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BREK.ZOOM 04. Zoom I,II,III
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PROSPETTIVE METROPOLITANE.SOCIETÁ 08. Il silenzio degli innocenti PROSPETTIVE METROPOLITANE.POLITICA 12. Troppi, tanti, inutili buffoni PROSPETTIVE METROPOLITANE.COSTUME 14. Brevissimo saggio sulla trasgressione PROSPETTIVE METROPOLITANE.RUEWIERTZ 60 16. L'Europa la facciamo noi!
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ATMOSFERE.CINEMA 18. Fight Club ATMOSFERE.ARTE 20. I moschettieri della trasgressione francese ATMOSFERE.MODA & LIFESTYLE 22. Ti sposo finchè castità non ci separi ATMOSFERE.MUSICA 26. Conoscerequalcunocheilsabatononesce ATMOSFERE.B-TUBE 28. Trasgredire per cambiare il mondo ATMOSFERE.LIBRI 30. Ma quale Californication! ATMOSFERE.VINO 31. Il valore della curiosità
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INCONTRI.FRANCESCA BARRA 36. Tra Itaca e la Casa di Jo INCONTRI.SERGENTE ROMANO 38. Trasgressore e legittimista FUORICAMPO.VISIONI 41. No, Thanks! FUORICAMPO.TECNOLOGIA 42. Virtual Juke-Box FUORICAMPO.RE-VISIONI 44. Voglio vivere in una società trasgressiva 45. Maledetta Fotografia 46. Trasgredire = Spingersi oltre
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BREK.POSTA 47. La Posta di BREK Magazine
EDITORE Soc. Cop. Sociale a r.l. via Nicola Sole, 73 85100 Potenza tel. 0971 36703 fax 0971 25938 PROGETTO GRAFICO IMPAGINAZIONE PUBBLICITÁ Soc. Cop. Sociale a r.l. via Nicola Sole, 73 85100 Potenza tel. 0971 36703 fax 0971 25938
STAMPA Grafiche Gercap / Foggia DIRETTORE RESPONSABILE Pierluca Pace HANNO COLLABORATO Giovanna Caivano Mimmo Claps Vito Colangelo Anna D’Andrea Davide Galasso Marika Iannuzziello Antonio Lorusso Gerardina Nella Michele Nella Nicola Pace
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Andreina Serena Romano Leonarda Sabino Fabio Salvatore Andrea Samela Simona Simone Francesco Tripaldi Riccardo Telesca WineR_ BREK garantisce la libertà di pensiero e di espressione. Per questo motivo ogni collaboratore è singolarmente responsabile delle proprie idee e di ciò che scrive. Autorizzazione Tribunale di Potenza nº 376 del 7/5/08
IN COPERTINA: Konstantin Yuganov "Silence"
UN MOTO IRREFRENABILE SALE SU. SI GONFIA IL PETTO E L’ANIMA. UNO STRANO SENTIMENTO DI FELICITÀ PERVADE LE NOSTRE ARTERIE. SI SENTE L’ADRENALINA CORRERE LUNGO I NERVI DEL NOSTRO CORPO. UNA PARTICOLARE ECCITAZIONE. TANTO PARTICOLARE DA ESSERE UNICA. TUTTI, O QUASI TUTTI, PRIMA O POI LA CERCANO. C’È CHI È PRECOCE E LA VIVE IN TENERA ETÀ, CHI INVECE LA SCOPRE SUL FINIRE DEI SUOI ANNI. C’È ANCHE CHI NE FA UNO STILE DI VITA. TIRANDO LE SOMME SEMBRA CHE LA TRASGRESSIONE SIA UN DENOMINATORE COMUNE DELLA VITA DI OGNUNO DI NOI. QUASI COME UNA MALATTIA INFANTILE. NECESSARIA PER ESSERE PIÙ FORTI. BENEFICA PER I PROPRI ANTICORPI. EPPURE A GUARDAR BENE CI SONO INDIVIDUI CHE CONOSCONO PERFETTAMENTE I PARAMETRI NORMALI DI UNA VITA CHE PUÒ ESSERE LO STESSO VISSUTA AL MASSIMO. SONO LORO GLI EROI DEL NOSTRO TEMPO. I COSIDDETTI NORMALI. QUELLI CHE NON HANNO MAI....... QUELLI CASA, CHIESA E LAVORO. PER LORO NON C’È NESSUN “LIMITE” DA SCAVALCARE. ED È QUESTA, FORSE, LA TRASGRESSIONE PIU' GRANDE.
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BRACCIALI PERICOLOSI
Allarme in Brasile per i braccialetti del sesso
Due ragazzine sono state uccise e una terza stuprata. L’accessorio, diventato gioco erotico dei teen-ager, è stato proibito nelle scuole di Manaus e in tre centri minori del Paese. Il braccialetto, inventato in Inghilterra, è in Brasile che sta diventando una vera e propria mania: chi, tra i maschi, riesce a rompere il braccialetto indossato dalle ragazzine avrà diritto ad un «compenso» a seconda del colore. Il braccialetto è viola, allora si avrà "diritto" ad un bacio sulla bocca. É nero, il ragazzo potrà addirittura fare sesso. Pare che le due ragazze minorenni violentate e uccise, portassero ai polsi il braccialetto erotico. Infatti, accanto ai cadaveri, sarebbero stati trovati dei braccialetti rotti. Così, a tutti gli studenti con età inferiore ai 18 anni, è stato proibito di portare il braccialetto in classe, anche se si sta trasformando comunque in mania nazionale.
PNEUMATICI DA MORDERE
Il pitbull che non teme la legge
Il fatto è accaduto a Chattanooga, nel Tennessee (Usa). Un pitbull che, a quanto pare, prova un odio particolare nei confronti di ruote e paraurti, avrebbe preso di mira un’automobile della polizia, che sostava poco lontano dal suo recinto. Il poliziotto, impegnato nell’effettuare controlli radar sul traffico, ha raccontato che l’animale si sarebbe avvicinato al mezzo federale silenziosamente. L’agente si è accorto della sua presenza soltanto dopo aver avvertito degli strani scossoni alla volante. Sceso dal mezzo per vedere cosa stesse accadendo, ha notato il pitbull intento a sganciare il paraurti: solo in un secondo momento l’animale si è scagliato, bucandole, contro due delle quattro gomme. Il poliziotto, impaurito, si sarebbe poi chiuso in auto inviando una richiesta d’aiuto. Una seconda pattuglia è giunta poi sul posto, ma l’animale non si è certo intimorito, anzi, si è attaccato alla carrozzeria dei nuovi arrivati. Il pitbull ha causato 3mila dollari di danni, equivalenti a circa 2.300 euro.
FORAGGIO DA SBALLO
Il rimedio naturale per mucche irrequiete
Di solito, gli allevatori di bestiame preferiscono dare ai propri animali il miglior foraggio disponibile sul mercato. Ma c’è anche chi, invece, al posto del fieno nella mangiatoia mette la marijuana. A farlo è stata una contadina di 55 anni, residente nella cittadina di Lopez, nella parte occidentale della Polonia. La donna è stata arrestata perché trovata a coltivare marijuana per alimentare la sua mucca. Gli agenti, inoltre, nella stalla hanno trovato quintali di "erba" che la donna usava soltanto "per render l'animale più docile". Così la povera mucca, "sballata" dalla mattina alla sera, esplorava i prati verdi in un modo tutto nuovo! La premurosa signora rischia fino a tre anni di galera e la sua mucca la condanna a mangiare semplice fieno.
A LETTO CON L'INTRUSO
Incontri di una gelida nottata
Quando, nel cuore della notte, nel suo letto, un uomo residente a Mount Washington ha provato a chiamare la moglie, si è sentito rispondere da uno sconosciuto: “Non sono lei”. L’uomo spaventato, si è lanciato fuori dal letto e, dopo aver preso una mazza da baseball, ha bloccato l’estraneo e chiamato la polizia. Gli agenti hanno catturato l’intruso per poi identificarlo. L’uomo, tale Michael Karanja Kamau di 33 anni, si sarebbe giustificato dicendo: “Avevo freddo, non volevo fare nulla di male, soltanto riscaldarmi”.
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MATRIMONI IMPOSSIBILI
Vi dichiaro marito e... cuscino!
Tutti noi cerchiamo affannosamente il vero amore, quello con cui trascorrere serenamente il resto della propria vita. Questo però può assumere diverse forme… Proprio come è accaduto a Lee Jin-gyu, un coreano con la passione sfrenata per i manga. Il ragazzo si è recentemente sposato con un dakimakura: un grosso cuscino raffigurante su un lato Fate Testarossa (a destra), sua eroina preferita, personaggio dei manga giapponesi. Lee ha letteralmente perso la testa per questa “donna” immaginaria e, da quando ha pronunciato il fatidico sì, trascorre con lei tutto il suo tempo libero. Un amico ha raccontato ai giornalisti: “É completamente ossessionato da questo cuscino e lo porta sempre con sé. Non se ne separa neppure quando va al parco o al luna park. Pensate, quando deve pranzare fuori casa, la porta con sé e ordina da mangiare anche per lei”.
NOMI IMPORTANTI
Un bimbo che sogna la Presidenza del Consiglio
Anthony Bohaene, operaio metalmeccanico ghanese di 36 anni che vive a Modena, ha chiamato il proprio figlio "Silvio Berlusconi", per dargli il nome «di un grande capo politico, di cui mi piace tutto e a cui devo il mio permesso di soggiorno». In Italia l’uomo è giunto nel 2002, e dopo due anni vissuti a Palermo si è stabilito a Modena con i due figli più grandi: Nanama, 16 anni, e Isaac, otto. Da un mese lo ha raggiunto anche il più piccolo, di cinque anni. Al momento della registrazione all'anagrafe, Bohaene non ha avuto esitazioni e lo ha chiamato ‘Silvio Berlusconi’. Pare che nessuna osservazione gli sia stata fatta dall'ufficiale comunale, nè da politici di qualsiasi fazione. «Il premier mi piace come persona, come si muove - ha ribadito l'immigrato - anche se di politica non me ne intendo molto». Ha poi aggiunto: «Per il mio Silvio Berlusconi sogno un futuro da presidente. Del Ghana o dell'Italia. Voglio che studi politica, che sia una persona preparata».
GRASSO È BELLO!
Orazio, il gatto più grasso del mondo!
Avete visto bene, non è l’ennesimo fotomontaggio fatto su Photoshop. L'enorme gatto in foto è assolutamente autentico. Il suo nome è Orazio e vive a Eupilio, in provincia di Como, insieme alla sua inseparabile padrona, Laura Santarelli. Il suo peso è di circa 20 kg ma, nonostante la sua spaventosa taglia, il micione sembra piuttosto in salute.
POMPIERI IN FIAMME
Una distrazione da 125 mila dollari
Un gruppo di pompieri di Lancaster, un sobborgo di Dallas, tornando da un'uscita, trova la caserma in fiamme. Per spegnere l'incendio è stato necessario addirittura l'aiuto di colleghi chiamati da altre stazioni. Gli imprudenti pompieri texani, rispondendo ad una chiamata, erano accorsi a spegnere un incendio dimenticandosi, però una pentola di patate a bollire sui fornelli. I danni, stimati intorno ai 125mila dollari.
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UNA CADUTA CHE FA NOTIZIA
Rovinosa caduta in diretta tv
Nello studio di un telegiornale finlandese, qualche tempo fa, è successo un episodio davvero increscioso… Il servizio mandato in onda finisce, e la linea torna in studio proprio nell’istante in cui la giornalista Melanie Lawson (nella foto a destra) perde l'equilibrio dalla sua sedia e cade rovinosamente per terra. Una scena davvero divertente tanto da provocare una risata incontrollabile sia da parte della "vittima" del piccolo incidente, sia da parte della sua collega. Il video, pubblicato sui principali siti di videosharing, da YouReporter a YouTube, è tra i più cliccati della rete.
SEGNALETICA IN TOPLESS
Ragazze in topless per far rallentare le auto
Le autorità danesi, dopo aver provato inutilmente con multe salate e autovelox a convincere gli automobilisti a ridurre la velocità, sono ricorse a belle ragazze in topless che con cartelli ricordano i limiti consentiti. Alte, bionde, ma soprattutto a seni nudi, le ragazze alzano le braccia mostrando dei cartelli stradali con la scritta "50". Pare che funzioni: gli automobilisti rallentano e non superano i limiti di velocità! Le scene sono contenute in un video che viene diffuso dal Consiglio per la sicurezza nella circolazione stradale, ideato come servizio da trasmettere in tv.
SCOMMESSE LETALI
Morire dopo 12 ore di sesso
Dopo aver ingerito un'intera confezione di Viagra per partecipare ad un'orgia di 12 ore insieme a due donne, un uomo russo di 28 anni è morto d’infarto. Si trattava di una vera e propria maratona del sesso, ma l'eccitazione gli è stata davvero fatale. Le donne avevano scommesso del denaro con l'uomo, Sergey Tuganov, contestando che sarebbe stato capace di soddisfare entrambe per tutto quel tempo. L’uomo è riuscito a vincere la scommessa, ma dopo pochi minuti è stato colto da un attacco di cuore. A renderlo noto la polizia di Mosca. Una delle due donne, Alina, ha spiegato: "Abbiamo subito chiesto aiuto, ma era troppo tardi. Non c'è stato più nulla da fare".
RICCHI, PER CASO
L'eredità di uno sconosciuto per 70 fortunati
Se arrivasse una telefonata che ci annuncia di aver ricevuto una grossa eredità da un ignoto benefattore che ci ha scelto a caso nell’elenco telefonico, penseremmo subito ad una truffa o, nel migliore dei casi, ad uno scherzo. Ma nel caso dell’eredità di Luis Carlos de Noronha Cabral da Camara, nobile portoghese senza eredi, non si trattava di una truffa né di uno scherzo. L’uomo (morto a 42 anni) era un tipo piuttosto eccentrico, ed aveva “estratto” 70 nominativi di fronte ad un notaio 13 anni prima, per disporre dei suoi averi, che includevano tra l’altro, un appartamento di 12 stanze nel centro di Lisbona.
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Spesso la trasgressione è la conseguenza (più o meno logica) della disobbedienza. La naturale prosecuzione del non rispetto di una regola, di un precetto, di una legge. O di qualcosa che non è scritto da nessuna parte e che tutti danno come un dogma naturale da rispettare. Inutile chiedersi perché si trasgredisce e quali siano i motivi che spingono l’essere umano a varcare qualunque tipo di soglia, pur di mostrarsi unico e provocatore nella sua trasgressione. In ogni sfera d’azione del comportamento umano è possibile ravvedere il senso della trasgressione. E dunque in ogni azione è possibile trovare i segni, che il comportamento trasgressivo lascia. Uno dei segni più tangibili, mentre scrivo questo articolo, è composto da centinaia di migliaia di persone con un post-it sulla bocca. Foto di queste persone di ogni sesso, razza, religione, professione e estrazione sociale si tro-
vano sui maggiori quotidiani e su molti siti web. E in questa fase di grande confusione democratica è una delle cose più trasgressive che si possano fare. Quello che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti e questo simbolico gesto sta a testimoniare idealmente una protesta preventiva contro un disegno di legge, da tempo annunciato, e che in queste settimane sta tenendo sulle spine l’intero mondo dell’informazione e, di conseguenza, tutti i cittadini della Repubblica Italiana. Lo chiamano ddl intercettazioni ed è un disegno di legge che mira a limitare potentemente l’utilizzo delle intercettazioni telefoniche come strumento di indagine per perseguire i criminali. Inoltre è prevista l’impossibilità, da parte della stampa e della televisione, di informare i cittadini su quello che sta accadendo. Infatti, pubblicare le notizie, o per esempio lo stralcio delle intercettazioni, potrebbe costare
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caro sia all’editore, che pagherebbe una multa molto salata nell’ordine delle centinia di migliaia di euro, sia al giornalista, per il quale addirittura è previsto l’arresto. A questo punto è importante ricordare, a quanti non lo conoscessero, cosa c’è scritto nell’articolo 21 della nostra Costituzione:
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.”
Ogni commento, all’articolo 21, è puramente superfluo data la sua chiarezza e limpidezza. Eppure, appellandosi all’amata privacy, la maggioranza composta da PDL e Lega Nord sta alacremente lavorando per blindare il testo del ddl che, dopo l’esame delle commissioni parlamentari, sarà approvato, molto probabilmente, con il solito voto di fiducia. Il risultato finale sarebbe drammatico sia per la giustizia che per l’informazione. La prima impossibilitata ad avviare indagini. La seconda impossibilitata a
svolgere il ruolo democratico per eccellenza: informare i cittadini. Praticamente se questo testo fosse già in vigore non ci sarebbe nessuna indagine su tutti gli scandali venuti alla luce nell’ultimo anno che, come sapete, hanno avuto inizio proprio grazie alle intercettazioni telefoniche. Inoltre nessuno di noi conoscerebbe l’esito dei procedimenti, poiché, come prevede il ddl, queste tipologie di notizie sarebbero configurate come reato... La parola d’ordinanza, dovesse il ddl passare così come è stato previsto, è silenzio. Silenzio giudiziario. Silenzio mediatico. Silenzio assoluto. In una società in cui solo ciò che si vede (e al massimo si legge) corrisponde al vero, appare chiaro che tutto ciò che non si vedrà e non si leggerà sarà come se non esistesse. Ma si può mai essere d’accordo e accettare passivamente una presa di posizione così chiara-
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mente antidemocratica da parte del nostro governo? Assolutamente no. Chiunque ami la libertà di informazione e quella d’indipendenza dei giudici deve protestare contro questa presa di posizione. Ed anche noi nel nostro piccolo vogliamo sollevare la problematica, dedicando alla questione la nostra copertina. Per chiudere una riflessione. Durante una recente visita in Italia, il sottosegretario alla Giustizia degli Stati Uniti d’America, Breuer, ha voluto rimarcare la necessità che nessun disegno di legge limiti l’ottimo lavoro svolto dai magistrati italiani e di conseguenza anche l’operato della stampa. Ovviamente parole sprecate e gettate al vento. Come le nostre. Come quelle di centinaia di migliaia di cittadini italiani. Silenzio, per favore. Nicola Pace
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Difficile parlare di trasgressione e di politica. Difficile per un motivo molto semplice. Anzi per un motivo etimologico. Se la trasgressione è andare oltre, varcare un limite, ignorare ogni precetto ed ogni legge, allora capite bene che la trasgressione con la politica non c’entra niente. Almeno con la politica a cui siamo abituati negli ultimi anni. Per i politicanti, di ogni natura, orientamento e posizionamento geografico, il senso della trasgressione è ormai un ricordo vecchio e lontano. Lo è semplicemente perché non c’è più necessità di essere trasgressivi, poiché ogni cosa è lecita. Oggi tutto è concesso e, dunque, perché trasgredire? Che senso ha rischiare di andare oltre la legge se quella legge la posso scrivere a mia immagine e somiglianza (il precetto cristiano è sempre valido)? Perché andare oltre il limite del pudore rischiando brutte figure quando posso cancellare il pudore dai sentimenti umani attraverso un sano e cosciente lavaggio del cervello attraverso l’apparecchio televisivo? Se denigro quotidianamente le istituzioni screditandole è ovvio che posso tranquillamente ricostruirle in modo da non dover più rischiare nessun conflitto che, invece, nasce ogni qual volta un potere varca il limite di un altro potere.
L’incipit della canzone di Franco Battiato “Povera Patria”, scritta agli inizi degli anni 90 (precisamente nel 1991) racchiude magnificamente l’oscenità a cui stiamo assistendo da troppo tempo ormai. L’unica differenza con i giorni nostri è che i perfetti e inutili buffoni non ci sono solo tra i governanti. Purtroppo questa specie, che non va mai in estinzione, si è diffusa a macchia d’olio anche tra i cittadini. Troppi sono gli inutili buffoni pronti a fare la claque e a svilire il significato ed il senso di ogni cosa. Troppi sono gli inutili buffoni pronti a giustificare qualunque tipo di azione. Anche quella più becera. Allora è inutile meravigliarsi per tutto quello che accade oggi e che, drammaticamente, è sotto gli occhi di tutti. Chi ci governa ha smarrito il senso del limite e con esso, ovviamente, anche il senso della trasgressione. Ci si può concedere tutto, quando tutto può essere messo a posto. Ci si può concedere tutto, quando tutto può essere, dopo poche ore, semplicemente smentito.
... Povera patria! Schiacciata dagli abusi del potere di gente infame, che non sa cos'è il pudore, si credono potenti e gli va bene quello che fanno; e tutto gli appartiene. Tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni! Questo paese è devastato dal dolore...
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Inutile, quindi, gridare allo scandalo. O preoccuparsi per questa nostra povera Patria. In fondo da bravi, perfetti e inutili buffoni, noi cittadini, siamo utili solamente a divertire e sollazzare la corte. Bravi ad ossequiare il governante di turno. Aspettiamo, così, la nostra occasione per presentarci in scena e sperando che colui che ci ha scelto si diverta abbastanza. Se siamo stati bravi avremo un lasciapassare esistenziale per il prossimo futuro. Altrimenti, l’unica trasgressione che ancora potremo concederci, è quella di cambiare. Governante. N. P.
