Rifugio
'Severino Bessone'
al L a g o V e r d e m.2583
C . A. I . – S e z . Va l Ge r m a n a s c a , via C . Alb e r to 5 9 , 1 0 0 6 3 P o m a r e tto www.caivalgermanasca.it - www.rifugiolagoverde.it 1
... correva l'anno 1967 egli zaini c'era quello che poteva servire per trasformare il vecchio avamposto militare del Lago Verde in un rifugio alpino. Sulle spalle le assi di legno per il tavolato del dormitorio. elle teste c'era il desiderio di non rispondere con un’alzata di spalle al pressante invito dell’ allora presidente Giulio Tessore e il rispetto per una persona carismatica alla quale non si poteva dire di no : Don Severino Bessone Allora nella comunità degli escursionisti e alpinisti c'era un forte senso di solidarietà che poi un po’ si é perso. Pur tuttavia lo spirito di chi va in montagna per vivere le emozioni che possono scaturire dall'ammirare un fiore o dallo scorgere in cielo la possente sagoma di un' aquila, dal superare una parete strapiombante o dall'ammirare i giuochi dell' acqua nei ruscelli è sempre caratterizzato dalla disponibilità a cogliere non solo i segnali della natura ma anche dal rispondere alle richieste che provengono dalle persone, soprattutto quando esse sono in difficoltà. Sono passati più di 40 anni ed il rifu-
gio è stato più volte migliorato . Menzioniamo solo, ma vale anche per tutti gli altri, l'impegno profuso dal Presidente Raimondo Genre per la realizzazione del secondo ampliamento . Ora è stato superato l'ultimo passo, (6A+). . . . . che ha trasformato il rifugio rendendolo accogliente quasi come casa nostra. el tempo il lavoro volontario è stato in gran parte sostituito da quello delle imprese perché gli interventi realizzati richiedevano l'opera di mezzi, persone e tempo al di sopra delle nostre possibilità. Il nostro plauso va a tutti i volontari che di volta in volta si sono impegnati per portare il Rifugio alla pregevole situazione attuale. Ricordiamo in particolare il Consorzio Bout du Col che ci concesse il terreno , i fratelli Peyrot Sergio e Dino , i minatori della Talco & Grafite , l’impresa del F. lli Domard, il progettista Geom. Costoli e l'ing. Guido Corino e via via tutti gli altri fino a chi ha eseguito gli ultimi lavori. Senza il loro contributo determinante alla nascita ed allo sviluppo del rifugio oggi non ci appresteremmo all'inaugurazione di un'opera che ci riempie di gioia e di orgoglio . Tonino Vecchiato
IL GHINIVERT n° 29 giugno 2010 notiziario della sezione CAI VALGERMANASCA edizione speciale
RIFUGIO 'Severino Bessone' al LAGO VERDE
SOMMARIO * * * * * *
il Rifugio la sua storia come arrivarci le informazioni le escursioni e i trekking le vie alpinistiche
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Sito a 2583 m. in un angolo del Piemonte , in alta Val Germanasca in un ambiente incontaminato di rara bellezza, habitat naturale di numerose specie di fauna d’alta montagna, il Rifugio Severino Bessone al LAGO VERDE
è la meta ideale per escursioni di un giorno e luogo di tappa obbligata per trekking di più giorni a cavallo tra le valli Germanasca , Pellice , Argentera e il Queyras francese. E’ inoltre un indispensabile punto di appoggio per gli alpinisti che intendono cimentarsi sulle vie di arrampicata del Bric Bucìe. Adagiato sulla sponda del lago omonimo il rifugio è una accogliente struttura di alta montagna aperta tutti i giorni da metà giugno a
metà settembre. Dispone di 56 posti letto, parte in nuove camerette da 6 posti ottimamente arredate e con il pavimento riscaldato da un impianto solare. In una accogliente sala da pranzo rivestita con calde doghe di pino e riscaldata con stufa a legna è possibile apprezzare una cucina rustica ma genuina ed abbondante . I servizi igienici , interamente piastrellati e riscaldati dall'impianto solare, sono stati costruiti nel 2009 e dispongono di WC, lavandini e docce. L’acqua calda è resa disponibile dall’impianto solare termico. Sono a disposizione del cliente : servizio bar, telefono , riviste, libri, giochi da tavolo e . . . chiacchere.
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Il Rifugio LAGO VERDE ... in estate
Si sale al Rifugio partendo da Bout du Col , raggiungibile in auto da Prali, e seguendo un comodo sentiero che si percorre in circa 2 ore e 30 di marcia.
Un sentiero piÚ panoramico ,ma piÚ lungo, raggiunge il rifugio dalla conca dei 13 laghi servita da una seggiovia che è aperta anche nel periodo estivo.
... e in inverno
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Dall’origine ai giorni nostri L'idea di dotare la Val Germanasca di un rifugio maturò nei soci fondatori della omonima sezione C.A.I. fin da subito. La scelta cadde sul Lago Verde , ai piedi del Boucìe, nel vallone di Prali
dove esisteva un vecchio rudere militare . Il terreno di proprietà del Consorzio Bout du Co l venne ceduto alla nostra sezione ad un valore simbolico.
Nel 1967 iniziarono i lavori di trasporto del materiale da Bout du Col al Lago Verde per la costruzione della struttura principale del rifugio. Il materiale fu trasportato, a spalle e
con i muli, da volontari della sezione e da valligiani volenterosi. All'inizio dell'estate 1968 il rifugio fu completato in ogni sua parte e già il 14 luglio si ebbe l' inaugurazione ufficiale : era nato il Rifugio del Lago Verde!
Era composto da un solo locale con funzione di dormitorio con otto cuccette a castello fornite di materassi e coperte, di un tavolo con panche, una stufa , fornello a gas , pentole e stoviglie, armadietto per il pronto soccorso e generi di conforto. 6
Il 14 luglio 1968 il rifugio è pronto SI I AUGURA ! Questo piccolo rifugio, che forse sarebbe stato più esatto chiamare bivacco, prese il nome dal vicinissimo Lago Verde.
Per alcuni anni assolse egregiamente il proprio compito, pur avendo il WC e l' acqua potabile esterni e scomodi , ed ospitò centinaia di alpinisti . L’aumentata richiesta, soprattutto dopo la pubblicazione di una guida monografia del Boucier, rese però presto il rifugio insufficiente, perciò nel 1971 si rese necessario progettare un ampliamento.
Il 2° intervento Il progetto, elaborato dal socio geom. Costoli, conservava con lievi modifiche l'edificio esistente e prevedeva la costruzione di una entrata/disimpegno da cui era possibile accedere alla cucina, al refettorio e al dormitorio di nuova costruzione. Quest’ultimo disponeva di 24 posti letto in cuccette a castello dotate di materassini di gommapiuma e di coperte di lana, e sorgeva ad Est dell'attuale rifugio.
Una scala in legno permetteva di accedere, alla mansarda dove erano allocati una decina di posti letto di emergenza. Le pareti interne ,isolate e rivestite con perline di abete dovevano rendere caldi e confortevoli gli ambienti. Il fabbisogno di acqua potabile era garantito da una presa che captava una sorgente ai piedi della Gran Guglia. 7
Pur facendo affidamento su manodopera volontaria , e sull'aiuto di un elicot-tero militare per il trasporto di parte del materiale , il problema finanziario rimaneva insormontabile. Il costo del materiale necessario fu coperto grazie ai contributi ricevuti dagli Enti pubblici ,dalla sede centrale e dalle offerte dei soci.
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L’ampliamento impegnò i volontari per diverse stagioni e la nuova costruzione venne inaugurata il 7 settembre 1975. La struttura così ampliata poteva ospitare più adeguatamente i frequentatori della zona e poteva finalmente definirsi rifugio.
Il rifugio non era ancora stabilmente custodito ma nei fine settimana dei mesi estivi venne stabilita una sorveglianza volontaria impegnando alcuni membri della locale sezione CAI . L'impegno si rivelò notevolmente gravoso anche per la mancanza di un locale privato a disposizione dove potersi convenientemente sistemare.
7 settembre 1975 ampliamento completato
Il 3° intervento Negli anni ’80 si presentò la necessi- mancavano totalmente docce e tà di un secondo ampliamento per lavandini ,non c’era una cameretta ovviare alle seguenti carenze: per il gestore né una zona per il deposito della legna. il refettorio ospitava solo 10 posti Il tutto era troppo piccolo e sacrifitavola, c’era un solo WC esterno , cato. 9
Con l’aiuto di un elicottero e molti giri con un trattore il materiale venne portato al cantiere. Ancora una volta i volontari si dettero un gran da fare e pian piano la struttura dell’attuale sala da pranzo prese forma. Anche in questa occasione l’operato dei volontari fu decisivo .
scarponi ,una cantina dispensa ed altri due locali a disposizione. Un serbatoio di riserva garantiva un miglior approvvigionamento idrico ed un impianto fotovoltaico provvedeva ad alimentare le lampade per l' illuminazione.
Il 7 settembre 1986 l’edificio Ora dal rifugio era possibile collecomple- tato in ogni sua parte fu inau- garsi con un ponte radio al fondogurato. valle ed agli altri rifugi della zona. La struttura era dotata di un ampio salone per circa 40 posti tavola, una cucina attrezzata ed adeguata alle necessità , un locale per il gesto re, una cameretta e tre camere con letti a castello per un to- tale di circa 45 posti letto.
Il collegamento telefonico era fondamentale per gestire le emergenze.
I servizi interni disponevano di 8 lavabi, 3 wc e una doccia con acqua calda. Vi era inoltre un locale per il deposito di zaini e 10
Il 4° intervento Nel 2006 , cogliendo l’ opportunità di accedere a stanziamenti regionali venne presentato un nuovo progetto,sempre a firma del geom. Costoli , per un ulteriormente ampliamento e riqualificazione del rifugio. Secondo il progetto, al termine di questi lavori il rifugio avrebbe potuto offrire agli ospiti una sistemazione ai livelli di una moderna struttura alberghiera e competere alla pari con l'offerta dei migliori rifugi delle Alpi Cozie.
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Si pensò di realizzare : • un nuovo fabbricato su due piani che avrebbe ospitato al piano rialzato la zona notte composta da 4 camerette, ognuna con 6/8 posti letto ed un ampio disimpegno. Questa sistemazione avrebbe aumentato notevolmente il confort degli ospiti. Nel piano sottostante sarebbero sorti nuovi e confortevoli servizi, separati per uomini e donne, dotati di Wc, lavabi e docce con acqua calda. • Un impianto solare-termico , integrato nel tetto avrebbe prodotto l’acqua calda necessaria agli usi
sanitari e al riscaldamento dei locali. •L' impianto foto-voltaico opportunamente ampliato avrebbe fornito l’energia elettrica per l’illuminazione e le altre necessità. • Il locale che nel vecchio edificio ospitava i servizi sarebbe stato adibito ad uso privato del gestore, con doccia e WC , e a magazzino.
L'appalto per i lavori di movimento terra e della struttura venne affidato alla Ditta Barus di Prali.
Gli impianti tecnici alla Ditta Orsello di Perosa . L' arredamento e le parti in legno alla Ditta Tron di Perrero.
Il progetto è stato accettato dalla Regione Piemonte e finanziato per il 70% del suo costo.
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I lavori iniziarono nell'estate del 2007 , in ritardo rispetto al previsto a causa delle condizioni meteo che rallentarono i lavori per rendere praticabile la pista forestale. L' impresa Barus di Prali procedette allo sbancamento necessario al nuovo corpo ospitante le camerette ed i nuovi servizi igenici. Vennero gettate le fondamenta ed elevata la struttura in muratura del piano terra ,la soletta e posizionate le travi per la copertura . L'arrivo dell'autunno, tuttavia, rese impossibile posare il tetto ed i lavori vennero rimandati all'anno successivo. Anche nel 2008 i lavori iniziarono a stagione inoltrata. Il ripristino della viabilità in seguito all' alluvione di maggio con lo sgombero delle strade dalle frane e dagli smottamenti impegnò l'impresa a tempo pieno. Ovviamente la percorribilità delle
strade in Valle ebbe la prioritĂ ed il cantiere del Lago Verde dovette giocoforza attendere. Fino a metĂ giugno non cominciarono i lavori al rifugio; non solo, ma le giornate piovose li ritardarono ulteriormente e le prime nevicate li interruppero definitivamente. La fine lavori previ- sta per il 2008 non venne rispettata e si dovette chiedire una proroga riman- dando ancora tutto all' anno successivo.
