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n°
26
dicembre 2009
in questo numero
penso che Conciati per le feste
Ultimo numero dell’anno per noi di BLOGmag, e un obiettivo: non parlarvi mai di Natale per tutte queste pagine. Gesto di snobbismo? Odio spocchioso verso i giorni di festa? No, tutt’altro: vogliamo dimostrare al mondo e a noi stessi che si può fare e darvi 68 pagine piene di contenuti sinceri ed originali da leggere, perchè no, anche durante le vacanze invernali. A voi scoprire se ce l’abbiamo fatta o meno!
Vi lasciamo alla stupenda cover del tedesco Christian Lindemann e a una serie di articoli ed argomenti tra il serio ed il faceto (da non perdere il servizio sulle bugie, nonché la ricchissima sezione musicale – piena questo mese di interviste agli esponenti più cool della nuova scena italiana) e vi diamo appuntamento, come sempre, a febbraio! Buona lettura, La redazione
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BLOGmag rende felici quelli che stanno più attenti: se sei bravo, ti regaliamo un iPod nano! Vai a pagina 65.
fondatore Marco Mazzoni responsabile contenuti Marco Cantelli direttore responsabile Chiara Caliceti logistica Tommaso Tani Dario Oddenino in redazione Carlotta Marchioni, Federico de Felice, Salvatore Zeola, Giovanni de Girolamo, Roberto Pisano, Paolo Sansone, Nico Scagliarini, Giacomo Dondi, Lorenzo Bovini, Vittoria Barresi.
hanno collaborato: Erica Scigliuolo, Federica Cappa Colella, Antonella Capalbi, Massimo Abbatino, Isa Iannuzzi, Diego Sgrò, Giusy Cristiano, Sabrina Lettieri, Edoardo Baldaro, Valentina Schiavone, Vittorio Marchetti, Claudia Mastroroberto, Michele Yea, Elena Biagi, Annalisa D’Urbano, Martina Castigliani, Francesca Guadagnini, Silvio Rizzo, Filippo Zordan, Alexia Mariah Eaton, Nima Benati, Ksenia Yaroslavtseva, Sara Hattar, Federica Aggio, Tommaso Tani, Marta Mangiarotti, Valerio Gironi, Nico Ricci, Valentino Campisi, Andrea Basso, Michele Maisto, Lorenzo Ferraioli, Giuseppe Cirasino. illustrazione di copertina Christian Lindemann - Mondopop progetto grafico Nouvelle
questo numero è stato distribuito nelle province di: Agrigento, Avellino, Benevento, Brindisi, Bologna, Cagliari, Ferrara, Firenze, Foggia, Genova, Latina, L’Aquila, Macerata, Matera, Milano, Modena, Napoli, Parma, Padova, Pistoia, Rimini, Roma, Vicenza. BLOGmag è stato stampato c/o Grafica editoriale Printing – via E. Mattei 106 – Bologna – interamente su carta riciclata ecologica con certificazione europea ECOlabel. Aut.ne Tribunale di BO n. 7623 – 19/01/2006. Questo numero è stato creato grazie all’indispensabile supporto della Consulta Provinciale Studentesca. www.blogmag.it www.facebook.com/blogmag Cerca il profilo di BLOGmag (Blogmag + Nome città) della tua città su Facebook!
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xii edizione – 26-31 gennaio 2010 – Bologna
Ritorna l’evento più importante dedicato al cinema d’animazione e alle nuove tecnologie applicate all’immagine: una valanga di film in anteprima, omaggio alla stop-motion, a Saul Bass e alla motion graphics, e ancora 3dDAY, workshop e molto altro ancora! Partecipa al FFF2010! Richiedi l’accredito studenti. Info su: www.futurefilmfestival.org Non sei di Bologna? Pacchetti speciali accredito + pernottamento creati apposta per te! Per info: tel 051 2960672 segreteria2@futurefilmkids.org
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dicembre 2009 in questo numero pag. 6 pag. 12 pag. 14 pag. 16 pag. 18 pag. 24 pag. 26 pag. 38 pag. 46 pag. 48 pag. 53 pag. 54 pag. 56 pag. 60 pag. 64
una scuola hitech i nuovi licei crocifissi nelle aule la ricerca della felicità verissimo un nobel a obama il brasile olimpico la top10 degli spot amari myawesomemixtape test: amore ed addii sherlock holmes evoluzione dei vip what’s hot or not gamebox e oroscopo BLOGmag 5
28.000
Le nuove lavagne multimediali installate nelle scuole italiane entro il 2013.
21%
Percentuale di professori che utilizza gli strumenti digitali per le lezioni.
Che ne pensi?
a scuola c’è del nuovo Tra lavagne hitech e nuovi metodi di comunicazione scuola-famiglia: si preannuncia un periodo di cambiamenti per studenti e professori autore > federica cappa colella luogo > napoli categoria > scuola, hi-tech
L
tags > lavagne, gelmini, brunetta, pc, pagelle, sms, comunicazioni, professori, ipod, ascoltare, lezioni
avagna di ardesia e gessetto saranno ben presto soltanto un vecchio ricordo che evoca scene da libro Cuore in una scuola che, nonostante i noti tagli al personale, cerca comunque di mantenersi in linea con la media UE e al passo con i tempi. Tempi sempre più accellerati, a quanto pare, in cui gli studenti hanno imparato prima ad usare il pc che la penna biro. BLOGmag 6
Innovazioni in Italia
«20mila lavagne multimediali saranno installate nelle scuole medie, 8mila negli istituti superiori - promette il ministro Brunetta, aggiungendo - ogni studente sarà dotato di un pc alla fine della legislatura», nel suo piano per la scuola digitale, presentato in collaborazione con il ministro dell’istruzione Gelmini. La LIM (Lavagna Interattiva Multimediale)
Pensi che le nuove tecnologie a scuola porteranno dei benefici agli studenti? Commenta l’articolo su BLOGmag.it!
è uno strumento rivoluzionario che sicuramente stimolerà la curiosità degli studenti attraverso una grafica accattivante e l’innovazione tecnologica, creando un ambiente più dinamico e coinvolgente. Ma la “rivoluzione digitale della scuola” non si ferma qui: al suono della campanella high-tech non resisteranno infatti i metodi di comunicazione scuola-famiglia. Occultare la cartolina a casa ricevuta dalla scuola potrebbe infatti non bastare più quando i vostri genitori saranno avvertiti da un semplice SMS. E vogliamo parlare delle pagelle on-line, comodamente consultabili dalla poltrona di casa?
Che ne pensano i prof
Insomma i cambiamenti tecnologici non mancheranno nei prossimi anni, ma siamo proprio sicuri che i professori, abituati ad un metodo consolidato nei secoli, sappiano gestire al meglio le nuove risorse elettroniche? Questa complicata relazione è stata messa in luce da un’indagine a cura di Edu-tech >>
>>in cui è emerso che la maggior
parte dei docenti afferma di non contare su una specifica formazione informatica, ma rivela di aver imparato a districarsi nel mondo della tecnologia grazie a figli, partner o casualmente da autodidatta. Il 21% di loro si serve degli strumenti digitali per preparare le lezioni, il 29% per tenersi aggiornato, il 33% li usa come mezzo di confronto tra colleghi o più semplicemente di svago, tra social networks e posta elettronica.
Chi riascolta la lezione impara di più
I vantaggi che la tecnologia, e di conseguenza una scuola più all’avanguardia, possono apportare allo studio, sono stati concretamente dimostrati attraverso un interessante esperimento effettuato dalla professoressa di psicologia Dani McKinney della State Univeristy di New York, che si occupa delle potenzialità del sistema tecnologico per fini didattici. Il suo gruppo di 64 studenti è stato diviso in due parti: una metà ha seguito la lezione in >>
“Tecnologia in tutte le aule entro 3 anni” Conoscenze informatiche a scuola: è arrivato il momento
Sulle nuove tecnologie all’interno delle aule scolastiche, abbiamo sentito il parere di un “addetto ai lavori”: Alessio Zagaglia, direttore Public Economic Affairs della Ericsson Telecomunicazioni. Quali sono le nuove tecnologie che in questo momento stanno facendo il loro ingresso nelle scuole italiane? Secondo l’Obiettivo 1 del Piano E-Gov 2012 realizzato dal Ministero della Pubblica Amministrazione e l’Innovazione, entro il 2012 tutte le scuole saranno connesse in rete e dotate di strumenti e servizi tecnologici avanzati per la didattica e le relazioni con le famiglie introducendo questi nuovi servizi tecnlogici: - Scuole in rete: rendere disponibile internet in banda larga e in sicurezza, anche in modalità mobile, a tutte le sedi e classi delle istituzioni scolastiche; - Didattica digitale: introdurre contenuti digitali e libri di testo online nella didattica, rendere disponibile alle scuole una piattaforma tecnologica per l’offerta di contenuti degli editori e per lo sviluppo e la condivisione di contenuti gratuiti da parte dei docenti, migliorare dotazione tecnologica scuole e diffondere adozione della scuola a distanza per studenti ospedalizzati; - Servizi scuola-famiglia via Web: digitalizzazione dei servizi amministrativi e semplificazione delle comunicazioni scuola-famiglia; - Compagno di classe: dotare gli studenti della scuola primaria di un PC a loro dedicato (resistente – leggero – sicuro – a basso costo) come strumento didattico.
Le vostre tecnologie sono specifiche per qualche tipo di scuola oppure sono adattabili ad ogni istituto? I servizi e gli apparati di cui è dotata la Scuola “Teofilo Patini” di Pettino (AQ) possono essere utilizzati in ogni tipo di scuola. È possibile prevedere un uso “di massa” di queste tecnologie oppure per ora rimangono solamente dei casi all’avanguardia, di sperimentazione? Certamente sì. Secondo l’Obiettivo 1 Scuola del Piano E-Gov 2012 infatti, tutte le scuole italiane dovranno disporre entro i prossimi 3 anni di soluzioni tecnologiche avanzate per la gestione della didattica e delle relazioni con le famiglie. Da un lato la tecnologia, dall’altro i docenti: avete pensato anche a come i nuovi strumenti saranno utilizzati dai professori? Il Progetto ha previsto un primo cliclo di 12 ore di formazione tecnica e didattica del personale scolastico per consentire il miglior utilizzo dei sistemi informativi da parte dei professori e degli alunni fin dai primi giorni di inizio dell’anno scolastico. Il kit software utilizzato per la formazione del personale è stato quindi donato alla scuola. Oltre alle indiscusse comodità che apportano le nuove tecnologie, vi risulta migliorino anche l’apprendimento degli alunni? Abbiamo chiesto dei commenti direttamente agli alunni dell’Istituto e l’opinione generale è che questa tecnologia permette di arricchire le conoscenze in ambito informatico direttamente a scuola e contribuisce a rendere le lezioni più dinamiche e interattive. Gli studenti utilizzano la lavagna come un computer e navigano su internet per approfondire gli argomenti, ascoltano CD musicali, guardano DVD di tutte le materie e possono effettuare il salvataggio dei dati riportati sulla lavagna. Alunni e professori si sono trovati concordi nell’affermare che la tecnologia può contribuire a migliorare sensibilmente l’apprendimento degli alunni. ttan
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>>
aula secondo il metodo tradizionale, l’altra invece ascoltando una versione audio direttamente sul proprio iPod. Come si può immaginare, questi ultimi hanno ottenuto maggiori risultati: in media guadagnano 9 punti in più rispetto ai loro compagni, avendo tra l’altro anche la possibilità di riascoltare alcuni passaggi come la stessa McKinney sostiene: “Chi lo ascolta una volta sola non ha fatto meglio di chi è venuto in aula. Mentre chi l’ha trattato come una vera lezione, prendendo appunti o risentendo alcune parti, ha avuto risultati assai migliori”. L’importante è mantenere alta l’attenzione degli studenti, spiegano i pedagoghi. Che sia con l’eloquenza di un professore e gli appunti personali oppure con un file audio preregistrato e una sequenza di slide non conta: basta che funzioni. È quindi l’ora della pensione per il metodo “chalk and talk” (letteralmente gessetto e discorso)? O il libro condividerà parimenti il suo ruolo con internet? Solo il tempo potrà fornire la risposta a questo quesito. n
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Giuseppe
16 anni Liceo S. E. Medi Barcellona (ME) Nella vostra scuola si utilizzano nuove tecnologie nell’insegnamento? L’introduzione di nuovi strumenti tecnologici per l’insegnamento, nella mia scuola, è avvenuta qualche anno fa, ma è soprattutto grazie a numerosi progetti che tanti studenti ne sono venuti a conoscenza, comprendendone l’uso. Credi che in linea di massima i tuoi professori siano in grado di sfruttare al meglio gli strumenti moderni? Personalmente credo che, nonostante i recenti aggiornamenti riguardanti le nuove tecnologie scolastiche, gran parte dei miei insegnanti non le sappia usare correttamente, preferendo la lavagna d’ardesia e il gessetto. Pensi che dotare la tua scuola di strumenti informatici sia un buon investimento o ritieni ci siano altre priorità? Senza alcun dubbio riconosco i sostanziali vantaggi che comporta la tecnologia nella scuola ma non rinnego che poter avere un’unica sede scolastica sarebbe il sogno di tutti gli studenti del mio liceo.
Ludovica
17 anni Liceo C. A. Pansini Napoli Nella vostra scuola si utilizzano nuove tecnologie nell’insegnamento? Nella nostra scuola non usiamo molto nuove forme di tecnologie. Solo a volte ci serviamo del computer, ma in modo strettamente legato alla lettura di file, o per vedere film e CD-ROM. Credi che in linea di massima i tuoi professori siano in grado di sfruttare al meglio gli strumenti moderni? Certo. A volte, con alcuni professori, usiamo il computer per comprendere meglio gli argomenti studiati anche attraverso quiz riportati nei CDROM. Inoltre,quando è possibile, cerchiamo di approfondire i nostri studi con la visione di alcuni film, anche attraverso il proiettore. Pensi che dotare la tua scuola di strumenti informatici sia un buon investimento o ritieni ci siano altre priorità? Se avessimo i fondi sarebbe una delle tante cose che la scuola dovrebbe migliorare. Ho sentito che alcune scuole usano lavagne multimediali, ma non credo siano necessarie per migliorare lo studio. Secondo me le cose da migliorare, dal punto di vista tecnologico, sono i computer, che dovrebbero essere più avanzati e il loro uso dovrebbe essere aperto a tutti. Inoltre credo sia necessario che la scuola abbia più televisori con appositi lettori DVD e VHS.
ARMANDO TESTA
Il servizio delle Iene
le chat non sono un pericolo Un servizio delle Iene mette in allarme sui rischi a cui possono venire incontro i teen frequentando le chat. Ma siamo sicuri di essere tutti degli sprovveduti? autore > sabrina lettieri luogo > avellino
categoria > società, hi-tech
L
tags > chat, skype, facebook, msn, iene, pericoli, online, web, rapporti, informazioni, parlare, conoscere
a parola “chat” è ormai presente in ogni personale raccolta di vocaboli, coscienti del suo significato originale: chiacchierare in tempo reale con il supporto di uno strumento tecnico, con più BLOGmag 10
soggetti contemporaneamente e con la possibilità di mantenere la propria personalità anonima. I servizi disponibili per mantenere questo scambio regolare di messaggi sono svariati: dalla storica IRC, alle più recenti applicazioni, di cui le
Il servizio di cui parliamo in queste pagine è stato realizzato da Le Iene per il loro programma nel Marzo 2009, quando è andato in onda la prima volta sollevando già molto scalpore: nello scorso Ottobre poi è stato riproposto nuovamente al pubblico di Italia Uno. La prima parte del video la potete trovare su YouTube a questo indirizzo: http://www.youtube. com/watch?v=7oRkBu7A11A. Nel filmato la Iena Elena Di Cioccio ci fa vedere come, aggiungendo dei contatti all’interno di siti specializzati in “scambio di amicizie” e fingendosi una tredicenne, si venga contattati da personaggi abbastanza “ambigui”: trentenni – o dichiaratisi tali – intavolano strani discorsi, partendo dagli argomenti più disparati andando a finire, inesorabilmente a parlare di sesso. La teenager-iena dà spago all’interlocutore fino a che le richieste si fanno sempre più esplicite, fino ad implorare alla ragazza di spogliarsi in webcam. A nostro parere comunque il servizio non mette ben in risalto il fatto che se si utilizza una chat “normalmente” ovvero solamente con chi si conosce già di persona, senza aggiungere contatti pescati in giro per la rete, non si incappa in simili problemi ma anzi, risulta uno strumento veramente utile per tenere in contatto le persone.
più diffuse sono Badoo, Myspace, Google Talk, Skype, MSN e la nuova, poco funzionale chat di Facebook. L’utilizzo di questi moderni servizi di comunicazione hanno senz’altro concesso la creazione di una rete transnazionale di scambio di informazioni, opinioni e commenti, favorendo il mantenimento dei rapporti tra persone che, senza di essi, non riuscirebbero neanche a mettersi in contatto.
Le Iene contro le chat
Ben venga l’accesso a ognuna di queste applicazioni se il fine ultimo è quello di riuscire a mantenere dei rapporti, oppure crearne dei nuovi, ma il problema sorge se tutto questo degenera in un abuso. Il servizio proposto dalle Iene, girato a Marzo scorso e riproposto in una puntata di Ottobre, inerente alle chat ed al sesso, ne è un chiaro esempio. Nel filmato la Iena fingeva di essere una tredicenne, con lo scopo di scoprire (e presentare a degli “inconsapevoli” adulti) verso “quali pericoli” navigano i più giovani quando sono in rete. La loro esposizione alle chat è rischiosa? L’esperimento avrebbe confermato questa tesi. Troppo spesso i minorenni sono vittime di adescamenti e spettatori di immagini poco lecite. Ciò che spaventa di più è che spesso il soggetto con il quale interagiscono è un adulto. Dunque, perchè vivere la propria adolescenza deve essere una negazione? Perchè la sessualità deve diventare una scoperta macchiata di illecito? Non è però corretto esercitare un pressante controllo sulle abitudini di comunicazione delle nuove generazioni: in fondo, molte delle angosce che spesso gli adulti possono vedere nel mondo virtuale sono nella maggior parte dei casi conosciute dai teenager, che sanno riconoscere più dei grandi – forse per un’abitudine maggiore al web – le grane che possono presentarsi on-line.
I rapporti tra persone, on-line La comunità virtuale di Facebook offre svariate opzioni: assolve anzitutto alla funzione di ricerca di conoscenti, con il quale approfondire dei rapporti, e di
Chiara
16 anni Liceo Fermi Brindisi
amici lontani o legati al passato, con il quale riprenderli. È svago, divertimento, è aprire se stessi, mettendosi in mostra per le proprie attitudini e passioni. È possibilità di pubblicizzare un evento, di creare incontri, di aprire un dialogo. È fonte di informazioni e scambio di punti di vista, manifestazione del pensiero, confronto, a patto che venga mantenuto costante un limite di dipendenza. In generale, infatti, è fondamentale possedere il controllo della tecnologia e non divenire suo ostaggio: l’uomo non deve essere vittima dell’accumulazione delle nuove conoscenze. Esse hanno, infatti, una componente costruttivodistruttiva: da un lato aumentano il nostro margine di libertà nella comunicazione, dall’altro ci rendono schiavi. Ed è proprio questo che va evitato. n
Marco Mazzoni
24 anni Fondatore BLOGmag
Chattare è figo...
Chattare è figo perché è gratis. Chattare è figo perché è comodo. Chattare è figo perché impari a scrivere velocemente al computer. Chattare è figo perché puoi parlare con tante persone contemporaneamente. Chattare è figo perché lo puoi fare quando ti pare. Chattare è figo perché anche se ti sei mangiato 10 cipolle va bene lo stesso. Chattare è figo perché azzera le distanze. Chattare è figo perché non è pericoloso. Voi invece cercate di raccontarci che la chat è la mano del diavolo. Io chatto, tu chatti, lui chatta, noi chattiamo e voi...? Voi non chattate perché non siete capaci. Woooo!
Utilizzi regolarmente i software di chat su internet come msn, Skype ed altri? Uso solamente msn... Skype non lo uso perchè tra i miei amici è poco diffuso e quindi non saprei con chi utilizzarlo, mentre non ho Facebook perchè non mi piace il fatto che il mondo possa accedere con tanta facilità alle mie informazioni personali... Li utilizzi esclusivamente con la gente che già conosci dal vivo oppure aggiungi anche contatti di gente conosciuta online? Li utilizzo solo con chi conosco pechè non do molta confidenza e quando mi aggiungono e non so chi sono le persone rifiuto automaticamente per evitare situazioni fastidiose. Ti è mai capitato di fare incontri “indesiderati” in chat? No, non ho mai fatto incontri indesiderati in chat... fortunatamente, proprio grazie al fatto di essere disponibile in chat solo per persone che conosco e che so che non potrebbero crearmi disturbo.
Lucilla
18 anni I.T.C.G A. Oriani Faenza (RA) Utilizzi regolarmente i software di chat su internet come msn, Skype ed altri? Sì, utilizzo regolarmente questi software, soprattutto Skype per chiaccherare in videoconferenza con gli amici. Li utilizzi esclusivamente con la gente che già conosci dal vivo oppure aggiungi anche contatti di gente conosciuta online? Li utilizzo soprattutto con persone che conosco dal vivo, però ho qualche contatto anche di persone incontrate online; anche se con chi non conosco preferisco parlare su Facebook. Ti è mai capitato di fare incontri “indesiderati” in chat? Sfrotunatamente sì, tempo fa mi ha aggiunta a msn una ragazza bisessuale interessata a me, ovviamente ho subito bloccato e eliminato il suo contatto. BLOGmag 11
396
Gli indirizzi sperimentali attivi prima della riforma.
6 27 e 30
I licei previsti dalla riforma.
Le ore settimanali previste rispettivamente al primo e al secondo biennio.
40 e 10
Rispettivamente le sezioni musicali e coreutiche inizialmente presenti in Italia.