Ăˆ sempre bene iniziare partendo dal vecchio, ma caro vocabolario... "Trasgressione", definita dal Grande vocabolario Garzanti come la mancata obbedienza ad
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una prescrizione o norma, viene però inserita anche in un contesto in cui il trasgressore cerca di oltrepassare i limiti del lecito e del consentito. Vista in quest’ottica, la trasgres-
sione non è sempre vestita di abiti scuri, negativi. Non trovate? L’uomo per sua natura è portato a superare se stesso, per andare avanti. Per migliorarsi. Immaginate un mondo in cui nessuno abbia mai avuto il coraggio di andare contro le regole. Immaginate… bravi. Non è reale. Diceva il saggio: “Alcune regole sono fatte per non essere rispettate”. E allora non mi torna quando, passeggiando per le bellissime strade della capitale, vedo coppiette vestite di nero, con strani catenacci e borchie. Fin qui, sdegno e bigottismo da parte mia, se vogliamo. Ma poi, lo sguardo si posa su una cordicella metallica che scende copiosa dal collo di lei e giunge, selvaggiamente, nelle mani di lui; si tengono al guinzaglio. “I cani non sono ammessi e neppure le persone strane”. Dani Graves di 25 anni e Tasha Maltby di 19, sono i gotici al guinzaglio più famosi della stampa UK. Poverini, è stato impedito loro di salire in autobus! La diciannovenne ha affermato al Daily Mail: “É una mia libera scelta essere il suo animale domestico”. Ma i cani, scusate, i gotici al guinzaglio, hanno pensato bene di querelare l'azienda dei trasporti, dichiarandosi “vittime di una discriminazione”. Ora, questi giovani sono trasgressivi? I giovanotti in questione, vanno contro le regole imposte dalla società civile che trova ripugnante vedere una ragazzina portata in giro al guinzaglio come se fosse una bestiolina che può scappare via? Non so… Sinceramente. Di punk ribelli non ce ne sono quasi più, (“e i CCCP non ci sono più” urla Vasco Brondi)
in compenso sono comparsi i punkabbestia-gotici-emo che si fanno largo con il loro nichilistico disinteresse per ogni impegno politico. L’età dello sballo si è notevolmente abbassata mentre l’eccesso autodistruttivo è diventato la normalità. Quasi una norma sociale da rispettare per fare parte di un branco. Di idioti. Credo che il problema principale non risieda nella trasgressione giovanile in sé ma nella distruzione degli stimoli creativi. Beninteso, è sacrosanto e normale che un sedicenne senta il bisogno di trasgredire. E guai se ciò non fosse. Se non si sbaglia, non si cresce. Ringrazio il mio Dio per tutti gli errori che ho fatto. È un po’ come dire che trasgressivo non è iniziare a fumare. È Smettere. Non so se sono stata chiara. Del resto trasgredire oggi sembra aver assunto vari significati, varie sfaccettature... Ricordiamo i fidanzati al guinzaglio. (sic!) Nella vita si deve osare e se osare significa andare contro le regole, allora va bene. È ammesso e accettato. Anzi è auspicabile l'imitazione. È vedere i giovani che biascicano parole senza senso sorseggiando una birretta in piazza, con la sigaretta accesa, che non va. Osate e trasgredite per rendervi migliori. Sbagliate e rialzatevi per rendervi migliori. Questo è trasgredire. Tutto il resto è noia, aggiungerei. Mi sento trasgressiva quando non mi unisco alla massa delle Hogan indossate per essere alla moda. Mi sento trasgressiva quando mi alzo per cedere il posto sul bus ad una donna di colore che certamente è più stanca di me. Mi sento trasgressiva quando
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sento mie coetanee discutere sulla noia che investe le loro vite e vederle non far nulla per invertire la rotta… Mi sento trasgressiva quando non capisco le scritte sui muri che inseguono i sensi logici delle parole con lettere senza senso tipo tvbmnnpx+skt* (ti voglio bene ma non posso più stare con te). Ho reso l’idea? E voi amici miei, quando vi sentite trasgressivi? * Ringrazio per la traduzione la mia vicina di casa ottantenne che ha dovuto studiare il linguaggio dei nipoti prima di metterli alla porta. Giustamente. Leonarda Sabino
Care amiche e cari amici di BREK Magazine, La battaglia per un’Europa più unita e più forte ha segnato un importante successo con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, ma i tentennamenti e talune scelte poco felici che ne sono seguiti, e soprattutto le sfide che abbiamo davanti, dimostrano che tanta strada deve ancora essere fatta. Spetta a tutti noi produrre idee e proposte per difendere e rafforzare l’Europa, spunti e suggerimenti utili al dibattito in corso tra le grandi forze europee ma prezioso pure per sprovincializzare quello in corso in Italia. Per questo ho pensato di chiamare ognuno di voi ad una partecipazione diretta, soprattutto i giovani e coloro i quali stanno ai margini e vogliono dire ciò che oggi non va, ciò che deve essere corretto, ciò che invece deve essere difeso e valorizzato. Questo è il senso dello slogan
“l’Europa la facciamo Noi”: dare vita ad una spinta dal basso basata su idee e proposte concrete da portare avanti tutti insieme. La politica da sola non è in grado di sostenere il progetto europeo, dobbiamo, perciò, favorire un movimento più ampio che poggi sulle idee e la forza dei singoli che diventano squadra per l’Europa. A questo fine ho pensato ad una iniziativa forte e concreta che metta a confronto tutti su alcuni spunti di dibattito che saranno arricchiti proprio grazie al contributo di tutti voi. Già da oggi attraverso il sito www.europabarcamp.it sarà possibile intervenire in questo dibattito collettivo: ognuno potrà esprimere sui temi che proponiamo la propria opinione, aiutandoci in questo modo a elaborare idee e proposte per l’Europa di domani. Terremo poi un’iniziativa, il 27 di giugno, dalle 9,30 alle 18, a Na-
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poli presso I’ll Castel dell’ Ovo, nel corso della quale potremo incontrarci per discutere insieme delle idee che ci siamo scambiati sul web. Sempre sul sito www.europabarcamp.it troverete già i primi spunti di riflessione. Su ogni area di discussione che concorderemo, potremo decidere insieme anche il modo e gli strumenti affinché le nostre proposte riescano ad avere un seguito anche nel dibattito politico e parlamentare e più in generale nel paese. Quel che vogliamo fare, insomma, è trasformare le idee in azioni, con la speranza che aderirete numerosi a questo progetto. Ringrazio la Fondazione Italianieuropei, la Fondazione Zefiro, BREK Magazine e gli amici che hanno da subito condiviso questa idea, e vogliono promuoverla con noi. Gianni Pittella
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1999: arriva la cura alla nevrosi e all’insonnia da stress quotidiano, il Fight Club. Ce la prescrive l’omonimo film di David Fincher, regista americano, già autore del precedente Seven (1995) e dei successivi Zodiac (2006) e Il curioso caso di Benjamin Button (2008). Il lungometraggio è tratto dal romanzo omonimo di Chuck Palahniuk e racconta la vicenda di un impiegato trentenne (Edward Norton) che, sopraffatto dalla paranoia da lavoro, trova rifugio frequentando gruppi di incontro per malati terminali dove la sua ansia riesce a sublimarsi nella commozione e nel pianto. Un giorno
fa la conoscenza su un aereo di un certo Tyler Durden (Brad Pitt), personaggio ambiguo, sedicente produttore di sapone. Dopo l’esplosione avvenuta nel suo appartamento, il protagonista trova alloggio presso Tyler. I due fondano, così, il Fight Club, un circolo segreto di uomini alienati e insoddisfatti del lavoro e della loro vita quotidiana, i cui membri devono sfidarsi in cruenti combattimenti fra loro. Tale aggregazione si trasforma, poi, nel Progetto Mayhem, un’associazione di stampo eco-terrorista, il cui violento senso e la cui finalità distruttiva sfuggono al protagonista che inizia a perde-
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re il controllo della situazione. A un certo punto Tyler sparisce nel nulla e il nevrotico impiegato parte alla sua ricerca. Ma dove sarà finito il bizzarro Durden? Chi è veramente Tyler? La regia di David Fincher, già in questo suo quarto film, è magistrale. Precisa e pulita, mette a fuoco con nitidezza i personaggi mantenendo allo stesso tempo atmosfere cupe e ansiogene. Sa rendersi nervosa e agitata quando la storia lo richiede e ritorna, con estrema facilità, calma e lineare nei momenti di apparente tranquillità. La precisione della regia nelle inquadrature e nei movimenti di macchina
(quella che in gergo viene detta regia mobile) sarà una delle caratteristiche di eccellenza che contraddistingueranno il regista americano anche nei suoi film successivi, da vedere (per credere) il lungo piano-sequenza iniziale di Zodiac. Ottimi e giustapposti gli effetti digitali tanto da far sì che uno di questi diventi la chiave di lettura dell’intero film: la carrellata virtuale, all’inizio del racconto, che dalle sinapsi del protagonista arriva alla sua bocca dove gli viene puntata una pistola. Invece divertente e di vero gusto stilistico ed estetico sono le didascalie poste a descrizione della mobilia della casa del nevrotico impiegato a mo’ di catalogo virtuale per arredamenti. La sceneggiatura è lineare e scorrevole fatta di una scrittura e di dialoghi chiari e accattivanti. Prevede anche una voce narrante che commenta o presenta le situazioni incuriosendo e intrigando maggiormente lo spettatore. A tratti il racconto sembra peccare di banale casualità, come ad esempio nella scena del primo incontro tra il protagonista e Tyler Durden, ma il finale del film ci svelerà che questa banalità è voluta, quasi costretta, e
che in questo modo Fincher ci prepara meglio al colpo di teatro finale. Unica sbavatura, a mio parere, è l’effettiva semplicità con cui il regista ci svela l’identità di Tyler. La sceneggiatura risulta di ottima fattura e trova il suo reale compimento grazie soprattutto al montaggio di James Heygood, tanto semplice quanto efficace. Nonostante la nevroticità della storia, il racconto prosegue con andatura pacata in netto contrasto con l’ansia e la paranoia dei personaggi, regalandoci, così, espressionistiche emozioni. La psicotica realtà del film è presentata dalle ambientazioni cupe e rarefatte delle scene e dalle straordinarie interpretazioni di Edward Norton e Brad Pitt, il tutto servito allo spettatore in un ritmo andante e regolarmente cadenzato. Unica alterazione alla linearità del montaggio è l’aprirsi del film con l’inizio della scena finale, consuetudine già sperimentata e utilizzata nella produzione cinematografica precedente ma che qui non risulta un semplice artifizio stilistico ma serve a scaraventarci con curiosità e interesse nel vivo della vicenda. Punta massima del metodo di
costruzione della storia è l’inserimento lungo il film di frame, di immagini dalla durata millesimale, che, con effetto subliminale, invadono la nostra visione e percuotono le nostre sinapsi. Il film è una grande parabola sul vuoto della vita quotidiana nella società contemporanea e sul senso della trasgressione. La vita di oggi è fatta di ritmi frenetici, di azioni ripetute all’infinito, di routine, di sms, di squilli, di schermi, di numeri e non di anime. Resta da tutto ciò il vuoto dell’umano, la solitudine della persona. Per strada, in una piazza, in un ristorante si è in tanti ma in realtà si è visti solo come presenze identificate da un nick, da un numero di telefono o da una etichetta. Rompere questa sovrastruttura razionalizzata non è semplice e perciò può diventare talvolta valvola di sfogo ciò che più di primordiale c’è nell’uomo, la violenza fino, però, ad arrivare spesso all’autodistruzione. É quello che succede nel Fight Club. Come anche il protagonista capisce, l’autoimplosione, però, servirebbe soltanto a fortificare la disumanizzazione, di contrasto la strada da imboccare è quella della presa di coscienza e di un conseguente ritorno all’umano, all’anima, al contatto reale e viscerale tra persone. Davide Galasso
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Dames et messieurs d’oggi perdoneranno la mia insolenza se apostroferò i Loro illustri antenati e i Lor ancor più noti contemporanei come gli artisti più trasgressivi di sempre. Anzi opino che, è personalissima opinione dello scrivente, ne deriveranno un certo qual pregio alla loro delicata vanità che da sempre strizza l’occhio al frizzante can can del pruriginoso e dell’esclusivo. Francia e trasgressione sono l’una la premessa maggiore e l’altra la minore di un sillogismo che conosce l’arte come conse-
quenziale conclusione. La presente dissertazione si pone, senza pretese di completezza, di tracciare un fil rouge della trasgressione attraverso alcuni dei più significativi momenti caldi dell’arte francese. 1863, Edouard Manet, ispirandosi e, per alcuni critici, quasi scimmiottando la Venere di Tiziano, ritrasse un’allegra Madame del tempo intenta a mostrarsi disinibita ad uno spettatore. Alla sua esposizione 2 anni più tardi la si definì, con il signoril contegno del tempo, come “un bicchiere di acqua gelata in fac-
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cia a ogni visitatore”. Passò solo un anno che Gustave Courbet dipinse sotto commissione di un diplomatico turco, tal Khalil bey, che già vantava una nutrita pinacoteca di dipinti erotici, (tra cui: le Bain turc di Ingres e Les dormeuses dello stesso Courbet) un bel primo piano di vagina dal titolo quanto mai pregnante: l’Origine du monde. Si pensi che lo stesso ambasciatore la teneva celata da un drappo. Successivamente però, a causa della sua pericolosa passione per il gioco d’azzardo fu costret-
