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La filosofia del camminare | Connettersi alla natura

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Lettere

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Giovanni Sgorbati ama camminare per raggiungere una totale armonia con l'ambiente naturale, che esplora in maniera minimale e ancestrale

di Lorenzo Arduini

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Trentasei anni, Giovanni Sgorbati è musicista e insegnante. Suona il trombone in due band ska e reggae, gli “Skassapunka” di Milano e gli “Arpioni” di Bergamo. È inoltre appassionato di riprese aeree con il drone in natura. Con l'esploratore piacentino Francesco Magistrali, il fotografo milanese Luca Meola e il film-maker Igor D'India quest'anno ha partecipato alla “Amazon Expedition 2022”, trascorrendo un mese in Amazzonia per documentare, per conto del Cnr, le conseguenze della crisi climatica sull'ambiente e sulle popolazioni indigene. Un suo progetto per il futuro è quello di condividere le proprie conoscenze e consapevolezze sul respiro organizzando percorsi di crescita personale.

Giovanni Sgorbati sull'Appennino Piacentino

Giovanni Sgorbati si definisce un amante dell’esplorazione e dell’avventura da vivere lentamente, in connessione con l’ambiente naturale. «Cammino per scoprire il territorio, non ho motivazioni sportive o prestazionali. Camminare è il modo più minimale e ancestrale che abbiamo di muoverci, per me è la maniera per raggiungere una totale armonia con il territorio che sto attraversando». Giovanni è un uomo d’Appennino, vive ad Agazzano, paese della Val Luretta, in provincia di Piacenza, e ama camminare fin da quando era bambino. «Mi ricordo le prime micro avventure che ho vissuto quando uscivo a piedi dal mio paese. Avventure piccole, ma che per me naturalmente erano enormi. Ancora oggi cammino per provare le emozioni che è in grado di dare la scoperta di un luogo sconosciuto, come ad esempio una cascata».

MEDITARE CAMMINANDO

Sgorbati è interessato alla sperimentazione di nuovi approcci alla natura legati all’escursionismo, attraverso, spiega, «una sorta di meditazione per entrare in un flusso quasi olotropico (che si dirige verso l'interezza, ndr) con l’ambiente. Per fare questo, adopero particolari tecniche di respiro che ho studiato e che mi appassionano». Essendo un trombonista, Sgorbati si è interessato a tutto ciò che riguarda il respiro dapprima per lavoro, ma poi «mi sono reso conto che queste tecniche mi sono utili anche per vivere meglio». Recentemente Giovanni ha anche scoperto la camminata a piedi nudi, «cosa che l’essere umano ha fatto per centinaia di migliaia di anni. Rimuovendo ogni strato che mi divide dall’ambiente, infatti, posso entrare ancora di più in armonia con esso. Per questo in Appennino trascorro spesso la notte su un’amaca, piuttosto che in tenda. Sono infatti convinto che per stare bene dobbiamo riavvicinarci il più possibile a quello che era l’Homo Sapiens, ossia a quello che facevamo prima dell’avvento della tecnologia. Questo è quello che mi sento di essere e di rappresentare». L’ultima cosa che abbiamo chiesto a Sgorbati è qual è il suo “percorso del cuore”. «Sono particolarmente legato a quello che da casa mia porta al Mar Ligure. L’ho intrapreso qualche anno fa con la mia compagna, quando da Agazzano abbiamo camminato per una settimana fino a raggiungere Sori. È un itinerario lungo un centinaio di chilometri, che tocca in parte la Via del Sale. Amo molto, poi, camminare nella Val Boreca, una valle molto selvaggia, sempre in provincia di Piacenza».

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