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BRUCE LEE E' grazie alla serie “Kung Fu”, basata su un'idea originale di Bruce Lee e soprattutto ai film dello stesso attore, che egli divenne un'icona inconfondibile dell'epoca, l'immagine e l'ambasciatore indiscutibile delle Arti Marziali in tutto il mondo.

COMBAT HAPKIDO Immagina un modo per migliorare le tue tecniche con un solo giorno di studio e pratica. Sembra troppo bello per essere vero? Se è così, vorrai continuare a leggere per avere la prova di ciò che il Sistema Tattico dei punti di pressione (TPP) del Combat hapkido ha realizzato per i suoi numerosi praticanti.

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BUGEI Una cosa è certa: chi ha studiato (o studia) con i giapponesi del dopoguerra, si trovò di fronte (o ci si trova adesso) al serio problema della comunicazione quotidiana. Così è successo a me e penso anche a molti altri... Al giorno d'oggi, intelligentemente, alcuni maestri hanno introdotto la dialettica nel Bugei, come forma di esaltazione di una buona convivenza nell'era della globalizzazione.

TAOWS ACADEMY Nello scorso mese di Febbraio il Gran Maestro Steve Tappin, si è recato in Spagna per dirigere un corso organizzato dalla TAOWS Academy e da Sifu Salvador Sanchez, nella città di Murcia. Dopo il seminario, Sifu Salvador Sanchez, in compagnia di David Gonzalo Smith, ebbe un incontro con il Gran Maestro e il risultato è l'intervista che vi mostriamo qui, che crediamo possa essere molto interessante per gli appassionati di Arti Marziali.

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UN GIORNALE SENZA FRONTIERE

BUDO INTERNATIONAL NEL MONDO

Budo International è senza alcun dubbio la rivista di Arti Marziali più internazionale del mondo. Siamo convinti di vivere in un mondo aperto. Gli unici confini sono quelli che la nostra mente vuole accettare. Così costruiamo, mese dopo mese, una rivista senza frontiere, dove ci sia spazio per tutte le informazioni che interessano ai praticanti, qualunque sia il loro stile.

Budo International è un gruppo editoriale internazionale che lavora nell’ambito delle Arti Marziali. Raggruppa le migliori aziende che lavorano nel settore ed è l’unica rivista al mondo pubblicata in sette lingue diverse e che viene diffusa in oltre 55 Paesi di tre continenti tra cui: Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Australia, Svizzera, Olanda, Belgio, Croazia, Argentina, Brasile, Cile, Uruguay, Messico, Perù, Bolivia, Marocco, Venezuela, Canada, Senegal, Costa d’Avorio…


TAIJI FESTIVAL BELGIOIOSO Il Taiji Festival è un importante raduno italiano delle scuole di stili interni organizzato dal PWKA Club Italia. Si svolge all'interno della mostra Officinalia nel parco del Castello di Belgioioso (PV) e vede la presenza di numerosissimi appassionati e scuole che partecipano da tutta Italia. Quest'anno BUDO INTERNATIONAL si è recata, nella persona di Nicola Pastorino, sul posto per riportare l'evento intervistando alcuni dei Maestri partecipanti.

p. 14 TAI CHI CHUAN Tutti gli appassionati di Kung Fu Cinese avranno sicuramente sentito numerose leggende sui famosi maestri del passato e sulle loro mirabolanti gesta al di là delle leggi della fisica. Quante volte ho alimentato la mia fantasia e scaldato il mio cuore ascoltando i racconti del Sifu Cangelosi che ci narrava storie su personaggi quasi mitologici come ZHAN SAN FENG o TUNG HAI CHUAN, o del suo maestro FU HAN TUNG; persone in grado di proiettare la propria energia fuori dal corpo fino a colpire le persone con forza incredibile a distanza.

p. 44 ARTS MARTIAUX RUSSES HUNG GAR KUNG FU Il primo passo della “crescita” nella formazione tradizionale dell'Hung Gar Kung Fu viene vissuto dai praticanti con l'apprendimento della forma principale del sistema, la Gung Gee Fook Fu Kuen, o “Conquistare il Movimento della Tigre”.

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Dmitri Skogorev, l'autore, è uno dei grandi delle Arti Marziali russe; dietro quegli occhi da lupo, c'è un Maestro delle Arti Slave, uno che viaggiando in tutto il mondo ha portato a conoscenza dei metodi rivoluzionari di concepire il combattimento, che si svilupparono nella vecchia Unione Sovietica.

Direttore editoriale: Alfredo Tucci, e-mail: budo@budointernational.com. Facebook: http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia. Traduttor: Leandro Bocchicchio, Marcos Bava. Pubblicità e Redazione: Nicola Pastorino, e-mail: budoitalia@gmail.com Hanno collaborato: Don Wilson, Yoshimitsu Yamada, Cass Magda, Antonio Espinós, Jim Wagner, Coronel Sanchís, Marco de Cesaris, Lilla Distéfano, Maurizio Maltese, Bob Dubljanin, Marc Denny, Salvador Herraiz, Shi de Yang, Sri Dinesh, Carlos Zerpa, Omar Martínez, Manu, Patrick Levet, Mike Anderson, Boulahfa Mimoum, Víctor Gutiérrez, Franco Vacirca, Bill Newman, José Mª Pujadas, Paolo Cangelosi, Emilio Alpanseque, Huang Aguilar, Sueyoshi Akeshi, Marcelo Pires, Angel García, Juan Díaz. Fotografi: Carlos Contreras, Alfredo Tucci.


“L'uomo onesto non teme la luce né l'oscurità”. Thomas Fuller

gni vero risveglio spirituale arriva con lo stesso volto, quello di sorpresa. È divertente come "a toro passato" si contano le cose; le leggende sono forgiate dalla mano della memoria selettiva del protagonista, mentre il resto del mondo che convive con quest'opinione, con questa stessa lunghezza d'onda, s'incarica di forgiarla a mito. Immaginiamo sempre le epifanie dei grandi uomini della storia come un momento culmine: concentrati e raccolti in se stessi ... coscienti di come l'arrivo del destino tocca magicamente il loro spirito. La vera immagine di questo momento somiglia più al viso che uno ha quando si alza, con l'occhio gonfio e la cispa in resta ... storditi, assenti e disorientati. L'età dà a uno la capacità di riconoscere quei momenti come sono, non solo in se stesso ma anche negli altri, perché per fortuna, gli anni, mentre mettono gli occhiali al fisico, li tolgono allo spirituale. Lo spirituale, quando vero, dista molto dall'essere prosaico, ma per noi Occidentali, eredi di una cultura giudaico cristiana e che siamo stati educati nella morale costruita in funzione del concetto del bene e del male (per lo più con uso ambivalente), il volto di sorpresa è sempre volto di stupore. Due sono le principali ragioni perché questa costante non fallisce: la prima, l'assoluta ignoranza, l'aver sostituito l'esperienza diretta, come base della costruzione dello spirituale, con la fede. La seconda: l'ottimismo spirituale che sgrana ogni "salvazionismo” ... perdonate il neologismo; si dice delle religioni delle quali, a uno toglie le castagne dal fuoco, le azioni eroiche di un intermediario". Il "salvazionismo" relega la responsabilità propria del risveglio e della vita stessa sulla base di due premesse: "fai come ti dico e tutto andrà bene", e "non ti preoccupare a pensare, l'ho già fatto io per te". L'ottimismo spirituale sorge irrimediabilmente dalla morale del bene e del male: io tolgo il male e resto con il bene ... e il gioco è fatto. Stupendo! Facile! Tanto facile come il "fai da te", ma qui, come in quei puzzle di seconda mano, quando si montano, manca sempre qualche pezzo... Uno dei problemi del bene e del male è che i pezzi s'incastrano ai nostri occhi perché vogliamo incastrarli, abbiamo bisogno di incastrarli! La verità è ben diversa: tutto il bene di qualcuno è il male per un'altra persona; se io compro in una macelleria, sto pregiudicando l'altro togliendogli la sua opportunità. È inevitabile: quando favorisci uno, smetti di favorire molti. Come vedete perfino facendo "il bene" il male alza la sua testa. La stessa dialettica è applicabile al male, perché il male di qualcuno, sarà sempre il bene di altri. La natura nel suo impeccabile divenire l'insegna costantemente, con la sua silenziosa implacabile e onnipresente legge nella quale ogni vita si regge sulla morte di qualcosa. Direte voi: e allora, senza morale che cosa può orientare e dirigere le nostre vite? Domandarsi è senza dubbio il principio di ogni risveglio. Dubitare ci mantiene all'erta ... il viso di stupore è in fin dei conti un segno di essere sulla

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“L'ombra non esiste; quello che tu chiami ombra è la luce che non vedi”. Henri Barbusse

buona strada. Mettere in discussione la natura delle cose non è un esercizio spurio, è la base per l'indispensabile trasgressione che precede ogni epifania. Per quanto riguarda il mondo spirituale non è diverso, tuttavia il carico della nostra morale è tanto forte che finiamo per trasportare le sue tare perfino nei nostri cambiamenti di scenario. Le religioni "nuova era" forgiate in Occidente, disperdono anche quel soffio di semplicismi ed di ottimismo antiquato che ereditiamo del passato. Da un'altra ottica e più in là del religioso, queste altre forme di "religioni moderne" basate sulla morale del solidale e che tanto influiscono sui più giovani, zoppicano dalla stessa zampa. Risvegliare la verità è contrapposto al semplicismo morale, ma credimi, quel viso che riconosco nei miei amici ogni volta che si accende una luce, è tutto un poema. Storditi, scioccati si domandano che sta succedendo, perché il mondo non è come credevano che fosse e sempre, inevitabilmente, sorge la tentazione di fare un passo indietro, perché amiamo il conosciuto in modo tale che perfino davanti all'assoluta constatazione del nostro errore, vogliamo aggrapparci ad esso. Ogni risveglio è un salto nel vuoto dell'ignoto e per tanto che l'occulto possa attrarci misterioso con la magia del suo incantesimo, temiamo l'oscurità che lo avvolge fino a tal punto che molti, arrivato il momento di aprire gli occhi scelgono la ritirata. Le memorie popolari sono piene di proverbi che sostengono questa verità come quello di “vale più il cattivo conosciuto che il buono da conoscere " o "vale più un uccello in mano che cento che volano" ecc... L'anticonformismo è la forza motrice dell'evoluzione e l'ambizione del sapere l'unica positiva; castrati da una cultura "buonista", da una morale sempre semplicista, gli occhi dello spirito non possono guardare e vedere quello che "è" bensì quello che piacerebbe che fosse. Ricostruire la nostra visione è un processo che si può fare solo in "manuale", perché l'automatico si alimenta dall'inerzia e, per seguire con i detti...”la capra tira al monte” (proverbio spagnolo che sta per: si tende a fare sempre ciò che si ha imparato da bambini, o quello che ci è stato insegnato, o quello che si è abituati a fare. n.d.t.- dicho español para: uno siempre hace lo que ha aprendido de pequeño, o lo que le han enseñado, o lo que esta acostumbrado a hacer - n.d.t.) La natura della mente è semplificare, automatizzare, ripetere e risparmiare energia. La mente è parsimoniosa fino a cancellare i fotogrammi delle nostre palpebre mentre si chiudono! (o qualcuno di voi si rende conto e vede nero quando succede? Ah! ora si li vedi?... Ingannevole mente!) Ogni ardore consuma tonnellate di energia, ogni "illuminazione" si basa su questo sperpero enorme che significa l'atto del rendersi conto. Ma voi, cosa preferite? Guardare e vedere? O inventare la realtà? Tutto ha un prezzo e nell'evoluzione spirituale non è diverso; ogni risveglio è un naufragio di ciò che siamo e implica necessariamente un momento di stupore, uno di dubbio e un altro di disorientamento.


Foto della copertina per cortesia di Michael Tudela

http://www.facebook.com/BudoInternationalItalia

Traduzione: Chiara Bertelli

Una volta oltrepassata questa soglia, gli occhi si abituano alla penombra, la grotta non risulta essere così buia come pensavamo e, tra le ombre distinguiamo con gioia le sagome amiche di altri che prima di te hanno osato entrare, fratelli che allungano la loro mano, sorrisi caldi, mani calde e generose, perché niente unisce tanto quanto i vissuti estremi, e nulla è più estremo di morire a ciò che siamo per lasciare nascere ciò che ancora non siamo. Come il verme, nella nostra metamorfosi costruiamo il bozzolo della nostra descrizione del mondo, per poi, sia coscientemente sia inconsciamente distruggerlo e rinascere come farfalle. Il mondo spirituale, come il mondo fisico, non è quello che vogliamo che sia, bensì quello che è. Ogni tipo di forza, energia, consapevolezze e tensioni compongono un mare magnum intessuto in cappe rette dalla loro stessa natura, mutevoli, ambigue, armonizzate o in conflitto. Per questo, ogni cammino di apprendimento, ogni mappa ereditata, per tanto raffinata che sia, esige di essere usata da uno spirito inquisitivo ma aperto; il quale a niente crede, ma niente nega; vestito con l'umiltà di chi ignora, ma investito della determinazione di un generale. No, non è per niente facile guardare per vedere e mantenere la necessaria lucidità affinché nei meandri della mente non si perda il Nord di ogni fiume ... per arrivare al mare. Alla fine, non c'è saggezza spirituale alcuna che si regga sulla caparbietà di qualsiasi dottrina costruita da uomini. È e sarà sempre necessario che ogni individuo si svegli guardando le cose di fronte, e quel giorno, quello della sua epifania, cisposo e spaventato, di sicuro non avrà il viso che tutti diamo al paradigma del saggio. Stupore, sorpresa, stordimento, sono più segni di crescita spirituale che nessun altri.

Alfredo Tucci est General Manager de BUDO INTERNATIONAL PUBLISHING CO. Email : budo@budointernational.com


Bruce Lee

La Nascita di un Mito Il Furore della cina colpisce Ancora, debutta in Occidente Al gior no d'oggi riusciamo ad accettare molte cose nel nostro vivere quotidiano, soprattutto i più giovani, come se ci avessimo convissuto da tutta una vita. D'altronde, mezzi tecnologici di uso comune come i computer, i portatili, Inter net, telefoni cellulari, video conferenze, ecc., fino a poco tempo fa non erano conosciuti ne utilizzati e nonostante ciò, adesso sono strumenti imprescindibili per il lavoro e il tempo libero della maggior parte della gente, special modo dei giovani. Quando tentiamo di spiegare com'era la nostra esistenza prima di tutto questo, ci guardano come se provenissimo dalla preistoria. Se estrapoliamo il concetto e lo applichiamo al tema delle Arti Marziali, succede lo stesso, sembra che siano parte della nostra vita da sempre, ma non è proprio così; fino alla fine del 1973 queste non si diffusero in maniera definitiva nel nostro paese. In Europa e negli Stati Uniti erano conosciute già da mesi mentre in altri paesi erano divenute familiari da circa un annetto. La loro divulgazione fu possibile grazie alla serie “Kung Fu”, basata su un'idea originale di Bruce Lee e soprattutto ai film dello stesso attore, diventato così un'icona inconfondibile dell'epoca, immagine e ambasciatore indiscutibile delle Arti Marziali in tutto il mondo. Quanto leggerete di seguito è la nascita di un mito e tutto quello che ne conseguì. Questa è la sua storia. Nello sforzo di essere imparziale, mi sono imbarcato in questo “viaggio nel passato” insieme a Francesc Fernandez, uno dei tanti che lo ha vissuto a sua volta. E questo è il risultato.

Il “Prima” Nel 1973 le pellicole occidentali facevano furore quando venivano proiettate e se avevano dell'azione i cinema si riempivano. In esse vi erano certi aspetti o denominatori in comune: I protagonisti, quando combattevano, tiravano pugni con grandi traiettorie circolari, mescolando un po' di pugilato e rissa di strada. A malapena si vedevano schivate, addirittura c'era uno scambio di colpi, con l'intento di vedere chi era il più forte o chi resisteva più a lungo; non si schivavano i colpi, questo

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si faceva solo con i “bifolchi”. Ovviamente, partendo da queste premesse, i più corpulenti e forzuti finivano sempre col prevalere, gli eroi dei film dovevano ingegnarsi con strategie e trucchetti per vincere contro i più forti. Normalmente gli scontri erano uno contro uno, era considerata un infamia attaccare due alla volta un unico avversario. I più vili e detestati erano gli attacchi alle spalle, con un coltello, o con una bottiglia rotta. Quando spuntavano questi oggetti, il pubblico entrava in apprensione e l'eroe, per la sua destrezza o per un colpo di fortuna, usciva vincitore da quelle situazioni, anche se sappiamo tutti che questa è una chimera. Cosa si poteva fare davanti ad un attacco con arma bianca? In qualsiasi scena quando il protagonista veniva attaccato da molti avversari, veniva inevitabilmente neutralizzato e fatto prigioniero. Cosa poteva fare di fronte a un attacco di numerosi aggressori? Questi erano i canoni che vigevano in ogni produzione cinematografica di quegli anni…

“Il Dopo” Arrivano le Arti Marziali.. Il 21 Ottobre del 1973, fu annunciato dalla Televisione Spagnola l'episodio pilota di una nuova serie intitolata “Kung Fu”. Sarebbe andata in onda, per il suo debutto, la domenica sera e se avesse avuto successo, sarebbe stata messa in palinsesto al sabato sera, ovvero, nella fascia oraria di maggior ascolto, che era riservata ai migliori programmi e alle serie tv dell'epoca. Durante gli annunci si vedeva un “cinese” (tutti gli orientali erano cinesi) che faceva stranissimi movimenti e si estraeva un coltello come se niente fosse. Gior ni prima della sua trasmissione, tutti i giovani e non solo,

parlavano della serie. In tutte quelle conversazioni veniva fuori la stessa domanda: Cos'è questo Kung Fu? Si pensava che fosse il nome del protagonista, ma il 28 Ottobre del 1973, data della sua prima messa in onda, tutti i dubbi furono dissipati, quello era il nome del “karate cinese”. Fosse quello che fosse, fu una sorpresa per grandi e piccini e non lasciò nessuno indifferente, catturando l'attenzione di tutti tanto per il modo di combattere, che per i suoi contenuti filosofici. Era di grande impatto, non si era mai visto nulla di simile. Il giorno seguente e in quelli a venire, tutti i

Testo: Francesc Fernández & Pedro Conde


ragazzini di quartiere e i giovani imitavano le posizioni e i colpi della serie. In una settimana, i bambini non giocavano più a indiani e cowboys, nemmeno ai Romani, con bastoni che simulavano le spade; al loro posto, eseguivano strane posture, spiccavano salti, tiravano calci e colpivano a mano aperta. La serie divenne un fenomeno sociale in Spagna, fu premiata con un Tp De Oro (Il TP de Oro è un premio spagnolo, organizzato dalla rivista Teleprograma, ndt) al miglior attore straniero, il compianto David Carradine, e si guadagnò simili riconoscimenti anche in altri paesi…

Secondo i dati da noi raccolti, nel vecchio continente fummo i primi a vederla. In Francia avrebbe debuttato il 13 Aprile del 1974, in Belgio il 24 Novembre, in Olanda il 13 Dicembre, in Germania il 27 Settembre 1975 e in Italia nell'Aprile del 1975. “Kung Fu” era un serial tv statunitense, fu premiato varie volte con l'”Emmy Award”, tra cui quello per la miglior regia e ricevette numerose nominations in diverse categorie anche ai “Golden Globe”. Prodotto dalla Warner Bros e trasmesso dalla catena televisiva ABC tra il 1972 e il 1975. Venne creato da Ed Spielman, con sceneggiatura del co-produttore

Hermann Miller, diretto da Jerry Thorpe e con una musica, che buona parte di noi canticchiava, composta da Jim Helms. Comprendeva un episodio pilota, oltre a 62 puntate di 50 minuti di durata, che furono trasmesse nell'arco di tre stagioni. L'episodio pilota venne trasmesso negli Stati Uniti il 14 Ottobre del 1972, dove inizialmente s'intitolava “The Warrior”. La serie raccontava le avventure di un solitario monaco cinese Shaolin, chiamato Kwai Chang Caine (interpretato da David Carradine da adulto, da Keith Carradine da giovane e da Radames Pera da bambino), che viaggiava

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Reportage

attraverso il selvaggio West americano usando come unica arma la sua abilità nelle Arti Marziali e la forza interiore della sua filosofia di vita, il Taoismo. Il suo proposito era di incontrare il fratello da parte di padre, Danny Caine, e cominciare una nuova vita in famiglia. Kwai Chang Caine fu obbligato a fuggire dalla Cina dopo aver ucciso accidentalmente il nipote dell'Imperatore. Poco a poco, dal momento che stavamo vedendo alcuni episodi, ci si rese conto che nei cinema stavano proiettando dei film di “Kung Fu”, dove in alcuni si combatteva con le spade mentre in altri lo facevano a mani nude. Nonostante queste “piccole” differenze, entrambi avevano un comune denominatore: l'incredibile successo al botteghino. Per la critica cinematografica era nato un nuovo genere, quello dei film di “karate” prima e che dopo un po' di tempo vennero catalogati e definiti di “Kung Fu”. Ai suoi albori, questo cinema fu una vera sorpresa, la novità di ciò che non si era mai visto sino ad allora. Tuttavia c'era il pericolo (dovuto al successo iniziale) che diventasse una moda passeggera, mancava “ancora qualcosa”, doveva sbocciare del tutto, esplodere… Seguendo il percorso che portò lo “Spaghetti Western” a trasformarsi in un genere riconoscibile, doveva ancora arrivare il film definitivo, quello di riferimento, quello che avrebbe prodotto l'impulso finale, che sarebbe arrivato al grande pubblico e sarebbe stato riconosciuto da appassionati e seguaci del genere. Come avrete immaginato, mi sto riferendo a quella che viene considerata come “l'opera simbolo” del genere, almeno di quel momento e per molti anni, “I tre dell'Operazione Drago” (1973), prodotta non


a caso dalla Warner Bros, la stessa che finanziò il serial “Kung Fu”. In effetti, questa pellicola che uscì nel nostro paese il 9 maggio del 1974, segnò un prima e un dopo nel genere appena

conosciuto qualche mese addietro sui nostri schermi insieme a “Il furore della Cina colpisce ancora”, anch'essa con protagonista l'artista marziale più carismatico di tutti i tempi, Bruce Lee.