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Finalmente !
avuto un impegno economico molto A settembre 2009 i lavori terminaro- gravoso ed è ancora alla ricerca di no ed il rifugio venne completato sia fondi per la copertura del debito residuo. nella struttura che negl' impianti. Il costo complessivo è stato di circa Il risultato finale,però è stato sufficiente a ricompensarci dei sacrifici: 400.000 euro , e nonostante il contributo regionale di circa è proprio bello ! 250.000 euro e i 45.000 euro del fondo rifugi CAI , la sezione ha
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... ed ecco la sala e le camere
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Come si raggiungere il Rifugio a ) Itinerario da Bout du Col Partenza : m. 1742 quota rifugio : m. 2583 dislivello : m. 900 difficoltà :E tempo : 2:45 ore Loalità partenza : Bout du Col (Prali) descrizione: Si tratta del percorso più comodo e breve per raggiungere il rifugio. Appena dopo il ponte che immette nel centro di Prali seguire la strada a sx che porta alla seggiovia e a Ribba . Proseguire per la sterrata, stretta ma percorribile, in auto fino a Bout du Col dove si parcheggia presso la bergeria (m 1742), Si imbocca la larga mulattiera (208) che sale in mezzo ai pascoli tra radi larici e rododendri. A tratti leggermente più ripidi si alternano tratti praticamente pianeggianti. In circa 30 minuti si giunge al limite della vegetazione arborea, rappresentata da alcuni larici ultra centenari e da pochi gruppi di pini cembri. Superata la strettoia scavata nella roccia dell'Eitrangoulou (m 2160), si procede per un centinaio di metri e si perviene al bivio posto a quota 2171 m.
Si lascia a sinistra il sentiero 22 blu che sale per il Colletto della Gran Guglia (m 2790) per poi scendere al rifugio.( vedere variante) Seguendo invece a dx, in lieve discesa, si attraversa il pianoro di Freibougio ( freddo che si muove) ricco di acque (m 2136). Usciti dal pianoro si prosegue parallelamente al corso del torrente Germanasca con tratti quasi pianeggianti e tratti più ripidi sboccando sui prati del Founzét (m 2450) dove si incontra il bivio per il Col d'Abries. Si prosegue verso sx ( 23 blu) e in pochi minuti si giunge alla meta. Variante
Raggiunto il bivio a quota 2171 come sopra indicato prendere il sentiero a sx che sale ai Piani di S. Giacomo dove si incrocia il sentiero proveniente dai 13 laghi. Proseguire a dx verso un 'altura su cui è posto un traliccio con campana. Poco più in alto si arriva al Colletto della Gran Guglia(m 2790). In 15 minuti si può salire sulla cima della Gran Guglia (m 2819 )per lastroni e massi. Dal colle un ripido canalone in discesa ci porta al Rifugio Lago Verde .
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Gran Guglia svetta una campana, retta da un traliccio metallico. Posta in loco prima della seconda guerra mondiale era utilizzata per segnalare l'arrivo degli aerei nemici.
Punti d’interesse storico ei dintorni delle bergerie di Bout du Col esistono ancora due bunker in buono stato di conserva- zione e sul versante opposto c'è un tratto di galleria-deposito sotterra neo. Presso il colletto (la Coucëtto) che affaccia su Ribba si trovano alcuni ruderi di vecchie casermette e presso la bergeria restano pochi ruderi della stazione della teleferica collegata a Pian Littorio (Freibougio).
Ripristinata della Giovane Montagna di Pinerolo è ora dedicata a tutti coloro che hanno perso la vita in montagna. A fianco del Colletto c'è ancora una casermetta in discreto stato di conservazione e un camminamento protetto che conduce ad un osservatorio dominante la conca del Lago Verde. el valloncello che sale alla Gran Guglia esisteva un grosso magazzino sotterraneo protetto da un terrazzo, che era collegato otticamente con Bout du Col e Rocca Bianca: non è più visibile perché una frana ha ormai chiuso l'accesso.
ella zona dei Founzét, tra il Fonta- none e il Colle d'Abriès, sul sentie- ro che da Bout du Col risale il fianco destro della valle, si trovano i ruderi dell'antica postazione della guardia di finanza. Esistevano anche tre bunker, fatti saltare dopo l'ultima guerra, di cui restano i ruderi. Sullo sperone sotto il colletto della
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b)
Itinerario dai 13 Laghi ' sentiero panoramico'
Questo percorso è più lungo del precedente ma consente di raggiungere il rifugio con un sentiero che partendo dalla bellissima conca dei 13 laghi , piccoli laghetti alpini posti a diversi livelli su un verde pianoro,percorre la dorsale tra la Val Germanasca e la Val Pellice. Il tracciato si svolge su un ex sentiero militare che collegava le diverse postazioni presenti in zona ed è molto panoramico con scorci su entrambe le valli. Di grande aiuto è l' utilizzo della seggiovia che con due tratte raggiunge il Bric Round ed è aperta tutti i giorni in luglio ed agosto. - vedere : www.nuova13 laghi.com quota partenza : m. 1490 + 1050 in seggiovia = m.2540 arrivo 2a tratta quota max. : m. 2790 - dislivello : m. 800 difficoltà :E - tempo : ore 4:30 partenza : Prali – piazzale seggiovia
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descrizione: Dalla stazione d’arrivo del secondo tratto della seggiovia ( Bric Rond 2540 m) ,seguendo le indicazioni ci si porta sulla mulattiera che scende rapidamente per un costone erboso alla conca dei 13 laghi. Da qui si prosegue fino ai ricoveri militari 2395m, dove lasciata a destra la mulattiera che scende a valle si prosegue in direzione S-O e in leggera discesa si raggiunge il Rio dei 13 Laghi. Oltre il rio si risale con alcuni tornanti il costone Belvedere. Di qui, in discesa, si raggiunge e si supera il pietroso vallone di Clapou e, seguendo la mulattiera, in sali ta si perviene al Colle Giulian 2451 m, (ore 1.45 dalla partenza). Scavalcato il Colle, anziché scendere verso la Val Pellice e le visibili Bergerie del Giulian 2097 m, per un ampio sentiero si volge a destra e si segue un’altra mulattiera ben evidente che prosegue parte sul crinale spartiacque e parte a mezza costa lungo le erbose pendici meridionali del M. Giulian. Con alcuni comodi tornanti sorretti da muri a secco, il tracciato immette all’insellatura del Passo dar Loup 2456 m. dal quale, in breve si scende al vicinissimo Passo di Brard 2450 m, anch’esso comuni- cante con la Val Pellice. (ore 2,30 dalla partenza).
Superato il Colle di poche decine di metri, si prosegue verso il Rifugio Lago Verde seguendo il tracciato fin qui seguito segnalato GTA, che si abbassa con diversi tornanti per attraversare gli scoscesi canaloni che scendono dalle cime Fiunira e Ceresira (fino a luglio inoltrato possono essere colmi di neve, superarli in sicurezza con piccozza e ramponi). Si risale sul versante opposto (Bari Grand) fino a pervenire sulla cresta di Viafiorcia, all'inizio dei Piani di San Giacomo 2562 m. Qui si incontra la mulattiera (22 blu) proveniente da Bout du Col e da Freibougio, la si segue in salita attraverso gli ampi pianori di San Giacomo. Si risalgono i numerosi tornanti che portano al cocuzzolo su cui è posto il traliccio con campana utilizzata nell'ultima guerra per segnalare l'arrivo degli aerei. Ora è dedicata a tutti caduti della montagna. A fianco del Colletto c'è ancora una casermetta in discreto stato di conservazione e un camminamento protetto che conduce ad un osservatorio dominante la conca del Lago Verde.
