Angelo petrucci

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DEL CORPO COME FORMA SIMBOLICA opere dal 1982 al 2013

ANGELO PETRUCCI Centro Culturale ARIELE



DEL CORPO COME FORMA SIMBOLICA opere dal 1982 al 2013

ANGELO PETRUCCI

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ANGELO PETRUCCI e-mail: petrucciangelo@virgilio.it

Testi in catalogo: Elisa Govi Giovanna Arancio

Progetto grafico e impaginazione: www.galleria-ariele.com www.rivista20.com 4


CRITICA Del corpo come forma simbolica Il corpo e il mondo che lo ospita, le cose e il corpo che le contiene, dipinti; raro oggi non riconoscere, pur tra le pieghe di uno studio d’autore, le impronta troppo forti di percorsi novecenteschi già tracciati e spesso risolti. C’era un tempo nel quale il corpo dipinto restituiva al suo creatore la misura di un rapporto tra il sé, l’altro da sé e la storia di un’arte tutta in divenire. Oggi, la figura ri-creata sembra impotente a rappresentare altro rispetto all’annoiato e decaduto epigono di racconti finiti, o a mutuare forme proprie a linguaggi propri di arti visive contemporanee. Da questo punto di vista, Angelo Petrucci è un unicum, un punto esclamativo lanciato nello stagno dell’apatia nella quale pare immersa l’arte figurativa dipinta. I suoi lavori costituiscono illuminanti chiavi di lettura contemporanee di un soggetto universale nell’arte, perché connaturato all’esistenza, affrontato con una tecnica altrettanto trasversale alla storia. Proviamo a comprenderne le ragioni. Intanto iniziamo col precisare che Petrucci dipinge, con olio su tela. La evidente formazione accademica si materializza in una misurata consapevolezza del fare, sin dai primi lavori pubblicati, della metà degli anni settanta; i riferimenti culturali assumono il peso di basi in commistione tra loro sopra le quali appoggiare le proprie visioni, non sono mai schemi interpretativi preconfezionati. Il segno è materico, la materia è disegnata...e forma e contenuto raggiungono a partire dagli esordi degli anni ottanta un equilibrio compiuto. E’ allora che la ricerca di Petrucci inizia a sostanziarsi di elementi che permangono sino ad oggi, seppure in evoluzione. Il corpo?: è fatto della stessa materia vitale di cui si compone l’universo. Come parte del tutto, è frammento senza volto, senza nome, sottratto all’identità e al tempo che lo hanno prodotto. Il corpo è parte dell’enigma irrisolto che sottende al mistero della vita e che coinvolge parimenti lo spazio che lo compenetra. “Madre Terra” potrebbe essere il nome destinato ad una di queste essenze impersonali sostanziate del colore della terra stessa. Res e humana sono dunque presenze imprescindibili nelle opere dell’autore, ma in questa riproposizione di molecole di universalità, nulla è concesso al caos disorganizzato: tutto, come in un rebus pronto ad auto-risolversi, ha una precisa ragione di essere in quel luogo, di quel tempo sospeso. Dunque da niente si può prescindere, lo 5


