Il futuro del Budo è già qui! Alcuni anni fa fummo onorati di presentarvi sulle pagine della nostra rivista lo Yoseikan Budo come il Budo del 2000. Ora che il 2000 è passato, torniamo ad intervistare uno dei più grandi Maestri contemporanei! Per molte persone le cose sono quelle che sono, tutto qui… ciò che è stato fatto deve rimanere tale e la tradizione è quell’insieme finito e chiuso che deve ripetersi nel tempo. Per Hiroo Mochizuki le cose non stanno così. Per lui la vita è un processo di evoluzione ed il Budo il modo di camminare per questo sentiero. Perciò ha dedicato le sue energie allo sviluppo delle Arti Marziali, avvicinandosi ad esse non come chi studia stili distinti, ma come chi le vede come un tutto unico, che può e deve essere riorganizzato e reinterpretato. È un “ribelle con cognizione di causa” e questa, cari amici, questa è una buona causa! Senza dubbio alcuno le sue conclusioni sono suffragate da un cammino personale ricco ed ampio: Judo, Kendo, Karate, Aikido ed un lunghissimo eccetera. Ho “sentito” che questo personaggio è un Maestro con la “M” maiuscola, un uomo pulito, sincero ed onesto che offre un'esperienza contrastata e soprattutto piena di vita. No, amici miei! Questo giapponese-francese (o francese-giapponese!) non è un chiacchierone con pretese intellettuali, né un revisionista della tradizione, né un traditore (come alcuni l’hanno voluto etichettare); non siamo di fronte ad un visionario, ma ad un uomo dotato di forte sensibilità, una persona proiettato nel futuro, ed è un piacere ed un onore per me averlo conosciuto ed ascoltato. Sensei Mochizuki incarna la perfetta connessione tra la tradizione e la modernità. Di famiglia guerriera ed erede di un lignaggio di lunga tradizione marziale, ebbe il coraggio e l'onestà di andare più in là della mera ripetizione del conosciuto e di affrontare il suo personale adeguamento ai tempi moderni esattamente come prima fu fatto da Kano, Funakoshi o lo stesso Ueshiba. Se qualcuno lo vuole accusare di questo, faccia pure! Egli, semplicemente e dall’alto della sua onestà, non comprende chi mette in discussione la sua traiettoria, il suo cammino, cercando d’essere più papista del papa. Il fatto è che quest’uomo, intelligente e ricettivo, si è immerso nell’essenza delle Arti guerriere per ricrearle in un modo coerente e divertente. Sì, diver tente! Lo Yoseikan è uno stile molto vario e ricco di sfumature e forme, che non annoia nemmeno il più indifferente. Salubre, perché il Maestro ha corretto i più pericolosi vizi di altri stili che conducono frequentemente a lesioni, frutto di posizioni inutilmente tese o forzatamente ripetute, uno stile, infine, integratore, perché permette agli allievi di approfondire un lavoro sia completo che versatile. Perciò voglio presentarvi il video che abbiamo realizzato nei nostri studi sulla sua peculiare Arte, lo Yoseikan Budo, aiutato dai suoi allievi ed in particolar modo da suo figlio, un giovane ben preparato, acuto e capace, con un grande futuro davanti a sé. Con questa intervista saprete qualcosa in più dell'uomo, dell'Arte e del Maestro con la “M” maiuscola qual è, certamente, Hiroo Mochizuki. Non perdetevi questa sua opera! Vi sorprenderà piacevolmente e, senza dubbio, vi aprirà le porte della comprensione di ciò che è stato e di ciò che sarà il Budo in futuro. Judoka, karateka, kendoka, Aikidoka o semplicemente persone interessate al tema del combattimento, tutti troverete ispirazione nelle sue conoscenze e nella sua creatività. Un video che è un’eredità, magnificamente situato nel punto d’incontro tra il passato ed il futuro del Budo: lo Yoseikan Budo di Mochizuki. Il futuro del Budo è già qui! Alfredo Tucci
Yoseikan Intervista Budo International: Quando è nato ed a che età ha cominciato a praticare le Arti Marziali? Hiroo Mochizuki: Sono nato nel 1936, il 21 marzo e cominciai a praticare a 7 anni. B.I.: Può parlarci della sua famiglia? H.M.: Sì. Mio padre è un Maestro di Arti Marziali molto importante in Giappone, è 10º dan di Aikido. Ha praticato anche Judo con il Maestro Kano. Nell’Aikido è stato anche aiutante diretto del Maestro fondatore Ueshiba. B.I.: Con quali Arti Marziali e sport da combattimento ha cominciato e quali ha praticato e con chi? H.M.: Ho cominciato prima con il Kendo, quando avevo 7 anni. Poi a 13 anni, ho cominciato l'Aikido ed il Judo. Tutto questo, l’ho imparato con mio padre. Poi, a partire dall’età di 18 anni, ho imparato il Karate con un allievo del Maestro Otsuka, fondatore del Wado-Ryu. Ho imparato anche lo Iai con mio padre. Dunque, con mio padre ho imparato il Judo, l'Aikido lo Iai e le armi tradizionali del Giappone: il Bo e il Jo. B.I.: Che gradi ha attualmente in questi differenti stili? H.M.: Sono 3º dan di Judo ormai da molto tempo, sono già quasi quaranta anni che sono 3º dan (risate), poi nel Karate sono 7º dan e nello Iaido, nel JuJutsu e nell’Aikido sono 8º dan. B.I.: Ha praticato altre Arti Marziali o sport di combattimento? H.M.: Sì, ho imparato un po’ di Boxe Inglese e di Boxe Francese, cose di questo genere, ma per piacere personale. B.I.: E tutte le tecniche con armi che esistono nello Yoseikan-Budo: i Tonfa, i Sai… da dove vengono? H.M.: Il Sai e gli altri, ho cominciato a studiarli con il Maestro Koizumi; poi ho imparato per conto mio il Tonfa, il Sai e, soprattutto grazie al Ken-Jutsu, ho trovato un sistema di Kumi-dachi, cioè di Sai contro sciabola, di Tonfa contro sciabola, di Jo contro Bo, cioè al rovescio. B.I.: Come ha creato lo Yoseikan Budo? H.M.: L'organizzazione è stata creata nel 1975, ma ho cominciato ad elaborarla nel 1974 ma le basi dello stile risalgono agli inizi del ’70. B.I.: Perché l’ha creato? H.M.: Per prima cosa, mi piaceva il Judo, il Karate, l'Aikido, il Kendo ed ho pensato: perché non farli tutti assieme? Perché è molto difficile praticare tutte queste Arti Marziali a causa di un’ovvia mancanza di tempo. Non avevo il tempo sufficiente, così ho tentato di riunire tutto in una sola cosa. B.I.: Lo Yoseikan è una specie di miscela di differenti Arti Marziali o è… ? H.M.: Non è una sintesi. Al principio, forse, lo era in qunato influenzato da mio padre, dato che anche lui aveva fatto studi
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di sintesi. Per esempio, tentò di riunire l'Aikido ed il Ken-Jutsu. Tentò anche di inserire nell'Aikido, tecniche di Ju-Jitsu, per esempio, molte tecniche di Judo, ecc.. E questa è un po’ l'idea di base. Perciò, ho tentato anch’io di realizzare una sintesi. Ma, sfortunatamente, fare una sintesi è molto difficile. Usiamo una metafora... è molto difficile fare un albero unicamente con una serie di rami raccolti, non si ottiene un gran risultato. Allora, un giorno, ho trovato il tronco dell'albero, un unico tronco e liì ho attaccato i rami. A partire da lì, sono riuscito ad attaccare tutte le Arti Marziali. B.I.: E qual è questo tronco? H.M.: È molto semplice. Tutta l'energia, il calore, il suono, ecc. si trasmettono attraverso delle onde. Un'onda di scontro è, per esempio, un colpo secco, un po’ come un incidente d’auto. Quando facciamo grandi movimenti, come il movimento delle onde del mare, otteniamo grandi onde. Così, per esempio, abbiamo grandi movimenti nel Judo, piccoli movimenti nel Karate.
Anche nel Kendo abbiamo alcuni movimenti molto grandi come nel Judo. Visivamente sono metodi differenti, ma essenzialmente è lo stesso principio. E, alla fine, una cosa è la stessa per tutte. È questo ciò che ho trovato. B.I.: Ma l'onda concretamente che cos’è? È un qualcosa che si trova solamente nella testa o è un movimento? H.M.: È il movimento. Per esempio un movimento potente a livello dei fianchi verso le braccia o a livello del petto indirizzato alla gamba o anche solamente un movimento dei fianchi verso la punta dei piedi, o un movimento dei fianchi verso la mano o l'arma. Tutti questi sono spostamenti d'onda, è molto difficile da spiegare, ma è simile all'immagine delle onde e del mare. Un colpo combina queste due cose. Per esempio, quando uno sferra un pugno, l'onda viene dalle gambe, dai fianchi, dal petto, dalla spalla, dal gomito, dal braccio… Il movimento è realizzato a partire dalla spalla e fino alla spalla è il movimento
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dell'onda come l'onda del mare. Nel Karate, questa vibrazione, l'onda, è molto stretta, quasi non si vede. Al contrario, in una tecnica di fianchi, come una proiezione, con la spalla, ecc. si vede molto più facilmente l'onda che sale dalle gambe, dai fianchi e dalle spalle. Altro esempio, in una tecnica di spazzata, l'onda viene al contrario dall’alto verso il basso, prima a livello delle spalle, poi della schiena, dei fianchi e delle gambe e qui il colpo è sferrato a partire dai fianchi verso i piedi. un B.I.: Stiamo preparando programma televisivo su Bruce Lee e chiediamo ad alcuni Maestri la loro
opinione su questo personaggio e il suo ruolo nella storia delle Arti Marziali moderne. Ha qualcosa da dire su di lui per quanto concerne il mondo delle Arti Marziali? H.M.: Credo che Bruce Lee abbia contribuito molto allo sviluppo delle Arti Marziali grazie al cinema. Ha fatto molte cose buone e tecnicamente era davvero bravo. Credo possedesse delle ottime vibrazioni, una notevole concentrazione e forza interiore. Era un’ottima persona. Ma oggi nel cinema c’é solo violenza superflua. E’ un vero peccato. Ma credo che sia qualcosa d’inevitabile nella vita dello spettacolo.
