Lirinia, progetto glocale

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Bruno Magliocchetti LIRINIA, PROGETTO "GLOCALE" (Pensare globalmente, agire localmente)

Invitato dalla World Development Federation, ho partecipato dal 2 a 5 maggio scorso, alla Conferenza Mondiale di Madrid sui Super Progetti Urbani, aderendo alla nuova corrente di pensiero che coniuga gli imperativi della globalizzazione con la partecipazione dei progetti locali d'area vasta la cui peculiarità è connotata dalla geografia, dalla storia, dalla tradizione, per evitare di essere omogeneizzati dal "pensiero unico", che minaccia la nostra identità culturale e le nostre potenzialità per uno sviluppo sostenibile. Questa nuova filosofia, denominata "glocalizzazione" deriva dal neologismo "glocal", composto appunto da globalizzazione e localismo (Think global, act local-Pensare globalmente, agire localmente). L'area geografica considerata è quella che fa riferimento all'attuale Provincia di Frosinone, vista però attraverso le linee strategiche di uno "sviluppo trasversale" dall'Adriatico al Tirreno lungo la direttrice Pescara-Avezzano-Lirinia (Sora-Isola del Liri-Arpino-CastelliriBroccostella). Da LIRINIA, che da il nome al Progetto, diparte il TRIDENTE STRADALE che identifica i seguenti "sistemi policentrici trasversali": LIRINIA- Atina (Valle di Comino)-Cassino-Formia-Gaeta; LIRINIA-Ceprano-Fondi-Gaeta; LIRINIA-Frosinone-Latina.

La Città intercomunale di LIRINIA è anche baricentrica tra Nord e Sud, in quanto viene attraversata dalla DORSALE APPENNINICA che "apre" e inserisce le aree interne toscoumbre, laziali-abruzzesi, molisane, irpine e lucane nella rete di grande comunicazione verso le pianure padana e veneta, attraverso Cesena e Ravenna, e verso la CalabriaSicilia e la penisola salentina. A questo punto, ritengo necessario e opportuno premettere alcune note storiche, per significare la coerente connessione tra LIRINIA e l'antico DUCATO DI SORA, secondo il principio che considera "il futuro una finestra aperta sul passato". Il primo Duca che fissò la propria residenza nel Castello di Isola del Liri, l'antica Insula filiorum Petri, in seguito Isola di Sora e dal 21 giugno 1869 con l'attuale denominazione, fu Leonardo DELLA ROVERE, nipote del Papa Sisto IV e marito di Caterina, figlia bastarda del re di Napoli, Ferdinando I d'Aragona; il duca curò il restauro e l'ampliamento del maniero. Alla morte di Leonardo, che non lasciò eredi, il feudo ritornò alla Corona; ma Ferdinando lo conferì nel 1475, motu proprio, a Giovanni DELLA ROVERE, fratello di suo genero, per le sue notevoli benemerenze.


Giovanni DELLA ROVERE non rispose alla fiducia del Sovrano e capeggiò la congiura contro il suo benefattore il 5 agosto 1496. Gli irrequieti Baroni abruzzesi e campani si riunirono nella Cappella del Palazzo ducale e, dopo aver sentito la messa dello Spirito Santo celebrata dal Vescovo di Sora giurarono lo sterminio e la morte di tutti gli Aragonesi e dei suoi seguaci. Furono piegati dal Gran Capitano spagnolo, Consalvo di Cordova. L'unico che scampò alle stragi fu il DELLA ROVERE. I Della Rovere rimasero nel Castello isolano fino al 1578, alternando le cure feudali dello Stato di Sora con quelle della lontana Urbino di cui avevano ereditato il possesso, per essere morto Guidubaldo da Montefeltro senza eredi. Gli ultimi feudatari furono i BONCOMPAGNI. Giacomo o Jacopo BONCOMPAGNI fu il primo Duca di Sora di questa nobile famiglia originaria di Bologna, dove nacque l' 8 maggio 1548, figlio naturale di quel dotto gentiluomo, Ugo BONCOMPAGNI, che doveva diventare Gregorio XIII Pontefice Massimo. Seguì la fortuna del suo augusto genitore salito al soglio pontificio il 13 maggio 1572 con breve del 26 agosto 1572, e fu nominato Governatore di Castel S.Angelo, mentre stava terminando i suoi studi nel Collegio Germano-Ungarico di Roma. Nel 1573 venne nominato Gonfaloniere Generale della Chiesa e quindi inviato dal Pontefice in Ancona per difendere quelle coste dalle temute scorrerie dei Turchi. Fu, in seguito, ambasciatore a Ferrara con l'incarico di complimentare Enrico di Valois che dal trono di Polonia passava a quello di Francia. Il 1° agosto 1575, Filippo II di Spagna lo nominò Capitano Generale delle armate di Lombardia e Piemonte. L'anno dopo sposò donna Costanza Sforza di Santa Fiora che gli portò in dote 50 mila scudi. Nel 1579 il Pontefice suo padre gli comperò dal Duca di Urbino il ducato di Sora e di Arce, avendone piena investitura dal Re di Spagna, titolare anche del Regno di Napoli, nel 1580. Nel 1583 lo stesso Pontefice acquistò da Alfonso di Avalos, marchese di Pescara, i feudi di Roccasecca, Aquino e Arpino, ampliando così di altre storiche terre il magnifico Stato di Sora. Subito dopo la morte del Pontefice suo padre, avvenuta il 10 aprile 1585, Jacopo BONCOMPAGNI raggiunse il suo Ducato e vi pose stabile dimora, portandovi il lustro e la ricchezza di due grandi casate. Morì nel Castello dell'Isola di Sora il 26 agosto 1612. Dopo due secoli e sedici anni di illuminata e cristiana amministrazione, i BONCOMPAGNI, fiutando forse la prossima fine del sistema feudale, permutarono i loro Stati di Sora, Arce, Aquino e Arpino con altri beni, ricadenti nello Stato Pontificio (dispaccio reale del 20 agosto 1796), consegnando così al Re di Napoli anche il loro Palazzo isolano che sarà subito chiamato REALE e spesso utilizzato dal re Ferdinando IV. Il 9 agosto 1997, in occasione della presentazione del pregevole volume JACOPO BONCOMPAGNI del compianto Prof. Giovanni BAFFIONI, nella famosa Sala delle Rondinelle del Castello di Isola del Liri, alla presenza dei Gonfaloni di tutti gli attuali Comuni che costituivano il Ducato di Sora, intervenne il Principe Paolo BONCOMPAGNI


