BLOGmag Autunno 2010

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ANNO 6 N. 30 - Prezzo di cop. 1,00 € - Pt. Ita. Sped. in Abb. Post. 70% - Aut.ne DCB prov. BO tutti i diritti sono riservati - © 2010

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GRATIS - FREE ANNO 6 n. 30 AUTUNNO10

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autunno 2010 in questo numero

penso che Toh, chi si rivede!

fondatore Marco Mazzoni responsabile contenuti Marco Cantelli direttore responsabile Chiara Caliceti logistica Tommaso Tani in redazione Carlotta Marchioni, Federico de Felice, Salvatore Zeola, Roberto Pisano, Giacomo Dondi, Lorenzo Bovini, Claudia Mastroroberto, Alexia Mariah Eaton. hanno collaborato: Nico Scagliarini, Michele Maisto, Linda Ferrondi, Edoardo Baldaro, Alessia Colanero, Giovanni de Girolamo, Giusy Cristiano, Isa Iannuzzi, Sara Peluso, Dario Oddenino, Martina Castigliani, Piera Muccigrosso, Chiara Angiolini, Andrea Basso, Mattia Canuto, Erica Scigliuolo, Alessandro Scagliarini, Vittorio Marchetti, Beatrice Giaramita, Lorenzo Ferraioli, Giuseppe Cirasino.

Non ditecelo: vi siete persi il numero 29 bis, quello uscito tra il n...anta ettembre e il ...ordici naglio. In effetti, ci avevano avvisato di qualche problema nella distribuzione e se non riusciti a leggerlo siamo dispiaciutissimi, vista la ricchezza del precedente BLOGmag... Scherzi a parte: scusate il ritardo, non ci si vede da qualche mese ed è colpa nostra... Finalmente però eccoci qui per non abbandonarvi (speriamo!) più, con un numero pieno di contributi ed articoli interessanti. Siamo particolarmente street e rappusi, questo mese: vi racconteremo infatti tutto il meglio dell’hip-hop italiano ed internazionale. Oltre ad un’attualità ricca di contributi dai nostri corrispondenti esteri, che ci raccontano vere e proprie esperienze di vita ricche di curiosità. Speriamo di saziarvi a sufficienza, ci si ribecca nel 2011. Yo! La redazione

illustrazione di copertina Fernando V. Togni progetto grafico Nouvelle questo numero è stato distribuito nelle province di: Ancona, Avellino, Benevento, Bologna, Brindisi, Cagliari, Catania, Ferrara, Firenze, Foggia, Genova, L’Aquila, Matera, Milano, Modena, Napoli, Padova, Parma, Pistoia, Roma, Vicenza. BLOGmag è stato stampato c/o Grafica editoriale Printing – via E. Mattei 106 – Bologna – interamente su carta riciclata ecologica con certificazione europea ECOlabel. Aut.ne Tribunale di BO n. 7623 – 19/01/2006. www.blogmag.it www.facebook.com/blogmag Cerca il profilo di BLOGmag (Blogmag + Nome città) della tua città su Facebook!

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drivin’ in the world codice della strada studiare nel mondo da oggi si studia poco europe vivere in australia i segreti di wikileaks l’onu parla con gli ufo? superstizioni top 10 delle trash news dargen d’amico ghemon scienz musicbox w/ fare soldi test: amori alla frutta scott pilgrim parenti serpenti BLOGmag 5


drivin’ around the I nostri corrispondenti in giro per il mondo ci raccontano come si guida fuori dall’Italia, tra semafori da non rispettare, curve a 45 gradi e incroci tra dodici vie

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n Italia, l’argomento più gettonato tra la gente comune è il traffico. Ok, non è vero: il primo tema è il meteo. Ma subito dopo si passa a “cosa ha detto Isoradio” e alle immagini del gran esodo delle vacanze, all’ansia che aumenta con l’arrivo dell’inverno e con le strade che si bloccano per la neve o il ghiaccio. Un’ossessione, un argomento del

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tutto bi-partisan: puoi votare destra, sinistra o centro ma parlando di traffico in maniera negativa e pessimista puoi mettere d’accordo tutti. In questo numero abbiamo deciso di presentarvi, grazie all’aiuto di alcuni inviati in giro per il mondo, di raccontarvi che succede al volante in alcuni altri paesi. Buona lettura!


australia

w rld Bici, skate e guida a destra

No: gli australiani non cavalcano i canguri per andare a scuola o al lavoro. Nemmeno nelle campagne. Preferiscono decisamente guidare le loro auto con la guida a destra. E se il traffico cittadino, solitamente delirante, lo permette, amano sfrecciare per le strade a tutta velocità.

Dimmi cosa guidi e ti dirò chi sei

Ecco: nel caso specifico questo detto non funziona, perché basandosi su questo criterio la popolazione gli aussie drivers si ridurrebbe a quattro categorie: ragazze asiatiche, tamarri asiatici, business men e rednecks. Questo perché la maggior parte delle macchine in circolazione sono giapponesi, e ci sono sia quelle super pimpate alla Tokyo Drift, sia le classiche citycar, guidate diffusamente da buona parte della popolazione. Oppure si passa ai bestioni: familiari, furgoni, furgonati e via dicendo, senza disdegnare un bel po’ di camioncini hippy, originali e non. Altra cosa parecchio nostalgica è l’andarsene in giro in skateboard: molti local sfruttano i saliscendi di Sydney per spostarsi con poco sforzo e molto stile.

Via libera?

292 km/h

Il record di velocità per non vedenti messo a segno da un cantante turco.

BLOGmag al motorshow!

Dal 4 al 12 dicembre anche BLOGmag e l’agenda da noi creata, BE-U 2012, sono alla fiera di Bologna per l’annuale appuntamento col Motor Show, la fiera dedicata al mondo dei motori, manifestazione al vertice nel mondo tra quelle del settore

e unica in Italia. Saranno presenti la quasi-totalità delle marche automobilistiche. Per quel che riguarda noi, ci trovate allo stand 44 nel padiglione 33: è la solita cosa incomprensibile da fiera, ma basta che vi rechiate al padiglione 33 e cerchiate uno standone tutto bianco! Vi aspettiamo lì con mille cose bellissime e le illustrazioni dei nostri artisti!

Ben consapevoli della loro spericolatezza, gli australiani si sono dotati di un ricco sistema di piste ciclabili (sarebbe anche obbligatorio il casco per i ciclisti, ma praticamente nessuno lo porta), corsie per gli autobus e attraversamenti pedonali dalle sonorità assordanti. Moto e scooter sono una vera rarità, e perlopiù destinati a scopi pubblicitari, come Vespe che trainano gigantesche lattine di the freddo, o alle consegne di pizza marcia a domicilio. Le biciclette in circolazione sono poche, e a possederle sono mediamente studenti squattrinati stufi dei trasporti pubblici o giovani hipster in sella alle loro “fisse”, che sfoggiano orgogliosamente a Glebe Markets il sabato mattina, o per le strade di Newtown. E nel dubbio di non sapere da che parte guardare prima di attraversare la strada, il turista spaesato può sempre guardare in terra: spesso e volentieri ci sarà una freccia che indica da che parte arriva il traffico. Nico Scagliarini (Sydney) BLOGmag 7


Jeep gamer-friendly

Call of Duty ha incollato milioni di giocatori a pc e console ed ora li porterà anche sulle strade. Per 5000 dollari in più rispetto a una normale Rubicon potrete portarvi a casa la limited edition di Call Of Duty Black Ops. In più avrete una placca con il logo del gioco e meno cromature per avere un look monocromatico. Indovinate il colore? Ovviamente, nero.

Non è il paese delle biciclette

Occhio ai semafori!

Chi visita la Cina, per esempio, si accorgerà presto, speriamo nel modo meno traumatico possibile, che negli incroci, anche i più grandi, nonostante la presenza di semafori, chi vuole svoltare a destra non si ferma mai ad aspettare il verde. Per cui, se siete un pedone che attraversa la strada con il semaforo pedonale verde, fate comunque attenzione agli autisti che non hanno intenzione di fermarsi! In genere le auto procedono abbastanza lentamente e avvisano sempre con colpi di clacson che stanno arrivando, per cui avrete la possibilità di evitarle facilmente.

cina

Quando si viaggia e si visita un paese nuovo sono molte le abitudini diverse a cui si va incontro. Dal modo di mangiare al comportamento delle persone, spesso si deve prestare attenzione ed imparare in fretta per evitare gaffes o situazioni spiacevoli. Una delle cose che di solito si imparano per prime e che sono necessarie per non rischiare la propria incolumità sono le regole del traffico. Non si tratta solo di sapere da che lato della strada vengono le macchine (chi e’ stato in Inghilterra di sicuro ne ha avuto un assaggio) ma ci sono molti aspetti a cui bisogna fare attenzione.

Curve più larghe e traffico intenso

State anche molto attenti al loro modo di fare le curve: sembra strano ma è possibile farle in maniera completamente diversa dalla nostra. Svoltando in una strada laterale l’angolo che teniamo noi è quasi di 90 gradi. In Cina é di 45 gradi! Per questo occorre molto più spazio per svoltare e a volte percorrono un buon tratto di strada nella corsia opposta provocando lo spavento di chi crede di rischiare un frontale. Negli ultimi anni la Cina é cresciuta molto, spesso i tassisti non trovano più la strada dato che da un giorno all’altro vecchi quartieri vengono abbattuti e nuove strade costruite e il numero di macchine cresce molto velocemente, in città come Pechino si immatricolano 1000 auto al giorno, e il traffico diventa sempre più rumoroso. Le città non hanno niente a che invidiare alle nostre ore di punta (dimenticate l’idea che sia il paese delle biciclette) e le autostrade sono sempre più intasate, anche se bisogna sfatare la notizia apparsa quest’estate di una coda di 100 km: si trattava di una fila di appena 30 km! Michele Maisto (Lijiang) BLOGmag 8

Mary Kies

La prima donna del mondo (USA) a prendere la patente, nel 1899: purtroppo, anche la prima a provocare un incidente, poche ore dopo.

Vetri scuri

In Arabia Saudita per le donne sarebbe vietato guidare ma grazie ai finestrini oscurati lo fanno più o meno tutte, in barba alla legge.


Per consegne rapide

Per celebrare i 40 anni del Transit in Europa la Ford ha deciso di creare un’edizione speciale... racing. Il Transit SportVan cerchi in lega da 18’’, motore da 140 cavalli ma sopratutto striscie orizzontali lungo tutto il tetto. Edizione limitatissima, per Di Smart personalizzate dai fortuna, che terminerà proprietari ce ne sono tantissime e una volta raggiunti i di gadget di Hello Kitty pure. Quelli 100 esemplari. della Mercedes hanno pensato di combinare i due mondi inserendo nelle 22 nuove fantasie della fortwo anche una dedicata alla famosa gatta giapponese. Il prezzo è quello di una Smart normale, risate di tutto il vicinato comprese nel prezzo.

francia

Hello smarty

L’Etoile del desiderio (di uscirne indenni)

Esiste un luogo in cui riescono a confluire tutte le peggiori paure recondite di ogni guidatore. Un luogo famosissimo, ma che rimane il più arcano dei misteri quando si tratta di affrontarlo da osservatore del codice della strada.

L’incrocio della paura

Metti insieme 2/3 di volante, 1/3 di motore, una spruzzata di battiti cardiaci all’impazzata, aggiungici un po’ di frecce lampeggianti, shakera il tutto e versa nel tumbler ghiacciato della più grande piazza di Parigi, Place Charles-deGaulle. Più conosciuta come Place de l’Etoile, la piazza che ospita al suo centro l’Arc de Triomphe, essa nasce dall’intersezione di ben dodici strade, di cui la più famosa è l’Avenue des Champs-Elysees. Insomma, mica noccioline. Qui si assiste ogni giorno ad una vera e propria guerriglia urbana: non bastano le ansie da prestazione nell’affrontare quest’insidioso luogo, il sudore freddo che comincia a imperlare la fronte e lascia la gola secca; non bastano gli automobilisti con i nervi a fior di pelle e mille occhi per una molteplicità di visuale che nemmeno un qualsivoglia insetto o crostaceo avrebbe; non bastano i ciclomotori che si insinuano in ogni angolo buio e si dissolvono nel traffico neanche stessero interpretando il leggendario supereroe Flash, no. Non bastano. Ad arricchire la situazione già surreale di suo ci si mettono anche i turisti pedoni, che con la baldanza che contraddistingue il pedone in quanto tale, si gettano nella mischia e si immolano per la sacra foto da scattare. Quel turista che per raggiungere il tanto ammirato Archetto non si abbassa a prendere il sottopassaggio, come qualsiasi essere dotato di senno, ma si lancia impavido rischiando la morte. Meraviglioso, certo, ma per chi soffre di cuore debole sarebbe meglio non sfidare il destino. Componete gli elementi tra loro, e leggere il terrore negli occhi di chiunque affronti l’Etoile sarà all’ordine del giorno.

Sportivi al volante

In generale, i francesi sono piuttosto sportivi nella guida: dalle curve affrontate a velocità non propriamente consentite, agli slalom tra i boulevards per guadagnare tempo. Oppure gli scatti ai semafori, che fanno pensare a timer predisposti in ogni abitacolo al momento dell’acquisto dell’auto. Ma, in fondo, noi italiani non siamo poi così tanto diversi dai nostri cugini d’oltralpe. Linda Ferrondi BLOGmag 9


La Polonia, ovvero una Germania più incasinata.

La prima impressione che ci lascia Wroclaw (per noi italiani, visto che ci piace distinguerci, Breslavia) è ben diversa dall’immagine che potremmo associare alla Polonia. Scordatevi di trovarvi in un paese impoverito e ancora intristito dalla passata dittatura. La Polonia, per quel poco che abbiamo visto almeno, è un paese che ha saputo rilanciarsi egregiamente, ispirandosi al proprio ricco vicino tedesco. E a prima vista, proprio un traffico “germanico” ci sembra di avere di fronte. Le auto tedesche sono quelle che vanno per la maggiore, seguite da quelle francesi e americane (invece, nonostante una ricerca abbastanza accanita, di Fiat abbiamo fatto molta fatica a trovare traccia), e tra queste, quasi mai si incontrano ruderi capaci di causare da soli lo stesso livello d’inquinamento d’una fabbrica cinese.

Per non ostentare

Si sa, le supercar sono fatte per ostentare la propria ricchezza. Non importa che siano veloci; la maggioranza dei proprietari le tiene come status symbol. La Bugatti Veyron Vincerò ne è l’esempio. Telaio in fibra di carbonio e inserti in oro. Il prezzo verrà comunicato dopo un’accurata visita dal cardiologo.

L’Europeo dei cantieri

Vigili vendicat(t)ivi

La passione per i cantieri è però superata dall’amore per gli incroci. In ogni luogo, state certi che almeno cinque strade e tre attraversamenti pedonali si incontreranno con minimo quattro linee di tram, creando una situazione da inferno dantesco. I semafori sono da tutti rispettati, il che implica che ognuno di noi, sia in macchina o a piedi, ha il tempo di riflettere sulla propria vita, prima di poter passare. A tal proposito, il nostro consiglio è di attendere sempre il verde. Non per senso civico, figuratevi. Ma perché qua la polizia municipale si batte con coraggio contro i trasgressori. L’essere stranieri vi salva evidentemente dalla multa (basta dire di non avere soldi con sé). Però, se dovevate andare in centro, e avete osato attraversare col rosso davanti ad una volante, aspettatevi di essere caricati in macchina, ed abbandonati solo qualche chilometro dopo, direzione periferia: attenti a chi dirige il traffico in Polonia! Edoardo Baldaro (Wroclaw) BLOGmag 10

polonia

Ma la Polonia non è la Germania! Questo è importante ricordarlo, volendo affrontare le strade di questo Paese. Perché se l’impressione generale ispira fiducia, è meglio restare sempre con un occhio vigile, e conoscere alcune “usanze” del luogo. Intanto, poiché la Polonia si sta preparando ad ospitare i prossimi europei di calcio nel 2012 (soffiati all’Italia, ma non importa, tanto il mondo starà finendo in quei giorni), preparatevi ad incontrare un cantiere ogni 10-15 metri. In particolare, strade che saranno presto costituite da almeno quattro spaziose corsie, al momento sono un’unica striscia di asfalto a doppio senso, che ovviamente il vostro autobus percorrerà a velocità folle, sfiorando svariati incidenti.

Strade musicali

Sperimentate in cina, andando alla giusta velocità si produrranno, grazie a dossi e speciali guard rail, delle piacevoli melodie.

Passa prima tu

Il significato – opposto a quello italiano – di lampeggiare con in fari in Gran Bretagna.


iAutoradio

Piano piano ci stiamo lasciando alle spalle i cd e i dvd. Prima con i lettori mp3 poi con i videogiochi (su pc, Steam sta pian piano sostituendo i negozi tradizionali); e ora nel mondo delle auto. Preparatevi a dire addio all’autoradio! Non sparirà del tutto, si potrà sentire musica in auto ma in modo diverso. BMW presenterà a Parigi il nuovo sistema di entertainment dei nuovi modelli 2011. Si tratta di qualcosa di molto conosciuto: un iPhone e un iPad. Probabilmente bisognerà aspettare parecchio perché diventi lo standard, comunque è un passo avanti. Guardando quanto costano optional come il navigatore o un buon stereo si capisce perchè a fare operazioni di questo tipo ci guadagnano tutti. Le compagnie non dovranno più pensare a stereo e navigatori, i clienti avranno un iPhone (che fa da navigatore e stereo) e l’ambiente riceverà parecchi rifiuti in meno. Purtroppo il cambiamento in questi campi è decisamente lento quindi dovremo aspettare un pezzo perchè la gran parte delle auto possano essere dotate di questi strumenti.

Le regole a stelle e strisce

Gli Stati Uniti e la guida: se non un mondo completamente diverso dal nostro, beh, ci manca poco. La scorsa estate siamo andati ad indagare per voi, per scoprire cosa si cela nel traffico statunitense e... no beh, ok, siamo stati in vacanza. Però qualcosa da raccontarvi l’abbiamo comunque!

Sorpassare inogniddove

La cosa che colpisce di più e che infastidisce anche un attimino è sicuramente, sulle strade a più corsie, la facilità di sorpasso dell’americano al volante. È infatti concesso di superare le vetture più lente sia a sinistra che a destra e, all’europeo medio, le prime volte, sembra di esser parte di Space Invaders. Va detto che, a differenza dei cretini che in Italia sorpassano da destra a tutta bbbirra, abituarsi a questa norma è abbastanza semplice, visto l’attenzione che ogni cittadino presta ai limiti di velocità, mai superati – in genere – di più di 10 miglia orarie (e solo nelle highway: nelle strade cittadine il rispetto dei limiti è maniacale).

Corsie ed incroci

Venendo alla guida in città, la cosa da sapere assolutamente è che col semaforo rosso si può comunque girare a destra (prestando ovviamente attenzione alle altre autovetture). Non è una regola valida in tutti gli stati americani, in verità. Una regola valida sempre, invece, è che la segnaletica orizzontale va rispettata: se si prova, ad esempio, a svoltare a sinistra in una corsia che consente soltanto di procedere diritti non riceverete soltanto le lamentele di chi vi segue ma anche di tutte le altre vetture presenti nell’incrocio. Anche quelle guidate dai vecchietti, i più cattivi tra gli automobilisti statunitensi.

usa

Chi si perde è perduto

Chiudiamo con qualche curiosità: quasi tutte le macchine hanno il cambio automatico, gli autovelox sono pochissimi e, in compenso, i poliziotti sono davvero precisi e se ti beccano a compiere la minima infrazione c’è il rischio minimo di passare una brutta mezz’oretta. Ah, e non provate a sbagliare strada, siate sempre attenti: le indicazioni sono presente in numero minore rispetto all’Europa e spesso sono rappresentate soltanto dai numeri delle strade. Perdere la via, quindi, equivale a perdere anche un bel po’ di minuti! Marco Cantelli

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Tre anni

Il periodo dopo il conseguimento della patente in cui si è considerati neopatentati

0 spaccato Il tasso alcolico massimo consentito ai neopatentati

70kw

La potenza massima delle macchine che si possono guidare il primo anno di patente

Minicar

Cinture di sicurezza e limiti di velocità a 45km/h

il nuovo codice della strada Neopatentati e futuri patentati attenti: le regole sono cambiate autore > alessia colanero luogo > l’aquila categoria > attualità

Q

tags > tasso alcolico, astemi, navette, patente, bere, divertirsi, utilitarie, limiti di velocità, minicar, droga, test

ual è il più grande desiderio di un diciottenne? Superare l’anno scolastico per uscire finalmente dalla cara vecchia scuola? Stare con il ragazzo o la ragazza più figo/a della scuola? No. O almeno: anche, ma non solo. Il più grande desiderio, il traguardo da raggiungere, la meta, è quel piccolo pezzetto di plastica rosa: l’attesa

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e venerata patente! Tre, quattro, cinque mesi di sudore e poi si parte. Per un ragazzo la patente è il biglietto d’accesso verso un mondo d’indipendenza, divertimento, feste, serate in discoteca, in una parola: libertà.

Nuove regole: questo gioco va da 18 a 21 anni. Da quest’anno bisogna stare ancora più attenti! Il gioco è lo stesso ma

cambiano le regole. Primo e più preoccupante provvedimento per i neopatentati, il tasso alcolico: per i primi tre anni di patente, deve risultare 0.0. Proprio così: d’ora in poi, se si guida, non è più consentito nemmeno un bicchierino il sabato sera. Allora quel bellissimo profumo di festa e libertà emanato dalla patente il primo giorno comincia a puzzare un po’. Ma, senza scoraggiarsi troppo,


ci sono altri modi di divertirsi e mantenere la propria autonomia, senza dipendere sempre da genitori o fratelli.

Troviamo rimedio

Il primo rimedio a questo problema consiste nel fare a turno quando si esce in gruppo, e il prescelto per guidare eviterà di bere per una sera. Oppure se tutti vogliono bere, pensare di prendere un taxi e dividersi poi i soldi della tratta, o, se disponibili, salire su una delle navette messe a disposizione dagli enti locali. O ancora, potete cercare un amico astemio - forse se ne trovano ancora! - e portarvelo sempre dietro, anzi farvi portare sempre da lui. Se questo amico dovesse non accettare l’offerta, potete provare a rimborsargli i soldi della benzina. Inoltre nei locali, ricordatevi che è vietata la vendita di alcolici dopo le 3 del mattino. C’è da considerare comunque che la maggior parte di incidenti stradali che si verificano, soprattutto tra i più giovani, sono causati dall’assunzione di alcool e/o droga. Meglio non vedere sempre il rovescio della medaglia: qualcuno potrebbe essere scontento di queste restrizioni ma servono a salvaguardare la vostra vita e quella degli altri. E poi, non è necessario bere per divertirsi. Altra notizia importante: i neopatentati oltre i soliti esami dovranno conseguire anche un test antidroga per ottenere la patente. Chi risulterà positivo si vedrà rifiutare la licenza di guida.

Altre regole: da 18 a 14 anni

Tra le altre nuove regole da seguire c’è quella relativa alla guida di auto di potenza superiore a 70Kw di potenza e 55kw/t di tara: coloro che prenderanno la Patente B da febbraio 2011 per il primo anno

potranno guidare solo utilitarie: bisognerà aspettare almeno 365 giorni prima poter di “fregare” il macchinone di papà per fare bella figura con le ragazze o con gli amici. Ancora, limiti di velocità ridotti: in autostrada massimo 100 km/h e sulle strade extraurbane principali massimo 90km/h, sempre per i primi tre anni dal conseguimento della patente. Per i più giovani ci sono alcune norme interessanti: chi è in possesso della patente A1, già a 17 anni potrà ottenere il foglio rosa e cominciare a provare l’ebbrezza di guidare un’automobile, anche se sempre con un accompagnatore in possesso della patente da almeno 10 anni, come già previsto

Gabriella

19 anni Liceo Scientifico L’Aquila Cosa ne pensi del limite del tasso alcolico per i neo patentati? In effetti è troppo restrittivo, si sa che noi ragazzi almeno un “goccetto” lo beviamo; non per questo siamo dei perfetti pirati della strada. Insomma si può alzare anche di poco il limite, tanto alla fine chi è solito guidare da ubriaco lo fa comunque. Non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Sei favorevole al test antidroga necessario per conseguire la patente? Credo che chi è abituato a fare uso di droghe continuerà a farlo. Poi dovrebbero almeno mettere un bravo dottore per fare questi controlli, invece di fare quella banale visita oculistica. Credi che ci sia realmente bisogno di una suddivisione così precisa e definitatra neo patentati e non? No, non sono d’accordo con questa suddivisione. Per esempio, se una coppia ha solo macchine superiori a 50 kw a tonnellata e un figlio neopatentato che ha necessità di utilizzare la macchina, come risolve la situazione? è solo per un anno, però non tutti possono permettersi di comprare una macchina meno potente solo per un neopatentato e per un anno.

dal foglio rosa attuale. Si potrà quindi cominciare a fare un po’ di pratica già un anno prima del conseguimento della patente, così i ragazzi acquisteranno maggiore sicurezza quando finalmente guideranno da soli. Obbligo di indossare le cinture di sicurezza sulle minicar; e sempre riguardo queste “minimacchine”, coloro che truccano questi mezzi per superare 45 km/h o che salgono su una di queste truccate, verranno multati salatamente. Perché rischiare una sanzione, per correre un po’ di più? Ancora, i giovanissimi che vogliono prendere il patentino per i ciclomotori, saranno sottoposti anche ad una prova pratica. Insomma grandi cambiamenti quest’anno, ma non lasciatevi spaventare da tutte queste norme: guidare è e sarà in ogni caso il vostro biglietto d’accesso verso un mondo di indipendenza, divertimento, feste, serate in discoteca, in una parola: libertà. n

Wanda

19 anni Liceo Scientifico Tecnologico L’Aquila Cosa ne pensi del limite del tasso alcolico per i neo patentati? Credo che sia un po’ restrittivo, dovrebbero alzare il limite almeno a 0.5. Se per esempio si va ad una festa almeno un bicchiere di spumante dovrebbe essere consentito. Sei favorevole al test antidroga necessario per conseguire la patente? Secondo me è giustissimo che il test antidroga sia tra gli esami della patente, almeno si cerca di limitare i danni in partenza. Credi che ci sia realmente bisogno di una suddivisione così precisa e definitatra neo patentati e non? Penso che non ci sia un reale bisogno di questa suddivisione così netta, in fondo non conta da quanto tempo hai la patente. Sicuramente c’è più esperienza dopo qualche anno ma non dovrebbero esserci differenze così marcate perché un ragazzo di 2122 anni guida come uno di 18. BLOGmag 13


le scuole diventano internazionali 67% Un mucchietto di dati ci aiuta a capire quanto la scuola italiana sia aperta al mondo e cosa bisogna fare per raggiungere la “piena internazionalizzazione”

autore > giovanni de girolamo luogo > avellino categoria > scuola

L

tags > lingue straniere, inglese, francese, spagnolo, scambi culturali, gite, classi, studenti, finanziamenti, costi, dati, esperienze, mobilità studentesca

a scuola italiana è più aperta alle esperienze internazionali di quanto comunemente si creda. Lo rivela il secondo rapporto dell’Osservatorio sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, presentato il 7 settembre a Milano. L’indagine, condotta dalla società

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di ricerche Ipsos per conto della Fondazione Intercultura e della Fondazione Telecom Italia, ha preso in considerazione 494 scuole di cinque regioni italiane: Lombardia, Toscana, Marche, Puglia e Molise.

Il rapporto in breve

Dal rapporto è emerso che il 67% delle scuole ha partecipato

Le scuole che hanno partecipato ad un progetto internazionale. In diminuzione rispetto al 72% del passato.

a un progetto internazionale, dai gemellaggi via pc ai brevi soggiorni all’estero; il 50% insegna almeno tre lingue straniere e il 23% una o più materie in una lingua diversa dall’italiano (progetto Clil). Nell’ultimo anno scolastico, inoltre, il 42% ha realizzato almeno uno scambio di classe con una scuola all’estero, e il 27% conta almeno un alunno che si è recato per studio in un altro Paese per un periodo compreso tra i 3 mesi e l’anno.

Internazionalizzarsi passo dopo passo Vediamo nel dettaglio quali e quanti sono i passi necessari all’internazionalizzazione di

>>


Un tema “internazionale” Nell’ambito del progetto dell’Osservatorio sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca, repubblica.it ha annunciato il lancio del concorso La mia scuola internazionale, un’iniziativa per gli studenti e gli insegnanti di Repubblica@Scuola, sezione del sito del quotidiano dedicata agli studenti e realizzata in collaborazione con i ragazzi. Per partecipare al concorso, gli studenti dovranno preparare un elaborato che illustri le attività internazionali a cui hanno preso parte nel corso della scuola superiore o, in alternativa, dovranno ideare delle attività scolastiche legate al tema dell’internazionalizzazione. Gli insegnanti dovranno invece presentare degli elaborati che illustrino progetti di internazionalizzazione mirati a creare nei giovani coinvolti la consapevolezza di far parte di un contesto più ampio rispetto alla propria città e al proprio Paese. Lo studente che produrrà il migliore elaborato parteciperà a un soggiorno scolastico di una settimana in Finlandia nella primavera del 2011; il docente che avrà presentato il progetto più interessante potrà partecipare gratuitamente al convegno Ricomporre Babele – Educare al cosmopolitismo, che la Fondazione Intercultura terrà a Milano, nel mese di aprile. Gli elaborati e i progetti dovranno pervenire entro il 10 Gennaio 2011.

>>una scuola: il primo termometro

per misurare il grado di apertura della scuola verso le altre culture è l’insegnamento delle lingue straniere. Oltre all’inglese, insegnato ormai in tutte le scuole, gli studenti italiani parlano francese (65%), tedesco (45%), spagnolo (33%), russo, cinese e giapponese (4%). Il passo successivo riguarda la diffusione del progetto Clil, già realtà nel 23% delle scuole consultate, dove si affrontano materie come biologia, chimica, matematica e fisica in lingua inglese (91%), ma anche in francese, tedesco e spagnolo. Passando allo

Luca

16 anni LST ‘Imbriani’ Avellino Nella tua scuola esistono programmi di mobilità internazionale? Sì, certamente! Ti piacerebbe andare a studiare all’estero per un periodo compreso tra i tre mesi e un anno? Sarebbe bello, perché secondo me per imparare a fondo le tradizioni e soprattutto la giusta pronuncia di una lingua bisogna vivere nel Paese in cui si parla quel determinato idioma. Cosa manca alla scuola italiana rispetto a quelle straniere? Purtroppo non ho mai studiato all’estero, quindi non sono in grado di fare un paragone.

scenario della mobilità studentesca internazionale, nel 42% delle scuole prese in esame sono stati realizzati scambi di intere classi con scuole straniere della durata minima di 2 settimane. Questi scambi si basano sulla reciprocità: gli istituti italiani hanno in seguito accolto classi straniere per un periodo analogo. Recarsi individualmente all’estero per un periodo compreso tra i tre mesi e l’anno intero resta invece una tendenza di nicchia: appena il 27% degli istituti conta uno o due studenti coinvolti in questo programmi. >>

Elisabetta 19 anni LS ‘Vallone’ Galatina (Le)

Nella tua scuola esistono programmi di mobilità internazionale? Sì, esistono i progetti di Intercultura ai quali io personalmente non ho mai partecipato. Ti piacerebbe andare a studiare all’estero per un periodo compreso tra i tre mesi e un anno? Mi piacerebbe tantissimo. Lo farei per conoscere altre culture e abitudini di ragazzi della mia età... e soprattutto per imparare bene altre lingue, dato che a scuola non si riesce mai a farlo decentemente! Cosa manca alla scuola italiana rispetto a quelle straniere? Non saprei...

Francese

La lingua più insegnata dopo l’inglese, nelle scuole che formano il campione. BLOGmag 15


Clil

È l’acronimo di Content and Language Integrated Learning. Si tratta di una metodologia didattica che prevede l’insegnamento (dal terzo anno del liceo linguistico e nel quinto anno di studi degli altri indirizzi) in lingua straniera di una disciplina non linguistica.

27%

Nell’indagine di cui si parla nell’articolo, solo il 27% delle scuole ha qualche studente che si è recato a studiare all’estero per periodi più lunghi di 3 mesi consecutivi.

>>Altro elemento per la valutazione Mattia

17 anni LST Righi Corsico (MI) Nella tua scuola esistono programmi di mobilità internazionale? Che io sappia sì, ma secondo me non sono attività abbastanza incentivate. Ti piacerebbe andare a studiare all’estero per un periodo compreso tra i tre mesi e un anno? Sì, mi piacerebbe, perché credo che il miglior modo per imparare una lingua sia usarla tra la gente e non studiarla sui libri di scuola. Cosa manca alla scuola italiana rispetto a quelle straniere? Non ho mai studiato all’estero, ma credo che le scuole straniere siano più serie rispetto alle nostre, seppur eccessivamente semplificate. Ho visto alcuni programmi di studio americani e sono molto indietro rispetto a noi.

BLOGmag 16

Giulia

18 anni ITIS ‘Majorana’ Brindisi Nella tua scuola esistono programmi di mobilità internazionale? Nella mia scuola non esistono scambi culturali, solo viaggi d’istruzione all’estero. Ti piacerebbe andare a studiare all’estero per un periodo compreso tra i tre mesi e un anno? Si, perché avrei la possibilità di visitare posti nuovi, di conoscere gente con cultura e tradizioni molto diverse dalle mie... e poi, dato che ci sono, potrei anche imparare una nuova lingua! Cosa manca alla scuola italiana rispetto a quelle straniere? Non ho mai studiato all’estero... ma credo comunque che la scuola italiana sia poco organizzata riguardo gli scambi culturali.

dell’internazionalizzazione di una scuola è la presenza di studenti stranieri regolarmente iscritti in Italia. L’85% degli istituti conta la presenza stabile di studenti appartenenti a gruppi linguistici diversi (soprattutto negli istituti professionali), in particolare di albanesi, rumeni, marocchini, cinesi e sudamericani. Da non tralasciare, infine, l’intramontabile viaggio d’istruzione, meglio conosciuto come gita scolastica. Metà degli istituti del campione (48%) riesce a far organizzare a tutte le classi almeno un viaggio all’estero, da vivere anch’essi, come un momento di formazione e confronto (76%) e non solo di divertimento (24%).

Quanto costa aprirsi al mondo

Quanto costa la partecipazione della scuola a progetti internazionali? Al 31% degli istituti che vi hanno aderito, non è costato nulla, grazie ai finanziamenti pubblici o privati >>


Fondazione Intercultura

Onlus che opera per il dialogo tra le culture e gli scambi giovanili internazionali.

Carmen

17 anni LC ‘Colletta’ Avellino

Chiara >> ottenuti (il 58% delle scuole si è

attivata autonomamente ed è riuscita a ricevere finanziamenti europei; il 30% è riuscito ad ottenerli, anche o solamente, a livello locale: nel 42% dei casi dalla Regione, nel 40% dalla Provincia, nel 33% dal Comune e nel 9% da istituti bancari e/o da associazioni di categoria); per il 9% la scuola ha stanziato una cifra fino a 1.500 euro; per il 26% dei casi i fondi impegnati dalla scuola sono stati dai 2.000 ai 5.000 euro; per il 16% fino a 10.000 euro e per un considerevole 27% anche oltre i 10.000 euro.

Solo un mucchio di dati

Secondo questo bel mucchietto di dati (fonte: www.scuoleinternazionali. org) un terzo del cammino verso l’internazionalizzazione è stato fatto, ma due terzi sono ancora da percorrere. Possiamo restare qui a studiare le percentuali e a trarre le nostre conclusioni, o farci promotori di nuove iniziative. Oppure possiamo diventare protagonisti di questi progetti e cominciare a viaggiare, viaggiare e ancora viaggiare. Viaggiare verso nuovi Paesi, verso nuove realtà, verso nuove scuole e culture che ci catapultano nell’internazionalità. n

15 anni LL ‘Imbriani’ Avellino Nella tua scuola esistono programmi di mobilità internazionale? Sì, al mio liceo è possibile effettuare programmi di mobilità internazionale tra cui gite all’estero a partire dalla terza superiore, scambi culturali già dalla prima superiore e inoltre in estate (a pagamento) c’è la possibilità di vivere 15 giorni in un college nel Regno Unito o in America. Ti piacerebbe andare a studiare all’estero per un periodo compreso tra i tre mesi e un anno? Sì, assolutamente, perché come dice sempre la mia professoressa di inglese: la lingua non si apprende solo sui libri, c’è bisogno di spostarsi e di vivere all’estero, sentire la lingua parlata, che è tutt’altra cosa. Cosa manca alla scuola italiana rispetto a quelle straniere? Quest’estate sono stata a Londra per 15 giorni in un college e mi sono resa conto del fatto che le scuole inglesi sono molto più entusiasmanti di quelle italiane: vivere stesso nel college comporta una responsabilità notevole, stare da soli (senza il supporto dei genitori) aiuta i più giovani a maturare rapidamente.

Nella tua scuola esistono programmi di mobilità internazionale? Al di là delle gite all’estero per i ragazzi dell’ultimo anno, no, nella mia scuola non esistono programmi di mobilità internazionale. Ti piacerebbe andare a studiare all’estero per un periodo compreso tra i tre mesi e un anno? Mi piacerebbe da morire. Innanzitutto adoro viaggiare, conoscere e vivere a contatto con culture e modi di pensarla diversi da quelli cui siamo abituati, poi apprezzo il modo di fare e concepire la scuola di molti paesi stranieri. Penso ad esempio al modello anglosassone, al percorso di studi componibile e al sistema di valutazione cadenzata. Cosa manca alla scuola italiana rispetto a quelle straniere? Penso la distanza sia abissale. Diversa ad esempio è la strutturazione dei cicli, quella italiana è lunga e dispersiva e prevede che i ragazzi ne escano a 19 anni compiuti, in nettissimo ritardo rispetto ai loro compagni europei, e implica ripetizioni periodiche, poco più approfondite e sempre più infruttuose (basti pensare che sia alle elementari che alle medie e alle superiori, raramente si arriva a completare il programma di storia, la quasi totalità degli studenti esce pertanto dal ciclo di studi senza sapere cosa succedeva in Italia appena vent’anni fa).

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studio bene, studio poco Chi l’avrebbe mai detto? Studiare per poco tempo è più utile per imparare meglio gli argomenti su cui dobbiamo prepararci autore > sara peluso luogo > roma categoria > scuola

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tags > studiare, distrazioni, memoria, classe, stati uniti, apprendimento, dimenticare, passione, volontà, libertà

ome ogni volta, studenti e genitori si riempiono di buoni propositi per il nuovo anno scolastico: “Quest’anno si studia tutti i pomeriggi, concentrati e senza distrazioni”, ”Guarda che ti controllo il diario tutti i giorni e la sera voglio vedere i compiti finiti!” Queste sono le tipiche frasi che ci ripetiamo ad ogni nuovo inizio, ma la notizia, care mamme e cari studenti, è che dobbiamo ricrederci perché alcune ricerche

BLOGmag 18

ed esperimenti delle Università di California e Florida, ad opera di psicologi cognitivi, demoliscono in pochi secondi tutte le nostre idee sui “comportamenti giusti” da tenere durante lo studio o l’apprendimento in classe.

Risultati sorprendenti

Questi studi, che sono nella pratica dei buoni consigli per studiare meglio e in minor tempo, valgono sia per uno studente del liceo che per uno delle elementari, ma anche

e soprattutto per chi a scuola non va più, come un adulto che vuole imparare una nuova lingua. Da una ricerca che risale addirittura al 1978 si è evinto che studiare in spazi e stanze che danno sul cortile o sulle strade o comunque in luoghi dove ci sono distrazioni rispetto a stanze sterili, senza oggetti e all’apparenza luoghi migliori perché senza vie di fuga, aiuta la memoria. Infatti il nostro cervello fa delle associazioni tra oggetti, persone o situazioni che vede e il contenuto di ciò che sta apprendendo: questo fa

>>


>> si che il ricordo rimanga più a lungo impresso nella memoria e che quindi si abbiano migliori risultati.

Variegato alla matematica

Un altro esperimento ci dice invece che è importantissimo variare le materie e i contenuti durante l’arco di una sessione di studio. All’Università del South Florida un professore ha proposto a 40 studenti di quarta elementare un problema per calcolare le dimensioni di un prisma utilizzando una sola formula matematica. I bambini sono stati divisi in 2 gruppi: al primo sono stati sottoposti problemi molto simili mentre al secondo problemi misti con schemi molto diversi tra di loro. Alla fine tutti gli studenti hanno fatto un test uguale e gli scienziati si sono resi conto che quelli del secondo gruppo avevano imparato e compreso meglio la regola matematica, ovvero hanno raggiunto l’obiettivo prefissato.

Gli arrivisti dell’ultim’ora

Quante volte studenti universitari ritardatari o liceali agli sgoccioli della maturità hanno tentato la via dello “studio matto e disperatissimo”? I nostri cugini americani hanno fatto cadere anche il mito dei cosiddetti chiusoni, ovvero periodi che vanno mediamente dai 10 ai 20 giorni, in cui lo studente non esce di casa, mangia se se ne ricorda e dorme solo qualche ora giusto per non crollare; e nel frattempo studia fino all’impossibile. Questa tecnica collaudata un po’ da tutti per certi versi ha riscontrato anche il suo discreto successo, ma ha dei lati fortemente negativi. È scientificamente provato che brevi sessioni di studio separate tra loro e intervallate da altre attività aiutano l’apprendimento, ma soprattutto prolungano il ricordo di ciò che si è

imparato. L’idea è che “dimenticare” è buon amico dell’apprendimento come dice il Dr. Kornell della Washington University: scordarsi dei contenuti e riprenderli in un’altra sessione di studio permette non solo di imparare meglio ma di rafforzare il ricordo e l’assorbimento della materia.

Cui prodest?

Studiare non è solo una questione di cultura e non serve esclusivamente per passare i test e gli esami, che anzi sono un momento per apprendere meglio e per stimolarci; studiare è passione e volontà. Ci sono tanti consigli che si possono seguire, tricks utili ed efficaci ed addirittura corsi di memoria e di apprendimento rapido in cui si spendono molti soldi ma che, a quanto pare, danno anche i loro risultati. Insomma di metodi collaudati ma poco funzionanti e di metodi nuovi ed efficaci ce ne sono, bisogna saperli sfruttare, trovare il più adatto per noi, ma soprattutto armarsi di tanta pazienza e volontà: lo studio costa tanta fatica ma alla lunga può darci delle belle soddisfazioni e renderci liberi. n

Federica

20 anni Università La Sapienza Roma Dove studi abitualmente? Di solito studio in biblioteca per evitare i fastidi e le distrazioni di casa: questi possono essere familiari molesti oppure ogni tipo di attività che ti può attirare in casa – tv, computer... Studi sola o in gruppo? Di solito preferisco studiare da sola, anche se magari un ripasso finale lo faccio volentieri anche in gruppo, aiuta a capire il livello di preparazione in vista di una prova. Qual è il tuo metodo di studio? Cerco di organizzarmi lo studio dandomi degli orari e seguendo degli schemi, anche se spesso non riesco a mantenere il piano di studi che mi ero proposta di seguire.

7 consigli per studiare bene

1. Variate spesso il luogo dove studiate (se siete in casa potrebbe bastare anche solo cambiare stanza). 2. Spaziate di materia in materia durante l’arco di un pomeriggio: aiuta la concentrazione e aumenta l’interesse. Non dedicate una giornata intera allo stesso argomento ma prevedete un “tour” tra le materie. 3. Studiate massimo 4-5 ore e in brevi sessioni di un’ora al massimo: dopo ogni ora concedetevi 10 minuti di pausa. Fare lunghe tirate contribuirà solamente ad abbassare il vostro livello di concentrazione. 4. Prima di cominciare un nuovo argomento riprendete quello vecchio! Se non vi ricordate nulla è meglio: rileggendolo un paio di volte vi tornerà in mente e avrete rafforzato il vostro studio. 5. Non studiate subito dopo i pasti e soprattutto dopo quello principale, come il pranzo: mangiando carboidrati (ad es. la pasta) si attiva la produzione dell’insulina che produce serotonina: tutto ciò aumenta la sensazione di sonnolenza! 6. Non studiate sdraiati: non solo fa male alla schiena ma si è soggetti a cali di attenzione. 7. Organizzate il lavoro, almeno mentalmente, prima di affrontare lo studio. Aiuta a non perdere tempo!

Claudia

19 anni Liceo Mameli Roma Dove studi abitualmente? Di solito mi trovo bene a studiare in biblioteca, studio a casa solo i giorni a ridosso delle prove, momenti in cui devo ripetere e non posso farlo in luoghi pubblici. Studi sola o in gruppo? Sempre da sola. Qual è il tuo metodo di studio? Prima di iniziare a studiare divido la materia in blocchi concettuali, in questo modo è più facile organizzarsi con il tempo e si ha l’impressione di studiare di meno. Poi leggo il libro nel suo complesso sottolineando le cose importanti e scrivendo delle parole chiave al margine di ogni paragrafo. Faccio poi dei riassunti schematizzati e infine ripeto a voce alta. BLOGmag 19


25° su 30

Posizione degli alunni statunitensi nell’apprendimento scolastico della Matematica

30.000$

La retta annua delle scuole statunitensi di élite

69%

20%

Percentuale di alunni di terza media delle scuole pubbliche che non sa leggere e scrivere in modo adeguato

Tasso medio di abbandono degli studenti liceali

superman, per salvare la scuola usa Un film presenta e descrive la catastrofe dell’istruzione pubblica statunitense, dove spesso è una lotteria a decidere il futuro delle persone autore > roberto pisano luogo > bologna categoria > mondo, scuola

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tags > scuole, stati uniti, davis guggenheim, spese, new york, washington, lavoro, economia, università, accuse, analfabetismo, leggere, scrivere

hi di noi non è attratto della superiorità dei centri d’istruzione americani? Harvard, Yale, Berkley continuano a rappresentare una meta ambita, il loro prestigioso titolo è un lasciapassare per una vita lavorativa al massimo. Eppure c’è un’altra faccia della medaglia, che riguarda la stragrande maggioranza dei cittadini statunitensi: un sistema educativo al collasso, incapace di preparare perfino i bambini a

BLOGmag 20

leggere e scrivere in maniera appropriata.

Un atto d’accusa

È la storia che ci racconta Waiting for Superman, una pellicola di Davis Guggenheim (già regista del documentario sull’ambiente premio Oscar Una scomoda verità, con Al Gore), uscita nelle sale d’oltreoceano, prossimamente in Italia. Quanto influenzerà il futuro di un bambino la frequentazione di una scuola piuttosto che un’altra?

Mosso da questa domanda, il regista approfondisce uno dei più grandi fallimenti della politica americana, che rischia di mettere in dubbio il suo status di superpotenza. Nessun presidente ha mai dimenticato di promettere di non lasciare indietro alcun bambino, ma l’iscrizione ad una scuola di qualità è ancora oggi una lotteria in cui quasi tutti perdono. Un atto d’accusa contro elementari, medie e licei, agli ultimi posti nelle classifiche dei Paesi industrializzati, vere e proprie fabbriche di analfabeti. I risultati che si ripetono ogni anno vi stupiranno se, come tutti, avete una certa immagine degli Stati Uniti. Tassi di abbandono elevatissimi, due terzi degli studenti non raggiungono il livello di apprendimento minimo nelle materie scientifiche. A salvarsi solo i super-ricchi che possono accedere alle rette proibitive delle scuole d’élite, inavvicinabili perfino per il ceto medio-alto. C’è anche chi riesce ad accedere alle rare scuole pubbliche di qualità: alcuni traslocano apposta, sopportando il costo di acquisto di una nuova

>>


Harlem Children Zone

Progetto municipale per offrire scuole pubbliche d’eccellenza nel celebre quartiere degradato di New York

Londra, proteste e fiamme per l’Università La più grande manifestazione studentesca in oltre un decennio nelle vie della capitale britannica

100 milioni

Cifra donata da Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, alle scuole degradate del New Jersey

>> casa, pur di abitare in certi

quartieri perché hanno una scuola statale buona. Sommerse da iscrizioni, queste scuole sono costrette ad estrarre a sorte i nomi dei pochi fortunati.

Un problema che non riguarda solo le minoranze

Il film segue le vicende, esemplificative, di cinque bambini tra New York, Washington, Los Angeles. Chi non ce la fa è condannato, forse già a sei anni, ad accumulare lacune e brutti voti che lo porteranno all’esclusione dalle università a numero chiuso. Per non parlare di coloro che vivendo ai margini della società si avvicineranno più facilmente al crimine: le spese per un’istruzione di qualità di massa sarebbero inferiori a quelle di mantenimento in carcere. Il dettaglio forse più sconvolgente è che il problema non riguarda esclusivamente le minoranze etniche o i più poveri, tutt’altro: una

delle ragazze, la cui storia viene raccontata nel film, appartiene ad una famiglia agiata della Silicon Valley californiana. “Un destino segnato dal codice postale”.

I posti di lavoro resteranno liberi

Gli effetti di questa crisi sono stati a lungo mascherati dall’effettiva eccellenza del sistema universitario, ancora oggi il migliore negli studi post-laurea, tanto da attrarre europei ed asiatici. Badate bene, non si tratta solo di tutelare la dignità dei singoli cittadini, o di garantirgli l’accesso al sogno americano: come sempre, it’s the economy, stupid. “Entro il 2020 - avverte il film - l’economia americana dovrà riempire 123 milioni di posti di lavoro ad alta qualificazione. Ma ci saranno meno di 50 milioni di americani con l’istruzione adeguata”. Come progredisce una nazione dove “se entri in prima elementare con delle difficoltà a leggere, hai la quasicertezza di conservare quel ritardo per tutta la tua carriera scolastica”?

Il governo liberal-conservatore guidato da David Cameron ha deciso, per fare fronte al notevole deficit pubblico, di triplicare le rette universitarie, scatenando un’ondata di proteste fra gli studenti e generando la perplessità dei suoi stessi sostenitori. 9mila sterline l’anno (quasi 11mila Euro) è ciò che si troverà a pagare una famiglia, indipendentemente dal reddito: uno studente potrebbe accumulare un debito di oltre 50mila Euro prima della laurea. Il governo ha predisposto un piano per ottenere prestiti e restituirli, adeguati al tasso di inflazione, in proporzione al reddito che i laureati conseguono negli anni successivi. Critiche dall’opposizione laburista e dai ragazzi che nelle scorse settimane hanno sfilato contro l’aumento della tuition fee, con tanto di incidenti una volta giunti in prossimità del Parlamento, scontri con la polizia, contusi e arrestati. E’ stata perfino occupata la Millbank Tower, il grattacielo in riva al Tamigi che ospitava il quartier generale dei Tories. Una tensione che non si vedeva da anni nella capitale inglese e non accenna a placarsi.

Esistono certo anche esempi eroici: da chi ha promosso progetti per avere scuole d’eccellenza nei quartieri degradati ai sovrintendenti che hanno tentato di introdurre sistemi di merito per gli insegnanti capaci e punizioni per quelli assenteisti. Molti però preferiscono ignorare il problema, perché a nessuno fa piacere sentirsi dire che manda il proprio figlio in una scuola da terzo mondo. La più grande democrazia si sta inceppando maldestramente alla base: ce la farà a svegliarsi dal suo torpore? n BLOGmag 21


2026

L’anno in cui Baricco ambienta l’articolo che ha scritto per Wired Italia

4

Gli anni passati dalla stesura de I barbari da parte di Alessandro Baricco.

noi: barbari

Una battaglia cartacea tra due intellettuali italiani: Eugenio Scalfari ed Alessandro Baricco. L’argomento: le nuove generazioni, viste da un po’ troppo lontano autore > paolo sansone luogo > milano

categoria > attualità, società

S

tags > generazioni, intellettuali, alessandro baricco, eugenio scalfari, steve jobs, cambiamento, barbari, invenzioni, arte, musica, reality show, social network, diversità, massa

ulle pagine di un giornale si può leggere di tutto. Dalla fredda cronaca di un omicidio in provincia fino a grandi dissertazioni sulla società e sulla cultura. Alessandro Baricco ed Eugenio Scalfari si sono resi protagonisti di uno scambio di battute, prima sulla rivista Wired, in seguito sulle colonne de La Repubblica, che definire interessante sembra estremamente riduttivo. Baricco ha firmato un articolo molto particolare, datato 2026, in cui si BLOGmag 22

guarda indietro e descrive il mondo come si presenta ai suoi occhi, vent’anni dopo la stesura del suo lavoro I barbari.

Baricco vs. Scalfari

Quello che Baricco descrive è un mondo in cui il senso ultimo, per così dire, si è spostato dal concetto di profondità al concetto di superficialità, accusando la società di essersi imbarbarita e di aver smarrito ogni legame con tutto ciò che è venuto prima. Scalfari ha

raccolto la sfida intellettuale e si è confrontato con l’interpretazione di Baricco, accettandola in parte, chiarendo molto bene un punto: storicamente le nuove generazioni hanno un carattere di rottura verso le precedenti, ma dall’antica Grecia agli anni ‘60 i figli hanno contestato i valori dei padri dopo averne appreso i contenuti ed i significati; oggi invece le nuove generazioni vogliono partire da zero. Nella successiva risposta Baricco specifica chi siano per lui i barbari e fa i nomi di Steve Jobs, Larrey Page e Sergey Brin (i due inventori di Google), colpevoli di non aver mai letto Flaubert. Mentre gli imbarbariti sono le folle dei centri commerciali ed i protagonisti dei reality show. I due hanno concluso scrivendo di non essere contrari al processo di cambiamento che è in atto, confidando che vi sia ancora spazio per “virtute e canoscenza”, come il moderno Ulisse di Dante sottolineava.

La forza delle novità

Ci sentiamo come un timido ragazzino che alza la mano per farsi notare, speranzoso di potere prendere parte ad una discussione tra adulti. Nonostante l’eleganza della scrittura di entrambi, è fin troppo chiaro che l’argomento in discussione, o piuttosto l’imputato colpevole del cambiamento e dell’orientamento verso la superficialità, sia la nuova generazione. Come se si stesse parlando della possibile esistenza degli alieni e delle sue implicazioni, l’argomento è stato affrontato da un punto di vista distante, anche se con estremo coinvolgimento. Pensando ai barbari è immediata l’immagine di orde a cavallo che invadono le province dell’Impero Romano, razziando e incendiando; ma il terreno fertile per le “barbarie” esisteva già, covava in una cultura in disfacimento, all’interno di una società in cui dilagavano corruzione e malcostume. Pare che il parallelo sia lampante. La mistura tra nuova generazione e nuove tecnologie ha avuto un effetto esplosivo, la forza dirompente di un’invasione barbarica, ha cambiato i paradigmi del sapere, dell’arte, dell’informazione, dei rapporti tra individui. Ha facilmente >> attecchito in questa società.


Alessandro Baricco, torinese di 52 anni, è uno dei più famosi ed apprezzati narratori italiani. In passato critico musicale ed anche regista, ha scritto anche diversi saggi e romanzi di grande successo, tra cui il bellissimo monologo Novecento, ripreso nei teatri ed anche al cinema. Definito da alcuni come egocentrico e troppo lezioso, ha sempre diviso la critica, che lo ha anche sminuito definendolo scrittore alla moda.

4

Le lettere dei cognomi di Jobs, Page e Brin, il primo fondatore di Apple e gli altri creatori di Google, citati da Baricco come esempi di barbari odierni

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Le puntate in cui è stato diviso I barbari nella sua pubblicazione sulle pagine del quotidiano la Repubblica.

>> Io ci sono e sono “diverso”

A ben vedere l’analisi che è stata fatta è molto precisa: sta avvenendo uno spostamento dalla profondità alla superficialità, intesa però non solo come apparenza e dozzinalità, ma anche come vita pratica e aspetto prettamente concreto delle cose. Probabilmente però si sta saltando un passaggio. Nella storia della cultura, così come in quella della scienza, non si può parlare praticamente mai di invenzioni, ma necessariamente di una sedimentazione di idee. Uno strato si aggiunge al precedente, che rimane sempre alla base. La nostra società ha subito negli ultimi 50 anni un cambiamento così radicale da rendere necessario un cambiamento anche nel modo di concepirla. Esiste una nuova sensibilità nel contatto con ciò che è altro da noi. Questo ha sconvolto i criteri dell’arte, della letteratura, della comunicazione. Nella confusa massa che si è venuta a creare –

Chi sono

Baricco dice bene – non si riesce a distinguere arte “alta” e arte “bassa”, tutti vogliono apparire, vogliono dire io ci sono. Reality show, blog, sms, social network. Ed è qui che si smette di aggiungere agli strati precedenti. Una barbarie per qualcuno, una necessità, più che altro. Si sta come tracciando una linea che separa quello che è stato prima da quello che sarà. Prima esistevano classi sociali, costumi e abitudini, categorie definite in modo netto. Ora tutto è alla portata, ora tutto è della massa. Impossibile dare definizioni e dividere in scompartimenti. Difficile inquadrare ogni cantante in un genere musicale definito, difficile dividere i film in categorie, le opere d’arte visivia per stili. Non c’è nulla di nocivo in tutto questo, anche perché è la chiave del più grande regalo che ci ha fatto la modernità: la diversità!

Categorie vecchie, concetti moderni E allora non è esatto dire che si è smesso di sedimentare, è

Eugenio Scalfari, 86 anni di Civitavecchia, è il fondatore di la Repubblica e del’Espresso. Giornalista e scrittore, ha dato linfa, con i suoi articoli, ad alcune importanti battaglie del secolo precedente, come quelle per i referendum su divorzio ed aborto. Ha anche affrontato la carriera politica, tra il partito radicale e quello socialista.

solo cambiato il modo di fare. C’è ancora chi tutti i giorni per comunicare invia sms, ma quando è il momento scrive una lettera con carta e penna; c’è chi inventa nuovi mezzi di comunicazione, come Steve Jobs, ma c’è anche chi ancora legge Flaubert, così come altri classici, e scrive libri fatti di pagine e inchiostro; c’è chi è solo apparenza, una maglia firmata e occhiali da sole, e chi con un’anonimo maglioncino addosso scrive una poesia. È anacronistico usare vecchie categorie logiche per definire concetti così moderni. Sarebbe come cercare di scrivere le istruzioni di un laptop in latino: mancano le parole adatte. Non si può quindi affermare che il senso delle cose stia migrando totalmente verso la superficialità, perché non si sta parlando di individui ben definiti come un intellettuale del Settecento o un operaio dell’Ottocento, ma si sta parlando di una massa incredibilmente eterogenea, il cui unico comune denominatore è il valore della diversità. Impossibile quindi dire che nel 2026 la profondità sarà scomparsa. n BLOGmag 23


e p o r Eu

inentPeisano t n o c o i al vecch a cura di Roberto d e s r a p notizie s

OLANDA

Blue Curacao e gravità zero

Il Regno dei Paesi Bassi comprende ancora alcune delle ex-colonie caraibiche di quello che era l’Impero olandese. Dal 2014 ci sarà una ragione in più per visitare il dipartimento di Curacao, oltre a sorseggiare cocktail a base del famoso liquore blu e ammirare la barriera corallina. Nel giro di tre

anni, infatti, promette il governo dell’isola, sarà possibile effettuare un breve viaggio nello spazio partendo direttamente dall’aeroporto locale. L’insolito percorso sarà effettuato a bordo del Lynx, un’astronave suborbitale biposto, e permetterà al passeggero di sedere nella posizione di copilota per ammirare senza ostacoli lo spettacolo della Terra vista dallo spazio. Durante la mezz’ora totale di volo si raggiungeranno i 70 km di altitudine, dove vige una condizione di microgravità. Non resta che rimanere appostati davanti al sito della KLM in attesa che i biglietti vengano messi in vendita. Senza dimenticare i 70.000 Euro necessari per il biglietto! Dario Oddenino (Amsterdam)

FRANCIA

Quanto costa veramente studiare in Francia

Metti che tu, proprio tu, decida di andare a fare il bohemienne nella vecchia Parigi, quella con i tetti a punta e i comignoli tripli e quadrupli. Mettiamo il caso venga voglia a te, italiano, congolese, americano, cinese o albanese, ecco tu, mettiamo che ti venisse lo sghiribizzo di andare a studiare a Parigi. “Eh che snob, tu sì che ti tratti bene, ma sai quanto costa?”. Quanto costa? Intendi la dignità di essere studente, la dignità di esistere? Una volta giunto poi nella terra dove gli affitti costano un occhio della testa, ma della testa del papà, tu, studente straniero e che mai ha pagato tasse allo stato francese, prendi documenti, carta e penna e vai in comune. Entri e c’è un ufficio con una signorina dagli occhiali appesi al collo che controlla che tu abbia fatto la fotocopia di tutto e ci sia ogni firma, ti dice “a posto”, vada a studiare, Signor Studente. Lei che esiste. E tu, dopo qualche giorno ricevi a casa una tessera che dice che riceverai un Aide au logement, che detto in termini umani significa 30% dell’affitto al mese, che detto in modo grezzo “Sarkozy ti versa soldi direttamente sul conto ogni mese”. Più l’affitto è caro e più ricevi aiuti: funziona così, la civiltà. Martina Castigliani (Parigi) BLOGmag 24


BELGIO

La tenerezza dell’Orientalismo

Com’è possibile che un concetto complicato quanto affascinante come l’Orientalismo possa suscitare una tenerezza inenarrabile? Tutto merito di una città culturalmente meravigliosa come Bruxelles, della sua effervescenza, dei suoi musei, e in particolare della mostra che allieterà fino al 9 gennaio i visitatori del Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique. De Delacroix à Kandinsky, l’Orientalisme en Europe è una raccolta di 160 opere stupefacenti che si susseguono in ben 12 sale magistralmente allestite e che raccontano come il fascino per l’Oriente sia un leitmotiv che dalla fine del ‘700 attraversa la storia della cultura occidentale. Dalla Spagna al Medio Oriente, dai Balcani al Maghreb: è assai facile per pittori e scultori quali Géricault, Ingres, Evenepoel, Klee, Delacroix, Kandinsky e molti altri, trarre spunto per realizzare le loro opere. Guerra, religione, sessualità, scienza, deserto, sono temi che si susseguono e lasciano stupefatti di fronte a tutte le possibili interpretazioni che di essi sono state fatte: dal romanticismo fino all’astrattismo. Cosa c’entra la tenerezza in tutto questo? La purezza di questo sentimento risiede negli occhi di ogni singolo bambino di una scolaresca che affascinata e nient’affatto annoiata si avvicina al magico mondo dell’arte. E ancora esplode in tutti gli interventi che si susseguono, a volte imprecisi, ma sempre spontanei e mai scontati. Piera Muccigrosso (Bruxelles)

SPAGNA Gente de musica: a Madrid si suona ovunque

Un trio jazz, il blues in un bar. Tutti i martedì al Bing Bang c’è una jam session dove si possono trovare studenti e perditempo. Tutti i mercoledì al Jazzman si incontrano, per ascoltare il gruppo della settimana, l’uomo grasso e sorridente in tuta, la bella ragazza a cui il barista fa gli occhi dolci e un distinto signore in giacca e cravatta. Si scoprono sempre nuovi posti dove ascoltare buona musica. Quella fatta di bravi sassofonisti, bravi cantanti, bravi batteristi e altrettanto bravi contrabbassisti, ma anche di battiti di mani e di urla, spesso di approvazione, talvolta di scherno. La dimensione sociale dell’arte vive in questi locali, dove non esistono né rockstar né geni incompresi, ma solo persone che si divertono, suonando, ascoltando, partecipando. Finalmente ascoltare chi suona è accessibile, anche economicamente. E se la musica è poesia, allora si può dire che aveva ragione Mario Ruoppolo a dire che “la poesia non è di chi la fa ma di chi la usa” (da Il postino di Michael Radford). Chiara Angiolini (Madrid)

BLOGmag 25


8813

I rimpatri effettuafi fino al 28 agosto

rom espulsi dalla francia

Il governo transalpino allontana i rom dal proprio territorio e li rimanda nel loro Paese. L’Unione Europea non ci sta e si appella alla Carta dei Diritti Fondamentali

autore > andrea basso luogo > milano

categoria > mondo, attualità tags > sarkozy, unione europea, espulsioni, ordine pubblico, reding, bulgaria, romania, rom, nomadi, aiuti umanitari BLOGmag 26

S

embra davvero incolmabile ormai lo strappo creatosi tra l’Unione Europea e il governo francese. La vicenda inizia a metà agosto, quando il presidente transalpino Sarkozy decide di intraprendere una nuova politica contro i rom, smantellando i campi nomadi: immediatamente vengono espulsi in direzione Bulgaria e Romania circa 700 rom accusati di aver commesso reati contro lo Stato. Non si tratta


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I francesi ceh approvano la politica del governo Sarkozy

legge. La politica verso i rom non viola la normativa europea; la libertà di circolazione dei cittadini dell’Unione Europea nell’ambito degli Stati membri non garantisce un diritto incondizionato di soggiorno”. Fino al 28 agosto sono stati 8813 i rimpatri effettuati e, nonostante le critiche dei socialisti contro Sarkozy, da un sondaggio francese emerge che 2 francesi su 3 (69%) approvano la nuova politica, mentre solo il 31% è contrario.

Le accuse del commissario europeo

però di partenza forzata, bensì di partenza volontaria: i nomadi accettano infatti l’aiuto umanitario offerto loro dalla Francia, consistente in 300 € per gli adulti e 100 € per i bambini. E il tutto inizia a suscitare polemiche…

I francesi con Sarkozy

Alla richiesta dell’Unione Europea del rispetto del principio della libera circolazione e ai moniti delle Nazioni Unite, arriva secca e immediata la risposta di Parigi e di Sarkozy: “Era necessaria e obbligatoria l’espulsione per chi non soggiornava legalmente nel nostro paese, senza distinzione di origine e cultura. Vogliamo smontare qualsiasi tipo di struttura illegale clandestina: non è razzismo, ma rispetto della

Il rapporto Francia-Unione Europea si incrina però ancora di più quando il 14 settembre il commissario alla Giustizia, Diritti Fondamentali e Cittadinanza nella Commissione di Bruxelles, Viviane Reding, comanda l’apertura di una procedura d’infrazione contro Parigi per i rimpatri dei rom, più precisamente per «applicazione discriminatoria della direttiva sulla libertà di movimento» e per «mancata trasposizione nella legislazione nazionale delle garanzie» previste dalla direttiva del 2004. La stessa Reding commenta la sua decisione così: “Ero inorridita perché sembrava che uno Stato membro allontanasse certa gente solo perché appartenente ad una certa minoranza etnica: pensavo che l’Europa non dovesse rivivere una situazione come questa, dopo la seconda guerra mondiale”. Poi accusa: “Le autorità nazionali che fanno discriminazioni etniche violano la Carta dei Diritti fondamentali, firmata da tutti, Francia compresa”. Le critiche della Reding vengono definite inaccettabili dal presidente francese, il quale, dopo aver moderato i termini nei giorni passati, questa volta provoca il commissario (secondo quanto riferito da alcuni senatori presenti ad una colazione di lavoro): “Che faccia venire i rom nel suo Paese, che li accolga nel Lussemburgo”.

Procedure contro la Francia?

Per concludere la questione l’Unione Europea ha deciso di dare un ultimatum alla Francia: è stata infatti inviata una lettera in cui si comunica la decisione di attendere fino al 15

ottobre la completa trasposizione della direttiva sulla libera circolazione; se ciò non fosse avvenuto, Parigi sarebbe rientrata nel pacchetto di procedure di infrazione di ottobre. Il governo francese si è quindi subito attivato, annunciando un pacchetto legislativo sull’immigrazione, ma insistendo comunque con le espulsioni e rivendicando la legalità e la necessità delle loro azioni per l’ordine pubblico. Affermativa la replica dell’Unione Europea, tramite la Reding: “La Francia ha risposto positivamente: la Commissione europea non darà seguito alla procedura d’infrazione contro la Francia.” Così il 19 ottobre la Commissione ha ufficialmente archiviato la minaccia di un’azione disciplinare nei confronti della Francia. Si spera che questa soluzione possa riappacificare finalmente Francia e UE, anche se la Reding continua ad affermare come la Commissione intenda esaminare il comportamento degli stati membri con i rom che vivono in Europa. n

Gli altri Paesi si dividono a riguardo

Diverse e contrastanti le opinioni provenienti dagli altri Stati esteri. Secondo gli Stati Uniti la Francia, come gli altri Paesi, dovrebbe rispettare i diritti dei rom. Dalla Germania anche Angela Merkel si schiera con l’Unione Europea, dichiarando però di essere d’accordo nella sostanza, ma non nei toni. Silvio Berlusconi, in Italia, si è schierato invece dalla parte di Sarkozy, dichiarando quanto segue: “L’Europa non ha ancora compreso affatto che quello dei rom non è un problema unicamente francese o italiano, greco o spagnolo. Il presidente Sarkozy ne è invece pienamente cosciente. La Reding avrebbe fatto meglio a trattare la questione in privato con i dirigenti francesi prima di esprimersi pubblicamente come ha fatto”. In tutto questo l’Unione Europea precisa il sostegno nei confronti della Reding, attraverso le dichiarazioni della portavoce dell’esecutivo europeo, Pia Ahrenkilde, e del presidente Barroso, che aggiunge a favore della causa intrapresa: “Il divieto di discriminare sulla base delle origini etniche è uno dei valori su cui si basa l’Unione Europea”. BLOGmag 27


380.000 m2

E’ lo spazio che ogni australiano ha a sua disposizione: ne hanno così tanto che calcolano lo spazio per abitante invece che gli abitanti per km2.

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Il numero di turisti che mediamente viene assassinato in Australia in un anno.

vivere in australia A caccia di stranezze nella terra dei canguri: tra animali letali, leggi ferree e traffico spericolato ecco una breve guida per evitare situazioni “pericolose”! autore > nico scagliarini luogo > sydney, australia categoria > mondo, società

tags > multiculturità, autobus, spazzatura, traffico, squali, discoteche, leggi, scarpe, treni, passaporto, backpackers, studenti, pericoli, chiacchierare

L

a prima cosa che ho imparato appena scesa dall’aereo, è che a Sydney c’è un quartiere malfamato, ed è quello in cui avevo prenotato l’ostello. La seconda, invece, circa un’ora dopo nel suddetto ostello, è che gli australiani sul passaporto hanno due animalisimbolo, ovvero il canguro e l’emu, ed amano cacciare (e mangiare) entrambi.

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Prime Impressioni

Queste due affermazioni la dicono lunga sugli australiani e sul loro modo di pensare e di vivere. Da una parte la precisione anglosassone, con leggi ferree (soprattutto su consumo di alcol e sigarette), burocrazia efficiente allo sfinimento (si può ottenere un visto di un anno online in 20 minuti), strade pulite e sicure. Dall’altra il loro andare in giro vestiti di tutto punto ma

senza scarpe, il traffico delirante e la passione sfrenata per i barbecue. Ogni oggetto ha un risvolto pratico: i sedili del treno hanno gli schienali reversibili, così si può scegliere da che lato sedersi, le spugne per lavare i piatti hanno un manico cavo per metterci dentro il detersivo ed esistono bastoni per raccogliere la palla e lanciarla al cane senza doversi chinare ogni volta. Però le panchine delle fermate dell’autobus danno le spalle alla strada.

Australian, Aussie, Ozzie

Le differenze con l’Europa sono molte e radicali, ma l’Australia è un paese incredibilmente dinamico e fondato sulla multiculturalità, dove ambientarsi è molto facile. Nonostante molti dicano di loro stessi l’opposto, gli australiani sono decisamente amichevoli. Anche troppo. È altamente improbabile riuscire a camminare per strada anche solo dieci minuti senza che nessuno ti rivolga la parola: del


tutto noncuranti del tuo iPod nelle orecchie e della tua peggiore cera da dopo-sbronza, inizieranno a chiacchierare con te del più e del meno per poi continuare per la loro strada. Non è raro che i ragazzi offrano da bere alle ragazze senza aspettarsi nulla in cambio o che le ragazze chiacchierino allegramente tra loro nei bagni delle discoteche, invece di lanciarsi occhiate minacciose. Forse è anche per questo che, fatta eccezione per pochissime zone dove c’è un sensibile rischio di essere rapinati, è perfettamente sicuro camminare per strada anche da soli, a qualsiasi ora. E forse è sempre per questo che esistono locali frequentati quasi esclusivamente da backpackers e studenti stranieri, famosi per le gare di magliette bagnate.

Are you safe?

Camminare da soli la notte più che una scelta, spesso è l’unica opzione. I trasporti di giorno sono piuttosto efficienti, ma di notte è praticamente impossibile trovare un autobus e anche prendere un taxi è complesso: sorvolando sul costo, i tassisti hanno la simpatica abitudine di chiederti dove vuoi andare prima di farti salire per poi decidere, in base a criteri del tutto ignoti, se caricarti o meno. E la maggior parte delle volte non lo fanno. Anche muoversi a piedi è complicato: gli attraversamenti pedonali richiedono un’eternità, e vista la spericolatezza al volante tipica degli australiani, non è raccomandabile ignorarli. Le strade sono poi effettivamente molto pulite: non perché la gente abbia un particolare senso civico, ma perché vengono lavate ossessivamente; gli australiani lo sanno e buttano la spazzatura per strada come se niente fosse. Similmente, si portano dietro i carrelli del supermercato per poi abbandonarli dove capita, tanto i supermercati pagano degli addetti che di notte girano per la città a recuperarli.

Natura selvaggia

Una cosa che qui non manca sono gli animali potenzialmente letali: squali, squali che risalgono i fiumi,

Melbourne Dopo Atene, è la città con più abitanti greci al mondo.

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Gli australiani che negli ultimi due anni hanno riportato ferite tentando di aprire le proprie birre con i denti.

coccodrilli d’acqua dolce, coccodrilli d’acqua salata, meduse grandi come un unghia ma che possono ucciderti a cinque metri di distanza, senza contare ragni e serpenti di ogni tipo. Roba da scoraggiare anche il più temerario degli avventurieri. Eppure gli australiani, per spaventare i turisti, amano raccontare loro di animali del tutto inesistenti ed improbabili, come koala carnivori o serpenti rotanti. O uomini-coniglio che mangiano solo cuccioli, e quindi potenzialmente anche i bambini. Quando ho chiesto ad un australiano perché non usino i racconti sui veri animali, che sono di gran lunga più temibili, per spaventare gli stranieri, mi ha risposto: ”Perché non puoi fare niente per evitarli. Se ne incontri uno, muori. E’ molto più divertente raccontare a qualcuno che può salvarsi spalmandosi del dentrificio sulla testa”. n

Go Green!

Lo scorso 10 settembre si sono tenute le elezioni ma il risultato è stato fondamentalmente un pareggio tra Labour and Liberal, così sono stati i Greens dall’alto del loro 11.76% dei voti (miglior risultato di sempre), a decidere quale candidato appoggiare come Primo Ministro e quindi creare un nuovo governo stabile. In cambio della promessa di impegnare risorse economiche e politiche nelle cause ambientali, hanno riconfermato la Labour Julia Gillard, Primo Ministro uscente e prima donna a capo del governo australiano. BLOGmag 29


2007

L’anno in cui è stato lanciato Wikileaks.

i segreti di wikileaks La Wikipedia delle fughe di notizie: se ne è parlato molto in questi mesi e ha scatenato reazioni inferocite da parte dei governi più influenti del mondo. Vi spieghiamo cos’è e perchè fa parlare così tanto autore > mattia canuto luogo > bologna

categoria > mondo, hi-tech tags > julian assange, no-profit, guantanamo, afghanistan, undici settembre, scientology, stati uniti, trasparenza, segreti, anonimato, scorrettezze

W

ikileaks è tornata sotto i riflettori dell’attenzione pubblica e l’ha fatto in grande stile, pubblicando sul proprio sito nel pomeriggio del 22 ottobre la più grande fuga di notizie militari della storia: i diari della guerra in Iraq.

Cos’è Wikileaks

Wikileaks è una organizzazione internazionale no-profit nata nel 2007 che ha come scopo BLOGmag 30

il divulgare attraverso internet documenti catalogati come “Top Secret”, che riportano comportamenti eticamente (e molto spesso anche legalmente) scorretti da parte di aziende, enti, corporazioni e governi. Tutto questo in nome del diritto all’informazione di ogni abitante della rete, nonché di una maggiore e diffusa trasparenza da parte delle istituzioni di tutto il mondo. Non c’è segreto di stato o materiale strettamente riservato che tenga: una volta che esso ha raggiunto

l’indirizzo in rete dell’organizzazione e ne è stata provata la veridicità da parte dello staff del sito, esso viene pubblicato e la fuga di notizie (leak, in inglese) ha luogo. Data l’entità delle notizie diffuse e degli argomenti “scottanti” trattati, i fondatori e gran parte dello staff, così come le fonti che passano loro le informazioni, sono protette dall’anonimato.

Relazioni tese

Unica eccezione è Julian Assange, hacker e attivista di internet, che riveste il ruolo di “editor in chief” per Wikileaks e si occupa dei rapporti con i media “ufficiali”. L’onda di informazione propagata da Wikileaks è, facile intuirlo, spesso sgradita a coloro di cui il sito tratta nelle sue “leaks” e nel corso degli anni le querele si sono sprecate. La più significativa ed efficace è stata quella intentata per diffamazione nel 2008 dalla banca Julius Baer, accusata da Wikileaks di riciclaggio di denaro sporco, che ha portato alla chiusura temporanea del sito. Chiusura durata però solo alcuni mesi, in quanto la sentenza


tech

news

Leak

Dall’inglese, fuga di notizie.

Julian Assange

Il membro più in vista della direzione di Wikileaks, l’unico non coperto dall’anonimato.

Wikipedia

Wikileaks vuol essere “una versione irrintracciabile di Wikipedia che consenta la pubblicazione e l’analisi di massa di documentazione riservata”.

è stata successivamente ribaltata. Da allora la diffusione di materiale riservato è stata continua nel tempo, portando sotto gli occhi del mondo casi come la gestione del carcere militare di Guantanamo, retroscena sull’attentato dell’11 Settembre, l’operato di Scientology, la guerra in Somalia, i diari della guerra in Afghanistan. L’organizzazione è stata insignita di vari riconoscimenti per la sua attività, ma il braccio di ferro con i potenti di turno non si è mai fermato, arrivando a un rapporto particolarmente teso con il governo degli Stati Uniti, il quale non ha esitato a definire Wikileaks come un pericolo per la sicurezza nazionale. Per questo quando nei giorni scorsi, in corrispondenza con la comparsa in rete degli Iraq War Diaries, è stata mossa una accusa di duplice stupro contro Julian Assange, in molti si sono posti dei dubbi sulla veridicità della stessa. La denuncia è stata in ogni caso ritirata dopo poche ore e la documentazione sulla guerra irachena è ancora in rete.

La questione italiana

Anche l’Italia ha la sua parte, in quei diari, con dossier che fanno guardare da un punto di vista nuovo casi come l’uccisione del

funzionario del Sismi Nicola Calipari durante il salvataggio di Giuliana Sgrena, la “battaglia dei Lagunari”, nel corso della quale sarebbe stata fatta esplodere una ambulanza carica di civili e non un veicolo di guerriglieri e la morte del sergente Salvatore Marracino, ufficialmente rimasto ferito in maniera letale per un malfunzionamento della sua arma, che invece sarebbe stato colpito per errore da un commilitone durante una esercitazione. Rivelazioni - vere o false che siano - che riaprono ferite dolorose, non mancando di suscitare anche nel nostro paese un sentimento di avversità nei confronti di Wikileaks. Reazioni ai quali il giornalismo tradizionale ha dato voce e che criticano il ruolo dell’organizzazione, nonché i metodi con i quali diffonde la notizia, ovvero l’assenza di qualsivoglia censura o filtro. Perché Wikileaks è uno strumento nuovo per il giornalismo d’inchiesta, che non conosce confini di stato o di segretezza, dalle possibilità praticamente illimitate, in grado di far tremare i potenti. Ma che, proprio per le sue intrinseche potenzialità, se usato in una maniera sbagliata o negligente può provocare grandi danni. n

La rockband suona a casa mia!

Ultimamente la musica ha contribuito non poco allo sviluppo della tecnologia utilizzata per diffonderla: è il caso per esempio dei concerti live trasmessi su YouTube. Il progetto degli Arcade Fire, realizzato in collaborazione con Google però è qualcosa di totalmente innovativo: sfruttando infatti le potenzialità di HTML5, concorrente “buono” ed opensource di Flash, il gruppo canadese ha realizzato un video per la loro canzone We used to wait che si personalizza a seconda dell’utente che lo guarda. Collegandosi al sito thewildernessdowntown.com ed inserendo il proprio indirizzo (dove hai vissuto e sei cresciuto, consigliano loro), il sito farà partire il video che si svolge proprio nei dintorni della vostra casa, grazie all’interazione con Google Street View. Descriverlo a parole non rende la prodezza di programmazione che The Wilderness Downtown è in realtà.

Regina di Facebook

Oltre al sito internet aveva già un account su Twitter ma ora ha deciso di concedersi al social più diffuso: non stiamo parlando dell’ennesima pop star ma di quella giovincella della Regina Elisabetta. Da pochi giorni infatti possiede una sua pagina personale su Facebook dove pubblicherà foto, testi e link inerenti alla Corona. Non bisogna dimenticare di aver a che fare pur sempre con la casa reale: infatti anche online è previsto un codice di condotta molto severo, con un’alta possibilità di essere bannati al minimo tono sbagliato. In tutto ciò, una domanda sorge spontanea: ma la Regina sarà realmente capace di accendere almeno un pc?

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read mo re! scopri altri segre

ti sull’ufologia su www.blogmag.it!

balle spaziali L’Onu alle prese con i rapporti interplanetari? L’ennesima bufala, ovviamente. Mentre aspettiamo di sapere se è praticamente ovvio che esistano altre forme di vita, vi citiamo i racconti più fantasiosi autore > carlotta marchioni luogo > bologna categoria > attualità, scienza

U

tags > fortunato zanfretta, dischi volanti, ufo, foo fighters, alieni, diplomazia, onu, psicologia, luci, avvistamenti, italia, stati uniti

na bufala è una notizia di solito palesemente falsa che però, non si sa bene per quale motivo, per un certo periodo viene data per verissima dai quotidiani di mezzo mondo, suscitando un polverone quando finalmente viene smentita. Una bufala, per esempio, è BLOGmag 32

che L’ONU avrebbe nominato l’astrofisica Mazlan Othman “ambasciatrice per i rapporti diplomatici con gli alieni”. La notizia è stata pubblicata dal Sunday Times, quotidiano della domenica inglese non proprio noto per la sua credibilità: nonostante ciò per un giorno intero i media hanno fatto rimbalzare la notizia da un

capo all’altro del mondo finché la suddetta astrofisica non ha scritto al Guardian smentendo tutto.

Possibili contatti

Abbiamo davvero bisogno di prepararci a un eventuale contatto con delle entità extraterrestri? Sempre secondo il Sunday Times la Othman avrebbe dichiarato durante una conferenza della Royal Society: “La possibilità di vita aliena è più probabile che mai, le Nazioni Unite devono essere pronte per la gestione di un’eventuale risposta dell’umanità”. Partiamo dal principio: il termine UFO (Unidentified Flying Object) è stato coniato dal miliardario Kenneth Arnold il 24 Giugno 1947, in seguito al primo “avvistamento” della storia moderna. Già prima però si hanno notizie di avvistamenti, a partire dalla “numerosa e lunga formazione di oggetti opalescenti” che si frapposero fra il telescopio dell’astrologo messicano Jose Y.


1947

L’anno dell’incidente di Roswell, New Mexico: si sostiene che in questa località, il 3 luglio di quell’anno, sia precipitato un UFO.

Mazlan Othnman

L’astrofisica malese che sembrava dovesse essere messa a capo del Ministero degli Affari Spaziali del ONU per gestire i contatti con gli alieni.

Bonilla nel 1883, per arrivare ai “Foo Fighters”, oggetti di luce avvistati dai piloti dell’aeronautica militare alleata durante la seconda guerra mondiale. Nel corso degli anni si sono susseguiti avvistamenti in tutto il mondo e di conseguenza sono state create numerose teorie per spiegarli, creando un vero e proprio campo di studi, sebbene rinnegato dalla scienza ufficiale, chiamato “ufologia”.

UFO in Italia

L’Italia non è stata certo esclusa dagli avvistamenti di dischi volanti: tra i casi più eclatanti c’è quello di Firenze del 1954, quando la Nazione titolò: “Filamenti di vetro cadono su città toscane dopo il passaggio di globi e dischi volanti” e quello del 1973, quando un aereo di linea dell’Alitalia avvistò sopra Latina un misterioso oggetto rotondo color grigio e due caccia dell’Aeronautica Militare che decollarono dalla base di Ciampino confermarono l’avvistamento. Ma abbiamo anche un celebre caso di rapimento alieno, quello di Fortunato Zanfretta, metronotte genovese. Sarebbe stato rapito numerose volte dagli alieni

della razza “Dargos” tra il 1978 e il 1981. Recentemente, perso il porto d’armi e quindi anche il lavoro di guardia giurata a causa di una presunta “instabilità psicologica”, è passato da un’ospitata all’altra in trasmissioni di riconosciuto valore scientifico come il “Maurizio Costanzo show”, “Il Bivio” di Enrico Ruggeri e “Ricomincio da qui”, condotta da Alda D’Eusanio.

Teorie alternative

Carl Gustav Jung, psicologo, ha interpretato gli UFO come rappresentazioni psichiche legate ad avvenimenti di rilevanza collettiva. I dischi volanti rappresenterebbero quindi oggettivazioni fantastiche di un inconscio troppo duramente represso, visioni provocate da un archetipo.

Assurdità

Non pretendiamo di riuscire a giudicare oggettivamente cosa sia vero e cosa no, né tantomeno ce la sentiamo di negare completamente la possibilità che esistano forme di vita in altre parti dell’universo, ma grazie al web possiamo segnalarvi

Film alieni

La possibilità dell’esistenza di forme di vita aliene ha da sempre stuzzicato la fantasia di scrittori e sceneggiatori. Già nel 1902 nel film “Viaggio sulla luna” di Georges Méliès il protagonista incontra gli abitanti della Luna, mostrati come figurine grottesche simili a folletti. Uno dei film più famosi risalente al 1977 è “Incontri ravvicinati del terzo tipo” di Steven Spielberg, che descriveva il primo contatto tra esseri umani e alieni. Più recentemente abbiamo la trilogia di “Alien”, in cui vermoni abbastanza aggressivi cercano inutilmente di invadere la terra deponendo uova dentro esseri umani, e “Indipendence Day”, film che consacrò Will Smith nel mondo del cinema, dopo il successo di “Willy il principe di Bel Air”. Per quanto riguarda le serie televisive, oltre alla già citata “Roswell” ci sono “Doctor Who”, il cui protagonista viaggia nel tempo e la longeva “Star Trek”, il cui esordio risale al 1966, che narra delle vicende degli umani del futuro, appartenenti ad una Federazione Unita dei Pianeti che riunisce sotto un unico governo numerosi popoli di sistemi stellari diversi.

racconti che sfiorano o oltrepassano decisamente il limite del ridicolo. Per esempio su alieni.it, tra le varie segnalazioni di incontri “del terzo tipo” c’è quella di Gabriele, il cui cane sarebbe stato rapito col classico fascio di luce da una navicella aliena. La mattina dopo Gabriele avrebbe ritrovato il cane rapito davanti a casa “vivo, ma con al posto degli arti posteriori delle strane cose meccaniche attaccate che emettevano dei BIP”. Allontanatosi d’istinto, avrebbe assistito all’esplosione del suo povero cane. Il sito Menphis75. com invece ci offre (oltre a un evidente errore di ortografia) una classificazione dei tipi di alieni: grigio, grigio classico, grigio alto, chupacabras, insettodi e nordici, ovvero quelli dall’aspetto umano che sarebbero “spesso circondati da un’aura di luce” e colpirebbero per loro “saggezza e bontà dovute alla loro grande evoluzione spirituale”. Purtroppo non ci è dato conoscere le fonti della notizia, per quanto ci piacerebbe molto! n BLOGmag 33


questo articolo porta male Ancora lì a credere alle superstizioni? Vi raccontiamo da dove vengono le più famose e perchè potete leggere tranquillamente questo articolo! autore > tommaso tani luogo > bologna categoria > società

V

tags > morte, sfortuna, gatti, wanna marchi, viola, trapattoni, malocchi, venerdì, diciassette, proverbi, sfiga, scala

IXI, perfetto del verbo vivere, vissi, quindi sono morto. Anagrammato diventa XVII, ossia 17 in numeri romani. Ed ecco spiegato il perché dell’avversità del nostro popolo a questo numero. Oppure il cappello sul letto, così come lo si poneva al capezzale degli uomini morti in campagna. Insomma, se siete colti da una smania di razionalizzare, potrete benissimo scoprire che dietro ad ogni superstizione c’è sempre un motivo più o meno valido per il quale, nel corso degli anni, quel BLOGmag 34

determinato comportamento è diventato presagio di sventura.