B.I.: Effettivamente questo non contribuisce positivamente all’immagine delle Arti Marziali... H.M.: Le Arti Marziali oggi devono cambiare completamente. Perché vi è in esse una parte molto interessante che è la Via, cioè la filosofia che esiste al loro interno. È un aspetto sostanziale per il futuro, in quanto per prima cosa in esso si diffonde il rispetto di tutti. Il rispetto reciproco è un elemento basilare nelle Arti Marziali. Sviluppare questo aspetto è importante per il futuro, perché si tratta di realizzare la pace nel mondo. In esse poi c’é tutta la parte del rituale come il saluto, lo sguardo... Tutto questo è molto importante. Credo che sia in questo che si possono trovare le possibilità d’investigazione nelle Arti Marziali, non negli ambiti in cui si cerca come vincere il combattimento, schiacciare l'avversario, ecc. ecc. Non è lì dove dobbiamo guardare. B.I.: A proposito dello Yoseikan-Budo, che cosa apporta mentalmente ad un praticante? H.M.: Innanzi tutto per crearlo ho cominciato dalla sintesi e alla fine ho trovato una base e solo dopo ho compreso che questa base poteva servire a sviluppare molte cose, ad ampliare la nostra visione delle cose, il nostro pensare ed il nostro relazionarci con gli altri. Quando si osserva uno stile particolare, una specializzazione, per esempio il Judo o il Karate - è una specializzazione, anche l'Aikido lo è - … i praticanti di Aikido che guardano l’Aikido sono interessati a quest’Arte, ma un karateka che guarda l’Aikido non capisce ciò che sta accadendo, ciò che è, se stanno danzando o altro… C'è una parte molto interessante nello studio delle leve, ma non riesce a capirla. E sempre per un karateka è difficile capire un judoka che esegue delle ottime tecniche, perché tutto questo contiene sensi e significati sottili che non comprende. Anche il Karate contiene molte peculiarità sottili, ma per il judoka è difficile capirle, come anche per l'aikidoka. Così, un metodo non comprende l’altro. Questo è un grande difetto delle Arti Marziali attuali. Da quando cominciai lo Yoseikan, ho notato che gli allievi si sono interessati a tutto. Si parla di Judo e sono contenti, di Karate e sono contenti, di Pugilato e sono contenti, di Kendo e sono contenti… Quando
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Yoseikan trattiamo dell'Aikido, capiscono molto bene i movimenti con tutta la loro peculiarità. A partire da questo, inevitabilmente nasce una forma di rispetto. Perché? Per che possono dire: “Ah, fanno delle cose molto buone!”, “Ah, è fantastico!”, “Ah, questo devo studiarlo!”. E quando un individuo pensa con questo spirito, comincia a progredire in termini di apertura mentale. Se quest’apertura mentale non esiste, penso che sia impossibile capirsi, dunque non si può ottenere la pace. Con lo YoseikanBudo sono arrivato, senza saperlo, ad un buon risultato per il futuro delle Arti Marziali. B.I.: Quali sono le caratteristiche fisiche che conferisce lo Yoseikan Budo? H.M.: Naturalmente, in questa disciplina bisogna fare di tutto. C’è una parte di tecniche con armi, come nel metodo antico: Iai, Aikaï-jutsu, bastone, Bo, Tonfa, Nunchaku, Sai, ma allo stesso tempo vi è l'allenamento delle proiezioni, della muscolatura, degli spostamenti come nell’Aikido, la flessibilità, la forza e la velocità come nel Karate o come nel Pugilato. Que st o c o nf e risc e una for mazione completa del corpo e permette di possedere allo stesso tempo p otenza e fless ib ilit à . D u nq u e f isicamente è un metodo, mi sembra, molto buono. B.I.: Che cosa pensa dell'evoluzione delle Arti Marziali? H.M.: Penso che, poco a poco, si cominci a rompere la specializzazione. Ci sono molti metodi che propongono studi di sintesi. È una buona direzione perché quando si realizza una sintesi, si deve obbligatoriamente studiare varie stili. Dunque, la visione si amplierà ed ogni metodo diverrà migliore assieme agli altri. Credo che le Arti Marziali stiano avanzando in una buona direzione. Dichiarano generalmente che lavorano nel senso della difesa personale, ma se facessero un passo più, sarebbe veramente ottimo. B.I. Perché ha rimoder nato le “tradizioni” giapponesi? H.M.: La storia cambia. Tutte le cose che si sono mummificate appartengono al passato. Ma noi siamo vivi e fintanto che viviamo dobbiamo progredire, andare oltre. Oggi, non serve a niente voler fare la guerra o fare a pezzi un avversario con una sciabola. Dunque le Arti Marziali devono cambiare, rimodernarsi ed andare più verso la pace, più verso lo sport, ma senza perdere l'essenzialità dello spirito di base che è lo spirito dell’aiuto reciproco, del rispetto reciproco, del progresso reciproco attraverso l'aiuto reciproco. Penso che questo corrisponda ottimamente all'avvenire dell’essere umano. B.I.: Secondo la sua opinione, che cosa penserebbero i Maestri, i Grandi Maestri delle Arti Marziali che hanno
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creato vari stili come Ueshiba, Kano, Funakoshi, dell'evoluzione che ha improntato, del lavoro che svolge nelle Arti Marziali in genere? H.M.: Sfortunatamente, se ne sono andati (sorride), bisogna quindi usare l’immaginazione, ma riguardo a tutti i Grandi Maestri vediamo che, per esempio, il Maestro Ueshiba visse in un'epoca durante la quale il Ju-Jitsu era molto pericoloso ed ebbe spesso molti praticanti feriti. Così per evitare che gli allievi si ferissero, trovò una soluzione che permettesse d’imparare efficacemente tutte le tecniche ma ovviando a questo problema. Questo spirito di progresso va dunque sempre nel senso della pace. Il Maestro Funakoshi di Karate disse: “Nel Karate, non c'è un prima, cominciamo sempre con la difesa”, detto in altri termini: “Tentate di essere al massimo nella difesa per non ferire l'avversario”. Per fare questo, si deve essere molto più forti, mille volte più forti dell’avversario, perché se così non fosse, sarebbe impossibile non ferirlo. Con il Gran Maestro Kano vale la stessa cosa, il JuJitsu era molto duro e lo ha trasformato incorporando la flessibilità per quanto concer ne la progressione tecnica, affinché non si dovessero correre troppi rischi. Tutti i Maestri hanno sempre pensato al futuro dell’essere umano, cioè la pace. È per questo che hanno fatto quello hanno fatto ed io anche. Seguo il loro esempio e ho tentato di fare esattamente ciò loro hanno fatto, un sistema forse un po’ differente - questo sistema è il mio metodo -, ma lo studio è uguale a quello dei Maestri. B.I.: Non pensa che praticare molte tecniche differenti: leve, torsioni, pugni, calci, di proiezioni… comporti il rischio di generare dei praticanti meno forti di quelli che praticano una sola tecnica? H.M.: Penso che essere più o meno forti non sia molto importante. Quando si eseguono molte ripetizioni, quando si comincia ad amare quello che si fa, inevitabilmente lo si ripete più volte e quanto più si ripete, più diviene efficace. Ma la maggior parte della gente che pensa all'efficacia si riferisce all'efficacia nel combattimento. Penso che non sia per questo che dobbiamo praticare le Arti Marziali, ma piuttosto per il piacere di farlo ed, allo stesso tempo, per imparare. Imparare molte cose è interessante perché conferisce un'apertura di spirito che cambierà ed amplierà la nostra visione del mondo. Questo è molto importante, molto di più dell'efficacia nel combattimento reale. B.I.: Dopo quanto tempo si può arrivare ad essere cintura nera? H.M.: È difficile da dire perché, in realtà, dipende da vari fattori. Ce ne sono alcuni che vi arrivano molto presto, vale a dire in due anni e mezzo o tre e altri che impiegano invece sei o sette anni. Varia molto. Ma colui che arriva a
questo traguardo molto presto, cioè al 1º dan in circa due anni e mezzo, non è inevitabilmente quello che andrà più lontano. Spes s o v ale i l pri n c i pi o contrario (risate). Dunque, per valutare, non si può tener conto solo del fatto che la gente sia dotata o meno, piuttosto si può considerare chi ha più pazienza, chi è più coinvolto, chi ama di più quello che fa. Penso che questo sia più importante del tempo. B.I.: Lo Yoseikan è uno stile molto completo, che cosa presenterà nel video? H.M.: In questo video ho voluto presentare la parte sportiva di quest’Arte. Perché lo sport? La base viene naturalmente dall'Arte Marziale, ma si può sviluppare un sistema di sport esattamente come stiamo facendo. Così, per esempio, nell'utilizzo delle distanze attraverso l'utilizzo di armi differenti. Quando si usano differenti armi, le tattiche devono obbligatoriamente cambiare. Questo aiuta a sviluppare la capacità di adattamento. Poi, in ogni caso, si deve trovare una maniera per vincere. Ognuno dunque dovrà riflettere, trovare la sua specialità. La creatività nascerà proprio in quel momento. E favorire questa creatività aiuterà l'evoluzione della personalità. L'avvenire del mondo dipende dal fatto che ogni persona senta che qualsiasi cosa è importante. Nessuno è venuto al mondo per niente. Tutti sono venuti per fare qualcosa ed ognuno ha un compito da svolgere. È molto importante riuscire a tirar fuori la personalità di ogni individuo. B.I.: Ultima domanda. Si dice spesso che la competizione di Yoseikan -Budo sia una sorta di triathlon delle Arti Marziali, visto che ci sono tre “prove”. Può spiegarci come si svolge una competizione? H.M.: Il sistema di competizione attuale forse subirà ancora dei cambiamenti, ma attualmente per i combattimenti si utilizzano le armi, due bastoni corti contro un Ken. Naturalmente è possibile fare delle proiezioni. Si possono anche utilizzare gli atemi. Il combattimento dura un minuto e poi c'è un cambio ed un altro minuto. Poi, il secondo combattimento utilizza i guanti ed un equipaggiamento di protezione, cosa molto importante. Qui si utilizzano pugni, calci, proiezioni, immobilizzazioni, senza poter realizzare leve né strangolamenti. Naturalmente tutte le tecniche pericolose sono proibite. In caso di pareggio, si avrà un terzo combattimento, una specie di terzo “round”, che dura un minuto. Vi è un attaccante con un bastone di 35 cm, -è la lunghezza di una rivista ben arrotolata ed è una pratica molto interessante da utilizzare in difesa personale ed è allo stesso tempo un lavoro molto interessante per i bambini-, mentre noi ci difendiamo a mani nude. Ed è qui che si decide chi ha vinto.
