Brescia Up - Febbraio 2012

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Via Triumplina, 51 25123 Brescia tel. 030 2019760 fax 030 2092596 info@mandolini.it www.mandolini.it

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L E C O P I E D I S T R I BU I T E P R E S S O I LO C A L I P U B B L I C I E AG L I S P O N S O R S O N O O M AG G I O

S P E D I Z I O N E I N A B B O N A M E N T O P O S T A L E - D . L . 3 5 3 / 2 0 0 3 ( C O N V. I N L . 2 7 / 0 2 / 2 0 0 4 N ° 4 6 ) A R T. 1 C O M M A 1 . D C B B R E S C I A

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FEBBRAIO duemilAdodici

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Ristorarte Templari

Cover story Ph. Patrick Merighi

Mandolini Auto



Qualunque cosa distrugga la libertà non è amore. Deve trattarsi di altro, perchè amore e libertà vanno a braccetto, sono due ali dello stesso gabbiano. (Osho)

BRESCIA

27 2007

giugno

www.bresciaup.it


Anche per la vita politico-amministrativa di Brescia e di tutta la sua vasta provincia quelli che stiamo vivendo sono giorni di particolare significato. In effetti sembra quasi di avvertire l’attesa che circonda le scadenze elettorali sempre più vicine e i preparativi che dovranno accompagnare questi appuntamenti che potranno lasciare un’impronta importante sui prossimi anni. In questo momento, purtroppo, sembra che l’atteggiamento prevalente che si respira sui vari fronti sia quello dello scontro. Ancora una volta la luce dei riflettori viene indirizzata sugli errori della controparte e sulle sue innegabili manchevolezze piuttosto che sulle idee e sulle proposte che possono essere lanciate. Un modo di fare che coinvolge tutti gli schieramenti, che sembrano intenti soprattutto a criticare gli errori dei rivali più che attenti a costruire quelli che saranno i programmi dei prossimi anni. La situazione attuale, in effetti, è molto delicata. Le varie forze politiche si apprestano ad iniziare quella che si preannuncia una campagna elettorale molto lunga e difficile (sotto tutti i punti di vista), ma, nonostante questo, non guasterebbe davvero una piccola “aggiustatina” alla rotta che si sta seguendo (o non si sta seguendo, come si sarebbe tentati di dire). In questo preciso momento, complici le diverse vicende che tutti i giorni sono al centro delle cronache (e non solo politico-amministrative…), un po’ tutti i partiti sono alle prese con problemi di non semplice soluzione. Difficoltà che vanno dalla gestione del delicato presente alle scelte che dovranno orientare in maniera tanto decisa quanto coerente i passi che condurranno agli appuntamenti elettorali del prossimo anno. Il quadro, come è facile intuire, non è affatto dei più rosei, ma questo non deve e non può ridurre l’impegno delle forze che sono chiamate a costruire il futuro ad una sorta di scaricabarile con i propri avversari. Il troppo abusato “lui è peggio di me” non porta da nessuna parte. La strada che Brescia deve percorrere è una sola, analizzare attentamente il presente, per vederne pregi e difetti, e indirizzare tutte le proprie energie per presentare un nuovo progetto per il futuro. Un programma che non sia per parti contrapposte, ma si metta a disposizione di tutti per indirizzare verso il domani quella fiducia che rappresenta una risorsa indispensabile per ciascuno.

Correspondances

Si avvicinano appuntamenti importanti da preparare con spirito costruttivo

Emanuele Zarcone


chi l’ha detto che lo stile si trova solo in centro?

9/12.30 - 15/19.30 sabato orario continuato

A21 TO-PC uscita pontevico www.caliban.it


Come ci viene ricordato tutti i giorni, siamo in un periodo di crisi e la crisi che stiamo attraversando non solo è seria e pesante, ma sembra intenzionata a non abbandonarci per lungo tempo. E’ quindi necessario correre ai ripari e adottare soluzioni che possano riportare un po’ di luce in questo buio tunnel che si ostina a non voler mostrare la sua fine. Soluzioni che si stanno studiando un po’ a tutti i livelli, con numerose personalità di spicco che si stanno cimentando in questa sfida. Un lavoro, però, che troppo spesso da l’impressione di partire già in bilico, visto che in alcune direzioni si stanno elaborando progetti intensi e molto mirati, mentre altri rimangono ancora alla fase del “si dice” e del “si dovrebbe fare”. Un’anomalia di partenza che rischia seriamente di compromettere gli sforzi che vengono portati avanti e che, in particolare, vengono richiesti a gran parte della popolazione. In questo senso non possiamo non unirci a tutti coloro che lamentano il peso, costante e gravoso, della politica, una realtà che in Italia costituisce molto più di un investimento e il cui costo può essere definito un autentico balzello che incombe sulle tasche di ogni cittadino. In questi mesi si sta parlando di tagliare in questa e in quella direzione (servizi compresi), ma, nonostante questo, la sola idea di ridurre in maniera consistente i costi dell’intero apparato politico stenta a farsi strada. A più riprese è partita la proposta di diminuire stipendi e benefici dei vari politici, ma questo pensiero pare piuttosto restio a trasformarsi in una concreta realtà. Non si può non ammettere che tutte le misure che si stanno prendendo in questo stesso periodo nelle più svariate direzioni (e che coinvolgono direttamente i cittadini) perdono gran parte della loro efficacia e, al tempo stesso del loro significato, se inserite in questo che non riesce a diventare un piano organico. Manca infatti quella coerenza che dovrebbe guidare indistintamente tutti i provvedimenti e tutte le azioni, quella coerenza che, magari più sgradita per qualcuno, potrebbe comunque rappresentare il primo, vero passo in avanti per uscire dalle sabbie mobili di questa crisi che sta trascinando tutti sempre di più verso il basso.

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Editoriale

Occorrono interventi mirati e grande coerenza

Luca Marinoni

BRESCIA UP

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albergo Venturelli ****

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ALBERGO RISTORANT E

envenuti all’Albergo Venturelli

È come sentirsi a casa, quando si soggiorna all’Albergo Venturelli. Un tempo abitazione dei nobili Camozzi (VII sec.), poi sede della guardia di finanza (IX sec.) ed infine locanda della famiglia Venturelli (fine IX sec.), l’ospite dell’Albergo si sente abbracciato da un rassicurante, ma mai invadente, profumo delle cose autentiche. A Borno fanno da corona le più belle montagne di Lombardia e la contemporanea vicinanza alle meraviglie del lago d’Iseo e al sito archeologico delle incisioni rupestri di Valle Camonica (UNESCO), fanno del Venturelli un perfetto punto di partenza sia per tours culturali che per l’escursionismo. Davvero non ci si aspetta di trovare ad un pugno di chilometri dalle grandi città ( Brescia, Bergamo, Milano) un paesino di montagna così bello, così ospitale, ricco di resti antichi! Un paese che sta cercando di vivere ponendosi come scopo quello di creare un filo tra passato e presente rafforzando quel legame forte tra uomo e natura che ha contraddistinto la sua millenaria cultura rurale.

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artendo dalla deliziosa piazza collocata al centro dell’abitato dove si affacciano antiche dimore coi loro portali di pietra e dove troneggia la splendida fontana ottagonale del ‘600, si dipartono i vicoli che si snodano all’interno del borgo. Girovagando per il paese si notano angoli suggestivi: le sette torri medioevali, le fontane all’interno degli antichi cortili, le strette viuzze lastricate. Sono incantevoli luoghi naturalistici che è possibile scoprire appena fuori dal paese: dalla Riserva del Giovetto al Lago di Lova, dai sentieri che si snodano nei pascoli che circondano l’abitato alle irte mulattiere che conducono sulle cime dei nostri monti. Che dire: ce n’è per tutti i gusti!

OSPITALITA’ SINCERA LIKE YOUR HOME - Via Roma, 9 - Borno (BS)

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e nostre camere, sintesi tra ferro battuto, arredi in noce e colori pastello, rendono palpabile la sensazione di benessere globale. Ogni dettaglio è una carezza al vostro desiderio di quiete. Un bagno a vapore aroma terapico nella doccia idromassaggio è il modo migliore per concludere la vostra giornata.

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a cucina; dagli gnocchi di pane, al salame di pasta fresca, dai brasati alla cacciagione, nei nostri piatti ritrovate tutta la corposità delle pietanze di montagna attentamente rivisitate da Chicco, chef di grande esperienza.




INDICE Luca Marinoni Direttore Responsabile (direttore@bresciaup.it)

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Manuela Prestini Caporedattore (redazione@bresciaup.it) Amministrazione (amministrazione@bresciaup.it)

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Sergio Filippini Pubbliche relazioni (info@bresciaup.it) Mario Omboni Marketing (commerciale@bresciaup.it) Laura Papini Impaginazione (ufficiografico@bresciaup.it)

Chiara Pellegrini Segreteria (segreteria@bresciaup.it) Stampa: Presservice Ottanta srl Photographer Rolando Giambelli Alan Pasotti Patrick Merighi Stefano Rossetti Selene Z. Hanno collaborato: Antonio Russo, Emanuele Lumini, Bonera Alberto, Roberto Cappiello, Edward Battisti, Giuseppe Petrocelli, Rolando Giambelli, Caterina Musciarelli, Andrea Cominetti, Federico Carlo Simonelli, Giovanni Missaglia e Renato Missaglia. Redazione: T: 030 37 02 499 M: +39 339 68 36 770

Abbonamenti: tel. 030 37 02 499 e-mail info@bresciaup.it

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32 Ristorarte Templari Monsignor Luciano Monari Intervista a Luca Riva Ristorante La Sirena - Salò Paola Carbonari Event Intervista Maurizio Casasco Alpindustria Modella per un giorno Oroscopo In copertina questo mese:

What else? €. 2,50

87 Magenta Grafica web (87magenta.it)

Ristorarte Templari Ph. Patrick Merighi www.bresciainvetrina.it Mandolini Auto Via Triumplina, 51 25123 Brescia

tel. 030 2019760 fax 030 2092596

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Cover story

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Ristorarte Templari

n°50

BRESCIAUP, PERIODICO MENSILE DI INFORMAZIONE LOCALE ISCRIZIONE PRESSO IL TRIBUNALE DI BRESCIA N° 37/2007 D E L 8 S E T T E M B R E 2 0 0 7 . Testi e immagini della presente pubblicazione non possono essere riprodotti senza autorizzazione firmata da pubblizeta production.

ANNO VI


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- Cover StoryRistorarte Templari:

con il profumo dell’arte il sapore della cucina si colora.

di Luca Marinoni - Ph. Patrick Merighi www.bresciainvetrina.it

“La titolare Maura Penocchio ci illustra le caratteristiche salienti del locale di Corso Matteotti 19 Brescia, che abbina cucina, arte e cultura.” “Ristorarte” non è un errore di battitura, ma un locale del quale ci si innamora al primo incontro. Ristorarte Templari di Corso Matteotti 19, nel cuore storico di Brescia, è stato inaugurato lo scorso Dicembre alla presenza del maestro Jacques Villeglé, (in collaborazione con Agnellini Arte Moderna) che non solo ha aperto la sua personale, ma ha anche presentato in maniera ufficiale il suo murales caratterizzando così,in modo indelebile, una delle sale. Un locale che presenta una proposta tanto innovativa nel suo concept quanto ricca di gusto: “Il nostro “ristorarte” – sintetizza Maura, – unisce arte e cucina proponendo l’eccellenza in entrambi i campi. Passione per cucina e arte diventa “un piatto” da condividere. “Ceci n’est pas un repas” è stato il pay off della nostra campagna di comunicazione – attesta la titolare. Accontentati in questo modo gli occhi e la mente, “Ristorarte Templari” tratta in modo speciale il gusto, offrendo una cucina di grande qualità in grado di accontentare anche i 12 BRESCIA UP


palati più esigenti. Il merito di questa ricerca va al nostro Chef, André Wadoux, che con la sua esperienza internazionale ed uno staff giovane e dinamico ha saputo arricchire la ricetta di “Ristorarte”. Siamo specializzati in menu a base di pesce, ma portiamo ad alti livelli anche quelli di carne. Non è solo la cucina, strettamente intesa, il fiore all’occhiello dell’innovativo locale di Corso Matteotti 19, che si distingue a buon diritto anche per le proposte della sua cantina: “E non potrebbe essere altrimenti – conviene la titolare – Del resto io sono sommelier e quindi la cantina rappresenta per me una parte determinante del locale, una questione di gusto, ma anche di cultura.

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Ottima cucina, accurata scelta di cantina e la possibilità di ammirare splendide opere d’arte rendono questo locale assolutamente innovativo. L’accurato restyling degli storici locali realizzato da Studio Linea fa da cornice preziosa a un novo modo di intendere l’arte della cucina.

Ristorarte Templari Corso Matteotti,19 Brescia www.ristorartetemplari.it

La settimana del cioccolato. 20 - 27 Febbraio Caramelle di zucca fritte e scagliette di cioccolato al latte. Tartara di gamberoni e frutta secca con granella di fave di cacao. Risottino al fondente “Sao Thomè” e crema al taleggio. Triglia croccante e crema di baccalà, vinaigrette al cacao. Trilogia di dolci dal freddo al caldo. Il nostro carrello dei biscotti e cioccolatini Vini in abbinamento

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“Una comunicazione credibile e coerente”

di Luca Marinoni - Ph. Rolando Giambelli

Anche quest’anno, come è ormai una tradizione consolidata e gradita, il vescovo di Brescia, monsignor Luciano Monari nel giorno (24 gennaio – ndr) di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ha incontrato gli operatori della comunicazione. Un ritrovarsi che ha voluto essere anche l’occasione per 16 BRESCIA UP

tracciare insieme un punto della situazione su un settore fondamentale della nostra società come quello della comunicazione. Una realtà che accompagna ormai in maniera indissolubile le nostre giornate e che riesce non solo a diffondere idee, pensieri e fatti, ma che, spesso e volentieri, esercita un ruolo determinante nella comprensione e nel giudizio che viene dato ai diversi fatti che accadono. Ecco spiegato perché chi è chiamato per la propria professione ad utilizzare uno strumento tanto importante ed altrettanto delicato lo deve fare nella giusta consapevolezza, con la massima chiarezza e correttezza: “Ai giorni nostri – è stato il commento del Vescovo di Brescia – il lavoro del giornalista, sia esso di carta stampata oppure di uno qualsiasi degli altri strumenti di comunicazione che la evoluzione tecnologica ci mette a disposizione, non può prescindere da una precisa responsabilità e dalla necessaria correttezza. Non occorrono certo troppi esempi per capire che anche l’articolo apparentemente più semplice, magari anche solo con un aggettivo in più o in meno, può assumere


una connotazione ben precisa. Chi scrive non deve mai dimenticare che deve essere non solo corretto, ma anche credibile, nel senso di dare un valore ed un’affidabilità a quello che dice. Un pezzo non è semplicemente il resoconto di quello che il cronista vede e segue nei suoi sviluppi. Chi scrive deve innanzitutto com-

prendere l’accaduto e lo deve poi riferire nel modo più vero, nel senso che non deve far deviare il fatto in una direzione o in un’altra a seconda delle sue idee personali. E’ facile, ad esempio, far dire a qualcuno un qualcosa di particolare. Basta estrapolare qua e là alcune parole da un suo intervento, toglierle dal contesto e sottolineare questo o quell’aspetto e il gioco è fatto. Questo, però, non è un valido servizio a chi utilizza il mezzo di comunicazione. Chi legge un giornale, guarda la televisione, ascolta la radio o si connette con un portale su Internet chiede di conoscere i fatti e non di essere indottrinato da una parte o dall’altra. Una dote che non deve mai mancare nell’informazione è la chiarezza, vista davvero a 360 gradi. Ci possono essere degli organi di stampa che puntano chiaramente a formare un’idea, non c’è assolutamente niente di male, ma quello che chi legge deve sapere è che ha davanti una versione della verità e non l’unica versione possibile. Non è possibile e non è nemmeno accettabile che si tenti di sfruttare lo strumento che si ha in mano per i propri fini, magari influenzando le persone o portando avanti una vera e propria campagna in un senso o nell’altro. L’essere credibili cui facevamo accenno prima, rientra proprio in questo. Non si devono stravolgere i fatti per obiettivi politici o per qualsiasi altra idea. Chi scrive dev’essere al servizio della verità e di chi legge, non deve diventare lui stesso una sorta di creatore di opinioni. In questo senso – ha concluso mons. Luciano Monari – merita un posto in prima fila la coerenza. Il giornalista deve sapere quello che sta scrivendo e lo deve fare con competenza, con professionalità e, come anticipavamo prima, con la massima responsabilità, nel senso che non deve mai dimenticare che quello che lui scrive arriverà ad altre persone e che queste riceveranno sicuramente un messaggio da lui.

