Franco margari

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OLTRE IL PENSIERO opere dal 2010 al 2013

FRANCO MARGARI Centro Culturale ARIELE



OLTRE IL PENSIERO opere dal 2010 al 2013 FRANCO MARGARI

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FRANCO MARGARI e-mail: francomargari@hotmail.it http://www.youtube.com/watch?v=aYw43hXZsck

Testi in catalogo: Gianpaolo Trotta

Progetto grafico e impaginazione

www.galleria-ariele.com www.rivista20.com 4


CRITICA Come ho avuto modo di scrivere più volte, in quest’ultima decina d’anni, di quelle che ho definito le ‘illuminazioni’ materiche di Franco Margari, una pittura fatta di energie, di scontri e di equilibri sottili e sublimi. Le sue tele, ricche di una variegata gamma di luminosi e palpitanti colori, non approdano mai all’Informale assoluto, bensì mantengono un solido substrato ‘grafico’, proveniente dalla sua ben consolidata preparazione nel campo del disegno figurativo. Le sue forme astratte, disegnate direttamente con un increspato e tormentato colore materico, compongono linee spezzate ed elementi geometrici primari, spesso diedri elementari come di cristalli, scomposti e frantumati in una sorta d’esplosione vitale. È la luce, che interviene plasmando e modificando la materia inerte, che rande vividamente incandescente quella sorda materia: lame o croci di luce piovono dall’alto del quadro ed incendiano di vita (o meglio, di nuova vita, di ‘rinascita’ dalle Tenebre della Morte) quei diedri rutilanti, dissolvendoli nel loro ‘peso’, liberandoli dai loro pesi. In questi ‘cristalli di vita’ si esprime essenzialmente un’arte tesa a scavare nella psiche umana e nei suoi più reconditi meandri, volta a scandagliare i risvolti esistenziali dell’uomo moderno, intuendone potenzialità e limiti. I primi piani della materia in basso, che si forma, si disgrega e si ricompone nell’eterno gioco dell’esistenza, si dilatano spesso in uno scenario astratto, che fa intuire cieli e orizzonti, distese del mare e deserti, cime rocciose e foreste intricate. In tal senso, una delle sue opere più riuscite e paradigmatiche è certamente quella ispirata a Die Lorelei di H. Heine, dove si intuisce la nave della vita che percorre il suo corso pieno di ostacoli e il nocchiero (l’uomo) sogna Lorelei in cima alle vette nella luce, cioè s’illude in un futuro radioso, illusione che però, come la cupa scogliera, sarà causa al nocchiero e alla barca dell’inabissarsi. Un uomo intuito, dietro le quinte policrome del quadro. Se in queste forme materiche non compare mai la figura e tanto meno quella umana, pur tuttavia è l’uomo (anzi, è sempre più proprio l’uomo) a costituire il cardine di queste tele o tavole, attor¬no al quale ruota tutto il discorso margariano. In un crescendo, alla ricerca di immagini interiori sempre più scisse dalla raffigurazione oggettiva, Margari tende a trasmetterci il significato più intimo ed importante dell’universo umano. Egli è ‘puro’ ed impalpabilmente etereo nell’introdurci alla riscoperta della psiche e delle sueproprio l’uomo) a costituire il cardine di queste tele o tavole, attorno al quale ruota tutto il discorso margariano. In un crescendo, alla ricerca di immagini interiori sempre più scisse dalla