C'è sempre un punto di svolta in un genere cinematografico, i più nascono da un'opera simbolo alla quale seguono molte altre che sfruttano la sua scia e aspirano a superarla. Altri si trasformano


in mode che arrivano al punto di maturazione con la loro opera “magna”. Come dicevo in precedenza, il filone delle Arti Marziali o di “Kung Fu” percorre una strada molto simile a quella dello “Spaghetti Western”. Nel caso che ci riguarda, arrivò per primo sui nostri schermi “Il furore della Cina colpisce ancora”, che fu la novità, l'inizio del genere e in ogni caso non ebbe un'accoglienza molto calorosa, aldilà dei giovani che rimasero stupiti da ciò che non avevano mai visto, le Arti Marziali. Anche se avevano già dei riferimenti circa gli argomenti del loro genere preferito fino a quel momento, il “western violento”, queste gli offrivano qualcosa in più. Tutto ciò non comportò un passaggio “traumatico” per scegliere un genere o l'altro, anche se per l'ansia di conoscere qualcosa di nuovo, le Arti Marziali, la gioventù si riversò su di esse non solo andando al cinema, ma riempiendo i pochi dojo che c'erano all'epoca. Con l'arrivo de “I 3 dell'Operazione Drago”, si ebbe un salto di qualità nel genere, che si assestò e si estese al grande pubblico. Fu l'esplosione, il punto di partenza per tutti coloro, non solo per il cinema, che aldilà dei film si sentivano attratti dalle Arti Marziali orientali.

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Entra in scena il Drago La questione, aldilà di come furono definiti questi film, è che tanto le serie quanto le pellicole, rivoluzionarono ogni cosa; moltitudini di persone volevano imparare quei sistemi di combattimento e parecchi furono stimolati a conoscerne le relative filosofie. Tra le serie e i pochi film allora in programmazione, un cinese cominciò presto a mettersi in evidenza su tutti gli altri; chiunque lo vedeva rimaneva attonito e sbalordito dall'abilità di quel maestro, “campione di tutte le specialità del combattimento”, il quale sin da ragazzino, aveva iniziato ad allenarsi nel tempio di Shaolin. Un prodigio nell'arte del combattimento, mai visto prima ad ora, il suo nome era…Bruce Lee, protagonista de “Il furore della Cina colpisce ancora”. Questi erano i commenti dell'epoca: “Curioso titolo per un film di Hong Kong, con protagonista un cinese esperto di “Kung Fu” e girato in Thailandia”

Oggi come oggi, sarebbe totalmente ridicolo e incoerente, ma senza dubbio allora era un titolo assai azzeccato. Nella 26° edizione del Festival di Cannes che si celebrò dal 10 al 25 maggio del 1973, la casa di distribuzione Cathay Films Ltd. che annoverava soprattutto le produzioni della Golden Harvest, presentò il suo catalogo. E' opportuno sottolineare che la Cathay aveva aperto da poco tempo una sua rappresentanza in Europa, precisamente al 129/131 di Oxford Street a Londra, che in quel momento era la Mecca dei seguaci di Bruce Lee e delle sue pubblicazioni, per acquisire materiale grafico e varie informazioni. Sebbene fosse poco quello che si poteva reperire in quegli anni, quando sul “Piccolo Drago” si facevano soprattutto un sacco di congetture, ella contribuì a fornire informazioni preziose. Coloro che videro i film rimasero stupiti da un nuovo modo di fare cinema. Da un punto cinematografico queste pellicole mancavano di molte cose, indubbiamente divertivano e piacevano a tutti gli spettatori questo si, ma mai nessun critico si espresse positivamente nei loro confronti. Nonostante ciò le produzioni, dato il basso costo dei diritti di distribuzione, si

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Reportage affrettarono a comprare alcuni titoli, tra questi “Hapkido”, “The One-armed Boxer” (“Con una mano ti rompo, con due piedi ti spezzo” ndt.), “Beach of the War Gods”, “The Big Boss” (“Il furore della Cina colpisce ancora” ndt.), “Fist of Fury” (“dalla Cina con furore” ndt.), ecc.. Al concorso cinematografico accorsero diversi distributori spagnoli, nella fattispecie Incine che acquistò i diritti di due pellicole che avevano battuto i record d'incasso in Oriente ed entrambe con protagonista un tale Bruce Lee. Decisero di doppiarle e di far uscire la prima che era stata girata. Siccome nessuno sapeva granchè di quello stile di combattimento, la distribuzione Incine intitolò il film con qualcosa che in teoria tutti conoscevano e potevano identificare e accostare a quei movimenti sconosciuti, perciò lo chiamò “Karate a muerte en Bangkok”, che debuttò a Madrid il 6 Aprile del 1973 e a Barcellona due settimane dopo, precisamente il 21. Questo vuol dire che Bruce Lee arrivò nel nostro paese prima della serie “Kung Fu”. Il film aprì “la stagione” di questo genere, ottenendo inizialmente una tiepida accoglienza, ma nei mesi successivi fu un enorme successo al botteghino. L'incasso complessivo della pellicola fu di 323.522 euro e fu vista da 1.340.560 spettatori. Nel 1981 la casa distributrice Ados Films se ne assicurò i diritti e lo ripropose nelle sale incassando quell'anno 612.890 euro per un totale di 694.192 spettatori. Da quel momento, con l'intenzione di ottenere lo stesso successo, altre distribuzioni inclusero nei titoli delle loro produzioni il termine identificativo “Karate”. Più tardi sarebbe cambiato con “Kung Fu”, ma prima di allora uscirono una ventina di lungometraggi del genere con il vecchio attributo. La cosa rilevante era che con la messa in onda del serial “Kung Fu”, la popolarità delle Arti Marziali andava “in crescendo” settimana dopo settimana e aumentava l'interesse degli spettatori verso di loro. Logicamente tra i vari esperti e maestri ce n'era uno che spiccava su tutti, Bruce Lee. Chi aveva avuto l'opportunità di vederlo in azione, ne parlava con grande enfasi ed esaltazione. Tutti imitavano i suoi gridolini, le posizioni e emulavano i suoi colpi, chiunque sognava di combattere come lui. Passò un bel po' di tempo prima che “Il furore della Cina colpisce ancora” fosse tolto dalle sale che lo proiettavano a Madrid e Barcellona, specialmente in doppia programmazione, per passare ai cinema di periferia, che erano quelli in cui era consentita l'entrata ai minorenni. Finalmente, anche coloro che stanno scrivendo questo articolo poterono entrare per ammirare quel fantastico Guru, all'inizio però…che delusione e impazienza..! No smettevano mai di parlare e Bruce Lee con combatteva!! Sono sicuro che tutti avevano pagato il

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biglietto per vederlo in azione: sarà v ero tutto quello che dico no e des criv o no di lui? Quel mo mento sembrava non arrivare mai, la prima parte del lungometraggio sembrava int erminabile, ma alla fine, nella fabbrica di g hiaccio , co mincia a combattere e…effettivamente, nessuno aveva esagerato una virgola su di lui, era veramente fantastico, nessuno gli era lontanamente paragonabile vederlo lo tt are, ti las ciav a s emplicemente esterrefatto e ipnotizzato. Quel modo di combattere era indescrivibile, aldilà del fatto che aveva un carisma speciale, qualcosa che catturava le masse, era necessario vederlo per crederci, era qualcosa che non si poteva raccontare, s o lo v iv ere. Co me des criv ere quell'abilità marziale, quel talento e il mag net is mo che irradiav a? Co me parag o nare Bruce Lee a Dav id Carradine o a quei “cinesi volanti” che apparivano sul grande schermo? Se dopo 40 anni ancora non ci sono stati degni successori, come paragonarlo ai protagonisti delle prime pellicole di “Karate” che uscirono? Non è che fosse ad anni luce da loro, non si po t ev a s tabilire un metro di comparazione semplicemente perché non esisteva… Quel grado di maestria non aveva pari con nessun altro attore o maes tro , era arte in mo v imento elevata alla perfezione assoluta.

Nasce il Mito Bruce lee con appena un solo film, polverizzava tutti i clichè che esistevano allora nell'arte del combattimento in occidente, al punto che, a tutti livelli, si può parlare di un prima e di un dopo. Esagerato? Per i più scettici, basterà dare un' occhiata retrospettiva al livello cinematografico tra il “prima” e il “dopo” la comparsa di Bruce Lee. Precedentemente all'arrivo del “Piccolo Drago” il concetto di lotta era ridotto a una serie di colpacci di destro-sinistro, tipo John Wayne o Bud Spencer & Terence Hill. Erano i tempi in cui solo grandi supereroi potevano mettere ko con un solo colpo degli avversari più piccoli, naturalmente. All'improvviso appare Bruce Lee e stravolge tutto ciò con un film, per alcuni, con con due…Incredibile no? In quegli anni era impensabile che si potessero utilizzare le gambe per qualcosa di più che una corsa o come in certi casi, per finire con un calcione qualcuno che era a già terra. Vedere Bruce Lee disarmare un avversario armato di coltello con un calcio, ebbe un incredibile impatto su migliaia di persone. I fotogrammi di quei combattimenti rimasero impressi negli occhi di folle di spettatori. Suppongo che tutto questo possa sembrare esagerato ai giorni nostri, ma se questo modo di combattere stupì in Oriente, come non poteva farlo qui in

Occidente? Ricapitoliamo. Quando uscì “Il furore della Cina colpisce ancora” (“The big Boss”) il 31 Ottobre del 1971 a Hong Kong, Bruce Lee sbalordì il pubblico in generale e i critici in particolare, a dispetto del fatto che nella Colonia Britannica le Arti Marziali erano decisamente familiari. Per la cronaca, dopo l'apoteosi del successo della prima di Hong Kong, “Il furore della Cina colpisce ancora” uscì contemporaneamente in 16 sale, qualcosa di veramente incredibile e sorprendente a quel tempo, soprattutto per una produzione locale, battendo tutti i record dal primo giorno di proiezione, incassando 372.000 dollari di Hong Kong in una sola giornata, con il tutto esaurito in ogni sessione. Passando alla storia per riuscire ad incassare oltre un milione di dollari in tre giorni, diventando rapidamente (19 giorni) il film campione d'incassi di tutti i tempi a Hong Kong, superando il precedente di 800.000 dollari. Alla fine della sua permanenza nei cinema di Hong Kong, arrivò alla cifra di 3.197.416 dollari. Non fu un caso isolato, in altri paesi del sud est asiatico, come Malesia e Singapore, avvenne la stessa cosa. Giunti a questo punto, se in Oriente, dove le Arti Marziali erano di casa ed essendo abituale l'uso dei calci in combattimento, Bruce Lee sorprese esperti e neofiti per la sua abilità, (ricordiamo che nello scontro finale egli porta tre calci in sequenza, per questo la stampa specializzata lo soprannominò “Li Sanjio” “le tre gambe di Lee”) come non potevano stupirsi i “laowai” (“occhi rotondi” in cinese) o meglio, gli occidentali. La sua abilità non la mostrava solo con i suoi calci, ma ci lasciava esterrefatti anche il modo di portare i pugni, che erano imparabili e devastanti. Infine quella maniera di muoversi che nel suo insieme era indescrivibile, ineguagliabile. Che effetto avrebbe potuto avere in occidente dove non conoscevamo le Arti Marziali? Come paragonare Bruce Lee agli altri attori cinesi, quando questi, per tirare un calcio al viso, avevano bisogno di girare svariate scene? In qualsiasi produzione dell'epoca si può apprezzare che prima venivano ripresi in posizione di guardia, dopo quando iniziavano il movimento e infine si utilizzava un vecchio trucco per esaltare la loro abilità, che consisteva nel mettere in ginocchio la persona che riceveva il calcio e in seguito riprendere il piede dell'attore che lo colpiva in faccia. Significa che per registrare il calcio erano necessari diversi piani di ripresa. In compenso, con Bruce Lee le scene erano lunghissime, con una notevole successione di tecniche differenti filmate da un piano generale, dove non era possibile utilizzare alcun trucco. Tale capacità, impensabile con le gambe, era comparabile a quella dei suoi pugni. Alla fine, nel suo insieme era qualcosa di inenarrabile e il pubblico, nonostante non sapesse niente di arti da


combattimento, percepiva e apprezzava il realismo delle scene del “Drago”. Bruce Lee semplicemente sorprendeva e impressionava lo spettatore, che mai aveva assistito a qualcosa del genere sullo schermo, nemmeno lontanamente, per cui non deve meravigliare nessuno che facesse milioni di proseliti in tutto il mondo. Senza distinzione di razza o religione, tutti cedevano all' “influsso” del “Drago”, chiunque aspirava a lottare e ad essere come lui. Così tanti giovani e meno giovani accorsero in massa nelle palestre o nei dojo più vicini a casa, impegnandosi e trovando la propria strada in scuole o stili differenti. All'inizio, nel nostro paese si praticava solo Karate e Judo, ma poco a poco, arrivarono altre Arti Marziali, cominciando ad offrire una certa varietà di discipline. Ricordo ancora, nei fine settimana, quando mi recavo ad

assistere ad alcune competizioni o ancora quando andavo ad allenarmi nel recinto della casa di campagna, dove mi trovavo con molti ragazzi, oggi stimati maestri, che sognavano di ripetere le gesta di Bruce Lee. Persone con le quali abbiamo condiviso l'uscita dei film o con cui ci si trovava al Rastro (Mercato Pubblico) di Madrid in cerca di riviste o libri per ampliare le nostre conoscenze. Era un'epoca in cui non c'era praticamente nulla e tuttavia c'era una gran richiesta. Peccato non esistesse ancora Internet!!! Disgraziatamente oggi alcuni di questi personaggi soffrono di amnesia e non ricordano che collezionavano e emulavano il loro eroe…non mi meraviglia, essendo nella via del “Do” come potrebbero ricordarsene? D'altronde noi “altri”, anche se siamo “cresciuti” e percorriamo “rotte”

separate, non ci dimentichiamo delle nostre radici e dell'uomo che cambiò le nostre vite. E' possibile che i nostri attuali percorsi siamo distinti, ma è indiscutibile che se c'è stato possibile intraprenderli, lo dobbiamo anche a Bruce Lee, icona e mito indissolubile delle Arti Marziali e piaccia o no, dopo 40 anni dalla sua scomparsa, il suo “trono” continua ad essere vacante. Al di la di tutto mi pare un'ingratitudine, perché chi conosce bene il passato può migliorare il futuro, per lo meno da parte mia non riconoscere che a livello marziale e persino a livello personale, ciò che sono e dove sono arrivato lo devo a Bruce Lee, o per dirla tutta: grazie alla serie “Kung Fu”, grazie ai suoi film ho potuto conoscere le Arti Marziali, per tutto questo, grazie “Piccolo Drago”, ovunque tu sia..

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Scuola NUOVO ORIZZONTE

Il Taiji Festival è un importante raduno italiano delle scuole di stili interni organizzato dal PWKA Club Italia. Si svolge all'interno della mostra Officinalia nel parco del Castello di Belgioioso (PV) e vede la presenza di numerosissimi appassionati e scuole che partecipano da tutta Italia. Quest'anno BUDO INTERNATIONAL si è recata, nella persona di Nicola Pastorino, sul posto per riportare l'evento intervistando alcuni dei Maestri partecipanti. La cornice suggestiva di un parco settecentesco e la compagnia di una trentennale mostra di cibi biologici ed artigianato etico, spalleggiano il festival di TAIJI garantendo un buon afflusso di persone. L'area dove avvengono le attività del festival è delimitata da una serie di Gazebo in una porzione del grande prato, punteggiato da secolari magnolie e da una interessante raccolta di sculture esotiche. Purtroppo la vicinanza della enorme fiera del Festival dell'Oriente svoltasi a Milano ha sicuramente levato risorse a questa iniziativa mirata esclusivamente agli stili interni di KUNG FU Cinese, difatti la partecipazione sembra essere in flessione rispetto alle precedenti edizioni. Il previsto torneo di TUI SHOU purtroppo non ha avuto luogo, mentre la gara di forme, ed il resto delle attività si sono svolte r egolarmente. Al mar gine dell'ar ea tr oviamo una piccola tensostruttura che ha ospitato interessanti dibattiti e convegni, come ad esempio quello tenuto dal Maestro Massimo Mori, al quale ho potuto assistere personalmente, sul suo progetto OSTEOTAO e l'interessante ricerca sugli effetti benefici della pratica del TAIJI sull'invecchiamento naturale o patologico delle ossa. Purtroppo non sono riuscito ad intervistare i responsabili delle Scuole IWKA di Napoli ed ELICOIDES del M° Enzo Simeoni e della M° Monica Architetto. La scuola era presente solo il 1 maggio con 80 persone , hanno presentato lo Swordfencing che è un particolare esercizio sviluppato dal Maestro Ken Van Sickle della Scuola Chen Man Ching. Riporto ora qualche breve opinione rilasciata da alcuni dei partecipanti e le relative foto che narrano meglio l'atmosfera della manifestazione. Testo: Nicola Pastorino

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Maestro Walter Lorini PWKA M° W.L. - Questo è il diciassettesimo anno che siamo qui al castello di Belgioioso, è un'idea che ho avuto con i miei istruttori un po' di anni fa per cercare di far uscire tutte le scuole allo scoperto e quindi rendere visibili anche stili che erano relegati soltanto all'interno della propria scuola, validi ma non sempre conosciuti dal grande pubblico. Siccome c'era la fiera Officinalia, che facevano già da prima del Tai Chi Festival, abbiamo abbinato il pubblico alle nostre discipline marziali e le due cose hanno funzionato; per cui è chiaro che le scuole vengono qua, si fanno vedere, si fanno conoscere, e il pubblico viene..

B.I. -Da fuori città? M° W.L. - Sì, c'è un pubblico abbastanza locale chiaramente però negli anni è venuto pubblico anche da molto lontano, l'anno scorso è arrivato un pullman da Firenze, uno da Trieste, adesso ci sono qui scuole di Terni, di Salerno, l'anno scorso c'era addirittura un pullman dalla Sicilia.. Per cui è chiaro che ogni anno ci sono scuole che vengono e scuole che vanno. Qui in diciassette anni sono passati anche grandi maestri orientali, ChonPing, il maestro Yang Lee, Lui Wee, e molti maestri che erano campioni sono venuti qui, hanno praticato e fatto vedere le loro discipline. B.I. -A livello di apertura mediatica avete avuto occasione di uscire con degli articoli su delle riviste e quotidiani?

M° W.L. -Siccome la gestione del castello è, diciamo così, mediatica, ci sono i cartelloni a Milano e tutto quanto, ogni tanto sono passate le televisioni, la regione Lombardia.. B.I. - Sembra una bella pubblicità per le scuole? M° W.L. - Certo, certo, poi ci sono alcuni anni dove io magari organizzo meglio, altri in cui sono impegnato in altre organizzazioni, per cui certe volte, diciamo così, mi impegno di più. B.I. - Programmi per il futuro del Festival? M° W.L. - Mah, il prossimo anno diventiamo maggiorenni, 18 anni, quindi ci sarà una festa! B.I. - Un debutto in società!

M.° Alfredo De Somma

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nei vari tipi di stile. Sono presenti degli ottimi maestri, poi è chiaro che in Italia i maestri stranieri, cinesi o thailandesi che siano, spesso finiscono per riscuotere un interesse maggiore, ma a parte questo il contesto mi pare favorevole al confronto, alla critica ed alla discussione in genere. Personalmente trovo che gran parte dei Maestri possiede uno spirito di “critica costruttiva”, non quella fine a se stessa voglio dire. Altri purtroppo sembrano meno disponibili in questo senso, forse perché non gradiscono critiche, non lo so, ma devo dire che situazioni del genere, in questo ambiente, si riscontrano molto raramente.

M° Simone Sebastiani ed i suoi allievi

M° W.L. - Si, proprio un debutto in società! E quindi volevo prendere proprio il castello per noi anche per fare una grande festa, oltre al Tai Chi Festival. Vedremo… ne stavo già parlando con il proprietario del castello per fare proprio una festa da debutto in società! B.I. - In che periodo pensi di farla? M° W.L. - Eh, sto valutando perchè qui c'è la fiera e non possiamo farla, per cui devo capire bene quale è il momento in cui è libero il castello.

