, Maggiorana minore,Timo, Rosmarino ana una brancata. Preparazione: tutte queste erbe si devono seccare al Sole, o se l’urgenza il richiede nel forno doppo cavato il pane, doppo farle in polvere sottile, e ben setacciata, della quale ne metterete nelle narici sera, e mattina: Ella è buona per purgare il Cervello, e guarisce il mal di capo.” (Fochetti)

Piante popolari

Giovamenti/Nocumenti

TRATTO DAGLI APPUNTI SULLE PIANTE POPOLARI DI ANTONIO TODARO

Un nuovo sito internet per biocalenda Nel 2017 la Biolca festeggia i suoi primi 40 anni; siamo partiti nel 1977, con pochi mezzi ma molto entusiasmo e siamo cresciuti di anno in anno con sempre nuove iniziative, in favore della salute, dell’ambiente e di uno stile di vita sobrio. Sentiamo ora il dovere di aggiornare i nostri mezzi di comunicazione per trasferire a quante più persone possibili e soprattutto ai giovani, l’esperienza che abbiamo maturato in tutti questi anni. Abbiamo quindi in progetto di rinnovare il sito web dell’associazione per renderlo più facile da consultare, e più ricco di contenuti. Vogliamo creare uno strumento che sia più accessibile, oltre che dal computer, anche da smartphone e tablet. Per questo c’è bisogno di una profonda revisione della struttura attuale del sito, adottando le più recenti innovazioni disponibili. È un lavoro che richiederà un notevole impegno economico e per questo siamo a chiedere il vostro sostegno. Il nostro obiettivo è raggiungere la quota di 5.000 €. Circa 15 anni fa abbiamo chiesto il vostro aiuto per la sistemazione della nuova sede e grazie alla vostra generosità oggi abbiamo una sede bella e funzionale che ci permette di svolgere le varie attività culturali. Confidiamo anche in questa occasione nel vostro aiuto; vi terremo aggiornati periodicamente sulle quote raccolte. Il nuovo sito sarà così strutturato - suddivisione per aree tematiche: Alimentazione, Agricoltura, Terapie naturali, Ambiente, Ecologia e Cultura; - oltre ai consueti articoli ripresi da Biolcalenda cercheremo di darvi una panoramica più ampia con notizie di attualità, eventi e proposte; - possibilità di acquistare direttamente nel sito le nostre pubblicazioni, il calendario delle semine, le singole copie di Biolcalenda o anche semplicemente pagare la quota associativa annuale; - possibilità di iscriversi direttamente dal sito ai nostri corsi, conferenze e attività varie; - possibilità di partecipare in streaming video ai corsi più importanti. Quella che vogliamo creare è una comunità aperta dove ognuno potrà contribuire proponendo le proprie esperienze con annunci, articoli, immagini e video legati alle nostre tematiche. Le donazioni sono libere e possono essere effettuate secondo due differenti modalità: - Bollettino di C.C.P. n. 12070355 intestato a La Biolca Associazione Culturale (potete anche utilizzare i bollettini allegati a Biolcalenda di dicembre e gennaio) - Bonifico tramite Banca Etica - IBAN: IT 86 D 05018 12101 000000108662 NB. Nella causale indicare “Donazione sito web” o “Donazione sito web + Quota associativa + pubblicazioni” nel caso ci siano più voci nello stesso versamento. Grazie per quanto potrete fare La redazione di Biolcalenda Ass. Cult. La Biolca giugno 2016

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Sperimentazione animale 26

La ricerca condotta su animali e il sistema delle “porte girevoli” (8)

La grande mistificazione La farmacovigilanza rappresenta una vera sperimentazione condotta su un campione vastissimo di persone, da cui derivano dati incontrovertibili riferiti all’uomo. Invece la si fa dopo, non prima Viene ampiamente ritenuto, da chi è fautore della sperimentazione animale, che la farmacovigilanza (sistema di sorveglianza post marketing dei farmaci) sia allo stato rudimentale e quindi poco efficace. Questa affermazione è sicuramente ben lontana dalla verità. La farmacovigilanza, definendo su larga scala gli effetti collaterali di ciascun farmaco, fornisce dati certi e incontrovertibili riferiti a quel farmaco e sicuramente riferiti all’uomo e a nessun altro animale, andrebbe quindi incentivata il più possibile. In altre parole la farmacovigilanza rappresenta una vera sperimentazione su un campione vastissimo di persone, da cui deriveranno dati incontrovertibili riferiti all’uomo. In questa fase tantissimi farmaci vengono ritirati dal commercio, anche dopo anni di utilizzo. Viene da chiedersi se la loro commercializzazione era stata veramente sicura e priva di rischi prevedibili. Due casi molto noti negli ultimi anni, portati all’attenzione dei mass media, come il caso Vioxx (farmaco antinfiammatorio/antidolorifico) o il caso Lypobay (ipocolesterolemizzante) hanno suscitato molta indignazione nell’opinione pubblica, per come i dati preclinici siano stati, diciamo pure, manovrati, ma tantissimi altri farmaci si sono rivelati tossici per l’uomo dopo essere stati commercializzati. Facciamo un esempio che ritengo essere molto esplicativo. Sul bollettino di Informazioni sui Farmaci “IsF”( anno XXXII, n°6, 2008, a pag. 152) viene riportato un articolo sul “RITIRO DAL COMMERCIO DI ACOMPLIA” Cito direttamente quanto riferito nell’articolo: «Il 23 ottobre scorso, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMEA) ha sospeso l’autorizzazione al commercio di rimonabant (Acomplia, Sanofi-Aventis). Registrato nel maggio 2008 per il trattamento dei pazienti obesi o in soprappeso con fattori di rischio quali diabete e dislipidemia, nemmeno 5 mesi più tardi rimonabant è stato ritirato …». «Il Comitato Scientifico dell’EMEA ha adottato il provvedimento di sospensione dopo una rivalutazione di tutti i dati disponibili, confermando che nei pazienti che assumono rimonabant il rischio di gravi effetti giugno 2016

indesiderati di tipo psichiatrico, inclusi disturbi depressivi e gli eventi correlabili al rischio di suicidio, l’ansia e l’aggressività, è molto più alto rispetto a quelli che assumono placebo. I nuovi dati inerenti gli studi in corso e la sorveglianza post-marketing indicano che l’incidenza di gravi disturbi psichiatrici è superiore a quella, quasi doppia rispetto al placebo, rilevata negli studi clinici registrati». «… Nel post-marketing, in più della metà dei pazienti, tali reazioni si erano sviluppate entro un mese dall’inizio del trattamento, nell’80% entro 3 mesi». Le conclusioni, coerentemente con i risultati degli studi, erano che si trattava di un farmaco dal profilo beneficio/rischio sfavorevole che non trovava un posto nel trattamento dell’obesità; una presa in”giro” che, fortunatamente, ha avuto vita breve. Esempi di questo tipo se ne possono fare a centinaia e nella stragrande maggioranza delle volte, degli effetti collaterali che si verificano sull’uomo, non si trova traccia negli studi sugli animali, o se anche si verificassero si procede ugualmente nella sperimentazione umana (vedi il già citato studio, in articoli precedenti, del BMJ 28/02/2004). Questo a sostegno del fatto che gli stessi fautori della sperimentazione animale non tengono in considerazione i risultati ottenuti sull’animale!


Il 90% dei farmaci non supera la fase di prove sui volontari mostrando effetti avversi non rilevati sugli animali. Una review del 2005 ha concluso che gli esperimenti sugli animali falliscono, nel loro intento di predire il risultato sugli umani, nel 99,7 % delle volte (Lindl et al. ALTEX 22 (3) :143-151). Spesso la sperimentazione sull’uomo viene fatta a prescindere dalla sperimentazione condotta in precedenza sugli animali. L’Etica viene così violata due volte, prima con lo sfruttamento e la tortura fisica e psicologica dell’animale, durante tutta la permanenza nello stabulario, poi con l’uomo, che diventa l’ultima vera “cavia”. La seguente frase che viene riportata nei protocolli di sperimentazione clinica, quando si fa riferimento a studi pre-clinici, ritengo sia esplicativa: « … nonostante siano stati condotti studi in laboratorio sugli animali, per stabilire i possibili rischi (in riferimento al farmaco in sperimentazione), i risultati non sono necessariamente trasferibili all’uomo». Negli stessi testi di Tossicologia, la parte di estrapolazione dei dati ottenuti su animali all’uomo, viene definita “arte”! E la Scienza? Come le stelle … sta a guardare!

Sperimentazione animale

I fautori del “modello animale” sostengono che “la sperimentazione animale consente di scartare una infinità di farmaci prima che questi arrivino all’uomo”. Ma potrebbero anche essere scartati farmaci innocui e utili per l’uomo, come sarebbe successo con la penicillina, se fossero state utilizzate le cavie e non i topi. Questo farmaco infatti, risulta tossico per le cavie, ma non per i topi! Così si espresse Sir Howard Florey, premio Nobel assieme a Fleming e Chain, per la scoperta di questo importante farmaco: «Fu una fortuna che, nelle prove iniziali di tossicità, noi impiegammo i topi, perché, se avessimo impiegato le sole cavie, avremmo concluso che la penicillina è tossica». Moltissimi farmaci anche se tossici per alcuni animali sono comunque utilizzati per l’uomo e sono efficaci. Il Cortisone e l’Aspirina ad esempio, sono teratogeni (provocano danni al feto) per la maggior parte degli animali da laboratorio, ma non per l’uomo. Viene da chiedersi come mai cortisone e aspirina siano ampiamente utilizzati nelle donne gravide visto che sono teratogeni per gli animali da laboratorio? Questo vuol dire una sola cosa: che anche chi utilizza il modello animale non crede in esso e quindi si procede comunque a sperimentare sull’uomo.

MARIA CONCETTA DIGIACOMO specialista in medicina interna, presidente OSA

INQUINAMENTO AMBIENTALE E MALATTIE ENDOCRINE Sabato 18 giugno dalle 8,00 alle 13,00 presso la sala congressi dell’O.I.C. alla Mandria (PD) L’inquinamento ambientale rappresenta un’ importante causa di patologie endocrine, sempre più in aumento. Le sostanze inquinanti provocano gravi effetti sulla salute umana e sull’intero ecosistema e la loro pericolosità sta nella caratteristica, tipica della maggior parte di esse, di persistere nell’ambiente (POPs = Persistent Organic Pollutants) anche per molti anni. L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del terreno, arriva inevitabilmente a diffondersi attraverso la catena alimentare e, con il fenomeno del bioaccumulo, arriva a raggiungere concentrazioni elevatissime (biomagnificazione ). La gravità degli effetti sull’organismo umano e la nocività, delle sostanze che agiscono come Interferenti Endocrini, si possono manifestare in tutte le fasi dello sviluppo e del ciclo vitale, mettendo ad alto rischio le fasce d’età più vulnerabili, interferendo con il sistema endocrino e arrivando a danneggiare anche l’apparato riproduttivo. Per informazioni: bfranconovelletto@gmail.com – www.isde.pd.it Programma - 8.00 Registrazione partecipanti e saluto autorità - 8.30 Presentazione obiettivi del corso: Presidente AME ( Associazione Medici Endocrinologi ) Rinaldo Guglielmi Presidente ISDE Padova Bruno Franco Novelletto - 9.00/9.30 Contaminanti ambientali e Patologie Endocrine Agostino Paoletta - 9.40/10.10 Interferenti Endocrini ed Epigenetica Ernesto Burgio - 10.20/10.40 Interferenti Endocrini e apparato riproduttivo nel

maschio Carlo Foresta - 10.50/11.20 Inquinamento da Pesticidi Gianni Tamino Coffe Break -11.40/12.10 Inquinamento da PFAS: il caso del Veneto Vincenzo Cordiano - 12.10/12.40 Tavola Rotonda/Dibattito - Moderatori Bruno Franco Novelletto – Roberto Vettor – Maria Concetta Digiacomo - 12.40/13.00 Questionario E.C.M.

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Alimentazione & Salute

A proposito di equità, quanto deve costare ciò che consumiamo?

Il prezzo del cibo Quando un cibo costa poco, inevitabilmente è avvenuto uno sfruttamento poco etico di uomini, animali o della terra. E, come sempre, è solo colpa nostra, colpa delle scelte che compiamo Nessuno si scandalizza più se un modello di telefono cellulare costa 800 Euro, ma poi fanno la differenza i 30 centesimi in più al kg della pasta biologica rispetto a quella convenzionale. Allora qual è il prezzo GIUSTO? La domanda mi viene spontanea dopo aver sentito un’intervista del notissimo farmacologo Garattini, il quale in una trasmissione televisiva di grande ascolto ha affermato che «il biologico non ha nessun principio nutritivo superiore al convenzionale, costa solo di più». Vi assicuro che quando ho sentito una frase del genere sono quasi saltata sulla sedia. Certamente restare aggiornati sulle moltissime ricerche che nel Mondo vengono fatte è difficile, ma speravo proprio che un esperto che gode di fama mondiale non dicesse grosse sciocchezze. Evidentemente mi sbagliavo. Ma forse sono io che non ho capito cosa intendeva dire. Forse si riferiva al fatto che, senza ombra di dubbio, i prodotti biologici hanno qualcosa IN MENO rispetto alle controparti convenzionali. Hanno IN MENO tutti quei residui chimici sintetici tossici che, secondo un recente studio dei neurologi americani, provocano, o almeno facilitano, l’insorgenza di malattie degenerative come il Parkinson o l’Alzheimer. Mai sentito parlare di prodotti “citotropici”? Sono composti sintetici inventati dalle industrie chimiche che riescono a penetrare all’interno dei tessuti vegetali, funzionano TANTO per questo motivo. Ma non puoi lavarli. Non è come il solfato di rame o la poltiglia bordolese o tutti quei prodotti che si usano in agricoltura biologica, che invece si possono lavare, e togliere prima di consumare gli alimenti. Le arance o i limoni trattati superficialmente con il difenile per evitare che ammuffiscano non li puoi lavare per toglierne i residui. Devi solo evitare di usare la buccia, perché il difenile viene via solo con la trielina. E che dire del famoso glifosate? Il più diffuso diserbante al mondo, per decenni reclamizzato come biodegradabile per tranquillizzare gli agricoltori e

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adesso scopriamo che non soltanto non lo è, ma è pure cancerogeno! È un fatto che in Francia il governo riconosca alcune malattie che colpiscono gli agricoltori, causate dal contatto coi prodotti chimici agricoli, come malattie professionali. È un fatto che l’ISPRA ossia uno dei più prestigiosi Istituti scientifici italiani, abbia reso noto che le acque sotterranee lombarde sono letteralmente impestate di glifosato. Alla faccia del biodegradabile! Il biologico che troviamo in commercio costa un po’ di più, è vero. Quanto di più dipende da dove si va a fare la spesa. È certo che se vai a comprarti un vestito in boutique lo paghi di più rispetto al mercatino sotto casa. Ugualmente, se vai a comprare in alcuni negozi paghi il biologico molto di più rispetto a quando vai direttamente in cascina a fare la spesa. Lì costa davvero poco. Ma la questione allora è QUANTO E’ GIUSTO CHE COSTI IL CIBO? Lo scorso anno tonnellate di frutta sono restate sugli alberi semplicemente perché raccoglierle sarebbe costato più della remunerazione per la loro vendita. Questo non è giusto né equo. Non è giusto che l’agricoltore si veda proporre 30 centesimi al kg per un prodotto che gli è costato fatica, impegno di denaro e


così bassi siano ritagliati sulla pelle di altra gente, che vede remunerato poco il suo lavoro, che deve attendere almeno 6 mesi per ricevere il pagamento di una fattura. È una guerra tra poveri. Del resto chi acquista le verdure a 90 centesimi al kg non sarebbe affatto disposto a fare la fatica per produrle se sapesse di ricavarci così poco. A questo non pensiamo mai. Quando un cibo cosa poco, inevitabilmente è avvenuto uno sfruttamento poco etico, di uomini, animali o della terra. E come sempre, è solo colpa nostra. MARINA MARIANI

Comunicato stampa

Rapporto annuale pesticidi nelle Acque

Alimentazione & Salute

di mezzi. Eppure lo stesso prodotto viene venduto dalla grande distribuzione a 2 euro al kg. In mezzo ci sono, grossisti, trasportatori, dettaglianti. Tutta gente che ha fatto meno fatica e probabilmente ci ha messo anche meno soldi. La grande distribuzione basa tutta la sua politica commerciale sul prezzo, sulla convenienza, mai sulla qualità. Ed è per questo che agli occhi dei consumatori alcune note catene di supermercati devono sembrare alla stregua di opere di beneficienza. Come sono gentili a farci pagare poco il cibo! Peccato che questi prezzi

Pesticidi nelle acque, cresce percentuale di punti contaminati: +20% nelle acque superficiali, +10% in quelle sotterranee. Rinvenute 224 sostanze diverse, indice di maggiori controlli. Nelle acque superficiali, il glifosate tra le sostanze che superano più spesso i limiti. Sono circa 130.000 le tonnellate di prodotti fitosanitari utilizzate ogni anno in Italia. Ad essi, si aggiungono i biocidi, impiegati in tanti settori di attività, di cui non si hanno informazioni sulle quantità e sulla distribuzione geografica delle sorgenti di rilascio. I risultati del monitoraggio di queste sostanze sono contenuti nell’edizione 2016 del Rapporto Nazionale Pesticidi nelle Acque dell’ISPRA, disponibile sul sito web http://www.isprambiente.gov.it/. La contaminazione da pesticidi è un fenomeno complesso e difficile da prevedere, sia per il grande numero di sostanze impiegate, sia per la molteplicità dei percorsi che possono seguire nell’ambiente. Nel biennio 2013-2014 sono stati analizzati 29.220 campioni per un totale di 1.351.718 misure analitiche, con un sensibile aumento rispetto al biennio precedente. Gli erbicidi sono ancora le sostanze più rinvenute, soprattutto a causa dell’utilizzo diretto sul suolo, spesso concomitante con i periodi di maggiore piovosità di inizio primavera, che ne determinano un trasporto più rapido nei corpi idrici superficiali e sotterranei. Rispetto al passato, è aumentata notevolmente la presenza di fungicidi e insetticidi, soprattutto perché è aumentato il numero di sostanze cercate e la loro scelta è più mirata agli usi su territorio. Le acque superficiali “ospitano” pesticidi nel 63,9% dei 1.284 punti di monitoraggio controllati (nel 2012 la percentuale era 56,9); nelle acque sotterranee, sono risultati contaminati il 31,7% dei 2.463 punti (31% nel 2012). Il risultato complessivo indica un’ampia diffusione della contaminazione, maggiore nelle acque di superficie, ma elevata anche in quelle sotterranee, con pesticidi presenti anche nelle falde profonde naturalmente protette da strati geologici poco permeabili. Più che in passato, sono state trovate miscele di sostanze nelle acque, contenenti anche decine di componenti diversi. Ne sono state trovate fino a 48 sostanze in un singolo campione. La tossicità di una miscela è sempre più alta di quella dei singoli componenti. Si deve, pertanto, tenere conto che l’uomo e gli altri organismi sono spesso esposti a “cocktail” di sostanze chimiche, di cui a priori non si conosce la composizione. È necessario prendere atto di queste evidenze, confermate a livello mondiale, e del fatto che le metodologie utilizzate in fase di autorizzazione, che valutano le singole sostanze e non tengono conto degli effetti cumulativi, debbono essere analizzate criticamente al fine di migliorare la stima del rischio. C’è stata una sensibile diminuzione delle vendite di prodotti fitosanitari scesi nel 2014 a circa 130.000 tonnellate, con un calo del 12% rispetto al 2001. Nello stesso periodo si è ridotta del 30,9% la quantità di prodotti più pericolosi (molto tossici e tossici). Indubbiamente c’è un più cauto impiego delle sostanze chimiche in agricoltura, come richiesto dalle norme in materia, che prevedono l’adozione di tecniche di difesa fitosanitaria a minore impatto, in cui il ricorso alle sostanze chimiche va visto come l’ultima risorsa. L’analisi dei dati di monitoraggio, peraltro, non evidenzia una diminuzione della contaminazione. Nel periodo 2003 – 2014, infatti, la percentuale di punti contaminati nelle acque superficiali è aumentata di circa il 20%, in quelle sotterranee di circa il 10%. Il fenomeno si spiega in parte col fatto che in vaste aree del centro – sud, solo con ritardo, emerge una contaminazione prima non rilevata. La risposta dell’ambiente, inoltre, risente della persistenza delle sostanze e delle dinamiche idrologiche spesso molto lente, specialmente nelle acque sotterranee, che possono determinare un accumulo di inquinanti, e un difficile ripristino delle condizioni naturali. Roma, 9 maggio 2016 - Ufficio stampa ISPRA giugno 2016

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Ricordi

Omaggio a Filippo Zaccaria Lassù a Bagni Froy, dentro una Natura ancora assonnata e sotto i due grandi ippocastani del cortile famoso per i falò di fine settimana e per le grigliate ferragostane, Filippo Zaccaria amava proporre le sue riflessioni quando il tempo lo permetteva e l’aria non era troppo fredda. Ascoltare le sue lezioni - che spesso assumevano il tono intenso e amabile del racconto - diventava un’esperienza di contatto anche con l’ambiente circostante, e ciò aumentava le capacità di attenzione e di comprensione. Il suo linguaggio pacato, la serenità espressiva, la facilità di espandere la visione, di andare in profondità muovendosi con leggerezza, di condurre con pazienza e umiltà verso nuovi orizzonti, calamitavano il gruppo di estimatori che lo attorniava. Allora la scienza si tramutava in sapienza e toccava, inevitabilmente, le corde più nascoste ma più capaci di vibrazioni alte, quelle dell’essere spirituale cui le parole di Filippo erano sicuramente dirette. Per questo desidero ricordare un episodio significativo accaduto due anni fa. Durante una cena sono uscito svelto sul terrazzo perchè, osservando attraverso le finestre della sala, capivo che il tramonto si trasformava di continuo e prometteva visioni di grande suggestione. Poco dopo è arrivato Filippo, al mio comprensibile incanto accostò un suggerimento: “Ecco - mi disse - questi sono colori che dovresti mettere su carta”. Parole che hanno lavorato dentro di me fino al giorno in cui mi decisi ad affrontare una vera sfida per la quale... ci voleva un bel coraggio! E’ un ricordo che si accompagna all’immagine ultima che porto nel cuore. Quella della panchina in cui l’estate scorsa abbiamo sostato per alcuni minuti, durante un breve passeggio pomeridiano, lungo il tratto di strada sterrata che conduce alle case. Qualche domanda, brevi riflessioni, il desiderio di comprendere e una sua osservazione acuta sul senso di essere persone particolarmente sensibili, aperte all’arte e alla Bellezza della Vita. Grazie, caro Filippo, dal profondo del cuore! Luigi Bluoso

I LETTORI CI SCRIVONO Gentile redazione, sono una vostra socia e leggo volentieri la vostra rivista. Vorrei però esprimere il mio disappunto a proposito di un passaggio dell’articolo, apparso nell’ultimo numero di maggio, “I detrattori dell’omeopatia” del dott. G. Angilè, in cui si associa la pranoterapia ad alcune pratiche poco serie. Sono una pranoterapeuta, diplomata presso una scuola di Milano accreditata e quotata e per curarmi uso anche l’omeopatia. Mi ritengo una persona seria e negli anni ho visto i benefici apportati dal lavoro mio e dei miei colleghi. Del resto ormai anche la fisica quantistica conferma la validità della biopranoterapia. Non mi sembra il caso di combattere i pregiudizi sull’omeopatia usandone di uguali nei confronti della pranoterapia. Mariacristina Tassan Risponde il Dott. Giovanni Angilè Non volevo associare la pranoterapia a pratiche poco serie, solo specificare che una persona pur di stare meglio non sa più a chi rivolgersi. Tra l’altro nella frase successiva scrivo che anche dei medici non ha più fiducia. La pranoterapia se fatta da persone serie è una pratica molto valida.

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Calendario biodinamico

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Agricoltura biodinamica

L’azione del preparato 500 o Cornoletame - seconda parte

Perché è importante la biodinamica Il preparato 500 è un esempio di collaborazione e cooperazione tra regno vegetale, regno animale e regno umano a sostegno di una vera crescita armonica ed equilibrata e a tutela della fertilità La vita stessa è possibile grazie a sinergie e simbiosi tra organismi. È compito dell’uomo guidare nella giusta direzione i processi vitali, favorendo al meglio i cicli biologici ed il loro svolgimento. La formazione dell’humus nel terreno quale substrato ideale di crescita per le piante L’agricoltura industriale è orientata verso una esasperazione della produttività, mirando ad ottenere rese sempre maggiori; anche la selezione varietale sostenuta dalle élite economiche e operata dall’industria sementiera prende in considerazione quasi esclusivamente parametri di produttività (questo processo ha inizio già dagli anni ’60 con la famosa Rivoluzione Verde). Le conseguenze di questo orientamento sono note sia sul piano ambientale che su quello del bilancio energetico e, non ultimo, sul piano nutrizionale. L’uso massiccio di sostanze azotate e di vari altri input esterni di origine industriale, al fine di incrementare le rese, riduce la presenza di polifenoli, vitamine, amminoacidi essenziali e altri nutrienti fondamentali. La stessa FAO (Organic Agriculture Programme) ha messo più volte in evidenza l’adeguatezza nutrizionale di alimenti biologici rispetto al cibo prodotto con metodiche industriali. Il concetto di fertilità, dunque, deve essere legato ad un insieme di fattori il cui obiettivo deve essere l’equilibrio tra la giusta produttività e la capacità di un prodotto di nutrire veicolando forze vitali. Il cibo deve poter essere fonte di salute. Inoltre le piante coltivate correttamente disporranno di autodifese naturali maggiori rispetto a piante portate ad una condizione di iperproduttività esasperata. Non bisogna dimenticare che la funzione più importante dei polifenoli è quella di proteggere le piante stesse da

agenti ambientali e dal rischio ossidativo rappresentato dalla luce solare. Il preparato 500 si inserisce proprio in un discorso di equilibrio poiché, come ribadito più volte, con l’agricoltura biodinamica si vuole favorire una crescita armonica ed equilibrata. L’attuale crisi dell’agricoltura industriale è dovuta al fatto di perseguire iperproduzioni e gigantismo, conseguenza di una visione statica del concetto di fertilità che per decenni ha favorito l’uso (e l’abuso) di nutrienti di sintesi (i famosi N, P, K) riducendo il contenuto di carbonio organico nei suoli, favorendone la perdita di fertilità biologica. A tal proposito confrontare anche i dati ISPRA. Mentre la vera fertilità è data da un complesso di forze e da un insieme di fattori molto dinamici. Già nel 1924 Rudolf Steiner intuì le cause della degenerazione dell’agricoltura dando un impulso ben preciso finalizzato a risanare la fertilità dei suoli ed il processo produttivo. Uno dei problemi maggiori risiede nella diminuzione di sostanza organica nei terreni e nel

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dotato di peculiarità essenziali per ottenere successivamente una sostanza importantissima per la fertilità del suolo: il letame. Per secoli le agricolture tradizionali hanno basato la propria fertilità su questi elementi. Il bovino è in grado di elaborare cellulosa ed emicellulose come nessun altro mammifero grazie ad uno stomaco di notevoli dimensioni suddiviso in 4 parti (reticolo, rumine, omaso e abomaso) e grazie alla mediazione di una particolare microflora intestinale. Si tratta di un vero e proprio laboratorio complesso. Ovviamente l’animale va rispettato, deve vivere secondo quelle che sono le sue esigenze e necessità, e deve nutrirsi correttamente e in maniera sana. Ma per ripristinare la fertilità dei campi, purtroppo, non sono più sufficienti le tradizionali concimazioni organiche di natura vegetale e/o animale. Sono necessari rimedi che rappresentano una ulteriore elaborazione di questi processi vitali, che attingano comunque da elementi naturali. Una ulteriore esaltazione di questi processi è data dal preparato 500 (o Cornoletame) nel quale emergono nuove proprietà idonee a risolvere le attuali problematiche. Con i preparati biodinamici si instaura una collaborazione ed una sinergia tra regno vegetale, regno animale e regno umano nella quale ognuno svolge il proprio ruolo per permettere l’ingresso di nuove forze il cui tramite sono i preparati biodinamici (in questa sinergia non va dimenticato il regno minerale). Tramite queste forze è possibile rigenerare il suolo ed ottenere alimenti vitali, in grado di nutrire anche le parti più sottili dell’essere umano.

Agricoltura biodinamica

relativo calo di attività biologica. Ma siccome “il malato è grave”, il semplice apporto di sostanza organica nel terreno, da solo, rischia di non essere più sufficiente a ripristinare condizioni ottimali di fertilità. Occorrerà certamente una sostanza organica che sia di qualità, cioè HUMUS, ed occorreranno rimedi che siano in sintonia con i processi vitali i quali favoriranno la formazione di quest’ultimo (l’humus): i preparati biodinamici. Sostanza organica è un termine generico utilizzato per indicare svariati composti, ma sarà necessario utilizzare una sostanza organica dotata di qualità e proprietà particolari. Qui si inseriscono i preparati biodinamici, ed il 500 in particolar modo. Ma per comprendere a fondo il processo dobbiamo chiederci cos’è la sostanza organica e dove essa ha origine. Alla base della formazione della sostanza organica vi è la fotosintesi clorofilliana, grazie alla quale le piante sono l’unica fabbrica di nuova sostanza sulla Terra; tutto il resto è riciclaggio. Dunque il regno vegetale è alla base dei cicli biologici e vitali grazie alla capacità di entrare in relazione con le forze solari. Questa mediazione permette agli altri esseri viventi di assimilare queste forze e trarre nutrimento; si può dire che ingerendo un vegetale assimiliamo forze solari, delle quali abbiamo una estrema necessità, ma che da soli non saremmo in grado di assimilare. Il Sole è alla base della vita, e le piante ne rappresentano il medium primario. Quindi la sostanza organica viene elaborata tramite la fotosintesi da cui ha origine. Nel processo digestivo del bovino (ma anche nel lombrico) poi avviene una ulteriore elaborazione grazie alle caratteristiche uniche del suo apparato digerente

FABIO FIORAVANTI ELENA BASSI

DISEGNO DI

ELENCO DELLE FIERE E MERCATINI BIO 2016 FESTAMBIENTE FESTAMBIENTE SANA VIRIDALIA BIOSALUS

Vicenza Grosseto Bologna Thiene (Vi) Urbino

14-19 Giugno 5-15 Agosto 9-12 Settembre 10-11 Settembre 1-2 Ottobre

festambientevicenza.org festambiente.it sana.it viridaliapaolathiella.com biosalusfestival.it giugno 2016

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Agricoltura biologica 34

Breve guida per scoprire come difendere le proprie piante

Perché sono attaccato dai parassiti? Stress legato alla collocazione geografica, al terreno non adeguato, al clima avverso, alla carenza di nutrienti e alla mancanza del predatore o parassita naturale del patogeno: ecco cosa fare Con l’arrivo della bella stagione sono arrivati anche i sintomi degli attacchi dei primi parassiti dei vegetali. Possiamo vedere questi sintomi sia sulle piante normalmente presenti nei nostri ambienti (sulle rive dei fossi, nei parchi, nei viali, nei giardini), sia su quelle cui noi prestiamo più attenzione ovvero le piante che abbiamo seminato o trapiantato nel nostro orto o campo coltivato. L’evoluzione della ricerca agronomica ci propone negli ultimi anni diverse soluzioni alternative ma prima di passare all’analisi di queste novità ci soffermiamo ancora una volta sui fattori che scatenano gli attacchi parassitari. Questo può essere utile da un lato per attivarsi per le prossime coltivazioni per evitare alcuni errori, dall’altro anche per rasserenarsi sul fatto che… è normale ammalarsi! In primo luogo, infatti, è necessario ricordare che ogni organismo vivente è inserito in un complesso ecosistema ed ha un proprio ciclo di vita che prevede normalmente la nascita, lo sviluppo secondo stadi e modalità diverse a seconda della specie, e la morte che giunge in epoche precoci, normali o tardive a seconda di una ampia serie di fattori. Quindi è assolutamente normale che un organismo vivente muoia a causa dell’attacco da parte di un altro organismo vivente. Le piante vivono sulla base di disponibilità di sostanza organica prodotta da altri organismi (altre piante, altri animali, altri funghi) che hanno vissuto, sono morte e sono state trasformate prima di loro. Ci sono anche altri viventi i quali, per propria missione, necessità vitale, hanno bisogno di attaccare un altro organismo vivente sfruttando la sua vitalità o portandolo alla morte. Perdonate ora una battuta: conoscete in questo senso un parassita “peggiore” dell’uomo? Dopo questa doverosa premessa ecco una breve disamina delle diverse cause di attacco parassitario, precisando sin d’ora che i riferimenti che generalmente sono fatti verso insetti, valgono anche per i funghi e i batteri. Predisposizione della specie o della varietà al parassita giugno 2016

