Stefano Curto - U Topos

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S t e f a n o C u r t o u - t o p o s tra spazio e luce


Stampato in occasione della mostra U-TOP OS

t ra

sp a z i o

e

lu c e

a cura di S T E F A N O CECC H E T T O Palazzo Todesco - Vittorio Veneto

Con il patrocinio e il contributo di

Con il patrocinio di

Città di Vittorio Veneto in collaborazioe con:

Comune di Valdobbiadene

P ro

V e n e to

lo co

V i tto r i o

BUGNO ART GALLERY Modern - Contemporary - Photography

S. MARCO 1996/D, 30124 VENEZIA tel. 041 5231305 fax 041 5230360 info@bugnoartgallery.com www.bugnoartgallery.com con il contributo di

testi di:

S t e f a no C e c c h e tto Anton e l l a U l i a n a (Assessore alla Cultura della Città di Vittorio Veneto) d a n i l o r i pont i

Progetto grafico: An d r é s

Dav i d

C a r rar a

S t e f a n o C u r t o u - t o p o s

tra spazio e luce


S t e f a n o C u r t o

D e n t r o a g l i i n f i n i t i p o s s i b i l i Stefan o

C e cc h e t t o

u - t o p o s tra spazio e luce

Che cosa si nasconde dietro a tutto que-

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Evo l ut i on

Invo l ut i on

104.741 swarovski crystal gems on plex - 150 cm.

sto splendore? Dietro al nero assoluto e al bianco infinito delle opere di Stefano Curto? Il mistero dell’anima, il segreto dell’inconscio, il positivo e il negativo che alberga in ognuno di noi, tutto il nero e tutto il colore dell’esistenza? Queste domande mettono in luce i molteplici legami tra l’arte e il pensiero, e rivelano uno dei concetti basilari dell’iconografia: la decifrazione di quello che si vede in contrapposizione a ciò che è nascosto, a ciò che non si vede. Tutto il lavoro di Stefano Curto è improntato sulla riflessione filosofica che induce al gioco delle apparenze, ma nello stesso tempo è anche un gioco dei sensi, è una percezione che diventa visibile soltanto dentro al luogo della rappresentazione. Paul Klee affermava che “l’arte non deve rendere il visibile, ma rendere visibile”, ecco perché le opere di Stefano Curto riescono a trasmettere – attraverso la bellezza – tutto il mistero nascosto nell’infinito

universo di un abbaglio ottico che scava dentro alla camera oscura dell’utopia, dal greco u-topos, ‘non luogo’ quindi, ma spazio temporale per una rigenerazione visiva. Le sue immagini ci parlano, e intimamente misurano il nostro livello di ricezione, resta da capire se siamo ancora in grado di ascoltare e di vedere senza cadere in prossimità di quel vuoto apparente determinato dal segreto dell’opera e quindi dalla rivelazione del non-visibile. Le opere di Stefano Curto sono una lente bifocale attraverso la quale è possibile riflettere e riflettersi, vedere e vedersi, mettere a fuoco l’immagine per trattenerla, o allontanarla per sempre dal nostro campo visivo. Dentro alla ‘trama lucente’ dei suoi lavori il messaggio è nascosto e trasversale, ma compare nella sua chiarezza solo quando riusciamo a spostare il nostro ‘punto di vista’ e a orientarlo verso una differente prospettiva, solo così riusciremo a legger-


ne i contenuti autentici e a capire la vera essenza del suo pensiero. La denuncia contro l’HIV nello splendore de L’oro malato; il desiderio di una pace sostenibile nell’elegante tappeto che raccoglie tutte le preghiere del mondo in The Marvellous flight of coexistence, fino a Pointy Print dove l’artista suggella nel palmo della mano una frase emblematica e poetica: “Man hurt man”, l’uomo ferisce l’uomo. Ma è forse in Amniotic Star Dust che l’artista rivela la summa di tutta la sua filosofia di vita, è nel sentimento della Fine che Stefano Curto riscopre i valori primordiali dell’esistenza. Pulvis est et in pulverem reverteris è la frase che traspare dalla massa amniotica del colore: “Polvere sei e polvere ritornerai”, e l’artista accoglie questa verità estrema come una rivelazione consapevole e la diffonde come monito. Lo specchio ingannevole di questi continui riflessi rimanda le immagini in sequenza alternata e nel gioco delle apparenze l’artista diventa l’artefice di una ‘perturbazione’ che si manifesta dentro alla lettura multipla della rappresentazione. “La vita è fatta di piccole solitudini” sostiene Roland Barthes, e quindi è obbligatorio sostare da soli davanti a ogni opera di Stefano perché si tratta di un’esperienza intima, di un personale colloquio con se stessi, dove è ancora possibile percepire le visioni o le alterazioni della visione che l’artista ci propone. In ogni lavoro di Stefano Curto c’è la narrazione di una storia: c’è l’antefatto di una genesi e l’eco percepito di una fine, alfa e omega di ogni possibile esistenza; c’è la dichiarazione di un abbraccio, o meglio ancora di una fusione, che libera l’abbraccio nel vincolo dei sensi, siano essi riscontrabili nella figura minacciosa del Distruttore del falso o nello sguardo disarmante del Custode dei desideri.

Se l’artista è quell’essere umano sensibile che siamo abituati a riconoscere nelle sue opere, e se con il suo lavoro egli riesce a sottrarre all’esistenza ogni possibilità di tragedia – perché utilizza la luce come viatico per la speranza – cosa possiamo pretendere ancora dall’arte? Le improvvise tensioni che scaturiscono dalla forma e che la trasformano in materia sono in realtà la possibile dichiarazione di un artificio: il ragazzo che cerca di fermare il tempo con la luce finirà per estenuare il cuore, meglio affidarsi allo splendore delle gemme, meglio cercare di vivere dentro a un presente rallentato, piuttosto che inseguire le incognite di un futuro esasperato. Stefano Curto è un’artista autentico e non ha mai eluso le rischiose avventure del suo mestiere, il suo temperamento è costantemente alla ricerca di un equilibrio instabile, la purezza della sua opera lo stimola continuamente a cercare, a sviluppare la sua mano e il suo occhio fino al punto in cui il più lieve respiro delle sue creazioni diventi il segno espressivo del suo essere artista: antico e contemporaneo nello stesso tempo. Nella sua opera, il contrasto abbagliante del bianco e nero evoca un mondo pieno di apparizioni: echi, ombre, figure, doppi, che interrompono il senso del reale e insinuano il dubbio che anche il lato più luminoso delle cose possiede un suo contraltare oscuro. L’ombra, che quando gira si riappropria della sua stessa luce, si completa dentro alle sue forme surreali e riappare come l’istantanea folgorante di una nuova epifania. Quei segnali nascosti che riusciamo a leggere solo spostando l’occhio, sono come piccole banderuole mosse dal vento, sono il confine inespresso tra l’ordine e il disordine che ci indica la strada maestra verso il significato misterioso dell’esistenza.

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T H E I N F I N I T E B LAC K E X P A N DED i n 2 0 1 1

110.175 swarovski crystal gems on plex - 200 x 200 cm.


F iat

Lux

A n to n el l a

A C

s s e s s o r e i t t à

d i

Fin dalle origini la luce appare come segno epifanico, manifestazione del divino tra gli uomini, forma e principio della creazione. In quanto tale si qualifica in tutte le civiltà antiche come essenziale prerogativa della divinità in grado, attraverso la sua splendente energia, di rivelare le forme del mondo sottraendole così al buio della notte, al caos delle tenebre. La luce diviene quindi uno degli elementi fondamentali, complessi e affascinanti, nella rappresentazione artistica di ogni epoca e cultura. Attributo principale della divinità sottolinea il potere supremo di Zeus armato di folgore, circonda con un alone raggiato il capo degli imperatori romani divinizzati, diviene simbolo di santità nell’arte cristiana assumendo la classica forma dell’aureola cruciforme, per cingere il sacro volto di Cristo, o circolare per la Madonna, gli angeli e i santi. Nimbo di fuoco, anello splendente, cerchio-disco luminoso… questo attributo divino del potere supremo in

V

a l l a

Uli a n a

C

i t t o r i o

u l t u r a

V

d e l l a

e n e t o

cielo e in terra, trova riscontro nel colore prescelto per rappresentarlo, l’oro la cui etimologia, dall’ebraico or, significa appunto luce. Le modalità e le tecniche della sua raffigurazione costituiscono uno dei capitoli più interessanti e stimolanti di tutta la storia dell’arte. Dalle geometrie luminose delle aureole alla luce laicizzata e fenomenica, seppur carica di implicazioni simboliche, di Caravaggio; da quella atmosferica di Claude Monet al bagliore vibrante e istintivo degli astri di Vincent Van Gogh fino alle ricerche contemporanee che hanno sviluppato il tema della luce in un contesto di superamento dell’idea di arte come rappresentazione. Nell’ambito delle celebrazioni dedicate alla festa di Santa Augusta, che culminano con i famosi fuochi pirotecnici, portare nella prestigiosa sede espositiva di Palazzo Todesco un artista che lavora sugli effetti di luce ha un significato particolare.

Stefano Curto crea infatti le sue preziosissime opere con quel caratteristico cristallo, ideato da Daniel Swarovski e caratterizzato da un taglio e una lucidatura di precisione, le cui molteplici sfaccettature e varietà di colori producono infiniti riflessi luccicanti. Realizza lavori tecnicamente perfetti, dall’esecuzione netta e scrupolosa, avvicinando i cristalli con l’accuratezza di un antico mosaicista, attento alle forme, alle gradazioni, ai chiaroscuri. Sperimentiamo e verifichiamo, dinanzi a questi caleidoscopi luminosi, le potenzialità emotive e spirituali di cromie palpitanti e vitali; l’azzurro profondo crea una magnetica atmosfera di concentrazione mistica, il nero dà origine a un senso di lontananza di intenso fascino, l’oro realizza l’idea di un’arte assolutamente pura e perfetta. L’artista raggiunge l’obiettivo di trascinare e avvolgere l’osservatore in un’esperienza di suggestione contemplativa traducendo in mille bagliori colorati personali momenti emotivi, riflessioni sul concetto di sublime, la tensione spirituale verso tutto ciò che è trascendente e infinito. Le sue creazioni sembrano dotate di una forza attrattiva e misteriosa e ci guidano in un percorso visivo che si esalta nella luminosità di un tracciato evocante immensità siderali ma anche liriche interiorizzazioni. Sono apparizioni, miraggi di forme che l’ incidenza della luce fa apparire e scomparire, affiorare in superficie o svanire per sempre. La visione di Curto pare cristallizzare, nello sfavillio dei riflessi, i suoi pensieri, l’essenza delle cose, il loro imperscrutabile segreto. Le variopinte scintille che illuminano il colle dedicato a Santa Augusta, nella notte del ventuno agosto, risplendono brillanti anche all’interno delle sale di Palazzo Todesco; i lavori di Stefano Curto infatti, densi di profonde riflessioni culturali e filosofiche, creano la magia di quell’elemento, fenomenico o divino, concreto o astratto, fisico o simbolico, con cui l’uomo si è da sempre confrontato. La magia di un raggio di luce che, grazie alla mediazione di migliaia di cristalli iridescenti, si fa immagine e fissa un’entità, labile e fluente, come il pensiero.

6/7

A m n i ot i c

S t a r d ust

(pa rticol a re)

164.871 swarovski crystal gems on plex 200 x 200 cm.