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raffigurazione oggettiva, Margari tende a trasmetterci il significato più intimo ed importante dell’universo umano. Egli è ‘puro’ ed impalpabilmente etereo nell’introdurci alla riscoperta della psiche e delle sue più nascoste paure esistenziali, un’anima assetata di amore, di luce e di assoluto, di speranza vissuta, però, sempre come ‘ultima dea’. L’opera dell’artista si fa mano a mano maggiormente gestuale, sempre più fortemente materica, come l’intonaco ‘vissuto’ di un muro antico, quasi grondante quella stessa materia (spessi strati di pigmento pittorico mescolati a gesso e a giornali imbevuti di colore) che la luce trafigge e rende padrona assoluta della tela, vero e proprio lacerto di storia interiore che, dall’ambito intimo e personale, diviene e si fa magistralmente universale. La collettiva di Palagio di Parte Guelfa a Firenze e ancor più la recente personale tenuta a Impruneta hanno evidenziato l’inserimento nei quadri margariani di elementi che richiamano alla mente una sorta di più ‘duri’ parallelepipedi cubisticamente frantumati, specie di ‘muri di Berlino’ interiori che vanno crollando e aprendosi a intuizioni esistenzialiste del futuro dell’uomo. Con visioni oniriche e poetiche, in una costruzione plastica tragicamente sublme su quei palinsesti di legno o di tela che costituiscono i supporti, intesse, così, i suoi quadri di una sorta di simbologia freudiana in dissolvenza, trame sotto l’incombere vitale della luce dell’intelletto e di un latente deismo. Immagini che provocano in noi, talvolta, tensione concitata, come sono violenti e concitati i suoi segni, le sue pennellate e spatolate e le sue colature di vernice e le sue macchie, senza pretendere di voler dare soluzioni come panacee per i mali del vivere. Altre volte, invece, lasciano spazio alla riflessione pacatamente disincantata e ispiratamente lirica, ma sempre soffusa della dura esperienza passata, che fa crescere interiormente. Non a caso egli è entrato a far parte del Gruppo NE5, i pittori del Neoesistenzialismo. I quadri informali, materici e cromatici di Margari, fatti di vigorosi tagli illuminanti e di increspature gestualmente materiche, sono, infatti, intuizione e anelito positivo del futuro e liberazione esorcizzante dalle cicatrici dell’esperienza angosciosa del Tempo e della Storia, in una visione che, nella scia dell’Esistenzialismo positivo di Abbagnano, ha, però, riscattato il cupo pragmati¬smo materialista postbellico della filosofia senza via d’uscita di un Sartre. Ancora molto ci attendiamo dalle tavole cromatiche che Margari com-pone con tenacia ‘profetica’, senza la tracotanza di possedere la Verità, ma con l’umiltà e la modestia del vero artista in cammino Giampaolo TROTTA

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CRITIQUE Many times in the past ten years I have written of that which I defined as the corpulent “illuminations” of Franco Margari, painting created with energy, with collisions of subtle and sublime equilibrium . His canvases, rich with a patchy range of luminous and palpitating color, never approach the absolute informal, but maintain a solid “graphic” substrata, deriving from his well consolidated preparation in the field of figurative drawing. His abstract forms, drawn directly with furrowed and tormented thick color, make up broken lines and primary geometric elements, often fundamental planes like crystals, fragmented and crushed in a sort of vital explosion. It is the light that intervenes, moulding and modifying the inert material, that transforms that deaf matter to vividly incandescent: strips or crosses of light raining down from the top of the work and inflaming the life (or better yet, with new life, with rebirth from the Obscurity of Death) of those resplendent planes melting them in their weight, freeing them from their weight. In these crystals of life we see art reaching out to penetrate the human psyche in its most hidden wanderings, turned to probe the existential intricacies of the modern man, perceiving, intuitively, their potentiality and limits. Near the bottom, in the foreground, the matter forms itself, disintegrates and recomposes itself in the eternal game of existence, often dilating in an abstract scenario, with the suggestion of skies and horizons, seas and deserts, rocky heights and intricate forests. In that sense, one of his more successful and paradigmatic works is surely that inspired by Die Lorelei by H. Heine, where one perceives the ship of life running its course filled with obstacles and the “Commodore” (Man) dreams of Lorelei in the light of the mountain peaks, that is, Man eludes himself about a radious future, illusion which, however, like the dark rocky reef, will be the cause of the Commodore’s and boat’s sinking. An intuitive man, sheathed in the polychrome scenes of the painting. If in these forms of thick matter the figure never appears, least of all the human figure, still, all the same, man (in fact, it is always more and more man) who constitutes the fulcra of these canvasses and tables, around which circles the margarian reasoning. In a crescendo, in the search for interior images, ever more divided from objective figures, Margari tends to transmit to us the most intimate and important significance of the human universe. He is a purist and impalpably spiritual in introducing us to the rediscovery of the psyche and its most hidden existential fears, a soul thirsty for love, light and the absolute, for living hope, however always as the “last of the Goddesses”.