LUDOVISI; per la prima volta un discendente del nobile casato tornava nell'antica residenza. Il giorno dopo, il Principe Paolo BONCOMPAGNI LUDOVISI, così scriveva in una lettera a me indirizzata, che con immenso piacere trascrivo testualmente:

-------------------------------------------------------------------------------Roma, 10 agosto 1997 Caro Senatore, tornato a Roma sento impellente in me il desiderio di scriverle queste due righe per esprimere i sentimenti grati e riconoscenti che albergano nel mio cuore e le mie congratulazioni per la splendida cerimonia, l'ottimo concerto e la meravigliosa cena! Che bella la Sala del Castello con i simboli dei comuni intorno ad Isola….tornata ad essere…."la capitale del Ducato!". Che belle le Sue parole! Che commozione l'affetto che mi ha circondato! Che gioia….la sorpresa del premio Isola Liri!. Mi creda, mi sono allontanato da quei luoghi e da voi tutti con vera nostalgia…un nostalgico richiamo che ha la compattezza del sogno ed il rimpianto per il passato! Quelle case, quelle mura, quelle persone sono armai…parte di me! E….che dire, poi, della cortese amabilità di Sua Moglie? Mi creda, caro Senatore, Grazie! Grazie! Grazie! La prego, voler essere cortese interprete dei miei sentimenti di gratitudine presso gli assessori comunali e presso tutti coloro che, oltre Lei e Sua Moglie, hanno contribuito alla magnifica riuscita della Manifestazione e considerarmi sempre Suo aff.mo Paolo BONCOMPAGNI LUDOVISI

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Da questo succinto excursus storico emerge l'importanza di un vasto territorio ricompreso, oggi, nel PROGETTO LIRINIA, strutturato nel modo seguente: Riconversione di Isola del Liri da antica Città-fabbrica in Città-Parco fluviale e tecnologico. Istituzione del Comune metropolitano di LIRINIA composto dai Comuni di Sora, Isola del Liri, Arpino, Castelliri, Broccostella.


Istituzione della nuova provincia del LAZIO MERIDIONALE.

Per meglio definire il quadro di riferimento di questo progetto globale d'area vasta, il 23 luglio 1998, il Comune di Isola del Liri e l'Istituto Nazionale d'Urbanistica hanno organizzato la PRIMA CONFERENZA URBANISTICA DEL LAZIO MERIDIONALE, alla quale hanno partecipato insigni urbanisti ed economisti di fama internazionale, le Università di Venezia, Pescara, Roma e Cassino, TELECOM, CNR, ENEA, Regione Lazio, Amministrazione Provinciale di Frosinone, numerosi Sindaci e amministratori. La Conferenza ha preso le mosse dalla seguente relazione del sottoscritto: "L'area vasta delimitata dalla Valle di Comino (versante laziale del Parco nazionale d'Abruzzo), dal fiume Liri-Garigliano e dal Basso Pontino (comprese le omonime isole), per molti secoli parte integrante di Terra di Lavoro, fu "aggiunta" tra il 1926 e il 1934 al Lazio, che per questo motivo è storicamente e geograficamente considerata una "regione indefinibile". Da allora, il ruolo ingombrante di Roma, che ha limitato il suo rapporto con il territorio ad essa immediatamente contiguo delle province di Latina e Frosinone, ha provocato un processo di marginalizzazione a danno del Lazio meridionale. Da circa venti anni, Isola del Liri è particolarmente attenta alle politiche del territorio e alla ricerca di un ruolo per l'area vasta oggetto dell'odierna Conferenza urbanistica, tenuto conto che questa parte dell'antica Terra di Lavoro è sempre stata "cerniera" tra il Regno di Napoli e lo Stato Pontificio e, dopo l'Unità d'Italia, tra il Lazio e la Campania. La necessità di recuperare detta funzione ha portato gradualmente a definire un nuovo modello di sviluppo "trasversale" (dal versante laziale del Parco nazionale d'Abruzzo alle Isola ponziane) e "tripolare" (inteso per poli l'interconnessione di tre aree metropolitane: Lirinia, la Grande Cassino e la Città del Golfo. Questa complessa progettualità ha già prodotto atti concreti, soprattutto nella Media Valle del Liri, con il referendum popolare indetto il 21 aprile 1991 dalla Regione Lazio per l'istituzione del nuovo Comune metropolitano di LIRINIA, mediante la fusione dei Comuni di Sora, Isola del Liri, Arpino, Castelliri e Broccostella. Le popolazioni di Sora e Isola del Liri si espressero positivamente per detta fusione con punte di consenso che sfiorarono il 90%, determinando il recepimento di questa decisa volontà nei rispettivi Statuti comunali e la recente deliberazione di un Programma di sviluppo d'area. In particolare, il Consiglio comunale di Isola del Liri ha assunto all'unanimità l'atto n. 5 del 2 febbraio 1994, avente per oggetto: "Proposta alla Regione Lazio per la redazione di un Piano Regolatore Intercomunale che comprenda i Comuni di Sora, Isola del Liri, Arpino, Castelliri, Broccostella, Pescosolido, Campoli Appennino che l'Assessorato regionale all'Urbanistica ha recepito, avviando la procedura con nota del 20 febbraio 1998 inviata ai suddetti Comuni. Il Consiglio comunale di Isola del Liri, con atto n. 60 del 14 novembre 1995, avente per oggetto: "Progetto di sviluppo dell'area Formia-Gaeta-Cassino-Sora-Isola del LiriAvezzano" redatto da un gruppo di ricercatori dell'Università di Cassino, ha ritenuto di


