Rivista20 settembre ottobre

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a20 i r e l l a age G s s i n r e v TORINO: TORINO: vernissage Galleria20 ASSISI: Antonio Ca nova

ASSISI: Antonio Canova

eau n s i Do t r Doisneau GENOVA: Robert e b o R A: V O N GE FIRENZE: FIRENZSteve McCurry E: Stev e McCu rry

Edito dal Centro Culturale ARIELE Edito dal Centro Culturale ARIELE


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Enzo Briscese opere 2013

MENSILE DI INFORMAZIONE CULTURALE

Direttore responsabile: Roberto Borra

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Paesaggio Praghesei - tecnica mista su tela

Caporedattore: Nicoletta Balani Art director: Giovanna Alberta Arancio Redazione: Gianguido Oggeri Breda Paolo Durandetto Valentina Savastano Virgilio Patarini Emanuela Romano Michele Govoni Angelo Andriuolo Ilario D’Amato Annamaria Parlato Maria Arcella Tommaso Evangelista Vanessa Rusci Laura Coppa Valentina Grecco Francesco Mastrorizzi Impaginazione: Enzo Briscese Ludovico Operti Segreteria: Rosaria Di Dio ----------------------------------------------------------

Rivista20 del Centro Culturale Ariele Presidente: Enzo Briscese Vicepresidente: Giovanna Alberta Arancio -----------------------------------------------------

natura morta - tecnica mista su tela


L’editoriale di Roberto Borra

NASCE A TORINO IL NUOVO SPAZIO ESPOSITIVO Galleria 20 La stesura di questo editoriale è per me e per tutto lo staff Ariele motivo di notevole soddisfazione poiché preannuncia grandi novità nello sviluppo dei nostri progetti. La Rivista 20 dischiuderà presto le ali in quanto dal numero di gennaiofebbraio 2014 verranno totalmente rinnovati sia la veste grafica che l’intero palinsesto editoriale e contenutistico per rendere il nostro magazine sempre più interessante e innovativo. Purtroppo la mostra dal titolo Esposizione Artistica Italiana, la cui inaugurazione era prevista per il 7 novembre, è stata prorogata a causa dell'esplosione di una bombola antincendio avvenuta nella notte del 3 agosto al Museo di Scienze Naturali di Torino, sede dell'evento. Comunicheremo non appena possibile la nuova data di inaugurazione della mostra. La scelta etica di Enzo Briscese e di Giovanna Arancio di diffondere i valori dell’arte al di là del sensazionalismo, di selezionare con cura e rigore i propri artisti e di creare una vitale sinergia con l'intera rete artistica nazionale attraverso l'apporto connettivo della Rivista 20, è stato il motivo del mio approdo sul “pianeta Ariele”. La linea artistica e curatoriale perseguita si sta rivelando vincente. Queste scelte rigorose e lungimiranti hanno infatti innescato un intenso rapporto collaborativo con la Zamenhof Art di Milano, diretta da Virgilio Patarini, curatore di mostre in Italia e all'estero nonchè di volumi e collane dell'Editoriale Giorgio Mondadori.Il virtuoso connubio Rivista 20- Ariele-Zamenhof ha dato i natali alla Galleria 20, un nuovo prestigioso spazio espositivo ubicato in Corso Casale 85 a Torino. La Galleria 20, con le sue 6 sale espositive, i suoi 170 mq e le 4 vetrine affacciate su Corso Casale, ha i numeri giusti per diventare un punto di riferimento artistico e culturale per la città e, grazie alle connessioni nazionali e ai

progetti in divenire,per l'intero sistema artistico italiano. L'inaugurazione della Galleria è prevista per il 15 settembre con la mostra di apertura intitolata "Start Up 20: 20 artisti per la Galleria 20". Alcuni dei protagonisti dell'evento sono artisti affermati, presenti in importanti musei e gallerie italiane ed internazionali. Gli altri sono artisti emergenti con un variegato profilo espositivo accomunati dalla rigorosa selezione operata dalla Galleria Ariele e dalla Zamenhof Art.La nascente Galleria 20, lambita dalle acque del fiume Po e posta strategicamente a ridosso della collina torinese e del centro storico, ambisce a diventare un dinamico e articolato punto d'incontro artistico e culturale dedito all'interazione tra artisti, collezionisti e amanti dell'arte, in spazi e ad atmosfere adatte allo sviluppo e alla sedimentazione di progetti e collaborazioni.


EVENTI

PIEMONTE

IMMORTALI, l’Arte e i Saperi degli antichi Egizi Con l’apertura al pubblico dei nuovissimi ambienti ipogei, è attivo l'inedito percorso museale IMMORTALI, l’Arte e i Saperi degli antichi Egizi. Si entra dallo storico ingresso in Via Accademia delle Scienze 6 e, dopo aver attraversato il cortile, si scende nella grande hall scavata sotto il perimetro dei Palazzo dei Nobili: 1000 mq per circa 1000 capolavori, selezionati secondo criteri cronologici e tematici. Seguendo le indicazioni, si risale poi al piano terra, nella Tomba di Kha, passando attraverso la sala dedicata al Periodo Predinastico. La visita si conclude nel suggestivo Statuario, sotto lo sguardo eterno di faraoni e divinità.

conoscenza e perizia di artisti e artigiani, così come l’ambizione dei loro committenti che necessitavano di quelle competenze e abilità per celebrare se stessi e il loro potere.

Il culto dell’aldilà rappresenta uno degli aspetti più affascinanti della civiltà egizia: la tensione verso la vita oltre la vita era affidata alla benevolenza delle divinità ma, paradossalmente, è stato il lavoro degli uomini, di migliaia di mani, a rendere eterna questa civiltà. Immortali, l’Arte e i Saperi degli antichi Egizi presenta una selezione di capolavori che conduce alla scoperta di un percorso cronologico molto ampio: ciascun reperto consente di comprendere l’elevato grado di

Il Museo Egizio (propriamente Museo delle Antichità Egizie) è costituito da un insieme di collezioni che si sono sovrapposte nel tempo, alle quali si devono aggiungere i ritrovamenti effettuati a seguito degli scavi condotti in Egitto dalla Missione Archeologica Italiana tra il 1900 e il 1935. In quell’epoca vigeva il criterio secondo cui i reperti archeologici erano ripartiti fra l’Egitto e le missioni archeologiche. Il criterio attuale prevede che i reperti rimangano all’Egitto.

Il Museo Egizio di Torino è, come quello del Cairo, dedicato esclusivamente all’arte e alla cultura dell’Egitto antico. Molti studiosi di fama internazionale, a partire dal decifratore dei geroglifici egizi, JeanFrançois Champollion, che giunse a Torino nel 1824, si dedicano da allora allo studio delle sue collezioni, confermando così quanto scrisse Champollion: «La strada per Menfi e Tebe passa da Torino».

Museo Egizio di Torino Via Accademia delle Scienze 6 - Torino

E’ possibile effettuare visite guidate da un egittologo. Per info e prenotazioni 011.4406903 Orario: da Martedì a Domenica 8.30-19.30 (ultimo ingresso h 18.30). Ingresso: Intero: € 7,50 Ridotto: € 3,50 (dai 18 ai 25 anni, oltre i 65 anni, insegnanti a tempo indeterminato, accompagnatori disabili, ufficiali e militari in servizio). info@museitorino.it http://www.museoegizio.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Museo Egizio di Torino


Il collezionista di meraviglie. L’Ermitage di Basilewsky dal 7 giugno al 13 ottobre 2013

Il Museo Civico di Torino fu istituito dall’Amministrazione Comunale e aperto al pubblico nel 1863. Dal suo nucleo originario, inizialmente situato in via Gaudenzio Ferrari, nei pressi della Mole Antonelliana, si sono sviluppati la Galleria Civica d’Arte Moderna (1895) e il museo di Palazzo Madama (1934). Le sue collezioni hanno largamente contribuito alla nascita del Museo Nazionale del Risorgimento Italiano (1938) e del Museo d’Arte Orientale (2008). La ricchezza del suo patrimonio si deve, oltre che alle ininterrotte campagne di acquisto da parte della città, anche ai doni di grandi collezionisti e conoscitori come Emanuele d’Azeglio (1816-1890), Leone Fontana (1836-1905), Ettore de Fornaris (1898-1978). Per celebrare i 150 anni di vita dei Musei Civici torinesi Palazzo Madama propone una mostra che è un omaggio al grande collezionismo, dedicata a Alexander Basilewsky, figura eminente della storia ottocentesca del collezionismo europeo, grazie alla collaborazione con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo. La mostra propone un percorso attraverso l’arte europea del Medioevo e del Rinascimento, con una selezione di ottantacinque opere, provenienti dalla collezione di Alexander Basilewsky, molte delle quali mai più esposte in Occidente da quando lasciarono la Francia nel 1885. La possibilità di ammirare a Torino una selezione della collezione Basilewsky, da sempre custodita nelle sale dell’importante istituzione museale russa, è la prima di una serie di scambi culturali che fa seguito a un protocollo di collaborazione, siglato a Torino a febbraio 2012, tra la Città di Torino, la Fondazione Torino Musei e il Museo Emitage, poi ratificato ufficialmente il 15 novembre scorso con l’Accordo di Cooperazione tra la Città di Torino e il Governatorato di San Pietroburgo. Un accordo di collaborazione che consente un inedito confronto sul terreno della ricerca e su quello della valorizzazione dei grandi patrimoni museali pubblici, una delle radici identitarie della storia e della memoria culturale dell’Occidente.

PALAZZO MADAMA - MUSEO CIVICO D'ARTE ANTICA Piazza Castello - 10122 Torino - t +39 011 4433501 http://www.palazzomadamatorino.it/ Orari Museo Da martedì a sabato: ore 10-18 / domenica: ore 10-19 - Chiuso il lunedì. La biglietteria chiude un'ora prima. Ingresso libero il primo martedì del mese (se feriale). Orari Scalone e Corte Medievale Ingresso libero e gratuito - Da martedì a domenica 9-19 - Chiuso il lunedì. Biglietto unico valido tutto il giorno per le collezioni permanenti e per le mostre temporanee: intero € 10 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito di Palazzo Madama



L’opinione Giovanna Arancio presenta

“TERRITORI POETICI” Enzo Briscese 2008-2013 Attraverso l’arco di sei anni intensi (2008 2013) per la pittura di Enzo Briscese: è un percorso denso di idee, di ricerca, di opere. Giacomo Soffiantino, uno dei suoi più importanti maestri, diceva: “ Il mistero della vita deve entrare nella pittura”. La sua arte è al contempo impetuosa e controllata, intrisa di memoria e immaginazione; disegno, colore e segno si definiscono come caratteri basilari. Egli dapprima traduce in rapidi racconti i suoi vissuti e la mimesi degli inizi diventa in seguito un maturo narrare trasfigurato. Fatti e fantasie si intrecciano dando vita ad animati e cupi paesaggi periferici, in parte coperti da estese strisciate di bianco, simbolo del tempo che cancella. Intorno al 2008 le tele vanno mutando con un conseguente trascolorare delle atmosfere e un lento spostamento tematico mentre si arricchisce il suo universo pittorico. Il colore si schiarisce e infine esplode e accentua, unitamente al segno, la specificità di ogni quadro quale momento compiuto in sè,

vibrante e bilanciato. Il bianco torna ad essere un colore e perde la funzione di simbolo temporale. Acquista sempre più importanza la luce che allude al grande tonalismo veneto. Intanto l’artista sonda sia nelle profondità della cultura occidentale che in quelle del suo retroterra personale costruendo un passaggio riflessivo importante per la sua pittura. Sfoglio le principali tappe artistiche: dal figurativo alla Bonnard alle esperienze neocubiste e ai rimandi costruttivisti, dall’informale all’astrazione cui segue l’ astrattismo; ora, nei dipinti del 2013, si ravvisa pienamente avviata la reintroduzione della figurazione. Nelle ultime opere anche lo spazio pittorico mira all’essenzialità allontanandosi da quell’affastellamento di segni e figure che il nostro caotico quotidiano ci impone. “L’ arte illumina quella capacità della luce a dare il tangibile della vita e un accesso all’essere e al simbolico “ (F. Malaval)


GALLERIA 20 Torino, C.so Casale, 85 (6 sale espositive) Organizzazione: Centro Culturale Ariele di Torino e Zamenhof Art di Milano. In collaborazione con la Rivista20. Direzione artistica: Virgilio Patarini. Direzione organizzativa: Enzo Briscese

Opere di Stefano Accorsi, Nino Aimone, Daniela Baldo, Andrea Boldrini, Roberto Borra, Simone Boscolo, Enzo Briscese, Sarka Mrazova Cagliero, Giustino Caposciutti, Valentina Carrera, Fabio Cuman, Paolo Facchinetti, Jindra Husàrikovà, Franco Margari, Moreno Panozzo, Virgilio Patarini, Luigi Profeta, Edoardo Stramacchia, Sasha Zelenkevich e Alessia Zolfo.

La mostra resterà aperta fino al 2 ottobre 2013, tutti i giorni, dalle 15 alle 19. Lunedì chiuso.

Ingresso libero


Programma mostre

5 – 17 ottobre 2013 (progetto nell’ambito della Nona Giornata Internazionale del Contemporaneo, organizzata da AMACI, Associazione Musei Arte Contemporanea Italiana): Dramatis Personae 1 Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea A cura di Virgilio Patarini. Catalogo Editoriale Mondadori Opere di Fausto Arrighi, Marino Benigna, Roberto Borra, Amalia Borin, Alda Boscaro, Roberto Cardone, Mario D’Amico, Laura Di Fazio, Paolo Facchinetti, Carolina Ferrara, Ersilietta Gabrielli, Max Gasparini, Paolo Lo Giudice, Laura Longhitano Ruffilli, Carla Mascaro, Sergio Merghetti, Luigi Montefoschi, Antonio Presti, Gianluca Ranieri, Maria Luisa Ritorno, Francesco Siclari, Massimo Sottili, Anna Urbani De Gheltof, Lyudmila Vasilieva 20 – 31 ottobre 2013: Tre personali a confronto: Paulus Helbling, Variété d’Abstraction (fotografia) Giuseppe Orsenigo, La vita che vorrei. Mostra antologica (tecniche miste) Ezio Mazzella e Dennis Fazio, La forma e la sintesi (pittura e scultura) 3 – 14 novembre 2013: Viaggio in Italia – Il paesaggio nella pittura italiana contemporanea A cura di Virgilio Patarini. Catalogo Zamenhof Art (artisti in corso di definizione) 17 – 29 novembre 2013: Dramatis Personae 2 - Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea A cura di Virgilio Patarini. Catalogo Editoriale Mondadori 1 – 13 dicembre 2013: Tre personali a confronto: Vito Carta, Inganni di una memoria infedele (tecnica mista) Anna Maria Angelini, Trasparenze (fotografia) Marino Benigna, Presenze (pittura)

15 – 30 dicembre 2013 (Natale e S.Stefano chiuso): Koinè 2013 A cura Valentina Carrera e Virgilio Patarini. Catalogo Zamenhof Art 12 – 31 gennaio 2014: Sélection Comparaisons: Artisti dal Grand Palais de Paris A cura di Virgilio Patarini. Con la collaborazione di M. Destarac, J.J. Lapoirie, A. Moser, C. Roux. Catalogo Editoriale Giorgio Mondadori. In collaborazione con il Salon Comparaisons, Paris, Grand Palais 2 – 20 febbraio 2014: La via italiana all’Informale – Ultime tendenze (Una selezione di artisti delle ultime generazioni presenti sul libro “La via italiana all’Informale. Da Afro, Vedova, Burri alle ultime tendenze”, a cura di V. Patarini, Editoriale Mondadori) 23 febbraio – 13 marzo 2014: Labirinti di legno A cura di Valentina Carrera e Virgilio Patarini. 16 marzo – 3 aprile 2014: Tre mostre a confronto (a cura di Virgilio Patarini): Geometrie dell’anima / Penelope e Arianna / La realtà del sogno 6 – 24 aprile 2014: Mostra da definirsi 27 aprile – 9 maggio 2014: Tre personali a confronto (a cura di Virgilio Patarini): in corso di definizione 11 – 23 maggio 2014: Tre personali a confronto (a cura di Virgilio Patarini): in corso di definizione 25 maggio – 12 giugno 2014: Tre mostre a confronto: 50 sfumature di grigio / 50 sfumature di rosso / 50 sfumature di nero 15 giugno – 3 luglio 2014: Mostra da definirsi 6 – 17 luglio 2014: Il Segno 2014. Premio Internazionale. VI edizione


VERNISSAGE

START UP 20

G alleria 20

20 artisti per la Galleria 20

Domenica 15 settembre 2013, alle ore 16,00, è stata inaugurata la “Galleria 20”, a Torino, in Corso Casale 85. Quattro vetrine su strada, sei sale spaziose, per 170 mq complessivi di esposizione sulla riva del fiume Po. Uno spazio dedicato all’arte contemporanea emergente, soprattutto italiana, nato dalla collaborazione tra la

Galleria Ariele di Torino, la Rivista 20 e Zamenhof Art di Milano. Sotto la direzione organizzativa di Enzo Briscese e quella artistica di Virgilio Patarini. Per un'Arte Contemporanea vera, di sostanza, al di là delle mode e del sensazionalismo.