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The artist’s work over time becomes gestural, always more like the “living” intonaco of ancients walls who wear their centuries in plain sight, almost “dripping” that same matter (thick layers of pictorial pigment mixed with gesso and newspaper soaked with color), stabbed by light which makes it the absolute dominant element of the canvas, true slices of interior history that from the personal and intimate place becomes and makes itself universal. The collective show at Palagio di Parte Guelfa in Firenze ( Florence, Italy) and more recently, in a one man show in Impruneta (Italy) have shown the insertion in Magarian works of elements which bring to mind a sort of hard parallelepipide cubistically crushed, a sort of “Berlin wall” interior which are collapsing and opening themselves to the existential intuitions of the future of man. With dreamy and poetic visions, in a tragically sublime plastic construction on those wooden or canvas manuscripts, which constitute the supports, woven, thus, his works in a sort of Freudian symboligy in dissolution, he weaves, under the vital encumbrance of the light of the intellect and a latent deism. Images that provoke in us, at times, excited tensions, so are his violent and excited marks, his brushstrokes and spatula work, dripping of paint, and paint spots, without pretending to want to solve with a universal remedy all of the evils of life. Other times, instead, they leave room for peaceful disenchanted and inspired reflection, but are always permeated by the hard experience of the past, which makes for interior growth. Not by chance has he joined the Gruppo NE5 , the painters of Neoexisentialism. The informal paintings, thick with arty matter, and chromatic, of Magari, made of vigorous illuminated thrusts and gesturally material creases are, in fact, intuitions and positive aspirations for the future and exorcised liberation from scars from the anguished experience of Time and History, in a vision that, in the trail of the positive Existentialism of Abbagnano, has, however, payed the price of the dark, post war materialistic pragmatism, dead end philosophy of J.P. Sartre. We are expecting much again from the chromatic palate that Magari composes with prophetic tenacity, without the arrogant pretence to possess the Truth, but with the humility and modesty of the truly growing artist. Giampaolo TROTTA

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OPERE

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La cattedrale della memoria - 2010 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Meteora - 2010 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Germogli di pensiero - 2010 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Le acque della memoria- 2011 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Illumunazione- 2008 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Ritorno a madre terra- 2010 tecnica mista su tela - cm 80 x 100

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IdentitĂ nascoste - 2010 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Tracce di parole- 2011 tecnica mista su tela - cm 80 x 100

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Le parole non trovate - 2011 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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La finestra dell’assenza - 2013 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Fiaba metropolitana - 2013 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Fiaba metropolitana - 2012 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Frattura ideologica - 2013 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Momento ecologico - 2013 tecnica mista su tla - cm 44 x 66

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Incandescenze - 2013 tecnica mista su tela - cm 50 x 70

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ILa cittĂ dei numeri - 2010 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Oltre il pensiero - 2012 tecnica mista su tela - cm 80 x 80

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Il respiro del pensiero- 2013 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Il respiro ell’assenza - 2013 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Momento ecologico- 2012 tecnica mista su tavola - cm 46 x 66

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Oppressione - 2012 tecnica mista su tela - cm 60 x 60

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Prodigio notturno- 2012 tecnica mista su tavola - cm 46 x 66

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Acquario - 2012 tecnica mista su tela - cm 70 x 100

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Orizzonte dell’oscurità del tempo - 2009 tecnica mista su tela - cm 80 x 80

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La tavola delle parole - 2009 tecnica mista su tavola - cm 80 x 60

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Se bruciasse la cittĂ - 2010 tecnica mista su tela - cm 60 x 80

35


L’orizzonte degli anni - 2010 tecnica mista su tavola - cm 110 x 60

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Il luogo delle speranze - trittico - 2011 tecnica mista su tela - cm 180 x 100

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Comunicando - 2011 tecnica mista su tavola - cm 80 x 60

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Il respiro della terra - 2013 tecnica mista su tavola - cm 150 x 75

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Il respiro dell’aria - 2013 tecnica mista su tavola - cm 150 x 75

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Franco Margari biografia

Vive e lavora a Firenze: dopo una lunga esperienza in campo grafico, in cui ha sperimentato varie tecniche incisorie , passione che non ha mai abbandonato, da 25 anni si dedica anche alla pittura. In questo arco di tempo ha intensificato la sua attivita’ espositiva partecipando a numerose collettive di prestigio e ha allestito molte personali, tra le più importanti quelle del 2000 alla Galleria Art Point Black con la quale ha presentato per la prima volta il suo primo ciclo “orizzonti”,così come in quelle al Centro d’Arte Puccini e alla Villa Medicea di Poggio Imperiale. Si ricorda inoltre la mostra del 2004 al Museo Diocesano di Firenze con 12 lavori ispirati al Vangelo di Giovanni 41

uno dei quali è presente nella collezione contemporanea del Museo e la mostra al Consiglio della Regione Toscana, dove ha esposto 20 lavori di intenso astrattismo evocativo, uno dei quali fa parte della Pinacoteca Regionale, sempre nel 2004 ha partecipato al Concorso Internazionale Firenze e ha vinto il primo premio fiorino d’oro per la pittura. Ha fatto parte, nel 2006 del movimento “NE5” con altri 4 artisti fiorentini, coi quali ha partecipato a vari eventi fra i quali il più importante la mostra al Palagio di Parte Guelfa a Firenze. Nel 2008 è presente al padiglione degli Artisti Casa di Dante a Firenze in occasione dei 150 anni dell’unità


d’Italia. Il pittore ha partecipato, inoltre, alle Fiere d’Arte di Strasburgo, Pordenone, Padova, Reggio Emilia, Udine e Roma. Numerose sono le presenze in collezioni pubbliche e private.

Franco Margari biography

Franco Margari lives and works in Florence. He has a long experience in graphics, where he experimented in different printmaking techniques – a passion he never gave up. He has been devoting himself to painting for these last 25 years. During this period of time he has intensified his activity by participating in a large number of prestigious collective and also setting up numerous solo exhibitions. Among the most important there are the one at the Art Point Black Gallery in 2000 - in which he premiered his first cycle “horizons” - as well as those at Centro d’Arte Puccini and at Villa Medicea at PoggioImperiale. Moreover, it is certainly to be mentioned the exhibition at Florence’s MuseoDiocesano in 2004 with twelve artworks inspired by the Gospel of John; one of them is now part of the contemporary collection of the MuseoDiocesano. During the exhibition at the Consiglio della Regione Toscana,

he exposed twenty artworks characterized by a poignant evocative abstraction; one of these works is now part of the PinacotecaRegionale. In 2004 as well, he won the First Prize ‘fiorinod’oro’ for painting in ConcorsoInternazionale Firenze. In 2006 he was part of the “NE5” movement together with other four Florentine artists, with whom he took part to various events among which the most important was the exhibition held at the Palagio di Parte Guelfa in Florence. In 2008 his works were exposed in the Artist’s Pavillion at Casa di Dante in Florence during the celebrations for the 150 years from the unification of Italy. The painter beside participated in art fairs in Strasburg, Pordenone, Padua, Reggio Emilia, Udine and Rome. A large number of his artworks can be found in public and private collections.

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Centro Culturale ARIELE - 2013


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