Volevo un gatto nero

Certo che, ad essere estremisti ci si può imbattere in conclusioni a dir poco assurde: si dice infatti che passare sotto la scala porti male perchè essa con la terra forma il triangolo, simbolo della trinità e quindi l’attraversarlo sia un gesto di disprezzo: se tanto ci dà tanto, dovremmo aver riguardo di non passare sotto alcun cartello stradale di forma triangolare... (a chi non credesse, come noi, in

questa versione, suggeriamo un ragionamento: spesso sulle scale sono piazzati in equilibrio molto precario cose come barattoli di vernice, pinze e strumenti contundenti: fate due più due...) L’elenco potrebbe andare avanti per pagine e pagine ma le conclusioni sono facili da trarre: per quanto siamo nell’epoca in cui si osserva l’antimateria in sofisticatissime apparecchiature, ognuno di noi, almeno una volta, si è sentito in soggezione davanti a qualcosa che “porta male”: chi non si è mai fermato perplesso e titubante davanti ad un povero ed innocente gatto nero che ci ha attraversato la strada guardando attonito quell’essere umano che inorridito ed imbarazzato non sa se continuare per la sua strada o se cambiare percorso lasciando che sia qualcun altro a rompere la linea immaginaria tracciata dal felino.

Prendi l’arte e mettila da parte, a discapito della scaramanzia

Ci sono poi particolari ambienti in cui la superstizione e la scaramanzia diventano una religione a tutti gli effetti – e spesso sono ad >>


Le superstizioni più assurde del web

>> essa conniventi: stiamo parlando

del mondo dello spettacolo e della musica, dove il viola è tremendamente mal visto e prima delle esibizioni ci si augura “tanta merda” (prima si andava a teatro in carrozza e quindi un piazzale pieno di letame era segno di alta partecipazione) oppure di quello dello sport, dove ognuno ha il suo personale gesto da ripetere ad ogni sfida – chi dimenticherà mai l’acqua santa rovesciata in campo da Trapattoni durante le partite della nazionale (e anche i suoi risultati...)?

La fortuna non ha prezzo

Finché si tratta di rimanere nel folklore, nulla di male contro queste credenze. Il problema sorge però nel momento in cui compare qualcuno che di queste debolezze se ne approfitta: a partire dalla medioevale caccia alle streghe fino ad arrivare all’ultima Wanna Marchi, la storia è zeppa di chi si è arricchito o ha piegato i miti popolari a suo vantaggio. Ci dispiace darvi questa notizia, ma

il malocchio non esiste: esistono le coincidenze, possono esistere periodi no, ma se qualcuno vi propone di liberarvi dalla sfortuna attraverso delle gocce d’olio che stranamente affondano nel bicchiere sponsorizzate da qualche banconota sonante, quella non è magia, è una palese truffa. E se rinunciate ad un viaggio con la vostra ragazza perché dovreste partire di venerdì e, come noto, di venere e di marte non si sposa, non si parte né si dà principio all’arte, beh, sappiate che se lei vi rimpiazzerà con un altro, non potrete darle torto! D’altronde le superstizioni sono un po’ come i proverbi: se ne trova uno per tutto, anche per situazioni diametralmente opposte (chi non risica non rosica VS chi si accontenta gode) e sarebbe troppo difficile star dietro ad ogni cosa senza impazzire. Quindi, se come chi vi scrive, avete una famiglia che vi costringe a farvi pungere le dita da chi vi ha regalato dei coltelli e vi vieta a tavola di riaccendere una candela spenta dal vento, sfoderate il vostro miglior sorriso e cercate di stare al gioco! n

Nel gran ricettacolo di sporcizia che è internet, è molto facile trovarsi invischiati in assurde storie e credenze. Ecco per voi un’accurata selezione del meglio: - prima delle corse, i piloti di auto si fanno sputare sulla schiena dai propri meccanici (sic!); - se raccogliete uno spillo da terra, porta bene; un ago invece porta male. Se non sapete la differenza tra l’uno e l’altro peggio per voi! - i quadri raffiguranti uccelli portano notoriamente sventura; - uccidere un gabbiano porta tanta tanta sfortuna... - tenere il cucchiaio con la mano sinistra porta sfortuna: questo mondo non è per mancini. - Si dice che usare in due lo stesso asciugamano porterebbe litigi: plausibile, avete mai provato ad asciugarvi con un telo bagnato? - Porta male anche utilizzare in tre lo stesso fiammifero: entrerete però nel guinness per essere riusciti a farlo senza mai spegnerlo. - Leggere BLOGmag nei banchi della terza fila di destra, porta brutti voti. - In Sicilia, rifare il letto in tre causerebbe la morte del più giovane del gruppo: cosa non si inventa per non aiutare in casa... - sputare il nocciolo di un dattero direttamente nel portamonete la notte di Capodanno assicurerebbe soldi per il resto dell’anno. Solo uno dei punti della lista è inventato, provate ad indovinare quale! BLOGmag 35


buon compleanno, Mario! Il personaggio dei videogiochi più famoso del mondo arriva a 25 anni, tra power-up, livelli speciali e dinosauri ghiottoni

autore > marco cantelli luogo > bologna categoria > hi-tech

T

tags > shigeru miyamoto, gameboy, nes, yoshi, mario, luigi, bowser, volare, wii, nintendo, giappone, italia

ra governo in crisi, scandali sessuali, cronaca nera e varie ed eventuali, ci siamo dimenticati del compleanno di uno degli italiani più importanti. Va bene che è di origini giapponesi, ma è probabilmente quello col pubblico più trasversale di tutti i vip nostrani: parliamo ovviamente di Super Mario, l’idrualico vestito di rosso più famoso del mondo, il videogioco più celebre con un protagonista ispirato all’Italia. Il vivace e baffuto eroe, mentre sconfiggeva il malvagio Bowser per

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quel migliaio di volte, ha raggiunto il quarto di secolo, 25 anni in cui ha conquistato persone di lingue, età e culture differenti.

Una stella che viene dagli anni Ottanta

Disegnato dal leggendario Shigeru Miyamoto, ora direttore generale dell’Entertainment Analysis and Development division di Nintendo (la casa che da sempre produce il videogame), nel 1985 Super Mario fa la sua prima comparsa per la vecchissima ma ancora oggi (quando

c’è sempre più voglia di retro) amata Nintendo NES. È lo storico e conosciuto più o meno da tutti, anche grazie alle diverse edizioni per le console successive, Super Mario Bros., che ha venduto – fino a dicembre 2009 – più di 40 milioni di copie. Un semplice platform, abbastanza facilotto da finire al giorno d’oggi per i giocatori più accaniti, che è diventato un successo planetario. Tanto da permettere, nei cinque anni successivi, la pubblicazione di due seguiti del primo capitolo e nel 1989 il primo capitolo per il celebre Gameboy.

Ritornano i dinosauri!

Gli anni Novanta iniziano con l’uscita della console Super Nintendo e con un nuovo titolo, il coloratissimo Super Mario World. Se nel capitolo 3 della serie Bros. Mario aveva imparato a volare ingoiando una “super-foglia”, le stramberia più grossa doveva ancora arrivare: da questo episodio, infatti, Mario cavalcherà nientemeno che l’adorabile e amatissimo (anche da chi scrive!) dinosaurino Yoshi, inizialmente verde e poi visto in tutte le sfumature dell’arcobaleno. La vera rivoluzione però, dopo anni a


Power Up

due dimensioni, arriva con Super Mario 64, anno 1996: l’idraulico baffuto diventa il primo personaggio dei videogiochi a muoversi a 360 gradi, in un ambiente di gioco tutto 3d, tuffi in quadri-fantasmi e nuotate in laghetti pieni di insidie compresi. Un autentico capolavoro rimasto, fino al 2007, il capitolo più bello di tutti e, forse, di tutti i videogiochi.

Tanti piccoli mondi

Mentre l’uscita della console Wii ha cambiato per sempre il modo di videogiocare, soprattutto per i giocatori occasionali, il team creativo del videogioco ha pensato a lungo a come rinnovare, ancora una volta, la serie Mario. La risposta è arrivata, appunto, tre anni fa con l’uscita

1988

2002

Super Mario World

1990

1985

Se, per assurdo, non avete mai giocato a nessuno degli episodi della saga vi consigliamo vivamente di farlo: 240 milioni di copie non sono state vendute per caso. Se invece volete sapere quale personaggio siete tra quelli della serie, beh, girate pagina e fate il test! n

1992

Super Mario Bros. 2

Super Mario Bros.

di Super Mario Galaxy. Il platform si è definitivamente trasferito su mondi sferici dove il personaggio si muove sottostando anche alla forza di gravità. Il secondo capitolo del gioco, uscito quest’anno, è tornato a coinvolgere il dinosauro Yoshi (solo in alcuni scenari) e permette di utilizzare in tutti i livelli il da sempre presente fratello di Mario, l’idraulico in divisa verde Luigi.

Super Mario Bros. 3

Super Mario Sunshine

I power-ups sono gli elementi che, incontrati durante i videogiochi della serie, permettono a Super Mario di diventare più potente. Abbiamo selezionato i più tosti! Fungo 1-up: permette di guadagnare una vita extra nel gioco. Fiore di fuoco: permette a Super Mario di lanciare palle di fuoco ai nemici. Stella: per qualche decina di secondi Mario diventa invincibile! Superfungo: fa sì che Mario diventi Super e raddoppi le sue dimensioni. Superfoglia: Una fogliaccia marrone fa diventare Mario una specie di procione volante che uccide i nemici a colpi di coda. Fiore di ghiaccio: permette a Super Mario di lanciare palle di ghiaccio. Megafungo: Mario diventa gigante e fortissimo! Minifungo: Mario diventa minuscolo, leggero e agilissimo! Fungo Ape: Mario si trasforma in ape e può temporaneamente volare. Fungo Fantasma: Mario svolazza e diventa trasparente. Fungo Roccia: Mario si trasforma in una palla di roccia capace di distruggere tutto. Fiore Nuvola: Mario può creare dal nulla, ogni volta, tre nuvolette sulle quali può camminare. Fungo Molla: Mario zompa come non mai (un po’ a casaccio in verità!).

2007

Super Mario Galaxy

1997

Super Mario 64

2006

New Super Mario 64

2010

Super Mario Galaxy 2

2009

New Super Mario Bros. Wii BLOGmag 37


t s e T

Mario test

Scopri che personaggio sei della gloriosa saga di videogiochi! 04 Per conquistare la persona che ti

piace: A - Le chiedi di uscire da soli B - Cerchi di farti notare ma aspetti si faccia viva per prima

05

01 Domani ti aspetta un compito

in classe a sorpresa... che fai? A - Studi e ti prepari su tutto B - Di nascosto rubi il tema dalla borsa della prof per sapere l’argomento

02 Quale potrebbe essere la tua

attrazione preferita di un grande parco giochi? A - Montagne russe B - Tazze girevoli

03 Ti definiresti un tipo: A - Sportivo B - Sedentario

BLOGmag 38

06 A quale animale senti di somigliare di più? A - Volpe B - Lupo

07

A - Vacanza devastante con gli amici B - Inseguimento come nei film (non importa in che ruolo!) n

Tra questi due generi di film o libri prediligi: A - Azione, avventura B - Commedie, romantici

Un regalo che vorresti ricevere: A - L’ultimo tecnologicissimo aggeggio da nerd B - Un gioiello, un orologio

08 L’amore per te è:

4

1

8

5

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9

6

3

MARIO Coraggioso, furbo, romantico e sportivo: sei l’idraulico più tosto del mondo! Attenzione a non farti fregare nelle questioni di cuore però: non bastano gli ideali, la furbizia e la praticità servono anche nei sentimenti! PEACH Romantici e sognatrici come la principessa di Super Mario: aspettate il partner ideale che deve soffrire per voi. Un po’ perditempo e fessacchiotti, amate avere tutto ciò che vi piace; siete pigri ma molto gentili.

t s

A - Sempre una bellissima favola che fa soffrire B - Una competizione dove a volte può servire giocare sporco

soluzioni

7

09 L’avventura che vorresti vivere:

BOWSER Non vogliamo darvi dei violenti... sai mai che lo siate davvero! Scherzi a parte, siete determinati e pratici proprio come il nemico numero 1 di Mario. Occhio però: ogni impresa va sempre portata a termine!

KOOPA Furbetti ma fifoni: come il nemico di Mario ed aiutante di Bowser. Spesso necessitate di essere guidati verso il traguardo, vi piace affidarvi alle persone che amate. Talvolta un po’ lunatici, avete mille facce!


t

la home t e e r t s e dell arts www.culturastreet.it

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T

1° Dieta incombente

Dopo le cene delle feste o prima della temuta prova costume si parla sempre di una cosa sola: come perdere i chili di troppo in ogni modo possibile e immaginabile. Come se nel mondo non ci fosse altro da fare.

la notizia riempi-tg Notizie trash a ruota libera nei tg: l’abitudine più fastidiosa dei nostri telegiornali ha ormai fatto scuola. Vi ricordiamo i 10 banali temi che vi daranno fastidio fino alla fine dei vostri giorni autore > lorenzo bovini luogo > bologna categoria > top10

S

tags > anziani, estate, tempo, scuola, freddo, tg, conduttori, servizi, bambini, trend

e avete guardato i telegiornali negli ultimi mesi avrete osservato la massiccia presenza delle notizie filler. State tranquilli, il periodo è passato. Che cosa siano i filler lo sanno tutti. Le notizie che rientrano in questa categoria sono l’apice dell’inutile. Si tratta di servizi così insulsi che quando sono in onda ci si chiede perchè l’autore del pezzo non sia ancora andato a lavorare alla Vita in diretta. La spiegazione della loro presenza è abbastanza semplice: i minuti del telegiornale sono sempre BLOGmag 40

quelli, che ci siano notizie o meno; e quando non si hanno servizi a sufficienza (oppure quando non si vuole parlare di qualche argomento ritenuto “inopportuno”) viene approvata qualunque cosa. Perchè? Perchè sì. I palinsesti sono decisi a monte e il minutaggio non va toccato, qualunque cosa succeda. Quindi se non si sa proprio cosa fare si butta nel tg il servizio sul bambino che come prime parole pronuncia l’inno nazionale croato, filmato che merita almeno 5-6 minuti di girato con intervista ai genitori e alla baby sitter. Ci sono poi filler e filler. I più

ricorrenti in base alle stagioni, puntuali come un orologio svizzero. L’inizio delle scuole a settembre, il caldo d’estate, il freddo d’inverno e i menu delle cene durante le festività. Il tutto con una minuzia di dettagli che stupirebbe perfino Sherlock Holmes. Uno spettatore distratto potrebbe pensare che i servizi siano sempre gli stessi e che vengono cambiati solo un paio di dettagli. Ovviamente non è così. Ogni anno ci si mette ancora più impegno per cercare la cosa più assurda, il trend più allucinante, lo sport più strano o la trasgressione che i genitori devono sapere per badare meglio ai propri figli. Il filler è un male. Un disturbo che toglie spazio alle notizie interessanti. Ormai è entrato nella struttura stessa del telegiornale ed è diventato come quelle spalle comiche che, se vengono tolte dallo sketch, lasciano un senso di vuoto incolmabile. In fondo nessuno vuole liberarsene perchè è come il caldo e le zanzare: un segno dell’arrivo dell’estate. n


1 P o T Vacanze vip

Record strabiliante

Tormentone estivo

Eccoci qui all’eterna ricerca che si rinnova tutti gli anni e ci tormenta: qual è la canzone dell’estate? Ormai un must di metà luglio e un’ottima scusa per far partire un servizio sui tormentoni degli anni passati (che non si sa mai).

Se qualcuno si mette a fare qualcosa di stupido è normale ma se un’intera città si unisce per creare la piadina più grande del mondo, beh, è un fatto di pubblico interesse.

Noia in città

Cane portentoso

Alle eccezionali imprese degli animali viene dedicato ampio spazio per dare al pubblico una serie di notizie “carine” che non impegnano e intrattengono tutta la famiglia. Anche se sono false come gli animali che cantano su Studio Aperto.

Estate, centro città. La noia più totale. Via al collage di strade vuote, gente che fa il bagno nella fontana, anziani al centro commerciale, sportivi al parco e chi più ne ha più ne metta.

6° Nonno sprint

Code direzione mare

Consolazione per chi è a casa, mezzo gaudio per chi le ha subite e vanto per chi le ha evitate, le code fanno parte delle news come l’abete delle decorazioni natalizie. Assolutamente un must.

C’è sempre un anziano che ha raggiunto un’età imprecisata (comunque maggiore di 90), in genere il più vecchio d’Italia o fra i più in forma per la sua età, da intervistare per riempire quei 3 minuti che fanno sempre brodo.

Come fate a non voler sapere dove vanno i vostri personaggi preferiti in vacanza? Un classico del gossip che si rinnova periodicamente nei mesi dell’afa estiva come in quelli delle settimane bianche.

Agenzia di viaggi

Un giro non vogliamo farcelo? Per sapere tutto sulle destinazioni degli italiani ma anche dei turisti stranieri in visita nel nostro Paese. Il campione di quattro agenzie è notoriamente significativo.

Arrivo dei saldi

I saldi! Sono fra di noi! Correte prima che finisca tutto! In allegato le solite regole per lo shopping sotto saldi. Fateci caso: quel servizio è sempre lo stesso da 20 anni (rinnovato perchè prima era in bianco e nero).

10°

0 1 P To BLOGmag 41


Watchmen

Watchmen è una miniserie a fumetti scritta dall’autore britannico Alan Moore (autore anche di “V per Vendetta”) e disegnata dal suo connazionale Dave Gibbons, pubblicata dalla DC Comics tra il 1986 e il 1987. Nonostante la casa editrice, si tratta di qualcosa di completamente diverso dai classici fumetti supereroistici, in quanto l’archetipo del supereroe convenzionale viene completamente ribaltato, mostrando i protagonisti più nell’aspetto umano e quotidiano che in quello straordinario e avventuroso. Ad oggi rimane l’unico romanzo grafico ad aver vinto un premio Hugo e ad essere stato inserito nella lista di TIME Magazine dei “100 migliori romanzi in lingua inglese dal 1923 ad oggi”.

Le graphic novel sono un mondo da scoprire: romanzi disegnati per i gusti di tutti, da chi ama il fantasy a chi adora il giornalismo. Da questo mese vi presentiamo le più interessanti autore > carlotta marchioni luogo > bologna categoria > cultura

tags > narrativa, fumetti, libri, romanzo, will eisner, corto maltese, corea del nord, reporter, gipi, igort

Graphic Novel” in italiano si può tradurre con “romanzo grafico”, ovvero un’opera letteraria dotata di un’unità narrativa, in cui la storia è raccontata attraverso disegni (per questo a volte vengono anche chiamate “fumetti d’autore”). Le graphic novel non sono una cosa completamente diversa da quelli che chiamiamo comunemente “fumetti”, sostanzialmente si differenziano in quanto autoconclusive, rivolte ad un pubblico principalmente adulto e rilegate come dei veri e propri libri.

La storia in breve

Definire una data di nascita del genere Graphic Novel è complicato: BLOGmag 42

il termine “romanzo a fumetti” è stato utilizzato per la prima volta da da Will Eisner nel 1978, riferito al libro “Contratto con Dio”, ma l’invenzione del termine si deve a “Bloodstar” di Richard Corben del 1975. Ancora precedenti sono le avventure di Corto Maltese, di Hugo Pratt: nel 1967 era già stata pubblicata la prima della serie, “Una ballata del mare salato”, considerata un vero e proprio romanzo a fumetti.

Giornalismo a fumetti

Nel corso degli anni il genere si è evoluto ed ampliato, guadagnando dignità anche in ambiti prima intoccabili: oggi si trovano sotto

forma di Graphic Novel anche opere di non-fiction, come inchieste e reportage. Il francese Guy Delisle dopo un viaggio di due mesi in Corea del Nord ha pubblicato con successo il reportage a fumetti “Pyongyang”, mentre Emmanuel Guibert ha recentemente pubblicato “Il Fotografo”, che racconta con i fumetti una missione di Medici Senza Frontiere in Afghanistan nel 1986 vista attraverso gli occhi (e le fotografie) del reporter Didier Lefèvre.

In Italia

Anche in Italia il fumetto impegnato si sta guadagnando un posto di rilievo nell’ambiente culturale: nomi come Gipi e Igort non sono più sconosciuti, e a loro si sta aggiungendo una folta schiera di giovani fumettisti, come per esempio i creatori della fanzine “Canicola”, vincitori del premio come miglior fanzine di fumetto alternativo dal festival di Angoulême, o Giacomo Nanni e le sue tragicomiche “Cronachette”. Se non si può attribuire un unico senso a questo genere, nei prossimi numeri cercheremo di indagare le tantissime sfaccettature che lo caratterizzano, non perdeteveli! n


x o b t n i Pr Io e te

a cura di Erica Scigliuolo

AUTORE: Niccolò Ammaniti EDITORE: Einaudi PAGINE: 120 PREZZO: 18.00 € VOTO:

Timothy McSweeney’s Quarterly Concern DIRETTORE: Dave Eggers PREZZO: 15.00 € VOTO:

*****

Premessa uno: stiamo parlando della rivista letteraria più incredibile che ci sia. Premessa due: è in inglese, è complicata da leggere e tutti la chiamano solo McSweeney’s. Precisazioni: in italiano sono uscite delle raccolte curate dalla casa editrice Minimum Fax e da Feltrinelli International è possibile trovare alcuni numeri originali. Fondata e diretta da Dave Eggers (autore de L’opera struggente di un formidabile genio), MCSweeney’s è una rivista trimestrale dall’immenso valore. Ogni numero si presenta con una grafica diversa, imbustata nella plastica, dentro una scatola, a forma di quotidiano, e via dicendo. Dentro si trovano disegni, fotografie, vignette e racconti. C’è il sito online e c’è la possibilità di abbonarsi, cosa che consigliamo di fare se siete amanti della letteratura. Consigliamo anche le raccolte di Minimum Fax per godere appieno dei contenuti. Insomma consigliamo tutto.

***

Lorenzo è un ragazzino solitario e introverso. I genitori si preoccupano non vedendolo viversi adolescenza amori e avventure giuste per la sua età. Per non deluderli, finge di essere stato invitato da un’amica a Cortina, per una settimana bianca. Invece Lorenzo si rifugia in cantina organizzato con libri e viveri. Tutto molto lineare, introspettivo e Lorenzocentrico fino a che la sorella Olivia non lo scopre. Due persone diversissime che quasi non si conoscono iniziano a liberarsi a vicenda dai pesi e dalle fatiche reciproche. Ammaniti affronta l’adolescenza a modo suo, isolandola dai contesti e bloccandola in un buco dove Olivia e Lorenzo si avvicinano e si intrecciano. Un racconto-romanzo veloce, onesto e personale.