“La storia cambia. Tutte le cose che si sono mummificate appartengono al passato. Ma noi siamo vivi e fintanto che viviamo dobbiamo progredire, andare oltre�.
1.- I contendenti si trovano uno di fronte all’altro. 2.- L'aggressore attacca il Maestro con un pugno circolare. 3.- Il Maestro schiva il colpo ed entra dal basso nella guardia dell'avversario, controllando il braccio attaccante con ambedue le mani. 4.- Chinandosi per obbligare il suo rivale ad abbassare il braccio... 5.- gira su se stesso... 6.- ed abbatte l'aggressore con una proiezione di spalla.
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In questa sequenza, vediamo come il Maestro blocchi con la sua arma l’attacco dell'aggressore, per proseguire poi con un contrattacco alla gola, seguito da un calcio frontale al basso ventre. Immediatamente, entra nel terreno del suo avversario, controllandolo con le braccia sul bavero ed intorno al collo e, girando su se stesso, lo proietta al suolo, mettendolo fuori combattimento.
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Le Arti Marziali sono sempre state vincolate al mantenimento e al recupero della salute. Come mezzo o come fine in se stesso la salute è indispensabile per lo sviluppo delle nostre potenzialità individuali e, dunque, del nostro sviluppo come artisti marziali. Cosi come in Occidente l'Alchimia, i Maestri Orientali capirono che la vita era troppo breve per sviluppare completamente le potenzialità della nostra coscienza. D'altra parte la coscienza, come la luce, richiede una quantità ingente di energia per concretarsi in un individuo. Accumulare questa energia nei nostri corpi è un passo indispensabile per poter accendere la luce interiore. La tradizione cinese elaborò innumerevoli sistemi per affrontare questo particolare punto, molti di essi ancora sconosciuti in Occidente. Il Tao Yin è la collezione di queste Arti “Interne” ed ancora una volta il Maestro Cangelosi ha osato mettere mano ad un argomento nel quale la maggior parte delle persone preferisce apparire più importante “per ciò che non insegna” piuttosto che per ciò che “veramente sa insegnare”. Buon per Paolo, che ancora una volta supera barriere ed ostacoli che per altri sono troppo grandi. Il punto è che sapere ed insegnare è il colmo del piacere! Sifu Cangelosi ha realizzato un video in cui insegna il Tao Yin e ci regala un articolo che snocciola l’intero argomento, come è solito fare, dettagliatamente ed in modo assolutamente pedagogico. Questa formulazione delle Arti Interne merita tutto il riconoscimento e l'attenzione degli artisti marziali, qualsiasi sia lo stile da loro praticato. Il suo allenamento si integrerà sempre con il vostr o personale cammino, aggiungendo coscienza ai vostri movimenti ed energia e flessibilità alle vostre tecniche. Quindi non perdete l’occasione concedendovi l'opportunità di imparare queste Arti con la persona più adeguata ad insegnarle, un Maestro senza frontiere, Paolo Cangelosi.
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termine Tao Yin significa Via Interna o Via della Salute ed è un'antica forma di ginnastica interna le cui origini si perdono nella notte dei tempi. Già nella leggendaria dinastia Hsia. (epoca in cui Huang Ti. l'Imperatore Giallo, poneva le basi per lo sviluppo della Medicina tradizionale Cinese) si dice esistessero pratiche che miravano a conservare la salute a livello preventivo e terapeutico. Le origini del Tao Yin e della Medicina Tradizionale Cinese possono quindi considerarsi contemporanee. Si dice che Huang Ti nei suoi trattati di medicina (raccolti nell'antico testo Nei Ching Su Wen) spiegasse tecniche fisiche basate su movimenti e cicli respiratori utili al mantenimento della salute. Il Tao Yin è costituito da un insieme di esercizi fisici medico preventivi perfettamente coerenti con gli insegnamenti filosofici taoisti che prevedono la pratica regolare e quotidiana al fine di mantenere il corpo in buona salute. La benefica azione degli esercizi del Tao Yin può inoltre apportare miglioramenti determinanti anche dopo l'insorgenza di molte patologie. Questo tipo di discipline sono presenti in molte zone dell'oriente; si sono però sviluppate nelle varie culture orientali in modo diverso: in Cina il Tao Yin, in India lo Yoga, in Giappone gli Eki Nikio direttamente derivati dai Ching Ching cinesi, e anche in Corea e in Vietnam si trovano pratiche simili finalizzate agli stessi scopi. L'importanza attribuita al popolo orientale a queste pratiche è grandissima, mantenere il corpo in perfette salute prevenendo le malattie prima di curarle è da sempre una caratteristica della visione olistica orientale. L'esecuzione di questi esercizi, privi di sforzo fisico, li rende accessibili a chiunque e a qualsiasi età, senza dimenticare che accompagnano il praticante nel suo percorso di evoluzione spirituale. Il campo di applicazione del Tao Yin si è esteso nel tempo sempre più arrivando a comprendere nuove esperienze terapeutiche come nel caso della digitopressione e dell'automassaggio incluse in un secondo tempo nel Tao Yin. Dopo Huang Ti anche il medico Chi Po promotore della pratica del Tao Yin proseguì l'opera di ampliamento di questo articolato settore. Un momento importante di questa opera si ha nella dinastia Han con il famoso medico Hua To e il maestro Yun Chun. Come è avvenuto per l'Arte Marziale cinese anche il Tao Yin si è sviluppato e differenziato in diverse zone del vasto territorio cinese e notevoli sono state le sfumature che hanno diversificato le varie pratiche del Tao Yin. Al Nord abbiamo tecniche che prevedono movimenti dinamici mentre al Sud troviamo tecniche che richiedono posizioni più statiche. I vari esercizi del Tao Yin inizialmente sviluppati all'interno delle scuole sono stati in seguito promossi a livello popolare e al giorno d'oggi è sufficiente andare nei parchi per vedere persone di ogni età intente nella loro pratica. Nella sua evoluzione il Tao Yin ha subito l'influenza delle tre più importanti correnti filosofiche cinesi: Buddismo, Taoismo e in misura minore Confucianesimo. Ognuna di queste correnti ha dato il suo apporto. In particolare modo il Taoismo pone maggiormente l'accento sul rapporto dell'uomo con la natura; il Buddismo privilegia invece l'aspetto interiore e spirituale, mentre il Confucianesimo paragona l'uomo allo "Stato" con le sue leggi e il suo ordinamento, privilegiando così l'aspetto sociale di queste pratiche. Nel Tao Yin non si può seguire un unica linea di sviluppo coerente ad un'unica cronologia famigliare perché non esistono insegnamenti dettati da un unico maestro, nonostante ciò possiamo individuare alcuni importanti personaggi che ne hanno delineato l'evoluzione. Ta Mo (Bodhidharma) patriarca del Buddismo Chan introdusse in Cina una serie di tecniche corporee atte a mantenere il corpo in perfetta salute e il suo contributo fu fondamentale anche per aver insegnato “principi” sull'Arte del Combattimento. Gli insegnamenti riguardanti la ginnastica interna furono chiamati Ching Ching. Si dice che questi esercizi fossero originariamente 18, in seguito ampliati a 24 dai suoi discepoli. Anche per Confucio, come per Ta Mo e Lao Tze era di fondamentale importanza l'unione del corpo e dello spirito e, vivere in equilibrio con le leggi dell'energia, era in grado di apportare vigore fisico ed una buona salute. Troviamo quindi anche nel Confucianesimo una serie di pratiche chiamate Soi Chi: letteralmente "Il risveglio dell'energia". Tuttavia la corrente filosofica che maggiormente ha influenzato il Tao Yin è sicuramente il Taoismo.
I Taoisti, acuti osservatori della natura e delle sue leggi, diventarono maestri in quest'arte. In particolare modo essi da sempre ricercarono attraverso i loro studi la longevità e l'immortalità, concetti importantissimi nella dottrina taoista. Racconti leggendari narrano di maestri taoisti vissuti 200 o 300 anni e di alcuni famosi personaggi diventati immortali. Documenti storici attestano che nella dinastia Han l'età media di certi uomini si aggirasse attorno ai 140 -160 anni. Vediamo ora i vari settori di cui si compone l'antico Tao Yin: LIAN YIXUE: E' il termine generale con cui vengono designati tutta una serie di esercizi di ginnastica medica. CHING CHING: Sono esercizi buddisti 18 o 24 creati da Ta Mo . SOI CHI: Tradotti in “Il risveglio dell’energia” Sono esercizi di matrice confuciana . CHI KUNG: E' un settore vastissimo e viene visto anche come disciplina a parte. Ha molti punti di contatto sia con il Tao Yin in generale che con l'Arte Marziale in genere. YIJINJANG: Anche questi sono metodi di ginnastica medica: sono stati creati dalla classe contadina e ulteriormente sviluppati anche per sopportare il duro lavoro dei campi: era infatti importante a quei tempi avere un corpo sano e forte per lavorare la terra e saperla difendere dalle scorrerie dei briganti PA TUAN CHIN: Serie di gruppi di otto esercizi di ginnastica interna di tradizione Taoista. NGA MO TOEI NA: Questo settore può essere studiato anche al di fuori del contesto del Tao Yin. Comprende soprattutto le tecniche di massaggio. automassaggio e digitopressione. Possiamo concludere dicendo che attraverso il Tao Yin siamo in grado di lavorare in tutti i modi il nostro corpo in base ai nostri ritmi e alle nostre necessita'. Ma non dobbiamo dimenticare che l’insieme di queste pratiche e metodologie non sono solo uno strumento i lavoro sul piano fisico ed energetico. ma rappresentano anche una “Via” di arricchimento personale ,con aumento della sensibilità ,maggior apertura mentale e ricerca spirituale; permettendo così una vita di relazione ,con gli esseri umani e con la natura, più serena ,consapevole e naturale.
PA TUAN CHIN Già dalla traduzione del nome si intuisce la preziosità di questa serie di antichi esercizi di matrice taoista: "Gli Otto Pezzi di Brocca" o "Gli Otto pezzi del Tesoro" Nella loro tradizione sono divisi in gruppi di otto. Come abbiamo già visto i Pa Tuan Chin sono un settore del Tao Yin, quindi anche per questi esercizi, il movimento dovrà essere sempre morbido e rilassato; il ritmo di ogni singolo esercizio sarà calibrato su
sequenze respiratorie ben determinate e, la coordinazione del movimento del corpo ed il rilassamento della mente, saranno fondamentali per una corretta pratica. La respirazione, punto focale di ogni pratica interna, deve diventare sottile e continua come un filo di seta che si dipana lentamente: solo così saremo in grado di entrare in contatto con la nostra energia e scambiarla consapevolmente con quella dell’Universo. Questa prima serie di otto esercizi comprende piegamenti e distensioni che portano beneficio a livello muscolare e circolatorio. Vengono interessate le articolazioni e tutta la struttura scheletrica nel suo complesso fino ad arrivare a stimolare gli organi interni dal cuore ai reni sino all’aggregato cerebrale. Il giusto movimento e l’adeguata respirazione stimolano simmetricamente l’energia dei meridiani. A questo punto comincerà ad aprirsi il sistema dei canali energetici sottili, normalmente bloccato nell’uomo ordinario. Questa presa di coscienza del nostro corpo energetico ci accompagnerà tra l’altro nel nostro cammino verso la ricerca della sorgente della vita e della conoscenza con una consapevolezza nuova, sconosciuta dalla scienza occidentale e dai suoi mezzi di indagine troppo grossolani. I momenti preferibili per la pratica sono al mattino al sorgere del sole e al tramonto: momenti importanti nel ciclo della Natura in cui lo Yin si trasforma nello Yang e viceversa. Al mattino (appena svegli senza toccare né cibo né acqua e vestiti adeguatamente in modo da non avere né caldo né freddo) questi esercizi ci aiuteranno ad affrontare nel modo migliore la giornata. Come tempo di pratica possiamo iniziare con 15 o 20 minuti che aumenteranno gradualmente via via che la nostra respirazione diventerà sempre più profonda e rilassata. Da notare che durante la pratica può essere utile visualizzare il significato suggerito dal nome stesso dell’esercizio. Ecco la serie dei primi otto: 1) Spingere il cielo 2) Dividere le montagne 3) Fare una mezzaluna con il corpo 4) Spingere la terra 5) Fare la gobba 6) Sciogliere il corpo 7) Guardare la nuvola che passa 8) Stendere l’Arco L’esecuzione dei Pa Tuan Chin in sequenza è una pratica classica. ma è possibile estrarne alcuni e lavorarli a coppie ripetendoli più volte; in questo caso verranno chiamati Yan Ti Kam. In particolare abbiamo: “Spingere il cielo“ ripetuto 4 volte in coppia con “Spingere la terra” ripetuto 4 volte; e ancora la coppia: “Spingere la terra “(4 volte) e “Guardare la nuvola che passa “(3 volte) . L’accoppiamento di questi esercizi è basato su una legge di equilibrio - squilibrio energetico. (Approssimativamente si può dire che si tende a provocare volontariamente e momentaneamente uno
squilibrio per poi riequilibrare in maniera più corretta) Gli Yan Ti Kam vengono spesso utilizzati come terapia oltre che come prevenzione.
YUN CHUN Sono una serie di dodici antichi esercizi risalenti alla Dinastia Han codificati dal Maestro Yun Chun dal quale prendono il nome . Ispirati principalmente agli animali e agli elementi della natura ritroviamo spesso le caratteristiche del “volo degli uccelli” e dello “stirarsi dell'orso”. Di questi 12 esercizi: 7 sono considerati base mentre gli altri 5 di livello superiore e sono ormai poco conosciuti I primi 5 si praticano da terra alternando la posizione a gambe incrociate a quella seduti sui talloni. Le regole fondamentali, per praticare questo settore, sono quelle comuni a tutti gli esercizi "interni "in genere, per cui rilassamento e giusta respirazione saranno i requisiti più importanti ai fini di una pratica corretta. Se il lavoro sul ciclo energetico di riequilibrio e tonificazione dell'energia vitale rimane l'aspetto più di importante ,questi esercizi sono anche ottimi strumenti per la cura e il mantenimento dell'apparato scheletrico: in particolare per la colonna vertebrale attraverso l'esecuzione di ripetuti movimenti di distensione e allineamento. I primi 5 sono quelli che affronteremo in questa sede: 1) L'Apertura delle ali della Grande Aquila: 2) Il monaco di Giada guarda a sinistra e a destra 3) Lo stirarsi dell'orso 4) Lo stirarsi del gatto 5) Incrociare le dita. Come abbiamo già detto la sequenza dei primi cinque viene effettuata a terra. Questo, oltre ad eliminare eventuali problemi sull’equilibrio (questione non trascurabile nel caso di eventuali patologie) ci riporta gradualmente ed in modo armonico al contatto con la Terra: sensazioni che ormai abbiamo perduto con passare degli anni, ma che erano fondamentali nei nostri primi anni di vita. La Terra infatti riveste un ruolo fondamentale, ma non riusciamo a comprenderlo se le attribuiamo soltanto una “corporeità morta”; se non la riconosciamo come “corpo vivente, con una particolare “energia formativa” attiva in un ordine superiore di realtà ; quella stessa forza che troviamo organizzata nella sua espressione materiale fisica e chimica e che dà forma dinamica e ritmo a tutti i processi vitali.
CHI KUNG Il Chi Kung è uno dei metodi principali per lo sviluppo ed il controllo dell’energia vitale (CHI). Prima di addentrarci in questo vastissimo settore ,è necessario inquadrare meglio il
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concetto di ”energia”. Secondo la visione orientale del mondo ,l’energia si manifesta nel dinamismo cosmico, che è il risultato del nascere del crescere e del decrescere continuo di due essenze energetiche opposte, ma complementari: Yin e Yang. Chi pratica discipline orientali in genere è già entrato in contatto con questa che è considerata l’essenza della realtà, ciò che fa nascere ed evolvere l’intero universo. Per le filosofie orientali, l’energia è un flusso vitale che scorre in ogni essere. vivente o inanimato: tutta la realtà viene ricondotta ad un principio di unità che lega il piccolo al grande, il singolo individuo all’universo. Per la concezione buddista come per quella Taoista e Induista però l’energia non può essere conosciuta a livello razionale, cioè attraverso un processo logico della mente. ma solo “sentita” in modo intuitivo . (?) E allora come può l’uomo occidentale. legato ad una cultura che privilegia il metodo sperimentale e analitico. avvicinarsi a questa visione del mondo? E’ possibile tradurre in qualche modo questo concetto sulla base delle attuali conoscenze scientifiche? Da Einstein in poi le teorie relativistiche e quantistiche e soprattutto le recenti scoperte nel campo della fisica quantistica hanno dimostrato che tutta la materia è Energia. In altre parole la realtà che ci circonda: ogni essere vivente ,ogni oggetto e l’uomo stesso non sono altro che differenti livelli di complessità dell’energia: una sola essenza che si manifesta su infinite vibrazioni. Ogni particella è in realtà un’onda e quindi ogni forma della realtà vibra con una propria lunghezza d’onda e ad una determinata frequenza. La vita si evolve attraverso continui scambi energetici. Ogni individuo ha quindi un proprio campo elettromagnetico che lo caratterizza, e attraverso questo, realizza una continua osmosi con le energie che lo circondano. E’ quindi estremamente importante l’equilibrio energetico che ognuno di noi ha con sé e con l’ambiente. L’interdipendenza tra l’uomo e l’universo è una delle tante intuizioni dell’antichissima Medicina Cinese, la quale, partendo dall’osservazione e all’intuizione è riuscita a creare un insieme teorico e pratico di metodologie mirate al lavoro energetico. E’ proprio su queste basi che si inseriscono i cardini dell’Agopuntura e del Chi Kung. L’uomo è percorso da una complessa rete di canali energetici chiamati “meridiani” attraverso i quali l’energia può scorrere. Questi canali possiedono degli speciali recettori chiamati “punti” (Husue), veri e propri pozzi energetici che svolgono, se stimolati, diverse attività, anche a livello fisiologico. Dal punto di vista energetico, i punti agiscono come vere e proprie valvole in grado di modulare il flusso energetico tonificando o disperdendo l’energia del punto stesso. La strada verso il benessere psicofisico viene quindi vista come lo sviluppo e controllo del potenziale energetico dell’individuo.
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Il Chi Kung, letteralmente ”Lavorare l’energia”, è il lavoro interiore del soffio vitale ed è ,ad un tempo, tradizione taoista di antiche pratiche cinesi di armonizzazione del corpo, del respiro e della mente e metodo per rinvigorire, potenziare e controllare l’energia dell’individuo. Il Chi Kung ha origine da varie esperienze, sia di pratiche interne che di Kung Fu tradizionale, settori diversi hanno infatti contribuito al suo sviluppo. In prima approssimazione possiamo dividere il Chi Kung in: Medico e Marziale. In Cina sono numerosi i centri medici che lavorano questo primo metodo, ed anche per quanto riguarda il Chi Kung Marziale, esistono molti esercizi in grado di risolvere diversi tipi di patologie. Essenzialmente possiamo distinguere tre sistemi di Chi Kung: 1) Chi Kung Wu Wei E’ un tipo di Chi Kung statico dove opportune posizioni sono in grado di agevolare il flusso energetico e di tonificarlo. 2) Nei Tan Chi Kung viene eseguito attraverso movimenti lenti e morbidi accompagnati da una opportuna respirazione 3) Wai Chi Kung (Chi Kung esterno) E’ un sistema che fa scorrere e canalizzare l’energia attraverso movimenti eseguiti con tensione muscolare. E’ il metodo di lavoro sull’energia che maggiormente affonda le radici nella più pura Arte Marziale Cinese Tradizionale attraverso i vari stili di Kung Fu. Sono molti i metodi di Kung Fu che all’interno delle loro forme contengono movimenti di Wai Chi Kung: in particolare modo lo stile Hung Gar ; il Tai Chi Chuan stile”Chen” ; il Pa Kua e molti altri stili. Nella pratica del Chi Kung è molto importante la respirazione . Il ritmico alzarsi ed abbassarsi del diaframma, per azione della muscolatura del plesso solare ed unitamente ai muscoli perineali, determina un automassaggio degli organi interni e favorisce il libero fluire dell’energia. Vari studi clinici hanno dimostrato l’efficacia del Chi Kung in diverse patologie, quali ad esempio l’ansia, le malattie psicosomatiche, l’ipertensione. le malattie cardiovascolari ed anche alcuni tipi di tumori vengono trattati con queste metodologie. La pratica è consigliata non solo per rinforzare la costituzione dei pazienti durante la convalescenza. ma anche per sviluppare un fisico sano e forte. Come già abbiamo detto la respirazione è fondamentale, e unitamente ad un rilassamento totale del corpo e della mente, porta ad uno stato mentale di quiete e di “concentrazione rilassata” chiamata Rujing. In questo particolare stato l’energia inizia a fluire; le funzioni organiche rallentano, l’energia bioelettrica che normalmente viene impiegata nell’attività cerebrale si ridistribuisce in tutto il corpo .Unitamente a questo processo si ha una vasodilatazione con conseguente miglioramento della circolazione sanguigna a livello corticale.
Inizia quindi una serie di trasformazioni: a livello muscolare, tissutale e scheletrico. Anche il semplice Wu Wei Chi Kung ,se regolarmente praticato è in grado di dare grandi risultati. Le tecniche di Wu Wei Chi Kung stimolano le funzioni vitali e rafforzano l’energia, ma possono anche essere utilizzate come preparazione al Wai Chi Kung . Merita un cenno il concetto di “pressione di energia” come parametro che caratterizza il buono stato di salute della persona . E’ proprio attraverso l’esame dei polsi che si stabilisce intensità e frequenza: indicazione fondamentale di circolazione di energia nei meridiani. Nel Wai Chi Kung la” pressione di energia” svolge un ruolo fondamentale: in poche parole è necessario aumentare la pressione per poi farla “stagnare” quindi “agire “in alcune zone del corpo. In questo modo si potrà parlare di: controllo e canalizzazione dell’energia. Negli altri due tipi di Chi Kung l’energia fluisce invece in tutto il corpo senza concentrarsi in alcun punto in particolare. Attraverso le tecniche di Wai Chi Kung si rinforza l’energia LI WEI (un tipo di energia che avvolge tutto il corpo e lo protegge) e si riequilibra l’energia Yin e Yang. I maestri di Wai Chi Kung utilizzano l’energia Li Wei canalizzandola in determinate zone per mezzo di tecniche di compressione. Nell’Arte Marziale sono molti i maestri che si esibiscono in prove di forza e resistenza attraverso il controllo e la canalizzazione dell’energia.(il famoso maestro WANG SHU CHIN era capace di subire tecniche durissime senza accusare il minimo danno) Vediamo ora il settore del Nei Tan Chi Kung. Il movimento dinamico, ma sempre eseguito con lentezza e con adeguato rilassamento, favorisce il fluire dell’energia attraverso i meridiani. Lo scopo non è soltanto quello di mobilitare muscoli e articolazioni. ma anche quello di imparare a dirigere il CHI utilizzando la mente come principale artefice del movimento energetico. cercando di andare sempre più verso un’armonia di corpo e mente che vibrano in sintonia. L’impressione sarà quella di muoversi come in un fluido denso che ci avvolge. stabilendo un contatto con le energie che ci circondano. Sono molte le posizioni e le tecniche utilizzate nel Nei Tan Chi Kung estratte prevalentemente dagli stili interni di Kung Fu, come il Tai Chi Chuan . il Pa Kua e l’Hisin -I. Vengono lavorate singole tecniche o sequenze in grado di tonificare maggiormente il flusso energetico, in particolare nel Tai Chi Chuan vengono estratti alcuni movimenti caratteristici della forma e lavorati singolarmente. Attraverso la pratica regolare ad un cambiamento fisico farà seguito un cambiamento energetico: l’energia nel suo fluire sbloccherà eventuali stagnazioni ripristinando i normali flussi energetici riportandoci ad uno stato di benessere psicofisico così importante nella vita caotica di tutti i giorni.
Abbiamo visto che anche le semplici posizioni del Wu Wei Chi Kung possono portare molteplici benefici al nostro corpo, e vediamo ora più in dettaglio come avviene la pratica e quali sono i punti sui quali dobbiamo porre maggiormente l’attenzione. Il Chi Kung Wu Wei si sviluppa attraverso una serie di 24 posizioni: alcune di queste sono fondamentali, altre sono invece specifiche per determinati scopi. Analizzeremo ora le 5 posizioni che consideriamo fondamentali: Queste sono costruite in modo da stimolare il flusso di energia in tutti i meridiani riequilibrando l’intero ciclo energetico. Al fine di ottenere il massimo beneficio, vediamo alcune regole per una pratica corretta utili per tutti e 5 gli esercizi che descriveremo: - Posizione in piedi ad una larghezza circa pari a quella delle nostre anche. - Peso centrale - Gambe rilassate e ginocchia leggermente flesse - Corretto posizionamento del bacino in modo da distendere le vertebre lombari e allineamento di tutta la colonna vertebrale in modo che il rachide assuma le sue curvature naturali. - Spalle rilassate - Respirazione addominale rilassata in armonia con il movimento del diaframma - Posizionamento della lingua appena sotto l’arcata superiore dei denti. ( Questo a livello di circolazione energetica servirà come “interruttore” del “Piccolo Circuito Celeste”, formato dal Meridiano Governatore e dal Meridiano Concezione) - Viso rilassato e labbra atteggiate ad un leggero sorriso (Questo soprattutto per non trascurare l’atteggiamento mentale) Prima Posizione: YU BEI SHI Chi Kung: è il primo stadio posizione naturale piedi paralleli alla larghezza delle nostre spalle ; braccia rilassate lungo i fianchi Seconda posizione TI BAU SHI Chi Kung: Abbracciare l’albero o Sostenere la luna, a differenza della prima posizione le braccia sono all’altezza della vita e formano un cerchio; la mani sono rilassate e la punta delle dita sono allineate tra loro. Si dovrà porre attenzione affinché anche le avambracci e il deltoide siano rilassati perché tenderanno facilmente a contrarsi. Terza posizione TI BAU YE SHI (Cheng Bau Shi): Cambia l’altezza delle braccia che devono sempre formare un cerchio ma questa volta all’altezza dei pettorali Quarta posizione TUI TIEN SHI (Spingere il cielo con le mani): Questa volta le braccia sono portate verso l’alto e le mani rivolte verso il cielo. Questa posizione è in grado di assorbire l’energia Yang dal cielo. Quinta posizione TUI TU SHI (Spingere la terra con le mani): Ora le braccia sono portate verso il basso e le mani sono rivolte alla terra. Siamo in grado di assorbire l’energia Yin dalla terra. Per quello che riguarda i tempi di pratica ogni singolo esercizio può essere eseguito partendo da un minimo di 5 minuti fino ad arrivare anche a 30 minuti. E’ possibile eseguire i 5 esercizi nella sequenza presentata oppure praticarli singolarmente. Durante la pratica si possono avvertire particolari sensazioni: tra le più comuni troviamo calore, formicolio, gonfiore e spesso percezione di fluido tra le mani. Queste possono essere indicazioni di un buon scorrimento energetico, mentre si consiglia di sospendere gli esercizi in caso di nausea o giramenti di testa. Al termine della pratica sarà opportuno riprendere il movimento dinamico e le nostre attività quotidiane in modo graduale ed armonioso al fine di non disperdere lo stato di benessere acquisito durante la nostra pratica.
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Il Tao Yin è la collezione di queste Arti “Interne” ed ancora una volta il Maestro Cangelosi ha osato mettere mano ad un argomento nel quale la maggior parte delle persone preferisce apparire più importante “per ciò che non insegna” piuttosto che per ciò che “veramente sa insegnare”. Buon per Paolo, che ancora una volta supera barriere ed ostacoli che per altri sono troppo grandi. Il punto è che sapere ed insegnare è il colmo del piacere! Sifu Cangelosi ha realizzato un video in cui insegna il Tao Yin e ci regala un articolo che snocciola l'intero argomento, come è solito fare, dettagliatamente ed in modo assolutamente pedagogico.
REF.: CNV/YIN
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TITOLO: HUNG GAR - KUNG FU
TITOLO: SHAOLIN AUTORE: SHI DE YANG
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TITOLO: KUNG FU WEAPONS
TITOLO: TIGER & DRAGON - MUAY THAI + KUNG FU AUTORI: SAMART PAYAKAROON & PAOLO CANGELOSI
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TAI CHI CHEN
AUTORE: MARTIN SEWER
TITOLO: CHIN NA- KHAM NAH VOL. 1
TITOLO: CHOY LI FUT
TITOLO: TAI CHI CHUAN
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AUTORE: PEDRO RICO
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HUNG GAR, KUNG FU (VOL. 2)
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TITOLO: COMBAT KUNG FU
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TITOLO: TSUI PA HISIEN
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TITOLO: HUNG GAR KUNG FU
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TITOLO: KUNG FU TANG LANG
TITOLO: THE TIGER & DRAGON FORMS
TITOLO: TAI CHI. CHASING FAN
Tornano i guerrieri delle ombre! Molti anni di un, perché non dirlo, più che giustificato “esilio” dovuto principalmente al cattivo uso della concessione dei gradi, ecc… hanno tenuto in “stand by” uno degli stili di combattimento che raggiunse una notevole popolarità nel mondo delle Arti Marziali: il Ninjutsu. Tuttavia questa situazione non ha “soffocato” le moltissime qualità di quest’Arte nella formazione di lottatori di prima linea. È indubbio che questo peculiare stile abbia pagato giustamente per i propri peccati, ma è altrettanto vero che i tempi di difficoltà sono la migliore cura per affinare spiriti dilettanti, per testare gli animi, per eliminare i difetti. Così sembra che i guerrieri delle ombre vogliano ritornare in scena, ma questa volta con maggiore accuratezza. Due Ryu tradizionalmente opposti, IGA e KOGA, hanno riunito i loro più eminenti rappresentanti per formalizzare un accordo che porti a normalizzare la situazione del Ninjutsu evitando antichi errori, fatto di cui Juan Hombre vi parlerà in questo articolo, nel quale vi presenterà anche i suoi ultimi video, i primi ove si insegnino sistematicamente le Arti del combattimento della scuola di Koga, essendo lui, attualmente, l'unica persona autorizzata in Europa a rappresentare questa linea di Ninjutsu tradizionale. Parte della registrazione è stata realizzata nelle stesse sedi della Koga, dentro la casa Ninja o nei suoi giardini, disseminati di trappole segrete, nei quali si allenano gli studenti avanzati di questo stile. In questi due video imparerete le Arti a mani nude e l'uso delle principali armi che caratterizzano la tradizione del Ninjutsu, del Ninjato, dello Shaken, dello Shuriken, ecc. … Juan Hombre, questo artista marziale modello dell’impegno personale, che ha saputo affrontare le limitazioni derivanti da un incidente che lo debilitò notevolmente, incidente che, infrangendo ogni pronostico, è stato in grado di superare poco a poco, divenendo oggi, come sanno i nostri lettori grazie al suo precedente video, allenatore delle Brigate Paracadutiste delle Forze Armate Spagnole. In quest’articolo imparerete anche alcune curiosità sul significato di Koga Ryu e sullo spirito che devono adottare i praticanti di un’Arte così nobile.
Testo: J. Hombre Foto: © Budo International Publ. Co.
Ninjutsu
I
l KOGA RY U N I N J U T S U s i sviluppa, durante l'epoca feudale giapponese, come una delle organizzazioni più potenti e con più effettivi tra i diversi Clan Ninja che esistevano nel Giappone medievale. Come racconta il Maestro YUNOKI, lo Shogun Oda Nobunaga aveva al suo servizio circa 40 Ninja incaricati della sua sicurezza personale. Di questo gruppo, 20 erano di Iga e gli altri 20 erano di Koga. Si concentravano anche nel castello di HAKUHO, costruito per ordine di TAKEDA TORA: gli architetti si avvalsero della sapienza Ninja per la sua costruzione, per cui il castello di HAKUHO era disseminato di sotterranei e di uscite segrete. Si stima che fossero 4.000 i NINJA che lì si riunirono e che combatterono come truppe professionali con le loro armature e il loro vestiario (HYOGO GUSARI). Questa resistenza durò solo una settimana. Più di 2.000 NINJA morirono con l'arma nelle loro mani e c e n t i n a i a f u ro n o i t o r tu r a ti , m a u n considerevole numero riuscì a scappare a t t r a v e r s o i p a s s a g g i s e g re ti d e l castello, sparpagliandosi più tardi in tutto il Giappone. Nel decennio 1984-1994, l'Arte del Ni n j u t s u r a g g i u n g e u n l i v e l l o d i popolarità sorprendente nell’ambito delle Arti Marziali, riuscendo a riunire migliaia di praticanti occidentali, dei quali molti si recavano in Giappone per apprendere questa disciplina guerriera. Approfittando di questo “filone” gli “avidi di Dan” (per non dire avvoltoi), accorrevano in Giappone per ottenere, in viaggi meramente turistici, una graduazione che erano incapaci di conseguire nelle altre Arti del Budo che avevano cominciato e che esigevano un impegno molto maggiore. Che cosa accadde allora? Beh, molto semplice, questi “avidi di Dan” approfittarono dell’erroneo concetto di quei Maestri che, “con affetto”, consegnavano loro onori vari ed il mondo intero si popolò in pochi anni di Maestri, attribuendo in questo modo un'immagine totalmente sbagliata del vero significato di “NIN”, che altro non è che quello di SHINOBI e che rappresenta la perseveranza e lo spirito di sacrificio che manterrà il n o s t ro c u o re s e m p re a ff i l a t o e preparato. L’ errore di concedere troppi 10º Dan (e a qualcuno persino l’11º Dan!) in soli dieci anni, allontanò da quest’Arte gli artisti marziali seri che, a ragione, videro questo sproposito come una mancanza di rispetto, dato che se nei Budo conosciuti un 10º Dan ha bisogno di più di 50 anni di allenamento per raggiungere un’adeguata maestria, ed un praticante di Ninjutsu lo otteneva in soli 9 o 10 anni… beh, significava che qualcosa non funzionava adeguatamente.
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Il fatto è che queste graduazioni furono considerate poco convenzionali e, la maggior parte delle volte, la scarsa qualità dei nuovi “Gran Maestri” generò una naturale delusione nei confronti di quest’Arte millenaria. Queste circostanze poco a poco portarono il nome 1 del Ninjutsu verso il rifiuto generale, fino addirittura al suo totale discredito. Le famiglie di Iga e di Koga informate dai Maestri contemporanei del BUDO giapponese, decisero di intervenire vedendo come l'essenza della loro immagine, da tanto tempo protetta, si stava ora screditando. Riunendosi, dunque, ambedue le famiglie in un'assemblea straordinaria, accordarono i seguenti 4 punti: 1) Proibire categoricamente l'uso del termine Ninjutsu a chiunque non pratichi la vera Arte. 2 2) Nessuno che non appartenga in linea diretta alla famiglia o non sia discendente o erede può impartire lezioni di Ninjutsu. 3) Qualsiasi organizzazione non autorizzata deve cambiare il nome “Ninjutsu” in uno che simboleggi meglio il suo insegnamento. 4) Una volta firmato questo accordo, le famiglie di IGA e di KOGA si riunirono nel 2000 per concordare la data del MATSURI (Festival) internazionale da celebrare nel 2001, a cui sono invitato con i miei 3 allievi e che la rivista Budo International tenterà di immortalare con le sue telecamere, affinché questo avvenimento abbia rilevanza e sia conosciuto in tutto il mondo. Dopo questa riunione l'Arte conosciuta in Occidente come Ninjutsu ha dovuto cambiare il proprio nome in Taijutsu o Jujutsu, finché poco a poco è andato perdendosi il collegamento con il Guerriero delle Ombre e così migliaia di praticanti agghindati con vestiti Ninja, si sono trovati a praticare un'Arte Marziale di Pace denominata Taijutsu, o Jujutsu o Aikijutsu, le quali sono, senza dubbio, tecnicamente eccellenti, ma non hanno
nulla a che vedere con l'Arte della guerra conosciuta come Ninjutsu. Avviso gli ansiosi di Dan che io fungerò da mediatore accanto al mio Maestro YUNOKI, affinché non riaccadano avvenimenti tanto deplorevoli; se decidono di aprire i loro Dojo all’Occidente, sarà per persone onorevoli che vi si recheranno con l’intenzione di imparare e di allenarsi, NON di graduarsi. Prometto che l'allenamento sarà duro, non molti passeranno le prove di ammissione, ma con entusiasmo e fede si può ottenere tutto, so che se vi
Koga Ryu
4
5 Abajo: Hohan Soken observa a Fusei Kise realizando kata. Soken defendiéndose con tonfa. Fusei junto a su hijo Isao Kise. Salvador Herraiz visitando la tumba de Choken Makabe, en Okinawa, en 2007.
presenterete con la mano sul cuore sarete i benvenuti.