S t e f a n o C u r t o

Stefano Curto e la Ricerca dell’Assoluto

u - t o p o s

D a n i l o R I P ON T I

tra spazio e luce …interminati e

sovrumani

spazi

s i l e n z i, e io

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A m n i ot i c

S t a r d ust

164.871 swarovski crystal gems on plex - 200 x 200 cm.

di

da

q u e l l a,

profondissima nel

pensier

mi

quiete fingo

La complessità simbolica delle opere di Ste-

esprime massimamente la forza del suo mes-

fano Curto diviene, nella continua crescita

saggio, è quella Cosmica.

spirituale dell’Artista, un dato centrale della

Un Cosmo siderale, infinitamente esteso, ma

sua poetica artistica, al punto che si pone

singolarmente rappresentativo anche della

come un dato parallelo ma non più secon-

profondità abissale dell’animo umano, in

dario rispetto alla frenetica vivacità fotonica

una corrispondenza tra macrocosmo e mi-

delle sue creazioni, dominate dalla circo-

crocosmo profondamente percepita sin dalle

lazione della luce nei cristalli, tipicamente

antiche filosofie presocratiche e da tutto il

usati dall’Artista quale privilegiato mezzo

pensiero gnostico.

d’espressione.

Una sua opera recente, chiamata 300.000KM/s

La prima creatura di Dio fu la Luce, affermò

to GOD, offre per esempio almeno quattro

Francis Bacon con potente ed esatta asserzio-

elementi fondanti costituiscono una trama

ne “teologica”, che sintetizza mirabilmente la

dalla potente valenza archetipica, che la ren-

filosofia poetica di Stefano Curto.

dono un vero e proprio mandala di luce:

E tutta l’opera di questo Artista ne è la pro-

1 la cardinalità dei supporti posti nella parte

va, luce ed energia rendono le sue opere

esterna,

d’arte la manifestazione paradigmatica della

2 la circolarità dei globi , che circondano il

affermazione, mutuata delle teorie della fi-

centro dinamico,

sica relativistica, per cui materia ed energia

3 la velocità di penetrazione/uscita della luce

condividono una medesima natura in diverso

del centro, convogliata dai cristalli che crea-

stato dell’essere.

no un velocissimo movimento visivo,

Il fluire delle grandi energie è una costante

4 il punto d’arrivo simbolico, appena percet-

in questo Maestro, ed è per questo motivo

tibile ma centrale, essenziale baricentro per

che la sua dimensione naturale, quella in cui

tutto il percorso di ricerca verso l’Assoluto.


L’opera, unico caso nell’esperienza dell’Artista,

fisicità/sensualità contro la dimensione più

ha subito un danneggiamento, quasi a ribadire

autentica e naturale dell’Artista: infiniti spa-

con singolare coincidenza che ardua è la Via

zi siderali, in cui brillano luci di stelle, vaghe

che conduce a Dio attraversi i perigli della

nebulose immerse in silenzi assoluti e sovru-

vita, approdo di luce che conduce all’alto

mani, in cui l’infinitamente grande corrispon-

obiettivo per cui la vita deve essere vissuta,

de all’infinitamente piccolo, e la dimensione

la salvezza dell’Anima.

dell’Assoluto si lega e si riflette nell’infinito

Ma è l’opera “IN THE HANDS OF TIME.

abisso dell’animo dell’Uomo, come avviene

Nella mani del tempo”, a costituire forse la

nell’uomo di Leopardi.

provocazione intellettuale di maggiore dram-

Il Tempo è una variabile relativa, ma fonda-

maticità.

mentale insieme allo Spazio e l’Energia, per

La gigantesca Mano del Demiurgo, che ca-

incardinare lo sforzo dell’Uomo a darsi di-

nalizza da ogni dito formidabili correnti di

mensione sovrumana, metafisica, nella ricer-

energia, e rivela talvolta geodi occulti, in cui

ca dell’Assoluto.

la luce rifrange cristalli in caos ordinato, è

Interminati spazi, sovrumani silenzi, profon-

forse la sua opera più significativa, nella pro-

dissima quiete dell’animo, ecco le chiavi della

duzione recente.

nobile lettura della Visione dell’Artista, attra-

Emerge la dimensione più tipica dell’Arte di

verso le quali la potenza evocativa delle sue

Stefano Curto, la Sua grandiosa “cosmicità”,

opere colpisce nel profondo chi osserva con

che è la sua dimensione naturale: una sua

spirito libero, in quanto liberato dal velo di

opera recente, concepita in modo spettaco-

Maia.

10/11

T h e e c st a sy of g o l d

swarovski crystal gems - resin - ceramic 170 x 125 x 65 cm. In th e h a n d s of t i m e

swarovski crystal gems - ceramic 190 x 122 x 130 cm.

lare per EXPO 2015, magnifica da un punto

P O I N T Y P RI N T - w h i t e

di vista delle forme, si infrange a mio modo

87.000 swarovski crystal gems on plex

di sentire, in ragione della sua individualità/

150 x 150 cm.



14/15

S INDONE

N ERA

Vatican Museum Collection 17.843 swarovski crystal gems on plex - 150 x 200 cm.

L’ORO

MALA T O

53.148 swarovski crystal gems on plex - 200 x 150 cm.


16/17

An i m a va g u l a

4.162 swarovski crystal gems on plex - 122 x 2,5 cm. DICRANORRHINA DERBY

155.837 swarovski crystal gems on plex - 200 x 150 cm.


18/19

T HE EM P H A S I S

S ERIE S

40.000 swarovski crystal gems on plex - 100 x 100 cm (ogni colore)

MAR V ELL O U S

F LIG H T

O F

C O E X I S T E N CE

110.175 swarovski crystal gems on plex - 150 x 200 cm. Opera esposta alla 54° Esposizione Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia Padiglione Italia - Regione Veneto - Villa Contarini - Piazzola sul Brenta.


20/21

SHE IS MY GOD

160.661 swarovski crystal gems on plex - 200 x 150 cm. EVOLUTION INVOLUTION

104.741 swarovski crystal gems on plex - 150 cm.



24/25

IL C U S T O DE DEI DE S IDERI

118.105 swarovski crystal gems on plex - 200 x 200 cm.

IL DI ST R U T TO RE DEL FAL SO

64.171 swarovski crystal gems on plex -200 x 150 cm.


26/27

i l n e r o i nf i n i to

73.323 swarovski crystal gems on plex - 200 x 150 cm.

JA PA N 2 0 0 6

136.623 swarovski crystal gems on plex - 200 x 150 cm.


28/29

P O I N T Y P RI N T - B l a c k

87.000 swarovski crystal gems on plex - 150 x 150 cm. H O ME 0 0 0 0 0 2 0 0 9 0 0 0 0 0

73.180 swarovski crystal gems on plex - 200 x 150 cm.



Biography: Stefano Curto, versatile artist, musician and traveler, was born in Segusino, in the province of Treviso on February 4th 1966. After his studies he developed a passion for gems, in addition to his passion for music which he begins composing at the age of 15, a passion for long journeys around the world. At an early age he opens an atelier in which he successfully works as a setter of crystals, undertaking complex designs for the most important haute couture labels. The alchemic parts of his works, that of putting together material elements in the composition of a singular and unrepeatable work of art, pushes him to enhance and reinforce new visual experiences that he will then use for the realizations of his creations. He embarks on many trips, especially to Asia to discover new languages and different cultures, that will expand his horizons and put him in contact with the infinite and mysterious universe of oriental philosophies. Stefano Curto lives and work in his home studio in Valdobbiadene, near Venice. His artworks have been included in these important collections : The Pontifical Collection of Vatican Museumsand the Museum of Old and New Art in Australia.

Technique: The artworks are made by embedding Swarovski crystals one by one into plexiglas panels; Stefano Curto creates his artworks with a unique technique in the world and developed through years of research, combining manual skills and high technology.

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