SIGILLVM

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FABRIZIA R. C. GIUFFRIDA

IDENTITÀ VISIVA PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA


Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica Diploma Accademico di Secondo Livello in graphic design indirizzo comunicazione di impresa Anno Accademico 2012/13 Candidata Fabrizia Rosa Corinna Giuffrida Relatore Gianni Latino

Progetto grafico Fabrizia Rosa Corinna Giuffrida Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza l’autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell’editore. Pubblicazione composta in Avenir, disegnato da Adrian Frutiger nel 1988. © Copyright 2014 Accademia di Belle Arti di Catania Fabrizia Rosa Corinna Giuffrida Tutti i diritti riservati www.accademiadicatania.com


IDENTITÀ VISIVA PER MIGLIORARE LA QUALITÀ DELLA VITA

SIGILLVM


INTRODUZIONE

Definire la propria identità significa, sostanzialmente, riconoscersi e farsi riconoscere all'interno del contesto sociale in cui viviamo e con cui ci relazioniamo. Oggi, questa esigenza non riguarda solamente l'individuo, ma investe aziende, città, enti pubblici ed iniziative di ogni genere. Infatti, l'attività progettuale relativa alla costruzione dell'identità visiva, conosciuta come Corporate Image, ha influenzato anche le organizzazioni non governative, non lucrative e di utilità sociale (ONLUS), appartenenti al Terzo Settore italiano, le quali hanno compreso che definire e comunicare la propria identità con gli strumenti della comunicazione visiva rappresenta il mezzo più diretto ed efficace per la socializzazione. La definizione di un'image non presuppone solamente un'operazione estetica, ma consente alle istituzioni di comunicare all'esterno la totalità delle loro esperienze e l'insieme dei loro valori.

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Un caso specifico è rappresentato dalla congregazione, di ispirazione templare, definita con l'acronimo Trust P.T.H.M. ONLUS, la quale ha avvertito la necessità di dare un volto nuovo e riconoscibile all'istituzione che rappresenta, con l'obiettivo di differenziarsi dalle numerose congregazioni religiose e, soprattutto, con la volontà di trasmettere, in modo chiaro, i suoi valori tradizionali, culturali e solidali. Il P.T.H.M. ha affidato alla sottoscritta l'incarico di costruire la propria identità visiva, a partire dalla progettazione di un nuovo marchio, da utilizzare come "Sacro Sigillum", strumento autoritario per eccellenza, orientato a tramandare antiche simbologie archetipe.

Ripercorrendo il caso del P.T.H.M., questa tesi si pone l'obiettivo di dimostrare come certi simboli, con la loro complessità e plurivalenza simultanea, abbiano conservato un persistente significato psicologico che, tutt'oggi, possiede la capacità di influenzare le rappresentazioni visive legate all'identificazione dell'individualità.

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CASE STUDY

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Le fotografie del Trust P.T.H.M. ONLUS sono Š di Salvatore Pappalardo/Gabriella Giaccone


TRUST P.T.H.M. ONLUS

Il Priorato del Tempio Hierosolimitano di Mik'ael, definito con l'acronimo TRUST P.T.H.M. ONLUS, è un'Istituzione - Congregazione di laici che osserva la Religione Cattolica e si ispira alla tradizione dell'antica Cavalleria Templare secondo la regola di San Bernardo di Chiaravalle, dove la Fratellanza e i Valori Cristiani erano posti dinanzi a tutto. Il TRUST

P.T.H.M. ONLUS è un'organizzazione assistenziale internazionale, apolitica e senza scopo di lucro, rivolta al sostegno di opere di solidarietà per migliorare la vita delle persone disagiate e povere, senza distinzione di razza, appartenenza politica o religiosa. Si impegna, inoltre, a promuovere la cultura e a difendere il libero pensiero, la libera opinione e la pace fra gli uomini.

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< Emblema del P.T.H.M. raffigurante l'Arcangelo Mik'Ael, protettore del Tempio, che doma il demonio; alle sue spalle si erge una croce patente, la quale è sormontata dalla legenda "Sancte Michael Arcangele Defende Nos in Praelio"

Il P.T.H.M. ha intitolato la propria istituzione a Mik'ael, il guerriero di Dio. L'Arcangelo Mik'ael è il capo supremo dell'esercito celeste (Princeps Militiae Caelestis - Principe delle Milizie Celesti) che ha il compito straordinario di difendere l'ordine (Libro di Daniele 10,13.21; 12,1) e di affrontare il DragoSerpente per domarlo (Apocalisse di Giovanni 12,7-8), affinchè la Luce trionfi sulle tenebre e sul Caos. Il nome Mik'ael (Michele o Ma-Ha-El) significa "Simile a Dio" o "Grande Dio" - in sanscrito, ebraico ed egiziano "MaHa" significa "grande", mentre "El" significa "Dio" - ed è conosciuto anche

come "Genio del Sole" o "Angelo del Fuoco", in quanto rappresenta la Luce interiore del mondo. Il culto dell'Arcangelo Michele, di origine orientale, si diffuse in Europa alla fine del V secolo. Nelle iconografie orientali e occidentali è comunemente rappresentato come un condottiero alato, in armatura, mentre impugna una spada fiammeggiante o una lancia con cui doma il drago, spesso raffigurato con le sembianze di demone, e una bilancia nell'altra mano, simboleggiando l'equilibrio, la giustizia e, quindi, il discernimento tra il bene e il male.

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Tra i numerosi ruoli rivestiti da Mik'ael, egli ricopre anche la funzione di psicagogo (guida dell’anima) e, mediante l'uso della bilancia, è colui che pesa le anime prima del trapasso.

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< Arcangelo Michael Guido Reni, 1636 ca., Santa Maria della Concezione, Roma

Investitura cavalleresca Atto di passaggio sacro in cui l'individuo abbandona la materia e, domando il drago interiore, abbraccia la spiritualitĂ

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^ Croce Patriarcale o di Lorena

La Croce Patriarcale, altra effigie del Priorato, fu la prima adottata dai Cavalieri Templari in Terrasanta, poi sostituita dalla Croce Patente, posizionata sul mantello bianco all'altezza del braccio sinistro.

^ Mantello P.T.H.M. con Croce Patriarcale

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^ Baussant in un affresco della Chiesa di San Bevignate, Perugia > Baussant P.T.H.M. con Croce Patriarcale

Il vexillum templi, detto anche beauceant o gonfalone baussant, rappresenta il vessillo templare dotato di una croce vermiglia su un fondo diviso simmetricamente dai colori bianco (in araldica detto argento) e nero. Il nome beauceant deriverebbe dal termine italiano balzana (da balza, fascia) che in araldica indica uno

scudo o stemma bipartito, troncato orizzontalmente da due colori pieni. Usato come punto di riferimento in battaglia e come simbolo araldico, per i Templari rappresentava l'espressione del dualismo e del sacrificio.

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SIGILLUM TEMPLI: TRA SPIRITO E MATERIA

I

n seguito all'espansione della Chiesa cristiana in Oriente, sorsero le prime confraternite di cavalieri laici a difesa della cristianitĂ . Esse furono definite Militia Christi, in riferimento alla trasposizione sul campo di battaglia della lotta spirituale contro il demonio. GiĂ San Paolo aveva parlato del combattimento mistico del soldato di Cristo, il quale venne identificato,

tra il V e VI secolo, nei componenti del clero che da secoli combattevano per la fede e, nel periodo carolingio, nel monaco che nella solitudine del monastero ingaggiava una battaglia senza tregua contro il male. Però, la vera cavalleria di Cristo, l'ordine religioso che concilia il monaco e il soldato nella figura del cavaliere, fu indubbiamente rappresentata dai Templari.