Federica
16 anni Liceo C. Alessandro Volta Como
i nuovi licei
C’è odore di riforma: da 396 i licei diventano 6, con un conseguente cambio delle materie insegnate e del monte ore autore > giovanni de girolamo luogo > milano categoria > scuola
“
tags > licei, riforme, ore, discipline, matematica, lingue, musica, scienze umane, gelmini, istruzione, giovanni gentile
Rappresenta la prima riforma organica della scuola italiana dopo quella Gentile”. Quante volte e su quanti quotidiani abbiamo letto questa frase? Provate a ricopiare la frase virgolettata in un qualsiasi motore di ricerca sul web: vi renderete conto che nel corso degli anni c’è stato un forte abuso della suddetta frase da parte di giornalisti e singoli blogger, adoperata per elogiare le magnifiche e rivoluzionarie opere del Ministro della Pubblica Istruzione di turno (dalla Moratti a Fioroni fino ad arrivare all’attuale Gelmini). La verità è che l’attuale ordinamento scolastico italiano è distante anni luce BLOGmag 12
da quello voluto da Giovanni Gentile nel lontano 1923. E di modifiche da allora, piccole o grandi che siano, ne sono state apportate e quest’anno la tanto discussa riforma dei licei voluta dal Ministro Gelmini continua a far discutere alunni, insegnanti e genitori.
Cosa avverrà
“Si tratta di una riforma epocale che partirà dal 2010 e che segna un passo fondamentale verso la modernizzazione del sistema scolastico italiano”: così recita il comunicato stampa del MIUR risalente al 12 giugno 2009; ma vediamo nel dettaglio cosa
Potendo tornare indietro, sceglieresti uno dei nuovi licei previsti dalla riforma? Tornando indietro, sicuramente opterei per un liceo musicale e coreutico, in modo da avere una conoscenza approfondita del valore delle opere e del patrimonio musicale internazionale, combinando esercizi pratici di strumenti. Pensi che un ragazzo di 14 anni sia capace di scegliere un liceo fortemente “specializzante”? A meno che un ragazzo abbia una chiara propensione per una disciplina, credo che molto spesso la maggior parte dei ragazzi non abbia, all’iscrizione, le idee chiare su ciò che vuole fare e su ciò che diventerà. Credi che la scuola superiore debba fornire una preparazione generale o più specifica? Sarebbe ideale fornire agli studenti nei primi due anni una preparazione generale, mentre nel triennio andrebbe invece fornita una preparazione più specifica, in modo da proporre agli allievi diverse specializzazioni, con approfondimenti di alcune materie.
cambierà nel sistema scolastico italiano a partire dal prossimo anno. I 396 indirizzi sperimentali, i 51 progetti assistiti e le tantissime sperimentazioni attivate saranno ricondotte a 6 licei: pochi ma buoni. Rispetto al vecchio impianto, con la riforma sussisteranno un liceo classico, dove si insegnerà una lingua >>
Maddalena
15 anni Liceo G.B. Vico Corsico (MI) Potendo tornare indietro, sceglieresti uno dei nuovi licei previsti dalla riforma? Sceglierei un liceo musicale, specialmente se venissero organizzati spettacoli o se venissero proposti progetti riguardanti la storia della musica, anche moderna. Pensi che un ragazzo di 14 anni sia capace di scegliere un liceo fortemente “specializzante”? Se il liceo è fortemente specializzante penso che probabilmente un quattordicenne possa pentirsi in futuro della propria scelta; dovrebbe ascoltare quindi il consiglio dei genitori e, se ha una passione riguardo qualcosa, fare un’attività extrascolastica. Credi che la scuola superiore debba fornire una preparazione generale o più specifica? Penso che un liceo debba fornire una preparazione generale per avere una “base” riguardo la cultura, per poi specializzarsi invece in qualcosa all’università.
>> straniera per l’intero quinquennio
e un liceo scientifico, con la possibilità di attivazione dell’opzione scientifico tecnologica (finalmente ufficializzata); il liceo artistico cambierà radicalmente grazie alla specializzazione da scegliere tra le seguenti tre: arti figurative/ architettura, design, ambiente/ audiovisivo, multimedia, scenografia; il liceo linguistico prevederà dal terzo anno, oltre all’insegnamento di tre lingue straniere previsto per tutto il quinquennio, un insegnamento non linguistico impartito in lingua straniera e dal quarto se ne aggiungerà un secondo; a rimpiazzare il liceo sociopsicopedagogico ci sarà il liceo delle scienze umane, disponibile anche in versione economicosociale, interessante per chi intende approfondire i nessi fra le scienze giuridiche, economiche, sociali e storiche; mentre il liceo musicale e coreutico (la più grande novità della riforma) sarà un liceo articolato in due sezioni, musicale e coreutica, che potranno essere attivate in
Clara
15 anni Liceo A. Righi Corsico (MI) Potendo tornare indietro, sceglieresti uno dei nuovi licei previsti dalla riforma? No, sceglierei in ogni caso il liceo scientifico tecnologico perché ritengo che sia la scelta giusta in base alle mie conoscenze e perché penso che sia la scuola adatta a me. Pensi che un ragazzo di 14 anni sia capace di scegliere un liceo fortemente “specializzante”? Dipende dal tipo di ragazzo: alcuni a 14 anni sono già maturi, ma la maggior parte non lo è, perciò molti scelgono la scuola in base ai suggerimenti degli amici o dei professori della scuola media! Credi che la scuola superiore debba fornire una preparazione generale o più specifica? Io penso che un liceo ti dia una preparazione in linea generale su tutte le materie, poi sei tu a decidere in che cosa specializzarti facendo l’università!
collaborazione con i conservatori e le accademie di danza per le materie di loro competenza.
L’opinione del CODIM Cosa pensano i docenti del CODIM (comitato docenti indirizzo musicale) riguardo questa riforma? Di seguito un estratto della dichiarazione di Pietro Blumetti, referente del comitato che tramite l’home page del sito www.codim. jimdo.com ribadisce la posizione del CODIM in merito ai corsi ad indirizzo musicale. «Sarebbe un grave errore limitarsi a creare i “Licei musicali e coreutici” quali unici licei in cui si potrà studiare musica (…) in quanto (…) si configureranno come istituti “professionali”: dei “nuovi vecchi” piccoli conservatori, destinati a chi (a soli 14 anni) avrà deciso di intraprendere da grande la professione del musicista. Se si vorrà invece dare veramente seguito ed applicazione alla L. 508/99 di riforma dei Conservatori, bisognerà invece diffondere lo studio della musica in tutte le scuole superiori, attraverso l’istituzione della classe di concorso ad indirizzo musicale (A078) relativa ad una eventuale unica sezione di ogni liceo. Ogni liceo infatti (classico, scientifico, linguistico, artistico...) potrà così divenire ad indirizzo musicale istituendo al suo interno una sezione dove si insegni anche a suonare il pianoforte, il violino, la chitarra, le percussioni ecc».
Gli obiettivi
Maggiore autonomia scolastica, rapporto scuola-mondo del lavoro-università rafforzato (speriamo non resti solo sulla carta), potenziamento delle lingue straniere e dell’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera, valorizzazione della lingua latina (come opzioni nei licei in cui non sarà obbligatoria) e presenza di discipline giuridiche ed economiche sono altri importanti punti della riforma, opzionali in molti indirizzi, che non potranno che rafforzare l’offerta formativa dei futuri licei.
Corsa contro il tempo per capire Significanti cambiamenti saranno apportati anche al monte ore: 27 ore settimanali nel primo biennio e 30 nel secondo biennio, mentre nel quinto anno ci saranno piccoli incrementi a seconda dell’indirizzo scelto; ma al diminuire delle ore
complessive, in maniera inversamente proporzionale, aumenteranno le ore destinate all’insegnamento della matematica e delle materie scientifiche. Queste sono le proposte e le promesse dell’ultima riforma dell’Istruzione. Intanto la data per le iscrizioni relative all’anno scolastico 2010-2011 è stata fissata dal MIUR per il 27 febbraio 2010: riusciranno ragazzi e genitori a levarsi i punti di domanda relativi a questa spiazzante e al tempo stesso radicale riforma entro quella data? n BLOGmag 13
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L’anno in cui fu dipinto il celebre Crocifisso di Santa Croce di Cimabue, conservato a Firenze.
2004
Anno in cui la crocifissione viene rappresentata nel cinema da La passione di Cristo, diretto da Mel Gibson.
Corte di Strasburgo
La Corte europea dei diritti dell’uomo (nella foto) ha deciso, lo scorso novembre, che il crocifisso deve abbandonare le aule scolastiche italiane.
la battaglia del crocifisso Si scatena nuovamente il dibattito sul crocifisso nelle aule scolastiche: ognuno dice la sua, la Corte di Strasburgo emette una sentenza ma non sembra esserci ancora un’opinione condivisa autore > massimo abbatino, antonella capalbi luogo > matera categoria > scuola
tags > crocifisso, aule, gelmini, vaticano, berlusconi, bersani, travaglio, don farinella, decreti, simboli, europa, sentenze
S
i conclude il percorso di Soile Lautsi e dell’Uaar (Unione atei e agnostici razionalisti), che nel 2002 iniziarono una battaglia legale al crocifisso appeso nelle aule, in quanto rappresenterebbe BLOGmag 14
“una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e del diritto degli alunni alla libertà di religione”. Dopo sette anni di tribunali, arriva la sentenza della Corte di Strasburgo: il crocifisso deve, secondo
quest’organo, abbandonare le aule italiane.
Cosa ne pensano i politici
La pensa diversamente la maggioranza (non solo parlamentare) dei nostri politici, che lo difende con svariate motivazioni, nessuna delle quali sembra però fare appello ai principi costituzionali sanciti nella nostra Carta. A partire da quelle della Gelmini, ministro dell’Istruzione, che parla del crocifisso come una tradizione del nostro Paese, passando per Berlusconi, che trova modo di ricordare le “radici cattoliche” dell’Italia. Senza dimenticare la Lega Nord che abbandona i riti celtici per l’occasione e si identifica più come un partito cattolico, ed un Bersani che preferisce restare sottocoperta, lasciando che i suoi elettori aspettino ancora l’esordio di un nuovo leader di “sinistra”, e parla di “buonsenso che in queste situazioni diviene vittima del diritto”. Si è esposto sulla faccenda anche il Vaticano, visto ultimamente dai nostri politici (di entrambi gli schieramenti) più come una fucina
>>domanda la risposta è da ricercarsi in provvedimenti legislativi che hanno quasi un secolo, trattasi di decreti Regi del 1924 e 1928 ancora validi. In Europa, finora, solo la Francia aveva chiare disposizioni in materia: i francesi hanno risolto la questione crocifisso 104 anni fa, estendendo poi il divieto a qualsiasi simbolo di appartenenza religiosa. Tende a riaprirsi il capitolo laicità nella bella Italia, ma non sarà un dibattito per palati fini: niente eutanasia o diritti civili, per ora si accontentino di parlare di simboli. n di voti appetibili piuttosto che come lo “stato di Cristo e della Chiesa”. Degna di nota la sfuriata del ministro La Russa a La vita in diretta, dove accusa la Corte di essere un “finto organismo internazionale” e le augura di poter “morire” insieme a quelli che il crocifisso in aula non lo vogliono. Il ministro, molto applaudito in studio, non ha tenuto conto del fatto che la Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, dalla quale nasce la Corte, è stata istituita a Roma sessant’anni fa dal Consiglio d’Europa, tra i quali paesi fondatori figura proprio l’Italia.
Motivazioni diverse
Con differenti motivazioni difende il crocifisso il giornalista Marco Travaglio, che attraverso le parole di Natalia Ginzburg considera il valore storico e umano del simbolo e di Gesù come primo uomo sulla Terra che ha sancito il concetto di “uguaglianza” tra gli uomini. Chiude don Farinella, sacerdote genovese diverse volte in contrasto con le posizioni del Vaticano. “Povero Cristo!”, attacca don Farinella, “difeso da una massa di ladroni che non solo lo beffeggiano, ma lo crocifiggono di nuovo con la benedizione del Vaticano!”, immaginando anche quella che sarebbe la reazione del diretto interessato: “Beati voi, difensori d’ufficio: beati voi che ho i piedi inchiodati, perchè se fossi libero, un calcio ben assestato non ve lo leverebbe nessuno”.
Domande che restano
A margine di questa vicenda, è opportuno porsi alcuni
interrogativi: non è offensivo epr la comunità cristiana vedere il proprio simbolo barattato per un pugno di voti? E può essere il crocifisso inserito nelle “tradizioni” del nostro Paese, alla stregua di Pulcinella, dell’amatriciana e della pizza margherita? Ed ancora, chi e cosa ha imposto il crocifisso in aula sino ad oggi? A questa >>
Corrado
17 anni Istituto Pascal Castiglione delle Stiviere (MN) Attualmente c’è il crocifisso nella tua classe? Sì. Credi che toglierlo sia un gesto di rispetto verso gli studenti delle altre religioni? Penso che toglierlo sia un gesto di coerenza, più che di rispetto verso i credenti in altre religioni. La scuola è un edificio pubblico e in quanto tale non dovrebbe avere alcun simbolo religioso, di qualsiasi natura. Pensi al crocifisso come simbolo religioso o più come una caratteristica culturale italiana? Penso al crocefisso come quello che è principalmente, un simbolo religioso. Il fatto che sia legato alla cultura italiana è causato dal fatto che noi siamo sempre stati un popolo cattolico, ma in tutto il mondo, che siano le Filippine, come l’Alaska, la croce è un simbolo che si collega alla religione cristiana quindi dovrebbe essere considerato solamente un simbolo religioso.
(intervista a cura di Diego Sgrò)
Greta
17 anni ITC Mattei Bologna Attualmente c’è il crocifisso nella tua classe? No, anche se per quanto mi riguarda dovrebbe esserci. Credi che toglierlo sia un gesto di rispetto verso gli studenti delle altre religioni? No, non si tratta di rispetto o di non rispetto. Credo che ormai il crocifisso nelle classi sia diventato un simbolo che va anche al di là della religione, e penso che comunque alle persone di un’altra religione non dia fastidio in quanto non comporta nessun obbligo. Se uno non lo vuole mettere a casa sua è libero di farlo... ma dal momento che è in Italia deve adattarsi a ciò che è consueto fare qui. Anche perché se noi andassimo in un altro Paese a dire di togliere nelle aule i loro simboli religiosi non ci considererebbero credo. Pensi al crocifisso come simbolo religioso o più come una caratteristica culturale italiana? Credo sia più di un simbolo religioso... Fondamentalmente è un simbolo di unione fra tutti, quindi anche di pace, e come già detto non comporta nessun obbligo perché ognuno quando torna a casa sua può scegliere liberamente cosa fare. Tutto questo lo dico da non praticante, quindi dovrei essere una di quelle persone che non lo vuole, ma non lo vedo come un simbolo scomodo o che non rispetta una minoranza. BLOGmag 15
la ricerca della felicità Prendere un vasto gruppo di studenti, seguirli per una vita e cercare il segreto della felicità. Ci ha provato, dal 1937, un gruppo di studiosi partiti dall’idea di un ricercatore di Harvard autore > paolo sansone luogo > milano
categoria > società, scienza
tags > studio, ricerca, comportamenti, felicità, john f. kennedy, w. t. grant, categorie, difesa, vita, studenti
Q
uante volte abbiamo sentito parlare di improbabili studi fatti da scienziati luminari, ricercatori di super università dai nomi tanto complicati quanto anglosassoni? Dove ci prude più spesso? Perché le zanzare ci pungono nei punti più dolorosi? Dopo quanti secondi non è più commestibile il cibo caduto a terra? Ci sono davvero un’abbondanza di
BLOGmag 16
articoli che pretendono di spiegare i nostri comportamenti e tra questi, ogni tanto, spicca qualcosa di un po’ più serio e interessante, che ci può permettere di capire perché ci comportiamo in un certo modo.
Uno studio molto lungo
Uno di questi è un certo “Studio Grant”, uno studio longitudinale iniziato addirittura nel 1937, una storia davvero bizzarra. Uno studio longitudinale è uno studio che
si realizza analizzando molti dati, raccolti sempre sullo stesso campione, in un periodo più o meno lungo. Nei lontani anni ’30 un ricco industriale statunitense, W. T. Grant, decise di finanziare un’insolita idea di un ricercatore di Harvard, Arlie Bock. Secondo questo medico, ostinandosi a studiare le malattie o soggetti con i più vari disturbi, sarà sempre impossibile rispondere alla domanda principale: come vivere meglio. Per questo selezionò 268 giovani studenti maschi di Harvard, di diverse estrazioni sociali e con diverse personalità, ma col comune denominatore di essere sani ed equilibrati mentalmente. Lo studio ha seguito varie peripezie, sono cambiati più volte i finanziatori e dopo la morte di Bock il lavoro è stato diretto da diverse persone; fino ad arrivare nelle mani di George Vaillant, uno psichiatra che dirige il progetto e segue le vite dei soggetti studiati da più di 40 anni. Il campione selezionato si è dimostrato molto eterogeneo. Alcuni soggetti hanno dichiarato pubblicamente di far parte del progetto, molti ormai sono deceduti, qualcuno di loro ha finito la vita in condizioni di povertà, altri hanno raggiunto rapidamente il successo, in affari o in politica: alcuni senatori e niente di meno che il Presidente
Soggetto 47 dello studio
Il soggetto ritenuto come il più interessante da Vaillant. Una volta disse: “Immagino il povero bastardo che soddisfa tutti i vostri criteri di adattamento alla vita: pensionato, in qualche posto tranquillo vicino a Tampa, che fissa l’oceano e si chiede cosa gli è mancato per tutta la vita. Che differenza c’è con un tizio che poco prima di morire pensa: Accidenti, l’ho proprio spremuto fino in fondo questo limone?!”
John F. Kennedy, i cui fascicoli ovviamente sono assolutamente top secret!
nevrotiche, quelle più comuni tra tutti noi, quali la razionalizzazione (la riflessione su quello che ci accade) o la dissociazione (il distacco dai propri sentimenti); l’adattamento più sano e quindi maturo ha la forma dell’altruismo, dell’umorismo e la sublimazione, cioè lo sfogarsi in un qualcosa di sano come lo sport o i rapporti con gli altri.
I risultati dello studio
Maturo is megl
Ma che cosa ha scoperto di interessante questo studio? L’interrogativo principale che Vaillant si è posto non è stato quanti e quali problemi avessero incontrato i soggetti dello studio, quanto piuttosto il modo in cui li hanno affrontati e i risultati che hanno ottenuto. Così come in seguito ad una ferita, il sangue coagula per rimarginarla, così i nostri comportamenti sono stati letti come degli “adattamenti”, delle risposte più o meno inconsce agli stimoli emotivi che ci giungono dall’esterno. Il modo in cui usiamo questi meccanismi di difesa influisce sul nostro benessere e sul modo in cui veniamo visti dagli altri. Questi meccanismi di difesa sono divisi in quattro categorie. Quelli psicotici sono i più malsani, quali paranoia e megalomania, possono aiutarci a difenderci, ma ci fanno apparire dei folli; al gradino superiore ci sono quelli immaturi, come la finzione, la proiezione o l’ipocondria, che non ci fanno apparire folli, ma non sono nemmeno l’ideale per i rapporti sociali; più in alto troviamo le difese
Quindi la maggior parte dei disturbi mentali riflette solo un uso inappropriato dei nostri meccanismi di difesa, non sbagliato di per sé, ma che ci fa apparire come folli o immorali. Invece pare che i diversi tipi di reazione, che comunque cambiano molto da persona a persona, seguano un loro ritmo. Così per esempio dopo i 50 anni un comportamento altruistico ha solitamente
Valeria
18 anni Liceo Fermi Brindisi Quali sono secondo te gli ingredienti per definirsi felici? La ricetta della felicità non la possiamo scrivere. Per essere felici bisogna avere il coraggio di inserire ingredienti a caso nelle ricette della propria vita e sorprendersi dinanzi ai sapori inaspettati. In che modo l’essere maturi può influenzare la propria felicità? Essere maturi rende la propria felicità piu saggia. Non la aumenta nè la diminuisce, semplicemente la si relaziona alla nostra evoluzione. Una tua azione o un tuo comportamento ti hanno mai fatto capire di essere felice? Occhi luminosi, sorrisi nel vuoto e sguardo perso verso un cielo nevoso: ricordo così la mia felicità.
il sopravvento su uno più immaturo. Quindi un uso corretto e “maturo” dei nostri meccanismi di adattamento emotivi fa aumentare il nostro benessere, la nostra soddisfazione, la nostra felicità. Oltre a questo, l’altro pilastro fondamentale, secondo Vaillant, nella crescita di un individuo sono i rapporti sociali, ben più della sua intelligenza o della classe sociale di appartenenza. Ma in fondo si capisce che regole e schemi difficilmente possono restituire la formula della vita felice. Più facile essere senza regole, umili, più facile accettare quello che la vita ci propone. n
Giuseppe 16 anni Liceo Fermi Brindisi
Quali sono secondo te gli ingredienti per definirsi felici? Penso che il tanto bramato dono della felicità si possa esprimere semplicemente mediante i piccoli gesti quotidiani (un sorriso ricevuto da una persona cara, un’esperienza con gli amici...) senza eccedere in situazioni rare o occasionali. In che modo l’essere maturi può influenzare la propria felicità? Chi è maturo vive con più razionalità la sua serenità in quanto è capace di distinguere i veri momenti di felicità con la consapevolezza di questa. Inoltre è capace di pescare i lati positivi delle cose dai momenti più bui trovando la parte migliore da ogni situazione. Una tua azione o un tuo comportamento ti hanno mai fatto capire di essere felice? Sì, perché lo stare bene é effetto del nostro comportamento. Ciò vuol dire che tutto dipende dal mio agire, soprattutto se in positivo poiché il piangersi addosso non può di certo portare buoni risultati. BLOGmag 17
3 anni
L’età in cui si è già in grado di fingere apprezzamento se si riceve un brutto regalo. Se ne deduce che dissimulare fa parte della condizione umana.
126.672
Le bugie che un uomo racconta, nell’arco di tutta la sua vita, alla moglie, agli amici e al capo. Lo dice un sondaggio della 20th Century Fox, condotto per il lancio del dvd della serie tv Lie to me.