“Il vescovo di Brescia, mons. Luciano Monari, ha incontrato i giornalisti ed ha esaminato con loro il mondo della stampa in quest’epoca in continua evoluzione tecnologica ”

“Spetta a lui fare in modo che questo messaggio possa essere effettivamente di qualità!”. 17


In Tanzania un villaggio che parla il dialetto bresciano I volontari dell’Associazione Progetto Tanzania continuano nel loro grande progetto che ha offerto nuova speranza e una vita normale ai bambini sieropositivi di Dodoma di Luca Marinoni

L’Associazione Progetto Tanzania Onlus, che ha la sua sede a Bagnolo Mella, ha deciso di festeggiare l’inizio del ventiduesimo anno di attività inviando ancora una volta un gruppo di volontari, accompagnati tra l’altro dal parroco bagnolese don Severino Chiari, per realizzare un nuovo intervento in Africa. Del resto il compito che l’associazione sta portando avanti ormai da undici anni a questa parte è di quelli che non ammettono certo periodi di riposo. Infatti, dopo aver costruito nei primi anni della propria attività scuole, dispensari e chiese sempre in vari punti del territorio della Tanzania, proprio undici anni 18 BRESCIA UP

fa il gruppo dei volontari, che conta un centinaio di aderenti a Bagnolo, ma può vantare ormai una stretta rete di collaborazioni con diverse province d’Italia (da Firenze a Vicenza, da Frosinone a Bergamo, passando attraverso i legami altrettanti forti con i volontari che seguono il progetto da Milano, Bari, Bergamo, Roma e tanti altri luoghi ancora), ha deciso di dedicarsi alla realizzazione del sogno più grande. Un progetto che all’apparenza poteva essere considerato poco più di un’utopia e che, invece, ha fatto crescere, nel cuore dell’Africa, un villaggio dove è risorta la speranza e che, proprio per questo è stato chiamato il


“Villaggio della speranza”. Bastano alcuni dati per capire la vera e propria impresa che i volontari bresciani stanno portando avanti con volontà infinita e grande generosità. Alla periferia di Dodoma, la capitale della Tanzania, è stato costruito un grande villaggio (140.000 metri quadrati l’area complessiva) che ha voluto ospitare e curare i bambini malati di Aids, offrendo loro la possibilità non solo di crescere, ma di condurre una vita il più possibile normale. Proprio per questo all’interno del villaggio sono state costruite le scuole e delle case che sono state affidate a coppie di genitori che si sono fatti carico di dare vita a grandi famiglie proprio con i bambini e i ragazzi del villaggio. In questo senso, sempre naturalmente grazie alle risorse che provengono dall’Italia, il “Villaggio della Speranza” non solo

ospita stabilmente 175 bambini (che hanno perso i loro genitori naturali e sono sieropositivi), ma ogni giorno, grazie alle sue strutture ospedaliere cura circa 2500 persone tra bambini e adulti. Uno sforzo davvero enorme, che i volontari dell’Associazione Progetto Tanzania stanno sostenendo sia con il loro impegno in Italia (raccolta di fondi e allestimento del materiale che viene poi inviato in Africa in grossi containers), che con i loro interventi diretti a Dodoma, dove in tutti questi anni hanno costruito una comunità completa sotto tutti i punti di vista, dalle scuole (sia la Primaria che la Secondaria) agli ospedali, dalle case dei medici e del personale sanitario alle case-famiglie per tutti gli ospiti, sino a comprendere una piccola azienda agricola, una chiesa e spazi per la vita sociale (come un auditorium e saloni per incontri tra i ragazzi del villaggio e i loro famigliari). Proprio in questa direzione si spinge il grande desiderio che anima i volontari in vista di questo 2012. Quello di riuscire a creare proprio all’interno del Villaggio della Speranza le fonti di sostentamento in grado di rendere sempre più autosufficiente questa imponente struttura che si avvale, oltre che del lavoro dei volontari bresciani, dell’instancabile presenza delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. E’ questa la nuova sfida per continuare a far fiorire nel deserto lo splendido fiore dell’amore.

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Brescia Casa Design 2012 eccellenze & luxury

Brescia Casa DESIGN (dal 2-4 al 9-11 marzo 2012), forte del successo di pubblico della passata edizione, si propone per l’edizione 2012 in veste rinnovata e di alto profilo, grazie alla nuova area espositiva dC dentroCASA design, ideata e realizzata dalla Principeadv, la newco bresciana che, per il salone della casa, ha seguito anche la vendita degli spazi. La nuova alleanza strategica tra FIERA di BRESCIA e la PRINCIPEADV, ha permesso di riavere in Brescia Casa, un gruppo di aziende che rappresentano l’eccellenza della distribuzione nella nostra Provincia e non solo. Nomi storici, rivenditori di importanti firme dell’interior e dell’outdoor design nazionale ed internazionale, faranno il loro ritorno, per la prima volta dopo decenni, a Brescia Casa. “Parliamo di aziende che, per motivi diversi, hanno abbandonato la vetrina espositiva locale per rivolgersi alle grandi città come Milano e/o Verona, o addirittura che hanno completamente abbandonato il settore fiere, la maggior parte dei quali sono clienti di dentroCASA, e che ci danno fiducia, da oltre 10 anni, considerati gli importanti riscontri ottenuti con la nostra rivista” commenta Gianpaolo Natali, CEO Principeadv. Le aziende che hanno scelto di esporre nella zona dentroCASA design, un’area elegantemente allestita di oltre 6.000 mq, ubicata nella parte finale del padiglione, 20 BRESCIA UP

ben visibile rispetto al resto dell’esposizione, offriranno al visitatore di Brescia Casa Design una sorta di grande salotto luxury dove trovare il meglio dell’offerta per arredare, personalizzare e rinnovare il proprio spazio abitati-


vo. “Abbiamo voluto siglare questa alleanza, unendoci ad un partner che da anni opera nel settore arredamento e complementi per la casa, che gode della stima e fiducia di molte realtà commerciali di alto profilo – afferma Carlo Massoletti, Presidente FIERA di BRESCIA – la scelta è stata dettata dalla necessità di investire maggiore attenzione nella qualità dei nostri espositori e garantire al nostro pubblico un elemento distintivo, che restituisca alla rassegna Brescia Casa il prestigio e l’interesse di un tempo, rispondendo al diffuso bisogno di un orientamento verso il CONTEMPORARY HOME”. L’ingresso del padiglione sarà dedicato all’iniziativa A&D PROJECT per poi introdursi nella tradizionale Brescia Casa DESIGN e, a seguire, lo spazio wedding con “Carlotta si Sposa” che tanto successo ha riscosso lo scorso anno grazie alla collaborazione con CLAIRE’S wedding planner. In questo spazio eventi, torna l’apprezzatissima sfilata di DOMO ADAMI, che domenica 11 marzo alle ore 17.30 catturerà gli sguardi e l’attenzione delle future spose, abiti da sogno dalli linee inimitabili, saranno i protagonisti di una magica serata. Per chi invece desidera cambiare il proprio spazio abitativo, personalizzarlo o semplicemente completarlo, può rivolgersi a BRESCIA CASA DESIGN ON DEMAND, un gruppo di esperti professionisti saranno disponibili gra-

tuitamente a riprogettare le vostre stanze, appartamenti o abitazioni complete. Il visitatore munito di planimetria, con misure dettagliate dei propri spazi da trasformare, potrà richiedere una consulenza gratuita. E’ consigliabile mandare una mail di richiesta all’indirizzo: bresciacasaondemand@fierabresciacasa.it oppure telefonare al numero Tel. 030 34 63 484/495. Questa edizione di BRESCIA CASA DESIGN si preannuncia ricca di novità e di sensazionali sorprese, tra gli ospiti VIP Ludmilla Radchenko, madrina della manifestazione, ANDREA E MICHELE speaker di RADIO DEEJAY, Patrizia Laquidara cantante di successo conosciuta per la colonna sonora del film MANUALE D’AMORE nonché Premio Tenco 2011. Il programma eventi è disponibile all’indirizzo web: www.fierabresciacasa.it Non perdetevi la nuova BRESCIA CASA DESIGN!

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I DESIGN

2012 2 3 4 MARZO 9 10 11 FIERA DI BRESCIA

In anteprima

VENERDÌ 2 MARZO SABATO 3 MARZO DOMENICA 4 MARZO

17.00 - 21.00 14.00 - 20.00 10.00 - 20.00

VENERDÌ 9 MARZO SABATO 10 MARZO DOMENICA 11 MARZO

17.00 - 21.00 14.00 - 20.00 10.00 - 20.00

22 BRESCIA UP Organizzato da: FIERA DI BRESCIA - tel. 030 3463484/482

www. fierabresciacasa.it


La casa incontra il TOP DESIGN novità 2012 BRESCIA CASA DESIGN in collaborazione con dC dentroCASA design, presenta in uno spazio esclusivo il meglio dell’arredamento, dei complementi e degli accessori per la casa.

I più noti marchi del design italiano si incontrano a BRESCIA CASA DESIGN. www.fierabresciacasa.it

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Luca Riva

il giovane direttore di Radio Vera

Radio Vera è un’emittente bresciana, molto seguita, presente sul territorio da vent’anni. Negli ultimi anni, oltre all’organizzazione di centinaia di iniziative che hanno fisicamente portato la radio tra la gente, è nata anche una nuova collaborazione con Radio Bruno che allarga gli orizzonti di questa bella realtà locale diretta dal giovane Luca Riva, al quale rivolgiamo qualche domanda. Iniziamo dando un’occhiata dietro le quinte. Com’è organizzata la vostra emittente, sia dal punto di vista tecnico sia per quanto riguarda le risorse umane a disposizione? Siamo una piccola realtà, ma cerchiamo sempre di stare al passo con la tecnologia. Da circa tre mesi, abbiamo rinnovato l’automazione della radio, un investimento importante per aumentare la qualità dei nostri servizi, sia per quanto riguarda l’informazione che per la programmazione musicale. Crediamo fortemente nel capitale umano: cinque i dipendenti e una decina i collaboratori che ogni giorno lavorano e credono nel progetto editoriale. Negli ultimi anni diversi fattori hanno ostacolato la crescita delle radio locali e indipendenti. In poco tempo la maggior parte di esse è stata costretta a cedere le frequenze, licenziare personale e, spesso, chiudere i battenti. Radio Vera ha superato quel momento ed, anzi, ha potenziato la presenza sul territorio. Come siete riusciti a farlo? L’emittenza locale è stata massacrata dai grandi gruppi 24 BRESCIA UP

editoriali e la radiofonia, negli ultimi 20 anni, si è modificata moltissimo… oltre 300 emittenti locali hanno chiuso i battenti, con un inevitabile ridimensionamento del pluralismo d’informazione. Anche in questo settore, purtroppo, la meritocrazia non esiste. Le emittenti nazionali, ancora oggi, infischiandosene delle “belle voci”, propongo sempre più personaggi che, non essendo riusciti a sfondare in televisione, si riciclano con la radio. In questi anni, siamo riusciti a resistere e a diventare più grandi, soprattutto grazie alla tenacia e alla passione. Personalmente ho dovuto sacrificare molto tempo libero ma, grazie a questo lavoro, ho avuto la possibilità di conoscere più da vicino e ad ogni livello, il mio territorio. La radio è sempre stata un punto di riferimento musicale per la gente. Molti anni fa, la si ascoltava per restare aggiornati sulle ultime uscite e magari registrare, con le cassette, i singoli del momento. Poi le nuove tecnologie, internet su tutte, ha reso la musica fruibile a 360 gradi generando un nuovo tipo di ascolto. Chi sono, oggi, i nuovi ascoltatori


del pianeta radio in generale e di Radio Vera nello specifico? Il nostro mondo radiofonico, per la maggior parte della programmazione, è dedicato all’informazione locale, con particolare attenzione alle tante voci che, spesso, trovano poco spazio nei mezzi di comunicazione. Per quanto riguarda la musica, non ci preoccupiamo troppo di cercare l’ultimo singolo in uscita, ma favoriamo i grandi classici e, anche qui, cerchiamo di dare voce agli artisti emergenti, soprattutto locali. Tra le scelte della vostra emittente anche quella di voler uscire dagli studi per incontrare di persona gli ascoltatori. Non è passata inosservata la vostra capillare presenza in fiere e sagre, oltre all’organizzazione di piccoli e grandi eventi. Quando ha avuto luogo questa scelta e perchè? E’ stata una scelta di tanti anni fa, l’abbiamo fatta per primi e vedo, senza voler provocare nessuno, che adesso lo fanno anche altre radio… In passato ci chiamavano pazzi ma abbiamo sempre pensato che la radio si debba fare,

quanto più possibile, in mezzo alla gente. Il mondo musicale bresciano, fatto di artisti locali, interpreti e cantautori, trova nella vostra emittente un vero e proprio punto di riferimento. Oggi Radio Vera è forse l’unica emittente a passare i brani del mondo bresciano a 360°, disinteressatamente e con grande attenzione alle nuove uscite. Com’è il rapporto dell’emittente con questi artisti e quali sono i risultati di questa vostra filosofia? Sono particolarmente soddisfatto che il movimento musicale bresciano, negli ultimi anni, sia cresciuto moltissimo e non solo numericamente! Da sempre abbiamo intrapreso questa difficile strada, per consentire agli artisti locali di avere una possibilità di ascolto e di esibizione. Il percorso iniziato dal sottoscritto, anni prima, ora trova la collaborazione indispensabile di Alex Rusconi, da un anno responsabile musicale dell’emittente. Tra le appendici della vostra attività vi è anche una grande presenza in rete. Diversi siti internet e

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di offrire un servizio completo. Mi sembra comunque che, nel frattempo, il pubblico ci stia premiando con una certa vicinanza. Anche on-line vogliamo diventare uno strumento utile, propositivo e credibile. A proposito di indici di ascolto. Se ne è molto parlato negli anni scorso anche in merito a certe polemiche che riguardavano agenzie deputate a raccogliere i dati di ascolto per le radio. Oggi la situazione com’è? E’ possibile avere un riscontro preciso dell’ascolto? Su quali parametri ci si basa per determinarlo? Sugli indici di ascolto ci siamo battuti per anni, in particolare sulla mancanza di credibilità di “Audiradio”… Il tempo ci ha dato ragione, poichè quei dati di ascolto non si sono rivelati, neanche lontanamente, veritieri! Certo è che in questi anni gli investimenti pubblicitari sono spesso andati in mano a realtà che non l’avrebbero meritato. Il fallimento di “Audiradio” comunque non ci conforta: tuttavia confidiamo che la nuova indagine promossa da Eurisko, “Radio Monitor”, possa portare ad un risultato serio, rispettando tutte le realtà della radiofonia, anche locale.

una puntuale vicinanza al pubblico attraverso i social network. Quali risultati portano queste scelte all’ascolto della radio? Il pubblico di ascoltatori partecipa attivamente alla programmazione? Quali sono i pro e i contro dell’avvicinare così tanto l’emittente agli ascoltatori? Siamo arrivati leggermente più tardi, rispetto ad altri, ma anche in questo settore stiamo cercando di recuperare il tempo perso, offrendo la possibilità di trovare, attraverso i nostri prodotti in rete (con qualche sorpresa), una maggiore disponibilità alla pubblicazione. Credo di poter dire che, entro il mese di giugno, saremo in grado

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Parliamo del recente gemellaggio della vostra emittente con Radio Bruno, una realtà che ormai è semi-nazionale. Come è nata l’idea di unirsi a questa emittente emiliana? Quali sbocchi potrà avere in futuro questa collaborazione? Quale è stata la reazione degli ascoltatori a questa scelta? L’unione con Radio Bruno ha un valore programmatico e di contenuto, che va ben al di là del semplice palinsesto. Si tratta del primo accordo nazionale di questo genere che, rispettando la nostra identità, propone un ulteriore allargamento ad una provincia importante come la nostra, ad un’emittente che prima riusciva a coprire solo parzialmente il nostro territorio. Attraverso questo accordo ero, e sono, desideroso di lan lanciare un messaggio nuovo all’editoria bresciana, spesso troppo statica e priva di spirito di collaborazioni. Manca, a Brescia, la mentalità dell’azione sinergica e, malgrado ci abbiamo già provato in passato con alcune realtà, i risultati sono stati sempre nulli o quasi (e non per nostro volere). Non troppo lontano da qui, a Carpi, siamo riusciti invece a trovare chi, come noi, crede in questa filosofia della collaborazione. E ci crede davvero, non solo a parole...