ricomprendere detta pianificazione intercomunale all'interno della pianificazione d'area vasta, così come si evince dal grafico dell'odierna Conferenza urbanistica. In questo atto deliberativo si legge testualmente: "Il Comune di Isola del Liri intende assumere un ruolo attivo, di stimolo e propositivo rispetto a tale prospettiva, attivando tutte quelle iniziative che possono rapportarsi ad essa in termini di realizzabilità". Da qui nasce la proposta di legge, presentata dal sottoscritto al Senato, per l' "istituzione della provincia del Lazio meridionale" (trasversale e tripolare), all'esame della prima Commissione Affari Costituzionali, e l'indizione della Prima Conferenza Urbanistica del Lazio meridionale. Il citato atto consiliare n. 60 del 14 novembre 1995, all'interno dell'area vasta "trasversale e tripolare" indica anche i presupposti per un piano di riordino urbanistico della città di Isola del Liri, precisando testualmente: "Il processo di declino che interessa l'area industriale di Sora-Isola del Liri rappresenta uno degli elementi caratterizzanti l'area del Basso Lazio. A tale riguardo, il Comune di Isola del Liri è impegnato ad attivare una vasta progettualità in termini di riconversione economica del territorio. Essa prende il nome di "Centro Europeo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazioni" e si propone, facendo leva significativamente sul recupero e sulla valorizzazione del patrimonio legato all'archeologia industriale, di stimolare e promuovere una nuova e importante vitalità economico-turistica ed i prevedibili ed attesi ritorni in termini di ripresa occupazionale. "E' fondamentale, in questa sede (si legge sempre nell'atto consiliare n. 60/95, sottolineare il contesto geo-economico all'interno del quale il "Centro Europeo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazioni" si colloca. Esso non vuole e non può costituire un progetto a sé stante, isolato, avulso dalla più ampia area territoriale contigua rispetto alla Valle del Liri". Pertanto, avvalendosi di tutte le fonti di finanziamento, specialmente dei fondi strutturali dell'Unione Europea, la Città di Isola del Liri sta di fatto attuando, unico caso in Italia, un progetto di globale riconversione: da antica Città-fabbrica a Città-parco fluviale, attraverso la ristrutturazione, la riqualificazione e il riuso di tutti i siti industriali dismessi che punteggiano l'intero territorio cittadino. L'azione ha preceduto il pensiero! Si tratta, ora, dopo i necessari lavori di bonifica e di arredo urbano, nel momento in cui inizia l'opera di riqualificazione, di stabilire una indispensabile riflessione, in considerazione del fatto che il P.R.G. del 1973 risulta completamente superato dai programmi complessi in corso (PRU, Piani integrati, Piani di recupero, Contratti di quartiere), dal pregresso abusivismo edilizio e dalla mancata realizzazione dei presupposti del P.R.G. stesso, ossia il raddoppio della popolazione e lo sviluppo industriale. La PRIMA CONFERENZA URBANISTICA DEL LAZIO MERIDIONALE, indetta dal Comune di Isola del Liri e dalla Sezione laziale dell'Istituto Nazionale d'Urbanistica, intende razionalizzare le pianificazioni complesse che si compenetrano, come il grafico della Conferenza definisce molto chiaramente e secondo i temi delle tre sessioni degli odierni lavori.


Prima Sessione: Trasformazioni insediative e nuovo modello di sviluppo (ossia Pianificazione dell'area vasta "trasversale e tripolare" del Lazio meridionale).

Seconda Sessione: Reti urbane in formazione e nuovi contenuti per la pianificazione urbanistica (ossia Pianificazione intercomunale della Media Valle del Liri).

Terza Sessione: Nuovi strumenti per il riordino urbanistico delle aree in trasformazione (ossia Piano di riordino urbanistico della Città di Isola del Liri, secondo la riconversione e riqualificazione in atto da Città-fabbrica a Città-Parco fluviale, mediante il progetto globale denominato: "Centro Europeo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazioni".

Conclusioni della Conferenza: " Per quanto riguarda la Prima sessione (nuovo modello di sviluppo trasversale e tripolare) la Conferenza, e in modo particolare, i Sindaci di Sora, Isola del Liri e Cassino (nella tavola rotonda conclusiva) hanno concordato di proporre alla Amministrazione Provinciale e alla Regione Lazio di considerare questa risoluzione nella pianificazione urbanistica del Lazio meridionale, mediante un sistema a rete basato su tre Comuni metropolitani (Lirinia, la Grande Cassino, la Città del Golfo).