Olandesi
Tra gli europei che cercano l’amore in chat sono la popolazione più sincera. Gli italiani invece mentono soprattutto sul fisico.
verissimo Niente di più reale: BLOGmag vi propone un articolo sulla menzogna. Tra scuse fittizie e bugie a fin di bene autore > tommaso tani luogo > l’aquila categoria > cultura
A
tags > bugie, persone, credere, falsità, scuola, argleton, bugiardi, verità, bene, male
ttenzione! La carta su cui è stampato BLOGmag sta finendo: per questo ti chiediamo di passare questa copia ad un tuo amico, al tuo vicino di banco, a chiunque pensi possa essere interessato a leggerlo. Se non lo fai, non avremo più alberi per stampare altri numeri! BLOGmag 18
Tutti mentono
La certezza assoluta nei sondaggi non si ha mai, ma almeno in un caso è possibile affermare che il 100% delle persone, almeno una volta nella loro vita, ha mentito. E anche se così non fosse, visto che si parla di bugie, vi diamo come vero questo risultato. Probabilmente è proprio la menzogna e non il pollice
opponibile che fanno dell’uomo un animale unico: falsità costruite a regola d’arte o improvvisate, fandonie articolate o semplici risposte non veritiere, verità omesse o leggermente velate, si sa quanto sia facile tirarsi fuori dai guai raccontando la versione che ci risulta più comoda in quel momento. La bravura del vero bugiardo poi sta nel sostenere la propria tesi, per quanto assurda e incoerente possa essere, anche in momenti successivi: a dirle siam capaci tutti, farci credere è roba da pochi specializzati.
Bugie a scuola
Non crediate infatti che la prof si sia bevuta la storia del cane che ha masticato per bene i vostri libri o i compiti da fare, perchè è dall’epoca di Carlo Magno che si usa come scusa. E se avete fatto morire per la dodicesima volta in tre anni il vostro nonno preferito, beh, non stupitevi se prendete 2 in latino. Attenzione anche a raccontare di cataclismi ed incidenti domestici >>
La gara delle bugie Intervista agli organizzatori del Campionato italiano della Bugia
Come avete convinto i concorrenti che il festival era serio e non invece una gran menzogna? Semplicemente lo ha fatto il tempo. Sono molti i riconoscimenti avuti da radio, stampa, tv e ospiti nazionali e non. La gente viene per dire bugie, non per mentire.
A Le Piastre, in provincia di Pistoia, ogni anno si svolge il Campionato Italiano della Bugia, organizzato dalla Pro Loco locale. Abbiamo intervistato uno dei responsabili, Emanuele Begliomini, per saperne di più.
Le bugie che sono in concorso sono state realmente dette oppure sono inventate ad-hoc? Certo che sono dette! I concorrenti esistono davvero e vi dirò di più: alcuni le studiano per un intero anno!
Come vi è venuto in mente di organizzare il festival delle bugie? Prima di tutto il nome: Campionato italiano della Bugia, da non confondere con sagra e/o festival. È una manifestazione di livello nazionale, a cui, soprattutto nella sezione grafica e informatica, arrivano partecipazioni da ogni dove. Il campioanto è nato nel 1966, per ricordare il Monti vissuto nell’epoca pre guerra e esponente di una scuola di racconta storie cresciuta nel paese. A Le Piastre si era soliti raccontare storie fantasiose miste tra serio e faceto, magari tutti insieme davanti al fuoco di un metato. Non solo, l’aver voglia di scherzare era un comportamento generale, della vita quotidiana.
Qual è stata la bugia più bella che negli anni è stata raccontata nel vostro festival?
Le bugie che hanno vinte sono tutte belle. Ma, siccome ho 29 anni ed è solo 5 anni che sono nell’organizzazione della manifestazione, ne raconterò una che ho sentito con le mie orechie: “Durante la grande siccità di quest’anno mio nonno ha ritrovato a Firenze la 500 che aveva perso durante l’alluvione del 66. La cosa più strana è che la macchina aveva ancora i fari accesi e i tergicristalli azionati!” Un consiglio per mentire meglio? Per mentire non saprei, bisogna avere una cattiveria di fondo (la menzogna è un bugia cattiva). Per dire le bugie meglio di tutti, basta venire a Le Piastre, la prima domenica di agosto e porvare a dire la propria.
BLOGmag 19
La Magnificent 7 delle scuse da usare a scuola >> vari - “Si è aperta una voragine sotto la mia casa” o “Una pioggia di rane ha interrotto i miei studi” sono eventi fin troppo facili da verificare. Sarebbe meglio provare con del finto sangue dal naso o finti malori prima dell’interrogazione/ compito in classe, ma solo se poi si fa seguito con un’interpretazione da premio Oscar, perfetta sia nel colore della pelle, sia negli effetti dei giorni successivi, dato che, per esempio, la suina non passa con una mezza giornata.
Mentire fa bene
Ma mentire non è sempre male: uno studio dell’Università di Argleton, in Gran Bretagna, dove evidentemente non hanno di meglio da fare, ha dimostrato che la bugia, sopratutto in età prescolare e comunque durante le prime fasi dell’adolescenza, è “un ottimo mezzo per la crescita dell’individuo”, in quanto stimola la fantasia del ragazzo e comporta, in un certo senso, un’assunzione di responsabilità per quello che si dice. Questo dicono loro.
Io bugiardo?! Naaaa...
Ma che le bugie non siano sempre male, questo noi lo sappiamo da tempo: “Io bugie non le dico, ma se le dico sono a fin di bene”. Certo, poi si deve vedere il bene di chi è. Possiamo tranquillamente affermare che il famoso fin di bene è proprio il nostro (di bene). Quindi perchè mascherarci d’ipocrisia, credendo di mentire per un puro ideale? Mentiamo per non metterci nei casini, per non complicarci la vita, per non dover spiegare qualcosa a qualcuno. E si sa, il campo in cui sono confezionate le menzogne più grandi e stravaganti, è l’amore. Quante love story si reggono in piedi sulle castronerie raccontate da uno dei due partner? Se non è zuppa, è pan bagnato: anche se non si è un attore di professione, BLOGmag 20
La classifica della redazione delle bugie più utilizzate in classe
1. “Mi ero sbagliato a scrivere i compiti, li ho segnati per domani...” Quando la fantasia supera la realtà, una scusa di grande classe. Voto: 8,5 2. “Sono in ritardo perchè ho trovato traffico mentre venivo a scuola” - Un grande classico che non tramonta mai: il traffico c’è sempre e in Italia è al centro di cronaca, monologhi comici e dialoghi tra amici. Scusa credibilina. Voto: 6,5 3. “Il cane mi ha mangiato i compiti per casa!” - Premiata più per il suo
Bugie nella storia
Da Ulisse all’America, passando per Costantinopoli
Anche la storia del mondo è fatta di menzogne: personaggi più o meno influenti e più o meno famosi spesso si sono cimentati nella bugia, una vera e propria arma se in mano ad un potente. Partendo dalla mitologia, non si può non citare Ulisse, definito da alcuni “il primo è più grande dei bugiardi”. Entrato nel mito grazie all’inganno del celebre cavallo con cui si prese gioco dei troiani, fu probabilmente il primo essere umano nella storia del mondo a fingersi pazzo per evitare di andare in guerra. Sappiamo tutti benissimo che non ci riuscì, ma il travestimento da contadino pazzoide è di certo una bella idea. Un altro grosso inganno riguarda la celebre Donazione di Costantino, un documento che vorrebbe essere un editto del 324 dell’imperatore romano Costantino I. In realtà, è un falso (che è riuscito ad ingannare
sfidiamo chiunque a giurare di non aver mai raccontato almeno una mezza verità perchè magari, quella sera, proprio non sapeva spiegare il perchè fosse al cinema con un’altra ragazza.
essere TOTALMENTE improbabile che per altro. Voto: 6 4. “Non ho fatto i compiti perchè ho avuto il funerale di mia nonna / ho un parente in ospedale”. Attenzione a scherzare su ste cose: una volta che succede davvero, chi avrà il coraggio di ricordarvi che vostro nonno è già stato in ospedale 7 volte nelle ultime due settimane? Voto: 6 5. “Motivi familiari” - Vago, di classe: un modo per evitare qualsiasi domanda. Voto: 5,25 6. “Sono stato male, ho avuto la febbre, avevo un mal di testa fortissimo...” - Non molto credibile, figurarsi se scrivete su Facebook “Grande party della scuola, ieri sera” e avete i vostri prof tra i contatti. Voto: 5,25 7. “Sono in ritardo perchè non ha suonato la sveglia!” - Ah, ah! Sì, certo, raccontacene un’altra. Voto: 4,5
perfino Dante, nell’Inferno) studiato dalla Chiesa dei tempi: attribuiva ai pontefici le insegne imperiali e la sovranità su Roma, sull’Italia e sull’Impero Romano d’Occidente. Il documento si è scoperto poi essere un falso postdatato: l’umanista italiano Lorenzo Valla, nel 1440, scoprì nel testo gravi anacronismi e contraddizioni banalissime di contenuto e di forma (si parlava ad esempio di Costantinopoli, in realtà non ancora fondata ai tempi dell’ipotetica stesura del testo). Finiamo con l’America dei giorni nostri: dopo la guerra in Iraq, uno dei motivi del conflitto è stato sbugiardato perfino dalla Casa Bianca stessa (allora, l’inquilino era George W. Bush). Le armi chimiche di distruzione di massa di Saddam Hussein non sono mai state trovate. Altri capi di stato Usa sembrano stati avvezzi alla menzogna: il predecessore democratico di Bush, Clinton, negò per una moltitudine di volte lo scandalo che rischiò di farlo cadere: il sex gate di cui fu protagonista assieme a Monica Lewinsky. (tla)
Gran brutte situazioni sicuramente, dalle quali ci si può salvare sono come faceva la grande Caterina Caselli: essendo bugiardi. n
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acqua privata Quando l’oro blu diventa un bene privato: aspre polemiche per la scelta di privatizzare la gestione dell’acqua autore > roberto pisano luogo > bologna
categoria > ambiente, attualità
A
tags > ronchi, aprilia, lazio, veolia, acqua, tariffe, aziende, privati, borsa, parlamento, europa, infrastrutture
pproda in parlamento il decreto legge presentato dal Ministro per le Politiche Comunitarie Ronchi sulla liberalizzazione dei servizi pubblici, ed è subito polemica. Il settore su cui si accendono i riflettori è quello delle reti idriche: nel giro di tre anni, quanto basta perché il sistema entri a regime, la gestione dell’acqua in tutte le sue fasi, dalla captazione alla fonte sino al rubinetto, sarà gestita da Spa.
BLOGmag 22
Aumenti per i cittadini?
Secondo le associazioni dei consumatori, la liberalizzazione dell’acqua prevista dal decreto peserà sulle tasche degli italiani con aumenti compresi tra il 30 e il 40 per cento. Vedi il caso di Aprilia, comune del basso Lazio, in cui dal 2002 la gestione delle acque è stata data in appalto al consorzio Acqualatina, controllata per metà dal colosso francese Veolia: le bollette sono aumentate del 300% e i cittadini che si sono rifiutati di
pagare, versando provocatoriamente le bollette al Comune, si sono visti staccare l’allacciamento. Sull’entità di tali aumenti e sull’opportunità dell’operazione è, naturalmente, scontro aperto: nessun dubbio invece sulle conseguenze inevitabili che si avranno sulle tariffe, per la semplice necessità di profitto delle aziende private.
Una rete allo sfascio
Sulla sostanza della questione, si tratta di uno scontro tra posizioni polarmente opposte: c’è chi invoca il principio assoluto dell’acqua come “bene comune” e chi crede nel potere salvifico delle gare d’appalto e delle quotazioni in Borsa. Già perché un dato è innegabile: le nostre reti idriche sono al limite dello sfascio. Si stima servirebbero qualcosa come 63 miliardi di euro per sistemare le infrastrutture idriche, con 8 milioni di cittadini senza accesso all’acqua
A Parigi l’acqua torna pubblica
Come promesso in campagna elettorale, il sindaco parigino Bertrand Delanoë non rinnoverà i contratti di distribuzione e gestione della rete idrica pubblica con le multinazionali Veolia e Suez, in scadenza a fine anno. Il regalo di Natale per i cittadini francesi della capitale sarà che la loro acqua verrà gestita da un nuovo ente pubblico, dal nome Eau de Paris che si occuperà di ogni singola fase del processo: dalla raccolta dalle fonti alla fatturazione. Grazie alla ri-municipalizzazione dell’acqua, il Comune risparmierà circa 30 milioni di euro all’anno, che serviranno a migliorare la rete di distribuzione e bloccare il prezzo dell’acqua al dettaglio. Bollette più leggere insomma, e i parigini ringraziano.
potabile, 18 milioni che bevono acqua non depurata e un tasso di dispersione da terzo mondo. Pochi e cattivi investimenti in questo settore, uniti ad inadeguata manutenzione, hanno reso la nostra
rete vulnerabile, se non oggi in un futuro prossimo, a inquinamento da industrie, metalli pesanti e residui fognari. Non è la prima volta che si tenta la via della privatizzazione, anche se a questo giro di boa pare che si sia trovata una maggioranza concorde in Parlamento.
Il decreto e chi vi si oppone
Secondo il decreto, la quota pubblica non potrà superare il 30%: decisamente un caso unico quello di vietare ai comuni di detenere la maggioranza delle quote. La risposta sino ad ora è stata una guerra di resistenza, specialmente da parte della regione Puglia e molti comuni della montagna. La paura? Cedere il governo di un bene così primario a società che alzano le tariffe senza effettuare investimenti, magari anche dove si gestiva la rete in modo ineccepibile già da soli. Certo, bisogna rispondere agli obblighi europei, fa eco il governo. Dall’Europa arriva unicamente l’invito a non discriminare nelle concessioni, mentre nulla si dice in merito alla necessità di calare le quote delle partecipazioni. Secondo i più scettici introdurre semplicemente una gara non impedisce furbate o fughe speculative, senza un serio strumento di controllo e garanzia. Vero è che al momento paghiamo le tariffe più basse d’Europa, e questo perché nessuno ha mai osato scaricare sui consumatori i costi dell’immenso ritardo nelle infrastrutture. n
Minerale o di rubinetto? Questo è il dilemma!
Da un canto è vero che l’acqua di rubinetto è nella media più controllata di quella minerale, e che l’etichetta di “potabile” viene attribuita con criteri ancora più restrittivi delle acque commercializzate. Ciò non implica che l’acqua del rubinetto sia sempre e comunque buona almeno quanto l’acqua minerale. Anzi. In tutti i casi rinunciare alla classica bottiglia di plastica o vetro è una scelta eticamente lodevole: risparmio in termini energetici, evitando di scarrozzare su e giù per lo stivale migliaia di ettolitri di acqua minerale sui camion, per non parlare dello smaltimento dei vuoti. Nonostante tutto, gli italiani sono i più grandi consumatori di acqua minerale in bottiglia in Europa. Quali alternative, allora, per risparmiare? Oltre ai più economici filtri da utilizzare in apposite caraffe, con l’intento di depurare ulteriormente l’acqua di rubinetto e ridurvi le quantità di calcio, si può acquistare un più efficace potabilizzatore da applicare ai rubinetti; unico difetto: vi costerà un migliaio di euro. Proprio quando pensavate di aver trovato la soluzione, arriva un’inchiesta di Altroconsumo (attendibile rivista a tutela dei consumatori), che vi dice che filtrare l’acqua a casa è inutile: gli impianti di depurazione nei rubinetti a casa, al contrario, spesso tendono a peggiorarla, addolcendola troppo e talvolta immettendo batteri non presenti prima della filtrazione. Con effetti di spreco inammissibili: per ottenere un litro di acqua filtrata a casa, se ne utilizzano ben tre di acqua potabile. A questo punto non resta che berci su.
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287 20 1964
I premi nobel americani.
I premi nobel italiani.
L’anno di proclamazione a premio Nobel di Martin Luther King Jr.
Dario Fo
L’ultimo premio Nobel italiano (1997).
un Nobel a Obama
Qualcuno dice che è il primo premio Nobel per la Pace assegnato alle intenzioni. Altri esaltano la figura del presidente americano. Per capire meglio abbiamo ripercorso la storia del riconoscimento svedese e analizzato i più recenti fatti autore > diego sgrò luogo > bologna
categoria > attualità, mondo
I
tags > obama, nobel, stoccolma, pace, al gore, corano, islam, madre teresa, berlusconi
l premio Nobel è un premio di valore internazionale assegnato dal governo svedese ed è attribuito annualmente a persone che si sono distinte in diversi campi, «apportando considerevoli benefici all’umanità». Fu istituito per le ultime volontà di Alfred Nobel, industriale svedese e inventore della dinamite e fu assegnato per la prima volta nel 1901, quando furono consegnati i premi
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relativamente agli ambiti di pace, letteratura, chimica, medicina e fisica.
Come funziona
La cerimonia di consegna si tiene il 10 ottobre, anniversario della morte del fondatore. I premi Nobel nelle specifiche discipline, in particolare per l’economia, sono comunemente ritenuti i più prestigiosi assegnabili ia livello internazionale. Anche se la cerimonia si tiene in Dicembre, di
solito i nomi dei vincitori vengono annunciati già a partire da ottobre dai diversi comitati di assegnazione. L’assegnazione del premio Nobel comporta anche la vincita di una somma di denaro attualmente pari a poco più di un milione di euro. Questo premio in denaro era inteso in origine per permettere ai laureati di continuare il lavoro o la ricerca senza la pressione della raccolta di fondi, attualmente è spesso donato in beneficenza.
Qualche Nobel famoso
Il Nobel più famoso, sebbene sia spesso fonte di controversie politiche, è sicuramente quello per la pace. Mentre infatti chimici, fisici e medici sono sconosciuti ai più, i vincitori di questo premio sono sempre stati piuttosto popolari. Si va dal premio
all’Associazione della croce rossa (nel 1944, durante la seconda guerra mondiale), a figure storiche come Madre Teresa (1979), il Dalai Lama (1989) e Martin Luther King Jr. (1964). A volte anche personaggi politici sono insigniti di questo premio, basti pensare a quello dato a Mikhail Gorbachev nel 1990 oppure a quello più recente assegnato quest’anno a Barack Obama. La nazione con più premi Nobel sono gli Stati Uniti d’America, con 287 premiati. Secondo il Regno Unito con 110 e terza la Germania con 94. L’Italia si difende comunque bene, si trova infatti in settima posizione con 20 premiati.
Il Nobel di Obama
Uno dei Nobel più discussi, assieme a quelli assegnati a Kofi Annan e Al Gore, è sicuramente quello di Obama. Tale premio infatti gli è stato assegnato dalla giuria non in base a dei fatti, ma a gli ideali espressi in campagna elettorale e durante i discorsi. Il più celebre è stato forse quello del Cairo, il 4 Giugno 2009. In questa occasione Obama ha infatti ammesso per la prima volta che la democrazia non può essere imposta a nessuno stato e citando il Corano più volte ha manifestato la sua volontà di tendere la mano al mondo islamico. Tutto ciò non è stato visto di buon occhio dalla moltitudine di americani poco tollerante nei confronti dell’Islam dopo gli attacchi dell’11 settembre. Così Obama ha perso punti di consenso. Il premio è stato attribuito anche in base agli accordi presi per il nucleare e per l’ambiente in generale. Decisiva potrebbe essere stata anche la chiusura della prigione di Guantanamo all’inizio del suo mandato. Obama il giorno della notizia ha commentato: “Beh, non è proprio il modo in cui pensavo di svegliarmi
Ig Nobel 2009 L’altra faccia del premio Nobel sono dei premi goliardici nati dopo di esso. L’Ig Nobel è una parodia del premio Nobel, assegnato ogni anno prima o dopo dell’annuncio dei vincitori del vero Premio Nobel. Ogni anno vengono assegnati dieci premi ad altrettante ricerche scientifiche di dubbia utilità. Medicina veterinaria: a due ricercatori della Newcastle University, per aver dimostrato che le vacche a cui viene dato un nomignolo fanno più latte di quelle senza nome. Pace: a cinque studiosi dell’Università di Berna, per aver dimostrato che una bottiglia di birra rotta in testa fa più male vuota che piena. Economia: ai direttori esecutivi delle quattro principali banche islandesi, per aver dimostrato che le “piccole banche possono diventare grandi e viceversa” (ovviamente il loro caso).
Salute pubblica: a Elena N. Bodnar di Hinsdale, Illinois, e Raphael C. Lee e Sandra Marijan di Chicago, Illinois, per aver inventato e brevettato un reggiseno che si trasforma in due maschere antigas. Letteratura: alla polizia irlandese, per aver multato oltre 50 volte cittadini polacchi intestando le multe al sig. Prawo Jazdy (“patente di guida” in polacco). Matematica: a Gideon Gono, governatore della banca centrale dello Zimbabwe, per aver insegnato la matematica al suo popolo stampando banconote che vanno da 1 centesimo a centomila miliardi. Biologia: a tre studiosi della Kitasato University di Sagamihara, Giappone, per aver dimostrato che il 90% dei rifiuti domestici potrebbe essere smaltito usando i batteri degli escrementi dei panda giganti.
