04 luglio agosto 2013

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CULTURA nelle 20 REGIONI ITALIANE

Rivista20 N°4- luglio-agosto 2013 arte e cultura

Giacomo Soffiantino

Guttuso, De Chirico, Fontana e Carrà a Genova

Premio Il Segno 2013

http://premioilsegno.jimdo.com/

Raffaello e Perugino a Perugia Edito dal Centro Culturale ARIELE


Pw

Enzo Briscese opere 2013

Rivista 20 MENSILE DI INFORMAZIONE CULTURALE

Direttore responsabile: Roberto Borra

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Paesaggio Praghesei - tecnica mista su tela

Caporedattore: Nicoletta Balani Art director: Giovanna Alberta Arancio Redazione: Gianguido Oggeri Breda Paolo Durandetto Valentina Savastano Virgilio Patarini Emanuela Romano Michele Govoni Angelo Andriuolo Ilario D’Amato Annamaria Parlato Maria Arcella Tommaso Evangelista Vanessa Rusci Laura Coppa Valentina Grecco Francesco Mastrorizzi Impaginazione: Enzo Briscese Ludovico Operti Segreteria: Rosaria Di Dio ----------------------------------------------------------

Rivista20 del Centro Culturale Ariele Presidente: Enzo Briscese Vicepresidente: Giovanna Alberta Arancio -----------------------------------------------------

natura morta - tecnica mista su tela


L’editoriale di Roberto Borra

100+100 ARTISTI CERCASI

L’universo artistico attuale è quanto di più magmatico e spaesante ci sia dato immaginare e dunque il fiorire di ogni iniziativa volta a circoscriverne un aspetto o a rappresentarne una prospettiva identificabile appare evento meritorio. La mostra dal titolo “Esposizione Artistica Italiana”, che si inaugurerà il 7 novembre al Museo di Scienze Naturali di Torino ed organizzata dal Centro Culturale Ariele, è il risultato in divenire di un’approfondita indagine esplorativa. Si tratta di una ricerca sulla vitalità dei linguaggi artistici attuali e sul complesso intreccio di relazioni che la pittura intrattiene con altre forme d’arte quali ad esempio la scultura,la fotografia, la grafica, il digitale. La selezione rigorosa dei partecipanti alla mostra è ancora aperta e dunque attendiamo di completare il drappello degli artisti protagonisti anche grazie alle segnalazioni di curatori, critici e collaboratori sparsi su tutto il territorio nazionale. Va ricordato che l’avvenimento si propone come primo passo di un lungo percorso itinerante

che nel tempo coinvolgerà le 20 regioni d’Italia creando di anno in anno nuovi eventi espositivi. In concomitanza con la mostra “Esposizione Artistica Italiana” uscirà un numero speciale in cartaceo della Rivista20 che per l’occasione avrà una nuova moderna veste grafica ed un diverso profilo editoriale. Ogni artista disporrà di un’intera pagina della rivista; nel contesto museale gli sarà riservato un video fotografico con una trentina delle sue opere visionabili presso gli schermi diffusi organicamente nelle sale del Museo. Sarà un’occasione speciale per dare meritata visibilità e significativo sostegno all’opera degli artisti creando un contatto diretto con i collaboratori della rivista, con gli amanti e i professionisti dell’arte. Attendiamo suggerimenti per sostanziare sempre più la rivista e segnalazioni di validi artisti per valorizzare l’impegno partecipativo che caratterizza l’Esposizione Artistica Italiana. Abbiamo in serbo ambiziose iniziative in corso e novità importanti e siamo certi che ognuno di voi, interagendo con i nostri progetti, possa dare ad essi un apporto significativo. E’ realizzabile creare sinergie e collaborazioni diventando una sorta di imprenditori di se stessi capaci di rapportarsi con gallerie, associazioni culturali , riviste di settore, al fine di promuovere la propria arte attraverso una metodologia organica e il più possibile multidisciplinare. Con quest’ottica lavora il Centro Culturale Ariele, in virtù del suo qualificato background nonché di una capillare rete di contatti istituzionali e di collaborazioni artistiche.

Museo di Scienze Naturali di Torino Via Giolitti, 36 - www.mrsntorino.it


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

PIEMONTE

Assessore Michele Coppola

Il Cavalier calabrese - Mattia Preti 16/05/2013 - 15/09/2013

Tra Caravaggio e Luca Giordano In occasione del quarto Centenario della nascita dell'artista calabrese Mattia Preti, su iniziativa della Regione Calabria e in accordo con il Comitato per le celebrazioni del IV Centenario della nascita di Mattia Preti presieduto dal noto critico e storico dell'arteVittorio Sgarbi, La Venaria Reale promuove una grande mostra: Il Cavalier calabrese Mattia Preti. Tra Caravaggio e Luca Giordano. La mostra, allestita nelle Sale delle Arti della Reggia di Venaria dal 16 maggio al 15 settembre 2013, propone un'importante selezione di opere del pittore calabrese, uno dei maggiori esponenti dell'arte italiana del Seicento, nominato "Cavaliere di Malta" da papa Urbano VIII. Il percorso espositivo della mostra, ideato da Vittorio Sgarbi e da Keith Sciberras, professore di Storia dell'Arte all'Università di Malta, si snoda attraverso oltre 40 capolavori provenienti da circa 25 prestigiose collezioni pubbliche e private, italiane, maltesi e inglesi, presentati insieme ad importanti dipinti di Caravaggio e Luca Giordano che documentano le fonti, le influenze e gli esiti dell'originale ricerca pittorica di Preti. La mostra è infatti aperta da una delle opere più note di Caravaggio: il Riposo durante la fuga in Egitto, proveniente dalla Galleria Doria Pamphilj di Roma, datata al 1595-1596. Quest'opera giovanile realizzata dal genio lombardo da poco arrivato a Roma, di straordinaria novità e qualità inventiva, contiene in nuce il "naturalismo" che tanta influenza avrà sulla pittura successiva. In occasione della mostra di Preti, La Venaria Reale è orgogliosa di presentare al suo pubblico questo straordinario capolavoro di Caravaggio proveniente da una delle collezioni private più famose al mondo Mostra in collaborazione con Regione Calabria e Comitato per le celebrazioni del IV Centenario della nascita di Mattia Preti. Realizzata dal Consorzio di Valorizzazione Culturale La Venaria Reale, con il supporto della Repubblica di Malta. A cura di Vittorio Sgarbi e Keith Sciberras. DOVE: Sale delle Arti, I piano QUANDO: Dal 16 maggio al 15 settembre 2013 I giorni di visita sono i medesimi della Reggia. Dal 18 giugno al 18 agosto la mostra è aperta con gli orari estivi che prevedono ingressi anche in tarda serata. COME: biglietto per la mostra e biglietto “Tutto compreso”.

Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Venaria Reale


Il collezionista di meraviglie. L’Ermitage di Basilewsky dal 7 giugno al 13 ottobre 2013

Il Museo Civico di Torino fu istituito dall’Amministrazione Comunale e aperto al pubblico nel 1863. Dal suo nucleo originario, inizialmente situato in via Gaudenzio Ferrari, nei pressi della Mole Antonelliana, si sono sviluppati la Galleria Civica d’Arte Moderna (1895) e il museo di Palazzo Madama (1934). Le sue collezioni hanno largamente contribuito alla nascita del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano (1938) e del Museo d’Arte Orientale (2008). La ricchezza del suo patrimonio si deve, oltre che alle ininterrotte campagne di acquisto da parte della città, anche ai doni di grandi collezionisti e conoscitori come Emanuele d’Azeglio (1816-1890), Leone Fontana (1836-1905), Ettore de Fornaris (1898-1978). Per celebrare i 150 anni di vita dei Musei Civici torinesi Palazzo Madama propone una mostra che è un omaggio al grande collezionismo, dedicata a Alexander Basilewsky, figura eminente della storia ottocentesca del collezionismo europeo, grazie alla collaborazione con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo. La mostra propone un percorso attraverso l’arte europea del Medioevo e del Rinascimento, con una selezione di ottantacinque opere, provenienti dalla collezione di Alexander Basilewsky, molte delle quali mai più esposte in Occidente da quando lasciarono la Francia nel 1885. La possibilità di ammirare a Torino una selezione della collezione Basilewsky, da sempre custodita nelle sale dell’importante istituzione museale russa, è la prima di una serie di scambi culturali che fa seguito a un protocollo di collaborazione, siglato a Torino a febbraio 2012, tra la Città di Torino, la Fondazione Torino Musei e il Museo Emitage, poi ratificato ufficialmente il 15 novembre scorso con l’Accordo di Cooperazione tra la Città di Torino e il Governatorato di San Pietroburgo. Un accordo di collaborazione che consente un inedito confronto sul terreno della ricerca e su quello della valorizzazione dei grandi patrimoni museali pubblici, una delle radici identitarie della storia e della memoria culturale dell’Occidente.

PALAZZO MADAMA - MUSEO CIVICO D'ARTE ANTICA Piazza Castello - 10122 Torino - t +39 011 4433501 http://www.palazzomadamatorino.it/ Orari Museo Da martedì a sabato: ore 10-18 / domenica: ore 10-19 - Chiuso il lunedì. La biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso libero il primo martedì del mese (se feriale). Orari Scalone e Corte Medievale Ingresso libero e gratuito - Da martedì a domenica 9-19 - Chiuso il lunedì. Biglietto unico valido tutto il giorno per le collezioni permanenti e per le mostre temporanee: intero € 10 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito di Palazzo Madama


GIACOMO SOFFIANTINO

L’arte, umile dentro il mistero Nello studio di Giacomo Soffiantino. I suoi lavori recenti come sempre una sorpresa. Mi trovo di fronte a una complessità non ostentata; grande pittura che, contro ogni concessione formalistica, nasce da idee e da emozioni, da intensa e sofferta partecipazione agli eventi del mondo. “Il mistero della vita deve entrare nella pittura”, mi dice Giacomo ed è professione di modestia. La pittura non tenta spiegazioni; del mistero dà soltanto incerti indizi per simboli. I simboli nei dipinti di Giacomo inevitabilmente riguardano la natura e l’uomo che intrecciano le loro vicende. La natura: boschi (l’intrico degli itinerari di vita) , sorgenti (nascita della vita dal profondo e il suo scorrere), conchiglie (altro simbolo del nascere), frammenti (in ogni cosa ci sono il tutto e il nulla, il passato e il presente), aperture di cielo (quel poco che l’uomo riesce a vedere nel mistero), distese marine (l’orizzonte che mai si raggiunge), luce (che è anche calore come condizione di esistenza delle cose). La luce non ha una fonte esterna d’irradiazione; nasce lentamente da profondità e si espande sulle cose. La luce è presenza indiretta dell’uomo come gli alberi. “L’albero come l’uomo che si trasforma nel tempo, è il ciclo della vita” , mi dice Giacomo. È il tempo che ha come simboli anche teschi, bucrani, fossili, su vie che

non si sa dove conducano. Rovine, collage di frammenti di vecchi manoscritti. Nelle opere l’uomo e le sue vicende sono presenti senza comparire come immagini. Il bosco è folla di uomini. Contrasti, inevitabilmente La natura richiama sempre l’uomo: natura da contemplare, da vivere nell’ esplorazione di segreti e di-meraviglie. La natura è anche crudele violenza, fino alle catastrofi, della terra, dell’ acqua, del cielo. La rappresentazione diretta dell’uomo è nelle mani con molti significati: strumenti per operare, accoglienza e solidarietà; mani che porgono aiuto e affetto ma anche opprimono e uccidono. Nei dipinti del 2009, protagonista il terremoto dell’ Abruzzo, le mani sono anche invocazione di uomini sepolti e segni di morte. Giacomo non isola i simboli per non occultare esperienze di perdite e di morte. È forza morale la capacità di fare entrare nella pittura tutta la realtà: luminosità della natura, gioia del partecipare alle


La lettera 2008 olio su tela cm 90x80

meraviglie della vita ma anche teschi, bucrani, rovine, frammenti di architettura, oscurità del sottosuolo. Ho sempre riconosciuto a Giacomo, e ne ho scritto dalla mia prima presentazione della sua mostra alla Bussola (nel 1983), il merito dell’ antiformalismo, che è alla base dell’inscindibile presenza nelle sue opere della vita e della morte. La particolare poesia della pittura come la scrittura poetica ha la coazione a esplorare situazioni e sentimenti, a non isolare. I fatti della vita incontrano inevitabilmente tragedie e morte, e partecipa¬no all’assolutezza del tutto e del nulla. Nel possesso c’è la perdita. Nel discorrere delle sue opere ho ricordato a Giacomo quello che mi disse una volta Lucio Fontana: “L’arte quali siano le cose e i sentimenti che esprime è esperienza di silenzio per l’artista e per chi guarda le opere”. Nel silenzio sensibile al mistero si sperimenta la vitalità delle opere di Giacomo.

Albino Galvano [ ....] del pittore che, al primo approccio può invece sembrare polemico e contestatore. Osservando meglio i quadri, si constata però che Soffiantino, pur essendo antitradizio¬nalie e aggiornato alle tecniche più avanzate, si tiene lontano da qualsiasi intenzione provocatoria per attenersi esclusiva-mente alla buona pittura. Lo stile sempre spontaneo rimane tale anche quando l’artista si abbandona alla descrizione di immagini dissociate o irrazionali. Anzi, è proprio forse in questi abbandoni che Soffiantino manifesta la sua genuina voca¬zione. Ecco perché le composizioni più ardite, dove i rapporti fra vuoti e pieni e i toni dei colori si muovono sul filo di un equi¬librio appena percettibile, sono sempre contrassegnate dall’impronta di un’arte sicura, meditata, convincente, coltivata silenziosamente e caparbiamente.

ARTURO CARLO QUINTAVALLE, Panorama, LUIGI CARLUCCIO, presentazione nel catalogo 8giugno 1982. della mostra alla Galleria La Ghirlandina, Modena, Immensa è la voluttà nascosta tra questi residuati, febbraio 1982. tra queste immagini altere, truccate da povere. “Tutti i “Giacomo Soffiantino non provoca nessuno”, scrive vizi alla moda vengono giudicati virtù”, annotava


Molière. Tutti gli strilli pittorici assordano gli orecchi e fanno solo mercato. Soffiantino invece ama il sussurro, il gesto ripiegato, il segreto che c’è nell’oggetto. Ed il magico, l’irreale, l’improponibile nascono dal vero, dal verissimo, addirittura dall’usuale. Chi è esperto di malinconie, sa perfettamente come la malinconia diventi, a lungo andare, un male inguaribile. Ma vi è una malinconia degli oggetti che solo un pittore sa spiegare e restituire. Soffiantino vi riesce, in punta di piedi. E ci dice che anche gli oggetti si ammalano. A poco a poco, tacendo, svuotandosi, rnutando posizione per una caduta, uno spostamento provocato da mano umana.

GIOVANNIARPINO, “Atlante Fantastico”, Stamperia del Borgo Po, Torino, 1983.

tondo 1968 aqf

643x497 mm

La vetrata nello studio n2 1978 aqf e aqt 400x295 mm

Dunque l’assenza di prospettiva trova conferma nelle cancellazioni e nelle sottrazioni, nella luminescenza sommessa che elimina punti d’illuminazione. Se non temessi di cadere nel contenutismo direi che su cose/ relitti si stende una luce/relitto. Specie nelle ultime opere spesso la differenziazione figurale si srnaterializza e restano quasi solo trasparenze nelle estese e compatte campiture che passano l’una nell’altra senza contrasti. Gli elementi di natura si riflettono, trasformandosi, su uno specchio interno, e di questo accettano le regole: regole di¬vergenti rispetto alle stereotipie visive, ai codici pratici, alle consuete organizzazioni percettive.