Koga Ryu video In questi video si possono osservare le tecniche basilari richieste per i gradi inferiori conosciuti come GESHIN (Spirito Principiante), CHUSHIN (Spirito Intermedio) e JOSHIN (Spirito Elevato). Il primo video è dedicato all'allenamento delle tecniche disarmate, nel quale potrete vedere i movimenti basilari come rotolamenti, cadute, ecc.., di seguito le tecniche conosciute come “KOGA TAIKEN KAMAE NO JUTSU” “tecniche disarmate usando il Kamae”. Si spiega come l'uso dei KAMAE utilizzati dai guerrieri Ninja, si basasse sul creare trappole agli occhi dei loro avversari e come, una volta che il nemico cadeva in queste trappole, batterlo. Se osservate attentamente, il Ninja, una volta adottato il KAMAE scelto, blocca ed osserva fino a trovare l'errore del suo avversario ed è in quel momento che decide di realizzare la sua entrata e di sconfiggerlo. L’apprendimento di questo insegnamento è indirizzato a sviluppare i movimenti
naturali del corpo, per prepararlo alle tecniche d’azione. Questo primo video termina con le tecniche conosciute come KOGA TAIKEN INTONJUTSU, “Tecniche disarmate d’infiltrazione e di fuga”: qui potrete notare come il Ninja si mantenga ad una distanza di corsa, come se stesse correndo per realizzare la sua missione e nel suo cammino trova un oppositore armato che lo sfida. Il Ninja di KOGA invece di fermarsi, continua la sua corsa e mediante l'uso di una finta, schiva e riesce ad evitare ed eliminare il suo avversario e a continuare a correre per portare a termine la sua missione. Queste tecniche disarmate di INTONJUTSU possono essere definite come tecniche d’azione. Come potrete osservare esse si realizzano contro un avversario armato con una spada, ma in questo frangente vi chiedo di utilizzare un Bokken di legno per evitare incidenti, anche se devo avvertirvi del fatto che in Giappone si realizza con spade affilate, affinché la precauzione sia presente in tutto lo sviluppo della tecnica e con l'idea precisa di situare il proprio corpo su linee d’attacco in una posizione determinata, per approfittare al meglio delle sue leve naturali. Nel secondo video potrete vedere lo sviluppo basilare delle armi più comuni, tra le quali si trova il NINJATO, lo SHURIKEN, l’HANBO e l’HIKEN o coltello inverso. Con tutto questo materiale avrete a disposizione un programma ampio, il quale, unendo le tecniche avanzate, vi permetterà di raggiungere il grado di YAIBASHIN (Spirito Affilato) ed il titolo di Cintura Nera (Occidentale).
Il significato della parola KOGA Per meglio intendere il Ninjutsu vorrei scomporre per voi il significato nascosto della parola K-O-G-A, senz’ombra di dubbio il luogo dove gli antichi conservarono i loro segreti sia spirituali che tattico-strategici: La “K” è la prima lettera di KOGA e corrisponde alla parola KENSATSU, che significa “L'ISPEZIONE”, ma non solo dell'elemento fisico o delle azioni ester ne, intendendo con questo l’osservazione del terreno, della
situazione in cui ci si trova, il numero degli avversari da affrontare, ecc... bensì anche in un senso di “ISPEZIONE” interiore. KENSATSU: Analisi, esame. Quando il pericolo imminente minaccia un NINJA, egli deve esaminare la situazione e capire dove si trova ed il perché è lì. Questa riflessione porterà la sua mente verso un miglior intendimento delle cause che hanno motivato questa situazione. Per la propria sopravvivenza un NINJA deve esaminare ed ispezionare il terreno. Osservare con attenzione i dintorni, gli ostacoli geografici e farsi un'immagine mentale del posto: con questo acquisirà sicurezza. Non può vagare senza meta né orientamento, deve sempre ricorrere al SUO ISTINTO. La “O” è la seconda lettera e rappresenta la parola ONOZUKARA, che significa Spontaneità, ma va sottolineato che questa spontaneità oltre a rappresentare l'uso dei mezzi esterni come oggetti od ostacoli del terreno, si riferisce anche alla nostra capacità di riflessi e di risposta, cioè alla nostra stessa ed unica improvvisazione che ci renderà unici e padroni delle nostre decisioni. ONOZUKARA: Spontaneità. Qualunque sia il luogo o il problema da affrontare, un Ninja avrà sempre, perché ci sarà senz’altro, qualcosa su cui poter contare e da usare per la propria sopravvivenza. Per ottenere i suoi propositi esistono molte vie. L'invenzione e la creatività personale possono sempre modificare le circostanze. Il fatto che manchi un determinato mezzo, non
LA REGIONE DI KOGA “L'OCCHIO DELL'URAGANO” La regione di KOGA fu senza altro il luogo dove più profondamente si radicò l'Arte Ninja dello spionaggio e dell'invisibilità. Fu tale il bisogno di sopravvivere, che in quest’area si arrivarono ad organizzare 53 famiglie Ninja delle 73 esistenti in tutto il Giappone, arrivando a formare un gruppo omogeneo di più di 2500 guerrieri, capaci di offrire la loro vita per difendere le loro terre e le loro famiglie contro l'abuso del potere stabilito, a causa del fatto che i signori feudali sceglievano proprio questa regione per le loro dispute guerriere, dato che la sua situazione geografica era equidistante chilometricamente dalle tre grandi capitali di Osaka, Kyoto e Nagoya ed, inoltre, perché in quest’area vivevano tutti gli emigranti arrivati dalla Cina e dalla Corea ed in essa possedevano il loro principale nucleo di lavoro e di attività. Questa circostanza motivò i giapponesi ad un maggiore distacco verso queste terre ed i residenti dovettero aguzzare l’ingegno per poter sopravvivere. Quando questo abuso terminò le famiglie Ninja non erano più necessarie e, poco a poco, persero rilevanza.
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significa che non possa realizzare il suo proposito. Il Ninja si guarda attorno ed osserva, senza dimenticare il suo “di dentro”, né il suo ISTINTO: così troverà la soluzione. La “G” è la terza lettera e rappresenta la parola GENKI, che significa Vigore, non solo inteso come coraggio ed azione potente a livello fisico, del nostro corpo quindi, ma anche come potere della nostra “ragione”, potere che lo farà proseguire e continuare nonostante tutte le difficoltà ed i sacrifici che deve affrontare e questo lo dico riferendomi non solo al numero di nemici e di combattimenti, ma anche al numero di conflitti che tutti noi dobbiamo affrontare nella nostra vita quotidiana. GENKI: Vigore: un NINJA deve superare sempre il panico e la paura attraverso la preparazione e lo studio adeguati. Questi lo preparano ad affrontare le difficoltà che può trovare sul suo cammino. Non deve mai innervosirsi, non ha fretta, né è precipitoso. Non sciupa troppa energia ed è sempre cosciente della sua situazione e delle relative circostanze. Senza VIGORE né CORAGGIO, un NINJA arriva al panico e questo panico, davanti al desiderio di sopravvivere, lo trasformerà in egoista e in opportunista. Solo con un'adeguata preparazione psicologica ed una notevole decisione a superare gli ostacoli, egli potrà senz’altro alcuno avvedersi delle ed utilizzare le situazioni più vantaggiose. La lettera “A” rappresenta la quarta parola ABUNAI, che significa Pericolo e questo pericolo ci indica la precauzione alla fine di ogni azione, è lo stato di all'erta “ZANSHIN” a cui ogni guerriero deve arrivare, dato che l'azione della vita non termina con un successo od un fallimento, in quanto un guerriero sa e comprende che l'ultimo passo di un'azione, non è altro che il primo di quella successiva e così fino all'infinito, nel circolo interminabile del movimento
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della vita che diede impeto al nostro tipo di comportamento. ABUNAI: Pericolo: Un NINJA in pericolo, per prima cosa valuta la situazione e prima di prendere una decisione, studia tutte le possibilità di PERICOLO ed osserva tutte le risorse a disposizione. Egli sa che poche cose si fanno bene se fatte in fretta e alla leggera. Quando decide una via e una soluzione, un NINJA concentra tutta la sua volontà per raggiungere l’obiettivo, ma agendo sempre in maniera organizzata, distribuendo missioni ed obiettivi e mantenendo sempre l'unità. Come potrete notare l’allievo Ninja della KOGA RYU attraversa i differenti livelli della sua formazione come guerriero Ninja: per prima cosa comincia ad “Osservarsi”, GESHIN; poi a “Svilupparsi”, CHUSHIN; dopo arriva il “Coraggio”, JOSHIN ed infine assume la “Precauzione” necessaria YAIBASHIN. Meditate bene su questa progressione.
“FU , NINTAI I SHIN DEN SHIN” Fu, l'Elemento Vento, rappresenta la Fluidità nelle nostre decisioni che proviene dall'uso della pazienza. “KU, KYOJITSU TENKAN HO” Infine Ku, l'Elemento del Vuoto rappresenta “il senza proposito”. Da iò nasce il potere del nostro istinto, potere che ci permetterà di sopravvivere sempre e di prevalere su tutti quelli che vogliono farci del male. Prima di congedarmi, vorrei chiedervi, per favore, di valutare l'Arte Ninja nella sua più pura essenza. A tutti coloro che sono stati attanagliati dalla delusione per la brutta immagine trasmessa, dico che vi offro tutto il mio aiuto per risvegliare quella fiamma che un giorno vi spinse all'avventura di scoprire l'emozionante mondo del Guerriero delle Ombre. Sono sicuro di non deludervi. Il Vostro Juan Hombre, per il vero Ninjutsu. Ambasciatore e delegato per l’Occidente del KOGA RYU NINJUTSU.
La legge Ninja Ho deciso ora di concludere questo commento sull'Arte del KOGA RYU NINJUTSU, analizzando la sua massima “NINPO IKKAN” come significato di Legge o Potere del Ninja, NINJA SEISHIN NINPO IKKAN GOGYO SETSU “Il potere del Ninja che nasce dall'uso dei cinque elementi: “CHI, MOKUTEKI GENKI NO KEIKO” Chi, l'Elemento Terra rappresenta la fermezza di carattere che un individuo acquista con l'intenzione, la concentrazione ed il proposito posti nel suo allenamento; “SUI, SHINOBI JIHI NO KOKORO” Sui, l'Elemento Acqua rappresenta l'adattabilità a tutte le difficoltà e ai bisogni della nostra vita. Quest’adattabilità deriva dalla benevolenza del nostro cuore; “KA , OSHI SHINOBI NO SEISHIN” Ka, l'Elemento Fuoco, rappresenta il coraggio e questo nasce dalla motivazione, dall'intenzione e dalla capacità di sacrificio che raggiungiamo;
IGA RYU E KOGA RYU SI UNISCONO? Il Maestro Suihichiro Yunoki (ambasciatore culturale tra Cina e Giappone insieme al Maestro Juan Hombre; il Maestro Suihichiro, storico rinomato del Ninjutsu e autore di una decina di libri, tra i quali spicca la famosa enciclopedia BANSENSHUKAI, ricompilata e ri-tradotta da lui stesso nell’attuale lingua giapponese, dato che l'enciclopedia era scritta in una lingua antichissima, tenta con l'aiuto del Gran Maestro Yumio Nawa, di unificare gli insegnamenti Ninja di Iga e di Koga (principali famiglie Ninja e forse le più famose di tutto il Giappone), per porre fine al “male Ninja” che da alcuni anni denigra l'Arte e la figura dei Guerrieri delle Ombre...
“Un Ninja deve superare sempre il panico e la paura attraverso la preparazione e lo studio adeguati. Questi lo preparano ad affrontare le difficoltà che può trovare sul suo cammino”.
Daniel Rego ci addentra ancora una volta nel Brazilian Jiu Jitsu grazie ad un altro video magnifico, questa volta incentrato sulle finalizzazioni, cioè sulle tecniche che concludono un combattimento, quelle che decidono chi vince e chi perde. Le finalizzazioni, “finalização” in portoghese brasiliano, sono le tecniche che hanno reso famoso il Jiu Jitsu e che permettono ad un uomo tecnicamente capace di conseguire la vittoria nonostante una differenza di peso o di forza. Sia strangolando che applicando delle leve, l'atleta del Jiu Jitsu pratica un sistema di alta efficacia nel combattimento e nella difesa personale, precisamente per quella capacità di neutralizzare completamente l'avversario, di “metterlo a dormire”. Rego ci apre un universo di possibilità dove la conoscenza tecnica, la tattica e la controtattica, la difesa d'attacco o l'attacco difensivo, si trasformano in un tutto che è pura maestria del corpo a corpo. Siamo sicuri che ancora una volta attingerete da questo pozzo di sapienza, che arriva direttamente da São Paulo, uno dei “cuori” del BJJ.
REF.: CNV/REGO5
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Sembra che i guerrieri delle ombre vogliano ritornare in scena, ma questa volta con maggiore accuratezza. Due Ryu tradizionalmente opposti, IGA e KOGA, hanno riunito i loro più eminenti rappresentanti per formalizzare un accordo che porti a normalizzare la situazione del Ninjutsu evitando antichi errori, fatto di cui Juan Hombre vi parlerà in questo articolo, nel quale vi presenterà anche i suoi ultimi video, i primi ove si insegnino sistematicamente le Arti del combattimento della scuola di Koga, essendo lui, attualmente, l'unica persona autorizzata in Europa a rappresentare questa linea di Ninjutsu tradizionale. Parte della registrazione è stata realizzata nelle stesse sedi della Koga, dentro la casa Ninja o nei suoi giardini, disseminati di trappole segrete, nei quali si allenano gli studenti avanzati di questo stile. In questi due video imparerete le Arti a mani nude e l'uso delle principali armi che caratterizzano la tradizione del Ninjutsu, del Ninjato, dello Shaken, dello Shuriken, ecc.
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L’AIKIDO E YAMADA SENSEI
È un onore per questa rivista poter annunciarvi l'inizio della collaborazione di questo grande Maestro di Aikido: Yoshimitsu Yamada. Vogliamo far coincidere questo primo articolo con l'apparizione di un nuovo video realizzato con il grande Maestro. In esso, come sempre, godrete dei raffinati commenti del Maestro sulla corretta esecuzione tecnica dell'Arte di Ueshiba. Yamada è famoso per il vigore con il quale realizza le tecniche, un vigore privo d’asprezza, una forza colma di gentilezza. ono molto grato dell'opportunità offertami di scrivere un articolo per questa rivista. Per favore, perdonatemi se focalizzo la mia attenzione solo su questioni riguardanti l’Aikido. Il fatto è che le mie fondamenta nelle Arti Marziali poggiano su questa “Arte della Pace”. Oggi giorno, l'Aikido, come tutte le altre Arti Marziali, sta godendo di un’incredibile popolarità in tutto il mondo. Con questo si intende anche l’America Latina, l’Australia e specialmente l’Europa. Naturalmente io amo l'Aikido e penso che sia un'Arte non solo molto potente, ma anche molto bella. Tuttavia, col passare del tempo, soffro nel sentir dire da persone che non l’hanno mai praticata, che essa è inefficace o falsa. Sfortunatamente, a volte, devo essere d’accordo con queste opinioni. Quanto appena affermato è vero quando vedo studenti di differenti dojo nel mondo, che praticano l'Aikido in maniera molto distratta, abitudinaria o come un'attività sociale. Quando scorgo questo tipo di pratica, non vedo niente di più che un vuoto ed un'immensa mancanza di qualità. Credo che questo atteggiamento nella pratica provenga dal non conoscere la vera essenza dell'Aikido. Dopo tutto, l'Aikido è Budo ed il Budo significa una questione di vita o morte. Grazie al fondatore dell'Aikido, Morihei Ueshiba ed a suo figlio, Kishomaru Ueshiba, questa disciplina fu creata come un'Arte accessibile non solo all’interno, ma anche all’esterno del Giappone, in modo che tutti potessero beneficiar ne praticandola.
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Ovviamente, oggi giorno non pratichiamo il Budo per uccidere o per far del male alle altre persone. Ma la ricerca dell’armonia con il nostro “avversario” non deve far sì che il modo con cui affrontiamo la nostra pratica non sia coerente con i principi dell'Aikido. Se una persona è cosciente del fatto che, in qualsiasi movimento di qualsiasi tecnica deve tenere ben presente l'essenza del Budo, cioè la differenza tra la vita o la morte, allora non le sarà possibile praticare l'Aikido in modo distratto e privo di vita. Alcuni degli elementi di cui un individuo ha bisogno per applicare le tecniche dell’Aikido sul Tatami e al di fuori di esso, sono un atteggiamento positivo, un forte equilibrio ed un centro solido. Non sto suggerendo d’essere bruschi o di usare la forza bruta, anzi, vi suggerisco di praticare duramente e sinceramente, sempre con buona volontà verso il proprio “avversario”. In altre parole, vi sto chiedendo di essere positivi, concentrati e chiari, perché questi sono gli elementi dello spirito del Budo. Il mio suggerimento per la vostra pratica giornaliera, qualsiasi sia il vostro stile, è non solo di recarvi al Dojo ogni giorno per fare esercizi in maniera abitudinaria, ma di allenarvi quotidianamente in modo che la pratica vi aiuti a migliorare. È importante eseguire la pratica gior naliera con i principi del Budo e dell'Aikido in mente, in modo che i sessanta minuti di lezione siano più significativi per ognuno di noi. Come ricompensa a questa dedizione, il miglioramento nella qualità del nostro spirito sarà più sostanziale. Questa attenzione al nostro spirito, in conclusione, migliorerà le nostre vite.
Testo: Y. Yamada Sensei BUDO INTERNATIONAL
Y. Yamada Sensei è innanzitutto un uomo con uno spirito universale. È una persona senza frontiere, un ambasciatore dell'Aikido a cui piace trasmettere la sua Arte quale autentico Budo, vale a dire senza perdere le sue radici. La sua tecnica trasmette una sensazione di potenza e allo stesso tempo di bellezza. La perfezione delle sue azioni le abbiamo potute percepire sulla nostra stessa pelle servendogli come ukes sui tatami di tutto il mondo. Movimenti ampi e di grande chiarezza, pieni di energia. Così è lui come persona, un uomo pieno di energia, appassionato per la sua Arte e con un enorme desiderio di diffonderla lungo i cinque contenenti. Ci ha accettato come allievi e noi abbiamo la grande fortuna di poter godere dell'Aikido seguendo una linea diretta segnata fin dal principio dal Gran Maestro Morihei Ueshiba, del quale il Maestro Yamada fu allievo diretto. Chiunque desideri avere più informazioni riguardo a Y. Yamada Sensei, le può ottenere attraverso i suoi allievi in Spagna: Associazione Culturale Feilen Aikido, aikifeilen@jazzfree.com.
BIOGRAFIA Capo Istruttore del New York Aikikai, Presidente della United States Aikido Federation, Membro Consulente dell’International Aikido Federation ed attuale Presidente della Federazione Latino Americana di Aikido. Nasce il 17 febbraio del 1938 a Tokio, Giappone. Studia all'università di Aoyama Gakuin. Nel 1955 viene accettato come uchideschi (studente interno) nell’Hombu Dojo, per studiare Aikido con il Gran Maestro Morihei Ueshiba. Nel 1964 viene inviato da O'Sensei negli USA e dà vita alla New York Aikikai, che conta attualmente circa 300 allievi. Negli ultimi 40 anni migliaia di Aikidoka hanno studiato sotto la guida di Y. Yamada Sensei; molti di essi hanno aperto un loro Dojo in tutti gli Stati Uniti ed in altre parti del mondo. Attualmente continua ad impartire le sue lezioni alla New York Aikikai, così come numerosi corsi negli USA, in Canada, in America Latina, in Europa, in Asia, in Africa e nel Medio Oriente. Testo: Michelle Feilen e Francisco Manchón.
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REF.: CNV/YAMA3
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Un’Arte rivoluzionaria che proviene direttamente dalla tradizione. Hiroo Mochizuki, erede dello Yoseikan, ci presenta questo stile tanto peculiare quanto completo. Un video che è un’eredità reale, magnificamente situata nel punto d’incontro, perfettamente equidistante tra il passato e il futuro del Budo.
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