6 minute read

Arrampicata 360°

On the rocks 2, versione Italia

Sono tutte linee del nostro stivale. 9a e 9a+ liberati o ripetuti (quasi tutti) nell’immediata era di post-confinamento, da maggio a fine estate. Il frutto della determinazione dei nostri climber, che hanno saputo tener dritta la barra del timone. A dimostrazione che il traguardo più importante è il percorso che conduce alla realizzazione dei propri obiettivi

Advertisement

VALBRONA (CO) The Party’s Here 9a. Gabriele Moroni ne ha firmato progetto e First Ascent il 12 ottobre dell’anno scorso sulle rocce della comasca Valbrona, con le dirimpettaie Grigne da testimoni. «Un progetto incredibile, non così lontano da casa, che mi ha permesso di provarlo di frequente. Tornare a pensare ai movimenti, a tessere i primi timidi concatenamenti fino ad arrivare molto vicino a chiudere la via dopo giorni in cui mi sono ritrovato a cadere e ricadere sullo stesso movimento... Questa linea mi ha dato nuova motivazione, mi ha rigenerato», aveva spiegato il forte climber di Galliate che, dopo otto giorni di lavoro − «Proprio quando niente sembrava filar dritto, al quarto tentativo di una giornata dalle condizioni per nulla ottimali» − era riuscito a firmarne appunto la prima salita. Ed è da qui, dalle piccolissime prese da super-arcuare di The Party’s here, mettendo in gioco tutta la sua resistenza e forza, che ha ricominciato Stefano Teto Carnati questo maggio, firmandone la prima ripetizione. «È la via più difficile della zona in cui vivo e dopo tutto il tempo di confinamento primaverile è stata una gran cosa poter ripensare di rimettersi in pista, prepararsi per una libera, affrontare lo stress, l’ansia, la pressione. E poi accorgersi che, staccati i piedi da terra, tutto svanisce!». Il 7 luglio scorso, sempre a Valbrona, Carnati ha anche realizzato un’estensione di 15 movimenti alla via di 8c+ SuperGeremia. «Cinquanta movimenti senza nessun reale crux, ma davvero sostenuti». Con questa nuova variante di 3 spit, si propone una difficoltà complessiva di 9a.

PASSO DELLA PRESOLANA (BG) Moon Landing. Per il grado lui propone un 9a, di quelli duri. Ma prima, i ringraziamenti a Luca Bana e Bernardo Rivadossi per aver chiodato al Passo della Presolana, nelle Prealpi bergamasche, delle linee incredibili, e per avergli dato l’opportunità di provarle. Stefano Carnati ha affrontato così anche Moon Landing, l’ultimo progetto dell’ultimo settore al Passo della Presolana. «Calcare grigio perfetto. L’intera linea segue il pilastro dalla base. 50 movimenti più altri 15 su un infido traverso finale a sinistra, dalla sequenza pazzesca su rughette e poco per i piedi, dove una buona mobilità delle anche è d’obbligo», racconta lui. «Tasche, vie boulderose, ottima roccia. Mi sono innamorato di questa falesia la prima volta che ho messo mano qui, tre anni fa. Dopo aver salito la maggior parte delle belle linee chiodate da Bernardo e Luca, il progetto di Moon Landing era in sospeso. Così quest’anno sono ritornato». E in sei giorni di lavoro, memore del lavoro precedente − in particolare nella sezione chiave del traverso: «I piedi subito freddi sono stati un problema finché l’anno scorso non ho trovato la soluzione migliore per me!» −, alcuni scivoloni e cadute sul crux, Carnati ha messo piede anche sulla luna della Presolana. First Ascent il 27 luglio.

GROTTI (RI) The end of the dark holes. Un vecchio progetto nella reatina falesia di Grotti, settore Deposito, che ha atteso la travolgente forza

Sopra, la Rotpunkt di Davide Picco sulla strapiombante Pure Dreaming Plus 9a+ al Pueblo, Massone, TN (foto Luca Rigo)

esplosiva di Elias Iagnemma per essere finalmente liberato. Una via congeniale al suo primo amore, il boulder: «Praticamente è un blocco con la corda. Una sequenza di 17 movimenti di 8b+, strapiombanti a 70° su monoditi e biditi», racconta il climber aquilano della linea. Sul caratteristico conglomerato a buchi di questa falesia Elias aveva provato il tiro due anni fa. «Ma sempre in pessime condizioni e con le prese bagnate. Gli allenamenti e l’esperienza accumulata sono stati decisivi per risolvere la linea». Elias propone il grado di 9a.