to a vendere l’opera che vagò nervosamente per l’Europa fino a che lo psicanalista Jacques Lacan l’acquistò ad un’asta per 1,5 milioni di franchi, anche lui però preferì nascondere allo sguardo, con una cornice a doppio fondo dietro ad un quadro di Andrè Masson, l’attrazione super realista della tela. 1917, alla mostra a New York della Society of Independent (a cui chiunque poteva partecipare per la modica cifra di 6$) Duchamp con lo pseudonimo di R. Mutt presentò la famosa opera titolata: Fontana, che per i pochi che non la conoscessero altro non era se non un comunissimo orinatoio che prevedibilmente non incontrò il consenso e l’approvazione della giuria, tant’è che l’originale stranamente, molto stranamente scomparve! Siamo al quarto “moschettiere” della trasgressione, l’ispiratore dell’inquieto, l’araldo dell’esecrando e dell’esecrabile, il conte Balthasar Klossowski de Rola, meglio conosciuto come Balthus, anch’egli francese nonostante il suo nome d’origine polacca possa trarre in inganno. Nel 1934, a Parigi, Galleria Pierre, in un’apposita saletta, espose un quadro raffigurante una donna, che come scrisse l’artista stesso: «Ha appena dato una lezione di chitarra a una ragazzina (che era una bambina povera figlia di una portinaia) e continua a suonare sulla ragazzina stessa. Dopo aver fatto vibrare le corde dello strumento, la donna fa vibrare un corpo». «É una scena erotica, ma che non ha nulla di divertente: non è una di quelle piccole infamie che ci si mostra clandestinamente dandosi colpetti di gomito», ma rappresenta invece: «tutta la tragedia e l'emozione di un dramma della carne». L’opera intitolata La lezione di chitarra, come molti altri dipinti, si limitava a raffigurare l’esistenza della sessualità infantile che, seppur capace di mettere a di-
sagio, è secondo l’autore una realtà, tant’è che la espose come da sua ammissione consapevole di esporsi alla disapprovazione e agli insulti. 1947, all’appello manca una donna, chiaramente francese, è Orlan, teorizzatrice e praticante dell’arte carnale. Negli anni ‘90 infatti l’artista decise di sottoporsi a vari interventi di chirurgia plastica chiamati :"The Reincarnation of Saint Orlan" (in uno dei quali si fa impiantare due protuberanze sulla fronte) che vengono scrupolosamente ripresi e di cui Orlan conserverà i resti organici in apposite teche da lei soprannominate Reliquiari! Lei stessa definì la sua performance artistica come: «Un lavoro di autoritratto, ma con i mezzi
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tecnologici di oggi». «II corpo diventa un readymade modificato». Al termine del qui presente, e spero gradito, excursus ho piacere nel ringraziare: le leggi, la morale, i divieti, il costume, l’etica, il politicamente corretto e tutti i canoni della civiltà; perché se non fossero esistiti l’arte non avrebbe saputo come intrattenerci e non sarebbe andata oltre il ritratto, il paesaggio e la natura morta. Questo, a parer mio, il senso più succulento del vietato, e del vietare che echeggiando Epicuro (no lui no, non era francese!): «non significa necessariamente astensione, ma la pratica sotto forma di trasgressione». Francesco Tripaldi
Trasgressione. Un comportamento che va al di fuori delle normali regole sociali, culturali e morali. E se prima le nostre regole erano quelle basilari, dell’educazione del buon costume adesso la regola è andare oltre queste regole. Quello che prima era trasgressione ora è di uso comune. Donne nude e sfacciate sono la normalità. Ormai non ci giriamo neanche più a vederle. Urlare e offendersi per strada oramai è all’ordine del giorno. Essere cool e fare quello che fanno gli altri è la parola d’ordine. Se non fai sei fuori e se sei fuori sei sbagliato. Ma cosa c’è di più trasgressivo del non seguire le mode? E oggi chi trasgredisce è chi canta fuori dal coro, chi ha il coraggio di essere bianco nella macchia nera. Chi si veste quando l’altro si spoglia. Chi dice no quando tutti dicono sì. Essere trasgressivi vuol dire essere diversi, non omologarsi e non interessarsi dei giudizi degli altri. La moda ha utilizzato tanto modelli trasgressivi. Ci ha dato lo stile punk con le borchie e le spille da balia, ci ha
dato il latex e la pelle lucida. Ci ha dato i corpetti a punta e gli abiti trasparenti. E ha reso tutto questo “normale”. E ora? Dove la troviamo la trasgressione? Come possiamo andare contro le regole? La moda come sempre ci viene in soccorso. Con l’oggetto più desiderato dalle donne. Un anello. Ma non è un semplice anello di diamanti, offerto in fidanzamento. È una vera promessa di amore unico e solo. È il Purity Ring, l’anello della purezza. Una rivisitazione della cintura di castità delle generazioni passate, riletto in chiave moderno/fashionista. È la moda del momento in America. Un semplice anello con cui le giovani adolescenti promettono di restare pure fino al amtrimonio. Una promessa che queste giovani ragazze fanno non al loro compagno di vita futuro ma bensì ad un compagno ancora più importante e solido: il padre. Un ballo dove di puro non c’è semplicemente l’abito chiaro della debuttante ma anche una promessa di castità e una prova d’amore da dare alla famiglia. Sul sito purityrings.com si possono trovare gli oggetti del deside-
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rio da indossare per trasgredire in una società dove la purezza e la castità sono valori dimenticati e derisi. Quality Purity Rings to help encourage purity, abstinence and chastity. Questo è il claim del sito che promuove e commercializza questo anella della purezza. Per noi amanti dei gioielli e degli accessori ci sono tante alternative, semplici fedine con incisione True Love Waits, anelli d’oro con brillanti, farfalle, fiori e croci, che ti aiutano sempre a ricordare la promessa fatta. Ma non solo le donne avranno la fortuna di trasgredire promettendo purezza fino al matrimonio. Una serie di anelli è prevista anche per quei giovanotti che vogliono mantenersi per la futura sposa. Magari un po’ kitsh ma sempre unici. Non so se in Italia arriverà questa nuova moda, ma possiamo dirci pronti ad affrontarla. Intanto mano alla carta di credito, e ordiniamo il nostro anello da sfoggiare. Un anello è per sempre. E se il purity ring diventasse la norma? Beh, trasgredite non mantenendo la promessa fatta. Andreina Serena Romano
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Quando ho ricevuto il tema di questo numero ho cominciato a cercare spunti in giro; data l'età avanzata (la mia), ho pensato che la trasgressione fosse un tema caro agli adolescenti o post adolescenti in carica. Guarda caso, un pomeriggio Mamma RAI manda in onda una trasmissione su “noi ragazzi di oggi e la trasgressione”: una tristezza infinita, tutta la mia curiosità e il mio interesse erano finiti tra un tatuaggio sul sedere e dieci unghie decorate. Poi è accaduto l'imponderabile: secondo giorno di finali per l'Italia Wave Love Festival Basilicata, sale sul palco un ragazzetto, magro, occhialuto e bardato di maglietta post punk, post grunge, post aggressione canina. Insomma uno di quelli che ti immagini essere vittima di bullismo ai giardinetti. Inizia la sua performance con chitarra elettrica, base elettronica e illustratore al seguito: eccolo qui
uno che pensa. Ascolto, ascolto, mi piace. Lì per lì sembra un po' maschilista quando canta “Mi piacciono le donne che mi dan sempre ragione, che sono ossessionate dalla televisione”, ma poi mi passa, grazie alle sue serissime riflessioni sulla vita e le allergie come nel caso di “Portami via, portami via eutanasia; fammi morire allergia; madre mia, passa in farmacia”. A questo punto ecco rischiararsi in me un pensiero sintetico sulla trasgressione: la trasgressione è pensare, sempre. La trasgressione è dire ciò che si pensa a prescindere dai consensi. Perché, in questa epoca di sondaggi e share, essere poco popolari vuol dire aver conservato un po' di indipendenza. La trasgressione è vivere in una città provinciale e riuscire a non annegare nei luoghi comuni, nei posti comuni, nei tempi comuni,
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nello struscio del sabato. Il Dr. Panico è trasgressione perché ti stupisce, sale sul palco e riesce a farti sentire il “cuore in erezione”. Nella competizione il Dr. Panico è arrivato secondo, sono sicura che sia stato soddisfatto, d'altronde cosa c'è di più banale che partecipare ad una gara per vincerla? Vorrei essere maschio per poter cantare “mi piacciono le donne che puzzano di pesce”, ma sono donna e gli uomini non amano le serenate, soprattutto quelle ittico/elettroniche. “E poi ti senti deluso per tutte le cose che non sai, la rozza magia della birra innaffia i discorsi che non farei mai, e ti dondoli sull'altalena della tua diversità”. Nella prossima vita voglio nascere birra. Simona Simone
Se con una sola frase si potesse riassumere l'intera vicenda narrata nella serie televisiva statunitense "Prison Break", sarebbe questa: "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo". Non a caso l'intreccio di personaggi e vicende rappresentati è giocato quasi interamente sul continuo cambiamento e sulla viva speranza di rendere giustizia ad un uomo la cui vita è stata radicalmente segnata da un errore giudiziario. Lincoln Burrows è accusato di aver ucciso il fratello del vicepresidente degli Stati Uniti, quindi condannato nel braccio della morte del carcere di massima sicurezza Fox River. Suo fratello Michael, giovane, brillante ed affascinante ingegnere edile, venuto a conoscenza dell'imminente esecuzione,
comincia ad escogitare tutti i possibili modi, leciti e illeciti, per farlo evadere e sottrarlo al suo triste destino. Quando la molla delle proprie azioni è uno sconfinato amore fraterno, è facile convincersi che le leggi, se ritenute vili strumenti del potere, possono essere trasgredite. Michael, eleborato l'incredibile piano a puntino, con minuziosa precisione (che di umano ha ben poco), si fa tatuare sul corpo l'intera planimetria del carcere di Fox River, ben celata da strani disegni di angeli e demoni, dopodichè si fa arrestare fingendo una rapina in banca. E qui si entra nel vivo della vicenda: i due fratelli, di nuovo uniti, anche se, ovviamente, vincolati nei loro incontri, sono
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"costretti" a collaborare con chiunque possa essere utile al loro piano di evasione o venga a conoscenza di ciò che tramano. Il numero di personaggi che entra prepotentemente nel racconto è alto. Ci vengono presentati uomini e donne legati a filo doppio da un passato increscioso, storie di equivoci, di leggi sbagliate, ma anche di amori travolgenti. Michael si rende conto di dover sfruttare al meglio tutte le pedine a sua disposizione in modo da trasformare tutti gli imprevisti in occasioni. Pertanto deve necessariamente coinvolgere nel suo piano la dottoressa Tancredi, medico del carcere con un passato da drogata, i compagni di carcere Fernando Sucre, compagno di cella di Michael, il boss mafioso italiano John Abruzzi, il pluriomicida T-Bag, intelligente carcerato con un'innata predisposizione allo stupro, e molti altri ancora. Michael è determinato, geniale nella sua capacità di risolvere tutti gli intoppi che incontra, e questa sua determinazione diventa disumana quando capisce
che, in realtà, il fratello Lincoln è stato scelto da potenti uomini di governo statunitensi come vittima di un complotto politico ben architettato. L'intera serie televisiva, presentata per la prima volta nelle tv italiane dal 2006 al 2009, costringe ad una continua riflessione sul sistema carcerario, su quanto esso possa coincidere con il tramonto di una speranza di vita, su quanto poco possa risultare educativo. Prison Break è soltanto uno dei racconti che vertono sul problema della giustizia. La grande democrazia americana, quella che spesso anche i nostri politici guardano con ammirazione, continua ancora oggi a suscitare dubbi nell'opinione pubblica. Beh, non dobbiamo stupirci, se consideriamo il fatto che solo nel 2010 le esecuzioni capitali negli USA ammontano finora a 15, e che dal 1973 la cifra supera le 1200 vittime. Ovviamente il numero delle iniezioni letali è di anno in anno sempre più basso, ma il percorso che porta all'abolizione della
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pena di morte è ancora lungo. La giustizia è un'utopia almeno quanto lo è la democrazia. Non saranno mai i ricchi a subirla, perchè ogni regola è utile alla salvaguardia di un equilibrio molto labile, quello tra l'uomo e l'economia che lo sorregge. Le carceri sono affollate da gente povera, spesso costretta a trasgredire per sopravvivere. D'altro canto i ricchi comprano il potere, gli avvocati più preparati, le leggi più favorevoli. Pensiamo all'Italia: oggi si possono fare tante cose che anni fa erano illegali. Per giocare d'azzardo o uccidersi con l'alcool o con la nicotina non è necessario trasgredire. L'importante è che chi governa ne tragga profitto. Ecco perchè legalità ed etica non sempre combaciano. Ecco perchè trasgredire, spesso, vuol dire disapprovare una società sbagliata, quella che vuole il denaro nelle mani di pochi. Ecco il cambiamento che Michael vuole vedere nel mondo. Utopie? Michele Nella
Trasgressione, parola usata per indicare un’eccezione ai comportamenti umani. Se però scrivi un libro che si chiama Compagno di sbronze, e ti chiami Charles Bukowski, le cose vanno diversamente. Lo si capisce dai titoli dei racconti contenuti in questo libercolo, che scorre fluido come tutti i litri di alcool che scendono nelle trachee dei protagonisti, anche se si capisce che lì dentro nulla è inventato. Dieci seghe, La mia mamma culona, La politica è come cercare di inculare un gatto, Birra e poeti e chiacchiere, tanto per nominare alcuni di quegli eloquenti titoli, tra cui uno sconcertante, Il demonio, cronaca di una giornata da pedofilo.
