Bologna in Lettere Festival Multidisciplinare di Letteratura Contemporanea IV° Edizione – 2016 Stratificazioni (arte-fatti contemporanei)
Direttore artistico Enzo Campi
Staff Operativo Alessandro Brusa, Martina Campi, Enea Roversi, Mario Sboarina Francesca Del Moro, Agnese Leo, Sonia Lambertini, Alessandro Assiri Serenella Gatti Linares, Jacopo Ninni, Maria Luisa Vezzali Collaboratori Mona Lisa Tina, Daniela Rossi, Vincenzo Bagnoli Giusi Montali, Rita Galbucci Sergio Rotino, Loredana Magazzeni, Luca Ariano Giurati dei Concorsi, Collaborazioni Esterne e Contributi Letterari Plinio Perilli, Laura Barile, Antonella Pierangeli, Sonia Caporossi Biagio Cepollaro, Francesco Carbognin, Antonio Loreto Daniele Barbieri, Salvatore Ritrovato, Marco Adorno Rossi Marco Saya, Silvia Molesini, Renata Morresi, Marina Pizzi Maria Pia Quintavalla, Tiziana Cera Rosco
Con il Patrocinio di
E con il Patrocinio per le iniziative legate alle Scuole Superiori dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna
In collaborazione con
COMUNICATO STAMPA
Bologna in Lettere 2016 - Stratificazioni (arte-fatti contemporanei)
Con il Patrocinio del Comune di Bologna e con il Patrocinio – per le iniziative legate alle Scuole – dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia Romagna, in collaborazione con Marco Saya Edizioni e con la Libreria Biblion di Granarolo Emilia, il Comitato Promotore è lieto di annunciare la quarta edizione del Festival Multisciplinare diLetteratura “Bologna in Lettere”. Il Festival quest’anno sarà suddiviso in tre fine settimana (Gio. 12/Ven.13/Sab.14 – Ven. 20/Sab.21 – Gio.26/Ven.27/Sab.28 Maggio) durante i quali verranno proposti autori e artisti tra i più rappresentativi della scena contemporanea nazionale con letture, recital, proiezioni, approfondimenti, focus, eventi performativi, ecc. Il Festival sarà dedicato ad Amelia Rosselli, alla quale, nella ricorrenza del ventennale della scomparsa, tra le varie iniziative, sono riferiti due concorsi letterari per adulti e ragazzi, e vuole cogliere l’occasione per approfondire in particolare la struttura metamorfica e il multilinguismo che caratterizzavano la sua scrittura. A tal proposito (così come è
già avvenuto nella passata edizione con la dedica a Pasolini), con la collaborazione dell’editore milanese Marco Saya, il direttore artistico del festival, Enzo Campi, ha curato un volume collettaneo di contributi critici e creativi espressamente riferiti ad Amelia Rosselli. Il titolo del libro è “Il colpo di coda. Amelia Rosselli e la poetica del lutto”, ed è già disponibile nelle librerie e sui portali on line. Il focus rosselliano, che verrà disseminato in quasi tutte le giornate del festival, prevede, tra le altre cose, interventi critici di Niva Lorenzini, Francesco Carbognin, Plinio Perilli, Salvatore Ritrovato, Cecilia Bello, Laura Barile, Antonella Pierangeli, Marco Adorno Rossi, una partitura dodecafonica di Gian Paolo Guerini, una performance di Tiziana Cera Rosco, una mostra fotografica di Dino Ignani, un proge tto di scrittura collettiva, un recital multimediale, la realizzazione di un video, ecc. Il Festival quest’anno avrà come tema “Stratificazioni (artefatti contemporanei)”. Nella sezione degli arte-fatti sono compresi tutti gli artisti le cui opere, decl inate attraverso la compenetrazione di vari linguaggi espressivi, sono propriamente costituite d’arte. Si tratta di artisti che rivestono la propria produzione di un alone di progettualità e il cui spessore ha un riconoscimento che travalica i confini nazionali come: Alessandro Amaducci, Lello Voce, Maria Assunta Karini, Julian Zhara, Francesca Lolli, Barbara Pinchi, Eleonora Manca, Nina Maroccolo, Antonella Bukovaz. Sul versante propriamente letterario, oltre all’incontro dedicato a Carlo Bordini e al volume sulla Rosselli già citato, verranno presentati i volumi: “Erotomaculae” di Sonia Caporossi (Algra Editore), e “Centrale di transito”, una non antologia sulla contemporaneità poetica bolognese (Perrone Editore).
Il festival si concluderà il 28 maggio con la consueta maratona letteraria in cui poeti, critici, artisti, performer invaderanno pacificamente i locali del centro cittadino. Complessivamente sono previsti 120 ospiti che si esibiranno in 10 diversi spazi: EPS Factory (Via Castiglione 26), Leggere Strutture Art Factory (Via Ferrarese 169/A), CostArena (Via Azzo Gardino 48), Ex Forno Mambo Bar (Via Don Minzoni 14/E), Cortile Cafè (Via Nazario Sauro 24), Ateliersì (Via S. Vitale 69), Spazio Testoni (Via D’Azeglio 50), Cassero LGBT Center (Via Don Minzoni 18), Al ritrovo (Via Centotrecento 1), Altro? (Via Ugo Bassi 23/25).
PROGRAMMA LUNEDI’ 9 MAGGIO ore 12.00 COSTARENA
VIA AZZO GARDINO 48 CONFERENZA STAMPA MULTIMEDIALE DI PRESENTAZIONE DEL FESTIVAL
GIOVEDI’ 12 MAGGIO ore 20.30 EPS FACTORY – VIA CASTIGLIONE 26
Cura e conduzione Enzo Campi Regia tecnica Mario Sboarina
La sorpresa dello sguardo – Amelia Rosselli e gli altri Mostra fotografica di Dino Ignani La mostra resterà aperta fino a giovedì 19 dalle 18.00 alle 21.00
Lament Upon Mine Not Receiving What was Due’t to Me Partitura musicale di Gian Paolo Guerini Performance trilingue con Francesca Del Moro, Giusi Montali, Agnese Leo
Tra passione e sovversione: la poesia di Amelia Rosselli Intervento critico di Niva Lorenzini
Risonanze Installazione sonora per ritorni di voce Amelia Rosselli e il brusio della lingua
Arte-fatti contemporanei Chiara Cossu Dimensione rossa
Il poeta è senza personalità. È come un camaleonte, diceva Keats – animale informe e mutevole. Animale privo di stile, diremmo noi. Si possono dunque fotografare, i poeti, lasciano almeno la traccia di una sagoma sulla carta sensibile, prima di svanire o di mutare pelle? E resta l’alone della poesia, attorno a quelle sagome? Dino Ignani ha tentato questa prova: ha messo al servizio dei poeti il genere nobile, un po’ monumentale, comunque implacabile, del ritratto. Il ritratto è in fondo la cresima storica di un artista. Il risultato è una galleria di volti di poeti, alcuni molto belli. Eppure… Eppure, anche così, nonostante i loro sguardi penetranti o allusivi o sprezzanti, i poeti sono e restano invisibili. Il “significato” sta alle loro spalle. Dino Ignani ha accoppiato, incollato ciascuno di questi scrittori a un fondale – un quadro amato, un’immagine, uno studio fitto di libri – che ne chiarisce la vocazione: come se senza quell’appiglio la figura si dissolverebbe. È dunque il poeta un flatus vocis? La sensazione si rafforza pensando alla crescente immaterialità del ruolo: il poeta senza mestiere, senza pubblico, talvolta addirittura senza libri. E così, scorporati seppur riuniti in una corporazione, i poeti scolorano, svaporano, come uomini di fumo… ci si chiede alla fine: chi sono allora i vecchi, le donne, i ragazzi di queste fotografie? (Enzo Siciliano)
www.dinoignani.net
Dino Ignani è nato e vive a Roma. Da quasi quaranta anni si occupa di fotografia. Predilige lavorare su progetti che sviluppa e porta a termine nel corso di uno o più anni. Ha esposto in mostre personali a Roma, Genova, Torino (Salone del Libro), Milano, Bari, Cagliari, Messina, Rieti, Stoccolma, Atene, Rimini; ha partecipato a tre edizioni del Festival Internazionale di Fotografia di Roma. Una selezione del suo lavoro “Intimi Ritratti” è stata acquisita dal Museo della Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo.
Niva Lorenzini è professore ordinario presso il Dipartimento di Italianistica dell'Università di Bologna. Insegna Letteratura italiana contemporanea presso il DAMS (laurea triennale) e Poesia italiana del ‘900 per la laurea Magistrale in Italianistica, Culture letterarie europee, Scienze linguistiche. Ha tenuto lezioni e conferenze presso Università statunitensi (Brown, Yale, Harvard), presso il Trinity College di Dublin, a Glasgow, London, Oxford, Paris III, Pécs, Bruxelles, Dubrovnik, Edinburgh, Gand, Lyon. Fa parte della redazione di numerose riviste, tra cui “il verri”. I suoi interessi scientifici riguardano fondamentalmente due aree di ricerca, tra loro interferenti: in primo luogo problemi di teoria e storia della letteratura, con particolare attenzione al trasformarsi delle categorie letterarie e delle metodologie di ricerca relative al linguaggio poetico tra Otto e Novecento, nel suo rapportarsi alla storia delle idee espressa dalla cultura e dalla civiltà europea; in secondo luogo l'analisi testuale e intertestuale, condotta sia in ambito poetico che narrativo. All'attività accademica si affianca l'attività di critico militante, con la promozione di incontri e dibattiti, e con la cura di volumi riguardanti la poesia contemporanea: tra questi i volumi dedicati all'opera di Edoardo Sanguineti poeta e traduttore (Faust. Un travestimento, Carocci 2003; Commedia dell'Inferno. Un travestimento dantesco, ivi 2005), a Amelia Rosselli (Sonno-Sleep, Genova 2003); a Antonio Porta (Poesie 1956-1988, Milano 1987; Yellow, ivi 2002; Tutte le poesie, Milano, Garzanti, 2008); a A. Zanzotto (dirti "Zanzotto", Varese, 2013, in collaborazione con F. Carbognin). Un saggio sul rapporto poesia-silenzio nell'opera di Andrea Zanzotto è stato pubblicato nel 2006 in contemporanea su “Quaderns de Filologia. Estudis Literaris”, Universitat de Valéncia, e sulla rivista “Po&sie” in traduzione francese. Ha curato, di Edoardo Sanguineti, Lettere dagli anni Cinquanta, De Ferrari, Genova 2009, e Ritratto del Novecento, Manni, Lecce 2009. Alla poesia italiana del Novecento sono dedicati l'antologia in due volumi Poesia del Novecento italiano, Roma, 2002 (e successive ristampe) e il volume collettaneo (curato in collaborazione con S. Colangelo) Poesia e Storia, Milano, 2013.
Gian Paolo Guerini è nato toro verso la metà del XX secolo in una piccola città equidistante da Milano, Bergamo, Brescia, Cremona, Pavia. Ha studiato dai Gesuiti coltivando una avversione totale verso il dogmatismo, prediligendo incondizionatamente la "via negativa". Ha diretto una ridicola rivista saltuaria ed effimera di materia poetica TeatroDelSilenzio. Ha proposto il suo ascoltabile in varie letture pubbliche, ha esposto il suo visibile in diverse gallerie, ha suonato o fatto suonare la sua musica: a volte chiedendo, altre perché portatovi dalle circostante, ma sempre un po' perplesso e sospettoso. Non ha voluto laurearsi in teologia con una tesi su Þe Clowde of Vnknowyng. È docente di letteratura trascendentale presso l'Università dell'Oblio nella terra desolata, dove tiene regolarmente corsi per liberare la scrittura dalla cultura. I suoi testi sono stati tradotti in inglese da Luigi Schenoni (traduttore italiano di Finnegans Wake), Paul Vangelisti e Luther Blissett. Dopo Crema, Brescia, Bergamo, Berlino, Parigi, Livorno, New York, Bologna, Fort Kochi, vive tra Torino, Roma, Ljubljana. Ha selezionato i testi per la rivista di fotografia Private (dal numero 32 al 40). Ha due figli che vivono con la loro mamma. È felicissimo con la sua donna e un nuovo figlio, in una piccola casa con un terrazzo pieno di fiori bianchi e attende paziente che le cose che devono accadere accadano.
http://www.gianpaologuerini.it/
Chiara Cossu nasce a Sassari nel 1983, è una video artista e fotografa indipendente,l a sua ricerca tra ispirazione dalla realtà e dall’anima creando dei legami sensibili e silenziosi. I suoi studi fotografici e video artistici sono fondamentalmente autodidattici. Tra le sue opere video: Frammenti di una
nascita (Festival Internazionale di video arte sperimentale Ca’ Zanardi, Venezia, 2014; Meca, Almeria, 2014; Galleria d’arte Bogota BAC, Colombia, 2015, Festival Bologna in Lettere, 2015; Mediterranea 17, Milano, Fabbrica del vapore, 2015), Trilogy, Dimensione Rossa, Dimensione Blu, Dimensione bianca (Syn festival project M, Edimburgo, 2016).
VENERDI’ 13 MAGGIO ore 20.30 EPS FACTORY – VIA CASTIGLIONE 26
Cura e conduzione Enzo Campi Regia tecnica Mario Sboarina
Perdonatemi Performance di Tiziana Cera Rosco
Sonia Caporossi Erotomaculae Algra Editore in dialogo con Alessandro Brusa
Il colpo di coda – Amelia Rosselli e la poetica del lutto (Marco Saya Edizioni) Salvatore Ritrovato Una vena lirica nella Cantilena di Amelia Rosselli Enzo Campi, Epico, sapido, quasi sadico: per un (auto)ritratto di Amelia Rosselli Marina Pizzi Per sospettare sÏ finalmente fine interpretata da Sonia Lambertini
Arte-fatti contemporanei Francesca Lolli Ninna nanna salata /Just want to be a woman / Dove sei stato / I-dentity
Tutta la mia ricerca si può racchiudere in un'unica parola: urgenza. È l'urgenza che porta alla comunicazione, ed i mezzi che ho scelto per fare ciò sono quelli a me più congeniali: il corpo e il video. Attraverso di essi cerco di essere veicolo di emozioni, cerco di sublimare la mia visione della vita e del mondo che mi circonda e molto spesso possiede. L'obiettivo principale della mia ricerca è quello di ricevere ed elaborare il 'qui e ora', di parlare del presente e di poterlo trasporre cercando di renderlo universale. Vorrei che il mio corpo (dal vivo o passando attraverso l'obiettivo) fosse un mezzo pulsante e ricettivo dei mali (e beni) dell'epoca nella quale mi è dato vivere. (Francesca Lolli)
Francesca Lolli, nata a Perugia si trasferisce a Milano nel 1998 dopo un breve periodo di studi in filosofia a Perugia. Si diploma alla scuola di Teatro 'Arsenale' come attrice e poco dopo si laurea in scenografia all'Accademia di Belle Arti di Perugia. Durante gli anni dell'accademia lavora come attrice nella compagnia del Teatro Arsenale e partecipa a numerosi spettacoli ('Il gioco dell'epidemia' di E. Ionesco, 'Il berretto a sonagli' di L. Pirandello, 'Pulp' di C. Bukowsky, 'La chiesa' di L. F. Celine, ecc...). Per la tesi decide di girare un documentario su un famoso fotografo newyorkese: Andres Serrano. Dal quel momento decide di cambiare la sua vita e di dedicarsi completamente alla video arte e alla performance. La sua ricerca si concentra sulle diversità di genere e le questioni socio-politiche legate a questioni di geopolitica in relazione alle donne. I suoi lavori sono stati proiettati in numerosi festival nazionali ed internazionali.
Tiziana Cera Rosco. Poetessa, artista e performer formata fin da bambina dalle Sacre Scritture e dalla Natura, linguaggi che ha poi trasportato sia nelle sue opere fotografiche che nelle performance. Nel suo lavoro si rintraccia l’idea umanista di congiunzione dei linguaggi, di artista totale che usa ogni mezzo artistico e naturale disponibile per la manifestazione di una visione e la formulazione di un atto poetico dalla forza fortemente corporea. Ha declinato con le installazioni, la musica, la fotografia, la parola, l’immagine, le performance i temi del corpo nella sua nudità: quello familiare, il corpo della santità, del doppio, della deposizione, della dedizione e della castità selvatica. Gli ultimi lavori si svolgono sul tema dell’abbandono del Dolore, del Perdono, della Caduta e della Protezione e la sua figura è iconizzata su gonne altissime. Conduce in monastero corsi meditativi di trascrizione di testi a mano e corsi di autobiografia fotografica. Ha pubblicato diversi libri di poesia, è tradotta in 4 lingue, ospite di numerosi festival nazionali ed internazionali ( è stata rappresentate della poesia italiana all’estero), di residenze d’arte, gallerie, convegni e monasteri. Nei teatri è impegnata con la trilogia degli animali sulla femminilità e con il commento alle ultime sette parole di cristo sulla croce. Ha esposto e performato in numerosi musei e gallerie sia in Italia che all’estero. Nel suo studio di Piacenza ha aperto il progetto “Io è un Altro”, che ospita collezioni private, residenze d’arte e festival di musica e letteratura, in collaborazione con altri luoghi ( come ad esempio Aspera un progetto di eremitaggio artistico nella piccola Casa Del Senza in territorio Valdese) di eccellenza residenziale per progetti artistici, destinato a diventare un polo di umanesimo tra le arti. Ha iniziato a costruire la Porta Del Perdono e quando sarà molto vecchia farà il falconiere.
Sonia Caporossi (Tivoli, 1973), docente, musicista, musicologa, scrittrice, poeta, critico letterario, artista digitale, si occupa di estetica filosofica e filosofia del linguaggio. Con il gruppo di art-psychedelic rock Void Generator ha all’attivo gli album Phantom Hell And Soar Angelic (Phonosphera Records 2010), Collision EP (2011), Supersound (2014) e le compilation Fuori dal Centro (Fluido Distribuzioni, ITA 1999) e Riot On Sunset 25 (272 Records, USA 2011). Suoi contributi saggistici, narrativi e poetici sono apparsi su blog e riviste nazionali e internazionali come Musikbox, Verde, MareNero, Scrittori Precari, Fallacie Logiche, Storia & Storici, Poetarum Silva, WSF, Neobar, Il Giardino Dei Poeti, Idee/Inoltre, In Realtà La Poesia, Atelier, Cadillac, Nazione Indiana, Kasparhauser, Filosofia In Movimento, Italian Studies in Southern Africa, Dialettica & Filosofia, Megachip ed altri. Dirige il blog Critica Impura. Ha pubblicato a maggio del 2014 la raccolta narrativa Opus Metachronicum (Corrimano Edizioni, Palermo 2014, seconda ed. 2015). Insieme ad Antonella Pierangeli ha inoltre pubblicato Un anno di Critica Impura (Web Press, Milano 2013) e la curatela antologica Poeti della lontananza (Milano, Marco Saya Edizioni, Milano 2014). È presente come poeta nell’antologia La consolazione della poesia a cura di Federica D’Amato (Ianieri Edizioni, Pescara 2015) e, con contributi saggistici, nei collettanei Pasolini, una diversità consapevole a cura di Enzo Campi (Marco Saya Edizioni, Milano 2015) e La pietà del pensiero. Heidegger e i Quaderni Neri a cura di Francesca Brencio (Aguaplano Edizioni, Perugia 2015). Conduce su Radio Centro Musica la trasmissione Moonstone: suoni e rumori del vecchio e del nuovo millennio. È appena uscita la sua silloge di poesie omoerotiche Erotomaculae (Algra Editore, Catania 2016). Vive e lavora nei pressi di Roma
Salvatore Ritrovato ha scritto varie raccolte di versi: Quanta vita (Book, 1997), Via della pesa (Book, 2003; n. ed., puntoacapo, 2015), Come chi non torna (Raffaelli, 2008), L’angolo ospitale (La Vita Felice, 2013); plaquettes di traduzioni e imitazioni (Asclepiade, Levante, 2000; Prévert, Cartotecnica Veneziana, 2002), l'ebook Dedo («Quaderni di RebStein», XIV, 2009), Cono d’ombra (con film-DVD, regia di A. Laquidara, Transeuropa, 2011), L'angolo ospitale (La vita felice, 2013). Per quanto riguarda il suo lavoro critico, ricordiamo, fra le ultime cose: Dentro il paesaggio. Poeti e natura (Archinto, 2006), La differenza della poesia (puntoacapo, 2009), Piccole patrie. Il Gargano e altri sud letterari (Stilos, 2011), All’ombra della memoria. Studi su Paolo Volponi (Metauro, 2014), Studi sul madrigale cinquecentesco (Salerno Editore, 2015). Suoi testi sono usciti su riviste e antologie, anche all’estero; collabora a varie riviste letterarie, co-dirige l’annuario di poesia contemporanea internazionale «Punto» (ed. puntoacapo). Insegna Letteratura Italiana moderna e contemporanea all’Università di Urbino, dove vive.
SABATO 14 MAGGIO ore 20.00 LEGGERE STRUTTURE ART FACTORY VIA FERRARESE 169/A
Cura e conduzione Maria Luisa Vezzali Scintilla / Panegirico del movimento e della migrazione Progetto di scrittura collettiva per Amelia Rosselli organizzato da Le Voci della Luna con Anna Franceschini, Marinella Polidori, Giusi Montali Francesca Serragnoli , Roberta Sireno Daniela Maurizi, Maria Luisa Vezzali
Variazioni per A: Achille o Amelia o, ancora, Antonin Recital di Marthia Carrozzo
Il colpo di coda – Amelia Rosselli e la poetica del lutto (Marco Saya Edizioni) Maria Luisa Vezzali 11/02/2016
Scrive e vive a Firenze, Marthia Carrozzo, poetessa d’origine salentina, è attrice e autrice di testi per la musica e per il teatro. Si occupa di riscritture di miti, restituiti e riattualizzati in chiave contemporanea. Il suo ultimo lavoro di teatro poesia è“Calicanthùse”, da una sua riscrittura in versi di Jean Genet su Sabra e Chatila, con le musiche di Rocco Nigro e la partecipazione di Nabil Salameh dei Radiodervish. È presente in diverse antologie, tra cui “7gates. XIV Biennal of young artists from Europe and the Mediterranean Catalogue” (Mondadori Electa 2009) “Rosso, tra erotismo e santità” (a cura di Vanni Schiavoni, LietoColle, 2010). Del 2007, la sua prima silloge, “Utero di Luna”, Besa, con prefazione di Alda Merini. Del 2009,“Pelle alla Pelle, dimore di mare e solo sensi”, LietoColle, con prefazione di Gabriella Rusticali. Del 2012, il suo ultimo ritratto in versi, il poemetto: “Di bellezza non si pecca eppure – Trilogia di Idrusa”, Kurumuny, con prefazione di Lello Voce, oggetto di studio e traduzione nel IV Seminario Internacional sobre Lengua y Literatura, presso la Facultad de Letras de la Universidad del País Vasco in «Modos del intimismo y del erotismo en la poesía contemporánea” del Professor José María Nadal. Nel 2012, è vincitrice della 19^ edizione del Premio Nazionale di Poesia Inedita “Ossi di Seppia”. Partecipa a Festival e Rassegne di poesia nazionali e Internazionali. Dal 2014, tiene, periodicamente, con la Dottoressa Lizia Dagostino, “Versi e camminamenti – Coscienza e conoscenza di sé attraverso la poesia”. Ha rappresentato l’Italia al 2nd. Σαρδάμ / Sardam: alternative literary readings festival, 2004, a Cipro e a Barcellona nel 2015 per “aMare Leggere” Crociera Letteraria, Festival di Letteratura per ragazzi sul mare. Estratti, in anticipazione, di questo suo ultimo lavoro di riscrittura, “Piccolissimo compianto all’incompiuto”, sono in “Poesia”, mensile internazionale di cultura poetica (Crocetti Editore) n. 306, luglio/agosto 2015, con una nota di Maria Grazia Calandrone.
Scintilla. Panegirico del movimento e della migrazione è un esperimento di scrittura poetica collettiva scaturito dallo stimolo dei lavori comuni di Giusi Montali e Luca Rizzatello, sviluppatosi nel seno del gruppo Le Voci della Luna di Sasso Marconi e poi irraggiatosi altrove, tra una ventina di scrittrici che hanno aderito con entusiasmo, ma i cui nomi non sono importanti. Scintilla è partita per liberare dal nome. Dall’ossessione del volto. Come facilmente si può dedurre dal titolo, ha scelto come nume protettore/ispiratore la Libellula di Amelia Rosselli, perché nessuna altra opera ha inciso con altrettanta fermezza il paziente sul tavolo operatorio, immobile e in attesa per troppo tempo; nessuna altra opera ha disvelato con altrettanto struggente amore la parzialità, l’irrilevanza, l’incompletezza, ma anche la necessità, la pietà, la precisione del dire poetico. Essendo un testo in viaggio come il mondo di cui parla, non ha la vocazione alla forma chiusa, perfetta, ispirata e intoccabile. Una prima versione “restituibile in forma di performance” verrà presentata in occasione del Festival di Bologna in Lettere il 14 maggio 2016. “Siamo solo fuggiti dalla guerra” recita in sloveno, arabo turco, croato, tedesco, inglese… Prima necessità individuare, perimetrare, dove sia la guerra, quali sembianze assuma, quale terreno sgretola sotto tutti i nostri piedi ignari.
Francesca Serragnoli è nata a Bologna nel 1972, dove si è laureata in Lettere Moderne. Ha lavorato presso il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna fino al 2007. Suoi testi di poesia sono apparsi nelle antologie “I cercatori d’oro” (Forlì, La Nuova Agape, 2000); “Nuovissima poesia italiana” (Mondadori, 2004); “Mosse per la guerra dei talenti” (Fara Editore, 2007); “La stella polare” (Città Nuova, 2008); “Jardines secretos, Joven Poesìa Italiana (Sial, Madrid, 2008); “Qui regna amor” antologia poesia italiana in cd (Argentina);"Mana scrie sunetul" (Eiekon, Romania 2014); “Esplendor en las sombras – Tres voces italianas contemporáneas, (Editorial Hdj, Argentina, 2016) e su varie riviste. Ha pubblicato la raccolta “Il fianco dove appoggiare un figlio (Bologna 2003, premio Camaiore Opera prima, nuova edizione Raffaelli Editore 2012) e Il rubino del martedì (Raffaelli Editore, 2010; Premio Alpi Apuane ex equo, Premio Mario Luzi). Collabora con il Centro Studi Sara Valesio. Attualmente è perfezionanda presso la Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna.
Daniela Maurizi (1959) germanista, risiede a Bologna e insegna in un liceo. Sue poesie sono apparse in alcune riviste letterarie e raccolte poetiche. Ha tradotto Hilde Domin, Ann Cotten e alcune poetesse espressioniste tedesche. Si è occupata di scritture conviviali e fa parte dell’Associazione Le Voci della luna.
Giusi Montali è nata a Carpi nel 1986. Nel 2011 si laurea in Italianistica presso l'Università di Bologna con una tesi su Amelia Rosselli. Nello stesso anno inizia a partecipare a diverse letture presso gallerie d'arte, librerie e locali. Nel 2013 pubblica la raccolta Fotometria per le edizioni Prufrock spa ed entra nella Giuria del Premio letterario Anna Osti. Nel 2016 ha terminato un Dottorato di Ricerca presso l'Università di Pavia in Filologia Moderna con una tesi su Alfredo Giuliani. Sue poesie sono pubblicate su 'Poetarum Silva', 'Poesia 2.0', 'Libro breve', sulla rivista 'Estroverso' (n. 3, 2014) e sulla rivista on-line 'Versante ripido' (n. 6, giugno 2015). Nel 2015 è vincitrice del Premio Coop For Words 2015 sezione Poesia e segnalata al Premio Alinari 2015. Ha appena pubblicato assieme a Luca Rizzatello per Dot.com Press la raccolta Faria.
