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Colori d’autunno Paolo Reale
Colori d’autunno
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Le calde cromíe piemontesi accendono in questo periodo le Langhe e il Roero, zone dalla riconosciuta valenza paesaggistica e dalle tante offerte rte gastronomiche. Vi proponiamo un itinerario per chi ama passeggiare tra vigneti e castelli, con una variante per chi si muove in mountain bike
testo e foto di Paolo Reale
PIEMONTE
Le Langhe, un territorio che evoca l’immagine di vigneti, cantine, ristoranti e trattorie. Bicchieri di pregiati vini rossi ad accompagnare carni rosse finemente cucinate e, per chi lo ama, accompagnate dai rinomati tartufi della zona. Associare le Langhe, e il vicino Roero, al solo aspetto eno-gastronomico rischia, tuttavia, di essere alquanto riduttivo. Chi ama pedalare e camminare può ambientare in questo paesaggio, indicato dall’Unesco come parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità, un’infinita serie di passeggiate ed escursioni in bicicletta. Novembre, poi, è il mese ideale per ammirare i colori dei vigneti: accesi da infinite tonalità di rosso, arancione e ocra i filari di viti incorniciano borghi e castelli in uno scenario indimenticabile. E colori così intensi possono riscaldare anche le tinte di una giornata uggiosa o nebbiosa.
In alto a sinistra, tra le vigne, arrivo a Serralunga d’Alba. Sopra, il Castello di Barolo in autunno UN PAESAGGIO PATRIMONIO MONDIALE DELL’UMANITÀ
I paesaggi vitivinicoli delle Langhe-Roero e del Monferrato in Piemonte sono costituiti da cinque aree vinicole distinte e un castello: la Langa del Barolo, le colline del Barbaresco, Nizza Monferrato e il Barbera, Canelli e l’Asti Spumante, il Monferrato degli Infernot, il Castello di Grinzane Cavour. Il Sito comprende colline ricoperte di vigneti a perdita d’occhio, borghi, casali e cantine secolari, torri e castelli d’origine medioevale che svettano nel panorama e si distingue per l’armonia e l’equilibrio tra le qualità estetiche dei suoi paesaggi e le diversità architettoniche e storiche dei manufatti associati alle attività di produzione di vini, internazionalmente riconosciuti tra i più importanti prodotti enologici del mondo. La cultura vitivinicola piemontese costituisce la base dell’identità della Regione e le eccellenze delle tecniche di coltivazione, le innovazioni negli aspetti produttivi, l’evoluzione di secolari saperi artigianali e tecnologici, oltre che la qualità dei vini prodotti, ne fanno un riferimento su scala mondiale. In questi territori nel 1865 nacque il primo spumante italiano, dei Fratelli Gancia. Per informazioni: www.unesco.it/it/PatrimonioMondiale/Detail/160
PIEMONTE
Itinerari
1. Grinzane Cavour, il castello 2. Langhe, tra boschi e vigneti 3. Colori autunnali nelle Langhe 4. Monforte d’Alba 5. Salendo a Perno 6. Il Monviso al tramonto domina le Langhe A PIEDI NELLE LANGHE Punto di partenza e arrivo: Monforte d’Alba, 480 m Dislivello complessivo: 350 metri Sviluppo: circa 17 km
L’idea è quella di disegnare un percorso circolare che consenta di ammirare i due aspetti più significativi delle Langhe che, come noto e anticipato sopra, sono i vigneti e i castelli. Perno dell’itinerario è Monforte d’Alba, grazioso abitato aggrappato alla sommità di una delle tante colline che caratterizzano le Langhe: rende giustizia al suo nome che deriva dal latino “mons fortis”, ovvero “monte fortificato”. Si parte dunque da Monforte e si risale tutto il paese fino a portarsi nella piazza alta: si ammirano così le vie del centro, suggestive e tortuose (la Saracca), e si raggiungono il castello e l’anfiteatro Horzowski. Dalla sommità del paese si inizia a scendere verso la borgata della Ginestra. Dopo un lungo tratto su asfalto si intravede un’indicazione Cai che invita a svoltare a sinistra scendendo su sterrato tra boschi spontanei e vigneti. La veloce discesa è seguita da una pronta risalita – ben indicata – che conduce a Serralunga d’Alba passando per Collaretto: si continua a camminare tra le viti fino alle porte del paese, caratterizzato da un castello dalla forma davvero particolare, slanciato, elegante e maestoso. La visita al castello consente anche di godere di una vista ancora più ampia sulle Langhe: lo sguardo si apre a 360° gradi. La camminata prosegue verso ovest per poche centinaia di metri, fino a incrociare una discesa che procede in direzione di Castiglione Falletto. In corrispondenza di un’azienda agricola la discesa si fa sterrata e continua ancor più ripida e impegnativa. Superate diverse vigne e un bosco spontaneo ci si immette su una strada asfaltata da seguire verso destra per poco meno di un chilometro: individuate le nuove indicazioni escursionistiche per Castiglione Falletto si torna su fondo sterrato e si sale con impegno severo tra le vigne. Anche Castiglione Falletto è impreziosita da un castello e il borgo merita due passi esplorativi: terminata la visita è il momento di chiudere la passeggiata. Monforte d’Alba, però, è ancora lontano. A piedi, si cammina in uscita dal paese lungo la poco trafficata SP9, che si segue fino a Bussia Soprana, oltre la
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quale si incontrano le indicazioni per Perno. Discesa decisa e immediata risalita su sterrato verso la frazione, anch’essa sede di un castello: da Perno, mancano ormai solo quarantacinque minuti per chiudere la passeggiata seguendo le indicazioni Cai, puntuali come lungo tutta l’escursione.
PER CHI PREFERISCE LA MTB In mountain bike il percorso proposto risulta davvero breve e ostico nel suo tratto tra Bussia e Perno. Meglio cambiarlo leggermente, inserendo una variante alla scoperta dei castelli di Barolo e Grinzane Cavour. La deviazione porta a quaranta chilometri lo sviluppo complessivo e a 450 metri il dislivello cumulato. Nel dettaglio, da Castiglione Falletto si scende in direzione di Grinzane Cavour: raggiunto il paese si seguono le indicazioni per il bel castello da cui si osserva anche una suggestiva vista sulle prime colline delle Langhe. Di ritorno da Grinzane Cavour si pedala in direzione Barolo e, anziché procedere lungo la via dell’andata, si procede verso Monforte lungo la strada ex statale, seguendo poi le varie indicazioni che riportano al punto di partenza. Non si tratta di un percorso per i “puristi” della mountain bike, data l’elevata percentuale di asfalto sul totale del chilometraggio, ma i chilometri percorsi regaleranno soddisfazioni panoramiche e culturali non indifferenti. La perla finale, per chi si sarà fermato a Monforte fino al tramonto, sarà quella di poter ammirare la sagoma del Monviso che si staglia all’orizzonte, spiccando inconfondibile verso Occidente. Per maggiori informazioni: www.cicloweb.net