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La Grotta di Bossea, storia e storie

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SPELEOLOGIA La Grotta di Bossea, storia e storie

Sono stati messi in rete gli atti dei convegni sul bicentenario della scoperta e sul cinquantesimo dell’istituzione del laboratorio sotterraneo della Grotta di Bossea: uno straordinario repertorio di informazioni, dati, idee e iconografia

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di Massimo (Max) Goldoni

La pubblicazione degli atti dei convegni sulla Grotta di Bossea e sul suo laboratorio carsologico (ovvero dedicato al “mondo di grotta”), tenuti nel 2016 e nel 2019, offrono la grande opportunità di comprendere a fondo quale può essere il ruolo di una cavità nell’arricchire molteplici aspetti della conoscenza, riflettendo anche sull’evoluzione della rappresentazione dei fenomeni carsici e sulle idee che accompagnano tale racconto. La Grotta di Bossea si trova in Val Corsaglia, provincia di Cuneo, e ha una storia indubbiamente particolare. Scoperta nel 1816, viene turisticizzata e aperta al pubblico nel 1874; dalla fine degli anni Sessanta ospita il laboratorio di ricerca carsologica che si è sempre più configurato come modello di riferimento. Abbiamo, dunque, una storia naturale, ovvero l’insieme dei processi che hanno creato e caratterizzano la grotta stessa, e una storia umana che riguarda le esplorazioni, l’adattamento turistico e l’individuazione della grotta come sede di studi e ricerche. Pensare che tutto questo riguardi soltanto il mondo speleologico significa non tenere nel dovuto conto la forte identità che la Grotta di Bossea ha conferito al suo territorio, vuol dire non considerare quanto la grotta ha influito sulla conoscenza del mondo sotterraneo in Italia e non solo.

UN “DISCORSO SULLE GROTTE” La cavità è bella, particolare nella vastità degli ambienti, viva perché vi scorre un torrente. Nella grotta sono monitorate l’acqua, l’aria e la temperatura, si analizza la formazione geologica e si studia la vita sotterranea che è presente, sono state condotte indagini archeologiche e paleontologiche. Naturalmente, il monitoraggio dell’impatto ambientale della turisticizzazione della grotta è costante. Visitare la Grotta di Bossea è come entrare in un’aula didattica, dove si incontrano fenomeni naturali di estremo interesse e si hanno a disposizione persone pronte a spiegare, andando in profondità, oltre a quanto si può guardare e vedere. In un luogo come questo riscopriamo il significato profondo di speleologia, dove logos è parola, parte di un discorso, manifestarsi di un pensiero. Speleologia è, quindi, il “discorso sulle grotte”, ciò che tiene legato tutto ciò che riguarda il mondo sotterraneo. E nella grotta di Bossea si incontrano e intrecciano mirabilmente esperienza, storia, studio e idee sulla rappresentazione del mondo buio. Tutto questo, e molto altro, lo si ritrova negli atti dei convegni pubblicati, molto corposi e interessanti,

Sopra, un ambiente del laboratorio sotterraneo nella Grotta di Bossea (foto Bartolomeo Vigna)

editati con grande impegno e con il coordinamento di Guido Peano, protagonista e motore della ricerca scientifica nella Grotta di Bossea. Nelle pagine che riguardano il convegno tenuto nel 2016, per il bicentenario della scoperta della grotta, emerge con forza il gran numero di discipline che possono convergere nella speleologia, poiché nel mondo interno alla montagna si possono trasferire tantissimi strumenti di indagine e analisi che si sono sviluppati nel mondo esterno. Troviamo relazioni sulle discipline classiche del mondo sotterraneo, ovvero la geologia, la fisica, la chimica e la biologia, ma abbiamo anche preziose relazioni sull’archeologia e sulla storia delle interazioni umane con le grotte.

UN’ESPERIENZA ESEMPLARE Appare, inoltre, la vasta e sorprendente rete di relazioni che ha permesso di creare l’identità della grotta così come oggi la percepiamo. Emergono con forza il ruolo del Comitato Scientifico del Cai, il decisivo supporto del Politecnico di Torino, il contributo di studiosi di Università, l’impegno di Enti e amministratori. Negli atti del convegno “L’uomo domanda, la grotta risponde”, che ha avuto luogo nel 2019, per il 50° dell’inaugurazione della “stazione scientifica”, poi divenuta laboratorio, scopriamo che il confronto si apre e coinvolge molteplici aspetti della didattica, della divulgazione, della trasmissione e condivisione dei dati. La Grotta di Bossea accetta la sfida con la contemporaneità, perché le cavità naturali non sono più solo luogo di contemplazione estetica e ambito dove si ricercano ed elaborano dati, ma costituiscono un’esperienza esemplare che deve essere comunicata, “portata fuori”, essere resa accessibile veicolandola su una pluralità di mezzi, sempre con molta attenzione rivolta ai diversi pubblici di riferimento. Gli Atti dei Convegni Nazionali “Bicentenario della Grotta di Bossea” (2016) e “L’uomo domanda, la grotta risponde” (50° anniversario del Laboratorio Carsologico Sotterraneo di Bossea, 2019) sono sul sito del Comitato Scientifico Centrale del Cai; si possono consultare e scaricare liberamente sul sito del Comitato Scientifico (csc-cai.it), cercando “Bossea_Atti_Convegni”. Sono documenti interessanti e preziosi anche per chi non è speleologo, ma è curioso di conoscere di più su un mondo straordinario. Buona lettura.

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VALLE D’AOSTA / GRESSONEY-SAINT-JEAN

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