Roberta Sireno (Modena, 1987) ha pubblicato il primo libro nel 2011, Fabbriche di vetro (Raffaelli Editore). Vincitrice di alcuni premi, nel 2009 è prima classificata al concorso di poesia Certamen del Centro di Poesia Contemporanea di Bologna, e nel 2013 è prima classificata al concorso di poesia Dentro che fuori piove promosso dall’Università di Bologna. Svolge attività performative e poetiche in diverse realtà artistiche e teatrali (Teatro Valdoca di Cesena, Magnifico Teatrino Errante di Bologna).
VENERDI’ 20 MAGGIO ore 19.30 COSTARENA VIA AZZO GARDINO 48
Cura e conduzione Alessandro Brusa
MADE IN BO Prima parte Centrale di transito Ceci n’est pas une anthologie (Perrone editore)
Sono stati invitati Alberto Bertoni, Alessandro Brusa, Maria Luisa Vezzali Martina Campi, Rodolfo Cernilogar, Serena Di Biase Francesca Del Moro, Valerio Grutt, Eva Laudace Loredana Magazzeni, Lorenzo Mari, Ivonne Mussoni Gabriele Xella, Paolo Valesio, Giuseppe Nibali Valentina Pinza, Francesca Serragnoli, Roberta Sireno Giancarlo Sissa, Sarah Tardino, Veronica Tinnirello
MADE IN BO Seconda parte Fuori Formato Reading con Vincenzo Bagnoli, Vittoriano Masciullo Daniele Barbieri, Sergio Rotino
Valerio Grutt è nato a Napoli nel 1983. Ha pubblicato Una città chiamata le sei di mattina (Edizioni della Meridiana, 2009), Qualcuno dica buonanotte (Alla chiara fonte editore, 2013), Andiamo (Edizioni Pulcinoelefante, 2013), Però qualcosa chiama – Poema del Cristo velato (Edizioni Alos, 2014), e Dove non arriva la scienza (Le parole necessarie, 2015). Alcune sue poesie sono state pubblicate nell’antologia Poeti italiani underground (Ed. Il saggiatore, 2006) e nell’ebook I 4 elementi (Subway Edizioni, 2014). È stato direttore editoriale della rivista Popcorner, direttore artistico del festival Lyrics – Autori di Canzoni e cofondatore del Centro Internazionale della Canzone d’Autore. Dirige il Centro di poesia contemporanea dell’Università di Bologna e la Piccola collana di poesia Heket. Sito personale: www.valeriogrutt.org
Giuseppe Nibali è nato a Catania nel 1991. È laureato in Lettere Moderne. Ha collaborato con giornali e riviste fra cui “La Sicilia” e “Clandestinozoom”. Collabora dal 2010 con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna. Nel giugno 2013 pubblica la sua opera prima Come dio su tre croci (Affinità elettive - primo premio al concorso nazionale di poesia “Serrapetrona – le stanze del tempo”, e al Premio nazionale Elena Violani Landi). Suoi inediti compaiono nell’ Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea edito da Raffaelli Editore, e in diverse antologie poetiche e blog. Nel 2015, per Origini Edizioni ha pubblicato il suo secondo libro: La voce di Cassandra – Studi sul corpo di una vergine. www.giuseppenibali.it
Oltre a scrivere poesie, Daniele Barbieri, di formazione semiologo, insegna presso l'Accademia di Belle Arti di Bologna, l'ISIA di Urbino e l’Università di S.Marino. Ha pubblicato diversi volumi di carattere critico, in alcuni dei quali si parla anche di poesia: Nel corso del testo. Una teoria della tensione e del ritmo (Bompiani, 2004), Il linguaggio della poesia (Bompiani, 2011). Ha partecipato come poeta a RicercaBO 2015. Sue illuminate opinioni, anche sulla poesia, si possono leggere sul suo blog all'indirizzo www.guardareeleggere.net. Ulteriori informazioni su di lui a www.danielebarbieri.it. Sue poesie, oltre che nel volume La nostra vita, e altro (Campanotto 2004), e nel volume collettivo Emozioni in marcia (Fara Editore 2015 – contiene un'intera silloge di 80 componimenti, intitolata Canzonette) si possono leggere in anteprima sull'altro suo blog, all’indirizzo ancoraunaltrome.wordpress.com.
Vittoriano Masciullo è nato a Roma nel 1968, vive a Bologna. Sue poesie sono state pubblicate su Private, L’Alfabeto di Atlantide e Versodove. E’ presente in “Poesie del Navile” (ed. Moby Dick, 1997) e nella plaquette “E’ così l’addio di ogni giorno” (ed. Corraini, 2015). E’ tra i vincitori segnalati alla “Biennale Giovani Artisti Iceberg” di Bologna, nel 1996. Ha vinto il premio “Poesia del Navile - Città di Bologna", nel 1997. Ha partecipato a "RicercaBo" nel 2014. Collabora alla redazione della rivista Versodove.
Alberto Bertoni (Modena 1955) è autore – in poesia - dei libri Lettere stagionali (1996, nota di Giovanni Giudici); Tatì (1999, omaggio in versi di Gianni D’Elia); Il catalogo è questo. Poesie 1978-2000; Le cose dopo (2003); Ho visto perdere Varenne (2006); Ricordi di Alzheimer (2008, e 2012); Il letto vuoto (2012) e Traversate (2014). Suoi testi sono stati tradotti in inglese, francese, russo e ceco, mentre in spagnolo ha pubblicato l’antologia El guardián del lugar (2012). Professore di Letteratura italiana contemporanea e di Prosa e generi narrativi del Novecento nell’Università di Bologna, dirige per Book Editore le collane di poesia “Fuoricasa” e “Quaderni di Fuoricasa”, è consulente scientifico del “PoesiaFestival” delle Terre dei Castelli attorno a Modena e membro di alcune giurie di premi letterari. Dal 2008 al 2010 - insieme con Biancamaria Frabotta – ha curato il Diario critico dell’Almanacco dello Specchio Mondadori. Sul piano saggistico è autore e curatore di diversi articoli e libri, tra cui i Taccuini 1915-1921 di F.T. Marinetti (1987), Dai simbolisti al Novecento. Le origini del verso libero italiano (1995, Premio Russo e Premio Croce 1996), La poesia come si legge e come si scrive (2006), il “Meridiano” dei Romanzi di Alberto Bevilacqua, La poesia contemporanea (2012). E’ inoltre autore – con Gian Mario Anselmi – del saggio dedicato alla letteratura dell’Emilia e della Romagna nella Letteratura italiana Einaudi curata da Alberto Asor Rosa (1989).
Sergio Rotino, scrittore, critico letterario, editor, conduttore radiofonico per Radio città del capo Bologna (Popolare Network), giornalista senza tesserino per scelta (Liberazione, Corriere edizione Bari, Il domani di Bologna, L'informazione, Stilos ecc.) organizzatore culturale e docente in corsi di scrittura per poesia e
narrativa, ha curato varie antologie di narratori esordienti e non (RZZZZZ! Scritture Sotterranee-Transeuropa, 1993; 6000 raudi e 2mila paranoie-Transeuropa, 1996; Resistenza60-Fernandel, 2005; Quello che c’è tra di noi-Manni, 2008). Suoi racconti e poesie appaiono in diversi volumi antologici e su alcune testate italiane e straniere, sia in formato cartaceo che elettronico. Ha pubblicato un romanzo (Un modo per uscirne-Abramo, 2009) e due raccolte di poesie (LoroDot.com press, 2011; Altra cosa da inventare-Isola, 2014).
Eva Laudace (Vasto, Chieti, 1983) è ingegnere e fotografa. Collabora con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna. Vincitrice di “InediTO-Premio Colline di Torino”, nel 2013 pubblica la sua opera prima Tutto ciò che amo ha dentro il mare (La Vita Felice, 2013), finalista “Premio Rimini” nel 2014 e “Premio Elena Violani Landi” nel 2014 e nel 2015. Presente in diverse antologie, suoi inediti sono stati recentemente raccolti in Post ‘900. Lirici e narrativi (Borgomanero, Ladolfi, 2015).
Serena Dibiase è nata a Bologna nel 1986, dove si laurea al Dams, ed approfondisce la sua ricerca artistica e linguistica, sperimentandosi nel campo della danza e del teatro (Festival Volterra Teatro in Mercuzio non vuole morire, Compagnia della Fortezza; Uso umano di esseri umani – un esercizio di lingua generalissima, Romeo Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio; Festival PerAspera Drammaturgie possibili con il proprio progetto poetico-musicale Con/fine). Nel 2009 pubblica con Manni Editori la sua prima raccolta di poesia, Nelle Vene. Partecipa a svariati reading ed incontri e nel 2015 pubblica la sua seconda raccolta poetica, Amnesia dei vivi, Italic Pequod.
Ivonne Mussoni è nata a Rimini nel 1994, studia Lettere Moderne all’Università di Bologna. Nel 2013 ha pubblicato con Heket la plaquette A un quarto d’ora d’universo. Nel 2015 è uscita nell’antologia Post’900 lirici e narrativi edita per Giuliano Ladolfi Editore. È assistente alla direzione artistica del festival Parco Poesia e collabora con il Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna.
Sarah Tardino nata a Licata (AG) nel 1980 vive a Bologna. Ha studiato filosofia. Ha pubblicato versi e prose su riviste ed è presente in diverse antologie. Si occupa di critica letteraria e storia del pensiero. Ha collaborato per dieci anni con la rivista “in forma di parole” ed è stata redattrice della rivista Clandestino. È autrice di testi teatrali, alcuni dei quali rappresentati alla rassegna di teatro contemporaneo “Trame d’autore” di Milano. Fra le raccolte di poesia ricordiamo Il Custode (Manni 2008), ed il poemetto I giorni della merla (Lietocolle 2011), L’ombrello rosso (Raffaelli 2015), oltre a diverse plaquettes e libri d’artista. Ha partecipato a svariate manifestazioni poetiche italiane ed internazionali.
Valentina Pinza è nata a Ravenna nel 1982. Laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna nel 2008, è attualmente libera professionista nel campo delle arti visive. Dalla seconda metà degli anni duemila partecipa occasionalmente a concorsi, letture pubbliche e azioni poetiche. Una sua silloge è stata pubblicata sul numero 77 di Atelier e il suo primo libro, Il pane del giorno prima, è uscito nel 2015 per Ladolfi Editore, con la prefazione di Stefano Suozzi. Vive e lavora a Bologna.
Veronica Tinnirello, nata a Firenze nel 1980. Laureata in Storia del teatro e diplomata alla scuola Galante Garrone di Bologna. Si specializza all’estero presso l’Università Nuovelle Sorbonne, Paris III. Ha pubblicato una raccolta di interviste Naira Gonzalez, La voce che disegna l’orizzonte, Editoria&Spettacolo 2006, la raccolta di racconti Gli angeli vanno a dormire presto, Coniglio Editore. È coautrice della sceneggiatura di Ouroboros in Dylan Dog Color Fest n°11, Bonelli editore 2013. Polaroid stile impero è la sua prima raccolta di poesie. Ha curato e condotto il progetto radiofonico Il Rubino, sulla poesia contemporanea, dal 2013 al 2015 per Radio Città del Capo di Bologna.
Gabriele Xella nasce a Imola (BO) nell’inverno del ’74, attualmente vive a Bologna. Pensa poesia ancor prima di scrivere, poesia. Sue autoproduzioni sono, stampate in tipografie locali, Angelo che esiste, posti che non so, entro dentro me (2011), il poema unico Come cerchi nell'acqua nella notte che ci attende e ci dimentica (2011), e le grondaie con gli angeli sopra (2013) All'attivo ha un uscita ISBN "Neanche vedo più tutto l'amore" (L’Arcolaio 2012). Ha dato alle stampe un opus autoprodotto in 50 copie dal titolo la bocca piena di more, 2013. È del 2014 la plaquette scritta ha quattro mani col poeta conterraneo Carlo Falconi dal titolo Guerra incivile Bianca (Cooperativa Giovani rilegatori di Imola). Compie letture, credendo che la poesia si compia infine, nell’aria.
Giancarlo Sissa è nato a Mantova nel 1961. Vive a Bologna. Francesista e traduttore, suoi racconti e poesie sono comparsi su numerose riviste. Come poeta ha pubblicato nel 1997 Laureola (Book Editore), nel 1998 Prima della tac e altre poesie (Marcos y Marcos, prefazione di Giovanni Giudici), nel 2002 Il mestiere dell'educatore (Book Editore), nel 2004 Manuale d'insonnia (Nino Aragno Editore), nel 2008 Il bambino perfetto (Manni Editori, postfazione di Antonio Prete), nel 2015 “Autoritratto (poesie 19902015)” (italic/pequod Editore) e “Persona minore” (Qudulibri Editore). E' presente in diverse antologie fra cui L'occhio e il cuore, poeti degli anni '90 (Sometti, 2000), Il pensiero dominante, poesia italiana 1970-2000 (Garzanti, 2010), Le parole esposte, fotostoria della poesia italiana del Novecento (Crocetti, 2002), Poesia della
traduzione (Sometti, 2003), Parole di passo, trentatre poeti per il terzo millennio (Nino Aragno, 2004), Trent'anni di Novecento (Book Editore, 2005), La linea del Sillaro (Campanotto, 2006), Vicino alle nubi sulla montagna crollata (Campanotto, 2008), Calpestare l’oblio (Argo, 2010), 100Thousand Poets for change primo movimento (qudu libri, 2013), I volti delle parole (Fondazione TitoBalestra onlus, fotografie di Daniele Ferroni, prefazione di Sebastiano Vassalli, 2014), Sulla scia dei piovaschi - poeti italiani tra due millenni (Archinto, 2016). Le sue poesie sono tradotte in diverse lingue europee. Per Gallo et Calzati Editori ha curato nel 2004 Poesia a Bologna, raccolta di scritti autobiografici di diversi autori. Ha collaborato come diarista e attore con il Teatro delle Ariette. E’ presidente dell’Associazione Laboratorio Teatro (in)stabile. Membro del Comitato scientifico del Centro studi Sara Valesio. Fa parte del Direttivo del Festival teatrale della Fiaba di Modena.
Paolo Valesio. Nato a Bologna (1939) e formato presso quella Università, ha poi trascorso alcuni decenni negli Stati Uniti insegnando lingua e letteratura italiane in varie Università. L' ultima è stata Columbia University (New York) dalla quale è andato in pensione nel 2013, quando ha fondato a Bologna il Centro Studi Sara Valesio (CSSV) in memoria della figlia prematuramente scomparsa. Il 2015 segna il suo rimpatrio italiano. Ha fondato e dirige la rivista "Italian Poetry Review" (IPR); è presidente di giuria del Premio Internazionale di Poesia "Piero Alinari" a Firenze; collabora al quotidiano online "Il Sussidiario.net"; è rappresentato nell' Atlante dei Poeti di Ossigeno Nascente e in varie raccolte antologiche, la più recente delle quali è l'Almanacco dei poeti e della poesia contemporanea n°3 (2015) di Raffaelli Editore. È autore di numerosi saggi in rivista, una mezza dozzina di libri critici e curatele, due romanzi, due raccolte di racconti, due testi drammatici rappresentati; in particolare ha pubblicato 18 volumi di poesie, il più recente dei quali è Il servo rosso (Puntoacapo Editrice, 2016). Attualmente Valesio sta lavorando, oltre che a una nuova raccolta di poesie, alla continuazione del suo progetto pluriennale: una "Quadrilogia" di romanzi diarii, ovvero romanzi quotidiani, che comprende attualmente più di 20.000 fogli manoscritti, in massima parte inediti.
SABATO 21 MAGGIO ore 13.00 EX FORNO - MAMBO BAR BISTROT VIA DON MINZONI 14/E
Cura e conduzione Agnese Leo, Francesca Del Moro Imprinting – Autori alla carta Pranzo letterario con Angelo Rossi, Davide Ferrari, Clery Celeste, Chiara Cantagalli Ksenja Laginja, Simona De Salvo Elio Talon, Eugenia Galli
Elio Talon è nato a Caorle nel 1970 e vive a Bologna. Nel ’98 pubblica, insieme ad Andrea Trombini, la raccolta Atto d’amore, curata da Marco Ribani per le edizioni La Volpe e l’Uva. Del 2002 è la pubblicazione in Nodo sottile 3, edita da Crocetti. Nel 2004 è presente in Opere d’Inchiostro, antologia di Rubbettino editore. Nel 2006, pubblica Sideralia, raccolta vincitrice del Premio Internazionale di Poesia “Renato Giorgi” edizioni Voci della Luna. È presente in due antologie per i tipi di Lietocolle: Il corpo sottile (2008) e Il segreto delle fragole (2009). Nincuramento (2009) e Le nuove aurore (2012) sono libri autoprodotti e a tiratura limitata per le Edizioni della Casina. Di recente pubblicazione è la sua antologia Che dei sogni che resta (Kammer edizioni, 2016). Oltre alla poesia si dedica alla scultura. Diplomatosi nel 2005 all’Accademia di Belle Arti di Bologna con una tesi dal titolo Il senso del sacro all’origine dell’arte, ha esposto in mostre collettive e personali in Italia e all’estero (www.eliotalon.it).
Chiara Cantagalli nasce a Mantova all’alba dei Novanta, abbandona presto gli studi scientifici per dedicarsi appieno all’otium. Malgrado ciò si laurea in Scienze dei Beni Culturali e, dopo un breve periodo a zonzo, si trasferisce a Bologna dove attualmente risiede. Laureanda in Italianistica con una tesi (molto molto in
fieri) sulla descolarizzazione, non vanta pubblicazioni né collaborazioni importanti, ad eccezione di quella con Radio Città Fujiko, ma scrive e recita poesie costantemente e se la gode un mondo. Su lascantastorie.wordpress.com riporta i suoi deliri pseudo poetici. Fa parte della LIPS e offre consulenze di bricolage ai più bisognosi.
Eugenia Galli nasce nel 1996 a Rimini, dove dal 2011 al 2015 partecipa come volontaria al festival di letteratura per ragazzi “Mare di Libri”. Nel 2015 consegue la maturità classica. Attualmente studia lettere classiche a Bologna e organizza eventi di poesia con l'associazione Slow Lapin e il gruppo Zoopalco. È iscritta alla Lega Italiana Poetry Slam e si occupa di poesia orale.
Angelo Rossi dopo la laurea in Lettere Moderne presso la Federico II di Napoli, un dottorato in Letteratura, Storia della Lingua e Filologia e un Master per la didattica dell’italiano per stranieri, è professore di Lettere presso l’istituto “Aldini Valeriani” di Bologna. Oltre alla produzione letteraria, sia in versi che in prosa, le sue attività spaziano dal teatro alle installazioni video-acustiche, dalla pratica performativa alla filologia e critica letteraria, alla lessicografia. Vincitore nel 2009 del premio Russo - Mazzacurati con la silloge Un’anima in piena, ha pubblicato suoi testi con varie case editrici italiane ed è presente in raccolte antologiche e riviste letterarie.
Simona De Salvo (Fiorenzuola D’Arda, 1993) si è laureata in filosofia presso l’Università degli Studi di Pavia. Attualmente vive tra Pavia e Cremona, dove lavora come barista e cameriera di sala. Una prima raccolta poetica, La memoria, contenente testi giovanili, esce per la Sigismundus Editrice nel 2013. Alcuni testi sono comparsi online, sul sito Words Social Forum a novembre 2013 e dicembre dell'anno successivo. Dal 2015 è redattrice editoriale per la rivista indipendente di poesia e cultura “NiedernGasse”. La seconda raccolta, dal titolo La camiceria brillante dei miei anni, è stata pubblicata nel mese di aprile (2016) all'interno della collana “Sottotraccia” - diretta da Antonio Bux - per l'editore milanese Marco Saya
Clery Celeste è nata a Forlì nel 1991, città in cui vive. Diplomata al liceo classico, è laureata con lode in Tecniche di radiologia medica per immagini e radioterapia presso l’Università di Bologna. È stata vincitrice dei premi: “Tropea Onde Mediterranee” (2009, 2010); “Agostino Venanzio Reali” (2009, 2010, 2012); “E. Cantone” (2011, 2012); “Pro Loco Fiume Veneto” (2011); “Biennale internazionale dei Giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo” (2011-12). Finalista al Premio Rimini (2014). Suoi testi sono presenti in riviste e siti (Confini, 2009, Società Editrice Il Ponte Vecchio, Le Voci della Luna, 2011, ParcoPoesia). Fa parte della giuria nella sezione poesie del concorso Pubblica Con Noi 2015 (Fara Editore) ed è co-responsabile del progetto e concorso “Il segreto delle fragole” 2015 (Lietocolle). La Traccia delle vene è la sua opera prima (LietoColle editore - Pordenonelegge, 2014).
Ksenja Laginja (Genova, 1981) alterna alla sua attività letteraria una ricerca sull’illustrazione e le sue sperimentazioni. Nel 2005 ha esordito con la sua prima silloge poetica, Smokers die younger, per Annexia edizioni. Finalista al Premio “Ossi di Seppia” (XX edizione) e “Il giardino di Babuk – Proust en Italie” (II edizione) è redattrice di NiedernGasse, Bibbia d’Asfalto e collabora con Words Social Forum. I suoi testi sono presenti su antologie poetiche, blog e riviste letterarie, a cui affianca un'intensa attività di reading. Nel 2015 ha pubblicato la silloge Praticare la notte con Ladolfi Editore. Nel 2016 è stata selezionata come autrice dal progetto "ZENIT POESIA - Progetto 4x10<40”, a cura di Sebastiano Aglieco e Marco Bellini, promosso dalla casa editrice La Vita Felice.
Davide Ferrari (Bologna, 21 gennaio 1958). La sua vita si è divisa fra Bologna, la città natale, e l'Abruzzo, dove a Giulianova ha trascorso la giovinezza. Ha fondato, sotto l’egida di Paolo Volponi, La Casa dei pensieri, associazione per la promozione della cultura del libro. È stato direttore della riviste Innovazione educativa (1998-2000) e Impegno nuovo, con Gregorio Scalise. Attualmente è direttore della rivista Riforma della scuola, con Franco Frabboni. Ha seguito per
molti anni, con numerosi interventi sulla stampa nazionale e con una diffusa attività di conferenziere, le vicende della scuola italiana e dei vari progetti di riforma, con un particolare interesse per i temi della presenza nella scuola di percorsi dedicati alla creatività e alla poesia. Ha pubblicato i seguenti volumi e quaderni di poesia: Stanze semplici, Giornalisti associati, 1988; Agape, Giornalisti associati, 1989; Con me gioca il figlio dell'amico, Edizioni italiane di poesia e racconto, 1992; Civili, Stoa, 1996; Il movimento che ci vive accanto, E.I.P.R, 2001. Suoi testi poetici sono apparsi sui quotidiani la Repubblica, L'Unità, LC, su alcune riviste letterarie in Italia, e sono stati tradotti e pubblicati in Francia, Gran Bretagna, Marocco, Algeria, Turchia. In campo saggistico e giornalistico ha pubblicato i seguenti volumi individuali o collettivi: Bologna, una città per la scuola, La società, 1986; Bologna futura, imparare ed insegnare, Franco Angeli, 1989; Scuola: quale autonomia, Il grifo, 1990; Ernesto Balducci: interpretazioni, Arcipelago, 1993; Pasolini e Bologna, con Gianni Scalia, Pendragon, 1998; “Identità ed Europa. Gli italiani di fronte al pluralismo religioso europeo”, in Dimensione Europa, Lo specchio di Alice, 2002; Una buona idea della città, Su web, 2004; La Bologna che vogliamo, Su web, 2004. Mala Lingua, Format Libri, 2009.
SABATO 21 MAGGIO ore 18.00 CORTILE CAFE’ VIA NAZARIO SAURO 24
Cura e conduzione Enea Roversi Bande à part Reading con Luigi Cannillo, Ugo Rapezzi, Roberto Batisti Rossella Renzi, Raffaele Ferrario Vittorio Tovoli, Enza Armiento Angela Grasso, Luca Buonaguidi, Emilia Barbato
Angela Grasso nasce a Catania nel '91. Si laurea in Discipline dello spettacolo dal vivo con una tesi su “Storie naturali: il patologico soliloquio di un corpo in voce. Riflessioni sull’immaginario teatro-in-forma-di-libro di Edoardo Sanguineti”. Nel 2014 riceve il Premio di Scrittura Creativa “Dentro che Fuori Piove” con la raccolta poetica “Variazioni bolognesi (e dintorni)”; nel 2015 il Premio Certamen del Centro di Poesia Contemporanea dell’Università di Bologna, arriva seconda al Premio Coop for Words e riceve una menzione per la raccolta poetica “Conglomerati bituminosi di Me, Io e Altro”, per la V Edizione del premio “Dentro che Fuori Piove”. Vive a Bologna da sei anni e trascorre la sua infanzia sulle pendici della Montagna Etna. Si definisce una “donna lavica” per la somiglianza alla natura del vulcano: ferma “colonna del cielo” che nasconde però un fermento magmatico nelle profondità delle sue gole. A ogni ritorno si sente “straniera” finché la Grande Donna Seduta, scoprendosi del suo “scialle di nubi”, non si fa riconoscere.
Emilia Barbato è nata a Napoli nel 1971, laureata in Economia. Ha pubblicato le raccolte di poesia Geografie di un Orlo (CSA Editrice, 2011), Memoriali Bianchi (Edizioni Smasher, 2014) e diverse antologie con Fusibilialibri, Ursini, Aletti, Fondazione Mario Luzi Editore. Di prossima pubblicazione Capogatto (Puntoacapo Editrice).
Enza Armiento, nata a Manfredonia (FG), è docente di lingua e letteratura inglese. Nel 1975 ha partecipato al suo primo concorso "Gi.Fra" sezione poesia, ottenendo una segnalazione di merito. Dal 2004 è risultata vincitrice e finalista in diversi premi letterari. Sue poesie sono apparse in antologie letterarie e riviste letterarie online. Nel 2012 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie dal titolo “Di tanto in vita”, Samuele Editore, mentre nel 2014 ha pubblicato la sua seconda raccolta di poesie dal titolo “Terra Mala”, La Vita Felice Editore. Nel 2013 entra a far parte del collettivo WSF e pubblica con loro alcune poesie contenute nella raccolta “La Stanza clandestina. Poesie e Racconti”. Ha curato, insieme a Gian Ruggiero Manzoni, Antonella Taravella e Sebastiano l’antologia a scopo benefico dal titolo “No job – Visioni del paese irreale”. Ha partecipato all’iniziativa di “Poesie contro la guerra” con una sua poesia pubblicata sulla pagina “Poesia, di Luigia Sorrentino” – blog di rainews24 Di prossima uscita il suo primo romanzo: “La voce delle pietre” Smasher Editore. Scrive per il Centro sociale dell’arte “Words Social Forum”.
Luca Buonaguidi (Pistoia, 1987) ha pubblicato in poesia I giorni del vino e delle rose (2010, Fermenti), Ho parlato alle parole (2014, Oèdipus) e il diario di viaggio INDIA - Complice il silenzio (2015, Italic Pequod). In prosa ha pubblicato un racconto nell’antologia del Premio Provincia Cronica (2016, Sartoria Utopia) e ha curato l’edizione di FRANTI. Perché era lì – Antistorie da una band non classificata (2015, Nautilus Autoproduzioni) scritto con Cani Bastardi sull’omonima band anni Ottanta. Ha partecipato con un testo recitato al
disco collettivo Approdi. Avanguardie musicali a Napoli (2015, KonSequenz) curato da Girolamo De Simone. Suoi testi o commenti ad essi si leggono su varie riviste di letteratura, viaggi e società e suoi scritti sono stati tradotti in inglese (Condo) e in tedesco (Internation Rilke Society). Raccoglie le sue scritture sul suo blog www.carusopascoski.com e scrive di cinema, musica, letteratura per una decine di riviste (Impatto Sonoro, CineFatti, Comunità Provvisorie…). Collabora abitualmente con musicisti come Chris Yan, Elias Nardi, Davide Tosches, Giovanni Peli, Maisie, SKoM, Vittorio Nistri per reading e per la scrittura di testi. Ha ideato e organizzato con la comunità di base delle Piagge Altrofest nella periferia di Firenze, un festival critico di creatività e cultura con ospiti come Don Andrea Gallo, Franco Loi, Maurizio Maggiani, Bobo Rondelli e altri. Laureato in Psicologia Clinica, lavora in una comunità terapeutica e conduce seminari esperienziali di poesia. Vive oggi in un paese di una decina di anime sull’Appennino tosco-emiliano per riscoprire l’importanza di essere piccoli.
Luigi Cannillo, poeta, saggista e traduttore, consulente editoriale, è nato e vive a Milano. Ha pubblicato, tra le sue raccolte di poesia più recenti, Cielo Privato, Ed. Joker, 2005 e Galleria del Vento, Ed. La Vita Felice, 2014. E' presente, come poeta, curatore o con interventi critici, in antologie e raccolte di saggi. È redattore della collana Sguardi dell'Editore “La Vita Felice”. Collabora alla rivista internazionale “Gradiva”, New York/Firenze.
Raffaele Ferrario è nato a Cesena nel 1971. Si è laureato in psicologia clinica con una tesi sullo scrittore russo Fëdor Dostoevskij, dal titolo Il testo letterario come verità psicologica. Dopo aver scritto tre libri di poesia, autoprodotti tra il 1999 e il
2003, ha curato con Davide Argnani: Renato Turci poesie e testimonianze, Foschi editore, 2009. Ha pubblicato: Manicomio, poesia, edizioni del Leone, 2010; Crepuscolo degli affetti, poesia, L’arcolaio, 2011; Borderline – Una Parigi di meno, poesia, L’arcolaio, 2012. È presente nelle antologie: La coda della galassia, Fara, 2005; Labyrinthi, Limina Mentis, 2012; Poeti di Corrente, Le Voci della luna, 2013.
Rossella Renzi vive a Conselice (Ra), dove lavora come insegnante. Dal 2003 è redattrice di “Argo - Rivista d’esplorazione”, per la quale coordina la rubrica di poesia “Pezzi di vetro”; per la Casa Editrice Kolibris cura il lblog “Donne in poesia”. Ha collaborato alla realizzazione del blog www.ipoetisonovivi.com, selezionando i testi per la Scuola Primaria. Numerosi sono gli interventi su riviste di critica e letteratura (Graphie, Atelier, La Mosca di Milano, Clandestino, Farepoesia, Land, Le voci della luna). E’ tra i curatori del volume L'Italia a pezzi. Antologia dei poeti italiani in dialetto e in altre lingue minoritarie (Gwynplaine edizioni, Ancona 2014), e di Argo, Annuario 2015, Poesia del nostro tempo, uscito a novembre 2015, per Gwynplaine edizioni. I giorni dell’acqua è il suo primo libro in versi, uscito nel 2009 per L’arcolaio (Forlì), per la stessa Casa Editrice esce, nel marzo 2015, Il seme del giorno, con la prefazione di Gian Mario Villalta (finalista al Premio Carducci e 2^ classificato al premio internazionale Don Luigi Di Liegro). E’ presente nel volume I volti delle parole - 65 fotografie di poeti-, a cura del fotografo Daniele Ferroni (Fondazione Tito Balestra, 2014) e su diverse antologie. In dialogo col musicista Mirco Mungari lavora ad un progetto sulla contaminazione tra parola e suono, intitolato mousikè techne. Organizza eventi legati alla poesia, laboratori di lettura e scrittura nel suo territorio.
Roberto Batisti (Bologna 1985) è dottore di ricerca con specializzazione in storia della lingua greca, e attualmente lavora come docente di materie letterarie. È stato autore/conduttore radiofonico (con Vittorio Tovoli) e paroliere (con Andrea Lorenzoni e i Divanofobia). Sue poesie, articoli e scritti critici sono apparsi su diverse riviste cartacee e online. A breve la prima silloge a suo nome.
Ugo Rapezzi è musicista e scrittore. Inizia la carriera come batterista. Suona con Lucio Dalla (1978). Skiantos (1980-84). Nel 1985, come cantautore, pubblica il Qdisc “RAPEZZI”: La produzione è di Sergio Bardotti e vede la partecipazione di Chico Barque de Hollanda. Lucio Dalla e Mauro Malavasi. Nel 1993 scrive “SPIDER”: la canzone viene cantata in duetto con Luca Carboni che la inserisce nel suo album “DIARIO CARBONI”. Nello stesso anno esce l’album “ARRIVANO NOSTRI”. Il cd è prodotto dallo stesso Luca Carboni e da Mauro Malavasi. Scrive e interpreta diversi spettacoli. Collabora con le riviste “Illustrati”, “Versante Ripido” e Bibbia d’asfalto”. Nel 2012 pubblica il libro di poesie d’amore “AVREI VOLUTO AVERTI QUI” (Limina Mentis). Nel 2014 il romanzo autobiografico “MEMORIE DI UN BATTERISTA QUALUNQUE” (Montecovello). Nel 2015 il libro di versi e testi ironici “LINGUACCIA” (Qudu libri)-
Vittorio Tovoli (Bologna, 1985). Laureato in lingue straniere, è attualmente impiegato presso un ufficio commerciale estero. Collabora occasionalmente con la rivista online "Mumble:" scrivendo articoli e racconti. Ă&#x2C6; presente con una raccolta di poesie nell'antologia "I giovin/astri" di Kolibris (2010) a cura di Chiara De Luca. Con le edizioni "ilmiolibro.it" ha pubblicato in maniera autonoma la raccolta di poesie "Tokyo taccia" (2011), semi-finalista del concorso "ilmioesordio Poesia 2013". Per la radio, ha scritto e condotto "Stipsi", programma satirico che è andato in onda sulla radio universitaria bolognese "Alma Radio" nella stagione 2012-2013.
SABATO 21 MAGGIO ore 21.00 ATELIERSĂ&#x152; VIA S. VITALE 69
Cura e conduzione Jacopo Ninni Riscrizioni di mondo Performance di Andrea Inglese, Gianluca Codeghini
Arte-fatti contemporanei Alessandro Amaducci Post Rebis / In the Cave / I Am Your Database
Andrea Inglese (1967) vive a Parigi. È uno scrittore. È stato docente di filosofia al liceo e ha insegnato per alcuni anni letteratura e lingua italiana all’Università di Paris III. Ha pubblicato uno studio di teoria del romanzo L’eroe segreto. Il personaggio nella modernità dalla confessione al solipsismo (2003) e la raccolta di saggi La confusione è ancella della menzogna per l’editore digitale Quintadicopertina (2012). Ha scritto saggi di teoria e critica letteraria, due libri di prose e sette libri di poesia, l’ultimo dei quali, Lettere alla Reinserzione Culturale del Disoccupato, è apparso in edizione italiana (Italic Pequod, 2013) e francese (NOUS, 2013). È in uscita a giugno 2016 per Ponte alle Grazie il suo primo romanzo, Parigi è un desiderio. Ha curato l’antologia del poeta francese Jean-Jacques Viton, Il commento definitivo. Poesie 19842008 (Metauro, 2009). È uno dei membri fondatori del blog letterario Nazioneindiana. È nel comitato di redazione di “alfabeta2”. Scrive, di tanto in tanto, per le pagine culturali del “Manifesto”. È il curatore del progetto Descrizione del mondo (www.descrizionedelmondo.it), per un’installazione collettiva di testi, suoni & immagini.
Gianluca Codeghini è nato a Milano nel 1968 dove vive e lavora.Diplomato in Pittura all’Accademia di Brera, Milano. Frequenta i corsi di Musica Elettronica alla Scuola Civica di Musica di Milano. Le sue prime esperienze musicali risalgono agli anni ‘80 con progetti per rigenerare e archiviare il rumore, a queste affianca delle azioni e improvvisazioni teatrali di strada che nei primi anni ‘90 diventano performance e installazioni in gallerie, ambiti urbani e virtuali. Nel 1992 fonda laciecamateria edizioni con cui firma le proprie pubblicazioni. Alcune linee teoriche del suo lavoro vertono su tematiche come il rumore, la polvere, il gioco, la cecità, l’intervallo e il sottofondo. Molteplici le sue collaborazioni in ambito artistico,
musicale, letterario e scientifico. Nel 2005 con A. Andrighetto, D. bellini e E. Grazioli dà forma alla piattaforma Warburghiana. Nel 2008 organizza Poe.mi festival di poesia di ricerca con A. Broggi e G. Bortolotti e dal 2015 collabora con Andrea Inglese al progetto Descrizione del Mondo. Fin dai suoi primi progetti come Conservare fuori dalla portata (‘92), La patologia del benessere (‘96) e come nelle più recenti Crudeltà inaudite (’07), Pezzetti e bocconi (’09), A slow movement between my fingers (’12) o Everything begins and ends on the tips of the fingers(’13), Gianluca Codeghini innesca concetti e processi in cui la relazione con e tra il pubblico diventa fondamentale per produrre cortocircuiti, tensioni e provocazioni discrete.
Alessandro Amaducci (Torino, 1967), laureato in Storia e Critica del Cinema con una tesi dal titolo Videoarte: problemi di teoria e di linguaggio. Dal 1998 al 1992 collabora presso il Centro Arti Visive Archimede di Torino, realizzando corsi di analisi dell’immagine, di teoria del montaggio, di pratica del video, e di storia e teoria della videoarte, oltre a curare attività didattiche di approccio al video in scuole elementari e medie e per portatori di handicap. Dal 1991 al 1998 collabora presso l’Archivio Nazionale Cinematografico della Resistenza di Torino, diretto da Paolo Gobetti. Fra il 1994 e il 1999 insegna Produzione di Audiovisivi all’interno del corso di Computer Grafica presso l’Istituto Europeo del Design di Milano, nonché in numerosi corsi di formazione professionale a Torino. Fra il 1995 e il 1997 ha collaborato presso il Teatro Juvarra di Torino alla realizzazione di tre corsi di formazione professionale sulla scenografia elettronica e sul videoteatro. Attualmente insegna come ricercatore presso il DAMS di Torino. Ha pubblicato una serie di libri sul rapporto fra le arti e le nuove tecnologie. Dal 1989 realizza video sperimentali, video di danza, videoinstallazioni e documentari, oltre a videoclip musicali, acquisendo esperienza di operatore e montatore video specializzato in postproduzione digitale. La sua produzione attualmente si è spostata anche sul fronte live, realizzando spettacoli video dal vivo e videoscenografie per spettacoli di teatro e danza.
GIOVEDI’ 26 MAGGIO ore 20.30 SPAZIO TESTONI VIA D’AZEGLIO 50
Cura Enzo Campi Conduzione Loredana Magazzeni I costruttori di vulcani e altre storie
Incontro con Carlo Bordini In dialogo con Loredana Magazzeni, Vincenzo Bagnoli
Vincenzo Bagnoli (Bologna, 1967), autore di saggi (Contemporanea, Esedra, 1997; Letterati e massa, Carocci, 2000; Lo spazio del testo, Pendragon, 2003), è stato tra i fondatori di «Versodove». Suoi versi sono apparsi su «Rendiconti», «Origini», «Tratti», «il Verri» e in antologie uscite per Transeuropa e LietoColle, nonché in molti blog, siti e webzines (Nazione indiana, Absolutepoetry, Poetarum Silva, Atlante dei poeti, Librobreve, L’Ulisse). Ha pubblicato le raccolte 33 giri stereo LP (Gallo & Calzati, 2004), FM - Onde corte (Bohumil, 2007) e Deep Sky (d’if, 2008), e sul web, con foto di V. Reggi, Offscapes. Oltre i margini del paesaggio urbano (www.offscapes.it). È autore dei testi dell’album Bologna ’67-77 della band Stratten e ha collaborato ad alcuni documentari di Home Movies e Mammutfilm.
Loredana Magazzeni vive a Bologna e dal '98 fa parte della redazione della rivista Le Voci della Luna e del Gruppo '98 di Poesia presso la Libreria delle Donne di Bologna. Ha pubblicato quattro raccolte di poesia (La miracolosa ferita, Canto alle madri e altri canti, Fragilità del bene, Volevo essere Jeanne Hébuterne) e curato, assieme ad altri, quattro antologie di poesia femminile contemporanea di lingua inglese, di cui l'ultima, La tesa fune rossa dell'amore. Madri e figlie nella poesia femminile contemporanea di lingua inglese, è uscita nel 2015 per La Vita Felice con prefazioni di Silvia Vegetti Finzi e Anna Salvo. Si è dedicata a temi d'impegno sociale con Cuore di preda. Poesie contro la violenza sulle donne e, con Antonella Barina, Fil Rouge. Antologia di poesie sulle mestruazioni, entrambe uscite per CFR editore.
Carlo Bordini (Roma, 1938) vive a Roma. E' stato militante trotskista. Ha insegnato storia moderna presso il Dipartimento di Studi storici dell'università di Roma La Sapienza, dove si è specializzato nella storia della Corsica nel XVIII secolo e in storia della famiglia e dell’amore. Ha pubblicato i seguenti volumi di poesie: Strana categoria (ciclostilato in proprio), 1975; Poesie leggere, Barbablu, 1981; Strategia, Savelli, 1981; Pericolo, Aelia Laelia, 1984; Mangiare, Empirìa, 1995; Polvere, Empirìa, 1999; Pericolo - poesie 1975-2004 (antologia), Manni, 2004; Purpureo Nettare, Alla pasticceria del pesce, 2006 (con acquarelli di Rosa Foschi); Poema inutile, Empirìa, 2007 (con disegni di Rosa Foschi); Sasso, Scheiwiller, 2008. Ha pubblicato, come narratore: Pezzi di ricambio (racconti e frammenti), Empirìa 2003; Manuale di autodistruzione, Fazi 1998 - 2004; Gustavo - una malattia mentale, Avagliano 2006; I diritti inumani ed altre storie, La camera verde, 2009. Ha recentemente terminato un romanzo, tuttora inedito, dal titolo: "Memorie di un rivoluzionario timido". Alcuni brani di questo romanzo sono stati pubblicati sulla rivista in rete Reti di Dedalus,(www.retididedalus.it), gennaio 2014 . Ha partecipato a diversi festival di poesia in vari paesi nel mondo. E' tradotto in varie lingue.
http://www.carlobordini.com/
VENERDIâ&#x20AC;&#x2122; 27 MAGGIO ore 17.30 COSTARENA VIA AZZO GARDINO 48
Cura e conduzione Enzo Campi Premiazione dei concorsi letterari di Bologna in Lettere Relatori delle giurie Laura Barile, Sonia Caporossi, Maria Luisa Vezzali Editore Marco Saya Sono stati invitati i vincitori e i finalisti Anna Bertini, Roberta Caiffa, Lella De Marchi Fernando Della Posta, Alessandro Silva, Rodolfo Cernilogar Giulietta Vincitorio, Valerio Scrima, Carlo Maria Genovese
Presentazione del volume Il colpo di coda – Amelia Rosselli e la poetica del lutto (Marco Saya Edizioni) con interventi di Francesco Carbognin, Plinio Perilli Antonella Pierangeli, Marco Adorno Rossi
Antonella Pierangeli, nata a Roma nel 1964, è docente, critico letterario, filologo. P.P. Pasolini e M. Foucault sono gli autori sui quali ha focalizzato i suoi studi, oltre ad occuparsi attivamente dell’opera di M. Blanchot. Ha svolto inoltre attività di ricerca presso il Fondo Pasolini e il Gabinetto Vieusseux di Firenze e pubblicato su riviste come L’Area di Broca, Vernice, Storia & Storici, Verde, Kasparhauser. Ha curato l’apparato bibliografico del volume Romanzi e Racconti di P. P. Pasolini nei Meridiani Mondadori (1998), il volume Pasolini, visioni e profezie tra presente e passato (Sulle orme della Storia) (GoWare 2012) e, insieme a Sonia Caporossi, l’ebook Un anno di Critica Impura (Web – Press 2013) e l’antologia Poeti della Lontananza (Marco Saya Edizioni, Milano 2014).
Plinio Perilli (Roma, 1955) ha esordito come poeta nel 1982, pubblicando un poemetto sulla rivista “Alfabeta”, auspice Antonio Porta. La sua prima raccolta è del 1989, L’Amore visto dall’alto (Amadeus), finalista quell’anno al Premio Viareggio), ristampata nel 1996. Seguono i racconti in versi di Ragazze italiane (Sansoni, 1990, due edizioni, Premio B. Joppolo). Chiude una sorta di trilogia della Giovinezza con il volume Preghiere d’un laico (Amadeus, 1994), che vince vari premi internazionali: il Montale, il Gozzano e il Gatto. Petali in luce, una sorta di diario lirico condensato e sublimato in 365 “terzine”, è uscito nel 1998, presentato da Giuseppe Pontiggia (Amadeus). Recentissimo, il suo “canzoniere d’amore” Gli amanti in volo (Pagine, 2014), che comprende poesie e poemetti dal 1998 al 2013. Una raccolta antologica delle sue poesie, Promises of Love (Selected Poems), è stata tradotta in inglese da Carol Lettieri e Irene Marchegiani, ed editata a New York nel 2004 presso le Gradiva Publications della Stony Brook University. Nel 2011 il suo poemetto L’Aquila, sorvolandosi, dedicato al tragico evento del terremoto del 6 aprile 2009, ha vinto il Premio Internazionale Scanno per la Poesia. Come critico si occupa specialmente di convergenze multidisciplinari e sinestesie artistiche (Storia dell’arte italiana in poesia, Sansoni, 1990), nonché dell’insegnamento della poesia ai giovani e nelle scuole (La parola esteriore. I nuovi giovani e la letteratura, Tracce, 1993; Educare in poesia, A.V.E., 1994). Del 1998 è un grande studio antologico sul ‘900 italiano in rapporto all’idea di Natura (Melodie della Terra. Il sentimento cosmico nei poeti italiani del nostro secolo, Crocetti, 2ª edizione 2002). Collabora a numerose riviste e ha curato molti classici, antichi e moderni, dal “Canzoniere” di Petrarca alle liriche di Michelangelo, dai “Taccuini futuristi” di Boccioni alle poesie di Carlo Levi, dagli scritti di Svevo su Joyce a “Inventario privato” di Pagliarani e “Variazioni belliche” di Amelia Rosselli. Un suo vasto e intrecciato repertorio sui rapporti fra il Cinema e tutte le altre arti: “Costruire lo sguardo”. Storia sinestetica del Cinema in 40 grandi registi (Mancosu Editore, 2009), ha reso finalmente omaggio a tutte le magiche corrispondenze e i più fantasiosi sodalizi espressivi, che intrecciano e irradiano, insieme, l’ispirazione e l’immaginario. A seguire, il volume di scritture e memorie testimoniali RomAmor (“Come eravamo 1968-2008”), edito nel 2010 presso le Edizioni del Giano, tutto dedicato al rapporto fra Roma come entità ed amalgama letterario, e i grandi numi tutelari della seconda metà del ’900, fino ai nostri ultimi anni: da Gadda a Moravia, da Flaiano a Pasolini, da Amelia Rosselli a Dario Bellezza, etc. Ha tenuto numerose conferenze, presentazioni e prolusioni presso le maggiori università italiane ed americane.
Francesco Carbognin è Professore a contratto di “Metrics and contemporary verse theory” presso il Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica dell’Università di Bologna. È autore delle monografie L’«altro spazio». Scienza, paesaggio, corpo nella poesia di Andrea Zanzotto (2007); Le armoniose dissonanze. «Spazio metrico» e intertestualità nella poesia di Amelia Rosselli (2008); Retorica e sintassi della poesia italiana del Novecento (2011) e di studi sulla poesia del Novecento, apparsi in volumi collettanei e in riviste quali «Strumenti Critici», «il verri», «Trasparenze», «l’immaginazione». Nel 2012, ha collaborato all’edizione dell’Opera poetica di Amelia Rosselli edita presso i “Meridiani” Mondadori a cura di S. Giovannuzzi. Relatore in diversi Convegni nazionali e internazionali, ha curato l’edizione di Sull’Altopiano (2007) e di Il mio Campana (2011) di Andrea Zanzotto, di cui ha pubblicato, in collaborazione con N. Lorenzini, interventi inediti nel volume dirti «Zanzotto». Zanzotto e Bologna (1983-2011) (2013).
Marco Adorno Rossi. Nato a Roma nel 1963. Docente, critico letterario. Il suo lavoro critico si concentra sul rapporto tra sperimentalismo e avanguardia nella letteratura del dopoguerra italiano. Volponi e Cacciatore sono gli autori sui quali ha concentrato maggiormente la sua analisi. Nel decennio degli anni ’90 ha svolto attività di ricerca collaborando con il gruppo di “Quaderni di critica” presso il dipartimento di Italianistica della facoltà di Lettere dell’università “La Sapienza”
di Roma. Con i colleghi Colonna, Manganelli e Pichezzi, ha costituito il “Gruppo Laboratorio”, con il quale ha prodotto lavori di teoria e critica sulla letteratura italiana del Novecento. Insieme a Marco Colonna e Massimiliano Manganelli ha poi pubblicato, sempre con il nome “Gruppo Laboratorio”, opere creative di produzione “anonima e collettiva”. Ha pubblicato i seguenti lavori critici: Gruppo Laboratorio, Luigi Malerba, Lacaita 1990, Gruppo Laboratorio, Paolo Volponi: scrittura come contraddizione, Franco Angeli, 1993, Gruppo Laboratorio, RIP, Le impronte degli uccelli, 1999. Collabora al blog di analisi materialistica della letteratura “Portbou”. Dagli anni 1999 al 2013 è stato consulente e redattore editoriale del gruppo Arion in Roma.
Marco Saya Edizioni – Corso Plebisciti 1 – Milano http://www.marcosayaedizioni.net/
VENERDIâ&#x20AC;&#x2122; 27 MAGGIO ore 20.30 CASSERO LGBT CENTER VIA DON MINZONI 18
Cura e conduzione Enzo Campi Regia tecnica Mario Sboarina
Rime per un altro secolo A cura di Daniela Rossi con Cecilia Bello Minciacchi, Adriano Engelbrecht Patrizia Mattioli
Il fiore inverso Performance di Lello Voce
Arte-fatti contemporanei Eleonora Manca Chrysalis room METAMOR(PH) Anamorphosis
Il corpo (scevro da ogni segno autoreferenziale) diviene cifra di tutti i corpi, esplorandosi si archetipizza dimenticando la propria soggettività; rivendica l'umiliazione estrema di essere segregati in un corpo unico e sessuato e al contempo la nostra natura di essere fragili tanto nella carne quanto nello spirito. Il corpo in ogni sua metamorfosi, nell'accettazione del dolore che ogni muta esige, richiede; prendendo coscienza del tempo e dello spazio necessari a “cambiar pelle”, a dare avvio agli inevitabili mutamenti dovuti alla benedizione d'ogni cicatrice. Il pensiero comunica con il corpo e scrive su di esso le proprie emozioni recuperando incessantemente i contenuti della memoria. Ogni corpo è memoria ed essa si stratifica a tal punto che ogni nostro atto è inevitabilmente legato ai ricordi che il pensiero cosciente tende ad annullare, ma che sostano inattaccabili nel corpo. Laddove la mente opera secondo azioni di conoscenza e di rimozione, il corpo non dimentica nulla e mantiene nelle proprie cellule ogni avvenimento, ogni pensiero, ogni sguardo, ogni parola. L’idioma del corpo è dunque l’inesplicabile linguaggio della memoria. (Eleonora Manca)
Laureatasi con una tesi sulle Avanguardie russe, Eleonora Manca (Lucca, 1978) è un'artista visiva, fotografa, videoartista e videoperformer che utilizza vari media (principalmente fotografia e video) portando avanti una ricerca sulla metamorfosi e la memoria del corpo. Dopo una formazione in Storia dell’Arte presso Lettere Moderne a Pisa, si specializza in Teatro e Arti della Scena presso Scienze della Formazione indirizzo DAMS a Torino. É stata “artista del mese” per il centro IGAV di Torino (marzo 2015), l'opera video Skia è entrata a far parte dell'Esposizione Permanente dell'IGAV presso la Castiglia di Saluzzo (Cn), Il video Reverse Metamorphosis è stato vincitore de Magmart IX edition, a cura di Enrico Tomaselli, lo stesso video è parte della collezione permanente del CamCasoria Contemporary Art Museum, molta della sua produzione video fa parte di C.A.R.M.A (Centro d'Arti e Ricerche Multimediali Applicate di Roma), una produzione fotografica è stata acquisita dall'Archivio Italiano dell'autoritratto fotografico (MUSINF di Senigallia, a cura di Carlo Emanuele Bugatti e Giorgio Bonomi), è presente nella sezione Gold del catalogo “Fotografi italiani 2015”, è
parte del TPA (Torino Performance Art), è tra gli artisti di VisualContainer. Ha esposto in numerose collettive e personali in Italia e all'estero. Tra le principali: HI-DANCE FESTIVAL (Roma, a cura di Francesca Fini), MEDIA ART FESTIVAL (Roma), Ca' Foscari Short Film Festival (Venezia), IVAHM, Festival Internacional de Videoarte (Madrid), Pesaro Film Festival, Molisecinema, Berlin International Directors Lounge (Berlino), VIDEOFORMES (Clermont-Ferrand), TO_SH-Dialoghi d'arte (Torino, Shanghai, a cura di Alessandro Demma, Wei Shaonong e Yin Rong), AAVE (Helsinki, a cura di Antonello Matarazzo), Chrysalis Room (Solo Show), presso Paolo Tonin Arte Contemporanea, Transborda-International Expanded Cinema e Video Art Screening (Portogallo, a cura di Alberto Guerreiro), Contemporary Art Ruhr (Essen), Bienal del Fin del Mundo 4 (Argentina, Cile, a cura di Alessandro Demma), Gasteig Open Video (Monaco), The Waiting Room, con Alessandro Amaducci, presso Paolo Tonin Arte Contemporanea, Behind The Cage (Lecce, a cura di Cecilia Leucci e Katia Olivieri), SKINcodes, Paraphotò (a cura del Centro Visual), NERO, Galleria Bianca Maria Rizzi & Matthias Ritter, (Milano, a cura di Emanuele Beluffi), Il corpo solitario. L'autoscatto nella fotografia contemporanea, (Torino, a cura di Giorgio Bonomi), Fonlad Festival (Portogallo, a cura di José Vieira), FIVA-Festival Internacional de Videoarte (Argentina), Madatac (Madrid), METAMOR(pH) (Solo Show, a cura di Francesca Canfora), Caves of Mind (a cura di Carla Palazzo e Isabella Spicuglia), Over the Real (a cura di Maurizio Marco Tozzi), METACINEMA (a cura di Piero Deggiovanni), InShadow (Lisbona, a cura di Ana Rita Barata e Pedro Sena Nunes per VOARTE). Others Identity (Genova, a cura di Francesco Arena), Media Art Festival (MAXXI, Roma, a cura di Valentino Catricalà). Vive e lavora a Torino.
Cecilia Bello Minciacchi (Roma 1968) è assegnista presso il Dipartimento di Studi Europei, Americani e Interculturali e collabora all’Archivio del Novecento dell’Università di Roma «La Sapienza». Scrive su «Avanguardia», «il verri», «Poetiche», «Semicerchio», «alfabeta2», «alias». Dirige per Oèdipus la collana à rebours che ripropone testi narrativi rari del Novecento italiano. Ha pubblicato, fra gli altri, studi su Marinetti, Ungaretti e Nono, Sanguineti, Manganelli, Porta, Niccolai, Volponi. Per Le Lettere di Firenze ha curato Vittorio Reta, Visas e altre poesie (2006) e Patrizia Vicinelli, Non sempre ricordano. Poesia Prosa Performance (2009).
Ha pubblicato l’antologia di scrittrici futuriste Spirale di dolcezza + serpe di fascino (Bibliopolis, 2007), cui ha fatto seguito la monografia storico-critica Scrittrici della prima avanguardia. Concezioni, caratteri e testimonianze del femminile nel futurismo (Le Lettere, 2012). Del 2012 è anche il volume La distruzione da vicino. Forme e figure delle avanguardie del secondo Novecento (Oèdipus). Di Emilio Villa ha curato le seguenti edizioni di testi: Zodiaco (con Aldo Tagliaferri, Empirìa, 2000), e Proverbi e Cantico. Traduzioni dalla Bibbia (Bibliopolis, 2004) e infine L’opera poetica (Roma, L’orma, 2014), che raccoglie la sua opera poetica in forma pressoché integrale.
Lello Voce, (Napoli, 1957) poeta, scrittore e performer è stato tra i fondatori del Gruppo 93 e della rivista Baldus. Nel 2011, durante il Festival Internazionale di Poesia di Medellin (Colombia), è stato uno dei fondatori del World Poetry Movement, del cui Comitato Esecutivo fa attualmente parte. Tra i suoi libri e CD di poesia ricordiamo Farfalle da Combattimento (Bompiani,1999), Fast Blood (MFR5/SELF, 2005), L’esercizio della lingua - Poesie 1991-2008 (Le Lettere, 2009), Lai (Premio Delfini, 2003) Piccola cucina cannibale (Squi[libri], 2012 - Premio Napoli 2012). I suoi romanzi sono stati riuniti ne Il Cristo elettrico (No Reply, 2006, e-book TErraFerma ed., 2014). Ha curato L’educazione dei cinque sensi, (Metauro ed.), antologia del maestro del concretismo brasiliano Haroldo De Campos, con contributi di Augusto De Campos ed Umberto Eco. Nel 2001 ha introdotto in Italia il Poetry Slam ed è stato il primo EmCee al mondo a condurre uno slam pluringue (Big Torino 2002 / romapoesia 2002). Ha diretto centinaia di slam tra cui quello di Io Donna- Corsera (2010), quello di Teatro Italia (Perugia 2003) e il Big Boat International Poetry Slam (2009). Attualmente è Presidente onorario della L.I.P.S. - Lega Italiana Poetry Slam. Ha collaborato, per la realizzazione delle sue azioni poetiche, con numerosi artisti tra cui Paolo Fresu,
Frank Nemola, Luigi Cinque, Antonello Salis, Giacomo Verde, Michael Gross, Maria Pia De Vito, Canio Loguercio, Rocco De Rosa, Luca Sanzò, Ilaria Drago, Dahafer Youssef, Roberto Paci Dalò, Robert Rebotti, Claudio Calia, Gianluca Costantini. Tra i pionieri europei del nuovo incontro tra poesia e musica, ha tenuto reading di poesia e spettacoli di spoken music in tantissime città italiane, europee, nelle Americhe e in Asia. Sue poesie sono state tradotte in francese, inglese, spagnolo(da Renato Sandoval), catalano (da Edoard Escoffet), tedesco, brasiliano (da Haroldo De Campos), greco, galiziano (da Yolanda Castano), giapponese ed arabo (da Joumana Haddad). Attualmente cura su www.satisfiction.me una rubrica di poesia intitolata P.A.Z. Poetry Autonome Zone e su IlFattoQuotidiano.it un blog dedicato alla poesia.
Patrizia Mattioli nasce a Roma il 16\03\1967. Si diploma in clarinetto presso il Conservatorio Arrigo Boito di Parma. Musicista poliedrica inizia il suo percorso artistico collaborando come tastierista e clarinettista in gruppi post industriali e di avanguardia musicale quali T.A.C., Kinoglaz,Kind of Cthulhu. Nel 1989 inizia a fare sperimentazione nell’ambito della ricerca sonora come performer e compositrice con Lenz Rifrazioni Lenz Teatro, luogo di produzione culturale e sperimentale, formazione teatrale e di ricerca musicale tra i più rigorosi del panorama europeo. Collabora con Lenz Rifrazioni fino al 1997 data in cui si trasferisce a Londra per circa un anno dove frequenta artisti e registi di cortometraggi. Lavora dal 1995 ad oggi con la coreografa e psicologa Lucia Nicolussi Perego nell’ambito del progetto” Meeting Adolescenti. Adolescenza spazio privato nascente”. Nel 2000 la partitura The Tower of Babel vince il concorso a Parigi all’I.R.C.A.M (Institut de Recherche et Coordination Acoustique/Musique) diretto da Pierre Boulez. Nel 2012 partecipa al progetto poesia sonora con Daniela Rossi e Fragili Guerriere. Collabora con Ilaria Gerbella, Lucia Manghi per workshop, regie e laboratori con Europa Teatri;
con Adriano Engelbrecht; con Coppelia Theatre; con il danzatore coreografo Daniele Albanese, Compagnia Stalker e con la danzatrice di Bharatanatyam Nuria Sala Grau. Le sue partiture sono state presentate in vari prestigiosi festival, tra cui Biennale di Venezia Danza / Musica, Natura Dei Teatri, Sguardi Sonori festival of Media, Timed Based Art, Festival di Santarcangelo, Teatro Herberia Rubiera, Cantieri Danza, Zona Franca, Pontedera Teatri, As a Little Phenix 2, Teatro al Parco, Consolato italiano Nizza, Festival di Poesia Parma, Europa Teatri, Festival Valceno Arte ,Casa delle Storie, Teatro Verdi di Milano, Teatro Elfo Puccini Milano, Somaya Center For Lifelong Learning Mumbai India, Electro Camp III Forte Marghera - Venezia Mestre, Bologna in Lettere ,Lavanderia a Vapore Collegno (To), Teatro Contatto Centro Servizi Udine.
Daniela Rossi dal 1980 si occupa di poesia dal vivo curando eventi e Festival di Poesia ( Di Versi In Versi, Parmapoesia, Parole Migranti - Bolzano, Lirici a Lerici, ecc…) e collaborando ai Festival internazionali di poesia di Milano, Firenze, Napoli, Venezia, Parigi, ecc... Dal 2000 ha fatto parte del comitato di Romapoesia – Festival della Parola, con Nanni Balestrini, Luigi Cinque, Lello Voce, Franca Rovigatti, ha collaborato al concorso di video poesia Doctor Clip a Roma e promosso in Italia i Poetry Slam internazionali con il poeta Lello Voce. Negli anni ‘80 ha fondato, con gli amici scrittori e poeti Carlo Bordini, Giorgio Messori, Beppe Sebaste e altri, la casa editrice Aelia Laelia, pubblicando tra gli altri le poetesse Amelia Rosselli e Patrizia Vicinelli. Nel 2008 ha curato, nella collana Fuoriformato di Andrea Cortellessa (Le Lettere), per le antologie “The Complete Films, prosa poesia e performance di Corrado Costa” e "Non sempre ricordano"di Patrizia Vicinelli (2009), i DVD allegati, dai materiali del suo archivio video. Nel 2010 ha pubblicato per Campanotto editore "La repubblica dei poeti", sugli anni del Mulino di Bazzano e la neoavanguardia. Nel 1990 ha creato l’etichetta “Riso Rosa - progetti sulla scrittura ironica delle donne“,
promuovendo rassegne, prodotti editoriali e multimediali e l’omonimo festival biennale. Per Riso Rosa ha curato le antologie “ Ragazze, non fate versi!” ( con la poetessa Alessandra Berardi ), “ Pink Ink, scritture comiche molto femminili “ e “ Pink Noir, delitti per signora “ tutti pubblicati dall’ Editrice ZONA. Nel 2010 ha curato, in occasione del Festival Romapoesia poEtiche, il DVD Fragili Guerriere, omaggio alle poete epiche Amelia Rosselli e Patrizia Vicinelli e nel 2011 ha scritto con Rosaria Lo Russo il manifesto politico/poetico “FRAGILI GUERRIERE, per una ricerca sulla poesia epica delle donne”; dal 2012 Fragili Guerriere diventa spettacolo work in progress e promuove serate con poete, attrici e musiciste, video e mostre. Dal 2014 cura al Museo Uomo Ambiente di Bazzano (PR) l’ Archivio video di poesia La Repubblica dei Poeti, nel luogo dove vissero Corrado Costa, Adriano Spatola e Giulia Niccolai e dove fu fondata la casa editrice Tam Tam.
Adriano Engelbrecht è nato in Germania nel 1967 e vive a Parma. Poeta, artista, musicista, attore, ha pubblicato "Dittico Gotico" per Cultura Duemila Editrice (1993), "Lungo la vertebrata costa del cuore" per I Quaderni del Battello Ebbro (2003), "La piscina probatica" per Fedelo's Editrice (2006) "Tristano" per Lieto colle (2007). Nel dicembre 2015 è uscita, insieme alla poetessa Ilaria Drago, l'ultima raccolta poetica "Ubicazione Ignota", sempre per Fedelo's Editrice. Conduce da molti anni un articolato percorso di ricerca sul rapporto tra poesia, arte e teatro. La sua produzione poetica è stata presentata in numerosi teatri, musei e festival, sia in Italia che all'estero, tra cui anche il Festival Internazionale della Poesia di Genova, Parmapoesia Festival, Ricercare di Reggio Emilia.
SABATO 28 MAGGIO ore 13.00 AL RITROVO VIA CENTOTRECENTO 1
Cura e conduzione Francesca Del Moro Imprinting – Autori alla carta Pranzo letterario Con Daniela Andreis, Fabia Ghenzovich, Lella De Marchi, Vera Bonaccini, Giacomo Sartori, Nicolò Gugliuzza Sofia Demetrula Rosati, Silvia Rosa Vanni Schiavoni, Antonella Taravella
Giacomo Sartori, nato nel 1958, è agronomo, specializzato in scienza del suolo, e vive tra Parigi e Trento. È autore di romanzi, raccolte di racconti e testi teatrali. Sue opere sono state tradotte in francese, americano e tedesco. È redattore del blog letterario collettivo Nazione Indiana (www.nazioneindiana.com), dove pubblica in particolare dei testi brevi (autismi). Ha pubblicato le raccolte di racconti Di solito mi telefona il giorno prima (il Saggiatore, 1996), Autismi (Sottovoce, 2010), Avventure (Senzapatria, 2011) e, con Marino Magliani, Zoo a due (Perdisa, 2013). E i romanzi Tritolo (il Saggiatore, 1999), Anatomia della battaglia (Sironi, 2005), Sacrificio (Pequod 2007, Italic 2013), tutti tradotti in francese, Cielo nero (Gaffi, 2011), e Rogo (CartaCanta, 2015). Il suo ultimo romanzo, Io sono dio, mi dico, è in uscita (maggio 2016, NN Editore). Per il teatro ha scritto il monologo Dispatrio (antologia Per voce sola 13, Nerosubianco, 2013), e ha curato l’adattamento del romanzo Sacrificio (prodotto dal Centro Servizi Culturali S. Chiara di Trento, 2013) e del romanzo Cielo nero (Premio Sipario BIS, 2013, www.sipario.it).
Nicolò Gugliuzza, classe 1992, vive e lavora a Bologna, dove si è laureato ed è attualmente studente di Storia. Poeta, performer, collabora alla rivista lbestiario.org, di cui è curatore e cofondatore della rubrica poetica Salinika. Ha partecipato a diverse edizioni del movimento 100 Thousand Poets for Change. Opera come slammer e organizzatore all'interno della LIPS (Lega Italiana Poetry Slam) in qualità di vicecoordinatore regione Emilia-Romagna. Conduce laboratori di poesia orale e poetry slam con le scuole superiori, ha inoltre tenuto corsi entro le strutture del carcere minorile di Bologna. È fondatore del gruppo performativo ZooPalco. Dicono sia avvistabile sopra palchi offuscati di tabacco e teatri inquinati.
Antonella Taravella nasce a Verona nel marzo del 1977, dove risiede tutt’ora. Comincia a scrivere per bisogno di sfogo e dopo una gavetta splinderiana, fra multiblog e siti, nel 2012 crea Words Social Forum-Centro Sociale Dell’Arte, un sito di natura artistica che tocca varie tipologie d’arte. In seguito, non paga della nuova ventata fornita nel web da WSF, nel marzo del 2013 fonda il Collettivo WSF, costola attiva sul “campo” del sito, per la creazione di eventi e partecipazione a festival e altro con la commistione di tutte le arti. Nel 2013 cura con Enza Armiento e Sebastiano Adernò l’antologia No Job: Visioni Del Paese Irreale, che ha come scopo quello di raccogliere fondi per borse lavoro da dare a chi è stato risucchiato dalla grave crisi in cui versa il paese. Molto attiva nel panorama poetico-culturale italiano. Sito personale:http://nevertearusapart.wordpress.com Sito: www.wordsocialforum.com
Fabia Ghenzovich è nata a Venezia dove vive. Ha partecipato alla prima Biennale di poesia “Officina della percezione” premio Lorenzo Montano 2004 a Verona e nel 2005/2006 al Festival Verona poesia. È interessata alla poesia e alle sue possibili interazioni e contaminazioni tra i linguaggi dell’arte e in particolare con quello musicale, come nel caso di Metropoli, testi musicati in stile rap, con più rappresentazioni a Venezia, Mestre, Padova e a Milano. Ha pubblicato tre libri di poesia: Giro di boa (Joker edizioni 2007), Il cielo aperto del corpo (Kolibris 2011)
menzione speciale al premio Astrolabio 2013, e Totem (Puntoacapo Editrice 2015) . È presente su riviste nazionali e blog letterari e ha avuto segnalazioni e premi a concorsi di poesia: secondo premio per la silloge inedita al concorso Guido Gozzano 2009, terzo premio al concorso nazionale poesia scientifica Charles Darwin 2014 e finalista al Premio Astrolabio per silloge inedita, con Totem finalista al premio internazionale sulle orme di Léopold Sédar Senghor 2015. Ha partecipato a numerosi festival di poesia tra i quali: Fiume di poesia, festival di poesia performativa (Padova 2011), 100 Thousand poets for Change ( Bologna, 2013-2014), Festival delle Arti (Venezia 2014), Arts’ Connection (Museo del vetro di Murano -Ve. 2014 e Palazzo da Mula 2015), al festival internazionale di poesia e arte “Grido di donna” (Venezia casa Goldoni 2015), Bologna in lettere (2015), Congiunzioni, festival di poesia, scrittura, fotografia e video arte (Biblioteca di Spinea – Venezia 2015), Music arts poetry NIGHT teatro Kolbe Mestre / Venezia 2016, “Incontro con le poetesse” organizzato dall'editore Puntoacapo, nella Libreria Popolare di via Tadino a Milano 2016, Festival Internacional Palabra en el Mundo (Venezia 2016).
Silvia (Giovanna) Rosa nasce nel 1976 a Torino. Laureata in Scienze dell'Educazione, ha frequentato il Corso di Storytelling della Scuola Holden di Torino (2008/2009). Ha fondato e presiede l’Associazione Culturale ART 10100 ed è tra gli ideatori e curatori del “FestivART della FOLLIA” e del progetto “Medicamenta - lingua di donna altre scritture”. Fa parte della redazione di Argo e cura per NiedernGasse la rubrica “L'asterisco e la Margherita”, firmandosi con il nome di Margherita M. Ha all’attivo diverse collaborazioni nel campo delle arti visive e la pubblicazione di ebook fotopoetici, tra cui Corrispondenza(d)al limite [Fenomenologia di un inizio all'inverso], Clepsydra Edizioni 2011 (con immagini fotografiche di Giusy Calia). Si è occupata del progetto di traduzione poetica e interviste di alcuni autori argentini, dal titolo “Italia Argentina ida y vuelta: incontri poetici”, pubblicato a puntate sulla rivista internazionale di poesia Iris News e sulla rivista Versante Ripido. Suoi testi poetici e in prosa sono presenti in diversi volumi antologici e sono apparsi su riviste, siti e blog letterari. Tra le sue pubblicazioni: il saggio di storia contemporanea Italiane d'Argentina. Storia e memorie di un secolo d'emigrazione al femminile (1860-1960), Ananke Edizioni, 2013; le raccolte
poetiche: Genealogia imperfetta, La Vita Felice 2014; SoloMinuscolaScrittura (con prefazione di Giorgio Bàrberi Squarotti), La vita Felice, 2012; Di sole voci, LietoColle Editore 2010 (II ediz. 2012); il libro di racconti: Del suo essere un corpo, Montedit Edizioni, 2010. I giorni dell’acqua è il suo primo libro in versi, uscito nel 2009 per L’arcolaio (Forlì). Per la stessa Casa Editrice esce, nel marzo 2015, Il seme del giorno, con la prefazione di Gian Mario Villalta (finalista al Premio Carducci e 2° classificato al premio internazionale Don Luigi Di Liegro). È presente nel volume I volti delle parole - 65 fotografie di poeti, a cura del fotografo Daniele Ferroni (Fondazione Tito Balestra, 2014) e su diverse antologie, tra cui Salvezza e impegno, a cura di Alessandro Ramberti (Fara Editore, 2010) e Il Canto della Terra, a cura di Maria Inversi (Samuele Editore, 2011). In dialogo col musicista Mirco Mungari lavora a un progetto sulla contaminazione tra parola e suono, intitolato mousikè techne. Organizza eventi legati alla poesia, laboratori di lettura e scrittura nel suo territorio.
Daniela Andreis, giornalista, di Verona, inizia a scrivere in prosa e pubblica racconti su La terra piana, Nuoviorizzonti, I maestri del tabacco, Nuoviorizzonti. Vince il primo premio al concorso Leati, con il racconto La vera leggenda della strega di Terranegra. Viene segnalata al Premio Montano con la poesia È per non dire. Per Incertieditori pubblica Aestella, prosa poetica e per Lietocolle la raccolta di poesie La casa orfana. Riceve la menzione d’onore al premio internazionale Don Luigi di Liegro, con la poesia “Mi chiamo disabitata”. Partecipa da tre anni a Bologna in Lettere. Sta lavorando a una seconda raccolta di poesie.
Vera Bonaccini (Milano, 1977) vive e lavora in Liguria. Scrive da sempre su tutto quello che le capita a tiro: fogli, scontrini, muri, a volte anche sulle proprie mani. Fa parte del collettivo Nucleo Negazioni, col quale ha pubblicato la raccolta di racconti Nagasaki Luna Park (Edizioni La Gru, Padova 2013) e partecipato all’antologia poetica I ragazzi non vogliono smettere (Matisklo Edizioni, Mallare 2013). Suoi testi sono presenti su numerose riviste e antologie, fra cui Guadagnare soldi dal caos (Edizioni La Gru, Padova 2013). In poesia ha pubblicato Le stelle sono andate tutte al cinema, Biologica al 97% - poesie lomografiche e Cartoline da un paese in dismissione (Edizioni La Gru, 2014). È redattrice della rivista digitale Bibbia d’asfalto. Collabora col progetto di scrittura collettiva Carrascosa Project. Per Matisklo Edizioni è curatrice della collana Vertigini, dedicata alla narrativa italiana contemporanea.
Sofia Demetrula Rosati (1964) è italiana per vocazione e sangue paterno, culturalmente greca per elezione e sangue materno. Vive a Roma dove svolge la professione di ricercatrice, saggista e poeta. Traduce testi poetici dal neogreco. Nel 2004 ha pubblicato la silloge “maggio inquieto di desideri” sulla rivista Passages. Nel 2006 ha tradotto e pubblicato (per la prima volta in italiano) la poeta greca Katerina Anghelaki Rooke, per la rivista Poesia (Crocetti editore). Suoi testi
poetici sono apparsi in diverse raccolte antologiche e su riviste cartacee e digitali (tra cui: Il Segnale, Poesia 2.0, Carte nel vento, Trasversale, Words Social Forum). Più volte finalista al Premio Lorenzo Montano, nel 2011 ho pubblicato la silloge l’azione è un’estroversione del corpo nella Collana Opera Prima - Cierre Grafica diretta da Flavio Ermini (riflessione critica di Tiziano Salari). Vincitrice del Premio Donna e Poesia (2012) con il volume l’azione è un’estroversione del corpo, nel 2014 ha pubblicato su Anterem una selezione di testi (introduzione critica + testi tradotti) del poeta Antonis Fostieris. Tra i suoi ultimi lavori: la solitudine della sapienza (finalista al Premio Montano 2014), in Poesia 2.0 e in Carte nel Vento (2015); senza distrazione, testo poetico su book fotografico di Cristina Rizzi Guelfi su Words Social Forum (2016); inediti per il blog Trasversale con nota critica di Rosa Pierno (2016). Sta lavorando all’ideazione e produzione di un libro d’artista. Ha ideato e gestisce il blog di poesia trattiessenziali.com.
Vanni Schiavoni è nato a Manduria nel 1977, vive a Bologna. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Nocte (L’Autore Libri, 1996); Il balcone sospeso (Lisi, 1998); Di umido e di giorni (LietoColle, 2004); Salentitudine (LietoColle, 2006); Guscio di noce (LietoColle, 2012). Ha curato l’antologia poetica Rosso, tra erotismo e santità (LietoColle, 2010). È del 2001 il romanzo Come gli elefanti in Indonesia (LiberArs, Lecce, 2001).
SABATO 28 MAGGIO ore 16.00 ALTRO? VIA UGO BASSI 23-25
Cura e conduzione Alessandro Brusa, Agnese Leo Helas pour moi Reading con Ferdinando Tricarico, Lucia Guidorizzi Alba Gnazi, Shar Danus, Giorgio Ghiotti Alessandra Frison, Francesco Paolo Del Re
Ferdinando Tricarico. Nato a Napoli nel 1967 dove vive e lavora. Poeta, performer e narratore. Nel 1990 ha coordinato tam tam poesia in movimento laboratorio poetico del movimento studentesco della Pantera. Nel 2001 è stato tra i fondatori del gruppo culture in movimento attivo nel versante delle azioni e scritture di ricerca. Suoi testi ed interventi critici sono presenti in numerose antologie, riviste e blog. Ha curato diverse rassegne letterarie, laboratori di poesia nelle scuole e nelle carceri e le antologie Attraversamenti. Percorsi di fotoscritture. (di Salvo editore, 2002) e Alter ego. Poeti al Mann (Arte’m 2012). Ha pubblicato il grammelot Se me lo dicevi prima (Napoli, 2002) ed i poemetti Courage (di Salvo editore, 2005), precariat 24 acca (Oèdipus, 2010), la famigliastra (Manni, 2013) e i racconti Sottopressione (Palmi, 2001), Una difesa perfetta (Palmi, 2010) e Fuoco cammina con me (2013, Ad est dell’equatore). Presiede l’associazione Neapolesia ed è nel comitato scientifico della rivista di poesia, prosa e critica, Trivio.
Lucia Guidorizzi è nata a Padova e vive a Venezia. Laureata in Lettere, insegnante, tiene seminari di scrittura e ha partecipato, a varie edizioni del Festival Internazionale de La Palabra en el Mundo. Ha pubblicato con Editoria Universitaria: “Confini” (2005), “Scandalose entropie. Riflessioni poetiche sugli abusi prodotti dal divenire storico” (2006) , “Ibrida Hybris”(2007), "Quadrilunio, Una tetralogia dell'anima"(2009) Ha pubblicato con Supernova "Milagros" (2011)
, "Nel paese dei castelli di sabbia" (2013) e "Controcanto" (2015). Alcuni suoi articoli e recensioni sono presenti nella rivista "Le voci della Luna" e ha collaborato con la rivista virtuale "Transfinito" a cura di Giancarlo Calciolari.Ha scritto La roccaforte dell'Eden. Memorie poetiche di viaggio nello Yemen per il filmdocumentario presentato alla 65.a Mostra del Cinema di Venezia : Appunti di viaggio sullo Yemen prodotto da Piero Pedrocco con il patrocinio dell'Ambasciata a Roma e del Consolato Onorario a Firenze della Repubblica dello Yemen. Alcune sue poesie sono inserite nelle antologie "Cuore di preda" Edizioni CFR 2012, "Il ricatto del pane", Edizioni CFR 2013, "Sotto il cielo di Lampedusa" Rayuela 2014, "Fil Rouge" Edizioni CRF 2015. Ha curato insieme a Daniela Zamburlin l'antologia poetica "Tra velme e barene. La voce della poesia" Supernova 2013. Fa parte del direttivo del Progetto 7 Lune ed è curatrice della rubrica online sulla letteratura ispanoamericana LuciAllaluna.
Francesco Paolo Del Re ha trascorso metà della sua vita in Puglia, a Bitonto (Ba) dove è nato nel 1980, e l’altra metà a Roma, dove vive e lavora per il programma “Chi l’ha visto?” di Rai Tre. Ha collaborato inoltre con le pagine culturali diversi quotidiani e periodici. Il suo primo libro di poesie si intitola “Il tempo del raccolto”(SECOP Edizioni, 2015). Alcuni suoi versi e racconti sono stati pubblicati su riviste e in antologie. Nel 2015 è stato ospite del Festival Internazionale di Poesia “Smederevo’s Poet Autumn”, in Serbia. Nel 2016 alcune sue poesie sono state tradotte in spagnolo dal Centro Cultural Tina Modotti di Caracas, in Venezuela. Ha curato numerose mostre di arte contemporanea e ha pubblicato due saggi di critica teatrale in volumi collettanei: “I senzascarpe di ricci/forte. Desideri di fluidità mediale e identità alla deriva” (in “Mash-up Theater ricci/forte”, Editoria e Spettacolo, 2010) e “La performance totale di Maria M.” (in “Mario Mieli trent’anni dopo”, edito dal Circolo Mieli, 2013).
Alessandra Frison è nata a Zevio, in provincia di Verona. Attualmente vive a Milano, dove studia Filosofia presso l’Università Statale. È organizzatrice, assieme a Tommaso Di Dio, della rassegna poetica “Fuochi sull’Acqua”. Sue poesie sono comparse nell’Almanacco dello Specchio 2008 (Mondadori) e in alcuni blog e riviste. Un suo racconto fa parte dell’antologia “Bloggirls, voci femminili dalla rete” (Mondadori 2009). Nel 2013 è uscita la sua prima raccolta di poesie “Le ore della dispersione” (LietoColle).
Giorgio Ghiotti è nato nel 1994 a Roma, dove studia Lettere presso l'università La Sapienza. Ha esordito nella narrativa con la raccolta di racconti "Dio giocava a pallone" (nottetempo, 2013) e nella poesia con "Estinzione dell'uomo bambino" (Perrone, 2015). Ha inoltre pubblicato una raccolta di interviste a grandi scrittrici e poetesse italiane in "Mesdemoiselles. Le nuove signore della scrittura" (Perrone, 2016). "Rondini per formiche", in uscita il 22 aprile per l'editore nottetempo, è il suo primo romanzo. Scrive sulle pagine culturali dell'"Unità".
Alba Gnazi, nata nel 1974, originaria della provincia di Roma, è insegnante di scuola primaria. Ha compiuto studi letterari presso l'Università della Tuscia di Viterbo. Sue poesie e racconti sono presenti in varie antologie, riviste, blog letterari. Ha un libro di narrativa pubblicato nel 2010 e ''Luccicanze'' (Cicorivolta editore), prima raccolta poetica, edita nel 2015. Cura, con Patrizia Sardisco, il blog di poesia Un Posto di vacanza.
Shar Danus, scrive sul blog Non Ho Fretta https://shardanus.wordpress.com/
SABATO 28 MAGGIO ore 17.30 CORTILE CAFEâ&#x20AC;&#x2122; VIA NAZARIO SAURO 24
Cura e conduzione Jacopo Ninni Ici et ailleurs Reading con Nino Iacovella, Christian Tito, Biagio Cepollaro, Pier Francesco De Iulio Francesco Filia, Hilde March, Serena Piccoli, Giorgia Monti, Silvia Molesini
Francesco Filia vive a Napoli, dov’è nato nel 1973. Insegna filosofia e storia in un liceo cittadino. Si interessa prevalentemente di filosofia, poesia e critica letteraria. Sue poesie e note critiche sono presenti in numerose riviste e antologie. Ha pubblicato i poemi Il margine di una città (Il Laboratorio, 2008); La neve (Fara, 2012), vincitore e finalista di diversi premi nazionali; La zona rossa (Il Laboratorio, 2015, con prefazione di Aldo Masullo). È redattore di Poetarumsilva.
Christian Tito (1975), scrittore e film maker, è nato a Taranto e risiede a Milano dove lavora come farmacista. Ha pubblicato due raccolte di poesia: "Dell'essere umani", Manni 2005 e " Tutti questi ossicini nel piatto", Zona 2010; La sua ultima pubblicazione è "Lettere dal mondo offeso", L'arcolaio Ed. (2014), romanzo epistolare scritto insieme a Luigi Di Ruscio. È tra i fondatori e redattori del blog di poesia e arte contemporanea "perìgeion".
Nino Iacovella Nato a Guardiagrele nel '68. Ha riesordito in poesia nel 2013 con Latitudini delle braccia (deComporre, Gaeta). Del 2015 è la plaquette La parte arida della pianura (Edizioni culturaglobale, Cormons) È tra i fondatori e redattori del blog di poesia e resistenza umana Perigeion. Vive e lavora a Milano.
Biagio Cepollaro, nato a Napoli nel 1959, vive a Milano. Poeta e artista visivo è stato uno dei primi in Italia a pubblicare on line e-book di poesia con inediti e ristampe. Dopo l’esordio poetico de Le parole di Eliodora (1984), pubblica nel 1993 Scribeide (Piero Manni ed) con prefazione di Romano Luperini e Luna persciente (Carlo Mancosu ed.) con prefazione di Guido Guglielmi. Sono gli anni della sperimentazione, della poetica idiolettale e plurilinguista, del Gruppo 93 e della rivista Baldus sulle cui pagine teorizza il postmoderno critico, lontano sia dal neoromanticismo che dall’accademismo della neoavanguardia. A partire dagli anni zero la lingua poetica diventa sempre più essenziale aprendosi ad una dimensione meditativa della poesia (Fabrica, Zona ed., 2002), Versi nuovi (Oedipus ed., 2004) e Lavoro da fare (e-book del 2006). Gli anni zero sono anche anni di pionieristica attività editoriale in rete che danno vita alle edizioni on line di ristampe di autori come Niccolai, Di Ruscio e di inediti di autori come Amelia Rosselli e di riviste-blog, come Poesia da fare (a partire dal 2003) e Per una Critica futura (dal 2007). Questa seconda fase del suo percorso si accompagna ad un intenso impegno pittorico che dà vita a mostre (La materia delle parole, a cura di Elisabetta Longari, Galleria Ostrakon, Milano, 2011), spesso accompagnate da libri che raccolgono versi e immagini, come Da strato a strato, prefato da Giovanni Anceschi, La camera verde, 2009. La mostra più recente è del dicembre 2015 a Napoli, presso la galleria Movimento Aperto. Il primo libro di una nuova trilogia poetica, Le qualità, esce presso La Camera verde nel 2012, La curva del giorno, pubblicato da L’arcolaio Editore nel 2014, costituisce il secondo libro. Sito-archivio: www.cepollaro.it Blog dedicato alla poesia dal 2003: www.poesiadafare.wordpress.com Blog dedicato all’arte: http://cepollaro.wordpress.com
Silvia Molesini, nata a Bussolengo (Vr) il 14 luglio 1966, vive e lavora come psicoterapeuta a Costermano (sempre Vr). Ha pubblicato le raccolte Nuova noia (Ibiskos ed. 1987), L’indivia (Campanotto ed. 2001), Il corpo recitato (I figli belli ed. 2004), Lezioni di vuoto (Liberodiscrivere ed. 2006), Cahier de doléances (Samiszdat 2009), 13 algebriche mistiche (voici la bombe 2010), Un Es opaco (e-book, amazon 2014) e il romanzo in blog “Nascita e morte (titolo provvisorio). Ha partecipato al romanzo a rete Rifrazioni scomposte su corpo 12 e, per circa due anni, membro fondatore, al progetto Karpòs. È presente in diverse antologie, su riviste letterarie , fascicoli e siti web (Le voci della luna, Filling Station, L’ortica, Critère, Niederngasse, Progetto Babele- Il foglio letterario- Historica, Absolute Poetry, Lettere Grosse, La dimora del tempo sospeso, Podcast di Poecast, La poesia e lo spirito, Private, Tellusfolio, Nuove Tendenze, Ellin Selae). È stata segnalata in alcuni concorsi di poesia (nel 2008 : con Esanimando al Premio Montano e al premio Mazzacurati/Russo con Cahier corpo piccolo ). Ha collaborato con con Zeropoetry, Absolute Poetry e Vdbd e tuttora collabora con NiedernGasse. È coinvolta nel progetto di diffusione poetica orale Letteratura Necessaria curato da Enzo Campi. Work in progress: Castello. Prossima pubblicazione per Oèdipus edizioni: Mazzo di fiorellini.
Giorgia Monti. Nasce a Forlì il primo ottobre del 1968, città dove tuttora vive e lavora. Nel febbraio 2012 esce, per Cicorivolta ed., "Che razza di mondo", la sua prima silloge poetica. Nel 2012 fonda il gruppo di scrittura “Colare Parole” e nel 2014 esce, a cura di Casa walden, il volume collettivo “Giri di parole – mappe emotive della Forlì che scrive”. Nel 2013 collabora con la Coop. Soc. L. Valli con 9 poesie brevi che accompagnano i batik realizzati dagli artisti. Nel 2014, scrive
26 poesie brevi che accompagneranno le opere della III edizione di “Galleria a Cielo Aperto”, progetto patrocinato dal Comune di Forlì. Dal 2009 gestisce laboratori di scrittura creativa in collaborazione con diverse del territorio. Nel 2015, con Serena Piccoli e Silvia Tiso, dà vita al progetto artistico “Versi diversi per parole sorelle”, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, prende parte al progetto “OR-DITE!” come autrice e performer, progetto da cui prende nome l’omonima antologia, Altre sue poesie sono incluse nelle antologie “Voci dell’aria” e “La pace è in fiamme” a sempre per Exosphere PoesiArtEventi. E’ di questi giorni l’uscita dell’ep “Tra acqua e acqua”, con musiche e arrangiamenti di F. Fanuzzi e M. Sboarina.
Serena Piccoli, poeta, drammaturga e scrittrice padovana. Ha pubblicato la raccolta di poesie "Nata farfalla" (WLM Edizioni), il romanzo "La rocca del tempo fermo" (Ed. Lettere animate) e ha ideato e curato l’antologia "Or-dite! Trame d’arte contro la violenza sulle donne" (Exosphere PoesiArtEventi). Autrice di varie commedie, pièces su temi sociali e corti teatrali. Il suo monologo: 'Non ne usciamo vive ' è stato selezionato nel 2014 per la mostra 'Io sono il mio grido' - Palermo 2014, e Pinacoteca Albertina di Torino nell’ambito di ‘Sulla mia pelle’. Sue poesie appaiono in varie riviste e libri, tra cui: ‘La luna storta’ a cura di Ivan Lasorsa (WLM edizioni), ‘Voci dell’aria’ Antologia di Poesia Femminile (Exosphere PoesiAerEventi), ‘La pace è in fiamme’ antologia di poesie (Exosphere PoesiArtEventi), 'Quaderno numero 12' e ‘Quaderno numero 14’ (Cleup editrice) dello storico gruppo letterario Formica Nera. Alcuni suoi versi inglesi sono nel progetto fotografico-letterario ‘Quoting love’ di Robert Roach per l’Università di Rochester, Regno Unito, in mostra nel giugno 2015 a Londra presso The Old Truman Brewery
Hilde March, nata a Pisa ma fiorentina di adozione, ha cominciato a scrivere poesie alla soglia dei quarant'anni. Nel 2013 ha vinto il premio Voci della Luna per testi inediti, e tra il 2014 e il 2015 sono uscite le due raccolte "Il seme e il resto" (Teseo Editore) e "Passi sparsi" (Transeuropa), con una postfazione di Elisa Biagini. Attiva in laboratori, reading ed eventi di promozione della poesia, tra i suoi interessi è il rapporto tra scrittura poetica e arti visive, per i quali ha partecipato a progetti sperimentali rivolti al pubblico in collaborazione con il Centro di Cultura Contemporanea “La Strozzina” di Firenze. Dalla raccolta “Passi Sparsi” è stato prodotto di recente il video omonimo: https://www.youtube.com/watch?v=vHV694K6l2g
Pier Francesco De Iulio è nato a Roma, dove vive e lavora. Laureato in Lettere alla Università "La Sapienza", si occupa di Comunicazione e Formazione aziendale. Direttore editoriale del magazine on-line Megachip.info è tra i fondatori del canale di informazione indipendente sul web Pandora Tv. Suoi testi sono stati pubblicati su diversi blog e riviste letterarie e d'arte (Bibbia d'Asfalto, Iris News, La presenza di Èrato, Nuovi Argomenti, Poetarum Silva, Versante Ripido, Poetineranti, Words Social Forum e altri). Una selezione di sue poesie è stata tradotta in francese da Silvia Guzzi e pubblicata sulla rivista "terre a cièl poésie d'aujourd'hui", accompagnata dalle illustrazioni di Pierre Rosin e da una nota di lettura di Cetta Petrollo. Attualmente sta lavorando alla sua prima raccolta di poesie
SABATO 28 MAGGIO ore 20.00 CASSERO LGBT CENTER VIA DON MINZONI 18
Cura e conduzione Enzo Campi Regia tecnica Mario Sboarina Langue-de-carpe Barbara Pinchi Di lapidi e terra Antonella Bukovaz casadolcecasa Alberto Mori Negative-Text
Nina Maroccolo Cuori dâ&#x20AC;&#x2122;aceto duro Julian Zhara Condominio 779: interni Alessandro Burbank Poesia aumentata: One Man Sciò Marilena Renda La sottrazione
Arte-fatti contemporanei Maria Assunta Karini Abraham's Greenhouse Cristalli di fantasmi Don Chisciotte
Nina Maroccolo, Massa 1966. Cresciuta in Sardegna da bambina, approdata a Firenze nel ‘75 – dove ha studiato Arte e Musica – vive e lavora a Roma dal 2004. Scrittrice, cantante e performer, autrice di testi teatrali, interprete, artista visiva. Lavora a recital, perfomances, improvvisazioni, azioni sceniche, teatralizzazione di testi. Ha lavorato con City Lights Italia, consorella europea della casa editrice fondata da Ferlinghetti. Nel 2009 le è stato conferito il Premio Nazionale per la Narrativa dal Sindacato Nazionale Scrittori, SIAE, Reti di Dedalus, per il racconto “Malestremo”. Pubblicazioni : IL CARRO DI SONAGLI (City Lights Italia 1999); ANNELIES MARIE FRANK (Empirìa 2004, 2a ed. 2009), con una lettera di Alda Merini; FIRENZE-ROMA (Pulcinoelefante 2004), a cura di Eric Toccaceli; DOCUMENTO 976 – Il processo a Adolf Eichmann – (testo drammaturgico, Nuova Cultura, Roma 2008), con prefazione di Fabio Pierangeli e Roberto Mosena; ILLACRIMATA (Tracce 2011), con saggio introduttivo di Paolo Lagazzi; S’IMPALPITI MATERIA – Omaggio a Giacomo Manzù, librooggetto d’arte a tiratura limitata (Edizioni d’Arte Musidora 2011); ANIMAMADRE (Tracce 2012), romanzo: prefazione di Fabio Pierangeli. MALESTREMO – Sedici viaggi nell’Altrove (Tracce 2013), racconti: introduzione di Marco Palladini, a concludere la Trilogia dal titolo I POSTERI DEL MODERNO (Illacrimata, Animamadre, Malestremo). ERO NATO ERRORE – Storia di Anthony, romanzo scritto insieme ad Anthony Wallace (Pagine, Fondazione Roma Arte/Musei, 2014).
Marilena Renda è nata a Erice, ha vissuto a Roma e Palermo e vive (per il momento definitivamente) a Milano, dove insegna, scrive e traduce. È laureata in Lingue e ha conseguito un dottorato in Italianistica con una tesi su ebraismo e letteratura nel ‘900. Collabora a doppiozero, Alfabeta2 e Bookdetector. Ha scritto e pubblicato in rivista e volume saggi su Giorgio Bassani, Primo Levi, Anna Maria Ortese, Jolanda Insana e Amelia Rosselli. Nel 2010 è uscita per Gaffi la monografia: Bassani, Giorgio. Un ebreo italiano e nel 2012 per dot.com press il poema Ruggine. http://puntocritico.eu/?p=4981 Nel 2015 sono usciti i racconti Arrenditi Dorothy! per L’orma e le poesie La sottrazione per Transeuropa.
L'Opera di Maria Assunta Karini, da oltre quindici anni, utilizza come terreno di indagine quella zona grigia che precede un importante cambiamento. Un istante di eterno presente, in cui la routine del passato si interrompe e uno "stato alterato di coscienza" si impone a dissolvere i confini che separano chi siamo da chi diventeremo. Identità e alterità. Così la maternità, l'imporsi di un'ideologia, la disperazione, diventano chiavi d'ingresso in un mondo parallelo, allucinato ma sempre lucido in cui il tempo si dilata. E un modo per parlare di trasformazioni imminenti ma ancora incompiute, storiche o individuali che siano, ma sempre al femminile (Natasha Barbieri)
Maria Assunta Karini nasce come scultrice. Studia a di Parigi nella sezione di scultura a l’École nationale supérieure des beaux-arts. Studia tecnologie del marmo alla Scuola del marmo di Carrara e le tecniche scultoree sul granito per quattro mesi in Montreal, Canada. Frequenta il laboratorio di scultura SGF di Carrara. Partecipa a numerose manifestazioni e concorsi di scultura monumentale (Israele, Brasile,Messico, Francia, Repubblica Ceca , Corea ecc),sue opere si trovano in numerose collezioni pubbliche e private. Successivamente, intraprende un percorso di sperimentazione visiva passando alla fotografia e videoinstallazione. Segue corsi di sperimentazione audiovisiva, cinema sperimentale e d’artista. Elabora numerosi progetti attraverso la commistione di questi mezzi espressivi, anche grazie ad un percorso individuale di ricerca scientifica e le sue applicazioni nell’arte e collaborazioni internazionali con gruppi artistici multidisciplinari (Centro Provincial de Artes Plásticas y Diseño , Habana Cuba, MADC Museo de Arte y Diseño Contemporáneo,San José Costa Rica ). Frequenta corsi di cinema sperimentale all’Aiace a Torino e alla Civica Scuola di Cinema Fondazione Milano. Contemporaneamente sviluppa un percorso di regista e sceneggiatrice , realizzando numerosi cortometraggi e medio metraggi che hanno partecipato a festival nazionali ed internazionali (Cannes, Seattle, Seoul, Teheran, Clermont Ferrand, Barcelona, Athens, Warsaw, Amsterdam etc) ottenendo diversi premi e riconoscimenti. Ha partecipato a numerose esposizioni in musei, fondazioni e gallerie, tra i quali Fondazione Mazzotta Milano , BAC Museo d’Arte Contemporanea di Barcellona , Mart Museo d’Arte Contemporanea di Trento e Rovereto, MADC San Jose (Costa Rica) etc. Ha collaborato alla realizzazione di video musicali come il docu-film Break blues dove hanno partecipato grandi nomi della musica e della letteratura americana,tra i quali Frank Lisciandro, Joe R. Lansdale, Sonny Landreth, Anthony Neil Smith, Tim Willocks, Lance Leadbetter. “Ghosts of Industrial Sunday”, con la collaborazione musicale di Simon Fisher Turner. Moth Masque cd e dvd con le musiche di Timothy Renner film realizzato da Maria Assunta Karini e Francesco Paladino.“Timelake”documentario sull’artista Gregg Lake, prodotto dalla Manticore Records U.S.A.
Antonella Bukovaz è originaria di Topolò-Topolove, borgo sul confine italosloveno, nelle valli del Natisone. Lì ha cresciuto le sue figlie e scritto poesie che sono confluite in un libro, “Tatuaggi”, edito da Lietocolle (2006). Dal 1995 ha partecipato a diverse rassegne di arte contemporanea in Italia e in Slovenia; dal 2005 si dedica prevalentemente alla poesia e alle interazioni tra parola, suono e immagine in forma di lettura, videopoesia e video-audioinstallazione. Ha realizzato i suoi lavori collaborando con i musicisti Sandro Carta, Marco Mossutto, Hanna Preuss, Antonio Della Marina, Teho Teardo, Massimo Croce, Antonella Macchion. Per "Storia di una donna che guarda al dissolversi di un paesaggio" ha vinto il Premio Antonio Delfini 2009. Ha scritto il poema breve MaipiùNikolivec rappresentato nello spettacolo di teatro sonoro S.E.N.C.E dell'Atelje Sonoricnih umetnosti di Hanna Preuss al Cankarjev dom di Ljubljana, al Teatro Miela di Trieste e alla Gekken galery di Kyoto; nel 2013 l'Atelje produce lo spettacolo Sonokalipsa, per il quale scrive parte dei testi. Sempre nel 2013, in collaborazione con Massimo Croce, compone la partitura per le perfomance sonore Lessico Elettronico e L'Arte dei Rumori in onore di Luigi Russolo. Suoi versi sono pubblicati su riviste web e cartacee (il Verri, Alfabeta, in Pensiero…). Nel 2011 ha pubblicato al Limite, editore Le Lettere, con dvd (video di Paolo Comuzzi, musiche di Antonio Della Marina), è uscita nell’ Antologia Poete a nord est, Ellerani editore e nell’Antologia Einaudi Nuovi poeti italiani 6. Del 2012 è la pubblicazione del librino koordinate per pulcinoelefante e del cd Casadolcecasa per Ozky-esound. Sue poesie sono tradotte in sloveno, tedesco, inglese, francese e arabo. Collabora alla realizzazione di Stazione di Topolò-Postaja Topolove. Insegna, in lingua slovena, nella scuola bilingue di San Pietro al Natisone. Vive a Cividale del Friuli. (buk.anto@gmail.com) https://rebstein.wordpress.com/2014/01/29/sto/#more-62079 http://www.nazioneindiana.com/2015/02/23/i-poeti-appartati-antonellabukovaz/
Barbara Pinchi si è sempre trovata a giocare con le parole. Nel 2002 pubblica la raccolta di poesie “D'Ombre” Prospettiva Editrice. Tra il 2003 e il 2004 partecipa a diversi Poetry Slam (Fnac Milano, Napoli, Salone del Libro di Torino). Nel 2006 partecipa a “Miss Poesia” Rai Futura Tv, Roma. E’ tra i finalisti del concorso di Videopoesia “Doctorclip” Romapoesia. Partecipa alla Biennale del Libro d'Artista, Spoleto (PG). Nel 2007 partecipa alla “Libreria degli Inediti” spazio teatrale “il Pozzo e il Pendolo” Napoli. E' pubblicata sul catalogo “Ulisse” Associazione “Fonopoli” di Renato Zero, Roma. Nel 2008 è pubblicata su “Il Bazar dell'Incredibile” Midgard Edizioni. Inizia un nuovo percorso poetico/teatrale con lo spettacolo “Fachearrido” prodotto da "BIANCOCHIAROspazioteatrale. E’ vincitrice del Poetry Slam Biennale Marsica, finalista al Concorso BazzanoPoesia (BO). Ha collaborato con il TEDXBOLOGNA. Al suo attivo numerose performance che mescolano le sue parole alla musica elettronica (Angelo Benedetti) e alle immagini (Fabrizio Corvi): “Espostiquadrati” Palazzo delle Esposizioni, Spello. “Promenade” Festival dei Due Mondi Spoleto. “Non trovo pace” Agimus Venezia. “L’eco della mammella” a “DI-STANZE” Festival Comunitario delle Arti Sonore Università di Roma, Bologna in Lettere e Eros e kairos - Festival Internazionale della Poesia al Femminile, Viterbo. “Dei luoghi perforati dalla gioia” Palazzo della Penna – Perugia. Crea la sua prima istallazione poetica “DIMORATA” per CHIAVEUMBRA manifestazione di arte contemporanea in Umbria.
Alberto Mori (Crema 1962), poeta performer e artista, sperimenta una personale attività di ricerca nella poesia, utilizzando in interazione altre forme d’arte e di comunicazione: dalla poesia sonora e visiva, alla performance, dall’installazione al video. Nel 2001 Iperpoesie (Save AS Editorial) e nel 2006 Utópos (Peccata Minuta) sono stati tradotti in Spagna. La produzione video e performativa è consultabile nell’archivio multimediale dell’ Associazione Careof / Organization for Contemporary Art di Milano. Negli ultimi anni più volte finalista del premio di poesia “L. Montano” della rivista Anterem di Verona. Dal 2003 numerose apparizioni a Festival di Poesia e Performing Arts fra le quali: V Settimana della Poesia Italiana nel mondo (Lisbona 2005) , Biennale di Verona (2005 e 2007), Rassegna Poesia Vagabonda (Settimo Torinese 2009 e 2010) , IX Art Action International Performance Art Festival (Monza 2011), Festival Sconfina(te) Menti, Maggio Internazionalista (Brescia 2013), Bologna in Lettere, Festival di letteratura contemporanea multimediale (2013, 2014,2015). www.albertomoripoeta.com
Alessandro Burbank (1988), poeta, performer, organizzatore di eventi, MC/presentatore, slammer, attivista culturale, divulgatore. Vive a Venezia. Ha organizzato il “Venezia Poesia” per 100 Thousand Poets For Change e “Gatarigole” https://www.facebook.com/gatarigole/photos_stream, eventi di musica, poesia, e artigianato locale per contrastare il turismo di massa e la perdita del senso di cittadinanza nel capoluogo veneto. Come ''solista'' propone il suo
spettagolo OneManSciò e collabora col rumorista veneziano Francesco Il Bol Gibaldi del gruppo Waterpfoof nel duo Golpe Grosso. Il Format Canti del Caos ispirato liberamente al libro di Antonio Moresco, è un cabaret poetico e musicale, crossmediale di divulgazione poetica e di partecipazione del pubblico. Partecipa al progetto internazionale ''Nemici'' http://www.theenemiesproject.com/nemici/ con il poeta Steven J. Fowler. Si è esibito a Londra presso il Rich Mix nel Novembre 2015. Scrive e collabora per la rivista culturale BlareOut di Venezia. È tra gli organizzatori del festival di poesia orale e musica digitale ''Andata e Ritorno''. Sempre per Blareout organizza il Festival dell'Erotismo sulla sensibilizzazione dei temi dell'eros e LGBTQ.
Julian Zhara nasce a Durazzo il 21 Maggio 1986. Trasferitosi in Italia all’età di 13 anni, ha all’attivo una pubblicazione, “In apnea” (Granviale, 2009) con la prefazione di Aldo Vianello. Presente tra i finalisti del Premio Dubito in L’epoca che scrivo, la rivolta che mordo (Agenzia X, 2013) . Oltre che poeta, performer è organizzatore culturale di eventi poetici e letterari a Venezia. Dal marzo 2012 ha iniziato una collaborazione col compositore Ilich Molin e il video-artist Enrico Sambenini per il progetto “Dune”. Scrive per la rivista Blare Out con cui cura anche Andata e Ritorno. Festival di poesia orale e musica digitale.
AA.VV. Il colpo di coda Amelia Rosselli e la poetica del lutto a cura di Enzo Campi contributi critici Daniele Barbieri, Francesco Carbognin, Biagio Cepollaro Antonella Pierangeli, Salvatore Ritrovato Marco Adorno Rossi, Enzo Campi contributi creativi Antonio Loreto, Silvia Molesini, Renata Morresi Marina Pizzi, Maria Pia Quintavalla, Maria Luisa Vezzali con due lettere di Tiziana Cera Rosco , Plinio Perilli
Il volume contiene inoltre i testi dei vincitori e dei finalisti dei Concorsi Letterari banditi dal Festival Bologna in Lettere in occasione della IV Edizione dedicata ad Amelia Rosselli Anna Bertini, Roberta Caiffa, Rodolfo Cernilogar Lella De Marchi, Fernando Della Posta, Alessandro Silva Giulietta Vincitorio, Valerio Scrima, Carlo Maria Genovese
Marco Saya Edizioni
Indice 5 7 20 24 38 41 49 52 58 59 66 72 80 82 102
Tiziana Cera Rosco, Lettera ad Amelia Rosselli Daniele Barbieri, L’improvviso di Amelia Rosselli Marina Pizzi, Per sospettare sì finalmente fine Francesco Carbognin, L’«automa» di Variazioni Belliche Antonio Loreto, CONTENERE Biagio Cepollaro, Due poesie di Amelia Rosselli secondo i criteri della poesia integrata Silvia Molesini, A melia (“potessi avere la leggerezza della prosa”) Salvatore Ritrovato, Una vena lirica nella Cantilena di Amelia Rosselli Maria Luisa Vezzali, 11/02/2016 Antonella Pierangeli, Amelia Rosselli, partitura per voce sola e livide disillusioni Renata Morresi, Terzo Paesaggio Marco Adorno Rossi, Amelia Rosselli. La costruzione della poetica dell’impoeticità Maria Pia Quintavalla, Visitazione (variazioni sul ritorno di Amelia Rosselli) Enzo Campi, Epico, sapido, quasi sadico: per un (auto)ritratto di Amelia Rosselli Plinio Perilli, Lettera ad Amelia Rosselli
110 111 115 119
Concorsi Sezione A Anna Bertini, Uscite dalla fossa – un incubo di Amelia Rosselli Roberta Caiffa, Poesia “elevata al cubo” Lella De Marchi, A-polide A-melia
121 122 124 127
Concorsi Sezione B Fernando Della Posta, Ritorno Alessandro Silva, L’adatto vocabolario d’ogni specie Rodolfo Cernilogar, Anche se portano doni
130 131 132 133
Concorsi Sezione Scuole Giulietta Vincitorio, Parentesi Valerio Scrima, The end Carlo Maria Genovese, Cruelle vérité
135 Amelia Rosselli, Bibliografia essenziale 137 Note bio-bibliografiche degli autori
Antonio Loreto (Tricarico, 1975) lavora presso il Dipartimento di Letterature comparate dell’Università Iulm di Milano e presso la Biblioteca S. Gerardo di Monza, dove tiene laboratori di poesia per le scuole e cura il secondo “Fondo Ex.it” (il primo è stato istituito dalla Biblioteca Pablo Neruda di Albinea, sede dal 2013 dei convegni Ex.it - Materiali fuori contesto). Dopo aver studiato le carte editoriali di Sereni («Se io fossi editore». Vittorio Sereni direttore letterario Mondadori, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 2013) ha pubblicato I santi padri di Amelia Rosselli. "Variazioni belliche" e l'avanguardia (Arcipelago, 2014) e Dialettica di Nanni Balestrini. Dalla poesia elettronica al romanzo operaista (Mimesis, 2014). https://iulm.academia.edu/AntonioLoreto
Renata Morresi (Recanati, 1972) scrive poesia e saggistica, fa ricerca, traduce. Ha pubblicato poesia nelle raccolte Cuore comune (peQuod 2010),Bagnanti (Perrone 2013), La signora W. (La camera verde 2013; ora anche in traduzione francese nella rivista Nioques 14, 2015), e in varie riviste e antologie (tra cui: Poesia, Semicerchio, Il Caffè illustrato, Alfabeta2, Il nostro Lunedì, Registro di poesia #2, a cura di G.Frasca, Nodo Sottile 4, a cura di V.Biagini e A. Sirotti). Di recente il
suo Madame Marie Tussaud è apparso nella rivista-foglio 2x2, n.2.2 (Accademia di Brera, Otis Graduate Writing), con traduzione a fronte di Guy Bennett. Nel 2015 ha vinto il premio del Ministero dei Beni Culturali per la traduzione di poeti americani moderni e postmoderni; nel 2014 ha ricevuto il Premio Marazza per la prima traduzione italiana di Rachel Blau DuPlessis (Dieci bozze, Vydia 2012). Attualmente sta lavorando a una edizione italiana dei testi di Emily Dickinson accompagnati dalle fotografie della serie “Io sono Nessuno” di Mario Giacomelli, in uscita per i tipi di Arcipelago Itaca. È redattrice di Nazione Indiana.