E' emerso pure chiaramente la necessità e l'urgenza di una Pianificazione intercomunale, trattata nella seconda sessione, dei Comuni della Media Valle del Liri (Sora, Isola del Liri, Arpino, Castelliri, Broccostella, Pescosolido, Campoli Appennino), tenuto anche conto che il Programma di sviluppo d'Area (Sora-Isola del Liri) rappresenta già il nucleo centrale di detta Pianificazione, proposta dal Consiglio comunale di Isola del Liri con atto n. 5 del 2 febbraio 1994 e recepita dall'Assessorato regionale all'Urbanistica con nota del 20 febbraio 1998. Infine, per quanto attiene al Piano di riordino urbanistico della Città di Isola del Liri alla luce della trasformazione in atto da antica Città-fabbrica a Città-parco fluviale, si è stabilito di procedere, secondo gli attuali indirizzi urbanistici basati sui programmi complessi (Piani di riqualificazione, Piani integrati, Piani di recupero, Contratti di quartiere, nuova pianificazione delle "aree residue". Il numero di settembre 1999 di AQUAPOLIS, prestigiosa rivista trimestrale del Centro Internazionale Città d'Acqua con sede a Venezia, di cui il Comune di Isola del Liri è socio, riporta un importante servizio dell'Arch. Massimo RAMONDELLI dal titolo: "Isola


del Liri: the riconversion of a town-factory into a river and technological town-park", che è opportuno inserire testualmente, tradotta in italiano, per la grande capacità di sintesi: "Isola del Liri, cittadina del Lazio meridionale le cui origini mediovali sono ancora leggibili nel centro storico e nel castello feudale, prende il nome dalla forma peculiare del suo nucleo urbano più antico. Quest'ultimo, infatti, ha l'aspetto di una vera e propria isola perché circondato da due bracci del fiume Liri che, biforcandosi poco più a monte, formano le uniche cascate al mondo all'interno di una città. L'una (il cui salto è di circa 27 m.) verticale, detta "cascata grande", l'altra, obliqua, detta "del Valcatoio". Per quanto concerne l'economia della cittadina, questa ha subito, dai primi decenni dell'Ottocento, una rapida trasformazione da agricola a industriale: alla base di tale cambiamento c'è l'abbondante disponibilità d'acqua e l'utilizzazione della sua potenzialità energetica; infatti, i numerosi opifici oggi dismessi (cartiere, opifici per la feltratura, lanifici, fonderie, ecc.), sono sorti tutti lungo il tumultuoso corso del fiume. Dall'Ottocento a oggi, quindi la connotazione industriale ha rappresentato l'elemento fondante e ordinatore della forma urbis di Isola del Liri e la tipologia edilizia della fabbricavilla ha fornito il nuovo modello insediativo di sviluppo, simile a quello di tutte le aree industrializzate d'Europa. Lo sviluppo urbano di Isola del Liri si può, ancora oggi, leggere nelle residenze padronali e operaie - tuttora presenti come segni forti del territorio e nell'architettura dell'enorme patrimonio dismesso. Questa trasformazione, unica nel centro-sud Italia per l'incredibile concentrazione di fabbriche nell'abitato di Isola del Liri e nelle sue vicinanze tanto che la cittadina fu definita la "Manchester del Regno di Napoli", costituisce un fenomeno di vasta portata sia dal punto di vista storico che da quello culturale. Diversi studi condotti su tale fenomeno hanno messo in luce i meccanismi di natura politica ed economica che hanno portato inizialmente allo sviluppo industriale per opera di alcuni imprenditori francesi al seguito delle truppe napoleoniche e, successivamente, al declino e definitivo arresto in epoca relativamente recente. La maggior parte di questi studi ha descritto la parabola industriale di Isola del Liri comparandola e reinserendola nel più ampio ambito politico-culturale, costituito dall'ex regno di Napoli e poi dal meridione d'Italia. Solo recentemente sono state intraprese analisi interdisciplinari che hanno sviscerato il fenomeno indistriale nei suoi diversi aspetti qualitativi e quantitativi, non solo quelli inerenti il dato economico e sociale, ma anche quello psicologico e formale. Ma è soprattutto l'architettura degli insediamenti industriali che della storia della cittadina costituisce il segno tangibile e immortale, oggetto oggi di grande attenzione da parte degli studiosi proprio per l'enorme portata e valenza del fenomeno industriale, oltre che per la presenza di numerose fabbriche dismesse. Queste ultime rappresentano, nel territorio, insostituibili testimonianze materiali della tecnologia, dei modelli di organizzazione produttiva e delle corrispondenti forme di vita lavorativa e sociale che gravitavano attorno ai centri di produzione.


E' perciò importante recuperare ciò che resta: non solo edifici, ma anche macchine, strumenti, disegni, immagini e stili di vita di questo periodo. Del resto tale patrimonio era caduto nell'oblio nella maggior parte dei casi, anche a causa di quella sorta di damnatio memoriae messa in atto da chi ha subito in prima persona le conseguenze della rottura di quell'equilibrio economico secolare, nel passato contraddistinto dall'avvicendarsi nelle fabbriche di migliaia di lavoratori e che oggi, con la perdita dei posti di lavoro, viene ormai meno, in un clima di generale precarietà e preoccupazione. Per almeno due secoli, infatti, la vita cittadina è stata scandita dall'organizzazione del lavoro in fabbrica: intere generazioni di isolani avevano adattato il loro ritmo biologico a quello delle produzioni cartarie e tessili che davano prosperità e ricchezza al paese, tanto che l'isolano e l'operaio, nel corso di questo lungo arco temporale, si sono identificati in una sola categoria sociologica. Oggi, la deindustrializzazione e il processo di marginalizzazione, conseguente ai nuovi disorganici assetti territoriali, hanno determinato profonde lacerazioni nell'organizzazione sociale ed economica della città e messo l'amministrazione di fronte all'urgente necessità di ricercare, alle soglie del terzo millennio, un nuovo e moderno ruolo per una cittadina piena di storia e di laboriose tradizioni. Sebbene il problema del recupero non sia di facile soluzione, è impensabile una perdita definitiva di queste testimonianze ed è proprio dal punto di vista della salvaguardia - ma soprattutto del recupero e della valorizzazione - che l'Amministrazione comunale ha intrapreso un gigantesco sforzo di riconversione di tutte le strutture industriali dismesse presenti sul territorio. La sfida consisteva nell' affrontare e rappresentare una realtà del tutto nuova, dove le spoglie del passato potessero rivivere nel futuro, sulla base di una strategia urbanistica conforme alla prospettiva di sviluppo della cittadina. Di qui la rilevante operazione di riqualificazione urbana, finalizzata alla trasformazione di Isola del Liri in un moderno centro di servizi culturali, commerciali, turistici e telematici, in grado di favorire, nell'ambito di un "progetto globale", la riconversione produttiva e l'integrazione europea dell'intero territorio comunale. Gli interventi permetteranno alla cittadinanza di riappropriarsi di zone in passato emarginate e inaccessibili; di reintegrare, nell'assetto della struttura urbana, edifici e sistemi di attrezzature di grande valore storico-architettonico; di sviluppare i livelli occupazionali. L'impegnativo progetto strategico, già in fase di avanzata realizzazione, interpreta e definisce un nuovo e organico rapporto tra la città e le aree recuperate; rispetta gli episodi di architettura industriale con calibrate operazioni di recupero- specialmente per ciò che riguarda l'equilibrio dei linguaggi vecchi e nuovi- individua con attenzione le nuove funzioni destinate alle aree stesse consentendo una pluralità di usi dal produttivo al residenziale; sollecita la collaborazione tra il settore pubblico e quello privato, demandando a quest'ultimo i compiti legati alla gestione delle strutture rinnovate. L'Unione Europea, la Regione Lazio, il CIPE e il Ministero dei Lavori Pubblici, cofinanziatori con il Comune di Isola del Liri dell'unico progetto di riconversione economica di un'intera città in corso di realizzazione in Italia, hanno finora approvato e finanziato (per un ammontare complessivo di 33 miliardi di lire tutti i progetti relativi alla ristrutturazione e


