IASOS E IL SUO TERRITORIO

Page 1



A

R

C

H

A

E

O 170

L

O

G

I

C

A


MISSIONE ARCHEOLOGICA ITALIANA DI IASOS Collana diretta da Fede Berti e Marcello Spanu

1. Paolo Emilio Pecorella, La cultura preistorica di Iasos in Caria. 1984 2. Francesco Tomasello, L’Acquedotto romano e la necropoli presso l’istmo. 1991 3. Daniela Baldoni, Vasi a matrice di età imperiale a Iasos. 2003 4. Nicoletta Momigliano, Bronze Age Carian Iasos. Structures and Finds from the Area of the Roman Agora (c. 30001500 BC). 2012 5. Iasos e il suo territorio. Atti del convegno internazionale per i cinquanta anni della Missione Archeologica Italiana (Istanbul 26 -28 febbraio 2011), a cura di D. Baldoni, F. Berti, M. Giuman. 2013


MISSIONE ARCHEOLOGICA ITALIANA DI IASOS V

IASOS E IL SUO TERRITORIO Atti del convegno internazionale per i cinquanta anni della Missione Archeologica Italiana (Istanbul, 26-28 Febbraio 2011)

Daniela

a cura di Baldoni, Fede Berti, Marco Giuman

GIORGIO BRETSCHNEIDER EDITORE RO M A • 2 013


A

R

C

H

A

E

O

L

O

G

I

C

A

- 170

con Xiv-266 pagine di testo, 135 figure e LXXXIV tavole fuori testo

Pubblicazione realizzata con il contributo di Dipartimento di Studi Umanistici UniversitĂ di Napoli Federico II

ISSN 0391-9293 ISBN 978-88-7689-275-2

Tutti i diritti riservati printed in italy

copyright Š 2013 by giorgio bretschneider editore - rOMA

Via Crescenzio, 43 - 00193 Roma - www.bretschneider.it


A Doro Levi e a Clelia Laviosa, che mi hanno fatto conoscere Iasos F. B.



SOMMARIO

Presentazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

p. xiii

Mario Benzi, Giampaolo Graziadio - Iasos nel Tardo Bronzo III. Un sito miceneizzato alla periferia del mondo miceneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

»

1

Luigi Donati - Agorà.The fountains and the archaic period . . . . . . . . . . .

»

21

Roberta Fabiani, Massimo Nafissi - La pubblicazione dei decreti a Iasos: cronologia e topografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

»

37

Fede Berti - Tra mura e porte urbane: ricostruzioni, ipotesi e proposte a margine della stoà occidentale dell’agorà di Iasos . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

»

61

Gianfranco Maddoli - Vendita del sacerdozio della madre degli dei a Iasos . . . . .

»

75

Maurizio Michelucci - Le stipi votive dell’agorà e l’agorà augustea . . . . . . .

»

81

Sebastiana Lagona - Uno spazio commerciale di fianco all’esedra di Artemide . . . .

»

95

Maurizio Landolfi - La coroplastica votiva dal santuario di Zeus Megistos di Iasos . . .

» 105

Antonella Romualdi - Materiali dal santuario di Demetra e Kore . . . . . . . .

» 119

Simonetta Angiolillo, Marco Giuman - La ‘casa dei mosaici’: una domus nella Iasos romana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

» 127

Daniela Baldoni - Riti, usi e corredi funerari a Iasos in epoca ellenistica . . . . . . .

» 135

Roberto Parapetti - Anastilosi grafica del monumento funerario nel Balık Pazarı di Iasos

» 161

Nicolò Masturzo - Viaggiatori, epigrafisti e disegnatori. La topografia di Iasos dal 1600 a oggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

» 173

Raffaella Pierobon Benoit - Archestrato e Iasos: note a margine . . . . . . . .

» 193

Lucia Cianciulli - L’architettura lelega nella chora di Iasos . . . . . . . . . .

» 201

Abdulkadir Baran - Arkaik dönem ion mimarisinde friz Kullanimi . . . . . . . .

» 217

Selin Önder, Mustafa H. Sayar - Foreing judges in Caria . . . . . . . . . .

» 227

Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

» 231

Tavole



Il convegno dal titolo Iasos e il suo territorio, tenutosi a Istanbul dal 26 al 28 febbraio 2011 in occasione dei 50 anni della Missione Archeologica Italiana di Iasos, ha portato un contribuito decisivo all’approfondimento delle conoscenze riguardanti lo splendido sito di Iasos, nella Caria antica, e alla valorizzazione dell’immenso e inestimabile patrimonio storico ad esso collegato. Desidero esprimere il mio apprezzamento per l’eccezionale lavoro, svolto con passione, competenza e dedizione, dagli archeologi italiani in Turchia e per l’eccellente cooperazione esistente con i colleghi e le Autorità turche. La professionalità e l’impegno di tutti gli studiosi che ogni giorno, da anni, mettono al servizio della conoscenza le loro competenze e svolgono una meritoria e lodevole azione di studio, tutela e valorizzazione dei monumenti storici del passato, costituiscono un elemento di grande rilevanza nelle ottime relazioni bilaterali tra Italia e Turchia. Gli atti di questo convegno sono una testimonianza concreta dell’eccellenza dell’archeologia italiana in Turchia. Essi rappresentano un prezioso strumento che riunisce le informazioni e le testimonianze derivanti dall’incessante lavoro di ricerca condotto negli ultimi decenni e un punto di riferimento per le future prospettive d’indagine, scavo e conservazione. Le aree, molto estese, che sono state oggetto di studio e i rinvenimenti, spesso di notevole importanza, hanno inoltre permesso non solo di gettare luce sulle vicende storiche di questo sito, ma di inserirlo con le sue specificità nel contesto cui appartiene e, attraverso di esso, di comprendere con maggiore chiarezza alcune dinamiche storiche e culturali di più ampia portata. Sono pertanto molto grato a quanti hanno contribuito alla realizzazione del convegno e di questa pubblicazione, un’iniziativa di grandissimo valore e di altissimo rigore scientifico, che rende omaggio nel migliore dei modi all’ingente e considerevole opera di ricerca svolta nel corso degli anni da tanti insigni studiosi. Gianpaolo Scarante Ambasciatore d’Italia in Turchia


Iasos, pianta generale (Marmi erranti 2010, fig. 2) 1 2 3 4 5 6

Basilica cristiana “Balık Pazarı”, tomba monumentale di età romana Acquedotto “Castello” dell’istmo Agora Bouleuterion

7 8 9 10 11 12

Tempio di IV secolo a. C. Edificio dedicato all’imperatore Commodo Porta Est Santuario di Zeus Megistos Teatro Area residenziale a sud-est del teatro

1 3 14 15 16 17

“Castello” dell’acropoli Casa dei mosaici Area residenziale sopra l’estremità della penisola Santuario di Demetra e Kore Torre del porto occidentale


presentazione Due iniziative hanno ricordato, a Istanbul, il cinquantenario di attività in Turchia della Missione Archeologica Italiana di Iasos, avviata da Doro Levi nel 1960 sulle coste dell’antica Caria. Il 6 dicembre 2010, con il patrocinio del Ministro della Cultura e del Turismo, Ertuğrul Günay, e dell’Ambasciatore d’Italia in Turchia, Gianpaolo Scarante, s’inaugurava la mostra Marmi erranti. I marmi di Iasos presso i Musei Archeologici di Istanbul - Gezgin Taşlar. İstanbul Arkeoloji Müzeleri’ndeki İasos Mermerleri - Wandering Marbles. Marbles of Iasos at the Istanbul Archaeological Museums, il cui progetto – accolto dal Comitato Organizzatore delle manifestazioni connesse a Istanbul Capitale Europea della Cultura 2010 – ha portato sia l’esposizione, sia il suo catalogo a figurare tra gli eventi del prestigioso riconoscimento ottenuto dalla città. Successivamente, il 26 febbraio 2011, prendeva l’avvio il convegno dal titolo: İasos İtalyan Arkeoloji Heyetinin 50 yılı. İasos ve çevresi - 50 anni della Missione Archeologica Italiana di Iasos. Iasos e il suo territorio. Avevo portato l’iniziativa di un confronto e di un aggiornamento su alcune tra le tematiche più complesse scaturite dalle nostre ricerche a Iasos all’attenzione dell’Istituto Italiano di Cultura di Istanbul, già promotore – grazie alla Direttrice Gabriella Fortunato – di incontri volti a dare risalto alle attività che in Turchia svolgono le Missioni Archeologiche Italiane: la favorevole accoglienza del progetto da parte dell’Istituto e il pieno e fattivo suo coinvolgimento nelle fasi preparatorie e organizzative dell’evento lo hanno grandemente agevolato. Il programma del convegno, che prendeva l’avvio nell’auditorium dell’Istituto, prevedeva che dopo saluti e introduzione, venisse data la presidenza dei lavori al coordinatore della prima sessione, Mustafa H. Sayar. Quest’ultima, titolata Le premesse dell’insediamento, contemplava le comunicazioni di Nicoletta Momigliano (Iasos and the ‘Minoans’), di Mario Benzi e di Giampaolo Graziadio (Late Bronze III Iasos. A mycenaenized site at the eastern periphery of the Mycenaean world). Nella sessione pomeridiana (Lo spazio del pubblico: l’agorà tra città greca e romana), coordinata da Simonetta Angiolillo, si succedevano gli interventi di Luigi Donati (Agorà: The Fountains and the Archaic Period), di Roberta Fabiani e di Massimo Nafissi (La pubblicazione dei decreti a Iasos: cronologia e topografia), di Fede Berti (Gli scavi nella stoà occidentale e i nuovi ritrovamenti), di Gianfranco Maddoli (Un nuovo documento di vendita di sacerdozio) e di Maurizio Michelucci (Le stipi votive dell’agorà e l’agorà augustea). Il giorno successivo, i lavori si sono tenuti nei Musei Archeologici. La sessione mattutina (Altri spazi urbani: le aree sacre, la casa, le necropoli ), coordinata da Mario Benzi, era costituita dalle relazioni di Maurizio Landolfi (La coroplastica votiva dal santuario di Zeus Megistos di Iasos), di Antonella Romualdi (Materiali dal santuario di Demetra e Kore), di Simonetta Angiolillo e di Marco Giuman (La ‘Casa dei Mosaici’: una domus nella Iasos romana), di Olivier Henry (The chamber tombs in the Karian funerary landscape), di Daniela Baldoni (Costumi funerari a Iasos in epoca ellenistica), di Roberto Parapetti (Anastilosis e cronologia del monumento funerario nel Balık Pazarı). Nella sessione pomeridiana (La città e il suo territorio), coordinata da Gianfranco Maddoli, si sono avvicendate le comunicazioni di Alessandro Viscogliosi (Considerazioni sull’urbanistica


XIV

di Iasos alla luce delle ricognizioni nel castello dell’istmo), di Nicolò Masturzo (Le ricerche topografiche a Iasos dal 1700 a oggi), di Raffaella Pierobon Benoit (Archestratos e Iasos: note a margine) e di Lucia Cianciulli (Edifici lelegi nel territorio di Iasos). Lunedì 28 febbraio, il convegno ha avuto come sede il Rettorato dell’Università. Coordinatrice della sessione, il cui argomento era La cornice regionale: la Caria, è stata Raffaella Pierobon Benoit, la quale ha dato la parola a Abdulkadir Baran (Arkaik dönem mimarisinde friz kullanımı), ad Abuzer Kizil (Milas ve Çevresinde Yeni Arkeolojik Arastırmalar) e a Mustafa H. Sayar (The political situation of Karian city states after the battle of Ipsos and until the battle of Magnesia). Alla discussione generale sono seguite alcune riflessioni ‘conclusive’ sui temi trattati, riflessioni alle quali ha preso parte Marcello Spanu, a quella data ancora in attesa della conferma dell’incarico che lo ha portato alla direzione della Missione. Le relazioni pervenute sono, nelle pagine successive, pubblicate secondo l’ordine previsto nel programma. Si aggiunge a esse il testo di Sebastiana Lagona (Uno spazio commerciale di fianco all’esedra di Artemide), il cui argomento è stato inserito nel tema più generale della sessione pomeridiana del primo giorno. Non va sottaciuto, rinnovando espressioni di riconoscenza al Ministero degli Affari Esteri e alla Associazione Iasos di Caria, che il convegno si è realizzato anche sotto l’egida di T. C. Kültür ve Turizm Bakanlığı, di İstanbul Arkeoloji Müzeleri, di İstanbul Üniversitesi, Edebiyat Fakültesi, Eski Çağ Bölümü, dell’Università degli Studi di Napoli, Dipartimento di Discipline storiche “Ettore Lepore”, del Dipartimento di Scienze Archeologiche dell’Università di Pisa, di Bosphorus Gemi Acenteliği A. S. - Shipping Agency S. A. Che il lavoro giunga ora a compimento è motivo di viva soddisfazione. Daniela Baldoni e Marco Giuman mi hanno affiancato nella curatela degli atti che qui si pubblicano e si sono adoperati affinché il convegno risultasse il più possibile conforme al progetto iniziale. Le tre superbe sedi entro le quali si è svolto, Istanbul stessa e la partecipazione alle sessioni, in veste di relatori e uditori, di studiosi e amici inseriscono quelle giornate in una cornice colma d’intensi ricordi, il più emozionante dei quali si appunta su Antonella Romualdi. A distanza di quasi un anno, infatti, Antonella ci avrebbe lasciato, non senza aver lavorato fino all’ultimo, con l’acutezza che traspare nel saggio che qui figura, ai materiali e alle strutture del Thesmophorion. Fede Berti


Mario Benzi - Giampaolo Graziadio *

IASOS NEL TARDO BRONZO III Un sito miceneizzato alla periferia del mondo miceneo

Le più antiche tracce di presenza umana nel sito di Iasos risalgono probabilmente al Neolitico, periodo cui sembra databile un frammento di vaso cilindrico con ansa tubolare verticale trovato sull’acropoli, che trova confronti a Hacilar VI e Aghio Gala a Chios 1. Altri rinvenimenti ‘preistorici’ non sembrano anteriori al Tardo Calcolitico Anatolico corrispondente al Neolitico finale egeo ma potrebbero già risalire all’inizio dell’Antica Età del Bronzo. Ceramica databile a questo periodo fu trovata presso il teatro 2, nell’area della cosiddetta basilica presso la porta est, su una delle ‘terrazze’ dell’acropoli 3 e nell’area di un più tardo santuario dedicato a Demetra e Kore sulla punta estrema della penisola 4, mentre un’importante necropoli risalente a questo periodo fu scavata sulla terraferma a 400-500 m a nord-est della penisola e venne poi pubblicata dal compianto P. E. Pecorella 5. Tre tombe dello stesso tipo furono più tardi trovate ai piedi dell’esedra di Artemis Astias, presso l’agorà romana 6. Le fasi più tarde dell’Antica Età del Bronzo e della prima metà della Media Età del Bronzo sono per il momento attestate in misura molto sporadica. Molto più consistenti sono i resti dell’insediamento databile fra una fase avanzata della Media Età del Bronzo e l’inizio della Tarda Età del Bronzo scavati al di sotto dell’agorà, dove furono messi in luce cinque imponenti edifici. In questa fase la cultura di Iasos appare ancora fondamentalmente anatolica, ma presenta anche chiare influenze minoiche e stretti contatti con le vicine isole minoicizzate del Dodecanneso 7. In una fase avanzata del periodo Tardo Minoico IA l’insediamento di Iasos così come molti altri siti dell’Egeo orientale venne sepolto sotto uno spesso strato di ceneri provenienti dall’apocalittica eruzione del vulcano di Thera8. Un deposito pavimentale successivo alla caduta delle ceneri vulcaniche, scoperto nell’area dell’edificio F, attesta che il sito fu rioccupato, ma ha restituito solo ceramica locale di datazione incerta. Il deposito potrebbe essere sia contemporaneo alla fase finale del TM IA, sia più tardo. La successiva ceramica databile non sembra essere anteriore all’inizio del Tardo Bronzo III ed è di stile miceneo. Il rapporto fra l’insediamento dell’inizio del Tardo Bronzo e quello del Tardo Bronzo III resta per il momento poco chiaro. * Si ringraziano gli autori dei disegni, L. Ruffoni e M. Epifani. 1) Cfr. Pecorella 1985, p. 25 con fig. 10, c; tav. VII, d. 2) Cfr. Levi 1963, pp. 518-520, 526-527. Per una rassegna dei rinvenimenti preistorici, cfr. Pecorella 1984, pp. 81-90. 3) Cfr. Levi 1967, pp. 417, 423, 441-442, figg. 32, 44, 46. 4) Cfr. Levi 1969a, p. 572. Si veda, in questo volume, A. Romualdi. 5)  Pecorella 1984; — 1985. 6)  I rinvenimenti sono parzialmente illustrati in Pecorella 1984, pp. 82-84, fig. 15. 7)  Questa fase dell’insediamento è stata studiata da Nicoletta Momigliano, che le ha dedicato una monografia, Momigliano 2012, ma cfr. anche — 2006; — 2007; — 2009. 8) Cfr. Huber et al. 2003 e nota precedente.


2

MARIO BENZI - GIAMPAOLO GRAZIADIO

Tracce di occupazione del sito durante il Tardo Bronzo III furono trovate in diversi punti del sito 9, ma i depositi più consistenti sono stati scavati nell’area dell’agorà e della vicina stoà di Artemis 10 e sotto la c.d. basilica presso la porta est. Non è chiaro se le due aree, che distano circa 200 m in linea d’aria, facessero parte di un unico grande insediamento o se fossero separate. Sfortunatamente, la lunga occupazione del sito e l’intensa attività edilizia posteriore hanno fortemente danneggiato gli strati di occupazione relativi al Tardo Bronzo III. I resti edilizi e la stratigrafia sono stati infatti quasi completamente distrutti e i rinvenimenti, costituiti unicamente da ceramica, sono estremamente frammentari. Il confronto con la vicina Mileto è particolarmente frustrante. Al contrario di Mileto, che possedeva una cinta muraria a ‘casematte’ di tipo anatolico 11, a Iasos non si è finora trovata traccia di fortificazioni risalenti all’Età del Bronzo. Parimenti la necropoli di tombe a camera sulla collina di Deg˘ irmentepe 12 non ha un corrispondente a Iasos. La tomba a camera recentemente scoperta sulla collina di Pilavtepe, posta a circa metà strada fra Iasos e Milas, è troppo lontana da Iasos per poter essere connessa con il sito, ma comunque attesta che questo tipo di tomba era noto nella zona 13. Iasos non ha restituito tracce dell’uso della scrittura Lineare B 14 né sigilli o cretulae che lascino supporre l’a­dozione delle pratiche amministrative tipiche del mondo miceneo. Tre sigilli di tipo Egeo sono stati in effetti trovati nella tomba di Pilavtepe 15, ma non va dimenticato che in aree periferiche oggetti di questo tipo posso­no essere dei meri status symbols o delle mere curiosità esotiche. Iasos è anche sorprendentemente avara di small finds, che includono solo alcune figurine fittili molto frammentarie e qualche fusaiola. Anche in questo caso la tomba di Pilavtepe aiuta a riempire questi vuoti della documentazione 16. Gli unici resti architettonici databili al Tardo Bronzo III sono un breve tratto di muro nell’agorà, definito dagli scavatori ‘muretto miceneo’, l’angolo di una casa sotto la stoà di Artemis e un altro angolo di edificio al di sotto della c.d. basilica presso la porta est, questi ultimi non più visibili oggi e non rileva­ti al momento dello scavo, ma comunque insufficienti a ipotizzare il tipo di edificio a cui appartenevano. Un confronto con la coeva architettura domestica di Mileto può essere istruttivo. A Mileto sono state messe in luce tre case relativamente ben conservate. Due, risalenti alla fase Mileto V (Tardo Bronzo IIIA), sono del tipo Anta-Haus e Oikos 2, secondo la classificazione di G. Hiesel. Il primo ha una lunga tradizione su entrambe le sponde dell’Egeo; il secondo compare sulla penisola greca già nel corso del III millennio a.C., ma è attestato in Anatolia occidentale solo a partire dalla TE IIIA:2. La terza abitazione, risalente alla fase Mileto VI (TE IIIB), è invece una Corridor House di tipo distintamente miceneo 17.

9)  Sia in prossimità del teatro greco che sull’acropoli, ma non sembrano attualmente reperibili, cfr. Levi 1963, pp. 518-20, 526-527. 10)  Salvo una figurina fittile e tre vasi pubblicati in Benzi 1999, fig. 5; — 2005, tavv. LIV, c; LV, e; LVI, a, i materiali sono inediti e in corso di studio da parte di Sebastiana Lagona. 11) Voigtländer 1975. 12) Cfr. Niemeier 1998, p. 36, figg. 10-12; — 2005b, p. 13, figg. 34, 39, tavv. a colori 20-21, 39. 13)  Benter 2009. 14)  Due potter’s marks apparentemente ispirati da segni della scrittura Lineare A compaiono su vasi locali non posterio­r i alla prime fasi del Tardo Bronzo, cfr. Morabito 2006. 15)  Cfr. Benter 2009, p. 354, fig. 9, 3. 16) Cfr. Benter 2009, pp. 357-358, figg. 9, 1-2, 4; 10. 17) Cfr. Niemeier 1998, pp. 30-31, 35, figg. 8-9, 11-12; — 2005a; — 2005b, pp. 11-13, figg. 27-28, 33; — 2007a; — 2007b. Cfr. Hiesel 1990.


IASOS NEL TARDO BRONZO III

3

A Iasos le tracce di rituali e credenze religiose di ispirazione micenea si limitano alla presenza di frammenti di due figurine fittili probabilmente di tipo Φ e Ψ e di tre figurine di animali in ceramica di fabbrica locale (Figg. 1-3) 18. Le figurine fittili micenee non sono particolarmente frequenti nell’Egeo orientale. Poche figurine femminili e di bovini provengono da Samos e da Mileto V e VI, ma sono totalmente assenti nella necropoli di Deg˘ irmentepe e nella grande necropoli di Müskebi sulla penisola di Alikarnassos. Nell’Egeo nord-orientale poche figurine sono state trovate a Liman Tepe, Emporio a Chios e Koukonisi a Lemnos, ma non sono attestate nella eclettica necropoli scavata nella baia di Bes¸ ik presso Troia 19. Anche sulle isole del Dodecanneso, che per molti altri aspetti appaiono intensamente miceneizzate, le figurine fittili sono rare rispetto al continente greco, dove appaiono in contesti cultuali, domestici e funerari. Occorre inoltre tenere presente che nelle società antiche le figurine potevano avere vari e diversi ruoli e che la loro valenza non è sempre necessariamente religiosa. Ciononostante, si può supporre che, quando rinvenute in contesti cultuali, le figurine indichino la presenza di culti e pratiche religiose di possibile ispirazione micenea. Questo è molto probabilmente il caso di Mileto, dove durante le fasi V e VI due santuari di tipo miceneo furono successivamente costruiti sulle rovine di un precedente edificio religioso di tipo minoico20. Le figurine di Iasos mancano purtroppo di un preciso contesto di rinvenimento e il loro ruolo e significato rimangono di conseguenza indeterminati. I numerosi frammenti ceramici sono al momento la nostra più abbondante fonte di informazione sull’inse­diamento di Iasos nel Tardo Bronzo III. Nella ceramica di questo periodo si possono distinguere tre gruppi principali: 1. Ceramica micenea canonica; 2. Ceramica acroma e monocroma, sia importata sia di produzione locale; 3. Ceramica decorata di produzione locale. In assenza di analisi delle argille, con il termine ‘canonica’ è qui indicata tutta quella ceramica che per fab­brica, tipologia e stile della decorazione appare indistinguibile da quella prodotta nella Grecia micenea e che si deve ritenere almeno in parte importata. Analisi delle argille di ceramiche in stile miceneo da Mileto 21 e Troia hanno dimostrato che in Anatolia occidentale vi era ceramica micenea sia importata che prodotta lo­calmente 22. Un calcolo della frequenza dei tre gruppi nei depositi della c.d. basilica presso la porta est indica che la cerami­ca canonica è rappresentata da un modesto 1.5%, la ceramica del secondo gruppo costituisce solo l’8%, mentre la ceramica di produzione locale è circa il 90% di tutta la ceramica assegnabile al TB III. La ceramica di tradizione anatolica, molto frequente nei depositi dell’inizio del Tardo Bronzo, sembra quasi completa­mente scomparsa in quelli del Tardo Bronzo III. Ceramica Micenea Tardo Elladico (IIB)-IIIA:1 23 La più antica ceramica micenea trovata finora a Iasos risale all’inizio del Tardo Bronzo III (TE IIIA:1). Si tratta di un piccolo gruppo di frammenti che attestano forme e motivi deco-

18)  Benzi 1999. 19)  Cfr. Pilali-Papastériou 1998, pp. 42-45; Günel 1998. 20) Cfr. Niemeier 2009, pp. 15, 18, fig. 2. 21) Cfr. Gödeken 1988, pp. 307-315; Niemeier 2002, pp. 56-62. Che Mileto fosse un importante centro per la produzione di ceramica è dimostrato dai sette forni che vi sono stati trovati, cfr. Niemeier, Niemeier 1997, p. 221 ss.; Niemeier 1997, pp. 347-352. 22) Cfr. Mountjoy 1997a; — et al. 2006; Mommsen et al. 2001. 23)  I riferimenti alle fasi della cronologia micenea non hanno qui alcuna implicazione ‘coloniale’, ma costituiscono dei meri indicatori cronologici.


4

MARIO BENZI - GIAMPAOLO GRAZIADIO

rativi caratteristici di questa fase. Tra le forme più diagnostiche vi sono due alabastra FT 82 24 e FT 83 25. Uno di essi è decorato con motivi a foglia d’edera su steli ondulati (FM 12 Sacral Ivy: 26) (Fig. 4). La fabbrica di questo pezzo, molto simile a quelle locali, sembra escludere che si tratti di un’importazione dal continente greco 26. Più semplice la decorazione dell’altro esemplare, che presenta i consueti motivi ondulati campiti e coppie di linee punteggiate, un’associazione frequente su questi vasi (FM 32 Rock Pattern: 5) (Fig. 5) 27. Distintive del periodo sono anche alcune kylikes/coppe FS 255 28 decorate con una versione ‘sub-Ephyrea’ dell’Argonauta (FM 22 Argonaut: sim. 6) (Fig. 6) 29, con spirali a stelo curvo (FM 49 Curve-Stemmed Spiral: sim.10) (Fig. 7) 30, con motivi a reticolato (FM 57 Diaper Net) (Fig. 8) 31 e a squame (FM 70 Scale Pattern) (Fig. 9) 32 e frammenti di tazze FT 219 decorate con Stipple Pattern (FM 77) molto comuni in contesti TE IIIA:1 (Fig. 10) 33. Ceramica micenea TE IIIA:1 e del periodo immediatamente precedente (TE IIB) è stata trovata sulle isole di Rodi, Kos e Kalymnos 34 e in siti della costa anatolica come Mileto, Müskebi e Troia 35. La sua comparsa segna in tutto l’Egeo la transizione dalla fase di influenza minoica a quella di influenza micenea. Ceramica Micenea Tardo Elladico IIIA:2-B Nella fase successiva (TE IIIA:2) la ceramica micenea canonica è rappresentata da forme diffuse in tutta l’area micenea. Particolarmente ben rappresentate sono le kylikes FT 257 36 con decorazione floreale (FM 18A Mycenaean Flower: cfr. 13) (Fig. 11) 37, steli multipli (FM 19 Multiple Stem) (Fig. 12), polpi con particolari in vernice bianca sovradipinta (FM 21 Cuttlefish) (Fig. 13) 38, conchiglie disposte in diagonale (FM 23 Whorl-Shell) (Fig. 14) 39 e archi tri24)  Le sigle FT (Furumark Tipo) e FM (Furumark Motivo) fanno riferimento alla classificazione della ceramica micenea proposta da questo studioso e ancora ampiamente utilizzata nella letteratura specialistica, cfr. Furumark 1941. 25)  Cfr. Benzi 1985, p. 30, fig. 1, a; Benzi 2005, p. 207, tav. L, a-b. 26)  Cfr. Benzi 1992, p. 38, tav. 104, e; Mountjoy 1986, p. 57, fig. 64, 1-2. Per un coevo alabastron di fabbrica locale da Mileto V, cfr. Schiering, 1959-60, pp. 18, 28, tav. 9, 2; Niemeier, Niemeier 1997, p. 195, nota 77. 27)  Cfr. Benzi 1992, pp. 38-39, tav. 31, b con riferimenti. 28)  Cfr. Benzi 1985, p. 30, figg. 1, b-3, a; — 2005, p. 207, tav. L, c-i. 29)  I tentacoli con volute aperte sono caratteristici del TE IIB, ma continuano nella fase successiva, cfr. Immerwahr 1971, tav. 30, 1. 30)  Cfr. Benzi 1992, pp. 135-136, tavv. 104, g; 132, a; 136, c; 139, d; Morricone 1972-73, p. 345, fig. 335, a; Boysal 1969, tav. 27, 5; Niemeier, Niemeier 1997, pp. 225, 226, fig. 46, a-b. Versioni molto simili del motivo sono attestate an­che nel successivo TE IIIA:2, cui potrebbero risalire anche alcuni frammenti da Iasos. 31)  In precedenza erroneamente identificato con un cratere, Benzi 1985, p. 30, fig. 3, a. 32)  Cfr. French 1964, p. 249, tav. 70c, 1; Mountjoy 1986, figg. 75, 3-5; 76, 4; Hommel 1959-60, p. 34, tav. 42, 1. 33)  Cfr. French 1964, pp. 249, 254, fig. 2, 12-13; tav. 72a, 1-5, 7-9; Benzi 1992, p. 122, tavv. 1, g; 67, i; 169, b; Mountjoy 1997b, pp. 276, 289, fig. 9, 25. 34)  Furumark 1950, pp. 166-176, figg. 7-9; Benzi 1992, pp. 209-212; Mountjoy 1999a, pp. 982-983, 989994 Rodi, pp. 1077, 1083-1085 Kos; Benzi 1993, p. 281, tav. 37, c-d. Cfr. anche Georgiadis 2003. 35)  Cfr. Niemeier 2005b, pp. 10 sgg.; Mountjoy 1998, p. 36. Cfr. anche Özgünel 1996, pp. 20-34; Boysal 1969. 36)  Cfr. Benzi 1985, fig. 3, b; — 2005, pp. 207-208, tavv. L, k-LI, a-f. 37)  Cfr. French 1965, pp. 177, 188, figg. 2, 4, 7, 10-11; Benzi 1992, p. 137, tav. 159, c. 38)  In Argolide i polpi con dettagli in vernice bianca sono molto frequenti nei depositi di questo periodo, mentre sembrano meno comuni nel periodo successivo, cfr. French 1965, pp. 178, 188, tav. 53b, 2; Schönfeld 1988, p. 165, fig. 2, 12. 39)  Cfr. French 1965, pp. 172, 178, 188, figg. 2, 1-3; 5; 7, 5; 10, 2; tav. 52d; Benzi 1992, pp. 138, 140, tavv. 20, e; 149, b.


5

IASOS NEL TARDO BRONZO III

Fig. 3

Fig. 1 Fig. 2

Fig. 5

Fig. 4

Fig. 8

Fig. 7

Fig. 9

Fig. 12

Fig. 6

Fig. 10

Fig. 11

Fig. 13

Fig. 14


CONTINUA...


TAVOLE



Tavole_IASOS_convegno:Layout 1 08/05/13 16.23 Pagina I

Iasos. Fountain 2: a) the corridor; b) the inner room

TAV. I

b)

- AGORÀ. THE FOUNTAINS AND THE ARCHAIC PERIOD

a)

DONATI


Tavole_IASOS_convegno:Layout 1 08/05/13 16.23 Pagina II

TAV. II

DONATI

- AGORÀ. THE FOUNTAINS AND THE ARCHAIC PERIOD

a)

b)

c)

a) Iasos. Fountain 2, the inner room; b) cat. n. 1; c) cat. n. 3


Tavole_IASOS_convegno:Layout 1 08/05/13 16.23 Pagina III

DONATI

- AGORÀ. THE FOUNTAINS AND THE ARCHAIC PERIOD

a)

b)

c)

Iasos: a) cat. n. 5; b) cat. n. 8; c) cat. n. 20

TAV. III


Tavole_IASOS_convegno:Layout 1 08/05/13 16.23 Pagina IV

TAV. IV

DONATI

- AGORÀ. THE FOUNTAINS AND THE ARCHAIC PERIOD

a)

b)

c)

Iasos: a) cat. n. 35; b) cat. n. 36; c) cat. n. 37


Tavole_IASOS_convegno:Layout 1 08/05/13 16.23 Pagina V

DONATI

- AGORÀ. THE FOUNTAINS AND THE ARCHAIC PERIOD

a)

b)

Iasos: a) cat. n. 38; b) cat. n. 38

TAV. V


Tavole_IASOS_convegno:Layout 1 08/05/13 16.23 Pagina VI

TAV. VI

DONATI

a)

- AGORÀ. THE FOUNTAINS AND THE ARCHAIC PERIOD

b)

c)

d)

e)

Iasos: a) cat. n. 39; b) cat. n. 40; c) cat. n. 41; d) cat. n. 42; e) cat. n. 4


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.