Estate 1963 premio Biella Aqf eaqt 317 x237 mm

La falena 1984 aqf e aqt 490x325 mm


Tsumani con capitello 2008 olio su tela cm 100x70

Il faggeto blu n.2 1992 olio su tela 150x120 cm

Contenuti e simboli nelle trasformazioni della fuori scala, disseminazione di particolari che spesso sono frammenti, segni con lo stesso peso pittura espressivo di vaste stesure? È la vita: rapporti di Per Giacomo la pittura è un destino, un modo eventi, coincidenze, alogicità, caso. L’ordine, ed è di vivere che non ha scampo di fronte alla rigoroso, va ricercato nella qualità della pittura. In complessità; crea opere che rivelano la loro qualità mostra lavori del 2008-2009. Dipinti a olio alchidici in lunghe attente ripetute osservazioni. Il valore e opere in tecnica mista su carta. Alla tecnica mista simbolico riguarda non solo singoli oggetti ma concorrono l’acquarello e l’intervento grafico. anche l’insieme della composizione. Perché tanti Il passaggio da una tecnica all’ altra la qualità è contrasti, il moltiplicarsi di piani di profondità non egualmente alta. Acquarello e costruzione segnica si dividono lo spazio del supporto o vi coesistono; ordinati secondo regolarità geometriche, forme due tecniche per stati d’animo e simboli diversi. Il segno che si oppone alle aree sfumate e leggere in distensioni tonali ha forza pittorica come nei dipinti. La diversità tecnica è simbolo di contrasto come impossibilità di permanere in uno stato di omogenea e durevole quiete. Il colore spesso è gioia di contemplazione e di scoperta, contraddetta dall’inquietudine del segno. Il dipinto a olio del 2008, Le mani, si colloca con discrezione e delicatezza lungo una sicura linea innovativa. Mani si sporgono dall’ alto su una sorta di parete a dominanza rosa chiaro e un segno discontinuo lungo la verticale crea un rapporto con la mano che è alla base: accoglienza, invito a entrare nello spazio di luce. Le campiture di colore nel passaggio dall’ ocra rossa al rosa e le variazioni tonali fanno nascere un flusso di strutture plastiche leggere. Ed è movimento come di carezze che sfiorano appena.


Biennale Internazionale di Scultura, Racconigi 2013 SCULTURA INTERNAZIONALE A RACCONIGI Pensare lo spazio. Dialogo tra natura e mmaginazione Sensing space: dialogues between nature and imagination 16 GIUGNO - 13 OTTOBRE Orari e tariffe: dal martedì alla domenica ore 10 - 19 Ingresso al parco € 2.00; GRATUITO al parco e alla mostra per possessori Abbonamento Musei Per ulteriori informazioni: ASSOCIAZIONE PIEMONTESE ARTE +39 011 2481790 www.piemontearte.com

info@piemontearte.com REAL CASTELLO DI RACCONIGI +39 0172 84005 www.ilcastellodiracconigi.it

16 GIUGNO - 13 OTTOBRE Il Parco del Real Castello di Racconigi ospita nei prossimi mesi la settima edizione della Biennale Internazionale di Scultura dal titolo Pensare lo spazio. Dialogo tra natura e immaginazione, curata da Claudio Cerritelli. La mostra vanta 62 sculture di grande dimensione realizzate in diversi materiali da artisti provenienti da Italia, Spagna e Germania, scelta che deriva, oltre che dalla costitutiva vocazione internazionale dell'iniziativa, dalla volontà di proporre testimonianze di esperienze vive, in un intreccio multiforme, multicolore e multidimensionale. Si tratta di personalità affermati nel pieno della maturità creativa, di scultori noti per le personali scelte di poetica, di linguaggio e di giovani emergenti, capaci di far dialogare l'arte e la natura rilanciando continuamente il rapporto tra l'uomo e lo spazio che lo circonda. Nei locali sottostanti la serra della Margaria è presentata una sezione storica di scultori o p e r a n t i n e l secondo dopoguerra in Italia, una sorta di "numi tutelari" degli artisti le cui opere sono disseminate nel grande Parco, vincitore nel 2010 del prestigioso premio di "Parco più bello d'Italia". La tradizione del parco di scultura affonda le radici nell'antichità, sino ad arrivare oggi alle grandi collezioni all'aperto con opere d'influenti autori internazionali moderni e contemporanei. Molteplici sono oggi gli esempi di allestimento nel verde in Italia e soprattutto allestero, dove il

dialogo tra l’arte e la natura rilancia continuamente il rapporto tra l’uomo e lo spazio che lo circonda; un dialogo trasversale, dunque, quello che aleggia nei giardini della Reggia, che alterna il sussurro intimista di alcuni lavori particolarmente delicati, all'esplosione di materia e significato di opere monumentali, secondo l'approccio di ciascun artista con i materiali lavorati e con il contesto naturale. La Biennale Internazionale di Scultura è promossa dall'Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte in collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali tramite la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici del Piemonte, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Torino, Asti, Cuneo, Biella e Vercelli e il Real Castello di Racconigi, con il patrocinio dell'Ambasciata di Spagna, del Consolato Generale della Repubblica Federale di Germania, dell'Instituto Cervantes, del Goethe Institut, con il sostegno di Fondazione CRT e organizzata dall'Associazione Piemontese Arte presieduta dallo scultore Riccardo Cordero. La mostra è accompagnata da un esaustivo catalogo con testo critico di Claudio Cerritelli, docente di Storia dell'Arte Contemporanea a Brera, un saggio storico di Giuse Scalva, Direttore del Real Castello di Racconigi e testi istituzionali.


L’opinione GIOVANNA ARANCIO presenta

“ IL MIO VOLTO È NELL’ ALTRO” Il volto. Come si può parlarne? Può intendersi come maschera, secondo il senso greco, ossia il volto è forgiato dalla cultura quale veste che diventa un tutt’uno con la nuda animalità che intimamente gli appartiene. Oppure, all’opposto, si può affermare che il viso è ciò che siamo se ci liberiamo delle maschere che la società ci impone al costo di un penoso appiattimento omologante. .......... È visibile o invisibile? Solo l’altro lo vede e, se vuole, lo guarda. Chi lo vede ce lo rimanda interpretato dal suo modo d’essere: non ci ritorna esattamente il nostro viso ma come esso viene vissuto da chi ci guarda. Neanche allo specchio lo vediamo vivere. Se ci guardiamo è vero che il volto ritorna riflesso ma solo per un attimo. Si tratta di un flash che non possiamo sostenere a lungo tanto più che è una visibilità non reale perché i lineamenti si irrigidiscono in fretta nella posa. La tecnologia avanzata del nostro mondo mediatico non modifica i caratteri con cui il volto si dà né riesce a risolvere l’enigma di questa sottrazione fisica del sé. Una lunga sequenza di riprese (mute, parlate, sofisticate, documentarie) non ci può riportare il nostro viso della quotidianità, è incapace di sostituirne la scioltezza e il senso. A parlare del volto restano il rapporto con l’altrol’opera d’arte. ............................. L’opera d’arte. ............................... È la finzione, che narra una verosimile visione (con accenti multiformi, figurati e non) del volto che viene cercato da sè e dall’altro e profondamente guardato. ................................... Il volto nella nostra mostra. ...................... “Il volto è nell’altro”, pertanto restando nell’area artistica, è la più lucida tensione comunicativa restituibile. ..................................... Il fatto di figurare il viso in modo caleidoscopico, attraverso continue variazioni o addirittura sottolineandone l’assenza visiva, è questione che appartiene a millenari incroci di culture. ....... Detto questo i quadri in mostra sono un frammento dedicato al tema e risolto in chiave figurativa. ...


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

LOMBARDIA

CRISTINA CHERCHI A volte capita di trovarsi di fronte ad opere che possiedono in sé un’inequivocabile magia che è la magia dello spaesamento. Così è delle opere raffinate e sapienti di Cristina Cherchi, artista bresciana di grande spessore. Le sue notevoli capacità tecniche le consentono di creare lavori in cui si combinano molteplici linguaggi che nella loro stratificazione divengono fortemente evocativi. I giocattoli che spesso sono contenuti nelle sue opere ci appaiono a prima vista rassicuranti. Appartengono ad un mondo infantile e dunque giocoso, non minaccioso. Dopo un primo approccio, però, ci accorgiamo che l’artista ci sta attirando dolcemente nella sua trappola. Il mondo in cui questi oggetti sono collocati è privo di presenze umane ed è spesso un mondo buio in cui si annidano forze misteriose. E gli oggetti stessi sono spesso trasfigurati mediante l’utilizzo straniante del colore bianco. È questa contradizione che ci affascina e ci attrae. Gioco è un’azione, o un'occupazione volontaria compiuta entro limiti definiti di tempo e di spazio, secondo una regola volontariamente assunta, e che tuttavia impegna in maniera assoluta e che ha fine in se stessa. Accompagnata da un senso di tensione e di gioia, e dalla coscienza di “essere diversi” dalla “vita ordinaria”, dice l’artista citando lo studioso Joesph Huizinga. Ed è proprio utilizzando questa chiave della diversità che l’artista rivela il suo sguardo ironico sulla società contemporanea. Diplomata in pittura all’ Accademia di belle arti di Bergamo, con la direzione del fotografo Mario Cresci, nel 1994 ha ricevuto la borsa di studio “Gianna Maffeis Milesi” per le tecniche dell’incisione e l’anno successivo il premio speciale nelle tecniche dell’incisione. Dal 2004 docente di arti visive e discipline pittoriche presso il liceo artistico Foppa di Brescia, ha ottenuto notevoli riconoscimenti del suo lavoro in numerosi premi nazionali ed internazionali. Non essendo possibile condensare in poche righe il nutrito percorso di ricerca e le esperienze espositive, rimando volentieri al sito dell’artista www.cristinacherchi.com


Premio Il Segno 2013

Siamo lieti di comunicare che sono aperte le iscrizioni alla quinta edizione del premio internazionale d’arte contemporanea “Il Segno” organizzato da Zamenhof Art di Milano. Il Premio svoltosi lo scorso anno nello storico Palazzo Zenobio a Venezia, quest’anno presenterà la mostra delle opere selezionate nella prestigiosa cornice di Palazzo della Racchetta a Ferrara, dal 20 al 27 settembre 2013. I vincitori dei tre premi principali faranno ciascuno una mostra personale a Milano, all’Atelier Chagall, entro la fine del 2014. Anche quest’anno la giuria del Premio sarà presieduta da un illustre personaggio del mondo artistico che verrà comunicato nei prossimi giorni. Negli anni precedenti hanno presieduto la giuria i critici Rossana Bossaglia nel 2009 e Paolo Levi nel 2010 e gli artisti di fama internazionale Sergio Dangelo nel 2011 e Riccardo Licata nel 2012. Di ogni artista partecipante sarà selezionata un’opera che oltre ad essere esposta a Palazzo della Racchetta a Ferrara verrà pubblicata a tutta pagina sul Catalogo del Premio. Il concorso ha lo scopo di selezionare e promuovere artisti contemporanei a livello internazionale che si distinguano per originalità e qualità delle creazioni. Il Premio è aperto ad ogni forma di espressione artistica, pittura, scultura, grafica, installazioni, fotografia e opere digitali. La scadenza per iscriversi è il 30 luglio 2013. Per ulteriori informazioni vedi il bando sul sito del Premio Il Segno http://premioilsegno.jimdo.com/ In allegato alcune immagini di Palazzo della Racchetta già sede di numerose mostre organizzate da Zamenhof Art. Zamenhof Art Uffici: via Breno 1, 20139 Milano, tel.: 02.83.66.08.23. (indicativamente, lun. ore 12-18, dal merc. al ven. ore 13-18; chiuso martedì, sabato e domenica) Spazio espositivo: Atelier Chagall, Alzaia Naviglio Grande, 4, tel. 02.58.10.98.43 (dal mercoledì al sabato, ore 15-19; domenica, ore 11-19; chiuso il lun. e il mart.) http://www.zamenhofart.it/


MARINO BENIGNA

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905


L’opinione Vi r g i l i o P a t a r i n i Guardare con il corpo. (da “La via italiana all’Informale. Da Afro, Vedova, Burri alle ultime tendenze”, a cura di V. Patarini, Ed. Giorgio Mondadori, 2013) C’è un rapporto diretto tra la precisione del gesto e la precisione del segno sulla tela. E un rapporto altrettanto diretto tra tale precisione e l’efficacia di quel segno sullo spettatore. Perché chi guarda un quadro in realtà non guarda solo con gli occhi, ma guarda con tutto il corpo. In ogni processo di fruizione c’è una fortissima componente di mimesis. Sì, la mimesi è di chi fruisce non di chi fa un’opera d’arte, con buona pace di Aristotele. Si tratta di un processo spontaneo: quando ascoltiamo una canzone ci viene spontaneo di cantarla (se ci piace). Quando leggiamo un libro ripetiamo con o senza voce le parole. È stato provato che anche chi legge “mentalmente” in realtà ha dei movimenti e delle contrazioni dell’epiglottide come se parlasse, come se ripetesse le parole che sta leggendo. Quando guardiamo un danzatore sulla scena il nostro corpo partecipa dell’azione sulla scena, con impercettibili micro-movimenti che assecondano, eseguono “in potenza” la danza. E chi guarda un quadro? Chi guarda un quadro dipinge: e tutto il suo corpo esegue “in nuce” la danza che ha generato quel dedalo di segni sulla tela. Per questo davanti ad un quadro di Vedova ci sentiamo squassati e in balia di una tempesta, mentre davanti ad un quadro di Afro un vago languore e una musica sospesa ci cullano. E davanti ad un taglio di Fontana un brivido ci corre lungo la schiena. È il nostro corpo che rivive il ritmo dei gesti che hanno generato quello che abbiamo davanti. E dal moto del corpo scaturisce poi l’emozione. Tuttavia ci sono delle palesi differenze tra il fluire di forme, segni e colore nella pittura surrealista-astratta di Mirò o di Kandinsky e l’Action Painting di Pollock o di Vedova. Nei Surrealisti c’è un gioco di forme che scorre e galleggia sulla tela: sagome disegnate a mano libera che a tratti definiscono forme geometriche a tratti forme più libere e biomorfe. L’Informale cerca di scardinare anche la gabbia di tale sintassi, innanzitutto rinunciando all’elemento cardine sia della pittura figurativa, compresa quella delle Avanguardie precedenti, che di quella astrattogeometrica o astratto-surreale: il disegno.