Ogni organismo vivente per sua collocazione nello spazio, localizzazione geografica, costituzione delle barriere protettive verso l’esterno, contenuto di particolari sostanze e altre caratteristiche risulta più o meno appetito a determinati parassiti. È normale che alcune specie o alcune varietà siano soggette agli attacchi di determinati parassiti e altre no. Per esempio: la dorifora attacca le patate ma molto difficilmente attacca le lattughe. Anche all’interno della stessa specie ci sono varietà più predisposte all’attacco di determinati parassiti: rimanendo sempre sul caso della dorifora possiamo notare come alcune varietà, quando la dorifora è presente, sono più attaccate rispetto ad altre. Anche questo avviene per una combinazione di fattori tra cui la resistenza delle strutture protettive e la preferenza della dorifora ad un determinato tipo di sostanza contenuta nella specifica varietà. Stress legato alla collocazione geografica Si verifica quando noi seminiamo o trapiantiamo un vegetale in una zona diversa rispetto a quella a cui è normalmente presente. Ad esempio quando noi prendiamo dei semi di fagioli di montagna e li vogliamo piantare in una nebbiosa pianura: sicuramente diventeranno facile preda per le malattie fungine dato che, nella selezione avvenuta in origine, gli agricoltori di montagna che l’hanno fatta hanno giustamente preferito mantenere le piante più belle che si sviluppavano in un ambiente fresco e ventilato (come quello di montagna)


e batterica presente. Mancanza del predatore o parassita naturale del patogeno Questo accade quando è presente il parassita della nostra pianta e manca il suo naturale predatore: per esempio quando in primavera mancano le larve di coccinelle ed è in corso un attacco di afidi. Questo accade generalmente per 4 motivi. Il primo è legato al momento nel quale avviene un attacco parassitario: quando le condizioni climatiche contrariamente alla consuetudine ad esempio favoriscono lo sviluppo repentino di colonie di afidi mentre la coccinella impiega più tempo sviluppare le proprie colonie e quindi il parassita è lasciato libero di riprodursi. Il secondo è legato al fatto che il parassita o il patogeno sia arrivato da altre zone geografiche e quindi sia nuovo per l’ambiente geografico. Di conseguenza non c’è nessun suo parassita naturale presente nella nuova zona oppure, quelli che potrebbero diventarlo, non lo hanno ancora individuato come obiettivo. Il terzo è legato all’uso di prodotti fitosanitari o tecniche agronomiche che riducono o impediscono agli insetti utili di svilupparsi. Generalmente la stragrande maggioranza degli insetti utili è molto più sensibile ai trattamenti fitosanitari rispetto ai parassiti delle piante che sarebbero il reale obiettivo del trattamento. Ogni trattamento insetticida che viene fatto con sostanze insetticide, fungicide, battericide, porta un grave danno alla presenza di questi organismi viventi che invece potrebbero invece esserci d’aiuto. Il quarto e più grave motivo è legato alla mancanza di spazi di ricarica dei predatori, quando cioè non sono presenti ai bordi dei campi o degli orti coltivati siepi, alberi, fossati e zone umide nelle quali i parassiti dei parassiti possono mantenersi in numero sufficiente per essere rapidamente disponibili e pronti a controllare ogni nuova intestazione degli organismi che attaccano le piante coltivate. Quindi, ancora una volta, ribadiamo che sono fondamentali la presenza di sostanza organica e di siepi!

Agricoltura biologica

dove non sono presenti molte malattie fungine per le condizioni ambientali di temperatura e ventilazione e quindi dove le piante non hanno dovuto sviluppare tale resistenza. È quindi sbagliato spostarle di ambiente geografico/climatico sperando che non vadano incontro a nessuna diversa malattia (è come quando per turismo noi andiamo in una zona del mondo nel quale è diffusa una certa malattia per la quale è necessario-obbligatorio vaccinarsi altrimenti il nostro organismo non ha gli anticorpi per contrastarla). Stress legato al clima avverso È un fattore che si presenta con sempre maggiore frequenza a causa del cambiamento climatico: la presenza di temperature, condizioni di insolazione, piovosità o nebbie non consuete in un determinato periodo dell’anno nel quale le piante sono più sensibili, indeboliscono le piante in determinate fasi del loro sviluppo rendendole facile bersaglio per le malattie. Stress legato al terreno non adeguato Si può verificare questa condizione quando le lavorazioni non sono state fatte al momento giusto (aspettando quindi il giusto grado di umidità del terreno) oppure usando attrezzi e macchine pesanti e il terreno è stato costipato o quando si portano in superficie strati molto profondi del terreno ricchi di sostanze in putrefazione o non vitali. In tutti questi casi le radici incontrano maggiori difficoltà nell’approfondirsi nel suolo mentre l’acqua e i gas incontrano maggiori difficoltà nel distribuirsi omogeneamente nei diversi strati del terreno. Stress legato a semine / trapianti Quando queste operazioni vengono fatte in momenti sbagliati la pianta viene sottoposta a stress climatici a cui non è abituata. Per esempio quando si seminano i fagiolini a febbraio in pieno campo per cui magari le temperature sono sufficienti a far germinare il seme ma la pianta è esposta ad attacchi di parassiti che sfruttano la sua debolezza. Stress legato a carenze di nutrienti Si manifestano quando nel terreno mancano le sostanze necessarie al corretto sviluppo della pianta. Le carenze si manifestano soprattutto quando il terreno è povero di sostanza organica oppure siamo in una zona geografica non vocata dove il terreno non è adatto a quel tipo di coltura, per ragioni legate alla sua formazione geologica. In particolare la carenza di sostanza organica è generalmente alla base di molteplici carenze poiché in un terreno organico tutti i micronutrienti necessari alle piante sono resi disponibili dalla consistente flora fungina

LUCA MICHIELETTO giugno 2016

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Un’azienda nel cuore dell’anfiteatro naturale dei Colli Euganei

Agricola San Nazario di Sandro e Marica “La Terra non va mai calpestata perché è alla base di tutto: del mondo vegetale e di quello anmale. Se la conserviamo fertile e in buona salute, manteniamo sano l’Uomo e tutto ciò che lo circonda” Dove si trova la vostra azienda? L’Azienda Agricola San Nazario si trova a Vo’, al centro della zona collinare, nella frazione di Cortelà, all’interno di quell’anfiteatro naturale che i Colli Euganei formano e che l’uomo sapientemente ha sfruttato come culla per la coltivazione della vite. Raccontateci un po’ la vostra storia … La nostra Azienda, come quasi tutte le aziende nei Colli Euganei, è nata nel primo dopoguerra. Per volere del nonno prima e del papà poi, hanno iniziato a coltivare la vigna per produrre vino non solo per uso domestico ma anche per procurarsi un reddito. Nel 1998 a seguito della scomparsa del papà abbiamo deciso di continuare il lavoro nella vigna. Abbiamo lasciato le nostre professioni: Marika lavorava in un’azienda di moda e Sandro come ragioniere in un’azienda di commercio e ci siamo lanciati in questa realtà completamente diversa, non abbandonando però la nostra creatività e scrupolosità. Che tipo di prodotti proponete e a che pubblico vi rivolgete? Tutti i prodotti che offriamo hanno come filo conduttore la sostenibilità per l’uomo e per l’ambiente. Quando facciamo una scelta sia per la produzione dei nostri vini sia per gli alimenti con cui creiamo i nostri piatti ci basiamo sulle conoscenze ottenute in anni di studio e passione verso la terra e i sapori. I nostri prodotti però non sono per un pubblico in particolare, anzi vorremmo che fossero accessibili a tutti proprio per far conoscere e diffondere una cultura che riteniamo importante. Il vino è un prodotto che ha il vantaggio di essere amato e ricercato da molti e noi speriamo che con il nostro vino e i racconti sulla sua produzione la gente porti a casa anche una nuova consapevolezza che li influenzerà anche in altre scelte. Cosa vi ha spinto ad abbracciare e mettere in atto la filosofia e il metodo biologico (o biodinamico)? Tutto è partito un giorno di primavera di dieci anni fa quando rientrando dalla vigna per partecipare a un giugno 2016

corso di aggiornamento per l’utilizzo dei fitofarmaci io e il mio collaboratore ci siamo detti “dobbiamo farci una doccia, ma riusciremo a togliere questo odore chimico che abbiamo nella pelle?”. Poi durante il corso in un passaggio sull’utilizzo dei fitofarmaci il docente ha rivolto ai partecipanti una domanda “Ma voi quanto tempo fate trascorrere prima di rientrate in vigna terminato il trattamento con i fitofarmaci?” In quel momento si sono sentite svariate risposte tra chi diceva due ore a chi sosteneva che non usciva addirittura dalla vigna. Noi ci siamo guardati in viso perché tra quelle risposte c’era anche il nostro modo di fare in vigna ed è stato proprio in quel momento che abbiamo capito che sbagliavamo qualche cosa e abbiamo deciso di cambiare “vita”. Oltre alla produzione di vino avete puntato anche sull’enogastronomia e sull’offerta culturale: ci spiegate le ragioni di questa scelta? Recentemente abbiamo conosciuto due nuovi amici, Elio e Tiziana, che condividono la stessa filosofia di sostenibilità che ci ha portato a produrre vini biologici e biodinamici. La loro passione per la cucina e per l’ospitalità ci ha incoraggiato ad affiancare ai nostri vini


Nel tempo invece speriamo di contagiare più persone possibili con la nostra idea di sostenibilità e cioè biologico, stagionale, salutare e senza sprechi. Un consiglio che dareste ai giovani che vogliono intraprendere questo percorso, o uno stile di vita simile al vostro? Mio nonno diceva “la Terra è bassa”. Vogliamo pensare che questo aforisma abbia due grandi interpretazioni. La prima più diretta, che il lavoro della terra è un lavoro duro perché la terra è bassa e bisogna piegarsi per coltivarla. La seconda più spirituale, che la Terra non va mai calpestata. La Terra è alla base di tutto, del mondo vegetale e del mondo animale, se noi la conserviamo fertile e in buona salute manteniamo sano l’Uomo e il mondo che lo circonda. Detto questo un consiglio che possiamo dare ai giovani è quello di fare i cambiamenti senza fretta poiché si rivelano i più duraturi. E’ importante anche divertirsi e sperimentare, sia per quanto riguarda la terra, sia in cucina e non dimentichiamoci che un po’ di preparazione, ufficiale o personale e alcune nozioni sono sempre un grande aiuto. Fortunatamente oggi la nostra idea e il nostro progetto non sono un’isola felice, quindi i ragazzi hanno molte possibilità di avvicinarsi a questo stile di vita e noi speriamo di esserne un buon esempio. MARTINA PARISEN

I protagonisti del biologico

biologici anche dei prodotti gastronomici affinchè la gente possa trascorrere più tempo in cantina e godere di un ambiente familiare e stimolante. La nostra offerta gastronomica segue sempre la filosofia di sostenibilità che ci ha portato a produrre vini biologici e biodinamici, infatti i nostri piatti presentano alimenti principalmente biologici o di produttori di cui conosciamo e valutiamo bene il lavoro. Ci riforniamo da produttori locali che condividono il nostro stesso stile di vita e che cercheremo di far conoscere ai nostri clienti per indicare che la sostenibilità dell’ambiente è vicina a noi e alla portata di tutti. I piatti che proponiamo vogliono essere anche un aiuto alla salute, un esempio fra tanti è affiancare i ceci ed i pomodorini secchi ricchi di ferro al limone che con la sua vitamina C ne aiuta l’assorbimento. Tutto ciò è per dare alle persone che verranno a trovarci degli stimoli culinari che potranno poi coltivare da soli. Nella cantina abbiamo anche voluto organizzare una piccola libreria, che nel tempo speriamo cresca, per proporre ai nostri clienti di trascorrere il tempo da noi con la calma necessaria anche per leggersi un libro. I vostri progetti nel breve e lungo termine? Il nostro progetto per il futuro è quello di cercare di produrre e far conoscere al meglio il nostro vino come Alimento per l’uomo. Un vino che nasce da questo territorio di origine vulcanica di inestimabile valore enologico e di una bellezza unica nel suo genere. Per quel che riguarda la gastronomia è troppo giovane per fare un bilancio, speriamo di riparlarne assieme più avanti. Per la nostra cucina come abbiamo già detto è un progetto giovane ma speriamo abbia il successo riservato al nostro vino. Sicuramente un obiettivo a breve termine è quello di arricchire il nostro menù e con la bella stagione che si avvicina non sarà difficile.