Chimica: a tre ricercatori dell’Universidad Nacional Autónoma de Mèxico, per aver creato dei diamanti partendo dalla tequila. Medicina: a Donald Unger di Thousands Oaks, California, per i suoi studi sull’artrite durati 60 anni, facendo scrocchiare le nocche della mano sinistra e senza mai usare la destra. Fisica: ai tre ricercatori americani per aver dimostrato analiticamente perché le donne incinte non cadono.
oggi. Dopo aver avuto la notizia, Malia (la figlia) è entrata e ha detto: papà, hai vinto il Nobel per la Pace ed è il compleanno di Bo (il cane)!”; ha poi continuato dicendosi “onorato e sorpreso” dalla decisione della commissione. Un’altra notizia che ha creato scalpore ultimamente è quella della candidatura al premio Nobel per la
pace 2010 di un altro capo di Stato, Silvio Berlusconi. C’è chi sostiene infatti che senza il suo aiuto non si sarebbe risolta la questione Russia – Georgia e le situazioni di Napoli, dell’Abruzzo e di Messina sarebbero ancora disastrose. Ovviamente si è scatenata la solita diatriba interna al nostro Paese; ma alla fine dei giochi la scelta finale sta sempre alla commissione per il Nobel. n BLOGmag 25
il brasile pre-olimpico Dopo la proclamazione di Rio de Janeiro a Città Olimpica 2016, si aprono nuovi scenari per il Paese verde-oro. Tra benessere ed estrema povertà autore > nico scagliarini luogo > bologna categoria > mondo
S
tags > brasile, cio, lula, olimpiadi, rio de janeiro, povertà, viabilità, villaggio olimpico, crisi economica, crescita
i respira aria di trionfo in Brasile da quando, il primo di ottobre, Rio de Janeiro è stata selezionata come sede delle Olimpiadi del 2016. É stato calcolato che per la sola campagna di candidatura sono stati spesi circa 54 milioni di euro, e si prevede che il costo totale per la ristrutturazione degli impianti esistenti e la costruzione delle nuove infrastrutture si aggirerà intorno ai 10 miliardi. Il grosso della spesa sarà comunque destinato a migliorie nella viabilità, poiché
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la maggioranza degli impianti si trovano decisamente fuori mano. Ma del resto i fondi non sembrano essere un problema, dato che uno degli argomenti fondamentali che il Presidente Lula ha utilizzato per convincere il Comitato Olimpico Internazionale è proprio la stabilità economica recentemente acquisita dal Brasile, anche a fronte della crisi economica mondiale.
L’economia interna ai tempi della crisi Il Brasile non è stato direttamente
190,1 milioni
Gli abitanti nel Brasile.
0,3912 euro
Corrispondono a un Real brasiliano.
35 km
La distanza tra la principale zona alberghiera di Rio de Janeiro e il futuro villaggio olimpico.
1500 d.C.
xtra Anno della “scoperta” del Brasile.
Storia e sistema politico
Il Brasile è tornato ad elezioni democratiche solo nel 1989, dopo 25 anni di dittatura militare e 100 dalla proclamazione della prima Repubblica. E’ una Repubblica Presidenziale Federale, il Presidente è Capo di Stato e di Governo ed è affiancato da un parlamento bicamerale. Il Presidente attualmente in carica è Luiz Inácio Lula da Silva, eletto nel 2002 e di nuovo nel 2006.
world
news
Il diritto di navigare
investito dalla crisi ma le esportazioni, che trainavano la crescita economica, sono diminuite a causa del crollo della domanda internazionale, e con esse i consumi interni, la produzione e i posti di lavoro. I dati ufficiali non parlano di recessione, ma di “rallentamento nella crescita” e il governo non si è lasciato scoraggiare. Fedelmente al modello keynesiano, Lula ha iniziato ad incentivare i consumi delle famiglie, oltre che a promuovere un ambizioso progetto di estrazione petrolifera. Tali provvedimenti hanno contribuito a mantenere la stabilità del mercato e la fiducia degli investitori, ed evitato che tutti gli sforzi effettuati negli ultimi anni per ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche fossero vanificati.
I problemi mai risolti
Eppure il 22% della popolazione vive ancora sotto la soglia di povertà, il che significa che 42 milioni di persone vivono con meno di 1$ al giorno. La produzione agricola è imponente, ma ancora di stampo latifondista: la piccola proprietà è praticamente inesistente, tanto che uno dei movimenti di contestazione più importanti del Brasile è proprio quello dei Sem Terra. Reclamano la ridistribuzione delle terre espropriate dai latifondisti e di quelle inutilizzate, ma seppur in corso, la realizzazione della riforma agraria è ben lontana dell’essere completata. Similmente
è incompleta la demarcazione delle terre indigene, ovvero di quei territori dove le minoranze native hanno sempre vissuto ma dei quali non hanno ancora la proprietà legale, né come individui né come comunità. E’ quindi evidente la doppia anima del Brasile: da un lato gigante economico perfettamente inserito nell’economia globale, dall’altro paese ancora caratterizzato da problemi tipici dei paesi in via di sviluppo, quali la povertà diffusa e l’attribuzione dei diritti di proprietà sulla terra. Una democrazia ormai solida, ma ancora fortemente soggetta all’influenza dei detentori del potere economico; un sistema produttivo in grado di piazzarsi come primo esportatore mondiale di caffè, ma che dall’altro lato deve promuovere progetti per garantire tre pasti al giorno alla popolazione.
Le prospettive
L’organizzazione delle Olimpiadi può essere vista come un investimento a lungo termine: sicuramente il già consistente flusso di turisti tenderà ad aumentare, mentre lo svolgersi in Brasile delle prime Olimpiadi del continente sudamericano potrebbe piazzare al paese a pieno titolo fra i “grandi”, liberandolo dall’eredità di ex colonia. Il rischio più grande è invece che il cimentarsi in un’impresa tanto ambiziosa faccia perdere di vista i problemi interni lasciandoli insoluti e accantonati. n
Si sa che i paesi del Nord Europa sono sempre stati all’avanguardia dal punto di vista dell’efficienza, ma la Finlandia ha decisamente battuto tutti sul tempo. Il governo ha recentemente stabilito un piano per garantire a ogni cittadino una connessione internet superveloce entro il 2015. L’impresa non si può certo dire impossibile, dato che la Finlandia conta appena 5,3 milioni di abitanti, ovvero tanti quanti ne conta la sola città di Bangalore, in India. Ma se il piano riuscirà potrà vantare il primato di prima nazione al mondo a rendere internet un diritto, al pari della sanità e dell’istruzione.
Nodi che vengono al pettine
Sembra volgere verso un finale tutto sommato pacifico la crisi politica in Honduras, iniziata il 28 giugno con un colpo di stato militare che ha deposto il presidente eletto Manuel Zelaya. Il suo “sostituto” ad interim Roberto Micheletti, ex Capo del Congresso, ha dovuto però fronteggiare forti opposizioni internazionali. Infatti sia gli altri stati dell’America Latina, sia gli Stati Uniti hanno continuato a riconoscere come legittimo presidente Zelaya, che alla fine di settembre ha potuto fare finalmente ritorno in Honduras. Ora si attendono nuove elezioni per fine novembre, mentre Micheletti promette di farsi da parte. BLOGmag 27
e p o r u E
ente n i t n o c chio c e v l a d parseno s e i z i t o n o Pisa i Robert a cura d
INGHILTERRA
Bodies in Urban Spaces: l’arte toccata e fuga Se camminando per le strade di Londra vi siete imbattuti in colorati personaggi arrampicati su pali, stipati nell’intercapedine di un edificio o incastrati nel cornicione di una finestra, tranquilli, non si tratta di un’allucinazione, bensì di un nuovo modello di arte pubblica, divertente, gratis e sempre in movimento. Grazie a Dance Umbrella, che ormai da due più di due anni organizza eventi di grande successo nella società londinese, si è svolto dal 16 al 18 ottobre Bodies in Urban Spaces, un dinamico percorso attraverso alcuni dei più suggestivi spazi pubblici della città. A partire da London Bridge, per circa un’ora, venti acrobati hanno compiuto in tempo reale più di trenta installazioni fugaci e altamente impressionanti. Lo scopo di queste momentanee sculture viventi è quello di far riflettere il pubblico sulla struttura urbana della propria città, analizzarne le sue funzionaità, possibilità e limiti. Siete arrivati troppo tardi? Non resta che scoprire in quale città sarà la prossima performance. Elena Biagi (Londra)
OLANDA Se l’Olanda changes its mind Dicesi paese tollerante, mentalità aperta, libertà di fare-dire-baciare. “Venghino signori venghino”. Respirata boccate di aria pura al modico prezzo di un volo low cost. Vi è capitato di andare ad Amsterdam negli ultimi dieci minuti? A noi, sì. Missis where are you from? Italia. Spaghetti e Berlusconil, direte voi? No. Quaggiù, se dici che sei italiano, la prima cosa a cui pensano è ben diversa. Eccolo: un fattone casinista sporcaccione. Signorina mi dispiace, non accettiamo cani e italiani. Pare così che mamma Olanda si sia stancata del drug tourism, o meglio conosciuto come “passiamo la frontiera per farci una cannetta”. L’idea: introdurre l’utilizzo di una card da rilasciare ai residenti, membri così di un “coffee shop club” e per lo straniero che attraversa il confine diventerà sempre più difficile poter acquistare droghe leggere. Discriminazione? Et voilà: l’aria che si respira oggigiorno nelle terre libertine del nord. Tot ziens. Martina Castigliani (Maastricht)
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FINLANDIA
Passaggio (pedonale) a Nord-Est Una delle prime cose che si notano, vivendo in un paese scandinavo, è l’applicazione delle regole stradali. È facile rendersi conto che a Roma senza atti eroici non si riesce ad attraversare la strada, quindi un diverso approccio a queste norme non può che stupire piacevolmente. Tuttavia c’è qualcosa che lascia un po’ perplessi: li vedi aspettare buoni buoni fino all’esatto secondo in cui scatta il verde, questi finlandesi. All’inizio pensavamo rientrasse nella cultura del posto, la Finlandia è un Paese in cui si è, giustamente, ligi alle regole. In seguito abbiamo scoperto, e non a nostre spese, che se si attraversa la strada con il rosso, non si corre il pericolo di essere investiti da un tir, quanto piuttosto quello di essere salassati da un biondissimo poliziotto. Che può affibbiarti una multa di quaranta euro sonanti anche nel caso in cui tu non abbia attraversato sulle zebre pedonali. Valentina Schiavone (Helsinki)
SPAGNA
Compro ergo sum: il negozio dove il prezzo è l’ultimo dei problemi La storia dell’evoluzione umana è uno spettacolo bizzarro da osservare. L’ironia accompagna non solo lo sguardo al passato, ma anche al presente: la metamorfosi della scimmia a homo sapiens, fino a homo “consumator” è degna di barzelletta. Siamo quello che consumiamo e, se originariamente era l’identità sociale che definiva l’acquisto, il processo si è capovolto: è ciò che compriamo a dichiarare lo status quo. Tante sono le cause di questa inversione: per esempio l’aumento eclatante dell’offerta o la capacità del mercato di anestetizzare la percezione di sé del consumatore. A Barcellona ha appena aperto un negozio che sembra una simpatica risposta a questo fenomeno, si chiama esloultimo. La tessera di socio costa 5 euro e vale sei mesi, durante i quali si è liberi di portarsi a casa 5 oggetti qualsiasi ogni 15 giorni. Tra gli scaffali si possono incontrare le ultime novità nel settore della moda, cosmetica, tecnologia, alimentazione, etc. Un falso invito al consumo ‘giusto’ (compra quello che ti piace, il prezzo sarà l’ultimo dei tuoi problemi)che nasconde altre aspirazioni: abbuffati, ma poi sappi che continuerai ad avere fame e a consumare senza avvertire il senso di sazietà. Annalisa D’Urbano (Barcellona)
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Cina 2.0
Su www.engrish.com la sezione Chinglish riporta gli errori di traduzione e scrittura dell’inglese da parte dei cinesi. Per cui un cartello che vieta di fare fuochi in un parco, tradotto in inglese diventa: no naked fire here, oppure un augurio si buona fortuna si traduce in googluck. Poco tempo fa è apparsa una curiosa notizia secondo cui il comune di Shanghai ha previsto multe per chi sarà sorpreso a girare in pigiama per la strada, abitudine che pare accomuni circa 8 milioni di cinesi nella sola Shanghai.
usanze cinesi
Dal nostro inviato in Cina, una piccola carrellata di abitudini e stranezze che si possono vedere per le strade del grande paese asiatico autore > michele maisto luogo > kunming, cina categoria > mondo
C
tags > carretti, negozi, esercizi, viaggiare, sviluppo, cina, pechino, pipì, bambini, offerte, passanti, benzina
’è chi lo chiama il paese del dragone. C’è chi teme che la sua economia possa crescere a tal punto da fagocitare la nostra e c’è chi crede che ogni volta che andiamo al ristorante rischiamo di mangiare carne di cane. Ma com’è esattamente la Cina?
Tra carretti e negozi
Innanzitutto, bisogna ricordare che è un paese grandissimo, quasi BLOGmag 30
quanto tutta l’Europa, e perciò con grandissime differenze al suo interno. Pensate solo alla differenza che può esserci tra un milanese e un romano e provate a fare le proporzioni. Il veloce sviluppo degli ultimi decenni ha portato grandi progressi, soprattutto nelle città, ma non ha del tutto cancellato i segni del passato. Non è infatti difficile trovare, ai piedi di moderni grattacieli, carretti trasportati dalla sola forza dei pedali. Caricati però
all’inverosimile in una misura che lascia spesso sbalorditi i viaggiatori occidentali. Un altro aspetto che attira l’attenzione dei più mattinieri sono gli esercizi che i commessi dei negozi compiono ad inizio turno per cominciare la giornata con lo spirito giusto. Spesso uno dei responsabili del negozio invita i dipendenti a ripetere ad alta voce frasi che alzino lo spirito di gruppo dei dipendenti e li spingano a lavorare meglio. Il tutto avviene di fronte al negozio, sul marciapiede. In alcuni negozi ci sono commessi che hanno il compito di battere le mani per incitare i clienti ad entrare elencando le offerte e tentando di convincere i passanti. A volte la formula utilizzata è la stessa che durante le olimpiadi di Pechino abbiamo sentito ripetere tante volte: jia you, jia you! Si potrebbe tradurre come: forza, vai! ma il significato letterale è: aggiungi benzina! Quindi prima dell’invenzione dell’automobile come si diceva? Nessun cinese a cui abbiamo chiesto ha saputo risponderci anche se qualcuno ha azzardato che si dicesse da qi, cioè: gonfia le ruote della bicicletta!
I bambini fan pipì ovunque
Camminando per le strade di qualsiasi città cinese non si potrà fare a meno di notare i comportamenti dei bambini e la loro assoluta libertà di pipì che gli viene concessa. Non c’è nessuno che si scandalizza vedendo un bambino che aiutato dalla mamma fa pipì in un’aiuola del parco, in un tombino ai lati della piazza principale della città o addirittura dentro un cestino della spazzatura di un centro commerciale. Per fare ciò sono aiutati dai modelli di vestitini per bambini saggiamente pensati per questo scopo. I pantaloni, infatti, sono dotati di un comodo buco in mezzo alle gambe che semplicemente chinandosi permette ai bambini di non sporcarsi e di tornare a giocare in pochi momenti. n
un “infiltrato” a x factor Un nostro ex collaboratore, Mario Spada, ha partecipato come concorrente alla terza edizione di X Factor. Ci racconta come è andata autore > antonella capalbi luogo > matera categoria > show, musica
tags > x factor, raidue, mario spada, morgan, meccanismi, televisione, telecamere, esperienze, live
A
poche settimane dalla sua eliminazione, Mario Spada, ex concorrente della terza edizione di X Factor nonché ex collaboratore di BLOGmag, rivela le sue impressioni e il suo stato BLOGmag 32
d’animo al termine di un’esperienza di tale portata (“allucinante”, parole sue!) dandoci un prezioso spaccato di quei meccanismi che dall’altra parte dello schermo, a casa, in panciolle, probabilmente riusciamo a cogliere solo in parte.
Allora Mario, per questa volta dall’altra parte del microfono. Bruciamoci subito la classica domanda. Esperienza X Factor: bilancio? E’ stata un’esperienza allucinante. A casa probabilmente arriva il 30% di ciò che si vive all’interno di un contesto del genere caratterizzato da un’alternanza di momenti assolutamente frenetici, in cui è richiesta la massima energia, a momenti di assoluta apatia. Dovendoci muovere solo tra lo studio, la sala prove e il loft alternavamo periodi di estrema energia a altri, in cui magari la sala prove era occupata e lo studio anche, di estrema lentezza. Non sapendo che fare a volte scaraventavamo cose per terra! Addirittura! Sì, ma non era una cosa negativa. È in quei momenti d’inerzia che prende vita più facilmente l’estro creativo. Avevo modo di ascoltare musica, leggere i tantissimi libri consigliatimi da Morgan. È in questo senso che credo che la noia sia arte. Dicevi che a casa arriva una
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minima parte di ciò che accade lì. Com’è il mondo della televisione o del jet set visto da dentro? È assolutamente diverso. Non passa tutto ciò che accade. Soprattutto probabilmente non si ha la percezione di quanto lavoro e di quanta gente giri intorno alla macchina televisiva. Una macchina imperfetta ma perfettamente funzionante e sapere quanto lavoro c’è intorno anche a una tua singola esibizione inorgoglisce. Questa è una delle tre cose che più mi rimarranno dentro da questa esperienza, assieme ai complimenti di De Gregori e al fatto che Luca Tommassini, coreografo di Madonna, Michael Jackson e altri big, mi abbia definito un animale da palco.
Un vivaio di talenti: questa è l’immagine che viene data a livello televisivo. Quanto pensi che si dia valore all’artista e quanto alla sua immagine? Ovviamente viene fatto un mix tra le due cose. L’immagine in un certo senso è parte integrante del talento di un artista, ne è una componente. Si dà abbastanza spazio a entrambe le cose raggiungendo un buon equilibrio. Quanto reality e quanto talent show? Di reality ce n’è poco, neanche un 10%. All’inizio è un po’ pesante ma dopo poco le telecamere le dimentichi e sei portato ad essere te stesso più naturalmente. Solo nel rapporto con Morgan le avvertivo maggiormente; lui è
sempre circondato da tantissimi cameramen e risultava difficile avere un momento un po’ più “riservato” con lui. A proposito di Morgan... Eh, tanto lo sapevo che c’era la domanda su di lui! Quanto pensi abbia influito sulla tua immagine essere stato scelto da lui? Ha avuto una parte nella misura in cui è riuscito spontaneamente a far emergere ciò che io sono. L’immagine del “dark” sembrerebbe che me l’abbia costruita un po’ lui; in realtà è riuscito subito a far emergere dei lati di me che comunque mi appartengono. L’accezione di dark, che comunque è un’accezione ampissima sotto la quale potrebbero rientrare moltissime cose, è vicina a un mondo che mi appartiene. Poi per il resto, giudicare per etichette credo sia abbastanza superficiale. Progetti futuri? Sono ancora in contatto con Morgan e il mio vocal coach Carlo Carcano, una delle persone, se non l’unica, con le quali ho raggiunto subito una perfetta sintonia e che costituisce un grande rimpianto dell’essere uscito presto. Lui e Morgan sono le persone che più mi sento di ringraziare. Sono loro che mi hanno scelto e che hanno visto qualcosa in me. Penso comunque di produrre qualcosa al più presto. Sto scrivendo e continuando a vivere di musica. Spero di riuscire a produrre a breve un singolo ma tra i miei appuntamenti futuri c’è sicuramente anche il tour di X Factor. Ultima domanda, d’obbligo. Com’è essere preso di mira dalle Iene? Divertente! E soprattutto altra cosa di cui essere orgoglioso: essere tu l’oggetto delle bastardate di un programma che vedi sin da piccolo! Sono veramente geniali e altrettanto geniale (e infame) è il modo con cui hanno montato il servizio. Ero stato invitato al compleanno di Antonella Elia (raramente mi si vedrebbe in discoteca altrimenti) e mi hanno fatto aspettare un quarto d’ora sotto la pioggia, facendomi le domande più assurde. Ho perfino canticchiato qualcosa a cappella e mi hanno fatto entrare con la sciarpa avvolta tutta intorno alla testa! n BLOGmag 33
abbonati a Come fare per ricevere direttamente a scuola e a proprio nome la rivista e non perderne nessuna copia
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iete stufi di perdervi BLOGmag perchè a ricreazione c’è ressa e non arrivate in tempo al tavolo con le riviste? Oppure il giorno in cui viene distribuito siete puntualmente a casa con il raffreddore e il giorno dopo non se ne trova più nessuna copia neanche a pagare (e quelle dei vostri compagni magari hanno il cruciverba già risolto e non c’è più gusto)? Ti irrita lo spreco di carta dei tuoi compagni che prendono BLOGmag solo per fare il cruciverba o vedere se hanno pubblicato al loro foto sul fotoblog e poi lo buttano (magari neanche nella carta)? Problemi risolti: dall’anno prossimo sarà possibile abbonarsi a BLOGmag, sempre a costo zero! Basta andare sul sito
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www.blogmag.it e seguire le istruzioni che vi compaiono nella schermata principale. Altrimenti, potete mandare un sms al numero 333 61 62 333 scrivendo nome, cognome, classe, scuola e città. In questo modo potrete ricevere la vostra copia di BLOGmag nominale e direttamente in classe, senza più ansia! Inoltre potranno abbonarsi anche coloro nella cui scuola BLOGmag non viene distribuito e che di solito se lo fanno prestare da qualche amico più fortunato. Fin dalla sua nascita nel lontano 2005 BLOGmag (all’epoca BLOGbolognaSTUDENTmag) ha sempre avuto come idea centrale quella di dare voce agli studenti, con articoli scritti dagli studenti per gli studenti. Nel giro di 4 anni il magazine è cresciuto fino a raggiungere i ragazzi di tutta >>
>> Italia, ascoltando le loro esigenze
e cercando di attirare l’attenzione dei media che di solito parlano dei teenagers senza mai parlare con i teenagers. Il lavoro di ricerca sulle esigenze degli studenti non si è mai fermato e già da 3 anni in allegato all’ultimo numero esce lo speciale BLOGesami, salvagente per i maturandi, inoltre per il futuro ci sono molte altre succose idee in fase di sviluppo!