Il disegno, la linea, il contorno che definisce le forme, quali che siano, viene individuato come elemento “razionale” che finisce per limitare, ingabbiare la forza espressiva, tellurica della materia-colore. Per la prima volta nella storia dell’arte si contraddice apertamente al precetto leonardesco secondo cui il disegno è alla base della pittura. Anche sotto questi aspetti l’Informale è una vera e propria rivoluzione.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

LIGURIA

Guttuso, De Chirico, Fontana e Carrà in mostra a Genova E ancora De Pisis, Tosi, Sironi e Morandi. ‘Nel mezzo del Novecento - Genova e la Collezione Della Ragione’ è al Palazzo della Meridiana. Fino al 15 settembre

Alberto Della Ragione era una collezionista d’arte appassionato e molto attivo. Il suo amore per i quadri ottocenteschi è stata presto sostituito da quello per la nuova onda artistica guidata da Guttuso, Fontana, Sironi, Carrà, De Chirico, De Pisis, Morandi, Casorati, Tosi, Mafai, Birolli, Martini. La mostra Nel Mezzo del Novecento - Genova e la collezione Della Ragione, dal 22 maggio al 15 settembre al Palazzo della Meridiana, curata da Pietro Boragina e Giuseppe Marcenaro, racconta proprio il clima culturale nato tra le due guerre. Della Ragione ne è stato protagonista, grazie anche alla sua amicizia con molti degli artisti del tempo. L’idea della mostra nasce dall’uscita del libro Vita di Giorgio Labò, di Boragina. Per Genova è l’occasione di riportare in città parte della collezione di Della Ragione, che nel 1970 è stata donata alla città di Firenze: l’assessore alla Cultura e alla Contemporaneità del Comune di Firenze, Sergio Givone, è a Genova per vedere la mostra: «La collezione è nata qui, ma Genova se l’è fatta scappare. Per la verità anche a Firenze non ha ricevuto, negli anni, l’attenzione che avrebbe meritato. Ma presto verrà esposta presso il Museo del Novecento». La mostra, visitabile fino al 15 settembre, vede la collaborazione tra Palazzo della Meridiana e i Comuni di Genova e Firenze: «Questo dimostra come la collaborazione tra pubblico e privato, e il reciproco sostegno tra istituzioni, possa generare eventi culturali importanti per la città», spiega l’assessora alla Cultura e al Turismo del Comune di Genova Carla Sibilla. Francesca Baroncelli La mostra sarà aperta fino Domenica 15 Settembre, tutti i giorni (Lunedì escluso) da Martedì a Venerdì dalle ore 12 alle ore 19 e Sabato, Domenica e festivi dalle ore 11 alle ore 19. Biglietto d’ingresso: Intero € 10,00, ridotto € 7,00. E’ stato predisposto il catalogo della mostra in vendita a € 30,00. Per infotrmazioni: tel: 010 2541996 email: mostre@palazzodellameridiana.it www.palazzodellameridiana.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito di Palazzo Ducale


Galleria ANTIGONE Direzione artistica CLAUDIO MARCIANO

Arte antica e moderna da tutto il mondo, sculture e pitture.

Spazio disponibile per allestimenti di personali e collettive, su selezione. Operte in permanenza dei seguenti artisti: Briscese Enzo, Fiorini Felice. Marciano Claudio, Raffaele Capuana, Sante Battaglia. Angela Merli, Claudine Poinsard, Giglioli Marco, Chiappalone Saverio, Sergio Longhi, Normanno Locci, Curioni.

Via castello, 46 - 18035 - Dolceacqua - (Imperia) tel. 0184.20 69 69 mail: marciano.claudio@libero.it www.claudiomarciano.altervista.org


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

VALLE D’AOSTA

Renato Guttuso. Il Realismo e l’attualità dell’immagine Martedì 26 marzo 2013, al Museo Archeologico Regionale di Piazza Roncas ad Aosta, è stata inaugurata l’esposizione Renato Guttuso. Il Realismo e l’attualità dell’immagine, realizzata dall’Assessorato Istruzione e Cultura e curata da Flaminio Gualdoni con Franco Calarota. Si tratta della prima mostra antologica dedicata a Renato Guttuso (1912-1987) realizzata in Valle d’Aosta. Figura di rilievo nel panorama artistico del Novecento, Guttuso rielabora nella sua pittura gli stimoli di matrice espressionista, le suggestioni dell’arte popolare della sua terra di origine, la Sicilia, senza dimenticare l’influenza del cubismo di Picasso, che conosce personalmente nel 1946. L’esposizione presenta al pubblico, nelle sale espositive del Museo Archeologico Regionale, una selezione di quaranta opere primarie di Guttuso tra dipinti ad olio, opere su carta e grafiche, che vanno dalle nature morte della fine degli anni ’30 e dei primi ’40 al drammatico Partigiana assassinata, 1954, dal visionario Bambino sul mostro, 1966, all’epico Comizio di quartiere, 1975. Le opere d’arte in mostra, provenienti da collezioni private e dal MART, Museo di arte moderna e

contemporanea di Trento e Rovereto, documentano i temi tipici elaborati con grande libertà d’immaginazione e originalità di soluzioni dal Maestro, dai paesaggi urbani, ai soggetti sociali. Attraverso un percorso espositivo articolato, il visitatore potrà instaurare un dialogo con l’opera di un artista che cerca la verità proprio nella relazione con il suo pubblico. Colta quanto anti-intellettualistica, la pittura di Guttuso sceglie temi di genere, dalla natura morta al ritratto, al nudo, fondendo registri che vanno dall’amore per il Rinascimento e il Seicento all’umore popolaresco, dalla sintesi formalmente forte alla narratività, dall’evidenza potente delle cose all’allegoria. La sua è, anche, partecipazione al dibattito delle avanguardie, di cui ha piena consapevolezza ma che sempre guarda da un punto di vista di piena, rivendicata autonomia. Guttuso riflette sull’espressionismo, instaura un dialogo serrato con Picasso e le sue sintesi brucianti, polemizza con il disimpegno etico delle correnti a lui contemporanee, perché per lui la realtà “è un rendiconto di ciò che la realtà è, di ciò che è dell’uomo”.

La rassegna rimarrà aperta sino al 22 settembre 2013 e sarà accompagnata da un catalogo bilingue italiano e francese, edito da Silvana Editoriale, posto in vendita al prezzo di € 28,00 in cui sono riprodotte tutte le opere in mostra, con testi di Franco Calarota, Daria Jorioz e Flaminio Gualdoni.

Comizio di quartire, 1975

Case di Palermo, 1976

Edicola, 1965

Natura morta con lampada, 1940-41

Biglietti: € 5,00 intero, € 3,50 ridotto, riduzione 50% soci TCI, gratuito per i minori di 18 anni e per i maggiori di 65. In abbinamento con l‘ingresso alla mostra Pepi Merisio. Il gioco presso il Centro Saint-Bénin: abbonamento intero € 6,00, ridotto € 4,00. Orario: Martedì – Domenica dalle 10,00 alle 18.00 – Chiuso il Lunedì Per informazioni: Assessorato dell’Istruzione e Cultura – Attività espositive: tel. 0165.274401 E-mail: u-mostre@regione.vda.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


ALESSI CAMILLA

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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

VENETO

Manet. Ritorno a Venezia 24 aprile al 18 agosto 2013

Manet. Ritorno a Venezia è il titolo della mostra che la Fondazione Musei Civici di Venezia ospiterà dal 24 aprile al 18 agosto 2013 nelle monumentali sale di Palazzo Ducale: un’esposizione di un’ottantina circa tra dipinti, disegni e incisioni, progettata con la collaborazione speciale del Musée D’Orsay di Parigi, l’istituzione che conserva il maggior numero di capolavori di questo straordinario pittore. La mostra nasce dalla necessità di un approfondimento critico sui modelli culturali che ispirarono il giovane Manet negli anni del suo precoce avvio alla pittura. Questi modelli, fino ad oggi quasi esclusivamente riferiti all’influenza della pittura spagnola sulla sua arte, furono diversamente assai vicini alla pittura italiana del Rinascimento, come dimostrerà l’esposizione veneziana nella quale il pubblico potrà ammirare, accanto ai suoi capolavori, alcune eccezionali opere ispirate ai grandi tableaux della pittura veneziana cinquecentesca, da Tiziano a Tintoretto a Lotto in particolare. Come è ben noto, gli studi su Manet, il grande precursore dell’Impressionismo, si sono per lungo tempo concentrati sull’idea di una sua diretta discendenza dall’opera pittorica di Velázquez e di Goya, vedendo proprio nell’ispanismo non solo l’unica fonte della sua modernità, ma anche la ragione e lo stimolo per il suo rifuggire dai “ritorni” alla tradizione accademica. Un approccio per così dire progressista, che non tiene però conto della passione di Manet per l’arte italiana della Rinascenza, che fu una fascinazione e un legame davvero intenso, di cui darà piena dimostrazione l’esposizione veneziana, che metterà finalmente in luce il suo rapporto stringente con l’Italia e la città lagunare. Curata da Stéphane Guégan, con la direzione scientifica di Guy Cogeval e Gabriella Belli, la mostra si propone come un autentico evento: mai la pittura di Manet è stata presentata in maniera così significativa in Italia, e mai è stato affrontato sul piano critico un aspetto così peculiare della sua arte. Il progetto è reso possibile grazie non solo ai prestiti eccezionali del Musée d’Orsay ma anche di tante altre istituzioni internazionali, come il Metropolitan Museum di New York, la Bibliothèque Nationale de France, il Courtauld Institute di Londra, The Museum of Fine Arts di Boston, The National Gallery di Washington, l’Art Institute di Chicago, il Musée des Beaux-arts di Digione, il Musée di Grenoble, il Musée des Beaux-arts di Budapest, lo Städel Museum di Francoforte, che hanno aderito all’evento insieme a numerosi collezionisti privati.

Palazzo Ducale

Piazza San Marco, Venezia Telefono: 041 271 5911 Orario di apertura 9.00 – 19.00 da domenica a giovedì 9.00 – 20.00 venerdì e sabato Biglietti: euro 13,00 tel. 041.8520154 www.ticket.it/manet www.mostramanet.it http://palazzoducale.visitmuve.it/

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SARKA MRAZOVA

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L’opinione Angelo Andriuolo Enrico Lombardi

“INATTUALI”

Giorgio Tonelli

RIMINI – MUSEO DELLA CITTA' dal 20 aprile al 2 giugno 2013

Questa esposizione, realizzata in collaborazione con l'assessorato alla Cultura di Rimini, presenta una scelta ampia e significativa delle opere realizzate dai due artisti negli ultimi dieci anni. L'evento sarà testimoniato da un volume bilingue edito da Damiani Editore contenente tutte le opere esposte, un testo-manifesto dei due pittori e un pregevole contributo saggistico del filosofo Rocco Ronchi. “L'idea originaria di questa mostra, come di questo testo, nasce da desideri ed esigenze profonde. Prima, fra tante, l'esigenza di testimoniare, con un'opera corale, una lunga e straordinaria amicizia e un sodalizio artistico che dura, senza crepe, da tanti anni. Due pittori, come noi, che si sono riconosciuti sulla soglia dei loro silenzi, della loro comune esigenza di risolvere tutte le domande e le risposte, estetiche e non solo, in seno al gesto primario del dipingere e che hanno ostinatamente difeso questa loro perenne inattualità come una grande possibilità di pratica del senso e della verità, realizzano, con questo progetto, il desiderio di vedere, allestiti insieme, gli esiti del loro lavoro. La presenza di entrambi al Padiglione Italia della 54esima Biennale di Venezia, insieme a tanti colleghi 'pittori', ha rafforzato in noi l'esigenza di marcare teoricamente e fattivamente una nostra specificità e differenza. Naturalmente non nel senso di una pura affermazione autoreferenziale che risulterebbe infondata e velleitaria. Al contrario: l'idea di questa mostra nasce proprio dall'esigenza autentica, sentita fortemente da entrambi, di reinterrogare lo statuto dell'immagine oggi in relazione alla sua storia e ai suoi risultati, teorici e pratici, per capire se questa nostra sensazione di distanza e perenne inattualità abbia qualcosa di fondato.” (dal testo di presentazione “Inattuali” di Enrico Lombardi e Giorgio Tonelli”)

RIMINI – MUSEO DELLA CITTA' Via L. Tonini 1 per info. 0541 704414/ 704416 www.museicomunalirimini.it www.lombardienrico.it Orari: dal 20 aprile al 31 maggio da martedi a sabato 8,30-13; 16-19 domenica e festivi 10-12,30; 15-19 lunedì non festivi chiuso. Sabato 1 giugno 14-23. Domenica 2 giugno 17-23. (ingresso libero) musei@comune.rimini.it www.facebook.com/museicomunalirimini


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA

PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO

Casa d'Arte Futurista Depero "Quando vivrò di quello che ho pensato ieri, comincerò ad avere paura di chi mi copia" Fortunato Depero

La Casa d'Arte Futurista Depero è l'unico museo fondato da un futurista – lo stesso Depero, nel 1957 – in base a un progetto dissacrante e profetico: innovazione, ironia, abbattimento di ogni gerarchia nelle arti. L'edificio si trovava nell’elegante centro storico della Rovereto medioevale. Depero, un vero pioniere del design contemporaneo, curò personalmente ogni dettaglio: i mosaici, i mobili, i pannelli dipinti. Morì nel 1960, poco dopo l’apertura. Il 17 gennaio 2009, in occasione del centenario del Futurismo, il Mart ha dato una seconda vita a Casa Depero. Un complesso restauro, firmato dall’architetto Renato Rizzi, ha recuperato le zone originali progettate dall’artista, completandole con due nuovi livelli ispirati direttamente al gusto di Fortunato Depero. Dentro si possono ammirare, esposti a rotazione, circa 3000 oggetti lasciati dall’artista alla città, fra dipinti, disegni, tarsie in panno, grafiche e giocattoli. Casa Depero ospita anche un ricco programma espositivo, che reinterpreta in chiave contemporanea l’originaria vocazione di questo luogo al dialogo tra artisti e comunità locale.

MART ROVERETO

Corso Bettini 43, 38068 Rovereto (TN) T 0464 438887 - Numero verde 800 397760 info@mart.trento.it http://www.mart.trento.it Orari Martedi - Domenica 10.00 - 18.00 Venerdi 10.00 - 21.00 - lunedi chiuso Biglietti Intero 11 € - Ridotto 7 €

CASA D'ARTE FUTURISTA DEPERO Intero 7 € Ridotto 4 € Hanno diritto al ridotto: visitatori dai 15 ai 26 anni di età; dai 65 anni di età; gruppi di visitatori di almeno 15 persone; soci o tesserati di enti convenzionati con il Museo Biglietto famiglia 14 € Biglietto unico 2 sedi Intero 13 € – Ridotto 9 € Gratuito fino a 14 anni, Amici del Museo e scolaresche Numero verde 800 397760

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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

Danh Vo „Fabulous Muscles” 18/05/13 – 01/09/13

Nel suo lavoro Danh Vo unisce alla riflessione sul colonialismo, sulla migrazione e sull’identità culturale i ricordi personali della sua infanzia in Vietnam e le vicissitudini familiari con la fuga in Europa. Tra i temi affrontanti dall’artista anche la messa in discussione di norme comportamentali consolidate nella società civile e nel mondo dell’arte. A Bolzano fa tappa un progetto pluriennale, che nasce dalla volontà dell’artista di riprodurre in scala 1:1 la Statua della Libertà di New York. Al quarto piano sono esposti degli elementi in rame che corrispondono per peso e dimensioni ad alcune parti della Statua. Il progetto rivendica delle riflessioni personali e politiche sul concetto di libertà. A cura di Letizia Ragaglia Parallelamente alla mostra a Museion si svolge al Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris la personale di Danh Vo “GO MO NI MA DA” (dal 24 maggio al 18 agosto 2013). Foto: Danh Vo We The People (detail) 2011-2013, 2012 © Danh Vo, courtesy Galerie Chantal Crousel

Hans Glauber: “Dalla città meccanica” 1963 – 1973 09/03/13 – 20/11/13

Museion e la Galleria Prisma del Südtiroler Künstlerbund presentano opere di Hans Glauber. Con circa cinquanta lavori su carta tratti dalla propria collezione, Museion offre una panoramica d’insieme sull’opera di Glauber. La Galleria Prisma espone tredici opere fotografiche di grande formato provenienti anch’esse dalla collezione di Museion. Fra il 1963 e il 1973 nascono circa 150 lavori fotografici con il titolo “Dalla città meccanica”. Sono immagini che rappresentano visioni urbane e architettoniche, affascinanti e minacciose al contempo, di una vita determinata dalla tecnica. Le opere di Glauber si possono interpretare come rappresentazione, nello spirito di Adorno e Horkheimer, di un mondo che si va facendo sempre più ostile all’uomo. I lavori di Glauber prendono le mosse da fotografie di elementi meccanici delle macchine da scrivere e calcolatrici come quelle prodotte dall’Olivetti. Glauber sottopone queste fotografie a un complesso processo di solarizzazione, riconversione e collage. La fotografia di Glauber, pertanto, non è una semplice riproduzione fotografica delle cose, bensì genera la visione nel momento stesso della sua costruzione.

MUSEION - Via Dante, 6 Bolzano - t. + 39 0471 223413 - f. + 39 0471 223412 Orario: da martedì a domenica: 10.00 – 18.00 - info@museion.it - www.museion.

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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA

FRIULI VENEZIA GIULIA

Luigi Spacal. La poetica dell'essenzialità Dal 20 giugno al 21 luglio 2013, nell’elegante Galleria One San Nicolò (Via S. Nicolò 1) di Trieste, diretta da Parmiani, è allestita una prestigiosa rassegna dedicata al pittore Luigi Spacal (Trieste 1907 - 2000), raffinato poeta dell’essenziale, e curata dall’arch. Marianna Accerboni: in mostra una sessantina di opere, in prevalenza dipinti, ma anche disegni e incisioni, realizzati dal maestro dagli anni ’30 ai ’90. Nell’ambito della rassegna alcuni lavori di Spacal saranno esposti anche nella storica “Nuova bottega” di Parmiani a Barcola (v.le Miramare 103/a). Il linguaggio essenziale e icastico del pittore e incisore continua ad affascinare ed è ormai divenuto nel corso del tempo, senza dimenticare altre tematiche, icona e memoria del Carso e del lavoro, connotate da un segno personalissimo e avvincente e da accostamenti cromatici raffinati e illimitati. Non per nulla Spacal, che fu anche attivo nella scultura, nell’arazzo e nella litografia

Galleria One San Nicolò

partecipò più volte alle Quadriennali romane e alla Biennale di Venezia, dove nel ’54 e ’58 ottenne il 1° premio per la grafica. Nel riassumere con efficacia ed eleganza i momenti salienti dell’attività del maestro, la rassegna ripercorre attentamente le diverse fasi dell’evoluzione del suo linguaggio, apprezzato anche a livello internazionale: dal figurativo elegante e icastico del realismo magico degli esordi, spesso espresso nell’essenzialità del bianco e nero, agli anni in cui la sua pittura, così intensamente materica nella sostanza, ma concettualmente delicata e poetica, si evolve verso simbologie segniche e cromatiche al limite dell’informale. Di particolare interesse un’opera metafisica, inusitata per Spacal, ma riuscitissima, un grande paesaggio istriano del ‘51 e un magnifico collage ligneo degli anni ’60

via S. Nicolò, 1 - Trieste Orario - Ingresso: da martedì a sabato 10-13 e 17-20; domenica e lunedì chiuso Dal 20/06/13 al 21/07/13 Per maggiori informazioni Telefono: +39-040-410311


ALBERTO BESSON

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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

EMILIA-ROMAGNA

Ligabue: 'Toni' e la sua arte nel racconto di Cesare Zavattini Alle Ville Franceschi e Mussolini fino al 6 ottobre la mostra sulla figura e l’opera di Antonio Ligabue (1899 –1965). Con un illustre "Cicerone": Cesare Zavattini E’ Cesare Zavattini l’illustre “Cicerone” della mostra che Riccione dedica alla figura e all’opera di Antonio Ligabue (1899 – 1965). A Zavattini, regista, sceneggiatore, scrittore, giornalista, nonché disegnatore e pittore, si deve, già negli anni ’50, il primo vero ‘approccio’ all’arte dei ‘candidi’ da parte della cultura figurativa ufficiale. Memorabile è la sua monografia Ligabue, un testo poetico, edito da Franco Maria Ricci nel 1968. Non mancano poi le ‘prove’ di un interesse di Zavattini verso Ligabue anche sul piano cinematografico, come è testimoniato in mostra da importanti repertori inediti provenienti dalla ricca documentazione donata di recente dagli eredi di Zavattini alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. Idealmente, dunque, Cesare Zavattini può essere considerato il “regista” di questa esposizione che si snoda tra le sale di Villa Franceschi e quelle di Villa Mussolini. Circa ottanta le opere di Antonio Ligabue, tra dipinti, disegni e sculture, che ripercorrono le tappe fondamentali della sua vicenda umana ed artistica, dagli esordi fino agli ultimi anni di vita. Nell’ampia antologica, divisa per sezioni tematiche, non possono mancare i soggetti prediletti da “Toni”, tra i quali gli autoritratti dallo sguardo sempre carico di nuove intense inflessioni psicologiche e le raffigurazioni del mondo animale, nella sua ferocia primordiale. Immagini che catturano e incantano con la loro forza cromatica e l’apparente semplicità ma che, in realtà, paiono sottendere una complessità di rimandi culturali, di citazioni stilistiche e di contaminazioni con le varie arti visive, come il cinema e l’illustrazione. Il percorso espositivo si conclude con una sezione dedicata a “Za” pittore che comprende dipinti e realizzati tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, alcuni dei quali esposte per la prima volta in pubblico, conservati presso i Musei Civici di Reggio Emilia. Opere grafiche di Zavattini e documenti relativi alla sua attività provengono dall’Archivio Cesare Zavattini presso la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. L’esposizione è curata da Daniela Grossi e Claudio Spadoni, con la collaborazione di Sara Andruccioli e di Orlando Piraccini e la consulenza scientifica di Augusto Agosta Tota per la figura e l’opera di Ligabue. Il catalogo della mostra, con testi di Sara Andruccioli, Marzio Dall’Acqua, Daniela Grossi, Orlando Piraccini e Claudio Spadoni, è edito da Umberto Allemandi &C. L’iniziativa è promossa dal Comune di Riccione con la partecipazione dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, e con la collaborazione del Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di Parma.

Galleria d’arte moderna e contemporanea Villa Franceschi

Riccione - tel. 0541 693534 (orario mostra) museo@comune.riccione.rn.it - www.comune.riccione.rn.it - www.riccioneperlacultura.it Orari: Tutti i giorni dal martedì alla domenica. Lunedì chiuso 11 luglio - 31 agosto: dalle ore 10 alle ore 15 e dalle ore 20 alle ore 23,30 1 settembre - 6 ottobre: dalle ore 10 alle ore 19 - (La biglietteria chiude un'ora prima) Ingresso: Intero € 8, Ridotto € 6, Gruppi € 6 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del comune Riccione


MAX GASPARINI

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LORENZO CURIONI

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L’opinione Michele Govoni presenta

La poesia nelle opere di Alberta Grilanda L'uso della terra, per l'artista ferrarese Alberta Grilanda, suona come qualcosa che va oltre una semplice dichiarazione di poetica. Affidando, infatti, alla materia plastica più semplice il sentimento forte della scultura, l'artista ferrarese dà vita ad una precisa volontà espressiva; una volontà che vede rafforzato il suo carattere semantico con l’ausilio di una figurazione che è tratto distintivo dell’artista. Partendo da questi presupposti, l'analisi dell'opera della Grilanda (che si esprime anche in pittura ed incisione) si allontana dalla semplice carezza superficiale della realtà, a favore di una esplorazione dei territori locali della cultura e dell’espressione. Localizzazione che, però, traendo spunto da una continua innovazione tecnica e tecnologica, diviene sempre più globalizzazione, come a dire:”Racconto la mia realtà con mezzi universali, tanto che la mia realtà locale diviene realtà universale”. E pare proprio dedicarsi di primo acchito ad un'analisi locale l'opera dell'artista, a favore di un passato che, pur nella sua vicinanza al presente, appare remoto e silenziosamente lontano. Ma è solo impressione superficiale. Sono anche altre le tematiche che animano la poetica espressione dell'artista ferrarese. La religione, ad esempio, su cui l'artista affonda le sue radici, restituendoci un senso profondamente intimo ed intimista della lettura sacra che fa scoprire nuovi spazi di meditazione e preghiera. Mai ovvia, Grilanda affida al segno, ad una tecnica esemplare e ad una spiccata propensione espressiva i suoi significati più reconditi, i suoi messaggi più nascosti, le sue più delicate osservazioni del reale, per restituirci una sempre crescente speranza. Un'artista che merita un'attenzione tutta particolare e da cui è bello lasciarsi incantare, rapiti dalle infinite sfumature della terra, plasmata da mani esperte, o nella ruvidezza della materia cromatica o del segno incisorio, tecniche votate a trasmetterci un messaggio eterno.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

TOSCANA

Assessore Cristina Scaletti

Steve McCurry. Viaggio intorno all’Uomo 15 Giugno – 3 Novembre 2013

Steve McCurry non è solo uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro secolo, premiato diverse volte con il World Press Photo Awards che si può considerare come una sorta di premio Nobel della fotografia, ma è un punto di riferimento per un larghissimo pubblico, soprattutto di giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo e, in un certo senso, "si riconoscono". Ogni suo ritratto racchiude un complesso universo di esperienze, storie, emozioni, dolori, paure, speranze. «Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te», spiega McCurry. Veterano di National Geographic, sempre in viaggio, più facilmente in qualche parte dell’Asia che non in America, Steve McCurry ha fatto del viaggiare una sua dimensione di vita: «Perché già il solo viaggiare e approfondire la conoscenza di culture diverse, mi procura gioia e mi dà una carica inesauribile». Saranno presentate in mostra oltre 200 foto, stampate in vari formati, con una netta prevalenza delle grandi dimensioni. In un video realizzato da Epson sarà raccontato, come in un back stage, il delicato lavoro della stampa a colori su carta fotografica. La mostra di Steve McCurry arriva a Siena dopo aver raggiunto 400.000 visitatori in 4 città italiane, rinnovandosi ogni volta nell’allestimento, studiato appositamente per dialogare con ambienti di grande suggestione come quelli del Santa Maria della Scala, e nella selezione delle immagini esposte. Anche la mostra senese comprenderà una antologia di tutta la produzione di McCurry, con numerose delle sue immagini più famose, scattate nel corso degli oltre 30 anni della sua straordinaria carriera di fotografo e di reporter, insieme ad una selezione molto ampia dei suoi lavori più recenti: il progetto The last roll con le immagini scattate utilizzando l'ultimo rullino prodotto dalla Kodak, gli ultimi viaggi a Cuba, in Thailandia e in Birmania, con una spettacolare serie di immagini dedicate al Buddismo, il viaggio in Africa tra Tanzania ed Etiopia e una selezione delle fotografie scattate nei recenti e numerosi soggiorni italiani.

Siena, Complesso Museale Santa Maria della Scala Orari: tutti i giorni dalle 10,30 alle 19.00 Ingresso: 10,00 euro http://www.stevemccurrysiena.it/

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Dal Giglio al Medioevo. Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento 14 maggio - 08 dicembre 2013

Unica fino ad oggi nel suo genere, la mostra. Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento presenterà al pubblico quelle opere d’arte di epoca comunale e repubblicana, nate originariamenteper arricchire i palazzi pubblici di Firenze, gli edifici che ospitavano le magistrature che amministravano la città, le sedi delle Arti - le antichecorporazioni dei mestieri - la cerchia di mura cittadine. L’esposizione prenderà in considerazione “temi artistici profondamente appartenenti alla storia, alla fede, alla mercatura, alla creatività e in una parola a innumerevoli aspetti della società fiorentina nei suoi secoli d’oro” (Cristina Acidini). Tra questi l’araldica cittadina, la religione civica, gli emblematici luoghi legati al potere cittadino come il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Podestà, Orsanmichele, e le parti politiche dominanti quali gli Angiò, le Arti, Guelfi e Ghibellini, illustrando quali fossero i temi figurativi prescelti ed offrendo dunque una nuova chiave di lettura di numerose opere d’arte. Chiaveche sottolinea come anche a quell’epoca si desse importanza alle immagini come mezzo per la comunicazione e la propaganda, attenzione riposta in particolare dai gruppi che detenevano il potere a Firenze in età comunale e repubblicana, prima che l’ascesa dei Medici modificasse profondamente l’assetto politico ed estetico della città. Le opere che compongono la mostra rivelano dunque un linguaggio figurativo complesso, ricco di riferimenti allegorici, dove il sacro e il profano si compenetrano, così che nel Palazzo dei Priori, oggi noto come Palazzo Vecchio, si potevano incontrare le raffigurazioni di san Cristoforo e della Ruota di fortuna, dell’eroe mitologico Ercole, presente nel sigillo ufficiale della città (Vangelo dei Priori Firenze, Archivio di Stato; Andrea Pisano, Ercole e il gigante Caco, Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) e di quello ebraico David, il cui esemplare scolpito da Michelangelo e divenuto emblema della Firenze repubblicana, conclude idealmente il percorso espositivo.

