Caccia Passione luglio 2020

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ANNO IX nr. 06/07 - Luglio 2020

LA RIVISTA

Ungulati:

Testa o croce

Cani da caccia:

L'allenamento del cane da beccaccia

Canna rigata:

Due Sabatti Saphire in .308 Win. per il cinghiale

Ricette:

Un grande classico Il fagiano alla cacciatora


Anno IX Nr. 06/07 - Luglio 2020 www.cacciapassione.com

Direttore responsabile Pierfilippo Meloni Direttore marketing Valerio Troili Collaborazioni Emanule Tabasso, Saverio Patrizi, Vincenzo Frascino, Pina Apicella, Costantino Ramolfi, Riccardo Camusso, Simone Ricci, Francesca Baranello, Valerio Troili Pubblicità cell. 3271378484 commerciale@cacciapassione.com Redazione Via Camillo Golgi, 1 20090 Opera (MI) redazione@cacciapassione.com 3383243383 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 Rimini (RN) Editore Caccia Passione srl Via Camillo Golgi, 1 20090 Opera (MI)

sommario

Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012 CACCIA PASSIONE È UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE ANCHE PARZIALE SE NON AUTORIZZATA.

Pg 6 Ungulati: TESTA O CROCE Vincenzo Frascino

Pg 8 Ungulati: IL ROSSO DI FINE ESTATE

Pina Apicella

Pg 16 Estero: BRAMITI BULGARI Saverio Patrizi Pg 22 Cani da caccia: L’ALLENAMENTO DEL CANE PER L’ALLENAMENTO LA CACCIA ALLE BECCACCE Francesca Baranello

Pg 26 Canna liscia: YILDIZ PRO IN 12/76 YILDIZ Emanuele Tabasso

Pg 38 Canna rigata: DUE SABATTI SAPHIRE IN .308 DUE WIN. PER IL CINGHIALE

Emanuele Tabasso


Sommario

Pg 46 Munizioni: REMINGTON EXPRESS® XLR CALIBRO 12/70

Costantino Ramolfi

Pg 50 Ottiche: LEICA NOCTIVID. UN LEICA BINOCOLO DALLE PRESTAZIONI SUPERLATIVE

Vincenzo Frascino

Pg 60 Ricette: UN GRANDE CLASSICO DELLA UN CUCINA VENATORIA: IL FAGIANO ALLA CACCIATORA Francesca Baranello


4 • Caccia Passione


Editoriale

SARS-COV-2 HA CAMBIATO LE NOSTRE VITE... Il virus SARS-CoV-2 ha cambiato le nostre vite. Si è trattato di un evento imprevedibile? Abbiamo imparato qualcosa, oppure continueremo a commettere gli stessi errori del passato? Come possiamo uscire dalla crisi causata dalla pandemia? Chi ci guiderà fuori dal mare in tempesta? Queste le domande che mi pongo in un momento molto difficile per tutti noi. Certamente il virus ha cambiato le nostre vite, il nostro modo di relazionarci con gli altri individui, ci ha fatto allontanare da quel contatto umano, come una stretta di mano, l’abbraccio o un bacio sulla guancia che facevano parte della nostra quotidianità. Oramai si guarda tutto e tutti con sospetto, ci si distanzia per tutto, la paura ha preso il sopravvento. Certamente una bomba come questa non poteva essere prevista, ne tantomeno immaginata possibile; una pandemia globale, capace di far crollare i mercati mondiali e scuotere le economie dei Paesi, tutti e indistintamente, ricchi e poveri. Ecco che il 2020 è caratterizzato dal convivere con un virus, detto anche COVID-19, subdolo e capace di distruggere uomini e economie al suo passaggio. Ma da una grande tragedia, nascono sempre grandi occasioni, e così ci si reiventa nel lavoro, si scopre lo smart working, parola pressochè quasi sconosciuta in Italia ma oramai nella vita di tutti, in primis i ragazzi che con la DAD, didattica a distanza hanno dovuto provare sulle loro giovani vite questo nuovo modo di istruzione. E tra banchi con le rotelle, bonus per monopattini, eccoci che ci prepariamo alla nostra stagione venatoria, speranzosi che politicanti presi da altre priorità questa volta non disturberanno i cacciatori alle prese a brevissimo con la preapertura della caccia. La pandemia certamente ci ha reso più fragili ma al tempo steso più forti, certamente le battute di caccia al cinghiale in braccata, quest’anno saranno caratterizzate da pranzi con posti distanziati e mascherine ogni dove, certi però che quando si è dentro il bosco, possiamo finalmente riscoprire il viso e mostrarci senza mascherina, perché la caccia è anche questo. La capacità in un mondo malato di farci stare qualche ora spensierati e soprattutto senza la mascherina calzata in viso. Non ci resta che sperare che questo virus passi presto così da poter ritornare alla nostra quotidianità ricca di abbracci, strette di mano e baci. Felicità.. Pierfilippo Meloni


TESTA O CROCE Caccia al cinghiale. Cronaca di un contenimento notturno.. Testo e foto di Vincenzo Frascino

I

n estate inoltrata i campi dorati della maremma sono costantemente predati dai cinghiali. Sempre più spesso mi capita di ricevere inviti alle operazioni di contenimento per la specie cinghiale. Si tratta di una forma di caccia molto particolare, da appostamento, vespertina o addirittura notturna. Quando mi capita l’occasione prendo parte volentieri a questi interventi. Questa sera sono in compagnia del mio amico Fabrizio. Veniamo accompagnati sul posto dalla guardia venatoria responsabile dell’intervento. Giunti sul posto ci viene spiegato che 6 • Caccia Passione

dobbiamo coprire una zona in cui la biada è tutt’ora in fase di trebbiatura. Da qui si vedono un campo di favino alle nostre spalle e uno di grano alla nostra sinistra, che sono stati oggetto di un inopportuno interesse da parte dei cinghiali nelle notti scorse. Le postazioni per controllare questo campo sono due, una più sulla destra che domina un insoglio e un pezzo coltivato a favino, e uno più sulla sinistra, coltivato a grano. Cerchiamo con un colpo d’occhio di soppesare l’esposizione e il possibile vantaggio di uno dei due appostamenti, ma nessuno dei due riesce a


Migratoria

spezzare la catena di disponibilità con cui ci rimpalliamo la precedenza di scegliere. Alla fine, Francesco [la guardia venatoria, ndr] decide che è necessario tirare una moneta e stabilire così casualmente la nostra posizione. Lanciamo la moneta e, come presagivo, vado a assegnarmi la postazione sulla sinistra, con una fetta di grano nella visuale. Approfitto degli ultimi raggi di sole per studiare i punti di riferimento e telemetrare le distanze. Chi mi conosce sa quanto preferisca di gran lunga cacciare di giorno e con la luce per godermi la caccia e gli animali ma, stasera

c’è una luminosissima luna piena, il campo appena trebbiato è uno sfondo perfetto per le setole nere e, non da ultimo, la voglia di testare una nuova ottica da puntamento digitale insieme configurano un mix entusiasmante di opportunità e aspettative. La luce residua del sole si mescola al bagliore della luna lasciando una visibilità discreta con lo scorrere delle ore. Grazie alle luminose lenti del binocolo scorgo nel campo un capriolo e due lepri, altrimenti invisibili, e mi godo la loro compagnia, utilizzando le loro sagome per studiare le varie funzioni dell’ottica da Caccia Passione • 7


puntamento. Una macchia interrompe il mio sguardo. Scorre da destra a sinistra il bordo del bosco. Osservo l’animale e telemetro la distanza. Si tratta di un cinghiale, di grosse dimensioni e solo, a una distanza di circa 200 metri. “Testa o croce?” mi ripeto in mente, pensando che come per la scelta delle postazioni ancora una volta tutto si gioca su quale direzione prenderà in cinghiale: il favino sulla destra dove c’è Fabrizio o il campo di grano a sinistra di fronte a me? Cerco di seguire l’animale col binocolo e poi con l’ottica digitale, ma non è facile adattare gli occhi a questi diversi tipi di “visione” e faccio non poca fatica a ingaggiarlo a ogni cambio. Gli ingrandimenti più spinti mi fanno perdere la nitidezza e torno su 11 ingrandimenti che mi danno una visione accettabile. Aspetto che si stacchi dal bordo bosco assecondando il suo lento incedere ma, quando sto solo aspettando che si fermi un istante le vedo tornare sui suoi passi e 8 •Caccia CacciaPassione Passione

ripiombare nel buio della macchia. Il rimpianto per un tiro mancato è inevitabile, sento di aver perso una bella occasione nell’attesa di poter fare un tiro più pulito. Due minuti ad arrovellarmi sembrano ore, ma mentre sto per rassegnarmi all’idea ecco che il cinghiale rispunta sul campo, questa volta una decina di metri più avanti. In realtà questa volta è ben più vicino, telemetro la posizione a 156 metri. Riporto gli ingrandimenti su 11 come buon compromesso tra l’ingrandimento e la nitidezza, armo la carabina, posiziono la croce sull’animale che…ovviamente si posiziona di punta. Attendo con calma che si metta a cartolina. Nel mentre il telefono vibra nella tasca ma non ho nessuna intenzione di prenderlo per leggere il messaggio. So che sarà Fabrizio che mi scrive chiedendomi perché ancora non sparo…La mia risposta gli giunge attraverso il boato con cui la palla del 7x64 lascia la carabina per andare ad inchiodare sul posto il cinghiale.


Ungulati

IL ROSSO DI FINE ESTATE

Caccia CacciaPassione Passione9• 9


IL ROSSO DI FINE ESTATE Caccia al capriolo. Al termine dell’estate il maschio più bello non si era ancora visto, ma dopo mille ricerche è finalmente giunto il giorno dell’incontro fatale. Testo di Pina Apicella Foto di Vincenzo Frascino

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Ugulati

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I

l bagliore magnetico dell’alba era già lì ad attenderci. I fili di stoppia scrocchiavano sotto gli scarponi, e noi cercavamo nell’ultimo buio scure chiazze erbose per poggiare i piedi in modo da rendere i nostri passi più silenziosi. Ogni otto-dieci passi, Vincenzo si fermava a sbinocolare: i campi non ancora arati tradivano la presenza di cespugli sul fondo giallo delle stoppie, e all’occhio vigile del cacciatore ogni ombra lontana si fingeva capriolo. Nelle ultime settimane si respirava una certa calma: le femmine erano state quasi tutte coperte, i maschietti baldanzosi che trotterellavano nel suo territorio erano sempre più elusivi. I mesi passati erano stati molto impegnativi, sia fisicamente che socialmente, e il vecchio boss della Querceta non perdeva occasione per affacciarsi sul campo a rifocillarsi col tenero trifoglio spuntato dopo lo sfalcio. Sbinocolavamo a 360 gradi, lentamente, 12 • Caccia Passione

ma ci soffermavamo sempre lì, nel punto in cui le due colline s’incrociano, sotto le due querce che da lontano delineano un triangolo di cielo. Il giorno precedente avevo visto un capriolo in quel punto. Sotto di lui una femmina col piccolo, che si erano trattenuti pochissimo, mentre il maschio si era soffermato a mangiare molto più a lungo. La distanza misurata dal telemetro, di ben oltre 400 metri, aveva suggerito un cauto avvicinamento ma, giunti a metà della distanza stabilita, il capriolo si era dileguato con salti altissimi, inghiottito da un foro proprio sotto le due grandi querce. Quella mattina il ricordo del capriolo del giorno prima era un chiodo fisso, il miraggio che sembrava reale ogni volta che l’occhio finiva in quel punto. Quel capriolo era il sogno che rincorrevamo da mesi. Averlo avvicinato il giorno prima era stata una grande emozione. L’erba nel giro di un mese era ricresciuta. Non era


Ungulati

molto fitta ma, con un po’ di attenzione, poteva servire a dissimulare il pelo rosso che ancora ricopriva il poderoso corpo del boss. Solo alcune chiazze di grigio sui fianchi e sulle scapole presagivano la prossima muta: il corpo dei vecchi è più lento alle rivoluzioni e ai cambiamenti… Mangiava voracemente, ingolosito dalle foglioline di trifoglio, piccole e raggruppate in verdissimi ciuffi molto bassi. Era quasi fermo sul posto, concentrato nel recuperare il prima possibile le energie perse durante la tumultuosa estate, quando io lo vidi. “Eccolo! È di nuovo lì!” esclamai, emozionata. Il binocolo di Vincenzo era già nei paraggi del punto magico, e non impiegò un secondo prima di intercettarlo. La distanza non era favorevole a un tiro sicuro e, senza nemmeno consultarsi, memori dell’azione del giorno prima, prendemmo zaino, carabina e treppiede e via su per il crinale.

Risalendo il colle sulla cui cima pascolava il capriolo, ogni passo veniva pesato, meditato e temuto. Eravamo a 200 metri. “Da qui vedo il filo schiena, non di più” dissi io, guardando nell’ottica della carabina che avevo poggiato al treppiedi. “Più avanti non andrei, rischiamo che ci senta o addirittura ci veda. Fermiamoci qui e aspettiamo che sia lui a fare la prossima mossa”, consigliò Vincenzo dissimulando, dietro la saggezza dell’accompagnatore, una forte emozione al cospetto del bel capriolo. L’animale mangiava voracemente, con la testa costantemente abbassata. Stavo lentamente spostando il treppiedi un metro più su, per riacquistare la visione anche parziale del capriolo; la canna della carabina era ancora a mezz’aria, la mano destra serrava i bei legni del calcio per adagiarlo sul supporto. Il capriolo alzò di scatto la tesa. I nostri occhi s’incrociarono: quelli tondi e neri dell’animale fissavano esterreCaccia Passione • 13


fatti quelli miei concentrati. “Nooo! Ci ha visti, maledizione! Resta ferma…immobile….” La bocca di Vincenzo pronunciava parole senza muoversi. Dalle sue labbra trasudavano consigli misti a rabbia, delusione, amarezza. La carabina pian piano scivolò sul treppiedi, e il mio occhio scivolò sull’oculare dell’ottica. La ruota degli ingrandimenti scorreva pian piano verso i numeri più bassi, per ingaggiare il capriolo la cui posizione stava certamente per cambiare. “Preparati verso sinistra! Vedrai che ora parte…” esclamò Vincenzo (“e vedrai che, come ieri, scompare nel buco sotto le querce”, pensò, senza dirlo per non avvilire la sua compagna). Appena il mirino si posò sul torace del capriolo, le sue agili zampe ricevettero l’impulso che la Natura gli ha donato per custodire la sua vita. Due balzi, non molto alti ma veloci, gli fecero guadagnare i primi metri in direzione del bosco. Avevo seguito il consiglio del mio accompagnatore e avevo orientato la carabina in direzione della via della ritirata del capriolo. I primi due secondi di fuga dell’animale sembrarono eterni. Increduli per l’epilogo dell’azione di caccia, stavamo già assaporando l’amaro che risaliva dallo stomaco. Poi il peso sulla bilancia del destino si spostò. Vincenzo fischiò. Il capriolo, come trattenuto da una forza sovrannaturale, si fermò di colpo esattamente dietro l’unico rovo presente nel campo. Vincenzo non poteva vederlo. Io, che era a due metri da lui, avevo invece una visuale più favorevole, e potevo intravedere il fatato rosso del suo manto. Dietro le spine del rovo il bel maschio si sentiva quasi al sicuro. Non vedendo si sentiva non visto, e addirittura in quella sosta, figlia di un’inguaribile curiosità che l’aveva fatto cadere nella trappola del fischio, azzardò un boccone dall’erba. Gli ingrandimenti scorrevano nuovamente sui numeri più alti: 8, 10…12. Quando il capriolo sollevò il capo, il bagliore delle punte del suo magnifico palco lampeggiò tra le 14 • Caccia Passione

spine. La freddezza che fino a quel momento aveva guidato i miei gesti, e la fermezza delle sue dita s’incrinò. Il pollice obbedì alla necessità di agire e armò la Blaser. La tenue luce del reticolo illuminato confortava la mira sul torace del capriolo. Cercavo di non guardare il palco, troppo bello per non suscitare meraviglia. Cercai di non pensare alla fuga del giorno prima, al fatto che tra meno di un secondo il capriolo sarebbe ripartito per sparire definitivamente nel bosco, ai pochi giorni prima della chiusura della caccia di selezione, ai mille appostamenti in cerca di “quel” maschio… non pensai nemmeno di avvisare Vincenzo che ero pronta a sparare, né a trattenere il fiato ed evitare di strappare il grilletto. La Blaser, telepatica, percepì e anticipò la sua intenzione, e il colpo partì senza preavviso. Il boato del 7x64 sembrò un sussurro all’orecchio di chi aveva sparato, ma risultò un pugno all’orecchio di Vincenzo. I minuti canonici che seguono lo sparo sembravano eterni. Impazienti ogni tanto lasciavano andare un passo verso la sommità del colle. A metà strada il binocolo di Vincenzo svelò tra il finocchio selvatico il manto rosso del capriolo. Era immobile e attendeva solo che i suoi fedeli ammiratori venissero a rendergli gli onori. Tutta l’estate l’avevano cercato, lui si era sempre negato. Aveva difeso il suo territorio, distribuito i suoi nobili geni tra le femmine, lottato contro avversari e rivali. Aveva assaggiato tutti i teneri germogli che le stagioni profondevano sui campi, la rugiada che la notte vaporizzava sull’erba, i frutti colorati con cui l’inverno addobba gli arbusti del bosco per farsi perdonare i rigori del freddo. Ora era lì, sotto i nostri occhi ammirati e le nostre mani che lo componevano con rispetto, chiedendogli mutamente perdono per aver reso eterno nella memoria degli uomini e della natura il rosso estivo del suo manto che mai più muterà negli inverni a venire.


Ungulati

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BRAMITI BULGARI

A caccia con Sako Carbonlight 300 Win Mag. Di Saverio Patrizi

D

urante l’ultima fiera HIT di Vicenza, parlando con Gianni Alesi titolare della AFV Arborio, mi propone di andare insieme in Bulgaria nel periodo del bramito del cervo, caccia organizzata dalla sua amica Nadia Georgeivia in un’area a meno di due ore da Sofia. Si tratta di un recinto di oltre 4.000 ettari ricco di buoni trofei, anche se un po’ perplesso per il discorso della recinzione, Gianni mi assicura che non ci si accorge di nulla ed è caccia vera, decido di provare. Partenza il 16 settembre, accompagnato da un amico cacciatore bresciano e dalla mia fedelissima Sako Carbonlight cal. 300 Win Mag con ottica Steiner Ranger BC 4-16x56, le cartucce scelte sono le Sako superhammerhead da 180 grs, palle bonded con punta in piombo, particolarmente adatte a questo tipo di selvatico. Come previsto il 16 settembre arriviamo a Sofia con volo diretto da Roma, sbrigate le pratiche aeroportuali per le armi, accompagnati da Nico, il nostro interprete e autista, arriviamo alla bella casa di caccia di Byalka. Al piano terra si trova la sala da pranzo gestita da Ianca, cuoca attenta a tutte le nostre esigenze di cibo e di orario, mentre al piano superiore ci sono le stanze, ampie e confortevoli ognuna con il suo bagno e con un salottino che usiamo come deposito dei nostri bagagli, armi, zaini e tutto l’occorrente per la caccia. L’indomani mattina alle 5,30 ci vengono a prendere gli accompagnatori, ognuno con il suo fuoristrada si dirige 16 • Caccia Passione

Il Re è caduto

L’autore con Sandro

verso la zona prescelta. Pochi minuti e siamo arrivati, lasciata la macchina sul bordo di una radura, ci fermiamo in ascolto, ben presto sentiamo in lontananza i primi bramiti, siamo arrivati al momento giusto! Senza esitare, Sandro, il mio accompagnatore, si dirige verso una valle da cui provengono almeno due “voci” di cervi diversi, l’avvicinamento non è facile, il terreno è cosparso di foglie secche,


Estero

Altana per la caccia ai cinghiali e sciacalli

Sako Carbonlight 300 Win Mag con Steiner BC 4-16x56

Tramonto sui Balcani

Gianni Alesi, titolare della AFV Arborio

La casa principale

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Ritrovamento

prevalentemente provenienti da maestose querce che ci sovrastano simili a colonne di una cattedrale, tentiamo comunque ma di colpo il bosco ammutulisce e con esso svaniscono le nostre speranze. La sera invece avvistiamo un bel cervo, ma la notevole distanza, 255 metri, e la mancanza di un buon appoggio mi suggeriscono di tentare un avvicinamento, ma il rumore dei nostri passi ben presto lo allarma e mette in fuga. Il secondo giorno incontro alcuni cervi giovani girovaghi e provo due avvicinamenti, ma sono sempre tradito dal rumore causato dal sottobosco molto secco, la sera finalmente riesco ad avvicinare un maschio intento nella sua danza amorosa, arrivo a circa cinquanta metri ed intravedo le lunghe punte delle corone che fuoriescono dai cespugli della radura di fronte a noi, at18 • Caccia Passione

Il bosco maestoso

Incontro con il gatto selvatico


Eventi

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Sempre con Nadia e Gianni

tendo che mi dia una visuale migliore ma, gira il vento, e il re con il suo harem si allontanano borbottando. Finalmente la notte piove e la terza mattina ci avviamo pieni di speranze, la temperatura si è abbassata e come scendiamo dal fuoristrada ben tre cervi riempiono l’aria con i loro bramiti. Sandro si dirige deciso verso uno di questi, affrontiamo ancora nel buio un bosco in salita, i bramiti sono sempre più vicini, arrivati sul bordo, davanti a noi si apre un ripido prato cespugliato, ci fermiamo dietro una grossa quercia e, poco dopo, bramendo, dal margine superiore a circa 70 metri da noi, appare il re del bosco. Sandro mi fa subito segno di tirare, purtroppo ho la visuale ostruita da due alberelli, faccio due passi sulla sinistra e, appoggiato al mio alpenstock inquadro il cervo nel reticolo del cannocchiale e tiro il grilletto. Il cervo reagisce e parte, cinquanta metri e vedo l’erba muoversi, deve essere caduto. Aspettiamo qualche minuto e ci avviciniamo, l’avevo colpito ai pol20 • Caccia Passione

Scoiattoli davanti alla casa di caccia


Estero

La martora, simbolo di Byalka

moni, è ancora vivo e prova a rialzarsi, immediatamente lo finisco con un colpo di grazia. È uno splendido trofeo da 15 punte, sudato e di grande soddisfazione. Tornati alla casa di caccia, grande festa e fotografie di rito. Il giorno dopo, l’ultimo, avvicino un altro bel cervo, ma Sandro mi dice che è giovane ed è meglio non tirarlo, mi godo i suoi bramiti e il suo harem. Così finisce l’avventura bulgara, i monti Balcani mi hanno regalato un bel cervo e una caccia emozionante, con un organizzazione perfetta, Nadia e Gianni si sono rivelati dei perfetti organizzatori e padroni di casa. Per informazioni: Gianni Alesi 3387524815, gianni.arboriocaccia@gmail.com Carabina usata: Sako 85 Carbonlight cal 300 Win Mag, canna da 61 cm + freno di bocca, caricatore in metallo il tutto in soli Kg 2,90. Ottica Steiner Ranger BC 4-16x56 con torretta balistica, regolazione del parallasse e reticolo 4A illuminato. Munizioni Sako con palla Sako da 180gr Superhammerhead.

Una coppia di cervi ci osserva

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L’ALLENAMENTO DEL CANE PER LA CACCIA ALLE BECCACCE

La caccia alla beccaccia è un'attività venatoria impegnativa per il cane. Per prepararlo al meglio ecco alcuni consigli sull'alimentazione e l'allenamento Di Francesca Baranello

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L

a beccaccia è un animale misterioso e affascinante al tempo stesso: la caccia a questo volatile crea grandi aspettative e ogni buon cacciatore non può che concentrare la propria attenzione sul ruolo che rivestiranno i cani, i grandi protagonisti dell’attività venatoria. Una buona preparazione e un allenamento adeguato non possono che riguardare sia gli esemplari giovani che quelli adulti. L’addestramento va curato nel minimo dettaglio e bisogna prestare attenzione a una serie di accortezze. Le beccacce sono caparbie, sfuggevoli e tenaci, di conseguenza i cani impegnati in questo tipo di caccia devono esserlo ancora di più per una giornata emozionante e soddisfacente. Addestrare gli ausiliari significa far capire loro che avranno a che fare con un uccello unico e che non a caso è stato ribattezzato “regina del bosco“. Per preparare al meglio il nostro amico a quattro zampe alla caccia alla beccaccia, è bene prendere alcune accortezze. Solo un cane in forma e ben allenato riuscirà ad affrontare un’esperienza per alcuni versi molto faticosa, senza danni sul fisico. I segugi per i loro padroni, sono compagni fedeli durante l’uscita venatoria, e nello stesso tempo sono da coccolare e da trattare con il massimo riguardo quando sono a casa. Le iniziative e i comportamenti a cui fare attenzione sono tanti. Vediamo insieme come allenare un cane per la caccia alla “regina del bosco”. Alimentazione La preparazione fisica di un cane attraverso l’alimentazione è importante durante ogni uscita, ancora di più se si tratta della caccia alla beccaccia, che i più esperti sanno essere molto impegnativa. Questa può arrivare a svolgersi nel corso di un’intera giornata e su terreni a volte impervi. Quindi la preparazione, tenendo conto dell’alimentazione, deve iniziare diversi mesi prima. L’estate con la conseguente chiusura della caccia, fa si che il segugio,

Cani da caccia che può considerarsi un vero e proprio atleta, arrivi alle prime uscite un po’ appesantito e con i movimenti rallentati. Per questo motivo l’alimentazione deve essere equilibrata anche, e soprattutto, nei mesi di riposo, quando l’attività fisica è minore e le probabilità di smaltire l’apporto energetico quotidiano si dimezzano ancora di più. Durante il periodo venatorio la dieta dovrà essere semplice e dovrà suddividersi tra un buon apporto di carboidrati, la giusta quantità di fibre, senza dimenticare la giusta presenza di grassi. Attualmente i mangimi a disposizione per l’alimentazione rispettano in pieno le esigenze di un cane atleta, ma eccedono nelle quantità. In questo caso meglio ridurle e compensarle con alimenti preparati da noi, come carne o riso. Oltre alla tipologia di alimentazione, per avere un cane in forma, non dobbiamo sottovalutare l’importanza del momento in cui decidiamo di somministrargli il pasto. I cani hanno un apparato digestivo molto lento, per questo fanno fatica ad assimilare gli alimenti. Un consiglio è quello farli mangiare durante le prime luci della sera. In questo modo il nostro amico a quattro zampe avrà il tempo di digerire e la mattina sarà pieno di energie senza inutili affaticamenti.

Preparare il cane alle uscite Oltre all’alimentazione per preparare i cani alla caccia alla beccaccia, bisogna fargli prendere confidenza con l’ambiente in cui dovrà operare. Per permettergli di muoversi a proprio agio, meglio portarlo Caccia Passione • 23


Addestramento Questa è la fase più importante che permette al cane di essere pronto per la stagione venatoria. Per un risultato ottimale, il contributo del cacciatore è fondamentale. Solo lui può indirizzare l’animale e fargli tenere un comportamento corretto. Come detto in precedenza la conoscenza del terreno e dell’ambiente è importante, per questo è meglio portarlo nel bosco per fargli prendere confidenza con gli odori.

strargli il pasto. I cani hanno un apparato digestivo molto lento, per questo fanno fatica ad assimilare gli alimenti. Un consiglio è quello farli mangiare durante le prime luci della sera. In questo modo il nostro amico a quattro zampe avrà il tempo di digerire e la mattina sarà pieno di energie senza inutili affaticamenti. Preparare il cane alle uscite Oltre all’alimentazione per preparare i cani alla caccia alla beccaccia, bisogna fargli prendere confidenza con l’ambiente in cui dovrà operare. Per permettergli di muoversi a proprio agio, meglio portarlo nel bosco, qui inizieranno ad abituarsi agli odori del volatile alternando terreni aperti a quelli più fitti. Questo metodo è valido sia per i cani esperti, sia per quelli più giovani. Per quanto riguarda il primo, le uscite gli serviranno per riprendere confidenza con il terreno. Per quelli più giovani è un’occasione per capire come muoversi su in campi diversi per sentirsi a proprio agio 24 • Caccia Passione

La cosa migliore è farlo a ridosso del periodo di caccia. Nei mesi estivi la fauna e il terriccio hanno odori differenti rispetto ad un ambiente umidiccio tipico dell’autunno. Quindi per farlo abituare, meglio portarlo circa un mese prima. Trascorso questo periodo, nel momento in cui arriveranno le beccacce, il cane sarà già abituato e si sentirà a suo agio con quegli odori, pronto a dare la caccia alla regina del bosco. Correre e cacciare in spazi aperti è semplice, le beccacce però si annidano in luoghi con vegetazione fitta. Quindi il segugio dovrà abituarsi a camminare in luoghi e terreni impervi. Per avere il massimo risultato poco alla volta dovete portare il cane in zone dove la vegetazione è molto fitta.


Durante le prime uscite meglio lasciarlo libero di muoversi. Il compito del cacciatore sarà quello di osservare il suo comportamento e correggerlo in caso di errore. Se siete alle prese con un cane giovane, meglio affiancarlo ad uno più anziano. Mentre per quest’ultimo è un modo per fare un piccolo allenamento, per il più giovane è l’occasione per acquistare fiducia in sé stesso. Privi di fucile, queste uscite sono perfette per insegnare al cane i comandi che noi vogliamo fargli eseguire attraverso gesti delle mani o suoni. Tutto deve essere svolto con estrema calma e bisogna simulare al meglio l’esperienza venatoria.

tuare poco alla volta a suoni nuovi che non ha mai sentito. La tecnologia diventa fondamentale quando si affronta l’addestramento cinofilo, ancora di più quando si ha a che fare con la beccaccia. Per questa specie sono tre le alternative, il collare beeper, il GPS e il campano, ma il beeper è quello prevalente. Per questa ragione il collare va fatto indossare già nei primi giorni, senza forzature ed evitando differenze di trattamento tra l’addestramento e la caccia pratica. Ogni buon cacciatore deve tenere a mente questi consigli pratici: nella caccia alla beccaccia non bisogna avere fretta e pretendere un cane preparato al 100% in pochi giorni. Occorre Come usare il GPS Anche il GPS deve essere introdotto per armarsi di pazienza e l’attesa verrà ripagagradi, questo perché il cane si deve abi- ta da una soddisfazione dopo l’altra. Caccia Passione • 25


26 • Caccia Passione


Canna Liscia

YILDIZ PRO IN 12/76

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YILDIZ PRO IN 12/76 La Paganini di Torino distribuisce da molti anni i fucili della Yildiz di Burdur e la Casa turca ha sempre mantenuto un sostanziale equilibrio formale e di prezzo che oggi vede un deciso cambiamento nelle scelte di campo di Emanuele Tabasso

Osservando la parte centrale con le canne basculate si hanno in evidenza i buoni rapporti di masse fra i vari componenti dell’arma

L

e abitudini acquisite sono difficili da cambiare e l’abbinamento mentale di un fucile prodotto in Turchia si unisce facilmente a una quotazione molto interessante. A questa si lega un’esecuzione più che discreta, da giudicare come nostra consuetudine, insieme al prezzo che rimane una funzione inscindibile del prodotto. L’ultimo sovrapposto gentilmente affidatoci dalla ditta Paganini di Torino stravolge gli assetti conosciuti 28 • Caccia Passione

con una cifra fuori dai soliti schemi: poco meno di 3.300,00 € sono un bel po’ di soldi e fa pensare come la Yildiz, Casa ben nota per le sue prerogative, voglia tentare il mercato con un prodotto differente dal solito nell’impatto visivo, nella progettazione e nella tecnica esecutiva. Ci siamo messi d’impegno per valutare l’ingegnosità applicata e la classe di esecuzione: parlando chiaro, e non nel modo gesuitico di cui ogni tanto siamo accreditati,


Canna Liscia

Particolare della ramponatura con la finitura superficiale lucida che a noi pare cromata o nichelata: l’olio non aderisce e aprendo e chiudendo il fucile con angolatura crescente non si riesce a creare il ventaglio che denota il rasamento con la parete di bascula

Vivo di culatta delle canne con i tenoni dotati degli scassi per il tassello a U di chiusura, gli estrattori con la protuberanza nel gambo per attuare, inserendosi nelle camme della bascula, l’estrazione primaria, qualche segno di lavorazione nelle camere di cartuccia

Estetica gradevole per la linea della chiave mentre quella della codetta superiore è decisamente spartana per sussistere senza critiche in un fucile di tale quotazione

esponiamo le valutazioni che saranno in parte oggettive, in parte personali. Caratteristiche tecniche Partiamo con il materiale impiegato per la bascula: acciaio legato lavorato di fresa e di elettroerosione, cementato e lucidato. La massa sarà, come vedre-

mo, una remora per il mercato italiano dove oramai il peso dell’arma dev’essere pari a quello di un giunco o di una cannina da passeggio della Ravarini & Castoldi. Poi si giocano tutte le carte disponibili per minimizzare la sensazione di rinculo, doverosamente sollecitando un’encomiabile inventiva per la soluzioCaccia Passione • 29


ne del problema fisico che fatalmente riappare, cartuccia dopo cartuccia, come la fame dopo il digiuno o la stanchezza dopo la fatica. L’impostazione si differenzia da quella in uso in molti sovrapposti italiani con i doppi tenoni affiancati e posti sotto al profilo della canna inferiore. Qui si nota una ripresa del progetto di Boss con spallature ricavate all’interno dei fianchi di bascula a cui fanno da contrasto i tenoni arcuati ricavati dal monobloc di culatta: nel Come nei fianchi anche nel dorso c’è consequenzialità di linee minimali con i due sottili rilievi che sarebbe troppo chiamare loro profilo posteriore sono fresati i dennastri, pur se va dato atto di un’apprezzabile coerenza esecutiti di aggancio per il tassello di chiusura, va e stilistica mosso dalla chiave e formato da due rebbi a U con sezione semicilindrica di a opportune fresature, si ponga più arcui la parte piana attua il serraggio. Da retrato rispetto alla superficie della facnotare ancora come tale profilo, grazie cia di bascula, quindi con un braccio di leva più favorevole. I semiperni inseriti dietro al giro di cerniera e gli orecchioni ricavati ancora dal monobloc integrano il complesso: se ai tenoni e ai risalti laterali va il carico maggiore per opporsi, sotto sparo, alla spinta in avanti del gruppo canne, ciò non di meno i semiperni avvitati vengono sostenuti da ispessimenti trapezoidali ottenuti di blocco dallo spessore di bascula. Va segnalato come rispetto all’originario progetto inglese le superfici laterali di contrasto siano ridotte, tuttavia la posizione è favorevolmente situata a livelL’insieme della testa di bascula e dei raccordi delle canne con la lo della mezzeria della canna inferiore, linea dei doppi seni è sempre affascinante quella che d’abitudine viene maggiormente sollecitata, opponendosi quindi in asse alla forza applicata. Ancora si osserva come la parte bassa dei tenoni non abbia alcuna funzione di contrasto mancando le mortise nel dorso di bascula spianato: lo studio è chiaramente finalizzato per ridurre gli interventi e quindi i costi. Tornando ai particolari della bascula si nota la corretta foratura per l’uscita dei percussori dalla faccia, a fianco il nottolino per la rimessa al centro della chiave ad arma smonL’importanza visiva delle parti arrotondate fra testa di bascula tata, la posizione non proprio elegane culatta delle canne si spegne un poco nei fianchi lisci privi di te della slitta di armamento a vista sul ispessimenti adeguati a seguire un pari concetto estetico 30 • Caccia Passione