Marina Pizzi è nata a Roma, dove vive, il 5-5-55. Ha pubblicato i libri di versi: Il giornale dell’esule (Crocetti, 1986), Gli angioli patrioti (Crocetti, 1988), Acquerugiole (Crocetti, 1990), Darsene il respiro (Fondazione Corrente, 1993), La devozione di stare (Anterem, 1994), Le arsure (LietoColle, 2004), L’acciuga della sera i fuochi della tara (Luca Pensa, 2006), Dallo stesso altrove (La camera verde, 2008, selezione), L’inchino del predone (Blu di Prussia, 2009), Il solicello del basto (Fermenti, 2010), Ricette del sottopiatto (Besa, 2011) Un gerundio di venia (Oèdipus, 2012), La giostra della lingua il suolo d’algebra (Edizioni Smasher, 2012), Cantico di stasi (Edizioni di Cantarena, 2013, selezione), Segnacoli di mendicità (CFR, 2014), Plettro di compieta (Lietocolle, 2015). Numerose altre raccolte inedite su carta sono rintracciabili sul Web. Ricordiamo tra le altre: La passione della fine, Intimità delle lontananze, Sorprese del pane nero, Pecca di espianto, Ricette del sottopiatto, Davanzali di pietà, Il sonno della ruggine, Soqquadri del pane vieto e il poemetto L’alba del penitenziario. Il penitenziario dell’alba. Fa parte del comitato di redazione della rivista "Poesia". È tra i redattori del litblog collettivo "La poesia e lo spirito", collabora con il portale di cultura “Tellusfolio”. Sue poesie sono state tradotte in Persiano, in Inglese, in Tedesco. Numerosi e-book e collaborazioni si trovano sulla Rete Web.
Maria Pia Quintavalla. Nata a Parma, vive a Milano. Suoi libri: Cantare semplice, Tam Tam, 1984; Lettere giovani, Campanotto, 1990; Il Cantare, Campanotto, 1991, Le Moradas, Empiria, 1996, Estranea(canzone), Manni, 2000, introduzione di A.Zanzotto; Corpus solum, Archivi ‘900, 2002; Album feriale, Archinto, 2005; Selected Poems, Gradiva 2008, N.Y.; China, Effigie, 2010; I Compianti, Effigie, 2013/2015. Cura dal 1985 la rassegna e relative antologie, “Donne in poesia”, in nuove rubriche: “Scrivere al buio”, (Casa della poesia ), “Le Silenziose”, Book City, “Muse, Autori Resurrezioni” (Expoincittà). Ha curato il convegno “Bambini in rima/La poesia nella scuola dell'obbligo”, Atti su Allfabeta 1985-1988. Premi: Tropea, Cittadella, Alghero Donna, Nosside, Borgomanero, Montano, Città S.Vito, Contini, Metauro, Alda Merini, Pontedilegno etc. Cinquina al Viareggio. Tradotta in varie lingue ed antologie.Collabora con Lab. di scrittura a Lettere, Università agli studi di Milano e di Parma.
Marco Saya Edizioni – Corso Plebisciti 1 – Milano http://www.marcosayaedizioni.net/
I FINALISTI DEI CONCORSI LETTERARI Concorso Letterario Stratificazioni Sezione A - I° classificato
Anna Bertini. Appassionata e dedita da sempre alla scrittura e alla musica, è nata in Toscana, a Livorno e si è trasferita nel 1987 a Monaco di Baviera dove ha acquisito il Diploma in Educazione dell'adulto e quello di Lingua Tedesca. Si è dedicata per svariati anni all’insegnamento della lingua italiana per stranieri. Ha studiato Drammaturgia presso la Facoltà di Theatherwissenschaft della Münchner Ludwig Maximilian Universität. Ha frequentato il primo anno del Master in Tecniche della Narrazione e i corsi di Editing, Critica Musicale, e Scrittura per il Teatro presso la Scuola Holden di Torino (’94-’96). Dal 1996 al 2011 si è occupata di management culturale, fondando le due agenzie Bertini Art Networking e Joinopera. Ha curato le carriere di musicisti e l’organizzazione di eventi e spettacoli, collaborando con molte prestigiose istituzioni e personalità internazionali. Ha trascorso diversi mesi in Africa per l’adozione della figlia Nathalie, in seguito alla quale ha abbandonando la carriera manageriale. Questi cambiamenti le hanno i consentito di dedicarsi più intensamente alla scrittura, che è diventata così ( insieme alla cooperazione con scuole e istituzioni culturali per seminari e laboratori di espressività e didattica della musica ) più centrale nella sua attività. Pubblica bimestralmente sulla rivista letteraria La Stanza di Virginia, e bisettimanalmente sul magazine dell’Associazione Onlus Facciunsalto Editori. Sue liriche e racconti sono comparsi in svariate antologie ed ebooks, tra le quali citiamo il IV e VI numero de I Quaderni di Èrato, l’antologia Voci contro la Guerra di Onirica Edizioni, e quella Teorema del Corpo, Donne scrivono l’eros, FusibiliaLibri, 2015.
Ha pubblicato per FusibiliaLibri la silloge “Profusioni”, ( nota editoriale di Adriana Gloria Marigo ). Ha scritto un romanzo e una raccolta di racconti. E’ socia ordinaria di EWWA European Writing Women Association e membro di DVPJ, Deutscher Verband der Pressejournalisten. E’ mandataria SIAE per il registro autori/editori. E’ segretario della giuria del Premio Letterario Natale Patti, parole e musica – Palermo.
Concorso Letterario Stratificazioni Sezione A - II° classificato
Roberta Caiffa è nata a Gallipoli (Le) nel 1979. Ha studiato Lettere Moderne presso l’Università del Salento, dove si è laureata in Letteratura Italiana Contemporanea con una tesi su Amelia Rosselli. Ha collaborato con il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università del Salento, con un intervento sulla poesia di Amelia Rosselli nell’ambito del “Laboratorio di analisi dei testi letterari”. Ha conseguito il diploma di Gestalt Counsellor con una tesi sulla centralità delle emozioni nella pratica relazionale ed educativa, e il diploma di Counsellor Professionista con il lavoro realizzato insieme al gruppo di colleghi stagisti: “Io e Te… Noi. Immigrazione, Counseling, Intercultura”. In qualità di counsellor, ha esercitato attività teorico - pratiche in contesti educativi,
comunitari ed artistico - creativi, finalizzate a focalizzare metodologie di approccio flessibile alla realtà orientate al problem solving e a perfezionare la relazione fondata sull’empatia, secondo il modello gestaltico di riferimento. E’ “Professionista Accreditato” dalla “Fondazione Italia Usa”, che le ha rilasciato attestato di merito con cerimonia di premiazione presso la Camera dei Deputati. Attualmente frequenta il Master in “Global Marketing, Comunicazione e Made in Italy”. Scrive per la rivista “A Levante. Spazi per la ricerca, l’arte, la memoria e il territorio” edita dall’Associazione “A Levante”, con sede a Galatone (Le), con cui collabora nella promozione di eventi culturali sul territorio salentino. Ama praticare yoga, pilates e acquafitness.
Concorso Letterario Stratificazioni Sezione A - III° classificato
Lella De Marchi (Pesaro, 1970) è poetessa, scrittrice, performer. E’ laureata in Lettere Moderne con indirizzo in Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università degli Studi di Bologna. Ha seguito laboratori di Scrittura Creativa e Sceneggiatura Cinematografica a Roma con Andrea Camilleri e Ugo Pirro, a Pennabilli con Tonino Guerra a Pennabilli, i corsi di Lettura ad Alta Voce con Lucia Ferrati e il laboratorio di teatro con Giuseppe Esposito a Pesaro. Ha pubblicato due raccolte di racconti: “Racconti Nove” (Albatros 2007) e “Tutte le cose sono uno” (ProspettivaEditrice, 2015), vincitore del Premio Braingnu, con prefazione del giornalista Rai Giancarlo Trapanese, e due libri di poesia: “La spugna” (Raffaelli, 2010) con prefazione di Renato Martinoni e “Stati d’amnesia”
(LietoColle, 2013), con un saggio di Enzo Campi e nota di lettura di Maria Lenti. Ha ottenuto sia con l’edito che con l’inedito molteplici premi in concorsi nazionali ed internazionali. Suoi testi compaiono in antologie di poesia contemporanea, in riviste e blog specializzati su internet. Organizza e partecipa ad eventi di poesia e narrativa, festival, reading, poetry slam in tutto il territorio nazionale. Con la collaborazione del chitarrista Alessandro Buccioletti e con testi tratti dall’omonimo libro di poesia ha realizzato il poetry –reading & percussive guitar “Stati d’Amnesia”, insieme alla ballerina Maddalena Belmondo la performance di poesia e danza “PoesieInMovimento” E’ membro di giuria di diversi premi letterari nazionali (Premio Città di Cattolica, Premio Città di Fermo, Premio Città di Porto Recanati). Collabora con la rivista “Versante Ripido” scrivendo recensioni a libri di poesia. Attualmente sta lavorando al suo terzo di libro di poesie ed al recital teatrale “Scarpette Rosse”, che verrà rappresentato al Teatro Rossini di Pesaro l’8 dicembre. La sceneggiatura cinematografica inedita “Come papaveri rossi sotto il sole giallo ’Olanda” è finalista al ScriptAmarcort 2015 di Rimini. Notizie aggiornate si possono trovare all’indirizzo del suo sito personale: www.lellademarchi.it
Concorso Letterario Stratificazioni Sezione B - I° classificato
Fernando Della Posta è nato a Pontecorvo in provincia di Frosinone e lavora nel campo dell’Information Technology tra Roma e Milano. È poeta e fotografo. Tra i tanti riconoscimenti ottenuti nel 2011 è arrivato tra i finalisti al concorso di poesia “Ulteriora Mirari” nella sezione silloge poetica inedita, nel 2014 ha ricevuto una menzione d’onore al premio di poesia e teatro “Città di Valenzano”, e si è classificato secondo al premio nazionale di poesia “L’incontro – Salice d’oro”. Nel 2015 è stata selezionato per la pubblicazione al concorso “Pubblica con noi 2015” di Fara Editore ed è risultato tra i finalisti del concorso letterario "Sistemi d'Attrazione", legato al festival "Bologna in lettere 2015", nella sezione dedicata a Pier Paolo Pasolini. Nel 2016 si classifica tra i segnalati al premio letterario “Ponte Vecchio” nella sezione “Saggistica”. Numerosi sono i suoi ebook e le sue recensioni ad opere di altri poeti e scrittori contemporanei reperibili sul web in diversi blog letterari come Neobar, di cui è redattore, Words Social Forum, Viadellebelledonne, Poetarum Silva o Il Giardino dei Poeti. Ha partecipato a numerosi reading poetici e festival letterari in tutta Italia. Nel 2011 ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “L’anno, la notte, il viaggio” per Progetto Cultura, e nel 2015 "Gli aloni del vapore d'Inverno" per Divinafollia Edizioni. Il suo blog personale è all’indirizzo www.versisfusi.wordpress.com e la sua pagina flickr di fotografia personale è
https://www.flickr.com/photos/115441383@N02/
Concorso Letterario Stratificazioni Sezione B - II° classificato
Alessandro Silva. Laureato in Scienze Biologiche, con un Dottorato in biologia e Patologia molecolare, ha esercitato per anni attività di ricerca in ambito scientifica. Da maggio 2014, in qualità di tirocinante, lavora presso la web agency CABIRIA, in Parma, come creature di contenuti multimediali per blog e pagine social (http://mapsgroup.it/blog/). Appassionato di scienza e della sua diffusione, ha pubblicato vari articoli per la rivista cartacea di divulgazione scientifica “Scienza e conoscenza” (http://www.scienzaeconoscenza.it/ articoli_autore/alessandro-silva.php) e un contributo alla rubrica scienza e tecnologia del magazine online “L’Undici” (http://www.lundici.it/author/alessandro-silva/). Alcune poesie sono comparse nelle rubrica Poemata dei numeri 34, 33, 32, 29 e 28 del magazine “Illustrati” (http://illustrati.logosedizioni.it/numeri/) mentre la raccolta di poesie inedite “L’adatto vocabolario di ogni specie” sarà pubblicata nel maggio 2016 da Pietre Vive Editore in qualità di opera prima classificata al concorso di scrittura sociale “Luce a sud-est 2015”.
Concorso Letterario Stratificazioni Sezione B - III° classificato
Rodolfo Cernilogar nasce a Pisa nel 1975. Passa i primi tre anni dai nonni marchigiani. Il nonno paterno era sloveno, conosciuto solo dai racconti del padre. Cresce in Maremma. A vent’anni torna a Pisa alla Scuola Normale e si laurea in Lettere Moderne con una tesi sul “Bestiario di Saba”. Al momento vive a Ferrara e lavora per una principale banca italiana. Ha una figlia - diventata grande - che studia all’università di Manchester. Pubblica nel 2006 il suo primo libro di poesia Argento di lumaca, LietoColle Editore. Nel 2014 esce il suo secondo libro Parlando d’altro, Cicorivolta Editore.
Teoria degli arte-fatti Editoriale Premessa Lo spirito che contraddistingue questo pezzo, oltre al necessario «superamento» degli incipit, può essere riassunto in alcuni punti, che sono indicativi ma non esaustivi: 1) Non esiste un dato di fatto assoluto, oggettivo o assolutamente oggettivo. 2) Il dato qui espresso è un fatto, quindi un fenomeno, o meglio: un epifenomeno. 3) Gli epi-fenomeni possono evolvere in arte-fatti se nascono da un’intensità intestina e se si rendono ex-tesi caratterizzandosi come unicum. 4) Gli incipit strutturalisti rappresentano solo una parte della linfa di cui nutrirsi, devono essere considerati necessariamente «in potenza», ovvero nella possibilità di una prosecuzione in termini altri. 5) Quando scriverò struttura prenderò in esame – almeno in nuce – anche le anti-strutture senza le quali essa non potrebbe essere definita tale. Quando scriverò registro non mi limiterò a considerarlo solo nell’accezione di un ordine o dell’ordine, ma farò i conti con una sorta di enumerazione spezzata, fratturata che si sviluppa a partire da specifici parametri. Quando scriverò piano sarò ben conscio che la stratificazione non può limitarsi al fenomeno della sovrapposizione e sarò costretto a far scendere in campo l’epi-fenomeno della penetrazione 6) L’arte-fatto non ha la possibilità di fissare alcunché, non vuole fissare alcunché, vuole solo avere la possibilità di proseguire il movimento
1. Assolutamente separati, assolutamente creatori. “Secondo i geografi esistono due tipi di isole. […] Le isole continentali sono delle isole accidentali, derivate: sono separate da un continente, nate da una disarticolazione, da un’erosione, da una frattura, sopravvivono all’inabissamento di ciò che le tratteneva. Le isole oceaniche sono delle isole originarie, essenziali: talvolta sono costituite da coralli, e si presentano come un vero organismo, talvolta sorgono da eruzioni sottomarine, e diffondono nell’aria libera i movimenti del fondo; alcune emergono lentamente, altre invece spariscono e poi riappaiono, senza lasciarci il tempo di annetterle. Questi due tipi di isole, originarie o continentali, testimoniano una profonda opposizione tra l’oceano e la terra. Le prime ci ricordano che il mare è sulla terra, e che si giova di ogni minimo affossamento dei rilievi più alti; le seconde, che la terra è anche lì, sotto il mare, e raccoglie le sue forze per fendere la superficie. […] Così, il fatto che un’isola sia deserta ci deve sembrare filosoficamente normale. L’uomo può vivere bene e in sicurezza soltanto se presuppone che la continua lotta tra la terra e l’acqua sia conclusa (o almeno dominata). […] Lo slancio che spinge l’uomo verso le isole riprende il doppio movimento che produce le isole stesse. Sognare le isole, non importa se con angoscia o con gioia, significa sognare di separarsi, di essere già separati, lontano dai continenti, di essere soli e perduti – ovvero significa sognare di ripartire da zero, di ricreare, di ricominciare. Ci sono isole derivate, ma l’isola è anche ciò verso cui si va alla deriva, e ci sono isole originarie, ma l’isola è anche l’origine, l’origine radicale e assoluta. Senza dubbio separazione e ri-creazione non si escludono a vicenda. […] Non è più l’isola a creare se stessa dal fondo della terra attraverso le acque, è l’uomo a ricreare il mondo a partire dall’isola e sulle acque. […] Perché un’isola smetta di essere deserta, infatti, non basta che sia abitata. Se è vero che il movimento dell’uomo verso e sull’isola riprende il movimento dell’isola precedente agli uomini, degli uomini possono occuparla, ma essa resta comunque deserta, ancora più deserta, se essi sono sufficientemente cioè assolutamente separati, sufficientemente cioè assolutamente creatori. Senza dubbio non è mai così, di fatto, anche se il naufragio si avvicina a una simile condizione. Ma perché ciò avvenga, basta sospingere nell’immaginazione il movimento che conduce l’uomo sull’isola. Un simile movimento interrompe il deserto dell’isola solo in apparenza, in realtà riprende e prolunga lo slancio che ha prodotto l’isola in quanto isola deserta; lungi dal comprometterlo, lo porta alla perfezione, al suo estremo. L’uomo in certe condizioni che lo ricongiungono al movimento stesso delle cose, non interrompe il deserto, lo sacralizza. Gli uomini che arrivano sull’isola occupano veramente l’isola e la popolano; ma in realtà, se fossero sufficientemente separati, sufficientemente creatori, darebbero semplicemente all’isola un’immagine dinamica di se stessa, una coscienza del movimento che l’ha
prodotta, al punto che attraverso l’uomo l’isola prenderebbe infine coscienza di sé in quanto isola deserta e senza uomini. L’isola sarebbe soltanto il sogno dell’uomo, e l’uomo la pura coscienza dell’isola. Perché tutto ciò avvenga, ancora una volta c’è bisogno di una sola condizione: bisognerebbe che l’uomo si riconducesse al movimento che lo conduce all’isola, movimento che prolunga e riprende lo slancio che ha prodotto l’isola. Allora la geografia farebbe tutt’uno con l’immaginario. Sebbene la domanda cara agli esploratori antichi sia «quali esseri esistono sull’isola deserta?», la sola risposta è che l’uomo vi esiste già, ma un uomo poco comune, un uomo assolutamente separato, assolutamente creatore, in breve un’idea di uomo, un prototipo, un uomo che sarebbe quasi un dio, una donna che sarebbe una dea, un grande Amnesico, un puro Artista, coscienza della Terra e dell’Oceano, un enorme ciclone, una bella strega, una statua dell’isola di Pasqua. Ecco l’uomo che precede se stesso. Una tale creatura sull’isola deserta sarebbe l’isola deserta stessa nella misura in cui si immagina e si riflette nel suo movimento primario. […]” (Gilles Deleuze, Cause e ragioni delle isole deserte, in id. L’isola deserta e altri scritti, Trad. Deborah Borca, Einaudi, 2007) 2. L’isola, la banda sonora, la risonanza Ri-partiamo da lontano e proviamo a (dis)identificare l’isola. Correva l’anno 2009. Avevo scritto un pezzo (pubblicato su diversi blog on line su piattaforma splinder, e quindi oramai irreperibile) denominato “informe/informale” dove, tra le altre cose, si gettava uno sguardo sul mondo dell’arte contemporanea. Non è certo questo il luogo per riproporlo nella sua integrità, ma possiamo recuperare alcuni passaggi funzionali allo sviluppo di questo contesto specifico, almeno per compilare una sorta di registro di ciò che può essere inscritto nella categoria degli arte-fatti. Comincerei col definire l’arte contemporanea come un gesto teso a travalicare le norme e le forme artistiche canoniche caratterizzato da una certa intenzionalità di fondo volta all’esasperazione dell’interrogazione attraverso la profusione della concettualizzazione. In un certo senso, e col beneficio d’inventario, se una «cosa artistica» non è concettualizzata non potrebbe rientrare nell’ambito dell’arte contemporanea. Allo stesso modo si potrebbe dire che il nostro gesto verrà concettualizzato proprio per pervenire allo status di epi-fenomeno e alla sua prosecuzione in un arte-fatto. Un semplice ritratto o un semplice paesaggio, se dotati eccezionalmente di una specifica forza intestina e di una caratterizzante forma esteriore, potrebbero essere considerati fenomeni, ma difficilmente potrebbero pervenire allo status di epi-fenomeni o arte-fatti. L’arte cosiddetta informale invece, per la natura (e in risposta alle motivazioni anche storico-sociali e non solo artistiche) di rinnovamento insita nel suo corpus, dovrebbe avvicinarsi di più alle teorie che qui andremo ad accennare.
Detto questo, semplificando e riducendo, vorrei sottolineare che l’arte informale si (de)costituisce attraverso due principali movimenti, quello segnico e quello materico. Che l’arte informale sia più propensa a un approccio tattile è cosa insita nella sua natura e abbastanza consolidata nell’immaginario comune. L’isola (deserta), che qui mutuiamo nel francese île, è riconducibile, per omofonia, alla hyle, ovvero alla materia. Ma non si tratta di una semplice acrobazia assonantica. Più avanti capiremo come l’aspetto fonico (o meglio: la risonanza) costituirà una delle materie indicative per l’evoluzione del concetto; e tutto questo a prescindere dall’associazione figurativa/segnica relativa al fatto che molte delle opere della cosiddetta arte contemporanea si (de)figurano costituendosi, idealmente, in una sorta di isola circondata dall’acqua, come se l’isola potesse compiere un’effrazione nel corpo dell’acqua, allo stesso modo in cui, per esempio, un taglio di Fontana compie un’effrazione sul corpo della tela
L’hyle (materia) di cui è, per così dire, composto l’informale è idealmente proiettata verso l’extensione del suo sfaldamento. Per cui la morphé (forma) di una materia tesa al suo dissolvimento deve, per sua stessa natura, rendersi informe, o meglio deve trasformare in un atto concreto e concettualizzato la dissoluzione della materia. Un atto concreto che opera in tal senso è un arte-fatto. Ad esempio le Combustioni di Burri, concretizzandosi in un gesto palpabile, rappresentano allo stesso tempo la dissoluzione dell’hyle e il suo pervenire a una nuova morphé. Il fenomeno della combustione diventa cioè epi-fenomeno solo al compimento della trasformazione, della creazione di una nuova struttura, di un piano successivo al primo, di un sistema ri-definito. Questo disfacimento (che è a tutti gli effetti un movimento, uno spostamento di senso e significato) è, in sé,
intenso, mette al lavoro le intensità di cui è costituito e si concede addirittura il lusso di persistere. Non è più una questione di segno o di traccia, ma di marca.
Un altro esempio: Biagio Cepollaro, a mio avviso “assolutamente separato, assolutamente creatore”, nella sua opera che qui definiamo, semplificando, pittografica (se si vuole si può tenere conto anche dell’accezione rupestre e arcaica del termine), imprime il suo marchio fissando e perpetuando una certa dissoluzione di fondo: l’ideale friabilità della hyle, la palese evanescenza della morphé, le diverse intensità e tonalità delle scritture sono atti concreti che mettono in campo la persistenza della dissoluzione. Questa persistenza (che nasce dalla coagulazione di pittura e scrittura), così come direbbe Deleuze, “si avvicina a una musica”, produce cioè una risonanza, un movimento nello spazio o, se preferite, uno spaziamento.
Il taglio di Fontana è relativamente assoluto, in quanto unicum che opera nel vuoto, si potrebbe dire nel neutro o, se preferite, in quella sorta di epi-fenomeno che si concede il lusso e l’eccedenza di neutralizzare il vuoto. Il taglio (ideale e idealizzato, de-figurato attraverso un’indicazione vettoriale) di Cepollaro è assolutamente relativo (in tal senso sarebbe già un arte-fatto), in quanto unicum che opera in un vuoto riempito da segni, tracce, identità. Tutte questi riempimenti sono delle intensità al lavoro. Ma la questione non si riduce solo allo sfondo (vuoto-svuotato / vuoto-riempito) nel/sul quale si innesta il taglio (il mare in cui l’isola tenta l’effrazione del suo movimento?). Il taglio diviene un tutt’uno con lo sfondo, è la ragione di esistenza dello sfondo. Il taglio di Fontana è neutro, quello di Cepollaro è caratterizzato. Abbiamo quindi due diversi tipi (o tipicizzazioni) di arte-fatti che vanno ad aggiungere una chiosa al punto 1 della premessa, e cioè che i concetti di assoluto, relativo, oggettivo, soggettivo devono essere ridefiniti di volta in volta, caso per caso, unicum per unicum.
3. Spaziamenti e intervalli Struttura del tempo all’interno dell’arte-fatto Riproponiamo un passaggio del pezzo di Deleuze: “[…] bisognerebbe che l’uomo si riconducesse al movimento che lo conduce all’isola, movimento che prolunga e riprende lo slancio che ha prodotto l’isola”. Tutta questa nostra dissertazione verte sul movimento, sullo spostamento da un piano all’altro e quindi su una sorta di dinamicità. 3.1 Tempo matematico / tempo dinamico Il tempo matematico è quello scandito per consuetudini e per convenzioni, un tempo pre-fissato e normato, ordinato in parti di sé, perfettamente nominato e riconosciuto. Il tempo dinamico è quel tempo che si tira fuori dal tempo matematico, non riconosce le sue norme pre-stabilite, esso vive di intervalli, fratture, dilatazioni e contrazioni. Il tempo matematico è un tempo ordinario, il tempo dinamico è un tempo extraordinario. Il tempo matematico è la molteplicità che rincorre se stessa riproponendosi sempre uguale, il tempo dinamico è la singolarità che professa l’unicum e la differenza. Il tempo matematico deve dividere la luce dal buio, il tempo dinamico non può ammettere una differenza tra luce e buio. Il tempo matematico deve avere ben chiari i concetti in cui inquadrare alto e basso, il tempo dinamico considera solo pervertimenti e ribaltamenti dell’uno nell’altro e viceversa.
Il tempo matematico dosa e distribuisce le forze riproponendo il suo arco ciclicamente. Il tempo matematico ha un arco limitato e delimitato. Il tempo dinamico lavora sul dispendio delle forze creando fratture nel suo arco. Il tempo dinamico lavora con il limite e sul limite eccedendolo. Il tempo matematico propone i suoi tipi per uniformare, il tempo dinamico crea prototipi per differenziare. Il tempo matematico è un tempo comune, non perde mai l’equilibrio. Il tempo dinamico è un tempo artistico, ha un equilibrio precario. Il tempo dinamico è il tempo dell’arte-fatto, abita le fratture, opera per spaziamenti. Non è costretto a fluire ininterrottamente ma anzi si concede il lusso di creare degli intervalli in cui agire o, se preferite, in cui farsi agire.