Non è però una trasgressione fine a se stessa quella che l’autore narra, non è lo pseudo uscire fuori dalle regole che pervade la nostra società, una specie di sindrome da “Special One” che ci infesta la mente imponendoci di stare in vetrina a tutti i costi, in modo tale che viene a crearsi la situazione per la quale in un mondo di unici, tutti sono omologati nel volerlo essere. La trasgressione di Bukowski è il contrario, è la trasgressione di chi si sente ai margini della società, di chi beve fino allo sfinimento perché del mondo non vuole saperne, le persone non vuole frequentarle, almeno che non siano come lui, cioè rifiuti della società, che mettono in discussione il loro essere tali rifiu-
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tando la società che li rifiuta. Lui è quello che i telefilm statunitensi ci hanno insegnato a etichettare come un perdente, uno che nella vita non concluderà nulla di buono, ed è proprio il suo essere un perdente in una società di vincenti la trasgressione, la sua personale e quotidiana rivoluzione, il suo rifiutarsi di trovare un lavoro con il quale farsi una posizione, e spendere fino all’ultimo centesimo di quel poco che ogni tanto racimola in alcool, fino a diventare brutale, indesiderabile: ecco la sua trasgressione, la più difficile, fare di tutto per non piacere a nessuno, fare della propria vita la decostruzione del mito americano. Andrea Samela
ghe, Vivete curiosi, Prosit e Serenità. Non importa quanto sia stretta la porta, quanto piena di castighi la vita. Io sono il padrone del mio destino: io sono il capitano della mia anima. Wine_R
Non c'è nessuna strada facile per la Libertà. Sono le parole di Nelson Mandela, uomo simbolo della lotta anti apartheid in Sud Africa ed esempio di come trasgredire quanto i benpensanti impongono uno schema è necessario, vitale. Molti anni dopo, un uomo per me altrettanto importante, mi disse che in Sud Africa facevano dei vini straordinari. Io, che ancora non mi interessavo del meraviglioso mondo dei Vini, pensai che era un altro dei suoi eccessi. Lui che si occupava di chimica e frequentava la filosofia, è stato un trasgressivo, almeno per quella parte della società che si sente più a suo agio nei prefabbricati del pensiero. Amava e conosceva i vini come pochi, amava il mondo e la vita come pochi. Sollecitato dalla sua provocazione andai a comprare immediatamente una bottiglia di vino rosso Sudafricano, un Pinotage (incrocio di due uve Pinot Nero e Cinsaut). Con curiosità e scetticismo la osservai, la tenni in mano, lessi attentamente etichetta e controetichetta, poi la stappai e seguendo i principi della degustazione la bevvi. Aveva ragione. Quel vino era magnifico, una scoperta incredibile. Immediatamente cercai di immaginare la terra che lo aveva allevato tra gli Oceani figli della dea Teti e delle querce che adornano il cielo come collane
di smeraldi. Chi l'avrebbe mai pensato che in quell'angolo di mondo potesse nascere un Vino così? Anche quella è stata una trasgressione, almeno per il mio pensiero e per quello di colui che per primo sentì di iniziare a fare vini in quel paese. Non c'è scoperta se non c'è curiosità ed ogni curiosità porta in sé una rivoluzione. Dagli errori si prova la bontà di un esperimento. Bisogna rinunciare ai pensieri sicuri e provare a guardare liberamente in ogni senso, rischiare, provare a vivere insomma. Quell'uomo che un giorno scelse di percorrere al contrario l'Italia per arrivare ad un binario tronco della stazione di questa città mi ha insegnato il valore della curiosità che fa rima con libertà. L'atmosfera ora è quieta e calda come il vino che vi ho raccontato, la musica di Renè Aubry arriva a farmi compagnia. Così vi saluto, lasciandovi queste ri-
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hEInEkEn JAmmIn’FESTIVAL
Venezia, 3 - 4 - 5 e 6 luglio 2010
Dopo lo stop dello scorso anno, ritorna l’Heineken Jammin’Festival. L’evento, organizzato da Live Nation e sponsorizzato da Heineken Italia, è uno degli appuntamenti più importanti per gli amanti della musica per la stagione estiva. Ospitato nel comune di Venezia, ospiterà per quattro giorni, le band più importanti del panorama musicale internazionale, per dare vita a un evento imperdibile. I gruppi già confermati sono: Aerosmith, The Cranberries, Green Day, 30 Seconds to mars, Rise Against, The Black Eyed Peas, Massive Attack, Pearl Jam, Ben Harper & Relentless7, Skunk Anansie, Gossip, Wolfmother.
FIORELLO ShOw TOuR
Cagliari, Fiera - 9 luglio 2010
Fiorello è tornato dal vivo con uno spettacolo tutto nuovo. Il Fiorello Show Tour è uno spettacolo ricco ed originale, la cui narrazione si nutre molto dell’ispirazione artistica del momento dell’artista; un flusso di storie e di canzoni che offre al pubblico un fiume ininterrotto di oltre due ore di spettacolo dal ritmo serrato. Accompagnato sul palco dal maestro Enrico Cremonesi e la sua orchestra, trasforma ancora una volta i fatti di attualità e gli elementi del quotidiano in show, giocando con i paradossi di oggi attraverso la sua immancabile ironia. Info su rosariofiorello.it
AIDA
Palermo, Teatro Massimo - dal 9 al 13 luglio 2010 Aida è un’opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni, basata su un soggetto originale di Auguste Mariette. La prima rappresentazione avvenne alla Khedivial Opera House del Cairo il 24 dicembre 1871. Ismail Pasha, kedivè d’Egitto, commissionò l’opera a Verdi per celebrare l’apertura del Canale di Suez nel 1869, ma la prima dell’opera fu ritardata a causa della guerra franco-prussiana. Quando finalmente la prima ebbe luogo, l’opera ottenne un enorme successo e ancora oggi continua ad essere una delle opere liriche più famose. Info su teatromassimo.it
FESTIVAL DEL TEATRO DI STRADA
Certaldo (FI) dal 14 al 18 luglio 2010
Con questa 23° edizione, il festival “Mercantia” si illumina di una nuova luce. L’ obiettivo è incontrare il pubblico per le vie del borgo medievale di Certaldo con la luce negli occhi, una luce gioiosa di chi ritrova nel cuore una leggerezza dell’essere e una voglia di essere... L’originalità e la progettualità verso questa 23° edizione saranno concentrate nel perfezionare ancora di più l’osmosi tra il teatro, l’architettura del borgo, l’arte, l’artigianato, le luci, il pubblico e la percezione di Mercantia come unico grande spettacolo. Info su mercantiacertaldo.it
RubEnS E I FIAmmInghI
Como, Villa Olmo - fino al 25 luglio 2010 La mostra più importante degli ultimi vent’anni dedicata, in Italia, a Pieter Paul Rubens, presenta a Como uno dei più grandi artisti di tutti i tempi attraverso un percorso espositivo con 25 capolavori che si snoda attraverso i temi caratteristici della pittura di Rubens, come i soggetti sacri, i riferimenti alla storia e al mito, e contempla alcuni dei maggiori capolavori del maestro fiammingo. Accanto a questi capolavori di Rubens, la mostra di Villa Olmo propone 40 tele realizzate da pittori fiamminghi della sua cerchia, in particolare di Anton Van Dyck, amico del maestro e certamente l’allievo di maggior talento. Info su grandimostrecomo.it
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RAduno VESpA CLub LuCAnIA
Maratea - 4 luglio 2010
La scoperta (o la riscoperta su due ruote) e la valorizzazione del territorio lucano sono il fine ultimo del Vespa Club Lucania che con il patrocinio della regione Basilicata, nell’ottica della promozione territoriale, secondo la filosofia della guida lenta, organizza un raduno Nazionale di Vespe sul territorio di Maratea (PZ) e dintorni nella giornata del 4 luglio 2010. Durante la mattinata verrà presentato, all’interno di un momento congressuale, il documentario per la promozione territoriale del lagonegrese girato dai Vespisti del club. Maggiori informazioni su vespaclublucania.it
ARISA In ConCERTo
Paterno - 16 luglio 2010
Arisa è ormai una bellissima conferma del panorama musicale italiano e si prepara ad un lungo periodo di promozione del suo nuovo album. Reduce dal Festival di Sanremo con il brano tormentone Malamorenò, Arisa sta promuovendo singolo e disco in diverse località italiane. L’album “Malamorenò” è una produzione all’avanguardia proprio per la sua essenza vintage; dieci canzoni legate alla tradizione con riferimenti precisi a suoni che hanno fatto la storia: dal dixieland allo swing, fino a certe atmosfere beatlesiane. Per conoscere tutte le date del tour 2010 arisamusic.com
MATERA REGGAE FESTIVAL
Matera, Kartodromo della Palomba - 23 e 24 luglio 2010 L’associazione “Jamming” vuole riunire centinaia di giovani da ogni parte del Sud Italia e trasformare il kartodromo della Palomba in una città di musica Reggae e cultura con lo scopo di dare un messaggio positivo alle vecchie e nuove generazioni. La sera la musica diventa protagonista con concerti live di artisti di livello nazionale ed internazionale. Ancora una volta il percorso tracciato dalle grandi stelle del reggae attraverserà i cuori di tutti gli appassionati e per una notte, vi sembrerà di essere catapultati sulle spiagge jamaicane nei lontani anni 70. Il Matera Reggae Festival da quest’anno ha valore europeo. Sarà in collaborazione con il Festival di musica Reggae più importante in Europa il “Rototom Sunsplash” che da quest’anno si svolgerà in Spagna.