ASPESI

Lo stile non è un concetto vano. E’ semplicemente il modo di fare ciò che deve essere fatto. Abbigliamento Uomo - Via IV Novembre 39 -Rezzato- Bs - 030 2590833


Ristorante

La Sirena

di Luca Marinoni

Un locale dove il rapporto qualità/prezzo è una gustosa sorpresa. Adagiato sul Lungolago di Salò, in una cornice veramente splendida, il Ristorante “La Sirena” rappresenta un’occasione assolutamente da non perdere per tutti quelli che amano gustare dell’ottimo cibo in un ambiente confortevole e famigliare. Senza dubbio il luogo ideale per trascorrere il proprio tempo in un’atmosfera rilassante e coinvolgente, che abbina una cucina di alta qualità ad un’ospitalità spontanea e sempre molto accogliente. 28 BRESCIA UP

E’ questo, in estrema sintesi, il modo con cui Francesca Avigo e Francesco La Rosa hanno portato a vita nuova il prestigioso locale che si trova in una delle zone più suggestive di Salò, proprio sulla sponda del Lago di Garda, inserito in un edificio di pregio che viene valorizzato a dovere proprio dall’arredamento che è stato creato all’interno, negli ambienti caldi e romantici del ristorante. Basta un semplice sguardo, del resto, per rendersi conto di trovarsi in un locale davvero singolare, un locale dove gli ospiti vengono ricevuti con grande cortesia e famigliarità e dove anche il più piccolo particolare evidenzia


la cura con cui è stata preparata la “veste” attuale de “La Sirena”. Il punto di forza fondamentale del ristorante che si trova in via Pietro da Salò 23 non è però l’ambiente caldo e romantico (ideale anche per cene in coppia che lasciano un dolce ricordo) e non è nemmeno la collocazione proprio sulle rive del Garda. Il vero fiore all’occhiello de “La Sirena”, grazie anche al qualificato staff guidato in grande armonia da Francesca e Francesco e all’apporto offerto da uno chef di grande competenza, è però la cucina. In effetti basta un solo boccone per rendersi conto dell’attenzione che viene riservata ad ogni piatto (compreso quello apparentemente più semplice), per scoprire la cura che viene dedicata ad ogni ingrediente e alla sua qualità. Caratteristiche che rendono a dir poco speciale il menù proposto e che affianca l’alta cucina e i manicaretti più elaborati e sfiziosi alle ricette più tradizionali di casa nostra e della nostra regione.

Una cucina che, al tempo stesso, riesce a distinguersi per le sue apprezzatissime specialità sia con la carne che con

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il pesce, il tutto per piatti che non solo sono in grado di conquistare anche il palato più esigente, ma si trasformano immediatamente in una piacevole esperienza da ripetere il più presto possibile. “La Sirena”, inoltre, non è soltanto un ristorante-brasserie di stampo tradizionale, ma si presenta come il locale ideale per eventi e feste speciali, come le romantiche cene di S. Valentino o il cenone di Capodanno, ma anche feste

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a tema e le classiche feste aziendali. Ogni iniziativa nelle accoglienti sale de “La Sirena” diventa subito un appuntamento di successo e di prestigio e proprio i due titolari, Francesca Avigo e Francesco La Rosa, seguono personalmente ogni momento dell’evento per far sì che tutto si svolga nel migliore dei modi, secondo le esigenze di chi ha riposto la sua fiducia su “La Sirena”. Se a tutto questo, accanto alla possibilità di gustare i deliziosi manicaretti presentati dallo chef per tutto l’anno, senza l’esclusione di alcuna stagione, aggiungiamo un altro motivo d’orgoglio del ristorante salodiano come il rapporto qualità/prezzo veramente molto conveniente, possiamo agevolmente concludere che una visita in via Pietro da Salò non solo è tempo ben speso, ma dev’essere compiuta il più presto possibile. In effetti all’uscita dal locale gardesano non soltanto lo stomaco e il palato possono esprimere tutta la loro soddisfazione, ma a questa gioia si può tranquillamente allineare anche il portafoglio, che, soprattutto in periodi difficili dal punto di vista economico come quelli che stiamo vivendo, non è costretto a fare eccessivi sacrifici e a finire la serata completamente “svuotato”. Senza dubbio un’altra valida ragione per scoprire in fretta le ammalianti proposte de “La Sirena” di Salò!


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Paola Carbonari “I figli sono la mia partita più bella!” E’ senza dubbio uno dei volti più conosciuti della televisione bresciana, un’importante di Luca Marinoni Ph. Selene Z. portare il calcio davanti alle telecamere in maniera divertente e piacevole. Un genere che la bionda conduttrice giunta a Brescia da Roma sta portando avanti ancora adesso sulle frequenze di ReteBrescia con indubbio successo ed altrettanta professionalità. Un personaggio pubblico nel senso più ampio del termine, che, però, non gradisce troppo essere posto sotto la luce dei riflettori: “Chi mi conosce – inizia la breve

Per la nostra rubrica questo mese abbiamo voluto incontrare Paola Carbonari, uno dei volti più conosciuti della televisione bresciana, che è stata anche una delle prime a 32 BRESCIA UP


intervista Paola Carbonari – sa che in realtà non amo apparire. Mi piace lavorare e amo il lavoro che faccio, ma, per il resto, non vado in cerca di pubblicità e di grandi titoli.

Preferisco di gran lunga la modestia e il concreto lavoro di ogni giorno. E’ questo quello che mi piace veramente!”. Un legame lungo e profondo con questa attività che è iniziato in quale modo? “Quando sono arrivata a Brescia proveniente da Roma sono approdata all’allora Telepadana. Con il direttore Calarco e Sandro Mancini abbiamo deciso di inaugurare un programma mattutino, una sorta di contenitore che a quei tempi nemmeno la Rai presentava. In seguito a quell’esperienza il direttore dell’epoca di Teletutto, Massimo Boni, mi ha chiamato ed è così iniziata una collaborazione che ben presto ha portata ad un’altra grande avventura. In effetti è nata l’idea di realizzare una trasmissione sportiva e con la squadra di quel periodo, con i vari Gigi De Paoli, Mimmo Postorino e Ciro Corradini, è cominciato il viaggio nel calcio che dall’86 dura ancora oggi e che mi ha appassionato sempre di più ai colori ed alle vicende del Brescia.

Una proposta che all’inizio poteva sembrare una sorta di azzardo, ma, invece, sono ancora qui e sono sempre più legata a questo ambiente e alle avventure del Brescia che ho potuto seguire in anni splendidi in serie A, a Wembley e in tutte le esperienze di questi anni”. Per il futuro c’è un sogno nel cassetto o un desiderio che ti piacerebbe realizzare? “Posso dire che mi sta piacendo sempre di più lavorare dietro le quinte. Curare trasmissioni ed eventi, organizzare manifestazioni ed iniziative, anche non solo televisive, è un’attività che mi stimola molto e mi offre sempre forti emozioni. Se quindi posso esprimere un desiderio, direi che mi piacerebbe proprio poter portare avanti questa parte organizzativa - creativa della mia attività”. Un’attività sempre molto intensa che non ha mai creato problemi con la tua famiglia e i tuoi figli? “No ed è stata una mia scelta ben precisa – risponde con un ampio sorriso, ma anche con grande determinazione Paola Carbonari – In effetti posso dire che ho rinunciato a delle proposte per i miei figli. Una decisione che ho fatto con convinzione e che rifarei senza alcun dubbio. Non ho nessun rammarico, anche perché i figli sono la mia vita ed hanno la precedenza. Il fatto è che quando ero in attesa del mio primo figlio, Simone, ho ricevuto una proposta da Rai3 che ho rifiutato per stare vicino alla famiglia. La situazione si è ripetuta sedici mesi dopo, sempre per iniziativa della Rai, ma in quel caso stava per arrivare mia figlia Nicole e quindi ho scelto ancora una volta i miei figli. E ne sono felice…”.


Zinco Service - Laba Il progetto Zinco Service-LABA: “Zinco e Accademia” per un design a sostegno della comunità locale, ovvero un laboratorio di idee tra impresa, accademia e professioni.

Che cosa succede quando Azienda, Accademia e Professionisti si incontrano? Nel caso di Zinco Service, impresa di casa a Brescia, ma con controllate in America, Canada e Gran Bretagna, succede che da una piccola idea nasce qualcosa di buono. Tutto incomincia dalla voglia di celebrare degnamente i propri dieci anni di attività. Un lasso di tempo durante il quale l’azienda bresciana 34 BRESCIA UP

è passata dall’offrire un semplice portafoglio di servizi per le zincature a caldo Italiane ad una identità più ricca. Oggi infatti Zinco Service è al centro di un network di imprese che portano il proprio know-how in Canada, Stati Uniti, Gran Bretagna ed Australia. Uno sforzo di internazionalizzazione in gran parte sostenuto dallo sviluppo di nuove tecnologie e da una massiccia dose di ricerca e sviluppo, da sempre condotta con partner di alto


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livello, come il Consiglio Nazionale delle Ricerche del Canada o l’Università di Leoben (Austria). Un’amicizia forte con la Libera Accademia di Belle Arti di Brescia (LABA) invoglia a pensare ad un incontro tra industria ed arte. Così prende forma l’idea di indire un concorso d’idee tra gli studenti della LABA: pensare ad un elemento di arredo per esterni in acciaio zincato a caldo che sappia tenere in debito conto i soggetti a ridotta mobilità. Per le tre idee migliori, una borsa di studio e la possibilità di collaborare alla filiera industriale che costruirà i primi prototipi. “Quando l’idea ha cominciato a prendere forma, abbiamo capito che molte altre forze avevano voglia di contribuire con i loro talenti e le loro energie” spiega Maria Valgimigli, Operations Manager di Zinco Service e coordinatrice del progetto. “Da qui nasce il forte supporto avuto dalla Compagnia delle Opere di Brescia, che ci ha dato idee e contatti per concretizzare la nostra visione.” Arrivano i bravissimi professionisti dello Studio D73 di Brescia, che - con l’entusiasmo contagioso dell’Architetto Marco Vismara - offrono contributi sul tema del design e dell’emozione nei prodotti pensati per utenti “universali”, quindi anche disabili.

A stendere il bando – gratuitamente – arriva anche l’aiuto inatteso dell’Avvocato Sara Remus, brillante professionista bresciana. “Devo dire che sino ad ora mi ha decisamente colpito la grande disponibilità di tutti” dice Mario Ubiali, Amministratore Delegato di Zinco Service. “Fa piacere vedere che su temi di spessore ognuno è pronto a fare la sua parte.” Ora comincia il percorso culturale propedeutico alle creazioni degli studenti: un breve ciclo di incontri con il mondo produttivo e quello del design, che culminerà con la visita di un impianto di zincatura e verniciatura e l’incontro con una singolare artista della forgia proveniente dal Regno Unito. L’estate, con la fine dell’anno accademico, sarà invece il momento della valutazione e quindi della selezione delle opere premiate, così che si possa entro fine anno procedere ad incarnare in acciaio e zinco i sogni, socialmente ed ecologicamente “virtuosi”, degli studenti. Zinco Service srl via Spalto San Marco 16, 25121 Brescia www.zincoservice.it Libera Accademia Di Belle Arti Laba Via Don Giacomo Vender 66, 25127 Brescia www.laba.edu

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1976-2011 1978: Sara Simeoni ottiene il Record del Mondo di Salto in Alto. 1989: Giorgio Lamberti stabilisce il Record del Mondo nei 200m 1992: la Gabeca Pallavolo vince la sua seconda Coppa delle Coppe 1993: il Brescia Calcio a Wembley conquista la Coppa Anglo-Italiana 2000: il «Pallone d’Oro» Roberto Baggio Capitano del Brescia 2003: la Leonessa Nuoto vince il Campionato Italiano e la Coppa LEN 2006: Vanessa Ferrari vince l’Oro ai Mondiali e agli Europei 2011: i Bengals Brescia sono per la seconda volta Campioni d’Italia

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Punto Stiro Come liberarsi dalla schiavitù dello stiro

Era il 6 Maggio dello scorso anno quando a Brescia due in Via Creta nasceva un’idea rivoluzionaria dedicata prevalentemente alle donne ed alla loro qualità della vita, PUNTO STIRO. Quante volte abbiamo sentito dire che stirare è faticoso, noioso e porta via tempo prezioso alla nostra vita?. Ebbene munendosi del “sacco” Punto Stiro in Via Creta 64/b tutto questo apparterrà alla preistoria, infatti è il primo passo da compiere per liberarsi da una pesante schiavitù. Tutto il contenuto preventivamente lavato verrà stirato e confezionato con la stessa cura che ognuno di noi ci metterebbe per i propri capi e riconsegnato nell’arco di tre giorni lavorativi. Sembra incredibile ma è la realtà. La stiratura “forfait” a sacco implica una imbattibile convenienza economica, ed in più da Gennaio 2012 si può scegliere la formula più adatta alle proprie esigenze, dal classico sacco “full” (€ 28,00) al Mezzo Sacco per agevolare i single o al 38 BRESCIA UP

neSacco Speciale per i manager che hanno ne cessità prevalentemente di stirare camicie e pantaloni. Dal 6 Maggio ad oggi tanto è cambiato e si è evoluto nel mondo Punto Stiro, un management puntualmente attento alle esigenze dei propri clienti ha migliorato sensibilmente la qualità del servizio inizialmente affidata a terzi ed oggi invece proparte integrante in esclusiva per il pro tecnogetto, l’ausilio di nuovi macchinari tecno logicamente avanzati e personale qualificato garantiscono rinnovata qualità e puntualità. L’inserimento della linea di profumazioni per


gli ambienti “Himalaya” arricchisce il servizio principale fornendo ai clienti la possibilità di avere dei prodotti selezionati e naturali di primo livello, ed altre iniziative sono sul trampolino di lancio per un marchio che ha fatto dal fattore “novità” una ragione di vita. Tanto il successo riscosso, lo testimonia il fatto che in così breve tempo Punto Stiro srl ha lanciato una campagna Franchising che corre come un treno, con l’apertura di Lumezzane San Sebastiano ( 4 di Febbraio2012) i negozi diventano 6 nella nostra provincia (Orzinuovi, Urago Mella, Rovato, Raffa di Puegnago) e sono destinati a crescere visto l’innovativo ed apprezzato servizio offerto alle famiglie bresciane. Si registra un interesse molto alto di coloro, giovani e

meno giovani, che cercano oggi un modo per realizzare un’attività in proprio invece dell’introvabile posto di lavoro o di altre tipologie di attività imprenditoriali certo meno innovative. Possiamo dire infine che Punto Stiro oggi è sinonimo di soluzione per chi non vuole più trascurare la propria vita affettiva togliendo ore preziose a se ed ai propri cari, ed anche per coloro che vedono la possibilità di ripensare al proprio lavoro salendo sulle ali di questa entusiasmante ventata di novità.

