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Salendo si impara
Salire per scendere
a cura di Bruno Tecci e Franco Tosolin - Illustrazioni di Luca Pettarelli
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Salendo s’impara che dalle cime delle montagne non si va da nessuna parte. Si può solo scendere. È una cristallina verità sostenuta dall’alpinista-scrittore Mauro Corona. È un assioma dalle molteplici implicazioni. Allegoria della vita umana; dove alla fase crescente succede ogni volta quella discendente. Riflessione amara sull’inutilità del troppo affanno che, al pari del suo opposto, ovvero il fare nulla, conduce sempre e comunque a un cumulo di terra e pietre. Lo scriveva, nel 1961, Lionel Terray, l’alpinista francese conquistatore del Fitz Roy (quel monolito granitico che, come un missile, s’erge dallo Hielo patagonico), sostenendo che gli alpinisti sono i conquistatori dell’inutile. Più che una frase a effetto, quella di Terray è un anatema. Perché, per quanto inutile, siamo semplicemente condannati a salire sui monti. Non importa se per farlo spendiamo fatica, sudore e vita. Lo sappiamo da sempre che dalla vetta si può solo scendere, ma è esattamente lì che vogliamo andare. In montagna.
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