ARTISTInSTRAdA
Venosa - dal 4 al 5 agosto 2010 Festival-rassegna internazionale di arte e cultura popolare, nato nel 2005 con l’intento di attirare l’attenzione del grande pubblico verso i luoghi storici della Basilicata e di favorire il dialogo interculturale. Giunto alla sesta edizione, si presenta come una grande festa internazionale che intreccia circo, danza, musica, acrobazia, teatro e cabaret, all’interno della quale viene presentato un ampio panorama dei tipi di arte e performance tradizionali da tutto il mondo. A parteciparvi sono invitati grandi artisti e compagnie del panorama nazionale ed internazionale. Info su artistinstrada.com
poLLIno MuSIC FESTIVAL xV EdIzIonE
San Severino Lucano - dal 6 all’8 agosto 2010
Pollino Music Festival è un progetto curato dall-associazione culturale Multietnica di Potenza, si svolge in pieno Parco Nazionale del Pollino a San Severino Lucano. Momento di sintesi tra promozione turistica e produzione culturale, ha registrato, dal 1996 ad oggi, più di 110mila presenze ed è stimato a livello nazionale come uno degli eventi più attesi e seguiti del Sud Italia. Info su pollinomusicfestival.it
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frifOtO cONtESt
Contest fotografico - scadenza 15 luglio 2010 Il comune di Frigento (AV) promuove il concorso fotografico “FriFoto contest”. Il concorso è aperto a tutti i fotografi maggiorenni, professionisti e amatoriali, chiamati ad inviare un progetto di massimo 3 foto interpretando a proprio piacimento il tema del concorso: “Logiche e illusioni”. Ci sarà un solo vincitore, che si aggiudicherà il premio messo in palio. La premiazione avverrà il 31 agosto. La partecipazione è gratuita. Il modulo d’iscrizione è disponibile on-line nella sezione download del sito frifotocontest.net
PrEMiO Di POESia E NarratiVa
III edizione - scadenza 15 luglio 2010
Il Circolo AICS con il patrocinio della Fondazione Grosseto Cultura, indice ed organizza la terza edizione del Premio di Poesia e Narrativa. Il Premio si articola in quattro sezioni a tema libero: sezione A (Poesia Adulti: Poesia inedita), sezione B (Racconti Adulti: Racconto inedito), sezione C (Poesia Giovani, under 18: Poesia inedita) e infine la sezione D (Racconti Giovani, under 18: Racconto inedito). Al concorso possono partecipare tutti i cittadini italiani e stranieri residenti in Italia. I premi consistono in targhe, attestati e piacevoli sorprese come accaduto nelle passate edizioni. Per info tel: 335.80.57.639 / 334.67.99.898 o mail: aicscasotto@virgilio.it
OrtOfabbrica
Contest di design e creatività - scadenza 25 Luglio 2010 Hai in mente un oggetto creativo nel campo dell’architettura, del design, della moda o dell’arte che sia innovativo, bello, eco-sostenibile e funzionale? Hai recuperato processi produttivi tradizionali e rispettosi dell’ambiente? Hai progettato una struttura a basso impatto ambientale? Hai realizzato un progetto eco-sostenibile? Hai inventato un modo per produrre di più sprecando meno energia e inquinando di meno? Allora potresti sottoporre il tuo progetto al Contest Ortofabbrica, il primo contest di creatività sostenibile. Info su culturaliart.com
11 x 11 th
Concorso di arti visive - scadenza 25 Luglio 2010 Per l’XI edizione del Lucania Film Festival, parte “11x11th”, concorso di arti visive rivolto ad artisti emergenti. Il LFF, primo Festival internazionale di cinema nato in Basilicata, è diventato un importante evento nel panorama nazionale ed internazionale del cinema indipendente, vantando un numero di 100.000 spettatori nelle prime dieci edizioni. Il LFF vuole mettere in evidenza il lavoro e la creatività dei giovani artisti e puntare l’attenzione sulle varie forme di linguaggio dell’arte, oltre a quello cinematografico. L’obiettivo è quello di creare una rete espositiva attraverso il coinvolgimento dei festival italiani ed internazionali. Info su lucaniafilmfestival.it
babEl filM fEStiVal
Concorso cinematografico - scadenza 31 Luglio 2010 Il concorso è riservato a opere cinematografiche i cui dialoghi e testi siano in una lingua minoritaria, dialetto, slang, lingua morta e nel linguaggio dei segni. La sua finalità è quella di valorizzare e promuovere le produzioni cinematografiche che siano espressione delle minoranze linguistiche e dell’unicità delle loro storie, favorendo il confronto e lo scambio culturale tra le comunità. Il concorso è articolato in due sezioni: fiction (non superiore ai 45 minuti di durata); documentario (senza limiti di durata). Info babelfilmfestival.com
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FRANCESCA BARRA È UNA GIORNALISTA NATA A POLICORO, LA SUA ITACA, MA RISIEDE A ROMA. HA PARTECIPATO CON VERGASSOLA E RIONDINO AL PROGRAMMA SEMPRE MEGLIO CHE RESTARE A CASA, SU LA7, HA CONDOTTO LE TRASMISSIONI TELEVISIVE: MISSIONE NAUSICAA SU MARCO POLO-SKY TV, DELLA QUALE È STATA ANCHE AUTRICE, AREAGOL CON BISCARDI SUL DIGITALE TERRESTRE LA7, LA REGOLA SU MARCOPOLO E OMNIBUS ESTATE SU LA7. DAL 2009 CONDUCE SU RADIO1 RAI IL PROGRAMMA LA BELLEZZA CONTRO LE MAFIE DI CUI È ANCHE AUTRICE. É SCRITTRICE DI COMMEDIE TEATRALI, ROMANZI E GUIDE: NEL 2009 NON MI ASPETTARE; SEMPRE NEL 2009 HA SCRITTO UN LIBRO DI CUCINA A CASA DI JO. É ANCHE UNA BRAVA CANTANTE E AMA I TESTI DI JONI MITCHELL, VINICIO CAPOSSELA E SAMUELE BERSANI. DICE DI SÈ: “HO SCRITTO TRE LIBRI, MENTRE LAVORAVO, CUCINAVO, ALLATTAVO O PORTAVO IL BIMBO A SPASSO. A CHI MI CHIEDE: "C'È QUALCOSA CHE NON SAI FARE?", RISPONDO CHE LA VITA È UNA, NON POSSIAMO ARRENDERCI AD ESSERE ANCHE NOI UNA COSA SOLTANTO”.
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Perché Policoro è come Itaca? Una poesia di Kavafis dice che sempre devi avere in mente Itaca… É il punto di arrivo e di partenza per me. La mia terra, con i suoi profumi, il dialetto, i colori, il cibo, per me è ineguagliabile. In realtà non hai proprio radici lucane (padre calabrese e madre emiliana), adesso vivi a Roma, perché continuare a rimanere legata a questa terra? Io ho radici miste, ma sono nata a Policoro. Lì sono cresciuta, fra il popolo lucano, allegro orgoglioso, pulito. Si appartiene al luogo che senti di amare. Quando torno nella mia casa paterna, sono orgogliosa di essere nata lì e non altrove e di mostrare a mio figlio cosa significhi appartenere ad un luogo. Che ne è stato di quel romanzo scritto a soli 7 anni (il desiderio di Lorin)? L'ho scritto con la macchina da scrivere. Mi ha fatto capire chi volevo essere da grande e anche che non avrei mai potuto comporre un testo senza commuovermi io per prima. Hai detto che in certe occasioni indossi sempre un vestito nero come portafortuna. Credi che i talismani aiutino nella vita? Gli oggetti sono talismani. Per me hanno un'anima, mi conferiscono serenità, sicurezza. Assolutamente sì. Sono quella che per mio figlio è "la coperta di linus". Da grande non ci potrei girare, quindi sopperisco con simboli. Porto da quando ho perso una mia cara amica, una collanina e un suo bracciale. Per esorcizzare la morte e la paura, mi diverte indossare qualcosa che abbia un teschietto come immagine. Ho portato un anello per tanto tempo pensando potesse essere un passaggio di energia e complicità
fra chi l'aveva donato e me. L'ho tolto da poco. Di contro c'è - ed è un mio limite lo riconosco - che quando indosso qualcosa in circostanze che si rivelano poco fortunate, non riproverò più a metterlo. Sei stata una delle poche giornaliste ad avere un blog già dal 2006. Oggi, invece, sei molto più attiva su Facebook. Quanto sono importanti gli strumenti collaborativi del web per un giornalista? Odio chi utilizza i social network e poi scrive che a gestirlo è lo staff. Non avviene quasi mai e non è giusto. Decade il valore dello spazio sociale. Quello in cui io, personaggio, mostro a te con gratitudine, quell'aspetto privato, personale, che ci serve per accorciare le distanze. Rende più umani, più veri. Ho raggiunto i 5000 contatti su Facebook, i miei gruppi: a casa di Jo, la bellezza contro le mafie, non mi aspettare, superano i 1000 contatti, anche 3000 ed è difficile rispondere a tutti con puntualità ed educazione, ma lo faccio e sono grata a tutti coloro che mi seguono e che hanno imparato a conoscermi attraverso questi strumenti. Sul gruppo “A casa di Jo” (con oltre 1660 membri) che hai creato in Facebook pubblichi ricette che hai poi raccolto nel libro di cucina omonimo. Chi è Jo? Jo è la sorella scrittrice del romanzo piccole donne. La ribelle, che rinuncia perfino all'amore per ambizione… Il maschiaccio per intenderci. Jo è la somma mia e di mia sorella. Indipendente come lei, creativa come me... Sei autrice e conduttrice del programma radiofonico su radio1rai “La bellezza contro le mafie”. Credi che sia buona l’idea di Peppino Impastato di educare le persone alla bellezza per combattere la bruttura delle mafie? Non è solo buona, è l'unica speranza che abbiamo per educare