Info: www.puntostiro.it 39


Eliana Cartella

Da Brescia all’Isola Dei Famosi

di Francesco Baronio

C’è anche la bresciana Eliana Cartella, tra i protagonisti dell’isola dei famosi 9, reality di RAI 2 iniziato lo scorso 25 gennaio. La fotomodella ventunenne iniziò la sua carriera proprio sulle pagine di Brescia UP nel febbraio 2010 con un servizio fotografico di moda, e da allora è stato un crescendo di successi e soddisfazioni. 40 BRESCIA UP

Nel settembre 2010 è stata finalista di miss Italia, e ospite della trasmissione “Chiambretti night” per la vicenda di gossip che la vide contesa tra il calciatore Mario Balotelli e Renzo Bossi, figlio del leader della Lega. Per questo motivo ricevette anche il Tapiro d’oro, il simpatico premio di Striscia la Notizia consegnato da Valerio


Staffelli. Tra le sue esperienze lavorative si contano servizi fotografici su Vanity Fair, Diva e donna e la copertina sul mensile spagnolo Primera Linea. Alla conduzione del programma quest’anno c’è Nicola Savino, mentre Vladimir Luxuria è l’inviata sull’isola in un’edizione sempre fedele alle caratteristiche che la contraddistinguono: mancanza di confort, scarsità di cibo, nessun contatto con l’esterno, convivenza forzata con gli altri naufraghi. Saranno 12 puntate in prima serata, con una striscia quotidiana dal Lunedi al sabato alle 19.30 per raccontare la giornata dei naufraghi.

a Olivari

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Aspettando Vinitaly: continua il dibattito sul vino nella ristorazione

Bottiglia? no grazie. Al ristorante meglio un buon bicchiere di vino

Al ristorante si beve meno per colpa dei limiti imposti dalle normative antialcol, per la crisi e perché cambia l’approccio dei clienti al vino. Adeguare lista dei vini e modalità di offerta diventa quindi importante, ma bisogna scegliere strategie di lungo periodo perché alla fine l’ultima parola è sempre quella del consumatore. Sul sito http://aspettando.vinitaly.com aggiungi la tua opinione a quella dei principali attori della filie-

ra. Verona, 26 gennaio 2012 – Vini semplici, leggeri e di prezzo medio, al calice o in bottiglia di piccolo formato: è questa la strada per soddisfare i clienti dei ristoranti? Sì, almeno secondo gli operatori intervistati per l’appuntamento settimanale di “Aspettando Vinitaly”. Al ristorante «il cliente che guida si preoccupa di non superare i livelli consentiti di alcol – spiega Paola Bertinotti del ristorante Pinocchio di Borgomanero in provincia di Novara - e questo inevitabilmente coinvolge tutti i com43


Questo forse perché le motivazioni del consumo non coincidono con quelle dell’offerta. Secondo Andrea Bolis di Bolis distribuzione, infatti, «da una parte c’è la maggiore curiosità del consumatore per etichette che non ha mai bevuto, mentre dall’altra una maggiore marginalità per i ristoratori sui vini esteri, di cui il cliente molte volte ignora il valore effettivo». Attenzione però perché, dice Cvetic, «sul lungo termine sarà il consumatore a scegliere i vini in maniera più consapevole, secondo il proprio gusto e il proprio portafoglio». Le interviste complete sono disponibili sito http://aspettando.vinitaly.com dove è possibile partecipare al dibattito. L’indagine “Vinitaly incontra la ristorazione” è disponibile nella sezione “Studi e Ricerche” dell’Area Stampa del sito www.vinitaly.com.

mensali. Per questo da molti anni chiedo ai produttori vini a 12,5 gradi e adesso dovranno per forza arrendersi all’evidenza». «Bisognerebbe diffondere ancora di più il consumo di vino al calice e quello dei piccoli formati» sottolinea Marina Cvetic, della cantina Masciarelli, ma non si tratta di una strategia difensiva; è piuttosto un adeguamento ai nuovi modi di consumare. Allora c’è chi cerca di introdurre nella lista dei vini nuove proposte - «piccole chicche italiane da proporre con convinzione», come dice Bertinotti -, mentre per il giornalista Luca Maroni occorre «sviluppare brand non più di piccola selezione per essere performanti sul rapporto quali-quantitativo di ogni singola etichetta, altrimenti non si memorizzano e non si diffondono il nome del vino e del produttore». Una carta da giocare è quella dei vini di importazione anche se per ora, secondo Maroni, l’offerta «rimane davvero bassa e non aggiornata, tanto che i migliori vini dei migliori nuovi produttori mondiali sono clamorosamente assenti dal mercato italiano, specie le annate recenti».

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F/1 dal sogno alla realtà dal sogno alla realtà

di Luciano Dal Ben La Provenza, in Primavera, offre allo sguardo colori e cieli che danno la sensazione del nuovo risveglio della natura. E mentre l’animo si ingentiliva di fronte al magnifico paesaggio, la via verso Castellet si faceva sempre più breve. Questo itinerario mi stava portando da Marsiglia al Circuito Paul Ricard. Da tempo desideravo provare una F/1 ebbene esperita la fase burocratica, eccomi nuovamente al Paul Ricard, dove moltissimi, ma moltissimi anni addietro disputai “ Dieci ore” con buoni risultati su Fiat e Alfa Romeo in coppia con gli amici Vincenzo Tenchini ed al compianto Oreste Lucini. Arrivato all’albergo, in un bellissimo borgo antico, poco distante dal circuito, giusto il tempo per depositare i bagagli, dopo pochi minuti di strada, eccomi nuovamente all’ingresso del circuito. Mi accoglie il suono del motore di una F/1, mi diranno poi essere una Toyota. Rientrato nell’atmosfera del circuito con i ricordi delle gare passate pensavo all’indomani e alla F/1. Infatti le poche ore che mi separano dal tanto desiderato ed atteso momento… volano. Al mattino sveglia alle sei; durante la notte la pioggia caduta per 46 BRESCIA UP


parecchio tempo ha lasciato la strada bagnata. Arrivato al circuito la pista appare ancora umida e si spera nel Mistra che spira da Nord a Sud per migliorarne le condizioni. Vengo accolto con simpatia assieme agli altri convenuti, giovani e meno giovani, francesi, inglesi e tedeschi, siamo una dozzina in tutto. Ci viene designata una saletta per cambiare abbigliamento, quindi in una sala arredata da monitor di tutta la pista, briefing e istruzioni su tutto il programma da sviluppare. Nel frattempo la pista sembra vada asciugandosi. Il grande quadro luminoso dice che sono le 8.15 e la temperatura 14°, speriamo bene, almeno apparisse il sole… passiamo quindi in rassegna le automobili che guiderò (si, perché non penserai di metterti al volante di una F/1 e via!!!). Allineate, belle ed invitanti sulla linea dei box fanno bella mostra sei Renault Clio /6V, quattro Martini F/3 e due F/1 – Arrows 19/20 motore Ford / Cosworth-3500 8/cil-700 cv 14000 g/m anno 1999/2000. Un colpo d’occhio incredibile e di rara bellezza sportiva in una cornice fantastica. Ma è tempo di iniziare; al volante della Clio V/6, cambio sequenziale, ritorno a percorrere la pista cercando di memorizzare le traiettorie e mi accorgo che ai lati delle curve non esiste la sabbia, ma un tipo di asfalto che passa dal grigio all’azzurro, questo, come sentito al briefing perché migliora la sicurezza, in caso di errore, si può rallentare senza danni. Terminato questo turno di prova, tutti al briefing F/3. Di nuovo in pista è quasi tutta asciutta, caso e guanti indossati cerco di vestire al meglio la Martini F/3, cinture allacciate, motore e vai. Questa è una vera macchina da corsa, le sensazioni di guida sono esattamente quelle che ogni pilota cerca. Rientra ai box, quindi nuovamente in saletta per la valutazione globale dei due test. Tutti seduti, di fronte a noi le equipe degli osservatori con fogli di appunti in mano… altro che gli esami!!! Quando arriva il mio turno mi chiedono: “ Yuo know the track?” “ Conosci il circuito?” . con gli occhi a terra, quasi vergognandomi rispondo “ Yes, i know” “ Si, lo conosco” . a questo punto mi guardano e sorridono, uno di loro mi fa segno Ok e mi dice in italiano “ Bene, ma vediamo dopo!”. Pas-

sato il tempo della pausa ci ritroviamo nella saletta per la preparazione al test con la F/1 Arrows. Qualche volto comincia ad apparire teso e le domande sulla F/1 si fanno sempre più frequenti. La cosa importante dice il collaudatore F 1 è valutare bene la frenata. Raccomanda che la pressione sul freno deve essere enorme..e tante altre notizie sulla gestione del camgio, acceleratore , inserimento in curva ecc. Dopo questa “ full immersion” ed avere rivisto in video i test di F3, scendiamo in pista per il tanto atteso momento. Le Arrows sono gia’ avviate,ed in precedenza si udiva l’urlo lacerante dei motori mentre venivano scaldati. Che emozione! Mi viene fatto cenno di tenermi pronto entro cinque minuti , l’atmosfera e’ di piacevole tensione frammista alla volonta’ di ben figurare, con modestia, di fronte ad una platea molto qualificata: a partire dagli osservatori fino ad arrivare ai partecipanti , molti dei quali giovani piloti di F3, ed altri sulla via del professionismo. Ed eccomo al gran momento: dopo aver tolto il volante, mi infilo letteralmente nell’abitacolo e mi trovo subito molto comodo, affondato nel sedile, le gambe un po’ sollevate, le F1 attuali hanno il muso molo rialzato, sono ferme ed i piedi possono agire sui pedali con piccoli spostamenti. Rimesso il volante ad innesto rapido, mi prendo il tempo necessario per controllare la giusta distanza dal volante delle braccia, ..in questi lunghi momenti l’emozione sale.Mi allacciano le cinture, a sei punti, moto strette, sottocaso e casco indossati, quindi i guanti e nel frattempo vengo ragguagliato, nuovamente, sulla strumentazione. La leva del cambio sequenziale è in posizione molto comoda, a destra vicino al volante: Mi sento comodo, senza la minima possibilita’ di alcun movimento del corpo, bloccato dalle cinture in posizione inclinata . E’ il momento: abbasso gli interruttori delle pompe benzina, dello start e viene inserito , sul retro, l’avviamento: un urlo incredibile appena sfioro l’acceleratore invade lo spazio. L Arrows F1 è in moto, mi viene fatto cenno di tenere il motore oltre i 7000 giri e di partire quando lo desidero. Abbasso la visiera, uno sguardo alle luci colorate del display, pigio la frizione, inserisco la prima…una forte accelerata e rilascio la frizione, appena la F1 si muove, tengo i giri motore in modo da non fare pattinare troppo le ruote ed inizio appena uscito dai box, ad inserire velocemente le marce.Non riesco a credere: sto veramente guidando una F1 !! Guardo poco il contagiri, posizionato sulla destra della strumentazione analogica, meglio e piu’ facile seguire la successione delle lucine che cambiano colore sino al rosso (massimo regime giri 14.000 .). Nel frattempo, cerco di adattarmi, 47


al meglio, a questo missile che accelera e procede ad una velocita’ spaventosa. Sul rettilineo del Mistral inserisco le marce in sicurezza senza sfruttare troppo i giri e percorro con molta attenzione le altre curve.Rientro ai box, dopo due giri , per i controlli d’uso e riparto, ora mi riesce di fare pattinare poco le ruote, sono leggermente calde, e quindi con il cuore , in tumulto per il momento di gioia e piacere che sto vivendo, curva dopo curva capisco e comprendo sempre meglio quanto sia impegnativa, esagerata, faticosa , di alto impegno psico-fisico e di grande difficolta’ la guida di una F1. La concentrazione deve essere estrema, non è permessa la minima incertezza, la successione delle azioni è talmente rapida che quasi mai e’ possibile rimediare l’errore. E, mentre imparavo, si fa per dire, come si fa, mi riesce un giro del Castellet che rimarra’ nella mente…Passo davanti ai box in piena accelerazione ed inserisco la quarta, procedo velocissimo, freno con forza e scalo due marce , con il motore che urla a 10.000 giri, mi inserisco nella piccola piega a destra e progressivamente accelero per immettermi nel rettilineo del Mistral, dove sfruttando i giri al rosso, almeno 13500/13600, inserisco in rapidissima successione le marce. E qui, mi sento assalito da sensazioni incredibili: la velocita’ pazzesca raggiunta con un’accelerazione da levare il respiro, lealtissime prestazioni tecniche ed il piacere infinito di sentire fisicamente cosa significa guidare una F1 mi danno un’enorme gratificazione. In un lampo mi trovo a dover affrontare la curva di Signes, alla fine del rettifilo del Mistral, questa curva e la successiva sempre a destra, sono da sempre, la “ tesina “ di laurea per tutti i piloti di F1. Loro, che sono veramente bravi e capaci,la giravano quasi “flat” cioè in pieno,cose da far venire i brividi, tenuto conto che la curva successiva a destra è pur essa molto veloce e quindi difficile.Ma , per me ,ora, Signes si sta avvicinando a velocita’ pazzesca, mi diranno poi che qui, in sesta marcia, prima di inserire la quinta e girare la curva procedevo a circa 300 km/h!. Con impegno non da poco e massima concentrazione riesco a fiondarmi in piena accelerazione alla curva Beausset a destra, dove, dopo una frenata molto decisa ed aver scalato, andando a sfiorare i cordoli, sentendo questo mostro di potenza scatenare tutti suoi 700 cavalli, ne apprezzo la precisione della guida ed il perfetto inserimento in curva, l’assetto neutro che diviene sovrasterzante via, via , si accelera de48 BRESCIA UP

cisamente in uscita dalle curve, con un piacere di guida quasi fisico…ma attenzione, si deve essere sempre concentrati, l’errore , anche minimo, e’ in agguato. Sul display, le luci cambiano colore continuamente, i piedi sono in continuo movimento in sincronia con le mani impegnate al cambio ed a girare le curve. Il rumore, bellissimo, quasi una sinfonia,dell’otto cilindri , trasmette vibrazioni e sensazioni che mi proiettano in un’altra realta’: spazio e tempo assumono dimensioni diverse, mi sposto a velocita’ in tempi molto brevi. La parte mista del circuito e’ molto divertente con curve velocissime e medio veloci , i continui cambi di direzione mi spostano la testa da ogni lato con continue ed enormi accelerazioni e decelerazioni, guido con piacere, e dopo aver preso un buon ritmo lo spettacolo della guida a ruote scoperte e’ impagabile. Arrivo, dopo aver percorso la curva di Bendor e la veloce Village a destra ed utilizzato tutta lapi\sta, giro a sinistra La Tour , pochi attimi con il motore al massimo ed a freni quasi bloccati, alla staccata della Virage du Pont, che immette all’arrivo, la percorro in leggero sovrasterzo con la brutale accelerazione dei 700 cavalli, inserisco le marce e sul traguardo mi attende una sventolante bandiera a scacchi. Ripercorro ancora un giro vivacemente e quindi rientro ai box, Spengo il motore e l’mprovviso silenzio mi appare surreale. Chiudo i vari contatti, mi sblocco le cinture, tolgo il piccolo volante e mi sfilo dalla F1. Mi sento un po’ affaticato …ma felice e mentre si avvicina lo staff tecnico, vedo sui volti cenni di compiacimento e di assenso nei mei riguardi.Dopo quasi cinque decenni di competizioni ed oltre 300 gare disputate, questo momento e’ senz’altro da mettere nel salotto buono dei ricordi. Piu’ tardi , nei box,champagne ed un arrivederci… E, mentre l’imbrunire si porta viail giorno, allontanandomi dall’autodromo in questo crepuscolo di Primavera, una sottile malinconia mi pervade l’animo, a quando un’altra giornata tanto emozionante e particolare?


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Rubrica

di Emanuele Lumini

Contribuenti a nudo davanti al fisco

Le novità della Manovra Monti prevede un invio periodico di tutti i dati finanziari all’Amministrazione Finanziaria

Dal 1° di gennaio 2012 l’estratto conto dei contribuenti sarà inviato in doppia copia al titolare del conto corrente ed al Fisco. Si attiverà quindi un costante e periodico flusso di informazioni tra gli intermediari finanziari e l’Agenzia delle Entrate. I dati così ottenuti dall’Agenzia delle Entrate saranno archiviati in una sezione dell’Anagrafe Tributaria e le informazioni potranno essere utilizzate dall’Entrate per elaborare con procedure centralizzate liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione. L’Amministrazione finanziaria quindi potrà fare una vera e propria radiografia di tutti i cittadini per poi sottoporre a controllo quelli a rischio più elevato. L’effetto accerchiamento a scapito del contribuente si è concretizzato quindi con l’utilizzo sinergico del “Redditometro” in grado di identificare la loro capacità di spesa, delle “Dichiarazioni dei redditi” in grado di evidenziare i loro guadagni, ed ora, “dulcis in fundo” anche con l’utilizzo delle loro movimentazioni finanziarie. A seguito dell’invio delle comunicazioni da parte degli intermediari finanziari , il fisco acquisirà la conoscenza degli importi delle singole operazioni dei contribuenti, senza necessità di dover richiedere alcun altro dettaglio agli operatori con i quali il contribuente ha intrattenuto rapporti. Ipotizzando qualche scenario verosimile di utilizzo di tali informazioni , possiamo pensare che come primo screening l’ufficio possa fare un confronto tra il volume d’affari di-

chiarato e l’ammontare degli importi transitati sul conto corrente del contribuente. Tale prima informazione potrà essere in grado di fornire già interessanti spunti di approfondimento all’Ufficio rispetto a delle successive analisi più approfondite che verranno effettuate mediante l’azione degli Uffici sul Territorio. Una volta individuato il contribuente da sottoporre a controllo , scatterà nei confronti dello stesso la convocazione per l’avvio del contradditorio. Va infatti ricordato che la convocazione è un passo obbligato dell’Ufficio , previsto normativamente , idoneo a legittimare l’eventuale successivo avviso di accertamento nel caso in cui le parti non raggiungessero un accordo. Un ulteriore elemento da ricordare, sempre in tema di “abbinamenti” dei vari interventi anti evasione è quello relativo agli Studi di Settore. Viene infatti previsto che in presenza di soggetti non congrui e non coerenti con i risultati degli stessi , vi siano dei controlli mediante utilizzo delle indagini finanziarie.

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Rubrica

di Caterina Musciarelli

So Cool

Mannish style: sensualità estrema (Lei si veste come lui)

E chi lo dice che per essere sexy bisogna indossare un abito dalla scollatura esagerata, oppure una mini che mostra interamente le gambe? Vestire come un maschiaccio può essere estremamente sensuale e diventare un mezzo per affermare il proprio rinnovato fascino.

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Negli anni ‘20 e ‘30 dive come Katharine Hepburn e Marlene Dietrich ne hanno fatto uno stile che tutt’ora ispira la moda delle nostre passerelle, dimostrando come una donna possa essere elegante indossando uno smoking o anche semplicemente pantalone, camicia e giacca rigorosamente dal taglio maschile.


L’ abito maschile su un corpo femminile ha uno straordinario potere: sintetizza, timbra e certifica seduzione e autorità. L’incidere della moda sembra muoversi in questa direzione: quella di conferire più importanza alle donne mentre cerca di addolcire gli uomini anche se secondo Prada, “la strada per far acquisire potere reale alle donne, anche attraverso gli abiti, è ancora lunga.” Molti stilisti hanno fatto del look maschile una firma per il loro stile, tanto da inserire almeno un outfit nelle loro collezioni. Dando un occhiata alle collezioni AI 20112012, possiamo ritrovare in Giorgio Armani una donna raffinata e chic, in Yves Saint Laurent una donna elegante e provocante, in Moschino una donna distinta e sensuale, in Paul Smith una donna sofisticata e di classe, tutte dotate di una forte femminilità che solo una donna può esprimere. E dando un occhiata anche alle collezioni PE 12 ci accorgiamo che lo stile “maschiaccio” continua ancora ad ispirare la moda, come nelle collezioni di Paul Smith e Stella McCartney. Ma quali sono i capi e gli accessori che servono per un autentico tomboy style?? Traendo ispirazione dagli stilisti, possiamo cercare quali abbinamenti sono necessari per un perfetto stile maschiaccio. Dolce & Gabbana ha scelto per il suo mannish style cravatte molto colorate e fantasiose, bretelle sottili, giacche doppio petto, camice con gemelli ai polsini, pantaloni dal taglio maschile con 5 tasche ed anche stile capri che mostrano calzettoni in bella vista e infine scarpe rigorosamente stringate, anche con paillettes.

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Rubrica

di Roberto Cappiello Consulente Finanziario Indipendente Fee Only Riferimenti: Studio Cappiello, Via fratelli Lechi 13, 25121 Brescia, Tel/Fax 0305030934, www.studiocappiello.it il dott. Cappiello è delegato Aduc (Associazione per i Diritti degli Utenti e dei Consumatori) per Brescia

Cosa c’è dietro ai grandi movimenti dei mercati finanziari? L’economia reale è solo la punta di un iceberg.

I mercati finanziari che stiamo conoscendo da alcuni decenni a questa parte, sono molto instabili e volatili, e danno spesso luogo a dei bruschi movimenti che in talune fasi ne trascinano al ribasso le quotazioni fino a sfiorare il baratro, ed in altre, le trascinano immotivatamente a rialzi, a dir poco, spettacolari. Certamente, come diversi studi hanno dimostrato, esistono delle forze o governance cosi potenti da riuscire ad imprimere “il cosiddetto mood del mercato” che ne definisce l’andamento “normale”, ma da un certo momento in poi, quando si instaura il panico o l’euforia, diventano incontrollabili e molto pericolosi, perché possono destabilizzare il sistema finanziario mondiale. Sto parlando di una oligarchia finanziaria che punta a lucrare denaro tramite denaro, trasferendo sistematicamente i rischi assunti dagli investitori istituzionali alla società, ai risparmiatori e alle famiglie; staccandosi, di fatto, sempre di più dall’economia reale che l’ha generata e della quale si nutre. Pensate, se il Pil del mondo intero nel 2010 è stato di 74 mila miliardi di dollari, la finanza lo surclassa: il mercato obbligazionario mondiale vale 95 mila miliardi di dollari, le borse di tutto il mondo 50 mila miliardi, i derivati 466 mila miliardi. Tutti insieme questi mercati muovono un ammontare di ricchezza otto volte più grande di quella prodotta in termini reali: industrie, agricoltura, servizi. Tutto ciò è noto, ma ciò che spesso si dimentica è che tale processo, oltre a spostare il centro della valorizzazione e dell’accumulazione capitalistica dalla produzione materiale a quella immateriale e dello sfruttamento, dal solo lavoro manuale anche a quello cognitivo, ha dato origine ad una nuova “accumulazione originaria” caratterizzata da un elevato grado di concentrazione. Per quanto riguarda il settore bancario, i dati della Federal Reserve ci dicono che dal 1980 al 2005 si sono verificate circa 11.500 fusioni, circa una media di 440 all’anno, riducendo in tal modo il numero delle banche a meno di 7.500. Al 2011, cinque Sim (Società di

Intermediazione Mobiliare e divisioni bancarie: J.P Morgan, Bank of America, Citybank, Goldman Sachs, Hsbc Usa) e cinque banche (Deutsche Bank, Ubs, Credit Suisse, Citycorp-Merrill Linch, Bnp-Parisbas) hanno raggiunto il controllo di oltre il 90% del totale dei titoli derivati. Nel mercato azionario, le strategie di fusione e acquisizione hanno ridotto in modo consistente il numero delle società quotate. Ad oggi, le prime 10 società con maggiore capitalizzazione di borsa, pari allo 0,12% delle 7.800 società registrate, detengono il 41% del valore totale, il 47% del totale dei ricavi e il 55% delle plusvalenze registrate. In tale processo di concentrazione, il ruolo principale è detenuto dagli investitori istituzionali (termine con il quale si indicano tutti quegli operatori finanziari – da Sim, a banche, a assicurazioni – che gestiscono per conto terzi gli investimenti finanziari: sono oggi coloro che negli anni ’30 Keynes definiva gli “speculatori di professione”). Oggi, sempre secondo i dati della Federal Reserve, gli investitori istituzionali trattano titoli per un valore nominale pari al 68,4% del totale, con un incremento di 20 volte rispetto a venti anni fa. Inoltre, tale quota è aumentata nell’ultimo anno, grazie alla diffusione dei titoli di debito sovrano. In conclusione la natura stessa dei mercati mi induce a rafforzare l’idea che la pianificazione finanziaria per obiettivi, basata sull’assunto di sostanziale imprevedibilità dei mercati finanziari, sia uno dei migliori modi per compiere scelte di investimento, proprio perché consente di vedere il denaro non più e non solo come strumento di produzione di altro denaro, bensì come una risorsa fondamentale da utilizzare per il soddisfacimento dei propri bisogni, imparando a prendersene cura in maniera consapevole.

Fonti: Andrea Fumagalli, docente di economia all’Università di Padova; Federal Reserve.

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TAMì, O NON T’AMI. Durante i primi anni dell’800, un uomo, che era lontano per fare il militare, scriveva ogni giorno alla sua sposa dettando le sue parole al cappellano, che ogni giorno gli chiedeva: “che cosa vuoi che scriva”? L’uomo rispondeva sempre:

”T’AMO,T’AMO,T’AMO”! Ogni volta che la sua sposa riceveva la lettera, pregava il postino che la leggesse per lei. E il postino prontamente declamava fiero:

” TA M O , TA M O , TA M O ” !

Quando l’uomo finalmente tornò a casa dalla leva, la prima persona che incontrò fu il postino, che subito lo apostrofò: “Adel ché el TAMO”! Tutto il paese da allora incominciò a chiamarlo TAMO ed i suoi eredi TAMI’, i piccoli Tamo. Da allora, In casa TAMI’ si accoglie chiunque passi di lì con un piatto caldo di ottimo cibo e un bicchiere di delizioso vino, perché tutti lascino il loro ricordo, ad aspettarli.

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Rubrica

di Antonio Russo

A domanda rispondi... C’è qualcosa che fa crescere ed alimenta con passione il sapere umano e questo qualcosa è la domanda, chi domanda apre una porta, accende una luce. La domanda è un segnale di vicinanza, una stretta di mano che chiede di entrare, di avvicinarsi un po’ di più all’ambiguità del “parla con noi”. Facciamo attenzione alle domande che ci incontrano. Dietro ogni richiesta, c’è un’intenzione, un obiettivo. Chi ha in mente un punto interrogativo, ha un’informazione che gli manca, un’ombra che nasconde qualche oggetto che ha un significato e un valore per chi domanda. L’intenzione, talvolta, può essere piccola e poco significativa. Si consuma nella banale e semplice curiosità di un “che ore sono?” o di un “come si chiama il tuo cane?”. Quello che ci interessa davvero, è comprendere e saper utilizzare le domande che arrivano al cuore di un argomento. Un passo dopo l’altro, arriviamo proprio là, dove volevamo arrivare. Questo genere di domande, prima di ogni altro requisito, mettono in cima a tutto la chiarezza dell’intenzione. Che cosa vogliamo fare con questa richiesta?Dove vogliamo arrivare? Che ci aspettiamo dall’altro. Quando ci interessa conoscere davvero una persona, oppure scoprire fette interessanti della sua esperienza, quello che facciamo è fare qualche domanda. Dove mira la nostra richiesta? Se la domanda è ben formulata, il suo biglietto da visita è la precisione. Tanto più la richiesta è pertinente e precisa, tanto meglio correrà incontro all’esperienza e alla conformazione/cultura di una persona. Indaghiamo meglio: siamo in un contesto positivo e favorevole per le nostre domande. E’ tempo di lasciare spazio alla curiosità. Che cosa chiedere? Il contenuto non è importante o, almeno, sono fatti nostri. Quel che conta davvero, è la forma delle domande, ovvero quello che stiamo cercando, la nostra intenzione. Facciamo qualche esempio. Una persona dice: “Tutte le donne che leggono riviste femminili sono superficiali e pettegole.” Noi pensiamo che questa affermazione sia 54 BRESCIA UP

una scemena. Come facciamo ad esplorarne le componenti e, di seguito, a smontarla? La prima cosa da fare è capire perché un’affermazione di questo genere è una scemenza. Lo è, innanzitutto, dal punto di vista convenzionale. Quando qualcuno tira in ballo l’intero genere umano o buona parte di esso con un “tutti”, siamo in compagnia di una generalizzazione. La persona in questione ha incontrato qualcuno con certe caratteristiche ed estende una singola esperienza alla generalità di tutte le esperienze possibili. Le domande utili per aprire una crepa nella sua convinzione sono: “tutte le donne sono così? Non ti è mai capitato di conoscerne una che leggeva una rivista femminile e non era superficiale? E se la incontrassi, come sarebbe?”. Da qui, è molto grande lo spazio per far correre altri punti interrogativi. Ad esempio, è interessante sapere che cosa significano gli aggettivi “superficiali” e “pettegole”. Certo, sul dizionario della lingua italiana troviamo definizioni ufficiali e condivise di una parola. Nell’esperienza di vita, tuttavia, la faccenda si complica notevolmente. Chi sa che cosa significa per me una parola? Se facciamo un esperimento e chiediamo a tre persone di definire che cosa significa per loro “superficiale”, otterremo tre risposte differenti. Ogni risposta, ogni definizione è la traduzione in codice linguistico di una singolare esperienza, che ha trovato un marchio ritenuto adeguato nella parola “superficiale”. Arrivati qui, che cosa val la pena di chiedere? La domanda da fare è: “Che cosa significa per te superficiale? Che cosa intendi con pettegola?”. Le risposte che arrivano sono fonte di un continuo stupore e di una crescita personale di valore inestimabile. Quando facciamo cadere una convinzione limitante - e lo è perché nasce dalla generalizzazione di una brutta esperienza - siamo come astronauti che scoprono nuovi mondi. Se cambia una convinzione, le facce delle cose e delle persone cambiano il loro significato. Abbiamo nuove possibilità di interpretare e di vivere che non vedono l’ora di essere scoperte.


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Rubrica

di Edward Battisti

I Tolomei La morte di Alessandro Magno nel 323 a.c. portò ad una rapida disgregazione del suo immenso Impero. Il governo dell’Egitto, toccò ad uno dei suoi più abili generali, Tolomeo, figlio adottivo del generale macedone Lago, che diede origine ad una dinastia detta dei Tolemaici o Lagidi, che nonostante intrighi di corte, successioni rocambolesche, vite sentimentali a dir poco discutibili, periodi oscuri e politicamente instabili, dominò il paese per circa trecento anni, fino a quando i Romani dopo la Battaglia di Azio, posero fine all’Impero Egizio nel 30 a.c. annettendolo come prima provincia imperiale romana. Tolomeo era un uomo propenso alle faccende di Stato, severo, ma giusto. Il suo primo incarico politico datogli dallo stesso Alessandro, di cui era probabilmente fratellastro, fu quello di satrapo, termine di origine siriana, che significava protettore della provincia (Satrapie d’Egitto e Libia). 56 BRESCIA UP

Queste, facevano naturalmente capo alla Macedonia e ad Alessandro in particolare, ma alla sua morte, divennero di fatto indipendenti e nel 305 a.c. Tolomeo I si autoproclamò re dell’Egitto, governando sino al 283 a.c. anno della sua morte, avvenuta in tarda età, dopo aver nominato suo successore nel 285 a.c. non il primogenito, ma il figlio avuto dalla terza moglie Berenice. Il termine satrapo nel tempo, assumerà poi similitudine di tiranno. Gli Egizi accettarono tutto sommato di buon grado la dominazione tolemaica, ed il suo primo monarca, si impegnò subito a dare stabilità ad una terra facile preda di mire espansionistiche e caratterizzata quindi da continue lotte, a volte cruente, sia con le milizie di Antigono I di Siria, che ambiva a ripristinare l’impero di Alessandro, sia con le popolazioni confinanti.


Un governo dunque, abbastanza impegnativo, che richiedeva una buona autorità sia militare che politica, doti che Tolomeo possedeva. La questione con Antigono fu definitivamente chiusa con la battaglia di Ipso nel 301 a.c. nella quale il re siriano, fu sconfitto e ucciso, si può dunque affermare che Tolomeo I lasciò in sostanza ai suoi successori, un regno tranquillo e ben gestito. Amante della cultura e della storia, a lui si deve la fondazione della grande biblioteca, che trasformò Alessandria in un luogo dove si riunivano dotti, studiosi, filosofi, provenienti da ogni dove. Tutti i Tolemaici governarono sempre da Alessandria, la città fondata dal grande condottiero, che non seguì dunque il destino di altre città nate per ragioni politiche, acquisendo invece ben presto una propria identità culturale e commerciale, grazie anche allo sviluppo del suo porto, con il celebre faro costruito tra il 300 ed il 280 a.c. sull’isola di Pharos e completato sotto Tolomeo II Filadelfo. Fu considerato una delle sette meraviglie del mondo con i suoi 134 m di altezza e dopo la Piramide di Cheope, la costruzione più longeva, dato che sopravvisse sino al XIV secolo quando due terremoti, nel 1303 e 1323, la distrussero quasi completamente. L’enorme basamento quadrangolare pare si fosse in parte salvato, e la costruzione rimase così per anni, ma nel 1480 il sultano d’Egitto Quaitbay, pensò di demolire completamente il manufatto ed utilizzarlo per parte delle fortificazioni della città. Alcuni ruderi furono trovati nei fondali insieme alle statue di Tolomeo II e della moglie Arsinoe II. Una sua fedele ricostruzione, si può osservare nella città cinese di Shenzhen. I Tolemaici, sebbene non facessero molto per accalappiarsi le simpatie dei locali, non imparandone neppure la lingua, dato che solo Cleopatra VII pare conoscesse l’Egizio, furono rispettati dal popolo, amministrando il Paese in maniera accettabile, con una buona rifioritura dell’arte, soprattutto quella templare, con gli esempi maestosi degli edifici di Dendera, Kom Ombo, Edfu, Esna e File, anche se la linea dinastica fu spesso dilaniata da lotte intestine con matrimoni tra fratelli, assassini politici e quant’altro. Anche la linea cronologica non è semplice da decifrare in quanto tutti i sovrani assunsero il nome di Tolomeo, ma anche le regine non brillavano certo in fantasia in quanto a nomi, dato che tutte si chiamarono solo Berenice, Arsinoe o Cleopatra. In sostanza, si conoscono quindici Tolomeo, di due essi (XIII e XIV) non sono stati trovati cartigli, l’ultimo il quindicesimo, detto anche Cesarione, era figlio di Cleopatra e Giulio Cesare e fu fatto uccidere da Ottaviano, che temeva in lui un pericoloso concorrente per la salita al potere essendo figlio diretto dell’Imperatore, cosa auspicata dalla celebre madre Cleopatra VII, per creare un enorme impero EgizioRomano. Dopo Tolomeo I Sotere, fondatore della Dinastia e Tolomeo II Filadelfo, ricordato per il faro di Alessandria, un altro Tolomeo piuttosto noto fu Tolomeo V Epifane. Del suo giubileo, per festeggiare l’incoronazione ufficiale avvenuta solo al nono anno del suo regno nel 196 a.c., si parla nella celebre Stele di Rosetta, il masso di origine vulcanica scritto in tre grafie diverse, demotico, geroglifico e greco, che diverrà fondamentale per la decifrazione dei geroglifici.

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Rubrica

Prof. Alberto Bonera

La neve fiocca lenta su questa Italia spenta Forse un po’ anestetizzata come un paziente che sta sotto i ferri del chirurgo salva-vita, o forse anche un po’ attonita e rimbambita dai colpi inferti dalla finanza pubblica e dai prelievi fiscali ormai sempre più insostenibili, forse incapace di riconoscere il male da cui è afflitta per carenza grave di spirito critico e ci perspicacia diagnostica. Si invoca la concordia e la condivisione per superare la crisi ma è assente l’idea - progetto su cui far convergere le residue forze. Aspettiamo che Celentano, il guru benefattore di Sanremo, scriva sulla lavagna il motto ispirato, anche se grammaticalmente scorretto, che aprirà la mente e il cuore agli italiani. La Concordia, quella vera, comunque è sempre là, reclinata sugli scogli dell’isola del Giglio, metafora inesorabile del nostro bel paese, malconcio e a rischio serio di affondamento. La neve fiocca lenta su questa Italia spenta. C’è chi tuttavia, anche in tempi di penuria diffusa, assesta dei colpacci assai proficui, pecuniariamente parlando. Gli squali, quelli di provata esperienza che godono ora e sempre di protezioni e immunità intoccabili, si stanno viepiù ingrassando e vanno rimpolpando i loro forzieri con inaudita spregiudicatezza, tenendoli ben serrati a chi avrebbe bisogno anche di un modesto sussidio. Aspetta e spera, o rischi la galera… A Equitalia non si sfugge. Se lo 58 BRESCIA UP

vuole, ti distrugge. Se poi è vero che si commette peccato a non pagare, accettiamo di buon grado il salasso e si salvi chi può. La neve fiocca lenta su questa Italia spenta. Il manto immacolato, per incanto calato dal cielo scialbo e indifferente tutto smorza ed eguaglia, smussa gli spigoli, sfuma i contorni, spiana ciò che è difforme e tutto compatta in un oceano bianco e senz’onde, senza creste, unito. Ecco l’azzeramento salutare, la tabula rasa su cui tentare di scrivere di nuovo l’alfabeto della vita, le cifre prime di un linguaggio puro, le linee portanti di un disegno chiaro e forte, di un senso nuovo a cui sacrificare il nostro quotidiano affanno. Benedetta allora sia la neve che fiocca lenta su questa Italia spenta.




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La Sosta / Cavalleri Compleanno Sapori e Sapere il Mare in bocca Compleanno Antonio Russo Inaugurazione Accademia Bresciana Haity - Rolando Giambelli Martin Hagfors in casa Musciarelli Compleanno Jonni Gussoni - Matilda Aperitivo Via Veneto Cafè Compleanno Tami Mori Jungle Sushi

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Come nelle migliori previsioni, ha avuto un grande successo la serata organizzata da Aldo Mazzolari venerdì 27 gennaio, presso il proprio ristorante LA SOSTA di Brescia, dove oltre ai ben noti piatti dello chef Ezio Colombo si degustavano vini adatti ad ogni portata della cantina Cavalleri, azienda ben conosciuta in quel della Franciacorta da generazioni già dal lontano 1450. Oggi, Giulia e Maria Cavalleri, proseguono la produzione di vini rinomati e premiati con passione e impegno tramandandoli ai propri figli Diletta e Francesco, futura generazione di una realtà tutta di famiglia.

“ In programma nel corso dell’anno con sempre più richieste, visto l’eccellente connubio ottima cena/degustazione a prezzi accessibili, ci saranno altri eventi mirati oltre all’ottimo cibo alla conoscenza dei bresciani di aziende vinicole della nostra zona, produttori di Franciacorta ad altissimo livello. ” Azienda Agricola Gian Paolo e Giovanni Cavalleri Via Provinciale, 96 25030, Erbusco (BS) La Sosta Via San Martino della Battaglia, 20 25121 Brescia

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Event AUGURI NuMani Nella serata di Domenica 29 Gennaio al Ristorante L’altro Sapori e Sapere di Brescia, si è festeggiato il compleanno di NuMani azienda mirata alla bellezza in tutte le sue forme. Anna e Alessia hanno trattenuto amici e clienti in un ambiente caldo ed accogliente. Anche la redazione di Brescia UP auspicando un futuro sempre più di successo, rinnova i propri auguri. NuMani Piazza Mons. Almici 18 Brescia Ristorante L’altro Sapori e Sapere Via C. Beccaria, 11 Brescia

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e non sentirli! Un anno in più è da aggiungere ad Antonio dove circondato da pochi “ma buoni” eletti ha festeggiato nella serata di mercoledì 18 Gennaio il proprio compleanno. Augurandoci un felice proseguimento di collaborazione per i prossimi ...anta... tanti auguri da Brescia UP.

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Event LA NUOVA VITA DELL’ACCADEMIA BRESCIANA ARTI E MESTIERI DELLA BUONA TAVOLA “ Inaugurata la sede in Via Musei. Presenti gli amministratori provinciali e i Presidenti delle più importanti Associazioni del settore enogastronomico della provincia di Brescia. ”

Accademia Bresciana Arti e Mestieri della Buona Tavola ha preso casa nel cuore del centro di Brescia, con una propria sede ed una propria caffetteria, giovedì 19 gennaio, si è presentata compatta e motivata con una grande squadra, annunciando un Anno intenso di attività. Un’Accademia che riunisce due Assessorati provinciali, quello

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all’Agricoltura e quello al Turismo, e ben 7 associazioni professionali che operano nel “bel mondo”, creativo e necessariamente di qualità, della Buona Tavola, vantando un quorum di circa 1.200 professionisti. Una squadra che, guidata dall’Assessore al Turismo della Provincia di Brescia, Silvia Razzi, e con la partecipazione attiva dei direttivi delle 7 categorie - l’Associazione Cuochi Bresciani, l’Associazione Degustatori Italiani Grappa e Distillati, l’Associazione Italiana Sommeliers, l’Unione Panificatori Artigiani Bresciani, i Mastri Macellai Bresciani, il Consorzio Pasticceri Artigiani e l’Associazione Ristoranti Trattorie Hostarie Bresciane

– si è dichiarata “motivata ad esser ambasciatrice delle eccellenze che il territorio produce ed insieme della professionalità bresciana”. Un doppio messaggio, che Accademia, grazie ai suoi numeri, può teatralmente portare su palcoscenici che il pubblico, solitamente con soddisfazione e volentieri, recepisce e che ha la potenzialità di espandersi “a macchia d’olio”: in ristoranti siglati da un marchio di qualità, su tavole imbandite con piatti elaborati da cuochi esperti e con prodotti garantiti da un serio pool di macellai, panificatori e da sopraffine arti pasticcere, ed impreziosite da degustazioni guidate di vini, grappe e distillati a cura di professionisti certificati. “Oggi si realizza concretamente il nostro desiderio di aggregare le Associazioni professionali del settore enogastronomico della provincia bresciana – ha detto Silvia Razzi - e in stretta collaborazione con l’Assessorato all’Agricoltura abbiamo definito, con nuove energie e progetti, il programma di lavoro dei prossimi dodici mesi, con l’obiettivo ben chiaro di far conoscere le tradizioni e le eccellenze di questo straordinario territorio sia ai suoi abitanti che al di fuori dei suoi confini ”. Significativo l’intervento dell’assessore Gian Francesco Tomasoni che ha ricordato come il suo assessorato abbia specifiche competenze anche nel delicato tema dell’alimentazione. Il “numero uno” della pasticce-


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ria, iginio Massari, ha sottolineato quanto “sia giusto che le eccellenze bresciane vengano conosciute e riconosciute a livello nazionale, per il bene del territorio e per l’economia non solo locale”; Beppe rocca, presidente dei ristoratori, si è detto felice per “aver visto raggiunto finalmente a Brescia il traguardo di una casa delle Associazioni” e Giovanni Creminati, delegato Ais, ha simpaticamente affermato che “Brescia, in realtà non è mai stata la città del tondino, ma quella del buongustaio”. Alleati a loro, per soddisfazione e parità di intenti, gli altri rappresentanti delle associazioni socie, Carlo Bresciani presidente dei cuochi e Diego liberini dei macellai,

renato Hagman governatore di Adid e Mauro Marini past president dei panificatori, che hanno brindato al taglio della loro nuova sede, levando i calici colmi delle bollicine dell’azienda franciacortina Guido Berlucchi e poi invitato i presenti ad un momento conviviale. A sostenere l’energia della “nuova” Accademia, nella nuova sede prestigiosa e operativa in centro storico, è già attiva una segreteria, tutte le mattine della settimana, a disposizione di associati e utenti, che fungerà soprattutto da coordinamento delle attività in programma. il Programma presentato da silvia razzi parte a gennaio con un’idea rivolta ai giovani della scuola secondaria, un bando di concorso per la creazione di logo e marchio dell’Accademia Bresciana aperto alla partecipazione degli studenti di tutte le scuole secondarie di 2° grado della provincia di Brescia con indirizzo artistico, di grafica e design. seguirà la partecipazione alla Fiera Aliment di Montichiari, con attività promulgative di degustazione, appuntamenti nei siti più particolari della provincia di Brescia, sfide enogastronomiche e momenti aggregativi per il pubblico. tra gli strumenti di comunicazione, grande forza sarà data alle irrinunciabili relazioni digitali attraverso il portale ed il social network. Un’attività di ufficio stampa, svolta da un team di giornalisti professionisti, completerà la strategia di quello che si può definire un vero e proprio percorso di marketing. Accademia Arti e Mestieri della Buona tavola Via Musei, 30 Brescia -

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Event Haiti Port Au Prince 12 gennaio 2010 / 2012 a due anni dal terremoto “ Le immagini dell’inferno di Haiti dopo due anni dal terremoto. All’Auditorium San Barnaba a Brescia in mostra gli scatti ad Haiti del fotografo Rolando Giambelli in anteprima al George Harrison Day.” Per “ricordare di non dimenticare” il secondo anniversario del devastante terremoto ad Haiti che, proprio il 12 gennaio 2010 provocò centinaia di migliaia di vittime e feriti con una devastazione e distruzione quasi totale di case e strade, soprattutto nella capitale Port Au Prince, dove la densità di popolazione era altissima, si terrà in “parallelo” e in occasione dell’8° Concerto per ricordare George Harrison ed il suo indimenticabile concerto del 1971 a New York, in favore del

Bangladesh devastato dalle alluvioni di quella lontana primavera, un breve convegno su Haiti e sul sisma sconvolgente di quel terribile giorno, patrocinato dai Rotary Club Bresciani. L’evento rievocativo sarà affiancato da una mostra fotografica curata da Rolando Giambelli che docu70 BRESCIA UP

menterà in modo analitico e circostanziato lo stato attuale di una situazione drammatica, ben lungi dall’essere in via di risoluzione. E’ prevista anche la pubblicazione di un libro “documentario” sulle drammatiche conseguenze del terremoto di Haiti. Moltissimi haitiani, dopo essere sopravvissuti al si-


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sma, hanno poi dovuto soccombere alla terribile epidemia di colera che li ha decimati. Per non parlare dei bambini, tanti, orfani senza più nessuno, tanti senza più una casa, se si possono chiamare case quelle catapecchie costruite con assi fatiscenti, lamiere ondulate arrugginite e inchiodate che ti provocano il tetano solo a guardarle! Troppi bimbi, con mutilazioni raccapriccianti eppure, quasi tutti, con un sorriso disarmante che gli illumina quei bei volti creoli. Sguardi che ti lasciano senza parole. Eppure, in mezzo a una miseria e a una povertà così terribile da sembrare quasi incredibile, si può intravedere negli occhi supplichevoli di quella gente una profonda dignità e una grande volontà di ricostruire la loro vita più che quella di abbandonarsi senza speranza ad un’apatica rassegnazione. Ma bisogna aiutarli! Recentemente una delegazione dei Rotary Club bresciani guidata dall’ing. Carlo Giorgio Pedercini past governatore, da Luigi Moretti e dal “socio” fotografo Rolando Giambelli, si è recata a

Port Au Prince per inaugurare due scuole costruite dalla Fondazione Francesca Rava Onlus (che rappresenta NPH in Italia), con una cospicua parte di fondi (oltre 200.000 Euro) raccolti dai distretti 2050 e 2060 del Rotary Club, un’istituzione internazionale, questa, veramente meritoria e la cui funzione sociale è soprattutto quella di “aiutare” chi è in difficoltà. E ci sarebbe da scrivere molto sull’argomento, ma per ora fermiamoci qui. In quella prima occasione di trasferta ad Haiti, oltre ad aver presenziato e documentato quelle toccanti cerimonie, Giambelli ha scattato migliaia e migliaia di foto, soltanto per poter rendere credibile, ciò che a descrivere non sembra reale e soprattutto per contribuire con queste ulteriori testimonianze, e nonostante tutto ciò che abbiamo già visto due anni fa attraverso i media, ma, come sempre purtroppo accade, solo per pochi giorni dopo il terremoto e poi… l’oblio! Al contrario, si deve tenere sempre vivo l’interesse per questo tipo di “sciagure planetarie”, come lo fu il terribile Tsunami che alcuni anni fa

sconvolse tutti i paesi che si affacciano sull’Oceano Indiano, e “aiutare” quelle popolazioni finchè non siano in grado di camminare da sole! E così, richiamato un’altra volta ad Haiti da Maria Vittoria Rava, guida della Fondazione Rava N.P.H. dedicata alla memoria della sorella Francesca che sta collaborando alla ricostruzione di Haiti, Rolando Giambelli è stato presente con la sua fotocamera ed un taccuino in tasca, il 12 gennaio, agli eventi che si sono svolti a Port Au Prince, nel triste “giorno del ricordo” ed ha ulteriormente documentato quelle realtà, per rendere l’idea nel modo più preciso possibile, con un’esposizione fotografica e audiovisiva, la situazione attuale di Haiti, veramente dura e pericolosa; condizioni disumane lontane anni luce dal nostro modo di intendere la vita, nonostante la grave crisi, non solo economica, ma anche di certi valori morali nella quale siamo improvvisamente caduti, che di certo non ci aiuta, a pensare ai problemi degli “altri”. Ma se ogni tanto ci soffermassimo a riflettere che, anche se solo raramente o forse soltanto per una volta, gli “altri” siamo noi stessi; potremmo e dovremmo riuscire a farcela! In occasione della mostra al San Barnaba, sarà presto comunicato il tempo della pubblicazione del documentario fotografico sull’inferno di Haiti 2010/2012. Non si può più attendere oltre… gr Puoi versare il tuo contributo per Haiti tramite: bollettino postale su C/C postale 17775230; bonifico su c/c bancario BANCA MEDIOLANUM SpA, Ag. 1 di Basiglio (MI) IT 39 G 03062 34210 000000760000 intestato a: Fondazione Francesca Rava - N.P.H. Italia Onlus carta di credito on line su questo sito o chiamando lo 02 5412 2917 71


What else?

BresciaUP è disponibile tramite iPod, iPhone e iPad, dispositivi Android ed inoltre è possibile sfogliare on-line la rivista all’indirizzo bresciaup.it IPOD, IPHONE E IPAD, SCARICA L’APPLICAZIONE IBOOKS DA APP STORE E INSTALLALA SUL TUO DISPOSITIVO. DOPODICHE’ COLLEGATI AL SITO WEB WWW.BRESCIAUP.IT E CLICCA SULLA COPERTINA DEL MENSILE CON L’ICONA IBOOKS PER SFOGLIARE LA RIVISTA. DISPOSITIVI ANDROID SCARICA L’APPLICAZIONE ISSUU DAL SITO M.ISSUU.COM E INSTALLALA SUL TUO DISPOSITIVO. DOPODICHE’ COLLEGATI AL SITO WEB BRESCIAUP.IT E CLICCA SULLA COPERTINA DEL MENSILE CON L’ICONA ANDROID PER SFOGLIARE LA RIVISTA.