La mostra riunisce, dopo due secoli, le tavole dei santi patroni che originariamente trovavano posto sui pilastri della chiesa di Orsanmichele, nata dalla progressiva trasformazione in luogo di culto dell’antico mercato del grano e affidata alle Arti che la trasformarono in uno scrigno di opere d’arte. L’esposizione sarà anche un’occasione per valorizzare il territorio cittadino richiamando l’attenzione sui luoghi per i quali vennero realizzate le opere esposte e favorendo la conoscenza e, quando possibile, la fruizione di tali luoghi, in larga parte sconosciuti ai turisti e ai fiorentini stessi. La mostra è curata da Daniela Parenti e Maria Monica Donato - che hanno curato anche il catalogo edito da Giunti - e promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, Galleria dell’Accademia, Firenze Musei, Archivio di Stato di Firenze, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, con il Patrocinio della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Galleria dell'Accademia, via Ricasoli n. 58-60 - Firenze

Orari: Da martedì a domenica: ore 8,15-18,50 (entrata ogni 15 minuti) - Chiusura: tutti i lunedì, Capodanno, 1° maggio, Natale. Nei mesi di luglio, agosto e settembre il martedì apertura fino alle 22.00 galleriaaccademia@polomuseale.firenze.it - http://www.uffizi.firenze.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


DOMENICO LASALA

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905


ROSSELLA FAVA - CATROUGE


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

UMBRIA

I MONDI DI MARIO SCHIFANO IN UNA COLLEZIONE davvero PRIVATA La mostra prosegue fino al 29 settembre 2013

Un viaggio espositivo che ripercorre una memoria privata attraverso l’arte contemporanea. Marina Deserti, bolognese e imprenditrice di successo, riavvolge una fetta della propria vita assieme ai lavori di Mario Schifano, raccolti negli anni in un continuo legame tra cultura e passioni quotidiane, famiglia e tempo libero, ricordi e sguardo sempre in avanti. Una selezione di oltre 70 opere per un viaggio museale in 12 sezioni tematiche, arricchito da diversi inediti e una sorpresa finale, la sala completa coi quattro grandi quadri "Ex Film". Disegni, tele, collage, stampe, Polaroid e oggetti scultorei per attraversare i mondi di Schifano dentro le energie sentimentali di una collezione “davvero” privata. Gianluca Marziani: Raccontare questa collezione è un privilegio che rende immersivo ed emozionante il lavoro del curatore, un viaggio prezioso in cui ho ripercorso, attraverso la collezione di Marina Deserti, le varie fasi di un maestro dell’arte italiana. Difficile trovare collezioni così filologiche attorno ad un singolo autore. Se poi quelle opere sono sorprendenti, spesso inedite, firmate da uno dei più dotati e prolifici artisti contemporanei, l’emozione progettuale diventa un’esperienza germinativa. Assieme a Marina Deserti bisogna ricordare un’altra persona, Gabriele Stori, mercante e critico d’arte, protagonista silenzioso di questa collezione italiana. Morto prematuramente nel 1980 a seguito di un incidente stradale, Stori era il marito di Marina e un amico vero di Mario. La genealogia delle opere, alcune dediche sul fronte e retro dei lavori, certe tematiche affrontate: molteplici elementi che raccontano di una bella vicenda umana in un’epoca di brillante vitalità. Marina Deserti è partita da quei primi lavori che il marito portava in casa, da frammenti d’arte che gradualmente hanno occupato i suoi spazi, le sue giornate, la sua vita. Nel tempo è cresciuta la collezione, nuovi artisti hanno trovato spazio, talvolta gli autori sono entrati nelle vicende professionali dell’azienda, ma al dunque il cuore pulsante, il perimetro di questa passione riguarda le opere di Mario Schifano. Un battito figurativo che vi racconteremo a Spoleto, tra le sale di Palazzo Collicola Arti Visive. Una volta terminata la mostra, la Sala Ex Film diventerà per alcuni anni una nuova stanza della Collezione Collicola. Un’esperienza immersiva nel nero delle tele, quattro metri di lunghezza ognuna, posizionate a quadrato su quattro lati, una sorta di camera mediatica in cui la pellicola filmica si traduce in sospensione metafisica,

PALAZZO COLLICOLA PIAZZA COLLICOLA 1. 06049 SPOLETO (Pg) SEGRETERIA +39 0743 46434 info@palazzocollicola.it - www.palazzocollicola.it Orari: 10.30-13.00 / 15.30 - 19.00 (chiuso il Martedì) BIGLIETTO INTEGRATO (Museo Carandente e Appartamento Gentilizio e Piano Mostre): intero - € 9.00 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Palazzo Collicola


La mostra, organizzata dal Nobile Collegio del Cambio di Perugia, è parte di una serie di iniziative espositive promosse dalla Galleria degli Uffizi e note con il nome di “Città degli Uffizi”. Allestita nella Sala dell’Udienza e nella Cappella di San Giovanni, la mostra si propone di far dialogare alcune opere della prestigiosa galleria fiorentina con gli affreschi di Pietro Perugino (coadiuvato da Raffaello?) presenti nel Collegio del Cambio. In particolare verrà messo a confronto il celebre Autoritratto del Vannucci, dipinto sulla parete sinistra della Sala dell’Udienza, conl’Autoritratto giovanile di Raffaello conservato nella Galleria degli Uffizi e con il cosiddetto Ritratto del Perugino, sempre degli Uffizi, da alcuni considerato autoritratto, da altri ritenuto opera di Raffaello (o di Lorenzo di Credi). Il tema dell’autoritratto offre l’occasione per tornare a riflettere su un argomento caro al mondo dell’arte, almeno da quando tale genere di rappresentazione si associa alla consapevolezza, pienamente raggiunta in epoca rinascimentale, ma già serpeggiante nelle menti più colte e raffinate del proto-umanesimo fiorentino, che il pittore (ma anche lo scultore) svolge un’attività liberale, un’attività in cui il ruolo della mente è preponderante rispetto a quello della mano; non è un caso che l’uso di autoritrarsi, prima sotto forma occulta o mascherata, poi in maniera sempre più autonoma e scoperta, proceda di pari passo con l’affermazione del ruolo sociale dell’artista. E’ naturale, dunque, che chi pratica l’arte, specie se ad alto livello, avverta il desiderio di perpetuare la memoria di sé, di entrare nella storia consegnando ai posteri non solo le proprie opere ma anche il proprio volto. Inizialmente il ritratto dell’artista è legato all’opera prodotta, è inserito all’interno della stessa, costituisce un compromesso fra l’atto di umiltà di chi ancora si sente homo mechanicus e l’affermazione di una nuova consapevolezza. Da questo punto di vista l’Autoritratto di Perugino al Cambio, collocato in mezzo agli uomini famosi e accompagnato da un’epigrafe celebrativa dettata dall’umanista Francesco Maturanzio, dove è definito “egregius pictor”, appare quanto mai esemplificativo. Il confronto in mostra fa il volto del maturo maestro umbro e l’Autoritratto del giovane Raffello consente di allargare la riflessione sul tema della composita e ben organizzata bottega del Perugino nella quale transitò, tra il 1498 e il 1500, anche l’esordiente Raffaello. Gli stessi affreschi del Cambio rivelano in alcune parti, stando a quanto sostengono alcuni studiosi, la mano del sedicenne-diciassettenne urbinate. A rendere più articolato e dinamico questo progetto espositivo, concorre la presenza del famoso Autoritratto di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato. Anch’esso concesso in prestito dalla Galleria degli Uffizi, l’Autoritratto del Sassoferrato consente di affrontare il suggestivo tema della rivisitazione secentesca dei modi espressivi di Perugino e di Raffaello. Per illustrare questo argomento la mostra presenta sette opere del pittore marchigiano ispirate, più o meno liberamente, ai prototipi dei due artisti rinascimentali. Sassoferrato mette a punto una produzione figurativa che se da un lato riporta a nuova vita le levigate eleganze peruginesche e raffaellesche, dall’altro introduce formule iconografiche e stilistiche di indubbia originalità, utili al rafforzamento e alla diffusione della fede cattolica.

Collegio del Cambio

Corso Vannucci 25 - Perugia Orario: tutti i giorni: 10.00 – 19.00 Per informazioni: www.collegiodelcambio.it - tel. 075 5728599 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

MARCHE

Daniele Bordoni Venusberg - la natura delle cose Negli spazi della torre medievale presso il castello di Moresco Daniele Bordoni presenta una selezione di opere su tela, disegni su carta e installazioni ambientali. La mostra riassume gli esiti più recenti di una ricerca estetica incentrata sul segno, la percezione e gli automatismi della psiche, temi che qui incontrano le suggestioni di un territorio ricco di storia, leggende e scorci di natura incontaminata. Ispirandosi alle leggende locali ed ai racconti fiabeschi dei vicini Monti Sibillini, Bordoni interpreta a suo modo il mito ancestrale del Venusberg. L'antro di Venere, luogo di perdizione e rinascita, di profezie e visioni trascendenti, è il crocevia fra il mondo terreno e la profondità degli abissi sovrannaturali. Là, dove il cavaliere teutonico Tannhauser rischiò di perdere l'onore e dove in tempi ancora più remoti l'oracolo parlava del futuro ai mortali, si intrecciano segni e memorie. Terreno fertile per la riflessione artistica di Bordoni che, oscillando fra natura ed artificio, dà vita ad un teatro percettivo e rizomatico, un vortice ascendente che dalle cavità dei monti raggiunge la vetta della torre attraverso rocce, arbusti, torrenti e tracce di miti che si perdono nella notte dei tempi. Il paesaggio, tradizionale banco di prova per generazioni di artisti, nelle mani di Daniele Bordoni diventa oggetto di una sperimentazione radicale del gesto pittorico e del segno. Scorci e orizzonti dissimulati fra sinapsi e reti neurali, il caos e l'ordine, l'istinto e la ragione: il paesaggio come contrappunto della psiche, come struttura che si riflette in altre strutture moltiplicandosi e rifrangendosi, "un gioco che apparentemente tende all'astrazione ma che in realtà sottolinea la fenomenologia delle cose" alla ricerca di un lirismo profondo, antico e attualissimo. Le colline marchigiane diventano così uno spartito su cui le annotazioni si rincorrono a formare un coro, ora dissonante ora armonico, oppure il ritmo di una scrittura di cose terribili e magnifiche che appartengono alla natura più profonda dell'uomo e del creato. Davide Pairone

TOMAV-Torre di Moresco Centro Arti Visive Data: da sabato 22 giugno 2013, alle 18:30 a domenica 28 luglio 2013, alle 20:00 Orari 17:30 - 20:00 INFO: tel. 0734259983/3463312527 mail: tomav@libero.it www.comune.moresco.fm.it Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali


L’opinione Laura Coppa DA LONDRA A PALAZZO DI ARCEVIA (AN):

IL TEAM DEI GIOVANISSIMI ARCHITETTI UNIT + APPRODA NELL’ENTROTERRA MARCHIGIANO ARCEVIA (ANCONA) - Creare un nuovo polo artistico e culturale nella Riserva Privata San Settimio. Un punto di incontro in mezzo all'Appennino dove artisti, scrittori, architetti e musicisti di tutto il mondo possano incontrarsi e scambiare idee con seminari, convegni e mostre d’arte in un crocevia di creatività. Da tempo nell'entroterra marchigiano, progetti e percorsi vari, promuovono tale territorio quale realmente è: un magnete di inventiva, creatività e luogo deputato – pare – a far innamorare molte delle personalità artistiche che in esso si imbattono (solo negli ultimi anni, sono parecchi i pittori, scultori, compositori e giornalisti che hanno scelto uno dei “castelli” storici, dislocati sui 126 km del territorio arceviese, come residenza estiva o di fuga). Resta tale, anche l'obiettivo di OPERAZIONE ARCEVIA 2.0, l'iniziativa nata dalla collaborazione tra la Riserva Privata San Settimio e UNIT +, giovane design practice di Londra fondata da studenti di architettura della London Metropolitan University e patrocinata, con grande entusiasmo, dal Comune di Arcevia. L'iniziativa vuole riproporre le idee del progetto originale OPERAZIONE ARCEVIA ideato da Italo Bartoletti negli anni ‘70 con lo scopo di promuovere l’arte contemporanea e creare nelle Marche una vera e propria officina di pensiero, un laboratorio di creatività dove gli artisti potessero soggiornare, incontrarsi, conoscersi, confrontare le proprie esperienze e quindi, lavorare e creare. L'ambizioso progetto di allora coinvolse artisti di fama internazionale, come Alberto Burri, César, Edgardo Mannucci, Lucio Del Pezzo, Mario Ceroli, Michelangelo Antonioni, Paul Restany, Tonino Guerra, Enrico Crispolti come critici d’arte e molti, moltissimi altri. Ogni artista avrebbe progettato un pezzo della città. Il progetto, presentato alla Biennale di Venezia del 1976, proponeva parcheggi a forma di grandi uova che si schiudevano elettricamente, ricoverando e, soprattutto, nascondendo le orribili autovetture; la piscina di César, dominata al centro da una grande colonna a forma di dito e, ancora, la scalinata lignea di Ceroli, musicalmente elaborata da Console. Non da meno sono il grande teatro di cemento per le rappresentazioni all’aperto di Burri e il brano “L'orologio di Arcevia” scritto da Aldo Clementi. Le case grandi, basse, bianche e vuote, “esistenziali” di Ico Parisi. Pace, niente macchine, esaltazione della natura, architettura, arte, cultura e lavoro; artigiani e artisti impegnati insieme in una nuova grande officina dell’arte.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

MOLISE

RENATO MARINI “IL LIRISMO DELLA FORMA” A CURA DI TOMMASO EVANGELISTA 29 GIUGNO / 11 LUGLIO 2013 Era di poesia che si aveva bisogno quando nel 1912 Apollinaire aveva impiegato il termine “orphisme” a una conferenza in occasione del Salon della Section d’or. Gli artisti in quel periodo a Parigi si riconoscevano tutti figli di Picasso e Braque ma il loro cubismo analitico, costruito con calcoli e dimostrazioni come un assunto spaziale, limitava la visione. Mancava il colore, la “pittura pura”, e quella voglia di destrutturare il reale senza appellarsi alle regole dell’analisi. Ci pensò soprattutto Robert Delaunay la cui serie delle Finestre simultanee presentava per la prima volta un cubismo dinamico (écartelé, esploso) frutto di forme geometriche “energizzate” dalla luce e dal colore. Prima di stabilire che la pittura fosse il suo destino, il giovane Paul Klee era stato anche poeta e musicista, si era interessato di letteratura, scriveva versi ed era entrato come violinista nell’Orchestra Sinfonica di Berna. Era il 6 aprile del 1914 quando a Marsiglia Klee, il suo amico Louis Moillet e August Macke si imbarcavano a bordo del Carhage per raggiungere la Tunisia, seguendo il perenne sogno dell’invito al viaggio. L’anno prima aveva tradotto l’articolo «La Lumière» di Delaunay e proprio l’artista francese ebbe su di lui l’influenza maggiore nella scoperta del colore. Solo in Tunisia però tutte le intuizioni e le idee di Delaunay sulla forma e sulla luce presero consapevolezza e Klee cominciò a lavorare direttamente con lo spettro dei colori (complementari e in contrasto) applicato ad un reticolo geometrico serrato e movimentato, come può essere uno sguardo che sfugge alla definizione. Dinamicità della fruizione e rapporto tra energia interiore ed energia luminosa del reale si compenetrano perché se il colore è intuizione ed emozione è anche e soprattutto ricerca teorica sulla visione empirica.