al riuso dei più importanti siti industriali: Cartiera Boimond, Feltrificio Pisani e Cartiera Fibreno-Lefebvre. Nel frattempo sono in corso, per opera dei privati, le ristrutturazioni del Lanificio S.Francesco (oggi Auditorium New Orleans), delle Cartiere Meridionali e del Lanificio Pelagalli, a riprova della credibilità che ha assunto il "progetto globale" di riconversione. Questo piano strategico ha permesso alla attuale Amministrazione di essere immediatamente stimata e accolta, grazie anche alle comuni tematiche, da molte organizzazioni internazionali che hanno tra i loro fini istituzionali la salvaguardia e il recupero, ove possibile, del patrimonio culturale costituito dai siti industriali dismessi. Tra le più prestigiose il DRI, il TICCIH, il Centro Internazionale Città d'Acqua e la World Development Federation. Turismo, cultura, spettacolo, alta tecnologia, informatica, telematica, telecomunicazioni, acquario di acqua dolce, incubatore per PMI, tradizioni antiche che si coniugano con un rilevante processo di modernizzazione: tutti fattori che hanno contribuito alla significativa denominazione, per la cittadina di Isola del Liri, di "Centro Europeo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazioni" e che, a lavori ultimati, consentiranno la riconversione globale dell'antica città-fabbrica in città-parco fluviale e tecnologico. Quest'ultimo, che è il vero punto forza dell'intero progetto di riconversione, si snoda lungo il Liri dal centro storico fino ai confini del comune di Sora. La ricchezza di vegetazione e la presenza del fiume, unite alla localizzazione strategica di connessione tra le due città, lo rendono particolarmente interessante. Acqua, verde, infrastrutture storiche e straordinarie testimonianze di un passato industriale realizzano un "insieme" ricco di valenze paesaggistiche e scenografiche che esaltano la stretta relazione tra gli organismi architettonici e la natura spontanea del parco. Il dato ambientale, inteso come invariante strutturale del piano, è preminente. Ed è in questa ottica che le singoli parti sono state considerate e analizzate, mentre il rapporto con la città e il problema della ricostituzione di quei caratteri che danno a uno spazio la dimensione urbana, hanno rappresentato un ulteriore punto di riflessione. L'obiettivo di riconnettere attivamente e funzionalmente con la città i complessi industriali che sorgono in un'area decentrata, ma naturalisticamente integrata al centro storico, è stato raggiunto anche attraverso le nuove funzioni proposte (museo della carta, centro espositivo, informatico, ricreazionale, ecc.). Il Parco fluviale garantisce inoltre un valore paesistico che si è inteso valorizzare con il miglioramento dell'accessibilità tramite percorsi pedonali, la realizzazione di parcheggi sotterranei, la percezione delle emergenze architettoniche e il collegamento visivo diretto con il verde e il fiume. Il visitatore sarà condotto, attraverso un "percorso della memoria", a fruire di un patrimonio altrimenti dimenticato - depurato dalla comune superata accezione romantica di "rudere" e "rovina" e reinserito interamente nella nuova realtà turistica e produttiva. Sono previsti tre itinerari turistici diversi per durata e interesse.