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Da qui in pochi minuti si raggiunge il colletto della Gran Guglia (2790 m) da cui si ha uno splendido scorcio sulla parete Nord- est del Bucie e sulla Val Germanasca. (ore 4,00 dalla partenza). Scendere lungo il canalino, dapprima malagevole, poi piĂš comodo, che costeggiando due pozze d'acqua conduce al Lago Verde sulle cui
sponde sorge il rifugio . (ore 4:30 dalla partenza) Salita alla Gran Guglia Dal colletto in 15 minuti e possibile raggiungere la croce posta sulla cima della Gran Guglia seguendo la traccia che risale il crinale su facili lastroni
Punti di interesse storico
ell'ampio e ridente pianoro della conca dei Tredici Laghi, dove sin dalla fine dell'Ottocento esistevano baraccamenti militari ci sono i "ricoveri Perrucchetti" (2386 m ) costruiti ai primi del '900. Servirono da appoggio logistico alla difesa mobile che durante la seconda guerra mondiale aveva l'obiettivo di difendere il Colle d'Abriès. Sulla sponda del lago Ramella si trovano ancora due cannoni su affusto rigido da 149/35, fabbricati nel 1916 dall'Ansaldo. I colpi di questi cannoni nel 1940 distrussero i villaggi francesi di Echalp e La Monta. Seppur privi di volata, otturatore e congegno di puntamento, sono gli unici esemplari rimasti di tutte le batterie campali della zona occidentale delle Alpi. Gli alloggiamenti per i soldati sono sparsi sull'ampio pianoro, sovrastato dalla Punta Comour (2868 m). Al Pâ dâ Loup (passo dar Loup), nella zona compresa tra il Colle Giulian (2451m) e il Passo Brard, si possono vedere postazioni di mortai, poco oltre i ruderi di una caserma in rovina.
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Informazioni
Le prenotazioni sono sempre gradite e godranno,quando possibile, di una sistemazione migliore per la notte ed un servizio più accurato. Nei giorni di più alta affluenza ai gruppi numerosi chiediamo una conferma impegnativa.
Colazione, pranzo e cena
Il servizio della colazione viene effettuato dalle 7,00 alle 9,00 Potrete pranzare dalle 12:00 alle 14:00. La cena sarà servita alle ore 19:00 circa. Il rifugio propone un menù fisso oppure una scelta di piatti ,ovviamente limitata dall’ubicazione del luogo dove i viveri sono trasportati soltanto con l’elicottero o negli zaini . Se comunicherete preventivamente eventuali intolleranze o regimi alimentari particolari il gestore farà il possibile per prepararvi piatti idonei. Nella Mezza Pensione sono escluse le bevande e gli extra in genere. Non sono accettati pagamenti con carte di credito o bancomat.
Uso del posto a tavola
Se ci sono posti disponibili nella sala da pranzo potete consumare i vostri viveri; il costo del servizio per chi non è iscritto al Club Alpino è di 3 euro. Non si possono utilizzare fornelli a gas all’interno del rifugio.
Dormire
Per la notte è obbligatorio l'uso del
sacco-lenzuolo personale, nel caso ne foste sprovvisti potrete acquistarli in rifugio. Rispettate il riposo altrui tra le 22 e le 7.
Risorse
Considerata la quota e l’ubicazione, la disponibilità d’acqua è limitata ed è quindi consigliabile non sprecarla. L’elettricità , fornita da pannelli fotovoltaici , è preziosa ed è bene economizzarla non dimenticando di spegnere la luce quando non necessaria.
Divieti
E’ vietato fumare in ogni locale del rifugio. Naturalmente è possibile fumare fuori, gettando cicche e mozziconi negli appositi contenitori. Non è permesso portare i cani all’interno del rifugio. Gli ospiti accompagnati da animali potranno essere convenientemente sistemati insieme in un apposito locale.
Bivacchi in tenda
Intorno al rifugio potete montare la vostra tenda, lasciando tassativamente liberi gli spiazzi adiacenti alla struttura e la piazzola di atterraggio dell’elicottero.
Locale Invernale
Il locale invernale è aperto nel periodo di chiusura del Rifugio e dispone di 6 posti letto e telefono per le chiamate di emergenza. Lasciate il locale pulito ed in ordine e chiudete la porta d’ingresso. 22
Periodo di apertura
Il rifugio è di norma aperto da metà giugno a metà settembre . Le prenotazioni si ricevono via email :
rifugiolagoverde@tiscali.it oppure gestore@rifugiolagoverde.it
o telefonicamente :
durante l’apertura estiva (0039)-0121 806124 oppure +39 348 600 9920
Non sono accettate Carte di Credito e Bancomat Per i costi di pernottamento e pasti consultare il sito :
www.rifugiolagoverde.it
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Escursioni dal Rifugio Gran Queyron m.3060
dislivello 900 m. tempo ore 3:30 Dal rifugio si scende per il sentiero fino al Fontanone ( disl.m. 80-, circa 1 km.) si attraversa il rio e si imbocca il sentiero 210 che sale a serpentina raggiungendo le casermette diroccate del passo Frappier 2891 m.. Poi per cresta si raggiunge la vetta. Il ritorno può avvenire per la stessa strada oppure dal passo Frappier si raggiunge il Colle della Longia 2817 m.e si scende lungo il vallone omonimo fino alle bergerie di Sellette a m.1798 . Gran Guglia m. 2819
Dislivello 240 m. Tempo 45 minuti.
Una sterrata collega le bergerie con Bout du Col oppure un sentiero le collega alla Borgata di Pomieri (Prali).
Variante : Si può raggiuncere la vetta anche seguendo tutta la cresta ( tratti di II° ).