SAN NAZARIO AZIENDA AGRICOLA BIOLOGICA Via Monte Versa, 1519 – 35030 Cortelà di Vò (PD) www.vinisannazario.it - posta@vinisannazario.it Orari cucina in cantina: sabato e domenica dalle 12 alle 22 – cell. 331 3850508 Orari cantina vendite vino: tutti i giorni (tranne il lunedì) dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 18 – tel. 049 9940194 giugno 2016

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Agricoltura biologica

Agricoltura per l’inclusione sociale Nell’ambito del discorso sulla sostenibilità, da alcuni anni è oggetto di crescente attenzione il ruolo che le attività agricole possono assumere nei percorsi di inclusione sociale e/o terapeutico-riabilitativi di persone con varie tipologie di disagio: è questo il campo della cosiddetta “agricoltura sociale”. Il tema dell’Agricoltura Sociale è stato al centro di un corso di formazione promosso da AIAB nazionale e tenutosi l’11 e il 12 aprile 2016 a Roma, presso la Città dell’Altra Economia, nell’ambito del progetto “Tutor Social Bio: educazione e formazione su bioagricoltura sociale e lotta all’illegalità in agricoltura”. Il mondo dell’agricoltura biologica – nel quale AIAB opera – presenta infatti molte affinità con la visione etica e inclusiva che sta alla base dell’Agricoltura Sociale. Per Agricoltura Sociale (AS) si intende un insieme di esperienze che coniugano le attività agricole con le attività sociali, al fine di generare benefici per il territorio e per le persone che lo abitano, favorendo in particolare l’inclusione sociale delle fasce più deboli della popolazione e dei soggetti svantaggiati e a rischio di emarginazione. Gli ambiti di intervento dell’AS – riconosciuta ufficialmente in Italia con la legge 141 del 18 agosto 2015 – sono numerosi e diversificati. L’obiettivo è quello di utilizzare le risorse dell’agricoltura per realizzare attività sociali e di servizio alla comunità locale, in termini di: - formazione e inserimento socio-lavorativo di soggetti svantaggiati e a basso potere contrattuale, attraverso progetti mirati all’integrazione di persone con diverse forme di disagio sociale, detenuti ed ex detenuti, minori a rischio di devianza, migranti e richiedenti asilo; - riabilitazione e cura di persone con gravi disabilità (fi-

sica, psichica, sociale), attraverso attività che affiancano e supportano le terapie mediche in collaborazione con i servizi socio-sanitari del territorio; - servizi utili per la vita quotidiana, attività rigenerative con valore socio-ricreativo e forme varie di accoglienza per anziani, minori e persone in difficoltà (agriasili, case famiglia, servizi di accoglienza per anziani, reti di prossimità, ecc.); - progetti finalizzati all’educazione ambientale e alimentare, volti a promuovere la consapevolezza e la conoscenza del territorio attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche. L’attenzione nei confronti di queste pratiche interseca alcune tematiche fondamentali. Innanzitutto, l’AS è una concreta espressione della “multifunzionalità” dell’attività agricola, le cui implicazioni coinvolgono una pluralità di ambiti – tra cui quello sociale – che vanno al di là della produzione del cibo e della cura del territorio. Si tratta di una pratica innovativa e particolarmente inclusiva, che rappresenta una potenziale risorsa

AIAB VENETO Corso Stati Uniti 50 - 35127 Padova Orario Sportello: mercoledì 9.30 - 13 Tel. 049/ 86.87.176 - Fax 049/78.40.317 - mob: +39 347 0653179 - E-mail: sportello@aiabveneto.org - www.aiabveneto.org

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e quelle socio-sanitarie (terapeutiche-riabilitative, di formazione e inserimento lavorativo, di accoglienza delle persone in difficoltà, di fornitura dei servizi alla persona nelle zone rurali e periurbane), nonché il coinvolgimento di diversi soggetti (privati, pubblici, dell’associazionismo e dell’impresa sociale). Ciò presenta un’opportunità particolarmente interessante ora che le Regioni sono chiamate a definire i nuovi Piani di Sviluppo Rurale (PSR). Si delinea quindi un possibile ruolo di AIAB nel promuovere iniziative di sensibilizzazione, formazione e animazione territoriale e nel sostenere la crescita di nuove imprese agri-sociali biologiche, in collaborazione con altre associazioni e soggetti pubblici e privati. La proposta è quella di aprire dei tavoli di lavoro, a livello regionale, con l’obiettivo di individuare i possibili ambiti di intervento dell’AS nel contesto locale e di censire le realtà interessate già operanti sul territorio, favorendo la creazione di reti e di collaborazioni tra gli attori del territorio. Le relazioni e le sinergie con attori esterni all’agricoltura sembrano essere la chiave per lo sviluppo futuro del biologico e per la transizione verso un modello di economia sostenibile.

Agricoltura biologica

per il benessere complessivo della comunità locale: essa riconosce infatti alle imprese agricole la possibilità di partecipare alla produzione di beni collettivi e relazionali e alla generazione di un welfare locale e partecipato. Per questo, le esperienze di AS nascono prevalentemente su scala locale come frutto di processi dal basso, nel segno di una “economia civica e solidale”, nella quale giocano un ruolo chiave la consapevolezza ecologica, il consumo critico, la sensibilità verso i beni comuni, il senso di responsabilità e di fiducia. Prospettive interessanti per lo sviluppo dell’AS nei Paesi dell’Unione Europea si aprono con il nuovo ciclo di programmazione dei Fondi Strutturali e di Investimento Europei 2014-2020 (SIE). La Strategia Europa 2020 pone infatti fra le sue priorità la coesione sociale, con l’obiettivo della lotta alla povertà e all’emarginazione. L’introduzione di un Quadro Strategico Comune mira inoltre a favorire il coordinamento dei fondi SIE, nei quali rientrano i fondi relativi alle politiche regionali – Fondo Sociale Europeo (FSE) e Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) – e il Fondo Europeo per lo Sviluppo Rurale (FEASR). Questo quadro d’insieme si rivela particolarmente importante per l’AS, che per sua natura richiede un’integrazione tra le politiche agricole

ERICA DEL FAVERO

CALENDARIO 2016 È disponibile il nuovo Calendario 2016 delle semine e delle lavorazioni. E’ edito dalla Biolca con i consigli di Paolo Pistis. Si configura come un vero e proprio calendario che si può appendere al muro e che riporta ogni mese le indicazioni per le semine, i trapianti, le potature, gli innesti, le talee, la cura delle api e tanto altro. In uno spazio apposito si possono annotare le scadenze, fare appunti e fissare le esperienze fatte. Questo calendario è contestualizzato al territorio italiano e i dati astronomici contenuti in esso sono riferiti quindi espressamente al territorio italiano. I consigli pratici che derivano da un’esperienza agricola trentennale tengono conto del clima del nostro paese. I dati sono astronomici e non astrologici. A corredo del calendario vero e proprio ci sono dei testi che cambiano ogni anno e che spiegano aspetti particolari del metodo biodinamico: a fine anno si può richiudere e conservare assieme ai calendari precedenti in modo da formare una raccolta. Inoltre riporta delle schede tecniche e dei consigli molto utili per le semine. Si può richiedere tramite tel/fax allo 049 9101155 o al cell. 345 2758337 (Martina) o inviando una mail a info@labiolca.it . Contributo E.8,00 + 1,50 (spese postali)

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Agricoltura biologica

Comunità del cibo, alleanza virtuosa La collaborazione con Adiconsum Verona prosegue, vi proponiamo un nuovo articolo dell’Avvocato Silvia Caucchiolo Coltivare la terra, attraverso una gestione collettiva dei soci, dalla semina al raccolto, destinato prevalentemente alla comunità dei soci stessi. Questo modello si chiama CSA (community supported agricolture). Significa fare impresa comune fra contadini e consumatori. In Europa e nel mondo assume declinazioni particolari a seconda del luogo e del gruppo di persone che la mette in pratica. Ovunque ha in comune principi e obiettivi, quali la condivisione dei rischi e dei benefici connessi all’agricoltura biologica, contadina e di piccola scala; un’agricoltura che produce cibo sano e vicino a chi lo mangia; la sovranità alimentare, cioè il diritto delle persone di prendere decisioni a proposito del cibo che mangiano; la possibilità di sostenere idealmente, fisicamente e finanziariamente un’alternativa al modello della produzione industriale di cibo; il desiderio di ricreare relazione fra chi principalmente coltiva e chi mangia. Il meccanismo è semplice: per coltivare ortaggi e alberi da frutto occorre annualmente una certa quantità di risorse, che viene valutata entro la fine di un anno per l’anno successivo. Una volta calcolati i costi necessari per sostenere la produzione (l’acqua, le piantine, i semi, il lavoro dei contadini e di chi amministra i conti), il budget viene sottoposto a tutti i membri perché venga approvato e si calcola il costo di una “quota annuale” dividendo il costo totale per il numero dei membri che partecipano al CSA. Il raccolto durante l’anno è quindi condiviso in depositi e distribuito settimanalmente.

E’ un sistema che abbiamo imparato a conoscere da alcune esperienze centro-nord europee che lo applicano. In Germania attualmente sono presenti una quindicina di progetti; negli altri Paesi, come Giappone, Francia e Stati Uniti c’è una diffusione più ampia. Il Buschberghof è il progetto di CSA più vecchio della Germania situato nelle campagne di Amburgo: 86 ettari coltivati con metodo biodinamico, dove si allevano bovini, pecore, maiali, galline e si coltivano grano tenero, orzo, segale, avena, farro, patate, ortaggi e frutta. Più di 40 anni fa il Buschberghof si trasformava da un’azienda privata a una comunità agricola con le donazioni dei vecchi proprietari. Nasceva così la comunità economica Buschberghof che si prefigge di realizzare un’agricoltura non orientata al profitto. Oggi copre gran parte del fabbisogno di 350 persone (90 famiglie). Ogni maggio gli agricoltori presentano l’andamento economico dell’anno precedente e un preventivo per il prossimo anno. Si procede con una sorta di asta, cioè tutti i partecipanti decidono liberamente con quale somma vorrebbero contribuire alla copertura dei costi. Un mese dopo si tiene una nuova assemblea nella quale vengono pubblicati i risultati e nel caso sia necessario si richiedono ulteriori fondi per la copertura completa. Nei costi sono inclusi i salari per gli agricoltori, il sostegno dei loro figli, i costi per la salute, per la previdenza e un fondo per i macchinari. La produzione agricola viene poi distribuita tra i membri della comunità economica che si autoorganizzano in gruppi per la distribuzione settimanale. Questo finanziamento in anticipo assicura la sopravvivenza dell’azienda e libera la produzione agricola dai meccanismi di mercato.

A.Ve.pro.Bi - Associazione Veneta dei Produttori Biologici e Biodinamici Sede Campagnola di Zevio (VR), via Alessandro Manzoni, 99 - 37050. Tel. 045/8731679 info@aveprobi.org – www.aveprobi.org – didattica@aveprobi.org

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sostenendo e condividendo un percorso di organizzazione e produzione nella costruzione di un’agricoltura alternativa allo sfruttamento della terra e del lavoro delle persone. Non si genera profitto, né crescita economica, ma soddisfazione di bisogni umani. Il cibo torna ad avere un valore e non solo un prezzo. Il modello di CSA consente di godersi la possibilità di conoscere da vicino chi coltiva ciò che mangiamo e fidarsi di come lavora, avere il piacere di vedere gli ortaggi che crescono. Sicuramente un guadagno in salute e relazioni.