Maestro Alfredo De Somma dell'associazione SCUOLA MARCO POLO (Salerno) B.I. - Cosa ne pensi di questa edizione? Maestro M° A.D.S. - L'edizione è ottima, perché consente prima di tutto di ritrovare vecchi amici e prati-

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care insieme a loro, cosa che non succede tutti i giorni e poi perché i frequentatori hanno così occasione di conoscere le varie sfaccettature delle discipline interne e per quanto mi riguarda: il Tai Chi stile Yang, stile Chen e relative forme. Quindi è normale che in base alla propria concezione dell'arte marziale, oltre che alle proprie attitudini, una persona può essere attratta da un maestro piuttosto che da un altro. Questo parco è una location ottimale, poi è chiaro che chi arriva dal Sud, come me che viene da Salerno il discorso è diverso, però, ovviamente, giungendo per tempo e meteo permettendo, ci si può ritrovare in una ottima situazione. B.I. - Beh... in questo caso siamo fortunati, non dovrebbe piovere. Maestro M° A.D.S. - Si, per fortuna! Oggi sembra che il cielo sia così e così, ma dovremmo farcela.Devo dire che sto osservando un'ottima qualità riguardo l'esecuzione dei movimenti

B.I. - Questo è senz'altro positivo. Maestro M° A.D.S. - A questo proposito, siamo più o meno tutti d'accordo circa l'importanza di dover dare la massima diffusione a questa disciplina, che d'altronde, in questi ultimi anni, pare aver riscosso un crescente consenso. Dall'ambito di “nicchia” o “new age” sta approdando ad un contesto “medico-marziale” adatto a tutti, a prescindere da quale sia la propria situazione o condizione, oppure per esigenze di recupero fisico piuttosto che per la pratica di altri stili. Il tutto per riscoprire quelle qualità del nostro corpo che altrimenti ci rimarrebbero ignote.

Maestro Simone Sebastiani della scuola SAN BAO di Terni B.I. - Cosa ne pensi del Tai Chi Festival? M.° S.S. - Per noi è il primo anno. Ne abbiamo sempre sentito parlare molto bene di questo Tai Chi Festival, quindi quest'anno ci siamo riusciti a liberare. E' andata bene ci sono diverse associazioni abbiamo conosciuto molta gente e questa è la cosa più importante, più bella, purtroppo c'è stata poca affluenza


Swordfencing

di pubblico questa edizione, per lo meno anche gli organizzatori dicono la stessa cosa, che negli anni scorsi c'era tanta più gente addirittura il triplo, però probabilmente il festival dell'oriente di Milano l'altra settimana ha ovviamente portato via un po' di persone. Però a parte il pubblico, perché insomma non siamo qui tanto per esibirci e basta, e stato interessante praticare e conoscere diverse associazioni, diversi insegnanti e quindi c'è stato uno scambio di conoscenze, ti rendi conto delle differenze delle cose che sono più interessanti e di quelle che lo sono di meno, cose su cui lavorare magari quando si torna a casa, quindi sicuramente un bello scambio. B.I. - Hai dei progetti di tornare di partecipare ancora a questa iniziativa? M.° S.S. - Si, sicuramente si perché ci stiamo muovendo, tendenzialmente la nostra scuola è sviluppata nel centro-sud Italia e invece vorremmo allargarci un po' anche al nord. Abbiamo per fortuna diverse richieste perché noi insegniamo il Tai Chi stile Chen Man-Ch'ing della International Chen Man-Ch'ingTai Chi Chuan Heritage Association, il mio maestro è (WangChinShin) è

allievo diretto del maestro Chen Man-Ch'ing quindi la sua idea e quella di diffondere il Tai Chi Chen Man-Ch'ing in Italia più che si può. Molte persone ci hanno chiesto per e-mail o altro delle lezioni su al nord però purtroppo non abbiamo sedi perchè non abbiamo insegnanti sul posto e quindi vorremo iniziare a fare delle dimostrazioni, delle esperienze anche al nord Italia in modo poi da creare eventuali istruttori e strutture, centri e quant'altro e tra qualche anno vedremo quello che ci riserverà il futuro .

Maestro Aldo Materassi Scuola Lù Ma Gong B.I. - Qualche breve flash o battuta sulla partecipazione…sul festival…su quest'evento… M.° A.M. - Mah…devo dire che nei giorni di festività c'è stata sicuramente più affluenza, i giorni intermedi un po' meno…però abbiamo trovato un pochino più di interesse, proprio sulla pratica del Tai Chi in generale. B.I. - Ah…bene…è la prima volta che siete presenti come scuola? M.° A.M. - No…penso l'ottava o la nona…mi sembra…diciamo che facciamo parte dell'arredamento!

B.I. - Fate parte anche della PWKA? M.° A.M. - Si, siamo associati alla PWKA, perché è la scuola principe del festival, come un po' tutte le scuole, quindi diciamo sia per problemi assicurativi che proprio di gruppo d'insieme siamo legati a loro insomma… B.I. - Perciò, il senso…diciamo la cosa più importante che si può tirare fuori da una situazione del genere? M.° A.M. - Lo scambio di esperienze diverse, perché ogni anno ci sono maestri nuovi, maestri che arrivano dalla Cina e che hanno qualcosa da insegnarci, anche tra di noi maestri riusciamo, come stamattina col maestro De Somma,ad avere un grosso scambio in cui ci sono sempre momenti di crescita a qualsiasi livello, dall'allievo al maestro si può sempre crescere, quest'anno ho avuto proprio dei veri scambi interessanti, per poter avere materiale su cui lavorare fin l'anno prossimo!

Maestro Massimo Mori della Scuola NUOVO ORIZZONTE - Firenze B.I. - Qualche considerazione? M°. M.M. - Dopo molte edizioni del festival di Taijiquan di Belgioioso 17


Le bellezze del parco

si conferma l'importanza di questa manifestazione nata per volere della Professional Wu Shu Kung Fu Association. Non casualmente quest'ultima è nata come club di qualificate scuole di Taijiquan, senza porsi con le finalità di una federazione ma con l'intento di favorire la connessione e il confronto delle migliori Scuole di TaiJi del nostro Paese, presentare famosi maestri d'oriente e d'occidente, e mostrare al pubblico un panorama dove valutare e scegliere l'esperienza da percorrere. B.I. - rispetto alle precedenti edizioni? M°. M.M. - Anche se la crisi generale non risparmia l'edizione di quest'anno del festival rendendo difficile per molti potervi direttamente partecipare, la giusta impostazione iniziale continua a farne, nella bella sede del castello di Belgioioso, un'occasione importante soprattutto come spazio dove è possibile ammirare gli stili e le dimostraStand della SAN BAO

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La scuola Elicoides

Maestra Zhang Chun Li

zioni di moltissime Scuole di Taiji che si esibiscono nella distinzione degli stili e delle caratteristiche di ciascuna. Questa mi sembra la principale cifra del festival di Belgioioso (a cui come Scuola 'Nuovo Orizzonte' abbiamo preso parte in

varie edizioni) al quale, negli anni, si sono affiancate altre iniziative riguardanti il Taiji, con caratteristiche che le differenziano le une dalle altre. Così ad esempio il 'Festival dell'Oriente' si propone da Carrara a Milano come una grande manifesta-

zione fieristica con moltissimi aspetti delle arti marziali orientali e quindi anche del Taiji, segnata in modo determinante da aspetti mercantili, appunto fieristici. Durante le annualità sportive innumerevoli tornei di Tui Shou si susseguono a cura di Scuole, Federazioni ed Enti di promozione sportiva, a volte rivolti solo all'interno dell'organizzazione promotrice, altre aperti ad ogni praticante mettendo in risalto la centralità marziale di quest'arte. Altre manifestazioni negli anni sono state più rivolte a riflessioni culturali, mi riferisco ad alcune edizioni che sono state organizzate tra Bologna e Firenze sotto la titolazione ' Lao Tze incontra Leonardo', progettate dal maestro Flavio Daniele e dal sottoscritto, ed inoltre al convegno 'Entopan' del 2007 promosso da 'Nuovo Orizzonte', che presentava a più voci un'ampia e qualificata revisione dei contenuti culturali del Taiji. Un'altra manifestazione del tutto particolare ma di contenuto quanto mai interessante è stato il convegno su 'Taoismo, Taijiquan e Cristianesimo' organizzato a Bologna dall'Università Teologica dei Domenicani nel 2011. B.I. - Ci sono altre iniziative del genere in Italia? M°. M.M. - Più recentemente a Firenze per ideazione del maestro Nicola Pastorino e mia è stato organizzato il primo meeting 'Pianeta Taijiquan'. Si è realizzata così un'ampia rassegna che ha, in modo equilibrato ed ampio, esemplificato tutti gli aspetti in cui può essere declinato il principio superiore 'Taiji': marziale, culturale, salutistico dando un'impareggiabile visione olistica di un pianeta fantastico, di una pratica da seguire. Con il festival di Belgioioso queste, ed alcune altre che per limiti di spazio e tempo qui non rammento, mi paiono tra le migliori iniziative da frequentare per una pratica consapevole del Taijiquan.

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L'importanza della dialettica Una cosa è certa: chi ha studiato (o studia) con i giapponesi del dopoguerra, si è trovato di fronte (o ci si trova adesso) al serio problema della comunicazione quotidiana. Così è successo a me e penso anche a molti altri. In generale, i giapponesi che “fanno” il cammino tradizionale - sia marziale che culturale - , non sono facili da capire e non li preoccupa farsi capire. Il dialogo non è la risorsa più utilizzata in questo senso. Al giorno d'oggi, intelligentemente, alcuni maestri hanno introdotto la dialettica nel Bugei, come forma di esaltazione di una buona convivenza nell'era della globalizzazione. In origine, “dialettica” significa “l'arte del dialogo”, dalla contrapposizione di idee che portano altre idee. Tuttavia, il concetto di dialettica è stato fatto proprio da diverse dottrine filosofiche e secondo ciascuna di esse, assume un significato ben distinto. Nell'antica Grecia, il concetto di dialettica era equivalente a quello di dialogo, per poi essere riferito, anche se all'inter no del dialogo, a un'argomentazione che faceva una chiaro distinguo tra i vari temi trattati nella discussione. Con Eraclito di Efeso (540-480 A.C. circa), si aggiunge un nuovo aspetto, inglobando il concetto di “cambiamento” e partendo dalla constatazione che attraverso il conflitto tutto si altera. In un frammento della sua opera che è arrivata ai giorni nostri, egli fa un esempio famoso del costante mutamento delle cose: un uomo non può bagnarsi due volte nello stesso fiume poichè nel tempo trascorso tra un'azione e l'altra, sia lui che lo stesso fiume sono già cambiati. Eraclito negava, nella sua teoria, l'esistenza di qualsiasi stabilità in tutti gli esseri. Un altro pensatore dello stesso periodo, Parmenide, diverge da Eraclito affermando che l'essenza profonda dell'essere era immutabile, in quanto il cambiamento era esteriore. Con questa linea di pensiero Parmenide oppone la metafisica alla dialettica, privilegiando la prima. Oltre un secolo dopo, Aristotele reintroduce i principi della dialettica nelle spiegazioni, a quel tempo dominate dalla metafisica. Se da un lato si sostiene la visione dell'essere come equilibrio degli opposti, affermando che allo stesso tempo e nello stesso oggetto non possono coesistere due attributi contrari (a meno che non agiscano in maniera differente o che non si trovino in esso accidentalmente), dall'altro, soppresso il concetto di tempo, niente impedisce a ciò che è di trasformarsi in ciò che non è, in quanto l'essere e il non-essere non sono presenti allo stesso momento. Pertanto, se analizziamo un essere,

ritornando alle sue origini, possiamo accettarne l'essere e il non-essere: il movimento non è un'illusione, un aspetto superficiale della realtà ma un flusso eterno e continuo, una volta stabilito che ogni cosa si genera da principi contrari. Inoltre, nella la definizione di “movimento”, possiamo analizzare differenti aspetti, nel caso sia necessario verificarne la natura: ogni cosa possiede delle potenzialità, essendo il movimento la realizzazione delle stesse, ovvero, potenzialità o possibilità che si trasformano in realtà effettive. Secondo Platone (427 a.C. - 347 a.C.), la dialettica è sinonimo di filosofia, il metodo più efficace per avvicinarsi alle idee specifiche partendo da quelle universali o pure. Per lui, solo attraverso il dialogo il filosofo può cercare di raggiungere la vera conoscenza, partendo dal mondo sensitivo per arrivare a quello delle idee. E' la tecnica del domandare, rispondere e rifiutare, che avrebbe appreso da Socrate (469 a.C. -399 a.C.). Attraverso la scomposizione e l'analisi razionale di un concetto, si giunge a una sintesi che a sua volta deve essere esaminata, in un infinito processo di ricerca della verità. Aristotele (384 a.C. - 322 a.C.) definisce la dialettica come la logica del probabile, dell'evento razionale che non può essere dimostrato. “Probabile è quello che pare accettabile da tutti, o alla maggior parte, o ai più conosciuti e illustri”, dice il filosofo. Il tedesco Emmanuel Kant (1724 - 1804) riprende la nozione aristotelica quando definisce la dialettica come la “logica dell'apparenza”. Per lui, la dialettica è un illusione, in quanto princìpi e verità sono soggettivi. All'inizio del XIX secolo, Friedrich Hegel (1770-1831) descrive la dialettica come un movimento storico spirituale rivolto all'autocoscienza. E' un processo che nasce dalla contraddizione: una tesi iniziale si contraddice ed è superata dalla sua antitesi. A sua volta detta antitesi, che conserva elementi della tesi, viene superata dalla sintesi che combina gli elementi delle prime due in un progressivo arricchimento. Hegel usa questo procedimento per giustificare un'unita tra spirito e natura, conciliando così aspetti religiosi e scientifici. Secondo lui, la storia dell'umanità compie un tragitto dialettico che è contraddistinto da tre fasi: tesi, antitesi, sintesi. La prima va dalle antiche civiltà orientali fino alla nascita della Filosofia in Grecia. Hegel la classifica come obbiettivo, perchè sostiene che lo spirito è immerso nella natura. La seconda viene influenzata dai greci, ma comincia effettivamente con il Cristianesimo e termina con Cartesio. E' una fase soggettiva, nella quale lo spirito prende coscienza e sorge il desiderio di libertà. La terza, o la sintesi

assoluta, ha luogo a partire dalla Rivoluzione Francese, quando lo spirito cosciente controlla la natura e il desiderio di libertà si concretizza nella nascita dello Stato moderno. Karl Marx (1818 - 1883) e Friedrich Engels (1820 - 1895) riformano il concetto hegeliano di dialettica: utilizzano la stessa forma, ma introducono un nuovo contenuto. La chiamano dialettica materialista, perchè il movimento storico, per loro, non è un prodotto dello spirito. Considerano la spiritualità solo un prodotto derivato dalle condizioni materiali di vita. La dialettica materialista analizza la storia dal punto di vista economico e sociale e la suddivide in quattro fasi: Antichità, Feudalesimo, Capitalismo e Socialismo. Ciascuna delle prime tre è superata a causa di una contraddizione interna, che essi chiamano “germe della distruzione”. La contraddizione dell'Antichità è la schiavitù, quella del Feudalesimo i servi, del Capitalismo il proletariato, mentre il Socialismo è la sintesi finale, in cui la storia compie il suo sviluppo dialettico definitivo. I diversi autori che interpretarono la dialettica materialista non si trovano d'accordo per quanto riguarda il numero delle leggi fondamentali del metodo della dialettica: alcuni ne riconoscono tre, altri quattro. Anche sulla loro la denominazione e ordine di presentazione, ci sono varie versioni. a) Azione reciproca, unità polare o “tutto è in relazione” b) Mutamento dialettico, negazione della negazione o “tutto si trasforma” c) Passaggio dalla quantità alla qualità o “cambiamento qualitativo” d) Compenetrazione dei contrari, contraddizione o “lotta tra gli opposti”. Avendo sempre convissuto con anziani giapponesi, la xenofobia è stata una costante nella mia vita. Superare le discriminazioni è il punto fondamentale per tutti quelli che convivono con l'effetto xenofobo. Tuttavia, in una profonda analisi, esiste un errore comune nell'affrontare la tematica della discriminazione, che crea confusione tra i termini razzismo, classe, stereotipo, preconcetto e discriminazione. Non ci sarebbero grandi conseguenze se non fosse che è qualcosa più che una semplice confusione terminologica. Però succede che definire e comprendere ognuno di questi vocaboli risulta essenziale per essere in grado di identificare e combattere le svariate forme di manifestazioni ideologiche che difendono l'idea di una gerarchia tra le persone, prendendo esempio dal razzismo o da questioni di classe sociale. Alcuni di quelli che hanno vissuto o vivono in Giappone si lamentano di aver avuto a che fare con il razzismo assai evidente dei giapponesi. Molti di loro, veramente fastidiosi, sono tornati nel loro paese dove hanno


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ricoperto incarichi rilevanti, grazie ai quali hanno perseguitato con ogni mezzo tutti i nipponici che hanno avuto a portata di mano. Il razzismo è un'ideologia che contempla l'esistenza di una gerarchia tra gruppi etnici umani. Secondo questa ideologia, le differenze esteriori (capelli, colore della pelle) e culturali tra i popoli, sarebbero addirittura determinanti per il livello di intelligenza e di qualità morali. A metà del XIX secolo, in Europa nascono quelle chiamiamo le teorie razziali, che decantavano la superiorità del popolo europero in opposta all'inferiorità dei popoli extra-europei. Vale la pena ricordare che tali teorie nacquero nel periodo in cui gli europei partirono in cerca di terre e popoli “diversi” da colonizzare. D'altronde, sin dal loro avvento, le teorie razziali servirono e servono per giustificare lo sfruttamento e il dominio su determinati gruppi etnici da parte di altri. I superiori si arrogano il diritto di sfruttare e dominare gli inferiori. Attualmente, in varie parti del mondo, le teorie razziali continuano a essere un pretesto per un trattamento discriminante e disumano, di esclusione e di emarginazione nei confronti dei cosiddetti “popoli diversi”. La classe è un concetto che si riferisce a un insieme di attributi negativi o positivi che vengono conferiti in maniera differente a uomini e donne, anche dalla nascita e determinano le funzioni, i ruoli, le occupazioni e le relazioni che questi hanno nella società e tra loro stessi. Questi clichè, ruoli e relazioni non riguardano l'aspetto biologico, bensì quello sociale, culturale, politico, religioso ed economico di ciascuna comunità e passano da una generazione all'altra. Le classi sono le valutazioni e le definizioni costruite dalla società per modellare il profilo di un essere, che sia uomo o donna. L'identità di classe si sviluppa durante l'infanzia e la vita adulta. Per quanto riguarda la sanità, lo scopo della classe parte dalla conoscenza dei rischi differiti di malattie mortali a cui sono esposti uomini e donne in età e ruoli diversi che svolgono nella società e che colpiscono negativamente gli uni o le altre, specialmente le bambine, le donne adulte o le anziane. L'adozione del concetto di classe nella sanità dovrebbe ridurre le disuguaglianze sociali che condizionano la salute degli esseri umani. Lo stereotipo, a dispetto del nome altisonante, ha una funzione comparabile a quella di una semplice etichetta. Una volta “etichettati” i membri di una comunità come possessori di questo o quell' “attributo”, la gente smette di valutarli per le loro reali qualità e iniziano a giudicarle dall' “etichetta”. Esempio: Gli Ebrei sono taccagni, i Giapponesi

sono introversi, i Portoghesi zoticoni, quelli di colore sono delinquenti. Una volta riaffermato che “x” è un taccagno, la tendenza sarà che trovandosi davanti a un “x” le persone lo pregiudicheranno come taccagno. Il preconcetto è un giudizio a priori, negativo, che vien fatto da individui stigmatizzati dagli stereotipi. Sulla base degli stereotipi, la gente esprime giudizi sommari sugli altri; emettono sentenze su chiunque senza nemmeno conoscerli. Questo giudizio preventivo non è nient'altro che un preconcetto. Tuttavia, il preconcetto è un fenomeno che risiede unicamente nella sfera della coscienza e/o dei sentimenti degli individui e di per se non calpesta alcun diritto. Vediamo dunque, come il fatto che a qualcuno non piace “x” semplicemente perchè è di colore, presuppone la violazione di due norme: 1) la norma della razionalità umana: essere di colore non rivela nulla sul carattere o la personalità di “x”, nè suppone che sia più o meno intelligente, nè più o meno onesto di quelli che non lo sono. 2) La norma dei rapporti umani: relazionandosi tra loro, gli esseri umani devono cercare di trattarsi con umanità e rispetto, evitando modi che feriscano la dignità della persona umana. Sebbene il preconcetto vìoli la norma della razionalità e dei rapporti umani, non significa necessariamente una violazione di diritti. Questo perchè nessuno è obbligato farsi piacere tutti, per esempio, quelli di colore. Però siamo tenuti a rispettare i loro diritti!! Così succede che quando viene pubblicato un annuncio di lavoro in cui si escludono donne o persone di colore, stiamo facendo qualcosa di più che coltivare un preconcetto: gli stiamo precludendo la possibilità di trovarsi un lavoro. In quel caso, allora non è una semplice intolleranza. Il comportamento ha leso dei diritti normalmente assicurati, lagalmente e costituzionalmente. Discriminazione è il nome che si da ad una condotta (azione o omissione) che viola i diritti delle persone basandosi su criteri ingiusti e ingiustificati, come la razza, il sesso, l'età, la religione o altro ancora. La discriminazione è un qualcosa come la realizzazione pratica, l'esternazione, la manifestazione, la materializzazione del razzismo, del preconcetto e dello stereotipo. Come lo stesso nome indica, è un'azione (nel senso di fare o lasciar fare qualcosa) che sfocia in una violazione dei diritti. Vediamo la definizione di discriminazione adottata dalle Nazioni Unite: “Discriminazione razziale significa qualsiasi distinzione, esclusione, restrizione o preferenza basata sulla razza, colore, discendenza o origine nazionale-etnica, che abbia come obbiettivo o effetto annullare o

restringere il riconoscimento, il godimento o l'esercizio, in condizioni di uguaglianza, dei diritti umani e delle libertà fondamentali in ambito politico, economico, sociale e culturale o in qualsiasi altro ambito della vita pubblica (Convenzione dell 'ONU / 1966 sull'Eliminazione di tutte le Forme di Discriminazione Razziale). Per parecchie persone, l'illusione è la causa della sofferenza provocata da qualsiasi tipo di discriminazione. Per il Buddismo, le quattro verità rappresentano l'essenza della ragione nel mondo in cui viviamo. Le Quattro Nobili Verità, secondo i testi canonici, sono la Verità della Sofferenza, la Verità della Causa della Sofferenza, la Verità dell'Estinzione della Sofferenza e la Verità della Via degli Otto Elementi per l'Estinzione della Sofferenza. “Nobile”, usato qui nel senso contrario di comune, ordinario, è indice di illuminazione ultraterrena, una condizione che trascende l'esistenza terrena. La dottrina basilare Buddista delle Quattro Nobili Verità è totalmente logica: esclude qualsiasi cosa sia illogica. L'esclusione dell'illogico è una caratteristica fondamentale e unica del Buddismo (Prof. Mizuno Kogen, “Essentials of Buddhism”). Il Sutra del “Girare la Ruota del Dharma nel Parco dei Cervi”, una delle sezioni del Samyutta-Nikaya, dove le Quattro Nobili Verità vengono descritte come Xaquiamuni Buda (attorno al VII secolo A.C.): Monaci! Nascere è sofferenza, la vecchiaia è sofferenza, la malattia è sofferenza, la morte è sofferenza” “Stare insieme a chi detestiamo è sofferenza. Separarsi da chi si ama è sofferenza. Non ottenere ciò che desideriamo è sofferenza. Riassumendo, l'attaccamento ai cinque elementi è sofferenza” “Questa è la Nobile verità della Sofferenza” “Monaci! L'attaccamento conduce alla rinascita, collegato all'allegria e al guadagno, trovando continuamente gioia e piacere qua e là. E' l'attaccamento alle soddisfazioni sessuali, attaccamento all'esistenza e alla non-esistenza”. “Questa è la Nobile Verità della Causa delle Sofferenze” “Monaci!, L'attaccamento può essere allontanato e distrutto, abbandonato e rigettato. Liberarsi e librarsi dagli attaccamenti è possibile”. “Questa è La Nobile Verità dell'Estinzione della Sofferenza” “Monaci! Questa è la Nobile Verità sulla Via per Debellare la Sofferenza: punto di vista corretto, pensiero corretto, linguaggio corretto, azione corretta, modo di vivere corretto, impegno corretto, attenzione corretta e concentrazione corretta”.


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E' uno dei guerrieri più nobili che abbia mai conosciuto. Con la sua carriera vasta ed internazionale oggi è qui per condividere con voi la sua esperienza nel Kumite e presenta un DVD pieno di trucchi, idee e concetti esplicativi, risultato di autentica vera esperienza e di grande dedizione. Non solo karateca, ma anche fighter sportivi di qualunque stile troveranno qui ispirazione e verità a non finire, lo raccomando con tutto me stesso. Alfredo Tucci

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Colonna di Raúl Gutiérrez Strutturando il mio stile I miei primi pas s i nelle art i marz iali s o no s tati fo rtement e condizionati dallo Shotokan Karate e grazie a questo, ho imparato a apprezzare la dura disciplina, la costanza, l'impegno e il sacrificio che richiede l'apprendimento e lo s v iluppo di un g rande s t ile giapponese. Anche l'importanza di una co s cient e e adeg uat a preparazione, l'imperante necessità della perfezione nell'esecuzione della tecnica base e quindi, ogni aspetto dello stile in questione. Il fatto in se che uno stile ci piaccia o no, ci attragga più o meno di un altro, non significa che quello che non conosciamo e pratichiamo sia peggiore del nostro. Grave è l'errore da parte di quei Maestri o Istruttori che sono soliti criticare o disprezzare altri insegnanti o stili, senza aver mai avuto un contatto approfondito con loro. Personalmente, non ho mai avuto nessun inconveniente quando ho conosciuto e mi sono allenato con i tanti maestri che ho incontrato nel mio passato e presente marziale. Così, in questo modo e come dimostra la storia già scritta, quando ero a Santiago del Cile epraticavo Shotokan Karate e Kempo-Karate, ho trovato il tempo di studiare da maestri di Judo, Pugilato e Tae Kwon Do. Più tardi, al mio arrivo in Europa, ho cominciato col Full-Contact insieme al mio attuale amico e collega marziale il “King Francès” Dominique Valera e con Bill “Superfoot” Wallace (USA), il Ming Chuan Kung Fu e lo stile della Tigre Bianca con John Fanning dall'Irlanda, lo Shaolin Kung Fu con Arturo Sha, la Kick-Boxing con quelli del Megiro Gym di Amsterdam (Olanda) e con Benny “The Jet” Urquidez (USA). Lo ShuriRyu Karate con il Gran Maestro Robert Trias (USA), il Kosho-Ryu Kempo col Gran Maestro Thomas Barro Mitose (USA), ecc... Tutto questo bagaglio marziale ha sempre suscitato in me un profondo rispetto e ammirazione per tutti questi artisti marziali, specialisti e Maestri di diversa estrazione. Da ciascuno di loro ho imparato molte cose per una maggiore e migliore comprensione non solo della cultura delle nostre arti, ma anche della vita stessa. Magari, a volte, può accadere che un determinato stile o disciplina sportiva non sia adeguato alle nostre condizioni fisiche, fisiologiche o addirittura mentali, ma ciò non

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dipende da queste, bensì da noi stessi. Ho più volte detto che personaggi come Bill Wallace, Benny Urquidez o Jet Li, potrebbero elevare il prestigio e la fama di qualsiasi stile, se lo praticassero. Allo stesso modo di un virtuoso musicista che decidesse di suonare il piano, la chitarra o il sassofono. Fortunatamente, sebbene esistano ancora questi “detrattori di persone e stili”, ogni giorno sono sempre di più i corsi, gli stages, i seminari e gli interscambi tra i vari esperti di diversi metodi e discipline. Ciò è un bene, perchè così si può sviluppare quello che vado dicendo da sempre: la comprensione, il rispetto e l'ammirazione tra ognuno di noi. Il fatto che vi siano in giro imbroglioni, opportunisti o personaggi mediocri e discutibili, è qualcosa che avviene in tutti gli ambiti professionali e non. Però adesso siamo sufficientemente preparati per distinguerli fin dal primo approccio e tenerci alla larga da loro, perchè inevitabilmente non ci porteranno mai a nulla di buono. Riconosco umilmente che il mio stile non è la soluzione o la risposta definitiva, tantomeno il migliore o il peggiore. Semplicemente lo viviamo bene, pratichiamo lo sport e le Arti Marziali ricevendone un sacco di benefici. Incoraggiamo l'amicizia, la vita sana e ci manteniamo in buona forma fisica, psichica e spirituale. Desideriamo vivere le nostre vite nel miglior modo possibile e sfruttare ogni istante fin da quando ci svegliamo al mattino, nella consapevolezza che ogni secondo dell'esistenza è un grande dono e non merita di essere sperperato. Il nostro attuale “Cuore dello Stile Fu-Shih Kenpo” I) Tecnica di Base: a) Preparazione fisica b) Posizioni tradizionali c) Colpi di pugno e a mano aperta d) Parate di braccia e gambe e) Calci, colpi di gomito e ginocchio f) Guardie dello stile II) Forme Base: a) Kata Dachi (Forma delle posizioni base) b) Kata delle Parate (La Tigre si difende-Tiger Defends) c) Kata “La Tigre respira” (The Tiger Breathe) d) Kata Finger Set Fu-Shih Kenpo (Kata dei Punti Vitali)

e) Kata “Tigri Gemelle”. Prima forma di difesa personale (Twin Tigers) III) Forme avanzate: a) Difesa personale. (C. Gialla/Arancio) = “La Saggezza della Tigre” (Tiger Wisdom) b) Difesa Personale. (C. Arancio/Viola) = La Danza della Tigre” (Tiger Dance) c) Difesa personale ( C. Viola/ Blu) = Il Guerriero Fu-Shih” (Fu-Shih Warrior) d) Kata Geri Uke (Il Drago si difende - Dragon Defends) e) Kata “Tigre e Drago” avanzato (Tiger and Dragon) IV) Kata con armi: 1) Yawara 2) Arnis 3) Coltello 4) Nunchaku 5) Bastone stradale 6) Tonfa 7) Bo 8) Kama V) Combattimento Sistema FuShih Kenpo: a) Regole del combattimento libero tradizionale Kenpo b) Combattimenti regolamentati semi-contact c) Combattimenti regolamentati a contatto pieno VI) Fu-Shih Kenpo interno: a) Chi-Kung VII) Maestria del Sistema: • Difesa personale Fu-Shih Kenpo: a) Tecnica base b) Varianti di applicazione: 1) Artistiche. 2) Effettive stradali. 3) Per Forze di Polizia c) Tecniche di bloccaggio contro: 1) Calci. 2) Pugni. 3) Prese: frontali, laterali, posteriori d) Contro altri stili: Judo, Ju Jitsu, Pugilato, Kick Boxing. Nella prossima uscita presenteremo, a grande richiesta dei nostri lettori, l'attuale programma completo del Fu-Shih Kenpo, dalla cintura bianca fino alla cintura nera 5°Dan. Senza dubbio sarà materiale per collezionisti marziali. Che possiate godere del vostro sport o Arte Marziale. Abbiate c u r a d e v o s t r i c a r i , c e rc a t e d i essere utili alla società e di vivere in pace e armonia con i vostri simili. Alla prossima amici!


“Personalmente, non ho mai avuto nessun inconveniente quando ho conosciuto e mi sono allenato con i tanti maestri che ho incontrato nel mio passato e presente marziale�

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Il primo passo della crescita nella formazione tradizionale dell'Hung Gar Kung Fu viene vissuto dai praticanti con l'apprendimento della forma principale del sistema, la Gung Gee Fook Fu Kuen, o “Conquistare il Movimento della Tigre”. Anticamente in Cina, la tigre era considerato l'animale più forte e più famoso. Ne gli altri animali, ne le persone potevano sconfiggere questo maestoso felino, basta vedere il nome della

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forma stessa. Da lì si diceva: “Hai imparato questa forma. Adesso sarai più forte persino di una tigre”. Tutto ciò non è solo una leggenda. Di fatto, secondo quello che dice un maestro esperto, la Gung Gee Fook Fu Kuen porta i praticanti a un nuovo livello nel programma dell'Hung Gar e gli conferisce il tono adatto per tutti gli aspetti del sistema, sia fisici che mentali.

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Sviluppo della forma con i compagni Sebbene queste forme, come la Gung Gee Fook Fu Kuen, siano pietre miliari nell'addestramento dell'Hung Gar, i praticanti avanzati non smettono di impegnarsi nella ricerca, di perfezionare il sistema e trovare nuove soluzioni per far si che gli allievi raggiungano il loro obbiettivo rapidamente, ovvero, essere dei combattenti preparati. Con l'allenamento delle forme, che sono sequenze codificate di movimenti, l'allievo combatte con un avversario immaginario e esercita le sue capacità. Questo funziona talmente bene che un allievo da solo, con la pratica delle forme, può migliorare la sue abilità in combattimento senza bisogno di frequentare la scuola. Nonostante ciò, si ha una mancanza di quella transizione intermedia necessaria tra la forma a vuoto e il combattimento reale con degli avversari o dei compagni di allenamento. Da queste conclusioni e da altre simili, sono scaturite quelle che vengono chiamate le forme di coppia, con un compagno. A differenza delle forme convenzionali, queste sono generalmente concepite per essere eseguite da due persone ma non per questo sono meno pericolose per i praticanti. Il vantaggio di tali forme è abbastanza evidente. Si lavorano con un compagno e perciò vi è un concreto contatto fisico. Così si ha un'interazione costante e si possono sviluppare le tecniche in maniera significativa e accrescere le nostre capacità. E' proprio questo che motivò i Maestri di Hung Gar a creare una forma di coppia che avesse gli stessi benefici

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del Gung Gee Fook Fu Kuen, e il risultato fu la nascita della Gung Gee Fook Fu Dar Doy Dar. In forme come la Gung Gee Fook Fu Dar Doy tutto è orientato per progredire nel suo svolgimento. C'è un compagno di allenamento, un avversario con cui confrontarsi. Il momento e “l'autenticità” della forza utilizzata giocano un ruolo molto importante. Il modo in cui il compagno si destreggia, determinerà la forza e il timing delle tecniche. In ultima istanza, darà modo ad entrambe le parti di conoscere i risultati in un combattimento reale. Tuttavia, ciò che ne può derivare in

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seguito riguarda l'essere più scaltro del proprio opponente, con effettiva abilità, o andare incontro a una possibile “sconfitta”. Nel portare le tecniche della Gung Gee Fook Fu Kuen si può anche incorrere in alcune situazioni pericolose per coloro che le eseguono.

Allora come adesso Imparare la Gung Gee Fook Fu Dar Doy è sempre stata una sfida per gli allievi dello stile Hung Gar, in particolare per quelli del lineage di Chiu. Il Gran Maestro Chiu Chi Ling (10°Dan) esper-

to lottatore e leader dello stile, che indubbiamente conosce alla perfezione i movimenti della forma, ci offre comunque una visione completamente libera di improvvisare: Era il piede sinistro o il destro? “Non importa” - disse il Gran Maestro - “Alla fine, devi lavorare per poter attaccare con tutti e due”. Era un vero Maestro tradizionale. In modo molto simile si comporta il suo successore nella scuola, il Gran Maestro Martin Sewer (8°Dan). E' uno dei pochi europei che ha assunto l'impegno di includere una forma così complessa come Dar Doy, nel suo pro-


gramma didattico strutturato nella sua Scuola Di Kung Fu MARTIN SEWER, a beneficio dei suoi allievi. Molti praticanti aspirano ad avere la Gung Gee Fook Fu Doy nel loro percorso all'interno dell'Hung Gar Kung Fu, oltre alle lezioni e ai principi educativi dello stile. E a ragione! Ma l'allievo esperto sa che non basta imparare solo la forma, ma bisogna comprenderla, riconoscerne le sfumature, per poterla infine assimilarla alle proprie capacità. E inoltre sa che può imparare ancora di più dai suoi compagni di corso. “Quando ero aspirante al 2°Dan, il mio Sifu una volta mi disse che in combattimento si conosce il vero carattere di una persona”. E aveva ragione, ovviamente! Quando si pratica con qualcuno la Gung Gee Fook Fu Dar Doy, si può giudicare bene che tipo di individuo si ha di fronte e questo è piaciuto così tanto agli allievi e ai fans della SCUOLA DI KUNG FU MARTIN SEWER che

gli hanno chiesto di pubblicare un DVD didattico. Sotto la direzione del Maestro Martin Sewer, due dei suoi istruttori ci mostrano la forma nella sua totalità e le sue applicazioni. Naturalmente, in questo DVD ci vengono dimostrate anche le varianti della forma, descritte e spiegate proprio da Sifu Martin Sewer. Attraverso questo video istruttivo, l'allievo può agevolare la sua formazione, ampliare i s u o i

orizzonti nella comprensione del sistema Hung gar e così progredire più rapidamente. Un DVD che tutti i fans devono avere!

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Dmitriy Skogorev è uno dei più importanti professionisti internazionali nell'insegnamento delle arti marziali Russe, Direttore della scuola Russa di arti marziali “Sibirski Vjun” (SISTEMA “SV”) e Presidente del Centro Internazionale di Arti Marziali Russe. E' anche autore di vari libri e di pubblicazioni sulla lotta corpo a corpo e membro onorario dell'organizzazione delle Forze Aeree D'Assalto e Veterani delle Forze di Operazioni Speciali “Gvardia”. Dal 1988, Skogorev ha analizzato e riformato strutturalmente il Sistema russo di Arti Marziali, indagando in chiave psicologica e bioenergetica, su ciò che è derivato dallo sviluppo teorico e pratico dei programmi della “Sibirski Vjun”. Il Sistema russo di combattimento corpo a corpo si applica in situazioni estreme, tanto in ambito civile quanto in quello professionale e le sue regole le seguenti: 1-) Non esistono metodi specifici davanti a situazioni specifiche (esistono solo azioni spontanee basate sulle leggi naturali). 2-) Non ha senso il lavoro di “forza contro forza” (capacità di sentire la forza e gestirla) 3-) Il lavoro a seconda della situazione (la situazione cambia costantemente nel tempo e nello spazio).

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Stili duri e morbidi di Muay Boran

L

a Muay Thai, scienza dell'uso razionale delle 9 armi principali del corpo umano: 2 mani, 2 gomiti, 2 ginocchia, 2 gambe (tibie e piedi) e la testa. Il vero thai boxer grazie ad anni di preparazione psico fisica riesce a trasformare il proprio corpo in una vera e propria arma ed è in grado di utilizzare per attaccare o difendersi le proprie parti anatomiche condizionate come mazze, asce, lance, pietre o scudi. Approfondendo ulteriormente questa analisi però emerge come nella tradizione siamese esistono da sempre due correnti stilistiche ben definite che delineano due approcci distinti per ottenere lo stesso obiettivo: l'efficacia assoluta nel combattimento a mani nude. Il primo approccio è quello del Muay Lak (stile fermo), che, usando una terminologia cara agli studiosi di arti marziali cinesi, si potrebbe definire appannaggio degli stili”duri”. A questo gruppo appartengono tra gli altri gli stili regionali del Muay Korat, del Muay Lopburi, e del Muay Pranakorn; le tecniche di questi tre stili sono da considerarsi la base della Boxe Tailandese moderna che viene tutt'ora praticata in Thailandia e nel resto del mondo. Ma la Muay Thai Boran non è rappresentata solo da approcci “duri”; l'altra faccia dell'Arte Marziale siamese a mani nude è costituita dalle correnti stilistiche “morbide” o Muay Kiao (stile agile). Lo stile più noto di questo genere è senza dubbio il Muay Chaiya, reso celebre negli anni '70 dal Gran Maestro Keat Sriyabhaya, ma anche le tecniche del mitico Re delle Scimmie Hanuman o dell'asceta Luesee fanno parte di questo gruppo. Il vero esperto di Muay Boran non può prescindere dallo studio e dall'approfondimento di nessuno dei due approcci, necessari entrambi e complementari; dal Muay Lak dovrà acquisire la potenza devastante degli attacchi con gambe e braccia ed i metodi sperimentati per secoli per rendere tibie, ginocchia e braccia dure come il ferro, dal Muay Kiao dovrà apprendere come evitare la forza dell'avversario divenendo un tutt'uno con l'attacco e come rispondere alle aggressioni con azioni imprevedibili, veloci e “velenose” che mettano a mal partito anche un avversario più grande e potente. Ogni istruttore di livello medio-alto graduato presso l'Accademia Inter nazionale di Muay Boran (IMBA), deve essere in grado di mostrare una conoscenza teorica e soprattutto una capacità applicativa di entrambi gli approcci stilistici; dovrà quindi utilizzare al meglio gli elementi costitutivi tratti dagli stili duri e da quelli morbidi, i veri mattoni che costituiscono il meraviglioso puzzle che oggi tutti conosciamo con il nome di Muay Boran. Esempio di tecniche tratte dallo stile Muay Lak detto Korat, originario del nord est della Thailandia: Foto 1: il Korat Boxer è nella tipica guardia dello stile (a destra) Foto 2: l'avversario attacca con un diretto che viene controllato con la tecnica detta "" del lanciere". Foto 3: il braccio dell'avversario viene imprigionato Foto 4: la tecnica è conclusa con una forte ginocchiata al volto, colpo definitivo molto usato nello stiledel nord.

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Le forme Mae Mai sono principi universali di combattimento: ogni tecnica può essere imparata in accordo con una versione di base, ma deve essere praticata facendo particolare attenzione alle molteplici varianti esistenti, codificate dai Grandi Maestri del passato. Le diverse applicazioni si dovranno allenare seguendo i principi del footwork tradizionale, per permettere al praticante di eseguirli contro attacchi provenienti dalle quattro direzioni e non solo frontali. In questo secondo DVD Arjarn Marco de Cesaris focalizza l'analisi tecnica sull'esecuzione della Forma e sull'allenamento degli spostamenti avanzati, terminando con l'applicazione delle tecniche Mae Mai dalla nº8 alla nº15. Un inesauribile bagaglio di azioni tecniche di attacco, difesa e contrattacco che ogni buon praticante dovrebbe conoscere alla perfezione.