Primo itinerario: da Piazza XX Settembre, attraverso una galleria realizzata all'interno dell'ex feltrificio Pisani, si arriva sotto la Cascata e poi, con un sistema di collegamenti verticali, sul parco del Castello Viscogliosi-Boncompagni. La possibilità di visitare l'antico Palazzo Ducale consentirà di scendere nel centro storico per ritornare in Piazza XX Settembre. Secondo itinerario: da Piazza XX Settembre, attraverso il centro polifunzionale Pisani e il parco del Castello, seguendo il percorso del Liri, si giunge al Circolo dei Fiori e all'antica Cartiera Fibreno-Lefebvre che sarà la sede del Centro Europeo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazioni con la terza splendida cascata. Dall'area museale, alla quale si accede anche attraverso un'antica galleria, con il trenino delle Cartiere Meridionali, si attraversa l'omonima struttura trasformata in incubatore di PMI, per raggiungere la cartiera Boimond nella quale saranno realizzati: un centro servizi telematici, una mensa industriale, un'area espositiva della macchina continua per la fabbricazione della carta, una sala convegni, un acquario di acqua dolce tra i più grandi d'Europa e un parcheggio sotterraneo. Questo itinerario trova il suo snodo in quanto cerniera di collegamento pedonale tra la parte bassa e quella alta della città, nell'ex feltrificio Pisani che sarà trasformato in un centro alberghiero e congressuale. Terzo itinerario: dall'ex mattatoio posto all'ingresso del parco e che diventerà un centro di documentazione e informazione per i visitatori, procedendo per via San Sebastiano, lungo la riva destra del fiume Liri, si giunge alla centrale idroelettrica Vadurso e, quindi, al complesso della cartiera Boimond. Tale percorso potrà essere effettuato a piedi o in bicicletta, mentre per i disabili e gli anziani con ausili, quali chair-a-banc o navette elettriche. Lungo il percorso e gli argini saranno realizzate aree di sosta attrezzate. La realizzazione di un progetto di tale portata non solo ha significato rispondere alla necessità di coniugare le nuove realtà tecnologiche con un patrimonio formalmente antico, ma ha soprattutto mirato a creare un polo di attrazione turistica di valenza metropolitana e una notevole fonte di lavoro. "Agire nella realtà locale, pensando in modo globale" sarà quindi la filosofia di Isola del 2000, che coniugherà globalizzazione e localismo, ben espresso dal neologismo "glocal". E' motivo di orgoglio per tutti i cittadini e per l'Amministrazione comunale l'aver sviluppato questo ambizioso progetto, per mezzo del quale Isola del Liri tornerà ad assumere quel ruolo di protagonista che la storia e la tradizione le hanno assegnato". Il progetto globale di riconversione di Isola del Liri da antica Città-fabbrica a Città-Parco fluviale e tecnologico rende ancora più attuale il PROGETTO LIRINIA nella sua complessità, come si desume dalla seguente lettera che il 20 settembre 1999 ho inviato ai Sindaci di Sora, Arpino, Castelliri, Brocostella, al Commissario di Isola del Liri e al Prefetto di Frosinone: "Egregi Signori, nel contesto del pluriennale impegno, giammai interrotto, diretto alla realizzazione dell'Unione dei nostri Comuni (Progetto Lirinia), mi è gradito comunicare che la recente legge 3 agosto 1999, n. 265 (legge Napolitano) ha recepito le mie seguenti proposte:


Atto Senato n. 408 del 16 maggio 1996: Modifica dell'articolo 26 della legge 8 giugno 1990, n. 142, relativo alle Unioni di comuni. Atto Senato n. 689 del 10 giugno 1996: Modifica dell'articolo 28, comma 1, della legge 8 giugno 1990, n. 142, relativamente alla costituzione di comunità montane interprovinciali insistenti su aree montane omogenee. Nelle more del lungo iter parlamentare, i Comuni di Sora e Isola Liri, hanno provveduto ad accelerare il processo di unificazione, in forza degli impegni assunti in tal senso dai rispettivi Statuti, sottoscrivendo il Programma di sviluppo d'area "Media Valle del Liri", che, in buona sostanza, con l'utilizzazione dei cospicui fondi strutturali europei, tende a realizzare di fatto la volontà delle popolazioni, espressa in modo plebiscitario con il Referendum del 21 aprile 1991. In particolare, la Napolitano, al quinto comma dell'art. 6 (Fusione dei comuni, municipi, unione di comuni), così recita: "L'articolo 26 della legge 8 giugno 1990, n. 142, è sostituito dal seguente: "Art. 26 (Unione di comuni). Le unioni di comuni sono enti locali costituiti da due o più comuni di norma contermini, allo scopo di esercitare congiuntamente una pluralità di funzioni di loro competenza. L'atto costitutivo e lo statuto dell'unione di comuni sono approvati dai consigli dei comuni partecipanti con le procedure e la maggioranza richieste per le modifiche statutarie. Lo statuto individua gli organi dell'unione e le modalità per la loro costituzione e individua altresì le funzioni svolte dall'unione e le corrispondenti risorse. Lo statuto deve comunque prevedere il presidente dell'unione scelto tra i sindaci dei comuni interessati e deve prevedere che altri organi siano formati da componenti delle giunte e dei consigli dei comuni associati, garantendo la rappresentanza delle minoranze. L'unione ha potestà regolamentare per la disciplina della propria organizzazione, per lo svolgimento delle funzioni ad essa affidate e per i rapporti anche finanziari con i comuni. Alle unioni di comuni si applicano, in quanto compatibili, i principi previsti per l'ordinamento dei comuni. Alle unioni competono gli introiti derivanti dalle tasse, dalle tariffe e dai contributi sui servizi ad essa affidate". Al fine di favorire detto processo di unificazione, le Regioni con proprie specifiche leggi: favoriscono il massimo grado di integrazione tra i comuni, graduando la corresponsione dei benefici in relazione al livello di unificazione, rilevato mediante specifici indicatori con riferimento alla tipologia ed alle caratteristiche delle funzioni e dei servizi associati o trasferiti in modo tale da erogare il massimo dei contributi nelle ipotesi di massima integrazione; prevedono in ogni caso una maggiorazione dei contributi nelle ipotesi di fusione e di unione, rispetto alle altre forme di gestione sovracomunale; promuovono le unioni di comuni, senza alcun vincolo alla successiva fusione, prevedendo comunque ulteriori benefici da corrispondere alle unioni che autonomamente deliberino, su conforme proposta dei consigli comunali, di procedere alla fusione". Si stabilisce, inoltre, che l'adozione delle suddette leggi regionali deve avvenire entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore della legge Napolitano, perché, trascorso inutilmente tale termine, "il Governo, entro i successivi sessanta giorni, sentite le regioni inadempienti e la Conferenza unificata, provvede a dettare la relativa disciplina nel rispetto dei principi enunciati".


