Phit n°12

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phitted!

Alex Zanardi GINNASTE AZZURRE CALCIO A MALINDI VIP ON BOARD KENYA MENTE NUOVA

PHIT 12 MAG/GIU 2012 ANNO III BIMESTRALE 3,90 euro

2 째1 N




S U N G L A S S E S H A N D M A D E I N I TA LY W W W. R E T R O S U P E R F U T U R E .CO M SUNLENS BY


S U N G L A S S E S H A N D M A D E I N I TA LY W W W. R E T R O S U P E R F U T U R E .CO M SUNLENS BY



E D I T O R I A L E

SNOWBOARDING

STABILI DISEQUILIBRI È STATO UN MESE MOLTO DIFFICILE PER LA REDAZIONE DI PHIT. CHI HA SUBITO DELLE TRAGICHE SCOMPARSE, CHI HA SOFFERTO E POI GIOITO PER INASPETTATI ARRIVI. IN MEZZO A QUESTE EMOZIONI CONTRAPPOSTE, ABBIAMO RICEVUTO UNA GRANDE LEZIONE DI VITA DA UN GRANDE UOMO CHE È RIUSCITO A TRASFOMARE UN'ENORME DIFFICOLTÀ IN UN GRANDE SUCCESSO. LUI È ALEX ZANARDI. CI SENTIAMO DI DIRVI DI CONSERVARE QUESTO NUMERO E RILEGGERE LE SUE PAROLE OGNI QUALVOLTA VI PERMETTERETE IL LUSSO DI PIANGERVI ADDOSSO. MEDITATE... MEDITATE.

FEDERICO RIVA

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PHIT 12

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PHIT PARADE < EVENTI, PEOPLE, TECH > Dalla rivoluzione della fotografia digitale alle ultimissime qualificazioni per Londra 2012, passando per i sogni a 5 cerchi di Asbel Kiprop.

VITAMINA PHI < SAPORE DI SALE > Sale in zucca e a tavola, sul comodino e in grotta… Viaggio tra i benefici dell' “oro bianco” e consigli per non pagare il conto “salato”…

PHITTED! < INESAURIBILE ENTUSIASMO > Alex Zanardi ci apre le porte di casa sua, del suo garage e del suo cuore. Un esempio unico di vitalità, coraggio e umanità.

PHIT PASSION < ARGENTO VIVO > Vince un inaspettato Argento a Pechino 2008, la prima medaglia olimpica d’Italia nel taekwondo. Mauro Sarmiento, un campione “di cuore”.

PHIT INSIDE < MAGNESITE > Carlotta Ferlito, già qualificata per le Olimpiadi, e le altre donne-bambine della ginnastica artistica italiana ci raccontano le loro “vite parallele”…

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PHITTING AROUND < MALINDI UNITED > Una scuola di calcio italiana nata in Kenya per far tornare a sognare i ragazzi locali e permettere loro di costruirsi una vita vera.

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VIP ON BOARD < VIP, SPORT E SOLIDARIETÀ > Da Trentalance a Claudia Peroni: un’insolita crew di personaggi alle prese con un viaggio d’avventura, sport e solidarietà.

PHIT THERAPY < MENTE NUOVA > Un modo semplice e alla portata di tutti, bambini compresi, per rimettere a nuovo testa, corpo e sistema nervoso: la Meditazione Trascendentale…

OUTPHIT < BALANCE > Un mondo pastello di capi semplici e aderenti al corpo, tra tessuti lucidi e trasparenze, polvere e fatica, nella palestra della ginnastica azzurra...

PHIT ORCHESTRA < DISCHI VECCHI E NUOVI > Dal Lucio Dalla, mago della descrizione, crudo e geniale come pochi, all’ultima indie rock band di Albuquerque.

PHILMOTION < CINE-NEWS E CULT > “La mia vita è uno zoo”, l'ultima riuscita pellicola di James Cameron, ci porta in viaggio tra le “creature selvagge” del cinema…

PHIT & CHIPS < TROTA IN CROSTA DI NOCCIOLE > Coloratissimo, semplice, sano: un piatto unico con cous cous, pesce italiano e croccanti verdure di stagione, per pregustare l’estate…


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SNOWBOARDING


FOTO DI KRYSTLE WRIGHT

Steph Davis guarda Ben Lowe mentre si lancia da Tombstone, nel Moab Desert, Utah (USA). Il salto è breve, giusto il tempo di 1 secondo di caduta libera, prima di sganciare il paracadute e atterrare illesi. Il base jumping nel Moab Desert è legale.


SNOWBOARDING


P H O T O S H O C K

FOTO DI YEN

Con cinque Guinness dei primati, Adili Wuxor è uno degli acrobati più celebri nell'arte del funambulismo. La sua famiglia pratica l'antica arte Xinjiang chiamata "Dawazi" o "camminare sull'aria" da oltre 430 anni. La fotografia è stata scattata mentre Adili attraversava, "camminando", il lago Kanas nella baia di Wolong presso Xinjiang, Cina.


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P A R A D E

EVENTI

A l l a q u in t a e una delle discipline più “in voga” del momento, per impegno, fatica e spettacolarità, è il triathlon, PHIT fa due passi in più e vi presenta i Mondiali di Pentathlon Moderno, in svolgimento a Roma dal 6 al 13 maggio. Praticato già nell’Antica Grecia (pur con discipline diverse, tra cui lotta, lancio del disco e lancio del giavellotto), il pentathlon (dal greco “pènte”/cinque e “athlon”/lotta) è uno sport in cui l’atleta si cimenta, appunto, in cinque specialità. Nell’arco di 12 ore consecutive, sono previste una prova di nuoto (200m), una di corsa (3000m piani), una di tiro con la pistola ad aria compressa, una di scherma e una di equitazione a ostacoli. La somma dei punteggi di ogni disciplina decreta il vincitore. La finale femminile si svolgerà il 12 maggio, quella maschile il giorno successivo. Il tutto presso i centri sportivi Tor di Quinto e Aquaniene. Per info: www.fipm.it.

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UN SOLO POSTO DISPONIBILE ornati finalmente ai livelli di un tempo, gli uomini della Pallavolo azzurra si giocano in pochi giorni il primo girone delle Qualificazioni Olimpiche Continentali, a Sofia, dal 8 al 13 maggio, e la prima fase della World Cup, a Firenze, dal 18 al 20 maggio. Per l’unico posto ancora disponibile in vista di Londra, dopo un lungo e complesso iter durato mesi, le finali si giocheranno a Verona, dal

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8 al 10 giugno. Oltre alla Gran Bretagna, sono già “dentro” la Russia, la Polonia e i colossi brasiliani. Dal canto loro le donne, fresche vincitrici della Coppa del Mondo di Tokyo e già qualificate per il torneo a Cinque Cerchi, si “allenano” sfidandosi nel World Grand Prix. Prima fase in Polonia, dal 8 al 24 giugno; finali a Ningbo, in Cina, dal 27 giugno al 1 luglio. Per info: www.federvolley.it.

ALLENAMENTI PRE-OLIMPICI i piace stare a “contare piastrelle”? Non perdetevi allora la 31ª edizione degli Europei di Nuoto, in programma a Debrecen (Ungheria) dal 21 al 27 maggio, con i 48 atleti italiani già convocati e pronti a dare battaglia per le medaglie più ambite. Una prova generale di fondamentale importanza per chi non vede l’ora di emergere dalle “acque” londinesi, come il giovane Luca Dotto, che darà tutto se stesso anche per battere l’amico e compagno di squadra Filippo Magnini. Poi c’è anche chi, come Federica Pellegrini, per mantenere alta la concentrazione olimpica, ha persino rifiutato di essere l’alfiere italiano, ovvero colui che, il giorno dell’inaugurazione, porterà in sfilata il Tricolore. Quanto ai tuffi e al nuoto sincronizzato, invece, gli Europei si svolgeranno a Eindhoven, rispettivamente dal 15 al 20 e dal 23 al 27 maggio. Per chi ama il mare e le bracciate in “acque libere”, le Qualificazioni Olimpiche del nuoto di fondo sono previste tra il 9 e 10 maggio a Setubal, Portogallo. Per info: www.federnuoto.it.

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al 10 al 13 maggio torna Rimini Wellness che, alla sua VII edizione, si conferma uno degli eventi più attesi dagli appassionati di fitness e benessere. Sempre più nutrita la partecipazione delle aziende del settore, con nuovi spazi, anche sulla Riviera, dedicati a momenti di business, forma fisica e divertimento. Per info: www. riminiwellness.com.

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P A R A D E

EVENTI

«Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. (...) Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola» da “Il gabbiano Jonathan Livingston”, di Richard Bach WWWW.REDBULLFLUGTAG.IT

© RED BULL CONTENT POOL PH: RENZO GIRALDO

PRONTI A VOLARE? er tutti gli amanti delle folli imprese, il 10 giugno torna la spettacolare manifestazione “con le ali” organizzata da Red Bull: 35 squadre selezionate che si sfidano in un salto dal trampolino, con il proprio originalissimo mezzo di trasporto alato auto-costruito e tassativamente sprovvisto di motore. Arrivato alla sua terza edizione italiana, il Red Bull Flugtag è da sempre garanzia di divertimento

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PAESI NORDICI > 4 - 20 MAG

HERNING > 5 MAG

e spettacolo. C’è quindi da aspettarsi che i 35 coloratissimi e imprevedibili team siano pronti a darsi battaglia a suon di creatività e sana follia, tentando di spiccare il volo come moderni Icaro per quei pochi secondi (o attimi...), prima di piombare nelle acque dell’Idroscalo, con certi “atterraggi di fortuna” che costituiscono la vera attrazione di curiosi e appassionati...