Da dietro il Rifugio parte il sentiero (23 blu) che in breve raggiunge il ripido canalino che porta al Colletto m. 2790. Dal Colletto in 15 minuti mantenendosi per un buon tratto sulla sinistra per facili roccette raggiunge la cima della Gran Guglia a picco sul Pian Freibugio. 24
Tour del B ric B ucie 3 notti in rifugio 1° giorno : rifugio Lago Verde
Raggiungere Prali e portarsi ai 13 laghi con la seggiovia. Seguire l’itinerario panoramico descritto . 2° giorno: rifugio W.Jervis ( Pra m.1732)
dislivello : + 630 m -1506 m lunghezza : km. 13,350 tempo : ore 5:30 difficoltà: escursionisti Da dietro il rifugio parte il sentiero che con ripida salita porta al colletto della Gran Guglia ( km.1,800 ore 0:45 ). Poi scendere per una serie di tornanti, lasciando a sx il traliccio con una campana votiva , fino ad un bivio. Imboccare il sentiero che, salendo per pietraie, conduce al ricovero diruto vicino a Punta Cerisira ( km.2,900 ore 1:00 ). Ora il sentiero scende verso NE fino al colletto denominato di Fiunira. Poi, volgendo verso S, scende su pendii erbosi e, alla quota 2300 m,
volge verso E per giungere all'Alpe Bancet ( km.5,700 ore 1:50 ). Si segue quindi il sentiero che, scendendo dolcemente verso S sempre per pendii erbosi, porta ad una piccola caserma diroccata (2233 m) e quindi perviene al Col Content ( km.7,200 ore 2:15). Dal colle si scorgono i casolari dell'Alpe Crosenna (agriturismo Bessone ), che si raggiungono scendendo numerosi tornanti lungo il pendio che sovrasta l'alpeggio ( km.8,300 ore 2:45 ). Attraversato il rio Crosenna si sale in un bel lariceto che ci porta sulla balconata con vista su tutta la Val Pellice. Si prosegue passando vicino ad una cascatella e dopo una breve ma ripida salita si arriva in leggera discesa nel vallone dell’Urina dove s' incontra il sentiero 119 che sale al colle omonimo.Poco dopo si arriva alle Barricate ( km.10,850 ore 4:45 ). Si scende al Pra dove si trova il Rifugio W.Jervis ( km. 13,350 ore 5:30 ). 25
3° Giorno:dalla Val Pellice al Queyras
partenza: rifugio W.Jervis arrivo : Le Roux d’Abries dislivello + 797 / - 794 lunghezza : km. 14,700 tempo : ore 4:30 Si imbocca il sentiero che sale per tornanti fino alle grange del Pis Uvert (m. 1905) che si lasciano sulla dx.Il sentiero si inoltra nel vallone fino alle casermetta detta Le Barricate ( m. 2062). Dopo breve discesa,lasciato a dx il bivio per l’alpe Crosenna ,il sentiero sale sulla sx del Rio Urina giungendo ai piedi della pietraia del Monte Palavas ,dove sgorga una abbondante fontana (il Funtanun ). Seguendo il sentiero che costeggia la pietraia si guadagna il colle della Urina (m.2523 ,cippo di frontiera). Il sentiero scende lungo il rio e a circa 2300 m. in vista di una malga il sentiero si divide in numerosi itinerari che portano tutti a Valpreveyre. Da qui si segue la strada e dopo circa 2,750 Km. si arriva a Le Roux. 4° giorno : dal Queyras alla Val Germanasca
partenza : Le Roux d’Abries arrivo : rifugio Lago Verde dislivello : +1002 / - 157 lunghezza : km. 8,700 tempo : ore 3:45
alla frazione Valpreveyre( km.2,750 ore 0:45). Alla fontana vicino alla cappella prendere il sentiero che segue la riva sx del rio Bouchet. A circa 2000 m. seguire il rio Malaure che si abbandona a circa 2100 m.(km.5,300 ore 1:45). Si risale il pendio in diagonale e a 2224 m. si lascia a dx il sentiero per il Col Malaure e a circa 2450 m. si lascia ancora a dx il sentiero per il colle Bucie (Bouchet) ( km. 7,250 ore 2:45). Si prosegue diritto alla base del Bric Bucie per raggiungere il colle Valpreveyre m.2737 (km. 8,300 ore 3:30) . Si scende al rifugio Lago verde visibile nella conca sottostante. Dopo una sosta rigeneratrice si scende a Prali,dove attendono le auto ,in circa 2 ore
Dal posto tappa di Le Roux recarsi 26
Anello tra la Val Germanasca il Queyras e la Val Argentera 1°Giorno :
2° Giorno :
dal Lago Verde al Le Roux per il Col d’Abries
da Le Roux all’ Alpe Plane per il col Mayt
distanza km 9,000 dislivello ↓ 922 ↑ 157 Tempo ore 3:00 Dal rifugio scendere per il sentiero fino al bivio ( km. 1,000 ↓80m.)dove si attraversa il torrente. Abbandonata la mulattiera si segue il sentiero che con diversi tornanti raggiunge il col d’Abries nuovo 2657 m.-S.Martin per i francesi( km. 1,200 disl.+ 157 ore 0:40). Dal colle - cippo di frontiera 42 scendere verso il fondo valle. A circa 2300 m.,allo sbocco del Coumbal de Clot Laray (km.3,850 disl.–357 m. ore1:30) si incrocia il sentiero proveniente dal vecchio col d’Abries. Il sentiero ben segnalato a m.2055 raggiunge una carrareccia si passa la Chapelle St.Antoine m.1801 ( km.8,000 disl.– 856m. ore 2:30) e in breve si arriva Le Roux m.1760 ( km. 9,000 disl.– 922 m. ore 2:45 ) . Posto Tappa .
distanza km 11,500 dislivello ↑946↓809 Tempo ore 4:45 Da Le Roux prendere il sentiero GR 58D che passa per la Chapelle St. Antoine e attraversa il rio su una passerella (km 2,500 ore 0:45 disl.+170) Si sale ad un’altra cappella (de la Montette ) e si prosegue in salita fino alla Basse Gavia m.2705 e si procede sugli alpeggi. Dopo un’ultima salita si raggiunge il colle Mayt m.2705 dov’è posto il cippo di confine n.41 ( km.6,400 ore 3:15 disl.+ 946 ). Si prosegue in discesa incrociando una casermetta a m. 2560 (fontana nelle vicinanza). Con ripida discesa si raggiunge il fondo del vallone del Gran Mioul ( km 8,000 ore 3:45 disl.- 411 ). Tenendosi a sx del rio scendere fino al Piano della Milizia Gravier ( km 9,800 ore 4:15 disl.– 600 ). Raggiunta la carrareccia prendere a dx ed in breve si raggiunge il rifugio Alpe Plane m 2032. (km.11,500 ore 4:45 disl.– 809) . www.alpeplane.com 27
3 Giorno : dall’ Alpe Plane al Rifugio Lago Verde ,per il col Frappier
Dislivello : ↑860↓ 310 m. Tempo : 5:00 Si ritorna al Pian della Milizia e seguendo la pista sterrata si raggiungono le bergerie del Gran Mioul ( km 3,200 ore 1:15 ↑408 ). Si imbocca il sentiero 605,indicazione Gran Queyron ,mantenendoci sulla dx del rio che attraversa vasti pascoli con molte tracce lasciate dal bestiame,se lo si smarrisce ci si deve ricordare che al termine della parte pianeggiante del vallone si deve deviare nettamente a sinistra incuneandosi nel canalone detritico che scende dal Passo della Longia, tramite un comodo sentiero. Raggiunto il passo della Longia m. 2817 (↑ 785 ore 2:30), seguire il sentiero a dx in direzione del passo Frappier m. 2891 (↑860), e dopo circa 200 metri, piegare a sx per tracce sino a raggiungere in poche minuti la cima Frappier m. 3003(ore 3)
Per un buon sentiero, che segue la cresta , a tratti esposta sul versante val Germanasca ,si raggiunge il passo Frappier. Variante per la vetta:
In circa 30 minuti e 170 m di dislivello seguendo gli ometti di pietra saliamo facilmente sulla vetta del Gran Queyron a quota 3060 dove è posta una croce in ferro.Incantevole spettacolo delle vallate sottostanti e del Monviso . Si ritorna al passo Frappier . Si prosegue la discesa per il sentiero 210 ed a quota 2204 si incrocia il sentiero che sale al col d’Abries e quindi la pista Bout du Col-rifugio lago Verde . A sinistra del Passo della Longia esiste un baraccamento militare in discreto stato di conservazione. Sul Passo Frappier si notano degli spezzoni di muro di un vecchio baraccamento militare. Poco più avanti, sulla cresta che conduce al Gran Queyron, esiste un altro baraccamento militare in discreto stato di conservazione.
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Giro ad anello Val Germanasca-Queyras
L'anello può essere fatto in un giorno oppure in due pernottando a Le Roux
Posto Tappa .
Le Roux Lago Verde per il Col de Valpréveyre
distanza km. 8,700 dislivello ↑1002 ↓ 157 ore 3:50 distanza km 9,000 Dal posto tappa di Le Roux dislivello - 922 + 157 raggiungere la frazione Valpréveyre ore 3:00 su strada asfaltata (km 2,75 ore 0:45 ↑90m ) .Dalla Dal rifugio scendere per il sentiero fontana vicino alla cappella parte il fino al bivio per il Col d’Abries (km. 1,000 ↓80m.) dove si attraversa sentiero che segue la sponda sx del il torrente abbandonando la mulattie- rio Bouchet.A circa 2000 m. si attraversa il rio Malaure e si segue fino a ra. quota 2100 circa (km 5,3 ore 1:45 Il sentiero con diversi tornanti ↑340m ).Un diagonale risale il raggiunge il col d’Abries nuovo pendio ed a quota 2224 si lascia a dx 2657 m. - col Sant Martin per i il sentiero per il Col Malaure. A quofrancesi - (km.1,200 ↑ 157 ore 0:40 ta 2500 circa si ignora il sentiero per ). colle Bouchet e si prosegue a sx Da colle - cippo di frontiera 42 verso la base del Bric Bucìe al Col scendere verso il fondo valle. de Valpréveyre m. 2737 ( km 7,25A circa 2300 m ,allo sbocco del ore 3:00-↑977 ).Si scende al Rifugio Coumbal de Clot Laray ( km.3,850 ↓357 ore 1:30 )si incrocia il sentiero proveniente dal vecchio colle di Abries. Il sentiero ben segnalato a m. 2055 raggiunge una carrareccia,si passa la Chapelle St.Antoine m.1801 (km.8,000 ↓ 856m. ore 2:30) e in breve si arriva Le Roux m.1760 ( km. 9,000 ,↓922 , ore 2:45 ) . Lago Verde – Le Roux per il Col d'Abries
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I l B RI C B U CI E o B ouchet (m . 2 . 9 9 8 )
Il Bric BucÏe è una stupenda vetta rocciosa che separa la testata della val Pellice dalla val Germanasca e dal parco nazionale francese del Queyras , tra il Col Bouchet a S e l'intaglio della Passetta a N.
Molte vie di arrampicata sono tracciate sulle sue pareti.
Presenta tre creste che definiscono quattro versanti: quello nord, il piĂš stretto, quello ovest, formato da lastroni e poco ripido, quello sud, caratterizzato da un canalone poco inciso, e quello est, visibile dalla bassa val Pellice, costituito da una parete di rocce lisce. 30
Il versante Nord, è il più ristretto di tutti e comprende la breve faccia della montagna rivolta verso il canale O che sale alla Passetta. È costituito da lastroni inclinatissimi e salti di roccia piuttosto friabile. Esso non sale fino in vetta, ma è delimitato da un alto gradino che ha origine dall'ultimo salto della cresta N-E sotto la vetta e scende per tutta l'altezza della parete N-O da cui la separa, nel bacino francese del Bouchet. Il versante Ovest, è assai ampio e compreso tra lo spigolo superiore della parete N e la cresta S-O. E il meno ripido ed è conformato a grandi lastroni e gradini che caratterizzano la montagna sul versante francese.