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Un articolo di Nicola Pastorino direttore tecnico della sede di Firenze della scuola del Grand Master Sifu Paolo Cangelosi Tutti gli appassionati di Kung Fu Cinese avranno sicuramente sentito numerose leggende sui famosi maestri del passato e sulle loro mirabolanti gesta al di là delle leggi della fisica. Quante volte ho alimentato la mia fantasia e scaldato il mio cuore ascoltando i racconti del Sifu Cangelosi che ci narrava storie su personaggi quasi mitologici come ZHAN SAN FENG o TUNG HAI CHUAN, o del suo maestro FU HAN TUNG; persone in grado di proiettare la propria energia fuori dal corpo fino a colpire le persone con forza incredibile a distanza. Negli ultimi anni, grazie a YUOTUBE, hanno iniziato a diffondersi in rete alcuni filmati di maestri di TAI CHI, dai più antichi risalenti addirittura agli anni 40/50, fino ad altri contemporanei. Alcune cose lasciano veramente senza parole, però con molti dubbi: fino a che punto sono reali? Fino a che punto gli allievi che subiscono queste tecniche a distanza non sono, nel migliore dei casi, suggestionati, se non consenzienti nell'inganno? Quanti di questi “Sifu” ci speculano e ci guadagnano da queste performance? Personalmente credo che la verità sia sottile e mutevole, effimera ed inafferrabile. Ultimamente sono andato personalmente ad un seminario di uno di questi spettacolari stregoni del TAI CHI, che non cito per educazione, per verificare se i filmati incredibili che aveva pubblicato in rete in grande quantiTesto: Nicola Pastorino

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tà avessero un fondamento. Ci sono andato con l'occhio di un praticante di esperienza ultra ventennale ed allievo di un Maestro VERO, ed il risultato è stato deprimente, quando mi sono reso conto della mistificazione, peraltro di grande livello che questo personaggio perpetra tuttora a centinaia di neofiti che rimangono affascinati da trucchi da prestigiatore. La cosa reale che ho capito in questi anni di studio è che per alterare ed influenzare in modo evidente il campo energetico di un altro essere vivente, quest'ultimo deve essere in sintonia e disposto a sentire. Il magnetismo del QI è potentissimo ma sottile ed estremamente vulnerabile, basta la semplice forza di volontà per bloccarlo e renderlo inefficace. In un combattimento, con un fighter determinato ed allenato, penso che un colpo a distanza sia decisamente impossibile. Peraltro, ho avuto modo di assistere e di sperimentare in prima persona come un Maestro possa farlo se i riceventi sono nella giusta sintonia ma senza essere condizionati: a più di un seminario il Sifu Cangelosi ha fatto dimostrazioni /esperimenti su questo argomento, ma in modo scientifico ed inconfutabile; ad esempio mettendosi alle spalle di una fila di persone ignare

di quello che avrebbe fatto, che non lo potevano vedere, e perciò che non correvano il rischio di essere suggestionate, tutti in fila con le mani appoggiate sulle spalle di quello davanti. Dall'interno della fila posso assicurare che tutte le volte ho percepito uno sbilanciamento progressivo come se fossi stato in piedi su un mezzo di trasporto in movimento fino ad arrivare ad un punto in cui ho perso completamente l'equilibrio, a volte in avanti, altre all'indietro. Tutti gli osservatori increduli hanno sempre affermato che la spinta o la trazione effettuata dal Sifu avveniva dalla distanza di un metro e mezzo e si propagava simultaneamente nella fila. Diversamente, dal contatto fisico si possono percepire sensazioni ben diverse, per questo, per chi pratica il TAI CHI CHUAN alla ricerca degli insegnamenti più profondi, l'esercizio TUI SHOU è una tappa fondamentale. Il TAI CHI CHUAN ha raggiunto una diffusione planetaria tra la gente comune, anche tra coloro che non sono interessati in modo particolare all'arte marziale. Ormai è una cosa assodata che la maggior parte delle scuole che praticano esclusivamente il TAI CHI CHUAN, lo affrontano principalmente per i suoi effetti benefici e

salutistici, come ad esempio la ricerca portata avanti da importanti Maestri per l'osteoporosi, il Parkinson, l'ipertensione, i problemi cardiovascolari e molto altro ancora. Illustri dottori inoltre affermano che la pratica del TAI CHI CHUAN a scopi medici non si può differenziare da una patologia ad un'altra: è un unico TAI CHI CHUAN che ha effetti benefici multipli sullo stato di salute generale dell'individuo. Perché allora differenziare il TAI CHI CHUAN salutistico da quello marziale? Potrei tranquillamente ripetere le stesse parole: il TAI CHI CHUAN è unico! Che valore ha l'esecuzione di complesse figure, spesso asimmetriche quando è destinato solo a suscitare delle reazioni ghiandolari, muscolari, scheletriche, che senso ha usare movimenti ispirati da azioni di combattimento per fare una “ginnastica salutare”. A mio avviso la potenza guaritrice e preventiva del TAI CHI CHUAN risiede in un ambito molto più sottile e pervasivo, una sfera complessa di concezione energetica della vita e dell'universo, non si può esimere dal concetto di QI, Energia vitale, che spesso non riusciamo a percepire e pertanto non possiamo canalizzare. Non ho usato la parola “controllare”

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perché è fuorviante pensare di poter controllare il mare di energia di cui facciamo parte, possiamo invece imparare a conoscerlo e fluire con esso diventando consapevoli dei suoi movimenti e cercando di correggerne le anomalie create dai nostri schemi mentali e condizionamenti sociali. Ogni singola patologia che affretta l'estinzione del nostro patrimonio energetico primordiale ha origine in una alterazione del corretto scorrimento del QI. Molte pratiche Taoiste di QI GONG partono con l'obbiettivo di conservare la nostra riserva di

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YUAN JING (energia prenatale, riserva di potenziale energetico da consumare per la nostra esistenza), a livello avanzato invece si cerca di accrescere questa riserva verso la ricerca dell'”immortalità”. È un percorso straordinario che richiede una totale dedizione ed inevitabilmente porta alla rinuncia di molti aspetti quotidiani della nostra esistenza verso una sorta di ascetismo. Non tutti desiderano arrivare a tanto, ai più basta vivere la propria vita in salute e serenità, correggere le anomalie energetiche della vita moderna, impedire stagnazioni o

dispersioni nello scorrimento del fluido vitale. Per essere in grado di fare questo per prima cosa dobbiamo imparare a conoscere il QI, percepirlo e scoprirne le regole intrinseche per poi arrivare ad essere in grado di assecondarlo e dirigerlo intervenendo con la forza di volontà. Qui risiede il vero segreto di questa complessa e meravigliosa arte. L'aspetto marziale della pratica consiste nell'imparare a dirigere con la volontà il flusso di energia per ottenere un risultato. Quando eseguo una tecnica marziale devo sapere esattamente quanta energia


utilizzare, dove canalizzarla, di che qualità deve essere. I miei gesti si riempiranno di intenzione solo se questa intenzione sarà il più possibile reale. Come fare a rendere reale un gesto che si esegue a vuoto? Bisogna sperimentarlo fisicamente nella sua efficacia, concretizzarlo in un'azione vera applicata su un compagno o su un attrezzo, viverlo intensamente all'interno di una pratica sicura e seguita da occhi esperti che la facciano fiorire nella direzione giusta. Nel caso del TAI CHI CHUAN quale esercizio migliore del TUI SHOU per mettersi in gioco completamente? Entrare in contatto con un altro campo energetico, un'altra sfera emotiva, un'altra volontà è la palestra migliore per conoscere la propria. Percepire quello che succede dentro di noi richiede sensibilità ed una forte capacità introspettiva mentre le forze che si muovono verso di noi dall'esterno sono più

semplice da decifrare perché i nostri strumenti indagativi sono naturalmente rivolti verso l'esterno. Un importante esercizio che ho sempre praticato e che richiedo ai miei allievi durante la pratica a solo della forma, è quello di immaginare la reale applicazione del gesto mentre lo si esegue; ad esempio se sto eseguendo un'intercettazione di un colpo, chiedo di visualizzare esattamente quale esatta parte della mano arriva all'impatto e di immaginarsela evidenziata in rosso; nel caso di un movimento PENG (dorso della mano) chiedo al praticante di “colorare” tutta la zona interessata, dalle nocche del metacarpo fino alla prima parte dell'avambraccio. Questo tipo di attività mentale si può applicare a qualsiasi gesto che sia di difesa quanto di offesa, di arto superiore o di inferiore o altre parti del corpo come la testa o la spalla. Un ottimo esercizio per dirigere la volontà nel posto giusto

ma che non mi aiuta per capire altri aspetti, come ad esempio la traiettoria del gesto o la sua intensità. La cosa migliore è farlo con un opponente reale che mi costringerà a correggere tutti gli aspetti del mio movimento pena la completa inefficacia del gesto. Il TUI SHOU, grazie alla sua peculiare caratteristica di mantenere il contatto con il compagno assolve in maniera completa a questa ricerca di consapevolezza del gesto, riducendo la possibilità di farsi male. È un esercizio molto divertente che mette di buon umore, al contrario di altre forme di competizione ti porta verso un senso di unione con l'opponente; crea una sorta di condivisione profonda in un gioco raffinato di sensibilità, strategia e consapevolezza. A livello di studio, esistono vari modi per eseguire questo esercizio: in posizione fissa dove ci si limita alle azioni senza consentire lo spostamento 47


della base, con la possibilità di fare un solo passo che si può eseguire avanti o indietro, oppure in forma libera, dove si possono muovere passi in tutte le direzioni nei limiti di un'area. Quando poi diventa una pratica sportiva, le regole sono innumerevoli a seconda di chi organizza la gara, ma raramente nelle competizioni si riescono a vedere atleti che sposano i principi degli stili interni e che lavorano usando l'energia sottile JING piuttosto che quella brutale e prettamente muscolare LI. Quando siamo in contatto, uno dei più efficaci effetti della forza JING consiste nello sviluppo dell'energia vibrante ed esplosiva chiamata FAJING. Difficile da insegnare o spiegare, nasce da una visualizzazione sottile dell'onda provocata da un particolare movimento che si propaga generalmente dall'interno verso l'esterno. È molto spettacolare da vedere dal di fuori, perché apparentemente la superfice del corpo rimane ferma, un po' come un martelletto a percussione appoggia la sua punta sul muro e propaga una forza distruttiva che proviene da un pistone interno mentre la punta stessa rimane quasi immobile.

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Quando il mio maestro mi addestra in questa pratica non posso fare altro che meravigliarmi profondamente di come le leggi della fisica perdano validitĂ e di come sia possibile che egli possa penetrare nel mio sistema di equilibri psicofisici creando effetti devastanti che sembrano nascere direttamente dentro il mio corpo. Sembra effettivamente una magia che possa scaraventarmi, sollevarmi, schiacciarmi con tanta facilitĂ . Quando poi pratico con i miei allievi mi sembra di vedere lo stesso stupore nei loro occhi e sono felice di essere dentro a questo meccanismo di tradizione che non richiede di essere compreso con la razionalitĂ , ma solo di essere vissuto intimamente.

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Niente del genere era stato visto fino ad oggi dagli appassionati studenti di Shaolin Hung Gar. Si tratta della prima forma in coppia di Hung Gar, la Gung Gee Fook Fu Doy Dar. Per allenarsi con un compagno nel combattimento reale fino al limite, è assolutamente necessario imparare questa forma. Il Maestro Martin Sewer, 8°Dan ci mostra, con l'aiuto di due dei suoi principali istruttori, i sottili dettagli di questa forma concepita per il combattimento. Non a caso, si dice che la Gung Gee Fook Fu Doy Dar aiuti gli allievi interessati a farlo, a crescere, a raggiungere un nuovo livello di abilità in combattimento e a migliorare enormemente le loro potenzialità. Non perdete l'opportunità di scoprire il vero sapere del tempio di Shaolin, come l'autentico Hung Gar Kung Fu del Gran Maestro Martin Sewer.

REF.: • SEWER5

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Choi Li Fut

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Kung Fu

LO STILE DELL'UBRIACO NEL CHOY LI FUT Il Salice che si muove col Vento “Fung Bai Lau” o stile dell'ubriaco è unico nel suo genere, non è tipico del Choy Li Fut e affonda le sue origini in due tradizioni, quella Buddista e quella Taoista. In seguito, i diversi stili di Kung Fu continuarono a sviluppare e a consolidare le loro differenze, per esempio: “lo Stile dell'Ubriaco del Sud”, oltre a richiedere una grande padronanza della tecnica, caratterizza le sue forme con l'espressioni del volto. Le due tradizioni, Buddista e Taoista, porteranno avanti nel tempo due forme: la forma del Buddha Ubriaco e la forma degli 8 Immortali Ubriachi. La forma del Buddha Ubriaco, o “Jiu Laohan Kuen” è quella principale e una di quelle mantenute più segrete dagli antichi Maestri, a causa del grande potenziale di tecniche letali che garantiva ai suoi praticanti. Viene definita anche “Forma dell'Occhio della Fenice dell'Ubriaco” o “Forma del Pugno Ubriaco”. Il nome deriva dal colpo più utilizzato nella forma, il “Pugno dell'Occhio della Fenice”. Questa tecnica si arma con la mano nella postura di impugnare un bicchiere. Nell'istante preciso in cui colpisce, questa si chiude completamente, lasciando esposta verso l'esterno la sola nocca del dito indice, che è la zona d'impatto. L'obbiettivo sono 36 punti vitali (o di pressione) nel corpo dell'avversario, che si dividono in quattro gruppi a seconda della loro incidenza: il primo è quello dei punti in cui si colpisce per uccidere, nel secondo vi sono quelli con cui si può paralizzare, nel terzo quelli in cui si provoca la perdita dei sensi e nei restanti 9 punti, si può causare la perdita temporanea della capacità di parlare del nostro opponente. Nella forma si vede un ubriaco barcollante che tiene in una mano un bicchiere immaginario, mentre nell'altra è come se tenesse una fiaschetta

L

piena di vino. Nella sua applicazione marziale, il movimento della mano che porta la fiaschetta è in realtà una presa che immobilizza, per poter così rimanere abbastanza vicino al contendente in totale sicurezza, mentre con l'altra mano, trasformata in “Pugno dell'Occhio della fenice”, lo si colpisce con precisione in un punto vitale. La Forma dell'Ubriaco del Choy Li Fut, include le seguenti strategie: Tecniche di bevuta, che sono pugni e parate. Movimento della cintola, concepito per far credere all'avversario che il combattente ubriaco stia perdendo l'equilibrio e sia dunque vulnerabile, mentre nel momento della verità serve per cambiare continuamente la guardia e imprimere maggiore potenza ai colpi. Un gioco di piedi che denota una costante condizione di apparente instabilità, mentre al contrario, fornisce un modo di muoversi sciolto e fluido e.. cadute a terra che in realtà si usano per schivare o per attaccare. Questa è considerata allo stesso tempo una forma dura (esterna) e morbida (interna). Dobbiamo essere molto rilassati, fluidi e la potenza interna del colpo viene impressa giusto nell'attimo di arrivare al contatto con il target immaginario. Le anche girano di continuo senza alcun tipo di tensione e i piedi si muovono come il “Salice che si muove col vento” (Fung Bai Lau), in maniera rilassata e reattiva. L'aspetto esterno si concentra soprattutto nell'allenamento del pugno dell'Occhio della Fenice, che richiede duri e svariati esercizi di rafforzamento. Le posizioni dell'Ubriaco devono essere eseguite con la maggior naturalezza possibile e il praticante deve mantenere tutto il corpo rilassato. Gli atteggiamenti non si esagerano o si enfatizzano all'eccesso da sembrare artificiali, poiché al contrario apparirebbero forzati oltre che impacciati. Le sequenze dei movimenti non si svolgono a una velocità uniforme. Ce ne sono alcune in cui si rallenta il ritmo, altre in cui vi è una pausa e altre ancora in cui si accelera. L'esecuzione ottimale dello stile dell'Ubriaco nel Choy Li Fut si ottiene quando l'artista marziale realizza tutti i suoi movimenti il modo spontaneo e naturale, interiorizzando il ruolo che

sta rappresentando, senza essere limitato da alcun formalismo o schema predefinito nelle movenze del suo corpo. Ciò che mai sarà differente sono le applicazioni marziali delle tecniche e la potenza interna che vi si può applicare, nascoste abilmente nelle forme e frutto di tanto addestramento. Ciò che si deduce chiaramente da tutto questo è che la forma non è una rappresentazione teatrale più o meno comica, da parte di “avatar” di un ubriaco. L'artista marziale esperto si allena duramente e a lungo per riuscire a far sembrare le applicazioni nel combattimento casuali e incontrollate. Ma l'efficacia di questo gioco ingannevole, consiste precisamente nel far si che l'avversario cada nella trappola e nel nascondergli un colpo in un punto vitale, una presa che lo squilibri o lo immobilizzi, o una pressione con il dito indice che infierisca su alcuni nervi particolarmente sensibili. Lo stile dell'Ubriaco appartiene a quella categoria di forme conosciute come forme perdute, ovvero, tecniche che per i loro possibili effetti mortali venivano trasmesse soltanto ai pochi allievi in cui si riponeva la massima fiducia. E non gli si insegnava solo a colpire, ma si istruivano alle tecniche di medicina tradizionale cinese interna ed esterna, per ciascuno dei punti vitali in questione. Per questo motivo, in molte scuole di Kung Fu non si insegnano più e sono finite per scomparire, al contrario dello stile Choy Li Fut nel quale si continuano a tramandare a pochi allievi e vengono considerate forme di livello avanzato. “ Quando praticate il Choy Li Fut non mostrate la vostra abilità agli altri in modo sconsiderato, poiché potreste causare seri problemi sia a voi stessi che a loro. Se giudicate che una persona è di natura buona, allora potete tramandarle la vostra conoscenza” Chan Heung Maestro Fondatore del Choy Li Fut Scuola Shaolin Choy Li Fut c/ Belgica n°11 local Zaragoza (España) TEL: 976533296

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Q

uesta fu la domanda che ho ricevuto un paio di anni fa da parte di alcuni vecchi istruttori. Nell'arco di oltre venti anni, molti praticanti di questo stile si sono affiliati a diverse associazioni non proponendo granchè aldilà della pratica e della promozione del Wing Tsun. Entrare come sistema in una Federazione Sportiva presuppone grandi cambiamenti; ma i tempi cambiano e il Wing Tsun deve cambiare con loro. Cosi', cominciamo la ricerca della migliore delle opzioni per uno stile che è “diverso” da qualsiasi altro e per

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tale motivo dobbiamo fare molta attenzione a dove collocarci, per la natura che definisce questo stile di “combattimento” di origine cinese. Dopo aver messo sulla bilancia i pro e i contro prendiamo una decisione netta: La Federazione Spagnola di Lotta Olimpica e Discipline Affini”. Pensavamo che fosse la soluzione migliore quindi “conducemmo la barca” fino a lì e alla fine l'abbiamo fatto! Lo scorso 13 Marzo 2013 si è tenuto il primo corso con esami dall'avvenuta creazione del Dipartimento di Wing Tsun all'inter no della Federazione Spagnola di Lotta Olimpica.

Senza ombra di dubbio è un fatto significativo che dimostra come un gruppo di persone può lavorare in maniera omogenea pensando PER IL BENE COMUNE. Per me è la miglior definizione di questa sinergia che è nata tra le varie scuole di Wing Tsun di questo paese. E' costato tanto perché nel mondo del Wing Tsun le Associazioni hanno vissuto sempre dandosi le spalle tra loro, come degli sconosciuti. Fatto curioso perché quasi tutte proveniamo dallo stesso ramo del G.M. Yip Man e in fin dei conti, pratichiamo lo stesso stile. Ma per diverse ragioni, durante gli anni,


abbiamo vissuto “guardandoci allo specchio”. In fondo nessuno sapeva perché non collaboravamo tra noi in eventi, corsi, ecc…, concentrati come eravamo su ciò che ci distingueva e mantenendo le distanze con gli altri lineage per motivi che poco hanno a che vedere con la pratica… Personalmente, le mie perplessità su come sarebbero andate le cose, furono spazzate via nei primi dieci minuti del corso: ciò che è avvenuto il Marzo scorso al CSD, può soltanto essere qualificato come UN SUCCESSO ASSOLUTO. E' stato bello osservare come più di 50 cinture nere di differenti lineages o organizzazioni sudavano, dibattevano e lavoravano spalla a spalla, INSIEME! I 1000 metri quadri del tatami del CAR al CSD erano fin troppo pochi per contenere la tanta allegria e le aspettative che albergavano in quell'incontro, che mi azzardo a definire come qualcosa di STORICO. Ci sono state alcune scene molto carine con dei ragazzi del team inter no della Residencia Blume che passavano da lì domandandoci su quello che stavamo praticando: Si, alcuni dei giovani che difenderanno il nostro paese alle prossime Olimpiadi mi hanno chiesto, sorpresi e interessati, di questo raro stile di “lotta cinese” chiamato WING TSUN!!! Nel mio blog (wingtsunespana.blogspot.com) c'è un articolo dettagliato di quanto accaduto quella mattina al CSD. Dirò, in breve, che il corso è stato molto intenso e le prove che hanno superato gli assistenti lo sono state ancora di più. Tre masterclass dirette da Sifu Alfredo Valìa (Associazione delle Scuole di WingTsun), Rafael Alins e Arthur Sánchez (DynamicWingTsun España) e infine da un rappresentante della mia Associazione TAOWS Academy. Questa riunione di maestri e istruttori ha evidenziato non soltanto l'eccellente livello tecnico che esiste in questo paese riferito al Wing Tsun, ma anche la lezione che gli oltre 50 che hanno superato il loro esame, hanno dato al mondo del Wing Tsun: RISPETTO, UMILTA', DEDIZIONE… Queste tre parole credo che dovran-

no definire il nostro stile per quello che verrà, al di sopra di qualunque circostanza. Resta un fatto assolutamente indiscutibile che questi tre vocaboli ci apriranno uno scenario molto più interessante di quello vissuto negli anni precedenti. Terminate tutte le prove, gli esami e le masterclass dei maestri chehanno preso parte agli stessi, si è proceduto all' EMOZIONANTE consegna dei certificati. C'era gente veramente commossa nel ricevere il proprio titolo in cui era scritto “Allenatore Nazionale di SDP Wing Tsun” Chi l'avrebbe mai detto dieci anni fa? C'erano praticanti con 20 anni di carriera che trattenevano a stento le lacrime dalla felicità! Da queste pagine, ringrazio il Sig.Angel Rojo e lo staff della FELUCHA per averci reso tutto più facile, per la sua ospitalità e gentilezza. Personalmente e dato che mi piace dare il giusto valore alle cose, devo dire che ovviamente continuerò a fare quello che ho sempre fatto quotidianamente: lavorare, studiare, indagare, ecc., però senza ombra di dubbio, adesso niente sarà più lo stesso per il mondo del Wing Tsun in Spagna. Dopo aver ringraziato tutti, non posso dimenticarmi di farlo col mio Maestro DAI SIFU Victor Gutierrez. E' lui il responsabile del fatto che il Wing Tsun in Spagna possa riunire nel CSD ben 50 cinture nere. Quando l'ho conosciuto la parola “WingTsun” ancora veniva scambiata per un piatto della cucina cinese. Nonostante tutto è il pioniere e il padre del Wing Tsun spagnolo e anche se adesso ha deciso di fare un'altra strada nella sua vita e nel suo percorso marziale, non significa che per ciò che ha fatto fino a ieri non debba ricevere la riconoscenza e gli onori che merita. Anche se è

molto tempo che non parlo con lui: SIFU, grazie di tutto. Per me continui ad essere il più grande! Il Dipartimento di Wing Tsun della FELODA è aperto a qualsiasi ramo dello stile (indipendentemente dalla sua e rimango a denominazione) disposizione di qualsiasi interessato per informare circa passaggi alle omologazioni, livelli dei club, allievi, ecc. Siamo al servizio del praticante di Wing Tsun. Prossima convocazione: 21 e 22 Giugno al CAR del Consiglio Superiore dello Sport. Grazie a tutti per il vostro supporto. Sifu Salvador Sánchez Direttore Tecnico Dipartimento SDP WingTsunFeloda feloda.wingtsun@gmail.com Tel 722 778470

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REF.: • TAOWS1

La TAOWS Academy sorse con un'unico intento: formare, ricercare e lavorare duro in modo che il WingTsun sia conosciuto per la comunità di artiste marziali come un'arte marziale emozionante. La TAOWS Academy vuole essere un ponte tra le linee più tradizionali e quelli che vogliono fare evolvere un'arte classica e adattarla ai tempi moderni. Crediamo che nel punto centrale si può raggiungere un perfetto equilibrio tra il rispetto per la tradizione marziale e la ricerca dell'efficienza utilizzando tutte le possibilità che questo splendido sistema ci offre: arte, marziale, etichetta, filosofia, sviluppo personale e salute. Sifu Salvador Sanchez e il suo team di istruttori ci offrono una breve introduzione al lavoro profondo che stanno sviluppando in un progetto a lungo termine. In questo DVD possiamo vedere spiegati aspetti fondamentali che non sempre sono state correttamente trasmessi: chi siamo, quali sono i nostri obiettivi, aderenza, non aderenza, passi e spostamenti e applicazioni alla difesa personale. Primo di una serie di opere in cui ci aspettiamo che le TAOWS Academy continuerà a fonire il suo spazio e la sua conoscenza come un raccordo tra le scuole e le filiali di WingTsun, e agli appassionati delle arti marziali che vogliono conoscere la sensazione della "Eterna Primavera".