Dove dormono i bambini

AUTORE: James Mollison EDITORE: ContrastoDUE PAGINE: 120 PREZZO: 35.00 € VOTO:

****

Abbiamo scoperto questo libro leggendo la sua recensione su La Repubblica. L’abbiamo comprato e dentro abbiamo trovato 56 bambini provenienti da tutto il mondo fotografati con le loro camerette. Sembra un’idea divertente ma ha il suo risvolto drammatico quando vedi una dopo l’altra la stanza di un benestante bambino newyorkese con sogni e aspirazioni e quella di una ragazzina in Brasile che già lavora. Come tutti i libri di fotografia è un po’ costoso ma merita di essere sfogliato con attenzione.

Acciaio

AUTORE: Silvia Avallone EDITORE: Rizzoli PAGINE: 357 PREZZO: 18.00 € VOTO:

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Dispiace che tra tutti i libri che si scrivono, proprio questo sia diventato un caso letterario. Giovane scrittrice dall’immenso talento - così viene presentata a noi pubblico - descrive l’amicizia tra due ragazze adolescenti con la classe operaia sullo sfondo a fare da supporto sociale al tutto. Poi ci sono l’amore, la droga e i temi classici con i quali è facile diventare banali e non dare spessore né ai personaggi né all’ambientazione. Non c’è niente di diverso e niente di già visto però raccontato meglio. Non è il libro a essere sbagliato, non fa del male a nessuno, ma tutto il clamore e l’osannazione che lo hanno accompagnato a farci dire che da un caso letterario ci aspettiamo di più, autrice giovane o no, esordio o meno.

C’era una volta la DDR AUTORE: Anna Funder EDITORE: Feltrinelli PAGINE: 256 PREZZO: 15.00 € VOTO:

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Anna Funder ci racconta la Germania Est sorvegliata dalla Stasi, organizzazione di spionaggio che penetrava nelle vite dei cittadini in nome della sicurezza nazionale reclutando agenti anche tra i cittadini stessi. Informatori tra i propri familiari, amici, vicini di casa. L’autrice ci descrive cosa significasse vivere in questo clima di controllo e terrore attraverso i racconti delle vittime della Stasi e dei suoi funzionari. Un saggio che sembra un romanzo per l’intensità emotiva che riesce a trasmettere. Utile, toccante e necessario. BLOGmag 43


N

Tinie Tempah

el calderone electro/ hip-hop degli ultimi tempi qualcosa di salvabile c’è. Di origini nigeriane ma londinese di nascita, Patrick Okogwu aka Tinie Tempah si candida ad essere una delle personalità di punta della scena grime. I due singoli Pass Out e Frisky hanno raggiunto rispettivamente la prima e la seconda posizione nella chart UK e Disc-Overy, l’album di debutto, vede tra le collaborazioni i nomi di Kelly Rowland, Eric Turner e Labrinth.

Oltre l’hip-hop

Difficile definire il grime, data la sua caratteristica principale di mescolare diversi generi: nato nei primi ‘00s, riprende l’hip-house statunitense dei primi anni ‘90 (rap su basi house) e la UK garage (bassi profondi e linee vocali R&B e ragga). L’idea di fondo è comunque il beat elettronico sincopato e, non a caso, in Disc-Overy troviamo sonorità dubstep, electro e drum’n’bass. Ma Tinie rilancia la posta in gioco, invitando anche Ellie Goulding (ve ne abbiamo parlato ad aprile) in Wonderman ed il trio “tamarro per eccellenza” Swedish House Mafia (Miami 2 Ibiza), che quest’estate ha trionfato con la hit One assieme a quel prezzemolone di Pharrell. In un’intervista il rapper di South London ha raccontato la nascita del disco e dei vari featuring: l’interesse era quello di ottenere un suono grezzo e ruvido e di lavorare con artisti dei quali è fan. Dopo aver incontrato Ellie ai BRIT Awards ed aver condiviso i palchi di diversi festival, i due sono diventati amici e hanno deciso di scrivere una canzone assieme.

Energia da vendere

Il piatto forte dell’inglese è però la dimensione >> BLOGmag 44

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Gli EP prodotti di Tinie Tempah prima dell’uscita di Disc-Overy.

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Le chart dove Tinie ha già raggiunto la vetta: quella UK, quella UK r’n’b e quella irlandese.

Autore: Tinie Tempah Titolo: Disc-Overy Etichetta: Parlophone Genere: Grime / UK Hip-Hop Voto:

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1) Intro. 2) Simply Unstoppable. 3) Pass Out. 4) Illusion. 5) Just A Little (featuring Range). 6) Snap. 7) Written In The Stars (featuring Eric Turner). 8) Frisky (featuring Labrinth). 9) Miami 2 Ibiza (vs. Swedish House Mafia). 10) Obsession. 11) Invincible (featuring Kelly Rowland). 12) Wonderman (featuring Ellie Goulding). 13) Let Go (featuring Emeli Sandé).


>> live. Abbiamo avuto occasione

di vederlo lo scorso agosto al Pukkelpop Festival in quel di Kiewit, Belgio – tre giorni di musica non-stop – dove Tinie ha sfornato una prestazione superlativa: nonostante fossero le tre del pomeriggio, l’atmosfera sporca e calda da dancehall ha prevalso ed il pubblico ha ballato e saltato tutto il tempo! Che sia il palco l’ambiente prediletto del rapper londinese è abbastanza naturale. I testi dei suoi pezzi, per quanto divertenti, non sono certo trattati di filosofia e, per questo, il suo successo deriva soprattutto nella capacità di coinvolgere gli ascoltatori. Ed il mix tra hip-hop ed elettronica è forse il sound da club per eccellenza in questo momento. L’esperienza più emozionate è forse stata quella del Glastonbury Festival in Inghilterra: il ragazzo ha improvvisato delle rime su Bad Romance di Lady Gaga ed il giorno successivo è stato invitato on stage da Snoop Dogg in persona a

cantare la sua Pass Out, alla quale il rapper californiano ha aggiunto una strofa (questa versione è disponibile scaricando il disco su iTunes).

L’uomo dei remix

Si sa, fuori dallo stivale la cultura del remix ha conquistato un importante ruolo nel mercato discografico: se negli Stati Uniti e nel Regno Unito rendere appetibili al dancefloor brani di Rihanna e La Roux ha un senso, in Italia non funzionerebbe con un’Alessandra Amoroso. Fatto sta che il grime per la sua natura elettronica e la ritmica uptempo si presta benissimo a riadattamenti di genere: tra i migliori quello di SBTRKT (Pass Out) dal sapore early house, mentre la South Rakkas Crew dà un tocco ragga a Frisky. Non solo oggetto di remix… Tinie assieme al fido produttore Labrinth ha registrato, campionando i suoni del Super Nintendo, una versione di Stylo, brano presente nell’ultimo album dei Gorillaz ed ha ricevuto l’approvazione direttamente da Damon Albarn, frontman della cartoon band. Beh, se lo dice Damon, teniamolo d’occhio! n Federico de Felice

Grime MUSICA Acts! Una serie di consigli per chi vuole conoscere meglio la scena grime...

Professor Green

Mike Skinner ovvero The Streets, una delle figure più alternative dell’hip-hop britannico, lo aveva firmato per la sua label tre anni fa. Nel 2008 ha vinto la battle rap organizzata da Myspace e ha ricevuto 50.000 sterline in premio! Ma è stato nell’aprile scorso che Paul Manderson ha sbancato il botteghino con I Need You Tonight, campionando il celebre singolo degli INXS.

Plan B

Il primo album di Plan B risale al 2006 e fu osannato dalla critica: era un grime nervoso e hardcore, raccontava l’adolescenza difficile. Intanto, dopo aver debuttato anche sul grande schermo, il rapper di Forest Gate si è trasformato cantante e ha pubblicato un concept album che racconta la storia dell’immaginario soul singer Strickland Banks. I video dei primi due singoli She Said e Stay Too Long vedono la partecipazione di Kaya Scodelario, attrice protagonista della serie Skins.

Ben Sharpa

Non propriamente grime, ma decisamente tosto, Ben Sharpa viene da Soweto, baraccopoli di Johannesburg, Sud Africa. Il suo album B. Sharpa è l’incontro tra liriche crude e atmosfere cupe, i beat elettronici sono ipnotici ed isterici. Potete acquistare il disco su Itunes: magari è la volta buona che i soldi mandati in Africa, finalmente arrivano.

Foreign Beggars

Collettivo londinese che spazia tra dubstep e grime: i primi lavori hanno produzioni molto classiche riconducibili all’hip-hop undeground statunitense. In United Colours of Beggattron, uscito l’anno scorso troviamo anche un featuring del sopraccitato Sharpa e, nel brano Contact, la produzione del trio olandese Noisia - consigliata la visione del video stratosferico!

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I singoli usciti quest’anno dell’artista grime. BLOGmag 45


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read more! Continua a leggere

l’intervista: un sacco di domande in più su www.blogmag.it!

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Dargen D’Amico

è

, secondo noi, la miglior firma dell’hip-hop italiano, è ammirato da chiunque ed ha collaborato a dozzine di progetti (fino a spingersi anche dentro ai locali con i Crookers). Finalmente ce l’abbiamo fatta: ci presenta i suoi D’ parte prima e D’ parte seconda (uscito da circa un mesetto su iTunes) mister Dargen D’Amico!

Quando il rap maturava tra piazze piene e centri sociali tu cominciavi a crescere artisticamente. Oggi che invece le piazze sembrano spesso vuote e mute come cambia l’approccio alla scrittura? Cosa ti stimola?

Quello delle piazze era un periodo in cui l’aggregazione giovanile diretta era fondamentale, non c’era molto altro per vedersi. Milano era ricchissima di compagnie da piazza; per quanto riguardava le discipline dell’hip-hop, ogni piazza aveva la sua crew, e la città principalmente BLOGmag 46

era incentrata sul writing. In seguito è arrivato internet e le piazze sono scomparse, o forse più che le piazze sono scomparse le persone, hanno cominciato a rimanere a casa. Il mio approccio alla scrittura è senza dubbio cambiato da allora, ma ciò non è certo dovuto solo allo svuotamento delle piazze; sono cresciuto di dieci anni, mi stimolano le cose del mondo, tutte, oggi come allora, dai depliant alla caramelle passando per gli esseri umani.

Sia “Di vizi di forma virtù” che “D’” sono in un certo senso entrambi divisi in due parti separate. Come mai hai scelto questo genere di pubblicazione e con che criterio hai scelto la suddivisione del materiale? La parte prima di D’ è più luminosa e leggera, e per questo è stata pubblicata il 2 giugno. La parte seconda è uscita l’8 ottobre, e come suggerisce la data è più autunnale, è reumatica, è come se soffrisse di nostalgia per la parte prima.

Tra le due parti la separazione è soprattutto sonora, come del resto in Di vizi. Si suddivide anche per comodità, ma mai solo per comodità.

La tua musica spesso viene definita sperimentale e cantautorale, in realtà continui a suggerire che quest’ultima sia soltanto frutto di un’abitudine a fare rap e creare canzoni anche in contesti insoliti, dove i più magari non possono prevedere. Come nasce generalmente un brano di Dargen? Dal potere evocativo di alcune parole, brainstorming, appunti sparsi, dal beat, di notte, di giorno, a biro, in casa, per strada, a memoria... Mi definisco cantautorap, che è una definizione scherzosa ma che potrebbe sintetizzare un po’ tutto quello che hai detto tu: mi dedico un po’ a tutte le cose che

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dici per scrivere canzoni. Credo che ascoltando con attenzione si capisca se una canzone è scritta di notte. Malpensandoti è realmente nata in auto, andando a Malpensa, ma in concreto non ho mai mandato Sms alla Madonna.

La tua poetica trasuda quasi sempre una minuziosa osservazione del potere evocativo delle parole, anche attraverso un uso molto accurato dell’interpretazione vocale. Quanto lavoro dedichi all’estetismo dell’interpretazione e della parola in generale?

Dedico molto tempo solo alla creazione di piani diversi di lettura, è una cosa da studiarsi con anticipo. Una volta che hai più o meno chiaro cosa vuoi che la canzone dica, il resto, che per me è soprattutto immagini, viene abbastanza naturale. Canzoni come Zafferano o D’ cuore hanno più a che fare col passatempo, col gioco e con la strategia. Nei momenti in cui cominci a giocare con le parole, a fissarti sul gioco, viene a mancare l’ispirazione travolgente.

Nell’hip hop e di conseguenza nel rap è

Autore: Dargen D’Amico Titolo: D’ – Parte Seconda Etichetta: Giada Mesi Genere: hip-hop Voto:

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1. Odio Volare (feat. Daniele Vit). 2. Anche Se Il Mondo Ha. 3. D’ Cuore (D’Amico d’amore). 4. L’amore è Quell’Intertempo. 5. In Loop (La forma di un cuore) (feat. Two Fingerz). 6. Mi piacciono le donne (feat. Crookers). 7. Briciole Colorate. 8. Mi piacciono le donne (Cheesy Manolos Rmx).

usuale creare e ricreare alterego, proiezioni fantasiose di sé stessi, distorsioni della propria quotidianità. Per quanto il “Keep it real” possa essere considerato un principio importante non credi che saper fantasticare e deformare ciò che ci succede possa risultare spesso più intelligente, vero e interessante?

È irresistibile, tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo detto in un microfono “rimani vero, keep it real”, ed è un concetto sensato, solo che bisognerebbe specificare anche che le verità sono molteplici, e questa a sua volta è una verità, scottante e che si tende a insabbiare, come le braci dopo i falò d’agosto, cosa pericolosissima.

Sempre in tema “aka”, da dove nasce il tuo nome artistico? (Dargen aka JD’ aka Corvo D’Argento ecc...).

Dargen è l’abbreviazione di d’argento, D’Amico il mio cognome. JD’ le mie iniziali, Corvo D’Argento il titolo di un librogame.

Poco tempo fa, se non ricordo male, ho sentito un’intervista a Neffa in cui sosteneva che se tutti quelli che oggi rimpiangono i Sangue Misto ai tempi gli

MUSICA

avessero dato anche solo mille lire ciascuno di loro oggi forse sarebbe ricco. Come vivi il recente affetto “morboso” per Le Sacre Scuole dimostrato principalmente dai più giovani?

Non ha torto Neffa, la vedo in maniera non molto dissimile, più in piccolo però, perché i Sangue Misto erano un discreto fenomeno anche quando erano ancora in attività, le Sacre Scuole molto meno, erano frequentemente viste come l’espressione velleitaria di tre adolescenti. I più giovani dopotutto hanno tutto il diritto di sentirsi affascinati da ciò che non esiste più, che non hanno vissuto; a me, per esempio, affascina molto la democrazia.

Quali libri stai leggendo nell’ultimo periodo?

Ultimamente ho letto Saramago, apprezzando anche L’anno della morte di Riccardo Reis. n Alessandro Scagliarini

The Magnificent Seven (short)

Sull’onda della rubrica che proporremo nel Musicbox a partire da questo numero, abbiamo chiesto a Dargen i sette album che ascoltava durante il periodo teenager della sua vita. Eccole: Smoothe Da Hustler - Once Upon a Time in America (1996) Franco Battiato - L’imboscata (1996) Lucio Dalla - Ciao (1999) OutKast - ATLiens (1996) Camp Lo - Uptown Saturday Night (1997) Tracy Chapman - New Beginning (1995) Company Flow - Funcrusher Plus (1997) BLOGmag 47


Ghemon (o Gilmar?) G

ianluca Picariello, in arte per anni è stato Ghemon, ora ha iniziato a farsi chiamare Gilmar, o forse in entrambi i modi. Il suo nome da tempo si fa largo nella scena hip-hop italiana grazie alle peculiarità della sua musica, con strumentali ricche di sonorità soul, jazz, funk. Il suo stile di scrittura pulito e comunicativo tratta in maniera puntuale argomenti di vita in cui tutti possono riconoscersi, distinguendosi così dai classici stereotipi del rap.

Come presenteresti la tua musica a chi non ti conosce? Non è facile. Non è facile dire “ciao, sono un cantante”. Non ho una risposta definita al momento. Prima rispondevo rap, ora non più. Perché nella mia testa ora non lo faccio più. Non perché abbia smesso, ma BLOGmag 48

perché nella mia testa faccio anche altro e non riesco a spiegare bene la materia composita. In realtà non riesco a spiegarlo neanche a me. Tutto si chiarificherà con un disco. Diciamo che faccio rap e canto anche.

Restano sempre i confini della musica black?

Sì, il confine è quello, ma non credo sia importante. Domani potrei anche fare un pezzo voce e chitarra. Potrei fare un parallelo non semplicissimo con Jovanotti. Al di là che la sua musica possa piacere o meno, si fa un po’ fatica a dire a quale genere musicale appartenga. Mescola una serie di stili: world music, rap, rock. Però il suo stile è riconoscibile. Il mio obiettivo è più o meno questo.

Che ci dici del tuo nome adesso? Piccola crisi di identità? Chi fa qualcosa che ha a che

vedere con il lato artistico è multiforme a livello di personalità. Ci sono persone in cui emerge maggiormente e persone che esplicitano meno questo aspetto. Poi qualcuno dà un nome alle diverse “facce”. Questa cosa di Gilmar è venuta fuori un po’ per gioco, sta rimanendo perché ho visto che in molti apprezzano e mi sta più simpatico. Il nome Ghemon si accompagna ad una certa parte della mia carriera e Gilmar è parte di una nuova vita.

Ascoltando alcuni pezzi datati sembra che tu avessi già da molto in mente questo percorso...

Sin da quando mi sono innamorato del rap, ho sempre avuto una visione un po’ diversa. Il canto mi ha sempre accompagnato. Purtroppo richiede tempo e studio, quindi ho dovuto mettere la cosa da parte durante


MUSICA

reoarde! leta m a comntpinua, ervist

L’inthemon co mezza a G un’altra mande, con ina di do ag.it! dozz ww.blogm su w

gli anni dell’università. All’inizio ho usato i mezzi tecnici classici del rap, per una questione di immediatezza. Però sapevo bene quale era la mia direzione. Ho iniziato giocando con le armi degli altri, per dimostrare che ne ero in grado. Poi ho continuato con le mie idee.

In che direzione sta andando la scena hip-hop italiana intorno a te?

È brutto, ma negli anni la risposta ad una domanda del genere è sempre la stessa: da nessuna parte. Il rap sta perdendo tutta la sua forza di rottura. L’unico messaggio che sta mandando è quello di essere parte del sistema. Non trovo nulla di sbagliato nell’avere un contratto con una major o nel fare successo. È una cosa a cui un’artista è giusto che ambisca. Quello che trovo sbagliato è che coloro che potevano dare un messaggio, non lo hanno fatto, ma sono diventati parte del sistema che criticavano. Rispetto comunque i ruoli, che ci sia una diversificazione, però non può essere tutto un’apologia di soldi e droga.

Rimarrà sempre tutto così o la scena si evolverà nei prossimi anni?

Siamo in ritardo rispetto ad altri Paesi, ma credo che prima o poi le

cose cambieranno. Andrà di pari passo con l’evoluzione della nostra società, che diventerà sempre più multirazziale e i nuovi mc saranno i figli degli immigrati di oggi. Loro avranno cose più importanti di cui parlare, rispetto a molti di noi; ci saranno molte persone che condivideranno certi argomenti e quindi il seguito sarà maggiore.

Che opinione hai della scena culturale del nostro Paese? L’Italia ha sempre tantissimo da dare dal punto di vista dell’arte e della cultura. Sta alle persone più giovani mantenere questo patrimonio. I 16 anni dei messaggini puntati li superano tutti, si diventa adulti e si sviluppa una certa sensibilità. Bisogna fare in modo che non sia tutto troppo veloce, troppo breve, bisogna avere il tempo di capire. Se la società non favorisce in nessun modo l’arte e la cultura, ci deve essere una levata di scudi, bisogna chiedersi cosa sta succedendo.

Qual è il compito che attribuisci alla tua musica?

Come tutti volevo cambiare il mondo con la mia musica. Era il mio obiettivo da ragazzino, quando si è più piccoli si è più idealisti. Ora ho un po’ ridimensionato e proporzionato l’ambizione. Mi

Ghemon, Ghemon Scienz o Gilmar è un rapper italiano nato ad Avellino l’1 aprile del 1982. Writer durante il periodo dell’adolescenza, ha pubblicato 6 album e vanta dozzine di collaborazioni con altri artisti (Bassi Maestro, Crookers, Mistaman, Frank Siciliano, Two Fingerz). Il suo ultimo lavoro E poi, all’improvviso, impazzire... è del 2009, anche se in realtà non ha mai smesso di dare il suo contributo, collaborando appunto con moltissimi mc e pubblicando materiale sul blog che gestisce assieme ad altri artisti, www. blue-nox.com. In attesa che sia pronto il suo prossimo disco...

accontenterei di cambiare l’opinione che ha la gente sul rap in Italia.

Quali sono i traguardi per il futuro?

Fare un disco è il traguardo più vicino. Con la vita che faccio, con le realtà con cui mi scontro, questo è già un obiettivo importante. Voglio che soddisfi prima di tutto me, devo riuscire a metterci dentro tutto quello che ho appreso fino ad adesso. L’altro obiettivo a breve è costituire una band e suonare con gli strumenti. n Paolo Sansone BLOGmag 49


x o b c Musi A cura di Federico de Felice, Vittorio Marchetti e Marco Cantelli

Miami Horror Illumination etichetta EMI voto

***** C’è freddo. Apro una cartella Miami Horror - Illumination e schiaccio play: davanti mi si parano l’Australia, il suo sole, le spiagge, le bolle di sapone e suoni che non erano così orecchiabili dal tempo di “Love Me Do” dei Beatles. Non c’è una nota fuori posto… viene il dubbio che sia stato pubblicato trent’anni fa, visto le sonorità oldies che escono dalle casse. Benjamin Vanguarde, l’artefice dietro a questo piccolo capolavoro, ha un dono: sa sognare ad occhi aperti, o meglio ad orecchie aperte. Reinterpreta in un modo onirico la disco e il pop-

soul dei 70s’, la new wave degli 80’s e la french-house dei 90’s, dando vita ad un sound semplice, emotivo e coinvolgente. Summersun, con il suo basso funk, è la colonna sonora perfetta per un viaggio lontano da casa, mentre Sometimes è la canzone che il 95% della popolazione mondiale vorrebbe ascoltare mentre fa all’ammore. Oltre che da ascoltare, “Illumination” è decisamente da ballare come dimostrano I Look To You e Holidays. Ecco, il pop del nuovo decennio dovrebbe suonare come Miami Horror: quel pop che fa sorridere, fantasticare ed innamorare.