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Templum Domini la Cupola della Roccia, Gerusalemme

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Fulcro dell'unione di due classi sociali e due modi di vivere differenti, i cavalieri del Tempio furono protagonisti in prima linea dell'evento centrale di tutta la storia medievale: le Crociate. L'Ordine religioso-militare del Tempio fu fondato, intorno al 1120, con lo scopo di difendere i pellegrini e preservare i luoghi della cristianità. La sua nascita si deve ad alcuni nobili cavalieri dell'ordine equestre che, pieni di devozione, si consacrarono al servizio di Cristo giurando di vivere sempre secondo l'uso dei canonici regolari, nella castità, nell'obbedienza e senza possedere beni propri. I primi e i più noti di loro furono Hugues de Payns, primo Maestro dell'Ordine, e Godefroy de Saint-Omer. Dal momento che essi non avevano né una chiesa né una sede stabilita, re Baldovino II

di Gerusalemme concedette loro di alloggiare per un tempo limitato nel suo palazzo, appartenuto al re Salomone, situato accanto al Tempio del Signore (Templum Domini, la Cupola della Roccia), sede del leggendario Tempio di Salomone. I canonici del Templum Domini concessero anch'essi parte del loro spazio ai cavalieri, per permettergli di svolgere i loro esercizi. Nel 1120, Baldovino II consegnò definitivamente il suo palazzo, al-Aqsa, a Hugues de Payns e ai suoi compagni, i quali adottarono l'effigie del Templum Domini per identificare la loro sede spirituale e, evidentemente, per citare il Tempio di Salomone come sede simbolica dell'Ordine, diventando così i “poveri cavalieri del Tempio di Salomone”.

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Sino alla metà del XII secolo, il sigillo magistrale dei Templari era caratterizzato da una bolla di piombo o d'argento, rotonda e bifacciale, su cui comparivano impressi: da un lato la Cupola della Roccia, accompagnata dalla legenda “de Templo Christi”, e dall'altro i due cavalieri armati su un solo cavallo, attorniati dalla scritta “Sigillum Militum” o “Sigillum Militum Xpisti”. Le due facce della bolla, in seguito, diedero vita a due sigilli differenti. L'ispettore delle zone d'Occidente, istituito nel 1164, da quel momento prese come sigillo i due cavalieri, mentre il gran maestro conservava

quello che veniva chiamato la tube, deformazione di kuba (“cupola”). Il termine “tube”, a partire dal 1225, fu impiegato poi come sinonimo di sigillum all'interno delle legende che accompagnavano le effigi. La Bulle, o Boule (“palla”), era la matrice d'argento che serviva a generare l'impronta. Essa era composta da due parti, unite sui fianchi da una cerniera dentro la quale veniva colato il piombo al fine di modellare il sigillo. Il sigillum veniva custodito gelosamente all'interno di una borsa di cuoio, detta Bourse, chiusa da tre serrature, le cui chiavi erano conservate,

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^ Sigillum con i due cavalieri e la Cupola della Roccia

rispettivamente, dal maestro e da altri due alti dignitari templari. Durante l'assenza del maestro, il siniscalco o il luogotenente ne potevano disporre e quando il magistero era vacante per la morte del titolare, la matrice era tutelata dal precettore finché non veniva eletto il successore. Come il Baussant (il vessillo del Tempio), anche la bulle e la bourse erano considerati oggetti sacri, infatti, se avessero subito gravi danni, il Templare responsabile veniva condannato alle pene più severe, come la perdita dell'abito per un anno.

Ogni dignitario dell'Ordine, dal maestro a un qualsiasi Templare detentore di un incarico di comando, era autorizzato ad utilizzare un sigillo personale con un dischetto ufficiale o, più frequentemente, istoriato col blasone di famiglia. Questo controsigillo, chiamato “signetum secretum”, veniva attaccato alla matrice principale e conservato anch'esso nella borsa. Al Templare che rivestiva due incarichi erano assegnati due differenti sigilli da usare, alternativamente, a seconda dell'attinenza del documento all'una o all'altra funzione.

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Nella sigillografia templare è possibile distinguere due periodi: il primo, dalla nascita dell'Ordine alla metà del XIII secolo, caratterizzato da sigilli generici; il secondo, dalla metà del XIII secolo alla sospensione dell'Ordine, caratterizzato da sigilli specifici per ogni insediamento templare. Questo mutamento, probabilmente, avvenne in seguito al Concilio di Lione (indetto nel 1245 da papa Innocenzo IV) durante il quale venne stabilito che, per migliorare le gestioni amministrative e contabili, ogni abate, priore o dignitario degli Ordini religiosi doveva autenticare personalmente ogni documento finanziario emesso nella sua giurisdizione e, in caso d'insolvenza, doveva assumersene la responsabilità .

Dal centinaio di sigilli ritrovati su documenti appartenenti all'Ordine del Tempio, si evince che i Templari preferivano l'uso di matrici a forma circolare e che i loro cappellani, come il resto del clero, usavano i sigilli a mandorla.

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Come avveniva già nelle cancellerie reali e papali, anche i Templari usavano cere di colori diversi a seconda dell'argomento trattato negli atti: la cera verde, la più comune, era usata per sigillare gli originali di contratti perpetui, atti di vendita o cessioni di beni; quella gialla, o cera naturale, sigillava la corrispondenza usuale e le convenzioni a breve scadenza; i sigilli scuri o bruni si trovavano sulle copie degli atti e sulle riconferme di contratti precedenti; la cera rossa era riservata ai documenti relativi alla Regola e agli atti di giustizia; infine, la cera nera si usava per le proteste, i reclami e i contenziosi.

L'uso del sigillo di cera con i due cavalieri armati su un solo cavallo venne concesso a quanti erano delegati dal maestro (procuratori, luogotenenti, precettori, ecc.) a trattare in sua vece gli affari inerenti la vita delle case templari europee. Questo tipo di marchio, in qualche documento, viene definito “sigillum consuetum”. Oltre a rappresentare i due campi d'azione dell'Ordine (Oriente e Occidente), simbolicamente raffigurava il dualismo presente nella figura del monacoguerriero Templare. Un altro sigillo molto diffuso era l'Agnus Dei o, come lo definiscono gli araldisti, “Agnello Pasquale” circondato dalla legenda “Sigillum Templi”.

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< Abraxas Pantea simbolo d'origine gnosticomitraica che rappresenta la mediazione tra l'umanitĂ e il dio sole; nella tradizione persiana esso simboleggia l'unione tra bene e male

Nell'Ordine del Tempio esistevano incarichi che richiedevano specifici sigilli, come quelli dei tesorieri o dei visitatori. Un esempio particolare è rappresentato dall'unico sigillo appartenuto a un cappellano templare pervenutoci sinora: l'incisione, su campo a mandorla, mostra il Pellicano che si lacera il petto per nutrire i suoi piccoli, raffigurati all'interno di un calice circondato da un serpente insidioso, simbolo del Cristo ed espressione del mistero dell'Eucarestia. Un curioso controsigillo è quello raffigurante l'Abraxas Pantea, una figura mitologica mostruosa

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< Pellicano Sigillum Templi

rappresentata con la testa di gallo, il busto d'uomo a torso nudo e le gambe formate da due serpenti; in una mano regge uno scudo e nell'altra tiene un frustino. L'Abraxas è circondato da sette stelle e, a volte, dalle lettere greche iota, alpha, omega. Quando è usato da sigillo, esso compare insieme alla legenda “Secretum Templi”, interpretata sia in riferimento ai segreti dell'Ordine, sia in relazione alla traduzione latina “Tesoreria del Tempio”.

Poiché il patrimonio documentaristico dell'Ordine del Tempio è andato perduto all'epoca della sua sospensione, non è possibile rintracciare numerose testimonianze. Ad oggi, i ritrovamenti contano circa un centinaio di sigilli templari, ma non tutti sono stati attribuiti in modo certo all'Ordine o ai suoi precettori.