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Nuovi libri!

"Karate: immagini di una Storia" è il libro che contiene il maggiore e piÚ interessante archivio di documenti storici della storia del Karate. Funakoshi, i suoi Maestri, i grandi delle generazioni successive, Nakayama, Yamaguchi; tutto questo in documenti inediti o poco conosciuti, fotografie che sono parte della storia del Karate.

Numero di pagine: 214

Un libro meraviglioso finalmente disponibile in Italiano

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E' uno dei grandi delle Arti Marziali russe; dietro quegli occhi da lupo, c'è un Maestro delle Arti Slave, uno che viaggiando in tutto il mondo ha portato a conoscenza dei metodi rivoluzionari di concepire il combattimento, che si svilupparono nella vecchia Unione Sovietica. Oggi presenta il suo primo DVD con Budo International. Vale la pena non perderselo! Dmitri ha molte cose da dire, molto da insegnare…è impressionante!

Q

uesto sistema di Arti Marziali affonda le sue origini nei servizi speciali dell'ormai scomparsa URSS, come il KGB, (FSB), GRU, Ministero degli Interni, Ministero della Difesa (Squadra di Assalto Aereo, SWAT) e anche nelle tradizione culturali degli antichi popoli slavi. Molti aspetti dello stile sono Segreti di Stato. Secondo le condizioni delle operazioni di combattimento moderne, l'Arte Marziale Russa è all'avanguardia come gli aerei militari e i loro armamenti. E' un'arma poderosa, difficile da insegnare, ma che al contrario di quelle ordinarie è difficile da perdere. Nel 1923, dopo la disgregazione dell'esercito dell'Unione Sovietica scoppiò la Guerra dei Partigiani. I Partigiani erano guerriglieri che dovevano neutralizzare la retroguardia dell'aggressore. Essi necessitavano di un sistema di lotta militare per affrontare le sfide rappresentate dai nemici. Gli uomini del servizio NKVD (KGB) anch'essi avevano bisogno di un sistema per combattere contro i terroristi, i criminali e i guerriglieri clandestini. Allora, grazie alla società DINAMO, nacque il primo club di difesa personale organizzato da Victor Spiridonov. Spiridonov aveva acquisito le sue conoscenze nell'esercito zarista - le tecniche dei Plastun ( I Cosacchi) che potevano muoversi senza fare rumore su qualsiasi superficie e catturare prigionieri nelle condizioni più complicate. A lui si unirono anche Vladimir Aschepkov e Anatoly Kharlampiev per ridisegnare il sistema di auto-difesa militare. Il Sistema Spiridonov e Aschepkov era originato dalla lotta Sambo (difesa personale senza armi). Il Sambo si trasformò in un arma eccezionale nelle mani degli uomini dei Servizi Speciali. Durante la Seconda Guerra Mondiale (1941) fu formata una brigata

motorizzata per le missioni speciali. Era costituita da sportivi esperti, maestri di sport come la Lotta, la Boxe, il tiro, lo sci, ecc., che erano allenati in maniera specifica per gli scopi bellici. Nel 1942 si formò la SMERSH (Morte alle spie) per combattere contro gli invasori tedeschi. Furono organizzati anche dei gruppi speciali per catturare prigionieri. Nel 1950 fu costituito un distaccamento speciale nel GRU (direttiva speciale di Intelligence del personale dell'Esercito Russo). Nel 1979 vennero creati i reparti speciali “GROM” e “ZENIT”, predecessori del famoso “ALFA”. Il 1986 fu l'anno della rinascita del sistema militare delle Arti Marziali. Venne fondato un centro di indagini sulle Arti Marziali russe. Nacque la scuola diretta da Alexey Kadochnikov. Furono compiute delle ricerche nelle aree della biomeccanica, cinematica e bioenergetica. Il sistema è basato sul principio di mas s imo s fo rz o conservazione. L'algoritmo di analisi della situazione si forma in un livello mentale sub-cosciente, ugualmente alla previsione e alla scoperta della s oluz ione ottimale del problema. La capacità di agire con un sistema ag gres s iv o che rende remi s s iv i , s tu di ando la ps i co lo g i a del co mbatt iment o , che f o r n is ce l a co no s cenz a del l e o ppo rtun it à improbabili per una persona. Colui che domina questo sistema marziale può percepire una minaccia invisibile e colpire un avversario senza arrivare al contatto fisico, semplicemente usando l'energia. Nel 1994 i reparti speciali del GRU e FSB iniziarono ad utilizzare questo sistema innovativo.

Dmitri Skogorev, l'Autore Dmitri Skogorev - ufficiale del dipartimento dei poteri speciali (Servizio di Protezione Fisica) sotto l'Amministrazione del Servizio Federale del Tesoro e della Polizia Tributaria nella

Foto: Giuseppe D "Angelo (ritratto) Mira Grande Axelsson (foto al naturale)

regione di Novosibirsk dal 1995 al 2001. Attualmente è uno dei maggiori specialisti nell'insegnamento delle Arti Marziali Russe, tanto in patria come all'estero. E' direttore della Scuola Russa di Arti Marziali “Sibirsky Vjun” (SISTEMA SV) e presidente del Centro Internazionale delle Arti Marziali Russe. Autore di vari libri e di un gran numero di programmi relativi al combattimento corpo a corpo. Organizza workshop su questo argomento in Russia e nel resto d'Europa. E' membro onorario dell'Organizzazione dei Veterani delle Forze d'Assalto Aeree e delle Forze di Operazioni Speciali “GVARDIA”. Cominciò a imparare le Arti Marziali nel 1980 nella sezione Sambo della DINAMO. Dal 1981 al 1984 si allenò nel Karate con Sergey Danilov (che era Giudice Internazionale Certificato di Taekwondo, 5°Dan) Dal 1985 al 1987 ha fatto parte dell'Esercito Sovietico, nel dipartimento di Combattimento Corpo a Corpo. Dal 1991 organizza meeting con diversi rappresentanti delle Arti Marziali Russe. Nel 1998, 1999, 2002 organizza seminari sotto la guida di Alexey Kadochnikov (nella città di Krasnodar, Russia). Nel 1991 partecipa a una riunione con rappresentanti di spicco delle Arti Marziali russe, come G.N. Bazlov (Tver), nel 1992 con A.I.Retjunsky (Presidente della Federazione Russa delle Arti della Lotta, S.Pietroburgo), nel 1992, 1995, 1996 e 1997 con il Principe B.V.Golitsyn, (S.Pietroburgo, Stile della Casata), nel 1998, 1999, 2002 con A.A.Kadochnikov (Krasnodar). Con E.Bogaev nel 1994, 1995, 2000, con A.L. Lavrov nel 2008 (Zelenograd), con M.V.Ryabko nel 2009 (Mosca). Dal 1988, Dmitri Skogorev ha contribuito a sistematizzare, attraverso un'analisi strutturale, il Sistema di Arti Marziali Russe, investigando sulla


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Arti Russe psicologia applicata e la bioenergetica, i cui risultati teorici e le evoluzioni pratiche sono presenti nei programmi della scuola “Sibirsky Vjun”. Nel 2000: Perfezionamento della sua abilità professionale nell' Istituzione di Educazione Statale “Istituto Nazionale della Sanità” (sezione di Novosibirsk) nel “Sistema Tradizionale di Perfezionamento del Combattimento Individuale Russo” (Registratsionyj 0300072). D.V.Skogorev ottiene lo status di Istruttore Internazionale (Gran Maestro di RMA Sistema SV “Sibirsky Vjun”). Nel 2008 è il Maestro Fondatore e Coordinatore dell'Organizzazione Mondiale di Difesa Personale (RMA Systema "SV" (“Sibirski Vjun”).

La Scuola La scuola di Arti Marziali russe “Sibirski Vjun” è stata fondata da Dmitri Skogorev nel 1988, a Novosibirsk (Siberia, Russia). Gli attuali metodi di allenamento sviluppati da Dmitri Skogorev sono stati approvati dall'Amministrazione del

Servizio Federale del Tesoro e della Polizia Tributaria di Mosca (No. 3/114 in data 20.06.97), dall'Amministrazione del Servizio Federale del Tesoro e della Polizia Tributaria di Novosibirsk (No.134/18 in data 12-05-97) e dalla Scuola Secondaria Speciale della Milizia di Novosibirsk, dipendente dal Ministero degli Interni (No.19 in data 07-05-97). Il sistema Russo di Arti Marziali possiede diversi ambiti: militare (esercito, polizia) e difesa personale ordinaria (per la popolazione civile). I metodi della scuola “Sibirsky Vjun” permettono agli istruttori di insegnare agli allievi le basi della lotta russa del corpo a corpo. L'interesse per le Arti Marziali Russe si deve alla semplicità della loro comprensione e filosofia. L'insegnamento si basa sulla struttura (sistema), che c o n s e n t e d i a c q u i s i re s i a i fondamentali della difesa corpo a corpo, del maneggio di armi e altri oggetti, che l'abilità necessaria per combattere in uno spazio limitato contro vari avversari armati e usare gli elementi psico-energetici.

Gli allievi della scuola “Sibirsky Vjun” imparano la lotta corpo a corpo con Dmitri Skogorev, seguendo la sua metodologia personale, p re n d e n d o p a r t e a d o p e r a z i o n i militari del Ministero della Difesa della Russia, portando a termine a t t i v i t à c o n c o rd a t e c o l M i n i s t e ro d e g l i I n t e r n i i n v i a s t re t t a m e n t e c o n f i d e n z i a l e , c o o rd i n a n d o n e g l i sforzi sul campo. Nelle situazioni estreme sono in grado di salvare le p ro p r i e v i t e e q u e l l e d e i p ro p r i compagni. Tanto il sistema militare russo in generale, quanto il lavoro degli istruttori in particolare, ricevono un alto riconoscimento per il loro operato. L'uso del sistema russo di lotta corpo a corpo garantisce l'opportunità di agire per salvare la vita quando si combatte in situazioni estreme, rispettando le seguenti regole: • Non esiste un metodo specifico per azioni specifiche (solo azioni fondamentali basate sulle leggi naturali) • Non si lavora “forza contro forza” (si lavora l'abilità di sentire la forza contraria e di dirigerla)


Arti Russe • Si agisce in base alla situazione (la situazione cambia costantemente nel tempo e nello spazio) Tutto questo lo si consegue con l'apprendimento dei principi chiave nell'addestramento, delle leggi fisiche e biomeccaniche del corpo umano, così come delle regole di interazione umana quando si intavola un dialogo. L'assenza di un metodo specifico contro delle azioni specifiche significa che esistono delle applicazioni chiave di difesa, con combinazioni di colpi e tecniche di atterramento, che insieme alla conoscenza dei sistemi di leve articolari e di destabilizzazione fisica e mentale dell'individuo, servono per neutralizzare un aggressore in qualsiasi situazione. Non si lavora “forza contro forza” in senso fisico, il che vuol dire non utilizzare le forme dure (rallentare o resistere a un attacco di mano o di gamba dell'opponente è da escludere assolutamente), ma che si deve sfruttare la forza e l'inerzia dell'avversario per accelerare. In questo modo evitiamo di usare la forza bruta per poi controllare la situazione. I movimenti difensivi sono sufficientemente corti e ponderati, il che concede a sua volta un vantaggio a livello di forza e tempo di esecuzione. Così si arresta la forza bruta e dunque possiamo

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controllare. Le azioni di protezione sono altresì essenziali e razionali da concederci un vantaggio in termini di forza e di tempo. La non resistenza si realizza a tutti i livelli, ma solo attraverso il controllo fisico e mentale. Agire secondo la situazione, si riferisce e si riflette nell'azione stessa, per esempio se lo stesso colpo viene bloccato più volte le azioni difensive devono essere differenti, al variare delle situazioni le caratteristiche degli attacchi (forza, velocità, lunghezza, ecc..) cambieranno a loro volta, il che permette che la coordinazione venga adeguata al contesto effettivo. L'allenamento si evolve da questa base, in un metodo “ramificato” - un insieme di azioni fondato su un movimento basilare. Se si scelgono più movimenti basilari, diamo la possibilità a un combattente di addestrarsi non tanto nell'esecuzione di azioni prive di esitazioni, bensì di agire in ogni differente situazione, applicando la necessaria velocità e forza in un periodo di tempo relativamente breve.

Il sistema: Il programma di addestramento della lotta corpo a corpo del Sistema Russo comprende elementi come:

Acrobazie speciali: La capacità di cadere adeguatamente su una superficie che non è coperta con qualcosa di morbido. Si utilizza la caduta come difesa da un attacco, per una successiva fase del combattimento. Biomeccanica: La meccanica si occupa dell'analisi specifica dei differenti movimenti in



Arti Russe relazione allo spazio. Le leggi della meccanica applicate a qualsiasi organismo vivente vengono definite come Biomeccanica. La biomeccanica è una scienza che studia le leggi che regolano ciascun organismo vivente, che permettono di realizzare delle attività meccaniche (statiche e dinamiche) con la minima azione muscolare. L ' e s s e re u m a n o è c o n s i d e r a t o come una struttura biomeccanica costituita da un sistema scheletrico, tenuto insieme dalle articolazioni e dalle cartilagini - un sistema di muscoli il cui movimento coinvolge oltre 250 distinti gruppi muscolari.

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Psicofisica, Bioenergetica La Psicofisica è la scienza che studia i fenomeni fisici e psicologici e la relazione tra di essi. Per la lotta corpo a corpo prendiamo in considerazione elementi (sia interni che esterni) come la coscienza, la percezione, la memoria, l'attenzione, ecc.., così come la risposta dell'avversario a questa o quell'azione e il controllo mentale dell'aggressore. Liberarsi dalle prese Prese fondamentali e come liberarsi da esse. Metodi di controllo. Schemi di colpi di mano e di gamba. Studio delle linee d'onda e vibrazionali dei colpi. Colpi: studio e addestramento dei

colpi in condizione di contatto ravvicinato (spalle, avambracci, bicipiti, gomiti, ginocchia, ecc) Difesa da colpi di mano o di gamba Studio degli schemi e dei principi chiave. Difesa da bastone Difesa da minaccia con pistola (a contatto e a distanza) Difesa da coltello, a contatto o a distanza Difesa contro più avversari con o senza armi Lavoro di squadra (unità), aiuto reciproco Metodi di maneggio di un arma Lavoro in condizioni difficili con differenti combinazioni


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Arti Russe Lavoro a terra Uso di pistola, bastone, ecc., contro un'altra arma (coltello, bastone, ecc.,) Lavoro con oggetti improvvisati da usare come armi Lavoro in spazi limitati, contro un muro, seduti, ecc. Il sistema di addestramento include anche: Preparazione fisica generale, ginnastica delle articolazioni, metodi di respirazione, psicofisica, psicologia, neuro-psicologia. Allenamento al combattimento sparring, individuale, competizioni di: lotta, boxe, combattimento con coltello, ecc., Per affrontare con successo un combattimento è necessario saper gestire i tre tipi di distanza che vengono allenati nelle seguenti pratiche:

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1. Scherma di colpi - per padroneggiare questo tipo di combattimento si allena la media distanza. Metodi di difesa. Colpi di mano e di piede. Tipologie di movimento. 2. Escrima - in questo genere di combattimento si allena la lunga distanza, lotta con coltello, sistemi di difesa da bastone (combattimento con bastoni) 3. Lotta libera - in questo tipo di lotta si allena la corta distanza, i sistemi per liberarsi da prese alle braccia. Studio e allenamento delle proiezioni, lotta con compagno a terra. Capacità di condurre un combattimento a contatto ravvicinato.

Attestato di qualifica L'attestato della scuola di combattimento russo “Sibirsky Vjun”

determina il livello di abilità nelle azioni fondamentali che permetterà agli allievi di diventare, successivamente, degli Istruttori. L'attestato si ottiene dopo aver portato a termine un programma di allenamento che dura tra i 4 e i 6 anni, in cui sono previsti esami per il superamento dei 6 livelli distinti. Coloro che superano gli esami di abilitazione ottengono un attestato di Istruttore nel Combattimento corpo a corpo della Scuola “Sibirsky Vjun”, certificato con apposite firme e timbri dell''organizzazione. Durante gli anni di lavoro all'interno della scuola partecipano a oltre 60 seminari intensivi del metodo, così come a sessioni di allenamento di 24 ore. Dal 1993 al 2012 hanno partecipato a ques t i wo rks ho p più di mille


Nuovo DVD pers o ne. L'attiv it à permanent e permette alla s cuo la di o ffrire metodologie di addestramento assai s v iluppat e, mez z i efficaci di comunicazione e tutto il necessario per raggiungere un alto livello nel sistema di lotta corpo a corpo. La scuola “Sibirsky Vjun” (Sistema SV) è rappresentata dai suoi uffici nelle città di Gor no-Altaisk, Angarsk,

Seversk, Kiselevsk, Kazan, Ufa (Russia), Almaty (Kazakhstan), ecc… Inoltre ha delle rappresentanze in Germania (direttore, Fuhrmann) dove si sono tenuti 8 seminari dal 1997 al 2012 e anche in Belgio (Aleksandr Balandin); nel 2007, 2010, 2012 organizza workshop in Israele (Haifa, Tel Aviv, Manager - Mr. Michelson). Nel Agosto del 2010 e nel Novembre del 2012 in

Bulgaria (Sofia, Albena). Nel 2011 in Slovacchia (Starà Turà - Bratislava);, in Messico nel 2012 (Tuxtla Gutierrez Chiapas - Fidel Alfonso Leòn Castillejos Calzada). Canada (Mr.Krivoshein), Svezia 2009, 2011 (Mr.Igor Sadonskiy). In Italia (sono stati realizzati 6 seminari nel 2006, 2007, 2008, 2009, 2010, 2011/2012 - Luigi Soprano) negli USA - 2012 - Andrey Patenko; in Francia (Stephan Surdi). Numerosi sono anche i contatti con accademie di combattimento corpo a corpo della Gran Bretagna.



In questa nuova serie di DVD didattici, il Maestro Mark Gridley presenta e spiega nel dettaglio, l'uso dei punti di pressione nella difesa personale. Il programma di Punti di Pressione Tattici del Combat Hapkido è il risultato di svariati anni di studi e indagini sotto la guida e l'assistenza di uno dei maggiori esperti mondiali in materia e si basa su principi pratici e attuali della moderna Difesa Personale, senza l'eccessiva e mistica complessità di altri analoghi sistemi sui punti di pressione. Il corso di Punti di Pressione Tattici del Combat Hapkido è ampiamente utilizzato dalle forze di polizia di tutto il mondo e può essere integrato in qualsiasi programma di Arti Marziali. La serie conta di quattro volumi che comprendono tutto il programma per Istruttori: Corso per Assistente Istruttore, Corso per Istruttore Associato, Corso per Istruttore e Corso per Istruttore Senior.