ROMA > 12 - 20 MAG

MONACO > 19 MAG

MONDIALI HOCKEY

GIRO D'ITALIA

INTERNAZIONALI TENNIS

FINALE CHAMPIONS

’Italia del ghiaccio è chiamata all’impresa per restare nella “serie A”

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on la presenza delle prime 25 tenniste al mondo, e con tutti i big del tennis maschile, l’edizione 2012 degli Internazionali d’Italia si prepara a offrire un grandissimo spettacolo di sport e pubblico. Non dimenticatevi, poi, il Roland Garros parigino, dal 22 maggio al 10 giugno.

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dell’hockey mondiale, dopo gli ottimi miglioramenti degli ultimi anni. L’obiettivo salvezza è nel girone B di Stoccolma, con Russia, Repubblica Ceca, Germania, Norvegia, Lettonia, Danimarca e i padroni di casa.

arte dalla Danimarca il 95° Giro d’Italia, con le sue 21 tappe che porteranno la “carovana rosa” fino a Milano, dove sarà incoronato il vincitore. Il 30 maggio sarà la volta del 109° Tour de France, con i migliori ciclisti del mondo a sfidarsi per il premio finale sugli Champs-Élysées.

IIHF.COM

GAZZETTA.IT/GIRODITALIA

IT.INTERNAZIONALIBNLDITALIA.COM

UEFA.COM

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arcellona, Bayern, Real, Chelsea: chi metterà in bacheca il titolo europeo più ambito? A Bucarest, nel frattempo, si gioca la finale di Europa League (9/05), mentre in Italia Juventus e Napoli si incontrano allo Stadio Olimpico di Roma, per la finale di Coppa Italia (20/05).

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P A R A D E

EVENTI

PARALLELAMENTE

CALCI VOLANTI

ono giovanissime, e passano

2012. Sono Carlotta Ferlito e le

te, per dare il massimo prima che

approdare nella capitale britannica,

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la vita ad allenarsi duramen-

il corpo “cresca”, perdendo l’ela-

sticità necessaria alla ginnastica

artistica. Sono le atlete azzurre

che hanno lasciato molti italiani

attaccati alla tv, svelando le proprie “vite parallele” nell’omonimo rea-

lity di MTV. Sono le ragazze che

- speriamo - lasceranno altrettanti italiani attaccati alla tv per Londra

LUCERNA > 20-23 MAGGIO

’ultima

volta

che

Mauro

ro è più maturo, più robusto, più

Manchester alle soglie di un’O-

guardacaso passerà nuovamente

sue compagne, che, ancor prima di

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si sfideranno per i titoli Europei di

limpiade, è stato per guadagnarsi

Ginnastica Artistica di Bruxelles (8-13/05). Nel frattempo, PHIT le

ha incontrate al Centro Tecnico Federale per un’interessante chiacchierata... (v. pag. 40). Europei an-

che per i maschietti, a Montpellier

(21-27/05). Per info: www.federginnastica.it.

VALBONDIONE - BG > 2 GIUGNO

la

Sarmiento ha messo piede a

qualificazione,

dimostrando

di che pasta era fatto, prima di portarsi a casa un Argento. Ov-

vero la prima medaglia olimpica italiana da che il taekwondo è ufficialmente parte dei Giochi (2000). Era Pechino 2008. Ora, a distanza di quattro anni, Mau-

USA > 12 GIUGNO

esperto, ancora più motivato. E

da Manchester per i Campionati Europei di Taekwondo (3-6/05)

giusto prima delle attesissime

Olimpiadi londinesi, per le quali questa volta ha già la qualificazione in tasca. Nel frattempo, ri-

percorriamo le emozioni di quello splendido Argento a pag. 33. Per info: www.taekwondowtf.it.

ROMA > 12-17 GIUGNO

CANOTTAGGIO OLIMPICO

OROBIE VERTICAL

FINALI NBA

BEACH VOLLEY MONDIALE

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n questa specialità che da sempre regala grandi soddisfazioni ai colori azzurri e che in molti di noi risveglia i ricordi delle grandi emozioni vissute coi fratelli Abbagnale, il fido Di Capua e le grandi cronache di Galeazzi, è tempo di staccare il pass per le Olimpiadi di Londra.

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olo 250 posti a disposizione per questa impegnativa gara di corsa in montagna, giunta alla sua seconda edizione, in cui si affronta uno splendido percorso di 4,3 chilometri per 1.000 metri di dislivello, con arrivo al rifugio Coca. L’anno scorso l’esordio è stato un grande successo.

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nche nell’anno del “blocco” si è arrivati alla fine della regular season, ed è già tempo di playoff. Dal 28 maggio sono previste le finali di Conference, dal 12 giugno la lunga serie della finalissima. I defender di Dallas sembrano fuori dai giochi: chi sarà il loro erede?

rriva a Roma lo Swatch World Tour di beach volley, spettacolare manifestazione in grado di attirare pubblico da tutto il mondo. Grande attesa per la coppia femminile CicolariMenegatti, a oggi nei primi posti del ranking mondiale, ma ancora in cerca del pass per Londra.

CANOTTAGGIO.ORG

SKYRUNNING.IT

NBA.COM

FIVB.ORG

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ANDREA MASI Miglior Giocatore RBS VI Nations 2011

La compressione di materiali a base di poliestere con una elevata percentuale di elastane permette di offrire altissimi livelli di performance durante gli allenamenti più intensi. Lo scopo principale della tecnologia è garantire la forza esplosiva di ogni movimento fisico, un risultato rivoluzionario ottenuto grazie all’esclusiva riduzione della vibrazione muscolare che determina un miglioramento della performance. In aggiunta a questa tecnica di compressione, altre due proprietà fondamentali di sono la capacità traspirante e la velocità di asciugamento, entrambe garantite dal tipo di materiale selezionato.


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P A R A D E

PEOPLE

ASBEL KIPROP:

DICONO DI LUI...

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o avuto l’opportunità di incontrarlo agli ultimi Mondiali di Atletica ed è stata un’emozione indescrivibile... Qualcosa che ti lascia dentro un segno indelebile e che ti porterai dietro per sempre. Lui unisce alla grande forza di soffrire tipica del nostro sport il talento straordinario che Madre Natura gli ha donato. Questo lo ha portato ai grandi risultati che ha ottenuto e che potrà ancora ottenere. In più ha il modo di correre che preferisco: il keniota». Daniele Meucci, fondo e mezzofondo PH: COURTESY OF NIKE

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on l’ho mai incontrato personalmente e, inoltre, pratica una specialità diversa dalla mia. Eppure ne conosco le prestazioni, sia in termini di risultati che di medaglie, perché lui è un atleta al di sopra della maggioranza... Alle Olimpiadi e ai Mondiali, ha dimostrato di essere molto preparato e pieno di grinta, di non lasciare nulla al caso. Per me rappresenta un esempio importante: spero di poterne vedere presto una vittoria “live” e non solo dalla TV». Claudio Stecchi, salto con l’asta

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o avuto la fortuna di vederlo in azione durante la finale dei 1.500 metri ai Mondiali di Daegu, dove ha vinto la Medaglia d’oro. È uno di grande talento, che sta dando molto all’atletica mondiale e che, essendo così giovane, ci regalerà di sicuro ancora tante emozioni! Per me è un esempio da seguire, se non addirittura un “mito”, in quanto, all’età di 23 anni, ha già vinto un Oro olimpico e un Oro mondiale, ovvero tutto ciò che un atleta può desiderare». Marta Milani, 400m piani

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sbel Kiprop è un atleta appartenente alla grande tradizione sportiva keniota. E porta con sé due messaggi positivi e fondamentali. Prima di tutto perché ha guadagnato l’Oro olimpico di Pechino in seguito alla squalifica per doping di Ramzi. E, in secondo luogo, perché non si è “venduto” a stati più ricchi come hanno fatto altri suoi colleghi, restando, invece, fedele al Kenya. Per entrambe queste ragioni, è un atleta da stimare e ammirare». Silvia Salis, lancio del martello

CORRI, RAGAZZO, CORRI! ncontriamo il giovane campione mondiale e olimpico keniota Asbel Kiprop al Nike Stadium, in una giornata primaverile dal tipico cielo color “bianco Milano”. Gli allenamenti per le Olimpiadi, infatti, quelli più tosti, quelli veri, inizieranno solo a metà maggio: ora c’è ancora un po’ di tempo per i giornalisti, i fan e una corsa tutta meneghina con gli appassionati del Red Snakes Running Club. Kiprop è un tipo tranquillo e controllato, modesto ed essenziale: dosa le risposte come deve fare con le energie nella sua disciplina, il mezzofondo, dove sono fondamentali la costanza, la resistenza, la concentrazione e una certa “economia” di risorse. Poche chiacchiere o complicazioni inutili: dritti alla