Event Martin Hagfors in casa Musciarelli Caterina Musciarelli ha presentato music, friends and fun, house concert con Martin Hagfors, uno dei più grande cantautori della scena scandinava.Martin Hagfors, Norvegese vive ad Oslo e con la sua musica attraversa il mondo. Ha fatto 18 dischi, ha scritto più di 300 canzoni e ha collaborato con artisti come Motorpsycho, National Bank e Big Bang. Ha anche vinto un Grammy norvegese per miglior cantautore. Della sua musica dice “.imaginatevi Woody Guthrie che canta le canzoni di Aimee Mann..” La casa piena di amici: un dolcissimo, fantasioso, piccolo evento melodico con un grande artista...

Photo: Pietro Quattriglia Venneri Beppe Sberna Bjørn Melbye

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Event JONNI GUSSONI ed i suoi 36 anni

Venerdì 27 gennaio, un venerdì come tanti, ma non per il Matilda, che ha festeggiato un compleanno speciale: i 36 anni del padron Jonni Gussoni. Una serata particolare iniziata sotto la firma della buona cucina, con un buffet, accompagnato dal brindisi di mezzanotte, e coronata dalla musica di Fabietto dj e del guest Andrea Mingardi. I più stretti ringraziamenti agli amici più cari, alla grande famiglia Matilda, ai nostri calorosissimi clienti che rendono possibile da anni questa realtà. Vi aspettiamo ogni venerdì per una serata elegante e diverten-

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Event

te, con house di qualità; ogni sabato con dj set d’eccezione per un house d’elegante tendenza. Puoi seguirci anche su www.matildabrescia.it. Di nuovo un augurio speciale a Jonni Gussoni per questi 36 anni, e per altri moltissimi di successo. 75


A.S.D ART OF FIGHT L

a Savate è una arte marziale tutta occidentale, più precisamente Francese, da qui il nome di Boxe Francese. Le influenze sui calci rimangono orientali, probabilmente dovute alle esperienze dei marinai francesi in oriente. La Boxe di braccia invece viene dalla boxe inglese classica. Inizialmente praticata da ambienti malavitosi e biscazzieri, ad inizio 800 viene codificata da Michel Cassoux, esucessivamente dal suo allievo Charles Lecour, che combrese l’efficacia della boxe inglese e l’assimilò nella Savate. Dagli ambienti malavitosi la Savate si diffonde anche nell’aristocrazia, raffinando le tecniche e donando eleganza al combattimento. Il Jeet Kune Do è un’arte marziale intuita e sintetizzata dal celebre sifu Bruce Lee negli anni sessanta. Jeet Kune Do significa la “La via per intercettare il pugno”. Possiamo definire il Jeet Kune Do secondo la celebre frase “Usa il non metodo come metodo, avendo nessun limite come limite”: il Jeet Kune Do infatti non è una vera e propria arte marziale, ma un concetto, il concetto di semplicità, di efficacia e di economia delle energie: «un bravo combattente non è colui che ricorda a memoria determinate tecniche o movimenti, ma è colui che riesce sempre e comunque ad essere efficace, non importa che metodo usi, l’importante è ottenere il risultato prestabilito risparmiando più energia possibile. PER INFORMAZIONI: ISTRUTTORE GIUSEPPE 338 5072288 | ISTRUTTORE MANUEL 366 5752790 ISTRUTTORE CLAUDIO 393 3869702


Event Il vostro Happy Hour da noi al Via Veneto Cafè dove tra stuzzicherie e molto di più sorseggiando dell’ottimo bollicine e aperitivi preparati per voi, si possa così finire le giornate ed incominciare le sere nel migliore dei modi via aspettiamo!. Via Vittorio Veneto - Brescia

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Event BUON COMPLEANNO TAMI Splendida serata giovedì 2 febbraio al Mori Jungle Sushi per i festeggiamenti dei primi 40 anni di Tami, direttrice del ristorante. Una festa in tema anni “60-70” studiata nei minimi particolari dalla splendida Tami, che ha voluto festeggiare in spensieratezza il suo 40esimo compleanno circondata dagli amici. Nulla è stato lasciato al caso, per un effetto vintage, dalla musica del dj all’arredamento con splendidi cuscini colorati, dalla mise en place alla torta, e soprattutto grazie agli ospiti che hanno rispettato il dress-code richiesto dall’invito. Una serata perfetta trascorsa in allegria e serenità grazie al contributo di tutto lo staff, dallo chef giapponese al personale di sala, anche questa volta il Mori Jungle Sushi è stata la location ideale per il festeggiamento di un’occasione speciale. Da tutti noi di Brescia UP un augurio per i prossimi 40 anni... li viva come questa serata, con amici, serenità e allegria. Mori Jungle Sushi Via Rovato, 44 25030 Erbusco Brescia - Porte Franche

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Event

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Il sito Internet dei negozi e attivitĂ del Centro di Brescia

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Event MYTHOS

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Apindustria dalla parte delle aziende con servizi concreti di Luca Marinoni

In un periodo difficile dal punto di vista economico e produttivo come quello che stiamo attraversando Maurizio Casasco, presidente di Apindustria, l’associazione che si rivolge alle piccole e medie imprese, guarda avanti con idee chiare e con la precisa convinzione di vincere l’impegnativa lanciata al mercato moderno: “Le nostre piccole e medie imprese – racconta lo stesso Casasco, imprenditore 84 BRESCIA UP

ben conosciuto a livello nazionale anche in campo medicosportivo – rappresentano lo zoccolo duro dell’Italia e proprio da questa solida base possono provenire le risorse per uscire fuori una volta per tutte da questa crisi così lunga e pesante”. Un traguardo di assoluta importanza, che può essere raggiunto con una strategia ben mirata, che può ricevere un


sostegno prezioso proprio da Apindustria: “Il momento storico che stiamo vivendo è senza dubbio di particolare difficoltà. Le nostre aziende, anche le migliori e più qualitative, devono confrontarsi con numerosi ostacoli che vanno, ovviamente, dalla competitività del mercato agli eccessi della burocrazia per finire con la lentezza e l’incertezza dei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Un quadro tutt’altro che consolante, che obbliga le imprese a far fronte alle mutate esigenze dei tempi, sia a livello organizzativo che strutturale. Siamo in un’epoca di globalizzazione e non è possibile rimanere fermi. Perdere il ritmo equivale ad uscire dal mercato. Un cammino di adattamento – prosegue il dottor Casasco - nel quale l’azienda può e deve essere affiancata da Apindustria, che, a sua volta, deve essere in grado di innovare e rendere sempre più efficaci la sua proposta ed i suoi servizi per dare un contributo veramente valido alle imprese associate. Anche la nostra associazione deve riuscire ad ampliare il suo raggio d’azione ed in questo senso settori ed esigenze estremamente concreti come il credito, la sicurezza e l’energia devono diventare sempre di più un punto di riferimento che Apindustria è in grado di presentare alle sue imprese. In una situazione del genere dobbiamo fornire strumenti sempre più efficaci alle aziende che cercano di mantenere il passo con i tempi che continuano questa loro frenetica evoluzione. A tal proposito la formazione rappresenta ormai una risorsa irrinunciabile, una risorsa che può e deve vedere Apindustria in prima fila nel fornire servizi e risposte concrete alle istanze dei suoi as-

sociati”. Un ruolo attivo e propositivo che dev’essere esteso anche ad altre sfide: “La formazione è essenziale, ma la stessa importanza va riservata all’innovazione, un capitolo senza il quale le nostre aziende rischiano di venire superate dal mercato globalizzato del presente e messe fuorigioco. Apindustria deve essere al fianco delle imprese bresciane per permettere loro di utilizzare con padronanza i nuovi strumenti che il sistema economico-produttivo del giorno d’oggi richiede. Ma questo – continua il presidente dell’associazione di via Lippi – non esaurisce i punti sulla nostra agenda di lavoro. Oggi più che mai è necessario creare un collegamento diretto con le banche. Il credito riveste ormai un’importanza fondamentale e la possibilità di usufruire di un contatto con gli istituti bancari, di parlare la stessa lingua può rappresentare la differenza tra il proseguire un’attività o essere costretti ad alzare bandiera bianca. In questi anni – conclude Maurizio Casasco – Apindustria ha fatto molto al fianco delle piccole e medie imprese della nostra provincia. Per il futuro, viste anche le difficoltà dei tempi, il nostro ruolo dovrà essere sempre più diretto ed efficace, vogliamo e dobbiamo diventare una risorsa concreta per tutte quelle aziende che possono superare le insidie del mercato e lo possono fare al meglio potendo contare su un valido sostegno in più. Le piccole e medie imprese rappresentano una ricchezza essenziale per tutta l’Italia e Apindustria vuole essere un piccolo, grande segreto per aiutarle a guardare avanti con rinnovata fiducia e con tutte le carte in regola per vincere il mercato moderno”.

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BENVENUTO NEL MONDO

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WWW.GIOVENTUCARD.IT


Deejay Fabry: Day After Day Anteprima del primo singolo ufficiale per il deejay Bresciano

america latina), … Un lungo percorso di esperienze, che ha dato a Fabry la possibilità di lavorare su diverse consolle in Italia e non solo, e di dare vita nel 2010 al primo tour Video Dj in Italia sponsorizzato da Pioneer dj e Mix Mash: “Dvj Night Tour”. Il progetto “Day After Day” ha inizio lo scorso autunno

Dj Fabry nasce a Brescia, fin da piccolo, coltiva la passione per la musica e nel ’94, inizia a suonare in alcuni locali della provincia, facendo i primi passi per farsi conoscere. Nel 2000 inizia a collaborare con Pioneer come dj testimonial, e da il via alle prime produzioni in studio: Digimind Rocketz, Modular 3000 Mega drive, T3000 E.p., Undersound Discotek, Maverick Feel the rhythm remix, No faceboom Sistematic, Soda Stereo Musica Lijera remix (hit in

nello studio “All generation”, insieme ai produttori Karim Razak & Oreste Spagnuolo. Il team decide di puntare a un prodotto da pista ma anche radiofonico, con remix internazionali. La voce viene affidata a Riky, ex corista dei Take That e 87


Robbie Williams, che viene poi affiancato da un Rap nella parte centrale. Nasce da subito la collaborazione con il primo producer straniero, il Duca, al quale viene commissionato il primo Remix Club e, durante il percorso, arriva poi un’altra collaborazione importante per il progetto, il remix Mainroom di Maury Lobina (Eiffel 65), con una versione alternativa mirata a colpire l’estero. In contemporanea al lavoro in studio, è stato realizzato anche il videoclip, regia by Mauro Cartapani, nel quale è riassunto un viaggio spazio temporale, con la Delorean usata nel film “Ritorno al Futuro”, un contorno di effetti speciali, set cinematografici e il finale nella discoteca Dietro le Quinte di Brescia. Un esperienza unica ci racconta Fabry, dove “giorno dopo giorno” ha impegnato tutte le sue energie, e spera vengano trasmesse a tutte le persone che ascolteranno la canzone e guarderanno il video. 88 BRESCIA UP

Il singolo è prodotto dall’etichetta discografica Saifam di Verona, e sarà disponibile dal 21 febbraio in digitale su iTunes e Beatport, mentre la distribuzione del cd singolo è curata dalla Self. Inoltre potrete vedere il videoclip sul canale Youtube di Saifam e su dvd Mixmash. A breve partirà il tour 2012 curato in esclusiva per l’Italia da Willy Marano, e quello in America Latina curato da “AriA”.

Richiedi l’amicizia su facebook Deejay Fabry. www.djfabry.com www.willymarano.com



Valtènesi, ecco le novità della nuova Doc bresciana

Consorzio Valtènesi - Garda Classico

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Disciplinare rigoroso e grande enfasi sul Groppello, l’autoctono della Riviera. I primi vini sul mercato nel 2012 con due scadenze ben precise: il 14 febbraio per il Valtènesi Chiaretto e l’1 settembre per il Valtènesi Rosso. Nel disciplinare approvato dalla Commissione Nazionale Vini, il territorio identificato come idoneo alla produzione di Valtènesi Doc inizia a sud dove finisce il Lugana e si estende ad ovest del Garda, abbracciando i comuni tra Desenzano e Salò: questo per comprendere le diverse caratteristiche vocazionali e di complementarietà delle due aree, quella a sud più argillosa e la Valtènesi, morenica. Siamo nel punto più a nord del mondo dove crescono gli agrumi, l’ulivo, i capperi. E’ qui del resto che fin dal 1300 si ha notizia della coltivazione del Groppello, vitigno così nominato perchè caratterizzato dagli acini serrati raccolti a groppo. Ed è ormai certo che solo coniugato a questo terroir il Groppello sa esprimere pienamente le sue caratteristiche di eleganza e serbevolezza: la coltivazione di questo vitigno infatti è stata ormai virtualmente abbandonata in tutte le altre aree dove ancora resisteva. Ormai ne restano 300 ettari al mondo, coltivati per l’appunto in Valtènesi. Il Groppello è perciò il vitigno caratterizzante la Doc, partendo da un minimo del 50% per giungere nel più breve tempo possibile al 70% e anche al 100%: questo non appena il miglioramento dei cloni nei vigneti porterà alla diffusione di quelli dotati delle migliori espressioni di spezie e piccoli frutti di bosco, struttura e longevità che il vitigno è in grado di esprimere. Due sono le famiglie principali del Groppello: il Gentile e il Mocasina, che si adattano ciascuno a particolari condizioni di terreno e microclima. Groppello sarà quindi l’unica indicazione che potrà comparire nelle informazioni rivolte al consumatore. Gli altri vitigni saranno quelli classici del territorio come il Marzemino, mentre gli internazionali saranno limitati al massimo del 10%, a sottolinare la precisa volontà di fare del Valtènesi un autoctono al 100%. Altre limitazioni concorreranno tuttavia alla qualità del prodotto finale: come la densità minima dei ceppi per ettaro che dovrà presto raggiungere il numero di 4.400, le rese limitate, la gradazione mini-

ma naturale di 11,5°. Il Valtènesi avrà infine anche una sua precisa tempistica per l’immissione al consumo, con l’obbiettivo di facilitare la produzione di vini destinati a durare: il 14 febbraio per il Chiaretto, data che idealmente si collega alla festa degli innamorati cui viene implicitamente dedicato questo vino, e il primo settembre per il Valtenesi nella espressione del rosso, così che possa raggiungere le caratteristiche di equilibrio indispensabili per un vino che vuol proporsi a palati esigenti, nella sua elegante piacevolezza.

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We Want Your Body: presentazione collezione PE2012 e Social Game!