Continua IoStudioConTIM
Quest’anno BLOGmag ha raggiunto la veneranda cifra di 25 numeri usiciti (più 3 numeri zero prima di cominciare), festeggiando questa data con un mega-sondaggione via Facebook sui valori che ha coinvolto più di 200.000 studenti. Ovviamente non ci si vuole fermare qui, e gli abbonamenti sono un modo per ricordarvelo! n
Comaersi a n ag o b b a OGm BL gmag.it
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ito o i nel s l t n b . e s i pre wwisw uzion r t e il 333 e, 2 Segu 6 1 m 333 6SMS con onloa e città. un scu Scrivi e, classe, m o cogn
Sta avendo grande successo l’iniziativa “IoStudio con TIM”, collaborazione tra Telecom Italia e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca: si tratta di una serie di agevolazioni per gli studenti in modo da favorire la ICT (internet and communication technology) all’interno delle scuole superiori. Agli studenti in possesso della carta “IoStudio” TIM offre innanzitutto la tariffa agevolata TIM@school per parlare e messaggiare con tutti gli utenti TIM senza limite, al costo di 2 euro a settimana. Poi, per chi fosse interessato anche a navigare, è disponibile un’altra offerta, Internet@school, articolata in due possibilità: una tariffa che, al costo di 8 euro al mese, permette di avere internet sul telefonino e un’altra che, per 25 euro al mese, fornisce direttamente un laptop con chiavetta USB per la navigazione veloce e 100 ore di traffico internet già comprese. Ma la carta IoStudio è anche molto altro, offre vantaggi e agevolazioni in molti ambiti: dai musei gratuiti agli sconti sui trasporti, passando per le riduzioni sui biglietti del cinema, gli ingressi agevolati alle oasi WWF e tanto altro, tutte le informazioni sono disponibili sul sito www.istruzione. it/studenti. La collaborazione tra Telecom Italia e il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, inoltre, si propone di promuovere numerose iniziative di sensibilizzazione dei ragazzi, che si svolgeranno nel corso dell’anno scolastico, su temi come eco sostenibilità, bullismo e sicurezza in rete, attraverso l’utilizzo di forme di comunicazione innovative.
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youtube e flickr? meglio l’arte Se siete stufi di video in bassa qualità e di cercare foto belle tra un mare di cose inutili, buttatevi su Vimeo e deviantART, due social dove trovano spazio le nuove forme d’arte autore > carlotta marchioni luogo > bologna categoria > hi-tech
S
tags > vimeo, youtube, flickr, deviantart, hd, videomakers, artisti, regole, condividere, kanye west, britney spears, photoshop
e vi chiediamo di pensare a un sito per vedere video, quasi certamente il 99% di voi pensa a YouTube. Se invece si parla di caricare foto siamo disposti a scendere a un 90% che subito visualizza nella sua testa l’homepage di Flickr e il suo saluto in swahili (o hawaiano?).
Alla ricerca della qualità Questi marchi sono diventati ormai di dominio pubblico,
ti a a n o Abb GmagLO!Gmag iB re BLsO umer la e semp imi n i! o
nat ros scu Dai p sempre a me. Abbo no rà it arrive , ma a tuo logmag. b . s s i t gra www gli sm Vai su i le info su na i g o leg ltima pag ertina). u ’ p all lla co ro de t e r l (su
BLOGmag 36
con tutti i pro e i contro che ne conseguono: la qualità dei video di YouTube è molto bassa; in più, per l’affollamento, ci vogliono quei 10 minuti buoni per caricare un video che ne dura la metà. Inoltre ultimamente moltissimi filmati sono stati rimossi per violazione del diritto d’autore (quelli sopravvissuti spesso non si possono condividere su Facebook, che fastidio!). Con il grande successo, sono poi arrivati anche i maleducati che spesso >>
13.000
Il numero di video caricati quotidianamente su Vimeo a marzo 2009.
Obama
Usa Vimeo (ok, magari non lui in persona ma il suo staff) per caricare i broadcast della Casa Bianca in alta definizione.
36 milioni
I visitatori annuali di deviantART secondo uno studio del 2008 del sito compete.com.
Fella
Il nome del robot mascotte di deviantART.
30.09.2007 Data in cui è stata aggiunta la possibilità di caricare video su deviantART.
xtra
>> rendono i commenti un’infinita
sfilza di insulti e risposte. Ci sono quelli che caricano video solo per salutare la mamma o per difendere il gruppo del cuore, ci sono video di foto e video con solo l’audio che trasformano YouTube in una specie di iTunes gratuito. Riguardo a Flickr, basti dire la sua esistenza ormai è nota anche ai fotografi seriali: quelli che caricano TUTTE le foto che fanno, compresa la sequenza di 5 autoscatti di cui nessuno a fuoco e la serie del gatto che dorme, ripreso da tutte le angolazioni. Insomma, si inizia accusare un po’ l’eccessiva diffusione di questi siti, famosi più per il fatto di essere famosi che per effettive qualità. Per fortuna la rete è sempre un passo avanti rispetto ai suoi utenti e si iniziano a intravedere due lucine in fondo al tunnel: stiamo parlando di Vimeo e di deviantART.
Vimeo: arte ad alta definizione Vimeo è un social-network basato sulla condivisione video, completamente gratuito, nato dal desiderio di alcuni film- e videomakers di confrontarsi con altri artisti e condividere arte e momenti di vita quotidiana. Da subito Vimeo ha cercato di creare una comunità in cui scambiarsi
opinioni in piena libertà ma senza mancare di rispetto a nessuno. Le regole a cui devono sottostare i video ospitati sul sito sono ferree e prevedono, tra le varie cose, che chi carica il video possieda necessariamente i diritti su di esso e che il filmato stesso non abbia fini commerciali. Dalla sua Vimeo ha una qualità video assolutamente superiore a youtube e un player molto più versatile, (tutti i video sono embeddabili!). Inoltre è stato il primo sito a consentire l’upload di video in alta definizione. Ad oggi la sua fama sta crescendo in maniera esponenziale, tanto che molti artisti lo preferiscono a YouTube per pubblicare videoclip in anteprima o diari di viaggio delle tourneè. Tra gli utilizzatori vip ci sono Kanye West, Nine Inch Nails, Moby, Lykke Li, Röyksopp e Britney Spears che ha rilasciato su Vimeo in anteprima il suo nuovo video Radar.
Artisti deviati
DeviantART, invece, è una community nata per lo sharing di opere d’arte, che siano fotografie, illustrazioni, dipinti o anche opere letterarie. Fondata nell’agosto 2000 ha aumentato il numero di utenti ogni anno per arrivare, nell’ottobre 2009, a 11 milioni di membri che caricano una media di 100.000 opere al giorno. Il sito è organizzato per categorie per facilitare la ricerca, e comprende anche contenuti scaricabili come skins per applicazioni o tutorial di Photoshop. Ogni utente alla registrazione ottiene un URL personalizzato e una pagina personale che comprende anche un blog. I “Deviants”, come si chiamano tra di loro, possono commentare le opere degli altri utenti, lasciare messaggi sulle loro pagine, aggiungere le opere ai loro preferiti e anche acquistare le stampe. Questa è una novità assoluta: gli utenti di deviantART, infatti, possono fare soldi in maniera facilissima e senza investimenti grazie al sito che offre la possibilità di vendere le opere stampate, oltre che su carta, su magliette e mugs, ovviamente lasciando poi una percentuale all’artista. n
tech
news
Uccellini vs. CERN
Un uccellino ha impedito la fine del mondo. O meglio, ha bloccato l’esperimento LHC del CERN di Ginevra che secondo alcuni doveva generare un buco nero che avrebbe inghiottito la Terra e tutto il resto. Bene, dopo un serio guasto, il grande acceleratore di particelle è stato riparato ed era pronto a far scontrare due protoni in cerca del Bosone di Higgs (la “Particella di Dio”) quando il trasformatore – che non è interrato – si è inceppato a causa di... una mollica di pane, probabilmente lasciata cadere da un passerotto che svolazzava nei cieli svizzeri. Riparato il guasto ci si chiede, il volatile si è salvato oppure si è fritto a 18000 Volt?
Nuove forme di live
In un futuro più o meno vicino dovremo rivalutare il concetto di “Live”: poche settimane fa infatti gli U2 hanno mandato in streaming su YouTube il loro concerto dal Rose Bowl di Pasadena. Quindi, oltre ai 97 mila fan nello stadio, addirittura 13 milioni di utenti hanno seguito lo spettacolo comodamente seduti alla scrivania – e magari immaginiamo anche praticando del sano airbanding. Ma la sfida dell’innovazione dei live è vinta dai Foo Fighters (nella foto): il gruppo rock americano infatti si è esibito davanti ad una manciata di tecnici “reali” e circa 500 mila utenti su Livestream e su Facebook. Niente più pogo sotto il palco per i prossimi concerti quindi? Tommaso Tani BLOGmag 37
T
1° Che Banca!
Parliamo delle prime pubblicità di questo marchio, quelle in stile musical. Da una banca ci si aspetta sicurezza e affidabilità. In questo periodo in cui l’economia traballa di una banca di ballerini non ne sente il bisogno proprio nessuno.
stop agli spot! Fare pubblicità è un’arte, e non tutti nascono artisti. Abbiamo messo in classifica quelli più brutti (secondo noi) autore > lorenzo bovini luogo > bologna categoria > top10
P
tags > pubblicità, spot, tv, aldo giovanni e giacomo, yogurt, auto, minifilm, trash, jingle
ubblicità! È tutta intorno a te, per citare un famoso slogan. Veniamo bombardati da centinaia di pubblicità ogni giorno: dai volantini alla televisione, dal cinema ai giornali fino ai videogames. Ormai solo i libri sembrano rimasti immuni (ma non ne siamo così sicuri...). E, come ormai tutti nella vita scrivono un libro, molti creano o sono protagonisti delle promozioni. La differenza è che i pessimi libri possiamo evitare di leggerli mentre gli spot, volenti o nolenti, ci tocca vederli. Cosa serve per fare una bella pubblicità? Niente, all’apparenza. Le BLOGmag 38
pubblicità più belle, in genere quelle delle auto, sono dei minifilm da trenta secondi (anche se, in quel caso, scadere nel banale è molto facile e si finisce spesso per ottenere qualcosa di pacchiano). Mettere un comico è un’arma a doppio taglio: se la gag è semplice e molto buona la campagna funziona. Lo svantaggio è la ripetitività, perciò il numero di spot da realizzare diventa molto grande e il rischio di annoiare si moltiplica. L’affidabilità di un testimonial non è neanche assicurata. Ad esempio Aldo, Giovanni e Giacomo che dieci anni fa realizzarono un classico con le pubblicità
dello yogurt, oggi sembrano molto più banali con le loro pubblicità nel campo della telefonia. La scelta del testimonial dipende ovviamente dalla campagna: non si può mettere Freddy Krueger a fare la pubblicità del Mulino Bianco! Molto spesso si punta sul jingle, anche se in media il risultato è molto trash. Anche se bisogna ammetere che molte canzoncine ridicole rimangono impresse nella memoria e, nel lungo periodo, vengono apprezzate (perchè sostituite da canzoni peggiori). La cover di Con Te Partirò delle pubblicità di una grande azienda di telefonia è riuscita ad approdare in radio, invece la canzoncina in stile Ruggeri-Ligabue di un celebre discount speriamo che raggiunga presto il dimenticatoio. Insomma, la pubblicità è un lavoro di precisione, un’arte e l’anima del commercio: è roba seria. Basti pensare che i nostri avi attendevano con ansia Carosello, che non era altro che una lunga pausa pubblicitaria di dieci minuti. Il mondo della pubblicità di oggi ha fatto molta strada da allora: speriamo che i promo di domani, siano ancora meglio! n
1 P o T Parmigiano Reggiano
La ricetta è semplicissima: prendete una stanza, riempitela di uomini vestiti da vegetali, una finta nevicata di formaggio e aggiungete il jingle più fastidioso della storia. Mescolate e otterrete una pietra miliare del trash che non dimenticheremo tanto facilmente.
2°
Gran Pavesi
Ci sono amuleti che possono risolvere ogni situazione pericolosa e la loro forma è quella di... mezzo cracker! Nel mondo reale offrire un cracker a una con cui hai fatto la figuraccia del secolo non la fa sorridere. Almeno non prima che ti abbia tirato uno schiaffo.
3°
Viakal
Vodafone Station
Molto spesso ci si affeziona agli oggetti che si tengono in casa. Ma non abbiamo mai palpato il nostro router, nè ci abbiamo mai brindato. Preso a calci, forse. Siamo sicuri che limonare con un modem sia illegale almeno in una decina di stati USA...
5°
Nelle case dei più giovani in media si pulisce poco, dato di fatto. Ma se ‘sto tipo conosce tutti i rimedi potentissimi (tramandati da mitici antenati) per pulire il lavandino, come mai sembra che il bagno non venga pulito dal 1842?
6°
Gocciole Tribù
Kinder Bueno
Ok: alzi la mano chi, prima di questa pubblicità, avrebbe riconosciuto Andrew Howe; ma sopratutto sarebbe carino sapere quanti offrirebbero una merendina all’eterna promessa dell’atletica italiana che si è distinto per aver vinto... praticamente nulla.
8°
Il coccodrillo è un predatore che ottiene sempre quello che vuole; quindi quando è affamato si mangia... un po’ di biscotti! Logico no? Ma soprattutto: perchè la voce da crooner? Perchè? Ripensandoci a certe domande è meglio non ottenere risposta.
9°
Chupa Chups
Non parleremo di uno dei personaggi più inutili della pubblicità mondiale. Ci limiteremo a pronunciare il suo nome: Mr. Chuck.
4°
San Crispino
Sarà anche buonissimo, ma tenerlo proprio in cantina come se costasse un patrimonio? Secondo noi, il signore stava scherzando quando diceva di berlo Tot i de. Bisogna ammetterlo però: è un salto di qualità da quando fingevano di stapparlo con la bocca.
7°
Edison
Passi per la scenografia finto “Chi vuol essere milionario”, passi per la grafica che più scadente non si poteva fare. Ma la nazionale di basket che si presenta in divisa solo per essere inquadrata è veramente indecente!
10°
0 1 ToP BLOGmag 39
europee e non solo di personaggi vestiti con stili così definiti deve avere ispirato qualche bloggerfotografo, che ha deciso di creare un blog con le foto più interessanti dando inizio a un trend che non sembra volersi arrestare: i blog di street-style.
Street-style blog around the world Partiti dalle grandi città, si sono diffusi a macchia d’olio tanto che, ad oggi, Londra conta almeno una decina di blog di stile, seguita da New York, Parigi, Berlino per arrivare a Bucarest, Lisbona e addirittura Tel-Aviv! In Italia, nonostante siamo considerati i più stilosi dal resto dell’Europa, questo fenomeno è ancora alla fase embrionale. C’è qualche timido tentativo con base a Milano (Pimpumpam e Plastic Choco), ma la massima attività è limitata alle settimane della moda. Sarà che alla fine in Italia anche le grandi città non sono altro che paesoni e la gente non si presta volentieri a farsi fotografare da emeriti sconosciuti.
The Sartorialist (c) thesartorialist.com
Leader indiscusso nonché precursore del fenomeno è sicuramente Scott Schuman, aka “The Sartorialist” (www.thesartorialist.blogspot.com), il cui blog ormai è consultato anche dai grandi designer per cercare ispirazione. Scott ha iniziato a scattare a New York nel
blog di street-style In giro per il mondo con una macchina fotografica, a caccia di stili e tendenze autore > carlotta marchioni luogo > bologna categoria > moda, art
U
tags > fotografia, street-style, blog, europa, scandinavia, germania, spagna, vestiti, designer, stilisti
n tempo, non troppo tempo fa in effetti, ci si “vestiva” per le occasioni: una cena galante, una prima a teatro, un party... Ora, ci si “veste” BLOGmag 40
anche per andare a prendere il giornale. Che non significa uscire in abito da sera tutti i giorni, ma semplicemente curare in modo particolare la scelta dei vestiti. L’aggirarsi per le grandi capitali,
Overkill Shop: must see berlinese
Overkill significa, in gergo graffitaro, l’esplosione di una bomboletta spray durante l’uso per la troppa pressione. Ed ecco l’origine di questo che piú che un negozio é un faro di stile e tendenze, la strada. Overkill Shop (Koepenicker Strasse, 195, Berlin – overkillshop.com) é volgarmente uno “sneakers store”, ma volendo descriverlo la parola da utilizzare sarebbe museo, dove grazie ad una vera e propria scenografia, una semplice scarpa si trasforma in un’opera d’arte. Overkill non fa parte di nessuna catena, é situato nella prima periferia di Berlino e nonostante questo vende in tutto il mondo, possiede un seguitissimo blog, dove propone le ultime tendenze del mercato, ed un unico e vasto archivio fotografico (sneakers. bz) con le piú belle scarpe mai prodotte dai brands piú importanti sul mercato. Le caratteristiche che rendono questo negozio un must see nelle gite berlinesi dei giovani europei sono la continua ricerca del nuovo e la passione, soprattutto per le piccole cose. Per la serie... “Chissene frega dei soldi”. Marco Mazzoni
2005, dopo avere lasciato il suo lavoro nell’ambiente delle vendite di marche di lusso, e ora viaggia seguendo le settimane della moda o la sua ispirazione. Può capitare di incrociarlo a Londra, Parigi, Berlino, Barcellona, ma visita spesso anche Milano, Firenze (soprattutto in corrispondenza con gli eventi a palazzo Pitti) e Bologna. Il suo blog è caratterizzato da fotografie molto curate sia nella scelta dei personaggi che della luce e dell’angolazione. L’unica pecca è che, in quanto americano, sembra essere convinto che il massimo dell’eleganza maschile siano i mocassini abbianti a calzettini stravaganti.
sfociare nel puro esibizionismo. Insomma, se volete andare a fare la spesa in pigiama siete ancora autorizzati, anzi, magari vi vede un street-blogger e lanciate una nuova moda! n
Nord Europa, zona stilosa
Una zona in cui il blog di street-style stanno dilagando è il nord-Europa: Olanda, Danimarca, Svezia e Finlandia producono giovini donzelle e affascinanti giovanotti non solo dotati di algida bellezza, ma anche di uno stile innato ed eccentrico che funziona solo se sei alto più di 1.80 m e hai carnagione eterea (se no sembri Memole in abiti da festa). Per i Paesi Bassi si distingue damstyle. com con base ad Amsterdam, mentre particolarmente interessante è il blog copenhagencyclechic.com, la cui autrice si concentra sugli stilosissimi ciclisti della capitale danese. Sempre in zona nordica, Berlino spicca per lo stile singolare dei suoi abitanti (anche se di tedeschi in realtà se ne incontrano pochi). I fotografi di stilinberlin.com si aggirano principalmente per le strade del Mitte, ma ogni domenica migrano nel quartiere di Prenzlauerberg per il mercatino delle pulci di Mauerpark. Gli spagnoli, dal canto loro, non rimangono indietro e Barcellona conta svariati blog, con fotografie un po’meno curate e uno stile decisamente più chiassoso rispetto ai nordici (appealtotheeye.blogspot.com).
Coarse Toys: pulp e destabilizzanti
Quando si parla di toys si pensa a un mondo popolato da pupazzetti colorati che, per quanto ogni tanto prendano derive parecchio crudeli o inquietanti (vi ricordate il coniglietto che fuma di Frank Kozik?), fanno comunque sorridere. Ecco, ora prendete l’idea dei toys che avete avuto fin ora, accartocciatela e buttatevela dietro alle spalle. I Coarse toys, creati dal designer tedesco Mark Landwehr, sono distanti anni luce da qualsiasi altro toy voi abbiate mai visto. Più simili a statue per le loro dimensioni (1:3 la misura classica, ma ci sono anche edizioni limitate in scala 1:1), sono figure umanoidi iperrealiste ma quasi aliene. Surfer e skater feriti nei modi più disparati: sangue che cola dalla bocca, morsi di squalo, cerotti dovunque. E nonostante tutto le loro espressioni sono prive di qualsiasi emozione. Decisamente destabilizzanti. Grazie alla particolarità delle sue opere, Mark Landwehr ha avuto modo di collaborare con la Vans, creando una serie di toys in edizione limitata acquistabili solo nei negozi monomarca Vans in Europa.
Questo genere di blog non sembra perdere il suo fascino, anzi, ogni giorno aumentano le città ansiose di mostrare l’eleganza dei loro abitanti al mondo. C’è da dire che, se in alcuni casi si tratta di prodotti raffinati che ispirano non solo i comuni mortali, ma aiutano i designer a individuare le nuove tendenze, in molti casi si rischia di BLOGmag 41
perchè mi piace davvero tanto disegnare su carta e tela. Prendere una matita e inizare a scarabocchiare o disegnare su delle superfici mi rende felice!
Dove trovi l’ispirazione per i tuoi personaggi?
Domanda difficile. L’ispirazione può arrivare da così tante cose diverse ed è una cosa molto soggettiva. Non riesco a definirla esattamente, ma penso che, per quel che mi riguarda, sia un misto tra le illustrazioni dei vecchi libri per bambini, i film sui mostri e l’osservazione degli animali.
Nome: Christian Lindeman Data di nascita: 5 novembre
1975
Peso: Non me lo ricordo Definisci la tua arte con 3 aggettivi:
Quali sono i tuoi lavori che ritieni più importanti?
Colorata, fumettosa, pulita
La tua canzone preferita del momento: “Please don’t go” dei Barcelona
Il tuo film preferito:
L’ultimo è “Up” della Pixar
L’ultimo libro che hai letto: “La metamorfosi” di Kafka
La città dove vorresti vivere: Melbourne, ma anche Londra andrebbe benissimo!
Christian Lindemann Intervista all’autore della cover di BLOGmag di questo mese!
L
a copertina di questo mese è stata disegnata dall’artista tedesco Christian Lindemann, nome noto a chi ha la BE-U per l’illustrazione di Novembre. Gli abbiamo chiesto di parlarci un po’di lui, del suo lavoro e di dare qualche consiglio alla prossima generazione di illustratori...
Quando hai scoperto di essere un bravo illustratore? Era il tuo sogno lavorare con i “disegni”? Ho sempre avuto fin da piccolo una BLOGmag 42
passione per il disegno, i fumetti, eccetera... stavo costantemente scarabocchiando qualcosa. In realtà volevo essere un fumettista, direi che ci sono andato vicino! Non so se sono bravo, ma mi piace davvero quello che faccio e ogni tanto la gente mi paga anche!
Che tipo di strumenti usi quando lavori? Qual è il tuo preferito?
La maggior parte delle mie illustrazioni venfono fatte con Adobe Illustrator, ma per prima cosa faccio qualche schizzo dell’idea. Questo
Quelli in cui ho la libertà di decidere cosa esprimere attraverso le mie opere. Recentemente ho curato il design di un platform game online, è stato un bel lavoro e anche divertente. Ovviamente i disegni per la mia piccola linea di t-shirts, “Alive”, sono molto importanti per me.
