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Sentieri accessibili | Si può fare

Ausili tecnici, nuove opportunità e informazioni corrette possono restituire il futuro alle persone con disabilità da lavoro. E così le storie di cambiamento diventanto storie di speranza

di Alessia Viviana Congia*

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«È bello poter far vedere il futuro agli altri, in momenti in cui a loro sembra che il futuro non ci sia più». Questa affermazione di Bebe Vio mi torna spesso in mente quando penso al significato del mio lavoro come assistente sociale presso l’Inail (Istituto nazionale assicurazione infortuni sul lavoro). Nella relazione con le persone con disabilità da lavoro, entriamo infatti in contatto con storie che sono storie di cambiamento e spesso il nostro ruolo è quello di facilitare la possibilità d’immaginare un futuro nuovo. Facciamo questo con le prestazioni a nostra disposizione, i progetti che attraverso le équipe multidisciplinari possiamo attivare e gli interventi previsti. Tra questi, l’erogazione dei dispositivi tecnici, degli ausili, e dei sistemi tecnologici, finalizzata al massimo recupero possibile dell’autonomia, alla promozione della qualità della vita, all’accessibilità e alla facilitazione del reinserimento nell’ambito familiare, sociale e lavorativo.

DI NUOVO ALL’APERTO

Tra gli ausili, spesso, le persone ci chiedono di poter avere a loro disposizione dispositivi tecnici per la mobilità che possano permettere loro di da vivere soli – in autonomia o con amici e familiari – gli spazi all’aperto e che qui in Piemonte, regione che vanta un patrimonio montano di grande bellezza, facilitino l’accessibilità su terreni accidentati così da poter vivere di nuovo la montagna e la natura. Per alcuni si tratta di riprendere a coltivare una passione precedente all’infortunio, dotandosi di strumenti per farlo in modo nuovo; per altre persone si tratta di scoprire una nuova possibilità di utilizzo del tempo libero, che avvicina a un mondo sino ad allora inesplorato.

LA CONSAPEVOLEZZA DEL FUTURO

Monica, 53 anni, è su sedia a rotelle da 26 anni a causa di un incidente d’auto che ha determinato una lesione midollare. Nel mese di giugno ha condiviso, nel gruppo di auto mutuo aiuto attivato on-line dalle sedi del Piemonte, la gioia per essere riuscita a raggiungere un lago della Val Germanasca con l’aiuto di un propulsore di velocità per la sua sedia a rotelle, fornito dall’Istituto. Non aveva più avuto modo di raggiungere quel lago dai tempi dell’infortunio. Non è stato semplicissimo, scriveva, sia per la pendenza del percorso in salita, ma soprattutto in discesa, sia per la ghiaia. Ma, con l’aiuto del marito, erano riusciti ad arrivare al traguardo. In quell’occasione ha condiviso con il gruppo il desiderio di stimolare un confronto su sentieri accessibili in sedia a rotelle. Cito questo episodio per rappresentare quanto ritengo importante il lavoro di classificazione dei percorsi montani accessibili promosso dal Cai e al quale l’Inail è stato invitato a partecipare con gli altri soggetti coinvolti. La classificazione della difficoltà dei sentieri è il punto di partenza per garantire l’informazione più puntuale a chi voglia avventurarsi in un percorso o un’attività in montagna e lo voglia fare in modo consapevole. Scoprire di avere “ancora la possibilità” apre al futuro, come dice Bebe Vio. E poterlo fare in natura offre emozioni e sensazioni che possono essere riassunte nelle parole di Mauro Corona: «Sognava rocce alte, spazi aperti e cielo sopra la testa. Senza, era triste».

* Assistente sociale, responsabile processo reinserimento sociale e lavorativo Inail - Direzione territoriale Torino centro-sud

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