“sfondo” spesso incombe in primo piano, condiziona l’essenza del corpo, pure l’ombra su di esso si fa densa consistenza. Il complesso tema di forze è leggibile in virtù del delicato equilibrio visuale fra dimensioni, distanze, direzioni, curvature, volumi. Ciascun elemento possiede una forma appropriata in relazione a tutte le altre, fissando così un ordine definitivo nel quale tutte le forze componenti si contengono a vicenda, nessuna di esse può imporre alcun mutamento nell’interrelazione. Il gioco di forze si trova in quiete apparente. Ma il corpo rimane l’elemento propulsivo, vitale, che rompe la permanenza, che è motore di cambiamento; in questo senso, è la chiave di volta di queste composizioni. Il corpo di Petrucci è sintetizzato, generato dall’espressività gestuale ed emozionale di se stesso. E’ tridimensione dipinta, vitale sensualità potenziata dalla memoria, che sublima il reale, lo rende simbolico. Il corpo, dunque, come forma simbolica, richiede una conoscenza che implica volontario avvicinamento, ricerca perseguita, lenta penetrazione: è quella praticata dall’autore, è quella reiterata ad ogni rinnovato sguardo dello spettatore. Arrivati alla scoperta ci si accorge che quel corpo è parte di un tutto, arrivati al particolare, la visione è dunque la stessa del punto di partenza. A cambiare è l’esperienza. Comprendere l’opera, coglierla come totalità, è funzione di una rivelazione, l’immediatezza sospende la dimensione temporale, la visione logica dovrebbe restituirci il motivo di tale rivelazione. L’avvicinamento alla conoscenza necessita di un medium, di un linguaggio interpretativo. Ecco quindi la presenza costante di grate, elementi geometrici, che spesso incombono sin dalla metà degli anni ottanta, dinnanzi alle presenze umane; costrizioni percettive, ma anche veicoli di comprensione, tentativi di porre una logica alla realtà, caotica e mutevole. L’uomo ha bisogno di regolarità, la impone alla propria visione perché è funzionale, dal punto di vista conoscitivo. Questa rigidità dietro la quale si cela il dis-ordine, ci pone dinnanzi ad un interrogativo che per ora sembra rimanere irrisolto, ovvero di quale sia il rapporto tra le due tendenze cosmiche, quella volta al disordine meccanico e quella volta all’ordine geometrico. Talvolta, colate di sangue informale spezzano le griglie, è la vita che incombe, supera le costrizioni che la ragione 6


prova ad imporsi. Ma Petrucci riesce sempre con maestria suprema ad imporre all’organizzazione della visione il proprio schema strutturale; allo spettatore è restituito un punto di vista, l’ osservazione è accompagnata. Guardando all’intera produzione di Petrucci sin qui svolta, colpisce la coerenza della ricerca nelle direzioni sopra dette, anzi i processi paiono chiarirsi e raffinarsi nel tempo. Accanto ad un procedere dalla semplicità alla complessità dello studio, si ha un procedere dalla confusione verso l’ordine nella consapevolezza dell’indagine. Con il tempo, lo sviluppo, la metamorfosi, presenta un moltiplicarsi di parti dissimili, ma anche un accrescimento della precisione con la quale tali parti sono contraddistinte l’una rispetto all’altra; e ciò è più che evidente se confrontiamo la recente produzione, dal 2008 ad oggi, con quella che la ha preceduta. I dipinti di Petrucci sono raffigurazioni di enigmi da decifrare, restituiscono la presa di coscienza di una visione d’insieme del realtà, che presuppone il dettaglio, nel contesto metamorfico del presente; ci svelano la cocente contemporaneità di un osservatore che ha colto l’unità di misura entropica del mondo ed insieme la sua imperscrutabile soluzione. Nell’incontro, nell’opera intitolata “Figure” (olio su tela, 2008) forse, la parziale soluzione: lì la grata interpretativa scivola in secondo piano. Nella fusione con l’altro sopiscono le tensioni interpretative, assecondare placidamente il ciclo naturale rimane per ora l’unica soluzione. Elisa Govi (ELISIRart) / luglio 2010 ...Le grandi dimensioni della pittura di Angelo Petrucci stende un velo titanico sulle forti figure di nudi che un pennello ‘espressionista’ deforma e/o contiene entro confini controllati e rinforzati da listelli di legno. Un classicismo del duemila stringe l’uomo (e la donna) in un gabbia tecnologica ma l’estetica petrucciana non è semplice denuncia. È vero che i caldi colori terrosi dei corpi non trasmettono la vitalità di Gea, la terra madre. Eppure quella staticità che paralizza può incrinarsi, e le membra muoversi, sciogliere un sangue congelato. Pare una ricerca pittorica, personale nella cifra stilistica.... Giovanna Arancio 2012 7