G&BNegozio, ci ha abituato a trasformismi, cambiamenti ed evoluzioni. Vuole essere a tutti gli effetti un luogo di sperimentazione, in cui le realtà più svariate e le diverse facce che questo contenitore assume durante gli eventi, diventano realtà in movimento da vivere e da esplorare. Nel 2012 approda sul web www.gebnegozionline.com , con il lancio del nuovo sito e-commerce, per l’occasione organizza un contest innovativo: un SOCIAL GAME. Ragazzi e ragazze compresi fra i 18 e 26 anni, che hanno voglia di mettersi in gioco e di interpretare lo stile di G&B Negozio, saranno i veri protagonisti del contest. Verranno scelti 60 partecipanti, 30 ragazzi e 30 ragazze, tra questi, 50 saranno scelti secondo il giudizio insindacabile di G&BNegoziOnline, mentre gli altri 10 saranno i ragazzi piú votati sulla pagina Facebook. La boutique mette in palio per i 10 vincitori un montepremi totale del valore di € 10.000,00. Questi riceveranno un buono acquisto del valore in percentuale alla posizione ottenuta, rispetto ai voti ricevuti sul sito gebnegozionline. com. Non saranno solo loro i vincitori, ma anche chi voterà attraverso un semplice “Mi Piace” i next web models, avrà la possibilità di essere sorteggiato e vincere un buono da 94 BRESCIA UP


G&BNegozio

cerca i suoi Next Web Model attraverso un contest.

spendere all’interno della boutique del valore di € 1.000,00! In occasione dell’evento di domenica 26 Febbraio, in cui si scopriranno i 60 finalisti del casting, immortalati dal fotografo di moda Yuri Catania, verrà presentata anche la nuova collezione Primavera/Estate 2012. Per partecipare al social game fotografa con il tuo smartphone il qr-code che trovi in questa pagina, vai sul sito internet gebnegozio.it o gebnegozionline.com, e scopri il regolamento. Connettiti con tutti i social network e segui il contest! Partecipare è semplice! Diventa fan di G&BNegoziOnline su Facebook, follower su Twitter e iscriviti o vota il tuo modello preferito, avrai la possibilità di vincere un buono di € 1.000,00 da spendere all’interno di G&BNegozio a Flero. G&BNegozio Via Giuseppe Mazzini 25020 Flero Brescia

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Eccellenze Bresciane

AAA Cercansi giovani talenti La sezione locale della Junior Chamber International, in partnership con Brescia Up e l’Hotel Vittoria, apre le selezioni per la prima edizione provinciale del Premio JCI TOYP (The outstanding young persons) Chi siamo? La Junior Chamber lnternational (JCI – www.jci.cc ) è la più grande organizzazione a livello mondiale composta da giovani attivi nelle proprie comunità. BRESCIA 2009 JCI (Junior Chamber International) offre opportunità di crescita personale, professionale e sociale a uomini e donne tra i 18 e i 40 anni, affinché si facciano promotori di positivi cambiamenti nel mondo. Presente in oltre 100 nazioni del mondo, con oltre 200mila soci attivi e un milione di over 40 che in gioventù ne hanno fatto parte (tra cui Kofi Annan, il principe Alberto II di Monaco, cinque presidenti degli Stati Uniti d’America e sei primi ministri giapponesi), la JCI ha la sede mondiale a Chesterfield nel Missouri (USA) e vanta dal 1954 una partnership con le Nazioni Unite. Fondata negli Stati Uniti nel 1915, in Italia nel 1962 e in provincia di Brescia nel 2009, JCI è il più grande network mondiale di giovani cittadini attivi a livello locale, nazionale e internazionale, che sviluppano progetti in quattro aree: individuo, comunità , business e internazionalismo. Ogni anno a livello italiano vengono organizzati un Congresso ed un’Assemblea Generale, mentre a livello internazionale vengono annualmente organizzate quattro Conferenze d’area, tra cui la Conferenza europea (dal 13 al 17 giugno in Germania), un Congresso Mondiale (dal 18 al 23 novembre a Taiwan) ed un summit presso le Nazioni Unite (dal 25 al 27 luglio a New York), a cui ha partecipato, nel 2010, anche il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon. Per ulteriori informazioni: www.jci.cc; www. jciitaly.org; sg@jciitaly.org

Premio Giovani Talenti Il Premio Toyp è il riconoscimento conferito a uomini o donne tra i 18 e i 40 anni che abbiano contribuito al progresso dei nostri tempi in vari ambiti (economico, culturale, umanitario, scientifico...). Il premio, ideato nel 1931 dall’allora presidente della Camera di commercio degli Stati Uniti Dorward Howes, è stato adottato ufficialmente dalla Junior Chamber International negli anni Ottanta. Da allora ogni anno vengono premiati i migliori giovani di tutto il mondo, affinché possano fungere da esempio per i loro coetanei. I vincitori delle selezioni locali concorrono di diritto alle selezioni nazionali e, in caso di vittoria, sono sempre ospiti della Junior Chamber Italiana in occasione della cerimonia di premiazione, che si svolge in concomitanza con la cena di gala del Congresso Nazionale, che quest’anno si è tenuta a Milano sabato 19 maggio 2012. A loro volta, concorreranno di diritto alle selezioni internazionali e in caso di vittoria ospiti al congresso mondiale, in calendario dal 18 al 23 novembre a Taipei (Taiwan). Il Consiglio Direttivo Nazionale 2012 della JCI Italy: il presidente Stefano Traversa (JCI Parma), l’immediate past president Michela Angelini (JCI Trieste), il vice presidente esecutivo Maria Autori (JCI Salerno), il segretario generale Gianfranco Demilio (JCI Varese), il tesoriere Matteo Penteriani (JCI Brescia), il consigliere giuridico Emmadesiree Galasso Ciaburri (JCI Parma) il vice presidente Nord Arianna Sibillio (JCI Parma), il vice presidente Sud Grazia Libertazzi (JCI Salerno)

www.facebook.com/jcibrescia


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Regolamento: Il candidato deve avere un’età compresa tra i 18 e i 40 anni (non possono essere accettate le candidature di nati prima del 1 Gennaio 1972). Il candidato deve essere cittadino italiano o naturalizzato o deve aver presentato richiesta per ottenere la cittadinanza al 1 Gennaio 2012, oltre a essere nato, lavorare o risiedere in provincia di Brescia. Le categorie individuate per l’anno 2012 sono: Business (economic, and/or entrepreneurial accomplishment) Cultura (cultural achievement, academic leadership and/or accomplishment) Volontariato e diritti umani (contribution to children, world peace, and/or human rights, humanitarian and/or voluntary leadership) Ricerca (scientific and/or technological development/ medical innovation) Crescita personale (personal improvement and/or accomplishment/sport) Il candidato potrà concorrere in una sola categoria e dovrà presentare entro e non oltre il 10 marzo 2012: Il modulo scaricabile dal sito www.jciitaly.org, inviandolo all’e-mail : sg@jciitaly.org e per cc a brescia@jciitaly.org e info@bresciaup.it

Da sinistra: Emanuele Zarcone di Brescia Up e Matteo Paolo Penteriani fondatore di JCI Brescia 2009

““In collaborazione con Brescia UP e l’Hotel Vittoria di Brescia dove si terrà la serata di premiazione, il 30 Marzo (data da confermare nella prossima uscita di Brescia UP di Marzo)””


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Brescia Calcio e Associazione Palcogiovani Con il patrocinio dell’Associazione Nazionale Familiari e Vittime della Strada

La Provincia di Brescia ha accolto, anche per quest’anno, la proposta dell’Associazione Palcogiovani di realizzare un calendario con le immagini scattate dal fotografo ufficiale del Brescia Calcio Fotoreporter durante le partite della squadra, affiancate a quelle della campagna di sensibilizzazione per la sicurezza stradale. L’Assessorato ai LL.PP. ha deciso di riproporla in considerazione dell’allarmante numero delle vittime degli utenti della strada sulle due ruote motorizzate nel territorio provinciale (ciclomotori, scooter e motociclette). L’Assessorato ai LL.PP. ha deciso di proporre proprio questa immagine, sull’utilizzo del casco, perchè non solo è particolarmente adatta al tipo di fruitori del calendario “Brescia Calcio”, ma anche perchè particolarmente riuscita sotto il profilo della comunicazione sociale. L’obiettivo della campagna è impegnativo (diffondere una maggiore consapevolezza sul valore della sicurezza stradale e del rispetto della vita umana), ma la leggerezza e la bellezza di questa immagine non penalizza l’efficacia del messaggio. Quest’ultimo è stato studiato in modo da celare la contrapposizione tra il mondo dei giovani e il mondo degli adulti. In particolare nello slogan non è presente la “minaccia della morte.....se non si rispettano le regole”, che tipicamente fa da sfondo alla maggior parte delle campagne sviluppate sulla tematica della sicurezza stradale. Al ASSOC PALCO IA

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Associazione CONdividere la strada della vita

contrario: il messaggio viene trasmesso attraverso immagini divertenti e simpatiche ed è di alleanza, quasi materna, come a dire: fai pure tutte le stranezze che ti girano per la testa però mettiti il casco! Quest’anno la tiratura è di 8.000 copie, stampate, grazie alla collaborazione fattiva di Vision&Aire communication & events, che dal 28 dicembre saranno in... edicole della provincia , presso la sede del Bresciacalcio presso i Brescia Club e vari negozi aderenti in città (per saperne di più visitate il sito www.bresciacalcio.it) novità di quest’anno sarà anche l’acquisto online con il sito www. bresciacalcioshop.com ,acquistabile al costo simbolico di € 4,00.Verrà consegnata una copia del calendario alle classi di tutti gli istituti superiori statali e paritari e ai Centri di Formazione Professionale della Provincia di Brescia. La consegna dovrebbe essere occasione per svolgere una lezione di educazione stradale e, in ogni caso, sarà occasione per un’utile riflessione. L’Associazione Palcogiovani con questa iniziativa cerca di continuare quel lavoro che considera fondamentale e prezioso, rivolto ad adolescenti e giovani consapevole delle numerose “trappole “ in cui possono incappare, coinvolgendoli o semplicemente ascoltandoli. Anche quest’anno l’iniziativa ha beneficiato del patrocinio dell’Associazione Nazionale Familiari e Vittime della Strada alla quale andrà parte dell’incasso.

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“INDIeTRO NON SI TORNA” INIzIATIVA DeL ROTARY FRANCIACORTA PeR SeNSIBILIzzARe I GIOVANI SULLA SICURezzA STRADALe Con il patrocinio dei Comuni di Orzinuovi e Palazzolo sull’Oglio, corsi di guida sicura e incontri con i diversamente abili vittime d’incidenti stradali “Indietro non si torna”: è all’insegna della determinazione lo slogan che racchiude la filosofia del progetto del Rotary Franciacorta Oglio, che offre ad alcune decine di giovani corsi di guida sicura, per sensibilizzarli sul tema della sicurezza stradale. Garantita la collaborazione dell’Autodromo di Franciacorta e dell’Associazione diversamente abili “Active Sport”, degli Istituti di Scuola Superiore di Palazzolo sull’Oglio e Orzinuovi e delle rispettive amministrazioni comunali, che hanno congiuntamente concesso il loro patrocinio. Un progetto che il presidente del Rotary Franciacorta, Guido Facchetti, ha voluto declinare all’insegna della concretezza. “Teoria e sensibilizzazione non mancano – spiega Facchetti – ma il cuore dell’iniziativa è rappresentato da un’esperienza al volante per almeno quaranta giovani degli Istituti tecnici superiori Marzoli di Palazzolo sull’Oglio e Cossali di Orzinuovi. L’appuntamento al Centro Guida Sicura dell’Autodromo di Franciacorta è per venerdì 13 aprile. I giovani neo-patentati apprenderanno le tecniche di guida sicura nelle cinque aree attrezzate di ultima generazione, dove è possibile ricreare tutte le condizioni di fondo stradale riscontrabili durante la guida quotidiana”. Il tutto grazie a speciali resine a bassa aderenza, all’impianto di pioggia artificiale, ad impianti tecnologici di moderna concezione applicati alle strutture e alle vetture. Sbandamento controllato, muri d’acqua sono solo alcuni degli accorgimenti utilizzati per insegnare i corretti comportamenti di guida ai fini della sicurezza, per ricevere la giusta preparazione che consente di affrontare con tranquillità le situazioni di guida critica. Il Rotary Franciacorta apprezza e ringrazia la sensibilità dimostrata e la positiva collaborazione garantita dal Patron dell’Autodromo, ettore Bonara. All’Hotel Touring di Coccaglio, sede del Rotary Club Franciacorta, in occasione di una partecipata serata sono stati svelati i dettagli dell’iniziativa, che interessa le classi quarta e quinta degli Istituti scolastici sopra indicati. “Indietro non si torna” gode del convinto appoggio dell’assessore allo Sport, Luigi Urgnani, della delegata alle Politiche giovanili, Selina Grasso per il Comune di Palazzolo sull’Oglio. Dei responsabili dell’Active Sport, Marco Colombo e Maurizio Antonini, di Renato Vavassori, anima dell’Accademia Tennis Vavassori di Palazzolo. Sul fronte orceano, identica convinta partecipazione espressa per l’amministrazione comunale da Michele Scalvenzi, assessore alle Attività produttive, Servizi sociali e Politiche giovanili e dal consigliere Cesare Bertulli. Per un’ulteriore sensibilizzazione dei giovani sul tema della sicurezza stradale, venerdì due marzo prossimo è previsto un incontro nell’auditorium dell’Istituto tecnico Cossali, tra i rappresentanti di Rotary Franciacorta e Active Sport, e gli studenti delle classi quarta e quinta dell’Istituto scolastico, con la testimonianza dei diversamente abili, dopo aver subito gravi incidenti stradali. Incontro che si terrà con le stesse modalità, venerdì nove marzo, anche all’Istituto Marzoli a Palazzolo sull’Oglio. La lodevole iniziativa, che vedrà la presenza anche dei ragazzi del Rotaract Franciacorta, conferma l’impegno messo in campo dal Rotary Club anche a favore dei giovani, per renderli anche al volante cittadini responsabili e consapevoli.

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Per non dimenticare TITOLO: Tanto tu torni sempre. Ines Figini, la vita oltre il lager AUTORE: Giovanna Caldara - Mauro Colombo

TITOLO: J. Edgar REGIA DI: Clint Eastwood

Quando fu deportata Ines Figini aveva meno di 22 anni. Non era ebrea, partigiana o antifascista, ma si era schierata a favore di alcuni compagni di lavoro durante uno sciopero. Così finì nei lager di Mauthausen, Auschwitz-Birkenau e Ravensbrück e infine in un ospedale militare, dove trascorse un anno e mezzo. Ha atteso più di cinquant’anni prima di parlare in pubblico della sua vicenda: ora la racconta in questo libro. È la storia di una famiglia ma è anche una storia di fabbriche; e di una città, Como, punto strategico per le forze nazifasciste. Di treni che partivano per mete ignote e di luoghi in cui l’umanità si divideva tra vittime e carnefici, fino a negare se stessa. È la storia di una persona a cui il lager non ha rubato l’anima e che ha ripreso a vivere. Che ogni anno torna là dove era stata reclusa. Che ricorda. E che, nonostante tutto, ha perdonato.

Durante la sua vita, J. Edgar Hoover è diventato l’uomo più potente di tutti gli Stati Uniti d’America. A capo dell’ FBI per circa 50 anni fino alla data della sua morte nel 1972, non si è fermato davanti a nulla pur di proteggere il suo paese. Restando in carica durante i mandati di ben 8 Presidenti e tre guerre, Hoover ha dichiarato guerra a minacce sia vere che immaginarie, spesso infrangendo le regole per proteggere i cittadini americani. I suoi metodi erano allo stesso tempo spietati ed eroici e la sua più grande ambizione era quella di essere ammirato a livello globale. Hoover è stato un uomo che dava grande valore ai segreti - soprattutto a quelli degli altri - e non ha mai avuto paura ad usare le informazioni in suo possesso per esercitare la sua autorità sui leader più importanti della nazione. Consapevole che la conoscenza è potere e che la paura crea le opportunità, ha usato entrambe per ottenere un’influenza senza precedenti e per costruirsi una reputazione che era formidabile e intoccabile.

TITOLO: La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca AUTORE: Enrico Deaglio Una storia vera, simile a un romanzo di avventure: l’incredibile vicenda del commerciante padovano Giorgio Perlasca (1910-1992) che, nell’inverno del 1944, a Budapest, riuscì a salvare dallo sterminio migliaia di ebrei, spacciandosi per il console spagnolo. Era stato un fascista entusiasta e aveva combattuto in Spagna come volontario per Franco. L’8 settembre 1943 lo trovò lontano da casa, ricercato dalle SS. Avrebbe potuto mettersi in salvo, decise di rischiare la vita. Dal suo Diario, che costituisce uno dei capitoli del libro, emerge l’azione straordinaria di un uomo solo, aiutato da uno sparuto gruppo di persone, che sforna documenti falsi, realizza e difende otto “case rifugio”, trova cibo, inganna nazisti tedeschi e ungheresi. Un organizzatore geniale e un magnifico impostore. Poi, il ritorno a casa e un silenzio durato quasi mezzo secolo, fino alla sua scoperta, merito di un gruppo di donne, ebree ungheresi, ragazzine all’epoca della guerra, che gli devono la vita. È stato onorato come eroe e “uomo giusto” in Ungheria, Israele, Stati Uniti, Spagna, e infine, grazie a questo libro, uscito vent’anni fa, anche in Italia.

Il piacere di leggere

TITOLO: Sull strada di casa REGIA DI: Emiliano Corapi

- “Sulla Strada di Casa”: Un film di tensione a tinte scure che ruota attorno al tema del bisogno d’identità Per salvare la propria azienda, Alberto - un piccolo imprenditore ligure – inizia a fare da corriere per un’organizzazione criminale. Alla vigilia di un viaggio, alcuni uomini armati s’introducono nella sua villetta e sequestrano la sua famiglia, intimandogli di portare a loro, anziché alla destinazione stabilita, il prezioso carico che si accinge a ritirare. Costretto a subire il ricatto, Alberto attraversa l’Italia per effettuare il ritiro. Ma qualcosa va storto.

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