Ad esempio, Quad di Beckett è, a tutti gli effetti, un arte-fatto. È un’operazione che, vista dal di fuori, potrebbe risultare semplice: uno spazio geometrico e neutro, quattro uomini, un percorso da compiere, la ripetizione, la mancanza di un punto d’arrivo, il nulla di fatto. È in realtà una struttura fatta di piani, una super-struttura di piani intersoggettivi. Se è vero che l’arte-fatto professa, idealmente, un tempo dinamico, nel nostro caso specifico quest’opera coagula il tempo matematico e quello dinamico creando un nuovo unicum che è, da tutti i punti di vista, eccedente, anche e soprattutto nel suo rigore formale. Questo solo per dire che anche il rigore può rientrare nella categoria degli artefatti. 4. Unicum L’arte-fatto è dunque un’isola. È un’isola, idealizzata, in sé intensa, che si proietta verso un’extensione fattiva e singolare. L’arte-fatto è un manufatto (meglio se contraffatto) fatto d’arte. È fattivo in quanto costituito d’arte. È artistico in
quanto fattivo. Non si morde la coda, l’arte-fatto scodinzola il suo credo. Ma non crede che il suo credo sia l’unico credo. L’arte-fatto vive di eccedenza e nell’eccedenza. Beninteso: l’eccedenza non deve essere considerata necessariamente come un’esagerazione, come un qualcosa che si pone al di sopra e la cui aspirazione è quella di superare i limiti. Anche una sintesi può rientrare nel campo dell’eccedenza. Anche una cosa posta al di sotto può essere eccedente. Il problema è da considerarsi tale solo nelle caratterizzazioni dell’unicità e della singolarità. In tal caso l’eccedenza diventa l’eccezione (l’antitesi alla generalizzazione) che permette la costituzione di una cosa specifica, che risponde a determinati requisiti, che può svilupparsi solo a seguito di determinate condizioni. Questa cosa specifica viene definita «artefatto». Se è vero che la nostra attuale società non vive di unicum ma di massificazione generalizzata, se è vero che ciò che conta sono solo la riconoscibilità, l’identificazione e l’inquadramento secondo parametri oggettivi, dobbiamo considerare anche il fatto che il nostro unicum, una volta esteso, fissato, puntualizzato, connotato, denotato possa entrare a far parte della categoria della riproducibilità. Avremmo così un arte-fatto riproducibile, serializzato, pronto ad essere consumato più e più volte, addirittura duplicato e clonato. Del resto l’uso incondizionato porta all’abuso. Un arte-fatto abusato è un arte-fatto mutato in altro-da-sé. L’altro-da-sé dell’arte-fatto presuppone quindi una sorta di mutazione genetica. L’abuso è la mutazione genetica (e quindi fenomenologica) dell’uso. Ma questo non sarebbe comunque un problema. Del resto la «serialità» è un incipit determinante e caratterizzante, e non si può non tenerne conto. Una serie di unicum risulterebbe comunque più intensa di una serie di genericità. È anche una questione di intenzionalità, anzi di una doppia intenzionalità, quella intestina e intensa di chi produce l’unicum (e della successiva consumazione a cui, più o meno lucidamente, si offre) e quella di chi consuma l’unicum dall’esterno. Il double-bind consumazione/consumo è sicuramente un aspetto degno di nota, ma non incide più di tanto sull’esistenza dell’unicum. Anche l’abbandono dell’unicum da parte del suo autore può divenire o essere considerato un artefatto. Del resto l’abbandono si verifica, spesso, a partire da un sistema di abbondanza o di sovrabbondanza e cioè di intensità. E quindi, nella sua concezione, per così dire, pre-creatrice, nella successiva extensione e nell’eventualità del suo abbandono (consumo e consumazione), per semplificare e insieme puntualizzare, diremo che l’arte-fatto è un unicum che rivendica la forma e la forza della sua intensità. In che cosa consiste l’intensità?
5. Intensità L’intensità è inestesa e latente. Essa diviene forza e natura dell’arte-fatto solo a condizione della sua extensione. L'arte-fatto si presenta «in extenso», per esteso, per opera della sua estensione, mettendo in campo la sua esposizione, mettendo al lavoro il prolungamento della propria intensità verso l’esterno. Diremo quindi che – al di là di quanto già conosciuto e (de)consolidato (almeno da Cartesio in poi) su res cogitans e res extensa – l’arte-fatto è una «cosa» extensa che rivendica le figure della sua intensità attraverso la creazione di un tempo dinamico ove poter spaziare la sua natura di unicum. 6. La casella vuota Prima definizione: la casella vuota è il luogo da cui si dipana (da cui si mette in movimento) il senso. Seconda definizione: la casella vuota non può ammettere distinzione tra connotazione e denotazione. Terza definizione: la casella vuota è il luogo dove la mancanza si propone come condizione e come vettore per la creazione dell’arte-fatto. Perché la mancanza? Prendiamo come esempio la casella vuota di un puzzle, essa mette in scena una mancanza, evidenzia un vuoto, certifica una specie di luogo neutro, ma non neutralizzato. Al contrario: è un luogo attivo e caratterizzato. Perché? Molto semplicemente perché la casella vuota permette lo spostamento, pressoché incondizionato, di tutte le tessere del puzzle. Cosa sono le tessere? Sono, a tuti gli effetti, delle strutture. Perché, alla fine, ciò di cui si tratta e che viene trattato (anche nel senso di manipolato, propriamente fatto con mano) è costituito da strutture o, se preferite, da sistemi, registri, piani, griglie. Tutte queste definizioni sono qui espresse al plurale perché in ogni «cosa» (ordinaria o extra-ordinaria, comune o artistica) non può esistere (extendersi?) una sola struttura, un solo sistema, un solo piano, una sola griglia. Quasi paradossalmente la singolarità dell’arte-fatto si nutre della molteplicità delle sue strutture intense. Ognuna di queste strutture ha almeno una casella vuota. La casella vuota è dunque un luogo, il luogo del tempo dinamico, cioè il luogo ove avviene un movimento, ove cade o accade un movimento. Qual è, in cosa consiste e come si sviluppa questo movimento? Abbiamo due tipi di movimento, il movimento all’interno della singola struttura e il movimento da struttura a struttura. Il movimento da struttura a struttura consiste nello spostamento da una casella vuota ad un’altra casella vuota. Questo comporta un attraversamento, una penetrazione e una continua ridefinizione. L’unica cosa di cui dovremmo comunque tenere conto è la creazione, diremo spontanea, di una serialità, almeno relativamente allo spostamento che è sempre indirizzato verso ciò che è successivo, che viene dopo, che moltiplica le possibilità extensive. Ma non è questo un aspetto determinante (proprio perché
inevitabile e spontaneo), ciò che conta è che, in tal senso, “l’uomo che precede se stesso” (l’uomo che si pre-occupa di creare un arte-fatto) sarebbe l’uomo che segue il suo movimento verso l’extensione delle sue intensità. 6.1 Chiosa e puntualizzazione L’arte-fatto è anche una casella vuota che agisce contro la massificazione. Si potrebbe dire che l’arte-fatto, operando contro il luogo comune, professi la comunione in un luogo idealizzato. Il luogo è quello della casella vuota, luogo del passaggio e dell’attraversamento, luogo-tramite da sistema a sistema, da registro a registro, da struttura a struttura, luogo del tempo dinamico, luogo votato al movimento, luogo figurabile e de-figurabile solo nella sua intensità. La casella vuota non deve essere riempita. Il segreto è nella «visitazione», non nel possesso. Quarta definizione: la casella vuota è il tramite per lo spostamento, è – in una sola frase – il «mezzo differenziale». Non un punto fisso ma la diversificazione dei punti che non devono esaurirsi nella costruzione di una linea. L’intento (l’intenzionalità pre-creatrice?) è quello di lavorare sulla stratificazione di più linee. Ogni linea è una struttura, un sistema, un registro. Ogni struttura ha una propria casella vuota che permette – oltre agli spostamenti interni – una riterritorializzazione verso un’altra struttura. L’arte-fatto usa la mancanza della casella vuota per spostarsi da territorio a territorio e per mettere in movimento la propria intensità. Ed è per queste ragioni che l’arte-fatto deve considerarsi sia fisico che fenomenologico. Perché la casella vuota è insieme il tramite per lo spostamento (fisicità, dinamismo) e il mezzo differenziale (fenomenologia, mutazione genetica). Ecco il nostro arte-fatto ed ecco quindi alcune delle sue caratteristiche: riterritorializzazione, unicum/singolarità, intensità, eccedenza, diversità. Riproponiamo un altro passaggio dal pezzo di Deleuze: “ […] «quali esseri esistono sull’isola deserta?», la sola risposta è che l’uomo vi esiste già, ma un uomo poco comune, un uomo assolutamente separato, assolutamente creatore, in breve un’idea di uomo, un prototipo, un uomo che sarebbe quasi un dio, una donna che sarebbe una dea, un grande Amnesico, un puro Artista, coscienza della Terra e dell’Oceano, un enorme ciclone, una bella strega, una statua dell’isola di Pasqua […]”. E ridefiniamo, secondo le nostre esigenze: non il super-uomo, né una super-cosa, solo un arte-fatto, un manufatto, magari contraffatto, necessariamente votato alla
sua extensione, che rivendica una peculiarità (fattività) artistica e una specifica intensità. 7. A ruota libera Un link dove si può ascoltare un prototipo di arte-fatto http://www.descrizionedelmondo.it/antinomie-modpostmod-remix/ È questa una modalità che, nel corso del Novecento, è stata già usata e, se vogliamo, abusata. Nulla di nuovo certo, ma ciò che conta non è l’opera, ciò che conta è l’operazione che sottende l’opera. Andrea Inglese, il montatore (in questo caso il detentore della «casella vuota» o, se preferite, il traghettatore), si preoccupa di descrivere una cosa o un qualcosa. Il «funzionalismo» si dà nella descrittività, che è un piano primario, perché intenzionale. Questo è in quanto esiste. È qui. Mette in scena i suoi piani e il suo sistema linguistico. Non è musicale ma musicato, nel senso che attraversa più piani che contengono delle bande sonore. Queste bande sonore – tra loro isolate (separate) – divengono inter-relazionali e inter-soggettive. Sono al loro interno, sono nella loro isola. Il rapporto differenziale è da ricercarsi nel «montaggio» che le apparenta in un unicum. Le diverse singolarità, trattate come «caselle vuote», cioè attraversate e spostate (costrette cioè al movimento) divengono così un arte-fatto. Quella di Inglese è una banda sonora a più voci, a più musiche, che mette in relazione più strutture. Ogni struttura è, in sé, «separata». Spetta al «creatore» strutturare a posteriori l’epifenomeno usando le caselle vuote per spostarsi da una struttura all’altra. E in questo senso, il nostro montatore (creatore) diviene quello che, altrove, lo stesso Deleuze definisce “il grande combinatore”, ovvero colui che sfrutta i possibili e lavora sulle combinazioni. Simile, ma diversa, l’operazione di Ostuni http://www.gabrielefrasca.it/avete-sbagliato-strada/ Qui la banda sonora è, per così dire, ritrapuntata dal testo, nel senso che i “punti singolari” giocano a rimpiattino col rincorrersi delle voci attraverso il semplice espediente (qui assunto al ruolo e al «funzionalismo» di dispositivo) di più volumi che concorrono ad una rarefazione della temporalità. Si potrebbe dire che tra ”duplicazione e metafora” avvenga una sorta di ripetizione diffratta della temporalità. L’extenso ricorre al raddoppiamento dei singoli piani intensivi. Piano interno e piano esterno entrano qui in relazione. Ogni piano sembra abbandonato a se, ma in realtà creano un sistema intersoggettivo. In senso derridiano sia l’operazione di Inglese che quella di Ostuni sono da considerarsi, in un certo senso, delle «intrallacciature». E l’intrallacciatura, nella
nostra, opinabile, grammatica degli arte-fatti, potrebbe rappresentare il sistema di registri che vive e si consolida in più strutture (nonostante la regola, ideale, della visitazione). Prima abbiamo accennato a “Quad”. Avremmo dovuto parlare anche di “Film”, o di qualsiasi altro arte-fatto beckettiano ove viene messo al lavoro quello che potremmo definire l’«esausto». L’esausto, prima beckettiano, poi deleuzeano, poi ostuniano, vive anche in quella che Derrida –commentando Lacou-Labarthe, definiva desistance, che non è solo un’apologia dell’indistinzione o dell’informulato (categorie che Ostuni mette in epigrafe, citando Deleuze che, a sua volta, riporta Blanchot che si esprime su Musil, così giusto per evidenziare l’intersoggettività e la compresenza di più piani e strutture, di più autori e situazioni concettuali), ma una sorta di ragionamento sul senso della vita, sulla mancanza come effetto e non come difetto, sul vuoto che permette lo spostamento (nei casi beckettiani-ostuniani si potrebbe dire anche “il trascinamento”). Può esistere un arte-fatto «desistente» ma intenso? Certo che sì. Non bisogna confondere l’intensità con la fisicità. Tutta la questione si risolve (perpetua il suo scarto) nella feno-fisicità e nell’assumere, in sé, il ruolo e il funzionalismo dell’arte-fatto. Potrei fare svariati esempi, ma non siamo qui per enumerare. Siamo qui per extendere un concetto attraverso la compilazione di un palinsesto indicativo ma non esaustivo. Molte delle operazioni che fanno capo alla Prufrock di Luca Rizzatello, ad esempio, rientrano nelle nostre teorie degli artefatti. I libri editi da diaforia, (almeno relativamente alle ultime produzioni: Teti, Carravetta, Balestrini) ad esempio, sono arte-fatti. Al di là della specificità di ogni libro che, concettualmente, per certi versi, è già in sé un epifenomeno, Daniele Poletti ha un’idea di libro come oggetto e come struttura. La sua forma è insieme intensa e extensa, vive di una intensità intestina e la traspone all’esterno attraverso la messa in scena di una forma che, in quanto unica, rientra di diritto nelle categorie e nei sistemi dell’arte-fatto. Autori come, ad esempio, Gentiluomo, Fontana, Minarelli, Agrati, Balestrini, ognuno in modo diverso e con uno stile personale, possono rientrare in tale categoria. E via dicendo, saltando tra presente e passato, attraversando diversi linguaggi espressivi e passando attraverso Edoardo Sanguineti e Bill Viola, Eugenio Barba e Carmelo Bene, Gina Pane e Tadeusz Kantor, Hermann Nitsch e Emilio Villa, David Lynch e Francis Bacon, Magazzini Criminali e Gilles Deleuze, Abel Ferrara e Psychic TV, Leonardo Da Vinci e Adriano Spatola, Arthur Rimbaud e Jean-Luc Nancy, Tuxedomoon e Antonin Artaud, Alfred Jarry e Magdalo Mussio, Jean-Luc Godard e Jacques Derrida, Julian Beck e Societas Raffaello Sanzio, Lenz Rifrazioni e Marina Abramovic, Demetrio Stratos e Patrizia Vicinelli, Ciprì e Maresco e Ugo Carrega,
Georges Bataille e Giorgio Manganelli, Diamanda Galas e Christophe Tarkos, Takeshi Kitano e Peter Greenaway. Ecco sono questi, alcuni dei nomi sui quali fondare, idealmente, un’enciclopedia degli arte-fatti. Ora - ricapitolando e ricongiungendo, sintetizzando e puntualizzando, e forse anche un po’ drammatizzando – potremmo dire che operare sulla compresenza di diverse strutture, servirsi della serialità come «urgenza» semantica, decontestualizzare o ri-contestualizzare gli oggetti, dilatare e trasfigurare lo spazio, sono alcuni degli elementi necessari alla costituzione di un arte-fatto. Ma, in prima e ultima istanza, l’arte-fatto per essere riconosciuto come tale deve essere messo in scena. La messa in scena è opera delle azioni. L’opera cade e accade in uno spazio. Lo spazio dove cade e accade l’opera non può esaurirsi all’interno di una temporalità convenzionale, non può inneggiare un tempo normale e normato. Lo spazio dove cade e accade l’opera deve creare un suo tempo specifico, un tempo, se vogliamo, anche fittizio e artificioso. Questo tempo fittizio è un tempo servile, serve la scena, la quale a sua volta serve l’opera. L’opera è quindi sovrana. L’opera è composta da azioni, il cui fine dovrebbe essere quello di creare intensità e tensioni, in quello spazio dove cade e accade un arte-fatto. Quindi le azioni, contraendo e dilatando lo spazio, conferiscono dinamicità al tempo. Il tempo dinamico viene messo in scena in uno spazio che a sua volta diviene dinamico, cioè trattato con spaziamenti. Lo spaziamento è un flusso che muove strutture, piani, registri. Il flusso è un’azione o un insieme di azioni. L’insieme delle azioni costituisce l’opera. L’opera è arte. L’arte è messa in scena. La messa in scena è naturalmente estensiva. L’estensione è una maschera sotto la quale si celano le intenzioni intensive. L’estensione è quindi intensità. L’intensità viene messa in scena attraverso delle figure. L’arte si nutre di figure dell’intensità. L’arte-fatto deve esporre le figure dell’intensità. Sono queste, per quel che mi riguarda, le semplici regole che fanno di un’opera un arte-fatto. Ora, in buona sostanza, è proprio questa una delle linee di condotta artistica che Bologna in Lettere sta perseguendo nell’evoluzione del suo progetto, quella cioè di individuare arte-fatti da mettere al lavoro durante gli eventi del Festival. Il fatto di aver dedicato questa edizione del Festival ad una figura come Amelia Rosselli è, in tal senso, emblematico: una scrittura decisamente strutturale, volutamente e lucidamente costruita, fin troppo articolata da sembrare quasi disarticolata, insomma un arte-fatto, niente di più, niente di meno. Tra le altre proposte di questa edizione: il rigore stilistico e la predisposizione all’attenzione di Chiara Cossu, l’urgenza artistico-esistenziale e le strutture metamorfiche di Eleonora Manca, l’eccedenza tecnologica post apocalittica di
Alessandro Amaducci, la potenza visionaria, ma con forte impatto sociale, di Maria Assunta Karini, l’utopia di rendere “universale” il “qui e ora” che Francesca Lolli insegue nelle sue produzioni, l’esasperazione (uso questo termine in senso positivo) dell’oralità come peculiarità imprescindibile del “fare” poesia di Lello Voce, la carica iconoclastica di Alberto Mori, autori che operano sulle linee di intercomunicazione dei generi e dei linguaggi espressivi come Julian Zhara, Alessandra Bukovaz, Barbara Pinchi, Nina Maroccolo e via dicendo. Tutti artisti dove la questione intenso/extenso è determinante per la definizione di una poetica, di uno stile, della soddisfazione di un’urgenza. Allora se l’intenso è la hyle (materia) da cui si costituisce la possibilità di creare un arte-fatto, l’extenso è la superficie che tramette l’intensità all’esterno. Dobbiamo sempre parlare di superficie (in tutte le sue accezioni: carta, tela, corpo, ecc.), perché è proprio la superficie la nostra isola che tenta l’effrazione nel mare (nello spazio). Come direbbe Nancy (e forse anche Deleuze), l’isola è una superficie esposta, portata allo scoperto. (Enzo Campi)
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Enzo Campi. Nato a Caserta nel 1961. Vive e lavora a Reggio Emilia. Autore e regista teatrale, dal 1982 al 1990, con la compagnia Metateatro. Videomaker indipendente, ha realizzato, dal 1991 al 2005, svariati cortometraggi e un lungometraggio (“Un Amleto in più”). Nel corso degli anni ha realizzato diversi eventi performativi, happening, installazioni, e realizzato video artistici e promozionali per altri autori. È tra i fondatori e gli organizzatori del “Reggio Film Festival”, festival internazionale di arte e cortometraggi giunto alla sua 14° edizione. Suoi scritti letterari e critici sono stati pubblicati su riviste, antologie, cataloghi di mostre e sono reperibili in rete su svariati siti e blog di scrittura. Ha curato numerose prefazioni, postfazioni e note critiche in volumi di poesia. Ha pubblicato: Donne - (don)o e (ne)mesi (Genova, 2007), Gesti d’aria e incombenze di luce (Genova, 2008), L’inestinguibile lucore dell’ombra (Parma, 2009), Ipotesi Corpo (Messina, 2010), Dei malnati fiori (Messina, 2011), Ligature (Sondrio, 2013), Il Verbaio (Milano – Sasso Marconi, 2014), Phénoménologie (Bologna, 2015). Principali curatele: Poetarum Silva (Parma, 2010), Parabol(ich)e dell’ultimo giorno – Per Emilio Villa (Milano – Sasso Marconi, 2013), Pasolini la diversità consapevole (Milano, 2015). È stato ideatore e curatore del progetto di aggregazione letteraria “Letteratura Necessaria” attraverso il quale, dal 2009 al 2012, ha organizzato e realizzato più di 70 eventi multimediali lungo tutto l’arco del territorio nazionale. Dal 2013 è direttore artistico del Festival Multidisciplinare di Letteratura Contemporanea “Bologna in Lettere”.
Alessandro Brusa nasce a Imola (BO) nel 1972; nel 1976 si trasferisce a Bologna dove si laurea. Esordisce nel 2004 con il romanzo Il Cobra e la Farfalla (Pendragon - Premio Incizine) ed in poesia nel 2013 con La Raccolta del Sale (Giulio Perrone Editore - Premio Orlando). Suoi lavori compaiono in vari blog e riviste sia in Italia sia, in traduzione, all’estero (Francia, Spagna, Stati Uniti). Alcuni testi sono presenti in traduzione (francese e spagnolo) nel volume Photographies del fotografo Robert Lebarbier. È presente in varie antologie di poesia così come di narrativa. Collabora con vari blog come autore e come traduttore dall’inglese. Dalla sua fondazione è membro del comitato organizzatore del festival letterario “Bologna in Lettere”. www.alessandrobrusa.it
Martina Campi, autrice e performer, ha pubblicato: La saggezza dei corpi (L’arcolaio, 2016), Cotone, (Buonesiepi Libri 2014), Estensioni del tempo (Le Voci della Luna Poesia, 2012 – Premio Giorgi), e la plaquette È così l’addio di ogni giorno (Associazione Parenti della strage Vittime di Ustica – Corraino Edizioni 2015), con il poeta Vittoriano Masciullo e opere grafiche di Concetto Pozzati. È presente in riconosciute riviste online e cartacee e in antologie. Collabora con diverse realtà poetiche. Autrice di alcuni contributi critici. È stata membro di redazione della rivista Le Voci della Luna, fa parte del Comitato Bologna in Lettere dalla prima edizione. Partecipa a diversi festival e recital di poesia (e/o musica, con il progetto Memorie dal SottoSuono). www.martinacampi.it
Francesca Del Moro è nata a Livorno nel 1971 e vive a Bologna. È scrittrice, traduttrice, editor, performer e organizzatrice di eventi dedicati alla poesia. Ha pubblicato sei raccolte poetiche, un e-book antologico e una traduzione isometrica delle Fleurs du Mal di Baudelaire. È autrice della biografia musicale La rosa e la corda. Placebo 20 Years. Fa parte del collettivo Memorie dal SottoSuono con cui propone performance poetico-musicali. È membro del comitato organizzativo del festival Bologna in Lettere e cura la rubrica “Poemata. Versi Contemporanei” sulla rivista ILLUSTRATI (Logos edizioni). www.francescadelmoro.wordpress.com
Jacopo Ninni, nasce a Milano nel 1964. Ha pubblicato racconti, un piccolo romanzo fantasy in via di revisione, una raccolta di poesie e ha partecipato a diverse antologie. Redattore del Blog poetarum Silva, si occupa di poesia e arte contemporanea. Ha collaborato al progetto "Letteratura necessaria, esistenze e resistenze" curato da Enzo Campi e fa parte dello staff del Festival Bologna In lettere. Vive in toscana dove scrive per un giornale locale. organizza eventi e laboratori legati alla poesia.
Il compositore e polistrumentista Mario Sboarina (alias Rosmarino Baia) segue una ricerca musicale che utilizza pianoforti acustici ed elettroacustici, sax tenore e computer music, in direzioni che si muovono tra progetti di composizione su base improvvisativa di piano solo, jazz, ambient, ed elettronica, di cui cura anche gli arrangiamenti. Suonando presso diversi locali e manifestazioni collabora con diversi musicisti (prendendo parte a varie formazioni musicali di diverso genere) e con poeti della scena bolognese (realizzando forme compositive originali orientate alla peculiarità della performance poetica). Collabora con il FuZZ Studio Factory. È co-fondatore di Memorie dal SottoSuono. Discografia: Mani e qualcos’altro (2010, con Mani e qualcos’altro), Minimo Sonoro (2013, con Memorie dal SottoSuono), Vuoto Sincronizzato (2014, insieme a Berna Perfect)
Enea Roversi. Nato a Bologna, dove vive e lavora. Premiato e segnalato in numerosi concorsi e pubblicato su riviste, antologie e siti web, è stato tra i fondatori del Gruppo “Versodove”. Ha pubblicato le sillogi Eclissi di luna (Poesie 1981-1986), in formato e-book con La Scuola di Pitagora e Asfissia, nel volume Contatti, con Edizioni Smasher. Più volte segnalato o menzionato al Premio Lorenzo Montano organizzato dalla rivista Anterem, ha partecipato ad alcune edizioni della Biennale di Poesia di Verona. Fa parte del collettivo di poeti Gruppo 77 e figura nello staff organizzativo del Festival Letterario Bologna in Lettere. Si occupa anche di arti figurative, cimentandosi con tecniche miste e collages. Cura il proprio sito www.enearoversi.it ed il blog Tragico Alverman – Scrittura ed altro.
Maria Luisa Vezzali (Bologna 1964), docente di Materie letterarie nella scuola superiore, è traduttrice di Adrienne Rich (Cartografie del silenzio, Crocetti 2000, e La guida nel labirinto, Crocetti 2011, premio per la traduzione dell’Università di Bologna) e Lorand Gaspar (Conoscenza della luce, Donzelli 2006). Per Raffaelli (2011) ha curato un’edizione dell’Anabasi di Saint-John Perse. In poesia ha pubblicato L’altra eternità (Edizioni del Laboratorio 1987), Eleusi marina (in “Terzo quaderno italiano” a cura di Franco Buffoni, Guerini e Associati 1992), dieci nell’uno (Eidos 2004, disegni e sculture di Mirta Carroli), lineamadre (Donzelli 2007, premio Anterem/Montano), Forme implicite (Allemandi 2011, con gioielli e disegni di Mirta Carroli). Suoi testi sono tradotti in inglese, spagnolo, francese, tedesco e svedese. È comparsa in numerose riviste e antologie, tra le quali Sotto il cielo di Lampedusa. Annegati da respingimento (Rayuela 2014) e Sotto il cielo di Lampedusa II. Nessun uomo è un’isola (Rayuela 2015). Ha partecipato a Pordenonelegge nell’ottobre del 2010 e al festival di Letteratura di Mantova nel settembre del 2011. Fa parte della redazione de “Le voci della luna” e del collettivo di traduttrici WIT (Women in Translation), attualmente concentrato su Audre Lorde (cfr. “La poesia non è un lusso”, Poesia giugno 2015).
Alessandro Assiri, nato a Bologna nel 1962, vive e lavora tra Trento e Parigi, è poeta, scrittore, libraio, organizzatore di eventi letterari. Scrive da anni opere in versi. E' da poco uscito il suo ultimo libro "Lettere a D." (Lieto Colle).
Serenella Gatti Linares. Bolognese di adozione, ex-insegnante, bilaureata, si occupa di scrittura in poesia e in prosa, teatro, musica, multiculturalità, questione delle Donne. Organizza eventi culturali e partecipa a letture pubbliche. Fa parte del Gruppo '98 Poesia; della Tribù che scrive; del Teatrodocet. Del 2012 il romanzo Era ed è ancora per Gazebo e del 2014 la raccolta poetica Sognando un mondo senza età per CFR. Si occupa di volontariato culturale: è il suo modo di realizzare l'equazione poetico-politica.