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le nuove generazioni a credere in un futuro migliore, a tradurre i propri sogni in progetti nel proprio territorio senza bisogno di fuggire via. Il motore è saper guardare il mondo attraverso il bello e non piegarsi alla rassegnazione, allo scempio che uomini - non stato o l'uomo - hanno distrutto. Ti sei laureata in Scienze della comunicazione, una facoltà che in Basilicata invece quest’anno chiude i battenti, cosa consiglieresti ai giovani studenti lucani? Io consiglio ai giovani di diventare concreti e pratici. Di dedicarsi alle lingue (cosa di cui io sono carente a causa delle strutture poco adeguate di quando ero piccola) di fare esperienza lavorativa. Di andare al cinema, di guardare film non solo contemporanei, di studiare i testi di qualche autore musicale, di leggere tanti libri, poesie. Di farla diventare una priorità, un lavoro. Di arricchire la propria biblioteca con ardore. La cultura, purtroppo, non si alimenta sui banchi delle nostre università. La differenza la fa la competenza. La capacità di emozionare e emozionarsi. Questo naturalmente per quanto riguarda le discipline umanistiche... In questi anni la Basilicata sembra conoscere una nuova stagione: da regione sconosciuta a terra, nel bene e nel male, più nota. Hai mai pensato a un progetto lavorativo tutto lucano? Resta un mio sogno nel cassetto. La mia terra mi ha dato tanto, verrà il giorno in cui mi sdebiterò e tornerò aiutando lei e i suoi abitanti. Se ci penso mi emoziono, ma ce l'ho chiaro e limpido un cantiere creativo e ci sarà. Progetti futuri? Sì e bellissimi. Seguitemi sui social a questo punto... Vito Colangelo
Si è criminali contro le patrie leggi, soldati contro quelle dello straniero. Ma chi necessita di nemici non tarda a considerare anche i secondi alla stregua dei primi: fuorilegge senza distinzioni. Vi fosse una regola a presidio del discrimine, sarebbe un'assimilazione del tutto illegittima. Ma la regola manca, come un equo giudizio. Solo si distingue, nel comune destino del silenzio, tra obbedienti e farabutti, asserviti e trasgressori. É quello che accadde negli anni successivi al 1861 ai vinti dell'occupazione sabauda nel Regno delle Due Sicilie. Il tempo di qualche decennio di assestamento, poi l'avrebbero chiamata Unità. Unità per gli invasori e gli asserviti, Sopruso per trasgressori e farabutti. Come se fosse possibile lottare
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per una causa di libertà e passare per criminali. E di certo lo fu per Pasquale Domenico Romano, Primo Sergente del Quinto Reggimento di linea del disciolto esercito borbonico, soldato di Francesco II, quindi fuorilegge e brigante della Murgia. Gliel'avessero detto allora, non ci avrebbe creduto: si considerava dalla parte della legge, contro l'usurpazione di un potere legittimo nonostante che, per imposta convenzione, vigesse l'esatto contrario. La violenza si occupa di preservare le cose indefinite, deliberatamente invertite, vendendo le distinzioni al mercato della forza maggiore. Così, da trasgressore, il 28 Luglio 1861, assaltò in forze la guarnigione di Gioia del Colle travolgendo i carabinieri del maggiore piemontese Francesco Calabrese. Il 24 febbraio 1862 fu la volta della Guardia Nazionale, cui tese
una sanguinosa imboscata nei pressi di Andria al fianco di Carmine Donatelli detto "Crocco". Seguirono, nei giorni successivi, le azioni di Alberobello, Toritto, Corato, Altamura e Cellino. Non razziava, non rubava e, fatto interessante, indossava un'uniforme come la maggior parte dei suoi uomini. Per quelle terre, non passava da trasgressore, ma da soldato. Marciando in formazione militare, lasciava ovunque vessilli borbonici, bruciava gli archivi comunali, abbatteva le linee telegrafiche e colpiva le tenute di liberali ed ex garibaldini. Fece in tempo a diventare una leggenda prima di subire la prima sconfitta, qualche mese più tardi, presso la masseria dei Monaci di San Domenico, tra Noci e Alberobello. Rimasto con circa cinquanta uomini, continuò a combattere con azioni di guerriglia, quasi sempre condotte di notte e durante i temporali, nei dintorni di Castellana, Putignano, Fasano e Cisternino. Nella notte del 4 gennaio 1863 fu intercettato e circondato nel bosco di Alberobello da un reparto di cavalleggeri di Saluzzo e da un intero plotone di Guardie Nazionali comandate dal capitano Bolasco. Rifiutò di arrendersi, preferendo un sanguinoso scontro all'arma bianca, appiedato contro le cariche dei cavalleggeri. Nessuno dei suoi compagni gli voltò le spalle, venendo uccisi uno alla volta sotto la fucileria o il mulinare delle sciabole. Morì quella stessa notte, urlando "Evvivorrè". Il suo cadavere venne spogliato della divisa borbonica, legato ad un palo e trasportato a Gioia del Colle in via della Candelora, sotto la finestra della sua abitazione, dove rimase per una settimana. Da fuorilegge, dunque, non da soldato. Sette giorni di macabra umilia-
zione per la trasgressione che osava definirsi legittimità, più di un secolo per mutare, non senza circospezione, gli aggettivi dei fatti: dal giusto al giustificabile e infine all'ingiusto. Questa è la sorte che spetta al nemico della forza maggiore. Più del suo corpo, patisce la sua memoria, che diventa bandita e dimenticata. I trasgressori rimangono tali per il fatto di essere sconfitti, come le nuove idee di cui si continua a diffidare per la sola ragione che ancora non sono diventate comuni. Il Sergente Romano non trasgredì più dei suoi avversari. In una riservatissima nota inviata dalla Prefettura al Presidente della Gran Corte Criminale di
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Trani si riferiva dello stato delle cose in questi termini: Credo Opportuno mettere sotto gli occhi di V. S. che la condizione dei tempi che corrono è più grave del tempo in cui furono eseguiti gli arresti; che la ridicola credenza della possibile restorazione dei Borboni è generale del basso popolo; (....) che il governo è vivamente preoccupato dalla possibità di un'invasione generale nel Barese dei numerosi Briganti concentrati sul confine della Basilicata. Guardie e gentiluomini in nome dell'oppressione, briganti e basso popolo in nome della libertà. Fabio Salvatore
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Quando sento parlare di trasgressione, sento sempre che c’è qualcosa di fondo che non mi torna, è come se la trasgressione sia controversa ma anche tipica dell’animo umano e, come spesso accade quando si tratta tutto ciò che è peculiare dell’uomo, c’è sempre qualcosa che non torna. Penso agli adolescenti, che cominciano a trasgredire le tante regole che la società gli impone, a quel gruppo di amici che insieme cominciano a crescere e a staccarsi dalla propria famiglia, uno dei passaggi più complicati che ognuno di noi si è trovato a vivere, e che insieme ai propri amici cominciano a differenziarsi, a diventare diversi dagli altri. Per far questo, l'adolescente ha bisogno anche di trasgredire alle aspettative degli altri. Allora comincia a fumare, a vestirsi come gli pare, a farsi tatuaggi e pear-
cing, che altri non gli avrebbero mai messo addosso, ma che anche per questo gli piacciono. Sono davvero tante le persone che fanno un buco alla lingua magari preoccupandosi poi di nasconderlo ai propri genitori. La trasgressione, una botta di adrenalina che arriva solo facendo cose che non si possono fare. È proprio il fascino delle cose non consentite che porta l’emozione unica della trasgressione. Ma pensando a questo concetto, non posso non pensare al senso trasgressivo dell’uso delle droghe, anche se con una riflessione diversa dal solito “drogarsi è trasgredire”. No. Questa volta voglio riflettere sul senso di trasgressione alla regola, quando ad esempio ci si trova con il gruppo dei propri amici, quelli di sempre, ai quali non si può proprio dire di no. Allora mi chiedo, quante perso-
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ne fanno uso di sostanze perché non sono capaci di dire "No" alle proposte dei propri amici? Quanti cominciano a fumare sigarette, e poi canne, solo perché lo fanno gli altri, gli amici in primis? Quanti sono quelli che provano quella nuova droga, leggera o pesante che sia, solo perché incapaci di rifiutare, di dire “No grazie” al proprio gruppo? É proprio questo che più mi colpisce della trasgressione: quale sarebbe più forte, la trasgressione alla normalità, e quindi drogarsi, oppure la trasgressione alla trasgressione, e quindi riuscire a dire no alle proposte trasgressive, come appunto la droga? Sicuramente credo che tra le due la cosa più difficile da fare sia la seconda. Antonio Lorusso
Quale connubio migliore di quello tra pc e musica! Quanti di voi utilizzano il pc ascoltando musica, scaricando musica, creando compilation musicali e tanto altro ancora?
Visto che la musica è una linfa vitale per noi esseri umani, un segnalibro dei nostri ricordi, vi segnalerò in questo articolo diversi siti web che offrono vari servizi dedicati alle nostre “orecchie”!
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Iniziamo con il primo, Audiko (http://audiko.net): è un servizio web grazie al quale è possibile creare delle suonerie per il nostro telefonino partendo dalle canzoni che più ci piacciono!