Chromeo: un perfetto puzzle di culture La sorpresa elettro-funk del 2010 si chiama Chromeo. Non una novità, in realtà: i due precedenti lavori del duo canadese arabo/ebreo composto da David Macklovitch (Dave 1, fratello di A-Trak e successore di Tiga nel negozio di dischi dove entrambi hanno lavorato) e Patrick Gemayel (P-Thugg) aveva già avuto un buon successo, specie i brani di Fancy Footwork (2007) che avevano ottenuto dozzine di remix. Ma questo Business Casual ha quel qualcosa in più riassumibile tutto nel funk cinematografico di Night by Night, vero indiscusso successo anche radiofonico dei Chromeo (vedetevi il danzereccio). L’altro pezzo che ci convince di più è When the night falls, e anche lì il motivo c’è: è cantato dalla sorella minore di Beyoncé, Solange Knowles, per la quale facciamo il tifo da tempi non sospetti. Il disco ve lo consigliamo vivamente ed è prodotto dal simpaticissimo e bravo Philippe Zdar (Cassius).

The Chemical Brothers !!! B.o.B Further Strange Weather, Isn’t It? The Adventures of ... etichetta Parlophone voto

*****

Dopo i discreti “Push The Button” e “We Are The Night”, nati con l’obiettivo di squartare il dancefloor, declinato ora con suoni rock ed hip-hop, ora con inserti etnici e di quell’electro grassa d’inizio millennio, il nuovo “Further” torna back in the days, non dimenticando però di incorporare le nuove tendenze glitch. Scalinate cosmiche come Escape Velocity riportano alla kraut dei Tangerine Dream, mentre la psichedelica Horse Power è un inno al big beat.

BLOGmag 50

etichetta Warp voto

****

La band Canta daesclamativa schifo quando nonloannuncia fa dal vivo mai iledsuo è un arrivo: personaggio naviga sottocoperta odioso, perchè e dile iconcine tanto in tanto pop hanno sferra fatto il colpo il loro deltempo KO. È e per la volta certe anche prese di “Strange di posizioni Weather...”, contro chi tira più più cupo di del lei (Lily, suo predecessore, GaGa). Però su Teenage Dream ma anch’esso non spariamo, pieno diègroove. un gustoso Gli prodottino fatto ingredienti sonomeravigliosamente un revival 80s, quasi che sa davvero di italo-disco (Steady California. As The È divertente, Sidewalks si balla, si canta Cracks) e un minimalismo e commuove elettronico (se stai maledi o se hainord-europea fattura 9 anni). E, tra le (The mode Hammer). estive, Un preferiamo sound ipnotico, le Gurrrls malinconico con Snoop anzichenò, che tiravano ma capace negli di smuovere USA: meglio i piedi dell’ansia anche ad da waka uno spaventapasseri. waka. Il clou del disco è la divertentissima Peacock, scaricatela.

etichetta Gr. Hustle Rec. voto

***

Dalla città degli Outkast arriva il flow galattico di B.o.B: “The Adventures…” è il primo disco, nonostante il ragazzo sia in giro da ormai quattro anni e abbia pubblicato svariati mixtape sul web. Numerosi i featuring (Lupe Fiasco, Janelle Monáe, Bruno Mars), così come le influenze musicali, dal rock all’elettronica. L’unico difetto, se lo si vuole trovare, è l’inconsistenza del messaggio: il nuovo hip-hop da club o da ascoltare in cuffia? Nel primo caso ci sarebbe una tonnellata di “fotta” sprecata.


La legge del cane I Club Dogo raccontano, nel loro libro, la Milano degli anni Novanta

L

a legge del cane, per chi negli anni ha saputo interpretare correttamente il cosiddetto fenomeno Dogo senza fraintendimenti paranoici e severo integralismo “hip hop”, è una divertentissima testimonianza, sotto forma di raccontochiacchierata, di quello che è stato lo scenario metropolitano milanese degli anni ‘90 e di come quest’ultimo abbia pesantemente contribuito alla formazione, nel bene e nel male, della generazione alla quale appartengono i due rappers Guè Pequeno e Jake La Furia. Stiamo parlando di quella che definiscono l’ultima generazione “analogica”. Sono gli anni delle piazze, dell’adolescenza vissuta davvero a 360° per le strade di una Milano molto più anarchica di fatto e di un approccio al mondo figlio di un’aggregazione giovanile diretta, spontanea e selvaggia. Si parla di concetti fondamentali oggi spesso banalizzati e fraintesi come il senso di appartenenza al proprio gruppo di amici, la cultura e la vita di piazza, il valore delle demarcazioni culturali e territoriali definibili quasi “tribali”.

Chi capisce ed ha ancora la sensibilità per intendere quanto, in fondo, l’argomento sia importante questa volta non può fermarsi a criticare il famoso droga rap del crew milanese limitandosi ad osservare l’immaginario cupo ed esasperante di molte canzoni. Affondi come quello di Jake: “Le piazze sono sparite, è una mia teoria, per via della Playstation, del telefonino e di internet...” o di Guè “La televisione è stata un onda che ha spazzato via tutto” aprono in realtà discorsi molto più ampi dimostrando una grande capacità di analisi e osservazione sociologica attraverso la quale viene rivalutato e messo in discussione attentamente non solo ciò che è successo a percorsi personali dei due mc’s ma più in generale a molto di quello che è cambiato in questo Paese. Durante la lunga chiacchierata, che in ogni modo scorre piacevolmente senza punti di noia, si passa da raccontare aneddoti di vita che oggi, ai più giovani, possono sembrare forse anche assurdi come risse lunghe pomeriggi in giro per tutta la città, divani volanti

Andreya Triana Lost Where I Belong

Jamaica

etichetta Ninja Tune voto

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L’etichetta indipendente londinese compie vent’anni e ciononostante continua a sfornare talenti indiscussi: l’ultimo dei tanti è la cantautrice soul Andreya Triana, già assaporata sulle produzioni di Flying Lotus e Bonobo. Nove brani di un’intensità spaventosa, la voce quasi sospirata che si staglia, protagonista, su ritmi downtempo, chitarre folk, atmosfere jazz: ascoltarla è come perdersi tra frammenti di sogno. Lost Where I Belong è poesia che, in vista del freddo inverno, ridona energia e serenità.

fuori dalle finestre, feste deliranti, appuntamenti di piazza senza avvertirsi ma sapendo che in quel posto qualcuno lo si incontrava sempre. C’è da aggiungere che, in realtà, ne La legge del cane si discute anche del rapporto con la famiglia, di come fare a venirne fuori quando “mamma dice che dovevi finire l’università” ma poi si ha “l’ansia di sapere e non sapere andare a scuola”. Si parla di amori magici adolescenziali ma allo stesso tempo di come si può cadere poi nel turbinio della vita veloce, nei privè dei potenti, senza quasi accorgersene arrivando fino nella casa del nemico, e uscirne sani e salvi. Alessandro Scagliarini (leggi la recensione completa su blogmag.it)

Scissor Sisters Night Work

No Problem etichetta V2 voto

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Servono Canta da una schifo decina quando di minuti lo fa dal pervivo ed è un personaggio innamorarsi di questoodioso, duo francese perchè le iconcine pop prodotto da metà hannodei fatto Justice il loro (intempo e per certe prese Gentleman pare di evidentissimo) posizioni contro e chi tira piùsound-engeneer dall’ex di lei (Lily, GaGa).dei Però Daft su Teenage Punk Dream e registrato non spariamo, negli studiè dei un gustoso Cassius. Una prodottinomeravigliosa pronuncia fatto meravigliosamente (cantano in che sa davvero inglese), undipop California. rock delizioso, È divertente, allegro si e balla, si cantae etre spaccatutto commuove pezzi definitivi (se stai (Cross male o se Fader, The hai 9 anni). la già-nelle-radio E, tra le modeIestive, think preferiamo I like U 2 e le la Gurrrls wah-wah conShort SnoopAnd che tiravano Entertaining) negli USA: fanno meglio di No dell’ansia problem ildamust-have waka waka. per Il clou i nostri deliPod discoper è lail divertentissima prossimo inverno. Peacock, scaricatela.

etichetta Polydor voto

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Ve la ricordate la glammissima band niuiorchese che scalzò chiunque dalle vette delle top ten con il singolone I don’t feel like dancin’ nel 2006? Un gran pezzo, senz’ombra di dubbio ma la dilagante e sfrenata omosessualità oscurava un po’ la musica. Night Work continua a far ballare un sacco, mantenendo e rafforzando – se possibile – lo stile anni Ottanta del gruppo. Trasformando una sana sfacciataggine gay in una sfrontatezza provocatoria che porta la passione nel groove. BLOGmag 51


x o b c i Mus

Lykke Li diventa una star L’abbiamo amata per quel suo Young Novels, forse la miglior espressione mondiale di quell’indie-pop che tanto andava nel 2008. Lykke Li, cantautrice svedese dreampop, ritorna, dopo che la sua carriera ha svoltato in mille modi differenti, collezionando i primi posti di alcune delle classifiche musicali più importanti del mondo e alcuni featuring (sentitevi Gifted con N.A.S.A., Santigold e Kanye West!) da vera stella. E ora è tornata, col martellante singolo Get Some, che scalda la swedish atmosphere e crea un groove da giungla. Promossa a pieni voti, in attesa di un nuovo disco e del tour che, per ora, non sembra toccherà l’Italia.

The Black Keys Brothers etichetta Nonesuch voto

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Il settimo album duo attivo dal 2002. Una sorta di concept sul tema del “love”. La piattaforma artistica si aggrappa ancora con gli artigli al soul, al rock e soprattutto al blues, quel blues grezzo e sanguigno degli anni ‘40. Sdoganato e reso più attuale dal movimento garage/rock degli anni ‘90 (vedi i primi White Stripes e compari). Tuttavia non è un disco che si può consigliare a chi non mastica bene l’inglese, in quanto il testo qui gioca una buona metà dell’ispirata atmosfera che i nostri emanano. BLOGmag 52

Rihanna ogni giorno

Katy profuma dibbuono

Non si ferma mai. Rihanna è una vera e propria macchina da guerra (e da soldi). Dopo Rated R, uscito l’anno scorso, è la volta di Loud appena uscito e già ritenuto un successo planetario. Lavoro più carico di verve rispetto al cupo ma rispettabilissimo precedente capitolo, è stato definito dalla cantante come nuovo e sorprendente. L’obiettivo è quello di una continua evoluzione verso uno stile definitivamente tutto suo: normale, sfacciato, divertente e, secondo le parole della stessa, loud appunto. C’è anche tempo per ricordare gli inizi: uno dei pezzi dell’album (Man down) è reggae, il suono d’ispirazione dei primi due dischi.

Amare musicalmente Caterina Perry? Difficile, sappiamo che disastro sia nei live (ma sul disco, come potete leggere nella pagina precedente, abbiamo un’opinione diversa...) ed è comunque la solita cantante pop. Ma tutte le, perdonateci, cazzatine che la circondano, son sempre studiate ad arte. Il disco che fa odore di zucchero filato, il video di Firework girato al parlamento di Budapest di notte (e che video! Roba che l’Ungheria c’ha fatto i soldi) e adesso un profumo: si chiama Purr e la bottiglietta è ovviamente terribile, a forma di gatto e di color violetto ed è stato presentato a Londra il 12 novembre. Trashata sì, ma in grande stile.

Mystery Jets

Blasteroids Blasteroids

Serotonin

etichetta Rough Trade voto

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Sappiamo Canta da schifo che ilquando quartetto lo falondinese dal vivo ed è un ama gli personaggio ‘80, il pop, e odioso, l’indie rock. perchè E le iconcine sanno dipop suonare hanno molto fatto bene. il loro Questi tempo e per certe fattori si traducono prese di posizioni in alta classifica contro chi tiracipiù se si aggiungono di lei (Lily, GaGa). grandi Però produttori su Teenage DreamErol come nonAlkan spariamo, (produttore è un gustoso anche prodottino del debuttofatto capolavoro meravigliosamente dei Late Ofche sa davvero The Pier). Dietro di California. Serotonin, È divertente, però, non si balla, c’è piùsi l’etichettina canta e commuove indie, ma (selastai Rough male o se hai Trade che 9 anni). purtroppo E, tra le non mode si può estive, più preferiamo definire indipendente. le Gurrrls con Il risultato Snoop che non tiravano è convincente, negli USA: li preferivamo meglio dell’ansia quando da waka erano “giovani”... waka. Il clou del disco è la divertentissima Peacock, scaricatela.

etichetta Unlim. Struggle voto

****

Nel numero più rappuso di sempre della nostra storia, non possiamo non arrivare a parlarvi della vera chicca italiana dell’anno corrente. Suoni hip-hop, old school, dirty, electro dei L.A.S.E.R. e Mistaman (il nostro preferito!) e Cali a fornire rime solo a tratti un po’ arroganti e sempre reali, ironiche, spiazzanti. Mettendo in mostra delle capacità che il resto della scena si sogna. Ghemon, Giuann Shadai (il secondo nostro preferito!) e Frank Siciliano coronano il sogno.


THE MAGNIFICENT 7 Cypress Hill

Oasis

Brano: Insane in the brain Album: Black Sunday Anno: 1993 Genere: Rapppppppp

Dj Shadow Brano: Live forever Album: Definitely maybe Anno: 1994 Genere: musica di fratelli che si danno

“Si passava il sabato sera svegli ad aspettare Yo! Mtv Raps, associo l’immagine di un giovane Pasta in hangover la domenica mattina, con in testa il caratteristico sample del pezzo, è un nitrito di cavallo?” (Pasta)

“C’era un video con un tizio con la zazzera seduto su una sedia appesa a un muro, e per l’ennesima volta la sensazione di essere l’unico (rapper?) ad ascoltarli mi faceva sentire così figo!” (Pasta)

Refused

Frankie Hi Nrg Mc

Brano: New noise Album: The shape of punk to come Anno: 1998 Genere: hardcore come mai ce n’è stato dopo “Ragazzini che mo’ vi esaltate per quel remix dei Bidibibodibiroots, noi c’eravamo e abbiamo urlato “Can I scream?” saltando in mezzo al pogo sotto il palco. Per davvero”. (Luka)

Brano: Faccio la mia cosa Album: Verba manent Anno: 1994 Genere: hip hop con più di 50 parole per far le rime “15 anni, a scuola con il walkman tentando di mescolare i concetti di “moda” e “hip hop”. Il risultato? Praticamente Sbirulino se fosse uscito da un centro sociale”. (Luka)

Daft Punk

Beastie Boys Brano: Around the world Album: Homework Anno: 1997 Genere: chiedetelo a loro, tanto mentiranno

“Cazzo, c’avevano la parola punk nel nome. Ma non c’erano le chitarre, e le chitarre erano la mia vita. Ma c’era QUEL basso, che sarebbe diventato la mia vita di adesso”. (Luka)

Katy Perry Teenage Dream etichetta Capitol voto

***

Canta da schifo quando lo fa dal vivo ed è un personaggio odioso, perchè le iconcine pop hanno fatto il loro tempo e per certe prese di posizioni contro chi tira più di lei (Lily, GaGa). Però su Teenage Dream non spariamo, è un gustoso prodottino fatto meravigliosamente che sa davvero di California. È divertente, si balla, si canta e commuove (se stai male o se hai 9 anni). E, tra le mode estive, preferiamo le Gurrrls con Snoop che tiravano negli USA: meglio dell’ansia da waka waka. Il clou del disco è la divertentissima Peacock, scaricatela.

Brano: Sure shot Album: Ill Communication Anno: 1994 Genere: chiedetelo a loro, tanto mentiranno pure questi. “Cioè, conoscete qualcosa meglio di questi 3 faccecazzo per coniugare l’amicizia di un rapper ed un rockettaro? Quando avevamo 15 anni noi no, e molto probabilmente nemmeno oggi”. (Pasta+Luka)

M.I.A. /\/\/\Y/\

Brano: Building steam with a grain of salt Album: Endtroducing Anno: 1996 Genere: hip hop per gente che la sapeva lunga “Un sabato pomeriggio entro in un negozio di dischi per ascoltarlo, incuriosito da una recensione, e BAM, come una rullata di batteria può cambiare il corso della tua esistenza”. (Pasta)

when we were teens Fare Soldi Da questo mese iniziamo la rubrica When We Were Teens. Gli autori dei migliori progetti musicali del momento ci sveleranno cosa ascoltavano LORO quando erano teenagers. Un back in the days d’autore, insomma. Questo mese è il turno dei djs friulani Fare Soldi: Pasta Amari e Luka Carnifull ci raccontano la loro adolescenza tramite i pezzi dai quali è partita la loro ascesa al trono dei re della mouse music.

Bombay Bicycle Club Flaws etichetta N.E.E.T. voto

**

La bimbaminkia tamil sforna un album che non aggiunge nulla di nuovo alla sua produzione se non decine di suoni inballabili, dalla sirena alla motosega (abbiamo creduto per un buon 15 minuti che i rumori del cantiere qui fuori fossero nel disco), accompagnati da un carico di video orrendi o shockanti per chi è un alternativello fesso. Noi abbiamo una passione sfrenata per Xxxo, ma a quanto pare non è stracondivisa da tutti, perchè quando la mettiamo nei locali non la balla MAI nessuno. I Paper Planes non volano per sempre, d’altronde.

etichetta Island voto

****

11 canzoni che prese una ad una sono stupende, assolutamente travolgenti. Un disco magistralmente curato nella sua semplicità. Dunque, i BBC nascono (tra i banchi di scuola!) nel 2006 e un annetto fa rilasciano il primo disco, che riscuote un gran successo e riceve il titolo di miglior rivelazione del 2009 da NME. Questa seconda uscita suona decisamente diversa e spiazzante, senza strumenti elettrici. E dimostrano ancora di saperci fare.

BLOGmag 53


t s e T coppie di fine stagione

S

e la Primavera è la stagione degli amori e l’Estate quella delle passioni roventi, l’Autunno è per antonomasia il periodo dell’anno in cui gli amori rischiano di appassire. C’e solo un modo per sapere se la vostra relazione farà la fine di un’ingiallita foglia caduca o resisterà come un sempreverde di montagna: rispondete al test!

In un momento di particolare bonaccia del rapporto il/la tuo partner ti confessa una cotta “innocente” per un compagno/a di classe. Che fai? a) Forte litigata e poi pace. b) Forte litigata e poi pausa di riflessione. c) Diplomatica discussione per stemperare i toni e quantificare cosa vuol dire “cotta innocente”.

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BLOGmag 54

Entrambi volete andare al concerto di Vasco ma il vostro comune amico è riuscito a reperire un solo biglietto. Che fai? a) Mal comune mezzo gaudio: rinunciate entrambi e optate per una romantica seratina dvd. b) Ci tieni troppo e proponi di andarci tu promettendo di raccontare poi ogni dettaglio in modo da fargli/ le rivivere le emozioni come se fosse stato/a sul palco. c) Lasci andare lei/lui pur di vederlo felice. Quando dormite assieme e la coperta non basta per entrambi…: a) State abbracciati in modo che nessuno si scopra e prenda freddo b) E’ un continuo tira e molla tra le due estremità del letto: perde chi si addormenta prima! c) Uffa! E’ perennemente sempre dalla sua parte. Che freddo!

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PUNTEGGIO:

01. A=3; B=2; C=1. 02. A=1; B=2; C=3. 03. A=2; B=1; C=3. 04. A=1; B=2; C=3. 05. A=3; B=1; C=2. 06. A=1; B=2; C=3. 07. A=3; B=1; C=2.

DA 7 a 11: GWYNETH PALTROW – CHRIS MARTIN

Coppia Perfettina. Niente paura, nemmeno l’autunno può ingiallire il vostro amore. Siete la classica coppia da Bacio Perugina dove tutto (o quasi) funziona a meraviglia. Siete più allineati di una costellazione astrale. Perfetti, forse troppo. Come Gwyneth Paltrow e Chris Martin: sono troppo biondi, troppo belli, troppo innamorati, troppo famosi e pure troppo salutisti. Insomma, troppo perfetti per essere veri. E si sa… il troppo stanca! Sempre!