Nel corso del vernissage è stato presentato al pubblico e agli addetti ai lavori il programma dell’intera stagione, fino al luglio 2014


GIACOMO SOFFIANTINO

L’arte, umile dentro il mistero Nello studio di Giacomo Soffiantino. I suoi lavori recenti come sempre una sorpresa. Mi trovo di fronte a una complessità non ostentata; grande pittura che, contro ogni concessione formalistica, nasce da idee e da emozioni, da intensa e sofferta partecipazione agli eventi del mondo. “Il mistero della vita deve entrare nella pittura”, mi dice Giacomo ed è professione di modestia. La pittura non tenta spiegazioni; del mistero dà soltanto incerti indizi per simboli. I simboli nei dipinti di Giacomo inevitabilmente riguardano la natura e l’uomo che intrecciano le loro vicende. La natura: boschi (l’intrico degli itinerari di vita) , sorgenti (nascita della vita dal profondo e il suo scorrere), conchiglie (altro simbolo del nascere), frammenti (in ogni cosa ci sono il tutto e il nulla, il passato e il presente), aperture di cielo (quel poco che l’uomo riesce a vedere nel mistero), distese marine (l’orizzonte che mai si raggiunge), luce (che è anche calore come condizione di esistenza delle cose). La luce non ha una fonte esterna d’irradiazione; nasce lentamente da profondità e si espande sulle cose. La luce è presenza indiretta dell’uomo come gli alberi. “L’albero come l’uomo che si trasforma nel tempo, è il ciclo della vita” , mi dice Giacomo. È il tempo che ha come simboli anche teschi, bucrani, fossili, su vie che

non si sa dove conducano. Rovine, collage di frammenti di vecchi manoscritti. Nelle opere l’uomo e le sue vicende sono presenti senza comparire come immagini. Il bosco è folla di uomini. Contrasti, inevitabilmente La natura richiama sempre l’uomo: natura da contemplare, da vivere nell’ esplorazione di segreti e di-meraviglie. La natura è anche crudele violenza, fino alle catastrofi, della terra, dell’ acqua, del cielo. La rappresentazione diretta dell’uomo è nelle mani con molti significati: strumenti per operare, accoglienza e solidarietà; mani che porgono aiuto e affetto ma anche opprimono e uccidono. Nei dipinti del 2009, protagonista il terremoto dell’ Abruzzo, le mani sono anche invocazione di uomini sepolti e segni di morte. Giacomo non isola i simboli per non occultare esperienze di perdite e di morte. È forza morale la capacità di fare entrare nella pittura tutta la realtà: luminosità della natura, gioia del partecipare alle meraviglie della vita ma anche teschi, bucrani,


La lettera 2008 olio su tela cm 90x80

rovine, frammenti di architettura, oscurità del sottosuolo. Ho sempre riconosciuto a Giacomo, e ne ho scritto dalla mia prima presentazione della sua mostra alla Bussola (nel 1983), il merito dell’ antiformalismo, che è alla base dell’inscindibile presenza nelle sue opere della vita e della morte. La particolare poesia della pittura come la scrittura poetica ha la coazione a esplorare situazioni e sentimenti, a non isolare. I fatti della vita incontrano

inevitabilmente tragedie e morte, e partecipa¬no all’assolutezza del tutto e del nulla. Nel possesso c’è la perdita. Nel discorrere delle sue opere ho ricordato a Giacomo quello che mi disse una volta Lucio Fontana: “L’arte quali siano le cose e i sentimenti che esprime è esperienza di silenzio per l’artista e per chi guarda le opere”. Nel silenzio sensibile al mistero si sperimenta la vitalità delle opere di Giacomo.


EVENTI

LOMBARDIA

AMORE E PSICHE. La favola dell’Anima 13 luglio - 10 novembre 2013 Dal 13 luglio Mantova ospita a Palazzo Te e Palazzo San Sebastiano la mostra Amore e Psiche - La favola dell’anima: un itinerario storico e artistico fra gli aspetti simbolici e archetipici dell’antico mito di Amore e Psiche, ripreso da Apuleio nel II secolo d.C. Il racconto narra le vicende di Psiche, mortale dalla bellezza eguale a Venere, che diventa sposa di Amore senza mai poterne vedere il viso. Una notte, istigata dalle invidiose sorelle, riesce a scoprirne il volto ma viene immediatamente abbandonata dal dio. Psiche dovrà quindi affrontare una serie di prove, al termine delle quali otterrà l'immortalità e potrà ricongiungersi allo sposo. L’esposizione - curata da Elena Fontanella - promossa dall’ Assessorato alle Politiche Culturali e alla

Promozione Turistica del Comune di Mantova presenta reperti archeologici della Magna Grecia e dell’età imperiale romana, provenienti dai Musei Capitolini di Roma, dal Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e da altre importanti istituzioni pubbliche. Ad essi vengono accostate opere d’arte classiche (statue e dipinti di maestri quali Tintoretto, Antonio Canova, Auguste Rodin, Salvador Dalì, Tamara de Lempicka e altri) per giungere infine alla contemporaneità con Alfredo Pirri. Pirri ha realizzato per la sala di Amore e Psiche Passi, una installazione che è una resa "caleidoscopica" della visione di quell'ambiente e di quello che rimane in noi dall'avanzare della storia. La mostra nasce in collaborazione con il Comune di Mantova e si fregia del Patrocinio della Regione Lombardia.

AMORE E PSICHE. La favola dell’Anima

Mantova, Palazzo Te e San Sebastiano

13 luglio - 10 novembre 2013 Orari: lunedì 13 – 18; martedì, mercoledì, giovedì e domenica 9 - 18, venerdì e sabato 9 -20. Informazioni: tel. 0376 323266 biglietteria.te@comune.mantova.gov.it

Ufficio stampa CLP Relazioni Pubbliche Anna Defrancesco, tel. 02 36 755 700 anna.defrancesco@clponline.it; www.clponline.it

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Lo Spazio Temporary Santandrea, ha il piacere di annunciare l’apertura del Totti Motori Temporary Exhibition, il primo evento motociclistico “temporaneo” nel Quadrilatero della Moda Milanese. Dal 26 settembre al 5 ottobre 2013, per festeggiare l'Anniversario dei quarant’anni di attività della Totti Motori di Bologna (www.tottimotori.com) presso lo spazio Temporary Santandrea saranno esposte al pubblico cinque special, motociclette uniche, che hanno fatto la storia di questo famoso customizer italiano. Ad accompagnare questa esclusiva esposizione di motociclette, per gentile concessione della Galleria Barbara Frigerio Contemporary Art (www. barbarafrigeriogallery.it), all’interno dello spazio saranno visibili tre opere a tema “motociclistico” del noto artista contemporaneo Giovanni Sesia (www.giovannisesia. com). Con una tecnica a metà strada tra la pittura e la fotografia, l’artista sceglie spesso di rappresentare e raccontare con i suoi lavori la storia di oggetti comuni, appartenenti ad un’epoca lontana o a noi contemporanei; campeggiano sulla tavola, adorni di colore o quasi in monocromia, richiamando l’attenzione di chi guarda e suggerendo una storia, fatta di vita quotidiana, di gesti e di passione. Una di queste è quella per le moto, per quelle più antiche e per quelle più moderne, rappresentate spesso da Sesia, nel corso della sua carriera artistica. Tra le mostre che lo hanno visto protagonista in Italia e all’estero ricordiamo quella presso la Fondazione Ducati nel 2006, nella quale ha reinterpretato la storia della famosa casa motociclistica. Le foto che allestiranno i locali dello spazio durante l’esposizione sono a cura dell’artista Marcello Corigliano (http://marcellocorigliano.wix.com/marcellocorigliano-)che le ha gentilmente concesse e che raccontano efficacemente la passione della Totti Motori.

Totti Motori Temporary Exhibition 40 th Anniversary Milano 26 settembre- 5 ottobre 2013 SpazioTemporarySantandrea, Via Sant'Andrea, 17, - 20121 Milano, Tel. Fax. 0276005526 www.spaziosantandrea.com e-mail maestrale1976@hotmail.com Orari di apertura: dal Lunedì al Sabato dalle ore 10.00 alle ore 19.00 Domenica pomeriggio dalle ore 15.00 alle 19.00- Inaugurazione giovedì 26 settembre dalle ore 18.00 Con la partecipazione di: Spazio Temporary Santandrea, Totti Motori Bologna, Barbara Frigerio Contemporary Art Gallery, Birra del Borgo


L’opinione Vi r g i l i o P a t a r i n i Guardare con il corpo. (da “La via italiana all’Informale. Da Afro, Vedova, Burri alle ultime tendenze”, a cura di V. Patarini, Ed. Giorgio Mondadori, 2013) C’è un rapporto diretto tra la precisione del gesto e la precisione del segno sulla tela. E un rapporto altrettanto diretto tra tale precisione e l’efficacia di quel segno sullo spettatore. Perché chi guarda un quadro in realtà non guarda solo con gli occhi, ma guarda con tutto il corpo. In ogni processo di fruizione c’è una fortissima componente di mimesis. Sì, la mimesi è di chi fruisce non di chi fa un’opera d’arte, con buona pace di Aristotele. Si tratta di un processo spontaneo: quando ascoltiamo una canzone ci viene spontaneo di cantarla (se ci piace). Quando leggiamo un libro ripetiamo con o senza voce le parole. È stato provato che anche chi legge “mentalmente” in realtà ha dei movimenti e delle contrazioni dell’epiglottide come se parlasse, come se ripetesse le parole che sta leggendo. Quando guardiamo un danzatore sulla scena il nostro corpo partecipa dell’azione sulla scena, con impercettibili micro-movimenti che assecondano, eseguono “in potenza” la danza. E chi guarda un quadro? Chi guarda un quadro dipinge: e tutto il suo corpo esegue “in nuce” la danza che ha generato quel dedalo di segni sulla tela. Per questo davanti ad un quadro di Vedova ci sentiamo squassati e in balia di una tempesta, mentre davanti ad un quadro di Afro un vago languore e una musica sospesa ci cullano. E davanti ad un taglio di Fontana un brivido ci corre lungo la schiena. È il nostro corpo che rivive il ritmo dei gesti che hanno generato quello che abbiamo davanti. E dal moto del corpo scaturisce poi l’emozione. Tuttavia ci sono delle palesi differenze tra il fluire di forme, segni e colore nella pittura surrealista-astratta di Mirò o di Kandinsky e l’Action Painting di Pollock o di Vedova. Nei Surrealisti c’è un gioco di forme che scorre e galleggia sulla tela: sagome disegnate a mano libera che a tratti definiscono forme geometriche a tratti forme più libere e biomorfe. L’Informale cerca di scardinare anche la gabbia di tale sintassi, innanzitutto rinunciando all’elemento cardine sia della pittura figurativa, compresa quella delle Avanguardie precedenti, che di quella astrattogeometrica o astratto-surreale: il disegno.

Il disegno, la linea, il contorno che definisce le forme, quali che siano, viene individuato come elemento “razionale” che finisce per limitare, ingabbiare la forza espressiva, tellurica della materia-colore. Per la prima volta nella storia dell’arte si contraddice apertamente al precetto leonardesco secondo cui il disegno è alla base della pittura. Anche sotto questi aspetti l’Informale è una vera e propria rivoluzione.


EVENTI

LIGURIA

Sono passati oltre duecento anni da quando le statue di Andrea e Gio-Andrea Doria, che campeggiavano con autorevolezza sui basamenti ai lati della scalinata che porta da Piazza Matteotti all'atrio di Palazzo Ducale, vennero "dal furor popolare abbattute" quando una sollevazione portò alla proclamazione della Repubblica Ligure. Con BASAMENTI, concorso riservato ai creativi under 35 indetto da Comune di Genova - Assessorato Cultura e Turismo e Genova Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura, in collaborazione con GAI - Associazione Circuito Giovani Artisti Italiani, i due piedistalli di marmo tornano al centro della vita culturale e sociale della città di Genova. Una giuria di esperti ha selezionato tre opere, fra le 19 arrivate da tutta Italia, che dalla primavera fino a dicembre 2013 rivestiranno i basamenti di creatività giovane.

Da venerdì 19 luglio sarà esposta al pubblico RIFLESSIONI IN PIAZZA che rimarrà sui piedistalli fino al 29 settembre. Liberato Aliberti e Roberta Pacelli, hanno realizzato l'installazione RIFLESSIONI IN PIAZZA, settecentosessantotto compact disc in dialogo con l'ambiente circostante attraverso i molteplici colori e raggi solari che imprevedibilmente si riflettono. Riflessioni in Piazza è un'iniziativa del progetto ‘Sala Dogana. Giovani idee in transito', realizzato nell'ambito dei Piani Locali Giovani - Città Metropolitane, promossi e sostenuti dal Dipartimento della Gioventù - Presidenza del Consiglio dei Ministri e dall'Anci Associazione Nazionale Comuni Italiani La terza opera vincitrice del concorso Basamenti in ordine di ‘apparizione' sui piedistalli è SILENT/LISTEN, di Cri Eco, artista di Genova, che sarà esposta dall'11 ottobre al 29 dicembre 2013.

http://www.palazzoducale.genova.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito di Palazzo Ducale


Robert Doisneau - Paris en liberté 29 settembre 2013 - 26 gennaio 2014

Robert Doisneau e Parigi: un binomio inscindibile tra uno dei più grandi fotografi francesi e la città che ha amato e immortalato con il suo obiettivo. La mostra raccoglie più di 200 fotografie originali scattate da Doisneau tra il 1934 e il 1991. Gli scatti sono raggruppati tematicamente ripercorrendo i soggetti a lui più cari e componendo una grande rassegna antologica che accompagna il visitatore in una suggestiva passeggiata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, e poi nei bistrot, negli atelier di moda e nelle gallerie d’arte della capitale francese. Il soggetto prediletto delle sue fotografie in bianco e nero, sono infatti i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere questa città senza tempo. Nel 1974 la Galleria Chateau d’Eau di Toulouse espone le sue opere e, a partire dagli anni Settanta, ottiene i primi importanti riconoscimenti. Da allora le sue fotografie vengono pubblicate, riprodotte e vendute in tutto il mondo. Autore di un vastissimo catalogo di opere, principalmente dedicate alla Ville Lumiére, Doisneau è diventato il più illustre rappresentante della fotografia “umanista” in Francia. Le sue immagini sono oggi conservate nelle più grandi collezioni in Francia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e sono esposte in tutto il mondo.

PALAZZO DUCALE

Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura Piazza Matteotti 9 - Genova - Sottoporticato info e prenotazioni: 199.15.11.15 biglietteria@palazzoducale.genova.it http://www.palazzoducale.genova.it/ Orari: da martedì a domenica (ore 10-19), lunedì (ore 14-19) la biglietteria chiude un'ora prima Biglietti comprensivi di audioguida: intero € 11,00 ridotto € 9,00 per giovani fino a 25 anni, maggiori di 65 anni, gruppi di almeno 15 persone e apposite convenzioni, ridotto speciale € 4,00 per scuole e minori di 18 anni la biglietteria chiude alle 18 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito di Palazzo Ducale


EVENTI

VALLE D’AOSTA

Magnum Contact Sheets è la grande mostra coprodotta dalla prestigiosa agenzia fotografica Magnum Photos e dal Forte di Bard che apre al pubblico in anteprima mondiale, proprio al Forte di Bard, a partire dal 21 giugno sino al 10 novembre 2013. Prima collettiva di fotografi Magnum in Italia, la mostra rappresenta un’ambiziosa coproduzione destinata a girare il mondo. Il progetto si focalizza sul provino a contatto quale riferimento per l’esplorazione del processo creativo alla base di alcune delle più famose icone fotografiche. L’intento è quello di trasmettere al visitatore la sensazione che vive il fotografo nel momento in cui vede il proprio lavoro per la prima volta e far comprendere come avviene il processo di selezione dell’immagine, un’esperienza autoriale e artistica. L'esposizione propone un viaggio lungo oltre settanta anni di storia della fotografia, attraverso scatti

indimenticabili come lo sbarco in Normandia di Robert Capa, il 1968 a Parigi di Bruno Barbey, i funerali di Robert Kennedy di Paul Fusco, la guerra del Vietnam di Philip Jones Griffiths e l’11 settembre di Thomas Hoepker. Saranno esposti inoltre i ritratti di uomini politici, attori, artisti e musicisti come Che Guevara e Malcolm X, sino a Miles Davies e ai Beatles. Le opere sono accompagnate anche da articoli, libri e riviste vintage e in copia originale, sui quali sono state per la prima volta pubblicate queste immagini. Magnum Contact Sheets presenta circa 80 provini a contatto, insieme all’immagine finale data alle stampe, in formati vintage e modern prints, rappresentativi dell’intero gruppo di fotografi Magnum, inclusi i pionieri come Henri Cartier-Bresson, Eve Arnold, René Burri, Philippe Halsman e Elliott Erwitt, sino ai grandi di oggi come Jim Goldberg, Alec Soth, Paolo Pellegrin e Trent Parke.