FRANCO MARGARI

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L’opinione To m m a s o E v a n g e l i s t a Mascia: l’esprit de geometrie tra Madì e design. Le opere di Vincenzo Mascia, artista Madì, ci pongono davanti al problema della forma e dell’ipotesi dello spazio in un momento in cui le strutture contemporanee sembrano aver smarrito la capacità di riassumere in sé la logica della costruzione. Sono tessere di un’unica struttura immaginaria e utopica della quale non conosciamo le dimensioni ma solo i particolari, frammenti perfetti e (in)stabili di un’architettura illusoria e concreta allo stesso tempo, immaginata tra i vuoti delle sagome. Attraverso queste configurazioni pure la geometria formale ci parla di un microcosmo dove forze contrastanti, per segreto equilibrio, si trasmettono stabilità bilanciandosi su proiezioni non ortogonali e dove ogni segno-pattern trova il suo posto sul piano non per desiderio descrittivo (astrattismo come sintesi estrema del reale) ma per intuizione formale. Non è estrema imitazione del dato sensibile o rispecchiamento della natura tangibile ma oggettiva ricerca di spazio non mimetico che esalta il gioco dialettico dei modelli applicati. I colori puri e la luce che si modula naturalmente sulle sagome estroflesse, aprendo ad ulteriori conformazioni, concorrono a trasmettere vitalità e dinamismo ad opere nate da un pensiero estetico che esalta il disegno geometrico e la logica dell’idea. Anche se una regola rigorosa soggiace a tali configurazioni astratto-concrete si percepisce, nel piacere della sperimentazione, una forte carica ludica nell’uso dei vari moduli pensati come blocchi di un gioco in divenire. Opere sul limite dei “generi” i lavori di Mascia giocano con le varie arti in maniera autonoma e con l’idea del non prendersi troppo sul serio: c’è l’elemento pittorico dato dall’accostamento di tasselli colorati, come fossero tarsie contemporanee, c’è naturalmente l’elemento scultoreo dato dalla tridimensionalità e lo sfalsamento dei piani, c’è naturalmente l’architettura in quanto occupazione e trasfigurazione di uno spazio (“Una struttura diventa architettonica, e non scultorea, quando i suoi elementi non hanno più la loro giustificazione nella natura”, Apollinaire) e di conseguenza si percepisce anche la musica (“Definisco l’architettura musica congelata” Goethe) nella stessa misura per la quale si intuisce il ritmo in Boogie Woogie di Mondrian. http://www.vincenzomascia.it/


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

LAZIO

La Transavanguardia Achille Bonito Oliva, Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Inaugurazione Sabato, Italia Germania, Lun Sab, Mimmo Paladino Paduli, Paladino Opere, Sandro Chia La Transavanguardia Data: il 18 febbraio 2013 al 15 febbraio 2014 Orario: 10:00 - 17:00 Città: Capena Luogo: Art Forum Organizzatore: Contatto: Telefono: 06 90103800 Indirizzo: Viale della Buona Fortuna, 2 eMail: art.forum@wuerth.it Web: artforumwuerth.it Tra Lüpertz e Paladino – Opere nella Collezione Würth Mostra Collettiva La mostra riunisce circa sessanta lavori, tra dipinti e sculture, degli artisti Mimmo Paladino e Markus Lüpertz, tra i maggiori rappresentanti della Transavanguardia. Teorizzato dal critico Achille Bonito Oliva, questo movimento artistico fu presentato ufficialmente nel 1980, raggruppando gli artisti Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino. Markus Lüpertz (Liberec, 1941) è pittore, scultore e poeta, nel suo lavoro si intrecciano molteplici suggestioni derivanti dal mito, dai grandi maestri del passato e dalla letteratura, ma il suo universo di forme è indipendente, rispondendo unicamente alla visione del proprio creatore ed alle leggi interne alla realtà pittorica. L’opera del pittore e scultore Mimmo Paladino (Paduli, 1948) è guidata da una grande libertà e ricchezza di riferimenti, legati sia all’esperienza personale sia alla storia dell’arte e della cultura. Nella sua opera vivono in simbiosi figurazione ed astrazione, confluendo in un universo di segni enigmatici e misteriosi. La datazione delle opere permette di seguire, tra affinità e specificità, in un ideale dialogo Italia – Germania, le diverse fasi della carriera dei due artisti fino al primo decennio degli anni Duemila. Domenica e festivi chiuso Ingresso gratuito Le immagini, i testi di queste pagine sono prelevati dal sito delle Scuderie del Quirinale


ROBERTO BORRA

Le secret du bois - 2011- fotografia e t. m. su tela - 60x85cm

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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

ABRUZZO

ILLUMINARE L’ABRUZZO. Codici miniati tra Medioevo e Rinascimento L’esposizione presenterà in esclusiva il patrimonio librario medievale abruzzese in tutte le sue sfaccettature e andrà ad indagare le sottili collaborazioni e i differenti scambi artistici che fanno di questa realtà un patrimonio tutto da scoprire. Delinea inoltre, grazie a prestigiose acquisizioni, un profilo nuovo della produzione abruzzese tra XI e XV secolo, attraverso la catalogazione di oltre settanta opere, tra codici e fogli staccati, conservate in Italia, in Europa e negli Stati Uniti. Illuminare l’Abruzzo. Codici miniati tra Medioevo e Rinascimento costituisce un’occasione imperdibile per ammirare in un’unica esposizione, oltre che un vasto corpus di manoscritti miniati di proprietà delle Biblioteche pubbliche ed ecclesiastiche abruzzesi, soprattutto materiali finora sconosciuti o recentemente ritrovati: saranno esposti infatti, tra gli altri, i due fogli dei corali rubati da Guardiagrele rintracciati da Francesca Manzari sul mercato antiquario, il Messale per Offida conservato alla Biblioteca Palatina di Parma, i fogli miniati oggi alla Fondazione Cini di Venezia, l’Exultet di Avezzano, raro esempio di rotolo di pergamena della lunghezza di quasi 6 metri prodotto a Montecassino nell’XI secolo per Pandolfo, vescovo della città abruzzese, e incantevoli riproduzioni di codici di provenienza regionale custoditi in vari Istituti Esteri (Real Biblioteca – Escorial, Metropolitan Museum – New York, Pierpont Morgan Library – New York, Bibliothèque Nationale – Parigi, Musée Marmottan – Parigi). In Abruzzo la produzione libraria miniata tra XI e XV secolo è straordinaria grazie a botteghe di professionisti, disposte soprattutto nei centri di Chieti, L’Aquila e Teramo, che operavano realizzando opere, anche dello stile più svariato. Le numerose ricerche effettuate dai curatori nell’ultimo decennio hanno permesso di scoprire nuovi manoscritti, artisti e botteghe facendo emergere una rete di rapporti differente rispetto a quanto era stato fissato nella storiografia precedente. Molti codici sono nati dalla collaborazione di più artisti, la cui presenza è rilevabile anche all’interno di una piccolissima immagine, e talvolta anche di provenienza diversa. All’interno del Messale di Offida, ad esempio, lavorano almeno due artisti; questo manoscritto costituisce un’eccellente testimonianza del sistema del lavoro delle botteghe attive nel tardo Medioevo: artisti diversi fondono i propri interventi in modo da creare una grande uniformità stilistica pur mantenendo caratteri autonomi. Gli artisti, molto spesso, si trasferivano a Roma e Napoli, immettendo nelle due capitali, del Regno e del Papato, componenti abruzzesi determinanti; altro interessante scambio avveniva tra l’Abruzzo e la Puglia, Regione nella quale sono stati rintracciati numerosi codici abruzzesi. Rispetto a quelli di altre aree italiane, i miniatori abruzzesi firmano le loro opere con notevole orgoglio; essendo quasi tutte in lettere d’oro, mostrano un alto grado di autoconsapevolezza e un mercato librario di appartenenza sicuramente di alto pregio.

Museo Palazzo de’ Mayo

Largo Martiri della Libertà - Chieti 10 maggio 2013 - 31 agosto 2013 Orario: estivo (Luglio - Agosto): martedì - domenica 19,00 - 23,00 Il museo resterà aperto anche a Ferragosto con orario 19,00 - 23,00 Lunedì chiuso Costo del biglietto: gratuito; Per informazioni 0871 359801 E-mail: info@fondazionecarichieti.it Sito web: http://www.fondazionecarichieti.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


OLTRE CARAVAGGIO. PITTURA DEL SEICENTO IN ABRUZZO, TRA ROMA E NAPOLI 4 maggio al 21 luglio 2013 In una mostra itinerante, che parte da Lanciano per approdare a L’Aquila, Oltre Caravaggio. Pittura del Seicento in Abruzzo, tra Roma e Napoli, a cura di Lucia Arbace, per la prima volta esposti i capolavori di due prestigiose collezioni d’arte: la Cappelli e la Dragonetti De Torres, un tempo esibiti nei sontuosi palazzi aquilani, assieme ad altre testimonianze di un secolo complesso che ha stimolato eccezionali committenze artistiche anche in Abruzzo. Si potrebbero considerare i mai visti perché, su un totale di quarantaquattro tele, soltanto alcuni dipinti della raccolta Cappelli erano collocati fino al sisma del 2009 nel Museo Nazionale d’Abruzzo a L’Aquila, accanto ad opere seicentesche provenienti dal territorio. Riparati i danni del terremoto, tutte queste opere ora possono essere apprezzate meglio, dopo accurati restauri, come quelli che hanno riguardato le due tele di Giacinto Brandi, ora incardinate nella mostra. Escono dai depositi anche alcune novità assolute, come il San Pietro Martire, per il quale gli specialisti stanno valutando una possibile attribuzione a Guercino, e lo straordinario Cristo benedicente, importante inedito di Massimo Stanzione. Spiccano inoltre la delicata ed elegantissima Adorazione dei pastori di Bernardo Cavallino, alcune opere dei principali caravaggeschi, tra cui il belga Louis Finson, nonché dipinti di Luca Giordano e Francesco Solimena, protagonisti della scena artistica napoletana. Grazie alla disponibilità di un generoso collezionista abruzzese, s’ammirano inoltre alcune bellissime Nature morte e alcuni capolavori di Giovan Battista Spinelli, di cui gli stessi Dragonetti De Torres erano pronipoti. Non manca infine un omaggio al grande Mattia Preti, nel 400° anniversario della nascita, che si celebra contemporaneamente a Malta e a Venaria Reale con mostre internazionali le quali esibiscono anche alcuni capolavori in prestito dalla Soprintendenza BSAE dell’Abruzzo. La mostra è stata realizzata dalla Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici dell’Abruzzo e dal Comune di Lanciano, Assessorato alla Cultura, con il contributo della Regione Abruzzo. Inaugurazione 4 maggio 2013 ore 16.00, Polo Museale Santo Spirito di Lanciano. Intervengono: Mario Pupillo, Sindaco di Lanciano, Luigi De Fanis, Assessore alla cultura della Regione Abruzzo, Pino Valente, Assessore alla Cultura del Comune di Lanciano, Lucia Arbace, Soprintendente BSAE dell’Abruzzo.

Polo Museale di Santo Spirito, Lanciano La mostra resterà aperta dal 4 maggio al 21 luglio 2013 Orari: Lunedì-venerdì 9/13 - martedì e giovedì 15/18 - Sabato e domenica 16/18. Costo del biglietto: ingresso libero; Info: 0872 700578 Sito web: http://www.sbsae-aq.beniculturali.it http://www.comune.lanciano.chieti.it

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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

PUGLIA

GALLERIA NAZIONALE DELLA PUGLIA l’importanza del nascente museo è nella peculiarità del suo patrimonio che, per la forte presenza di artisti stranieri, si configura come offerta culturale eccentrica, nuova e stimolante rispetto ai tradizionali percorsi d’arte della maggior parte dei musei storici italiani, in forte e quasi esclusiva connessione al territorio di appartenenza. di grande interesse è la presenza di bozzetti e studi preparatori, di copie e repliche, peculiari di una raccolta di formazione recente e rinveniente tutta dal mercato antiquario e che, specie per i soggetti religiosi della grande pittura controriformata, costituiscono preziosi veicoli di conoscenza e di approfondimenti per la storia dell’arte. prezioso il corpus di disegni che comprende inchiostri, pastelli, carboncini, matite, sanguigne, acquerelli su carta o su pergamena, di artisti italiani ed europei, databili tra xvi e primi del xx secolo. gli studi critici già editi, la schedatura, gli interventi sulla guida breve stanno a dar conto della estrema varietà e della complessità del patrimonio che si presenta allo stato attuale delle conoscenze. nel contempo si intendono sollecitare e progettare nuove riflessioni e contributi, allargati a più studiosi e specialisti, che affrontino in maniera sistematica le molteplici questioni ancora aperte relativamente a problematiche attributive, a soggetti iconografici non individuati, a cronologie ed ambiti culturali in attesa di più certa definizione.

Il progetto di ordinamento museale ha tentato di preservare la percezione ed il senso di patrimonio di collezione privata della raccolta, cercando di far emergere il filo conduttore che negli anni ha suggerito ai donatori gli acquisti, gli scambi, le scoperte. Pertanto esso ha inteso suggerire più percorsi conoscitivi che, volta a volta, assecondino o accendano attorno alle opere curiosità, desiderio di conoscenza, voglia di approfondimenti, di sperimentare, di ritornare a visitare il Museo. Il percorso di visita articolato in cinque sezioni, dal Cinquecento al Novecento, accoglie circa 170 dipinti secondo un criterio prevalentemente cronologico, ma in ragione anche dei contesti delle singole opere. Fuori percorso si presenta un delizioso frammentino di pittura su tavola con una Testa di santa, pervenuto in donazione con una attribuzione orale di Federico Zeri al pittore trecentesco Giovanni da Rimini ma, nella qualità sinuosa della linea, più moderna dell’arcaico giottismo di Giovanni, a sottolineare, comunque, la fortuna in ambito collezionistico dei Primitivi italiani.

GALLERIA NAZIONALE DELLA PUGLIA - Palazzo Sylos Calò

via G. Rogadeo, 14 – Bitonto (BA) - Tel. 080 099708 Tutti i giorni dalle ore 09.00 alle ore 20.00. Mercoledì chiuso. L’ingresso è consentito fino a 45 minuti prima della chiusura. Ingresso gratuito http://www.gallerianazionaledellapuglia.it/ Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali


GIORGIO DE CHIRICO - Mistero e Poesia Castello Aragonese di Otranto Un grande evento giunge per il quinto anno consecutivo al Castello Aragonese di Otranto, contenitore culturale gestito dall’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie e dalla Società Cooperativa Sistema Museo di Perugia, con la direzione artistica dell’architetto Raffaela Zizzari. Dopo aver accolto oltre 200mila visitatori con le mostre di Joan Mirò, Pablo Picasso, Salvador Dalì e Andy Warhol, l’antico maniero idruntino ospita da sabato 8 giugno a domenica 29 settembre la mostra “Giorgio de Chirico - Mistero e poesia” a cura di Franco Calarota. L’esposizione monografica su Giorgio de Chirico illustrerà il percorso della sua opera all’insegna della Metafisica – intesa dal maestro come qualità eletta della pittura e non come caratteristica dei soggetti – che scorre lungo le diverse fasi stilistiche del suo lavoro: recupero della tradizione classica, suscitazioni surreali e riavvicinamenti alla realtà si intrecciano in un universo di mondi, linguaggi e codici differenti. Inventore di città allucinate e assurde, le sue “Piazze d'Italia” si offrono come luoghi incerti e instabili da cui l'occhio è attratto per le sue architetture classiche, racchiuse nella gabbia di una rassicurante prospettiva rinascimentale, ma da cui la mente divaga per l'accostamento con elementi stranianti che trasformano i luoghi familiari da cui prende ispirazione (come Monaco di Baviera, Firenze, Roma, Torino, Parigi, Ferrara e New York) in realtà analoghe, diverse, sospese in un'atemporalità assoluta. Si tratta di una imagerie fatta di interruzioni e dissonanze che per citare Italo Calvino danno vita a “città del pensiero” a cui gli architetti del dopoguerra si ispireranno per la realizzazione di nuovi edifici e progetti urbanistici. La figura umana è quasi inesistente in questo universo, sostituita da calchi in gesso di statue antiche o dai suoi tipici manichini. Si tratta di quelle famose “Muse inquietanti” che popolano il suo universo nell'enigmaticità e nel silenzio, vivendo come guardiani tra ciò che è stato e quello che sarà in un eterno presente, in un continuo ritorno, in una ripetizione differente. Le sue figure senza volto, prive di connotati fisici e quindi anche di etnia, cultura o religione, sorvegliano imperscrutabili la sua dialettica sospesa tra rievocazione e invenzione, tra ricordo e rinnovamento, occupando la superficie con la loro presenza immutabile che immerge in un mondo classico, un'angoscia del tutto moderna. Metafisica a sud, enigma di un pomeriggio d’estate è il titolo del programma degli eventi a margine della. Gli eventi offriranno la possibilità di compiere inconsuete esplorazioni del nostro territorio regionale, delle sue molteplici peculiarità, attraverso la visione pittorica dell’artista padre della metafisica. Chiara Idrusa Scrimieri proporrà un percorso tra docufilm e videoarte, un viaggio di lettura metafisica applicata al paesaggio sensibile della nostra Magna Grecia. Inoltre una serie di eventi collaterali si inseriranno nel solco del percorso di marketing innovativo intrapreso nel 2009 con la nuova direzione artistica del castello, amplificando l’attrattività e l’offerta culturale della Città di Otranto e dell’intero territorio del Salento. La rassegna degli eventi collaterali del Castello Aragonese di Otranto, giunta alla quarta edizione, ha registrato – infatti - importanti risultati non solo per i visitatori che hanno apprezzato le singole mostre e gli eventi ma anche per artisti, architetti, registi, designer e aziende che traggono una concreta opportunità di incontro e di promozione. Inaugurazione: venerdì 7 giugno – ore 18.00 Orari: giugno e settembre 10-21; luglio e agosto 10-24. Ticket d’ingresso: intero € 7,00; ridotto € 4,00 (6-14 anni, oltre 65 anni, scolaresche, diversamente abili e relativi accompagnatori, gruppi superiori a 20 unità, convenzioni attive). Titolari Otranto Card: intero € 6,00. Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito della Regione