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meta. E la meta ora è una sola: Londra. «Mi sento molto bene – commenta – sono eccitato e sogno di vincere la medaglia d’oro, proprio come qualsiasi atleta qualificato». E forse anche di più, visto che alle ultime Olimpiadi, sul campo Asbel ha vinto un Argento, mentre l’Oro gli è arrivato a distanza di un anno, dopo la squalifica per doping del collega marocchino Rashid Ramzi. La voglia di vincere, insomma, è tanta, ma non deve tramutarsi in esuberanza. E Kiprop sembra saperlo molto bene: «quando sono sulla linea di partenza, non penso ad altro che a concentrarmi. Ma ricordo di aver perso una gara per mancanza di esperienza, per incoscienza, perché avevo troppa fiducia in me stesso... Credevo di essere il

più veloce e che li avrei battuti tutti. Ma così non funziona... Questa volta sarò più forte e cauto!». E tutta la vita è dedicata a questo: la corsa, gli allenamenti, i titoli mondiali, i sacrifici, la dieta ricca di carboidrati, la gratitudine per l’allenatore e lo sponsor. Niente fronzoli da “star”. Ma tanti sogni: «a parte la medaglia olimpica? Il record del mondo!». Quando gli chiediamo quale animale lo rappresenti di più, allora Asbel si illumina, sorride, spalanca gli occhi e si lascia un po’ andare, con un tono terso e ispirato: «Io sono un’aquila, perché è un animale veloce. E, quando vola, può osservare tutto il mondo... Può arrivare molto in alto, ma ha sempre il controllo su ciò che sta sotto di lei. È libera e potente... ».



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TECNOLOGIA

AL FUOCO? CI PENSO DOPO!

STEPPER BIKE

iccola, compatta, elegante, pesa poco più di 200g. È una “scatoletta” che ricorda un po’ le “camere oscure” ante litteram, ma che, invece, si preannuncia rivoluzionaria… Commercializzata a prezzi accessibili dall’azienda californiana Lytro, è tecnicamente una “light field camera”, ovvero una macchina fotografica plenottica. In pratica, se gli attuali dispositivi digitali catturano solo il colore e l’intensità della luce, riproducendo un’immagine a 2 dimensioni, la Lytro Camera riesce a cogliere la direzione di ogni singolo raggio al momento dello scatto, restituendo così un’immagine in 3D, più vera e vivida che mai. Le informazioni restano, poi, memorizzate nell’immagine stessa, per cui si può scegliere dopo cosa mettere a fuoco. Per cominciare, basta uno scatto… Per info: www.lytro.com.

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STIMOLI INTELLIGENTI Dalla ricerca medica e dalla garanzia della svizzera COMPEX®, leader mondiale nell’elettrostimolazione, nasce un prodotto wireless adatto a chiunque voglia potenziare il proprio allenamento, migliorare il recupero, rafforzare i muscoli o semplicemente tenersi in forma, dagli amanti della palestra agli atleti di più alto livello. Testimonial dell'ultimo nato in casa COMPEX® sono, non a caso, i ragazzi del Barilla Blu Team, tra cui Alex Zanardi (intervistato in esclusiva a pagina 24). Compatti, innovativi, con un design accattivante e un’interfaccia web, gli elettrostimolatori uniscono all’efficacia dell’elettrostimolazione, metodo ormai riconosciuto dal mondo medico-scientifico, i vantaggi e il comfort di una tecnologia wireless intelligente. Infatti i più sofisticati apparecchi sono dotati dell’intera tecnologia muscle intelligence™ (mi-SCAN, mi-TENS, mi-RANGE, mi-ACTION). In pratica, è come avere un personal trainer esperto e “su misura” sempre al proprio fianco, che analizza ogni muscolo del nostro corpo e adatta i parametri della stimolazione alla fisiologica di ciascuno. Per la varietà dei loro programmi Sport e Fitness, l'elettrostimolatore COMPEX® è ideale per qualunque tipo di sportivo, professionista, dilettante e occasionale. E, qualunque sia lo sport praticato, permette di allenarsi più efficacemente, prevenire gli infortuni, aumentare la forza e la potenza fisica, alleviare i dolori, fare recuperare meglio e più velocemente. E, naturalmente, mantenere una forma fisica ottimale. Per info: www.compex.info.

cco la bici che, oltre a portarci al lavoro e alla gita domenicale, ci fa veramente stare in forma, tonificando tutti i muscoli principali di gambe, glutei, braccia e tronco. Firmata da 3G e disponibile in tre modelli (Hammer, Workit e Jack Hammer), STEPPER è adatta a tutti, dal nonno al nipote, in quanto, grazie alla posizione eretta di guida, non sforza la spina dorsale. Per info: www.urbazshop.com.

SUMMER CAMP? e non riuscite a staccarvi dalla tavola, se inseguite le nevi perenni o avete già prenotato il summer camp dall’altra parte del pianeta... Se proprio non riuscite a smettere, insomma, fatelo con stile: ecco la linea snowboard di Pirelli P Zero + Burton. Per info: www.pzeroweb.com.

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Integratore alimentare di vitamine, minerali & guaranĂ Azione tonica e psicostimolante

scientificamente provata* *Kennedy D.O. et all. Improved cognitive performance and mental fatigue following a multi-vitamin and mineral supplement with added guaranĂ (Paullinia cupana). Appetite 50 (2008) 506-513

www.berocca.it


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SNOWBOARDING A CURA DI EMMARALE

Sapore di sale LE DONNE LO TEMONO, GLI UOMINI LO CERCANO. SE NON SIETE SCARAMANTICI, POTRESTE ANCHE DECIDERE DI FARNE CADERE UN PO’ SULLA TOVAGLIA: DEL RESTO MEGLIO LÌ CHE NON NEL PIATTO! E SE NE AVETE UN PIZZICO IN ZUCCA, CERTO NON ACCETTERETE DI ESSERE PAGATI CON QUESTO PREZIOSO MINERALE, ANCHE SE NELL’ANTICA ROMA SI USAVA COSÌ... IL SALE, NELLA GIUSTA MISURA, È PIENO DI BENEFICI: POSSIAMO SPERIMENTARLI IN BEAUTY FARM OPPURE A CASA, IMMAGINANDO PER UN ATTIMO DI RITROVARCI VICINO A UNA CASCATA, MAGARI DOPO UN VIOLENTO TEMPORALE…

Per i Latini il sale era una merce di scambio molto preziosa su cui si basava gran parte del commercio, oltre che la retribuzione dei lavoratori (da cui il termine “salario”). Il sale, inoltre, per molti secoli è stato impiegato per conservare più a lungo gli alimenti, vista l’assenza di frigoriferi e congelatori. Probabilmente è per questo suo grande valore che ancora oggi si associano forme scaramantiche al fatto di sprecarlo o farlo cadere. Il sale, comunque, è di fondamentale importanza anche per il nostro organismo, in quanto influisce sulla trasmissione degli impulsi nervosi, sul bilancio idrico, e sull’equilibrio acido-base e viene utilizzato per regolare la concentrazione del plasma e dei liquidi esterni alle cellule. È, però, dimostrato che un consumo eccessivo può causare malattie come ipertensione e osteoporosi. Le donne, poi, forse più degli uomini, sanno che “sale” è anche sinonimo di “ritenzione idrica”. Infatti ne bastano 9g per far sì che 1l di acqua si depositi nei tessuti per un giorno o due, come sostiene il dottor Pierre Dukan nel suo libro.

In effetti, il fabbisogno giornaliero di sodio, il principale elemento che costituisce il sale, si aggira intorno ai 3,5g: una quantità che può essere tranquillamente garantita da una dieta varia e bilanciata, ricca di frutta, verdura e cereali, senza alcuna aggiunta di sale “extra”. Spesso, però, superiamo abbondantemente questi limiti, non sapendo che il sodio si trova “nascosto” in moltissimi cibi pronti o confezionati (biscotti e cereali, per esempio), oltre che – in dosi tutt’altro che modeste! – negli stuzzichini da aperitivo e nei piatti consumati al ristorante. Diventa allora di fondamentale importanza bere molta acqua e consumare frutta e verdura a volontà, ovvero alimenti che, oltre a essere ricchi di acqua, contengono il potassio in grado di aiutarci a contrastare l’eccesso di sodio. Se poi la verdura la mangiamo cruda, tanto meglio: non avremo nemmeno l’esigenza di salarla, poiché risulterà già saporita così (per i benefici del cibo crudo o Raw Food, potete leggere PHIT di marzo/aprile). Quanto ai cibi cotti, invece, è meglio aggiungere il sale solo a

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fine cottura, così da limitarne l’assorbimento. Si può scegliere tra quello iposodico o asodico, marino integrale, iodato, piuttosto che rosa dell’Himalaya… Ma ricordatevi che anche spezie ed erbe aromatiche, oltre a essere potenti afrodisiaci (v. PHIT di gennaio/febbraio), sono perfette per insaporire, così come il succo di limone, lo yogurt, l’olio e l’aceto. Nei periodi caldi e dopo la pratica sportiva, infine, è fondamentale reintegrare gli elementi persi con la sudorazione e il respiro, bevendo acqua e consumando molta frutta e verdura, poiché una carenza di liquidi e sali minerali può portare a disidratazione, affaticabilità, cali di pressione e persino svenimenti. Detto questo, come arrivare alle “prove” estive (costume + Olimpiadi!), “salati” al punto giusto? Via al doping con centrifugati, macedonie e pinzimoni in tutte le salse, purché senza aggiunta di sodio: il sale da cucina si può usare in tanti altri modi, dalle pulizie domestiche (ha proprietà abrasive, assorbenti e deodoranti!) a... Scopritelo nelle prossime pagine!


A TUTTO SALE

SALE ROSA DELL'HIMALAYA

GROTTE DI SALE

Non si estrae dal mare come il comune sale bianco, bensì dalle miniere, ovvero dal sottosuolo. Il che lo rende più incontaminato e, quindi, più pregiato. Per questo non viene trattato ed è l’unico in grado di coniugare al cloruro di sodio altri 84 microelementi, inclusi gli oligoelementi di cui abbiamo bisogno, nelle giuste proporzioni. Ecco perché, cucina a parte, è impiegato soprattutto nei trattamenti in beauty farm (scrub, peeling, massaggi, lettini). A contatto con il corpo, infatti, il sale rosa dell’Himalaya emana onde energetiche che regalano un benessere immediato e un calore che scioglie tensioni e contratture. I granelli, poi, effettuano uno scrub molto efficace, eliminando le cellule morte dalla nostra pelle. Ma non è tutto: respirare l’aroma del sale in una stanza che ne è completamente rivestita aiuta a liberare le vie respiratorie, purificandole da virus e batteri.

Gli antichi conoscevano bene le proprietà battericide del sale. Basata sull’inalazione di sale purissimo, l’haloterapia (dal greco “halos”/sale) è utile per la cura di asma, riniti e faringiti e si può sperimentare, per esempio, nelle grotte di sale certificate. Si tratta di stanze completamente rivestite di sale micronizzato: un ambiente benefico e ricco di preziosi microelementi, tra cui iodio, sodio, ferro, rame, zinco, potassio, magnesio, litio, perfetto anche per rilassarsi. Il tasso di umidità e la temperatura costanti creano un microclima ideale per respirare il cloruro di sodio secco nebulizzato, che in questo modo viene immediatamente trasportato ai bronchi e all’intero apparato respiratorio. Essendo igroscopico, ovvero in grado di assorbire l’umidità, questo sale “aspira” i liquidi e le piccole impurità, che vengono poi eliminati dall’organismo con i processi metabolici.

LAMPADE DI SALE Pensate alla sensazione di benessere che si prova vicino a una cascata, in alta montagna o anche dopo un forte temporale... Il tutto ha una spiegazione “naturale”, poiché fenomeni quali i fulmini o l’acqua che cade da grandi altezze generano una forte energia, caricando l’aria circostante di ioni negativi che, a dispetto del nome, apportano numerosi benefici (al contrario di quelli positivi, responsabili di vari disturbi). E, in particolare, donano una piacevole sensazione di benessere, migliorano concentrazione, attenzione, produttività e stimolano il sistema immunitario. Ma se le cascate sono lontane, possiamo provare a percepire gli stessi benefici anche tra le mura domestiche: basta ricorrere alle lampade di sale, ionizzatori naturali che riequilibrano il numero di ioni negativi nell’ambiente. Al relax contribuisce anche la luce emessa dalle lampade, nei colori dal bianco all’arancione.

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ALEX ZANARDI

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FOTOGRAFATO DA ROBERTO COVI STYLIST: VALENTINA RODA GROOMING: STEFANIA GAZZI DI B FACTORY MILANO FOTO BACKSTAGE DI TOMMASO RIVA ABITI EMPORIO ARMANI

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A CURA DI SIMONA CONTALDO INTERVISTA DI FEDERICO RIVA

INSTANCABILE ENTUSIASMO PILOTA, PADRE, PRESENTATORE, E ADESSO ANCHE ATLETA OLIMPICO CON IL BARILLA BLU TEAM. UNA VITA DI EMOZIONI INFINITE... UN UOMO CHE HA SAPUTO TRASFORMARE L’IMPOSSIBILE IN POSSIBILE, LA TRAGEDIA PIÙ GRANDE IN UNA NUOVA STORIA PIENA DI SUCCESSI. ALEX ZANARDI APRE LA PORTA DI CASA SUA (E DEL SUO GARAGE) A PHIT. E, TRA UNA TAZZA DI CAFFÈ E MILLE ATTREZZI DA BRICOLAGE, CI REGALA IRONIA, FORZA, CORAGGIO E LACRIME. UNA TESTIMONIANZA DI VITA UNICA, DA CUI C’È TUTTO DA IMPARARE...

ALEX, PER NOI DI PHIT È UN ONORE INTERVISTARTI, AVERE LA POSSIBILITÀ DI CAPIRE E, SOPRATTUTTO, FARE TESORO DELLA TUA GRANDE FORZA. PERCHÉ È QUESTO CHE TRASMETTI ALLA GENTE: FORZA, OLTRE A QUEL GRANDE SENSO DI LIBERTÀ CHE SEI RIUSCITO A NON PERDERE, A RIBALTARE E, ADDIRITTURA, AD AMPLIFICARE. CHI RINGRAZI PER TUTTO CIÒ? Su tutti, ringrazio i miei genitori. Sapete, come ciascuno di noi, sono nato con un’impronta genetica ereditata: sono loro che mi hanno creato così. Che mi hanno dato un carattere forte, l’ottimismo e un pizzico d’incoscienza. L’audacia e la caparbietà per non accontentarmi mai dei piccoli successi e voler sempre raggiungere qualcosa in più. Il timone della mia vita, infatti, è la curiosità. Sono uno di quelli che considera ogni giorno come una nuova opportunità per costruire, nel bene o nel male. Prendiamo ad esempio il mio infortunio: è stata dura, sapete. È stato duro ogni singolo giorno di quel cammino per rimettersi in moto, dal dover guadagnare indipendenza dalle macchine che mi tenevano in vita al rimettermi in forze a poco a poco per poter scendere dal letto... Ma poi sono arrivate le soddisfazioni. E ho solo dovuto fare i conti con priorità in continuo cambiamento...

QUESTI RICORDI SONO CHIARI NELLA TUA MENTE O LI HAI IN QUALCHE MODO “OFFUSCATI”? Sono ricordi chiarissimi. Come era chiarissimo in me il fatto che sarei tornato a guidare. Non mi sono chiesto (in quel momento né mai) se ci sarei riuscito o meno: non avevo alcun dubbio, dovevo solo rimettere in ordine le cose... Perché l’essere un pilota, anche mentalmente, era dentro di me, lo sentivo, non poteva avermi lasciato. E questa sicurezza mi arrivava prima di tutto dal fatto che ero rimasto vivo. Quindi, qualora avessi trovato tecnicamente il modo di guidare, sarei tornato a guidare... Tecnicamente: certo lì qualche dubbio c’era... QUESTA SICUREZZA L’AVEVA ANCHE IL DOTTOR COSTA (medico ufficiale del Motomondiale, ndr). INFATTI, SUBITO DOPO L’INCIDENTE, DISSE PIÙ O MENO COSÌ: «QUESTO QUA, APPENA SI RIPRENDE, TORNA A GUIDARE SENZA ALCUN PROBLEMA, ANZI... » Claudio Costa è un amico... Ricordo che fu una delle prime persone a venirmi a trovare in ospedale, a Berlino, per capire cosa si poteva fare. Pensate che stava andando a Valencia e ha fatto un giro assai più lungo per passare da

NOME COMPLETO ALESSANDRO ZANARDI SEGNO ZODIACALE CUSPIDE VERGINE/BILANCIA)

LUOGO DI NASCITA BOLOGNA DATA DI NASCITA 23-10-1966 SEGNI PARTICOLARI... CURIOS O

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ALEX ZANARDI

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Il fatto davvero incredibile è che l’unico danno da me realmente subito in quell’incidente è stato perdere le gambe. Per il resto, sono perfettamente funzionante. questo è il vero miracolo!