Magnum Contact Sheets

21 giugno - 10 novembre 2013 Una coproduzione Magnum Photos e Forte di Bard Curatori: Lorenza Bravetta e Andrea Holzherr (Magnum Photos); Gabriele Accornero e Chantal Cerise (Associazione Forte di Bard) Info: t. + 39 0125 833811 Mail: prenotazioni@fortedibard.it - http://www.fortedibard.it/ Tariffe: Mostra Magnum Contact Sheets: Intero: 5,00 € - Ridotto/Ragazzi: 4,00 € Cumulativo Dalla Terra all'Uomo + Magnum Contact Sheets: 8,00 € Orari: dal martedì al venerdì 11.00 | 18.00 sabato, domenica e festivi: 11.00 | 19.00 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Forte di Bard


La scelta di destinare a sede espositiva il castello ha consentito all’Amministrazione regionale di offrire alla pubblica fruizione la sua ricca collezione di arte moderna e contemporanea: un patrimonio che conta oggi più di 1.200 opere fra pittura, scultura, grafica e fotografia, e che si è costituito a partire dal 1948 sia grazie a doni, premi-acquisto e iniziative mecenatizie, sia per mezzo di acquisti sul mercato dell'arte. Un nucleo significativo di lavori proviene dalla raccolta della SITAV, la società di gestione del Casino de la Vallée di Saint-Vincent, che dal '48 ai primi anni Ottanta contribuì a vivacizzare il clima culturale della Valle promuovendo eventi espositivi di grande prestigio, aggiornati alle tendenze artistiche più moderne. Il percorso di visita si snoda su tre piani secondo un criterio cronologico e tematico e presenta una selezione di oltre 150 opere tra le più significative della collezione, lungo un arco temporale che va dall'Ottocento ai primi anni del nuovo millennio, incontrando le principali correnti del Novecento. Accoglie il visitatore l'affascinante realtà paesaggistica della Valle d'Aosta vista attraverso lo sguardo di un assoluto protagonista

della pittura romantica, J. M. William Turner, e di prestigiosi artisti dell'Otto e del Novecento, da Ashton a Delleani, Maggi, Calderini, Bazzaro, Lupo. Accanto ai grandi maestri italiani del Novecento, rappresentati da pittori come Casorati, De Pisis, Carrà e Guttuso, e da celebri scultori quali Martini, Manzù, Mastroianni, Fontana, Pomodoro e Paladino, numerose sono le testimonianze di artisti di scuola torinese, da Levi, Marchesini, Malvano e Spazzapan, a figure più recenti come Tabusso, Soffiantino, Calandri, Carol Rama, Nespolo, Ramella e molti altri. La produzione pittorica italiana degli ultimi decenni del XX secolo è documentata nelle derivazioni dall'Astrattismo, dall'Informale, dalla Pop art, dal Surrealismo e nelle presenze della Transavanguardia. Ampio e differenziato è il panorama degli artisti locali, a partire da Italo Mus fino alla recente generazione impegnata nelle ricerche di avanguardia. Oltre alle 13 sale destinate all'esposizione permanente, il museo comprende ambienti per le mostre temporanee e per le attività didattiche, e un modernissimo deposito visitabile su richiesta.

Castello Gamba Località Cret de Breil 11024 Châtillon - Valle d’Aosta

Orari: APRILE-SETTEMBRE 10.00 – 18.00 OTTOBRE-MARZO 9.30 – 13.00 / 14.00 – 17.30 chiuso mercoledì, 25 dicembre e 1° gennaio Tariffe:

Ingresso intero € 5,00 Ingresso ridotto € 3,00 http://www.castellogamba.vda.it/

Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Castello Gamba


EVENTI

VENETO

Roy Lichtenstein Sculptor L'esposizione, a cura di Germano Celant, consiste di 45 opere tra disegni, collages, maquettes, modelli e sculture in bronzo, datati tra il 1965 e il 1997, che provengono dalla Fondazione Roy Lichtenstein di New York, nonché da musei e collezionisti privati. Tale imponente raccolta viene presentata per la prima volta in Europa per documentare la complessa e vasta produzione scultorea dell'artista. Seppure il suo interesse per la scultura nasca negli anni quaranta con esperimenti di rilievo su pietra o di stratificazioni in carta, le prime testimonianze capaci di riflettere un linguaggio maturo datano dal 1964, quando la sua pittura arriva a nutrirsi delle immagini tratte dai mass-media, in particolare dal fumetto. Da qui scaturiscono le figurazioni in ceramica che partendo da una fonte bidimensionale, cartacea, si articolano nella tridimensionalità a formare una testa o una pila di tazze o un'esplosione. Sono motivi trasferiti da una fonte iconica popolare, insignificanti e di carattere non estetico, a cui l'artista intende dare un valore artistico, come se fossero costanti di una cultura modernista che va da Brancusi a Calder. E' un percorso che si dipana sino al 1997, data della sua prematura scomparsa, attraverso decine e decine di sculture che vanno

dalla figurazione all'astrazione, così da oscillare tra le definizioni plastiche e decorative dell’Art Decò, formato dalla combinazione di brass e vetro, ai profili di teste femminili o di sculture moderniste che riflettono il fare espressionista, neoplastico e surrealista . Costante di tale fare dal 1965 è tuttavia la messa in superficie della scultura, vale a dire un trattamento appiattente del volume che si trasforma in linea e colore compatto, seppur dotato di spessore di un pollice, come se l'insieme dovesse risultare un collage di ritagli da giornale o da rivista. Simile procedere dà corpo, dal 1976 a sculture "di profilo" dove la profondità e le ombre dell'oggetto trattato, una lampada, uno specchio o una caffettiera, oppure un volto, una sirena o una casa, sono poste sullo stesso piano, come se fossero schiacciate e compresse su una stessa superficie. Una totale sintonia con i dipinti dove le differenze prospettiche sono annullate a favore di pieni e di vuoti, di trasparenze e di opacità che non lasciano intravedere alcuna profondità, se non la piattezza insignificante del messaggio tratto dal cartoon. Un percorso ricco di ironia e di raffinatezza visuali dove la rappresentazione popolare sfugge alla sua banalità per affermarsi come sublime trattato sull'appiattimento dei mass-media.

Fondazione Emilio e Annabianca Vedova Dorsoduro 42, 30123 Venezia Tel. 041 5226626 Fax 041 5239060 Orari di apertura: lun-ven 9.00 - 17.00 Spazi espositivi 10.30 – 18.00 Chiuso il martedì Roy Lichtenstein Sculptor Magazzini del Sale 28 maggio - 24 novembre 2013 Emilio Vedova ...Cosiddetti Carnevali... Spazio Vedova 28 maggio - 24 novembre 2013

Biglietto unico per entrambe le mostre: Intero 12 € http://www.fondazionevedova.org/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Fondazione


CARO AL MUSEO CORRER dal 1 giugno al 27 ottobre 2013 Mostra interamente dedicata al famoso artista britannico Sir Anthony Caro (New Malden, Surrey, 1924), scultore che ha assunto un ruolo di primo piano nell'arte del XX secolo. Dopo aver partecipato alle Biennali d'Arte del ’56, del '66 e del '99 Caro torna in laguna al Muso Correr in Piazza San Marco, dove sarà allestito uno spazio interamente dedicato al percorso artistico della su carriera, dagli esordi figurativi sotto l’influenza del suo maestro Henry Moore fino agli ultimi lavori esposti nei musei di tutto il mondo.

L'itinerario espositivo sarà composto da circa trenta opere che ripercorreranno la vita artistica dell'autore portando agli occhi dei visitatori alcune delle opere più rappresentative tra cui alcune in acciaio di notevoli dimensioni (Red Splash (1966), Garland (1970), Cadence (1968/1972), Venetian e River Song (2011-2012). In mostra anche alcuni suoi disegni e bozzetti risalenti al primo periodo dell'attività di Caro quand'era un pittore di chiari influssi naturalistici. Risale infatti agli anni Sessanta il passaggio di Anthony Caro dalla pittura alla scultura quando egli incontrò e condivise l'idea si un'arte materiale di chiara matrice industriale componendo opere in metallo desttinate ad entrare nello spazio museale solitamente pensato per il visitatore; un'anteprima di tendenze moderne dove il limite tra l'autore, la sua opera e lo spettatore decade per dare forma alle varie tendenze che condussero alla performing art. Passano al Correr in esposizione alcune delle opere che hanno reso Caro famoso in tutto il mondo come il Trionfo di Cesare (1987), l'Orangerie (1969-70), Table Piece Y-98 'Déjeuner sur l'herbe II' (1989) e altre opere che si basano sulla ricerca dell'artista tra materiali "inediti" nel mondo dell'arte scultorea del Novecento. L'artista inoltre, percorrendo una parabola artistica anche nelle dimensioni delle sue opere passando da concezioni monumentali dell'arte ad altre di piccole dimensioni destinate ad una prospettiva diversa con il pubblico, è rappresentato nel percorso della mostra anche dalle sue sculture verticali di piccolo. L'artista, che ha amato confrontarsi nelle sue sculture anche con i grandi pittori del passato - pensiamo a Manet nella sua Table Piece Y-98 'Déjeuner sur l'herbe II' (1989), tra le opere in mostra - è stato presente nelle più importanti manifestazioni internazionali e ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti. Nella straordinaria carriera di Caro ricordiamo, ad esempio, la partecipazione - come unico scultore - al padiglione inglese della Biennale di Venezia nel 1966, la retrospettiva al MoMA di New York nel ‘75, la mostra dell’84 alla Serpentine Gallery di Londra itinerante in tutta Europa, il Premio dell’Imperatore del Giappone per la scultura nel 1992, la grande retrospettiva al Museum of Contemporary Art di Tokyo del ’95 e, ancora, la collaborazione con l’architetto Norman Foster per il “Millennium Bridge” di Londra. La Tate Modern Art di Londra nel 2004 ha festeggiato i suoi ottant’anni. Ora sarà Venezia a celebrare la personalità carismatica del quasi novantenne Anthony Caro. La mostra è promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia con il patrocinio del British Council e il supporto di Gagosian Gallery in associazione con Annely Juda Fine Art. Il progetto espositivo è di Gary Tinterow, la direzione scientifica di Gabriella Belli e il progetto di allestimento di Daniela Ferretti.

MUSEO CORRER

San Marco 52, - Venezia - T +39 041 2405211 Orario: tutti i giorni dalle 10.00 alle 17.00 (biglietteria 10.00-16.00) fino al 31.3. Dal 1.4 dale 10.00 alle 19.00 (biglietteria 10.00-17.00). - Ingresso: solo mostra € 8.

Email: info@fmcvenezia.it - http://correr.visitmuve.it/

Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Museo Correr


SARKA MRAZOVA

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905


MARINO BENIGNA

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EVENTI PROVINCIA

AUTONOMA DI TRENTO

Mostra permanente su Cesare Battisti Il rinnovato allestimento all’interno del Mausoleo dedicato a Cesare Battisti è il risultato della collaborazione fra il Servizio Edilizia Pubblica, che ne ha ideato e curato la progettazione ed il Servizio Cultura, turismo e politiche giovanili che, con la Fondazione Museo storico del Trentino, ha predisposto i contenuti e le immagini. Il nuovo allestimento va a sostituire il precedente realizzato dalla figlia Livia nell’anno 1975 in occasione del centenario della nascita dell’illustre padre. L’attuale modalità espositiva utilizza materiali e tecniche più moderni e riformula i contenuti, per facilitare il visitatore ad apprendere e conoscere le vicende e la storia legate alla figura di Cesare Battisti. Attingendo all’impianto della precedente mostra e al ricco materiale documentale e fotografico dell’Archivio

Battisti (depositato presso la Fondazione Museo storico del Trentino), è stata realizzata un’esposizione che privilegia la sintesi delle immagini, simbolo delle vicende personali, inserite in una descrizione degli avvenimenti storici, che lascia al cittadino e al turista la curiosità e lo stimolo di un approfondimento della storia che ha interessato la nostra terra. L’impianto espositivo ripercorre le principali tappe della vita di Cesare Battisti: la famiglia, la formazione e gli studi, l’impegno politico, gli affetti, la guerra e la condanna a morte. L’iniziativa rientra fra le azioni di valorizzazione del Doss Trento, importante luogo storico, archeologico e naturalistico della città.

Mausoleo di Cesare Battisti, Doss Trento (salita da piazzale Divisioni Alpine), Trento ingresso libero e gratuito orario apertura del mausoleo: tutti i giorni 9.00 - 19.00 nel periodo estivo (ora legale); 9.00 - 16.30 nel periodo invernale (ora solare) Comune di Trento - Servizio Cultura, turismo e politiche giovanili Ufficio Cultura - Via Orfane 13 - telefono 0461 884287 - fax 0461 884386 email: ufficio_cultura@comune.trento.it web: www.trentocultura.it orario: da lunedì a venerdì 8.30-12.00 Ufficio Relazioni con il Pubblico numero verde 800017615 - orario: da lunedì a venerdì dalle 9.00 alle 18.00; sabato dalle 9.00 alle 12.00 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del comune di Trento


EVENTI

PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO

Klara Lidén 14/09/13 – 12/01/14 L’opera di Klara Lidén si caratterizza per un alto tasso di energia, vitalità e istinto, componenti che l’artista impiega per rompere diverse convenzioni sociali. Il suo lavoro consiste in performance, azioni, costruzioni spaziali, installazioni e video, che cercano di coinvolgere il pubblico sia fisicamente che mentalmente. Il visitatore si accorge immediatamente che una sorta di irriverenza, per non dire ribellione, verso norme civili aleggia in tutti i lavori, in maniera più o meno sottile. Per la realizzazione delle opere Lidén si serve molto spesso di materiali trovati nel suo contesto abitativo oppure nell’ambiente limitrofo allo spazio espositivo. Klara Lidén è nata a Stoccolma nel 1979, vive e lavora a Berlino e New York. Il suo lavoro è stato presentato nel Padiglione Nordico della 53a Biennale di Venezia nel 2009; nel 2011 ha ricevuto una menzione speciale per giovani artisti alla 54a Biennale di Venezia. A cura di Letizia Ragaglia.

Diego Perrone 06/10/13 – 07/01/14 La mostra è il risultato del­ la ricerca che Diego Perrone (Asti, 1970) ha effettuato con Alessandro Cuccato presso i laboratori di Vetroricerca a Bolzano su nuove tecniche di fusione del vetro. Nella Project Room sono presentate le sculture risultato di questa sperimentazione. a cura di Frida Carazzato In collaborazione con Vetroricerca & Glas Modern

Foto: Courtesy Diego Perrone

MUSEION - Via Dante, 6 - Bolzano - t. + 39 0471 223413 - f. + 39 0471 223412 Orario: da martedì a domenica: 10.00 – 18.00 - Giovedì@Museion: 10.00 – 22.00 / Ingresso libero: 18.00 – 22.00 / Visita guidata gratuita: 19.00 - Lunedì chiuso Euro 6,00 intero - Euro 3,50 ridotto - Euro 3,00 Kulturpass info@museion.it - www.museion.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Provincia


EVENTI

FRIULI VENEZIA GIULIA

Tabulae pictae – Pettenelle e Cantinelle a Cividale tra Medioevo e Rinascimento 13 luglio - 29 settembre 2013

Cividale del Friuli (UD) ospita da sabato 13 luglio a domenica 29 settembre 2013, negli spazi di Palazzo de Nordis, la mostra “Tabulæ Pictæ. Pettenelle e Cantinelle. A Cividale tra Medioevo e Rinascimento”, evento atteso da anni e promosso dall’Accademia culturale musicale Harmonia. Oltre a presentare per la prima volta al pubblico alcuni fra i più pregevoli cicli pittorici di ambiente friulano, per la varietà dei soggetti illustrati e per l’assoluta fedeltà di rappresentazione presente in molte iconografie, l’esposizione consentirà di far conoscere alcuni aspetti

della cultura materiale cividalese fra Medioevo e Rinascimento. I diversi argomenti saranno affrontati prendendo spunto dalle raffigurazioni presenti nelle pettenelle, che fungono da prezioso fil rouge dell’intera mostra, integrando l’esposizione con esemplari originali, ricostruzioni, fotoriproduzioni e modelli. Per questo motivo, saranno coinvolti esperti di differenti settori: studiosi della storia e della società cividalesi, storici dell’arte, della cultura materiale, di araldica, iconologia, dell’abbigliamento, delle produzioni artigiane, delle armi, della musica e degli strumenti musicali.

Palazzo de Nordis

Piazza Duomo, 5 33043 Cividale del Friuli (UD) Tel.: +39 0432 700700 (centralino) Aperture: giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 11 alle 19 con orario continuato e ingresso libero Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Soprintendenza


Il percorso espositivo si snoda tra Palazzo Meizlik, la Basilica e il Museo Archeologico Nazionale e si articola in sezioni che approfondiscono con oltre 200 preziosi reperti la vita pubblica e privata di Aquileia nel IV secolo e testimoniano la nuova fase monumentale della città, legata al suo nuovo ruolo politico e amministrativo, punto nodale delle vie tra Oriente e occidente. ORARI DI APERTURA dal 6 luglio al 30 settembre: tutti i giorni dalle 9 alle 19 ottobre: dalle 9 alle 18 1, 2 e 3 novembre: dalle 9 alle 16.30. ATTENZIONE! Durante tutto il periodo il Museo Archeologico, invece, resta chiuso il lunedì e osserva l’orario 8.30-19.30. Biglietto unico che consente l’accesso oltre che alle tre sedi della mostra (palazzo Meizlik, Museo Archeologico Nazionale, cripte della Basilica) anche al campanile e alla Südhalle – VALIDITA’ 30 GIORNI (1 accesso per ogni sede) : INTERO € 9

http://www.fondazioneaquileia.it/

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EVENTI

EMILIA-ROMAGNA

Ligabue: 'Toni' e la sua arte nel racconto di Cesare Zavattini Alle Ville Franceschi e Mussolini fino al 6 ottobre la mostra sulla figura e l’opera di Antonio Ligabue (1899 –1965). Con un illustre "Cicerone": Cesare Zavattini E’ Cesare Zavattini l’illustre “Cicerone” della mostra che Riccione dedica alla figura e all’opera di Antonio Ligabue (1899 – 1965). A Zavattini, regista, sceneggiatore, scrittore, giornalista, nonché disegnatore e pittore, si deve, già negli anni ’50, il primo vero ‘approccio’ all’arte dei ‘candidi’ da parte della cultura figurativa ufficiale. Memorabile è la sua monografia Ligabue, un testo poetico, edito da Franco Maria Ricci nel 1968. Non mancano poi le ‘prove’ di un interesse di Zavattini verso Ligabue anche sul piano cinematografico, come è testimoniato in mostra da importanti repertori inediti provenienti dalla ricca documentazione donata di recente dagli eredi di Zavattini alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. Idealmente, dunque, Cesare Zavattini può essere considerato il “regista” di questa esposizione che si snoda tra le sale di Villa Franceschi e quelle di Villa Mussolini. Circa ottanta le opere di Antonio Ligabue, tra dipinti, disegni e sculture, che ripercorrono le tappe fondamentali della sua vicenda umana ed artistica, dagli esordi fino agli ultimi anni di vita. Nell’ampia antologica, divisa per sezioni tematiche, non possono mancare i soggetti prediletti da “Toni”, tra i quali gli autoritratti dallo sguardo sempre carico di nuove intense inflessioni psicologiche e le raffigurazioni del mondo animale, nella sua ferocia primordiale. Immagini che catturano e incantano con la loro forza cromatica e l’apparente semplicità ma che, in realtà, paiono sotten-

dere una complessità di rimandi culturali, di citazioni stilistiche e di contaminazioni con le varie arti visive, come il cinema e l’illustrazione. Il percorso espositivo si conclude con una sezione dedicata a “Za” pittore che comprende dipinti e realizzati tra gli anni ’70 e ’80 del secolo scorso, alcuni dei quali esposte per la prima volta in pubblico, conservati presso i Musei Civici di Reggio Emilia. Opere grafiche di Zavattini e documenti relativi alla sua attività provengono dall’Archivio Cesare Zavattini presso la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia. L’esposizione è curata da Daniela Grossi e Claudio Spadoni, con la collaborazione di Sara Andruccioli e di Orlando Piraccini e la consulenza scientifica di Augusto Agosta Tota per la figura e l’opera di Ligabue.

Il catalogo della mostra, con testi di Sara Andruccioli, Marzio Dall’Acqua, Daniela Grossi, Orlando Piraccini e Claudio Spadoni, è edito da Umberto Allemandi &C. L’iniziativa è promossa dal Comune di Riccione con la partecipazione dell’Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, e con la collaborazione del Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue di Parma.

Galleria d’arte moderna e contemporanea Villa Franceschi Riccione - tel. 0541 693534 www.comune.riccione.rn.it

museo@comune.riccione.rn.it www.riccioneperlacultura.it

Orari: Tutti i giorni dal martedì alla domenica. Lunedì chiuso 11 luglio - 31 agosto: dalle ore 10 alle ore 15 e dalle ore 20 alle ore 23,30 1 settembre - 6 ottobre: dalle ore 10 alle ore 19 Ingresso: Intero € 8, Ridotto € 6, Gruppi € 6 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del comune Riccione


MAX GASPARINI

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LORENZO CURIONI

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L’opinione Michele Govoni presenta

La poesia nelle opere di Alberta Grilanda L'uso della terra, per l'artista ferrarese Alberta Grilanda, suona come qualcosa che va oltre una semplice dichiarazione di poetica. Affidando, infatti, alla materia plastica più semplice il sentimento forte della scultura, l'artista ferrarese dà vita ad una precisa volontà espressiva; una volontà che vede rafforzato il suo carattere semantico con l’ausilio di una figurazione che è tratto distintivo dell’artista. Partendo da questi presupposti, l'analisi dell'opera della Grilanda (che si esprime anche in pittura ed incisione) si allontana dalla semplice carezza superficiale della realtà, a favore di una esplorazione dei territori locali della cultura e dell’espressione. Localizzazione che, però, traendo spunto da una continua innovazione tecnica e tecnologica, diviene sempre più globalizzazione, come a dire:”Racconto la mia realtà con mezzi universali, tanto che la mia realtà locale diviene realtà universale”. E pare proprio dedicarsi di primo acchito ad un'analisi locale l'opera dell'artista, a favore di un passato che, pur nella sua

vicinanza al presente, appare remoto e silenziosamente lontano. Ma è solo impressione superficiale. Sono anche altre le tematiche che animano la poetica espressione dell'artista ferrarese. La religione, ad esempio, su cui l'artista affonda le sue radici, restituendoci un senso profondamente intimo ed intimista della lettura sacra che fa scoprire nuovi spazi di meditazione e preghiera. Mai ovvia, Grilanda affida al segno, ad una tecnica esemplare e ad una spiccata propensione espressiva i suoi significati più reconditi, i suoi messaggi più nascosti, le sue più delicate osservazioni del reale, per restituirci una sempre crescente speranza. Un'artista che merita un'attenzione tutta particolare e da cui è bello lasciarsi incantare, rapiti dalle infinite sfumature della terra, plasmata da mani esperte, o nella ruvidezza della materia cromatica o del segno incisorio, tecniche votate a trasmetterci un messaggio eterno. Per informazioni: www.grilandalberta.com


EVENTI

TOSCANA Steve McCurry Viaggio intorno all’Uomo 15 Giugno – 3 Novembre 2013

Steve McCurry non è solo uno dei più grandi maestri della fotografia del nostro secolo, premiato diverse volte con il World Press Photo Awards che si può considerare come una sorta di premio Nobel della fotografia, ma è un punto di riferimento per un larghissimo pubblico, soprattutto di giovani, che nelle sue fotografie riconoscono un modo di guardare il nostro tempo e, in un certo senso, “si riconoscono”. Ogni suo ritratto racchiude un complesso universo di esperienze, storie, emozioni, dolori, paure, speranze. «Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te», spiega McCurry. Veterano di National Geographic, sempre in viaggio, più facilmente in qualche parte dell’Asia che non in America, Steve McCurry ha fatto del viaggiare una sua dimensione di vita: «Perché già il solo viaggiare e approfondire la conoscenza di culture

diverse, mi procura gioia e mi dà una carica inesauribile». Saranno presentate in mostra oltre 200 foto, stampate in vari formati, con una netta prevalenza delle grandi dimensioni. In un video realizzato da Epson sarà raccontato, come in un back stage, il delicato lavoro della stampa a colori su carta fotografica. La mostra di Steve McCurry arriva a Siena dopo aver raggiunto 400.000 visitatori in 4 cttà italiane, rinnovandosi ogni volta nell’allestimento, studiato appositamente per dialogare con ambienti di grande suggestione come quelli del Santa Maria della Scala, e nella selezione delle immagini esposte. Anche la mostra senese comprenderà una antologia di tutta la produzione di McCurry, con numerose delle sue immagini più famose, scattate nel corso degli oltre 30 anni della sua straordinaria carriera di fotografo e di reporter, insieme ad una selezione molto ampia dei suoi lavori più recenti: il progetto The last roll con le immagini scattate utilizzando l’ultimo rullino prodotto dalla Kodak, gli ultimi viaggi a Cuba, in Thailandia e in Birmania, con una spettacolare serie di immagini dedicate al Buddismo, il viaggio in Africa tra Tanzania ed Etiopia e una selezione delle fotografie scattate nei recenti e numerosi soggiorni italiani.

Siena, Complesso Museale Santa Maria della Scala Orari: tutti i giorni dalle 10,30 alle 19.00 Ingresso: 10,00 euro http://www.stevemccurrysiena.it/

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Dal Giglio al Medioevo. Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento 14 maggio - 08 dicembre 2013

Unica fino ad oggi nel suo genere, la mostra. Arte civica a Firenze fra Medioevo e Rinascimento presenterà al pubblico quelle opere d’arte di epoca comunale e repubblicana, nate originariamenteper arricchire i palazzi pubblici di Firenze, gli edifici che ospitavano le magistrature che amministravano la città, le sedi delle Arti - le antichecorporazioni dei mestieri - la cerchia di mura cittadine. L’esposizione prenderà in considerazione “temi artistici profondamente appartenenti alla storia, alla fede, alla mercatura, alla creatività e in una parola a innumerevoli aspetti della società fiorentina nei suoi secoli d’oro” (Cristina Acidini). Tra questi

l’araldica cittadina, la religione civica, gli emblematici luoghi legati al potere cittadino come il Palazzo dei Priori, il Palazzo del Podestà, Orsanmichele, e le parti politiche dominanti quali gli Angiò, le Arti, Guelfi e Ghibellini, illustrando quali fossero i temi figurativi prescelti ed offrendo dunque una nuova chiave di lettura di numerose opere d’arte. Chiaveche sottolinea come anche a quell’epoca si desse importanza alle immagini come mezzo per la comunicazione e la propaganda, attenzione riposta in particolare dai gruppi che detenevano il potere a Firenze in età comunale e repubblicana, prima che l’ascesa dei Medici modificasse profondamente

l’assetto politico ed estetico della città. Le opere che compongono la mostra rivelano dunque un linguaggio figurativo complesso, ricco di riferimenti allegorici, dove il sacro e il profano si compenetrano, così che nel Palazzo dei Priori, oggi noto come Palazzo Vecchio, si potevano incontrare le raffigurazioni di san Cristoforo e della Ruota di fortuna, dell’eroe mitologico Ercole, presente nel sigillo ufficiale della città (Vangelo dei Priori Firenze, Archivio di Stato; Andrea Pisano, Ercole e il gigante Caco, Firenze, Museo dell’Opera del Duomo) e di quello ebraico David, il cui esemplare scolpito da Michelangelo e divenuto emblema della Firenze repubblicana, conclude idealmente il percorso espositivo.

La mostra riunisce, dopo due secoli, le tavole dei santi patroni che originariamente trovavano posto sui pilastri della chiesa di Orsanmichele, nata dalla progressiva trasformazione in luogo di culto dell’antico mercato del grano e affidata alle Arti che la trasformarono in uno scrigno di opere d’arte. L’esposizione sarà anche un’occasione per valorizzare

il territorio cittadino richiamando l’attenzione sui luoghi per i quali vennero realizzate le opere esposte e favorendo la conoscenza e, quando possibile, la fruizione di tali luoghi, in larga parte sconosciuti ai turisti e ai fiorentini stessi. La mostra è curata da Daniela Parenti e Maria Monica Donato - che hanno curato anche il catalogo edito da Giunti - e promossa dal Ministero per i Beni e

le Attività Culturali, Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana, Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze, Galleria dell’Accademia, Firenze Musei, Archivio di Stato di Firenze, Ente Cassa di Risparmio di Firenze, con il Patrocinio della Scuola Normale Superiore di Pisa.

Galleria dell'Accademia, via Ricasoli n. 58-60 - Firenze

Orari: Da martedì a domenica: ore 8,15-18,50 - Chiusura: tutti i lunedì galleriaaccademia@polomuseale.firenze.it - http://www.uffizi.firenze.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


ALESSIA ZOLFO

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905


L’opinione Lodovico Gierut “L’“Omaggio a Marco Pantani” di Marta Gierut” A Firenze il connubio tra arte e sport L’Arte è spesso presente nelle manifestazioni sportive, e così è opportuno segnalare un’iniziativa di livello che si tiene a Firenze, nei locali del famoso e attivissimo Caffè Storico-Letterario “Le Giubbe Rosse”, nella centralissima in Piazza della Repubblica, dove sono state scritte alcune delle più belle pagine per la presenza dei maggiori poeti e scrittori e pittori e fotografi del Novecento, da Boccioni a Marinetti, a Carrà e a Soffici, a Bigongiari, Malaparte, Luzi, Montale, Thomas, Landolfi... L’evento, tale potrebbe essere definito, consiste nell’esposizione di una delle sculture più significative di Marta Gierut, artista e letterata scomparsa per propria volontà a fine agosto 2005, cioè un omaggio al ciclista Marco Pantani. E’ un lavoro realizzato a Pietrasanta, in provincia di Lucca – vi era nata nel 1977 – di resina (altre versioni sono di terracotta, mentre il gesso originale è stato acquisito dal locale Museo dei Bozzetti, mentre altri lavori sono oggi in altre raccolte pubbliche e private), peraltro pubblicato nel volume postumo dell’autrice “Il volto e la maschera,

poesie e opere” (Editoriale Giorgio Mondadori, Milano 2012). Scultrice e pittrice, ma pure poetessa (il libro di cui sopra ne contempla circa duecento tra le seicento trovate un paio d’anni fa tra le sue carte) è già stata accostata ai nomi di Antonia Pozzi, Marina Cvetaeva, Nika Turbina. Per ciò che attiene la sua arte figurale, anche se in vita ha esposto in alcune occasioni (era assai riservata) non possiamo non rammentare un’esaustiva retrospettiva fattale all’inizio del 2013 dal Comune di Pietrasanta e curata da Giovanni Faccenda, ma soprattutto il suo marmo monumentale “Il volto e la maschera” inserito nel locale Parco della Scultura e precisamente in località Marina (a lato di Via Enrico Pea) accanto ad altisonanti nomi come Igor Mitoraj, Pietro Cascella, Fernando Botero, Francesco Messina, Novello Finotti. Per l’“Omaggio a Marco Pantani” ci piace ricordare il giudizio che ne dette nell’aprile 2005 il poeta ed esperto d’arte Dino Carlesi: “... drammatico l’omaggio a Pantani: la sofferenza è dominante, la superficie è tormentata, gli occhi tendenti alla disperazione e quelle tre piccole lacerazioni tra i due occhi indicano come la preoccupazione possa tramutarsi in tragedia. Il personaggio pare sentire il proprio pensiero, l’io al proprio problema esistenziale”. Tra le tante, qualificate firme che hanno scritto di quest’artista “completa”, ne citiamo a caso soltanto alcune, oltre a quelle citate in precedenza: Manlio Cancogni, Vittorino Andreoli, Rosangela Mura, Milena Buzzoni, Roberto Valcamonici, Eugenio Borgna, Francis Jacques Mathieu, Bruna Nizzola”. Per “Omaggio a Marco Pantani” è stata stampata una cartolina commemorativa, tangibile e dialogante ricordo in cui arte e sport s’incontrano, affratellandosi. Per un approfondimento vedasi www.gierut.it


EVENTI

UMBRIA

Antonio Canova

Dal 10 Agosto 2013 al 06 Gennaio 2014 Canova è uno dei più grandi scultori e pittori italiani, ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo e soprannominato per questo il nuovo Fidia. Fu soprattutto il cantore della bellezza ideale femminile, priva di affettazioni: basti a tale proposito ricordare le opere ispirate alle tre Grazie e a Ebe, oppure alcuni suoi capolavori come Venere uscente dal bagno, la Venere italica e la statua dedicata a Paolina Borghese. La sua arte e il suo genio ebbero una grande e decisiva influenza nella scultura dell’epoca. La Mostra sul Canova (programmata dal 10 Agosto 2013 al 6 Gennaio 2014 ), sarà ospitata al Palazzo Monte Frumentario, nella centralissima via San Francesco: comprende 60 tra sculture e quadri, una delle più grandi mostre sul Canova che escono direttamente dalla Fondazione Canova All’interno della Mostra, che si snoda lungo un percorso

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di tre piani con dipinti, gessi e marmi in cui è racchiusa la produzione religiosa, l’impegno del Canova per il patrimonio artistico e la mitologia, è allestito anche un laboratorio didattico, che illustra il modo di operare dello scultore. A Palazzo Monte Frumentario, infatti, sono stati predisposti dei tavoli e delle strutture esplicative che propongono una sequenza di operazioni manuali per produrre una scultura di marmo.La Mostra annovera oltre 60 opere del Canova, insieme ad una scultura di Scipione Tadolini, scultore romano contemporaneo del Canova, e di Joseph Chianard, interprete d’oltralpe dello spirito neoclassico, al fine di confrontare in questo grande evento espositivo assisano le espressioni della scultura europea. Si tratta di un evento straordinario, in quanto è la prima volta in Italia che tanti insigni capolavori vengono trasferiti da Possagno.

Palazzo Monte Frumentario

Via San Francesco, Assisi (Perugia) Orario: tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.30 Per informazioni: 075 8138621 Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


La mostra, organizzata dal Nobile Collegio del Cambio di Perugia, è parte di una serie di iniziative espositive promosse dalla Galleria degli Uffizi e note con il nome di “Città degli Uffizi”. Allestita nella Sala dell’Udienza e nella Cappella di San Giovanni, la mostra si propone di far dialogare alcune opere della prestigiosa galleria fiorentina con gli affreschi di Pietro Perugino (coadiuvato da Raffaello?) presenti nel Collegio del Cambio. In particolare verrà messo a confronto il celebre Autoritratto del Vannucci, dipinto sulla parete sinistra della Sala dell’Udienza, conl’Autoritratto giovanile di Raffaello conservato nella Galleria degli Uffizi e con il cosiddetto Ritratto del Perugino, sempre degli Uffizi, da alcuni considerato autoritratto, da altri ritenuto opera di Raffaello (o di Lorenzo di Credi). Il tema dell’autoritratto offre l’occasione per tornare a riflettere su un argomento caro al mondo dell’arte, almeno da quando tale genere di rappresentazione si associa alla consapevolezza, pienamente raggiunta in epoca rinascimentale, ma già serpeggiante nelle menti più colte e raffinate del proto-umanesimo fiorentino, che il pittore (ma anche lo scultore) svolge un’attività liberale, un’attività in cui il ruolo della mente è preponderante rispetto a quello della mano; non è un caso che l’uso di autoritrarsi, prima sotto forma occulta o mascherata, poi in maniera sempre più autonoma e scoperta, proceda di pari passo con l’affermazione del ruolo sociale dell’artista. E’ naturale, dunque, che chi pratica l’arte, specie se ad alto livello, avverta il desiderio di perpetuare la memoria di sé, di entrare nella storia consegnando ai posteri non solo le proprie opere ma anche il proprio volto. Inizialmente il ritratto dell’artista è legato all’opera prodotta, è inserito all’interno della stessa, costituisce un compromesso fra l’atto di umiltà di chi ancora si sente homo mechanicus e l’affermazione di una nuova consapevolezza.

Da questo punto di vista l’Autoritratto di Perugino al Cambio, collocato in mezzo agli uomini famosi e accompagnato da un’epigrafe celebrativa dettata dall’umanista Francesco Maturanzio, dove è definito “egregius pictor”, appare quanto mai esemplificativo. Il confronto in mostra fa il volto del maturo maestro umbro e l’Autoritratto del giovane Raffello consente di allargare la riflessione sul tema della composita e ben organizzata bottega del Perugino nella quale transitò, tra il 1498 e il 1500, anche l’esordiente Raffaello. Gli stessi affreschi del Cambio rivelano in alcune parti, stando a quanto sostengono alcuni studiosi, la mano del sedicenne-diciassettenne urbinate. A rendere più articolato e dinamico questo progetto espositivo, concorre la presenza del famoso Autoritratto di Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato. Anch’esso concesso in prestito dalla Galleria degli Uffizi, l’Autoritratto del Sassoferrato consente di affrontare il suggestivo tema della rivisitazione secentesca dei modi espressivi di Perugino e di Raffaello. Per illustrare questo argomento la mostra presenta sette opere del pittore marchigiano ispirate, più o meno liberamente, ai prototipi dei due artisti rinascimentali. Sassoferrato mette a punto una produzione figurativa che se da un lato riporta a nuova vita le levigate eleganze peruginesche e raffaellesche, dall’altro introduce formule iconografiche e stilistiche di indubbia originalità, utili al rafforzamento e alla diffusione della fede cattolica.

Collegio del Cambio

Corso Vannucci 25 - Perugia Orario: tutti i giorni: 10.00 – 19.00 Per informazioni: www.collegiodelcambio.it tel. 075 5728599

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Sale degli Ammassi, Palazzo Comunale di Citerna Periodo: dal 7 al 28 settembre 2013 Orari: mar - gio 10.30-12.30/15.00-17.00; ven - dom 10.00-13/15.00-18.30 Ingresso gratuito Inaugurazione: sabato 7 settembre 2013 ore 18.30 | Ingresso libero


CATINO AZZURRO DI STREGA

doppia personale di Alessandra Baldoni e Ilaria Margutti a cura di Roberta Panichi e Atlante Cultura dal 7 al 28 settembre 2013 inaugurazione sabato 7 settembre, ore 18.30 Sale degli Ammassi, Palazzo Comunale di Citerna Un appuntamento da non perdere con l’arte contemporanea, e non solo: nel suggestivo scenario delle Sale degli Ammassi del Palazzo Comunale di Citerna (PG), dal 7 al 28 settembre sarà in mostra“Catino azzurro di strega”, la doppia personale di Alessandra Baldoni e Ilaria Margutti, due giovani ma già affermate protagoniste del panorama culturale e artistico, a cura di Roberta Panichi e Atlante Cultura, con il Patrocinio del Comune di Citerna. La mostra, inserita nel percorso di Piccoli Grandi Musei, è un esempio di quel circuito virtuoso che utilizza l’arte contemporanea come strumento di valorizzazione e promozione del territorio coinvolto: aperta tutti i giorni escluso il lunedì, con orario dal martedì al giovedì 10.30-12.30/15.00-17.00 dal venerdì alla domenica 10.0013/15.00-18.30, è gratuita e dà diritto a un ingresso con biglietto ridotto alla vicina chiesa di San Francesco, dove è possibile ammirare la meravigliosa Madonna col Bambino di Donatello recentemente restaurata. Il dialogo serrato tra il mezzo fotografico di Alessandra Baldoni e quello del ricamo di Ilaria Margutti fa da perno attorno al quale si articola la mostra, introducendo e guidando i visitatori all’interno di una sorta di grande osservatorio in cui le materie si fanno gesti, concreti o astratti, reali o interiori e l’indagine espressiva prende a tema la “ricerca costante di un’identità di genere attraverso un percorso artistico che del linguaggio del corpo ne fa comunicazione intima e corale insieme, rovesciando miti e luoghi comuni”. “Alessandra e Ilaria – spiega Roberta Panichi nel testo critico in catalogo – rievocano indirettamente quella poetica coraggiosa proveniente da molte artiste a loro care, le quali dopo gli anni del femminismo, riqualificarono il concetto di “corpo” della donna al di fuori dei canoni prefissati dai tradizionali ruoli sociali. Il corpo della donna è il centro del mondo, un corpo non ancora completamente libero, qui percepito come un’entità che riguarda tutti, universale e a volte residuo di arcaiche pretese e di irrazionali prese di posizione”. La peculiarità di questo gemellaggio si concretizza, così, in sincretismi che trascendono i canoni delle tecniche, in cui le materie si fanno gesti, concreti o astratti, reali o interiori, per interrogarsi sul senso del fare e dell’essere nel mondo in un anelito di trasformazione del proprio essere attraverso una consapevolezza del sé ottenuta mediante la sperimentazione artistica che diviene strumento di conoscenza, atto di auto riflessione, indagine del proprio vissuto, in una costante tensione con l’esterno. Un dialogo – continua Roberta Panichi – che si relaziona in duplice scambio al femminile, raffrontando nel medesimo spazio due artiste che sentono forte l’urgenza di comunicare il proprio cammino, un cammino dove “l’arte deve essere accanto, addosso, prossima alle persone, deve restituire un desiderio, un bisogno, una speranza [A. B.]”.

Sede: Sale degli Ammassi, Palazzo Comunale di Citerna Indirizzo: Corso Giuseppe Garibaldi | 06010 Citerna | Perugia Tel.: 075_8592237 | 075_8592119 | Mail: comune@citerna.net - Web: http://www.citerna.net Per informazioni: Atlante Cultura Tel. 075.3721525| Mail info@atlantecooperativa.it | Web: www.atlantecooperativa.it www.donatelloaciterna.it, 075.8592237 int.242 facebook – atlante cooperativa Alessandra Baldoni: www.alessandrabaldoni.it Ilaria Margutti: www.ilariamargutti.com Ufficio stampa: FLPress | Flavia Lanza | Mail: flpressartnews@gmail.com


EVENTI

MARCHE

Da Rubens a Maratta dal 29 giugno al 15 dicembre 2013

Il 29 giugno 2013, a Osimo, aprirà i battenti la grande mostra "da Rubens a Maratta", a cura di Vittorio Sgarbi, voluta dal Comune di Osimo e dalla Regione Marche per promuovere e approfondire la conoscenza del Seicento nelle Marche e valorizzarne l’immenso e sommerso patrimonio culturale. Sarà un importante appuntamento con l'Arte e con la Storia volto a far riemergere dall’ombra opere dimenticate o inedite che testimoniano la vitalità della realtà pittorica di questo territorio. Come e perché capolavori straordinari di Maestri che possiamo definire internazionali sono giunti nelle Marche? Quali artisti, nati o vissuti in questa Regione, da considerare a tutti gli effetti “marchigiani”, hanno contribuito a determinare la cultura artistica del Barocco? Pomarancio, Rubens, Bernini, Reni, Guercino, Gentileschi, Preti, Vouet, Solimena, i marchigiani Cantarini, Guerrieri, Sassoferrato, e in particolare Maratta, l'universalmente celebrato pittore di Camerano di cui ricorre proprio nel 2013 il terzo centenario della morte: tutti riuniti in Osimo. Una imponente e suggestiva rassegna, che include l’esposizione anche di pregiati arazzi, sculture ed oreficerie sacre, con l’intento di indagare sull’intensa attività artistica che nel corso del Seicento ha interessato la realtà di Osimo e della Marca di Ancona: una vasta area che dalla zona costiera, con gli antichi centri di Osimo, Ancona, Loreto, Senigallia, Camerano, ma anche Pesaro e Fano, si inoltra lungo le valli nell’entroterra fino a toccare le città di Fabriano, Serra San Quirico e Sassoferrato. Sarà un evento di rilevanza internazionale in ragione dei grandi nomi coinvolti e degli straordinari capolavori presentati. Verrà offerta l'opportunità di approfondire la conoscenza di un periodo storico così ricco di novità nella elaborazione dei linguaggi artistici, attraverso gli itinerari previsti: uno che si snoda all'interno della città di Osimo, l’altro nei luoghi del territorio segnati dai più rappresentativi artisti dell'epoca. Nelle contigue sedi espositive del Museo Civico e di Palazzo Campana, nel centro storico osimano, saranno riunite più di cento opere provenienti dal territorio regionale, da Collezionisti privati e dai più importanti Musei Nazionali che conservano testimonianze legate alla cultura figurativa delle Marche. Un'ampia sezione verrà dedicata all’opera di Carlo Maratta per celebrare il pittore marchigiano di fama internazionale, nato a Camerano nel 1625 e morto a Roma nel 1713, tanto apprezzato dalle Corti Europee e dalle più alte Gerarchie Ecclesiastiche da diventare il modello estetico per eccellenza nel passaggio fra Seicento e Settecento.

Osimo Museo Civico - Palazzo Campana ORARI: dal 29 Giugno al 30 Settembre : lunedì 16.30 - 20.30 / da martedì a giovedì 10.00-13.00 || 16.30 - 20.30 venerdì 10.00-13.00 || 16.30 - 23.00 / prefestivi e festivi 10.00 - 23.00 Ottobre Novembre Dicembre: da martedì a venerdì 9.30 - 12.30 || 16.00 - 19.00 / prefestivi e festivi 10.00 - 19.00 lunedì chiuso Ingresso Euro 8,00 http://www.mostrabarocco.it/ Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito www.mostrabarocco.it


L’opinione Laura Coppa

AR[t]CEVIA C’È! Si riaccende il generatore di idee dell’arte contemporanea nell’entroterra marchigiano. “Artcevia c’è. Esiste, si riproduce, si rivitalizza, si riorganizza, ricrea forme, spazi e contenuti, si apre di nuovo al futuro... come la vita, come l’arte... nonostante la crisi, i tagli e le incertezze. Le buone idee sono piu’ forti della crudezza della realtà.” Con queste parole il Prof. Andrea Bomprezzi, giovane Sindaco di Arcevia (AN), il paese che ospita la principale manifestazione d’arte contemporane delle Marche, apre una nuova e ricca VI edizione di AR[t]CEVIA International Art Festival. Tutto pronto per l’inaugurazione del 3 agosto. Oltre 50 sono gli artisti selezionati da tutto il mondo per la collettiva, oltre 10 sono le personali che inaugureranno nell’arco dei due mesi di durata del festival presso alcune delle più belle strutture ricettive dislocate nei 126 km quadrati del fiabesco territorio arceviese. Non solo mostre d’arte contemporanea, ma anche discussioni e aperitivi con gli artisti, gustando i prodotti locali genuini e rilassandosi fra i colori brillanti di un territorio che è vero e proprio giardino d’Italia, storie di musica contemporanea, video, performances, incontri, amicizie e collaborazioni che nascono e durano in eterno. Il tutto in un’atmosfera magica: ecco perché AR[t]CEVIA viene definita una bolla di acqua e tempera in cui tutti coloro in cui sono entrati, bramano ritornare. Nonostante la crisi e i tagli davvero disastrosi, il giovane ed entusiasta team di AR[t]CEVIA ha saputo reinventarsi attraverso collaborazioni e sinergie, mettendo in piedi un Festival ancora più ricco. AR[t]CEVIA è un treno in corsa alimentato dall’entusiasmo e dalla passioni di chi è salito, sta salendo o salirà sulle sue carrozze e non c’è niente che possa fermare l’esplosiva forza motrice delle idee nate dall’incontro fra artisti visivi di ogni genere, musicisti, attori, studiosi e scrittori, giovani e meno giovani e provenienti da ogni dove. È proprio questa la forza propulsiva di un Festival che, in due mesi, trasforma una cittadella storica dell’entroterra marchigiano in un centro focale per la contemporaneità e magma che ribolle di pura magia. AR[t]CEVIA è un immenso “salotto” intellettuale, ma non troppo, dove tutti possono accomodarsi per assistere e partecipare attivamente alla nascita di nuove idee per un futuro migliore e per cui, la cultura, è l’unico cemento possibile.

Per info sul festival: www.artcevia.org Per info ospitalità e territorio: www.artceviaweb.it


03.08.13

Š andrea giorgi

29.09.13


16 agosto – Montefortino agriturismo "Il Rustico" (h19) personale e intervista all'artista con Angela Tonni Perucci aperitivo a seguire*

calend 13 luglio – Arcevia – corso Mazzini (dalle h19) installazione “In morte di giovane artista” Di Flavio Sciolè

17 agosto – Loretello – chiesa di S. G. Evangelista (h21:30) proiezione e installazione con Maurizio Cesarini e Emiliano Zucchini discussione con gli artisti e vino a seguire

25 luglio - Ancona – Loggia dei Mercanti (h19) presentazione e conferenza stampa AR[t]CEVIA VI edizione

18 agosto – Arcevia – Sala ex Cappuccini (h21) videoAR[t]CEVIA I edizione videoarte in proiezione discussione in vino a seguire

2 agosto – Palazzo Riserva Privata San Settimio (h19) personale e intervista all'artista con Marcello Gobbi aperitivo a seguire*

23 agosto – Castiglioni – agriturismo "L'Antico Borgo" (h19) personale e intervista all'artista con Caterina Prato aperitivo a seguire*

3 agosto – Arcevia – Casa del Parco (h18) Palazzo Priori (h19) Centro Culturale San Francesco (h19:30) inaugurazione collettiva VI edizione AR[t]CEVIA

29 agosto – Montale – cantina "Broccanera" (h19) personale e intervista all'artista con Andrea Giorgi aperitivo a seguire*

4 agosto – Piticchio – sala ex cinema (h19) personale e intervista all'artista con Hadeel Azeez aperitivo a seguire

8 settembre – Nidastore – ristorante "Il Nido dell'Astore" (h18) personale e intervista all'artista con Juri Lorenzetti aperitivo a seguire*

9 agosto – Piticchio – fattoria "Da Rosa" (h19) personale e intervista all'artista con Rodolfo Cubeta aperitivo a seguire* 10 agosto – Arcevia – chiostro San Francesco (h19) inaugurazione installazione “Le cento scale” di Ignazio Fresu aperitivo a seguire 11 agosto – Arcevia – sala ex Cappuccini (h21) videoAR[t]CEVIA I edizione Videoarte in proiezione discussione in vino a seguire 13 agosto – Ripalta – agriturismo “La cantina di Bacco” (h19) personale e intervista all'artista con Paolo Rinaldi aperitivo a seguire* 14 agosto – Avacelli – agriturismo "Le Betulle" (h19) personale e intervista all'artista con Giorgio Mercuri e Walter Bastari Performance in aperitivo a seguire*

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www.artcevia.org artceviartfestival@gmail.com +39 3451191199 Corso Mazzini, 14 – Arcevia (AN)

14 | 29 settembre – Arcevia galleria Centro culturale San Francesco (h18) personale di Andrea Crudo 23-09 | 19-10 – Arcevia Laboratori e visite guidate 27 settembre – Arcevia Corso Mazzini (h19:30) Corteo funebre "In morte di giovane artista" di e con Flavio Sciolé

Con il contributo di: Mariotti Costruzioni Fondazione Ca.Ri.Fa.C. Decorlegno Giancarlo Rossi La Ragola Country House Optovolant Comedile Giacometti

28 settembre -Arcevia – Stand gastronomico "Motoclub Perla dei Monti" (h21:30) performance "Crash Glass" con ai vetri Sauro Marzioli e ai piatti Alessandro Panicciari

Il supporto di: Cantine Politi Ciellepi Mais ottofile di Roccacontrada (Az. Agri. Montalbini Marino) La Terra e il Cielo In collaborazione con: Gli agriturismi e ristoranti: L'Antico Borgo, Le Betulle, La Cantina di Bacco, Fattoria Rosa, Il Nido dell'Astore, Il Rustico, Riserva San Settimio e con La Cantina Broccanera Si ringraziano: Dal Tramonto all'Alba, Parkhotel, Fondazione ARCA (Senigallia)

Orari della collettiva: Agosto: (chiuso lunedì) da martedì a domenica 10:30/12:30 e 16/20 Settembre: (chiuso lunedì) da martedì a giovedì 16/20 ven, sab e dom 10:30/12:30 e 16/20 Per info e visite guidate +39 3451191199

*Servizio a discrezione del gestore e soggetto a possibile pagamento


EVENTI

MOLISE Castello di Capua a Gambatesa. Visioni cromatiche

L'antica strada che conduce dai profili montuosi molisani verso la distesa del Tavoliere di Puglia, nel punto in cui la Valle del Tappino confluisce nel territorio del Fortore, è dominata dal castello di Gambatesa. La nascita del feudo di Gambatesa, e probabilmente della struttura fortificata, va fatta risalire all'epoca dell'invasione longobarda. Con l'avvento degli Aragonesi, il feudo passò ad Andrea di Capua, duca di Termoli e fu in questo periodo che il castello fu trasformato da fortilizio in splendida residenza rinascimentale. Il castello oggi si sviluppa su quattro livelli, il più importante dei quali è il secondo, il piano nobile, caratterizzato dagli splendidi affreschi cinquecenteschi commissionati dall'allora feudatario, Vincenzo I di Capua d'Altavilla, e realizzati da Donato da Copertino o Decumbertino. Dell'artista poco si conosce, si può supporre soltanto che fosse stato allievo del Vasari a Roma alla fine degli anni quaranta del Cinquecento. Nonostante la scarsa conoscenza della formazione e dell'attività del loro autore, gli affreschi realizzati nel castello di Gambatesa possono considerarsi tra le pitture cinquecentesche di carattere mitologico più importanti del Regno di Napoli. Nelle nove sale del castello Decumbertino si esibisce in un repertorio talmente vasto di figurazioni e di richiami alle Metamorfosi di Ovidio da determinare l'immersione totale del visitatore nelle sue costruzioni visionarie. Dal ratto di Europa a scene di battaglie, dai paesaggi ispirati ai resti monumentali della Roma antica alle rappresentazioni delle Virtù, dalle costruzioni in trompe l'oeil ai richiami di decorazioni egiziane, dai medaglioni con i busti di Traiano e Domiziano alle cornucopie, dalle cariatidi che reggono immaginarie architetture alle decorazioni vegetali intrecciate a falsi pergolati, tutto contribuisce a creare un mondo fantastico che avvince l'ospite. È molto probabile che dietro le scelte iconografiche si celi la volontà del committente di celebrare le virtù sue e del proprio casato. Così, ad esempio, nella Sala del Camino il guerriero ritratto nel clipeo potrebbe essere identificato come Giovanni di Capua, che nel 1495 sacrificò la propria vita per salvare quella di Re Ferdinando II d'Aragona. Oppure nella Sala dell'Incendio dove i paesaggi allegorici rimandano a significati morali e sociali identificativi del ruolo di Vincenzo di Capua. Ti invitiamo allora a scoprire i significati nascosti dietro le tante figurazioni dai colori ricchi e vivaci che colpiscono prima gli occhi e rapiscono poi la mente.

Castello di Capua - Via Eustachio, 7 - Gambatesa Apertura: Lunedì / Sabato: 09:00-13:00 - Domenica: 09:00-13:00 e 15:00-19:00 - Chiuso il Lunedì Contatti: Telefono: 0874 719261 / Fax: 0874 431351 - sbsae-mol@beniculturali@it Le immagini, i testi di queste pagine sono prelevati dal sito della Provincia di Campobasso


ALBERTO BESSON

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FRANCO MARGARI

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905


L’opinione To m m a s o E v a n g e l i s t a Gianmaria De Lisio. Il tempo e lo spazio nell’arte. Tempo e spazio, considerati come i fondamentali principi relazionali che integrano la nostra esperienza sensibile, diventano nel processo creativo dell’autore stimoli performativi. Nella misura in cui queste categorie agiscono nel profondo della sensibilità personale si discostano da logiche accertate per aprirsi ad una dialettica del senso, producendo un sovraccarico di esperienze. Tali conoscenze sono acquisite solo esclusivamente da De Lisio che, nell’impossibilità di tramutarle in stimoli univoci, le imposta come impressioni sul limite di una catastrofe. L’esplorazione ottica dell’Universo cede allora il posto alla relazione e alla creazione di immagini distinte dalla natura seppur ancorate alla Storia. Se l’uomo (e ancor più l’artista) non è più modello e centro di tutte le cose diventa allora centro di se stesso, investigando il proprio tempo e il proprio spazio, ovvero il ricordo e il vuoto. La mostra, quindi, è impostata come un’unica e organica installazione in divenire caratterizzata da differenti evidenze complesse e discordanti che, per un sottile equilibrio che si può rintracciare solo nella mente dell’autore, non cede all’entropia bensì cerca di comunicare un modello ben preciso di scelta. E’ la scelta dell’artista capace di astrarre delle costanti dalla realtà vissutanel tentativo di ricreare un ordine e preservare un racconto.

Utopica rincorsa verso un traguardo che non può esistere poiché nell’assenza di centro l’unico tentativo di individuare una direzione, dove sciogliere l’orizzonte della crisi, si riduce ad un gioco di assenze. Il tempo come limite e lo spazio come materia si relazionano sull’istante della percezione ma restano pur sempre isolati; solo l’interferenza produttiva dell’artista, allora, è capace di riconsiderare i due termini come contenitori energetici sperimentando sul limite della rappresentazione che non sceglie quasi mai la strada dell’astrazione. Per ritrovarsi in un perenne inizio? Probabilmente è nascosta nella mostra una certa idea ciclica di creazione che eliminando corsi e ricorsi arriva dentro l’essenza per impostare un tentativo di dialogo. Farsi vivere di impressioni. Questo, in fondo, lo strumento principale di De Lisio. Come il pittore adopera il pennello, lo scultore lo scalpello, il fotografo la selezione, lui utilizza ogni singola traccia e strumento per installare se stesso nella sua creazione mostrandoci il gioco delle evidenze [….] Tommaso Evangelista Tratta dal testo critico per la mostra 18720 MIN. 48 Mq (personale di Gianmaria De Lisio) all’Officina Solare Gallery di Termoli


EVENTI

LAZIO

La Transavanguardia Achille Bonito Oliva, Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Inaugurazione Sabato, Italia Germania, Lun Sab, Mimmo Paladino Paduli, Paladino Opere, Sandro Chia La Transavanguardia Data: il 18 febbraio 2013 al 15 febbraio 2014 Orario: 10:00 - 17:00 Città: Capena Luogo: Art Forum Telefono: 06 90103800 Indirizzo: Viale della Buona Fortuna, 2 eMail: art.forum@wuerth.it Web: artforumwuerth.it Tra Lüpertz e Paladino – Opere nella Collezione Würth Mostra Collettiva La mostra riunisce circa sessanta lavori, tra dipinti e sculture, degli artisti Mimmo Paladino e Markus Lüpertz, tra i maggiori rappresentanti della Transavanguardia. Teorizzato dal critico Achille Bonito Oliva, questo movimento artistico fu presentato ufficialmente nel 1980, raggruppando gli artisti Sandro Chia, Francesco Clemente, Enzo Cucchi, Nicola De Maria e Mimmo Paladino. Markus Lüpertz (Liberec, 1941) è pittore, scultore e poeta, nel suo lavoro si intrecciano molteplici suggestioni derivanti dal mito, dai grandi maestri del passato e dalla letteratura, ma il suo universo di forme è indipendente, rispondendo unicamente alla visione del proprio creatore ed alle leggi interne alla realtà pittorica. L’opera del pittore e scultore Mimmo Paladino (Paduli, 1948) è guidata da una grande libertà e ricchezza di riferimenti, legati sia all’esperienza personale sia alla storia dell’arte e della cultura. Nella sua opera vivono in simbiosi figurazione ed astrazione, confluendo in un universo di segni enigmatici e misteriosi. La datazione delle opere permette di seguire, tra affinità e specificità, in un ideale dialogo Italia – Germania, le diverse fasi della carriera dei due artisti fino al primo decennio degli anni Duemila. Domenica e festivi chiuso Ingresso gratuito Le immagini, i testi di queste pagine sono prelevati dal sito delle Scuderie del Quirinale


ROBERTO BORRA

Le secret du bois - 2011- fotografia e t. m. su tela - 60x85cm

Centro Culturale ARIELE Arte Contemporanea 100 + 100 ARTISTA PARTECIPANTE ALL’INIZIATIVA 100 +100 (100 ARTISTI ITALIANI + 100 ARTISTI STRANIERI), PREVEDE LA REALIZZAZIONE DI UN CATALOGO ON-LINE DA PROMUOVERE IN TUTTE LE REGIONI ITALIANE E NEL RESTO DEL MONDO. PER ULTERIORI INFORMAZIONI : info@galleria-ariele.com - tel. 011.20 73 905


EVENTI

ABRUZZO

Il gran fuoco di Aligi Sassu

(60 ceramiche e sculture dal 1939 al 1989) E’ prorogata fino al 12 di ottobre l’esposizione delle ceramiche di Aligi Sassu donata al Museo delle Ceramiche di Castelli dal noto collezionista Alfredo Paglione. A fianco di preziosi manufatti che risalgono fino al medioevo, prodotti in Castelli dai grandi maestri dell’arte ceramica, si è aggiunto nello storico Museo il valore, notevole, delle 200 opere del Maestro. Considerato, a ragione, uno dei più importanti artisti del novecento italiano, Aligi Sassu trovò nella ceramica, così come molti altri grandi artisti del secolo scorso, “materia” di ispirazione per la realizzazione di importanti e significative opere plastiche. Nelle sale dedicate al Maestro sono allestite le 200 opere provenienti dalla collezione di Alfredo e Teresita Paglione: una raffinata, quanto valevole selezione di opere fra cui il Cavallino marino, l’opera ceramica più importante di Aligi Sassu e l’Arlecchino azzurro, di cui si presentano anche i relativi esemplari in bronzo; il servizio da tavola I cavalli del mare in blu Vecchia Savona; l’alzata e le quattro zuppiere policrome con scene di cavalli e palafrenieri e i grandi piatti (14 pezzi unici) con scene di “cavalli” e “maison tellier” che nel 2009 troveranno una collocazione stabile e definitiva. Un rapporto privilegiato fu quello fra Alfredo Paglione e Aligi Sassu: oltre quarant’anni di amicizia e stima professionale. Insieme si recano nel 1958 ad Albisola, da sempre uno dei centri più importanti e di tradizione nel panorama della ceramica d’arte in Europa ed anche luogo d’incontro di numerosi poeti fra cui Tullio Mazzotti, Salvatore Quasimodo, Enzo Fabiani; scrittori quali Mario De Micheli e Milena Milani, artisti italiani e stranieri fra cui Lucio Fontana, Enrico Baj, Luigi Broggini, Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa, Agenore Fabbri, Salvatore Fancello, Emilio Scanavino, Karel Appel, Corneille, Asger Jorn, Wilfredo Lam. Nel clima mitteleuropeo di quegli anni nascono le ceramiche di Sassu della collezione Paglione che rivelano l’operosità del Maestro nell’ambito di questo settore; un lavoro senza soluzione di continuità, dove Sassu coniuga indistintamente la serialità di certe soluzioni “produttive” - i servizi da tavola e le serie di piatti in terraglia dipinti in policromia - e le opere uniche, grandi piatti o sculture in maiolica o terracotta. Il lavoro e le influenze di un importante centro della ceramica del Novecento come è stata Albisola Marina, sono testimoniate da opere di grande valore artistico come il Cavallino marino (1939) e il servizio da tavola I cavalli del mare in blu “Vecchia Savona” del 1949, realizzati entrambi nella manifattura Ceramica Mazzotti del futurista Tullio d’Albisola.

Castelli, Museo delle Ceramiche

Contrada Convento (TE) Telefono: 0861979398 17 luglio 2013 - 12 ottobre 2013 Orario: giovedì e venerdì 10.00-13.00; sabato e domenica 10.00-13.00 e 15.00-18.00 http://www.beniculturali.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo


EMILIO GRECO 29 giugno 2013 - 29 settembre 2013 La Fondazione Carichieti celebra il centenario della nascita di Emilio Greco (Catania 1913-Roma 1995) presentando nelle sale di Palazzo de’ Mayo a Chieti, in collaborazione con gli Archivi Emilio Greco di Roma e con l’Opera del Duomo di Orvieto, una grande mostra di sculture e disegni dal titolo “Emilio Greco. La vitalità della scultura” che documenta quasi quarant’anni di inesausta attività creativa, dal 1947 al 1983. Sarà questo un evento particolarmente rappresentativo nel contesto di una serie di importanti mostre che, sotto l’egida di un prestigioso Comitato per il centenario della nascita di Greco, renderanno omaggio al grande artista anche ad Orvieto (dal 22 giugno, nel Museo Emilio Greco), Roma (Museo di Roma in Palazzo Braschi) e Londra (Estorick Collection of Modern Italian Art). La mostra, curata da Gabriele Simongini e centrata sul tema del corpo nell’opera di Greco, presenterà sedici sculture fra bronzi, terrecotte, gessi e cementi, oltre ad un pregevole gruppo di 26 disegni di soggetto sportivo. Le opere provengono dagli Archivi Greco di Roma, dal Museo Emilio Greco di Orvieto e da collezioni private. Greco è stato senza dubbio uno dei maggiori scultori italiani del secondo ‘900, come ha sancito anche il Gran premio per la scultura alla Biennale veneziana del 1956. La sua fama è internazionale e le sue opere sono, tra l’altro, conservate nei più prestigiosi musei di tutto il mondo, dalla New Tate Gallery di Londra all’Ermitage di San Pietroburgo, dal Museo Puskin di Mosca all’Open-Air Museum di Hakone, dai Musei Vaticani alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, solo per citarne alcuni. Fra i suoi lavori più celebri basta ricordare le Porte della Cattedrale di Orvieto, il monumento a Papa Giovanni XXIII in San Pietro, il monumento a Pinocchio di Collodi. Nel contesto di una ricerca essenzialmente figurativa, Greco ha però saputo rinnovare costantemente la forma plastica per raggiungere una pienezza e totalità di vita (evidente ad esempio nelle sensuali figure femminili) che costituisce forse la sua qualità essenziale. Il grande scultore catanese ha così conquistato una cifra totalmente personale muovendosi liberamente ed originalmente fra un ampio panorama di riferimenti: la scultura etrusca, la ritrattistica romana, il manierismo (il Giambologna, ad esempio), il barocco, le ricerche di Arturo Martini, Marino Marini, ma anche di Moore e Pevsner. Dall’opera scultorea di Greco promanano una profonda carica di umanità, una misura classica e una dolce sensualità, nonché una vena malinconica, che rivelano un’attitudine lirica confermata anche dalla sua vocazione di poeta, sia pur umile ed appartato a cospetto della sua attività maggiore. Il catalogo, edito da Allemandi, conterrà le riproduzioni delle opere esposte a Chieti, i saggi di Gabriele Simongini ed Elisabetta Cristallini ed un ricordo di Antonella Greco (figlia dell’artista), oltre ad una sezione relativa alla mostra di Orvieto incentrata sull’arte sacra del Maestro e curata da Alessandra Cannistrà (curatore del Museo dell’Opera del Duomo di Orvieto) con un saggio di Francesco Buranelli.

Palazzo De Mayo

Indirizzo: largo Martiri della Libertà - Chieti Telefono: 0871 359801 Fax: 0871 568203 E-mail: set@fondazionecarichieti.it - Sito web: http://www.fondazionecarichieti.it/ Costo del biglietto: gratuito Orario: martedì - domenica 19 - 23 - Lunedì chiuso Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo


EVENTI

PUGLIA

GIORGIO DE CHIRICO - Mistero e Poesia Castello Aragonese di Otranto Un grande evento giunge per il quinto anno consecutivo al Castello Aragonese di Otranto, contenitore culturale gestito dall’Agenzia di Comunicazione Orione di Maglie e dalla Società Cooperativa Sistema Museo di Perugia, con la direzione artistica dell’architetto Raffaela Zizzari. Dopo aver accolto oltre 200mila visitatori con le mostre di Joan Mirò, Pablo Picasso, Salvador Dalì e Andy Warhol, l’antico maniero idruntino ospita da sabato 8 giugno a domenica 29 settembre la mostra “Giorgio de Chirico - Mistero e poesia” a cura di Franco Calarota. L’esposizione monografica su Giorgio de Chirico illustrerà il percorso della sua opera all’insegna della Metafisica – intesa dal maestro come qualità eletta della pittura e non come caratteristica dei soggetti – che scorre lungo le diverse fasi stilistiche del suo lavoro: recupero della tradizione classica, suscitazioni surreali e riavvicinamenti alla realtà si intrecciano in un universo di mondi, linguaggi e codici differenti. Inventore di città allucinate e assurde, le sue “Piazze d'Italia” si offrono come luoghi incerti e instabili da cui l'occhio è attratto per le sue architetture classiche, racchiuse nella gabbia di una rassicurante prospettiva rinascimentale, ma da cui la mente divaga per l'accostamento con elementi stranianti che trasformano i luoghi familiari da cui prende ispirazione (come Monaco di Baviera, Firenze, Roma, Torino, Parigi, Ferrara e New York) in realtà analoghe, diverse, sospese in un'atemporalità assoluta. Si tratta di una imagerie fatta di interruzioni e dissonanze che per citare Italo Calvino danno vita a “città del pensiero” a cui gli architetti del dopoguerra si ispireranno per la realizzazione di nuovi edifici e progetti urbanistici. La figura umana è quasi inesistente in questo universo, sostituita da calchi in gesso di statue antiche o dai suoi tipici manichini. Si tratta di quelle famose “Muse inquietanti” che popolano il suo universo nell'enigmaticità e nel silenzio, vivendo come guardiani tra ciò che è stato e quello che sarà in un eterno presente, in un continuo ritorno, in una ripetizione differente. Le sue figure senza volto, prive di connotati fisici e quindi anche di etnia, cultura o religione, sorvegliano imperscrutabili la sua dialettica sospesa tra rievocazione e invenzione, tra ricordo e rinnovamento, occupando la superficie con la loro presenza immutabile che immerge in un mondo classico, un'angoscia del tutto moderna. Metafisica a sud, enigma di un pomeriggio d’estate è il titolo del programma degli eventi a margine della. Gli eventi offriranno la possibilità di compiere inconsuete esplorazioni del nostro territorio regionale, delle sue molteplici peculiarità, attraverso la visione pittorica dell’artista padre della metafisica. Chiara Idrusa Scrimieri proporrà un percorso tra docufilm e videoarte, un viaggio di lettura metafisica applicata al paesaggio sensibile della nostra Magna Grecia. Orari: giugno e settembre 10-21; luglio e agosto 10-24. Ticket d’ingresso: intero € 7,00; ridotto € 4,00 (6-14 anni, oltre 65 anni, scolaresche, diversamente abili e relativi accompagnatori, gruppi superiori a 20 unità, convenzioni attive). Titolari Otranto Card: intero € 6,00. Le immagini e i testi di queste pagine sono tratte dal sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali


dal 21/06/2013 al 31/10/2013



REGENERATION, a second skin 08 SETTEMBRE – 02 OTTOBRE 2013 Inaugurazione DOMENICA 8 SETTEMBRE ore 20,00 A cura Dores Sacquegna Il concept su cui si avvia la mostra “REGENERATION, a second skin” (Rigenerazione, una seconda pelle), è l’ecologia culturale, quel filone di ricerca delle scienze etnoantropologiche che investiga le relazioni tra gli aspetti socio-culturali dei gruppi umani e l'ambiente nel quale vivono, in stretto rapporto con altre discipline quali ecologia, geografia umana, biologia, archeologia industriale, etc. Il termine ecologia culturale fu proposta per la prima volta da Julian Steward nel 1955, nel testo “Theory of Culture Change; The Methodology of Multilinear Evolution”. Nello specifico della mostra vi è lo scambio rigenerativo arte/uomo/natura/ambiente: le opere generate acquistano altra vita con l'immersione nell'organico e nel sociale. Alcuni artisti come Giovanni Lamorgese, pugliese, sono presenti con opere ri-prodotte, con il riuso dei materiali di scarto e oggetti anni’30, avviando una modalità innovativa tra artista e opera, tra spazio e fruitore, favorendo la realizzazione di un'opera partecipata. Il focus principale dell’ecologia culturale è costituito dal processo di adattamento dei gruppi sociali all'ambiente in base alle condizioni (vedi video di Gabriela Francone, “Lo tragico cotidiano) dai vincoli e limiti (Alessandro Passaro “S.T”, Gabriela Morawetz “Almost in the dark”) dalle tecnologie e dalle tecniche produttive, le modificazioni ambientali indotte direttamente o indirettamente (Batuhan Fuat Yuce e Luigi Caiffa). Tale approccio disciplinare è quindi prioritariamente legato alle concezioni materialistiche della cultura, che viene considerata come il sistema di conoscenze che permette all'uomo di relazionarsi in modo attivo con l'ambiente in modo da rendere possibile la riproduzione bio-sociale. Fa da sfondo a questa concezione della cultura una visione del sistema sociale, mitigato però dal fatto che le conoscenze tecnologiche sono considerate altresì influenti sulle soluzioni socio-culturali che verranno prodotte dall'adattamento all'ambiente (con Keisuke Sagiyama & Mitsuru Tamatsuka nel video “Yosakoy”) e ai problemi di identità sociale e trasformismo (con i video di Katja A. Witt, Sofi Basseghi, Sije Kingma e le opere pittoriche di Therese Bichon, Marcor, Christine Sajecki.). Dal punto di vista diacronico vengono svolte invece le analisi dell'evoluzione nel tempo degli equilibri ecologici, supportate dalle ricerche etnoarcheologiche nelle opere fotografiche di Massimo Ruiu con “Derive” e nella pittura di Maurizio Muscettola con “Il testimone scomodo”. ARTISTI IN MOSTRA SOFI BASSEGHI (Australia), THÉRÈSE BICHON (Francia), LUIGI CAIFFA (Lecce), GABRIELA FRANCONE (Argentina), SIJE KINGMA (The Netherlands), GIOVANNI LAMORGESE (Lecce), MARCOR (Francia), GABRIELA MORAWETZ (Francia), MAURIZIO MUSCETTOLA(Lecce), ALESSANDRO PASSARO (Brindisi), MASSIMO RUIU (Bari), KEISUKE SAGIYAMA & MITSURU TAMATSUKA (Giappone), CHRISTINE SAJECKI (Usa), BATUHAN FUAT YUCE (Turchia), KATJA A. WITT(Germania).

Primo Piano LivinGallery Viale G. Marconi 4 - Lecce, Italy 73100 Tel/fax: 0832.30 40 14 primopianopressrelease@gmail.com GIORNI E ORARI dal lunedì al venerdì dalle ore 11-13/16-19:30


EVENTI

BASILICATA

Incisioni di Raoul Dufy a Castronuovo di Sant’Andrea 9 Settembre - 8 Dicembre 2012 A Castronuovo Sant’Andrea, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica e nella Biblioteca Comunale Alessandro Appella, la mostra di Raoul Dufy che continua il lavoro di informazione iniziato il 20 agosto 2011 con la storia della grafica europea e proseguito con Mirò, Degas, Renoir - Gentilini, Bonnard - Strazza e Matisse Accardi. Poiché il MIG convive con la Biblioteca, ogni incontro è all’insegna di un libro, una mostra. Questa volta tocca a Raoul Dufy (Le Havre 1877, Forcalquier 1953), un altro nome celebre della storia dell’arte, e al volume di Jean Anthelme Brillat-Savarin, Aphorismes et Variétés, illustrato con 20 incisioni originali stampate da De Brunel a Parigi nel 1940 per “Les Bibliophiles du Palais” che, per il testo, si servivano dei torchi di Fequet et Baudier. La mostra, a cura di Giuseppe Appella, attraverso le incisioni di Dufy e immagini, documenti, libri, cataloghi, film, mette in luce tutto questo lavoro anche in relazione all’attività didattica che, all’insegna di “La cultura del cibo lucano”, il MIG intende svolgere, per tutto l’autunno, dedicandola ai bambini e ai ragazzi dei paesi gravitanti nel Parco del Pollino e di quelli limitrofi.

MIG Museo Internazionale della Grafica - Biblioteca Comunale Alessandro Appella Palazzo dell’Antico Municipio - Piazza Guglielmo Marconi, 3 - 85030 Castronuovo Sant’Andrea (PZ) Tel. 0973. 835014 - email: mig-biblioteca@libero.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


MARTA BETTEGA

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MICHELE COCCIOLI

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Alberto Zanmatti e i compagni di strada 7 Luglio - 7 Ottobre 2012 Sale della Caccia che il MUSMA. Museo della Scultura Contemporanea. Matera, destina alle sue esposizioni temporanee, si inaugura una mostra singolare che vuol essere anche un omaggio e un gesto di riconoscenza all’architetto che più ha segnato la storia degli allestimenti nella seconda metà del secolo appena trascorso e ha legato il suo nome alle 26 edizioni delle “Grandi mostre nei Sassi” organizzate dal 1987 da Circolo La Scaletta nelle chiese rupestri Madonna delle Virtù e San Nicola dei Greci, e alla nascita, nel 2006, in Palazzo Pomarici, del MUSMA, uno dei progetti culturali della Fondazione Zétema di Matera.

La mostra, allestita sino al 7 ottobre 2012, con il sostegno dell’UBI Banca Carime, si intitola Alberto Zanmatti e i compagni di strada. I compagni non sono solo gli artisti con i quali ha percorso la sua lunga carriera, ma anche i critici e gli studiosi (Giovanni Carandente, Cesare Brandi, Giuseppe Appella, Bruno Corà, Achille Bonita Oliva, Nicola Spinosa) che lo hanno voluto al loro fianco e con i quali ha scritto pagine esemplari, poi utilizzate negli anni di insegnamento alla Facoltà di Architettura dell’Università La Sapienza di Roma. I suoi compagni di strada, amici e sodali di una vita, con i quali ha creato strette collaborazioni professionali e intense complicità, sono tra i più illustri e rappresentativi artisti della nostra epoca, tutti presenti a Matera con sculture, ceramiche, dipinti, disegni, fotografie di grande qualità: Accardi, Afro, Almagno, Angeli, Arp, Azuma, Beuys, Boetti, Buren, Burri, Calder, Capogrossi, A. Cascella, Cerone, Chadwick, Colla, Consagra, De Chirico, De Dominicis, De Kooning, Fabro, Festa, Fontana, Franchina, Giacomelli, Gorky, Graham, Guarienti, Klein, Kline, Kolibal, Kounellis, Le Corbusier, Leoncillo, Lewitt, Malevic, Man Ray, Manzoni, Marino, Matta, Merz, Mirko, Moore, Morandi, Murakami, Nicholson, Paolini, Parmiggiani, Picasso, Pisani, Pistoletto, Prini, Russotto, Spalletti, Twombly, Vedova, Viani, Zadkine, Zorio.

MUSMA Museo della Scultura Contemporanea. Matera Palazzo Pomarici Via S. Giacomo (Sasso Caveoso) Biglietti: Ingresso alla sola mostra: Euro 3,50 Ingresso alle collezioni del Museo e alla mostra: Euro 5,00 ridotto Euro 3,50 info@musma.it - http://www.musma.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


EVENTI

CAMPANIA

DAL VATICANO A CASERTA: VANVITELLI E I SUOI ANGELI 3 luglio – 4 novembre 2013 Il 3 luglio alle ore 11,30 presso la Cappella Palatina della Reggia di Caserta, si inaugurerà la mostra “Dal Vaticano a Caserta: Vanvitelli e i suoi angeli”, organizzata dalla Soprintendenza BAPSAE di Caserta e Benevento diretta da Paola Raffaella David in collaborazione con il Centro Europeo per il Turismo e Cultura presieduto da Giuseppe Lepore e grazie alla sensibile disponibilità del Presidente della Fabbrica di San Pietro in Vaticano Cardinale Angelo Comastri. L’evento si pone, dopo le tante polemiche che hanno investito la Reggia in questi ultimi giorni, come momento di condivisione nella consapevolezza dello straordinario ruolo che il Complesso vanvitelliano svolge per il territorio e nella convinzione che sia sempre possibile un dialogo produttivo tra enti impegnati per la valorizzazione di uno stesso contesto ambientale. In mostra, ospiti graditi a Caserta due grandi angeli - dipinti dal modenese Giacomo Zoboli, tra il 1742 e il 1748, come cartoni per i mosaici della cappella di Santa Maria della Colonna, una delle sette cappelle privilegiate della Basilica di San Pietro dialogheranno, muti, con quelli in marmo e stucco che ornano la Cappella Palatina, uno degli ambienti più straordinari della Reggia progettata e realizzata in massima parte da Luigi Vanvitelli alla metà degli anni cinquanta del secolo XVIII per Carlo di Borbone. E fu proprio il Vanvitelli - che all’epoca di Zoboli era architetto della Fabbrica di San Pietro, ed in gioventù si era impegnato come cartonista al Vaticano - a collaudare in una fase intermedia, il 22 settembre del 1747, il lavoro dell’artista modenese per la cappella di Santa Maria della Colonna. Un evento eccezionale questo della mostra, che per la prima volta mette in stretta connessione, attraverso la figura del grande Vanvitelli, una delle sedi più prestigiose del potere dinastico e temporale e la sede della Chiesa cattolica. Nell’occasione saranno esposti numerosi e preziosissimi paramenti sacri conservati in Reggia pianete e dalmatiche in dotazione alla Cappella Palatina o probabilmente provenienti dalle residenze reali del territorio come San Leucio e Carditello. Sarà riaperto al pubblico il piccolo Museo degli Argenti annesso alla Cappella Palatina e resi percorribili il loggiato al primo piano e la tribuna reale. Nel corso della preparazione della mostra ci sono state due interessanti scoperte. La prima: un quadro raffigurante i lavori in corso nella cava di Castronovo di Sicilia che fornì una serie di colonne per la Cappella Palatina. Il dipinto, inedito, denota nei personaggi una mano assai vicina a quella di Antonio Joli. Ritrovato in condizioni di grave degrado in uno dei depositi della Reggia, è stato sottoposto ad intervento di restauro nell’ambito dei laboratori della Soprintendenza. Nello stesso laboratorio, inoltre, era depositata una testa di putto in marmo bianco di Carrara, rinvenuta nella canna fumaria di uno dei camini della Soprintendenza. La scultura sembra molto vicina a quelle presenti nella Cappella ed anzi è ipotizzabile che possa trattarsi dell’originaria testa di uno dei due putti del Portale d’accesso, realizzati da Gaetano Salomone, reso acefalo dopo il bombardamento del settembre del 1943.

Caserta Palazzo Reale – Cappella Palatina 3 luglio – 4 novembre 2013

Orario: Tutti i giorni ore 08,30/19,30 - Martedì chiuso Chiusura biglietteria ore 18,45 – Tel.0823.448084 http://www.reggiadicaserta.beniculturali.it/ Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Soprintendenza


ENZO BRISCESE

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JINDRA HUSARIKOVA

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L’opinione di Annamaria Parlato VITTORIO MANSI Vittorio Mansi nasce il 21 settembre del 1949. Diplomato all’Istituto d’Arte di Salerno, ha poi in seguito frequentato l’accademia di Belle Arti di Napoli, divenendo allievo di Armando De Stefano. Negli anni Settanta ha partecipato a molteplici ed importanti rassegne e premi nazionali di pittura. Perfezionandosi come acquerellista, negli anni Ottanta ha preso parte ad un noto gruppo di artisti romani come Marinucci, Mercuri, Raimondi, Riso, Kaseiw e Lattanti. Le sue personali si sono svolte in numerose città tra cui Milano, Roma, Cascia, Busto Arsizio, Sorrento, Salerno, Positano, Monaco di Baviera. Attualmente lavora a Minori in Costiera Amalfitana e le sue opere arricchiscono importanti collezioni private. Partecipando nel corso della sua carriera a svariate collettive, si è aggiudicato molti premi e riconoscimenti. Vittorio Mansi è stato definito dalla critica un “attento osservatore della realtà e del paesaggio, poeta della natura e delle cose semplici”. Osservando le sue tele a ragione si può affermare che le cose stanno realmente così, Mansi è un raffinato acquerellista che pone al centro del suo comporre le emozioni: la realtà sembra diventare, essendo scomposta dalla pittura, il frutto di una precisa sintesi visiva. L’acquerello o acquarello è una tecnica pittorica che prevede l’uso di pigmenti prima macinati, poi mescolati con un legante e infine diluiti in acqua. L’acquarello per la sua rapidità e per la facile trasportabilità dei materiali, è divenuto la tecnica per eccellenza di chi dipinge viaggiando e all’aria aperta. Vittorio Mansi ha da sempre dipinto en plein air, girovagando tra le bianche architetture mediterranee, di sapore bizantino e quasi arabeggiante del suo paese natio. Interessante è la gradazione cromatica che l’artista riesce a dosare attraverso l’acquerello; le sue pennellate sono intrise di una forte carica emozionale, una tensione energica dovuta ai contrasti ricercati, ai tagli policromi dei blu, dei viola, dei rossi, dei gialli e dei verdi, a volte stemperati per ottenere velature di pregio ed effetti luminescenti. Raimondi, diceva che “il colore è l’essenza del fare arte”. Vittorio Mansi spazia con fare sicuro in tutte le sfaccettature del colore, delineando così forme quasi spontanee, sentite e che profumano dei ricordi di una terra a lui familiare, avvolgente, che lascia l’arte libera di planare in un cielo realmente tinto d’azzurro e in un mare profondo e cristallino.

L’acquerello è una pittura delicata che predilige il paesaggio, le marine, i fiori, gli elementi naturali in generale. L’artista Mansi ne è come rapito. Ma nelle sue opere tutti questi elementi sono sempre decorativi, poiché il senso profondo della sua arte è il reale vissuto intensamente nelle sue varie espressioni. L’arte per Mansi è felicità visiva, serena immersione nella poesia del paesaggio, inesauribile sapore di cose perdute nella memoria. Le strade nel verde, le barche di legno sulla spiaggia, le buganvillee che adornano gli antichi casali, propongono la quiete dell’anima e una meditazione sul frettoloso e a volte insensato vivere d’oggi. Entrare in questo mondo pittorico è come sentirsi avvolti da una poesia fatta di colori tenui, di luci equilibrate in pennellate sinuose e guidate da un istinto artistico naturale, che ci riportano indietro nel tempo e ci avvicinano alla fonte della vera arte: semplicità, purezza, gioia di osservare e di esprimere. Ponendosi davanti ad un suo quadro ci si sente avvolti e trasportati in un turbinio di sensazioni, di colore avvolgente, di serenità interiore dove ognuno di noi dimentica per un istante gli affanni della vita quotidiana ed entra in un mondo tranquillo, all’interno del quale troviamo il maestro Mansi pronto ad attenderci, intento a lavorare con i pennelli e i suoi amati colori ad acqua, nell’incantevole cornice della Costiera Amalfitana, luogo ameno, meta prediletta nel corso dei secoli, di poeti, letterati ed uomini illustri, fonte della sua ispirazione artistica.

Barche a Minori, acquarello su carta Fabriano grana fine f5- cm 46x35


Villa Rufolo – Piazzale dell’Auditorium “Oscar Niemeyer” Da sabato 29 giugno a giovedì 31 ottobre Paladino / Ravello a cura di Flavio Arensi Oltre cinquanta sculture sculture di Mimmo Paladino ed un corto - «Labyrinthus» realizzato con Alessandro Haber e le musiche originali di Franco Mussida. Curata da Flavio Arensi, promossa dalla Fondazione Ravello, in stretta collaborazione con il Direttore Artistico del Ravello Festival Stefano Valanzuolo - la suggestiva mostra di Paladino consta di 60 opere, tra cui la grande installazione dei venti «Testimoni» collocati in dialogo con l’architettura di Niemeyer. «Il percorso espositivo – spiega Arensi - principia fin dai cancelli della Villa, dove è collocata la grande “Stele” di marmo bianco, una figura schematizzata che accoglie il visitatore e lo invita a concedersi un viaggio fra matematica, musica e sogno. Le opere di Paladino, che sono tutte un equilibrio fra segni, simboli e misteri, denotano da sempre un forte legame con la musica e più in generale con l’armonia vissuta come elemento geometrico. Il visitatore è sollecitato da richiami e rimandi al mondo dell’opera lirica e della musica, vivendo il connubio fra scultura e paesaggio». L’esposizione si snoda lungo i principali luoghi della Villa, a cominciare dal grande giardino della Torre dove l’anello di «Zenith» richiama l’ Anello di Wagner. Per i viali e i giardini si potranno così incontrare alcune delle celebri opere del maestro beneventano, ambientate negli scorci più poetici, fra le colonne del chiostro, o raggruppate nell’antica sala da pranzo dove sono ambientate tredici sculture di medio formato. Monumentali, invece, il grande cavallo «Architettura», «Caduto a ragione», la composizione in ferro rosso «Respiro». Si tratta di una sorta di itinerario nella melodia che in Paladino diviene, appunto, motivo geometrico, slancio simbolico, forma pura.


ROSSI ALESSANDRO

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EVENTI

CALABRIA

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TIZIANO CALCARI

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DOMENICO LASALA

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BOOKHOUSE

LA FORMA DEL LIBRO AL MARCA DI CATANZARO

Dal 4 Maggio al 5 Ottobre 2013 All’ingresso, una Torre di Babele con 8 mila volumi e sulla facciata una cascata di letteratura che scende dalla finestra. Poco più in là una libreria esplosa e una camera da letto formata con copertine e segnalibri. Sono solo alcune delle sorprendenti e imprevedibili installazioni che caratterizzano Bookhouse. La Forma del Libro, una mostra particolarmente impegnativa dove intorno ad un unico elemento, quello del libro, si sviluppano le infinite forma dell’arte. Nella fase più critica della sua esistenza, proprio quando la rivoluzione tecnologica ci pone di fronte alla nuova era Gutenberg, il libro, nell’ambito dell’arte contemporanea, non è mai stato così attuale e la mostra proposta al MARCA rappresenta il più esaustivo omaggio a questo magico strumento che da oltre 500 anni mantiene fondamentalmente inalterata la sua fisionomia. La Forma del Libro è organizzata dalla Provincia di Catanzaro con il contributo della Regione Calabria e rientra nel progetto POR Calabria FESR 2007/2013. Ideata e curata dal direttore artistico del MARCA Alberto Fiz, comprende 50 artisti tra i più significativi della scena artista nazionale e internazionale che si confrontano sulla forma taumaturgica del libro, un oggetto

così perfetto che Umberto Eco l’ha paragonato alla ruota.“Il significato del libro risiede nella sua forma pensante”, afferma Alberto Fiz. “Se fosse semplicemente un contenitore di testi o di immagini, sarebbe già stato spazzato via. Invece, mantiene il proprio ruolo primario in quanto è un oggetto sensibile, in grado di creare un rapporto simbiotico con il lettore e, nello stesso tempo, ha la capacità di organizzare il pensiero. Un messaggio, quello proposto dal libro, partecipativo e polisemico che fissa il provvisorio in permanente e dove l’unità fisica presuppone l’unità di senso.” Anche Wanda Ferro, Presidente della Provincia di Catanzaro con delega alla Cultura, sottolinea il grado sperimentale e innovativo della mostra proposta al MARCA: “Bookhouse. La Forma del Libro è un progetto che affronta una problematica centrale della nostra società e lo fa attraverso la voce autorevole di un eccezionale gruppo di artisti che spazia da Claes Oldenburg a Jannis Kounellis; da Anselm Kiefer a Mimmo Paladino. Le loro opere, prive di qualsiasi retorica, dimostrano la forza rigenerativa del libro, nonché la sua vitalità. Per il MARCA si tratta di una sfida affascinante per una rassegna destinata ad avere un’eco oltre i confini nazionali“

MARCA

Catanzaro Via Alessandro Turco 63 da martedì a domenica 9,30-13; 16-20,30; chiuso lunedì Ingresso: 3 euro; tel. 0961.746797 info@museomarca.com www.museomarca.info Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Regione


EVENTI

SICILIA

IL MUSEO TRA STORIA E COSTUMI. OPERE DAI DEPOSITI dal 13/07/2013 al 22/09/2013 I depositi sono il cuore del museo: non si vedono, ma sono indispensabili alla sua vita. Il percorso espositivo, nell’allestimento curato da Corrado Anselmi che aveva firmato anche quello della collezione permanente, rappresenta solo la punta dell'iceberg del patrimonio custodito nella sua collezione, la parte più visibile, a cui è assegnato il compito di raccontare la storia attraverso una sintesi: la storia dell'arte, del costume, degli artisti, dei luoghi e dei collezionisti. Ma altre storie e altri percorsi possono emergere proprio dai depositi: volto in ombra, e certo non meno interessante del museo, un indispensabile serbatoio che custodisce le opere escluse, spesso principalmente per motivi di spazio. Realizzata dal Comune di Palermo in collaborazione con Civita Sicilia, la mostra Il Museo tra storia e costume - a cura di Antonella Purpura e di Fernando Mazzocca, alla Galleria d’Arte Moderna di Palermo - racconta alcune di queste possibili storie, attraverso un cospicuo numero di opere provenienti dai depositi del Museo, normalmente non visibili al pubblico. Sono in mostra, dopo un impegnativo restauro, due opere in passato esposte a Palazzo delle Aquile. Le opere in mostra evidenziano quanto ampio fosse l’orizzonte collezionistico locale: per la maggior parte opere di area siciliana, dal neoclassicismo alla straordinaria stagione del liberty fino alla metà del '900, con alcune inaspettate e inattese sorprese “forestiere”, da un sontuoso rappresentante dell'arte d'accademia torineseGiacinto Grosso - fino al frizzante pittore di genere veneto, ricercato in Europa e in America- Giacomo Favretto. L’esposizione, attraverso sette sezioni tematiche, ripercorre la storia dell'arte dell'Ottocento e del Novecento in Sicilia e in Italia. Cinque sezioni esplorano la suddivisione in “generi” che caratterizzano entrambi i secoli; una sezione è dedicata al Novecento, che metterà in crisi proprio tale suddivisione, svincolando l'arte dalla gerarchia che vedeva nella pittura di storia un genere più impegnativo del ritratto o del paesaggio, o della pittura di genere. La sezione sui nuclei storici mette invece in luce l'anima stessa dei depositi, attraverso una serie di opere rappresentative di nuclei monografici di artisti come Antonio Ugo, Domenico Trentacoste o Pippo Rizzo, di cui il museo conserva serie di opere particolarmente significative che rendono le collezioni indispensabili allo studio e alla conoscenza di questi artisti.

Galleria d'Arte Moderna -

Complesso monumentale di S.Anna Piazza Sant'Anna 21 - Palermo dal 13/07/2013 al 22/09/2013

Visitabile dal martedì alla domenica dalle ore 9.30 alle 18.30, lunedì chiuso Biglietto: 7 euro (intero), 5 euro (ridotto) Informazioni al numero 091.8431605 www.galleriadartemodernapalermo.it servizimuseali@galleriadartemodernapalermo.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito della Galleria d’Arte Moderna


'Azīza, la "prima" di ZAC ai Cantieri Culturali alla Zisa dal 12 luglio al 17 novembre

Tutto ha avuto inizio circa sei mesi fa, con un ex hangar all'interno dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, recuperato e trasformato in un laboratorio creativo: il resto della storia, in continuo divenire, si chiama "'Azīza", prima mostra interamente prodotta da ZAC - Zisa Zona Arti Contemporanee. L'esposizione si inaugura giovedì 11 luglio alle ore 18, alla presenza del sindaco Leoluca Orlando e dell'assessore alla Cultura Francesco Giambrone, e rimane aperta dal 12 luglio al 17 novembre, dal martedì alla domenica, dalle ore 9.30 alle 18.30, con ingresso gratuito. Il punto di partenza per tutto questo è stato il progetto/ laboratorio "IN WORK_Artisti per ZAC", diventato casa per circa 67 giovani artisti, che hanno dato vita alla propria creatività, ognuno secondo il proprio

linguaggio, ma sempre sotto un unico, condiviso, tetto. Proprio loro hanno scelto il titolo per questa mostra, che scava nella memoria storica di Palermo ed unisce il termine "ziz", "fiore" in lingua punica nonché nome della città nel momento della fondazione, e "al-'Aziza", "la splendida", denominazione araba del Castello della Zisa. Il verbo "azzizzare", inoltre, indica l'arte di arraggiarsi e di trasformare, metafora per il lavoro che gli artisti hanno portato avanti dentro ZAC. La mostra ‘Azīza si svolge negli spazi dei Cantieri Culturali alla Zisa e in particolare presso ZAC, un tempo il grande padiglione delle Ex-Officine Ducrot. L’allestimento è curato dal Comitato Scientifico e da ZisaLab, laboratorio di laurea della Facoltà di Architettura coordinato da Giuseppe Marsala.

Comune di Palermo - Assessorato alla Cultura - ZAC_Zisa Zona Arti Contemporanee e Spazio Due Navate Cantieri Culturali alla Zisa via Paolo Gili, 4 - 90138 Palermo Apertura al pubblico 12 luglio - 17 novembre 2013 orari: da martedì alla domenica dalle 9,30 alle 18,30 - L’ingresso è libero. Informazioni tel. +39 0918431605 - E-mail: info@palermocultura.it - www.palermocultura.it Le immagini e i testi di questa pagina sono prelevati dal sito del Comune di Palermo


«Il segreto è non correre dietro alle farfalle. È curare il giardino perché esse vengano da te.» Mario Quintana

PROGETTO AURORA DELL’ ETNA

7 settembre ore 18.30 Fondazione Brodbeck Catania L’Aurora dell’Etna (Anthocharis damone) è una farfalla autoctona dell’area etnea. Il suo nome deriva dalla presenza sulle ali di una macchia arancione che ricorda il sorgere del sole, e oggi è a rischio d’estinzione a causa delle modifiche degli ambienti naturali in cui vive. La sua presenza in natura, come quella di tutte le farfalle, è un indice di qualità ambientale e rappresenta un simbolo della biodiversità del patrimonio naturale etneo. Ed è per tutelare e valorizzare questa specie che è nata la collaborazione tra gli Amici della terra e l’ Accademia di Belle Arti di Catania che ha promosso un workshop condotto dai docenti Giovanna Lizzio, Nicola Zappalà e coordinato da Marilisa Yolanda Spironello e Viviana Tarascio che ha previsto la straordinaria collaborazione, durante la fase realizzativa, della Fondazione Brodbeck, polo di riferimento per l’arte contemporanea in Sicilia. Il workshop ha previsto la realizzazione di una serie di opere che richiamassero la forma dei bozzoli e delle farfalle (prodotte negli spazi della Fondazione Brodbeck tra gennaio e febbraio 2013), di dimensioni variabili, realizzate in vetroresina, forate all’interno per permetterne la trans illuminazione notturna. E ancora una videoinstallazione, la cui tematica preponderante è stata imperniata proprio sul volo e sulla prossemica delle farfalle. Il concept che lega le opere al video rievoca il ciclo vitale di queste creature, la loro caducità che si nutre, però, di una leggerezza ineffabile e, a volte, irraggiungibile. La fascinazione subita dagli studenti, ha prodotto una ricerca estetica che ha sondato caratteristiche e peculiarità, ponendo in risalto come l’arte possa essere mezzo e strumento di espressione e di conoscenza della natura. Il video Dopo la notte sarà la prima opera ad accogliere il visitatore che poi, una volta risucchiato dentro il blu cobalto di un volo vitalistico, si addentrerà in uno spazio allestito appositamente per accogliere il resto delle opere: bozzoli/incubatrici; uteri dischiusi la cui vita contenuta si è distaccata dal bacino primigenio, divenendo presenza, entità autonoma. Ancora una volta l’Arte si configura come insostituibile trait d’union tra uomo e natura. La Fondazione Brodbeck, rispetto a questa istanza, ha risposto prontamente, in quanto punto di riferimento territoriale per la promozione artistica e cultural Progetto artistico Giovanna Lizzio Nicola Zappalà coordinamento Marilisa Yolanda Spironello Viviana Tarascio e. La mostra "La materia di un sogno. Collezione Paolo Brodbeck" sarà visitabile fino al 21 dicembre 2013 FONDAZIONE BRODBECK Inaugurazione sabato 07 settembre 2013, ore 18.30 VIA GRAMIGNANI, 93 – 95121 CATANIA Tel +390957233111 fax +390952933777 info@fondazionebrodbeck.it www.fondazionebrodbeck.it


FRANCO ERRENI

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EVENTI

SARDEGNA

Verso Una Nuova Astrazione Dal 19 Gennaio al 18 Novembre 2013 La Fondazione MACC è lieta di annunciare Verso Una Nuova Astrazione, una mostra sull’arte astratta europea delle opere provenienti dalla Collezione Ermanno Leinardi e integrate dai lavori di una nuova generazione di artisti. La mostra, curata da Karina Joseph, esplora lo sviluppo dell’astrazione geometrica dal 1950 fino ai giorni nostri grazie ai recenti lavori di giovani artisti, la cui ricerca e prospettiva visiva è in linea con gli autori presenti nella collezione permanente: sia per tecniche, come l’uso di vernici, il ricorso al collage e alle stampe, sia per la presenza della figura geometrica disposta su un semplice piano. Questi elementi, combinati in schemi o liberamente disposti, sottolineano lo sfondo piano del quadro per risaltarne la sua illusoria profondità. Opere site-specific amplificano il senso di questa astrazione aprendo nuove possibilità allo sviluppo dell’astrazione geometrica. Artisti contemporanei: Alasdair Duncan, Robert Holyhead, Sara Mackillop and Giulia Ricci. Opere della Collezione permanente: Josef Albers, Carla Badiali, Nicola Carrino, Hugo Demarco, Lucio Fontana, Max Huber, Bice Lazzari, Ermanno Leinardi, Bruno Munari, Aurelie Nemours, Michel Seuphor,

Atanasio Soldati e Luigi Veronesi. La collezione permanente La raccolta dell’illustre artista italiano Ermanno Leinardi (1933 - 2006) è composta da opere appartenenti alla corrente d’arte costruttivista, informale e concreta, ed è ospitata all'interno del Museo d'Arte Contemporanea di Calasetta, inaugurato nel 2000. Elemento di spicco per lo sviluppo dell’arte astratta in Europa, Leinardi è stato co-fondatore nel 1966 del gruppo artistico Transazionale. Fondazione MACC è una nuova organizzazione non-profit, fondata dal Comune di Calasetta in collaborazione con Beyond Entropy Ltd. La Fondazione mira a diventare un epicentro per la produzione culturale e l'arte contemporanea per l’intero territorio del Mediterraneo, con mostre, residenze d'artista e attività educative durante tutto l’arco dell'anno. Il Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta e la galleria a cielo aperto di Mangiabarche, un innovativo spazio espositivo voluto dalla Conservatoria delle coste della Sardegna, sono i luoghi dedicati a questa nuova produzione artistica.

Fondazione MACC - Museo d’Arte Contemporanea di Calasetta Via Savoia, 2 Calasetta (CI) tel. 0781 887219 Orari di apertura: Sabato 17 – 20 Domenica 10 – 13 www.fondazionemacc.com Robert Holyhead

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ALICE CRISTELLI

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SALVATORE ALESSI

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CENTRO CULTURALE ARIELE via Lauro Rossi, 9c - TORINO tel. 011.20 73 905

GALLERIA20

Corso Casale, 85 - TORINO

STIAMO SELEZIONANDO 100 ARTISTI AI QUALI REALIZZEREMO PER CIASCUNO UN CATALOGO VIRTUALE DI 44 PAGINE, LE DIMENSIONI SONO: 18,5 x 23 cm QUESTI BOOK SARANNO INSERITI NELLA NOSTRA LIBRERIA E NEL 2014, OGNI SETTIMANA FAREMO CONOSCERE UN ARTISTA A TUTTA LA NOSTRA RETE DI GALLERIE, ASSOCIAZIONI CULTURALI, CURATORI, CRITICI, COLLEZIONISTI OLTRE ALL’ESECUZIONE DEL CATALOGO VIRTUALE, SARA’ FORNITO AD OGNI ARTISTA LA VERSIONE IN PDF PER UNA EVENTUALE STAMPA - COPERTINA + INTERNO SIAMO IN GRADO DI FORNIRE ANCHE IL SERVIZIO DI STAMPA TRAMITE UNA TIPOGRAFIA (CONVENZIONATA CON NOI) CHE PERMETTE PREZZI CONCORRENZIALI PRIMA ESPOSIZIONE AL MUSEO DI SCIENZE NATURALI DI TORINO DATA DA DESTINARSI

NB: A causa di un incidente interno ai locali del Museo di Scienze Naturali di Torino è stata bloccata l’agibilità a tempo indeterminato. Appena il Museo ritornerà accessibile vi avviseremo prontamente del la nuova data dell’esposizione.

NB: Le collettive sono con un max di cinque artisti e di uno scultore per il quale la mostra sarebbe una personale. scrivere a: info@galleria-ariele.com


ANGELO PETRUCCI

NAPOLI


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