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

BASILICATA TRAMAE

Aspetti della ricerca artistica in Puglia e Basilicata Sede: Spazio dell’Angelo, Via Sant’Angelo, 68 - Sasso Caveoso, Matera Durata: 2 luglio - 4 agosto 2013 Orari: dal martedì al sabato 18.00 - 20.00 Patrocini: Comune di Matera - Regione Basilicata - Regione Puglia - Parco Letterario Carlo Levi Espongono: Natale Addamiano, Maria Bonaduce, Mario Colonna, Giovanni Morgese, Fabiana Belmonte, Nicola Filazzola, Elisa Laraia, Nisio Lopergolo Si intitola "Tramae. Aspetti della ricerca artistica in Puglia e Basilicata" la collettiva ospitata a Matera nello "Spazio dell'Angelo" dal 6 luglio al 4 agosto. Nell'ambito degli appuntamenti in occasione della candidatura di Matera a Capitale europea della Cultura 2019 la rassegna delle migliori produzioni di quattro artisti lucani e altrettanti pugliesi si avvale del patrocinio del Comune di Matera, della Regione Basilicata, della Regione Puglia e del Parco Letterario Carlo Levi. Un'iniziativa voluta dal curatore e artista Nicola Filazzola all'interno del suo spazio espositivo nel suggestivo scenario del Sasso Caveoso (via Sant'Angelo 68) per dare testimonianza dello stato dell'arte nelle due regioni vicine e sorelle, Basilicata e Puglia, con riconosciute firme della pittura. Un viaggio variegato attraverso stili, tecniche e approcci ai molteplici linguaggi dell'arte contemporanea a cui sono stati invitati a partecipare i lucani Fabiana Belmonte, Nicola Filazzola, Elisa Laraia e Nisio Lopergolo e i pugliesi Natale Addamiano, Maria Bonaduce, Mario Colonna e Giovanni Morgese. «E' solo un primo esperimento – spiega il curatore della mostra, l'artista Nicola Filazzola – perché la mia idea è quella di coinvolgere in un grande evento espositivo tutte le regioni del Sud Italia. Questa prima collaborazione tra Basilicata e Puglia, due territori ricchi di suggestioni, di contaminazioni, di spunti di analisi ed elaborazione, è l'occasione per avviare un dialogo per nuovi e più articolati progetti perché l'arte del Sud Italia ha tanto da dire e da raccontare».


ENZO BRISCESE

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905


SALVATORE ALESSI

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L’opinione Fancesco Mastrorizzi

Irene Albano. Tracce della natura Da sempre la pittura di Irene Albano ha come protagonista la natura, a partire dalla prima produzione incentrata sul figurativo, in cui le corolle floreali erano i soggetti privilegiati, per proseguire lungo un percorso di ricerca tra tecniche e materiali che negli anni più recenti l’ha portata allo sviluppo di un ciclo di opere denominate “combustioni”. Tale progetto associa il collage alla pittura, mediante l’applicazione sul supporto ligneo, in combinazione con materiali vari come stucchi, colle, sabbia, bitume, di elementi naturali quali fiori, foglie, bacche, cortecce, canne, rami resinosi. Aspetto interessante dal punto di vista della sperimentazione artistica è che in un secondo momento la pittura viene sottoposta all’azione diretta del fuoco, che ne altera la struttura materica, per raggiungere mirabili effetti cromatici. Il dato naturale subisce così una metamorfosi, assumendo un certo grado di solennità e un nuovo aspetto che evoca la lenta azione esercitata dal tempo sugli oggetti. Essi, fregiandosi al contempo della centralità all’interno del quadro, ci appaiono come testimonianze cristallizzate del passato, alla guisa di reperti archeologici o di fossili che affiorano dalla terra. L’intento implicito della Albano, che va oltre il mero dato estetico, è quello di comunicare quel messaggio di rispetto per la natura

che costituisce il fil rouge di tutta la sua produzione. I dipinti vanno intesi perciò come strumenti di denuncia di tutti quei gesti o comportamenti umani che provocano devastazioni e distruzioni ai danni dell’ambiente. Esattamente come un bosco dopo un incendio, la tavola dipinta reca le tracce di una natura violentata. Emblema della personale cifra stilistica di Irene Albano sono anche i colori, sempre intensi e brillanti come quelli dei luoghi della pianura lucana in cui vive, saturi di materia, spesso cangianti al variare della luce, che rapiscono lo sguardo dello spettatore con tonalità forti e accese. Essi supportano composizioni perfettamente bilanciate, in cui forma e segno vengono ad essere annullati, non pregiudicando tuttavia la carica espressiva di ogni opera, merito della quale va riconosciuto all’abilità realizzativa dell’artista. Osservando con attenzione la superficie increspata e quasi corrosa dei dipinti della Albano, si può finire per associarla a quelle immagini di pianeti lontani inviate da sonde spaziali precorritrici dei viaggi umani nell’universo. E così anche noi possiamo lasciar viaggiare la mente, cercando di immaginare tutti gli astri non ancora scoperti, dalle infinite colorazioni accese e vivaci, come le opere di Irene Albano.


EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

CAMPANIA

Mostra “Restituzioni 2013. Tesori d’arte restaurati” Dal 23 marzo a l9 luglio 2013

L’esposizione, ospitata in due prestigiose sedi, il Museo di Capodimonte e le Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano, presenterà al pubblico 45 nuclei di opere d’arte - per un totale di oltre 250 singoli manufatti - appartenenti al patrimonio del Paese e restaurati nello scorso biennio da Intesa Sanpaolo nell’ambito di Restituzioni, il programma che la Banca dedica da oltre vent’anni alla salvaguardia e alla valorizzazione del patrimonio artistico italiano. La mostra, curata e promossa da Intesa Sanpaolo, è organizzata in partnership con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico e per il Polo museale della città di Napoli, e si avvale dell’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del patrocinio del Comune di Napoli e della collaborazione dell’Associazione Amici di Capodimonte. La curatela scientifica è di Carlo Bertelli e Giorgio Bonsanti. La mostra avrà due sedi: il Museo di Capodimonte - che ha visto nell’ambito di Restituzioni il restauro del Trittico con le Storie della Passione, straordinario manufatto in alabastro - e Palazzo Zevallos Stigliano, sede museale partenopea di Intesa Sanpaolo, dove saranno presenti importanti reperti archeologici e sarà esposta la testa di Medusa di Canova. Nel cuore della città, i visitatori avranno inoltre la possibilità di conoscere ulteriori tesori custoditi in prestigiose sedi cittadine, anch’esse coinvolte nelle diverse edizioni del programma Restituzioni: la chiesa dei Santi Apostoli, il Museo Diocesano, il Museo del Tesoro di San Gennaro e la Cappella del Tesoro. L’edizione 2013 di Restituzioni - la sedicesima sarà quindi anche l’occasione per percorrere un itinerario tra luoghi d’arte di Napoli che conservano capolavori restaurati nelle scorse edizioni del progetto fra cui il Reliquiario del Busto e il Reliquiario del Santo del Tesoro di San Gennaro. Informazioni Sedi espositive mostra Restituzioni. Tesori d’arte restaurati Museo di Capodimonte Via Miano, 2 - 80131 Napoli Orario: dal lunedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 19.00. Chiuso il mercoledì. La mostra è visitabile gratuitamente con il biglietto di ingresso al Museo. Ingresso intero € 7,50 | ridotto € 3,75 I possessori di biglietto di ingresso intero a Capodimonte hanno diritto all’ingresso gratuito a Palazzo Zevallos Stigliano Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano Via Toledo, 185 80132 Napoli Orario: dal lunedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00. il sabato apertura straordinaria fino alle 20. Chiuso il mercoledì. La mostra è visitabile gratuitamente con il biglietto di ingresso alle Gallerie. Ingresso intero € 4,00 | ridotto € 3,00 I possessori di biglietto di ingresso delle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano hanno diritto all’ingresso ridotto a Capodimonte NAVETTA GRATUITA Per tutta la durata della mostra, il museo di Capodimonte è raggiungibile con navetta gratuita offerta da Intesa Sanpaolo e dal Banco di Napoli.


GALLERIA IL CATALOGO SALERNO http://www.ilcatalogo.com/


ENRICO CHALLIER L e g n i d i Ve r s i

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : galleriariele@gmail.com - tel. 011.20 73 905


L’opinione di Annamaria Parlato VITTORIO MANSI Vittorio Mansi nasce il 21 settembre del 1949. Diplomato all’Istituto d’Arte di Salerno, ha poi in seguito frequentato l’accademia di Belle Arti di Napoli, divenendo allievo di Armando De Stefano. Negli anni Settanta ha partecipato a molteplici ed importanti rassegne e premi nazionali di pittura. Perfezionandosi come acquerellista, negli anni Ottanta ha preso parte ad un noto gruppo di artisti romani come Marinucci, Mercuri, Raimondi, Riso, Kaseiw e Lattanti. Le sue personali si sono svolte in numerose città tra cui Milano, Roma, Cascia, Busto Arsizio, Sorrento, Salerno, Positano, Monaco di Baviera. Attualmente lavora a Minori in Costiera Amalfitana e le sue opere arricchiscono importanti collezioni private. Partecipando nel corso della sua carriera a svariate collettive, si è aggiudicato molti premi e riconoscimenti. Vittorio Mansi è stato definito dalla critica un “attento osservatore della realtà e del paesaggio, poeta della natura e delle cose semplici”. Osservando le sue tele a ragione si può affermare che le cose stanno realmente così, Mansi è un raffinato acquerellista che pone al centro del suo comporre le emozioni: la realtà sembra diventare, essendo scomposta dalla pittura, il frutto di una precisa sintesi visiva. L’acquerello o acquarello è una tecnica pittorica che prevede l’uso di pigmenti prima macinati, poi mescolati con un legante e infine diluiti in acqua. L’acquarello per la sua rapidità e per la facile trasportabilità dei materiali, è divenuto la tecnica per eccellenza di chi dipinge viaggiando e all’aria aperta. Vittorio Mansi ha da sempre dipinto en plein air, girovagando tra le bianche architetture mediterranee, di sapore bizantino e quasi arabeggiante del suo paese natio. Interessante è la gradazione cromatica che l’artista riesce a dosare attraverso l’acquerello; le sue pennellate sono intrise di una forte carica emozionale, una tensione energica dovuta ai contrasti ricercati, ai tagli policromi dei blu, dei viola, dei rossi, dei gialli e dei verdi, a volte stemperati per ottenere velature di pregio ed effetti luminescenti. Raimondi, diceva che “il colore è l’essenza del fare arte”. Vittorio Mansi spazia con fare sicuro in tutte le sfaccettature del colore, delineando così forme quasi spontanee, sentite e che profumano dei ricordi di una terra a lui familiare, avvolgente, che lascia l’arte libera di planare in un cielo realmente tinto d’azzurro e in un mare profondo e cristallino.

L’acquerello è una pittura delicata che predilige il paesaggio, le marine, i fiori, gli elementi naturali in generale. L’artista Mansi ne è come rapito. Ma nelle sue opere tutti questi elementi sono sempre decorativi, poiché il senso profondo della sua arte è il reale vissuto intensamente nelle sue varie espressioni. L’arte per Mansi è felicità visiva, serena immersione nella poesia del paesaggio, inesauribile sapore di cose perdute nella memoria. Le strade nel verde, le barche di legno sulla spiaggia, le buganvillee che adornano gli antichi casali, propongono la quiete dell’anima e una meditazione sul frettoloso e a volte insensato vivere d’oggi. Entrare in questo mondo pittorico è come sentirsi avvolti da una poesia fatta di colori tenui, di luci equilibrate in pennellate sinuose e guidate da un istinto artistico naturale, che ci riportano indietro nel tempo e ci avvicinano alla fonte della vera arte: semplicità, purezza, gioia di osservare e di esprimere. Ponendosi davanti ad un suo quadro ci si sente avvolti e trasportati in un turbinio di sensazioni, di colore avvolgente, di serenità interiore dove ognuno di noi dimentica per un istante gli affanni della vita quotidiana ed entra in un mondo tranquillo, all’interno del quale troviamo il maestro Mansi pronto ad attenderci, intento a lavorare con i pennelli e i suoi amati colori ad acqua, nell’incantevole cornice della Costiera Amalfitana, luogo ameno, meta prediletta nel corso dei secoli, di poeti, letterati ed uomini illustri, fonte della sua ispirazione artistica.

Barche a Minori, acquarello su carta Fabriano grana fine f5- cm 46x35


Villa Rufolo – Piazzale dell’Auditorium “Oscar Niemeyer” Da sabato 29 giugno a giovedì 31 ottobre Paladino / Ravello a cura di Flavio Arensi Oltre cinquanta sculture sculture di Mimmo Paladino ed un corto - «Labyrinthus» realizzato con Alessandro Haber e le musiche originali di Franco Mussida. Curata da Flavio Arensi, promossa dalla Fondazione Ravello, in stretta collaborazione con il Direttore Artistico del Ravello Festival Stefano Valanzuolo - la suggestiva mostra di Paladino consta di 60 opere, tra cui la grande installazione dei venti «Testimoni» collocati in dialogo con l’architettura di Niemeyer. «Il percorso espositivo – spiega Arensi - principia fin dai cancelli della Villa, dove è collocata la grande “Stele” di marmo bianco, una figura schematizzata che accoglie il visitatore e lo invita a concedersi un viaggio fra matematica, musica e sogno. Le opere di Paladino, che sono tutte un equilibrio fra segni, simboli e misteri, denotano da sempre un forte legame con la musica e più in generale con l’armonia vissuta come elemento geometrico. Il visitatore è sollecitato da richiami e rimandi al mondo dell’opera lirica e della musica, vivendo il connubio fra scultura e paesaggio». L’esposizione si snoda lungo i principali luoghi della Villa, a cominciare dal grande giardino della Torre dove l’anello di «Zenith» richiama l’ Anello di Wagner. Per i viali e i giardini si potranno così incontrare alcune delle celebri opere del maestro beneventano, ambientate negli scorci più poetici, fra le colonne del chiostro, o raggruppate nell’antica sala da pranzo dove sono ambientate tredici sculture di medio formato. Monumentali, invece, il grande cavallo «Architettura», «Caduto a ragione», la composizione in ferro rosso «Respiro». Si tratta di una sorta di itinerario nella melodia che in Paladino diviene, appunto, motivo geometrico, slancio simbolico, forma pura.