Sonia Lambertini. Vive a Ferrara. Numerose poesie sono apparse su antologie, riviste, blog e siti letterari on line, tra cui Poetarum Silva, Nazione Indiana, La poesia e lo spirito, l’Estroverso, Iris News – Rivista internazionale di Poesia, Traduction.it di Silvia Guzzi. Alcune poesie si possono trovare sulla rivista “Illustrati” (Logos Edizioni), all’interno della rubrica Poemata; nel catalogo d’arte Chi non si maschera? a cura dell’Associazione Liberi Incisori, Bologna, 2014; nel catalogo d’arte Menzogna, realizzato dall’artista Raffaele Fiorella (Pietre Vive Editore, 2015). Nel 2016 pubblica per Marco Saya Edizioni la sua prima opera di poesia “Danzeranno gli insetti”.
Agnese Leo, nasce a Roma nel 1977. Laureata al Dams di Bologna, ha svolto attività di attrice e operatrice teatrale nel sociale, è stata lettrice per diversi poeti italiani e organizzatrice di incontri e performance letterari. Ha collaborato al progetto "Letteratura necessaria, esistenze e resistenze" curato da Enzo Campi e all'organizzazione del Festival Bologna In Lettere, mentre si diplomava al master in professioni dell'editoria cartacea e digitale dell'università Cattolica di Milano. Dopo aver vissuto in Emilia e in Lombardia, ora vive in Toscana dove, come freelance, fa la redattrice per diverse committenze, scrive per il blog del progetto Officina Lieve e organizza eventi e laboratori legati alla poesia e all'arte partecipata.
I luoghi e i collaboratori di Bologna in Lettere
EPS Factory – Via Castiglione 26 http://factory.eventiprogettispeciali.it/
CostArena – Via Azzo Gardino 48 www.costarena.it
Cassero LGBT Center – Via Don Minzoni 18 http://www.cassero.it/
Leggere Strutture Art Factory – Via Ferrarese 169/A http://www.leggerestrutture.it/
Cortile Cafè – Via Nazario Sauro 24/C https://www.facebook.com/Cortile-Caf%C3%A9109853745749609/timeline
Altro? – Via Ugo Bassi 23/25 https://www.facebook.com/AltroBologna/timeline
Al Ritrovo – Via Centotrecento 1 https://www.facebook.com/Al-Ritrovo-769414083192343/timeline
Ex forno – Mambo Bar – Via Don Minzoni 14 https://www.facebook.com/MAMboBarExForno/timeline
Ateliersì – Via S. Vitale 69 http://ateliersi.it/
Spazio Testoni – Via D’Azeglio 50 http://www.spaziotestoni.it/
Libreria Biblion – Via S. Donato 106/B – Granarolo http://www.libreriabiblion.it/
Marco Saya Edizioni – Corso Plebisciti 1 – Milano http://www.marcosayaedizioni.net/
Bologna in Lettere Un Festival lungo un anno
Tutti gli eventi organizzati da settembre 2015 ad aprile 2016
Nellâ&#x20AC;&#x2122;ambito del Festival
TU SE SAI DIRE DILLO Quarta edizione 17-18-19 settembre 2015
Galleria Ostrakon via Pastrengo 15, Milano
Sabato 19 Settembre Il presente di Bologna in Lettere a cura di Enzo Campi
PROGRAMMA “Agit-prop-poetry”, un intervento di Enzo Campi “Sistemi d’Attrazione” proiezione di un video montato con i materiali della terza edizione del Festival Bologna in Lettere “Sì, si può”, recital multimediale con Alessandro Brusa, Martina Campi,Francesca Del Moro Enea Roversi, Sonia Lambertini, Jacopo Ninni Mario Sboarina, Enzo Campi
PROTAGONISTI DEL 900 LETTERARIO ELIO PAGLIARANI E PATRIZIA VICINELLI DA BOLOGNA IN LETTERE VERSO IL REGGIO FILM FESTIVAL
Nell’ambito delle iniziative della 14° Edizione del Reggio Film Festival Giovedì 22 Ottobre ore 21.00
City-In Via Ariosto 6/A – Reggio Emilia *
Protagonisti del Novecento letterario a cura di Daniela Rossi
PROGRAMMA Video: Elio Pagliarani e Patrizia Vicinelli materiali tratti dallâ&#x20AC;&#x2122;Archivio La Repubblica dei Poeti di Daniela Rossi Video: Sistemi dâ&#x20AC;&#x2122;Attrazione materiali montati dalla Terza edizione del Festival Bologna in Lettere Agit-prop-poetry Intervento critico di Enzo Campi
POETI LEGGONO POETI Francesca Del Moro vs Elio Pagliarani Alberto Masala vs Patrizia Vicinelli
Prendere la Parola – Dare Voce – I° Step Sabato 21 Novembre Cortile Cafè Via Nazario Sauro 24/A – Bologna Cura e conduzione Francesca Del Moro, Enea Roversi, Serenella Gatti Linares Con Bruno Brunini, Davide ferrari, Mirella Santamato Paola E. Cimatti, Anna Albertano, Chiara Axs Graziella Poluzzi, Gabriele Xella, Anna Zoli, Vassili Biserov Lorena Lusetti, Vittorio Tovoli, Marcella Colaci
Venerdì 30 Ottobre EPS Factory Via Castiglione 26 Bologna
Che cos’è la poesia? Le radici e le appendici dell’incidente
Cura, conduzione e introduzione critico-affabulante Enzo Campi * Letture Vincenzo Bagnoli, Alessandro Brusa, Serenella Gatti Linares Sonia Lambertini, Agnese Leo, Vittoriano Masciullo, Enea Roversi * Performance Martina Campi, Francesca Del Moro, Mario Sboarina * Proiezione del video “Sistemi d’Attrazione” montato con materiali della Terza Edizione del Festival Bologna in Lettere
Sabato 12 Dicembre Baracca e Burattini Via Irnerio 39 - Bologna "Prendere la parola - Dare voce" (II째 step)
Cura e conduzione Francesca Del Moro, Enea Roversi, Serenella Gatti Linares con Miriam Bruni Riccardo Martelli, Alessandro Assiri Roberto Batisti Lella De Marchi Gianfranco Corona Valentina Lo Cascio Giovanna Zunica Mariapia Quintavalla Katia Vecchiattini Alberto Manzoli Vannia Virgili Davide Ferrari Cura e conduzione Serenella Gatti Linares Enea Roversi, Francesca Del Moro
Bologna in Lettere - Laboratorio Kult - Cassero LGBT Center Sabato 23 gennaio Cassero Lgbt Center – Via Don Minzoni 18 – Bologna
LA METAMORFOSI DEL GUFO L'opera poetica di Massimiliano Chiamenti Intervengono: Fabio Casadei Turroni Marco Simonelli Lodo Guenzi, Alessandro Assiri Gabriele Xella, Alessandro Brusa, Valentina Pinza cura e conduzione: Andrea Cioschi e Francesca Del Moro
Poeta, musicista, performer e filologo noto per i suoi studi su Dante (tra cui "Medioevo e rinascimento" del 1995 e "Dante studies" del 1998), Massimiliano Chiamenti è stata una delle personalità più irriverenti ed anticonformiste nel panorama culturale underground bolognese tra gli anni '90 e ‘00. Omosessuale e sieropositivo dichiarato, ha cantato con fine lirismo gli amori difficili, il mondo della droga, dei rave e dei battuage, il tutto permeato dall'amore assoluto per la vita, per i giovani ragazzi di strada e soprattutto per la poesia. Scomparso nel settembre del 2011, lascia un corpus poetico di notevole prestigio ed indubbia importanza (ricordiamo qui le sue raccolte più note: "free love" e "evvivalamorte"), sebbene in molti casi di difficile reperimento. Questo incontro, che trae il titolo da un suo brano, intende non solo delineare l'opera di Chiamenti ed inquadrarla nell'ambito del contesto culturale in cui è nata ma anche fornire, attarverso numerose letture, gli strumenti per conoscere ed approfondire il lavoro di uno dei più affascinanti e poliedrici poeti contemporanei.
Giovedì 11 febbraio 2016 ore 20.30 Spazio Testoni Via D’Azeglio 50 – Bologna Nella fucina della luna Sylvia Plath & Amelia Rosselli in occasione della ricorrenza dell’11.02.1963/1996
Interventi, riflessioni e letture a cura di Margareth Collina, Loredana Magazzeni Maria Pia Quintavalla, Maria Luisa Vezzali, Enzo Campi
Essendo figlia dell’esule antifascista Carlo Rosselli, Amelia Rosselli nacque a Parigi e, dopo l’assassinio del padre e dello zio per ordine di Mussolini nel 1937, iniziò un esilio in Svizzera, negli Stati Uniti e in Inghilterra che la destinò a una condizione di mélange linguistico che permeò profondamente la sua scrittura anche quando l‘autrice optò con decisione per l’amatissimo italiano. Grazie alla continua tensione verso la ricerca espressiva e grazie anche ai suoi rigorosissimi studi musicali, la poesia di Rosselli è considerata una delle più innovative, internazionali e intense del Novecento. Come ebbe a dire l’autrice stessa, d’altronde, «l’autore manipola la lingua, se vale qualcosa.» Oltre che da motivi esistenziali, proprio da questa esigenza di svecchiamento e di ampliamento della tradizione poetica italiana nacque nel 1958 la sua opera forse più complessa e riuscita: il poemetto epico-ironico La libellula (Panegirico della Libertà), che sfida la «santità dei santi padri» da Dante a Montale-Caproni.
Sabato 20 febbraio 2016 ore 18.00 Cassero LGBT Center Via Don Minzoni 18 â&#x20AC;&#x201C; Bologna Cura e conduzione Alessandro Brusa
"Voce di donna, voce di Goliarda Sapienza. Un racconto"
Ideazione, realizzazione, interpretazione Anna Toscano, Fabio Michieli, Alessandra Trevisan Adattamento musicale Alessandra Trevisan
Narrare la vicenda di una scrittrice italiana che è stata anche attrice di teatro e di cinema, e che, con le sue scelte di donna e di autrice, ha impresso alla sua vita e alla sua scrittura un segno indelebile di autenticità e impegno. Figlia di una donna altrettanto importante, anche se diversamente, per la “storia della donne” e decisiva per le svolte politiche e sociali femminili: questa è stata Goliarda Sapienza che viene raccontata, in questo “Un racconto”, attraverso i suoi libri e i libri scritti su di lei. Una scrittrice tenace, una donna in una diversa prospettiva femminile, nel rapporto con l’arte, la scrittura e la vita, presentata con le sue parole tratte da romanzi e diari, pièces teatrali, sino a giungere ad Ancestrale, la sua raccolta di testi poetici uscita decenni dopo la sua scomparsa. È di Ancestrale che si può godere di una lettura a voci miste e musicata: un dare voce a quella voce da troppo tempo silente. Il filo conduttore di questo progetto sono le poesie che vengono lette, raccontate, musicate, performate e cantate. “Un racconto” per immagini che abbatte la distanza spazio-temporale tra la scrittrice e il lettore attraverso brevi fotogrammi, scorci, momenti. Un “film di parole” che si augura di restituire la figura di Goliarda Sapienza in tutta la sua bellezza, di invogliare alla lettura di tutte le sue opere e di approfondirne la conoscenza. Un invito alla poesia in quanto legame a filo doppio con l’esistenza.
Anna Toscano vive a Venezia, insegna Lingua Italiana all’Università Ca’ Foscari e collabora con altre Facoltà. Collabora con “Il Sole 24 Ore” e altre testate, cura iniziative culturali legate a letteratura e poesia. Ha fatto l’editor per case editrici e lavorato con scuole di scrittura. Varie le esperienze teatrali. Come fotografa sue fotografie sono apparse in riviste, manifesti, copertine di libri, pubblicità, mostre personali e collettive. Ultima sua raccolta di poesie è Doso la polvere, La Vita Felice nel 2012, preceduta da All’ora dei pasti, 2007, e Controsole, 2004; liriche, racconti e saggi sono rintracciabili in riviste e antologie; sua la curatela di cataloghi e libri di poesie. Ancestrale di Goliarda Sapienza porta la sua postfazione. Con Alessandra Trevisan conduce la trasmissione radiofonica Virgole di poesia, per Radio Ca’ Foscari. www.annatoscano.eu
Alessandra Trevisan ha conseguito la laurea magistrale in Filologia e letteratura italiana con una tesi dal titolo Goliarda Sapienza (1998-2013): una voce intertestuale (di prossima pubblicazione). Suoi saggi e contributi sull’autrice sono apparsi in antologie, riviste e presentazioni. Si è formata partecipando alle attività del collettivo mestrino “Spritz Letterario”, al redazione del “Festivaletteratura” di Mantova e di Radio Ca’ Foscari, dove ha ideato il programma “Virgole di poesia” con A. Toscano. Dal 2011 è parte della redazione del litblog “Poetarum Silva”. Sperimentatrice vocale, dal 2013 partecipa alla band UnkNwn (electronic, Idm, synthpop). Un suo brano è contenuto nell'album collettivo “Pleiadi” edito dalla netlabel Electronicgirls (2016). Lo scorso gennaio è stata tra gli artisti in residenza dell’associazione PLU Paris Lit Up. soundcloud.com/alessandratrevisan
Fabio Michieli nel 2003 ha dato alle stampe l’edizione critica e commentata del racconto storico Il duca d’Atene di Niccolò Tommaseo (Padova, Antenore), autore su cui si è laureato presso Ca’ Foscari. Suoi interventi critici dedicati a Tommaseo sono apparsi anche in rivista (“Quaderni Veneti”, “Giornale storico della letteratura italiana”) e in volumi miscellanei. Nel 2008 ha pubblicato la raccolta di poesie Dire, per l’Editrice l’arcolaio. Dirige la collana “Fuori collana” dell’Editrice l’arcolaio. Lettore di poesia e di narrativa, sue recensioni sono apparse nel sito www.alleo.it e in rivista (“l’immaginazione”, Italian Poetry Review). È, insieme a Gianni Montieri ed Anna Maria Curci, caporedattore del litblog Poetarum Silva.
Sabato 19 Marzo ore 19.00 CostArena - Via Azzo Gardino 48 – Bologna
Un vivere giocosamente eroico - Omaggio a Luigi Di Ruscio Cura e conduzione Francesca Del Moro, Enea Roversi PROGRAMMA Proiezione di estratti del film-documentario “LA NEVE NERA. Luigi Di Ruscio a Oslo, un italiano all’inferno” di Paolo Marzoni introdotti dall’autore. * Presentazione del volume “Lettere dal mondo offeso” un carteggio tra Luigi di Ruscio e Christian Tito, (Editore L’arcolaio) * Interventi critici e letture di Biagio Cepollaro, Sergio Rotino * Performance poetico-musicale con Lorenzo Romanazzi, Mario Sboarina
Venerdì 1 Aprile ore 16.00 Dipartimento delle Arti, Aula 6 - Complesso di Santa Cristina Piazzetta Morandi 2 - Bologna Nell’ambito della rassegna INCONTRI SUL CONTEMPORANEO Curata da Mona Lisa Tina e Stefano Ferrari “BOLOGNA IN LETTERE - IL FESTIVAL DEI NOSTRI TEMPI” Incontro con il direttore artistico Enzo Campi sulle radici e sulle estensioni di un progetto artistico e aggregativo
Sabato 9 Aprile Al Ritrovo – Via Centotrecento 1 – Bologna Open Mic Prendere la Parola – Dare Voce – III Step Cura e conduzione Serenella Gatti Linares, Enea Roversi Con Anna Pinto, Leila Falà, Bartolomeo Bellanova, Nicolò Gugliuzza Giovanni Monti, Eugenia Galli, Raffaele Ferrario, Simone Kaev Stefano Zanella, Riccardo Iachini, Alessandro Assiri, 7OI Lella De Marchi, Tommaso Galvani, Loredana Magazzeni Nicolò Gugliuzza, Chiara Cantagalli
Selezione di fotografie dellâ&#x20AC;&#x2122;edizione 2015
Maria Korporal, Nina Maroccolo
Daniele Poletti, Peter Carravetta
Ida Travi
Julian Zhara
Mona Lisa Tina
Daniele Poletti, Luca Rizzatello, Mariangela Guatteri
Luigi Ballerini
Rita Bonomo
Roberto Chiesi
Maria Grazia Insinga
Dome Bulfaro
Davide Racca
Marion Dâ&#x20AC;&#x2122;Amburgo
Andrea Inglese
Francesco Forlani
Flavio Ermini
Tiziana Cera Rosco
Nicola Frangione
Bologna in Lettere 2015 Sistemi dâ&#x20AC;&#x2122;attrazione Il programma completo
Bologna in Lettere 2015 Sistemi d’attrazione Editoriale
Sistemi d’attrazione (Agit-prop-poetry) In controtendenza col famoso detto popolare: “chi ben comincia è a metà dell’opera”, facciamo qualche passo a ritroso. Nel novembre del 2011 veniva inaugurato a Bologna un progetto denominato “Letteratura Necessaria – Esistenze e Resistenze”. Proviamo ad estrarre alcuni passaggi sugli scritti teorici che caratterizzavano e spiegavano, per grandi linee, il progetto. Lo scopo del progetto è essenzialmente quello di far CIRCOLARE i libri e le cosiddette “risorse umane” creando dei momenti di aggregazione, scambio e confronto che possano abbattere qualsiasi tipo di divisione ideologica, editoriale, di mercato, ecc., mettendo in comunicazione tra loro diverse e svariate realtà che operano nel settore o che sono impegnate in tal senso. Quello che conta qui è una vera e propria “messa al lavoro” della letteratura. Semplificando e riducendo, si potrebbe dire che se le “esistenze” sono riconducibili ai libri, in quanto oggetti fisici, le “resistenze” rappresentano le “azioni” di quei “soggetti” fisici che producono i libri. Aggiungendo una sola caratterizzazione: il fatto di ostinarsi, per esempio, a produrre e a “spacciare” poesia in Italia, oggi come oggi, deve essere considerato come un vero e proprio “atto politico”. In tal senso ogni azione di questo tipo viene a rivestirsi di un plusvalore sociale. “Letteratura necessaria” è un progetto che vuole rendersi pratico, concreto e tangibile. Qui si tratta di far sì che la necessità di mettersi in gioco in prima persona diventi l’aspetto preponderante della diffusione della letteratura come atto corporeo, politico e aggregativo. L’idea di fondo è quella di ovviare alla sempre più imperante DISPERSIONE che caratterizza, in negativo, l’attuale panorama letterario nazionale e di creare una sorta di rete che permetta la costituzione e la ripetizione di eventi collegati tra loro ove far interagire realtà letterarie e realtà editoriali, in un regime non competitivo, ma collaborativo. “Letteratura necessaria”, beninteso, non vuole essere un movimento tematico, ma pluritematico, volto a certificare la propria “esistenza” e a diffondere una sorta di “resistenza”. Resistenza a chi e a cosa? A tutto ciò che è omologazione, ghettizzazione e che ripropone gli stessi, triti e ritriti, canoni letterari. In poche parole il progetto, almeno in fase concettuale, nasce “in costruzione” e crescerà sempre “in
costruzione”, assorbendo e consolidando, di volta in volta, necessità, urgenze, tematiche e facendosi portavoce di messaggi che possano rientrare nei concetti di necessarietà, esistenza e resistenza. Ci sono diversi modi di intendere la parola “resistenza”. Io credo che “resistenza” significhi essenzialmente perseguire un determinato fine, farsi portavoce – attivo e fattivo- di una scelta senza cedere il passo a divieti, imposizioni e compromessi. Parliamo quindi di scelta. La scelta di campo è fondamentale. Naturalmente per “Bologna in Lettere” (che nasce comunque come costola, supplemento e protesi del progetto Letteratura Necessaria) la scelta è di tipo culturale. Tra gli addetti ai lavori (ma non solo tra loro) sono oramai in molti a dichiarare un progressivo impoverimento culturale. E questo è, purtroppo, un dato di fatto. Non è forse questo il luogo più adatto per analizzare come e perché ciò sia accaduto. L’avvento totalizzante della rete è sicuramente in parte responsabile. L’immediata accessibilità ai cosiddetti contenuti fomenta inevitabilmente la superficialità dell’approccio e inficia l’approfondimento. Oggi, nella pratica quotidiana, la parola “cultura” viene spesso confusa, ad esempio, con nozionismo e/o informazione. Bisogna quindi parlarne, e ne parleremo diffusamente nel corso degli eventi del nuovo corso di Bologna in Lettere. Una prima parola d’ordine del nuovo corso deve essere ricercata nel “focus”, inteso essenzialmente come focalizzazione e quindi approfondimento; e una seconda parola d’ordine va ricercata nella “tematizzazione”. Tra il 1920 e il 1930 era in auge nei paesi dell’est una forma di teatro denominato agit-prop (uno dei maggiori teoreti e praticanti del movimento fu Erwin Piscator). Agit-prop stava, molto semplicemente, per agitazione e propaganda. A seguito della Rivoluzione d’Ottobre, in Russia circolava un convoglio ferroviario ove artisti di varia estrazione giravano per il paese mettendo in scena opere teatrali e divulgando un messaggio propagandistico. Manifesti, comunicati e volantini venivano stampati direttamente sul treno e disseminati lungo il percorso. Le intenzioni erano prevalentemente politiche, ma uomini come, ad
esempio, Piscator compresero che al discorso politico si poteva affiancare anche una sorta di rivoluzione artistica nelle modalità di rappresentazione e di messa in scena delle opere. Non a caso, in collaborazione con Walter Gropius progettò una sorta di Teatro Totale ove attori, spettatori e macchine teatrali coabitavano uno stesso spazio rendendolo dinamico. Se l’agitazione è una messa in movimento di un contenitore, la propaganda è l’atto stesso del fare, senza dimenticare che il significato originario della parola poesia è per l’appunto fare. La stessa parola drammaturgia, ad esempio, proviene da drama-ergon, ovvero: azioni al lavoro, messa in opera delle azioni. A questo punto mi sembra necessario (tanto per restare in tema) riproporre alcuni passaggi dall’editoriale che accompagnava la seconda edizione del Festival Questo «fare», questo agire (o farsi agire), oserò dire: questa agitazione della cosa letteraria, ha condizionato e caratterizzato tutta l’attività di “Letteratura Necessaria”, ovvero di quel progetto, magari utopista (ma, del resto, senza la sana e lucida utopia di un’evoluzione pressoché continua è difficile cimentarsi nel “passo al di là”), di aggregazione letteraria che dissemina, a piccole dosi, oramai da diversi anni e lungo tutto l’arco del territorio nazionale un gesto doppio e simultaneo, una sorta di combinazione veleno/antidoto, proclamando quella “necessaria” riconciliazione dei contrari, che dovrebbe essere caratteristica peculiare e imprescindibile di qualsiasi pratica che si spaccia sotto il nome di letteratura. E quindi, Il «fare» e l’aggregazione sono i sintomi principali di questa patologia in divenire a cui abbiamo dato il nome di “Bologna in Lettere”, registrandola idealmente tra le nuove malattie del millennio, una malattia che, paradossalmente o patafisicamente, trova la sua cura nell’assunzione giornaliera di quel veleno/antidoto cui si faceva riferimento più sopra, e che taluni si ostinano a chiamare inchiostro. Carta canta quindi. E difatti carte di vario tipo e fattura verranno disseminate lungo tutto l’arco del festival. Sotto diverse forme: la fisicità dell’oggetto-libro, la sua restituzione orale, figurativa, visuale, musicale, ecc. Lo spirito di Bologna in Lettere si può riassumere proprio in quella frase che nell’ultimo passaggio è stata trascritta in grassetto: agitazione della cosa letteraria. Ed è per questo che allo slogan originario dell’agit-prop aggiungeremo una piccola protesi: agit-prop-poetry. Vorremmo che d’ora in poi B.I.L. venisse identificato e ricordato anche attraverso questa frase. Perché il format del Festival in questi due anni si è praticizzato proprio pensando a quella frase. Abbiamo creato difatti un format atipico o comunque inusuale, quello della maratona in un regime di compresenza temporale di eventi. Questo
format, naturalmente, verrà consolidato anche nella prossima edizione, anche se solo nella giornata conclusiva.
E veniamo quindi alle novità. In primis un nuovo sito https://boinlettere.wordpress.com/ In secondo luogo il titolo, o tema, o parola-chiave, o che dir si voglia: “sistemi d’attrazione”. Questo perché la letteratura, come già ampiamente detto e ribadito in varie e svariate occasioni, verrà disseminata in tutte le sue estensioni multidisciplinari. In poche parole, i diversi linguaggi artistici verranno calati in un contenitore, per così dire magnetico, ove ci si potrà spostare (produrre transito e quindi anche agitazione) cavalcando ideali (ma anche concreti) sistemi d’attrazione. In tale ottica i sistemi d’attrazione rappresentano le linee d’intercomunicazione tra le varie discipline, linee che possono (e devono) affiancarsi e/o compenetrarsi tra loro.
La terza novità è rappresentata dall’estensione temporale della durata e della programmazione. Possiamo già anticipare le date. Il festival si articolerà negli ultimi tre weekend di maggio, nei giorni 15/16, 22/23, 29/30. Tre blocchi di due giorni ciascuno.
Il festival quest’anno sarà dedicato a Pier Paolo Pasolini, la cui figura,
artisticamente e socialmente versatile e poliedrica, sarà affrontata su più livelli. A parte la ricorrenza del quarantennale della morte (che cadrà proprio nel 2015) ci è sembrato necessario identificare in una di quelle linee attrattive (cui si faceva riferimento prima) le pratiche di vita artistica e politicamente impegnata di Pier Paolo Pasolini. Per l’occasione saranno indetti anche due concorsi letterari, uno riservato alle scuole e l’altro per adulti, in cui verrà chiesto ai partecipanti di produrre testi creativi (poetici, prosodici, saggistici) ispirati/dettati ad alcuni cortometraggi realizzati da Pasolini (La ricotta, Che cosa sono le nuvole, La terra vista dalla luna). Altri focus e approfondimenti saranno dedicati a Elio Pagliarani, Patrizia Vicinelli, e allo stato delle riviste letterarie in Italia con un incontro coi fondatori e redattori di Anterem. Il nuovo corso prevede il coinvolgimento, a vario titolo, provenienti da aree geografiche diverse da quella con il Festival Oblom Poesia di Torino, un progetto Galleria d’Arte Villa Contemporanea di Monza,
di collaboratori esterni bolognese, un gemellaggio di collaborazione con la uno sguardo concreto e
fattivo sui fenomeni e sulla fenomenologia dell’attuale stato della letteratura italiana contemporanea, uno spazio dedicato ad alcuni siti/blog letterari italiani impegnati nella diffusione della poesia, e varie altre cose che verranno rese note a tempo debito. In letteratura spesso si parla di case o di dimore ove stabilire una sorta di residenza elettiva. Ci piace pensare a “Bologna in Lettere” come ad una sorta
di dimora, una residenza laboratoriale da attraversare in tutte le sue stanze. Ed è così che ognuno degli eventi che compongono il festival viene a costituirsi come una sorta di stanza, ognuna diversa dall’altra, con le proprie pareti, magari animate, da scandagliare e gustare, da contemplare o magari toccare con mano. Perché poi il nostro fantomatico «fare» presuppone, anche e soprattutto, il contatto fisico. Non siamo qui a spacciare delle novità o delle rivoluzioni, ogni modalità di veicolazione presuppone, in sé, una fisicità, più o meno evidente, più o meno caratterizzata e/o drammatizzata. È così da sempre.
Lo scopo principale di B.I.L. consiste nell’idea che la letteratura debba caratterizzarsi anche attraverso un linguaggio multidisciplinare, e che debba amplificare quindi la sua semanticità offrendosi come un prodotto non solo univoco e fine se stesso ma, per così dire, edulcorato e contaminato. (Enzo Campi)
Selezione di foto dalle passate edizioni
Si ringraziano tutti i fotografi che nel corso degli anni hanno contribuito a documentare le nostre iniziative.