Questo evento storico, intervenuto dopo oltre venti anni di impegnative battaglie, di incomprensioni e di indicibili ostacoli, mi consente di manifestare la legittima soddisfazione per aver contribuito a determinare, anche in sede parlamentare (cosa impensabile fino a qualche anno fa), i presupposti legislativi per la realizzazione in tempi brevi del "Progetto Lirinia", nel rispetto della gradualità che esso richiede. Ciò premesso, per doverosa informazione, gradirei molto conoscere il pensiero delle SS.LL. e la cortese disponibilità ad un incontro collegiale, per programmare le successive fasi del processo di unificazione dei nostri Comuni. Come ho precisato in premessa, il PROGETTO LIRINIA si articola attraverso tre cerchi concentrici: ISOLA DEL LIRI: Progetto globale di riconversione da antica Città-fabbrica a Città-Parco fluviale e tecnologico, denominato "Centro Europeo della Civiltà della Carta e delle Telecomunicazioni". LIRINIA: Comune metropolitano (Sora, Isola del Liri, Arpino, Castelliri, Broccostella). LAZIO MERIDIONALE: Istituzione di una nuova provincia. I primi due punti sono stati ampiamente trattati, resta il terzo, e cioè l'istituzione della nuova provincia del Lazio Meridionale. La legge 3 agosto 1999, n. 265 (legge Napolitano), a modifica delle precedenti disposizioni, definisce i criteri per l'istituzione dell' Area Metropolitana di Roma, che dovrà limitare il suo territorio a quello della Capitale e a quello dei Comuni strettamente contigui, precisando che nei prossimi mesi si dovrà procedere "alla nuova delimitazione delle circoscrizioni provinciali o all'istituzione di nuove province, considerando l'area della città come territorio di una nuova provincia". In poche parole, nei prossimi mesi le province di Frosinone e Latina avranno la possibilità di estendersi fino alle porte di Roma, marginalizzando ulteriormente il territorio del Lazio meridionale, che, invece, deve cogliere questa opportunità per la realizzazione di un nuovo livello istituzionale d'area vasta in linea con le direttive dell'Unione Europea contenute nell'Agenda Europa 2000. Come ho già accennato in premessa, nella recente Conferenza mondiale di Madrid sui super progetti urbani, ho avuto il privilegio di porre all'attenzione dell'uditorio il PROGETTO GLOBALE TRASVERSALE (ADRIATICO-TIRRENO) che realizza in LIRINIA il baricentro di un nuovo modello di sviluppo sostenibile tra Nord e Sud, con la Dorsale Appenninica, e tra i due Mari, attraverso Lirinia, dalla quale si diparte il noto "tridente stradale": LIRINIA, Frosinone, Latina. LIRINIA, Ceprano, Fondi, Gaeta. LIRINIA, Atina, Cassino, Formia, Gaeta. La legge Napolitano, pertanto, prevedendo l'istituzione di poli sovracomunali e di nuove province nel Lazio, conferisce una forte attualità al mio disegno di legge (S2663) presentato al Senato il 16 luglio 1997, e all'esame della Commissione Affari Costituzionali dal 13 agosto 1997, per l'istituzione della provincia del Lazio Meridionale, la cui caratteristica principale consiste nella "multipolarità" di un'area vasta comprendente LIRINIA, la Valle di Comino, la Valle del Liri, il Cassinate, l'area del Golfo e le isole Ponziane.


Riporto il testo integrale della relazione del disegno di legge (S2663) per l'istituzione della provincia del Lazio meridionale: "Onorevoli Senatori. - La storia ci ha tramandato anacronistiche divisioni territorialiamministrative, che al tempo della loro attuazione soggiacevano ai più disparati principi e criteri di formulazione; spesso l'accorpamento di determinati comuni in province ha seguito solamente logiche e motivazioni dettate da situazioni contingenti che manifestano, ora, tutte le loro intrinseche contraddizioni. In effetti, vi sono province che si perdono nel nome altisonante del capoluogo; vi sono, al contrario, aree provinciali che derivano o vengono associate a determinati caratteri naturali o creati dall'uomo, che assumono rilievo particolare in quanto acquista importanza non tanto una singola città o località, ma l'intero territorio della provincia. E ciò perché storicamente l'Italia è il risultato di culture, tradizioni, economie, territori rafforzatisi e consolidatisi intorno a "mille campanili". Nella storia, poi, la provincia ha rappresentato anche la suddivisione per ragioni politicomilitari a seguito di conquiste, annessioni, concessioni tra regnanti di determinati territori e, pertanto, non aveva grande importanza l'omogeneità culturale, quanto la funzionalità di amministrazione e di governo. Un caso esemplare è rappresentato proprio dall'istituzione delle province di Littoria (oggi Latina) e Frosinone, determinate dall'accorpamento di un vasto territorio al Lazio, che per questo motivo è storicamente e geograficamente considerata una "regione indefinibile". E ciò, soprattutto, in ragione delle sue origini, considerato che il Lazio si formò nella sua attuale delimitazione territoriale tra il 1926 e il 1928 appunto con la sottrazione alla Campania del territorio situato alla sinistra del fiume Liri-Garigliano, comprendente il Sorano, la Valle di Comino, il Cassinate e tutta l'area del Golfo Formia-Gaeta, il tutto parte integrante di Terra di Lavoro, territorio per molti secoli appartenuto al Regno di Napoli e al Regno delle due Sicilie. Pertanto, la zona compresa tra Sora e Cassino venne "aggiunta" alla Ciociaria propriamente detta, costituendo così la provincia di Frosinone, che, secondo il primo decreto del 6 dicembre 1926 doveva avere uno "sbocco al mare", in quanto avrebbe dovuto includervi la fascia litorale compresa tra Terracina e Minturno. Ma in seguito, per tutta una serie di motivi, il decreto fu modificato più volte, per cui la provincia di Frosinone assunse i suoi attuali confini. La provincia di Frosinone, perciò, venne creata per amministrare, piuttosto che per unione, omogeneità e naturale gravitazione intorno al capoluogo. Ora, il ruolo ingombrante e la spinta propulsiva di Roma ha di fatto favorito le aree ad essa contigue a Nord delle province di Frosinone e di Latina, provocando un processo di marginalizzazione a danno del Lazio meridionale. Il disorganico sviluppo che si è localizzato lungo la dorsale autostradale Roma-Napoli ha aggravato la situazione sociale ed economica delle zone interne (Sorano e Valle di Comino) e quelle litorali (Golfo Formia-Gaeta), che, invece, attraverso il Cassinate sono