Infatti il servizio, oltre ad avere una raccolta di suonerie di canzoni famose, ti permette di uplodare una tua canzone, tagliare la traccia dove più ti piace e creare la tua suoneria! Altro sito molto divertente e interessante è Lyricstraining (www.lyricstraining.com). Questo sito web permette di imparare l’inglese partendo dalla musica: infatti è possibile scegliere varie canzoni di artisti internazionali divisi in livelli di difficoltà diversa. Mentre va in streaming il video della canzone vedremo, come in un karaoke, passare il testo della canzone, mancante, però, di qualche parola... Quella parola la dobbiamo inserire noi in base all’ascolto! Un dettato d’inglese molto divertente! Servizio simile è Tubeoke (http://tubeoke.com) un vero karaoke partendo dai video musicali di youtube! Per chi invece è interessato a conoscere quale o quali artisti hanno prodotto la cover di un brano famoso, non vi rimane che andare su Secondhandsongs (www. secondhandsongs.com), grazie al quale inserendo il titolo di una canzone o di un’artista è possibile conoscere tutte le band che ne hanno fatto una cover. E, sempre sul tema delle cover, vi segnalo questo programma: Coverfetcher (http://coverfetcher. sourgeforge.net), che vi permetterà di trovare tutte le copertine degli album dei più grandi artisti, scaricarle e stamparle per il vostro cd. Per gli amanti delle webradio segnalo Antenna (http://bcdef. org/antenna/), che è un programma per Windows che, una volta scaricato ed installato (richiede Adobe Air disponibile gratuitamente sul sito di Adobe), ci permetterà di iniziare ad utilizzare il nostro computer come se fosse una vera e propria radio moderna, per cui avviando il programma non dovremo far altro che selezionare la stazione radio
da ascoltare, contrassegnata da un apposito indicatore di affidabilità, scegliendo tra le diverse categorie proposte (bandiera, paese, genere, ultime selezioni e quota). Se invece volete creare una vostra playlist personalizzata di canzoni, da ascoltare nei vostri momenti preferiti, date un’occhiata a Streamdrag (http://streamdrag.com). Un servizio nuovo che ha quel tocco di social è Songr (http:// www.songr.com/), applicativo online che, in modo gratuito, consente di condividere con l’intero globo terrestre la musica che si sta ascoltando, inserendo l’url del relativo video di YouTube o, in alternativa, ricercando direttamente la musica d’interesse nel database del servizio mediante gli appositi campi. Per i nostri facebookdipendenti, segnalo Feeder (http://feeder. fm/). Si tratta di una valida applicazione online che dà a tutti gli utenti di Facebook la possibilità di cercare e condividere brani musicali da ascoltare direttamente dalle pagine del noto social network, il tutto mediante una sorta di micro player. Tutto ciò che dovremo fare sarà visitare il sito web dell’applicazione, collegare il nostro account Facebook cliccando sull’apposito pulsante e confermare la relativa autorizzazione; dopodiché potremo iniziare le nostre ricerche e condividere i nostri brani. Per ora è tutto. Have a nice Web day! Mimmo Claps
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Come questi sotto elencati: dire buongiorno quando si entra in ascensore; ammettere i propri limiti almeno lì dove sono davvero innegabili. Ascoltare i consigli. Non urlare quando qualcuno ti contraddice; non approfittare dell’aiuto che spontaneamente ti viene offerto; accettare il compromesso scomodo della lontananza senza usare ricatti; mettere da parte il proprio ego di fronte a esperienze decisamente più importanti delle tue; fare il proprio lavoro e rispettare il lavoro altrui; non lamentarsi della mensa gratuita; non erigere un monumento a se stessi quando si fa il proprio dovere. Raccogliere l’ombrello che cade a un passante distratto senza aspettarsi nulla in cambio; avvicinarsi a un turista in difficoltà per
dare indicazioni; offrire caramelle spontaneamente. Richiamare la ragazza con cui sei uscito ieri sera (e che hai ripetutamente illuso con frasi inutilmente sdolcinate e occhiate languide); ammettere di essere un gretto maschilista materialista e di aver ripetutamente illuso la ragazza con frasi inutilmente sdolcinate e occhiate languide; reggere lo sguardo della ragazza che ti ricorda di averla illusa ripetutamente con frasi inutilmente sdolcinate e occhiate languide e riconoscerne l’immensa superiorità data dal fatto che 1) ancora ti rivolge parola; 2) ancora è disposta ad ascoltare le tue motivazioni; 3) ancora non ti sputa in faccia. Ah, queste si che sono vere trasgressioni! (ok, sto divagando). Chiedere scusa. Riconoscere che una donna non prometterebbe mai a un uomo
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ciò che non può mantenere;avere l’audacia di affrontare il distacco con maturità; confessare pugnalate imminenti; mettere le graffette alla pinzatrice del collega senza che te lo chieda. Incoraggiare un amico a credere nel progetto che ha in mente; non lamentarsi della pubblica amministrazione; dimettersi in caso di condanne penali. Rispettare la donna. Scrollarsi di dosso l’indolenza che mortifica ogni tentativo di ottenere di più in amore / sul lavoro / nell’amicizia. Riconoscere quanto di proprio merito c’è nel riuscire a raggiungere gli obiettivi e quanto di potere dei padri, e vivere serenamente il risultato dell’autoanalisi; offrire il caffè; lavarsi prima di prendere qualsivoglia mezzo pubblico. Giovanna Caivano
"Voglio essere poeta, e io lavoro per rendermi veggente: voi non potreste capirci abbastanza, e io non saprei come spiegarvi. Si tratta di arrivare all'ignoto mediante una sregolatezza di tutti i sensi". Parola di Arthur Rimbaud, una delle figure più misteriose dell'universo letterario ottocentesco, che si è meritato, più di chiunque altro, il marchio infamante di maledetto per la sua lucida rivolta, per la sua tenacia nel volere metodicamente scardinare l’ovvio, facendo piazza pulita di ogni tipo categorizzazione. Figura tragica spinta agli estremi, l’immagine del poeta maledetto costituisce il vertice insuperabile del pensiero romantico. Per conquistarsi l’appellativo non era sufficiente essere un’artista di talento: occorreva rigettare i valori della società, condurre uno stile di vita provocatorio, pericoloso, asociale o autodistruttivo (in particolare consumando assenzio e oppio), redigere testi criptici e, in generale, morire ancor prima che il proprio genio venisse compreso. L’aspetto fisico? Forse all’epoca non aveva alcun valore. Ma oggi sì. Ragion per cui, a più di cent'anni dalla sua morte, Arthur Rimbaud continua a fare scandalo. Motivo? L'autore di “Una stagione all'Inferno” ha ora un volto adulto che tradisce il mito rimbaldiano e delude l'immagi-
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nazione dei suoi lettori. Di lui si conosceva solo il volto dell'adolescenza - grazie alla celebre foto di Etienne Carjat – e quello prossimo alla morte. Doveva avere i capelli lunghi e scapigliati, gli occhi persi oltre la realtà, l'aria disinvolta e gli abiti in disordine. Doveva essere così - è così che lo si immaginava - Arthur Rimbaud negli anni della “vie bohemienne” parigina, vagabondo, ribelle, maledetto tra i poeti maledetti. E così doveva essere durante gli ultimi anni della sua vita. Ora invece salta fuori una fotografia presumibilmente scattata ad Aden, in Abissinia, nel 1880 nella quale, secondo i due librai parigini che hanno fatto questa scoperta, apparirebbe Rimbaud, circa trentenne, quando da tempo aveva smesso di scrivere per avventurarsi in terre lontane, tra l'Africa e l'Asia: volto pulito, capigliatura ben ordinata e due baffetti educati. La foto inedita è stata presentata al Salone Internazionale del Libro Antico che si è svolto ad aprile a Parigi. La sua autenticità sarebbe stata confermata da un biografo del poeta, ma i lettori e fan non vogliono crederci. Ciò che è sicuro è che se davvero fosse quella l'immagine di Rimbaud, oggi, nell'epoca in cui il volto dell'artista precede e tiranneggia la sua opera, il nostro poeta dovrebbe rinunciare alla sua maledizione. Marika Iannuzziello
La parola "trasgressione" mi fa pensare subito ad una devianza, ad un modo malato di cercare a tutti i costi di superare limiti e modelli sani del vivere quotidiano: un desiderio sfrenato di essere diverso dalla massa, un modo diverso nell’osservare, nel capire, nel non accettare. Per i giovani principalmente la trasgressione diventa l’illusione di essere i primi, di rendersi liberi, inconsapevoli che essa è, nei rischi estremi, l’anticamera di quella devianza che potrebbe imprigionarli irrimediabilmente. Nel silenzio di questa cella mi chiedo come possa straripare tanta sofferenza in ragazzi di età vicina al sole (Vincenzo Andraous). Droghe più pesanti, gruppi satanici, bullismo, razzismo, la ri-
cerca di qualcosa al di fuori della propria persona, credendo che spingere l’acceleratore oltre il conformismo possa dare quello che loro stessi si stanno negando: la felicità. Ma oggi il mondo va al contrario: se volessimo essere anticonformisti dovremmo imparare a parlare in modo corretto, essere educati, non rubare, non tradire, rispettare il pianeta in cui viviamo e le persone che ci abitano. Trasgredire, non è solo violare, oltrepassare i limiti imposti, ma nel senso etimologico del termine (dal latino tansgredi) significa "avanzare", "spingersi oltre", perciò può essere inteso come
il superamento di se stessi e l'espansione della propria consapevolezza, che non ci porta obbligatoriamente nella direzione di disobbedire alla società, di fare ciò che si vuole, infischiandocene delle regole e del prossimo, ma fare qualcosa che la società non si aspetta, che non violi la libertà e la dignità dell’altro, ma che garantisca il proprio essere liberi di farsi un’opinione propria, di confrontarla e di difenderla di fronte agli altri. Come sempre il protagonista principale dell’universo, l’uomo, preferisce appropriarsi dei termini in senso negativo perché è nella sua natura. È più facile pensare male che bene, condannare che assolvere, distruggere che costruire, essere egoisti che generosi… e quale forma di trasgressione migliore quella di "spingersi oltre" questo difetto genetico? Anna D’Andrea
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Brek magazine n.11, pagina 23: un breve articolo che somiglia tanto all'anteprima di un romanzo. Uno di quelli che non smetteresti mai di leggere. Un libro che racconta una storia commovente, introspettiva, che fa sospirare. La lettura scorre leggera e velocemente l'articolo finisce: breve ma intenso... Complimenti Wine_R: pensato mai di scrivere un romanzo con gli elementi e lo stile caratterizzante del tuo ultimo articolo? ps: non vedo l'ora di assaporare questo Porto. Giopax Ciao Ragazzi, sono una studentessa del Liceo socio-psico pedagogico. Volevo dirvi che ho trovato davvero piacevole e interessante Brek n° 11 in quanto ho potuto approfondire argomenti che sto trattando a scuola. Mi sono appassionata all’articolo di Davide Galasso, ma anche a quello di Fabio Salvatore. Molto interessanti sono anche gli altri articoli, la curiosità di sapere il loro punto di vista è tanta! Complimenti davvero!!! Federica Ciao ragazzi, vorrei invitarvi a riflettere su un "caso di identità" che nell'ulti-
mo numero di Brek non avete considerato: quello dell'identità professionale. Al giorno d'oggi chiedere a un giovane di identificarsi è mortificante. Penso a tutti i neolaureati alla ricerca di lavoro che rimangono a riflettere sulla propria infelice condizione. Non sono rari i casi di acute crisi d’identità. Il passaggio dallo stato di studente a quello di inoccupato si caratterizza per un livello d’incertezza tale da far perdere le coordinate sulla propria identità. Rimani aggrappato ad una speranza. Raramente si sente parlare di possibilità, è preferita la parola speranza, senza nascondere che, in qualche modo, in questi casi ti affidi segretamente alla provvidenza! La variabile fortuna, conoscere la persona giusta o trovarsi nel posto giusto al momento giusto, aumenta il senso d’impotenza. É comune la sensazione che ad incidere sul proprio percorso non siano solo le proprie capacità. Non esagero quando dico che il grado di frustrazione può essere atroce. Diventa una corsa ad ostacoli. Ma ciò non vuol dire che non si può migliorare proprio durante la corsa. É bene valutare diverse possibilità, ma troppe confondono e basta. Bisogna mettersi in gioco comunque.
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Nonostante tutto, è fondamentale non demordere, non lasciare cadere le proprie aspettative ma alimentarle alla luce della realtà così da ottenere la tanto ambita identità professionale… ps: l'articolo non è mio: l'ho riportato da una vecchia rivista che mi è capitata per caso tra le mani dopo aver finito di leggere il numero di Brek che trattava il tema dell'identità.. Coincidenza, ahimè, infelice in cui ho rivisto parecchi miei stati d'animo. Giovanna Ciao ragazzi! Ho tra le mani la vostra intervista a Vladimir Luxuria. Complimenti! Mi rendo conto che di strada ne state facendo davvero tanta... e pensare che Brek è un magazine ancora giovane! Vi auguro di continuare la strada che avete intrapreso. Donato Cari amici di Brek, ci scusiamo con quanti non hanno trovato spazio in questa pagina per eventuali riflessioni o opinioni. Siamo certi che tutte le mail pervenute in redazione saranno pubblicate nei prossimi numeri. Quindi continuate a scriverci sul nostro sito (brekmagazine.it) o sulla nostra pagina di Facebook. Vi aspettiamo!
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