DA 12 A 16: JUDE LAW – SIENNA MILLER

Coppia tira e molla. Siete una coppia rock dove nulla è scontato tranne il fatto che non ci si annoia mai! Vi piace litigare per poi fare pace, riappacificarvi per poi litigare di nuovo. Insomma, la fiamma della vostra passione si alimenta del sacro fuoco del famigerato Odi et Amo catulliano! Proprio come Jude Law e Sienna Miller: si amano, si fidanzano, si tradiscono, si lasciano, si perdonano, si riprendono, si sposano… insomma chi ci capisce qualcosa è bravo, ma contenti voi…

DA 17 A 21: ELISABETTA II – FILIPPO D’EDIMBURGO

07

Coppia Regina. Siete una coppia regina, nel senso di regina di cuori ma anche di attenzioni. Proprio come nella storica coppia regale formata da quelle due salme di Elisabetta II e Filippo d’Edimburgo non c’è nulla che possa scalfirvi a patto che le attenzioni siano tutte sul vostro partner. Ma a voi piace così: riveritelo, rassicuratelo, coccolatelo… tutto, purchè non si senta trascurato! Memorie di una Geisha vi fa un baffo.

t

Salvatore Zeola

4. PER LUI: Lei ti chiede di aiutarla a studiare la sera della Champions. PER LEI: Lui ti chiede di dargli ripetizioni la sera della prima puntata di Gossip Girl. Che fai? a) Inventi una scusa. L’unica relazione che vuoi avere quella sera è col tuo televisore. b) Studi intervallando con qualche pausa tv sperando di non perdere i momenti cruciali. c) Serena Van Der Woodsen e Ibrahimovic avranno un telespettatore in meno quella sera. Spegni la tv e ripassi con la tua dolce metà. Leggi mai il suo cellulare? a) Sempre, non abbiamo segreti. b) Mai, non conosci nemmeno il PIN. c) Solo quando arrivano sms notturni. Siete al multisala per una serata romantica ma mentre tu vuoi vedere il film del momento lei/ lui vuole vedere un documentario sui pinguini polari. Che fai? a) Evidentemente non è serata da cinema. Optate per una pizza. b) Cinema separati e poi vi raccontate com’è stato. c) E pinguini polari siano… ma in compenso il tuo cuore sarà caldo come se foste ai tropici. Viaggio insieme. Dove? a) La vivace Formentera. b) La romantica Parigi. c) Londra dai mille volti. n

soluzioni

06 05

04


n i c

Scott Pilgrim Un film da veri nerd ghiotti d’amore, monetine e funghi speciali

Titolo: Scott Pilgrim vs. The World Cast: Michael Cera, Mary Elizabeth Winstead, Anna Kendrick, Chris Evans, Brandon Routh Regia: Edgar Wright Genere: Commedia surreal-esistenzialista VOTO:

S

****

e la vita fosse un videogioco. Non sarebbe spettacolare? Powerups, livelli da superare… Ma anche boss da sconfiggere! Certo, perché così è la preziosa vita di Scott Pilgrim: forse troppo simile ad un platform o un picchiaduro a scorrimento, e se incontra delle difficoltà che lo mettono a terra la cosa più ovvia è ricominciare perché tanto ha un’altra vita da usare. Il film già vi attira? E che dire riguardo alla ragazza dei suoi sogni, Ramona Flowers? Una persona normale per conquistare la ragazza di cui è innamorato la inviterebbe fuori, sarebbe gentile con lei… Ma in questo caso, Scott >> BLOGmag 56


a m e n >> deve prima sconfiggere i suoi

malvagi ex. Tutti e sette. E non sarà nemmeno facile, perché questi ultimi hanno formato una coalizione con lo scopo di eliminarlo. E ognuno di loro ha un superpotere. Dobbiamo aggiungere altro, o siete già carichi? Questo è soltanto il presupposto del film e per tutta la sua durata è un continuo assalto di citazioni nerd di alta categoria che non mancheranno di scatenare grasse risate in tutti coloro che sono in grado di capirle. E qui ci dobbiamo fermare, perché il citazionismo nerd è il suo più grande punto di forza e

mentre richiama un folto numero di entusiasti a cui il film è chiaramente dedicato ne aliena altrettanti che non possono capire perché quando un tizio viene messo al tappeto si sente una voce tonante che urla “KO!” oppure perché quando un nemico viene sconfitto questo scoppia in una cascata di monetine. Insomma, se il fatto che la band dove Scott suona si chiama “i Sex Bob-omb” non vi fa ridere, allora non è necessariamente il film che fa per voi. Ma è comunque un gran bel filmino, dal regista di meraviglie come “L’alba dei morti dementi” e “Hot Fuzz” e tratto dalla serie fumetti di Bryan Lee O’Malley che è già cult. Il cast non è nemmeno malaccio anche se Michael Cera ci piace ma non ci convince (ha sempre la stessa faccia di quando Juno gli ha detto di essere incinta) e Anna Kendrick ha un altro bel film da aggiungere al suo curriculum, tanto per far sparire Twilight. Da vedere, e se non fosse il vostro genere sforzatevi di capire,perché per alcuni è un vero capolavoro. n GD00

CINE

cine

news

Chi sarà il professor Moriarty?

Volavano grandi nomi di persone che avrebbero potuto interpretare la nemesi di Sherlock Holmes, da Brad Pitt a Daniel Day Lewis passando per Burt Reynolds, ma il ruolo se lo è aggiudicato Jared Harris, attore noto per il suo ruolo in Mad Men e figlio di Richard Harris, colui che interpretò il primo Silente in Harry Potter. Sarà un’ottima occasione per vedere cosa sa fare.

Ancora mercenari? Harry Potter e i Doni della Morte - Parte I

The Social Network

Cast: Daniel Radcliffe Regia: David Yates Genere: Maghi saccenti e combattenti

Cast: Jesse Eisenberg Regia: David Fincher Genere: Dramma da dietro le quinte

VOTO:

VOTO:

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Ormai non si può dire nulla che già non si sappia su Harry Potter e la sua allegra combriccola di maghetti, ma ci proviamo lo stesso… Ora che Voldemort, il signore oscuro, è più potente che mai e si appresta ad distruggere tutto ciò che di buono è rimasto nel mondo dei maghi i nostri protagonisti devono unire le loro forze come mai prima d’ora per salvare tutto ciò che è a lui caro. Se non conoscete il libro, aspettatevi morti improvvise e tragiche e un finale non risolutivo, perché la seconda parte arriverà quest’estate. Godetevi quest’esperienza al cinema, finché dura.

Stallone è rimasto piuttosto soddisfatto del suo I mercenari (e forse noi un po’ meno) tanto che ha già detto ai suoi fan che il sequel, se mai si farà, vedrà come cattivo il personaggio interpretato da Bruce Willis. Certo, ammesso che a noi vada davvero di vedere ancora muscoli avvizziti che si prendono a botte con esplosioni in sottofondo.

****

Come è nato il più grande social network dei nostri tempi? Come molto suggestivamente recita la tag-line del film, non senza creare forti inimicizie e distruggere amicizie. Questo è il prezzo del successo e ovviamente tutto cresce in proporzione. Notevole prova d’attore del giovane Eisenberg, che conferma avere in sé tutte quelle qualità che Michael Cera non ha ancora dimostrato. Il tutto in un film poderoso e crudele, che commenta con fredda e puntuale precisione cosa comporta essere a capo di una delle più influenti invenzioni dei nostri tempi. Ah, e Justin Timberlake.

The show… must go on?

Ardita scelta di casting per un film su Freddy Mercury, indimenticata star dei Queen. Il film che dovrebbe raccontare le vicende del gruppo fino allo storico concerto del LiveAid al Wembley Stadium vedrà come protagonista Sacha Baron Cohen. Certo, la somiglianza ci può anche essere, ma basterà?

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TV-DVD

The Event

DOVE: Joi COSA: thriller fantascientifico COME:

Toy Story 3

Genere: Animazione Durata: 103 min

**

Regista: Lee Unkrich

VOTO:

Più che una storia, è un comodo pretesto Pixar per autocompiacersi in 3D, facendo affidamento su personaggi noti e su un successo pressoché assicurato. La celebre banda di giocattoli si trova questa volta a dover fronteggiare la tragedia: contro ogni previsione, il bambino che tanto li ha amati inspiegabilmente non è più un bambino ed è pronto per andare al college. Così decide di piazzare i suoi amici di plastica in soffitta, ma gli eventi finiranno per portare il malaugurato scatolone

in un asilo-lager, capeggiato da orsi paciocconi, inquietantissimi bambolotti mezzi scassati (roba da film horror) e Ken alquanto effeminati. Ma giammai omosessuali: sì ai foulard e ai completi di pailettes, ma appena vede Barbie si lancia come il più macho dei marpioni. Se poi consideriamo l’inno alla democrazia nel finale, ci manca solo la bandiera a stelle e strisce per trasformare la sala in una convention repubblicana. n Nico Scagliarini

Notte folle a Manhattan

Robin Hood

REGISTA: Shawn Levy GENERE: Commedia

REGISTA: Ridley Scott GENERE: Avventura

VOTO:

VOTO:

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Le due caratteristiche principale di questo film sono titolo mal tradotto (Date Night l’originale) e l’umorismo schizofrenico: un po’ cerebrale e un po’ demenziale. Un po’ di buoni sentimenti familiari e un po’ di volgarità random, per una trama classica ma che funziona. Niente di speciale in effetti, ma va bene per intrattenersi. E poi c’è Mark Wahlberg nella migliore delle sue interpretazioni: l’uomo senza maglia. BLOGmag 58

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Siamo onesti: il regista è bravo, il cast è d’eccellenza, il budget per le riprese milionario, e sicuramente il film è ben riuscito. Un classicone in costume. Ma il mondo aveva davvero bisogno di un altro film sull’arciere in calzamaglia? Effettivamente la trama è un po’ rimpolpata e meglio inserita nel contesto storico, il che si concretizza in svariate scene in cui i sovrani sfuriano come primedonne.

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Per consolare i neo-orfani di Lost la NBC ha creato una nuova serie fantascientifica basata su misteri soprannaturali, intrighi e continui ribaltamenti di buoni e cattivi. È infatti arrivata The Event, la nuova serie che dovrebbe ipnotizzare milioni di adepti, basata sulle sorti di 97 prigionieri dalla provenienza criptica e potenzialmente pericolosi per l’umanità. Uno dei protagonisti che troviamo è un novello presidente nero degli Stati Uniti fortemente progressista e di un’improbabile origine cubana (ogni riferimento non è puramente casuale). A fianco al capo di stato c’è anche un controverso capo dei servizi segreti e apparentemente non collegata a loro si svolge la storia del nostro eroe belloccio e inconsapevolmente travolto dagli eventi. Lo svolgimento non è lineare ma si muove tra continui flashback e flasforward che inizialmente rendono complicata la ricezione della storia, raccontata tramite cupe atmosfere. Oltre al fatto che l’intreccio quando non è scontato è del tutto inverosimile, si tocca il fondo nella scena in cui alcuni personaggi spacciati per alieni parlano tra loro inglese: va bene la fantascienza ma di certo non è tollerabile la superficialità. Claudia Mastroroberto



parenti serpenti

e! r o m o reaLedggi l’aprlteictool t! com mag.i OG

L su B

L’unica cosa più complicata da gestire del successo è... la famiglia.

C

’erano una volta Caino e Abele, poi toccò a Romolo e Remo e poi via con le sorelle Bolena, i Borgia, i Roses… I rapporti tra consanguinei non sono sempre facili e idilliaci e quando entrano in gioco potere e denaro i diverbi tra parenti possono trasformarsi in vere e proprie faide familiari. Non è necessario scomodare la storia o le bibliche scritture per trovare anche oggi degni esempi del detto Parenti Serpenti: vi dice qualcosa questo elenco di personaggi famosi?

I Gallagher

Gli Oasis sono da sempre considerati una delle band di maggior talento e successo che la Gran Bretagna abbia prodotto. Simboli del britpop sono stati spesso paragonati per importanza e capacità ai mostri sacri del rock. Il gruppo capeggiato dai fratelli Gallagher, Liam (voce) e Noel (chitarra, vocalist e paroliere), non ha mai sbagliato un colpo. Ma, spesso, a far parlare la stampa più che la musica e i successi discografici sono stati i rapporti a dir poco tesi tra Liam e Noel.

Beatles del Duemila

I litigiosi fratelli Gallagher sono stati soprannominati così per la loro ispirazione alla band di Liverpool, atteggiamento definito quasi ossessivo dai media.

11 BLOGmag 60

Gli album pubblicati dagli Oasis in 18 anni di attività.

Più e più volte i giornali hanno riportato retroscena imbarazzanti su presunte liti e feroci battibecchi spesso sfociati in vere e proprie scazzottate: come ad un concerto parigino, dove i due si sono letteralmente sfasciati addosso le proprie chitarre. Mossa pubblicitaria o capricci tra divi? I rumors trovano credito dopo l’ennesima rissa tra i due: nell’ottobre 2009 Liam Gallagher ufficializza l’addio ai fan e lo scioglimento della band. Rottura inconciliabile? Crisi definitiva? Giudicate voi. Ecco qui riportata una piccola lista delle gentilezze più famose che i due fratelli si sono scambiati, parlando l’uno dell’altro per mezzo stampa. Nell’ordine Liam ha detto di Noel: “Odio mio fratello: il sogno della mia vita è sfasciargli sul grugno una chitarra”, “Il motivo per cui Noel non mi sopporta è che io mi porto a letto belle ragazze con grandi tette. Lui quelle piatte e psicopatiche” e, dulcis in fundo, “Credo che mio fratello sia il compositore più sopravvalutato della storia del rock”. Anche Noel non è stato in silenzio: “Io scrivo grandi canzoni, ci pensa Liam a rovinarle con quella sua voce insopportabile”, “Per darsi un tono Liam si è messo a parlare con lo stesso accento di John Lennon, ma è solo un ritardato”. Visti i toni fraterni, i fan degli Oasis dovranno mettersi l’anima in pace, il vento della riappacificazione non sembra possa tornare a soffiare; chissà… potrebbero sempre consolarsi con le sorelline Paola e Chiara: almeno loro,


SHOW

preventivamente, cantavano la sempre più attuale Amici come prima.

I Beckham

Quella che andiamo a raccontarvi sembra un racconto degno della più perfida sceneggiatura targata Cento Vetrine; invece è la storia vera che ha scosso l’Inghilterra intera e non solo. La protagonista è la sfortunata Lynne, ragazza madre di tre figli che, sfuggita dal matrimonio con un cocainomane di periferia, si ritrova tra le braccia di un uomo rude e violento. Prima che a qualche sadica mente venga la sciagurata idea di mettere la storia nero su bianco per poi affidarla alla sapiente arte drammatica del duo Gabriel Garko-Manuela Arcuri per l’ennesima fiction comico-surreale, vi informiamo che attualmente Lynne vive coi tre figli e con l’assegno sociale, di appena 700 sterline, che lo stato inglese le versa mensilmente. Quello che più lascia a bocca aperta è che Lynne di cognome fa Beckham. Sì, Beckham; ed infatti non è altro che la sorella della stella del calcio inglese David Beckham famoso per le sue glorie calcistiche, i suoi contratti milionari e la sua vita faraonica da jet set. David si è giustificato dicendo di non sapere che Lynne avesse chiesto soldi allo Stato e di essere all’oscuro di gran parte delle sue vicissitudini private. Da tempo i rapporti tra i due si erano raffreddati ma, sottolinea David, lui continuava a pagarle l’affitto e la bolletta del telefono (che, per inciso, incidono sul suo guadagno mensile quanto una singola figurina Panini sulla paghetta settimanale di un dodicenne). Chissà cosa ne pensa la mondana moglie di David, Victoria, famosa per far viaggiare in trasferte aeree da 2.300 euro a botta il suo bulldog di razza purissima in prima classe e per aver prosciugato più di 100.000 euro in vestiti durante l’ultima trasferta milanese durata appena due giorni. E chissà pure cosa penserà Joanne, l’altra sorella di David, professione: parrucchiera part-time nell’Essex. n Salvatore Zeola

Spice Boy Il soprannome più famoso del calciatore David Beckham da quando si è legato sentimentalmente a Victoria delle Spice Girls.

Le Carey

Da sempre, parlando di divergenze familiari, spunta il nome di Alison Carey, sorella della ben più famosa Mariah celebre per aver raggiunto ad oggi la cifra stratosferica di 175.000.000 album venduti in tutto il mondo e per aver vinto 30 Billboard Music Awards, 5 Grammy, 16 World Music Awards, 1 Oscar e 1 Legend Award. In una recente intervista Mariah ha affermato di essere cresciuta con l’incubo di diventare come la sorella: prostituta e tossicodipendente. E non diceva tanto per dire: già, perché, mentre Mariah scalava le classifiche di mezzo mondo, Alison, nell’oblio, veniva divorata dall’eroina ed era costretta alla prostituzione. Del resto il clan dei Carey è noto per essere

particolarmente belligerante e poco incline all’amore familiare; e pensare che uno degli album più venduti di Mariah è proprio Merry Christmas, raccolta di classici natalizi da cantare sotto l’albero tutti insieme… appassionatamente.

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n o h W r Not? O . . . t o H What’s

Per tutto il resto...

Le cose di cui non potete fare a meno a cura di Lorenzo Bovini

Il furto 2.0 Sempre più spesso quando si riceve l’indesiderata visita di un ladro in casa si può dire addio ai propri gadget per sempre. Solo in remoti casi riusciamo a tornare in possesso della merce rubata, a volte grazie ai ladri stessi. È successo diverse volte che in Inghilterra nel guardare fra un cassetto e l’altro il rapinatore si connettesse a facebook e

dimenticandosi il sito loggato lasciasse la sua identità in modo immediato ai padroni dell’abitazioni. Più ingegnoso il sistema di recupero adottato da un ragazzo di un college americano a cui avevano rubato l’Xbox. Il ladro si era dimenticato un joypad e gli è stato fatale. Dopo una serie di giri per il campus il joypad si è riconnesso alla consolle che dopo brevi ricerche è stata recuperata. Questi sono solo rari casi ma in situazioni ancora più particolari il ladro è gentile con le vittime: in Svezia la vittima del furto di un laptop si è vista recapitare per posta l’hard disk con tutti i dati personali. Altro che Arsenio Lupin: questo sì che è un bandito gentiluomo!

Tutti a pesca! Siete a dieta ma volete mangiare qualcosa di dolce, è necessario per la vostra sanità mentale. Bene dovrete guadagnarvi il vostro dolcetto! In questo caso sia benedetta la scomodità dei giochi truccati da luna park: vi manterrà in forma Potrete usare la gru per (non) prendere le vostre caramelle a soli £25! (da www.firebox.com)

Vi ricordate i coltellini svizzeri? Ormai non li usa più nessuno (li ha pensionati anche l’esercito svizzero) meglio qualcosa di più pratico e più piccolo. Una carata di credito di emergenza. Nel vero senso della parola. Nelle dimensioni di una tessera (o meglio tre o quattro) trovate: coltello, accendino, bussola, stuzzicadenti e luce. Il tutto per soli 19,99$. (da www. thinkgeek.com)

Il bicchiere per pessimisti

Se avete un amico che pensa sempre al peggio in ogni situazione sapete cosa regalargli per il prossimo compleanno. Il bicchiere sempre mezzo pieno (di vetro) ricorderà a chi lo riceve di rimanere nel lato positivo del bicchiere (ma anche della vita) e di non abbattersi troppo. Tutto questo a casa vostra per soli 11,99$! (da www. perpetualkid.com)

Spink Spink è la fusione di spill drink: un incidente capitato a tutti soprattutto se state bevendo qualcosa davanti al pc nel buio più totale. Cos’è? Una semplice formina in plastica (da mettere attorno ai bicchieri) che evita le cadute delle bibite dovute a urti accidentali. Una scusa per non avere fatto i compiti in meno, per soli 19,99$. (da www.bookofjoe.com) BLOGmag 63


x o b e m ga

Per i giochi si ringraziano:

Parole Crociate

ORIZZONTALI

1. Filamenti di funghi. 4. Confina con il Costa Rica. 13. Il cantante che ha la voce dal registro più grave. 17. Cambiare di domicilio. 19. Il mammifero del Brasile detto anche “poltrone”. 22. Croce tra i fattori. 23. Le hanno Wilma ed Ewa. 24. Si apparecchia prima di mangiare. 26. Il compianto Fanfani della politica. 29. Sono d’aiuto al cacciatore. 30. La popolare Massari. 32. Invadere con l’acqua. 33. La redazione d’uno scritto. 36. Una delle protagoniste del film “La cicala” (nome e cognome). 38. Materia prima per maglierie. 39. Una dissertazione preliminare del laureando. 40. Nuovo universitario. 41. La seguono i più eleganti. 42. Una capitale sudamericana. 43. Distrusse Messina nel 1908. 44. Perfetta uguaglianza. 46. Cantori antichi. 47. I soldati di Cesare. 48. Vi nacque Bolivar. 49. Sinonimo BLOGmag 64

di bolognese. 51. Il fondatore di Troia. 52. Li porta la Befana. 53. Una famosa romanza della “Carmen”. 55. La città con la Madonnina. 57. Le estreme in... estremi. 58. Ente Nazionale Idrocarburi. 59. Il nome di una delle sorelle Goggi. 62. Impegnativa materia di studio. 64. Una suddivisione della città. 65. Il crepuscolo della vita. 66. Il noto Teocoli.

VERTICALI

1. Fa dire parole grosse. 2. E’ seguito dal sol. 3. Un punto geografico. 4. La provincia con Borgomanero. 5. Immagine sacra dipinta su tavola. 6. Diminuzioni, riduzioni. 7. Ha il piumaggio multicolore. 8. Un capo... come pochi. 9. Iniziali di Bizet. 10. Il cantone in cui viveva Guglielmo Tell. 11. Le vocali di razza. 12. Il fiore dell’otto marzo. 13. Il James di Fleming. 14. Non continuo nel

tempo. 15. Un canto per la bella. 16. Danzano in un’opera lirica. 17. Vivacissimo ballo. 18. Un vuoto di memoria. 20. Il Mainardi etologo. 21. Alberi dal tronco resinoso. 25. Molti sono coltivati. 27. Alle volte. 28. Si cerca di appagarlo. 30. Misura... da osterie. 31. Il regno al quale appartiene il cane. 32. Schiavi spartani. 34. Li installa la Telecom. 35. Analogo, affine. 36. Non uniforme. 37. E’ detto anche giglio giallo. 40. Donne maligne. 41. Il nome della Suma. 43. Può “far” Radames. 44. Copricapo di paglia. 45. Un arnese del carpentiere. 47. Una meta per bagnanti. 48. Quella donna. 50. Si usa cucinando. 52. Aiutano a calcolare. 53. In latino dopo il bis. 54. Una figlia di Eris. 55. Il poi di certuni. 56. Ottobre (abbr.). 57. Si provoca gridando. 60. E’ nata dopo la radio. 61. Spacco... in centro. 62. Iniziali di Hakkinen. 63. Fine di corsie.


Il giocone di BLOGmag. BLOGmag sfida tutti i suoi lettori: grazie a questo mini-cruciverba potreste farvi regalare dalla vostra rivista preferita un iPod nano da 8 Gb! Partecipare è molto semplice: innanzitutto completate le prime definizioni che trovate qui sotto. Le risposte sono tutte all’interno di questo numero di BLOGmag, basta cercare bene tra le pagine… Come vi accorgerete, però, mancano alcune definizioni: le troverete su www. blogmag.it a partire dalle 18.00 del 15 dicembre. Una volta risolto il gioco, segnatevi il codice che potete leggere dall’alto in basso alla quarta

colonna (quella evidenziata in giallo) e speditelo via mail a: giocone@ blogmag.it. Al primo che invierà la risposta corretta verrà regalato l’iPod nano! Attenzione: non è una parola di senso compiuto! 1. La prima metà del disco di Tinie Tempah. 2. Ucciderlo porterebbe sfortuna. 4. Pensa che la scena hip-hop italiana non stia andando da nessuna parte. 5. Quello dove si studia va cambiato spesso. 7. Il classicone in costume di cui parliamo questo mese. 8. Quello della strada è cambiato. 9. Luogo d’incontri a Madrid, il mercoledì.

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[ coming soon ]



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