storicamente, geograficamente e orograficamente legate da un comune processo "trasversale" in un'area vasta ricompresa tra il Parco nazionale d'Abruzzo e il Mar Tirreno. Pertanto, nasce la necessità e l'urgenza di istituire la nuova provincia del Lazio meridionale, la cui caratteristica principale consiste nella "tripolarità", in quanto il suo territorio è composto di tre vaste aree con tre città di riferimento: Sora, Cassino, Gaeta, con Cassino in posizione baricentrica. Attualmente, il territorio del Lazio meridionale è interessato all'attuazione di un processo di superamento dei "campanilismi"; nel Sorano, in particolare, si è svolto il 21 aprile 1991 il referendum consultivo per istituire il nuovo comune di Lirinia, risultante dalla fusione dei comuni di Sora, Isola del Liri, Arpino, Castelliri, Broccostella. Anche nel Cassinate e nel Basso Pontino è in corso lo stesso processo, facendo così emergere plasticamente la configurazione tripolare della istituenda provincia del Lazio Meridionale. Il disegno di legge del Governo n. 1388, all'esame della Commissione Affari Costituzionali del Senato, incentiva fortemente tale processo, in quanto prevede, nel caso di "eventuale riduzione dei costi dell'amministrazione conseguente alla fusione dei comuni una riduzione, nella misura massima del 50 per cento, dell'onere fiscale gravante sulla popolazione interessata". E' nella fase di definitiva realizzazione l'infrastruttura viaria a veloce scorrimento SoraAtina-Cassino-Formia-Gaeta, che attraversa trasversalmente il territorio del Lazio meridionale, in modo parallelo al percorso tracciato dal fiume Liri-Garigliano, facendo di Gaeta il naturale "sbocco al mare" e l'area portuale di un vasto territorio. A questa enorme potenzialità fanno da supporto fondamentale l'Abbazia di Montecassino, l'Università del Basso Lazio, l'ipotizzato traforo Campoli Appennino-Pescasseroli, l'eventuale interporto di Cassino, la navigabilità del Garigliano, il moderno polo sanitario del Sorano. Il processo riformatore in atto non può non tener conto delle ragioni storiche, geografiche, sociali ed economiche che sono alla base della richiesta di istituire la nuova provincia del Lazio meridionale, che è stata già oggetto nel passato di analoghe iniziative parlamentari, le quali non furono sostenute validamente, in quanto erano connotate da un eccessivo "verticismo" e private della necessaria spinta delle popolazioni interessate. Ora, la riforma Bassanini unitamente al disegno di legge del Governo n. 1388, il dibattito in corso nei comuni, finalizzato, nel rispetto delle vocazioni dei tre poli sopraspecificati, a stabilire l'equa dislocazione degli uffici periferici da parte delle amministrazioni statale e locali, richiedono il preventivo intervento legislativo del Governo, ai sensi dell'articolo 63 della legge 8 giugno 1990, n. 142, atto preliminare indispensabile alla riapertura dei termini per istituire la nuova provincia del Lazio Meridionale. Questa è la relazione che accompagna il mio disegno di legge (S2663) per l'istituzione della provincia del Lazio Meridionale all'esame della Commissione affari costituzionali del Senato dal 19 agosto 1997. L'inerzia di AN e del Polo, che in questi anni non hanno assunto alcuna iniziativa a sostegno di questo disegno di legge, sta consentendo ad altri di


attribuirsi meriti, come per esempio l'on. Testa la cui proposta esclude tutto il sud Pontino, rendendola impresentabile. Nel frattempo, diverse sono state le iniziative meritevoli di una particolare attenzione, come quelle portate avanti dal PROGETTO UNIVERSITA', costituito da un gruppo di giovani dell'Università di Cassino, che fino a quando ha operato mi ha visto tra i massimi collaboratori, specie nella circostanza in cui proposi l'istituzione della CONFERENZA PERMANENTE DEI SINDACI. Proprio in occasione della prima riunione di detta CONFERENZA, convocata presso il Comune di Formia, fu accolta all'unanimità la mia proposta di unificare i PRUSST (Programmi di Riqualificazione Urbana per la Sviluppo Territoriale Sostenibile). Ora, la costituzione del MASL (Movimento Autonomista Sud Lazio), che segue la costituzione del Movimento Europeo per l'autonomia del Lazio Meridionale (sito intenet: www.sistemi.it/laziomeridionale, istituito ad Atina il 18 marzo 1998, la pubblicazione del settimanale CORRIERE DEL SUD LAZIO, le iniziative per l'istituzione della Città Intercomunale della Terra di S.Tommaso e della Città Intercomunale di Cominia rendono di notevole attualità le nostre intuizioni che da sempre hanno coniugato passato e presente, tradizione e modernizzazione, globalizzazione e localismo e che hanno posto il PROGETTO LIRINIA (sito internet: www.sistemi.it/lirinia) all'attenzione di importanti organismi internazionali (Unione Europea, gemellaggio con New Orleans, relazioni con Hong Kong, con il Centro Internazionale Città d'Acqua e con il Centro Italo-Arabo e del Mediterraneo).

Sen. Bruno Magliocchetti


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