Canna Liscia

Il lungo ponticello incassato fra il legno dell’impugnatura e il dorso di bascula sostiene la guardia modellata con cura sia nell’ovale che nella sezione lenticolare della lamina con cui è formata

Apprezzabile la testa di bascula con l’inserimento della chiave: di questa vanno osservati il disco del perno integrale con superficie arrotondata come la sede, il corpo aderente alla codetta, il pulsante zigrinato con linea ovale allungata molto elegante

Oltre alla corretta incassatura della bascula nella testa del calcio, con legno leggermente a crescere, nella guardia spicca il grilletto notevole per dimensioni e fattura dove robustezza, funzione e linea si sommano piacevolmente

Astina di buone proporzioni con disegno regolare e gradevole. Particolari i ponticelli di sopraelevazione della bindella montati con inclinazione alternata e saldati alla sottobindella

La base del sistema Aoget per lo svincolo dell’asta dalle canne è un pezzo unico ricavato con lavorazioni di fresa: la levetta interna mostra un appoggio per il dito leggermente stondato e quindi senza spigoli di contrasto

La tonalità assai oscura del legno lascia tuttavia intravedere le belle venature di cui è dotato: l’impugnatura a pistola è di giusta arcuatura e sezione, il nasello viene evidenziato dalle scalfature laterali e il dorso lineare e di conveniente spessore offre un buon appoggio alla guancia

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Sul fianco sinistro della canna superiore sono impressi a caratteri regolari e ben leggibili il logo aziendale, il modello con il calibro e l’anno di produzione

Il mirino LPA in fluorescente rosso spicca all’apice della bindella ombreggiata; sotto risultano in evidenza gli strozzatori intercambiabili, qui rispettivamente *** e *

All’interno dell’asta si notano due punti in cui il legno, lavorato a macchina, è scarso per coprire il particolare sottostante in metallo: stride un poco in valore assoluto e molto in valore relativo alla quotazione di vendita

fondo, mentre sono all’interno e quindi ca di questo modello dove spiccano ben dissimulate le due astine di coman- i doppi seni posti in risalto dalle marcate scalfature della testa di bascula do degli eiettori che occhieggiano dal raccordate verso l’alto per formare la doppio giro di cerniera: qui le striature sede della chiave di apertura: questa denotano un corretto aggiustaggio per è del tipo a perno integrale dove si evila messa in tiro del fucile. denziano giuste proporzioni e convesApprezzabile nel complesso l’esteti- sità prolungate nel corpo che termina 32 • Caccia Passione


Eventi Canna Liscia

SAPHIRE Selezione naturale

La nuovissima carabina di Sabatti per la caccia di selezione. PIÙ PRECISA | PIÙ TECNOLOGICA | PIÙ BELLA Caccia Passione • 33

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Macchinato, certo e pure fissato con due brugole: ma il testacroce risulta eseguito molto correttamente e di certo gli apparati CNC sono di ultima generazione e gestiti a dovere

con l’elegante ovale del pulsante. Si torna a una normalità indotta dalle lavorazioni, in buona parte meccanizzate, con la codetta superiore su cui è ben aderente la chiave: le linee dritte, non rastremate, se rapportate al prezzo di vendita appaiono banali. Rimane assolta la funzione che incorpora la slitta della sicura con bottone semisferico zigrinato, comprensiva del selettore meccanico di sparo. Sobrio, quasi francescano, il disegno dei fianchi spianati su cui un minimo rilievo evidenzia i rinforzi laterali e quelli del dorso, congiunti fra loro da un arco tondo. Canne, scatti e legni Le canne ricavate da acciaio al carbonio presentano una misura di 66 cm e sono predisposte per gli strozzatori intercambiabili forniti in numero di cinque insieme all’arma: non viene indicata la foratura interna. Raddrizzatura e finitura danno un segno di accuratezza: uniche tracce di fresatura appaiono all’interno delle camere di cartuccia mentre risultano accuratamente bisellati gli incavi di presa negli estrattori i cui gambi scorrono in apposite guide del monobloc. Efficace poi l’ombreggiatura rullata della bindella sopraelevata con ponticelli a inclinazione alternata, saldati alla sottobindella. Un grilletto lucidato e di ottima arcuatura sporge entro la guardia, anch’essa dise34 • Caccia Passione

gnata con un ovale che non ammacca il dito medio del tiratore: un poco elevati i grammi denunciati dal Lyman con valore medio del primo pari a 2035 g e 1743 g nel secondo. L’assenza di vizi come filature, incertezze e altre negatività consente, nonostante il peso di sgancio, un impiego regolare e piacevole. Corretta l’incassatura con leggero spessore a crescere: i legni mostrano una tinta molto oscurata che ne mortifica un poco l’aspetto rendendolo fin troppo serioso, anzi troppo Pro: ottime le linee regolari e rientranti nei canoni di estetica e praticità con impugnatura a pistola ben arcuata e a sezione crescente verso la coccia, comoda per mani di varie misure, nasello elevato e dorso arrotondato per una giusta postura del viso e dell’occhio, calciolo in gomma che attutisce ulteriormente la sensazione di rinculo già ben mitigata dal peso pari a 3.470 g. L’astina a sezione prismatica con bordi arrotondati cade bene in mano consentendo un preciso brandeggio: all’interno è montato il testacroce con qualche relazione anomala fra metallo e legno, ma il rapporto con il giro di cerniera della bascula indica una corretta messa in tiro dell’arma, che è poi quello che conta. L’aggancio alle canne vede il sistema Aoget con leva esterna dotata di comodo appoggio per il dito.

– La ramponatura laterale si ispira al mitico Boss inglese: si osserva a sx l’incavo dell’orecchione e sopra il leveraggio di comando degli eiettori automatici e il gambo di uno di questi incassato nello spessore del monobloc


Canna Liscia

Per una ventina di cm dall’innesto nel monobloc le due canne sono disgiunte e solo dopo tale tratto partono le due bindelline laterali. Ben eseguita la saldatura del dente di aggancio dell’astina

Per concludere Al campo di tiro a volo di Settimo Torinese abbiamo provato il fucile su bersagli cartacei dove le cartucce Eley e Remington hanno fornito rosate adeguate alle aspettative, così come nelle mani dell’amico Fabio, valido tiratore di pedana, il Pro ha squassato diversi piattelli anche di seconda canna a distanze considerevoli. Valide e confortanti quindi le risultanze balistiche mentre permangono alcuni dubbi sulla finitura lucidata dei ramponi e qualche dettaglio rilevabile dalle immagini a corredo di questo brano. Rimane lo scoglio del prezzo che paragonato a prodotti nazionali di Beretta, FAIR e Rizzini, tanto per citare tre epigoni del settore delle canne sovrapposte, lascia qualche sensato dubbio per la scelta.

Interno bascula con la spallatura laterale di contrasto al rampone, il semiperno avvitato con rinforzo anteriore ricavato dal pieno, la pista a camme per l’estrazione primaria, la slitta di armamento delle batterie. Dietro alla spallatura si nota un’imperfezione di lavorazione, probabilmente frutto di elettroerosione

Vista anteriore della bascula con i giri di cerniera anch’essi lucidi da apparire cromati o nichelati: ciò nonostante sono evidenti le striature a conferma di un corretto tiraggio del fucile

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SCHEDA TECNICA Costruttore: Yildiz Silah Sanai ve Tic. Mira: bindella ventilata da 7 mm Costruttore: Ltd. Sti. – 15100 Burdur – Turchia saldata alla canna con sottobindella, mirino LPA in plastica rossa Importatore: Paganini Torino – mail@ paganini.it – www.paganini.it Calciatura: calcio ergonomico in noce - impugnatura a pistola – calciolo in Modello: Pro gomma – astina arrotondata - sgancio Tipo: fucile a due canne ad anima con leva tipo Aoget - zigrino a laser liscia basculanti sovrapposte Finiture: brunitura per canne e nichelatura delle altre parti metalliche Calibro: 12/76 Bascula: in acciaio ricavata da Lunghezza totale: 1090 mm lavorazione all’utensile con macchine Peso: 3.470 g circa CNC – finitura nichelata Prezzo informativo: 3.271,00 € (iva Canne: in acciaio al carbonio compresa) Strozzatori: 5 Accessori: 5 strozzatori con chiave di smontaggio – valigetta in ABS con Batteria: montata sul sottoguardia foderine in velluto sintetico Eiettori: automatici selettivi con aste lunghe e molle inserite nel monobloc di culatta Funzionamento: monta delle batterie con basculaggio delle canne Grazie al sig. Ivan Scena del TAV “Città Scatto e sicura: scatto con monogrillo di Torino” di Settimo Torinese per la meccanico - tasto della sicura sulla disponibilità nel corso delle prove codetta di bascula con selettore di (+39 338 409 6692) sparo

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Canna Liscia

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DUE SABATTI SAPHIRE IN .308 WIN. PER IL CINGHIALE

Sabatti è un punto di riferimento per gli appassionati del tiro di poligono e per la caccia a palla a cui riserva soluzioni differenti per favorire gli esiti che si perseguono di Emanuele Tabasso

L

a disponibilità della Sabatti nel concedere in prova i suoi fucili è davvero esemplare e quella di Massimo Felicetta, l’agente di zona, nel favorire in ogni modo queste belle esperienze non è da meno. Nel pomeriggio di lunedì 27 maggio abbiamo compiuto un interessante circuito fra il poligono di Carrù e la AAFV La Benese di Benevagienna, località a pochissima distanza l’una dall’altra e situate nella provincia di Cuneo. La preventiva visita al poligono era dovuta per ricontrollare la taratura di due Sabatti Saphire in .308 Win. a cui s’era variata l’alimentazione… sì in buona sostanza abbiamo utilizzato cartucce diverse da quelle per cui erano state messe a punto precedentemente. Abbiamo approfittato della circostanza e, dopo le prove sul bancone, ci siamo dedicati a un riesame di questo recente modello messo in campo dalla Casa gardonese. Le caratteristiche salienti La peculiarità della Saphira rispetto alle Rover ben conosciute è la canna intercambiabile per gruppi di calibri e il castello, sempre in blocco unico lavorato 38 • Caccia Passione

Il castello e il fusto della Saphire nella variante più orientata al tiro, quindi con la manetta di armamento di particolare conformazione leggermente più ingombrante, ma assai più comoda per un uso reiterato in gara

Ritraendo parzialmente l’otturatore si apprezza il mantenimento della linea orizzontale, senza abbassamenti, segno di lavorazioni molto precise


Canna Liscia Canna Rigata

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di fresa, ottenuto però da un estruso di Ergal 55. Classica la formula adottata con anello anteriore sotto a cui sporge il prisma di scarico delle forze e ponte chiuso posteriore, uniti da profili laterali a sezione tondeggiante: sui due elementi apicali vengono ricavati gli spezzoni di slitta tipo Picatinny, pronti per il montaggio delle basi di un’ottica e garantiti nella loro coassialità con l’intero castello e la canna. La finestra di espulsione risulta contenuta come la feritoia per la sistemazione del caricatore: si sottrae meno materiale incrementando la rigidità. Nella parte posteriore si nota ancora lo scasso per alloggiare il manubrio e, nella curvatura dietro al ponte, l’inserimento di una pastiglia in acciaio dove il profilo del manubrio va a contrasto per assicurare l’estrazione primaria: si evita quindi il differenziale di durezza foriero di un’usura precoce del materiale più tenero. Nel fianco sinistro sporge la leva a bilanciere per lo svincolo dell’otturatore a fondo corsa: un sistema funzionale che non obbliga a toccare il grilletto per il fine da raggiungere. Sono presenti altre interessanti soluzioni per l’otturatore ottenuto da un cilindro in acciaio di ampio diametro su cui viene riportata la testina a tre alette ricavate entro la sezione principale: il montaggio flottante garantisce un corretto adattamento e quindi una perfetta aderenza delle superfici resistenti alle mortise ricavate entro la culatta della canna. Quest’ultimo particolare è un pezzo aggiuntivo: l’interruzione della soluzione di continuità non è più un problema visti i sistemi di controllo per l’unione del pezzo specifico con la canna: al contrario il metodo consente, grazie anche alla lavorazione tramite microfusione, di variare i trattamenti termochimici, secondo le specifiche volute con elevati gradi di durezza superficiale insieme a tenacità della massa interna con la massima resistenza unita alla 40 • Caccia Passione

Sul sostanzioso cilindro otturatore è innestata la testina a tre tenoni: si nota l’incasso ortogonale dell’unghia di estrazione nell’aletta in primo piano

A metà del fianco sinistro del castello si apprezza la modellatura spianata che dà eleganza e rigidità al complesso; all’apice posteriore spicca la levetta per lo svincolo otturatore a fondo corsa

La particolare impugnatura a mano passante consente una presa salda e insieme una posizione molto corretta del dito di scatto


Canna Rigata

Le diciture poste sulla canna evidenziano Casa produttrice, modello, calibro e rigatura MRR®, peculiare della Sabatti

capacità di assorbire le forze senza la formazione di cristallizzazioni e conseguenti fratture. Qui il materiale e i trattamenti sono uguali per i due pezzi che determinano la chiusura, quindi testina ed estensione di culatta con le mortise. Per terminare l’esame della testa citiamo il ribasso dove alloggia il fondello cartuccia e sporge il nottolino elastico dell’espulsore, a fianco del foro di egresso del percussore. L’unghia dell’e-

Il calcio del modello con prevalente indirizzo al tiro presenta anch’esso l’impugnatura a mano passante; inoltre si nota l’appoggia guancia regolabile e l’incavo nel profilo inferiore, utile per l’appoggio sul cuscinetto detto a orecchie di coniglio

Il modello con maggior vocazione venatoria presenta un freno di bocca a fori radiali con un diametro analogo a quello della canna cui è avvitato: arretrato rispetto a tale punto di giunzione si osserva il mirino a lama inserito nello zoccolo a rampa

Nella guardia di appropriata rotondità è situato il grilletto di forma e spessore consoni per un buon controllo dello sgancio; nel rebbio anteriore sporge il tastino a bilanciere per lo svincolo del caricatore

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strattore si presenta robusta e dotata di una base a prisma incassata ortogonalmente nell’aletta in alto a sx per chi osserva: una sferetta spinta da un molla crea il giusto contrasto impedendo scavallamenti del bossolo. Alla già citata sostituzione della canna va di pari passo quella della testina: tre i gruppi di cartucce dove vediamo la serie del .243 Win., quella del .30-06 Sprg. e da ultimo il 7 Rem. Mag. e il .300 Win. Mag. L’innesto con una coulisse ortogonale assicura che il carico sia contrastato di punta quindi con la sicurezza massima garantita dalle sezioni in gioco. L’inserimento del manubrio è affidato a un incastro: uno dei due fucili in esame presenta un braccetto piuttosto esteso, piegato in basso e con punto di presa riportato in sintetico cilindro conico, l’altro un profilo a spatola con apice arrotondato. Il primo forse più indicato per il tiro, l’altro per la caccia con minor sporgenza laterale e un occhio allo stile Mannlicher: entrambi molto comodi e funzionali. Il tappo apicale sagomato completa l’otturatore: il codolo sporgente funge da avviso di meccanica armata.

Dal tappo dell’otturatore sporge il codolo del percussore, di foggia particolare, quale avviso di meccanica armata; si nota poi l’innesto del manubrio e il punto di ingaggio con la protuberanza interna al castello per attuare l’estrazione primaria

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Nel modello più indirizzato al tiro (ma che alla caccia da posta viene magnificamente bene) sono assenti le mire metalliche come si evidenzia osservando il freno di bocca, sempre del tipo a fori radiali, con sezione leggermente a crescere dal punto di avvitamento con la canna

Le contenute differenze di linea fra gli apici delle aste sottocanna sono evidenti: in quella da tiro poi viene riportato uno spezzone di slitta tipo Picatinny utile al montaggio del bipiede o di altri accessori


Canna Rigata

Il fondello del caricatore dal profilo stondato sporge appena dalla linea del fusto

La piastra di fondo dove viene ricavato il passaggio per il caricatore è unita a incastro con il profilo della guardia: si nota una delle due brugole di fissaggio fra calciatura e meccanica, la seconda è posta dietro al paragrilletto

Il caricatore da 4 colpi in sana e robusta lamiera imbutita presenta i labbri di tenuta a prova di urti e le pliche per trattenere le cartucce sotto sparo evitando deformazioni delle ogive o, peggio, affondamenti della palla nel bossolo

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Con il manubrio aperto si evidenzia lo scasso nel fianco del castello, sede del braccetto e magari terza chiusura di rispetto. Poco arretrata la leva a due posizioni della sicura: comoda e silenziosa consente l’apertura per estrarre la cartuccia non sparata

Canna e calciatura Le canne dei due fucili sono lunghe 61 cm e montano un freno di bocca a fori radiali con minime differenze nel profilo: sono per contro identiche nella rigatura del tipo Sabatti - MRR® multiradiale con eliminazione degli spigoli fra pieni e vuoti sostituiti da una curvatura continua a due raggi: il passo è di 1:11”. Rispetto a una rigatura tradizionale la soluzione garantisce, a parità di fattori, maggior velocità alla palla con minor deformazione, incremento della precisione, riduzione di depositi parassitari, facilità di pulizia. Altro particolare la lavorazione separata della camera di cartuccia da cui si ottiene una maggiore perfezione e poi una centratura ottimale grazie ai macchinari oggi a disposizione. Un esemplare non monta mire metalliche, presenti nell’altro con una tacca a U e mirino a lama, regolabile, con visuale nero opaca, montato 44 • Caccia Passione

su zoccolo a rampa. Analoghe le calciature quanto al materiale sintetico impiegato e all’impugnatura a pistola con ampia feritoia per la mano passante: è una soluzione molto vantaggiosa per il tiro mirato, ma con un poco di allenamento, diviene funzionale e di rapida presa anche nel tiro a braccio sciolto su bersagli in movimento. L’esemplare più rivolto al tiro presenta inoltre un appoggia guancia regolabile e una slitta tipo Picatinny sotto all’asta. Conclusioni Peccato che il cinghiale non si sia mostrato, ma le prove condotte in poligono per le tarature sono state ancora una volta di piena soddisfazione: questa Saphire sta occupando a pieno titolo un posto di rilievo nel panorama delle armi lunghe rigate disponibili sul nostro mercato.


Canna Rigata

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REMINGTON EXPRESS® XLR CALIBRO 12/70 Dalla Paganini di Torino abbiamo avuto queste cartucce della Remington studiate appositamente per il tiro a lunga distanza su selvaggina anche coriacea e così ne abbiamo saggiato la rispondenza a caccia di Costantino Ramolfi

La confezione delle Remington Express XLR si fa notare e apprezzare per i suoi accattivanti colori e la vivida immagine del fagiano in volo

La confezione delle cartucce Remington Express® XLR si presenta accattivante con una gradevole miscellanea di colori venatori, dal verde caratteristi46 • Caccia Passione

co della Casa al giallo e all’ocra entro cui campeggia un fagiano mongolia in pieno volo con le sue tinte peculiari quanto mai attraenti. L’immagine stu-


Munizioni penda del selvatico distoglie momentaneamente l’attenzione dalle molte diciture riportate sul robusto cartoncino della scatola contenente 25 cartucce: concentriamoci dunque sulla proposta del fabbricante e sulle sue spiegazioni. La dicitura Express® è registrata e connota una serie di cariche per canna liscia ben note a tutti i cacciatori che amano le prestazioni elevate e i rendimenti balistici di vertice per cui la Casa statunitense è famosa. Qui si è badato con specifica attenzione alla resa sulle massime distanze, ponendo tuttavia attenzione a non creare quelle gragnuole di pallini che smembrano la preda nel tiro a breve: di certo un po’ di cura nella scelta occorre metterla, specie se si possono effettuare tiri sotto ferma del cane e non si ha la certezza di poter attendere quel poco che consenta all’animale di allontanarsi a più giusta metratura dalla volata del nostro fucile. In buona sostanza se si spara con un due canne magari è bene inserire nella prima una Remington di minor possanza, riservando queste XLR per la seconda. Da parte nostra abbiamo impiegato a caccia un superbo Cosmi con canna da 67 cm e strozzatura di 7/10 che garantisce rosate strepitose a distanze per noi inconsuete: queste cariche erano sempre in seconda e terza battuta per garantire esiti fulminanti anche su selvatici di non grande massa, ma di notevole vivacità come le starne. La giornata è stata fortunata con la cattura di alcuni fagiani e di quattro starne di cui una di seconda canna ha stupito noi per primi, poi il buon Costantino, formidabile colpitore che ci ha messo a disposizione la sua preziosa compagnia e la sua kurzhaar, da ultimo il nostro ospite Daniele, il titolare della AFV La Benese (338 191 0186) di Bene Vagienna (CN) appunto, che nella sua veste di tiri ne vede parecchi. Torniamo alla nostra confezione per

Sul coperchio della scatola in cartone sono evidenziati in grafia molto ben leggibile i dati salienti della cartuccia: in particolare la notevole V/0 di 1330 fps (405 m/sec circa)

Sul retro appaiono alcune diciture fra cui la manifattura negli Stati Uniti d’America, la possibilità di ricaricare i bossoli sparati, la disponibilità di calibri e numerazione di pallini. Importante la sezione della cartuccia con le spiegazioni riservate ad ogni componente

Su uno dei fianchi del contenitore sono riportate le segnalazioni per quanto sottoposto a brevetto e non manca la sagoma della nazione e la R di Remington fuse nei colori della bandiera: bello avere una Patria di cui andare orgogliosi

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Sempre molto accurata la fattura di queste cartucce: il verde particolare si distingue dall’erba e non pone soverchi problemi nel recupero dei bossoli espulsi da un semiautomatico

esplicitare che la sigla XLR sta a significare Extra Long Range dicitura che non abbisogna di traduzioni: oramai il tiro a qualche metro oltre la norma sta diventando una necessità visto che i selvatici adottano anche loro i telemetri di cui Madre Natura li ha forniti e mantengono sovente una distanza di maggior sicurezza. Sul coperchio della confezione sono riportati in nero su fondo giallo e con caratteri grandi e ben visibili, i valori principali con il calibro 12, la lunghezza del bossolo pari a 2 e ¾” quindi 70 mm, la V/0 di ben 1330 fps (circa 405 m/sec), la carica di 1 e ¼ di oncia (35 g circa) e da ultimo la numerazione dei pallini, qui del 5 e dunque validi per tante necessità venatorie. Sui fianchi della scatola sono riportate in inglese 48 • Caccia Passione

e in francese le prescrizioni di sicurezza e l’avviso di considerare le diciture Remington Express, Power Piston e il colore verde come Marchi Depositati della società. Sul retro la vista di una cartuccia sezionata ne esplica senza lasciar dubbi le prerogative. Viene premesso che la fabbricazione è American Made e inoltre il bossolo in plastica è ricaricabile, cosa che farà piacere a molti. Si passa poi all’interno con la specifica di un innesco di alta qualità per garantire un’affidabile ignizione del propellente indicato a sua volta come custom blended, quindi una polvere esclusiva che assicura un’elevata velocità insieme a un rinculo contenuto. La borra Power Piston, coperta da brevetto, è uno dei punti forti nella balistica di tali cartucce: risulta formata da una base


Munizioni

spessa foggiata a U rovesciata da cui si eleva la parte mediana, in pratica un cilindro attraversato radialmente da tre fori ovalizzati affiancati, e che prosegue nella forma a bicchierino in funzione di contenitore dei pallini. La parte inferiore della borra si dilata sotto la pressione dei gas impedendo loro di sopravanzarla, la sezione mediana assorbe nella sua elasticità il colpo d’ariete e restituisce ammorbidita l’energia alla parte superiore dove stanno i pallini a cui sono evitati traumi e schiacciamenti deformanti. I piccoli proiettili conservano dunque la loro perfetta forma sferica garantendo una rosata compatta e uniforme, utile alle massime distanze e con alto potere lesivo. Così come abbiamo in effetti verificato. Da ultima ancora una segnalazione: questa serie di cartucce è disponibile con pallini dal n. 2 al n. 7½ e nei calibri dal 12/70 al .410 Mag. La pubblicità aziendale è l’anima del commercio, ma è la validità del prodotto che consente, tramite i clienti soddisfatti, quella pubblicità dilagante e di validità XLR.

I robusti fondelli di alcune cartucce con gli inneschi rinforzati e i tubi dei bossoli su cui sono riportate le caratteristiche fondanti delle cariche

Anche le pliche di chiusura termosaldate sono eseguite correttamente e non si prestano a critiche

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Ottiche

LEICA NOCTIVID. UN BINOCOLO DALLE PRESTAZIONI SUPERLATIVE

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LEICA NOCTIVID. UN BINOCOLO DALLE PRESTAZIONI SUPERLATIVE Testo e foto di Vincenzo Frascino

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Ottiche

D

a ben tre anni l’azienda dal bollino rosso ha arricchito la propria vasta gamma di prodotti lanciando sul mercato il suo grande capolavoro ottico: il binocolo Noctivid. Per l’azienda tedesca il 2016 ha rappresentato l’anno della civetta. Infatti, proprio alla civetta, Athene Noctua, è ispirato il nome del Noctivid, il binocolo top di gamma che è andato a sostituire il predecessore Ultravid HD plus. Dal design classico e dal peso di 860 grammi, il Noctivid si presenta estremamente compatto e perfettamente ergonomico e bilanciato. La gommatura esterna da un notevole senso di stabilità e assicura un ottimo grip in tutte le condizioni. Il sistema di messa a fuoco risulta solido e allo stesso tempo perfettamente fluido. L’acqua e lo sporco non costituiscono un problema grazie al Aquadura ™. Ma i veri punti di forza del Noctivid sono rappresentati dalla perfezione dell’immagine fino ai bordi estremi del campo visivo, dalla fedeltà dei colori, dall’eliminazione totale dell’aberrazione cromatica e dei riflessi interni e, non per ultimo dalla luminosità assoluta e il nitido contrasto. Caccia Passione • 53


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Ottiche

SCHEDA TECNICA Produttore: Leica Sport Optics Modello: Noctivid 10x42 nero Ingrandimento: 10x Diametro lente frontale: 42 mm Pupilla di uscita: 4,2 mm Valore crepuscolare: 20,5 Trasmissione luminosa: 91 % Campo visivo a 1000 m: 112 m Angolo visivo obiettivo: 6,4° Distanza della pupilla: 19 mm Minima distanza di messa a fuoco: ca. 1,9 m

Messa a fuoco: interna mediante ghiera centrale Rivestimento ottico: trattamento multistrato HDC®, trattamento AquaDura® Sistema prismatico: Sistema a tetto con rivestimento per correzione di fase P40 e sistema HighLux-System HLS™ Impermeabilità: Impermeabilità fino a 5 m di profondità dell’acqua Corpo: Magnesio con riempimento in azoto Dimensioni (L x H x P): 124 x 150 x 59 mm

Correzione diottrica: ±4 diottrie

Peso: ca. 860 g

Oculare per portatori di occhiali: si

Prezzo: Euro 2.745

Conchiglia oculare girevole: si, smontabile con due posizioni di arresto

Distributore: https://www.forestitalia.com

Distanza oculare regolabile: 56 – 74 mm

Sito produttore: https://it.leica-camera.com/Sport-Optics

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Ricette

UN GRANDE CLASSICO DELLA CUCINA VENATORIA: FAGIANO ALLA CACCIATORA

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Un grande classico della cucina venatoria: il fagiano alla cacciatora Il fagiano alla cacciatora è una ricetta della tradizione che riesce ad esaltare il sapore gustoso della carne Di Francesca Baranello

U

n grande classico: chi non ha mai provato il fagiano alla cacciatora? La ricetta a base di selvaggina è una delle più apprezzate per quel che riguarda la cucina venatoria, ma non bisogna farsi ingannare dall’apparente semplicità e utilizzare gli ingredienti e le dosi giuste. Il fagiano è una carne molto magra, che dà un apporto calorico inferiore a quello del pollo, quindi perfetta nelle diete ipocaloriche. Ecco quali 58 • Caccia Passione

sono i passaggi da seguire e come far apprezzare il piatto anche ai palati più esigenti. Apporto nutrizionale del fagiano La carne di fagiano è un alimento ricco ed estremamente sano, adatto per le persone che vogliono seguire un regime alimentare sano e non vogliono introdurre nella loro alimentazione le classiche carni come il pollo e il tacchino. La carne del selvatico è ricca di vitamine


Ricette del gruppo B, in particolare modo quelle B2 e B3. Accanto all’apporto vitaminico, il fagiano è perfetto per persone che hanno l’emoglobina bassa perché è ricca di ferro. Anche se la carne ha caratteristiche positive per la nostra alimentazione, ci sono delle piccole accortezze da prendere. Il fagiano è una carne molto proteica, questo vuol dire che al suo interno la percentuale di purinoforo, ovvero le purine, è molto alta. La sostanze in linea generale non crea problemi alla salute delle persone sane, diverso è il discorso per chi soffre di determinate patologie. La carne deve essere eliminata nella dieta di persone a cui è stata diagnosticata la gotta o di iperuricemia. Le caratteristiche della carne di fagiano La carne del selvatico è molto magra, ma la sua consistenza dipende da diversi fattori, primo fra tutti la differenza tra maschio e femmina. Quella degli esemplari maschili ha un gusto deciso e la carne risulta più stopposa. La fagianella invece ha un sapore decisamente più delicato e in cottura conserva tutta la sua tenerezza. Sulla consistenza e sapore del fagiano un peso rilevante lo ha anche l’età. Ovviamente un esemplare giovane ha carni molto tenere e che si prestano meglio a diverse cotture. Come trattare la carne di fagiano Come abbiamo visto in precedenza, la carne di fagiano più indicata è quella degli esemplari giovani e delle fagianelle. Le loro caratteristiche permettono di avere risultati migliori, questo non vuol dire che quella dei maschi deve essere esclusa dalla cucina. Basta seguire le linee guida per il trattamento del selvatico, scegliere la cottura che si presta meglio al quel tipo di carne e avremo lo stesso risultati eccellenti. I passaggi fondamentali prima di rendere la carne

protagonista delle nostre ricette sono necessariamente due: la frollatura e la marinatura. Entrambi sono fondamentali per regalare tenerezza e gusto ad ogni esemplare. Se il selvatico proviene da un macellaio di fiducia, solitamente si occupa lui di questa procedura. Se, invece, il fagiano proviene da una nostra battuta di caccia particolarmente fortunata, dobbiamo provvedere in prima persona. La prima cosa da fare è spennare ed eviscerare il volatile a cui deve fare seguito una pulizia accurata in acqua e sale per eliminare ogni residuo di sangue. Quando l’animale sarà ben pulito, bisogna procedere con la frollatura. Se avete sufficiente spazio in casa, potete appendere il fagiano per il collo per circa 3 giorni. In questa fase è importante scegliere una stanza fredda e arieggiata. Nel caso in cui non avete una camera con queste caratteristiche, potete metterlo in frigo. In questo modo la presenza dell’umidità all’interno dei muscoli si ridurrà perdendo pare del peso. Come aspetto positivo avremo una carne decisamente più tenera pronta ad essere gustata. Trascorso il tempo di frollatura bisogna procedere con il secondo passaggio, ovvero la marinatura. L’elemento fondamentale è il vino, rosso o bianco, ma spetta a voi la scelta delle spezie in base ai vostri gusti. Dopo aver cosparso il fagiano con olio extra vergine d’oliva, dovete metterlo in una ciotola coprirlo con il vino e aggiungere gli aromi. I più usati sono i chiodi di garofano, foglie di alloro, bacche di alloro e di ginepro, timo, salvia e rosmarino. Alle spezie immancabilmente vanno aggiunte verdure come pezzi di sedano, cipolla, scalogno, porro, carote. In alcuni casi si può aggiungere anche l’aglio e l’aceto, per avere un risultato meno acido potete sostituire l’ultimo ingrediente con l’aceto balsamico. Per completare il tutto il sale e il pepe non possono mancare, l’importante e fare una Caccia Passione • 59


marinatura che rispecchi in pieno i vostri gusti. Realizzato anche questo passaggio non resta che vedere gli ingredienti e la preparazione per realizzare il nostro fagiano alla cacciatora. Ingredienti per la marinatura 1 fagiano 1 bicchiere di vino rosso 1 limone Sale q.b. Olio extra vergine di oliva Pepe nero in grani q.b. Salvia Timo Rosmarino Alloro Bacche di ginepro Ingredienti per la preparazione 500 g di pomodori 1 bicchiere di vino bianco Scorza di limone Una manciata di olive nere Brodo Olio extra vergine d’oliva Sale Preparazione Come descritto precedentemente la marinatura rappresenta uno dei passaggi fondamentali quando decidiamo di cucinare il fagiano, anche per la versione alla cacciatora non poteva mancare. Una volta lavato e fatto a pezzi mettete la carne di fagiano all’interno di una ciotola, cospargetela e con l’olio il sale, il pepe, l’aglio e le spezie, infine aggiungete il vino fino a coprire totalmente il volatile, aggiungete il limone a 60 • Caccia Passione

spicchi e coprite la ciotola con un coperchio o con una pellicola trasparente. Fate riposare la carne in frigo per circa 12 ore, trascorso il tempo scolate la carne dalla marinatura ma conservate le erbe aromatiche. Mettete a scaldare una padella con l’olio d’oliva, una volta caldo mettete il fagiano con le spezie. Girate di tanto in tanto per far si che si che la carne si rosoli su tutti i lati. A questo punto sfumate con il vino. Aggiungete i pomodori precedentemente affettati il brodo o il liquido della marinatura per evitare che la carne si asciughi e salate a piacere. Coprite la pentola con un coperchio e lasciate cuocere a fuoco basso per 40 minuti aggiungendo il brodo man mano che si asciuga. Alla fine unite le olive nere, quando il sughetto si sarà insaporito è arrivato il momento di impiantare il fagiano alla cacciatora.


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