Caccia Passione speciale 2019

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ANNO VIII - Speciale 2019

LA RIVISTA

Eventi:

Alla Tenuta Bonicelli di Ceresole d’Alba l’armeria Bonardo di Bra (CN) presenta i prodotti Swarovski

Canna liscia: Breda Icaro: semiauto calibro 20/76

Veterinaria:

Aujeszky, il virus che si trasmette dal cinghiale al cane


Anno VIII Nr. 00 - Speciale 2019 www.cacciapassione.com

Direttore responsabile Pierfilippo Meloni Direttore marketing Pierfilippo Meloni Collaborazioni Saverio Patrizi, Pina Apicella, Vincenzo Frascino, Costantino Ramolfi, Emanuele Tabasso, Riccardo Camusso, Marco Valsecchi, Francesca Baranello, Simone Ricci, Valerio Troili Grafica e impaginazione Tezy Boursier Niutta Pubblicità Ilaria Troili cel. 335 6408561 commerciale@cacciapassione.com Redazione Via Camillo Golgi, 1 20090 Opera (MI) redazione@cacciapassione.com - 02 80896646 Service Provider Made Network srl Via Macanno, 59 Rimini (RN) Editore Caccia Passione srl Via Camillo Golgi, 1 20090 Opera (MI) Registrazione in Tribunale n. 17 del 21/01/2012

sommario

Pg 6

CACCIA PASSIONE È UN MARCHIO REGISTRATO. TUTTI I DIRITTI RISERVATI. VIETATA LA RIPRODUZIONE

Migratorie: Febbre da capanno Vincenzo Frascino

Pg 10 Ungulati: Nient'altro che quello

Vincenzo Frascino

Pg 18 Eventi: Alla Tenuta Bonicelli di Ceresole d’Alba l’armeria Bonardo di Bra (CN) presenta i prodotti Swarovski Costantino Ramolfi Pg 24 Canna liscia: Breda Icaro: semiauto calibro 20/76

Emanuele Tabasso

Pg 34 Canna liscia: Beretta SL3: il lusso per i tempi prossimi Emanuele Tabasso

Pg 42 Canna rigata: Benelli Argo E camo APG calibro .30-06 Sprg.

Emanuele Tabasso


Sommario

Pg 50

Munizioni: La cartuccia Browning in .300 in. Mag. con palla BXR da 155 grs

Costantino Ramolfi

Pg 56 Calibri: Calibri e cartucce per il cinghiale

Emanuele Tabasso

Pg 72 Digiscoping: SmartScoping by SwarovskiOptik

Riccardo Camusso

Pg 78 Racconti: Il cacciatore di lupi

Marco Valsecchi

Pg 82 Veterinaria: Aujeszky, il virus che si trasmette dal cinghiale al cane

Francesca Baranello


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4 • Caccia Passione


Editoriale

IL RISPETTO DELLA CACCIA PRIMA DI TUTTO.. C’è un grande paradosso: la caccia ricomincia ad attrarre i giovani come non mai, soprattutto quella di selezione in riserva con armi a canna rigata: Per contro, i meno giovani abbandonano la loro passione per far posto ad altri hobby meno esosi. La caccia oramai ha costi quasi proibitivi per chi desidera praticarla, inoltre è gestita in maniera quasi fallimentare in Italia, poichè ATC e associazioni di categoria non solo non vengono ascoltati, ma vengono ostacolati e squalificati dalla nostra classe politica. E a questo paradosso se ne lega un altro, che è un po’ la faccia della stessa medaglia: il Paese è interessato da crisi aziendali pesantissime, ma nessuno se ne occupa se non per le consuete strumentalizzazioni a scopo elettorale. Le vicende dell’ex Ilva e di Alitalia non sono che la punta di un iceberg; il premier Giuseppe Conte sa che su queste partite si gioca gran parte del futuro suo personale e dell’esecutivo che presiede. In un periodo così complesso, la caccia se fosse ben gestita porterebbe certamente nuovi introiti. Vogliamo ricordare che il comparto caccia, tra addetti ai lavori e cacciatori, porta nelle casse dello stato italiano, 1,5 punti del PIL. Purtroppo però in Italia la strada da percorrere è ancora lunga per poter far si che la caccia possa diventare volano delle economie rurali e montane, nonché attirare turismo venatorio, così come accede in tutte le altre parti del mondo. Anche senza andare lontano, Austria, Svizzera, Germania, Romania e tante altre nazioni europee hanno ben saputo valorizzare la caccia, facendo si che fosse rispettata e soprattutto capita. Siamo certi che per le tematiche venatorie, alla fine in Italia dovrà prevalere la ragionevolezza, perché altrimenti a perdere sarebbe il sistema Paese nel suo complesso, che ora più che mai sembra non avere affatto i sufficienti anticorpi per sopravvivere al fallimento della cattiva gestione. Per contro invece, tantissimi giovani iniziano ad avvicinarsi alla caccia in riserva, nelle AAFV di chi ha ben saputo valorizzare il territorio e creato dalla loro impresa volano per le economie locali. Ora si attende che le associazioni venatorie possano finalmente procedere coese, nel condurre scelte coraggiose e in grado di invertire la rotta, per far apprezzare la caccia anche in Italia. Pierfilippo Meloni


FEBBRE DA CAPANNO Intervista doppia ad Andrea Pecorini e a Remo Maestrini, due grandi migratoristi, appassionati di caccia ai tordi con i richiami vivi Testo e foto di Vincenzo Frascino

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Il capanno, sia che sia costruito con semplici frasche che addirittura in muratura, mantiene sempre la sua funzione di base che è quella di essere un nascondiglio con feritoie che consente di sparare agli uccelli senza essere visti

a caccia da appostamento fisso con i richiami vivi è vera e propria una forma d’arte. È necessario conoscere bene le abitudini dei selvatici, le loro preferenze alimentari, l’influenza del meteo sui loro comportamenti e in più si deve avere qualche cognizione di botanica, per selezionare le specie vegetali da piantare, per potarle secondo uno schema che non risulti artificioso ma nello stesso tempo permetta il posizionamento dei richiami e il facile recupero dei capi abbattuti. Una splendida e generosa mattina di ottobre trascorsa al capanno con Andrea e Remo diventa l’occasione giusta per fare due chiacchiere in merito alla loro passione. VF: siamo in provincia di Grosseto, nel paradiso tra Follonica e Castiglione della Pescaia, zona nota per la caccia alla migratoria. Per quanto riguarda la caccia ai tordi con l’uso dei richiami vivi esiste una forte tradizione? 6 • Caccia Passione

AP: in questo territorio la tradizione dei capanni è una tradizione un po' esportata. I maremmani fino a pochi anni fa praticavano per lo più la caccia al volo. Ci siamo tuttavia un po' evoluti, prendendo spunto dai cacciatori provenienti da altre parti della Toscana, da Firenze, Pistoia, Lucca, Montecatini. In maremma non siamo in molti a praticarla ma ci stiamo attrezzando bene. VF: più che bene, direi, visto il risultato della giornata! Quante gabbie avete? AP: col mio amico e socio di caccia Remo abbiamo in tutto circa 90 gabbie. I richiami sono tanti, e in più abbiamo intrapreso la strada dell'allevamento. Ciò comporta problemi di spazio oltre che di tempo. Per questo motivo ci siamo divisi i compiti: io mi occupo di bottacci e merli mentre remo si occupa di sasselli e cesene. Nel mese di ottobre andiamo nell’appostamento a mare mentre poi novembre ci spostiamo negli appostamenti dell’entroterra.


Migratorie

Il fascino dell'alba vista attraverso la feritoia

VF: e tu remo da quanti anni hai intrapreso questa forma di caccia? RM: ho iniziato 6 anni fa, quando mi ha “punturato” (contagiato ndr) Andrea. Conosco molto bene suo babbo sparando al piattello nello stesso tiro al volo. Lì ho conosciuto Andrea. Era venuto a provare un fucile. Mi ha invitato più volte all’appostamento. Mi è bastato andare una sola volta: da quella mattina mi è presa la malattia dei richiami. Come diceva andrea ci siamo divisi i compiti. Tra noi due abbiamo circa 90 gabbie, e gestirle da soli era troppo difficile, siamo entrambi molto impegnati per il lavoro e poi la gestione del capanno ci impegna tutto l'anno: secchi nuovi, curare le siepi... È un lavoro continuo. Abbiamo due capanni sui poggi (uno a 1000m slm e uno a 600m) e uno qui sul mare che è quello che si cura di più durante l'anno, anche perché sasselli e cesene sono sempre meno. La scorsa stagione è stata una buona annata e speriamo la prossima sia altrettanto.

Il tiro al tordo da capanno non supera solitamente i 25 metri, motivo per cui ci troviamo nel regno dei piccoli calibri

Remo Maestrini e Andrea Pecorini, due grandi migratoristi, appassionati di caccia con i richiami vivi

Andrea Pecorini alla fine della generosa mattina di Ottobre

Il tunnel orizzontale da poco utilizzato dai protagonisti

In questa forma di caccia il tiro di per sé non è difficile e la soddisfazione principale deriva dalle capacità canori della batteria

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utilizziamo. Questa è una pratica di cui ci arroghiamo la paternità in zona. La campana verticale qua in maremma non era mai stata utilizzata. Ne abbiamo due, di 3 metri, con 2 bottacci dentro e poi da quest'anno abbiamo fatto un tunnel verticale in aria. Per ora hanno dato ottimi risultati.

La campana verticale

VF: andrea, che calibri utilizzate? AP: io utilizzo il calibro 28 e il calibro 8 mentre remo ormai utilizza quasi esclusivamente il 410. Ovviamente ricarico e mi faccio tutte le cartucce. Ormai sono testate da anni. Ho una carica eccezionale per il 28: è stata apprezzata anche da molti altri cacciatori ai quali l’ho consigliata sul forum.

VF: in questa zona della maremma grossetana qual è il periodo migliore? RM: qui al mare noi iniziamo verso il 25 settembre e smettiamo quando facciamo il primo sassello. Il sassello è l'ultimo turdide di passo, sicché quando entra il sassello qui sul mare vuol dire che su in collina e in montagna iniziano già ad esserci e allora ci spostiamo ai due capanni più in alto. Per cui, considerando le 4 specie arriviamo a cacciare circa 4 mesi. Il clou del canto dei richiami è 30-40 giorni Il fatidico momento dello sparo stretti stretti. Certo, il richiamo fenomeno che ti canta 60 giorni lo puoi sempre trovare ma VF: parlavi di forum, siete molto attivi sui social? è alquanto raro AP: veramente io non molto, remo è più soVF: remo parlava di tanto impegno. Andrea, cial di me. Io sono stato fra i primi a partetu cosa ne pensi: ci sono periodi morti o si la- cipare al forum quando uscì sul portale migratoria.It, parliamo del 2002-2003 quando i vora indifferentemente tutto l'anno? AR: io caccio al capanno dal 2001. 16 Dei 29 social non erano tanto in voga. E su migratoanni di attività venatoria li ho dedicati a que- ria.It ho fatto tante conoscenze e, diciamolo, sta forma di caccia. Posso affermare che il sviluppato nuove competenze! Erano gli anni capanno ti porta via tutto l'anno. I mesi più in cui si è introdotto il fotoperiodo e noi nel foimpegnativi per la cura dell’appostamento rum abbiamo provato varie tabelle perfeziosono gennaio e febbraio per quanto riguar- nando la tecnica. Sono stato per un periodo da il taglio di secchi e pertiche e poi luglio anche moderatore del forum e questo mi ha e agosto per tagliare il prato, riverniciare e permesso di conoscere tanti appassionati e imparare molto. rivestire il capanno. VF: ho visto che oltre le gabbie utilizzate tre VF: il metodo del fotoperiodo è molto affascinante. Quanto è difficile per uno che si approcvoliere. AP: non è da tanto. Saranno 3-4 anni che li cia per la prima volta a questo tipo di caccia? 8 • Caccia Passione


Migratorie

Tutte le cartucce vengono caricate e testate prima di essere routinariamente utilizzate

AP: beh, agli esordi era tutto abbastanza complicato perché era tutto manuale. Oggi ci sono delle apparecchiature automatiche in cui accendi il neon e fanno tutto da sé. Addirittura, sono differenziate in base alle specie. È molto semplice, molto più efficace di una chiusa. E, cosa non trascurabile, sono sistemi molto meno cruenti e più rispettosi degli animali. Alba, luce diurna, tramonto e fasi lunari per tutti i giorni dell’anno, variando giornalmente la quantità di ore di luce, per avere animali sani e che cantano bene tutto l’anno dando il meglio di loro durante la stagione venatoria, con un canto più forte e duraturo. Con questo metodo l’animale non avverte alcun tipo di scompenso ed effettua un ricambio del piumaggio senza bisogno di aiuto da parte dell’uomo. VF: remo, cacceresti nuovamente al volo? Qual è l'emozione più grande in questo tipo di caccia? RM: il tiro in sé stesso non è difficile. L'emozione più grande è il gioco degli uccelli in curata. Vederli a 200 metri cominciare a sterzare non ha prezzo. Dopo lo sparo il mio sogno sarebbe che cascassero ma poi si rialzassero, ripartissero e rifacessero lo stesso giro. Un altro aspetto che mi emoziona è l’imprevisto: un giorno un richiamo ti canta, un altro non ti canta, non sai se i richiami dell'anno prima faranno lo stesso...È avvincente da questo punto di vista.