CRITIQUE The body as symbolic form The body and the world that houses it, things and the body that contains them, paintings; It is rare today not to recognise, while between the folds of a study by the artist, the overpowering impression of twentieth century paths already traced and often resolved. There was a time in which the painted body returned to its creator the measure of a relationship between the self, the other and the history of an art yet to come Today, the re-created figure seems powerless to represent other than the bored and decayed epigone of finished stories, or to change its own forms into the languages of contemporary visual arts. From this point of view, Angelo Petrucci is unique , an exclamation point hurled into the pond of apathy in which it seems that painted figurative art is immersed. His works constitute illuminating keys to contemporary interpretation of a universal subject in art, because they are inherent in existence, using a technique similarly transversal through history. Let us try to understand the reasons. Meanwhile let us begin by clarifying that Petrucci paints, with oil on canvas. His obviously academic training materialises in a measured awareness of doing, from the first published works, of the mid-70’s; the cultural references assume the weight of bases in a mixture between them , over which their visions are placed, they are never prepackaged interpretative schemes. The sign is tactile, the subject is drawn ... and the form and content reach a balance, starting from the early days of the 80’s. It is then that Petrucci’s search starts to embody elements that have remained there until today, albeit in evolution. The body?: It is made of the same vital substance,which makes up the universe. As part of the whole, it is a fragment without a face, without a name, subtracted from an identity and time that produced it. The body is part of the unsolved enigma that underlies the mystery of life and that also involves the space which penetrates it. “Mother Earth” might be the name given to one of these impersonal essences substantiated by the colour of the earth itself. Res e humana are therefore indispensable presences in the works of the artist, but in this re-proposal of molecules of universality, nothing shall be granted to disorganised chaos: everything, as in a rebus ready to auto-resolve, has a precise reason to be in that place, in that suspended time. So nothing can be irrelevant, the “background” often lies in the foreground, and determines the 8


essence of the body, even its shadow is dense in consistency. The complex issue of forces is readable by virtue of the delicate balance between visual dimensions, distances, directions, curves, volumes. Each element possesses an appropriate form in relation to all the others, thereby securing a definitive order in which all the component forces contain to each other, none of them can impose any change in the interrelationship. The play of forces is in apparent quiet. But the body remains the driving force, vital, which breaks the permanence, which is the motor for change; in this sense, it is the key to these compositions.Petrucci’s body is synthesized, generated by the gestural and emotional expressiveness. It is three dimensional painting, vital sensuality enhanced by memory, which sublimates the reality, makes it symbolic. The body, therefore, as a symbolic form, requires knowledge which implies a voluntary approach, a determined search, slow penetration: this is what the artist does, and this is repeated at each renewed viewing by the spectator. When we make this discovery we realize that the body is part of a whole, when we get to the detail, the vision is thus the same as at the starting point. To change is experience. To understand the work, seize it as a whole, is the function of a revelation, the immediacy suspends the temporal dimension, the logical view should give back to us the reason for such a revelation.The approach to knowledge needs a medium, an interpretative language. This, then, is the constant presence of grilles, geometric elements, from the mid 80’s onwards often loom, in front of the human presence; perceptive constraints but also vehicles of understanding, attempts to apply a logic to the reality, chaotic and changeable.Man needs regularity, he imposes it on his own vision because it is functional, from the cognitive point of view. This rigidity behind which dis-order lurks, poses us a question before us that for now, seems to remain unsolved, what is the relationship between the two cosmic trends, the one tending towards mechanical disorder and the one tending towards geometric order. Sometimes, informal flows of blood break the grilles, it is life that looms and overcomes the constrictions that reason tries to impose on us. But Petrucci always manages, with supreme mastery to impose his structural scheme on the organization of the vision; he spectator is given a point of 9


view, the observation is guided. Looking at the entire production of Petrucci so far, the coherence of the research in the above said directions is striking, in fact, the processes seems to become clear and refined over time.Next to the proceeding from simplicity to complexity, in the study there is a proceed from confusion to order in the awareness of the research. With time development, metamorphosis has a multiplication of dissimilar parts, but also a growth in the precision with which these parts are distinguished when one is compared to another. This is even more evident if we compare recent work, from 2008 to now, to his earlier work. Petrucci’s paintings depict puzzles to decipher, giving the awareness of an overall view of reality, which presupposes the detail, in the metamorphic context of the present; they reveal the scorching contemporaneity of an observer who has seized the unit of entropic measurement of the world and together its inscrutable solution. In the meeting, in the work entitled “Figures” (oil on canvas, 2008) perhaps the partial solution: here the interpretative grille slips into second place; in the fusion with the other interpretive tensions soothe, to placidly go along with the natural cycle remains the only solution for now . Elisa Govi July 2010