Quali dei tuoi colleghi stimi di più?
Ci sono tantissime persone di talento li fuori, ma di alcuni in particolare apprezzo di più i lavori: Bob Staake, Geoff Mcfetridge, Tim Biskup, Jeremyville, Nathan Jurevicius e Jesse LeDoux.
Quali obiettivi ti dai, come artista, per il futuro?
Esplorare nuovi mezzi di espressione. Mantenere la mia passione per il disegno e gli scarabocchi di mostri. Girare un cortometraggio. Dimagrire. Divertirmi.
Un suggermento per i lettori di BLOGmag che vogliono tentare una carriera come la tua? Avere passione, amare quello che si fa, disegnare un sacco e poi ancora di più. Disegnare è la chiave per fare buone illustrazioni, ma aiuta anche avere una mentalità aperta. Bisogna cercare di farsi un giro di contatti, creare una rete insieme ad altre persone che cercano di percorrere la stessa strada. Non bisogna avere paura di sbagliare, e quando avete un lavoro siate cordiali e rispettate i tempi di consegna. n
x o b t n Pri a cura di Erica Scigliuolo
Maus AUTORE: Art Spiegelman EDIZIONE: Einaudi PAGINE: 292 pp. PREZZO: 17 € VOTO:
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Bianchi e neri, duri e schizzati. Gatti nazisti e topi ebrei chiusi nella gabbia dell’Olocausto. Spiegelman scrive dal 1980 una serie di fumetti sulla rivista Raw che verranno raccolti poi in un unico volume: MAUS. Questa graphic novel appartiene al contenitore del “tutto quello che dovete assolutamente leggere e consigliare”. Il racconto autobiografico di Spiegelman è quello di suo padre, sopravvissuto all’Olocausto e protagonista di un romanzo che ripercorre la sua vita prima e durante la guerra, alternando una precisa narrazione storica ad avvenimenti quotidiani. Il contatto tra questo padre e questo figlio è lo stesso che troverete nelle vostre case, nessuna differenza. La scelta è di trasformare i protagonisti in animali mantenendo la serietà e la disperazione degli esseri umani, senza ridicolizzare gli avvenimenti o renderli morbidi e non perdendo mai il contatto con la realtà.
Vedi di non morire
Polli per sempre
AUTORE: Josh Bazell EDIZIONE: Einaudi PAGINE: 314 pp. PREZZO: 18.50 €
AUTORE: Bruno Gambarotta EDIZIONE: Garzanti PAGINE: 192 pp. PREZZO: 12.60 €
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Peter Brown è un medico del Catholic Manhattan. Pietro Brnwa, detto Orso, è un killer sicario della mafia. Peccato che siano la stessa persona, ora entrata in un programma di protezione governativo e che rischia di trovarsi faccia a faccia con il proprio passato a causa di un suo paziente che riesce a riconoscerlo e lo minaccia: salvargli o non salvargli la vita? Un incontro apparentemente rischioso potrebbe offrire a Peter la possibilità di affrontare la propria vita precedente. La trama è semplice ma avvincente ed il finale non delude. Questo libro d’esordio è sia un mix di generi, dal comico al grottesco, che di linguaggi medico-polizieschi dove la laurea in medicina dell’autore gli permette di avvicinare il lettore al mondo di Peter/Pietro.
Il tempo invecchia in fretta
Esercizi di stile
AUTORE: Antonio Tabucchi EDIZIONE: Feltrinelli PAGINE: 171 pp. PREZZO: 10.50 €
AUTORE: Raymond Queneau EDIZIONE: Einaudi PAGINE: 237 PREZZO: 10.50 €
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Il tempo è il protagonista indiscusso di nove racconti. Personaggi diversi tra loro che si raccontano e vengono raccontati senza mai smettere di sentire le oscillazioni delle giornate che trascorrono. Chi non ha mai voluto rifugiarsi nei ricordi o perdere giornate intere ad immaginare il proprio futuro dimenticandosi per un momento della vita di oggi? Tutti i momenti racchiusi in queste pagine smaterializzano la necessità di chiudere il tempo in azioni e di pensare che sia solo uno scorrere di ore e minuti contestualizzabili. BLOGmag 44
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I polli di un allevamento cadono dal camion che li trasporta e vengono così sbalzati nel mondo reale, quello che non li vede rinchiusi dietro le gabbie del loro pollaio. Una grande metafora creata apposta per descrivere noi, gli italiani, alle prese con religione, famiglia e politica. Alcuni rimpiangono la sicurezza di una dimora stabile a scapito del rischio che si corre scegliendo la libertà, altri tentano di reagire alla loro nuova condizione. Gambarotta ci prende in giro senza tanti giri di parole facendo ridere e solleticandoci insistentemente. Così non mancano i polli rivoluzionari fondatori de “Il Pollo Nuovo” e quelli irremovibili di “Pollania Libera”. La domanda che ci si pone è semplice “Sicuri di voler rimanere polli per sempre?”
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Prendete un semplice episodio di vita quotidiana, un litigio per esempio. Ora scrivetelo in maniera pulita e lineare, come farebbe chiunque. Una volta descritto, dedicatevi a stravolgere il tutto in novantanove variazioni che raccontano la stessa scena. Linguaggi, suoni, metafore, allegorie ed i più diversi generi letterari, tutti al servizio di una situazione banale e semplice. Ecco gli esercizi di stile del titolo e tutte le infinite possibilità per comunicare con i personaggi di un racconto e con il lettore. Semplicemente perfetto.
(c )g iu
ne voglio ancora!
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Su www.blogmag.it trovi l’intervista completa agli AMARI: tante domande in più e tante risposte al limite dell’immaginabile. Ne vale la pena.
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Amari S
ono i pionieri italiani del pop sbagliato: una miriade di ispirazioni prese inogniddove per creare brani (più o meno!) perfetti. Sono gli Amari e, se ancora non li conoscete, beh, sappiate che hanno dominato la scena della musica indipendente degli ultimi cinque anni nel nostro Paese. Abbiamo intervistato i leader del gruppo, Dariella e Pasta, per saperne di più sul loro nuovo Poweri e su come hanno intenzione di fare per conquistare il mondo.
Perchè avete fatto uscire in anticipo rispetto al disco e in free download Dovresti Dormire e Your Kisses? Li riproporrete comunque anche alle radio? BLOGmag 46
Pasta Ora in rotazione radiofonica c’è Cronaca Vera (su Radio Deejay, ndr) e stiamo lavorando anche al video. Your Kisses l’abbiamo distribuito subito on-line perchè ci sembrava quello più remixabile, nel senso che ha diversi elementi al suo interno che uno può “giostrarsi” come meglio crede. Non ne faremo un video però perchè è un brano molto lungo con una struttura parecchio estesa, e quindi ci basta farne il singolo con i remix e che magari questi ultimi funzionino anche nei club! Dovresti Dormire invece è il frutto della collaborazione (dovuta a stima e amore reciproco) tra noi e Dargen D’Amico. Eravamo entrambi all’interno del mixtape dei Crookers e ci siamo scoperti, gli abbiamo fatto il remix di Sms alla Madonna ed è nato il featuring. Poi abbiamo comunque
lanciato questo come primo pezzo un po’ per depistare. Dariella E infatti: “Sono tornati alle sonorità hip-hop!” detto da gente che l’hip-hop non l’ha mai ascoltato nella vita... ma è sempre così, la gente parla ma non sa un cazzo! >>
>>La scelta di fare così tanti brani in inglese a cosa è dovuta?
Dariella Beh sicuramente stiamo cercando di guardare anche all’estero... Anche se nessuno lo vuole ammettere, in fondo buona parte delle critiche è dovuta al fatto di aver realizzato un prodotto ibrido come questo... anche se dire prodotto fa brutto, perchè siamo molto artigiani... Pasta Io direi un manufatto! Dariella C’era ovviamente la volontà di approfondire una cosa che in passato è stata soltanto accennata, anche per un discorso di espansione all’estero. Un po’ di canali sono aperti, ora vediamo. Pasta Per ora ci sono alcuni blog internazionali (come Big Stereo, dove c’è stata la competition legata al remix di Your Kisses) e poi dovremmo tornare a fare qualche concerto in Spagna. E intanto cominciamo col proporre il materiale in inglese in Europa e stiamo a vedere che succede.
Come è nato il vostro nuovo logo, quello sulla cover di Poweri?
Pasta Eh, ci abbiam messo mesi per pensare e per capire cosa fosse adatto... Dariella In realtà è nato in studio anche questo. Eravamo lì, un mese prima dell’uscita del disco a chiederci cosa mettere e girava quest’idea del gelato che cade, un’idea molto forte per la copertina. Poi è partito il trip: “Ma se fosse nello spazio! Ma se avesse preso fuoco! Ma...” Pasta Ma le fiamme hot road da dove cavolo sono saltate fuori? Dariella Boh, dalle macchine, dai dragster, dalla California... Non lo so.
Cosa ne pensate delle critiche che Poweri ha ricevuto nell’ultimo periodo? Pasta Se si trattasse di vere e proprie critiche sarebbe meglio non solo per noi, ma per tutti. È giusto che un disco piaccia a qualcuno e faccia schifo a qualcun’altro... ma quando in una recensione passi troppo tempo a farti le seghe su come scrivi e chi legge non capisce se il disco è bello o brutto, beh, forse c’è qualcosa che non va. Al di là di ciò, penso di parlare a (c)
cla
ra
ma
ina
rdi
MUSICA
nome della band, è stimolante il fatto che noi tentiamo di proporre sempre qualcosa di diverso rispetto ai dischi precedenti e questo ogni tanto può non piacere a chi li ascolta. Ma fa parte del gioco, non abituiamo la gente a sentire sempre le stesse cose, sebbene qualcuno si sia lamentato di aver sentito sempre lo stesso disco degli Amari! Non si riesce mai ad accontentare tutti.
Nella musica italiana attuale vedete qualcun’altro che prova a far ciò che fate voi?
Pasta Ce ne sono di gruppi che partono con la nostra stessa idea. Ossia: noi suoniamo ma quello che facciamo potremmo farlo in un qualsiasi altro posto che non sia l’Italia. Un nome fra tanti sono sicuro i My Awesome Mixtape: a differenza loro, siamo partiti dall’italiano; ma solo perchè siamo partiti con il rap, e quindi ci era utile partire con la nostra lingua madre. Dariella Uno che ha ottime aperture all’estero a priori è Banjo Or Freakout, Alessio dei Disco Drive, e gli stessi Disco Drive che suonano spesso in altri Paesi. n Marco Cantelli
xtra
Dargen D’Amico
Il rapper italiano è presente nella terza traccia di Poweri, Dovresti Dormire. Su www.farraginoso.com è possibile scaricare una versione differente del pezzo con Dan T.
7
autore: Amari titolo: Poweri etichetta: Riotmaker genere: pop voto:
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01. Ho fatto un po’ di casino. 02. Girls on vodka. 03. Dovresti Dormire. 04. There There There. 05. Your Kisses. 06. Acqua di Joe. 07. New People In Town. 08. Cronaca Vera. 09. Chupacabra. 10. Preservativi Ovunque. 11. Lost on the sea. 12. Gli Anni dei monitor accesi. 13. Lucio Bi / Di. 14. Tiger. 15. Un altro giro attorno a casa.
Gli album degli Amari dal 1998: i due di maggior successo prima di Poweri sono stati Grand Master Mogol del 2005 e Scimmie d’Amore (2007).
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(c) francesca guadagnini
My Awesome Mixtape L
’ora dell’aperitivo, il locale dove pensi di andare a fare l’intervista che ovviamente ti chiude in faccia (“da qualche settimana il lunedì facciamo festa...” - mannaggia) e uno dei due intervistati, Alessandro Scaglia Scagliarini (voce aggiunta e tromba della band) che, senza in realtà troppa verve, non si capacita di come non si riesca a trovare parcheggio in centro a Bologna. L’intervista ai My Awesome Mixtape, probabilmente la più bella rivelazione pop del made in Italy
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(sicuramente tra i più apprezzati in Europa), inizia con il solito precisissimo Maolo Torreggiani (voce e leader) che, tra un indicazione e l’altra (“Ma hai provato lì dal supermercato?”) ci spiega cos’è per i MAM il nuovo How could a village turn into a town.
Come e quando è nata l’idea di quest’ultimo disco?
Maolo L’ultimo disco, in realtà, è nato tempo fa. La creazione dei testi e dei primi abbozzi musicali è datata tempo addietro: con la chiusura di My Lonely And Sad Waterloo, c’erano già tutti i pezzi di questo nuovo album. In realtà dalle prime idee, c’è stato un apporto di tutti gli altri ragazzi, soprattutto per quanto riguarda la composizione, anche perché sono un vero minchia per quanto riguarda gli arrangiamenti,
non sapendo suonare niente. Quindi ci siamo chiusi in studio assieme a Bruno dei Settlefish per un tempo lunghissimo, dal settembre 2008 fino a fine dicembre, e abbiamo registrato tutte le riprese del disco. A differenza di quello vecchio che è stata una cosa un po’ frettolosa, abbiamo preferito fare una cosa un po’ più riflessiva e seria.
È per questo motivo che sembra un po’ più suonato e meno elettronico? Maolo Sì, sicuramente, anche se poi siamo comunque partiti da una bozza elettronica perché molti di noi abitano fuori Bologna e l’unico modo per condividere qualcosa è mettersi davanti al computer, comporre qualcosa e girarlo agli altri. In effetti, però, quest’ultimo disco è stato suonato anche in tutte
le parti elettroniche: ad esempio, le batterie sono tutte suonate, poi ri-editate con alcuni effetti; poi abbiamo fatto un gran lavoro di arrangiamento per gli altri strumenti musicali come gli archi e i fiati.
che si ha comunque intenzione di vendere; per farlo ti devi anche inventare le cose più accattivanti. Noi ad esempio ci siamo inventati le magliette che, a differenza della musica, non ti puoi scaricare!
Abbiamo visto il video del vostro singolo “Hearts To Lend” e ci sei tu che traffichi con delle musicassette; avete fatto uscire a maggio l’EP Other Houses su musicassetta. Volevo sapere com’è il vostro rapporto con la tecnologia lo-fi? La usate?
Pensando al titolo del disco, abbiamo letto in altre vostre interviste che molti pensano che usare l’inglese sia più semplice della scrittura in italiano. La volontà di scrivere in inglese è un modo di uscire dal “village” italiano e trasformarsi in una “town” che può guardare al di fuori?
Maolo Beh, sì, abbiamo usato dei registratori a bobina per le batterie. Per quanto riguarda la cultura lo-fi, reputo quelle cose “old school” dei begli oggetti che in questo periodo storico sono utili dal punto di vista promozionale e del marketing. Purtroppo o per fortuna oggi la musica si scarica e la sua funzione culturale è cambiata tantissimo: imprimere le proprie idee all’interno di un disco diventa imprimere le proprie idee all’interno di un oggetto
Maolo Questa è una vostra interpretazione che posso anche condividere, anche se non è esattamente l’idea da cui siamo partiti. Come vi dicevo prima (dell’intervista, ndr), all’interno dei My Awesome Mixtape sono forse quello che ha una visione più integralista rispetto agli altri: mi sono un po’ stancato di sentire quei discorsi che sostengono che sarebbe bello risciacquare i propri panni in
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MUSICA
Arno e ritornare alla lingua madre. Penso che cantare e imparare l’inglese in questo periodo storico sia importante, poi ho 23 anni e mi dico perché non girare l’Europa invece che rimanere fermi qua in Italia e suonarsela da soli.
Che importanza hanno avuto i tour europei sulla vostra esperienza sia come My Awesome Mixtape sia per quanto riguarda l’ambito personale?
Scaglia Come MAM ci è servito come palestra: durante l’ultimo tour abbiamo provato i brani del nuovo disco prima di presentarli qua in Italia. In generale, ogni giorno nasci e muori come un circo perché non sai dove andrai e arrivi in città dove non sei mai stato e nessuno ti ha mai visto. Dal punto di vista personale, prima di diventare un My Awesome Mixtape suonavo in un altro gruppo e per noi fare una data Imola era un po’ come essere a New York: non mi sarei mai immaginato di prendere un furgone, metterci il mio strumento sopra e andare a Berlino, dove non ero mai stato neanche in vacanza. n Federico de Felice
dei M o e S pleta (e unAM concaglia BLOGbel po’)tisnuua
mag. it
autore: My Awesome Mixtape titolo: How Could A Village Turn Into A Town etichetta: 42 Records genere: pop voto:
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01. Bad marks At School. 02. Hearts To Lend. 03. How The Feet Touch The Ground. 04. Family Portrait. 05. Fire And Fireflies. 06. Mia Farrow. 07. Me & The Washing Machine. 08. Inner City. 09. My Moon. 10. Inhabitants. 11. Teenage Parties End In Tears. 12. A Train Melancholy Song. BLOGmag 49
x o b c i s Mu A cura di Federico de Felice, Vittorio Marchetti e Marco Cantelli
The Xx Xx genere indie-rock etichetta Young Turks voto
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“Mamma, che musica andava di moda negli anni 70?” “Il rock, figliolo...” “Negli 80?” “Quello è stato il decennio del punk e della disco music!” “Nei 90?” “Il grunge figlio mio”. “Negli zero?” “Uhm...” Dicono che viviamo l’anno zero della musica. Siamo al termine ormai del primo decennio del terzo millennio e di fatto non c’è stato alcun movimento musicale rappresentativo. Sarà colpa della caduta delle case discografiche, ma abbiamo vissuto dieci anni senza innamorarci troppo di artisti specifici come magari successe nei ’90 coi Nirvana, per esempio. Un buon modo per uscire da questo non capirci niente
di cosa stia succedendo alla musica lo suggeriscono gli Xx. Quartetto di ventenni di Londra sud che debuttano con questo primo omonimo album. Quiet is the new loud dicevano i Kings of Convenience e gli Xx gli danno ragione con queste 11 tracce che sprizzano calore gelido, un pop profondo, semplicissimo, ma lungi dall’essere sempliciotto. Un album in cui i beat elettronici (che in qualche modo hanno caratterizzato il nostro decennio) si fondano armoniosamente con gli strumenti. Canzoni di quattro amici innamorati della vita.
Kings of Convenience Major Lazer Declaration of Dependence Guns Don’t Kill People... Lazers Do etichetta Virgin/EMI voto
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Due chitarre acustiche, due voci. Un timbro che contraddistingue il duo norvegese attraverso i loro tre album. sotto l’apparente fragilità delle loro canzoni si cela una radicatissima sicurezza nelle atmosfere e soprattutto nei testi (by the way quest’album, come gli altri due, è un ottimo pretesto per ampliare il nostro vocabolario di inglese). Con i frenetici tempi che corrono fa un enorme piacere che qualcuno abbia ancora la forza di scrivere canzoni così. BLOGmag 50
etichetta DowntownRec. voto
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I Major Lazer sono Diplo e Switch: i due producer si sono messi in proprio e hanno deciso di sfornare un disco, ispirandosi al sound jamaicano. Ma come sempre non manca il mash-up con altri generi come l’electro-house (Jump Up co-prodotta dai Crookers) e il baile funk (Pon De Floor con Vybz Kartel). Ogni traccia potrebbe essere la bomba da dancehall(floor), ma se aspettare il sabato è troppo faticoso, basta premere play e sculettare nella vostra cameretta.
L’angolo del freedownload / Parte 1 Scaricare musica gratis nell’era di iTunes sembra diventato un tabù: gli artisti, soprattutto quelli più mainstream, si affidano al music store della Apple per pubblicare il loro ultimo disco. Ogni mese, in queste poche righe parleremo di coloro che, invece, navigando sotto coperta, rendono disponibili gratuitamente i propri lavori senza preoccuparsi troppo di ricevere in cambio un compenso. Innanzitutto vi consigliamo una delizia proveniente dal mondo hip-hop. The Slew è un gruppo composto dal dj canadese Kid Koala (nella foto, uno che potrebbe campionare un rutto e farci un’opera lirica), dal chitarrista Dynomite D e dai due ex-Wolfmother Chris Ross e Myles Heskett: assieme hanno inciso 100%, un disco dove mescolano funk beats, chitarre e batterie polverose, scaricabile nel post del 17 settembre su theslew.net. Lasciandoci alle spalle la doppia H, vi suggeriamo un paio di chicche: i mitici Carnifull Trio hanno donato la loro anima groove nei due EP “Infatti” ed “Invece” che trovate sul sito della Riotmaker, l’etichetta friulana che da anni dispensa gioia a tutti noi. Da Londra, riceviamo periodicamente su banjoorfreakout.blogspot.com la psichedelia di Alessio Natalizia, voce e chitarra dei Disco Drive.
Dizzee Rascal Tongue N’ Cheek etichetta Dirtee Stank voto
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Il boss del grime torna a due anni da Maths+English con una schiera di produttori da paiura: Calvin Harris, Cage, Armand Van Helden e Tiësto. La rappata come sempre è inconfondibile, ciò che cambia, invece, è lo scenario musicale: al posto dei beats scarni e duri, troviamo il dance-pop di Dance Wiv Me e Holiday. L’english-boy non delude, ma speriamo non si affezioni troppo al poppish, perché il vero Dizzee è quello grezzo e incazzato.
Nesli
Fragile e diverso, ci presenta il suo nuovo disco
F
rancesco Tarducci da Senigallia, in arte Nesli, 29 anni tra qualche settimana, è uno dei rapper più apprezzati della scena italiana. Fratello minore di Fabri Fibra, con cui ha anche collaborato quando dieci anni fa ha iniziato la sua carriera, ha però un flow decisamente più riflessivo rispetto al parente... L’abbiamo intervistato per voi dopo un’esibizione live a Cesena. Come e quando hai cominciato a fare musica? Un giorno, da ragazzo, un po’ per gioco e un po’ per noia. A differenza di quello che pensa la maggior parte della gente la noia spinge a fare molte cose, è un ottimo motore: con la noia mi veniva l’ispirazione. Chi e cosa ti dà l’ispirazione per scrivere i testi? Beh, sicuramente la musica degli altri artisti che stimo, poi i racconti di esperienze personali, delle belle storie che succedono in giro: il divertimento mi dà l’ispirazione. Io sono un ragazzo ottimista, la vita è bella, la vita va vissuta, va raccontata, va cantata. Cosa ne pensi della scena hip hop italiana di oggi? Direi che ha acquistato una buona importanza, potrei fare una metafora
Weezer Ratitude
da dottore tipo “Ah! Scoppia di salute!” Il fatto positivo è che ora l’hip hop non è piu un genere da “sfigati”, prima se vestivi largo eri guardato male, eri guardato come quello senza un futuro, drogato e solo in cerca di risse; ora tutto questo è cambiato. Parlaci dei tuoi progetti. Ho un progetto completato: Fragile, il mio nuovo disco, uscito da qualche settimana. Come mai questo titolo? Per me la fragilità è qualcosa che mi rende diverso dagli altri: non sono un ragazzo spaccone, il tipo “gangsta” rissaiolo. Anzi: io dalle risse scappo come Wile. E. Coyote! Sono proprio l’opposto. Quali erano le tue ambizioni prima? Hai sempre pensato di entrare in questo mondo? Sinceramente no, non avevo ambizioni, ero un semplice ragazzo della Riviera che amava divertirsi e “sfasciarsi”. Nel primo singolo dell’ultimo cd si sente un cambiamento di stile, a cosa è dovuto? L’utlimo singolo, come l’intero cd, è molto piu musicale. Tendo a non fare mai un disco simile all’altro, ogni disco è diverso perchè la musica è in evoluzione. Tu e tuo fratello avete preso strade diverse... come mai?
The Very Best Warm Heart of Africa etichetta DGC voto
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Ratitude è il settimo album in casa Weezer e nonostante gli anni si facciano sentire, sembra che il cantante, Rivers Cuomo, abbia sempre 15 anni: e questo può essere sia un bene che un male. Da un lato c’è la giocosità e la sincerità di Tripping Down The Freeway, dall’altra Let It All Hang Out potrebbe essere benissimo la canzone-tipo dei Jonas Brothers. Il disco si lascia ascoltare, con qualche sussulto, anche perché ogni volta torna in mente il loro debutto.
etichetta Green Owl voto
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Esau Mwamwaya è un cantante del Malawi che, con la produzione di Radioclit, ha messo su questo progetto world di ispirazione electro-dance che merita l’attenzione di chi ama il genere. È dove si balla che questo disco è capace di esplodere: Nsokoto e Julia sono in grado di rappresentare l’effettiva novità portata da The Very Best: si esce dalla solita banalizzazione di cui “gode” tutto ciò che è afro. La riuscita title track è un feat. con la voce dei Vampire Weekend.
Inizialmente facevo musica insieme a lui, quando partecipavo ai suoi concerti però vedevo il pubblico ma non era quel pubblico per cui volevo cantare io. Vedevo ragazzi incazzati, ragazzi pronti a sputarsi in faccia, che volevano fregarsene di tutto; quindi ho deciso di cantare per conto mio, di avere il pubblico che volevo io: magari tutto questo non avrebbe fruttato, ma era la scelta migliore per me. Alexia Mariah Eaton
Frankmusik Complete Me etichetta Island Rec. voto
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Questo animale da chart UK ha tipo cinque nickname, un nome d’arte e un nome vero, lunghissimo. 24 anni, ci presenta un synth-power-pop ballabile e divertente, se è il giorno adatto. Se invece è uno degli altri sei giorni della settimana, tutto suona terribilmente noioso, eccezion fatta per la deliziosa 3 Little Words e Better Off As 2. Con una produzione diversa (da questo Stuart Price che ha fatto il peggior disco di Madonna), questo ragazzo con stile e voce potrebbe davvero esplodere. BLOGmag 51
x o b c i s Mu
Il ritorno di Annie Dopo che la sua Heartbeat (dal precedente album Anniemal) è stata inclusa da www.pitchfork. com tra le 20 canzoni del decennio (tra gente come Beyoncè, M.I.A., Daft Punk, Gnarls Barkley...) e, soprattutto, dopo qualche problema con la vecchia etichetta discografica, torna la norvegese Annie, che amiamo definire la cantante pop più interessante in circolazione. Il suo nuovo Don’t Stop sembrava già un disco fighissimo dopo essere finito in rete nel 2008 quando doveva uscire per la Island. Ora, finalmente, esce ufficialmente per la Smalltown Supersound: oltre a pezzi già definitivi come My Love Is Better e I Know UR Girlfriend Hates Me (presente in un EP speciale nella bonus edition) ci sono nuovi brani che meritano di essere ascoltati.
Mika
The Boy Who Knew Too Much etichetta Casablanca voto
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Ritornelli, ritornelli, ritornelli. Intorno la sua caratteristica gaia voce e una produzione artistica esorbitante forte delle sei milioni di copie vendute con il lavoro precedente. Tredici tracce di melodia che grazie alla virtuosistica voce del ragazzo, definito da qualche pazzo “il nuovo Freddie Mercury”, altalenano da note bassissime ad altissime. Col suo primissimo singolo Grace Kelly ci eravamo già accorti di questa peculiarità e forse avrebbe potuto anche chiuderla lì. BLOGmag 52
I Gorillaz riprendono vita C’è forse uno meno coerente di Vittorio Sgarbi, nel mondo? A quanto pare, sì. È Damon Albarn, leader dei Blur, che trova modo di smentirsi più o meno ogni volta che pensa. Non dovevano esserci più i Blur (e invece - tadaan! - c’è stata la reunion e non è pure detto non ce ne siano altre), non dovevano esserci neanche più i Gorillaz, il fumettoso b-side project del musicista che sembrava essere stato accantonato. Invece si sussurra che un nuovo disco sia in preparazione, che si chiami Carousel e che ad occuparsi del booklet sarà Alan Moore, l’autore di Watchmen.
Air Love 2
U2 e Jay-Z infiammano Berlino In concomitanza degli EMAs (i premi europei di Mtv), il 5 novembre scorso a Berlino, si è celebrato il ventennale della caduta del Muro. Per rendere storico l’evento, l’organizzazione ha pensato a uno sfavillante concerto gratuito degli U2 proprio davanti alla Porta di Brandeburgo. Non sono però mancate le polemiche: al live, nonostante fosse free, hanno potuto assistere solo i primi 10.000 giunti sul posto: gli altri, ironia della sorte, sono dovuti rimanere dietro a un’invalicabile parete metallica. Interessante ma secondo noi forzato il feat. con Jay-Z in Sunday bloody Sunday.
Amanda Blank I Love You etichetta Virgin voto
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Strumenti usati intelligentemente da professionisti serissimi. In questo album il duo francese si cimenta in musica certamente legata dal filo conduttore degli album precedenti, ma con differenze sul piano ritmico con ottimi risultati. Le atmosfere rimangono misteriose ma questa volta il tutto è più esplicito, più rock e in un certo senso più accessibile: è un ascolto impegnativo, ma mentre tenteremo di capirlo potremo ballar! (quanto è dolce Sing Sang Sung!)
etichetta DowntownRec. voto
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Miss Mallory from Philadelphia se la bazzica in un bel giro: Spank Rock, M.I.A., Santogold... Ma che ve lo diciamo a fare? Non appena mettete su la prima, favolosa, traccia Make It Take It l’odore di electro-dirty-rap è talmente forte da farvi pensare a una mezzoretta di aria fresca. Non è così: il disco peggiora, sa un sacco di già sentito, ma di dire che è brutto proprio non ce la sentiamo. E funziona un tot.
THE MAGNIFICENT 7 Babyshambles
Sophie Ellis-Bextor
Milla Jovovich
Brano: Murder on the Dancefloor Album: Read my Lips Anno: 2001 Genere: Disco Pop
Brano: Gentleman Who Fell Album: The Divine
“Is she more beautiful than me?” chiedeva Kate Moss, con voce vellutata, a Pete Doherty: la modella inglese non ha lasciato la musica, esibendosi lo scorso giugno con David Gilmour..
Più cantante che modella, Sophie Ellis-Bextor ha prestato le sue ciglia a Rimmel per diversi spot. Come non ricordare il malefico video di MOTD, dove Sophie fa strage di avversari?
Prima di uccidere zombie in Resident Evil, Milla aveva iniziato la sua carriera professionale come modella. Purtroppo l’unico disco pubblicato (…che merita davvero) risale a quindici anni fa.
Twiggy
Five O’Clock Heroes
Là dove moda e musica si sono incontrate: forse è merito (o colpa) di Twiggy se vediamo tante modelle cimentarsi nella mirabolante arte musicale.
Gli addetti ai lavori hanno infierito non poco sulla prestazione di Agyness Deyn. A noi non dispiace affatto e vi consigliamo di dare un’occhiata al video, molto vintage.
Eva Riccobono
Carla Bruni
Dopo aver dato l’addio alle passerelle, la modella italotedesca ha inciso “Labbra”, un duetto tutto sussurri assieme al fidanzato Matteo Ceccarini, sound designer.
Ricalcando la semplicità dei grandi cantautori francesi come Brassens e Gainsbourg, la première dame di casa Sarkozy inventava una canzone dolce e spontanea.
Brano: La Belle et la Bête Album: Down in Albion Anno: 2005 Genere:Brit Rock
Brano: Here I Go Again Album: Twiggy Anno: 1976 Genere: Folk Rock
Brano: Labbra Album: singolo (iTunes) Anno: 2009 Genere: Pop Rock
Zero 7 Yeah Ghost
Brano: Who Album: Seack Your Language Anno: 2008 Genere: Indie Rock
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Il favoloso cammino degli inglesi downtempo Zero 7 procede dopo le pietre miliari Simple things del 2001 e When It Falls (2004). Il quarto lavoro (il precedente fu The Garden, 2006) è emotivamente più vivace dei loro storici lavori: per questo, forse, le sensazioni che ne ricaviamo sono più banali. Un cambiamento un po’ indigesto che tuttavia non intacca un prodotto che complessivamente è ascoltabilissimo, a partire dall’estro sfoderato in Mr McGee.
Fashion Edition
Brano: Quelqu’un m’a dit Album: Quelqu’un m’a dit Anno: 2003 Genere: Folk Pop
last.fm charts
Annie Hall Carousel etichetta Atlantic voto
Comedy
Anno: 1994 Genere: Folk
etichetta Pippola voto
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Questa recensione vuole entrare nella vostra testa con la stessa educazione e modestia con cui il nuovo disco degli Annie Hall (Brescia) entra nelle vostre orecchie. Sottovoce, leggermente, acusticamente ve lo diciamo: questo folk-pop è proprio semplice e classico, così delizioso da dovervi far per forza compagnia quando avete voglia di cose belle, divertenti, canticchiabili. Per le calde giornate d’autunno, ma anche per quelle fredde, con la cioccolata (calda).
I cinque brani ed i cinque artisti più ascoltati (per numero di ascoltatori) nella piattaforma di social music più grande al mondo.
brani 1. Uprising - Muse (33,138) 2. Sex On Fire – Kings of Leon (26,239) 3. Use Somebody – Kings of Leon (25,660) 4. Poker Face – Lady GaGa (25,132) 5. I Gotta Feeling – Black Eyed Peas (24,776) artisti 1. Muse (115,125) 2. The Beatles (113,747) 3. Radiohead (110,071) 4. Coldplay (102,155) 5. Michael Jackson (84,394) (Classifica aggiornata al 9 Novembre) BLOGmag 53
t s e T che tipo di addio sei?
C
hiudere una relazione non è mai una passeggiata né per chi viene lasciato né per chi lascia. Siccome tutti, prima o poi, ci siamo ritrovati da una parte e dall’altra della staccionata, questo mese proviamo a calarci nei panni (meno scomodi?) di chi prende la decisione di lasciare. Rispondete al test e scoprite se nel galateo delle relazioni interrotte il vostro addio sarà degno del più impeccabile Monsignor della Casa oppure se anche a questo banchetto vi toccherà sedere alla mensa dei poveri.
01
Ognuno di noi ha un decalogo con cui ha detto addio ai vari ex-files. Sfogliando l’album dei ricordi, qual è stato il fattore più influente nella rottura delle tue precedenti relazioni? a) L’incompatibilità di carattere. I BLOGmag 54
primi mesi pensavi di aver vinto il superenalotto ma invece era solo un gratta e parcheggia. b) La noia. Se per Albano e Romina la felicità era un bicchiere di vino davanti a un panino a voi erano rimaste solo briciole e aceto. c) Il tradimento… pensavi di aver trovato l’amore della tua vita e poi hai scoperto che la vita a tre era più interessante di quella a due.
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l’abito migliore del guardaroba. Avevi pensato di sfruttarlo il giorno di San Valentino, ma il destino crudele ha scelto per voi un diverso cerimoniale. c)Tradizionale e autolesionista. Opti per un total black che fa molto lutto paesano.
t s
In un momento tragico ma allo stesso tempo sacrale come l’addio, anche la scelta del look non può essere un dettaglio trascurabile. Quale capo indossi per pronunciare il tuo “Adesso basta”? a) Tragico e romantico. Opti per il maglione che vi siete regalati a vicenda durante il vostro primo anniversario. b) Plateale e orgoglioso. Opti per
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Non esiste un modo meno indolore per lasciarsi. Ma in quelle occasioni ci sono frasi che sono off-limits. Quale tra queste è sicuramente la meno indicata da pronunciare? a) “Non è colpa tua. È colpa mia: non voglio darti false illusioni perché non credo di provare le stesse cose che provi tu.” b) “Ci lasciamo ma restiamo amici”. c) “Ti ho sempre visto più come un fratello che come un amante”.
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Entrando di sorpresa a casa sua scopri che il
tuo partner ha trovato un modo migliore per ripassare l’anatomia assieme alla compagna che gli dava ripetizioni. Cosa fai davanti a un palese tradimento? a) Il triangolo non l’avevi considerato e anche se la geometria non è un reato non perdoni e chiudi la relazione immediatamente. b) Pianti una scenata epica, però poi lo perdoni. c) Decidi di perdonarlo solo ad alcune condizioni: niente serate in disco con gli amici, niente ripetizioni pomeridiane senza di te, niente palestra...
Le minestre riscaldate funzionano? a) Solo se la pietanza è di buona qualità e non perde sapore al secondo assaggio. b) Sì, l’importante è non perdere l’appetito ed eliminare il condimento che prima vi ha fatto fare indigestione. c) Assolutamente no. Cotta o riscaldata, il contenuto è sempre lo stesso. Meglio passare a nuovi piatti.
ati a! n o b Ab GmagLOGmag iB re BoLssO umer la e semp imi n ati! cuo
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Salvatore Zeola
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s
Sembri uscito da uno dei film di Gabriele Muccino. Sperando in una dizione migliore rispetto a quella del fratello Silvio, siamo sicuri che anche dalla tua bocca fiocchino copiose frasi e tormenti sentimentali al gusto di miele e fragoline di bosco. Dolce, ma sicuramente autentico. Così, anche il rito dell’addio diventa un momento sacrale come il Primo Bacio. Dire addio per te non significa dimenticare una persona, ma semplicemente archiviare un’esperienza portando dentro di te il bello e il buono che quella persona ti ha lasciato. L’unico incoraggiamento che ci sentiamo di raccomandare, visti i tempi, è la speranza di non trovare, un domani, le tue frasi d’amore dentro una scatola di cioccolatini.
DA 17 A 21: L’ULTIMO BACIO
01. A=3; B=1; C=2. 02. A=2; B=1; C=3. 03. A=3; B=2; C=1. 04. A=1; B=3, C=2. 05. A=3; B=1; C=2. 06. A=3; B=2; C=1. 07. A=2; B=3; C=1.
PUNTEGGIO:
Nella serie Sex and the City, Carrie Bradshaw non riesce a dimenticare il suo Mister Big e tra alti e bassi e vari tira e molla alla fine lo inchioda all’altare.
DA 12 A 16: ARRIVEDERCI AMORE CIAO
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Per catalogare la tua specie possiamo chiedere a due bibbie della linguistica italiana. Se, però, il vocabolario Garzanti non ha ancora coniato un termine efficacemente elegante per descriverti, il vocabolario della strada non ha mezze misure: rientri nella fascia protetta degli s°#*@amici. Insomma, come le cozze allo scoglio, come i parassiti alle piante, come i pidocchi al cuoio capelluto, staccarti da una relazione senza trascinarti dietro strascichi e rattoppi sembra impossibile. Così, per la serie finchè la barca va bisogna lasciarla andare, ti auguriamo di trovare sempre imbarcazioni consenzienti e diplomatiche che ti evitino un’imbarazzante bonaccia a mare aperto.
t
La vacanza è il momento di maggior idillio ma anche quello che potrebbe far naufragare tutto. In ferie, qual è il maggior rischio per innescare la bomba? a) Il planning giornaliero. Lui vuole andare in giro per musei e tu a fare shopping. O viceversa. b) La convivenza forzata. Non pensavi che cucinare e pulire spettasse solo a te. c) Lo sguardo ammiccante dei passanti e dei vicini d’ombrellone che non perdono occasione per trasformare le proprie ferie in una vacanza a sfondo sessuale.
DA 11 A 7: L’IMPORTANTE E’ FINIRE
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soluzioni Non c’è che dire… sei in grado di chiudere una relazione con la stessa velocità con cui puoi cambiare un paio di scarpe. Il classico esempio di partner fast-food, tipico prototipo usa e getta. Spezzare i cuori sembra essere una tua prerogativa, anche se bisogna concederti l’attenuante del crederci sempre arrendersi mai. Già, perché se ogni occasione è buona per buttarsi in una relazione, bisogna ammettere che tu inizialmente ci speri sempre... in cosa? Ma nell’aver trovato la persona giusta, la creatura più bella che sia mai esistita… esistita perlomeno fino alla prossima serata!
In Gossip Girl, l’acida Blair Waldorf, mentendo a se stessa, commentava così la rottura con Chuck Bass: “Gli uomini sono come cleenex: dopo averli usati devi solo buttarli via”. E tu? Come reagisci al dopo-rottura? a) Ti butti nella movida serale con i tuoi amici, ma di nuove relazioni o di vecchi rimpianti nemmeno l’ombra. b) Ti getti velocemente tra le braccia di un nuovo amore. Il chiodo schiaccia chiodo non sbaglia mai. c) Inizi a guardare tutte le foto e a rispolverare tutti i ricordi di quando eravate una coppia cercando di capire dove avete sbagliato per non ripetere gli stessi errori…
BLOGmag 55
n i c
Sherlock Holmes Il trend più ripreso nelle serie tv in ambientazione vittoriana: basterà questo per fare di questa superproduzione natalizia un successo?
Titolo: Sherlock Holmes Regista: Guy Ritchie Cast: Robert Downey Jr, Jude Law, Rachel McAdams, Mark Strong. Genere: Avventura/Thriller VOTO:
C
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he ve ne rendiate conto o meno, lo spirito di Sherlock Holmes è sempre stato fra noi negli ultimi anni, infiltrandosi con il suo modo di fare e con i capisaldi dei suoi metodi nelle nostre serie tv preferite. Certamente vi sarete accorti che una numerosa parte di queste ultime sono dedicate alla risoluzione di crimini tramite deduzione; e non solo: tale è il successo di questa formula che è stata applicata anche in altri contesti. Dopotutto, chi è il dr. House se non uno Sherlock della medicina (pensate che, non a caso, anche “Holmes” se pronunciato correttamente suona come “case”) e Wilson una sorta di moderno Watson? Ed ecco che sotto l’albero arriva l’inevitabile conclusione di questo trend…. Un megafilmone destinato, se sarà premiato dal successo, a creare
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a m e n CINE
Land of the Lost
cine
Cast: Will Ferrell, Anna Friel Regia: Brad Silberling Genere: Commedia VOTO:
news
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Uno studioso (Will Ferrell) screditato da tutti i suoi pari mette a punto un marchingegno per entrare in una sorta di realtà parallela dove realtà e finzione si mescolano, dove dinosauri coesistono con oggetti di altre epoche, e da quella terra perduta tornare a casa sarà una sfida. Un film che vuole omaggiare la serie tv da cui é tratto ed essere nel contempo un veicolo della comicità di Will Ferrell. Fallisce in entrambi i campi.
un nuovo franchise con Robert Downey Jr incaricato di fumare la celeberrima pipa e di suonare il violino, mentre Jude Law è il bonario e paziente dr. Watson. Ma non dimentichiamo Mark Strong, bravissimo caratterista che qui interpreta un malvagio leader satanista di nome Blackwood. Esatto, niente Moriarty, almeno per ora… Il tono del film vuole unire il pregio e il fascino della mitologia più amata di Holmes, svecchiarla e aggiornarla pur tornando a certi
aspetti poco trattati delle opere originali di Doyle, come ad esempio il personaggio di Rachel McAdams, sperando quindi di ottenere qualcosa di fresco ma rispettoso allo stesso tempo dell’idea che un po’ tutti abbiamo del grande detective. E la scelta che hanno fatto suona davvero azzeccata, ogni attore è perfettamente adatto al suo ruolo e Guy Ritchie ha la possibilità di tornare a far parlare di sé dopo il suo divorzio con Madonna e di riscattarsi dal suo precedente film, Rocknrolla, il quale è stato accolto dalla critica e dal mondo intero con un tonante “Mah”. Insomma “Sherlock Holmes” corona con slancio il nostro dicembre cinematografico e dà il calcio di inizio a una nuova serie di film dall’ambientazione vittoriana, che proseguirà con The Wolfman a febbraio; e per allora sapremo fino a che punto il ritorno del grande detective sarà apprezzato. n GD00
Dal controller allo schermo
Paul W.S. Anderson è interessato a produrre e dirigere la trasposizione della celebre serie di videogiochi Metal Gear Solid, e vorrebbe trarne un film quanto prima. Domandiamo ai fan di Solid Snake e a quelli di Paul se è una buona idea, ma guardando la filmografia di quest’ultimo la risposta è già ovvia…
Dopo il disastro
E’ già in cantiere una serie televisiva intitolata 2013, ambientata (lo avrete già intuito) nell’anno successivo al cataclisma rappresentato nel film di Roland Emmerich, 2012. Questa volta saranno costretti a metterci un poco di trama in più, perché nemmeno i Maya avrebbero potuto prevedere quanto sarebbe stato scarso 2012.