Che tutte le forme di caccia fossero affascinanti è un dato di fatto, e non basterebbe una vita per praticarle e appassionarsi a tutte. Il territorio, la tradizione, gli incontri che si fanno o la semplice inclinazione… sono infinite le variabili per cui si finisce per scegliere e praticare una specialità venatoria piuttosto che un'altra. L'importante, perché sia veramente appassionante ed etica, è impegnarsi nell’ approfondire la cultura e la competenza che sta dietro ogni tipo di caccia. E questi due amici, remo e andrea, sono l'esempio da seguire per approcciare alla caccia vera con passione e dedizione che ripagano sempre, non solo in termini di carniere.

Remo Maestrini durante la disposizione delle gabbie

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10 •Caccia CacciaPassione Passione


Ungulati

NIENT'ALTRO CHE QUELLO

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NIENT'ALTRO CHE QUELLO Caccia al capriolo. Un palco particolare, una macchia inconfondibile, un tratto caratteriale inimitabile: alcuni animali assumono per il cacciatore una valenza particolare, che fa di "quel" capriolo e nessun altro l'oggetto del desiderio nella ricerca del capo assegnato. Testo e foto di Vincenzo Frascino

Diverse uscite e di Monostanga non v'era traccia

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I

Il calendario venatorio nella caccia ai cervidi prevede il prelievo di classi di sesso ed età per determinati periodi. Talvolta a ciascun cacciatore è assegnata una classe specifica, e questo viene vissuto da qualcuno come una restrizione che va limitare fortemente il successo nel completamento del piano di prelievo. Pur con l’assegnazione di un maschio adulto di capriolo, nella zona dove caccio, la speranza di prelevare un bel maschio portatore di un trofeo imponente è abbastanza peregrina. E comunque non è "un" maschio adulto che cerco, 14 • Caccia Passione

ma "quello": l' inconfondibile, l'inafferrabile, da me battezzato "Monostanga". L'avevo incontrato nel periodo della caccia ai calvi, a inizio marzo. Il palco già pulito, apparentemente formato da un'unica stanga (la sinistra) munita di un oculare quasi parallelo al vertice e da un vigoroso stocco. O almeno questa è l'idea che mi ero fatto osservandolo col binocolo nel freddo crepuscolo di inizio primavera. Avevo anche tentato di fotografarlo attraverso gli ingrandimenti dell'ottica. La sua peculiarità mi aveva colpito e, ogni volta che mi


Ungulati

Si rende onore a Monostanga

recavo in quella zona di caccia, coltivavo segretamente il desiderio di rivederlo. Provocatore e saccente, da buon maschio dominante, si era riaffacciato durante i censimenti, senza darmi il tempo di osservarlo con calma poichè già indaffarato in precoci giostre dietro a qualche femmina. Nelle sessioni fotografiche primaverili, attrezzato di lungo e reflex, non si era mai degnato di comparire, eccetto una volta in cui, appena sbucato in pastura, da buon "folletto" era stato magicamente risucchiato dal bosco lasciandomi a bocca asciutta.

Ora che si è aperta la caccia al maschio il mio unico intento è prendere lui, e nessun altro. Nelle prime uscite estive il mio Monostanga non si era più fatto vivo. Diverse femmine, un paio di maschi giovani e un maschio adulto "regolare" avevano popolato i prati, ma di lui neanche l'ombra. Quella mattina avevo fatto un po' tardi, (a giugno la notte è veramente troppo corta!) e fin dall'arrivo al posto auto ero pervaso dal timore di trovare gli animali già fuori, inficiando con pochi passi sulle stoppie secche tutti buoni propositi della mia uscita Caccia Passione • 15


mattutina. Fortunatamente i miei passi non allarmano nessuno e raggiungo col fiato sospeso un comodo ballone di fieno da me prescelto come punto di osservazione e (spero) di sparo. La balla di fieno divide idealmente la zona in due parti, un campo davanti a me e uno, leggermente più stretto, alle mie spalle. Il grecale che solitamente spira a quest'ora mi soffia in faccia, percui abbandono ogni fantasia di avvistare qualche animale sul campo alle mie spalle. Ciò nonostante, ogni tanto dedico qualche colpo di binocolo anche lì, più per scaramanzia che altro. Mi concentro sul campo davanti a me, la luce sta lentamente regalando colore e definizione al mondo incantato che mi circonda. In lontananza scorgo un branco di cinghiali, composto da tre scrofe e una decina di porchetti, che risalendo lungo il margine del bosco rientra dalle scorribande notturne. La capobranco detta il ritmo con cui avanzano gli animali, fa qualche passo, col grifo sonda l'aria, poi a capo chino riparte, tutti la seguono senza superarla. È una fortuna osservare le strategie degli animali selvatici da questo pulpito privilegiato. Intanto nessun capriolo all'orizzonte. Senza nemmeno inforcare il binocolo mi giro per gettare uno sguardo distratto alle mie spalle e...Ecco! Un maschio. Stimo una cinquantina di metri fra me e lui, che mangia erbetta tra la stoppia. Avvicino lentamente il binocolo agli occhi e un colpo al cuore per l'emozione mi conferma che si tratta proprio di lui: Monostanga! La distanza tra me e lui è assurdamente poca, il problema è che io mi trovo dal lato sbagliato della balla di fieno, e la carabina punta sul campo opposto. Devo assolutamente cercare di circumnavigare il ballone. Quando Monostanga alza la testa tra un boccone e l'altro sento sulla pelle il brivido del suo sguardo. "Mi ha visto!" impreco nella mente, aspettandomi da un momento all'atro un abbaio e un capriolo in fuga. Invece abbassa la testa, come fingendo di mangiare, e subito la rialza. Ripete il trucco tre-quattro volte, poi si mette a brucare sul 16 • Caccia Passione

serio e questo mi tranquillizza, confermandomi che in realtà non mi ha identificato. Forse il vento gli ha portato il mio odore, ma la mia immobilità non ha confermato l'allarme. Il perimetro di una rotoballa non è infinito, si tratta di pochi metri che si percorrono in un secondo. Il mio spostamento sul lato opposto ha richiesto un tempo lunghissimo e logorante. Un centrimetro, sbinocolo, Monostanga bruca, mi sposto ancora un po'. Alza la testa, mi blocco. Ancora un boccone, un altro passettino guadagnato per me. E così via, per un interminabile balletto, col cuore in gola e quasi in apnea. Dopo un tempo interminabile, quando l'acido lattico ha intriso ogni mia fibra muscolare, finalmente sono dal lato giusto della balla di fieno, completamente coperto dallo sguardo sospettoso del capriolo. Con calma giro la carabina verso di lui e telemetro la distanza più corta mai misurata da un selvatico: 43 metri. Molti sostengono che con distanze simili è consigliabile mirare alla base del collo dell'animale, ma la mia personale scuola di pensiero mi orienta sempre a mirare al blatt. Porto gli ingrandimenti dell'ottica a 6x, il puntino illuminato è fermo sulla spalla anteriore del capriolo. Mi concedo un paio di inspirazioni per regolarizzare il respiro e smaltire un po' di tensione accumulata durante l'estenuante giro intorno alla rotoballa. Il grilletto decide quasi senza preavviso che è giunta l'ora per il mio bel capriolo. Mi inginocchio accanto a Monostanga e concludo che il nome da me attribuitogli non era in realtà giustificato poichè l'anomalia del suo palco è di tutt'altra natura. Le stanghe sono due, ma entrambe incomplete, ma danno l’idea di essere un'unica stanga con le tre punte al completo. Ho inseguito questo animale per mesi e lo avevo nel cuore. Ora, ammirandolo sotto i primi raggi di sole provo soddisfazione per averlo finalmente preso ma inizio a sentire, silenziosa e bruciante, un po' della sua mancanza.


Ungulati

Tante uscite e un pensiero fisso...quel capriolo

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ALLA TENUTA BONICELLI DI CERESOLE D’ALBA L’ARMERIA BONARDO DI BRA (CN) PRESENTA I PRODOTTI SWAROVSKI di Costantino Ramolfi

P

er l’armeria Bonardo di Bra (CN) è’ divenuta una piacevole e gradita consuetudine indire, sotto l’egida della Swarovski Italia, un ritrovo annuale per la presentazione dei prodotti della Casa austriaca. Quest’anno la Tenuta Bonicelli di Ceresole d’Alba, condotta dall’ottimo Lorenzo Verra, ha fornito la piacevole cornice e, insieme alla Bonardo, una ristorazione di eccellente livello. Il tempo piovoso ha concesso una tregua così che l’affluenza è stata notevole: sotto la sapiente guida di Paolo Naccarella di Swarovski Italia e di Simone Ruffa, appassionato e competente cacciatore a palla, gli invitati hanno potuto prendere visione degli strumenti ottici esposti, dai binocoli di varie carature di normale impostazione o provvisti di telemetro balistico. Insieme si potevano osservare i lunghi anche questi di misure adeguate per chi pratica più una visione statica oppure se li trasporta nello zaino alla ricerca dei camosci, così come erano esposti i cannocchiali da puntamento declinati nelle tante serie con specifici impieghi e culminanti nel Modello dS con tele18 • Caccia Passione

Ci accoglie all’ingresso della Tenuta Bonicelli Ivan Manera, abile e competente aiutante di campo del titolare Lorenzo Verra

Il colpo d’occhio sulla confortevole casa di caccia e, in primo piano, l’accattivante manifesto in stoffa dove si nota, fra l’altro, l’immagine giovanile di Papà Bonardo recentemente scomparso: molto apprezzabile questo ricordo


Eventi

Simone Ruffa, Swarovski nel cuore e sui fucili, illustra con la sua competenza e grazie alle esperienze acquisite sul campo una serie di ottiche

Anche impagliato fa sempre un certo effetto: la Bonicelli offre anche questa selvaggina

Chi non ha le cuffie si mette le dita nelle orecchie mentre il tiratore, seduto al banco di tiro sotto al gazebo, si appresta a mollare la botta con la bella Sako 85 nel precisissimo 6,5x55 SM su cui troneggia uno Swarovski

A sinistra Alfonso Gallese, Presidente degli ATC CN2 e CN3, al suo fianco Maurizio Spunton, appassionato e competente cinofilo che esplica la sua passione e la sua notevole competenza come allevatore, addestratore, giudice di gara

Carlo Bonardo nella veste di direttore di tiro: l’armeria ha fornito gratuitamente agli astanti tutto il necessario per la prova al bersaglio

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Una scelta compagnia di cacciatori fa da contorno alla stazione di tiro

Per chi pratica da tanti anni le montagne tra Val Chisone e Val di Susa il personaggio di Roberto Miletto da Champlas (Sestrière) è una costante di sicuro conforto: la sua conoscenza sul camoscio fa testo Max Cullati, raffinato esegeta del tiro, della caccia soprattutto in montagna e, per non farsi mancare nulla, cultore di alto livello nella pesca a mosca

metro e correttore automatico del riferimento di punteria in funzione dei dati relativi alla palla impiegata, alla sua velocità di uscita, ai rilievi balistici fra cui spiccano la distanza e l’angolo di sito. L’opera di Carlo Bonardo era maggiormente rivolta ad assistere i tiratori che, in folto numero, si sono avvicendati sotto al gazebo dov’era predisposto un banco di tiro per tentare la fortuna sparando un solo colpo, senza preventive prove, alla sagoma di un ispido cinghiale posto a circa 150 metri. Una Sako 85 in 6,5x55 SM con su, naturalmente, uno Swarovski, consentiva di cimentarsi in vista poi della classifica finale. Per la cronaca il Sig. Riccardo Olivero si è aggiudicato il premio messo in palio dall’armeria Bonardo, consistente in buono acquisto da 500,00 €. Ovviamente siamo stati tentati anche 20 • Caccia Passione

Ancora un concorrente si appresta al tiro dopo qualche scambio di opinioni con Carlo Bonardo

Roberto Miletto si aggiusta la messa a fuoco dell’ottica: non vorremmo proprio essere un camoscio e finire nel reticolo: senza scampo


Eventi

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Il retro della casa di caccia dà su un’ampia radura

noi dallo sparare quell’unico colpo, finito ahimè un poco sotto alla macchia nera che fungeva da riferimento. Il piacere comunque di buttare l’occhio in uno di questi cannocchiali è sempre tanto: fra le molte qualità degli strumenti della Casa di Absam ci piace porre in evidenza le lenti, dotate di una morbidezza di immagine, se così si può dire, che non stanca mai l’occhio.

La Signora Paola Bonardo accompagnata da un fortunato cavaliere

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Simone Ruffa caccia anche in Trentino e scova cervi con trofei importanti come questo


Eventi

Due esempi della produzione Swarovski: il classico e affidabilissimo X5i 5-25x56P e, in primo piano, il dS che possiamo definire optoelettronico

Ancora Roberto Miletto durante la valutazione dei binocoli esposti

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Canna Liscia

BREDA ICARO: SEMIAUTO CALIBRO 20/76 Caccia Passione • 25


BREDA ICARO: SEMIAUTO CALIBRO 20/76 Nello scorso autunno le prove sul campo dei due Breda calibro 20/76 hanno pienamente soddisfatto le aspettative ed è quindi il momento per riprendere in esame l’organizzazione meccanica del modello Icaro e il suo allestimento estetico di Emanuele Tabasso

Il castello del Breda Icaro gioca tutto sul fondo nero appena scalfito dal logo inconfondibile del marchio e dall’elegante grafia del modello e del calibro

L

a gestione del marchio Breda da parte della Marocchi ha preso rapidamente quota e i fucili del glorioso

marchio nazionale si sono nuovamente inseriti nelle posizioni elevate di un’ideale classifica che sono loro consone. L’oculatezza dell’Ing. Michele Maroc26 • Caccia Passione

chi, che ha preso a cuore questa branca dell’azienda di famiglia, ha impresso al prodotto quell’anima e quell’essenza basilari per lo stacco da fatture correnti e tradizionali: nel settore del semiautomatico poi ha marcatamente differenziato la linea sportiva agonistica,


Canna Liscia

I fucili Breda sono da osservare attentamente per scoprire i piccoli particolari qualificanti come l’incavo profilato in cui viene alloggiato il pulsante di svincolo del carrello o la perfetta bisellatura del bordo della finestra di espulsione

La porzione verticale del castello conserva una pregevole linea che, insieme alle scalfature sui fianchi, deriva dai Breda che hanno fatto la storia di tale tipologia di fucili: a colpo d’occhio non ci si sbaglia nell’attribuirne la paternità

Il fucile completamente nero ha già una sua classe ben determinata: nell’Icaro si gioca sull’effetto visivo del castello in ergal spazzolato a mano fino a rendere il fondo satinato in contrasto con il fodero a calotta superiore in acciaio lucidato

oggi molto in voga con la ricerca dei particolari tecnici garanti della migliore funzione nelle competizioni, da quella classica venatoria dove altri sono i particolari da seguire ed evidenziare per soddisfare compiutamente una clientela conoscitrice e giustamente esigen-

te. Due i fattori a cui dedicare le migliori attenzioni: la rispondenza tecnico balistica e l’aspetto estetico: da una parte il sistema di riarmo e la foratura delle canne, dall’altra un campo dove la forte apparenza indotta da incisioni e abbellimenti viene affiancata da corCaccia Passione • 27


rettezza di lavorazioni esterne difficili a cui si uniscono finiture che hanno nella sobrietà il punto di forza. Il Mod. Icaro calibro 20/76 Come il Titano precedentemente esaminato, anche per l’Icaro abbiamo optato per il calibro 20/76: lo troviamo adeguato alla caccia con cane da ferma usando le cartucce normali, non magnum, quindi con bossolo da 70 mm e grammatura di pallini un poco esuMolto elegante la bindella giuntata alla canna direttamente tramite i ponticelli. Sul fianco le scritte aziendali berante per lo standard del calibro. Imcon il calibro (20/3”) e le misure dei bossoli (2¾” o 3”) piegando le ottime cartucce oggi proche si possono impiegare nell’arma poste dalle aziende c’è soltanto l’imbarazzo della scelta: con 30-32 g di pallini periori alle attese. Su starne e rosse con e una strozzatura media (***) sulla can- pallini dell’8 o del 7½ di prima e del 7 o na da 66 cm si raggiungono risultati su- del 6 in seconda si compiono belle catture senza rovinare il selvatico in un tiro magari ravvicinato, precedendo tempestivamente il defilarsi in volo dietro un ostacolo di questi forti volatori, così come ci si stupisce di abbattimenti a distanze notevoli quando si padroneggi oculatamente l’anticipo. Sui fagiani, specie quelli belli, sostanziosi e scattanti proposti dalla Tenuta Bonicelli di Ceresole d’Alba (CN) preferiamo già un 6 in prima battuta e un 5 in seconda: non siamo così vincolati a uno sparo affrettato e i risultati si sono sempre rivelati confortanti. Visto che siamo in tema di Corretta la rullatura antiriflesso sulla bindella, funzionale balistica diamo il doveroso cenno alla il mirino in traslucido rosso, apprezzabile la parte distale finita con una linea curva a ribasso canna e alla sua foratura premettendo che la scelta del calibro implica, e non secondariamente, la componente estetica per cui tutto il fucile assumerà una linea più filante e aggraziata con una canna di minor sezione rispetto alla classicità del calibro 12. Quanto alla foratura Breda è sempre stata famosa per il rendimento delle sue canne che un tempo venivano ricavate tramite un procedimento tanto costoso quanto garante di prestazioni d’eccezione: la rotomartellatura a caldo. Oggi tale Anche da una vista frontale la finitura della bindella è accatti- procedura viene sostituita dalla lavoravante. Nella canna si osserva lo strozzatore *** che si è rivelato zione a freddo dove la scelta del maideale in ogni situazione di caccia 28 • Caccia Passione


Canna Liscia

Le masse relative al calibro 20 rendono tutto il fucile più aggraziato. Anche nel fianco sinistro è presente la scalfatura caratteristica di Breda che movimenta il fondo con un bell’effetto d’insieme

Di linea apprezzabile e di gradevole funzionalità il tappo apicale con righe e profonde scalfature che rendono facile la presa con le dita per serrare o svitare il punto di chiusura dell’arma. Il piolo forato consente l’aggancio della cinghia

Guardia, ponticello e gruppo scatto sono fresati da un blocchetto di ergal per garantire la massima rigidità nel supporto dei particolari in movimento. Comodo e di buona linea il grilletto lucidato e pratico il bottone della sicura inserito nel rebbio posteriore della guardia

Anche da questa visuale del fianco sinistro si nota il differente gioco di riflesso della luce determinato dalla finitura spazzolata dell’ergal e di quella lucidata dell’acciaio

Sobrietà o austerità sono qualifiche ben applicabili anche alla scelta dei legni e della loro finitura: il calcio con l’impugnatura a pistola è ricavato da un noce di ottima pasta e tessitura legnosa con le sue corrette venature poste in giusto risalto dalla finitura semiopaca

Stesse considerazioni per l’asta in cui gli sgusci longitudinali conferiscono slancio a tutto il pezzo e consentono un’ottima presa nel tiro in brandeggio

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La cucchiaia elevatrice in robusto acciaio cromato ha una foggia particolare a doppio rilievo per irrigidimento e per migliorare scorrevolezza e direzionalità delle cartucce

Il gioco del laser consente uno zigrino con cuspidi rilevate affiancato da una parte a minimo corrugamento terminando con il garbato disegno del logo aziendale

teriale innanzitutto, la stagionatura delle barre grezze, i tempi di lavorazione consentono alle molecole dell’acciaio di assumere la posizione più consona per garantire allo sparo quei micromovimenti dell’insieme che armonizzano e rendono viva la rosata: un qualcosa di poco definibile che si pone fra scienza e magia… Alla scienza va certo il merito dello studio dei profili interni con le lunghezze e le pendenze dei coni di raccordo, compresi ovviamente quelli degli strozzatori intercambiabili: il complesso assicura corrette pressioni e quindi valida accelerazione della colonna di pallini e massima velocità

Il Breda Icaro scomposto nelle sue parti principali: la parte superiore del castello non è soltanto una calotta di copertura, ma una robusta struttura tubolare in cui viene sostenuta la canna. La bielletta unita all’otturatore insiste sulla molla di recupero inserita nel calcio

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Nella parte anteriore dell’estensione di culatta della canna sono ricavate le due mortise per le alette di chiusura; nella flangia posteriore spicca il puntone elastico dell’espulsore mentre all’apice sporge il dente di centraggio


Canna Liscia

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in uscita, mantenimento della sfericità dei pallini stessi minimizzando l’effetto del colpo d’ariete con benefico risvolto, in ultima analisi, per la sensazione di rinculo provata dal cacciatore. La bindella sopraelevata presenta i ponticelli fissati direttamente alla canna con una scelta di indubbia eleganza che investe anche la finitura apicale con una linea ribassata e curva; l’ombreggiatura antiriflesso è macchinata con molto nitore, evitando la minima sbavatura, e il mirino in fibra ottica rossa è giustamente piccolo, ma molto visibile in ogni condizione di luce. Il castello, il sistema di riarmo e il gruppo di scatto Il castello ricalca l’impostazione che aveva reso celebre la Casa bresciana con i suoi modelli a lungo rinculo: qui si lavora di fresa un estruso in ergal mantenendo la forma a L coricata con le peculiari nervature inclinate sui fianchi. Superiormente si inserisce la calotta tubolare in lamiera di acciaio con funzione di sede e supporto per la canna e la sua estensione di culatta. Le linee sono riviste nell’ottica attuale che le rende più raffinate mantenendo tuttavia il disegno caratteristico che, a un primo colpo d’occhio, richiama la mente dell’osservatore accorto alle nobili origini di questi fucili. Merita osservare la finitura superficiale di questo modello che, rispetto al Titano, viene offerto a una quotazione più bassa: non è una diminuzione, ma una diversa scelta estetica che gioca tutto sull’eleganza del fondo nero. Una scelta particolare dove si nota una superficie ottenuta con una meticolosa e lunga spazzolatura manuale della lega di alluminio che dona alla successiva anodizzazione scusa il pregevole effetto satinato; a questa si affianca, con gradevole contrasto d’aspetto, la tradizionale brunitura della calotta in acciaio preventiva32 • Caccia Passione

mente lucidato. Il funzionamento avviene con il sistema inerziale ben conosciuto che ha nella testina rotante a due alette il vincolo meccanico. Merita osservare l’esecuzione e la finitura dei vari componenti a partire dall’otturatore e dalla suola elevatrice delle cartucce, entrambi cromati a spessore, passando dall’unghia d’estrazione al piolo dell’espulsore posto nell’estensione di culatta della canna, per finire ai bordi bisellati della finestra di espulsione e della feritoia di inserimento cartucce: tutto indica la cura e la competenza con cui questo fucile viene realizzato. Anche al gruppo di scatto è stata dedicata molta attenzione: il complesso, inclusi guardia, ponticello e sede del bottone di sicura, viene ricavato per fresatura da un blocchetto di ergal per garantire massima rigidità, robustezza e durata con una funzione costante e decisamente gradevole nell’azionamento del grilletto. Lo sgancio netto e pulito, senza vizi


Canna Liscia

di sorta, riporta sull’attrezzo della Lyman una costanza di peso intorno ai 2270 g.

distinti campi con puntinatura a buccia d’arancia in uno e zigrino nell’altro, zigrino ancora sui fianchi e parte del fonLa calciatura do dell’asta dove il laser ripete i micro Molto della gradevolezza d’un bel fu- corrugamenti disegnando in un ovale il cile viene affidato ai legni e per i Bre- marchio della Casa, ben visibile quanda si opera una selezione accurata per do il fucile riposa in rastrelliera. gli arrivi dalla Georgia, una delle zone dell’Est Europa da cui provengono pez- Conclusioni zi pregiati insieme a una costanza me- Il fucile semiautomatico a canna liscia dia di elevata affidabilità. Sulle linee così come modernamente inteso, combasta osservare le immagini a corredo pie quasi i 115 anni e in questo lasso di di questo brano per avere contezza tempo è passato fra alterni giudizi: da delle scelte sobrie e classiche garanti intelligente soluzione meccanica dove di una corretta funzione. Per l’estetica ancora aveva una certa parte l’archisi aggiunge una giusta assonanza con bugeria, a macchina figlia di macchilo spirito di sobrietà che anima l’Icaro, ne dove ogni accenno alla mano dello quindi legni tecnicamente ineccepibili specialista era praticamente scomparper l’andamento di vena, per l’età e la so, per salire nuovamente a raffinata compattezza della fibra, per il taglio e macchina figlia di raffinate macchine la stagionatura cui si aggiunge la finitu- giungendo ora a integrare le magnifira non troppo appariscente data dalla che rese degli impianti CNC agli interverniciatura a olio con effetto mezzo venti di aggiustaggio e, soprattutto, di lucido o semiopaco che dir si voglia. finitura, delle mani preziose degli speIl laser ha sostituito in massima parte il cialisti. I fucili Breda son fatti così con lavoro di zigrinatura: si deve dar atto tutta l’attenzione possibile alla tecnoloa tale procedura, meno romantica di gia e altrettanta dedizione a quanto la certo, ma anche assai meno costosa Manualità (va scritta in maiuscolo) deldel lavoro manuale, di fornire estetica la Valle del Mella sa ancor oggi esprie funzionalità. Sulla pistola si hanno due mere per la soddisfazione di chi osserva e capisce.

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BERETTA SL3: IL LUSSO PER I TEMPI PROSSIMI All’IWA di Norimberga abbiamo avuto modo di osservare da vicino un esemplare del recente Beretta SL3, quello che la Casa definisce l’interprete del lusso nei tempi a venire, fotografando ciò che maggiormente ci stava a cuore quindi l’impianto di tenute e chiusure Testo e foto di Emanuele Tabasso

Nello spazio espositivo della Beretta all’IWA di Norimberga, spiccava il reparto dedicato al recente sovrapposto SL3: l’immagine data dal gioco di luci era di grande effetto

O

sservando una rassegna di SO posti e nelle dinamiche delle quotadella Beretta si ha un senso di zioni raggiunte in questi ultimi tempi ci appagamento di rara consi- fosse uno spazio opportuno per un nuostenza e non si pensa certo a qualcosa vo modello. Già un nuovo modello: ma proporre ai cultori del bello e del funche possa farsi un suo spazio fra tanta zionale un qualcosa che si differenzi dal bellezza. Per contro alla pluricentenaria conosciuto non è cosa semplice perCasa di Gardone non è sfuggito come ché se ci si spinge all’estremo nell’amnello sviluppo dei suoi gruppi di sovrap- bito tecnico estetico ci si imbatte nei 34 • Caccia Passione


Canna Liscia

– In una bacheca fanno bella mostra tre esemplari del nuovo fucile: il primo in alto è un calibro 12 con legni di grado elevato e privi di zigrino mentre le incisioni illustrano scene di caccia. I due a seguire sono in calibro 20 con incisione profonda a bulino e ancora con scene venatorie

vertici della serie SO, soddisfacendo senza dubbi l’animo estetico e archibugieristico, insieme a un rendimento balistico davvero ai vertici del possibile. Però se si pone un occhio, anzi due, alle quotazioni, si ha tutta la serie dei 680/690 dove l’archibugeria ha indossato le vesti della modernità esecutiva grazie a macchinari e a un’ingegnerizzazione dell’operare che al suo apparire, qualche diecina di anni fa, ha stupito l’intera platea. Si sono così potute conservare forme eleganti e attraenti, della funzione si può quietamente far a meno di parlare tanto è notoria, ponendo al possibile acquirente richieste economiche del tutto congrue in rapporto a quel che si offre, e parimenti decisamente invoglianti a livello assoluto.

Tutta questa disquisizione per arrivare al punto dove Beretta ha individuato lo spazio economico e tecnico per inserire una serie dove il lusso è ben presente nelle forme, nelle finiture e nella tecnica armiera che, non va dimenticato, a tali livelli di spesa ha certe sue valenze e precise regole da osservare. Il Modello SL3 In uno dei pomeriggi dei giorni dell’IWA di Norimberga, quando la folla di visitatori va scemando, grazie alla squisita cortesia del Dr. Saverio Patrizi che ci ha dedicato amichevolmente il suo tempo, abbiamo potuto prender visione con calma del nuovo prodotto della Beretta. La cornice di ombre e luci entro cui spicca il sovrapposto SL3 contribuisce a creare la scena giusta per Caccia Passione • 35


La lucentezza della difficilissima finitura a specchio inganna l’occhio su certi particolari come i tre piani prospettici rappresentati dal seno, dal calice e dal rinforzo laterale, tutti sfumati verso la chiave e la codetta superiore di bascula

Colpo d’occhio da una vista posteriore inclinata: ancora in evidenza l’onda dei tre elementi, seno, calice e rinforzo, che si distendono nella codetta: personale e in analogia stilistica la testa di bascula con l’inserimento della chiave nella propria sede

l’evento: l’esemplare in bella vista esibisce una mirabolante finitura a specchio, un esempio rutilante, è proprio il caso di dirlo, di come in azienda siano tutt’oggi presenti quei personaggi dalle mani sante che sommano al valore di precisione e ripetitività delle macchine il valore aggiunto del loro sapere. E questo sapere si traduce in possesso mentale di concetti chiari e definiti unito alla capacità di tradurli in particolari meccanici tramite le mani, una lima, la tela smeriglio, una sgorbia, una raspa e poche altre cose in grado di portare acciaio o legno a finitura degna di un’opera d’arte. Per valutare compiutamente quest’o-

pera occorre segnalare, con una certa riluttanza, il suo prezzo di vendita che ruota attorno ai 20.000,00 € in dipendenza dall’incisione o dalla finitura richiesta. Sarebbe bello poter saltare a piè pari quest’argomento di cui, ai nostri tempi, era volgare discorrere, ma oggi le cose stanno diversamente e la quotazione è un punto chiave attorno a cui ruota tutto il resto. Parliamone quindi, per significare come in una data scala di valori di un certo prodotto sia opportuno andar per gradi ponendo il cliente di fronte a quotazioni e valore intrinseco dell’offerta che non lascino spazi troppo ampi dove si possa incuneare un concorrente. Ugualmente si offre un

L’apice della codetta superiore ospita la slitta della sicura in cui è inserito il tasto del commutatore di sparo: pregevole l’alternanza di zigrino e rigatura antiscivolo differenziati secondo la funzione

La chiave: in un fucile fine sta all’arma come la coda a un cane di razza. Qui si gioca appena con lo spessore e le superfici mantenendo un profilo di classe nell’ovale del pulsante

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Canna Liscia

Il fucile nella sua completezza

fucile, questo è il nostro caso, con tante soluzioni economiche tali da trovare quasi sicuramente l’abbinamento con l’esborso che il cliente ha in mente. L’estetica del Modello SL3 Ci permettiamo in quest’occasione di tralasciare l’esame delle canne, di si-

Il fianco del tenone laterale è finito a rosette: la parte inferiore va a contrasto con il rilievo sporgente dal dorso di bascula

In primo piano le lunette degli estrattori con i gambi inseriti nei fianchi del monobloc: l’interazione fra i rilievi e le piste a camme ricavate all’interno della bascula attuano l’estrazione primaria

curo a livelli di eccellenza come Beretta ci ha abituati; ugualmente poco diciamo della calciatura perché qualche esemplare fotografato dialoga a vista con gli appassionati ed è un discorso fitto fitto, fatto di occhiate e di rimandi dalle superfici tirate a olio dove la densità della pasta di fondo esalta le veCaccia Passione • 37


nature in quel dolce contrasto cromatico che gioca i temi del mielato e del bruno intenso, simili ai favi delle api e al pelo dell’orso. Le forme degli esemplari esposti all’IWA vedono l’impugnatura a pistola, linee diritte per il dorso e la parte inferiore, nasello evidenziato dalle due profonde scalfature laterali, calciolo con legno a vista zigrinato, testa armoniosa con specchi laterali in cui vengono incassate le cartelle lunghe; l’astina arrotondata richiama decisamente lo stile degli esemplari da pedana, ed è un bene perché l’impugnatura della mano debole risulta salda consentendo un regolare brandeggio. Notiamo come uno degli esemplari sia finito liscio anche nei punti di presa, mentre gli altri mostrano il classico zigrino a passo medio fine con le cuspidi a diamante opportunamente pronunciate. Le linee mostrano un’interpretazione simile a quella degli SO, ma giustamente differenziata per esibire qualcosa di diverso che rimarchi e sottolinei il nuovo, pronto a prendersi i suoi spazi. Notiamo allora per primo il monobloc di culatta dove nei fianchi sono evidenti i due usuali risalti nel profilo inferiore, complementari con gli scassi ricavati nella linea superiore del fianco di bascula e del testacroce. Da segnalare poi uno dei particolari che a noi piace sempre moltissimo e qualifica la classe di un fucile: il profilo strombato della culatta della canna superiore, che termina nella rotondità dei seni. Siamo così arrivati a trattare la bascula partendo proprio dai seni che accomunano nei volumi soluzioni storiche con altre decisamente innovative: il diametro su cui si appoggia la culatta della canna superiore si dilata man mano che si arretra, caratteristica che ci richiama a un Lebeau Courally degli Anni Trenta, ma subito la somiglianza muta in una linea a cono, di armonioso disegno, sostenuta strutturalmente da una doppia sot38 • Caccia Passione

I cabochon a rilievo servono da abbellimento: i semiperni sono fissati dall’interno. Evidenti le sporgenze laterali sotto al semipiano delle canne e i relativi incavi nel profilo superiore della parete di bascula con i piani inclinati di contrasto

Ancora una vista della culatta delle canne con i robusti estrattori

Di consistente spessore i tenoni laterali e quindi ampia la superficie delle mortise su cui si inseriscono i due rebbi del tassello sdoppiato

tolineatura generata nella testa di bascula dal semipiano delle canne e, più sotto dal rinforzo laterale: questo segue il profilo ideale del fianco dove ha sede la cartella e, con un arco a tutto sesto


Canna Liscia

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Faccia di bascula con i fori dei percussori, il nottolino di rimessa al centro della chiave a fucile scomposto, gli incavi per arretrare la posizione dei tenoni laterali per un più favorevole braccio di leva e i rebbi del tassello di chiusura

sfuma nel dorso dalla convessità appena accennata. Decisamente un effetto inusuale, particolare, soprattutto nella parte superiore della bascula, dove più marcata è la differenza d’aspetto dagli SO. Chiusure e tenute L’impianto del nuovo SL3 prevede, come negli SO, i due scassi nel profilo superiore delle pareti di bascula dove alloggiano le corrispondenti propaggini inferiori dei semipiani ricavati dal monobloc di culatta: la coppia anteriore vede profili di giunzione verticali con appoggio di base sul testacroce mentre quella posteriore gioca sul contrasto di piani inclinati fra loro di circa 45° per inibire la spinta in avanti del gruppo canne. Il punto di appoggio della parte legata alle canne, è costituito da un piccolo massello sostituibile, fissato con 40 • Caccia Passione

una vite radiale: dopo un numero esorbitante di colpi potrà tornar utile sostituire tale particolare recuperando il gioco. Passiamo ora alle parti interne dove semiperni e orecchioni forniscono il basculaggio alle canne mentre si è tolto, sempre rispetto agli SO, il traversino superiore che impegnava i due denti ricavati dalla culatta della canna superiore realizzando la chiusura. Ora si ha un sistema che ha una lontana parentela con il Boss, ma nella sostanza è assai diverso. Dai fianchi della canna inferiore viene ricavata una coppia di tenoni con duplice funzione: dal profilo lineare inferiore sporgono due denti e poco sopra, da quello arrotondato, due scassi. Dall’interno del dorso di bascula sono ricavati due piccoli risalti mentre dalla faccia sporgono i due rebbi di un tassello sdoppiato. I denti inferiori si impegnano nei risalti contrastando la spinta


Canna Liscia

Sul fondo di bascula ben in vista uno dei due rilievi contro cui si posizionano i denti inferiori dei tenoni impedendo, insieme ai piani inclinati già osservati, la spinta in avanti del gruppo canne

in avanti del gruppo canne, insieme ai piani inclinati citati poco sopra, mentre i due rebbi con sezione quadra, mossi dalla chiave, si posizionano negli scassi assicurando il mantenimento in chiusura del fucile. Notiamo a questo punto le posizioni dei vari elementi di tenuta e chiusura: i semiperni sono alla mezzeria della canna inferiore, le spallature di contrasto sui fianchi circa alla mezzeria della canna superiore, il contrasto con i rilievi interni del dorso poco sotto, il profilo arcuato posteriore dei tenoni laterali e le mortise sono leggermente arretrati rispetto alla faccia di bascula. La stabilità allo sparo viene garantita in primo luogo dalla profondità della bascula in cui si cala il gruppo canne per cui anche l’abbassamento del punto di contrasto fra rebbi e mortise rispetto al raddoppio della terza Purdey degli SO non crea problemi; maggiorato il con-

trasto alla spinta in avanti sotto sparo dove si sommano i piani inclinati e i risalti interni alla bascula. Non resta che attendere il responso del mercato che avrà senz’altro un occhio attento alla nuova proposta della Beretta.

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BENELLI ARGO E CAMO APG CALIBRO .30-06 SPRG. Il semiauto rigato della Benelli si pone in maniera sempre più adeguata alle esigenze dure e specifiche richieste soprattutto dai cacciatori di cinghiali per i quali il fucile dev’essere sì un bel pezzo di meccanica, ma insieme un attrezzo per il conseguimento di un fine di Emanuele Tabasso

C

i ripugna non poco scrivere che un fucile come il Benelli Argo sia un attrezzo per il conseguimento di un fine: il nostro animo collezionistico e quel po’ di conoscenza maturata nelle reiterate gradevolissime visite in azienda si ribellano in maniera concorde e unitaria a tale dicitura, ma tant’è la faccenda sta proprio in questi termini e i progettisti di Urbino hanno un’anima (sarà prevalente la liscia o la rigata?) dove coabitano la classe, lo stile, l’innovazione e pure quella cosa che si chiama pragmatismo. Possiamo ben dire che sia un condominio di lusso visto che le origini dell’impresa scaturiscono dalla terra dei Montefeltro con tutto il Bello, sì con la maiuscola, che lì si è riusciti a sviluppare e insieme c’è quel tanto di pragmatismo anglosassone di cui sono noti gli effetti per condurre un’impresa. In Italia i semiauto rigati vengono impiegati per la quasi totalità nella caccia al cinghiale dove la resa balistica del sistema e i calibri che vi si possono camerare offrono soluzioni di piena affidabilità rispondendo a precise esigenze tecniche e operative. Nell’ampia proposta del Benelli Argo ha 42 • Caccia Passione


Canna Rigata

C O M PA C T B L A C K

Affidabile, compatta, precisa

SISTEMA ENDURANCE

L U N G H E Z Z A 1 0 2 0 mm

C A N N A C R I O 4 7 0 mm

COMFORTECH

Estrema affidabilitĂ

Compatta e maneggevole

Massima precisione balistica

Comfort e immediato ritorno in mira

benelli.it

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trovato un posto privilegiato il modello E Camo APG appositamente studiato per coloro che non calcano soltanto le piacevolissime tavole di legno di un’altana poggiando l’arma con attenzione in uno degli angoli del palchetto per sollevarla con prudenza e attenzione al sopraggiungere della canizza o di quel tipaccio solitario, tutto setole e cotenna, con le difese ben sviluppate e i sensi acuiti da reiterate battaglie. Pam! Pam! Un paio di colpi se il primo non fosse bastante e la preda è lì a terra, la soddisfazione ci ronza intorno come un bombo festante e siamo pronti a rimettere il fucile in custodia a fine braccata avviandoci all’auto, rigorosamente 4WD, che ci attende. Non tutti però vivono simili condizioni: alcuni, per scelta o per necessità, i cinghiali vanno a stanarli insieme ai cani e il trattamento che riservano a loro stessi, ai propri indumenti, al proprio fucile sono da vera battaglia con il territorio, quell’insieme di pietre, di massi, di alberi, pruni e spini e quanto Madre Natura pone a difesa della sua fauna e che osteggia in ogni maniera l’intruso, cioè il cacciatore. Il fucile da battaglia Le forme di questo fucile sono state avveniristiche e hanno fatto scuola nel senso che i migliori e titolati costruttori hanno intrapreso poco dopo un rifacimento estetico dei propri prodotti, seguendo la via tracciata dall’Argo. Questa via era basata sull’ergonomia spinta ai massimi livelli e tale da creare una simbiosi fra le forme e il corpo dell’utilizzatore favorendo in ogni maniera l’uso e il raggiungimento del risultato. In questo modello si sono presi in esame anche tutti gli aspetti esterni, quelli che devono fondersi con l’ambiente e offrire la resistenza più tenace agli insulti materiali dell’ambiente esterno. La prima evidenza sta certo nella calciatura, 44 • Caccia Passione


Canna Rigata

sempre realizzata in due pezzi separati di un particolare materiale sintetico, ricoperti con una pellicola specifica che si mimetizza a perfezione con l’ambiente: è quella che gli statunitensi denominano come real tree. A questo si aggiungono i particolari che favoriscono il tiro, e la ripetizione del tiro, smorzando l’energia dello sparo: il calciolo Comfort Tech a geometria variabile e con inserti in gomma allevia in modo

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sostanzioso l’impatto sulla spalla, i calcioli sostituibili Air Cell, tre spessori differenti come per i naselli in Tecnogel, minimizzano i colpi e le vibrazioni indotte allo zigomo e alla testa del tiratore. Questi ultimi concorrono pure a trovare la giusta postura del viso e dell’occhio per la linea di mira cui si aggiungono, con identico fine, le piastrine per variare piega e deviazione del calcio. Infine le zone di presa riposano sull’aerodinamica delle piccole sfere con il brevetto Air Touch™ grazie a cui le mani non sudano e la presa risulta sempre sicura. Le mire dette easy aim si avvalgono di una corta bindella in fibra di carbonio da cui si intaglia direttamente la V della tacca di mira con l’apposizione di due punti in fibra traslucida verde che sono complementari al puntino rosso, di identico materiale, inserito sul mirino regolabile in deriva e in elevazione. La visibilità risulta eccellente in ogni condizione di luce e di sfondo. 46 • Caccia Passione

Le parti meccaniche Il castello ricavato da un estruso di Ergal è del tipo a cielo aperto con la forma di una L coricata su cui s’incastra un coperchio arrotondato in spessa lamiera di acciaio. Il funzionamento a presa di gas posta sotto alla canna vede un pistone e un doppio impulsore che trasmette il moto al carrello otturatore dotato di tre alette rotanti e mortise di chiusura direttamente ricavate nella culatta della canna. Questa è lunga solo 51 cm, montata flottante per una miglior precisione, e tale misura è ampiamente bastante per la balistica opportuna e necessaria della cartuccia calibro .30-06 Sprg.: viene realizzata per rotomartellatura con successivo trattamento criogenico di rinvenimento e distensione che ne migliora le caratteristiche di precisione e durata. Molto curato il pacchetto di scatto a grilletto unico con sgancio intorno ai 2.230


Canna Rigata

g: da notare come siano state superate le più dure prove escogitate dalla Nato abbassando a 1500 g il peso di scatto e lasciando poi cadere l’arma sul cemento da un’altezza di 150 cm: il colpo non parte. Il caricatore in lamiera imbutita da 4 o da 5 cartucce è posto davanti alla guardia e un tasto sagomato provvede allo svincolo. Da notare la superficie nero opaca delle parti metalliche ottenuta con particolari procedimenti termochimici che garantiscono resistenza a urti, abrasioni e assalti congiunti di umidità e residui di sparo: insomma al fucile occorre dare

una bella pulita, ma qui è scongiurato l’impiccio di vedere qualche tacca di ruggine se non si è stati troppo tempestivi e poco attenti. Le prove condotte al poligono di Carrù dove Giorgio Rosso ci ospita, hanno evidenziato quel che già si immaginava con risultati perfettamente aderenti alle attese: precisione più che adeguata, facilità di uso in ogni condizione e quella piacevolezza allo sparo che, usando molte cartucce, si rimarca con tanto piacere.

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SCHEDA TECNICA Costruttore: Benelli Armi S.p.a. via della stazione 50, 61029 Urbino (PU) – Tel. +39 0722 Costruttore: 3071 – Fax +39 0722 307207 – www.benelli.it – marketing@benelli.it Modello:: Argo E camo APT Modello Tipo:: fucile semiautomatico a canna rigata Tipo Calibro:: .30-06 Sprg. (in alternativa: .308 Win.) Calibro Funzionamento:: presa di gas sottoposta alla canna – pistone a corsa corta Funzionamento Castello:: aperto in lega leggera Castello Canna: in acciaio al carbonio martellata a freddo e con trattamento Criobarrel Canna: lunghezza 51 cm con quattro principi destrorsi Culatta: fodero di culatta semicilindrico in acciaio temperato collegato stabilmente Culatta: alla canna Otturatore:: in acciaio trattato e cromato - tre alette in testa e movimento rototraslante Otturatore Percussione:: cane con molla elicoidale e percussore flottante interno all’otturatore Percussione Alimentazione:: caricatore a pacchetto estraibile da 4 cartucce (opzionale da 5) Alimentazione Congegno di scatto: scatto: gruppo montato nel castello – scatto del tipo diretto con grilletto singolo Estrattore: a unghia inserita nell’aletta destra dell’otturatore - movimento ortogonale e Estrattore: molla interna Espulsore:: nottolino elastico nella testa dell’otturatore Espulsore Linea di mira: mira: mezza bindella in carbonio sopraelevata con tacca di mira a riferimenti verdi puntiformi – mirino in fibra rossa su zoccolo regolabile in elevazione e scostamento – in alternativa tacca di mira regolabile – previsti fori nel castello per l’attacco di una base per mire ottiche Sicurezza:: a due posizioni con tasto rigato nella guardia – blocca lo scatto Sicurezza Calciatura: in due pezzi stampati in polimero e con pellicola real tree – calcio Comfortech Calciatura: - impugnatura a pistola e sottocanna sagomato – campi di presa con effetto Air Touch antiscivolo – dorsalino Tecnogel (3 intercambiabili) e calciolo Air Cell (3 intercambiabili + piastrine per mutare il vantaggio e l’inclinazione) Finiture: brunitura lucida della canna e del fodero di culatta – anodizzazione del castello Finiture: - calciatura in polimero camo real tree Peso:: 3.450 g con canna da 51 cm (variazioni in base alle tolleranze dei componenti) Peso

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Canna Rigata

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LA CARTUCCIA BROWNING IN .300 WIN. MAG. CON PALLA BXR DA 155 GRS

Dopo aver provato con la carabina X-Bolt Long Range le recentissime cartucce Browning in .300 Win. Mag. con la palla BXC da 185 grs impieghiamo ora le stesse cartucce dotate però della palla BXR da 155 grs più leggera e di struttura diversa di Costantino Ramolfi

L’accattivante confezione delle cartucce Browning calibro .300 Win. Mag. con la nuova palla BXR da 155 grs

S

i rivelano interessanti le prove di medi calibri che viene padroneggiata tiro condotte con la Browning X- con autorevolezza da questo fucile in Bolt camerata nel .300 Win. Mag. cui l’equilibrio generale è una dote di perché la cartuccia è un classico dei spicco e dove i particolari come la ma50 • Caccia Passione


Munizioni novra dell’otturatore e lo scatto rivelano un eccellente progetto e un altrettanto accurata costruzione. L’abbinamento con un’ottica Swarovski Z8i 2,318x56 realizza un insieme di alto livello e di raffinate prestazioni. Le cartucce allestite quest’anno dalla Browning vedono, nel calibro .30”, due pesi di palla leggermente incrementati rispetto alla norma: così abbiamo trattato in una precedente occasione la 185 grs mentre oggi ci dedichiamo alla 155 grs. Le differenze non si fermano al peso, ma si condensano fattivamente sulla progettazione del proiettile: al BXC con struttura robusta atta a trasferire in profondità la cessione energetica, si affianca la più leggera BXR studiata per selvatici a pelle tenera e di massa minore in cui la palla deve rapidamente espandersi per effettuare il suo lavoro. La confezione La robusta scatola di cartone da venti cartucce è studiata per catturare l’attenzione e suscitare la passione in chi la osserva: l’immagine del muso di un cervo coda bianca occupa i due terzi dello spazio e spicca sullo sfondo dei colori giallo dorati dell’autunno. In verticale staccano bene la sigla BXR della palla e la sua precipua attitudine condensata nella dicitura Rapid expansion – Matrix Tip; il terzo rimanente del frontespizio della scatola è occupato da uno sfondo nero su cui risaltano in giallo i marchi della Casa e il peso del proiettile adottato mentre il bianco è riservato alla denominazione del calibro. Sui fianchi sono riportate le stesse diciture in modo da rilevare immediatamente quel che abbiamo dinnanzi in qualsiasi posizione si trovi la confezione; inoltre le diciture whitetail e mule deer, insieme al classico profilo del cervo codabianca, marchio della Browning, indicano le due prede di elezione di questa carica. Lodevoli le dimensioni delle scritte ben

Sul terzo di sinistra del frontespizio della scatola spiccano in giallo sullo sfondo nero il marchio, la dicitura della Browning e il peso della palla mentre il calibro viene riportato in bianco

Le cartucce presentano il bossolo nichelato a protezione dalle ossidazioni e per velocizzare il transito fra serbatoio e camera e, più ancora, l’estrazione del bossolo sparato per un velocissimo riarmo

Le venti cartucce sono inserite in un alveare di polistirolo: stacca il color oro dell’innesco dalla nichelatura della propria sede nel fondello

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Retro della confezione da studiare attentamente perché fornisce notizie interessanti sulla tipologia della palla e sulle prestazioni balistiche

rilevabili a distanza anche da chi abbia amente, l’affungamento massiccio doqualche problema di vista. vuto allo scoprirsi dell’ampio foro apicale. Le doti balistiche così migliorate consentono una rapida e imponente Le caratteristiche Sul retro della confezione spicca il pro- cessione di energia con induzione di un filo di John Moses Browning con la me- forte shock idrodinamico e di un vulnus moria di 125 anni spesi per la cultura altamente invalidante. La ritenzione di del perfezionismo armiero e la dicitura massa e l’energia a disposizione creaThe Best There Is™, poi ci si può docu- no le premesse per un attraversamento mentare a fondo sulle caratteristiche del selvatico con ampio foro di uscita tecniche della cartuccia, in particolare e consistente emissione di sangue, utili del proiettile usato grazie a disegni che per l’eventuale ricerca di un ferito con lo mostrano in sezione. Da notare subito il cane da traccia. La destinazione di quello che è definito Matrix Tip l’apice impiego vede le due specie poco soacuto in rame e polimero che assicura pra citate, le classiche del cacciatoottime doti di radenza e di precisione re statunitense di molti territori dell’Ua cui si evidenzia, raggiunto il selvati- nione, quindi il cervo coda bianca e co, un primo accenno di espansione il cervo mulo cui si associano le tante del proiettile con la frammentazione varietà di antilopi di peso medio e di della punta cui segue, quasi istantane- pelle non coriacea reperibili in tante al52 • Caccia Passione


Munizioni

Nella parte sinistra spicca il disegno radiografico della cartuccia con gli specifici riferimenti alla punta riportata in 1, realizzata in rame e polimero, per la resa in volo e per una rapidissima frammentazione all’impatto che induce l’affungamento che si osserva in 2

Nella parte destra il grafico dell’espansione del proiettile e della cessione di energia entrambi molto rapidi e massivi. Lo specchietto inferiore fornisce velocità in piedi al secondo, energia in joules e traiettoria con variazioni in pollici dalla volata alle 500 yarde con scansione ogni 100 yarde

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Una delle prime rosate realizzate ad arma nuova

tre zone del pianeta. Ancora un cenno al bossolo nichelato che allontana la possibilità di ossidazioni anche in climi caldo umidi assicurando nel contempo una migliore scorrevolezza fra caricatore e camera e, soprattutto, nella fase di estrazione che può essere velocizzata al massimo: scelta aziendale leggermente più costosa, ma in definitiva a tutto vantaggio del cliente. La balistica Rivolgiamo ora l’attenzione al pratico specchietto balistico con i dati di velocità ed energia: la prima produzione ovviamente riporta i valori in yarde e piedi al secondo, l’energia sempre espressa in joules. Queste le tappe di rilevamento: volata poi 100, 200, 300, 400, 500 yds. Eccellente la velocità alla bocca con quasi 990 m/sec. che rimangono 775 m/sec a 300 yds. con rispettive energie di 3657 e 2555 joules; ugualmente interessanti i valori di traiettoria per cui con azzeramento a 200 yds si avranno + 3,05 cm a 100 yds e – 14,5 cm a 300 yds. Spingendoci ulte54 • Caccia Passione

riormente leggeremo - 42,5 cm a 400 yds e - 86,6 cm a 500 yds: qui l’energia sarà ancora di 1578 joules e la velocità di 650 m/sec. Ringraziamo Giorgio Rosso e Kevin Ballauri per la prova nel poligono di Carrù dove si sono evidenziate le doti di precisione e costanza: nei tiri abbiamo tolto il freno di bocca fornito con l’arma, inserendo al suo posto la semplice boccola che funge anche da riparo all’egresso delle righe: saremo un po’ masochisti, ma a noi piace sentire come reagisce il fucile allo sparo e qui possiamo confermare che l’assetto e la stabilità sono ottimi con una sensazione di rinculo assolutamente non fastidiosa. Un prodotto quindi con tutte le premesse di riuscita e che ci auguriamo di poter ancora provare, magari sul terreno di caccia. Grazie ad Adrien Koutny della Browning di Herstal, a Frédéric Colombié di BWMI, a Carlo Bonardo dell’omonima armeria sita in Bra (CN) distributrice del marchio per aver reso possibili queste interessanti prove


Munizioni

Il fianco della scatola riporta, ben leggibili, il calibro, la palla usata e il suo peso con la destinazione primaria di impiego

Taratura a 100 m sulla munizione specifica in previsione di qualcosa sul campo: primo colpo leggermente alto, secondo e terzo ad altezza giusta e quasi a contatto fra loro. I 3 cm sopra il punto mirato garantiscono lo zero a 200 m

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Calibri

CALIBRI E CARTUCCE PER IL CINGHIALE

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CALIBRI E CARTUCCE PER IL CINGHIALE Una succinta esposizione di calibri e proiettili per canna rigata affiancata da varie tipologie di palla asciutta per la canna liscia il tutto finalizzato a insidiare il re della macchia: la bestia nera ovvero il cinghiale di Emanuele Tabasso

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untuale come ogni anno ecco che all’avanzare dell’autunno si presenta il rito della caccia al cinghiale: torme di specialisti si sguinzagliano insieme ai loro validi ausiliari a quattro zampe su per le balze degli Appennini, nei primi contrafforti delle Alpi, nei macchioni della Maremma, addentrandosi nelle forre piene di roveti per far uscire allo scoperto e quindi a tiro dei fucili, il setoloso e ruvido padrone dei luoghi, quel cinghiale che dà filo da torcere a tutti, uomini e cani, sovente beffandoli filando di gran carriera tra colpi sparati con tanta fretta e inseguito da innocui moccoli di vario genere. Ma non sempre questo gagliardo carrarmato di Madre Natura la sfanga senza pagare dazio: oramai uomini e mezzi, come si usa dire, si sono specializzati sempre più affinando capacità di tiro alla cor-

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Calibri

sa e adottando fucili, calibri e proiettili perfettamente adeguati alle necessità. Entriamo appena sulla soglia della diatriba tuttora in atto fra chi predilige la canna rigata e chi la canna liscia: la balistica sta dalla parte del rigato per due motivi molto chiari che si riassumono nella frangibilità del proiettile contro un pur minimo ostacolo mentre quello da canna liscia gioca a rimbalzo, e poi nella superiore lesività e potere di arresto. Di qui diversi altri argomenti possono far pendere la bilancia dalla parte opposta e la loro validità è dimostrata dalla continua ricerca evolutiva delle maggiori Case del settore: i tedeschi con Brenneke e gli statunitensi con Remington, e da noi la Gualandi e la Fiocchi, solo per citare alcuni epigoni con parecchi altri non da meno, forniscono palle asciutte virulente e mortifere con ottima precisione alle distanze usuali di ingaggio del selvatico. Questo è un parametro da tenere ben presente: pleonastico sostenere la differenza di rosata fra rigato e liscio a 200 m o più quando il 99% delle situazioni vedrà l’ambito di tiro entro i 50 m. Caccia Passione • 59


Calibri e proiettili per il rigato C’era una volta la cartuccia .30-06 Sprg. Possiamo iniziare con questo aulico dire la presentazione della cartuccia che più di altre si è diffusa fra i cinghialisti supportata da una serie di favorevoli fattori riassumibili in questa rosa: adeguate prestazioni, caricamenti originali con ampia scelta di palle, facile reperibilità, costi non elevati se si pone occhio alla scelta, primarie marche produttrici di semiautomatici così camerati, ricarica con pochi problemi. A corollario di quanto esposto si aggiunga un rinculo che, se non proprio mite, è comunque ben gestibile da chiunque non abbia fisime in proposito. Il verbo italico ha sempre privilegiato la palla da 180 gr quando una buona 150 o 168 gr, spinta a maggiore velocità, può stoppare più facilmente il selvatico grazie al fenomeno dello shock idrodinamico. Poi ognuno ha le sue convinzioni ed è bene che le man60 • Caccia Passione

tenga: basta non dire nulla al verro e mettergli la palla al punto giusto. Su quest’ultima indicazione sta la base per portare a casa la preda. Poi venne il .308 Win. Sempre con lo spirito storico esaminiamo la diretta filiazione della .30-06 Sprg. entrambe nate in ambito militare e poi, con minimi aggiustamenti per la seconda, passate nell’uso civile. La .308 Win. presenta un bossolo più corto della sorella, 51 mm contro 63 mm, contiene meno polvere, ma di diversa vivacità e si è imposta come una delle soluzioni migliori e più usate per il tiro di precisione UIT a 300 m. Questo fattore tocca minimamente la caccia al cinghiale per cui contano la possibilità di avere un fucile con castello più corto, si vedano i Browning BAR Long e Short Trac, con meno peso e un po’ più di maneggevolezza a parità di lunghezza di canna, e una virgola a favore nella funzione del semiautomatismo


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con il carrello che percorre una tratta di pochissimo inferiore. Stranamente a questa è sempre stata preferita la cartuccia più lunga: un motivo può senz’altro essere la maggior flessibilità nelle pressioni quando si ricarica, specialmente con proiettili sopra i 168 gr, lo standard per il .308 Win. Anni addietro i BAR per primi cameravano sia il .300 che il .338 Win. Mag. due belle sberle che nel nostro panorama avevano creato, specie il .300, una sorta di assicurazione sulla cattura per cui anche altri fabbricanti s’erano adeguati. Poi ci si è accorti che la palla da 180 gr spinta a 950 m/sec aveva un’energia sovrabbondante con eccessive doti di penetrazione con palla poco deformabile o devastazione della spoglia con palla a rapida espansione, insieme a un maschio rinculo e a un impennamento del fucile non favorevole al doppiaggio del colpo. Senza contare i costi di gestione: il compianto Pietro Colombano sottolineò a suo tempo l’esame proprio di un BAR in .300 Win. Mag. “bell’arma, degna di una rastrelliera high degree. Un po’ mangiasoldi…”. Le stesse cose, amplificate, si possono dire del .338 Win. Mag. dove tuttavia la maggior sezione di palla gioca a priori favorevolmente alla cessione di energia. Oggi i due calibri da noi sono meno diffusi trovando più sensata applicazione con i cinghiali dell’est europeo con stazza da due a tre quintali. Non va dimenticato un calibro piuttosto recente e poco conosciuto che si trova 62 • Caccia Passione

da Bignami: il .338 Federal nasce con facilità allargando il colletto della .308 Win. a quella misura cara agli statunitensi che vale da noi gli 8,5 mm. Montando palle da 180 o 200 gr la carica non esasperata coniuga nella media distanza una buona


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tensione di traiettoria, energia cospicua, pregevole potere di arresto e poi un rinculo padroneggiabile da chiunque così da poter doppiare o triplicare il colpo con facilità. A volte ritornano e quando lo fanno apro-

no la porta al rimpianto per l’oblio in cui li si è lasciati: parliamo di calibri tedeschi messi in angolo dalla tambureggiante presenza degli statunitensi nei decenni dopo la II GM e il 9,3x62, messo a punto dal tecnico berlinese Otto Bock nel 1905, è fra questi. La destinazione primaria era per le colonie tedesche in Africa: una cartuccia non di vertice come la sorella 9,3x64 di Brenneke, ma impiegabile su carabine con meccanica e dimensioni della Mauser K98, dal rinculo contenuto in rapporto al lavoro svolto. Insomma non era la cartuccia con cui insidiare da vicino i pachidermi pericolosi, ma tutto il resto era alla sua portata: così non molti anni fa i produttori di carabine semiauto la inclusero nella gamma delle proposte. Il successo è stato rapido per queste ragioni: disponibilità di diversi caricamenti originali, prezzo più che abbordabile per alcune marche, rinculo meno imperativo che nei magnum con buona diluizione nel tempuscolo di riarmo, celere riacquisizione del bersaglio; fanno seguito poi una convincente cessione di energia grazie al lavoro della palla, usualmente da 18,5 g (286 gr), che assicura un ampio foro d’ingresso, i 9,3 mm fanno già la differenza sul 7,62 mm, un tramite con imponente cavità e un sostanzioso foro di egresso utile per l’eventuale ricerca con il cane da traccia. Di pari passo sono giunti nuovamente al pubblico il 9,3x74R e l’8x75R: il secondo Caccia Passione • 63


meno diffuso e usualmente camerato nei kipplauf, il primo decisamente valido per tutti i basculanti, in particolare per i due canne rigate parallele o sovrapposte. Anche qui le vecchie teorie balistiche sposano con favore le più recenti necessità della caccia al cinghiale: il lungo bossolo con minimo angolo di spalla mantiene pressioni basse e rinculo ridotto mentre la palla da 19 g, magari una TUG della Brenneke, non lascia incertezze sugli effetti di balistica terminale. Ancora nell’ambito di cartucce tedesche sono sempre validissime la 8x57 e 8x60 IS e IRS così come la 7x64 e la sorella a collarino 7x65R di Brenneke mentre sarebbe interessante che qualche azienda riproponesse la 8x65R, sempre dello stesso progettista: per le carabine lo stupendo 8x68S ha posto in sottordine l’8x64 che, tuttavia, da qualche anno è stato rimesso in produzione da Sellier & Bellot e alcuni fabbricanti di armi lunghe rigate lo ripropongono. Purtroppo le nostre pastoie burocratiche sconsigliano gli importatori di avviare le pratiche per averlo nuovamente in Italia, però un bell’express nell’8 mm di Wilhelm Brenneke ci piacerebbe assai. Saltiamo ancora di là dell’Atlantico visto

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e considerato che circolano diverse semiauto della Remington camerate per il .35 Whelen: l’oblio, parlando delle nostre zone, ha colpito anche questa funzionale cartuccia basata sul bossolo del .30-06 Sprg. con il colletto allargato a .35” (8,9 mm circa): una soluzione che mette insie-


Calibri me rinculo contenuto e notevole letalità grazie ai parametri già esaminati con le 9,3 mm tedesche. Chi possiede una carabina così camerata se la tenga stretta: alla Paganini di Torino, importatrice del marchio con la R verde, dovrebbero disporre tuttora di prestanti cartucce originali. Ancora nel panorama statunitense vanno doverosamente citate la prima ordinanza per fucili a retrocarica, la ruvida .45-70 Gvt. usata nello Springfield Trapdoor, e una delle proposte recenti, di ancora maggiore prestanza, come la .444 Marlin: grazie al bossolo con collarino sono cartucce perfette per fucili basculanti a due canne e la ditta Redolfi di Manerbio (BS) propone un parallelo camerato proprio per la seconda, oppure nello specifico modello a leva a catalogo della Casa statunitense ideatrice del calibro. Nei tiri a breve distanza non si ha tema d’esser sottoarmati: il rinculo si fa sentire, ma l’adrenalina scatenata dal passaggio del cinghiale lo pone in second’ordine. Le migliori Case come Brenneke, RWS, Norma, Hirtenberger propongono caricamenti con differenti proiettili, così come le Case statunitensi come appunto la Remington, la Hornady, la Federal, la Winchester e la Browning. Una nota specifica per la Fiocchi che nel .308 Win. e nel .3006 Sprg. propone caricamenti con la palla Freccia Nera da 165 gr appositamente studiata per il cinghiale: il foro marcato nell’ogiva e la struttura interna assicurano una conveniente penetrazione e un altrettanto valida espansione. Per finire in gloria la Casa di Lecco ha studiato un sistema produttivo per stampaggio a cui fa seguito un prezzo molto favorevole e un rivestimento esterno che impedisce i depositi parassitari nella canna. Ci fermiamo qui solo per carenza di spazio, non certo di argomenti perché le cartucce da canna rigata utili per il cinghiale sono ancora parecchie: queste tuttavia sono attualmente quelle più usate e ad esse abbiamo fatto riferimento.

Chiudiamo i calibri da canna rigata con una nuova proposta di RWS vista all’IWA dello scorso anno: la cartuccia 10,3x68 con bossolo cinturato, spalla appena accennata a profilo convesso, palla ST basata sulla tecnologia dell’indiscussa HMantel con peso di 18,5 g. Il complesso promette mirabilia per ogni selvatico possente e di grossa taglia. Non fatichiamo a crederlo.

Calibri e proiettili per il liscio Per chi ama cacciare la bestia nera con la canna liscia, sia in un due canne che in un semiutomatico, non c’è molto da scegliere quanto al calibro: i razionalisti scelgono il 12/76 in cui ben sovente impiegano le cartucce in 12/70, mentre chi ha qualche problema per il peso dell’arma e per il rinculo opta per il 20/76, anche qui impiegando usualmente le cartucce 20/70. Il motivo è presto detto: la funzione di queste cariche si affida all’energia ottenuta con il peso notevole del proiettile intorno ai 31 g per il calibro superiore e alla sua sezione di circa 18,2 mm, menCaccia Passione • 65


tre la velocità, che rammentiamo gioca al quadrato nel computo, non è certo brillante in valore comparato con quanto espresso da una canna rigata per cui i valori si pongono in media a 440/470 m/ sec e 750/850 m/sec. Va da sé che l’effetto shock idrodinamico non si raggiunge con la canna liscia, ma in compenso si provoca una lesione traumatica molto forte: tutto ovviamente entro distanze contenute. La scelta di questa tipologia d’arma fa leva sull’abitudine d’impiego con munizione a pallini: la maneggevolezza viene al primo posto e, specie se si impiega un semiauto, una canna slug si acquista a prezzo contenuto, la si monta in un momento e la ridotta lunghezza rende il fucile ancora più pronto alla spalla e al brandeggio. Sul numero di colpi si ha la limitazione a tre e con un due canne ce n’è uno in meno, ma se non si deve far fuoco di copertura o compararsi con il Marco Benecchi detto “l’ammazzasette” (sul web circolano foto su un suo recente filotto che suscitano ammirazione per la bravura), ecco che un semiauto a presa di gas piuttosto che inerziale serve a meraviglia. Sulle cartucce c’è l’imbarazzo della scelta: in principio era la Brenneke, la palla asciutta per antonomasia, affiancata dalla Stendebach che molti non hanno mai visto. Questa era un cilindro spesso, cavo all’interno e in tale cavità sporgevano delle alette elicoidali ricavate di fusione: nell’idea del progettista avrebbero dovuto imprimere la rotazione necessaria a stabilizzare il proiettile. Poi s’è visto che tale fine era meglio assicurato dallo studio sul baricentro dinamico con massa davanti e spinta ben indietro: la spessa borra avvitata posteriormente ha tale funzione. Di lì si è passati a studi assai più elaborati sia della Brenneke che della Remington, solo per citare due epigoni, cui si è affiancata con soluzioni di vertice le nostre Fiocchi e Gualandi: la forma di quest’ultima palla e i suoi componenti, 66 • Caccia Passione


Calibri

un intruglio segreto, una pozione sciamanica, scatenano una precisione straordinaria e una letalità tale che l’A.L.C. (Associazione Liberi Cinghiali) dirama ai suoi adepti i luoghi dove si usa tale ritrovato. Fuor di battute è un orgoglio tutto italiano di cui andare fieri. Come si può notare esaminando le ultime soluzioni la ricerca verte su una lega specifica, una forma funzionale alla precisione (quindi alla regolare uscita di canna), velocità congrua a determinare sia la precisione stessa che

il potere di arresto dilatando, per quanto possibile, il raggio d’azione utile. Va da sé che anche in questo ambito esistano proposte con o senza piombo. A capo di tutte queste considerazioni sta la prudenza nella scelta e nell’impiego: un occhio di riguardo alle pressioni sviluppate e alla bancatura dell’arma toglieranno a priori i rischi di brutti incidenti. E già che chiudiamo con le raccomandazioni è bene ricordare di non mescolare mai i due calibri più usati riportati all’inizio del paragrafo: Caccia Passione • 67


la primaria causa di scoppio della canna in un semiauto è data dall’introdurre inavvertitamente in un 12 una cartuccia del 20 che sparisce fino a incontrare il cono di pendenza fra camera e asta. Il passaggio

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successivo sulla via dell’incidente consiste nell’avvedersi di non aver la cartuccia in camera e infilarne un’altra, questa volta del 12, e richiudere il carrello otturatore. Nella migliore delle ipotesi si gonfia e magari si crepa la canna, ma nella peggiore un pallino percuote l’innesco della calibro 20 che allegramente deflagra là dove le pareti della canna sono già molto assottigliate. La cosiddetta mano debole lo diventerà molto di più, se ancora il chirurgo riuscirà a rappezzarla.


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Digiscoping

SMARTSCOPING BY SWAROVSKIOPTIK

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SMARTSCOPING BY SWAROVSKIOPTIK L’abbinamento fra uno smartphone di ultima generazione e un telescopio/binocolo di qualità offre interessanti vantaggi al cacciatore, anche oltre la documentazione. Vediamo come funziona questa nuova forma di Digiscoping. Testi e foto di Riccardo Camusso

Una delle prime rosate realizzate ad arma nuova

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o confesso: agli inizi ero scettico su tradizionale (con reflex o Mirror-Less) fosse quello che oggi definiamo “Smart- davvero molto grande. scoping”, cioè l’abbinamento tra uno Oggi, pur senza tradire la fotocamera, smartPhone e il binocolo o il telescopio mi ricredo: le prestazioni video-fotografiutilizzati a caccia. Da vecchio appassio- che dei moderni smartPhone, unitamennato di caccia fotografica, ritenevo che Il te agli specifici adattatori proposti dalla divario qualitativo rispetto al Digiscoping Swarovski Optik, sono di tale alto livello 72 • Caccia Passione


Digiscoping

Per praticare lo SmartScoping, è sufficiente uno SmartPhone e lo specifico adattatore

che allargano il campo del Digiscoping non soltanto dal punto di vista della documentazione, ma anche in chiave qualitativa. Utile, quindi, esaminare le prerogative dello SmartScoping sotto l’aspetto puramente venatorio/fotografico. Trascurerò, quindi, i vantaggi che gli smartphone oggi ci offrono in tema di comunicazione e indicherò soltanto le specifiche fotografiche dell’abbinamento con telescopi e/o binocoli. Partiamo da un principio fondamentale: le sofisticate fotocamere del nostro smartphone non “leggono” direttamente la scena reale che hanno di fronte, ma devono fornirci la fedele registrazione della realtà virtuale a loro offerta dalle lenti del binocolo o del lungo. Queste lenti, dunque, sono assolutamente decisive dal punto di vista della qualità; quelle rivestite in vetro zaffiro delle fotocamere degli smartphone passano quasi in second’ordine. Considerando, infine, che tutti cerchiamo la massima semplicità d’uso – come piace agli amanti del “punta “punta e scatta” scatta” – cerchiamo di capire bene il funzionamento pratico dello SmartScoping, senza scomodare termini fotografici strettamente tecnici. Fra i numerosi smartphone di ultima generazione, faremo particolare

:L’adattatore SwarovskiOptik e l’anello PA, da scegliere a seconda dello strumento

riferimento agli I-Phone, assai esemplificativi per lo SmartScoping, e agli specifici adattatori (PA-i5; PA-i6s; PA-i7; PA-i8) che la Swarovski Optik produce per l’abbinamento con i propri telescopi e binocoli. - L’abbinamento L’abbinamento fra l’I-Phone e il binocolo/telescopio è afocale (cioè senza lenti interposte): si applica una gabbietta metallica su misura all’I-Phone (usata anche come protezione o cover) e ad essa si avvita l’anello specifico a seconda del diametro dell’oculare. Il gioco è fatto, fissando cioè lo smart a pressione sulla conchiglia gommata dell’oculare. Non resta che digitare il tasto “fotografia”, mettere a fuoco e premere il pulsante di scatto. Caccia Passione • 73


Lo SmartPhone in opzione fotografia e un capriolo ripreso con il lungo

- La Messa a Fuoco avviene in due tempi: prima si fa una messa a fuoco approssimativa attraverso la ghiera millimetrico del binocolo/telescopio; poi, si sfrutta l’autofocus l’ autofocus della fotocamera dello Smart, in touch-screen sullo schermo. Questa specie di autofocus è un sistema a ricerca di fase (Phase Detection) che diventa fondamentale nello SmartScoping: senza entrare nei dettagli tecnici, questo sistema ricerca la fase sulla seconda lente dello strumento ottico; non utilizza specchi ma la comparazione della luce che passa dalle aperture sui lati opposti delle lenti. Esattamente come avviene nelle fotocamere Mirror Less. Nella pratica, digitando il punto dove si vuole concentrare la Messa a fuoco, la fotocamera dello smartphone la esegue velocemente, in automatico, utilizzando due fotodiodi per ogni singolo pixel (le fotocamere degli IPhone hanno 12Mpixel). Tutto ciò anche se il fuoco nell’ oculare non è perfetto. Un vero e proprio “miracolo”, specialmente nelle condizioni difficili sul campo, come quando si deve mettere a fuoco il dettaglio di un animale selvatico in movimento o in presenza di fitta vegetazione… Scusate se è poco! - Una prerogativa di grande utilità per lo 74 • Caccia Passione

SmartScoping è lo stabilizzatore. Quello dei moderni smartphone è uno stabilizzatore ottico (OIS) che agisce meccanicamente sulla fotocamera per bilanciare i movimenti fatti dal cacciatore ed evitare il mosso in foto e video. La stabilizzazione ottica – attesa e fondamentale nel Digiscoping - garantisce una compensazione dei movimenti della mano, ma non può, né potrà mai, annullare i movimenti veloci di un soggetto o, nel nostro caso, di un animale selvatico…


Digiscoping

- Per quanto riguarda lo zoom gli smartphone con un solo obiettivo hanno generalmente uno zoom digitale che arriva fino a 5x (I-Phone 7). Lo zoom digitale è meno preciso di quello ottico (come nelle fotocamere reflex): elabora l’immagine a livello software e comporta uno scarso dettaglio e imperfezioni visive. Nel nostro caso dello Smartscoping, quindi, lo zoom (eseguibile aprendo pollice e indice della mano) serve unicamente per evitare la vi-

gnettatura. Come avviene nelle MirroLess o nelle compatte. Alcuni modelli di smart (come l’Iphone 7plus) dispongono di due obiettivi, affiancati, che si alternano in automatico; il primo è un “grandangolare”, il secondo è un “teleobiettivo” con uno zoom ottico che raggiunge (ma solo nominalmente) un ingrandimento ottico di 2x e un ingrandimento digitale fino a 10x. In pratica, gli smart con un solo obiettivo da 4,7 pollici, equivalente a un 28mm a f/1.8; f/1.8; Caccia Passione • 75


Con a nuova testa professionale PTH, si evita il mosso anche praticando lo SmartScoping

gli smartphone con 2 obiettivi, invece, affiancano un “teleobiettivo” da 56mm e diaframma f/2.8. Quale è la soluzione migliore in SmartScoping? Non ci sono dubbi: gli zoom, ottici o digitali, o entrambi, degli smartphone devono servire soltanto ad una eliminazione della vignettatura, punto. Agli ingrandimenti reali ci pensa – assolutamente – il lungo e/o il binocolo. E lo sa fare molto, molto meglio. Dimentichiamo quello che chiamano effetto “bokeh “bokeh” ” (fondo sfocato) ottenibile con gli zoom ottici delle fotocamere degli smartphone: nulla a che fare, neppure lontanamente, con a profondità di campo (volutamente) ridottissima dei teleobiettivi.

gamma di luci e ombre tramite la cattura di 3 versioni della stessa scena: una sovraesposta, una sottoesposta ed una a esposizione media).

Questi argomenti meritano un approfondimento tecnico, pur limitando l’esame delle specifiche che interessano direttamente l’abbinamento lungo-smartphone. Nel prossimo numero vedremo meglio le potenzialità dei sensori a 12MP, 12MP, il software della fotocamera che consente la realizzazione di foto in formato RAW RAW,, la modifica dei parametri (sensibilità ISO, livello del Bianco, velocità dello scatto, MAF a inseguimento ecc.). Soprattutto non dimentichiamo certo le grandi prestazioni dello Smartscoping in video (anche in HD, - Molto utile, per lo SmartScoping la fun- full HD e ultra HD/4K: 3840 x 2160 pixel) pixel) e zione HDR (Hight Dynamic Range) Range),, che le numerose app creative. (riccardo.capermette di creare foto con una vasta musso@alice.it) 76 • Caccia Passione


Digiscoping

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IL CACCIATORE DI LUPI Ergun giovane immigrato Turco cerca fortuna in Italia, racconta la sua storia di pastore e cacciatore al suo collega di lavoro ed del suo inseparabile compagno a quattro zampe nella difesa del gregge dai lupi. di Marco Valsecchi

femmina adulta Muflone + piccolo (pietraia lago Lario)

Giovane yearling Muflone

l paranco aveva teso la catena che azionava la puleggia della porta del forno spalancandola completamente, l’officina era stata invasa da una luce bianca accecante ed da un improvviso intenso calore. Un pesante disco di acciaio brillava come un sole di colore rosso al suo interno. Ergun aveva aggrottato la fronte per lo sforzo, pesanti occhiali scuri proteggevano gli occhi dal riverbero ed un grembiale color alluminio lasciava

scoperti possenti bicipiti da cui sporgevano le vene che li avvinghiavano come edera. Lentamente aveva estratto l’ultimo pezzo utilizzando una lunga tenaglia posizionandolo sotto il maglio idraulico di colore grigio scuro, ricoperto di olio lubrificante, che incombeva sopra la sua testa come una torre. Il pavimento aveva iniziato a tremare come squassato da un terremoto, il fischio di una vecchia locomotiva a vapore aveva preannunciato la

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Racconti discesa repentina del pesante ariete di metallo schiantandosi contro il tondo incandescente che aveva iniziato a cambiare di forma sotto i violenti e repentini urti. Ora i colori erano virati verso l’arancio ed antracite formando una pesante crosta di scoria di minerale di ferro simile a lava che si raffreddava . Il suono acuto della sirena aveva scandito la pausa della mattina, Ergun si era passato un fazzoletto per asciugarsi il sudore e si era avviato lentamente a prendere una piccola sacca di tessuto grezzo, che teneva nelle vicinanze del macchinario con all’interno poche cose portate da casa . Si era seduto stravolto dalla fatica su una pira ordinata di flange raffreddate che fungevano da sgabello e tavolo , andando a scaldare il pane e della salsiccia fresca su dei pezzi ancora caldi a mo’ di grill. Battista, detto il “Bocia” per la giovane età, aiutava Ergun al pesante macchinario si era avvicinato sedendosi accanto, aveva estratto dalla tasca una cartina e del tabacco e aveva preparato con dovizia due sigarette Turkish style offrendola come gesto di condivisione. L’aveva accesa con uno accendino zippo con incisa una mezzaluna sullo sfondo di una moschea poi con una espressione pensierosa aveva inspirato una prima boccata in cerca di sensazioni espirando del fumo azzurrognolo che saliva verso l’alto disperdendonsi come una piccola nuvoletta nell’ annerito capannone. Vivere e lavorare in un paese che non era il proprio , lo faceva sentire un pesce fuor d’acqua gli mancava tanto la sua famiglia in primis il suo lavoro di allevatore e la caccia , aveva dovuto migrare per via della crisi economica causata dalla guerra in Siria .Volgendosi verso Battista si era rivolto di colpo in tono brusco, per rompere quel silenzio dell’ animo assordante : “lo conosci il cane da pastore dell’ Anatolia?” Stupito della domanda aveva fatto un cenno con il capo “No”. Sai e‘ un ausiliare straordinario ed enorme piu’ alto di me quando si alza sulle zampe posteriori ,riesce a tenere a bada i lupi pur di proteggere il suo gregge

, io ne ho posseduti diversi… Il Bocia incuriosito gli aveva fatto un cenno con il capo per proseguire ascoltandolo con con interesse , “la mia gente ha eretto in alcune citta’ delle statue per rendere merito del suo prezioso lavoro” Discendo da una famiglia di pastori nomadi i “Borsut “siamo gli ultimi che viviamo spostandoci seguendo le stagioni, abbiamo poche cose che possediamo che possiamo caricare sui muli , per noi sono importanti : Una Teiera , un tappeto per sdraiarsi, delle bacinelle per servire il pasto,secchi per la mungitura i nostri ripari sono costruiti con la pietra, forse e’ l’unico elemento che non manca mai in Anatolia , una terra brulla i sentieri scavati dal passaggio millenario degli animali si possono scorgere in lontananza come il retro di una foglia ,la pietra immobile spigolosa di colore chiara e’ ovunque come granelli di sabbia a casa sono rimasti i miei genitori che sono ormai anziani. Ho dato nome al mio prezioso aiutante Buluk (In lingua Turca significa Nuvola) e gli si addice alla perfezione il suo mantello soffice e’ di colore bianco per renderlo visibile quando la luce e’ scarsa e devi riconoscerlo con certezza dal lupo nel caso che devi usare il fucile , porta un collare speciale con degli spuntoni di metallo per proteggerlo dal morso alla gola del lupo ,si adatta agli estremi climatici :freddo d’ inverno con tanta neve e un caldo insopportabile d’ estate , conosce pochi ed esenziali comandi , e’ un animale antico che vive nella nostra terra dalla notte dei tempi e’ equilibrato e tenace ,sa fiutare il pericolo,ha assenza di istinto predatorio verso gli ovidi. Il suo sguardo profondo e vigile sembra potere leggere il tuo profondo dell’ animo , posso dirti con certezza che le sue virtu paragonate alle miserie caratteriali dell ‘uomo in particolare la capacita’ di distruggere il suo ambiente e di fare male ai suoi simili come la guerra che mi ha spinto fin qua nelle tue montagne in cerca di un futuro che mi appare ancora ignoto… Le pecore vivono allo stato semibrado e sono la nostra unica fonte di reddito si spostaCaccia Passione • 79


no su ripidi pendii in cerca di fili d’erba come fiocchi di cotone portati dal vento ,alla sera ed al mattino vengono condotte per la mungitura , allo stazzo . I lupi sono una sfida costante per i nostri amici a quattro zampe , non sapere quando il gregge verra’ attaccato rende il compito della vigilanza un impresa ardua sia di notte che di giorno , nella nostra cultura i lupi sono considerati animali intelligenti , scaltri , coraggiosi sono la rappresentazione perfetta della forza ,infatti gli eserciti dalla notte dei tempi lo scelgono come proprio emblema, e’ l’ espressione del caos quando attacca , vivono normalmente in gruppo con un animale capo branco e non e’ infrequente che singoli individui cacciati diventino Killer silenziosi ed imprevedibili. Il momento migliore per sferrare un attacco e’ quando la luce scarseggia , molte volte esco dal mio rifugio attirato dagli ululati e posso distintamente cogliere le diverse tonalità dei lamenti che compongono il branco mentre si chiamano a vicenda, sono un vero e proprio linguaggio che mi ricorda che loro sono li da millenni e quell’ habitat gli appartiene ed io e il mio gregge siamo in costante competizione per potere coabitare .Si avvicinano strisciando senza mai essere visti ,poi quando sono certi del risultato sferrano l ‘attacco creando scompiglio nel gruppo delle pecore ,spesso alcune si staccano terrorizzate e vengono inesorabilmente rincorse e morse alla gola come dracula i possenti canini sprofondano nella tenera carne spezzando successivamente il collo come un ramo di legna secca ed una volta atterrata addenta il ventre nutrendosi successivamente dei muscoli, rapidamente passando ad un altro capo. Il cane in queste situazioni deve prendere delle decisioni rapide in autonomia e si schiera a difesa del gruppo alzando la coda come un vessillo ed arruffando ulteriormente il pelo rendendosi ancora piu grande avanzando verso la minaccia , abbaiando senza mai arretrare un metro e mostrare paura mostrando i denti in segno di forza . 80 • Caccia Passione

Dettaglio moschetto inizio secolo 1900

Buluk cerca il mio aiuto mi desto repentinamente dalla dormiveglia , sono sdraiato per terra sul tappeto vicino al fuoco, in un attimo mi infilo gli stivali di cuoio e la giacca di velluto color marron a coste larghe che per me e’ una sorta di seconda pelle specialmente quando piove e fa freddo , dalle tasche sporgono i bossoli di ottone delle munizioni , la vecchia malconcia doppietta Yldiz che sembra piu un utensile da agricoltura e’ sempre appoggiata all’ingresso , mentre corro fuori sento in lontananza le urla di disperazione dei miei amati animali e sono costretto a essere risoluto prendo la mira di istinto in corsa sparo i due colpi cogliendo un latrato. Il lupo e’ stato colpito , cerco di richiamare i capi utilizzando un fischio e estraendo dal tascapane della salgemma per attirarle e radunarle di nuovo vicino a me.


Racconti

mani callose

Poi devo compiere un gesto di pieta’ verso i capi che belano feriti mortalmente per accorciare la sofferenza tengo ferma la testa con le gambe estraendo il mio coltello da tasca “Bursut” che ogni pastore porta sempre con se, il manico e’ ricavato da un corno di ariete e la lama ha inciso le mie inziali ,sento il sangue colare come un liquido vischioso che mi scalda le mani in maniera innaturale. Domani le dovro’ caricarle su un carro e portarle al mercato per scambiarle con cose utili e dei cereali e del te.. I predatori guidati dal loro istinto eccitati dalla disponibilita’ di facili prede uccidono piu’ della loro necessita’ e’ questo aspetto per noi pastori costa in termini di tanti capi irrimediabilmente persi in particolare gli agnelli che sono l’ incremento del nostro misero reddito. Eccolo li ,un giovane maschio ma non per questo meno pericoloso, giace in una immobile posa di fuga , la grossa testa larga e sfuggente il collo possente le orecchie ritte,gli occhi obliqui sembravano guardarmi in maniera indagatoria , sentii un brivido scorrere nella schiena poi mi soffermai di nuovo in cerca di dettagli che avrei conservato per sempre nella mia memoria era una macchina perfetta creata da madre natura , lunghe zampe un tronco robusto , un rivolo di sangue color corallo colava dalla bocca dove sporgevano le sue armi letali i denti canini simili a sciabole , il pelo beige brillava alla poca luce , dissi tra me “domani mi occupero di te” . Alla fine allo stazzo cala un silenzio irreale gli

animali sono ancora spaventati e si sfregano i musi a vicenda in cerca di un contatto che li rassicuri , alla luce faro’ un quadro completo dell’ accaduto .L’ epilogo dello scontro non prevede mai ne vinti ne vincitori , un predatore e’ perito e sull’altro lato del campo sono rimaste tante pecore morte , se il prossimo attacco sara’ condotto da un gruppo di lupi l’esito sara’ ancora piu’ incerto , la mia non e’ cattiveria ma solo spirito di sopravvivenza . Poi e’ il momento di preparare una tazza di te per scaldare il mio stomaco che e’ diventato un’ enorme pietra per la tensione ,metto nuovi rami secchi raccolti il giorno prima , ritrovata la calma richiamo il mio infaticabile compagno Bulut ho preparato delle croste di formaggio come premio per il suo coraggio oggi ha salvato la vita a tante pecore , lo porto vicino al focolare delimitato da grosse pietre messe in circolo e lo guardo negli occhi il mio volto e’ riflesso nel suo iride in cerca di conforto lo accarezzo per esprimere la mia profonda gratitudine e lui capisce il mio stato d’ animo mi inginocchio e lo abbraccio questa e’ la cosa che mi tranquillizza il mio cane il mio migliore amico poi come dei naufraghi su una barca nell’ oceano della vita lo ringrazio nuovamente, come un fantasma Buluk sparisce all’ esterno dove sono nuovamente radunate le pecore e mi addormento di schianto sopraffatto dalla fatica….La sirena nuovamente suona scandendo il ritorno della attivita’ lavorativa.

Il vecchio cacciatore “nopi” 98 anni !

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AUJESZKY, IL VIRUS CHE SI TRASMETTE DAL CINGHIALE AL CANE

La malattia di Aujeszky è un virus letale per i cani da caccia che può essere contratto quando un segugio viene morso da un cinghiale o un suino infetto. Di Francesca Baranello

Andare a caccia con il proprio cane è un’esperienza entusiasmante, che rende indissolubile il legame già profondo tra l’animale a quattro zampe e il suo padrone. Le uscite all’aperto e la caccia, a volte possono rappresentare dei pericoli per il cane. Questo, infatti, potrebbe contrarre dei virus o delle malattie in grado di mettere in pericolo la sua sopravvivenza. Tra queste una patologia pericolosa per il compagno di caccia a quattro zampe è la malattia di Aujeszky, che ha come portatori 82 • Caccia Passione

sani i maiali o i cinghiali. Il virus è stato osservato per la prima volta nel 1813 nel bestiame allevato negli Stati Uniti. Gli animali che contraevano il virus manifestavano un prurito intenso da qui la definizione di mad itch, e la maggior parte delle volte andavano incontro alla morte. La malattia successivamente arrivò anche in Europa. Proprio in Svizzera nel 1849 fu definita per la prima volta Pseudorabbia, in quanto i sintomi erano molto simili a quelli della rabbia.


Veterinaria

Nel corso degli anni gli studi per capire come affrontare la malattia e la sua origine continuarono. Nel 1902 Aujeszky, studioso da cui la malattia prende il nome, capì che il virus non era di origine batterica. Fino a quando nel 1910 Schmiedhofer a seguito di esperimenti approfonditi stabilì che l’agente della patologia era di tipo virale. Attualmente la Pseudorabbia è ancora diffusa. L’herpesvirus (alphaherpesvirus) si annida all’interno dell’organismo di suini o cinghiali. Nonostante questo la malattia può essere trasmessa a molte altre specie di mammiferi, in particolare modo ai carnivori, ai ruminanti ed agli equidi. Grazie ai moderni studi si è potuto stabilire che il sierotipo del virus è unico, ma ci sono diversi ceppi che agiscono in modo differente in base all’animale o all’età dello stesso. Per esempio, il ceppo presente nei cinghiali, è attenuato rispetto a quello dei suini, ma ha un ciclo di sviluppo differente rispetto a quello del maiale domestico. I cani da caccia possono

infettarsi in vario modo. Ingerendo le interiora o la carne cruda di suino e cinghiale, con il morso o tramite contatto diretto. Quest’ultimi sono i casi che si presentano soprattutto durante una battuta di caccia al cinghiale. Nel momento in cui un cane viene contagiato, i principali sintomi si possono rivelare a livello neurologico. In questo caso nell’animale si possono manifestare delle encefalomielite, paralisi alla laringe e un intenso prurito, che può portare nei casi estremi l’animale all’automutilazione. Di solito l’incubazione va dai 2 ai 6 giorni, mentre la diffusione della malattia che porta alla morte è rapida. Avviane entro le 48 ora dalla manifestazione dei primi sintomi. Ai primi sintomi è bene consultare un veterinario, anche se non esiste un trattamento efficace che possa sconfiggere la malattia. L’unico modo per mettere al sicuro il cane dalla malattia di Aujezsky è quello di limitare il contatto con i portatori sani del virus ed evitare di basare l’alimentazione del segugio con carne cruda di suino e cinghiale. Caccia Passione • 83


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