...The large size of Angelo Petrucci paintings stretches a titanic veil on the strong nude figures that the ‘expressionist’ brush deforms and/or contains within boundaries controlled and reinforced by wooden strips. The classicism of 2000 contains man (and woman) in a technological cage but petrucciana aesthetics is not a simple statement. It is true that the warm earthy colours of the bodies do not transmit the vitality of Gea, the earth mother. Yet that static nature that paralyses can crack, and the members move, dissolving frozen blood. It seems to be a pictorial research, personal in a stylistic figure.... Giovanna Arancio 2012 10


OPERE

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Totem 2 (Fronte / retro) - 2013 olio su tela - cm 63+63 X 200

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Totem 2 - particolare (Fronte) - 2013 olio su tela - cm 63 X 200

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Totem 2 - particolare (Retro) - 2013 olio su tela - cm 63 X 200

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La collana di perle - 2013 olio su listelli di legno - cm 70 x 159

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Figura con maschera 2 - 2013 olio su tela - cm 82 x 150

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Totem (Fronte / retro) - 2012 olio su tela - cm 63+63 X 200

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Totem - particolare (Fronte) - 2012 olio su tela - cm 63 X 200

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Totem - particolare (Retro) - 2012 olio su tela - cm 63 X 200

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Sbalzo - 2012 olio su tavola - cm 65 x 75

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Figura con natura morta - 2012 olio su tela - cm 60 x 150

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Particolare di crocifissione - 2012 smalto e olio su listelli di legno grezzi - cm 90 x 170

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Figura con maschera - 2012 olio e oro zecchino su tavola - cm 78 x 168

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Senza titolo - 2011 olio su tela - cm 50 x 151

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Senza titolo- 2011 olio su listelli di legno - cm 115 x 82

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Senza titolo - 2011 smalto e olio su listelli di legno grezzo- cm 107 x 100,5

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Grande nudo su sfondo grigio - 2011 olio su tela - cm 140 x 100

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Senza titolo- 2011 olio su tela - cm 77,5 x 152,5

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Donna con anfora - 2011 olio e legno su tela- cm 93 x 140

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Africa - 2011 olio su tavola - cm 82 x 95

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Figura accovacciata - 2010 smalto e olio su listelli di legno grezzo- cm 100 x 100

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Figura - 2010 olio su listelli di legno- cm 110 x 56,5

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Respiro lento - 2010 olio su listelli di legno - cm 60 x 150

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Senza titolo - 2009 olio su tela - cm 112 x 140

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Figure - 2008 olio su tela- cm 142 x 75

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Senza titolo - 2007 olio su tela - cm 95 x 184

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Figura - 2007 olio su tela - cm 100 x 66

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Particolare di figura distesa sul fianco - 2004 olio su listelli di legno - cm 77,5 x 40

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Figura - 1993 olio e oro zecchino su tela - cm 53 x 181

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Scultura - 1982 olio su tela - cm 100 x 70

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Angelo Petrucci biografia - biography

l’attività pittorica attento alla figura classica che reinterpreta con spirito contemporaneo. Non casualmente i suoi lavori, di grandi dimensioni, risentono anche di un’impostazione espressionistica. (Dal dizionario degli artisti Liguri a

cura di Germano Beringheli)

Angelo Petrucci, pittore nato a Genova il 5 Agosto 1954, vive e lavora tra Genova e Rimbocchi, Chiusi della Verna (Arezzo). ...Petrucci è forte, scabro, teso a rendere i contrasti dei neri e dei marroni, di qualche rosso. I suoi nudi si ergono fieri di una sensualità attinta al calore stesso della terra...Il voler possedere l’immagine nel suo vigore essenziale, nella sua intransigenza. (Michelangelo Masciotta - Firenze, 26 Marzo 1977, presentazione della collettiva alla galleria “Le Colonnine”) ..Ha frequentato il Liceo Artistico Statale di Genova, la scuola di Pittura dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e dopo aver frequentato per un anno la scuola di Scultura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano ha iniziato 41

Angelo Petrucci, Artist, born in Genova 5th August 1954, he lives and works between Genoa and Rimbocchi, Chiusi della Verna (Arezzo). ...Petrucci is bold, rough, and drawn to making the contrasts between black, browns, and a few reds. His nudes rise proudly with a sensuality drawn from the heat of the earth ... the desire to possess the image in its essential force and intransigence. (Michelangelo Masciotta - Florence, 26th March 1977, presentation of the Exhibition at the gallery “Columns”). ...He attended the Liceo Artistico Statale di Genova, the school of painting at the Accademia di Belle Arti in Florence and after a year at the school of sculpture at the Accademia di Belle Arti di Brera in Milan, he started his artistic activity. Attentive to the classical figure he reinterprets it in a contemporary spirit. It is not by chance that his works , which are large in dimension, also feel the effected of an expressionist setting.

(From the dictionary of Ligurian artists edited by Germano Beringheli)


Principali Rassegne: 1974 - 7° Concorso nazionale di pittura “La pesca D’oro” Borgo D’Ale, Vercelli 1976 - Collettiva Galleria “OMC”, Genova 1977 - Collettiva Galleria “OMC”, Genova 1977 - Galleria “le Colonnine”, Firenze 1979 - “Artisti Genovesi a Odessa” 1979 - 1980 - 1980 - 1981 Palazzo Ducale, Genova 1981 - “Sala Dante” Porto Venere, La Spezia 1982 - 1983 - 1985 -Collettiva Palazzo della Commenda, Genova 1983 - Rassegna Internazionale “Per la Libertà”; Oslo, Londra, Malmòe, New York. 1984 - Collettiva “Omaggio ai Decani della pittura genovese” Certosa, Genova 1988 - Collettiva Loggia dei Mercanti col Patrocinio del comune di Genova 1989 - Euro Art Expo, Roma 1990 - Collettiva “Sala Cambiaso” Palazzo della Meridiana, Genova 1994 - Galleria “Sole”, Perugia 1997 - Art Expo, Bologna 2002 - “La Galleria”, Perugia 2010 - “Sguardo sulla realtà e oltre”, Complesso di Sant’Andrea al Quirinale, Roma 2011 - Collettiva Rassegna d’Arti Visive “Vedere Contemporaneo” Merlino Bottega D’Arte, Firenze 2011 - Collettiva “Discorsi sulla realtà”, Galleria Zamrnhof, Milano 2011 -”La Figura tra Arte e Materia” Galleria Mentana, Firenze 2011 - Finalista al premio d’Arte Contemporanea “Il Segno” Galleria Zamenhof, Milano 2012 - Collettiva “Prove di realtà” Atelier Chagall, Milano

2012 - Collettiva“Il presente remoto come ombre di luce” Galleria Ariele, Torino 2012 - Finalista al premio d’Arte Contemporanea “Cromica” Bibbiena, Arezzo 2012 - “Koinè 100 artisti per una lingua comune dell’arte contemporanea nel nostro secolo,” Galleria Zamenhof, Milano 2012 - Rassegna Prospettiva Post Avanguarda “Il dominio della carne nudo e figura nel nostro secolo”, Palazzo Zenobio, Venezia 2012 - Collettiva Quartiere Fieristico Arezzo, concorso “La Chimera” 2012 - Galleria PassepArtout Unconventional Gallery in collaborazione con Galleria Oldrado da Ponte, collettiva Quartiere fieristico “Arte Padova”, Padova 2012 - Finalista alla “Seconda Edizione di Primal Energy - International Art Prize”, Museo Archeologico, Orbetello (Gr) Tra le personali si ricordano: 1976 - Galleria O.M.C. Genova 1977 - Galleria O.M.C. di Livorno 1981 - Galleria civica G. Levis comune di Chiomonte, Torino 1981 - Galleria l’Archivolto, Susa, Torino 1983 - Galleria l’Archivolto, Susa, Torino 1987- Galleria Perseo Firenze 1990 - Galleria Spazio Dieci, Bologna 1991- Euro Art Expo, Roma 1993 -Galleria Spazio Dieci, Bologna 1999 - “La Galleria”, Perugia 2010 - “Galleria Rilievi”, Roma 2011 - “Hotel Le Vedute” Fucecchio, FI 2012 - Personale 8° Mostra mercato d’Arte Moderna Contemporanea, Genova 2012 - Personale “Artisti in Mostra”, Parma 2013 - “Il corpo” Galleria Oldra

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Centro Culturale ARIELE - 2013


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