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Ecco il Vaso di vita, ecco il catino Ove Gesù nel vespero pasquale Ai Dodici versò l’ultimo vino… Quindi per alta grazia un’assemblea Di Puri s’ebbe lo smeraldo sculto In custodia e di loro il mondo ardea. G. D’Annunzio Merope - La canzone del Sangue

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IL NUOVO VOLTO DI UN'ANTICA TRADIZIONE Oggi, il Magnum Magisterium del P.T.H.M. ha posto la propria immagine in esame per dare un volto nuovo e riconoscibile all'istituzione che rappresenta, con l'obiettivo di trasmettere i valori tradizionali all'interno di una realtĂ contemporanea che, sempre piĂš, ha la necessitĂ di distinguere le numerose congregazioni di ispirazione templare.

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IL CONCEPT

La moodboard, raffigurata nella pagina successiva, raccoglie e individua i diversi elementi presi in considerazione per la creazione del marchio. Le caratteristiche che, infine, sono state incluse nel marchio hanno l'obiettivo di riassumere, in una combinazione di forme e intrecci, i simboli pi첫 caratteristici e importanti che rappresentano la tradizione, i valori e le conoscenze custodite dall'antica Cavalleria Templare.

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01/ Spada/ Lama/ Guerriero/ Croce/ 2x3

02/ Croce Patriarcale/ INRI/ Materia+Spirito/ 2x3

03/ Sigillo/ Firma/ Tipario/ Ceralacca/ Materia+Spirito

04/ Stella di David/ Sigillo di Salomone/ Esagramma/ 2x3/ Opposti/ UnitĂ / Lama+Calice/ Materia+Spirito/ 4 Elementi/ Maschile+ Femminile 05/ Otto/ 4+4/ Infinito/ Perfezione/ Equilibrio/ Simmetria/ Rinascita/ Rigore/ Regola/ Legge

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06/ Mik'Ael/ Arcangelo/ Guerriero di Dio/ Equilibrio/ Giustizia

07/ Nomen Mariae Monogramma/ Simmetria/ 2x3

08/ Calice/ Graal/ Maria Maddalena

09/ Croce rossa+Mantello bianco/ Monaco-Guerriero

10/ Beauceant/ Bianco+Nero/ Opposti

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CONCEPT'S KEYWORDS

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SPADA CROCE SIGILLO MONOGRAMMA MIK'AEL MARIA CALICE LAMA ROSSO BIANCO NERO

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ELEMENTI DELLA CORPORATE IMAGE

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IL MARCHIO

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KEYWORDS/ SPADA CROCE MONOGRAMMA MIK'AEL MARIA CALICE LAMA

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^ Croce Patriarcale

^ Monogramma

Il marchio del Prioratus Templi Hierosolimitani Mik’Aelis si compone di due parti, orizzontalmente simmetriche, la cui porzione superiore è caratterizzata da una croce a due braccia che attraversa la parte inferiore, dov’è collocato il monogramma “M”.

I due simboli sono stati ricavati dalla modifica delle lettere capitali “I” ed “M” del carattere tipografico transizionale “Times New Roman” (creato da Stanley Morison e Victor Lardent, nel 1931, distribuito dalla fonderia Monotype), dotato di grande leggibilità ed eleganza. Questa scelta ha l’obiettivo di richiamare, stilisticamente, le proporzioni armoniche tipiche della geometrizzazione classica, puntando ad una sintesi visiva resa chiara dai tratti terminali, o grazie, delle lettere.

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> Times New Roman Stanley Morison e Victor Lardent, 1931

Times New Roman ABCDEFGHIJKLMNO PQRSTUVXYZ abcdefghijklmno pqrstuvxyz 1234567890 |!”£$%&/()=?^;,:._-’\

> Lettere usate per costruire la croce e il monogramma, composte in Times New Roman

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^ Griglia modulare triangolare

^ Sovrapposizione delle due griglie

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^ Costruzione del marchio sulla griglia

Gli elementi grafici sono costruiti e assemblati su due griglie modulari triangolari, speculari e sovrapposte verticalmente, composte rispettivamente da quattro triangoli ciascuna.

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^ Taglio della lettera "I" Times New Roman (1931), e modifica della porzione inferiore

La croce a due braccia, detta “patriarcale”, è ottenuta dall’intersezione di tre “I” di diverse lunghezze, i cui lati risultano anch’essi speculari. L’asta verticale della croce, inoltre, rappresenta la spada, costituita da un’elsa e da una lama appuntita.

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^ Sovrapposizione degli elementi ottenuti

^ Spada/Croce

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> Taglio delle aste trasversali della lettera "M" Times New Roman (1931)

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v Prolungamento dell'asta trasversale, aggiustamento dello spessore delle aste e riflessione della porzione sinistra della lettera

Il monogramma, caratterizzato dalla lettera “M” e raffigurante l’iniziale di “Mik’Ael”, è stato modificato al fine di rievocare il simbolo del vaso, o calice, legato al Sacro Graal e alle iniziali “V” ed “M” in riferimento alla Vergine. La “M” è stata tagliata verticalmente, al centro delle aste trasversali spezzate, mantenendo la presenza esclusiva del lato sinistro della lettera. L’asta trasversale spezzata sinistra è stata prolungata verso il basso, affinchè corrispondesse al doppio dell’altezza dell’asta verticale discendente, dando vita alla lettera “V”.

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IL LOGOTIPO

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PRIORATVS TEMPLI HIEROSOLIMITANI MIK'AELIS

TRUST •P•T•H•M• ONLUS

^ Logotipo

^ Logotipo alternativa

Per il logotipo è stato scelto un carattere lapidario romano, sobrio ed elegante, senza tempo, che potesse esprimere i concetti di classicità ed essenzialità, ma anche di tradizione e modernità insieme. I Templari, realmente, usavano per i loro artefatti la minuscola carolina, uno stile di scrittura creato durante la rinascita carolingia e messa a punto, in seguito,

dai monaci benedettini francesi di Corbie. Nel dettaglio, si tratta di una scrittura semicorsiva piccola, elegante e accurata, ma troppo elaborata per essere letta in casi di riduzioni. I caratteri gotici medievali, successori storici della minuscola carolina, sono stati esclusi a priori poichè le lettere sono troppo alte, strette e vicine tra loro e hanno tratti troppo spessi

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Trajan Pro ABCDEFGHIJKLMNO PQRSTUVXYZ abcdefghijklmno pqrstuvxyz 1234567890 |!”£$%&/()=?^;,:._-’\•

^ Legenda per il sigillo istituzionale

^ Trajan Pro Carol Twombly, 1989

(sono, infatti, denominate black letter), risultando di difficile lettura. È evidente che, rispetto ai segni della scrittura carolina o di quella gotica, i caratteri lapidari (o romani antichi), oltre a rispecchiare le caratteristiche desiderate, risultano molto più leggibili e precisi anche in casi di riduzione estrema.

Il Trajan Pro, utilizzato per la composizione del logotipo, è un carattere tipografico disegnato da Carol Twombly, nel 1989, basato sulla capitalis monumentalis della Colonna Traiana di Roma.

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IL SIGILLUM

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^ Sigillo versione 1

^ Sigillo versione 2

Il sigillo istituzionale è costituito dalla legenda "Prioratus Templi Hierosolimitani Mik'aelis", composta in Trajan Pro, distribuita circolarmente intorno al marchio. La sua forma intende richiamare gli antichi sigilli templari, per costruzione e distribuzione degli elementi. Così, è stata aggiunta una Croce Patente, in alto, al centro della dicitura

ed è stata sostituita la lettera "U" con la "V" dello stesso alfabeto. A seconda delle funzioni, sono state realizzate due versioni del sigillo. La prima serve per la realizzazione di oggetti tridimensionali come anelli, spille e simili. La seconda, più semplice, serve per le applicazioni all'interno degli artefatti grafici.

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< Sigillo versione 2, Griglia di composizione

< Sigillo versione 1, Griglia di composizione

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AREA DI RISPETTO

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v Marchio L'area di rispetto è calcolata sulla base della distanza [u1] tra la grazia della lettera "M" e l'asta verticale della croce

u1

L'area di rispetto è un elemento indispensabile per garantire la leggibilità del marchio quando è affiancato da elementi esterni ad esso. Sono state utilizzate tre unità di misura diverse. La prima unità [u1] richiama la distanza che va dal bordo esterno dell'asta verticale della croce alla grazia posta sulla parte superiore del monogramma. La seconda riprende la distanza dalla circonferenza interna a quella esterna del sigillo. La terza è calcolata rispetto alla distanza esistente tra il marchio e la dicitura su tracciato. Quando marchio, logotipo o sigillo sono affiancati da marchi di altre istituzioni, l'area di rispetto deve misurare il doppio per ogni unità.

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> Marchio e logotipo L'area di rispetto è calcolata sulla base della distanza [u1] tra la grazia del monogramma e l'asta verticale della croce

u1

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> Marchio e logotipo Alternativa L'area di rispetto è calcolata sulla base della distanza [u1] tra la grazia del monogramma e l'asta verticale della croce

u1

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v Sigillo versione 1 L'area di rispetto è calcolata secondo le dimensioni [u2] che vanno dal cerchio interno a quello esterno del sigillo, contenenti la dicitura

v Sigillo versione 2 L'area di rispetto si calcola in base alla distanza [u3] tra il marchio, centrato, e la dicitura che lo circonda

u3

u2

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RIDUZIONI

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120 px

30 mm ^ Riduzione minima per la stampa

^ Riduzione minima per lo schermo

In caso di riduzioni, per evitare che il marchio risulti illegibile, in parte o totalmente, è necessario che questo non superi determinate proporzioni. I canoni della leggibilità sono differenti per la stampa e per lo schermo, in quanto utilizzano unità di misura diverse e, quindi, proporzioni visive completamente dissimili. Per la stampa vengono utilizzate misure

metriche (calcolate in millimetri), mentre per lo schermo vengono utilizzate misure ottiche (calcolate in pixel).

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110 px

28 mm ^ Riduzione minima per la stampa

^ Riduzione minima per lo schermo

Nel caso del sigillo, in particolare, è fondamentale che le lettere della dicitura, poste intorno al marchio, siano chiare e leggibili. Se cosÏ non fosse, la produzione di artefatti, incisioni e simili, risulterebbe esteticamente sgradevole e poco comprensibile. Per ottenere un risultato di stampa ottimale, in riduzione o ingrandimento, è consigliabile l'uso del file vettoriale.

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32 px

10 mm

26 px

6 mm

19 px

6 mm ^ Riduzione minima per la stampa

^ Riduzione minima per lo schermo

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77 px

20 mm

77 px

20 mm ^ Riduzione minima per la stampa

^ Riduzione minima per lo schermo

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CARATTERE ISTITUZIONALE

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> Baskerville John Baskerville, 1757

Baskerville

ABCDEFGHIJK abcdefghijklmno 1234567890 |!”£$%&/()=?^ Il carattere istituzionale è un altro strumento importantissimo volto a garantire la coerenza e la riconoscibilità dell'istituzione. L'uso di caratteri alternativi non è consentito poichè altererebbe tali fini.

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KLMNOPQRSTUVXYZ opqrstuvxyz

^;,:._-’\ Il carattere istituzionale del P.T.H.M., da usare nelle sue varie versioni suddivise per pesi e stili, è il Baskerville. Il suo uso è fondamentale per la costruzione di testi e titoli istituzionali.

Il Baskerville è un carattere serif, classificato come transizionale, disegnato da John Baskerville nel 1757 con l'obiettivo di creare forme tipografiche che rispecchiassero gli ideali di perfezione, raffinatezza e semplicità, al fine di trasmettere l'eleganza della tradizione.

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ROMAN

Lupta ipsunt eosandis enda quos alignimi, sin reius

SEMIBOLD

Lupta ipsunt eosandis enda quos alignimi, sin reius

ITALIC

Lupta ipsunt eosandis enda quos alignimi, sin reius

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Boria quiae cus a nobitio. Itatiam am im que odignatur aspid quibus ab in pedipsu ntemollorunt fugit ommodignatem verferae et dolores tiiscit labore serspicipsam int.

Boria quiae cus a nobitio. Itatiam am im que odignatur aspid quibus ab in pedipsu ntemollorunt fugit ommodignatem verferae et dolores tiiscit labore serspicipsam int.

Boria quiae cus a nobitio. Itatiam am im que odignatur aspid quibus ab in pedipsu ntemollorunt fugit ommodignatem verferae et dolores tiiscit labore serspicipsam int.

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SEMIBOLD ITALIC

Lupta ipsunt eosandis enda quos alignimi, sin reius

BOLD

Lupta ipsunt eosandis enda quos alignimi, sin reius

BOLD ITALIC

Lupta ipsunt eosandis enda quos alignimi, sin reius

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Boria quiae cus a nobitio. Itatiam am im que odignatur aspid quibus ab in pedipsu ntemollorunt fugit ommodignatem verferae et dolores tiiscit labore serspicipsam int.

Boria quiae cus a nobitio. Itatiam am im que odignatur aspid quibus ab in pedipsu ntemollorunt fugit ommodignatem verferae et dolores tiiscit labore serspicipsam int.

Boria quiae cus a nobitio. Itatiam am im que odignatur aspid quibus ab in pedipsu ntemollorunt fugit ommodignatem verferae et dolores tiiscit labore serspicipsam int.

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COLORI ISTITUZIONALI

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Il colore istituzionale è il rosso porpora, in riferimento al colore della ceralacca usata anticamente per sigillare i documenti ufficiali.

Il marchio, oltre alla versione a colori, può essere usato in nero o grigio.

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C30 M100 Y100 K0 R192 G39 B45

#C0272D

PANTONE速 484 C - SOLID COATED

Scala di grigi K79

#5A5B5D

Nero K100

#000000

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AMBITI APPLICATIVI

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CONCLUSIONI

A conclusione di questo percorso di ricerca, riflessione e sperimentazione, la tradizione simbolica ha rappresentato il punto focale dello sviluppo di una corporate image funzionale e capace di esprimersi per mezzo di segni dotati di un valore visivo che supera le normali qualità formali. Comunicare contemporaneamente le diverse funzioni sociali del Trust P.T.H.M. ONLUS è stato un impegno di grande responsabilità, in quanto, da secoli, le effigi templari, caratterizzate da una grafica prettamente figurativa, hanno avuto l'obiettivo di racchiudere in sé il dualismo del monaco-guerriero, insieme ai differenti significati simbolici legati al percorso storico, religioso, filosofico, morale e sociale della loro tradizione. La difficoltà progettuale maggiore è stata quella di conciliare in pochi segni, essenziali e riconoscibili, l'insieme dei simboli più importanti della tradizione templare: la Croce, la Spada, l'Arcangelo Mik'ael, Maria Maddalena, la Vergine e il Vaso (Sacro Graal).

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Perciò, spiritualità, materia, sacrificio e coraggio si fondono in un marchio che non rappresenta un semplice vessillo, ma, oggi come allora, si propone l'obiettivo di descrivere l'impegno sociale e assistenziale dell'organizzazione, rivolto alla difesa del libero pensiero e al miglioramento della vita delle persone disagiate e povere, senza distinzione di razza, appartenenza politica e religiosa. In questo contesto, il marchio, per mezzo di segni coerenti e riproducibili, ha saputo adattarsi alle esigenze comunicative dell'organizzazione, relative, soprattutto, alla certificazione dell'autorità che essa rappresenta attraverso l'impressione del Sigillum. Il momento progettuale dell'identità visiva costituisce, infatti, il punto di partenza da cui scaturisce il risultato di tutte le future attività di comunicazione dell'organismo che, col tempo e in relazione alle necessità funzionali, andranno sviluppandosi. Trasmettere determinati valori simbolici all'interno della realtà contemporanea

non è affatto semplice, quindi, sarà necessario definire un insieme di pratiche comunicative al fine di creare un sistema relazionale in continua evoluzione, basato su canali molteplici, legati alla socializzazione, alla condivisione e alla narrazione delle attività culturali e assistenziali dell'organizzazione.

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