2 minute read

Il grande libro del paesaggio

SCIENZA Il grande libro del paesaggio

La fisionomia dei luoghi è la conseguenza della relazione tra natura e attività umana. Vediamo, allora, come si traduce in termini scientifici questo rapporto

Advertisement

testo e foto di Giuliano Cervi*

Qual è la più semplice e immediata definizione del paesaggio? È la fisionomia di un determinato territorio così come viene a visualizzarsi a seguito della interrelazione, talvolta millenaria, tra assetto ambientale e attività umana. NON SOLO CORNICE Gran parte del paesaggio italiano trova riscontro in questa definizione: sono, infatti, assai modeste le porzioni di territorio nelle quali la fisionomia dei luoghi consegue essenzialmente alle dinamiche naturali dovute all'azione degli agenti

La rilevanza culturale del paesaggio è assolutamente significativa, specie per quanto riguarda l’affermarsi in Italia delle prime leggi per la tutela del territorio

A sinistra, un alpeggio nell'alta Valle di Alagna. In alto, la veduta dal Monte Staffola nell'Appennino emiliano. Sopra, l'ampia radura dei Prati di Sara nell'alto Appennino tosco-emiliano atmosferici e ai processi tettonici e geomorfologici. Questo concetto va ben oltre il tradizionale approccio estetizzante al “paesaggio”, interpretato principalmente come “cornice pittoresca”, incentrata sulla cosiddetta bellezza di insieme ed espressa da un mirabile equilibrio compositivo, per entrare invece nel merito del suo significato

Il paesaggio può essere paragonato a un libro “visivo”, le cui pagine sono costituite da altrettante immagini

scientifico-culturale di immagine consolidata dei vicendevoli processi di trasformazione che nel corso del tempo ne hanno plasmato e caratterizzato la fisionomia. In altri termini il paesaggio può essere paragonato a un libro “visivo” le cui pagine sono costituite da altrettante immagini, leggendo le quali si riesce a comprendere con grande efficacia la natura e il complesso l’evolversi dei diversi luoghi. Conseguentemente il paesaggio assume una fondamentale importanza didattica, ponendosi come il più efficace strumento per conoscere in modo compiuto il territorio.

IL PAESAGGIO, UN BENE CULTURALE L’approccio scientifico e razionale al concetto del paesaggio non deve tuttavia intendersi in contrapposizione alla cosiddetta estetica del paesaggio, la cui rilevanza culturale è assolutamente significativa, specialmente per quanto riguarda l’affermarsi in Italia delle prime leggi per la tutela del territorio, a partire dalla “legge Bottai” del 1939, per giungere alla Legge 431/85 e all’attuale Dlgs 42/2004: viene infatti superato quell’approccio soggettivo ed estetizzante che frequentemente ha penalizzato l’affermarsi di un’efficace politica di tutela del paesaggio, e che invece sino a un recente passato era spesso perseguito da molti degli organi istituzionali preposti alla sua salvaguardia. Questo concetto di paesaggio ne sostanzia inoltre fortemente il suo carattere di bene culturale, come peraltro sancito dall'articolo 9 della Costituzione Italiana, rendendone manifesta la sua essenza di patrimonio della Nazione: la sua alterazione si configura come un evidente danno nei confronti di un patrimonio che appartiene a tutta la collettività. Ne consegue che la sua conservazione dovrebbe costituire uno degli obiettivi primari delle politiche di gestione del territorio montano, ponendo finalmente le basi per un’auspicata rivoluzione della disciplina urbanistica, che sia innanzitutto impostata sulla puntuale conoscenza storico-ambientale del territorio, da intendersi come presupposto fondamentale per una corretta pianificazione non solo delle Terre alte ma anche dell’intero territorio italiano. * Presidente Comitato Scientifico Centrale Cai

This article is from: