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Introduzione

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Lettere

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Hanno vinto capacità e responsabilità

Fin dai primi tempi, sugli striscioni appesi fuori dai balconi leggevamo una scritta rassicurante: “Andrà tutto bene”. Gettando uno sguardo alle tendenze nazionali e ai numeri degli altri paesi, ad oggi non abbiamo la certezza che tutto sia andato come speravamo davvero. Ma nonostante si debba ancora essere costretti a fare i conti con la pandemia – lo stato d’emergenza è stato prorogato fino al gennaio 2021 – sappiamo che siamo più consapevoli su come affrontarla per poter dire un giorno: ce l’abbiamo fatta! Il cammino, si sa, è ancora pieno di insidie e di ostacoli. Ma dopo aver abbandonato il forzato isolamento sanitario, quasi tutti sono andati alla ricerca di una nuova dimensione vitale. E, questo dobbiamo riconoscerlo, in tanti lo hanno fatto con grande responsabilità. È proprio su questa dimensione che si concentrano le nostre riflessioni. Dopo aver a lungo discusso e raccontato le nuove tendenze del turismo del post lockdown – composto soprattutto da italiani che hanno scelto il loro Paese come destinazione per le vacanze, prediligendo proprio le montagne perché intrinsecamente “salubri” – stavolta abbiamo deciso di dedicare ampio spazio ai rifugi (e ai rifugisti). Fin da subito il Club alpino italiano ha deciso di sostenerli con un’azione mirata, creando un fondo di un milione di euro. Ma pur dovendo fare i conti con le limitazioni imposte dai protocolli sanitari, quest’anomala e inedita stagione può considerarsi in qualche modo salva. Nonostante tutto. Certo, nel nostro Paese la dimensione economica dell’impatto turistico non è certo paragonabile alle migliori (e precedenti) stagione estive. Ma su una cosa sembrano tutti d’accordo: considerate le premesse, quello che emerge è che per la montagna complessivamente è andata bene. È stato difficile prevedere gli spostamenti dei flussi, che si sono concentrati nei fine settimana e nei periodi più tradizionali delle vacanze (come la settimana a cavallo del Ferragosto). L’altalenante flusso di presenze non ha però condizionato l’approccio dei rifugisti, che si sono dimostrati caparbi, determinati e straordinariamente responsabili. Sono state rispettate le regole nazionali, i protocolli sanitari e le raccomandazioni del Cai. Guanti, mascherine, igienizzazioni continue, cibi d’asporto, pernottamenti in sicurezza (con capienza ridotta) e organizzazione delle prenotazioni (che, come ben sappiamo, non sono mai facili da pianificare). Sì, si sono dati un gran da fare. E così abbiamo raccolto le testimonianze, i pensieri e le parole del Club alpino, dei Presidenti regionali e dei rifugisti, a cominciare da Franco Perlotto, che ha raccontato la sua ultima estate al Rifugio Boccalatte, sulle Grandes Jorasses. Un racconto, il nostro, che non vuole concentrarsi solo su questa stagione anomala appena trascorsa. Desideriamo infatti tracciare un primo bilancio per guardare con più consapevolezza verso il futuro. Per quanto tempo ancora dovremo andare avanti facendo i conti con regole e limitazioni? Se lo domandano tutti, noi compresi. Ma di una cosa siamo certi: qualsiasi cosa accada, sapremo affrontarla con ancor più capacità e tanta responsabilità. Proprio com’è accaduto in questa estate senza precedenti. Luca Calzolari

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