Il versante Sud , rivolto verso il vallone del Boucier o Mait di Boucier, è solcato da un canalone poco profondo, che ha origine dall'intaglio tra l'ultimo tratto della cresta S-O ed i lastroni della anticima, e viene a sboccare ad E del Col Boucier. Dai lastroni dell'anticima si stacca anche un poco marcato crestone che divide, ad E questo canale da un tratto della parete
S leggermente rivolto verso S-E, che a sua volta è separato dalla parete E per mezzo del precipitoso crestone SE il quale ha origine sotto il salto S dell'anticima ed è caratterizzato al suo inizio da un acuto spuntone. Il versante Est , rivolto pure verso l'alto vallone del Boucier, cade dalla vetta con una parete verticale di rocce lisce su di un incassato canalone che lo solca. Questo canale ha origine dall'alto del crestone S-E, a monte dell'acuto spuntone che ne segna l'inizio. Questo versante è ben visibile dalla bassa Val Pellice e dall'alto de displuviate Pellice-Germanasca. La cresta Nord-Est : è composta nella parte alta da solide rocce e lastroni e nella parte inferiore da un salto, da rocce rotte e massi accatastati e scende dopo breve percorso all’ intaglio della Passetta. La cresta Sud-Ovest che, staccandosi dai lastroni dell'anticima verso SO, forma un acuto spuntone, poi, dopo breve tratto, volge a S abbassandosi sul Col Boucier. La cresta Est-Sud-Est che separa il versante S da quello E ha origine sul salto S della vetta. Dopo un salto verticale ed un tratto di cresta meno a picco, essa s'interrompe sull'intaglio dal quale si origina il canale della parete E. Dopo aver formato il caratteristico spuntone acuto, precipita con alcuni salti di roccia assai compatta e salta nel sottostante vallone del Boucier. 31
Parete EST
Via Don Bessone Via Accademica Vi a d e l G r a n D i e d r o
Variante Charrier窶信essina
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Via normale dalla Val Germanasca
Per la cresta N-E dal Passo Boucier e la Passetta. Difficoltà : F fino alla Passetta e PD nel tratto finale. Dal rifugio "Lago Verde" e raggiungere ul colle di Valpreveyre ,contornare in basso la Punta del Fournas per imboccare il canalone di detriti che conduce alla Passetta 2880 m.- ore 1:15 . Dallo Passetta seguire la cresta N-E, dapprima assai larga, di rocce rotte e massi accatastati; poi salire sul filo di cresta, o tenendosi leggermente sul versante E (1 chiodo) , fin sotto il salto verticale di roccia dell'anticima. Spostarsi verso destra ed entrare in uno stretto corridoio pieno di massi caduti nella primavera del 1998 e, dopo alcuni metri, aggrapparsi sulla sinistra alle rocce solide del versante che in breve riconducono sul filo di cresta, assai esile, ma di ottima roccia, e si giunge in breve alla vetta. Ore 0,30 dalla Passetta: 1,45 dal Rifugio. Variante finale: giunti sotto il salto dell’antecima ,anzichÊ i volgersi a destra per il corridoio, attraversare a sinistra sul versante E per alcuni metri, superare una placca sul fianco della cresta, volgere a destra per un canalino diedro e sbucare sulla cresta sopra il salto.
Via del Gran Diedro
Altezza : 150 m. DifficoltĂ : D+ Tempo: 3 ore. Si risale il canale Est 50 m. circa oltre la base della via Gay-Ghirardi, in corrispondenza di un evidente diedro caratterizzato dalla parete sinistra nerastra e strapiombante (45 minuti dal colle). Itinerario: Attaccare leggermente a dx della verticale del diedro e salire obliquamente fino alla base del diedro stesso (sosta 1- 30 m., III). Innalzarsi lungo la fessura di fondo del diedro fino allo strapiombo che lo ostruisce (sosta 2- 40 m., V+). Obliquare a dx per placche fessurate e doppiato lo spigolo che segue salire lungo un diedro canale (sosta 3- 40 m., V-). Salire dapprima verticalmente e poi verso dx, attraversando una terrazza detritica fin sotto ad uno strapiombo alla base di un bellissimo diedro grigio (sosta 4- 40 m, III). Innalzarsi nel diedro per tutta la lunghezza del tiro (sosta 5,-40 m, IV). Proseguire ancora una decina di metri nel diedro e attraversare a sx per placche povere di appigli fino a raggiungere una zona di massi per sostare in una nicchia profonda (sosta 5- 35 m, IV+). Vincere lo strapiombo sovrastante la nicchia sullo spigolo di sx e portarsi in verticale sulla vetta (sosta 6- 15 m.. III+). 33
P a re t e
Su d
足vista da Est足
Via Don Bessone Via Accademica Variante Charrier-Messina
Via Fraschia-Gamba
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Via don Bessone per la Cresta SSE
Altezza : 250 m. Difficoltà : AD+. Tempo: ore 3:30 dal col Bucìe. Itinerario:
Dal rifugio Lago Verde raggiungere il colle di Valpreveyre, scendere lungo prati erbosi e contornare lo zoccolo del Bucie fino a raggiungere il Col Bucie . Dal Col Bucie salire diagonalmente a destra sotto la parete sud del Bucie fino ad un passaggio più stretto ed erboso, da qui continuare a aggirare la base della parete. Salire per sfasciumi tenendosi sulla sinistra fino a raggiungere un bellissimo diedro, che è il punto di attacco della via.
Salire nel diedro per 35 m (chiodo di via) fino ad incontrare una sporgenza rocciosa che ostruisce il cammino. Superare la sporgenza sulla dx e seguire lo spigolo fino ad una comoda cengia erbosa (sosta 1 -45 m, IV+). Dalla sosta percorrere una crestina secondaria fino sotto ad un marcato tetto, attraversare a sx scavalcando una sporgenza (sosta 2- 35 m, III+ , split con catena). Percorrere il diedro successivo per qualche metro e prima di uno strapiombo, uscire sulla dx in un diedro-canale erboso che si segue fino ad uno spigolo secondario (sosta
3- 50 m, III). Proseguire nel diedro successivo rivolto verso sud per raggiungere un terrazzo erboso e verso sx scalare la parete sul bordo di un canale (sosta 4- 45 m, III+). (Si è alla base dell' alto lastrone rivolto verso sud, sospeso nel vuoto, ma solcato da una elegantissima spaccatura" cfr. don Bessone").
Un breve muretto porta alla base della spaccatura che si segue fino ad un aereo spuntone (sosta 5- 35 m, IV+).
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Attraversare su una cengia erbosa, dapprima pianeggiante e poi ascendente verso sx (ovest) fin sotto ad una placca inclinata (sosta 6- 30 m). Scalare la placca fino a raggiungere il suo bordo dx, attraversare su di una larga fessura orizzontale e portarsi sul filo di cresta fino al sovrastante spuntone (sosta 7- 50 m, V) Scendere all'intaglio successivo percorrendo l'affilata cresta (sosta 840 m, III+, possibile eventuale doppia non attrezzata). Portarsi alla base dell'ultimo acuto spuntone e qualche metro a dx attaccare verso N un evidente canino che porta in cima al torrione (sosta 940 m, IV+). Scendere con facilità all'intaglio successivo (sosta 10- 40 m. II). La cresta ora è rivolta verso S-E; la si segue, dopo aver superato un breve strapiombo verso sx (sosta 11- 50 m, 111+). Con breve tratto non obbligatorio portarsi verso dx su di un terrazzo sotto gli strapiombi finali (sosta 1230 m, facile). Aggirare lo spigolo molto esposto, scalare il muro successivo fino ad uscire a dx su di una comoda cengia (sosta 13- 35 m, IV). Un breve diedro, seguito da un passo in discesa porta sull'ultimo tratto di parete che si scala fino alla vetta (sosta 14 -45 m, III). Discesa : dalla via Normale
ote: 1) dalla sosta 6 si può proseguire lungo la cengia ascendente fino alla base dell'ultimo spuntone prima della sosta 9; a questo punto, anzichÊ scalare il camino successivo. si può raggiungere con facilità direttamente l'intaglio che origina il canale Est alla sosta 10. In caso di cattivo tempo si può dall'intaglio attraversare verso ovest inizialmente per un cengia in leggera discesa e poi per facili passaggi raggiungere la via del canale S (normale val Pellice) (100 m, 5 min). 2) el mese di agosto 1997 sono state attrezzate le soste a spit della prima parte della via.
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Pa- rvista eteda OvestSU- D
-Via Accademica -Via ormale dalla val Pellice
Via accademica.
Altezza: 270 m. DifficoltĂ : AD. Tempo: 2 ore. Itinerario: Dal rifugio Lago Verde raggiungere il colle di Valpreveyre, scendere lungo prati erbosi e contornare lo zoccolo del Bucie fino a raggiungere il Col Bucie e il rifugio Nino Soardi (0.50 dal rifugioLago Verde)
( il rifugio Soardi può essere raggiunto dalla Val Pellice per l’alpe Crousenna in 2 ore da Crousenna e in 3 da Villanova).
Dal col Bucie 2630 si attacca la cresta
- Via F r a s c h ia - Ga m b a -Traverso
di rocce rotte fino ad un camino sbarrato da un gran masso, è preferibile superarlo sullo spigolo a destra con bella arrampicata. (Chiodo) Riprendere il filo di cresta e arrampicare su ottimi lastroni fino a raggiungere la cosÏ detta Sella del Cavallo ,una cresta affilata quasi orizzontale percorsa da una piccola cengia ,alla fine della quale bisogna arrampicare per qualche metro in discesa per portarsi sui lastroni e in breve raggiungere la cima. Discesa : Dalla via normale 37
Variante Charrier Messina
Altezza: 220 m. DifficoltĂ : D+. Tempo: 3 h.
La via supera direttamente lo sperone roccioso che dallo spuntone S-E del Boucier si abbassa in direzione E con un imponente salto a formare il largo basamento della cresta S-SE al limite dx della larga faccia della montagna. Si tratta di una variante diretta della via Don Bessone, che viene raggiunta presso il caratteristico lastrone grigio. Attacco a 20 minuti dal colle Boucier. a quota 2660 in. nel punto in cui lo sperone della cresta S-SE si abbassa maggiormente.
Itinerario:
Attaccare a 4 m a dx dello spigolo in una larga fessura poco profonda e salire fin sotto uno strapiombo (sosta 1- 25 m, V).
Attraversare a sx fin sul filo dello spigolo e salire verticalmente sulla sx di esso fino ad un diedro dal fondo erboso piĂš facile. Segue un salto biancastro con fessure oblique ed un diedro camino chetermina ad una celletta (sosta 2- 35 m, V). Percorrere una cengia ascendente a sx e salire verticalmente fino a raggiungere la cresta a dx di un marcato strapiombo (sosta 3- 45 m, III). Proseguire per una lunghezza di corda su roccette intervallate da cengie erbose (sosta 4- 35 m, III). Portarsi alla base di un caratteristico torrione a forma di lama verticale, alto una quindicina di metri (sosta 535 m, III). Superare il torrione sulla dx lungo una fessura diedro e continuare lungo la cresta successiva fin alla base di un diedro (sosta 6- 40 in, IV). Proseguire per il diedro inclinato che si raddrizza sotto un grande strapiombo che si aggira obliquando a dx (sosta 7- 40 in. IV+). Salire lungo un'elegante spaccatura che solca una placca grigia dapprima verso sx e poi verticalmente fino ad entrare in una profonda nicchia da cui si esce a dx con un passo faticoso e raggiungere la sosta 4 della Don Bessone. 38
Via FraschiaGamba
Altezza: 180 m. Difficoltà: D+ Tempo: 3-4 ore La via descritta non è esattamente la via originale, che percorre passaggi di più facile accesso, ma segue con percorso logico il fondo di un diedro, dapprima poco accennato poi sempre più evidente. Avvicinamento:
Dal Col Boucier seguire le tracce di sentiero in direzione E, lungo la base della parete S (segni gialli) fino a doppiare uno sperone secondario. Lasciare il sentiero e portarsi sotto una china erbosa che si risale fino al punto più alto di essa (30 minuti dal colle).
Itinerario:
Attaccare il diedro e innalzarsi fino al bordo superiore di una cengia erbosa
(sosta 1- 45 m, IV). Proseguire per un diedro canale e sostare qualche metro sopra un grande prato inclinato, sotto uno sperone caratterizzato da un grande strapiombo (sosta 2- 50 m. III). Spostarsi leggermente a sx e seguire il fondo del diedro interrotto da un piccolo strapiombo che viene superato. per sostare 3 m dopo in un buco (sosta 3- 45 m. V+). Continuare nel diedro fino al suo termine alla base di una sporgenza (sosta 4-.45 m, IV+). Superare la sporgenza e attraversare qualche metro verso dx alla base di un muro che superato, porta sullo spigolo successivo (sosta 5- 50 m. V). Innalzarsi per una spaccatura a sx dello spigolo fin sotto lo strapiombo finale (sosta 6- 50 m. 111). Vincere lo strapiombo e attraversare prima a dx e poi a sx fino alla vetta del torrione (sosta 7- 20 m, VI). Da questo punto si prosegue per l'itinerario della cresta S-SE.
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I Gestori Io sono Guido Frache e con la mia compagna Silvia gestisco il Rifugio Lago Verde dal 1992. Sono nato nella vicina Val Pellice, poi , quando ero ancora piccolo, la mia famiglia si è trasferita nel paesino di Ghigo di Prali. I miei gestivano una attività alberghiera in Prali ed io davo una mano. In seguito ho gestito altri esercizi pubblici ed attività di intrattenimento. Inoltre ho prestato la mia attività presso il comprensorio sciistico della Via Lattea per circa 15 anni come supporto alla sicurezza ed al soccorso. Da molti anni ormai nel periodo estivo gestisco il Rifugio Lago Verde e nel periodo invernale sono impegnato sulle piste sciistiche della nostra Valle. Sono membro del soccorso alpino, mi piacciono gli sport attivi in particolare la bici sia da strada che MTB. ella gestione del rifugio la mia compagna Silvia è una collaboratrice indispensabile e sono ormai molti anni che lavoriamo insieme in questo ambiente di alta montagna . A Silvia piacciono le lunghe camminate in montagna a contatto con la natura e anche se la vita in rifugio riserva indubbiamente delle scomo-
dità entrambi riteniamo che queste siano largamente compensate dal piacere di vivere in questo ambiente. Silvia parla sia francese che inglese e se la cava anche con un po’ di tedesco , perciò qualunque sia la nazionalità dei nostri ospiti possiamo intenderci benissimo. Saremo lieti di averVi ospiti. Vi aspettiamo . Ciao da Guido e Silvia
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