3 minute read

Pittori vedutisti Blossomzine

{ Text and Photos Dana Frigerio } www.blossomzine.eu/blog blog@blossomzine.eu

Advertisement

Pittori vedutisti

Nel 1700 nasce una nuova corrente artistica denominata “Vedutismo”, un nuovo genere pittorico che raffigura gli aspetti gli aspetti quotidiani della città in particolare per esaudire le esigenze della committenza; nobili stranieri, soprattutto inglesi, che dopo aver visitato la città volevano portare a casa un quadro con la veduta. Tale era l’interesse per l’Italia, che anche chi non l’aveva mai visitata sceglieva di decorare la propria dimora con vedute della Serenissima. Questo movimento si sviluppa in particolar modo a Venezia grazie alla sua particolarità e

unicità architettonica ed è caratterizzato da vedute di paesaggi sia naturali che urbani; in questo modo i pittori ricreavano nei dipinti sia l’emozione del viaggiatore che dello stesso artista di fronte allo spettacolo della natura, il paesaggio veneziano diventa protagonista dell’arte. Quadri che sono rappresentazioni fedeli della realtà, quasi come in una fotografia moderna, con infiniti dettagli, divennero nei secoli a venire anche un’importante testimonianza dei cambiamenti architettonici e negli ultimi anni sono stati

anche esaminati per studiare, ad esempio, il livello del mare e il fenomeno dell’acqua alta di Venezia. Il vedutismo raggiunse il suo massimo splendore con maestri come Canaletto, Guardi e Bellotto dove la messa in scena del paesaggio fatta attraverso la loro visione oggettiva e quindi meno personale, aderì alla nuova concezione illuminista che cercava di capire attraverso i lumi della ragione le logiche sociali, organizzative ed economiche della

società. Gli aspetti poetici della città, con le scene di vita quotidiana dove calli, canali, ponti, edifici e personaggi, piccole figure umane chiamate “macchiette”, apparivano con un estremo realismo ed una precisione assoluta nei dettagli, con colori freddi e chiaroscuri decisi come fosse una fotografia dipinta. La tecnica ottenuta dei maestri era capace di evocare sia l’esattezza del disegno architettonico, con profondità di

ombre, bagliori di luce e l’irregolarità di colore dei muri delle facciate, che i riflessi e la brillantezza e mutevolezza dell’acqua nella laguna. Il cielo con i suoi chiarori e bagliori diffusi occupa gran parte della veduta finale, si rispecchia nel Canal Grande, ne colora la luce generale e aiuta a raffigurare particolari minuziosi; in quegli anni i pittori scelsero delle precise condizioni di luce per ogni particolare momento della giornata, la sensibilità alla luce e le nuove teorie scientifiche newtoniane sulla luce e sulla scomposizione dei colori vennero alla ribalta.

Osservando vari dipinti famosi si può notare che la linea dell’orizzonte era piuttosto bassa rispetto alla tela e le prospettive erano spesso rappresentate in questo modo: da un lato del quadro vi era una successione di palazzi che guidavano l’occhio verso il punto di fuga e l’orizzonte, mentre dalla parte opposta dell’inquadratura a volte un palazzo bloccava la composizione architettonica e incorniciava la scena. I pittori vedutisti utilizzarono con grande maestria la camera

oscura per creare i loro dipinti realistici. In realtà la camera ottica era già nota nei secoli precedenti, ma venne perfezionata così che l’immagine del paesaggio veniva proiettata attraverso una serie di specchi e lenti su un foglio o su una tela e quindi ricalcata dagli artisti. Le sperimentazioni dei pittori sulle vedute panoramiche sfruttavano anche un punto di vista rialzato rispetto alla strada; infatti, si posizionavano in luoghi poco accessibili come terrazzi e tetti mostrando così una maggior porzione di spazi pubblici e consentendo così di contemplare nella tela anche tutta la lunghezza della piazza o del canale.

A metà Settecento nei dipinti si sperimenta anche una versione con le scene “incorniciate” da un primo piano fatto di archi, portici ed altro, con un effetto scenografico assicurato. Il formato delle tele da orizzontale diventa verticale, ma a cambiare è soprattutto la profondità spaziale, la percezione della profondità della scena ritratta è data dalle forme in ombra in primo piano.

This article is from: