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sentieristica? Luca Calzolari Libertà e privilegi Franz Rossi

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Indice 2020

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Libertà e privilegi

Viaggiare a piedi nella Natura ti rende partecipe della geografia: per questo sono stato entusiasta di percorrere, in Piemonte, un lungo tratto del Sentiero Italia CAI

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di Franz Rossi

Ci sono esperienze che dovrebbero essere obbligatorie. Esperienze che lasciano il segno e contribuiscono a formarti. Una di queste è compiere a piedi un giro di alcuni giorni per i monti. Data questa premessa, quando mi è stato proposto di seguire un lungo tratto del Sentiero Italia CAI del Piemonte per scriverne la guida, avevo solo una possibile risposta. Viaggiare a piedi è diventato un privilegio. I ritmi frenetici delle nostre esistenze ci obbligano a scegliere sempre il mezzo più rapido, ma così facendo impoveriamo il senso stesso del viaggio, che non è raggiungere un luogo, ma vivere intensamente lo spostamento. Odio le escursioni fatte di un’andata e ritorno sullo stesso percorso, cerco sempre di creare anelli. Il motivo è che in qualche modo mi sento alla catena. Una catena che mi lega all’auto che mi ha portato al punto di partenza e la cui lunghezza è data dalla distanza che riesco a coprire in alcune ore. In un sentiero a tappe, invece, fin da subito provo quel senso di libertà di chi procede sapendo di non dover ritornare. Quel senso di eccitazione figlio dell’esplorazione di nuovi territori. Parto e guardo verso il primo colle, non so ancora cosa vedrò appena valicato, so solo che scenderò per poi risalirne un altro o per trovare il rifugio in cui potrò riposarmi. Viaggiare a piedi ti rende partecipe della geografia. Alle elementari ho imparato a memoria i capoluoghi di provincia. Elenchi di nomi che al mio orecchio di bambino suonavano bizzarri (Vercelli, Campobasso, Ancona, Benevento…) e che solo da adulto ho associato a memorie visive. Similmente tracciare con i piedi i sentieri che hai studiato sulla carta, te li fa interiorizzare, li rende parte di te. Ogni albero, ogni pietra, ogni torrente si imprimono nella tua memoria e contribuiscono a formare una mappa emozionale che puoi ripercorrere ogni volta che vuoi. Viaggiare a piedi nella Natura ti rimette in contatto con chi sei veramente. La fatica del passo e dello zaino ti permettono di esplorare i tuoi limiti fisici e mentali. La voce silenziosa della Natura entra in risonanza con la tua voce interiore e inizi a pensare con il corpo più che con la mente. Ora dopo ora, ti spogli delle sovrastrutture culturali e scopri la parte istintuale che c’è in te. Inizi a fidarti delle sensazioni più che delle conoscenze. Scopri che ogni essere umano ha risorse che non adopera e impari a farci conto. Il viaggiare, infine, è fatto di incontri. Persone che si portano dietro un bagaglio inesauribile di storie. Seduti attorno al tavolo del rifugio ci si racconta volentieri. Così scopri grandi avventurieri dietro a un impiegato o a una professoressa. Grandi poeti, dietro a un pastore o a una locandiera. Scopri amore per la tradizione e rispetto per la Natura che nessuna serie tv riesce a trasmettere. Non incontri solo persone, ma anche animali, alberi, sorgenti alpine e trasparenti laghi. Sorprendi i giovani stambecchi a strappare i ciuffi d’erba dalle rocce. Spii il volo alto del rapace che stringe in cerchi concentrici verso l’ignara preda. Fai il verso al fischio della marmotta, accarezzi la ruvida corteccia del larice, ti ristori con l’acqua gelida della fonte. Il SICAI è un filo di perle che orna il décolletè del nostro Paese. Ogni tappa svela una perla, un angolo meraviglioso d’Italia. Percorrerlo con occhi curiosi è un privilegio. Come un buongustaio che, seduto al tavolo di uno chef, decide per il menù del giorno, volendo essere sorpreso da ogni portata. Basta fare il primo passo, lasciarsi trasportare dalla corrente, e subito inizia l’avventura.

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