ROSSI ALESSANDRO

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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

CALABRIA

MATTIA PRETI detto il Cavalier Calabrese (Taverna 1613 - Malta 1699) La programmazione relativa agli eventi celebrativi che s’intendono realizzare in occasione del IV Centenario della nascita di Mattia Preti, il più grande artista calabrese di tutti i tempi, s’identifica nei contenuti, nella già concretizzata volontà di stabilire un congiunto rapporto di fattiva collaborazione operativa e scambio culturale tra le due patrie dell’artista: Taverna e l’isola di Malta, con lo scopo principale di valorizzare e divulgare nel mondo, la formidabile parabola umana e creativa del “Cavaliere di Grazia”, attraverso l’approfondimento delle ricerche storiche e archivistiche, l’ampliamento degli studi scientifici, l’approntamento di maggiori interventi di tutela, conservazione e valorizzazione sul corpus dei dipinti pretiani esistenti a Taverna e Malta. “Lux Fides : Arte alla luce – luce alla Fede” è il tema con il quale sarà impostato tutto il progetto nelle sue molteplici comparazioni antropologiche, storiche, religiose, sociali, politiche e culturali; cifra elicoidale e propulsiva utile alla realizzazione di nuovi studi pretiani, attraverso i quali sarà attuata l’auspicabile diffusione editoriale di pubblicazioni e apparati didattici multimediali, a livello nazionale e internazionale, finalizzata ad una maggiore conoscenza della vita e dell’arte di Mattia Preti.

Museo Civico Taverna Piazza del Popolo, 1 88055 Taverna Catanzaro (CZ)

Orari di apertura, ingresso al Museo e alla Pinacoteca Pretiana in San Domenico: Da Martedì a Domenica dalle ore 9,30 alle 18,30 (Chiuso il Lunedì). Il costo d’ingresso al museo è di €.5,00 (ridotto ad €. 3,00 per i ragazzi delle scuole di ogni ordine e grado, nonché per gli ultra sessantacinquenni). Ingresso gratuito per i residenti, i nati a Taverna, i ragazzi di età inferiore ai sei anni, i diversamente abili, le guide autorizzate, gli accompagnatori di gruppi o scolaresche, i Funzionari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali). Per le visite guidate il costo è di €.2,00 a persona. Numeri utili per informazioni e prenotazioni delle visite: Tel.: 0961-023674 Cell.: 3279269883 E-Mail: trischenemuseocivicotaverne@gmail.com http://www.mattiapretiataverna.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


BOOKHOUSE

LA FORMA DEL LIBRO AL MARCA DI CATANZARO

Dal 4 Maggio al 5 Ottobre 2013 All’ingresso, una Torre di Babele con 8 mila volumi e sulla facciata una cascata di letteratura che scende dalla finestra. Poco più in là una libreria esplosa e una camera da letto formata con copertine e segnalibri. Sono solo alcune delle sorprendenti e imprevedibili installazioni che caratterizzano Bookhouse. La Forma del Libro, una mostra particolarmente impegnativa dove intorno ad un unico elemento, quello del libro, si sviluppano le infinite forma dell’arte. Nella fase più critica della sua esistenza, proprio quando la rivoluzione tecnologica ci pone di fronte alla nuova era Gutenberg, il libro, nell’ambito dell’arte contemporanea, non è mai stato così attuale e la mostra proposta al MARCA rappresenta il più esaustivo omaggio a questo magico strumento che da oltre 500 anni mantiene fondamentalmente inalterata la sua fisionomia. La Forma del Libro è organizzata dalla Provincia di Catanzaro con il contributo della Regione Calabria e rientra nel progetto POR Calabria FESR 2007/2013. Ideata e curata dal direttore artistico del MARCA Alberto Fiz, comprende 50 artisti tra i più significativi della scena artista nazionale e internazionale che si confrontano sulla forma taumaturgica del libro, un oggetto

così perfetto che Umberto Eco l’ha paragonato alla ruota.“Il significato del libro risiede nella sua forma pensante”, afferma Alberto Fiz. “Se fosse semplicemente un contenitore di testi o di immagini, sarebbe già stato spazzato via. Invece, mantiene il proprio ruolo primario in quanto è un oggetto sensibile, in grado di creare un rapporto simbiotico con il lettore e, nello stesso tempo, ha la capacità di organizzare il pensiero. Un messaggio, quello proposto dal libro, partecipativo e polisemico che fissa il provvisorio in permanente e dove l’unità fisica presuppone l’unità di senso.” Anche Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro con delega alla Cultura, sottolinea il grado sperimentale e innovativo della mostra proposta al MARCA: “Bookhouse. La Forma del Libro è un progetto che affronta una problematica centrale della nostra società e lo fa attraverso la voce autorevole di un eccezionale gruppo di artisti che spazia da Claes Oldenburg a Jannis Kounellis; da Anselm Kiefer a Mimmo Paladino. Le loro opere, prive di qualsiasi retorica, dimostrano la forza rigenerativa del libro, nonché la sua vitalità. Per il MARCA si tratta di una sfida affascinante per una rassegna destinata ad avere un’eco oltre i confini nazionali“

MARCA

Catanzaro Via Alessandro Turco 63 da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30; chiuso lunedì Ingresso: 3 euro; tel. 0961.746797 info@museomarca.com www.museomarca.info Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


DISCEPOLO GIRARDI

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SANDRA VANDELLI

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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE

SICILIA

Pinacoteca Palazzo dei Filippini Il palazzo di San Filippo Neri venne costruito nel 1703, progettato dall’architetto Simone Mancuso. Fu eretto accanto alla chiesa di San Giuseppe, costruita nel 1656 e affidata, fino alla fine del secolo scorso, alla Congregazione dei Padri Filippini. Fu così che prese piede ad Agrigento il culto per il santo fondatore del loro ordine, al quale è dedicata una cappella all’interno del Santuario. Del palazzo si apprezza l’atrio con pozzo centrale e l’edificio a tre piani. Nel 1860 il Palazzo dei Filippini ospitò le scuole superiori intitolate a Michele Foderà, un Museo di Storia Naturale, un osservatorio astronomico e una biblioteca con seimila volumi. L’attuale piano terra è stato costruito nella seconda metà dell’ottocento in seguito ad una ristrutturazione che abbassò l’ingresso monumentale centrale e rifondò le antiche basi, in occasione del livellamento della strada maestra. La ristrutturazione comportò la recisione di un antico ipogeo e mise alla luce aggrottamenti e cisterne di probabile origine araba. Oggi questo palazzo storico è sede di diverse mostre permanenti e temporanee, sono presenti quadri del Giambecchina, LoJacono, Politi e Santella.

Agrigento, Piazza Pirandello Orario visite: dal Lunedì al Sabato dalle ore 9,00 alle ore 13,00 e dalle ore 15,00 alle ore 19,00.

Museo Regionale di Messina Il Museo Regionale di Messina si trova nella parte nord della città e ad ospitarlo è l’ex filanda Barbera- Mellinghoff, del tardo ottocento. Nel corso degli anni sono state diverse le ristrutturazioni del palazzo, tutte atte a portare migliorie e tutelare l’esposizione delle opere. All’interno del Museo Archeologico di Messina sono documentati i fasti della città nei secoli (dal XII al XVIII), testimoniate da personaggi come Antonello, di Girolamo Alibrandi, di Polidoro e di Caravaggio, personaggi di spicco della cultura artistica messinese. Dopo il sisma del 1908 hanno preso parte alla collezione dipinti ed opere scultoree e preziosi manufatti decorativi, appartenuti ad edifici danneggiati e poi abbattuti. Oggi il Museo vanta un patrimonio immenso di opere che, accanto ai dipinti e alle sculture di autori prestigiosi e di artisti locali, annovera oggetti di arte decorativa di grande rilevanza.

Museo Regionale di Messina Viale della Libertà, 465, 98121 Messina - Telefono:090 361292 Orari ingresso : Chiuso il lunedì. Da martedì a sabato dalle 9 alle 19 (ultimo ingresso 18.30). Domenica e festivi dalle 9 alle 13 (ultimo ingresso alle 12.30) Biglietto singolo intero : 3,00 € Biglietto singolo ridotto: 1,50 € Biglietto unico cumulativo: Unico cumulativo Note: Biglietto per l'ingresso residenti nella provincia: 1,00 € Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


Le immagini del grande fotografo americano in prima esposizione mondiale PHIL STERN. SICILY 1943

Acireale, Galleria Credito Siciliano Dall’ 11 luglio al 8 settembre 2013

Inaugurazione mercoledì 10 luglio ore 19.00 Galleria Credito Siciliano Orari e ingressi Galleria Credito Siciliano da mercoledì a domenica 18.00 - 21.30 Aperture straordinarie su prenotazione chiuso lunedì e martedì – INGRESSO LIBERO La mostra Phil Stern. Sicily 1943, che sarà inaugurata ad Acireale presso la Galleria del Credito Siciliano il 10 luglio prossimo, alle ore 19:00, presenta, in prima mondiale, le fotografie del grande fotografo americano scattate durante la sua permanenza in Sicilia, nell’estate del 1943, a seguito delle truppe americane. Curatore e direttore della mostra è il giornalista Ezio Costanzo, storico e docente di Fotoreportage all’Accademia di Belle Arti di Catania, nonché autore di numerosi libri sull’occupazione anglo-americana della Sicilia del 1943. Phil Stern, oggi 93enne, sarà presente all’inaugurazione della mostra e farà ritorno nell’Isola giusto 70 anni dopo l’Operazione Husky, lo sbarco anglo-americano che diede l’avvio alla liberazione dell’Europa dal nazi-fascismo. Stern sbarca con i Rangers, a Licata, e fotografa la guerra, i morti, i feriti, la sofferenza della popolazione civile. Nei brevi momenti di relax fotografa anche la gente dell’isola e si fa immortalare tra loro, inebriato dalla calorosa accoglienza. È attratto dal mondo contadino e dalla generosità dei siciliani, ai quali riesce a rapire dei rari sorrisi. La mostra fotografica del grande autore americano riveste una notevole valenza, sia nell’ambito prettamente artisticofotografico, sia nell’ambito storico: dagli scatti di Stern; infatti, emerge con forza la rilevante capacità di restituzione di una parte di memoria altrimenti destinata all’oblio. Stern, durante la sua permanenza in Sicilia (dal 2 al 12 luglio 2013) visiterà i luoghi dell’isola che lo videro protagonista durante l’estate del 1943, tra i quali Licata, Gela, Comiso, Palermo. Sulla presenza di Phil Stern in Sicilia, sui luoghi della memoria oggi e sugli eventi storici che videro protagonista l’isola nel luglio del 1943, la casa editrice Le Nove Muse, produrrà un documentario curato da Ezio Costanzo per la regia di Filippo Arlotta.


ALESSIA ZOLFO

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905


FRANCO ERRENI

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EVENTI CHE SI SVOLGONO NELLA REGIONE AUTONOMA

SARDEGNA

L'Invenzione della Sardegna Dal 14.06.2013 al 01.09.2013

La mostra è organizzata dal Museo MAN e dal Comune di Orosei, in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici, Artistici ed Etnoantropologici per le Province di Sassari e Nuoro e con il Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali dell’Università di Sassari. L’esposizione, curata da Giuliana Altea e Maria Paola Dettori, intende fornire un quadro articolato della produzione pittorica in Sardegna nei primi cinquant’anni del XX secolo attraverso alcune opere di rilievo provenienti principalmente dalle collezioni del Museo MAN e del Mus’A di Sassari. Tra le opere in esposizione “La cacciata dell’Arrendadore” di Mario Delitala, restaurata di recente e le quattro lunette allegoriche che componevano la decorazione del salone consiliare del Comune di Nuoro. Il percorso si sviluppa in due sezioni, la prima dedicata al processo di costruzione di una nuova identità sarda da parte degli artisti presso il Museo MAN di Nuoro, I primi cinquant’anni del Novecento sono quelli in cui gli artisti e intellettuali sardi elaborano e portano a definizione una nuova immagine della Sardegna, alla percezione di una terra arretrata economicamente e socialmente subentra la visione di un Eden incontaminato, immune dai guasti della civiltà e del progresso. La cultura agropastorale, un tempo considerata espressione di arretratezza, viene ora assunta a perno della nuova rappresentazione dell’Isola. La seconda dedicata al tema della rappresentazione del paesaggio sardo presso L’Ormeggio di Orosei, è più specificamente incentrata sul tema della rappresentazione del paesaggio sardo. Intensamente frequentato da protagonisti del contesto locale del primo Novecento.il paesaggio appare sotto una nuova luce nelle opere dei pittori degli anni Dieci, al paesaggio si dedicano si può dire tutti, protagonisti e comprimari della pittura sarda della prima metà del Novecento, spartendosi ambiti e zone di pertinenza. Nel secondo dopoguerra, l’intensa caratterizzazione locale delle vedute primonovecentesche scompare definitivamente per far posto a immagini più generiche, spesso soffuse di romanticismo e nostalgia. Informazioni e prenotazioni: MAN_Museo d’Arte Provincia di Nuoro via Sebastiano Satta, 27 | 08100 Nuoro Tel. +39 0784 252110 Orari: 10:00 - 13:00 • 15:00 - 19:00 [Lunedì chiuso] LA STRADA DEL VINO CANNONAU L'ORMEGGIO via Giuseppe Musio, 22 | 08 028 Orosei (NU) Tel. +39 0784 996951 – 349 6939553 Orari: 10:30 - 12:30 • 17:30 - 21:30 [Lunedì chiuso] Biglietteria: Intero 3,00 euro (valido per le due sedi) Ridotto 2,00 euro (dai 18 ai 25 anni) Gratuito under 18 e over 60 Gratuito ultime domeniche del mese Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del MAN


CENTRO CULTURALE ARIELE via Lauro Rossi, 9c - TORINO tel. 011.20 73 905

Enzo Briscese

Presidente C.C. Ariele

STIAMO SELEZIONANDO 100 ARTISTI AI QUALI REALIZZEREMO PER CIASCUNO UN CATALOGO VIRTUALE DI 44 PAGINE, LE DIMENSIONI SONO: 20 x 20 cm QUESTI BOOK SARANNO INSERITI NELLA NOSTRA LIBRERIA E NEL 2013, OGNI SETTIMANA FAREMO CONOSCERE UN ARTISTA A TUTTA LA NOSTRA RETE DI GALLERIE, ASSOCIAZIONI CULTURALI, CURATORI, CRITICI, COLLEZIONISTI OLTRE ALL’ESECUZIONE DEL CATALOGO VIRTUALE, SARA’ FORNITO AD OGNI ARTISTA LA VERSIONE IN PDF PER UNA EVENTUALE STAMPA - COPERTINA + INTERNO SIAMO IN GRADO DI FORNIRE ANCHE IL SERVIZIO DI STAMPA TRAMITE UNA TIPOGRAFIA (CONVENZIONATA CON NOI) CHE PERMETTE PREZZI CONCORRENZIALI DAL 7 NOVEMBRE AL 10 DICEMBRE PRIMA ESPOSIZIONE AL MUSEO DI SCIENZE NATURALI DI TORINO

LO SPAZIO ESPOSITIVO DELLA GALLERIA ARIELE E’ DISPONIBILE PER PERSONALI E COLLETTIVE NELLE SEGUENTI DATE: - Anno 2013 - dal 14 al 28 settembre - dal 05 al 19 ottobre - dal 26 ottobre al 9 novembre - dal 16 al 30 novembre - dal 07 dicembre al 09 gennaio 2014 NB: Le collettive sono con un max di cinque artisti e di uno scultore per il quale la mostra sarebbe una personale. scrivere a: info@galleria-ariele.com


LUIGI GROSSI

NAPOLI


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