REF.: • CHTPP1 Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Punti Vitali

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La scienza della selezione degli obbiettivi nella difesa personale Immaginate un modo per migliorare le vostre tecniche con un solo giorno di studio e pratica. Troppo bello per essere vero? Se è così, vorrete continuare a leggere per avere la prova di ciò che il Sistema Tattico dei punti di pressione (TPP) del Combat Hapkido ha realizzato per i suoi numerosi praticanti. Per me è un grande onore condividere queste informazioni con voi e spero che il valore di questo materiale sia istruttivo, così come stimoli la vostra curiosità per saperne di più. Dopo aver letto questo articolo, dovreste cominciare a comprendere perché utilizzare, nella vostra pratica, il sistema tattico dei punti di pressione (TPP), oltre alle nozioni contenute nel primo dei cinque livelli del programma. Prima che cominciate, è mio dovere informarvi del fatto che ciò che leggerete è riconosciuto dai miei insegnanti, che hanno condiviso liberamente le loro conoscenze e a loro volta mi hanno permesso di elaborarle. Devo ringraziare il Gran Maestro John Pellegrini, fondatore del Combat Hapkido, il Gran Maestro Gorge Dillman, fondatore del Dillman karate International e pioniere dell'utilizzo dei punti di pressione in occidente e il Gran Maestro Chris Thomas, Istruttore Senior del Dillman Karate International e stimato praticante di Arti Marziali. Ho avuto il privilegio di essere il pupillo di questi Maestri che mi hanno trasmesso l'istruzione necessaria che reso possibile questo programma. Per coloro che hanno familiarità con la moderna Arte del Combat Hapkido non sarà una sorpresa che solo le tecniche più efficaci e collaudate facciano parte del nucleo di questo sistema. Cito le parole che il fondatore di questa Arte ha espresso, quando introdusse il TPP nel sistema: “Nel corso dei secoli la comunità delle Arti Marziali ha incorporato l'Arte e la scienza dei punti di pressione per combattere o guarire e il Combat Hapkido, non fa eccezione. Credo che l'integrazione dell'utilizzo dimostrato dei punti di pressione al nostro allenamento, non solo rifletta e riconosca le radici coreane della nostra disciplina, ma a livello pratico ne facilita e ne migliora la sua applicazione.”-

Gran Maestro John Pellegrini Il “programma tattico dei punti di pressione” del C o m b a t Hapkido è s t a t o

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Punti Vitali elaborato attraverso molti anni di studio e di indagini, sotto la guida e l'assistenza di esperti mondiali della difesa personale e dei punti di pressione. Le strategie del TPP sono basate su principi pratici e moder ni di difesa personale senza l'eccessiva complessità dell'elemento “mistico” proprio di altri metodi. Quest'area di studio specifica della difesa personale è stata progettata guardando alla scienza occidentale, alla sperimentata teoria orientale, e alla sua applicazione empirica. Sono state inglobate una serie di nozioni di vari settori come quello legale, militare, civile, sanitario, difesa personale per diversamente abili. L'obbiettivo principale del TPP è aumentare il bagaglio delle tecniche e delle capacità del sistema di difesa personale del Combat Hapkido. Comunque, come nella maggior parte delle scienze marziali, le lezioni sono accessibili ad un ampia varietà di praticanti e di sistemi. L'applicazione appropriata di questi princìpi segue le leggi della fisica, del movimento cinestetico (Teoria orientale e quantistica), della fisiologia anatomica e della psicologia di base. Questi concetti e le relative interazioni sono spiegati nella serie di DVD sul TPP. Questo programma didattico include lo studio fondamentale della localizzazione dei punti di pressione nel combattimento, che deve essere effettuato con la massima precauzione. L'intenzione del programma è quello di essere un riferimento istruttivo che vi preparerà rapidamente per applicare queste conoscenze al vostro studio della scienza della difesa personale. Naturalmente, un insegnamento di livello professionale da parte di qualcuno abilitato e certificato, vi aiuterà ad assimilare ed applicare nel modo migliore il materiale che vi mettiamo a disposizione. In questo primo livello vengono insegnati i concetti fondamentali come la responsabilità, la perseveranza e l'economia del movimento così come la localizzazione e l'attivazione dei 17 punti di pressione nelle braccia e nelle gambe. Vi forniremo la dovuta istruzione su ciascun punto oltre ad una relativa applicazione, come esempio dei concetti precedentemente menzionati. Imparerete le qualità e le relazioni (sia dalle teorie orientali che dalla scienza occidentale) di queste zone vulnerabili, che vi agevoleranno nel raggiungere l'effetto desiderato in combattimento. Ci sono anche delle sezioni dedicate all'esercizio delle prese che potrete integrare rapidamente al vostro addestramento, per conseguire la necessaria abilità e precisione nelle applicazioni. E' un DVD con oltre 90 minuti di materiale didattico concepito per coadiuvarvi nella crescita della vostra Arte. Proseguendo nella vostra ricerca sarete animati dal desiderio di unirvi ai tanti che adottano l'idea che esistono codici d'onore specifici e che si spera vengano seguiti da coloro che si sono formati nelle Arti Marziali e nelle

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discipline del combattimento. Veramente, dovete capire che siete responsabili legalmente e moralmente delle vostre azioni in qualsiasi situazione. L'onore di un guerriero dipende dal suo codice di responsabilità, coraggio e lealtà. Il programma TPP è strutturato con questa mentalità e comprende istruzioni sulla sicurezza, tecniche di rianimazione della massima importanza, for nendo al contempo la competenza per essere preparato all'allenamento in un contesto realistico. Tenete presente che in una situazione di difesa personale è importante risparmiare energia e replicare con rapidità. Dovete cercare sempre la massima economia nei movimenti e utilizzare la maggior efficacia di una buona tecnica piuttosto che fare affidamento in un colpo verso un obbiettivo specifico. Questi concetti non sono degli optional, ne devono essere dati per scontati. Che sia in allenamento o in una colluttazione reale, dovete capire che l'aspetto più importante di qualsiasi applicazione è l'intenzione, che non si deve confondere con la volontà di essere violenti. La vostra mente è l'arma più potente di difesa personale, tutto il resto è solo uno strumento per la realizzazione delle vostre tecniche. Non ci devono essere dubbi nei vostri pensieri (mente), sentimenti (spirito) e azioni (corpo) che devono essere uniti per ottenere il massimo risultato con il minimo sforzo. C'è una ragione pratica per imparare e utilizzare i punti del TPP. E' dimostrato, aldilà della teoria, che quando sono attivati correttamente, si manda un segnale diretto al sistema nervoso che provoca una reazione nel corpo del vostro avversario impedendogli di percepire, valutare,

decidere e agire in maniera effettiva. Questa prevedibile e involontaria risposta gioca a vostro favore in una situazione di stress. Stimolando direttamente un nervo, potrete causare un effetto significativo, a volte devastante, senza il timore di provocare ematomi, emorragie o ferite


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Punti Vitali gravi. La stimolazione di un nervo specifico interferirà nella comunicazione tra questo e il sistema nervoso centrale e con un gruppo muscolare in particolare. Per esempio, agendo sul nervo mediano del braccio di un aggressore si metterà fuori causa la sua mano (senza che se ne renda conto) e come potete immaginare, questa sarà una tecnica difensiva molto utile. Un altro esempio è la stimolazione dei nervi recettori che monitorano le funzioni specifiche delle fibre fusiformi che inviano un segnale che si sta rompendo un osso, senza che lo si stia facendo realmente; sovente la risposta che ne consegue è l'immediato abbandono di un'azione. Un altro tema importante, un aspetto sottovalutato del TPP è la reazione psicologica provocata in un soggetto. Come già sapete, non tutte le situazioni di difesa personale sono di vita o di morte. Utilizzando questi punti creiamo confusione, oltre a provocare la paura di una ferita così come di fratture o disabilità. L'obbiettivo finale di queste

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reazioni psicologiche e emozionali è quello di creare una vulnerabilità reale nel soggetto che generalmente lo porta a un atteggiamento di auto-protezione e addirittura può generare l'impulso di diminuire l'aggressività o fermare l'aggressione. Gli individui della società che rispettano la legge manifestano una naturale riluttanza nell' atto di ferire o mutilare un altro essere umano. Un beneficio aggiuntivo dell'uso del TPP è la capacità di superare questo potenziale imbarazzo grazie a un'applicazione meno letale delle vostre abilità nella difesa personale. Ciò lo si ottiene semplicemente con la consapevolezza che state avendo la sensazione di provocare un danno temporaneo invece che irreversibile. Per alcuni l'utilizzo dei punti di pressione può essere visto come una opzione “umana”, e sta guadagnando consensi presso coloro che considerano il ricorrere alla violenza come il metodo più interessante, così come il più efficace, per proteggere la propria vita.

Se pensate alla gestione delle tre fasi del combattimento, pre-conflitto, conflitto e post-conflitto, il TPP può aiutarvi nel trauma post conflittuale del senso di colpa, sia dal punto di vista personale che professionale e mitigare le condanne sociali quando lo si applica correttamente. Naturalmente si può usufruire di tali nozioni anche per causare danni reali, con effetti di lunga durata o tutto quello che può scaturire da una situazione senza altre alternative. La versatilità è l'attributo chiave nell'apprendimento di questa materia. In conclusione, adesso capirete che il motivo per includere questi elementi nel vostro allenamento, è un accrescimento rapido della vostra efficacia. Spero di aver risvegliato la vostra curiosità per imparare questa affascinante e utile area della scienza del combattimento. Negli articoli successivi mi addentrerò in un livello di comprensione più profondo di questo sistema progressivo. Mi raccomando, allenatevi in sicurezza, vivete con onore e abbiate cura di voi.


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Questo DVD sul pronto soccorso è uno strumento indispensabile per tutti i praticanti di Arti Marziali che presto o tardi si trovano in situazioni nelle quali è necessario “soccorrere”. In qualsiasi scuola in cui si ha a che fare con la lotta, il combattimento o semplicemente il contatto fisico, è successo che qualche allievo o istruttore sia stato colpito o abbia patito un infortunio. E' possibile siano stati messi ko, che abbiano avuto difficoltà respiratorie, spasmi muscolari, vertigini, nausee, o un qualsiasi altro problema causato da un allenamento lesivo. Gli “incidenti” sono qualcosa di reale ed è necessario intervenire quanto prima, in modo che la disfunzione causata non peggiori ulteriormente. Queste informazioni non dovrebbero essere obbligatorie per tutti gli “istruttori”, ovviamente, per preservare la sicurezza e il benessere dei loro allievi? Questo DVD è il primo di una serie di lavori a cura del Maestro Pantazi, incentrato nell' “altro lato” del Kyusho, quel lato che pone l'attenzione alle scienze dell' “energia” della salute e del benessere, non solo applicabile nei Dojo, ma anche ne quotidiano con i vostri cari e tutte le persone che ci circondano.

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Intervista con un Grande Maestro Nello scorso mese di Febbraio il GM Steve Tappin si è recato in Spagna per dirigere un corso organizzato dalla TAOWS Academy e da Sifu Salvador Sanchez. Alla fine dell'anno passato, il GM Steve e Sifu Salvador Sanchez ebbero un primo incontro dal quale nacque una grande amicizia. Un'alleanza che oggi si rafforza con l'organizzazione di questo corso di formazione per istruttori responsabili, che altro non è che il primo passo per la creazione di un gruppo di lavoro dell'Escrima Concepts, nome dell'associazione del GM Tappin in Spagna. Dopo il seminario speciale che si è tenuto nella città di Murcia, Sifu Salvador Sanchez, accompagnato da David Gonzalo Smyth, si sono incontrati col Gran Maestro e ne è venuta fuori l'intervista che vi mostriamo a seguire, che crediamo sia molto interessante per tutti gli appassionati di Arti Marziali. B.I.: Prima di tutto, ho una curiosità: quando è nata l'Escrima Concepts e come è avvenuta la sua evoluzione fino ad oggi? G.M Steve: Bene, credo che dobbiamo stare molto attenti a quello che diciamo. In realtà, l'Escrima Concepts è nata 500 anni fa… Tutti i sistemi con armi, anche se risaliamo indietro nei secoli, hanno elementi simili tra loro. Per esempio, se analizziamo gli antichi manoscritti occidentali sull'uso della spada, vediamo idee e concetti come la “figura 8” o “la teoria della scatola”. E naturalmente delle arti e dei sistemi filippini. L''errore risiede nel fatto che oggi la gente associa tutto questo solo alle Arti Filippine. Io penso che attualmente stiamo facendo più cose sotto quest'ottica. Proviamo ad andare oltre. Dal momento della fondazione della mia associazione, noi cerchiamo di farlo. Cerchiamo di studiare i principi che sono presenti nel combattimento con armi fin dagli albori dei tempi. Anch'io pratico l'arte della spada e nell'uso della stessa sono presenti tali antichi principi. In definitiva, le tecniche cambiano, i principi sono sempre gli stessi. Quando ho lasciato l'organizzazione della quale ho fatto parte per molti anni, a causa di vari conflitti e problemi interni, ho pensato di chiamare la mia “I concetti delle armi”, ma mi sono reso conto che sarebbe stata una mancanza di rispetto verso la storia dell'Escrima e sebbene io pensi che siamo molto differenti da altri sistemi, ho optato per il nome “Escrima Concepts”. Ero consapevole che potevano esserci

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discussioni su tale denominazione, però ho pensato che quello sarebbe stato un problema di altri, non il nostro. Con questo non voglio dire che non esistono validi sistemi di Escrima, senza dubbio ci sono, ma era importante mantenere il nome “Concepts”. In modo che tutto fosse ben chiaro e quindi nacque “Escrima Concepts”. Per noi, i concetti ci devono rendere liberi, ma è fondamentale comprendere che per essere liberi è necessario liberarsi di qualcosa. Così abbiamo realizzato un programma che offre a tutti l'opportunità di crescere e progredire. E' ovvio che i praticanti devono imparare a parare, a colpire, ecc., però dietro a tutto questo deve esserci un piano di studi col suo relativo sviluppo per acquisire le giuste capacità. All'interno del nostro programma didattico esiste una struttura logica, vengono introdotti elementi come i “fattori sconosciuti” (perché non conosciamo ciò che succederà in un combattimento reale) e progressivamente andiamo a costruire i concetti su cui si svilupperà l'Escrima Concepts. B.I.: Negli ultimi 40 anni lei è rimasto legato allo studio di questi sistemi e mi piacerebbe chiederle come si è svolto il suo percorso nell'Escrima e nella pratica di altri metodi con armi. Come si è sviluppato? Con chi ha studiato? E infine, come intende evolvere il sistema? G.M Steve: (mostrandosi molto convinto della sua risposta) Ho avuto persone valide intorno a me. A prescindere da chi sia, nessuno può creare qualcosa solo da se stesso. Se si dirige un club, è importante persino colui che mantiene puliti e ordinati i suoi locali. E' un lavoro di squadra. Sono importanti gli allievi, gli insegnanti, le persone che ci aiutano e ci facilitano le cose. Tutti sono importanti. Ma, senza ombra di dubbio, i più importanti sono gli allievi. L'evoluzione avviene dall'unione di molti fattori e tenendo in considerazione soprattutto gli allievi e gli insegnanti. Guardi, le racconto un aneddoto. Da un po' di tempo, mio figlio sta ricevendo molte clip di video del passato, quando si cominciava ad insegnare e a dimostrare l'Escrima in Europa, perciò pensavamo di creare un canale YouTube di “Escrima Concepts”. Volevamo radunare tutte le immagini che riuscivamo a recuperare, per far si che i nostri istruttori, gli allievi e i fans avessero a disposizione una piattaforma interessante in cui andare a vederli. Un giorno mi ha fatto vedere un video di 25 anni fa e, per Dio! Era la

cosa più orribile che avevo visto nella mia vita! Allora ho pensato: “Questo è quello che s'insegnava allora!” E mi fece ben presto cambiare idea.. B.I.: Ci domandiamo perché è accaduto tutto questo… G.M Steve: Beh…può succedere per molte ragioni. Le persone, le loro competenze, le capacità dei loro allievi… E' ovvio che le cose sono cambiate col tempo. Oggi, il mio modo di vedere le cose è molto diverso. Adesso cerco di dare all'allievo gli strumenti e gli input, lasciando che egli stesso vada ad arricchire e sviluppare la nostra Escrima. Il mio sogno è quello di potermi sedere un giorno e vedere mio figlio e i miei allievi che sono capaci di farlo meglio di me. Ma ancora non è così. Con questo voglio dire che il progresso è costante. C'è sempre un evoluzione e ci saranno sempre dei cambiamenti. Anche se io tento di insegnare allo stesso modo a tutti quanti. Questo per due motivi: primo, che diventerei matto cercando di fare qualcosa di strabiliante tutti i mesi. Secondo, se si sta cercando di costruire una “forma di pensiero”, è necessario seguire una linea di studio. Tutti devono ottenere gli stessi risultati, almeno fino a un certo punto…, quindi ho bisogno di formare buoni allievi, validi istruttori da inviare all'estero per conto mio. Devo riconoscere che l'associazione da dove provengo non era così e questo è uno dei cambiamenti del quale sono più orgoglioso. Esso ha molti aspetti positivi. Quando mi reco nei vari paesi per mostrare il nostro programma e il piano di studi, comincio da Gennaio e lo faccio in molti posti con lingue differenti. All'inizio lo faccio in un certo modo, ma alla fine dell'anno, dopo molti paesi e altrettante lingue, riesco a farlo 10 volte meglio, 10 volte più velocemente e risulta facilmente comprensibile a più persone. Allora ci rendiamo conto di come un sistema può arrivare ad evolversi in soli 10 mesi. Quando siamo circondati da gente valida, è tutto più rapido. Uno dei segreti del nostro metodo è di cercare di non commettere alcun errore durante l'apprendimento, non passare sopra i piccoli dettagli per non doverli correggere in seguito. Insisto nuovamente sulla necessità di circondarsi di una ottima squadra di istruttori e io penso di aver scelto molto bene. B.I.: (Sifu Salvador afferma di essere rimasto molto sorpreso nel conoscere il piano di studi, che è


Grandi Maestri

“Per noi, i concetti ci devono rendere liberi, ma è fondamentale comprendere che per essere liberi è necessario liberarsi di qualcosa” “Oggi, il mio modo di vedere le cose è molto diverso. Adesso cerco di dare all'allievo gli strumenti e gli input, lasciando che egli stesso vada ad arricchire e sviluppare la nostra Escrima”

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perfettamente strutturato e diretto, quindi gli domanda…) Quali sono suoi piani per il futuro dell'Escrima Concepts e come si svilupperà in Europa? G.M Steve: Bene, in primo luogo, molti sbagliano nel credere che è il loro sistema. C'è stata gente che mi ha detto “questo è il mio sistema, questo è quello che faccio” e per me è un errore molto grave. Non è il mio sistema. Certo, magari ne sono stato alla guida per un po' di tempo. Ma se si cerca di realizzare un sistema che sopravviverà quando non ci sarò più, allora questo non è IL MIO SISTEMA, è IL NOSTRO SISTEMA. Ad esempio, l'anno scorso, uno dei miei ragazzi di Monaco di Baviera, mise in discussione alcune cose dei programmi degli allievi, in conseguenza, forse, di un problema di traduzione dall'inglese al tedesco. La cosa generò una certa confusione ma mi resi conto che aveva ragione. A causa di ciò, ho dovuto riscrivere il programma. Questo è successo perché l'istruttore ha avuto il coraggio di dirmi:

“Io non lo capisco, per me non funziona”. Di conseguenza ci ho dovuto pensare. Quell'episodio mi ha reso migliore. E' un bene perché la gente fa delle domande e penso che si debba essere preparati al cambiamento, sempre che il cambiamento sia costruttivo, chiaramente! B.I.: Per finire, vorremmo chiederle a proposito dell'Escrima Concepts in Spagna. Quali sono le sue impressioni su quello che sta conoscendo, come pensa che si evolverà la sua associazione in Spagna e come le piacerebbe che fosse? G.M Steve: Sono stato qui due volte ed è già solida. Il motivo per cui affermo ciò è che la gente è ben disposta ai cambiamenti. Se le persone che ci guidano sono disposte ai cambiamenti, possiamo rendere migliori le cose nel mondo, ma se non lo sono o non gli piacciono, stiamo solo perdendo del tempo. Ammetto che sono molto cauto in questi casi. Negli ultimi 6 anni ho

declinato degli inviti per andare in Francia, in Messico, oltre ad alcuni paesi in Sudamerica, Australia, Sudafrica e in un paio di posti negli USA. La ragione del mio rifiuto è stata “l'onestà”. Non potrei supportarli, dovrei trasferirmi laggiù per farlo. Sicuramente avrei guadagnato molto denaro per il mio lavoro, ma non sarei stato onesto. Non potrei vederli tutte le settimane. Al contrario non esiste nessun posto in Europa che sia a più di 2 o 3 ore di distanza, per questo posso seguirli. Detto ciò, anche in questo la nostra associazione è differente. Il nostro è un ambiente rilassato e felice perché non consentiamo che a farne parte sia qualcuno che non si riconosca nella nostra filosofia. Vi racconto un aneddoto in merito. Un anno fa circa, mi chiamò un istruttore di un paese europeo che si propose di unirsi alla mia associazione, offendo la sua scuola con oltre 500 allievi. Ma per me quelli sono 500 problemi, non posso insegnare a 500 persone. Viceversa se mi si presentano 20 persone e mi permettono di lavorare con loro, queste potranno insegnare a 500 persone. Così questa in Spagna è la prima volta, escluso il mio gruppo d'appartenenza, nell'arco di sei anni, che ho accettato di lavorare con gente nuova. Il motivo per cui ho accettato è stato il modo in cui Sifu Salvador Sanchez si è rivolto a me e ha accolto la mia proposta. L'esperienza delle mie visite in Spagna, da anni sono piene di bei ricordi. Tutto è sempre andato molto bene. Le persone con cui ho lavorato qui mi hanno trattato bene e gli auguro tutta la fortuna possibile per quello che stanno facendo. Dunque per me è stata una decisione molto semplice. Quando sono venuto in Spagna per la prima volta, ho visto che Salvador stava lavorando allo stesso modo del sottoscritto. Precisamente lo stesso! Conosco i suoi problemi, conosco i suoi successi. Sapevo perfettamente quello che gli altri pensavano e quello che realmente stava succedendo, perché c'ero già passato in quel processo. Per cui fu naturale mettere una firma, fu molto facile. Senza contratto, con una stretta di mano e via. E sta funzionando alla perfezione. Lui e la sua gente lavorano duramente… B.I.: Grazie mille, è un piacere averla ancora qui. Sono sicuro che molti dei nostri lettori in Europa saranno contenti di questo cambiamento. G.M Steve: E' bello essere di nuovo qui!!