Future Film Festival, animazione e tecnologia Pronta a partire la dodicesima edizione del Future Film Festival (Bologna, 26-31 gennaio 2010), l’occasione più importante in Italia per vedere lo stato dell’arte delle tecnologie d’animazione e incontrare gli esponenti delle più premiate case di produzioni a livello mondiale. Come ognuna delle sue undici passate, questa edizione si preannuncia ricca di incontri ed eventi speciali: fra i tanti spiccano le proiezioni in anteprima esclusiva di Toy Story e Toy Story 2 rimasterizzati in 3D, per non
parlare dei workshop assieme ai più grandi professionisti del settore per scoprire i segreti dei prossimi blockbuster: sarà infatti presente Joe Letteri, cofondatore della Weta Digital e supervisore agli effetti speciali di Avatar (nella foto). Tutto questo forma un carnet pieno di appuntamenti interessanti sia per gli appassionati che per i curiosi.
Un’altra sbronza?
Il sequel di quello che senza dubbio è stato il film più divertente del 2009, cioè Una notte da leoni, potrebbe essere dietro l’angolo. Il film ha guadagnato 460 milioni di dollari e ne è costato soltanto 35. E’ chiaro quindi perché la Warner voglia farne un altro, ma non lo vedremo prima del tardo 2011.
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TV-DVD
Flash Forward
terrore in metro Titolo: Pelham 1-2-3: ostaggi in metropolitana
Avete presente In linea con l’assassino? Toglieteci le puttane e Colin Farrell, e vi rimarranno un criminale e un tizio a caso che parlano dei fatti loro. Nella fattispecie un John Travolta ringiovanito da una giacca di pelle e da un brutto tatuaggio sul collo, che si esprime con colorite espressioni omoerotiche da galeotto, e un Denzel Washington che fa simultaneamente l’impiegato corrotto, il negoziatore e il grillo parlante. E già così la trama è pallosa: niente di meglio che piazzarci dentro un po’ di sano
L’era glaciale 3 REGISTA: Carlos Saldanha GENERE: Animazione VOTO:
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Se la mammuthessa Ellie era antipatica alla sua prima apparizione, immaginatela gravida, in preda degli ormoni e in continua balia di pericoli dai quali deve essere salvata. Ora immaginate che tutto questo lo faccia Sid, ed ecco che diventa divertente. Senza infamia e senza lode, il nuovo capitolo della preistorica saga regala citazioni alte (Moby Dick e Il signore degli anelli) e qualche gag spassosa, grazie alla classica ghianda e al nuovo furetto psicopatico. Recensioni contrastanti sul 3D: buono per i trentenni, scarso per i bimbi. BLOGmag 58
Regista: Tony Scott Genere: Drammatico Durata: 108 min VOTO:
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gioco di borsa, strizzando l’occhio alla crisi economica e al terrorismo internazionale. Così uno pensa: “Oh come è attuale questo film!”. Se poi aggiungiamo il sindaco di New York interpretato da Tony Soprano, sbirri che non sanno guidare, e cecchini che si fanno partire dei colpi accidentali, l’unica cosa che si salva sono le grafiche che indicano la posizione dei personaggi. n Nico Scagliarini
Uomini che odiano le donne
REGISTA: Niels Arden Oplev GENERE: Thriller VOTO:
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Altro che Ikea, strade pulite e polpette di renna: vista dagli svedesi, la Svezia è tutta nazisti, uomini d’affari corrotti e psicopatici con tendenze omicide. Ovviamente l’unico apparentemente equilibrato viene risucchiato in un perverso tunnel familiare lungo 40 anni, affiancato da una lesbo-valchiria versione punk con problemi affettivi. Intrigante la trama, lentissimo lo svolgimento. Roba che se si è già letto il libro e si conosce il finale ci si può anche tagliare le vene. Tanto per restare nel mood.
DOVE: Fox GENERE: poliziesco fantascientifico VOTO:
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Qualcuno dà l’umanità per spacciata il 21 dicembre 2012, qualcun altro, invece propone come data critica il 29 aprile 2010. Sullo stile di Heroes nasce Flash Forward, tratta dall’omonimo romanzo, la storia si snoda intorno ai poco più di due minuti in cui l’intera umanità perde conoscenza. Questo “black out” globale causa incidenti e catastrofi, ma soprattutto durante lo svenimento - tutti hanno una visione del loro futuro, alle 22 del 29 aprile 2010 sull’ora di LA e in vari orari a seconda del fuso. Ad indagare le cause di questo evento inquietante è Joseph Fiennes, direttamente da Shakespeare in love, che questa volta veste i panni dell’agente FBI. Ognuno dei personaggi avrà delle sorprese inaspettate da questo salto in avanti e da qui scaturirà una psicosi generale per cui il futuro comincerà a condizionare il presente e non viceversa. La serie è cupa e a tratti avvincente, seppure spesso inverosimile; per ora è solo agli inizi e potrebbe ancora scivolare nell’esagerazione dell’intreccio, tuttavia può intrattenere piacevolmente senza di sicuro scatenare l’ossessione come altre serie fantascientifiche tipo “Lost”. Claudia Mastroroberto
l’evoluzione della specie vip Sopravvivere nello show biz, a volte, è questione di trasformazione.
1998
A soli 16 anni, Jessica Biel vince lo Young Artist Award, per la parte nel film Ulee’s Gold.
99
Le donne che ha battuto nella classifica delle 100 vip più sexy della rivista Stuff nel 2007.
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on esiste posto migliore di Hollywood per decidere di dare una nuova piega alla propria vita: tra svolte sociali, cambiamenti sessuali, trasformazioni estetiche, redenzioni e perdizioni… le mezze misure, qui, non sono mai andate di moda.
Pecorelle smarrite
Se nelle Sacre Scritture si annovera la presenza di una sola pecorella BLOGmag 60
Planet 51
Jessica ha doppiato un personaggio di questo film uscito da poco, doppiato in Italia dagli speaker di Radio Deejay.
smarrita, a Hollywood il gregge è più nutrito; del resto la lana vergine, da queste parti, non è mai stata troppo preziosa. Non fanno eccezione nemmeno le verdi colline del set di Settimo Cielo, la saga decennale che ruota attorno alla famiglia del reverendo Camden. Una sorta di presepe fantascientifico con protagonista un prolifico reverendo con moglie, adepta casalinga, e prole particolarmente allergica al tema contraccettivi: sono in 12
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tra figli e nipoti. In un set tanto America repubblicana anni ‘60 (al cui confronto Nonno Libero sembra la mangiauomini Carrie Bradshaw di Sex and the City), le curve pericolose di Jessica Biel stonavano alquanto. Costretta nel personaggio dell’ingenua Mary Camden, Jessica sembrava Cicciolina in un convento di carmelitane scalze, mentre chiedeva alla mamma se, dopo il limone col corista del gruppo parrocchiale, sarebbe rimasta incinta. Così quando decise di dare una svolta alla propria carriera posando senza veli per una nota rivista, la produzione non reagì particolarmente bene. Jessica fu immediatamente silurata e gli autori si vendicarono sul suo personaggio costringendolo a quanto di più vergognoso ci potesse essere per un seguace di Settimo Cielo. Nell’ordine Mary Camden rimase incinta prima di sposarsi e dopo il perdono della famiglia (leggi matrimonio) divorziò dal marito per poi abbandonarlo con la prole. Jessica superò il trauma consolandosi tra le braccia di Justin Timberlake e a 3 anni dalla fine del telefilm è ancora l’unica dell’ex cast ad avere uno straccio di carriera ad Hollywood. La pecorella smarrita avrà pur perso la retta via, ma ha preso l’autostrada per il successo…
La redenta
Esistono esempi celestiali di persone che, nate sotto una cattiva stella, improvvisamente ricevono una vocazione agostiniana. Il nome Paris Hilton richiama nell’ordine le seguenti immagini: un’ereditiera ricca e viziata, un filmino hard e una forte avversione al buon gusto. Tutto questo prima della luce. L’ascesa di una party girl verso la redenzione, però, non può non passare attraverso la via della penitenza. Tutto inizia con la condanna ad un mese di carcere
w o h Brutti anatroccoli Hollywood perdona tutto alle proprie stelle, tranne un peccato: la bruttezza. Ma come insegnano le favole, dentro ad ogni brutto anatroccolo si nasconde sempre un cigno. Taylor Lautner, protagonista della saga Twilight è rimasto dentro il suo uovo per molto tempo. Così quando è riapparso nel nuovo capitolo, New Moon, le fan per poco non rischiavano di rimanerci secche per strangolamento da pop corn: capelli rasati, addominali scolpiti e pettorali d’acciaio in grado di eclissare persino l’allure di Robert Pattinson. Metteteci pure che nel film è capace di prodezze quali trasformarsi in licantropo…
per reati minori. Paris, per evitare il linciaggio delle altre detenute, è costretta a trascorrere la prigionia in isolamento senza cellulare, senza cagnolino e senza carta di credito. E’ qui che si avvicina alla lettura. Tra un fumetto e l’altro si imbatte in un grosso libro: “La Bibbia”. La mole e l’indice delle pagine non la spaventano. Così all’uscita di prigione una nuova Paris proclama a mezzo stampa la sua conversione. Niente più alcool, niente più sperperi, niente più sesso… peccato che le sue promesse trovano la stessa credibilità di Amy Winehouse al terzo gin tonic. Il periodo di castità termina quando in edicola arrivano le prime foto che immortalano la Hilton all’uscita da un after mentre, ubriaca, tenta di scavalcare i cancelli di una proprietà privata.
Nel girone dei sodomiti
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Gli anni che aveva Taylor Lautner quando ha esordito come attore.
Non giriamoci attorno, i cambiamenti d’immagine ti regalano qualche articoletto in sesta pagina, ma sono i cambiamenti sessuali a garantirti le copertine. E’ quello che
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I fratelli di miss Hilton. Paris è la più grande: la famosa Nicky, Conrad e Barron sono gli altri figli di Richard e Kathy Hilton.
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SHOW
avranno pensato i protagonisti di questo girone: le star che hanno subito svolte improvvise in ambito sentimentale. Ad aprire le danze è stata Lindsay Lohan col suo outing: stanca di uomini senza cuore e senza attributi ha pensato di ripiegare sulle donne con la dj Samantha Ronson. Scelta ideale: Samantha beve come un uomo, fuma come un uomo ed è persino in grado di urinare senza lasciare i segni della propria impresa sul wc. Praticamente perfetta. E’ andata decisamente oltre Chastity Bono, figlia della popstar plastificata Cher. Chastity, lesbica dichiarata, ha da poco deciso di affrontare forse l’unica operazione chirurgica che ancora mancava alla celebre madre: è diventata uomo. Ah, casa Cher e la chirurgia! E’ proprio il caso di dirlo: il lupo aumenta il pelo e non perde il vizio!
Gli arricchiti
Esiste un’altra specie di vip in evoluzione: quella degli arricchiti. Jennifer Lopez è l’esempio vivente che anche se il conto in banca può cambiare le persone restano sempre uguali. Semplici? No, tamarre. Che abbia origini portoricane e sia cresciuta nel Bronx non ha mai smesso di ricordarcelo, e non solo per le sue canzoni ma anche perché è l’incarnazione vivente della grezza arricchita. Lei conferma il luogo comune che la classe non si compra, ma tutto il resto sì. Così J.Lo. piuttosto che acquisire le buone maniere ha ben pensato di acquistare qualsiasi cosa le passasse per la testa: oro, ville, gioie… e da vera diva del Bronx ha sempre fatto tutto pretendendo lo sconto ovunque andasse. Del resto lo aveva promesso: la fama non l’avrebbe cambiata. n Salvatore Zeola
I paesi in cui il singolo Stars are blind ha raggiunto la top ten.
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Gli episodi della serie The Simple Life, di cui Paris è protagonista con Nicole Richie.
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n o Wh t? o N r O . . . t o What’s H
Il cancella cd
Le cose di cui non potete fare a meno a cura di Lorenzo Bovini
Pimp my presents Per citare un qualunque telegiornale italiano “se c’è un settore che non conosce crisi è quello del lusso”. Sembrerebbe vero, o almeno c’è sempre qualcuno che propone gadget ridicolmente costosi. Ecco cosa vi
consigliamo di regalare se i vostri genitori come paghetta vi danno l’equivalente del PIL di Taiwan. Iniziamo con un regalo per la vostra fidanzatina, che potrà indossarlo per la festa di Capodanno in casa Briatore (anche se non lo vedrà quasi nessuno perché si tratta di underwear). Victoria’s Secret ha da poco presentato un reggiseno da 2 milioni di sterline. Il prezzo è giustificato dai 1600 diamanti da 16 carati l’uno. Per le vostre serate con gli amici vi proponiamo il biliardino Lux Gold Foosball che, come suggerisce il nome, è rivestito in oro purissimo con rifiniture in acciaio inossidabile. Il tutto per la modica cifra di 25 mila dollari. Infine come dimenticarsi del migliore amico dell’uomo! Volete negare al vostro cane la CinePetLounger una chaise-longue in pregiato velluto con ciotola incorporata che vi regalano per 2000 dollari!? (da www.bornrich.org)
La libreria Marvel Se siete amici di un aspirante “uomo fumetto” come quello dei Simpson, non saprete che regalo fargli per Natale (a meno che non abbiate un coefficiente di nerditudine più alto del suo). Eccovi l’idea: il fermalibri in stile monte Rushmore con i personaggi Marvel. Non potrete avere di meglio per i vostri albi! Unico piccolo difetto, il prezzo: “solamente” 210$. (da www.nsidecollectibles.com)
Se volessi cancellare un cd come potrei fare? Di certo non con la gomma! Spezzandolo a metà? Banale. Con una chiave? È faticoso. Allora come fare per risolvere questo problema che non fa dormire la notte milioni e milioni di italiani!? Con il distruggi cd usb che per la modicissima cifra di 27 dollari fa quello che il nome suggerisce (e cosa se no?). (da www.usbgeek.com)
USB slam dunk
Un classico della sala giochi subito sulla vostra scrivania! È sconsigliato tenerlo vicino al luogo dove studiate, fonti ben accreditate dicono che distragga parecchio. In dotazione nella scatola troverete quattro palle da basket che dovrete infilare nel minicanestro, le batterie per il display e le luci ovviamente non sono incluse. Il tutto a casa vostra per 21€ circa. (da www.gadgets.dk)
La sveglia laser Ok: alzi la mano chi almeno una volta non ha spento la sveglia e si sia riaddormentato subito dopo... Se l’avete alzata vi dobbiamo dire una cosa: avete mentito. Se cercate una sveglia unica, questa fa per voi. Per farla smettere di suonare dovrete centrare un bersaglio con un laser. Non vogliamo sapere cosa succede se la pistola ha le pile scariche... Disponibile per 25€. (da www.latestbuy.com.au) BLOGmag 63
x o b e m ga
Per i giochi si ringraziano:
Parole Crociate
>>ORIZZONTALI
1. Divertente, esilarante. 9. Un sicario di don Rodrigo. 14. Santo che viene festeggiato il 13 ottobre. 19. Si registra nel momento più... freddo del giorno. 22. Si ripetono... nel parlare. 23. Altro modo di dire sì. 24. Uno che... non c’entra. 25. Ci segue e precede! 26. Contrassegni impressi. 28. Iniziali dell’attore Nero. 29. Nell’orto e nei prati. 31. Emettere... un mandato di cattura! 34. Una città sul Don. 38. Località calabrese resa famosa dai “bronzi”. 41. Massimo, attore e cantante napoletano. 43. Vengono impiegati in azioni di salvataggio in alta montagna. 47. All’interno. 48. Noto regista italiano. 49. La sigla dell’acido desossiribonucleico. 50. In araldica, è uno scudo senza figurazioni. 53. Il giornalista Lerner (iniziali). 54. Irregolare… abbreviato nei dizionari. 55. E’ il fiume di scarico d’un lago. 56. Il Sannazaro famoso poeta e BLOGmag 64
umanista. 57. Marcelo, noto tennista cileno. 59. Doppio zero. 60. Andare... a New York. 61. Dio della vegetazione. 62. La prima metà di otto. 63. Sono pari in pista. 64. Giovanni Antonio, celebre pittore veneziano. 67. Si varca espatriando. 71. Pianta per scope. 72. Agibile, vivibile. 73. Lo è il vino di mamma Lucia.
>>VERTICALI
1. Fine di psicotest. 2. Malleveria, cauzione. 3. Hanno l’ardiglione. 4. Più che morigerato. 5. Essere... in centro. 6. Hanno notevole valore. 7. E’ privo di malanni. 8. Il decimo mese dell’anno (abbreviazione). 9. Un trampoliere. 10. Comanda... nella zona. 11. Si oppone a sommo. 12. Consenso. 13. No... allo specchio. 14. Fa dolere il capo. 15. Chiudono la corrida. 16. Materiale per bilie. 17. Simbolo del decalitro. 18. Difetta a chi plagia. 20. Suffisso chimico.
21. Erano sacre a Giove. 26. Orchestra jazz. 27. Spike, noto regista. 28. Precede il nome del monaco. 30. Un valico alpino. 31. Ottimo per qualità. 32. Una preziosa sferetta con riflessi iridescenti. 33. Gli abitanti di Rio de Janeiro. 35. Esente, immune. 36. C’è anche la B12. 37. Il Bettino che fu presidente del Consiglio nel 1861. 38. La lima del falegname. 39. Il numero dell’uscio. 40. Alberi sempreverdi. 42. Il palco dei pugili. 44. Il nome di Al Fajed, l’uomo perito insieme a lady Diana. 45. Parte da una fionda. 46. Il Paese intero. 48. Dà valore alla collezione. 50. Possono diventare gol. 51. Si riempie di appunti. 52. Storica regione balcanica. 58. S’acquistano in negozi di articoli sportivi. 60. C’è anche “fizz”. 62. Le si paragona una persona sciocca. 65. Un “ma” latino. 66. Abbasso all’inizio. 67. Coda di pesce. 68. Nega senza vocali. 69. Troncamento di fede. 70. Il... trasteverino.
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Il giocone di BLOGmag.
Arriva BLOGmag, arriva il giocone. BLOGmag sfida tutti i suoi lettori: grazie a questo mini-cruciverba potreste farvi regalare dalla vostra rivista preferita un
iPod nano rosso da 8 Gb! Partecipare è molto semplice: innanzitutto completate le prime definizioni che trovate qui sotto. Le risposte sono tutte all’interno di questo numero di BLOGmag, basta cercare bene tra le pagine… Come vi accorgerete, però, mancano alcune definizioni: le troverete su www. blogmag.it a partire dalle 18.30 del 9 dicembre. Una volta risolto il gioco, segnatevi il codice che potete leggere dall’alto in basso alla quarta colonna (quella evidenziata in giallo) e speditelo via mail a: giocone@blogmag.it. Al primo che invierà la risposta corretta verrà regalato l’iPod touch! Attenzione: non è una parola di senso compiuto! 1. Il nome della cosa che è coming soon a pagina 67.
a cura di Claudio Cannistrà (canniclau@libero.it) ariete Permangono segnali di crisi all’orizzonte della prima decade, mentre vanno a gonfie vele la seconda e la terza. Parola d’ordine: mantenere i piedi per terra! toro E’ vero che avete sempre Marte dissonante, ma Mercurio e Venere vi appoggiano con grande affetto, soprattutto da fine dicembre. Lune favorevoli: 17-18-22-23 dicembre, 4-5 gennaio. gemelli I pianeti sono per lo più amichevoli, pur senza essere entusiasmanti. Avete la possibilità di portare avanti i vostri progetti. Lune favorevoli: 24-25 dicembre, 2-3-6-7 gennaio. cancro La situazione in famiglia vi preoccupa un po’ e vi sembra di non possedere sufficienti risorse finanziarie. Non disperate! Con il nuovo anno, arriveranno inattesi miglioramenti.
2. Lo diventerà la città di Rio de Janeiro nel 2016. 4. Il loro disco ha preso due stelline nelle recensioni. 5. La scusa del cane che ha mangiato i compiti si è classificata... 6. Il nome della figlia di Obama citata in questo numero. 8. I pulp toys di Mark Landwehr. 9. Il nome dello Zagaglia intervistato da BLOGmag.
leone Non strapazzate il fisico, sarebbe un errore. Meglio affrontare con calma ogni cosa. I nati dal 9 al 13 agosto risentono sempre dell’aggressività marziana. Lune favorevoli: 11-12-21 gennaio. vergine I mutevoli stati d’animo di dicembre lasciano il posto ad un orizzonte sentimentale più colorato, già da inizio gennaio. Lune favorevoli: 17-18-27-28 dicembre.
HoroscoPe dicembre - gennaio sagittario Forze cospicue e buona energia sono i presupposti per agire positivamente. Sentimenti in forte ascesa per tutto dicembre: nuovi amori in vista? capricorno Compleanni sereni un po’ per tutti con Mercurio e Venere nel segno, ma in particolare per i nati dopo il 25 dicembre. Lune positive 27, 28 dicembre, 4 e 5 gennaio.
bilancia L’ostilità di Mercurio rende difficile la concentrazione nello studio e smorza gli entusiasmi. Tuttavia, Giove dall’Acquario vi protegge ancora. Siate sereni!
acquario A metà dicembre la congiunzione tra Giove e Nettuno coinvolgerà la terza decade verso mete creative e spirituali. Sono, invece, molto realisti i nati in gennaio.
scorpione Come carattere, amate il confronto e la lotta, ma forse adesso è un po’ troppo! Mantenete i nervi saldi senza esagerare. La situazione migliora da fine dicembre.
pesci Navigate sulle onde di un mare tranquillo in attesa dell’entrata di Giove nel vostro segno, che da metà gennaio allargherà i vostri orizzonti. Lune favorevoli: 8-9-10 gennaio. BLOGmag 65
g o l b o t fo Vuoi vedere le tue foto pubblicate in questa pagina? Mandale a fotoblog@blogmag.it.
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BLOGmag
uscirĂ il 15 febbraio!
Alla prossima!
o t fo BLOGmag 66
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