Agricoltura biologica

In Italia l’esperienza del Buschberghof viene seguita dalla cooperativa Arvaia di Bologna. La cooperativa ha l’obiettivo di coltivare la terra, attraverso una gestione collettiva dei soci. Arvaia applica il modello di CSA e lo fa su suolo comunale pubblico. I soci si riuniscono periodicamente, concordando strategie, definendo il piano delle colture; settimanalmente il raccolto viene incassettato e inviato ai vari punti di distribuzione in città, dove i soci/cittadini che hanno preacquistato l’intero raccolto stagionale (autunno/inverno, primavera/estate), ritirano i prodotti orticoli freschi. I soci possono frequentare il campo ed è chiesto loro, un contributo in manodopera di qualche mezza giornata all’anno. Il consumatore ritorna ad essere produttore

AVV. SILVIA CAUCCHIOLI Consulente di Adiconsum Verona (associazione difesa consumatori e ambiente)

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Attività Culturali

La Biolca a Radio Cooperativa Ogni 15 giorni, il giovedì dalle 15.50 alle 17.20, un nostro esperto, dopo una breve introduzione sarà a disposizione degli ascoltatori per rispondere alle loro domande. Prossimi appuntamenti giovedi 9 e giovedi 23 giugno alle 15.50; sarà ospite della trasmissione Luca Michieletto, agronomo, esperto di agricoltura e orticoltura biologica, collaboratore del nostro mensile, che parlerà di agricoltura sostenibile. La trasmissione può essere ascoltata in Veneto alla radio (fequenza 92,70 Mhz) e in streaming su internet da tutta Italia (giss.tv:8001/coop.ogg). È possibile inoltre scaricare il podcast della trasmissione dal sito della radio (www.radiocooperativa.org).

Andar per erbe... Domenica 25 settembre la tradizionale uscita con Dino Bortoluzi alla ricerca e individuazione di piante spontanee per uso salutistico, alimentare, cosmetico, liquoristico. Nel prossimo numero il programma dettagliato.

stri o n i A La segreteria i dell’associazione r o t t è aperta: le MATTINO dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 POMERIGGIO Martedì e giovedì dalle 15 alle 18 Il numero da chiamare è 049 9101155. Per comunicazioni urgenti o fuori orario potete chiamare il 335 7023755. Indirizzo mail: info@labiolca.it

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www.labiolca.it CORSO DI RIFLESSOLOGIA PLANTARE PRATICA Corso in quattro incontri a partire da sabato 17 settembre La riflessologia plantare è una terapia olistica e naturale. Nei piedi esiste la mappa che riflette tutto l’organismo: la pressione di punti o aree ben definite, attiva e stimola le funzioni dell’organo o ghiandola corrispondenti, aiutando così il corpo a ritrovare la propria forza energetica vitale e guaritrice. Il suo scopo è quello di riportare “l’omeostasi”, armonia ed equilibrio profondo, nell’unità mente-corpo della persona. La riflessologia plantare ha un grande valore preventivo e valutativo, interviene in anticipo sulle disarmonie ancor prima della comparsa dei sintomi, ci aiuta a diventare responsabili per primi della nostra salute ed è un ottimo modo di leggere i messaggi del nostro corpo. Si parlerà di storia della riflessologia, concetti di riflessologia, struttura del piede, localizzazione degli apparati, pratica, pratica e pratica. Lo scopo di questo corso è di far conoscere la riflessologia come pratica di sostegno per il nostro benessere e quello degli altri in maniera autonoma e consapevole. Date e orari: il corso si terrà in due weekend, 17/18 Settembre e 1/2 Ottobre presso la sede Biolca a Battaglia Terme (PD). Il sabato dalle 9.30 alle 18.30. La domenica dalle 9.30 alle 16.00 con possibilità di pranzare in sede nell’intervallo di mezzogiorno con menù biologico vegetariano (contributo E 10). Relatore: Antonella Giardina Naturopata Riflessologa, di formazione estetista, ma diventata per scelta riflessologa, poi naturopata e cromo terapeuta. Ha uno studio a Verona dove esercita da 5 anni il pedicure curativo, la riflessologia plantare, il massaggio curativo del piede, integrando con l’aroma-terapia, la cromo-terapia. Quota di partecipazione per i soci Biolca: € 290 comprensiva del materiale didattico fornito durante il corso (i non soci devono aggiungere la quota associativa di € 20 che dà diritto, a ricevere il mensile Biolcalenda per un anno). Corso a numero chiuso, le adesioni verranno raccolte in base all’ordine di arrivo. Per informazioni e adesioni: 049 9101155 (Biolca) o info@labiolca.it o 345 2758337 (Martina)


NUOVO GRUPPO DI STUDIO La Biolca propone un gruppo di studio e di ricerca per approfondire i contenuti antroposofici. Il per-corso è rivolto a tutti coloro che hanno già seguito dei corsi base presso l’associazione (antroposofia generale, agricoltura biodinamica, orto giardino terapico, medicina, grafologia, pedagogia, pittura, ecc.). In programma un incontro al mese, la prima domenica del mese, dalle 9,30 alle 12,30 presso la sede Biolca. Prossimo incontro: domenica 5 giugno. Testo guida: “Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’agricoltura”. Ed. Antroposofica. Per informazioni: 049 9101155 (Biolca) - 335 7023755 (Silvano)

Attività culturali

GRUPPI DI STUDIO

CON MARIUCCIA RIGON Ogni ultimo sabato del mese dalle 15,00 alle 18,00 presso la sede Biolca. Prossimo incontro sabato 25 giugno. Tema: “Come il pensiero agisce sull’anima e sul corpo”, studio delle opere di Giuseppe Calligaris, medico neurologo presso l’università di Roma. Per informazioni: 333 6071916 (Carmen) o 049 9101155 (Biolca) o info@labiolca.it

Corso di ginnastica energetica orientale (II livello) BADUANJIN (PA TUAN CHIN) Sabato 24 Settembre, ore 9.00-13.00 presso la sede Biolca a Battaglia Terme (PD) Il Baduanjin (Pa Tuan Chin) sono una serie di esercizi propedeutici a qualsiasi attività psicofisica. Essi possono anche costituire una pratica a sé stante, utile per migliorare la flessibilità e la funzionalità di tutte le articolazioni, contribuendo efficacemente a evitare l’insorgenza di artrosi (e particolarmente efficace nella prevenzione di problemi alle vertebre cervicali); facilitare la circolazione sanguigna e rimuovere i blocchi nella circolazione del Qi (Ch’i); stimolare e nutrire gli organi interni e purificare i meridiani. L’azione del Baduanjin è rivolta principalmente a “stirare, aprire e purificare” gli otto “meridiani straordinari”, oltre che agire sui dodici “meridiani principali”. Questo contribuisce a garantire un generale riequilibrio del Qi (CH’i), drenando gli eccessi e colmando le carenze, e di riequilibrio Yin-Yang. Obiettivi: Benessere per tutto il corpo. Favorire la circolazione del Chi, eliminare la stanchezza, rinvigorire la colonna vertebrale e gli organi interni. Rinforzare i muscoli di tutto il corpo. Ricaricare tutto il corpo di energia. Programma: riscaldamento, respirazioni addominale inversa, gli Otto esercizi, i 4 movimenti Chan Si Gong. Requisiti: Il corso è rivolto a tutti, uomini e donne, di qualunque età e con qualsiasi preparazione fisica. Relatore: Paolo Friso, Massoterapista Termale,Tecnico ed Esperto di Massaggi Orientali e Master in Tecniche di Riequilibrio Energetico, dal 2000 insegna la sua conoscenza delle Discipline Olistiche con la scuola Namaste’ Massaggi. Materiale occorrente: abiti comodi, calzettoni tubolari in cotone o simili, acqua da bere (durante il corso è necessario idratarsi abbondantemente), blocco e penna per gli appunti, materassino. Quota di partecipazione: per i soci Biolca: € 40,00 (i non soci devono aggiungere la quota associativa di € 20,00 che dà diritto a ricevere il mensile Biolcalenda per un anno). Nota: corso a numero chiuso, le adesioni verranno raccolte in base all’ordine di arrivo. Per informazioni e adesioni: 049 9101155 (Biolca) o info@labiolca.it o 345 2758337 (Martina)

I nuovi corsi in programma da Ottobre - CORSO DI EDUCATORE ALIMENTARE - CORSO DI BIOEDILIZIA E BIOARCHITETTURA - CORSO DI GRAFOLOGIA - CONFERENZA + CORSO METODO BATES Nei prossimi numeri i programmi dettagliati giugno 2016

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Attività culturali

Incontro con l’autore

Serata floreale con Stefania Rossi Venerdì 10 giugno dalle ore 20, in Biolca Per condividere alcuni pensieri ed esperienze intorno al ben-essere con le Essenze Floreali e presentazione dell’ultimo libro di Stefania dedicato ai Fiori di Bach. Ai presenti verrà fatto un omaggio floreale. Ci allieteranno le atmosfere sonore del duo “Tea for Two” con Edoardo Marangoni alla chitarra e Antonella Nicoletti alla voce. A conclusione della serata un piccolo Buffet bio-vegetariano La Ricerca del dr. Edward Bach, medico inglese che a cavallo fra l’800 e il ’900 percorre un cammino umano e spirituale assai tormentato seppure straordinario, ha permesso di conoscere la potenza delle energie vibrazionali di umili fiori campestri e di apprezzarne le qualità risananti a livello psico-animico da parte di tutti coloro che nell’ultimo mezzo secolo si sono dedicati al particolare linguaggio energetico di tali inconsueti rimedi. Fra i ricercatori in ambito floriterapico è luogo comune considerare il “Repertorio Bach” la base di tutta la Floriterapia, ritenendolo punto di partenza e destinazione finale di un moto circolare che attraversa il mondo della Cura. Insieme alle nuove vie della medicina naturale, ancorché bisognose di legittimazione, inclusa fra le cosiddette ‘terapie complementari’, la Floriterapia si pone come modello di potenzialità riconoscibili grazie ad un impatto qualitativamente assai elevato per le specifiche caratteristiche energetico-vibrazionali. Essa rappresenta quindi una meravigliosa opportunità per scoprire le leggi della risonanza, vederle attive all’interno dello scambio Uomo-Natura e valorizzarne gli effetti riequilibranti. Molte sono le pubblicazioni riguardanti l’opera del dr. Bach, e, visto il panorama generale spesso ripetitivo e banalizzante, sorge spontaneo il desiderio di entrare nel merito della coraggiosa e ancor poco nota ricerca del medico inglese, padre della Floriterapia moderna, per riconoscere dietro al ripetersi di intuizioni e messaggi simbolici l’invito ad effettuare un viaggio all’interno di se stessi capace di riarmonizzare l’intera personalità. Lo scopo di questo nuovo libro dedicato ai Fiori di Bach dipende appunto dal bisogno di approfondire il tema del “viaggio dell’Anima” nella sua incessante ‘Cerca del santo Graal’, un Graal personale, il raggio di Luce che la componente divina accende nel processo di risveglio individuale. Con gratitudine al maestro che ha saputo comunicare con le misteriose energie dei Fiori e fare dei Fiori un ponte luminoso dell’armonia cosmica, offro queste pagine a testimonianza di un inesausto tentativo non solo di comprendere, con la conseguente maldestra pretesa di descrivere l’inspiegabile, ma soprattutto di percepire la potenza di un sistema di rimedi naturali assolutamente rivoluzionario per la fondamentale peculiarità di trasmettere messaggi riequilibranti con delicatezza e profondità. Il dr. Bach definì la sua particolare terapeutica la ‘medicina del futuro’ e in questa dichiarazione si condensa la prospettiva data dall’approccio di natura energetico-vibrazionale che ai contemporanei dovette apparire quasi del tutto incomprensibile e quindi inaccettabile. Ancor oggi è così per molti nonostante gli innumerevoli evidenti risultati ma i tempi stanno cambiando velocemente e forse fra non molto la Floriterapia costituirà per tutti una possibilità di rinascita interiore e di riequilibrio psico-fisico. A partire dal 1976, l’OMS (Organizzazione Mondiale per la Sanità) ha riconosciuto la Floriterapia come un sistema di cura validato all’interno delle medicine complementari e come tale è Premessa 11 Ringrazio il dr. Bach e tutti coloro che amano la sua ricerca apprezzando l’utilizzo delle essenze floreali e gioisco con tutti coloro che oltre a riceverne i benefici individuali si prodigano affinché questa meravigliosa e assolutamente non-violenta strada di auto-guarigione diventi patrimonio protetto per il bene dell’umanità. Con rispetto e umiltà ci avviciniamo dunque al linguaggio eterno e puro dei Fiori che da sempre pervade la vita umana con infinita semplicità per rendere omaggio al mistero divino di tutta la creazione.

* Stefania Rossi, esperta di essenze floreali, naturopata, consulente e docente di Floriterapia presso l’Istituto di Naturopatia Lanza, ha pubblicato: “I Fiori di Bach e il viaggio dell’Anima”, ed. Cleup; “La Floriterapia oltre Bach, i fiori californiani” ed. L’età dell’Acquario; “ La Floriterapia con i fiori australiani” ed. L’età dell’Acquario. Contributo di partecipazione libero È gradito un cenno di adesione a: 049 9101155 (Biolca) o 345 2758337 (Martina) o info@labiolca.it

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Corso di Orto sinergico Corso teorico-pratico per la realizzazione di un orto sinergico venerdì 9, sabato 10 e domenica 11 settembre 2016 In seguito all’agricoltura convenzionale, sia a livello aziendale che privato, il suolo dei nostri terreni sta diventando sempre più povero. Gli orti sinergici rompono completamente l’idea di orto come “micro-fabbrica” di ortaggi lineare, schematica e faticosa e la trasforma in un organismo vivente in cui la priorità è data invece alla fertilità della Terra. Questo non solo permette alte rese a livello nutritivo e quantitativo, ma risulta estremamente piacevole a chi attraversa l’orto generando stati d’animo positivi e spesso terapeutici. Molta attenzione infatti è data alla forma delle aiuole, ai colori, alle siepi e soprattutto ai fiori. È un’agricoltura che richiede minimi dispendi di energia, ma grazie alla fertilità, ci dona in cambio cibo, salute e bellezza. Utilizzando questa tipologia di coltivazione viene restituito alla Terra in termini energetici più di quanto si prende, promuovendo i meccanismi di auto-fertilità del suolo, attraverso varie semplici tecniche che ognuno di noi può applicare. È una tipologia di agricoltura adatta all’autoconsumo, si slega dalle ottiche del mercato e ogni lavoro è svolto manualmente. Questo permette di non inquinare e di essere liberi da macchinari e dal petrolio. Vantaggi rispetto all’orto tradizionale: non necessita di vangatura tutti gli anni, non servono concimi, non serve togliere l’erba grazie alla pacciamatura permanente, con i fiori si attirano gli insetti utili e non servono più i pesticidi, l’irrigazione è automatica e ramificata, la nostra schiena è sforzata al minimo, abbiamo più tempo da dedicare ad altro, il portafoglio non risente di spese se non le poche iniziali, non servono diserbanti nei passaggi. A chi è rivolto: il corso è rivolto a chi è interessato a una sana nutrizione e vuole apprendere un metodo di coltivazione semplice, applicabile da tutti e soprattutto sostenibile.

Attività culturali

La Biolca associazione culturale organizza

Svolgimento: il corso si articola in una serata e due giornate, di cui una teorica e l’altra pratica. L’intervallo per il pranzo sarà dalle 12.30 alle 14.00; possibilità di pranzare presso la sede del corso nell’intervallo di mezzogiorno con menù biologico vegetariano (contributo 10 euro). Programma: Venerdì 9 settembre ore 19,30/20,30 segreteria e piccolo buffet di accoglienza Ore 20.30/22,30 introduzione al corso. Presentazioni e condivisione di esperienze e prospettive. Breve analisi della situazione attuale dei suoli. Confronto fra coltivazione convenzionale e metodi alternativi come l’agricoltura biologica, biodinamica e naturale. Sabato 10 ore 9,00/17,30 lezione teorica. Introduzione all’agricoltura sinergica, i 4 princìpi cardine, le fasi di progettazione e di realizzazione. Altre indicazioni utili come gestione del semenzaio, conservazione dei semi e utilizzo del calendario delle semine. Domenica 11 ore 9,00/17,30 pratica in campo. Durante questa giornata, in seguito all’osservazione del luogo, si realizzerà l’orto vero e proprio: le aiuole, l’impianto di irrigazione, i sostegni permanenti, pacciamatura, trapianti e semine (nel caso in cui il maltempo non renda possibile la realizzazione dell’orto verrà concordata un’altra data). Relatore: Federico Ceccato, esperto orticoltore, autore del libro “Manuale di Orticoltura Sinergica” e della “Piccola Guida per il ritorno alla fertilità della terra e alla felicità delle relazioni umane”. Sede di svolgimento: presso l’Azienda agricola biologica Bellin Carmen a Noventa Vicentina (VI) in via Bacchiglione 6 – frazione Saline (tel. 335 7023755) Quota di partecipazione: per i soci Biolca euro 120 (i non soci devono aggiungere la quota associativa di euro 20 che dà diritto a ricevere il mensile Biolcalenda per un anno). Ospitalità: chi desidera essere ospitato nelle serate di venerdì e sabato possiamo contattare delle strutture agrituristiche in zona (prezzo da concordare) Adesioni: il corso è a numero chiuso e le adesioni verranno raccolte in base all’ordine di arrivo. Per informazioni: 049 9101155 (Biolca) o 349 4991328 (Federico) o info@labiolca.it giugno 2016

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Attività culturali

Corso di apprendimento rapido Strategie di studio e tecniche di memorizzazione Mini corso gratuito finalizzato alla presentazione del successivo corso Mercoledi 8 giugno ore 20.30 presso la sede Biolca a Battaglia Terme (PD) “L’apprendimento è indispensabile alla sopravvivenza. Ognuno di noi ha iniziato ad imparare sin dalla propria nascita e continua a farlo quotidianamente. In ogni ambito professionale e personale è richiesta una specializzazione crescente, maggiore preparazione, maggiore elasticità mentale e continui aggiornamenti. Il Corso di Apprendimento Rapido risponde perfettamente a tutti questi continui stimoli consentendo di ridurre drasticamente il tempo da impiegare nello studio”. Relatore: Federico Ceccato. Ingresso libero e aperto a tutti. Obbligatorio un cenno di adesione ai seguenti riferimenti: 049 9101155 (La Biolca) o info@labiolca.it o 345 2758337 (Martina)

Corso completo in due giornate sabato 11 e domenica 12 giugno dalle 9.30 alle 18.00 Durante il corso si impara ad utilizzare alcune funzioni straordinarie della nostra mente, con il fine di rendere l’apprendimento straordinariamente efficace. Siamo stati abituati fin dalla giovane età a leggere e a studiare in modo meccanico, ripetitivo e poco funzionale: si fa molta fatica, si impiega molto tempo e inoltre le informazioni vengono dimenticate in fretta. La nostra mente è perfetta nell’immagazzinare informazioni, ma è imperfetta nel ritrovarle quando servono. Per questo motivo nel corso si imparano molte tecniche e strategie di studio estremamente efficaci che non solo permettono di studiare molto più in fretta, ma soprattutto di mantenere le informazioni per molto tempo. Questo permette di evitare il “fuori corso” universitario e di risparmiare tempo e denaro, di migliorare la propria professionalità e di avere molto più tempo libero. Programma: il corso si articola in 2 giornate in cui si affrontano varie tematiche: il funzionamento della mente umana, l’atteggiamento corretto e gli strumenti utili come la visualizzazione creativa. Si imparano varie tecniche straordinarie nell’approccio con testi e concetti, articoli di codice, formule, sequenze numeriche, organizzazione del calendario e gestione del tempo. L’aspetto più importante, in particolare per chi studia, sono le tecniche di mappatura dei testi grazie alle quali è possibile riassumere moltissime informazioni in pochissimo spazio, velocizzando enormemente l’apprendimento e la memorizzazione. Relatore: Federico Ceccato, laureato in Pedagogia alla Facoltà di Scienze della Formazione di Bologna, ha applicato le tecniche di apprendimento durante l’intero corso di laurea. Si occupa inoltre di Orticoltura Sinergica, che diffonde attraverso incontri nel territorio. Autore dei testi: “Manuale di Orticoltura Sinergica” e “Piccola Guida, per il ritorno alla Fertilità della Terra”. Dove: presso la sede Biolca a Battaglia Terme PD. Quote di partecipazione: per i soci Biolca €. 140 (i non soci devono aggiungere la quota associativa di € 20,00 che dà diritto a ricevere il mensile Biolcalenda per un anno). Nota: possibilità di pranzare in sede nell’intervallo di mezzogiorno con menù biologico vegetariano (contributo € 10,00) Per informazioni e/o adesioni: 049 9101155 (Biolca) o 345 2758337 (Martina) o info@labiolca.it

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In questo spazio i nostri soci-abbonati possono pubblicare annunci di vario tipo: ricerca e offerta lavoro, ricerca e offerta ospitalità, compro-vendo, scambio..ecc. Devono essere piccoli annunci di max 250 caratteri e corredati dei riferimenti utili all’identificazione: nome, cognome, indirizzo, telefono, mail. Il primo annuncio è gratis, dal secondo annuncio chiediamo di versare un piccolo contributo. L’annuncio va inviato entro il 10 del mese per la pubblicazione nel mese successivo all’indirizzo mail: info@labiolca.it Appartamento per vacanze, presso az. Biologica “Al Respiro nel Bosco”, a 30 minuti dal mare e dal lago balneabile di Fiastra, nel parco Naz. dei Monti Sibillini, vicino ai centri più rinomati di Marche e Umbria. Sconto 15% soci La Biolca (escluso Agosto). Tel. 0733 907040 cell. 339 6356896 lucaematilde@alrespironelbosco.it www.alrespironelbosco.it Disponibilità locale di circa 80 mq per attività di gruppo, week-end esperenziali nelle Marche, presso az. Biologica “Al Respiro nel Bosco”. Possibilità di vitto e alloggio per max 15 persone. Tel. 0733 907040 cell. 339 6356896 lucaematilde@alrespironelbosco.it Vendiamo moderno affittacamere con centro benessere e possibilità di ristorazione nel cuore verde del Trentino. Tot mq 741 e mq 18000 di terreno. 8 stanze. Ottime recensioni online. Grandi possibilità di sviluppo. Info: cell. 331 8160707 o vaddide@gmail.com Vendesi motocoltivatore “Carrarino, Super 7.14”, diesel, avviamento a strappo, 14 cv, 3 marce avanti, retromarcia, munito di fresa 60-90 cm e di barra falciante da 1m, completo di gancio per il traino del carrello, foto su richiesta. Mose’: 389 8536361, E 700.00 “trattabili”. Orto del Sole a Baone (PD); nei colli euganei in via Cà borini ortaggi e frutta di stagione da agricoltura biologica a km 0. Per info: Mara 327 5675776 o Davide 389 0258651. Visitate il nostro sito www.ortodelsolebio.it Hai una fattoria, un’azienda, un’associazione? Crea il tuo sito web\ blog\facebook. Stampo su carta o su espositori come banner\cartelli\vetrine e offro servizi e produzioni grafiche con codice etico professionale per la sostenibilità del settore eco\bio e per le grandi o piccole produzioni locali. Info: Grazia 339 4519424 cmg.grazia@alice.it Good Food a Montagnana Pd, offre oltre 1000 prodotti selezionati da agricoltura biologica, frutta e verdura certificata, pane, pasta madre, alimenti senza glutine, detersivi bio senza nickel. Visita NegozioBiologicoGoodFood su facebook Info: Giovanni 334 7317757

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Offresi disponendo di nove ettari di terreno agricolo nel comune di Rovigo aspetto eventuali proposte. Per info: Flavio 049 712152 o 346 5114250 Ospitalità presso Agriturismo i Boschi del Castagno affacciato sulle Dolomiti bellunesi, nel mezzo di un bosco di castagni, ortaggi e legumi biologici, cucina vegetariana e vegana, semplicità e accoglienza. Sconto 15% soci Biolca a partire dalla seconda notte. Info: Isabella 339 7211770 0437 970114 info@bebboschidelcastagno.it www.bebboschidelcastagno.it “Emozioni in gioco” spazio dedicato allo sviluppo sano e armonioso dei bambini (4-12 anni), presso il Circolo parrocchiale di Battaglia Terme, dopo un primo colloquio gratuito con i genitori. Per informazioni: 345 5977373 e mariella.farinella@gmail.com Dott.ssa Mariella Farinella. Apre a Settembre Libera scuola ad indirizzo steineriano a Bresseo di Teolo. Proponiamo: giardino d'infanzia e prima classe. Corsi pomeridiani di fiaba e modellaggio, giocoleria e arti circensi, libera danza, pittura per adulti e bambini, cucina vegetariana con estrattori di succo ed essiccatori e tanto altro ancora. Info: Petra 370 3276480 Facebook www.facebook.com/steinercollieuganei Cerchiamo terreno e abitazione per azienda agricola sociale, zona colli Euganei o limitrofi Padova, allo scopo di creare una sana opportunità di vita a km 0 per persone speciali, disabili e non, tramite fondi Europei. Per info: Sandra 377 6970538 o sandrakalyanif@gmail.com Vendesi affittacamere di recente costruzione con centro benessere e possibilità di ristorazione nel cuore verde del Trentino. Arredamenti in legno. Tot mq. 741 e mq. 18000 di terreno, 8 stanze. Ottime recensioni online. Grandi possibilità di sviluppo. Cell 331 8160707 email vaddide@gmail.com giugno 2016

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L’agenda di giugno Finestra su attività organizzate in Veneto e nel resto d’Italia

21 giugno - Milano API IN COMUNE Le api ci parlano. Scienza e conoscenza s’interrogano: è sostenibile l’odierna agricoltura intensiva? Che cosa c’entra il modo di coltivare la terra e di alimentarsi con l’attuale diminuzione delle api negli alveari? Che rane, pipistrelli, lucciole, uccelli e insetti impollinatori stiano scomparendo nelle campagne è un dato di fatto. Ma ciò che uccide la vita intorno a noi mette in pericolo la nostra stessa esistenza. Presso il Teatro Franco Parenti di Milano (via Pier Lombardo, 14), un’intera giornata dedicata al tema dell’agricoltura intensiva e dell’importanza che hanno le api nel monitoraggio della salute dell’ambiente che ci circonda. In programma incontri, dibattiti e uno spettacolo teatrale dedicato a questi straordinari e infaticabili insetti. Per info: www.mieliditalia.it; www.teatrofrancoparenti.it; http://conapi.it Dal 14 al 19 giugno Festambiente, Vicenza BELLEZZA, PAESAGGIO, BENI COMUNI

Nella sezione “Agenda” del giornale vengono presentati corsi, seminari, conferenze, incontri in Veneto e nel resto d'Italia. Tutte le attività non sono organizzate dalla Biolca e quindi la responsabilità per i contenuti è demandata ai referenti dei singoli annunci. Per inserire i vostri annunci contattare SABRINA SCHIAVO tel. 049 8979332 o 3398451296 - sabrina.tiche@gmail.com GLI ANNUNCI SONO CONSULTABILI ANCHE NEL SITO DELLA BIOLCA ALL’INDIRIZZO www.labiolca.it/agenda

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Giunge alla 12° edizione Festambiente Vicenza, il festival che affronta le tematiche più attuali legate all’ambiente e alla sostenibilità con un programma ricco di appuntamenti. Ottanta realtà associative sperimentano l’organizzazione di incontri, laboratori , mostre. Ampio spazio viene riservato all’intrattenimento musicale e teatrale con eventi di qualità. Per i piccoli e le famiglie la città delle Bambine e dei Bambini con gli animatori di ArciRagazzi. Alimenti e vini biologici, cucina etnica preparata dalla comunità dei migranti. A Vicenza nella cornice naturalistica del Parco Fluviale Retrone Via Malvezzi zona Ferrovieri. Info: www.festambientevicenza.org 11- 12 giugno - Roma THINK GREEN ECOFESTIVAL Al Monk di Roma (Via G. Mirri, 35), secondo appuntamento del Think Green Ecofestival 2016. La manifestazione ha come obiettivo quello di proporre una riflessione sulle tematiche ambientali e lo fa con la stessa formula delle scorse edizioni. Molte infatti le attività in programma: laboratori sul riciclo creativo, sulla produzione di alimenti a base di canapa, autoproduzione di prodotti cosmetici, incontri sull’economia collaborativa, sul baratto amministrativo, cohousing, permacultura e terre pubbliche, nonché momenti di riflessione e approfondimento sull’autoproduzione con workshop. Per info: www.thinkgreenecofestival.it


Associazione Culturale

SYN-Arci www.centrostudisyn.it - www.biodanzasyn.it assocsyn@tin.it 049 8979333; cell. 340-4776462

25-26 giugno Biodanza STAGE DI BIODANZA NELLA NATURA DI FANES

Richiamo dalla Madre Terra un vincolo istintivo e benefico. Nella Natura incontaminata di Fanes, con le sue alte montagne, i boschi di alberi e l’armonia degli Elementi faremo un viaggio alla fonte originaria della Salute. Danzare in questa Natura forte e dolce ci permette una connessione immediata con le forze di Madre Terra riconoscendo che ci nutre e ci guarisce e che per questo merita cura e rispetto. Cammineremo all’aperto e con la bellezza degli elementi circostanti sentiremo una nuova forza rivitalizzante crescere in noi. Percorreremo un viaggio interiore integrando l’amore per la Natura e per la Vita con il gruppo biodanzante che ci permetterà di conoscerci e sostenerci. Presso Parco Naturale nella Valle di Fanes- San Vigilio di Marebbe (2050 mt) Info: Centro Syn o Sandra 347-6965949 sandra.salmaso@biodanza.it 2 luglio- Cultura e alimentazione L’ARCOBALENO DEL BENESSERE Un appuntamento culturale e alimentare all’interno del progetto Si(e)nergie nel bellissimo Parco Etnografico a cura della Cooperativa Vivivita in collaborazione con l’Associazione Syn. Una giornata dedicata alla sensibilizzazione sui temi della salute, della cura nelle relazioni umane, degli stili di vita sani all’insegna di un rinnovato rapporto con la terra e gli alimenti in un luogo simbolo per la tutela ambientale e la promozione della sostenibilità. c/o Parco Etnografico via Valli 2, Rubano (Pd) – ore18.00. Per Info: Centro Syn Dal 31 luglio al 7 agosto - Biovacanza BIOVACANZA AD ISCHIA Tra terra e cielo Colori acqua e Amore! Il mare, i monti, tanti colori variopinti e l’acqua ricca di vita si sposano magnificamente con la voglia di esprimerci danzando e sentendo nella Danza della Vita (la Biodanza) tanta, ma tanta più voglia di vivere e amare! Amore per la vita, per gli elementi, per il sapore del buon cibo, per il buon contatto, per la compagnia piacevole di persone che, come Te, amano fare Biodanza, oppure che come Te, sono alla ricerca di qualcosa di speciale quale può essere una Rinascita interiore. Troverai il piacere di lasciarti andare nel fluire avvolgente dell’acqua calda termale e della biodanza acquatica. Troverai il potere dell’incontro umano e della natura circostante di Ischia colma di bellezza! c/o Park Hotel Romantica (4 stelle); Sant’Angelo di Ischia. Info: Ass.Cult.SYN

LA BIOLCA Per informazioni tel. 049 9101155 Fax 049 9101155

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Parole per riflettere

Riflessi

Giro giro tondo …

Il respiro della terra

Giro giro tondo dai che casca el mondo casca la tera tuti xo par tera tera tera tuti xe par tera

Il respiro della terra è il rotar dell’uragano è la danza delle nubi sulla testa dell’umano

Il respiro della terra lo stornire delle fronde son sussurri tra le foglie il danzar di spighe bionde

Il respiro della terra è un’isola che nasce che ritorna nel profondo ed un giorno poi rinasce

Il respiro della terra sono oceani lunari sono echi della luce sono palpiti stellari

Il respiro della terra è il volo di un uccello è la pioggia sulle palme il vocio del pipistrello

Il respiro della terra la montagna che s’incrina la pianura che s’infossa nella gola di dolina

Il respiro della terra un cantare di civetta mentre l’aquila là in alto ci osserva dalla vetta

Il respiro della terra è lo sguardo delle stelle. Sono scie di mille mondi sono pleiadi sorelle

Il respiro della terra è il soffio del vulcano sono onde che s’innalzan fino quasi al terzo piano

Il respiro della terra un cantare di civetta mentre l’aquila là in alto ci osserva dalla vetta

Il respiro della terra è il mare che si ingrossa le correnti più profonde che spariscon nella fossa

Il respiro della terra son maree sconvolgenti son le acque vomitate fuor dal letto dei torrenti

Giro giro tondo …

a cura di Umberto Bassan

Antonella Barina

Aforismi Nello stesso modo in cui un uomo intelligente non ha paura di sembrare stupido a un altro uomo intelligente, così un uomo elegante non teme di vedere misconosciuta la propria eleganza, da un gran signore, ma da uno zotico. I tre quarti degli sfoggi di spirito e delle menzogne di vanità prodigati, dacchè il mondo è mondo, da chi poteva solo esserne diminuito, erano indirizzati a degli inferiori. *** Un tempo si sognava di possedere il cuore di una donna di cui si era innamorati; più tardi, sentire di possedere il cuore di una donna può bastare a farci innamorare di lei.

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La magnanimità è la sola cosa che importa e che dà pregio in questo mondo. *** Vi sono scrittori originali di cui urta la minima audacia, perché da principio non hanno lusingato i gusti del pubblico propinandogli i luoghi comuni a cui è abituato. *** Come si dice in chirurgia, il suo amore non era più operabile. Tratto da “Aforismi e Dediche” di Marcel Proust




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