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Grandi Maestri

“Per noi, i concetti ci devono rendere liberi, ma è fondamentale comprendere che per essere liberi è necessario liberarsi di qualcosa. Così abbiamo realizzato un programma che offre a tutti l'opportunità di crescere e progredire”

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Nella cultura marziale vietnamita, qualunque sia lo stile o la scuola, due armi sono particolarmente importanti: l'alabarda Dai Dao e la sciabola. Lo studio di queste due armi é indispensabile per ogni praticante di arti marziali vietnamite, in quanto sono le armi più importanti nei campi di battaglia. Se paragoniamo la sciabola e la alabarda, notiamo che la sciabola é particolarmente adatta ai colpi di taglio, di punta, alle parate e bloccaggi. In alcuni casi, si può utilizzare l'impugnatura della sciabola per colpire e la guardia per agganciare le lame, ma è l'ultima risorsa. Dall'altro lato, l'alabarda é veramente concepita per essere un'arma versatile che permette di portare colpi di taglio, affondi di punta a corta e lunga distanza, parate e bloccaggi con la lama e con l'asta, inoltre consente di agganciare l'arma dell'avversario, é efficace usata come mazza e per portare fendenti. In questo DVD realizzato dal Maestro Patrick Levet, studieremo le tecniche di base della sciabola: attacchi, schivate, parate, deviazioni, le 15 tecniche fondamentali della sciabola, il Quyen di Sciabola Tinh Hoa Luong Nghi Kiem Phap, basato sull'essenza del principio delle 2 opposte polarità, e il Quyen della “Alabarda della Luna e del Sole”, insieme alla forma attuale da competizione, con alabarda leggera.

REF.: • VIET5

Tutti i DVD prodotti da Budo International vengono identificati mediante un’etichetta olografica distintiva e realizzati in supporto DVD-5, formato MPEG-2 (mai VCD, DivX o simili). Allo stesso modo, sia le copertine che le serigrafie rispettano i più rigidi standard di qualità. Se questo DVD non soddisfa questi requisiti e/o la copertina non coincide con quella che vi mostriamo qui, si tratta di una copia pirata.

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Il Gran Maestro Marco Morabito, direttore tecnico e responsabile globale della Federazione IKMO, pratica le arti marziali e sport da combattimento da quasi 30 anni. Istruttore militare e coordinatore tecnico nei settori di sicurezza pubblica e privata, e con diversi anni di esperienza in anti-terrorismo e antisequestro di persona, insegna sia ai civili che ai militari, ed è anche un istruttore esperto nella lotta corpo a corpo e nell'uso di qualsiasi arma o oggetto come mezzo di difesa. Come fondatore di Systema Marco Morabito, ha raccolto le tecniche più efficaci di varie scuole del sistema russo, così come molte altre tecniche sviluppate da lui sulla base della sua esperienza specifica in situazioni ad alto rischio, civili e militari. È inoltre fondatore del sistema di difesa israeliana " Sistema Krav Maga di Sopravvivenza di Israele" e "Sistema Kapap di Sopravvivenza Israeliano", ed ha formato più di 500 istruttori in tutto il mondo. In questo secondo DVD ci presenta le tecniche di disarmo di bastone, armi bianche e da fuoco, utilizzate nel Systema Marco Morabito, derivato dal programma russo Spenatz.

DVD: € 25,00 REF.: • SYSTEMA2

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Kyusho (il punto vitale) dello sviluppo dell'energia Posizione 3: “Posizione della palma” Talàsana La posizione precedente ci ha aiutato non solo a stabilizzare, come ha fatto la prima, ma anche a equilibrare il corpo, continuando la preparazione dello stesso oltre la posizione del Loto Seduto. Attraverso una corretta postura correggiamo le cattive abitudini che causano stress e prepariamo il corpo all'esperienza e all'apertura di tutta la nostra capacità energetica. Questa base ci predispone per una funzionalità ottimale, così come per la conoscenza del nostro flusso energetico, incrementando in questo modo la nostra vitalità. Anche in questo caso è sufficiente essere abbastanza tesi per non garantire che si percepiscano i dettagli sottili descritti in ogni posizione o atteggiamento e i relativi movimenti energetici, per poi passare a quella seguente. Naturalmente, la pratica di tutte le posizioni può anche avvenire mentre aumentiamo lentamente le nostre capacità energetiche. La sequenza del metodo sistematico e simbiotico apre le potenzialità di quelli seguenti. Queste posture iniziali non servono solo per acquisire sicurezza e controllo, ma anche per favorire il massimo effetto e aprirsi alle successive possibilità. Con la base del nucleo e delle zone periferiche già stabilite con un corpo più aperto e rilassato, lo avremo anche

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purificato per agevolare una maggiore cognizione vibrazionale e potenziale. Adesso è più sicuro svegliarsi, alzarsi e percepire le sensazioni delle vibrazioni energetiche, prima nelle aree periferiche, poi nel nucleo e infine nel cervello stesso. Siate coscienti di queste qualità vibrazionali mentre uscite dal corpo, specialmente dalla testa, per essere più energici e in allerta. In questo momento è necessario prendere precauzioni e stabilire un sistema per disperdere l'energia dalla testa, per avere più cognizione, più sensibilità e una maggiore energia vibrazionale. L'equilibrio del corpo dal cervello si realizza anche in questa posizione; tuttavia, adesso passa da una oscillazione laterale (che migliora la stabilità del corpo nella postura precedente), a una in avanti e indietro. Questa oscillazione in avanti e indietro produce un massaggio ai piedi, oltre ad attivare il percorso neuronale dal cervello ai piedi. Questo accresce l'azione di pompaggio energetico, per avvicinarsi alle onde più sottili emanate dalla terra e contemporaneamente, la conoscenza, lo stato di allerta e la vitalità del praticante. Le vibrazioni e i messaggi neuronali viaggiano all'interno della gamba attraverso il chakra della radice e dunque risale simultaneamente attraverso Shushuma, Ida e Pingala, fino a che, per ultimo, si collega al cervello.

“Posizione della Palma” Talàsana Partendo dall'ultima postura, fare un passo laterale con i piedi alla larghezza

delle spalle e concentrati sulla sensazione di stabilità. Questa azione separa le gambe, rilassa e apre il perineo (Chakra base) per permettere la risalita delle vibrazioni dalla terra. Quando si fa il passo, è necessario concentrarsi nelle vibrazioni o nell'energia che sta nella parte esterna della gamba e che adesso si muove verso quella interna o primo Chakra. Non tentare semplicemente di farlo, sii cosciente di quello che avviene. Potresti anche sentire che si concentra maggiore energia tra le scapole con le braccia ancora disposte nella posizione precedente; quella è l'energia che sale e trova una resistenza in quel portale energetico. Non lottare contro di essa ne prova a migliorarla, ma cerca semplicemente di riconoscerla e sfrutta la capacità di essere attento al tuo corpo mentre si relaziona e lavora in armonia con l'energia. Adesso che sei posizionato, stendi le braccia sopra la testa, sentirai che l'energia bloccata si libera e sale verso la parte anteriore del collo o Chakra corona. Questa energia vibrazionale può essere forte, perciò non ti allarmare, ascolta semplicemente la sua presenza e il suo movimento. Questa vibrazione spesso è più forte di quella periferica, tenta di sentirne la frequenza come se fosse la tua personale. Sentirai che questa postura rilassa la spina dorsale mentre acquista pressione gravitazionale da tutto ciò, per permettere a tali vibrazioni di salire liberamente. Non solo stai stirando il nucleo del corpo e la spina dorsale (Shushuma), ma anche le zone


periferiche e i rispettivi chakra. Una volta che sei cosciente della tua frequenza personale, trasporta questa conoscenza alle vibrazioni energetiche mentre salgono dalle gambe attraverso il perineo e il nucleo fino alla cima del cranio. Questa posizione aprirà tutti i Nadi o canali, coinvolgendo quelli della parte posteriore della gamba che aiutano la stabilizzazione del corpo. Una volta che le braccia sono completamente stese sopra la testa e l'energia sta salendo, solleva i talloni per sentire come aumenta l'onda. Ciò provoca che tutta la concentrazione e la visualizzazione salga fino alla sommità del cranio. Col tempo e l'esperienza sentirai anche il percorso dell'energia a spirale più fine che fluisce su Ida e Pingala. Questo è un punto cruciale per il mantenimento dell'equilibrio e della completa vitalità; la maggior parte degli individui si sforza solo di aprire il percorso centrale della Kundalini, però questa pratica serve solo a squilibrare l'immobilità dell'essere umano. Devi coltivare tutti gli aspetti in maniera equa per una pratica ottimale e sicura. Tutti questi flussi vibrazionali si concentrano nella sommità del cranio e permettono ai praticanti di conoscere questo chakra. E' il chakra corona dove risiede l'intelletto e la volontà umana e il suo incremento energetico stimola il cervello, fornendo al praticante un più elevato potenziale intellettivo. Questo passo è essenziale prima dell'apertura della ghiandola Pineale, che si produce con la postura seguente. E' necessario capire che le braccia sollevate e unite non permettono al chakra corona di aprirsi completamente verso l'altmosfera, pertanto può succedere che si rimanga concentrati sulla testa invece di rinvigorire la mente con la crescita del cervello/corpo. Questo apre e consente all'energia di fluire dal suolo attraverso il corpo nel diagramma del Vajaramuki, che a sua volta è un'immagine e una forma che si trova intorno a Ida e Pingala, nei campi elettromagnetici e anche nella catena del DNA. Il flusso a spirale è una legge naturale dell'energia ed appartiene a tutte le forme di vita naturali. Questo è possibile vederlo nell'immagine a rallentatore di una pianta che sta germogliando (che mostra in maniera precisa l'oscillazione descritta dalle persone che eseguono le posture di Yoga), o gli esseri che crescono in un guscio, o addirittura nelle galassie. La meta non è solo aprirsi e sentire queste vibrazioni e spirali, ma anche sentire l'armonizzazione con queste forze naturali e i percorsi energetici. I Nadi o percorsi dei canali energetici sono anch'essi aperti e comprendono lo stesso diagramma di flusso dell'insieme di energie del percorso principale. Questo si descriverà meglio nelle posizioni successive, per adesso il focus principale è nella zona centrale del corpo. Prima di andare alla coordinazione della respirazione in questa postura, per favore, abituati alle necessità fisiche dell'equilibrio e delle sensazioni sottili delle vibrazioni energetiche. Solo allora dovrai cominciare a coordinare la respirazione con la forma, perché niente dovrà offuscare i dettagli, la conoscenza e i benefici che otterrete da tutto ciò.

Respirazione e Intenzione: Ora, quando ti concentri nella respirazione, inspirando profondamente in questa posizione sentirai la base solida dell'energia e dell'equilibrio. Senti la respirazione come se scendesse o si radicasse nella terra, come descritto nella postura precedente. Nella lunga e rilassata espirazione comincerai a sentire lo spostamento avanti e indietro, mentre i muscoli del cuore e l'energia salgono. Il praticante deve anche tener conto che in ogni inspirazione si assorbe energia dalla natura e nell'espirazione queste energie stanno sorgendo e contribuiscono alla crescita. Nessuna delle due, così come in natura, devono stagnare o concentrarsi in una sola zona. Anche nella quiete di una postura, devono fluire e muoversi costantemente. E' dunque un vantaggio, per il praticante, avere una conoscenza completa della postura prima di provare a coordinarla con la respirazione. Nei novizi, la respirazione Testo: Evan Pantazi Istruttrice di Yoga: Carolina Lino - Ponta Delgada, Azzorre Foto: Tiago Pacheco Maia - Ponta Delgada, Azzorre

sposterà l'attenzione dalle vibrazioni energetiche verso l'oscillazione e la dinamica della respirazione. L'obbiettivo primario è risvegliare e sentire l'energie, per coordinarle con il controllo della respirazione. La respirazione non deve mai essere forzata o concentrata, anche se all'inizio avrai questa tendenza, perciò non lottare con tutto ciò, accettalo e impara da esso. Col tempo e l'esperienza, l'energia fluirà naturalmente perché tu sia in grado di mantenere la tua concentrazione e la tua cognizione dei flussi della stessa (fino a che respirerai e vibrerai in modo naturale all'unisono con le vibrazioni naturali dell'esistenza). Nel prossimo numero: “Punta verso il tallone” Prathanàsana.


Intervista a Adrian Traba In questa occasione abbiamo realizzato un'intervista ad un giovane, ma già molto esperto, istruttore di Wing Tsun: Adrian Traba. Un grande futuro è davanti a questo magnifico praticante di Arti Marziali, che ha dalla sua l'essere stato il PIU' GIOVANE ISTRUTTORE ad ottenere il Primo Grado Tecnico (Cintura Nera) di Wing Tsun in Spagna. Inoltre, coloro che hanno assistito al suo esame lo hanno definito ECCEZIONALE. Qualcosa di straordinario! Budo Inter national: Adrian, benvenuto! Quando hai cominciato con le Arti Marziali e con chi? Hai praticato altri stili e con chi? Adrián Traba: I miei inizi risalgono a quando avevo 5 anni, i miei genitori mi iscrissero in una scuola locale di Karate Shotokan. Col tempo cominciai a gareggiare in tornei locali e galiziani, sia nei Kata che nel Kumite, diventando varie volte campione galiziano in entrambe le specialità. Nel 2004 entrai a far parte della Selezione Galiziana di Karate partecipando ai campionati Nazionali. Praticai questa disciplina fino ai 16 anni, raggiungendo la cintura nera. Oltre allo Shotokan, ho praticato lo Shotokai con un Maestro giapponese, del quale ho molti bei ricordi. Una volta mentre mi stavo allenando ancora con questo Maestro, vidi un'esibizione di Wing Tsun da parte del Sifu Victor Gutierrez e rimasi molto impressionato dalla rapidità con cui si poteva colpire un avversario e finire un combattimento. B.I.: Perché sei passato al Wing Tsun? A.T.: Come ho detto prima, quello che più mi impressionò di questa Arte Marziale era la rapidità con cui si terminava un combattimento, non importava il modo in cui colpivano, si appiccicavano all'avversario e finivano sempre a terra, oltre a funzionare contro qualsiasi cosa. Ci piacque a prima vista e ci coinvolse così tanto che a partire da quel momento, mio padre ed io, cominciammo a praticare questo sistema. B.I.: Perché non hai seguito la strada del Wing Revolution del tuo Maestro? A.T.: Quando Sifu Victor Gutierrez decise di separarsi dalla EWTO e prendere la propria strada, avevo il 2° grado tecnico. In principio continuai a allenarmi con Sifu Victor ma, anche se il suo lavoro è fantastico, mi allontanava da quello che avevo iniziato a praticare. Volevo completare lo stile che avevo avviato e non potevo lasciarlo a metà. La EWTO mandò un nuovo delegato

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per la Spagna e cominciammo tutto da capo. Dopo poco tempo venni a sapere che Sifu Salvador Sanchez stava dando lezioni e mi misi in contatto con lui, lo raggiunsi a Murcia e mi parlò del suo progetto. Sinceramente sarei rimasto con lui con o senza progetto perché già lo conoscevo, mi piaceva il suo modo di insegnare, di trasmettere agli altri, e così è stato. B.I.: In cosa consiste il tuo attuale progetto? In quale direzione va? A.T.: Sifu Salvador Sanchez mi ha nominato Istruttore e Coordinatore per la Comunità Galiziana della TAOWS Academy e da allora il mio progetto è stato quello di aprire delle scuole nella zona e occuparmi della diffusione di questa Arte Marziale. Ho realizzato varie esibizioni e seminari in diverse aree della comunità galiziana per farla conoscere. Molta gente si è interessata ad essa e si è iscritta ai miei corsi regolari. B.I.: Come ti vedi tra qualche anno? A.T.: Francamente non so fin dove potrò arrivare. Voglio continuare a crescere con il mio Sifu e un giorno imparare il sistema completo. Mi piacerebbe anche essere uno dei migliori esponenti di quest'arte marziale o perlomeno venire considerato tra quelli. Vorrei diventare un punto di riferimento di questo sistema, almeno in Galizia. B.I.: Perché consiglieresti questo sistema alla gente? A.T.: Lo consiglierei a tutti perché è un'Arte bellissima, affascinante, che sorprende sempre e si può praticare anche in età molto avanzata, poichè l'indice di infortuni è quasi nullo. Si può apprezzare come il morbido sconfigge il duro senza apparente sforzo, il lavoro della forza elastica e la costante evoluzione, favorisca lo sviluppo completo dell'individuo oltre ad essere un fantastico sistema di difesa personale. B.I.: Perché nella TAOWS Academy? A.T.: TAOWS Academy è sinonimo di serietà, rispetto e lavoro serio, come il suo fondatore, Sifu Salvador Sanchez, lo dimostra. In tutti i suoi seminari s'impara sempre qualcosa di nuovo, non nasconde nulla e forse questa è la cosa più attraente di questa scuola. B.I.: Dove svolgi i tuoi corsi attualmente? A.T.: Impartisco le mie lezioni a Carballo (La Coruña), a La Coruña, a Naròn (Ferrol) e a Lugo.

Tutti coloro che sono interessati ad assistere sono i benvenuti e sono invitati a fare una prova, posso assicurare che ne rimarranno impressionati. B.I.: Ho anche sentito che dirigi dei corsi di formazione per istruttori in Galizia. Potresti dirci qualcosa in merito? A.T.: Beh, in realtà per me tutto è Wing Tsun e Escrima. Non faccio grande distinzione tra una lezione di WingTsun o Escrima per il mio gruppo p i ù piccolo o nei seminari più importanti. Io do sempre tutto quello che so. Mi consegno, per così dire, agli allievi (che per la maggior parte sono già miei amici da molti anni) e cerco di dare sempre tutto quello che ho. Ho diretto un corso di formazione per Istruttori in Galizia, del quale sono particolarmente contento e orgoglioso. Qualche giorno fa ho consegnato la mia prima Cintura nera e ci sono altri che la riceveranno a breve. Inoltre ho diretto dei gruppi di lavoro per corpi di polizia e militari. Ma come ho già detto, per me, tutto è Wing Tsun e Escrima e AMO TUTTO QUESTO! Mi godo ogni giorno del mio lavoro. B.I.: Hai qualcos'altro da dire ai lettori di “Budo International”? A.T.: Certo, in primis vorrei ringraziare la rivista per questa opportunità, per aver permesso a questo giovane istruttore di esprimere i suoi sentimenti sull'Arte alla quale ha dedicato la sua vita (anche se sono molto giovane…). Sono contento e soddisfatto dell'evoluzione del lavoro che siamo riusciti a realizzare durante questi anni nella TAOWS Academy. Vorrei inoltre ringraziare mio padre Josè Traba per tutto l'appoggio che mi ha sempre dato e i miei allievi e insegnanti per essermi vicino. Vorrei invitare da qui tutti gli appassionati del Wing Tsun a scoprire questa meravigliosa arte e l'organizzazione che qui rappresento. Grazie di cuore a tutti.


Wing Tsun

Adrián Traba 3º Grado Tecnico di WingTsun Allenatore Nazionale II SDP WingTSun per la Felucha segui le nostre attività su Facebook TAOWSAcademy Galicia o contattaci al telefono: 0034 617 602 543 Foto della copertina per cortesia di Michael Tudela

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Il Karate è diventato uno sport di high competition, e si è diffuso in tutto il mondo, tuttavia le sue radici sono ancora vive, e questo lavoro è un ottimo esempio di questo. Shihan Toshihiro Oshiro, nato a Okinawa, è un'autorità riconosciuta nella storia e le tecniche di arti marziali tradizionali di Okinawa. Presidente del Ryukyu Bujutsu Kenkyu Doyukai (RBKD), Shihan Toshihiro Oshiro dedica il suo lavoro alla ricerca e lo sviluppo del karate di Okinawa e la tecnica del Kobujutsu, ed in particolare all'insegnamento del Shima-Ha Shorin-Ryu Karate e del Yamanni Ryu Kobujutsu . Lo stile basa il suo lavoro sulla comprensione della biomeccanica corporale e nel sistema fisico dinamico interno attraverso lo studio di antichi kata, difendendo il modo tradizionale di praticare il Karate come un sistema unitario, in contrasto con le dissezioni fatte dal moderno Karate sportivo. Con l'aiuto di Sergio Hernandez Beltran e Cristobal Gea Gea, Presidente e Direttore Tecnico e Segretario del RBKD-Spagna, rispettivamente, Shihan Oshiro ci presenta un eccellente lavoro didattico centrato sulla kata di base dello stile Shorin-Ryu Shima: Sonoba Kihon (tecniche di base statiche), Ido Kihon (tecniche di base in movimento), Kihon Kata 1-3, le forme fondamentali Pinan Kata 1-5, kata Naihanchi Shodan, e le prime due forme di base di Sai (Shimabukuro No Sai).

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