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Introduzione Luca Calzolari

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Lettere

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La sinfonia del silenzio

La neve. Ah, la neve. Quando tutto s'imbianca si ha sempre la percezione di una magia rinnovata. «Poveretto chi non sa sciare né pattinare. Di tanta neve, che se ne fa? Tutto quel ghiaccio non gli serve a nulla. Di tanta gioia lui non può godere: al massimo si farà una granita in un bicchiere». Tra le Filastrocche in cielo e in terra di Gianni Rodari c'è questa parentesi letteraria enorme - una delle tante - su cui però non ci soffermeremo. Perché ciò che vorremmo arrivare a dire è che a differenza di chi è poco avvezzo alla neve in città (e quindi legittimamente smarrito), noi che la montagna la conosciamo e frequentiamo dovremmo invece essere pratici. Chi la montagna la abita dovrebbe esserci abituato, dovrebbe avere "dimestichezza". Esatto, dovrebbe. Un condizionale utilizzato non a caso. Perché alla neve non ci si abitua mai. La neve, per essere coerenti con quanto descritto da Rodari, è il mondo delle favole. Nessuno potrà mai togliere l'espressione di gioia dal volto dei bambini che modellano un pupazzo di neve. E niente e nessuno potrà negare a noi, che siamo ormai cresciuti, la bellezza di un paesaggio che solo un manto bianco può modellare e modificare fino a trasformarlo in qualcosa di nuovo e lucente. Immagini e sensazioni che tendiamo a correlare al Natale, alla magia delle feste, ai concetti - astratti e concreti allo stesso tempo - di soffice, puro, delicato. Ma non viviamo su un altro pianeta o nelle pieghe di un romanzo. Sappiamo bene quanto la neve, soprattutto per la montagna, abbia anche la sua dimensione economica. Da una parte c'è infatti l'attività sciistica - quest'anno messa a dura prova dal Covid-19 - dall'altra quella turistica. E siccome stiamo tornando progressivamente a riconquistare spazi e luoghi cui abbiamo dovuto giustamente rinunciare a causa della pandemia, con l'inizio del nuovo anno (e sperando in un progressivo miglioramento della situazione) abbiamo pensato di raccogliere e condividere percorsi noti e meno noti. Abbiamo quindi deciso di raccontarvi “l'altra neve”. Quella dei luoghi lontani dagli impianti, da vivere e visitare anche con le ciaspole ai piedi. Luoghi a volte trascurati perché estranei alle tradizionali mète turistiche, dal Trentino-Alto Adige al Friuli-Venezia Giulia (e non solo). Vi suggeriamo quindi numerosi percorsi, attraverso i quali potrete andare alla ricerca di luci, colori ed emozioni che solo certi paesaggi sono capaci di suscitare, soprattutto se innevati. Perché oltre allo sguardo, a essere appagati saranno anche gli altri sensi. Come l'udito, ad esempio. Quell'armonico silenzio che solo in natura è in grado di manifestarsi, nella montagna coperta di neve diventa sinfonia. Quindi, che il concerto abbia inizio. Luca Calzolari

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