COLLEPARDO (FR) The Bomb 9a. L’aveva lanciata il 28 febbraio scorso lo scalatore romano che nel settembre 2018 aveva liberato il suo progetto, Camo 9a, alla falesia laziale di Grotti, all’età di 47 anni (e che a 42 aveva ripetuto Grandi Gesti 9a alla Grotta dell’Aeronauta, Sperlonga). Fabrizio Peri, istruttore sportivo militare della Guardia di Finanza, chiodatore e scalatore, amante delle linee di Ferentillo, Grotti, Sperlonga, si allena due volte al giorno almeno per un’ora e mezza ciascuna. «Se sei fortunato a non avere infortuni!», precisa lui. «Mi piace studiare e provare nuove

A sinistra, Stefano Teto Carnati nella prima salita di Moon Landing 9a, Passo della Presolana, BG (foto Adriano Carnati)

metodologie. E la costanza, l’impegno, sono fondamentali per raccogliere risultati». Così ha lanciato la bomba, al Settore La Pala di Collepardo, mettendo a segno il 28 febbraio scorso (prima del lock-down) il 9a di The Bomb: «Un progetto che tentavo da due anni. Una connessione di 90 movimenti che nella prima parte percorre quasi per intero la linea Callagan (8b+) per poi continuare nel tratto centrale con un traverso di 10 metri e collegarsi alla seconda metà di Sitting bull (8c+). Prima ripetizione di The Bomb è stata di Laura Rogora a luglio di quest’anno.

MASSONE - EL PUEBLO (ARCO TN) Primo a cadere era stato il 9a di Thunder Ribes (ottobre 2017, Massone). A seguire il 9a di Pure Dreaming (maggio 2019, Massone), quindi Bio-logico 9a (luglio 2019, Narango), ancora Under Vibes 9a/+ (ottobre 2019, Massone). Davide Picco lo ha rifatto. L’atleta di El Maneton ha salito un nuovo gradino, mettendo a segno il micidiale e stralungo 9a+ di Pure Dreaming Plus, linea che sale per i primi 40 strapiombanti movimenti Underground congiungendosi poi per altri 30 metri con Pure Dreaming (chiodata da Alfredo Webber). L’allenamento al trave era l’unica possibilità di Davide per mantenersi in forma e allenarsi nei mesi di lock-down. E nei primi approcci in falesia, una volta ripresa l’attività outdoor, i risultati della sua determinazione si sono toccati con mano, arrivando lo scalatore di Schio fin da subito fino agli ultimi metri della linea. Pazienza e tenacia hanno fatto il resto. Accompagnate da bravura, modestia e il caratteristico vento di nord del Lago di Garda che ha abbassato le temperature estive e portato più aderenza alla roccia. Davide è arrivato in catena della versione Plus l’11 luglio scorso.

NAGO - MASSI DELLE TRAOLE (TN) Sid Lives. Corta e compressa, cinque spit in tutto. Silvio Reffo e Stefano Carnati a marzo del 2019, ripetuta in pochi giri, avevano proposto 8c+ anziché 9a. Questa bella via sul masso Bucking Bronco di Nago (progetto e FA di Gabriele Moroni, 2015) è stata ripetuta il 4 settembre scorso anche da Adam Ondra che confermerebbe la proposta di Silvio e Teto. «Qualche anno fa avevo fatto tentativi flash. Poi non ci sono più tornato – racconta Ondra –. Oggi, nonostante il caldo, dopo aver verificato i movimenti, sono scivolato una volta e fatto la Rotpunkt. Con buone condizioni, penso che questa linea sia più sull’8c+ che sul 9a».

EREMO DI SAN PAOLO (ARCO, TN) Si tratta di Beginning, il progetto di Stefano Ghisolfi che lo scalatore delle Fiamme Oro ha poi liberato a maggio all’Eremo di San Paolo (Arrampicata 360°, agosto 2020). Attacca con la prima intensa parte di St Anger 8c+/9a, traversa su una nuova sezione dura per poi terminare con il boulder più duro di Zauber Fee 8c+. «Troppo dura per essere solo 9a, ma troppo facile per essere 9a+. Propongo 9a/+». Adam Ondra ne ha realizzato la prima ripetizione il 3 settembre scorso, trovando una methode per arrivare in catena che ridurrebbe il grado proposto da Ghisolfi. «Un incastro di ginocchio che rende la via meno boulderosa. Verificati i movimenti, con questa soluzione sono arrivato in catena al secondo tentativo. Così facendola la linea potrebbe essere 9a».

Errata corrige numero di agosto 2020: in Eremo di San Paolo la difficoltà di St Anger è 8c+/9a.

This article is from: