Stefano Revello
Il grande Marno Rivista CAI Ligure 2/2021
Gianni Carravieri* e Marina Moranduzzo**
S
tefano Revello detto Marno è stato un personaggio molto noto nella nostra Sezione, per gli incarichi ricoperti e per le sue attività nel campo dell'alpinismo, dell'escursionismo e delle discipline sciistiche, in particolare, negli ultimi anni, dello Sci di Fondo Escursionismo di cui è stato istruttore e direttore della scuola. Ma soprattutto Marno era un personaggio particolare, appassionato e simpatico, su cui si potrebbero raccontare mille aneddoti, ed è così che lo ricordano in questo articolo il suo grande amico Gianni Carravieri e Marina Moranduzzo che con lui ha condiviso le prime esperienze della scuola SFE nei paesi scandinavi.
Ciao Marno
38
Per parlare di te e dei lunghi periodi trascorsi insieme non bastano certo queste poche righe. Ci siamo frequentati per cinquant’anni e mi sembra ieri la prima volta, su una pista da sci. Tu sei stato per me una persona speciale, quasi un padre o un fratello maggiore, sempre disponibile a dare un consiglio o un aiuto e un compagno di gite e avventure insostituibile. Tra le tue numerose doti non posso dimenticare la profonda onestà, la lucidità intellettuale e l’estrema generosità, a parte la competenza specifica in molti settori della vita, ma soprattutto nel campo dell’alpinismo. Da te ho appreso tutti i segreti della sciolinatura per gli sci da fondo e ricordo con simpatia quando, negli anni 70, ci trovavamo a inizio stagione nel tuo studio per applicare a caldo la grundvalla (una specie di pece nera maleodorante) sugli sci in legno, come si usava allora. Ricordo che un sabato tu, prelevato dallo studio di avvocato ed io da un’aula universitaria, decidemmo di andare a fare i campionati piemontesi di staffetta. Arrivammo alle 14:30 a Valdieri (CN) quando già i primi frazionisti stavano per partire. Il primo frazionista della nostra squadra riuscì a calzare in fretta gli sci, ad aggregarsi ai partenti e a completare
il percorso, mentre tu, che dovevi effettuare la seconda frazione, al suo arrivo eri ancora intento a dare la sciolina di tenuta e partisti trafelato in camicia e cravatta, tra le imprecazioni del compagno di squadra che non ti aveva trovato pronto sulla linea del cambio e lo stupore dei presenti per il tuo abbigliamento insolito. Ti eri iscritto al CAI nel 1952 alla sezione UGET di Torino, per poi passare presto alla sezione Ligure, dove nei decenni successivi diventasti istruttore, in tempi diversi, di tutte le scuole, direttore di Scuola SFE, consigliere, revisore, vicepresidente e delegato sezionale, componente CORSFE e CONSFE, ricoprendo in sostanza con impegno e competenza tutti i ruoli istituzionali della sezione. I tuoi interventi in Consiglio Direttivo erano come arringhe con premesse, dissertazioni e conclusioni basate su conoscenze ed esperienze vissute. È doveroso ricordare che la proposta di acquisto della nuova sede in galleria Mazzini, poi andata a buon fine nel 1999 sotto la presidenza Bonacini, dopo mesi di ricerche infruttuose, fu da te presentata in consiglio e sostenuta con valide argomentazioni (avere una sede decorosa di proprietà, in centro città, con ampi spazi per le attività sociali, raggiungibile facilmente con mezzi pubblici). Alcuni soci della sezione mi hanno riportato che quando tu arrivasti in vetta al Cervino, una meta ambita e non accessibile a tutti, ti inginocchiasti vicino alla croce dando libero sfogo alle lacrime di gioia e di commozione. Ma i ricordi si accavallano. Fra le tante gite e lunghe traversate fatte insieme, ne riporto una ad esempio. Salita al Monte Tabor, 3185 m, nel marzo 1988. Siamo in 10, tra allievi e istruttori della Scuola di Fondo Escursionismo. Il tempo non promette niente di buono, la visibilità è scarsa, ma le condizioni della neve sono buone. Saliamo da Pian del Colle (Bardonecchia) lungo il sicuro vallone del Desinare, determinati ad arrivare in vetta. Arrivati al Colle dei Serous