me... Mi vuole molto bene. Tre giorni dopo, quando arrivò in Spagna e fu intervistato dai cronisti, disse che sarei tornato a guidare, a sciare, ad andare in bicicletta e a tenere mio figlio sulle spalle… A un certo punto spensero i microfoni, pensando fosse pazzo... E, invece, aveva assolutamente ragione! DEL TUO INCIDENTE SI È PARLATO TANTO E CI SEMBRAVA QUASI “SCONTATO” CHIEDERTI QUALCOSA IN PROPOSITO... MA FORSE CI SONO COSE CHE MOLTI NON SANNO A RIGUARDO: PER ESEMPIO, CHE TU SEI STATO ANCHE UN CASO CLINICO UNICO... Non ho nessun problema a parlare di questo, anzi lo racconto con un pizzico d’orgoglio. Ed ecco il perché: la NASA ha studiato per molto tempo le corse automobilistiche, raccogliendo dati a fini statistici, per creare una sorta di protocollo che, sulla base di ipotetiche situazioni di soccorso limitato, potesse stabilire una linea sotto la quale valesse o meno la pena di provare a salvare una vita umana.. Be’, il mio caso è risultato molto (ma molto!) al di sotto di quella linea, così lo hanno classificato come “errore”, senza più prenderlo in considerazione, altrimenti avrebbero dovuto buttare via tutto il fascicolo! Secondo lo studio, infatti, era assolutamente impossibile che un essere umano potesse sopravvivere più di cinquanta mi-

nuti con meno di un litro di sangue in corpo. Eppure io, fortunatamente, sono ancora qui a raccontarlo. Io che ho avuto sette arresti cardiaci e ricevuto persino l’estrema unzione con l’olio del motore! Ma sapete una cosa? La cosa a cui nessuno pensa? Il fatto davvero incredibile è che l’unico danno da me realmente subito in quell’incidente è stato perdere le gambe. Per il resto, sono perfettamente funzionante! Questo è il vero miracolo! IN EFFETTI, LA DINAMICA STESSA DELL’INCIDENTE, PER QUANTO CRUENTA, HA AVUTO UN CHE DI MIRACOLOSO... Certamente! Se l’altro pilota non avesse dato un colpo secco alla mia auto sul musetto anteriore, probabilmente saremmo morti entrambi semplicemente per la forza dell’impatto. Invece musetto e gambe sono stati tagliati via come il burro... Insomma, è andata così, e per me è andata molto bene. Io guardo a ciò che è rimasto e riparto da lì per fare dell’altro. Sono passati dieci anni ormai, sono successe tante cose e sinceramente non sono qui a pensare alle mie gambe: è un pensiero che non mi attraversa mai. Anzi, se domattina apparisse un mago per ridarmi le mie gambe direi: «no, un attimo: aspetta... », perché dovrei prima prendere in considerazione tutte le cose che non potrei più fare, che caratterizzano oggi la mia vita e

che mi fanno divertire. CIOÈ NON RIVORRESTI INDIETRO LE TUE GAMBE? Be’, certo – è chiaro – alla fine le prenderei, tanto poi qualcosa da farci me la invento! Però non potrei più, per esempio, andare in handbike, la bicicletta con cui corro e con cui in questi anni ho ottenuto tutte le mie conquiste, e dover smettere di botto sarebbe un bello shock! Invece, se arrivasse un mago e mi facesse tornare indietro nel tempo per evitare quell’incidente, senza però darmi la garanzia di poter vivere la vita che ho vissuto finora, allora sarei veramente in dubbio, anzi direi che non mi interesserebbe proprio... Poi tanto il mago non arriva! Facciamo che adesso vado alle Olimpiadi di Londra e buonanotte! COM’È LA TUA VITA OGGI? Basta guardarmi intorno per dire di avere una vita bellissima. Quest’esperienza, poi, mi ha insegnato che c’è sempre qualcuno che sta peggio: bisogna godere di ciò che si ha. PUOI RACCONTARCI UN ANEDDOTO? Guardate, vi racconto una scena. Un giorno ero al centro di riabilitazione e un signore mi aveva offerto un caffè perché voleva parlare della “Ferra-

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per Fortuna io sono ancora qui a raccontarlo (l'incidente). ho avuto sette arresti cardiaci e persino ricevuto l’estrema unzione con l’olio del motore!

ri di Schumacher”. Io non sapevo perché fosse lì ma venne fuori che accompagnava sua figlia, una bambina nata senza gambe. In pausa pranzo lo rincontrai che piangeva con la bimba in braccio, e non appena il mio sguardo incrociò il suo, lui mi tranquillizzò subito dicendomi che piangeva di gioia. Sì, perché prima di allora la bambina era stata troppo piccola per poter portare delle gambine artificiali, invece quel giorno finalmente l’avevano messa in piedi e il dottore l’aveva guardato, dicendogli: «be’, e le scarpe dove sono?»… Così lui era corso in fretta a comprarne un paio. Non aveva mai comprato un paio di scarpe a sua figlia: era l’uomo più felice del mondo. Ecco, sono quelli i momenti in cui ringrazi di non esserti pianto addosso. SEMBRA TU NON SIA AFFATTO SCARAMANTICO: HAI ADDIRITTURA VOLUTO FINIRE I TREDICI GIRI CHE TI MANCAVANO SULLA PISTA DOVE HAI AVUTO L’INCIDENTE... Mah, sì e no: se non costa niente, perché sfidare la sorte?! Se un gatto nero mi attraversa la strada, aspetto un attimo e poi passo. Non mi piace il 17, ma con il 13 ho un ottimo rapporto. E pensate che appena prima di rimettermi al volante dopo l’infortunio, per completare quei tredici giri che quel giorno non ero riuscito a fare, ho buttato l’occhio sull’orologio digitale ed erano le 13:13:13... PER LA TUA PULIZIA NELLA GUIDA, SEI STATO SOPRANNOMINATO “IL PARIGINO”. QUAL È STATO IL MOMENTO PIÙ ESALTANTE DELLA TUA CARRIERA AUTOMOBILISTICA? Una sensazione fantastica l’ho provata a Long Beach nel ‘98. A metà gara ero doppiato ma, grazie a varie situazioni che si sono presentate, ho recuperato talmente tanto che a sette giri dalla fine ero settimo. Avrei dovuto passare una macchina a giro: ce la potevo fare. E la gente stava iniziando a capire che potevo vincere, anzi si stavano esaltando mica poco! Sapete, gli Americani sono molto nazionalisti, ma quando si esaltano, non c’è passaporto che tenga! Quindi hanno iniziato a incitarmi talmente tanto che sentivo il boato dall’interno del casco: avevo la pelle d’oca. E, be’, alla fine ho vinto. Con un sorpasso che giudico il migliore della mia

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carriera. Era una situazione in cui potevo passare solo dove era impossibile: dovevo costruire un diversivo per creare una possibilità in una situazione impossibile. Ecco, questo per me è coraggio: tutti dicono che non si può fare? Bene, io ci ragiono su e trovo il modo di farlo. Nelle corse automobilistiche, naturalmente, è un po’ più difficile perché poi, se sbagli, ti trovi attaccato a un muro ed è finita... PARLIAMO DI MARATONA, LA TUA ATTUALE DISCIPLINA SPORTIVA. TUTTO NASCE DA NEW YORK... Sì, nel 2007 sono stato invitato da Paolo Barilla al Pasta Party durante la Maratona di New York. Lui teneva molto al fatto che io andassi lì a fare un discorso. «Tutto quel viaggio per un discorso?», gli dissi assolutamente di sì! E, per ridere, aggiunsi che a quel punto avrei anche provato a fare la maratona. Lui, da ex maratoneta qual era, mi rispose: «È impensabile che tu possa preparare una maratona in un mese. Non hai proprio capito nulla!». E lo disse con un tono talmente deciso e perentorio che allora io gli risposi: «Fermo lì! Tu comincia a iscrivermi e poi vediamo sul campo, se si può fare o meno». All’epoca non sapevo neanche cosa fosse una handbike. Avevo solo visto una foto di Clay Regazzoni che andava su quel trabiccolo. Così mi sono detto: «partirò e poi si vedrà...». Mi ricordai, però, di aver conosciuto un giorno in strada, per caso, Vittorio Podestà, mio attuale compagno nel Barilla Blu Team, il quale in quell’occasione, mi aveva fatto vedere la sua handbike. Allora lo richiamai per chiedergli dove l’aveva comprata, perché volevo prepararmi per la Maratona di New York. Lui, gasatissimo, rispose: «Figata! Che bello, dai prepariamola insieme: abbiamo giusto giusto un anno di tempo». E io: «no, non hai mica capito: io voglio fare quella di quest’anno... fra un mese!». E COME ANDÒ A FINIRE? Sta di fatto che trovai la handbike, andai alla Maratona di New York, e arrivai quarto. Be’ – intendiamoci – i forti erano tre, perciò diciamo che sono arrivato primo tra i “brocchi”. Però tutto questo mi ha acceso la lampadina. Il sudore che mi colava dalla fronte mi ha fatto godere, perché mi mancava.


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È STATO LÌ CHE HAI LASCIATO LE AUTO? Sì, alla fine del 2009 ho pensato di non gareggiare più con le auto e di iniziare ad allenarmi per partecipare alle Olimpiadi di Londra... CI ANDRAI CON IL BARILLA BLU TEAM: DI COSA SI TRATTA? È un progetto che nasce da Paolo, Guido e Luca Barilla: grandi persone e sportivi molto sensibili, come il marchio della loro famiglia, del resto, da sempre attento ai valori ereditati dal padre. Ovvero a tutte quelle “regole” non scritte, che però aleggiano tra

i muri dell’azienda, del tipo “non essere sul mercato solo per profitto”. E non vi dico tutto questo per opportunismo, ma perché ne sono sinceramente orgoglioso: un’azienda che tiene a libro-paga grandi campioni dello sport e che si potrebbe permettere chiunque, ha voluto, invece, fare un investimento su tre ragazzi che condividono un sogno, per nulla dissimile da quello dei grandi campioni, se non per il ritorno “quantitativo”. Sicuro è che storie come la mia e come quella di Fabrizio e Vittorio nascono e vivono grazie a un enorme impulso passionale. Per tutti questi motivi, si tratta di un’operazione quali-

tativamente molto valida: il Barilla Blu Team incarna davvero i valori professati dall’azienda. A PROPOSITO DI SOGNI, IN COSA CONSISTE IL CONCORSO “SHARE YOUR DREAM”? Anche questo è un bellissimo progetto. È un invito a mettersi in contatto con Barilla e raccontare il proprio sogno. Un invito rivolto a tutte le persone che stanno vivendo dei sogni sportivi e credono di condividere determinati valori. Io ho segnalato il mio! Tra i premi più “immediati” c’è la possibilità di andare a Londra a vedere i Giochi Olimpici e,

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ALEX ZANARDI

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per i migliori, di essere aiutati dall’azienda a realizzare questi sogni. È come dire «io da solo sono arrivato fin qui... Adesso vengo premiato per fare un salto di qualità!». Spero sinceramente che molte altre aziende si mettano sulla medesima scia e capiscano l’importanza di questo tipo di progetti. SENTI, CI SPIEGHI COS’È UNA HANDBIKE? La handbike è para-ciclismo, ovvero un modo alternativo di andare in bicicletta. Esistono quattro categorie: H1, H2, H3, H4. La 4 è quella in cui corrono atleti con una disabilità meno penalizzante: la mia. TI PIACE MOLTO FARE “BRICOLAGE” SULLA TUA HANDBIKE. C’È ANCORA MOLTO DA INNOVARE IN QUESTO CAMPO? Ormai la bicicletta è una scienza quasi perfetta. Ma la handbike no, perché le abilità degli atleti sono sempre diverse. È una categoria relativamente nuova, in cui ciò che funziona per me può non funzionare per un altro. Pensate che chi ha vinto a Pechino correva con una media di 30km/h. Oggi, invece, con 40km/h non arrivi neanche al podio. Io quest’anno in una gara abbastanza piatta ho fatto 43,6km/h di media. Insomma, secondo me c’è ancora molto da scoprire in questo campo, soprattutto nella mia categoria.

IN PRATICA COME PEDALI? Pedalo in una posizione detta “inginocchiata” e, a differenza di un normale ciclista che ha due cerniere (anca e ginocchio), io ne ho tre (gomito, spalla e anca), come una fisarmonica. È vero che il braccio è più corto della gamba, ma io ho in più la lunghezza del busto e delle leve molto più lunghe. Per dirti, un ciclista viaggia con leve da 170cm, io ne ho da 240cm... Lunghissime! Ci vado dentro con tutto il corpo e descrivo un arco più ampio, semplicemente con una cadenza più bassa... SENTI, MA IN TUTTO QUESTO TU SEI STATO ANCHE NOMINATO “CAVALIERE IN ORDINE AL MERITO”... Sì, ed è stato un grande onore. Ho stretto la mano a ben due Presidenti della Repubblica sinora: Ciampi e Napolitano. Ed entrambi sono risultati simpaticissimi. Napolitano mi fece condurre (a sorpresa) la giornata per la disabilità: io ero terrorizzato, ma alla fine tutto andò bene e lui si complimentò per la mia bravura di “presentatore” Ciampi, invece, mi fece un discorso del tipo: «lei, Zanardi, questo titolo lo merita più di altri, con il suo coraggio, la sua tenacia... È un esempio positivo per i ragazzi. La forza con cui è tornato alla vita e, addirittura, è tornato a correre... Ecco, però, questa cosa che è tornato a correre... Già ha preso una sventola colossale, se poi ne prende un’altra anche l’esempio viene meno!».

Ecco, questo per me è coraggio: tutti dicono che non si può fare? Bene, io ci ragiono su e trovo il modo di farlo.

Barilla Blu Team Composto da Alex Zanardi, Fabri-

volta, forse in maniera ancora

zio Macchi e Vittorio Podestà,

più forte, a condividere e pro-

il Barilla Blu Team nasce per

muovere alcuni valori propri del

accompagnare i tre campioni a

migliore Sport: l’impegno, la

realizzare il proprio sogno, che

forza di volontà, il coraggio,

è poi quello di ogni atleta di

la spinta verso il superamento

livello: le Olimpiadi 2012. Da

dei propri limiti. Alessandro,

sempre legato al grande sport,

Vittorio e Fabrizio, in parten-

con questo nuovo progetto il

za per Londra 2012, ne sono la

marchio si impegna ancora una

prova vivente.

PHOTO: GENTILE CONCESSIONE DI BARILLA

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SA NR OG W E NB TO OA RV DI VI NO G

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DA UNA STORIA DI MAURO SARMIENTO TESTI DI ALESSIA GIORGIA PAGANO ILLUSTRAZINI DI GIULIA SALEMI

CAMPANA DI VETRO DI UN VENERÈ IL 22 AGOSTO O DAGLI ALTRI… DÌ SERA DIVERS RA DELL’HOTEL SONO NELLA CAME COMPAGNO, MA CON IL COACH E UN ENO… NON LI VEDO NEMM

… NON È PER NON LI ASCOLTO, NON LI GUARDO IN UNA CAME COM TO SEN MI SCORTESIA. È CHE Ì PRIMA DI PANA DI VETRO. ED È SEMPRE COS E SEMBRO UNA GARA IMPORTANTE: MI CHIUDO TUTTI LA SU E E, OSC CON MI DISTANTE… MA CHI È CATTIMIA RAGAZZA VERONICA, SA CHE NON VERIA…

È UN FATTO DI CONCENTRAZIONE… E NON SOLO: NELLA BORSA CI SONO I MIEI CORNINI, CHE STANNO SEMPRE LÌ. NON LI MUOVO MAI, PERCHÉ LA SCARAMANZIA, PER ME COME PER TUTTI I NAPOLETANI, È UN RITO… MA ECCO LA SVEGLIA: SONO LE 6 DEL MATTINO E NON HO CHIUSO OCCHIO. PER ME LA GARA È GIÀ INIZIATA DA IERI.

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P A S S I O N

ARGENTO VIVO

VERONICA ERISSIMA: QUALCOLAZIONE LEGG OTTATA, UN PO’ CHE FETTA BISC NON VOGLIO PEDI LATTE E VIA… ZZO GRAMMO DI SARE NEMMENO ME TRARE IN QUEL PIÙ, PRIMA DI EN L’INCONTRO DOPO QUADRATO. TTORE E TUTCOL COACH, IL DO AVVIO VERSO IL TO LO STAFF, MI LLA MANO CON LA PULLMAN, MANO NE MIA RAGAZZA.

NON È RIUPER FORTUNA LEI È QUI, ANCHE SE O UN ATLETA SCITA A QUALIFICARSI. SÌ, IO SON A DIO, HO MOLTO FORTUNATO, PERCHÉ, GRAZIE , ANCHE IN SEMPRE ACCANTO LA MIA FIDANZATA CAMPO.

SIAMO ATLETI DELLA STESSA DISCIPLINA E NON SIAMO MAI STATI IN COMPETIZIONE. ANZI, LEI SA COME PRENDERMI, MI DÀ CONSIGLI, MI SPRONA SE HO DEI CALI DI CONCENTRAZIONE, NON MI FA MOLLARE UN ATTIMO…

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ARGENTO VIVO

SNOWBOARDING

ORECCHIE SGUARDO ASSENTE, CUFFIE NELLE MELODICO NEO (ASCOLTO QUALCHE CANTANTE ). IL PAEICA CAR DELLA MIA CITTÀ, CHE MI DÀ LA LMAN... PUL DEL SAGGIO SCORRE DAL FINESTRINO

GIORNO BAGNATO

… TRAFFICO, STRADE A CINQUE CORSIE, PALAZZONI, CASINO… PIOVE. MA SAI COME SI DICE A NAPOLI? "GIORNO BAGNATO, GIORNO FORTUNATO"», O QUALCOSA DEL GENERE… IL CLIMA DI PECHINO, INVECE, È MOLTO FASTIDIOSO: AFOSO, UMIDO, DI QUELLI CHE TI BUTTANO A TERRA…

IAMO AL CHIUSO. ANZI, PER FORTUNA NOI GAREGG , PER PRENDERE CONFIÈ MEGLIO ENTRARE SUBITO BIENTARSI E COMINCIADENZA CON LO STADIO, AM E CHIACCHIERE CON IL RE IL RISCALDAMENTO… DU IO E VERONICA CI DIAMO MEDICO E IL TECNICO E… L’ULTIMO BACETTO.

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ARGENTO VIVO

IL QUADRATO

DOBOK, CASCHETTO, CORPETTO, PARASTINCHI, PARABRACCIA, CONCHIGLIA… CI SIAMO: È ORA DI ENTRARE NEL QU ADRATO A COMBATTERE. IL RAGA ZZO DELLA COSTA D’AVORIO CH E AFFRONTO PER PRIMO SI MUOVE COME UN FELINO DELLA SUA TERR A, MA PER ME È FACILE DA BATT ERE: UNA SORTA DI RISCALDAMENT O...

... PIÙ COMPLESSO L’AVVERSARIO SUCCESSIVO: STEVEN “STEVE” LÒPEZ, IL CAMPIONE OLIMPICO USCENTE, L’AMERICANO CHE NON PERDE DA DIECI ANNI, IL PIÙ FORTE… IL “DIVO ONNIPOTENTE” CHE SI ALLENA A TORSO NUDO, PETTORALI IN VISTA E SGUARDO MINACCIOSO. MA STEVE – LÀSCIATELO DIRE IO TI SENTO: ‘STA VOLTA NON SEI PERFETTAMENTE A TUO AGIO… ‘STA VOLTA SAI CHE NON SARÀ POI COSÌ SEMPLICE…

LDEN QUARTO ROUND, GO IL A GN SE POINT, CHI E E… NC VI PRIMO PUNTO IO LC CA IL A SFERRARE SONO DELLA VITTORIA E SI EV ST PROPRIO IO. TE EN AM TT TOGLIE DIRE A NZ SE O, IL CASCHETT IL RE DA AR NEMMENO GU E HA TABELLONE: SA CH BYE !… CA SI PERSO E RO AST NO SO BYE STEVE, IA ST BE A TO IO LA TU NERA!

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ARGENTO VIVO

AARON SONO IN SE-MI-FI-NA-LE E PER ME È GIÀ COME AVER VINTO MEZZA OLIMPIADE! MA DEVO RESTARE CONCENTRATO, PERCHÉ ORA È IL TURNO DI AARON COOK: IL GIOVANISSIMO, IL FUORICLASSE, L’INGLESE VENUTO DAL NULLA CHE PERÒ È GIÀ TRA I PIÙ FORTI DELLA MIA CATEGORIA. CARICHISSIMO, INSTANCABILE, IMPREVEDIBILE, AARON È UNA MINA VAGANTE: DEVO STARCI ATTENTO. EPPURE…

SARÀ CHE L’HO GIÀ BATTUTO ALLE QUALIFICAZIONI OLIMPICHE DI MANCHESTER, FACENDOGLI RISCHIARE IL KO… SARÀ CHE SEMBRA TUTTO TROPPO PIÙ GRANDE DI LUI… SARÀ CHE LA GIOVANE ETÀ LO PORTA A FARE QUALCHE PASSO FALSO… SARÀ, MA STA DI FATTO CHE A TRE SECONDI DALLA FINE DEL TERZO ROUND, SUL 5 A 5, RIFILO AD AARON TRE CALCI TRE, CHE MI FANNO GUADAGNARE IL SESTO PUNTO... SONO IN FINALE ALLE OLIMPIADI DI PECHINO!!!! 3 7

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ARGENTO VIVO

BRACCIA AL CIELO DALLA GIOIA CADO PER TERRA, MI SCIOLGO IN UN PIANTO LIBERATORIO, NON CAPISCO PIÙ NULLA… HO APPENA VINTO UN ARGENTO: IL PRIMO NELLA STORIA ITALIANA DEL TAEKWONDO. I CRONISTI E UNA DECINA DI TELECAMERE TENTANO DI BRACCARMI, MA IL COACH MI TIRA DALL’ALTRA PARTE…

GIÀ, PERCHÉ LA GARA NON È ANCORA FINITA. HADI SAEI, L’IRANIANO, “IL MARPIONE”, IL CAMPIONE OLIMPICO USCENTE DELLA CATEGORIA SOTTO LA MIA, È GIÀ LÌ SUL QUADRATO CHE MI ASPETTA. MOTIVATO, ESPERTO, CONCENTRATO, FURBISSIMO… MENTRE COMBATTE, SI FA SENTIRE, E NON LA SMETTE DI GUARDARMI FISSO NEGLI OCCHI. ME LA GIOCO FINO IN FONDO, MA È LUI A VINCERE 6 A 4 ALL’ULTIMO ROUND. IO, DAL CANTO MIO, HO GIÀ IN TASCA LA MIA VITTORIA PIÙ GRANDE, TANTO CHE È SAEI AD ALZARE IL MIO BRACCIO AL CENTRO DEL QUADRATO. DOPO ESSERMI LIBERATO DI GIORNALISTI E TV, FINALMENTE ECCO LEI, VERONICA, CHE CORRE AD ABBRACCIARMI FORTE FORTE, CON GLI OCCHI PIENI DI LACRIME, SCIOCCATA E FELICE.

Mauro Sarmiento, Argento a Pechino 2008. Qualificato per l’Italia a Londra 2012 nel taekwondo.

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I N S I D E

SNOWBOARDING

«Non puoi prescindere da ciò che sei. Il tuo talento, le tue aspirazioni, i tuoi obiettivi, sono la risposta alla domanda: chi vuoi diventare?». Federico Chiarugi 4 0 P H I T


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I N S I D E

INTERVISTE DI FEDERICO RIVA TESTI DI ANDREA ZAVAGLIA FOTO DI TOMMASO RIVA

Magnesite CARLOTTA FERLITO

PHIT INCONTRA LE GIOVANISSIME PROMESSE AZZURRE DELLA GINNASTICA ARTISTICA, REDUCI DA UN RIUSCITO REALITY SHOW. E LE VA A TROVARE “A CASA”, OVVERO AL CENTRO TECNICO FEDERALE DI MILANO, DOVE PASSANO GRAN PARTE DELLA LORO ESISTENZA...

Come vivono? Quali emozioni provano? Cosa temono di più? E, soprattutto, cosa sognano? Sono giovanissime e passano la vita ad allenarsi duramente, fra travi e parallele, per conquistare con fatica la massima elasticità possibile, millimetro dopo millimetro. Anche le ragazze della ginnastica artistica fantasticano su amori alla Twilight, tengono il loro diario personale e studiano, come le altre. Eppure fanno una vita totalmente diversa dalle loro coetanee, una vita necessariamente dura e votata al sacrificio, dalla fatica fisica alla dieta rigorosa, passando per le frequenti rinunce del tempo libero (il cinema del sabato pomeriggio, le feste, i “primi appuntamenti”)... Per loro, però, è tutto normale...

DA GRANDI Disciplina olimpica dai Giochi parigini del 1900, la ginnastica artistica è uno sport antichissimo, che affonda le sue radici nella cultura greca, ma che si basa su un’esigenza primaria dell’uomo evoluto: muoversi, e in un modo

che sia possibilmente armonioso e piacevole anche alla vista altrui. L’estrema elasticità e flessibilità richieste al fisico degli atleti ne fanno una specialità in cui eccellono ragazzi e ragazze per lo più giovanissimi, anche preadolescenti, che iniziano magari a 5/7 anni («prima il gioco, poi tanto potenziamento e preparazione fisica, infine gli attrezzi») e spesso finiscono la propria carriera prima dei 20 («a 18 anni sei quasi finita... Solo i ragazzi vanno un po’ più in là...»). Già, perché più il corpo assume le forme femminili, da donna insomma, più è difficile. Il che ha contribuito a creare, intorno alla ginnastica artistica, l’idea di un mondo a se stante, poiché in grado di condizionare significativamente il fisico durante l’età evolutiva.. Eppure questo non sembra affatto pesare, per esempio, a Carlotta e Francesca: loro amano ciò che fanno, ma sono in una fase della vita in cui pensare al futuro con preoccupazione è un’eventualità ancora lontana... Per la cronaca, Francesca (Deagostini), classe 1996, è già qualificata per le pros-

sime Olimpiadi, mentre Carlotta (Ferlito), 17 anni, con due Ori e un Bronzo conquistati al test event per Londra 2012, è una delle più grandi speranze del medagliere italico.

EQUILIBRIO Gli uomini generalmente smettono più tardi, soprattutto se specializzati in sotto-discipline maggiormente legate alla forza fisica, come gli anelli (vedi Yuri Chechi, ritiratosi a 33 anni). Per molti di loro si aprono le porte della danza acrobatica, come per Paolo Bucci, ex olimpionico – ma si può mai essere “ex” in una cosa del genere? – e ora allenatore delle due ragazze. Lui, dopo il ritiro dall’attività agonistica, ha lavorato per nove anni con i Kataklò, una compagnia di ballerini acrobatici nata nel ‘95 e oggi conosciuta in tutto il mondo. «È una buona opportunità per non buttare via tutte quelle “super-qualità” che ci si è duramente e faticosamente costruiti negli anni della ginnastica», spiega. E proprio di Super Qualità si tratta: PHIT le vede coi propri

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occhi durante gli allenamenti. Ma sono sotto gli occhi di tutti: la facilità con cui questi atleti compiono movimenti che paiono impossibili, la forza con cui ono mille tra fattori, non ultima la mimica facciale: si muovono le parallele, l’eleganza e l’equilibrio «non devi mai far vedere che hai accusato un colcon cui volano sulla trave. po, perché quella smorfia, anche se dura un istante,

s

èVITA un segno di debolezza che invita immediatamente VERA

l’avversario a colpirti». E che può decidere il risulSarà per questo che “Vite Parallele”, il reality sulle ginnaste italiane da MTV, è unoper deite? potato. Ma alla fine, proposto Silvia, cos’è tutto questo chi show delsinceramente», genere ad averdice riscosso successo sia «Non lo so commuovendosi. di pubblico che diche critica, fino aavuto essere dapalestra più parti «Molti mi dicono se avessi una definito uno spettacolo “vero”. Ovvero quello che di danza davanti a casa, sarei diventata la più granin fondo ci si aspetterebbe da un reality show, ma de ballerina del mondo… Io sono una combattente che negli anni si è perso in nome dello spettacolo. e volevo arrivare da qualche parte». «Dicono che ormai siamo un popolo comodo – commenta Paolo – un popolo che non ha più voglia di soffrire, in un paese dove tutti i bambini giocano a calcio e le bambine sognano di fare le veline... Eppure nella ginnastica artistica, forse lo sport più impegnativo in assoluto per il fisico di un giovane

atleta, siamo sempre ai vertici europei, a volte anche mondiali e, Olimpiade dopo Olimpiade, siamo sempre lì, a giocarcela fino in fondo». Paolo Bucci, forse proprio per i suoi trascorsi nel mondo dello spettacolo, davanti alle telecamere di MTV è sempre sembrato molto a suo agio, molto naturale. Sentirlo parlare, con l’enfasi che dà a tutto ciò che più lo entusiasma e l’energia che sprigiona quando accenna a quello che le sue atlete sono in grado di fare, è già di per sé emozionante. In più c’è il fatto che la ginnastica artistica è uno degli sport più seguiti della kermesse olimpica, una disciplina storicamente colma di soddisfazioni per noi italiani e capace di sfornare grandi campioni, da Chechi a Cassina, dalla Ferrari alla Ferlito stessa.

FORZA Nonostante ciò, la ginnastica artistica in Italia si porta dietro i problemi di tutti gli sport cosiddetti “minori”: pochi partecipanti, pochi soldi, poca visi-

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«Sì, gli allenatori “rompono”, ma lo fanno per un motivo. Sono duri – è vero – ma è lo sport a essere duro, e noi siamo qui per diventare dei campioni»


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«Poi finalmente a 18 anni, con i cinque cerchi tatuati sulla schiena, potrò pensare al mio futuro. Ora penso solo al mio presente»

bilità, mentre in paesi come la Russia o gli Stati Uniti i risultati sportivi sono anche un mezzo per aprire le porte dei grandi college e potersi costruire una vita dopo lo sport. Da noi magari ti dà una mano la televisione... «Il reality? Mamma mia, non vediamo l’ora che riinizi! - commentano le ragazze - primo perché ci siamo troppo divertite, secondo perché è un ottimo modo per promuovere questo sport che viene sempre poco valorizzato». Elasticità, forza, allenamenti ripetuti fino allo stremo, rinunce, fatica, lacrime, una dieta durissima, il rischio di rompersi il collo per un “ritorno” sbagliato... Da dove viene la spinta a continuare? «La forza di andare avanti ci viene dai risultati, dalla passione, e dalle persone che ci stanno vicino», commentano le ragazze. Uno su tutti? Federico Chiarugi, un compagno di squadra che dopo una brutta caduta in allenamento è rimasto tetraplegico, ma che è oggi una fonte d’ispirazione per tutti, con la sua presenza, i suoi sorrisi, le sue parole. Tanto che sulla bacheca della palestra spicca un incitamento intitolato “COMPETI” e firmato

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proprio da lui. Eccone un estratto. «La perseveranza è il tuo strumento di evoluzione. La volontà la tua forza motrice. L’esperienza la tua personale consigliera. Puoi prescindere dal gareggiare, ma non puoi sottrarti al confronto e allo scontro. Dunque, forza! Competi!». Questo, in fondo, è lo spirito che spinge ogni giovane atleta a lottare duramente per i propri sogni, Olimpiadi in testa: «lì il livello è altissimo... – commenta Carlotta – Le Americane, le Cinesi... sono dei mostri: già da piccole sanno fare di tutto!». Sentir pronunciare la parola “olimpiadi” a Francesca e Carlotta, 15 e 17 anni, con una certa leggerezza e allo stesso tempo una profonda luce negli occhi, fa riaffiorare in me il ricordo di quando, ancora bambino, alla classica domanda «cosa vuoi fare da grande?» rispondevo candido proprio «le Olimpiadi!». Erano gli anni dell’atletica, uno sport d’impegno e sacrificio che forse impallidisce di fronte al sudore versato da queste ragazze fin da piccolissime. Eppure loro, che ammettono di avere un po’ di paura solo quando affrontano le parallele, perché «se cadi da

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? LE SPECIALITÀ

M/F - CORPO LIBERO Prevede una serie di esercizi, senza l’ausilio di attrezzi specifici al di fuori del suolo, ovvero di una pedana quadrata (detta “quadrato”) di 12x12m, con 1m di “sicurezza” intorno. Solo per le donne è previsto un accompagnamento musicale, finalizzato alla ricerca di un effetto coreografico.

M/F - VOLTEGGIO lì, ti fai veramente male», non si spaventano davanti ad allenamenti estenuanti sia a livello fisico che mentale: sanno che quella è l’unica strada per realizzare i loro sogni.

TENACIA «Il massacro fisico e psicologico spesso ti porta a “sbroccare”, e ti viene da dire: voglio tornare a casa! In realtà sei solo stanca: semplicemente non ce la fai più ad allenarti» dice Carlotta cercando lo sguardo della compagna. «Nel momento in cui dici “non ce la faccio più”... è proprio lì che devi darci dentro! Sono mattoni su mattoni che costruiscono il tuo essere atleta!», aggiunge la giovanissima Francesca con una naturalezza quasi disarmante. Chiedo loro se in qualche modo soffrono questo essere “diverse”, un po’ isolate dalla vita “vera”, dal resto del mondo, ma dalle loro risposte apparentemente evasive

mi rendo conto che questa per loro è la vita vera: la scuola da privatiste, gli allenamenti, le amiche compagne e avversarie, la cotta per qualche “figo”, alcuni adulti come punti di riferimento, tra cui i genitori che, anche se lontani, sono ultra-fieri di te e gli allenatori, che «se “rompono” lo fanno per un motivo... Sono duri, ma poi capisci come prenderli»... Le gare importanti, in cui «può succedere di tutto e all’inizio ti tremano le gambe, soprattutto alla trave»... E un po’ di tempo libero per ascoltare la boy band preferita (ma non erano finite le boy band?! Inizio a diventare vecchio!) o per vedere l’ultimo capitolo della saga di “Twilight”. E poi di nuovo allenamenti, gare, allenamenti. E sogni, magari a Cinque Cerchi, da tatuarsi quando si sarà più “grandi”. Ma, in fondo, non è questa la vita che desidera ogni giovane sportivo?

Il/la ginnasta corre lungo il tumbling (un corridoio lungo 25m), salta su una pedana posizionata davanti alla tavola e, poggiando le mani sull’attrezzo, esegue il volteggio vero e proprio. L’arrivo al suolo è di fondamentale importanza ai fini del punteggio.

M - ANELLI L’esercizio agli anelli, due cerchi in legno fissati parallelamente a due nastri verticali, dura circa un minuto, durante il quale il ginnasta mantiene posizioni statiche, compie passaggi dinamici e termina con un salto detto “uscita”.

M - SBARRA L’elemento principale utilizzato per questa specialità è la “granvolta”: un movimento circolare attorno alla sbarra, durante il quale il ginnasta accumula energia cinetica e, sfruttando anche l’elasticità della sbarra stessa, attua salti al di sopra o alla stessa altezza dell’attrezzo.

M - CAVALLO CON MANIGLIE È alto 105cm da terra e dotato di maniglie di 15cm. L’atleta deve tenersi sull’attrezzo solo con le mani, evitando di toccarlo con i piedi nel corso delle sue evoluzioni, pena una consistente perdita di punti.

M - PARALLELE SIMMETRICHE Sono costituite da due staggi posizionati alla stessa altezza. Il ginnasta compie una serie di evoluzioni al loro interno, sfruttando l’oscillazione sulle braccia, senza mai toccare il suolo con i piedi.

F - PARALLELE ASIMMETRICHE Le ginnaste eseguono movimenti in gran velocità, passando da uno staggio all’altro. L’esercizio termina con un’uscita che, ai massimi livelli agonistici, vede l’esecuzione di doppi salti mortali, anche con avvitamenti in volo. Paolo Bucci è il simpaticissimo allenatore di queste ragazze. I momenti per lui più emozionanti? Le medaglie alle Olimpiadi giovanili nel 2009 a Pechino, dove «Carlotta (Ferlito, ndr) ha preso tre medaglie ed è sportivamen-

te esplosa». Tanto che ora è qualificata per Londra 2012: «è stato il coronamento di un lavoro di quattro anni», commenta Paolo. Una soddisfazione enorme, per arrivare a giocarsela con gli atleti top, alle Olimpiadi.

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F - TRAVE DI EQUILIBRIO Poggiato su un tappetone, l’attrezzo è lungo 5m, largo 10cm e alto circa 1,25m. La limitata superficie di appoggio e l’altezza dal suolo richiedono particolari doti di equilibrio da parte delle atlete, che, dopo le evoluzioni, devono fare attenzione ad atterrare con tutti e due i piedi contemporaneamente.

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PREPARATI COME UN PROFESSIONISTA: ELETTROSTIMOLAZIONE SENZA FILI, UNA VERA RIVOLUZIONE PER GLI APPASSIONATI DI SPORT

Una volta superata la linea di demarcazione tra il praticare lo sport per caso al farlo con passione, arriva il punto di non ritorno. Un punto in cui migliorare le prestazioni diventa l’obiettivo principale. La programmazione di un allenamento e la stesura degli obiettivi di una preparazione atletica personalizzata, costituiscono sicuramente il maggior ostacolo per qualunque persona che si accinga a decidere la propria preparazione in vista di una stagione o di un particolare evento. Da oggi anche le persone meno esperte di metodologia dell’allenamento gli obiettivi e il percorso per raggiungerli. Stiamo parlando del COMPEX Wireless ed in particolare del servizio di pianificazione dell’allenamento scaricabile gratuitamente dal sito www.compexwireless.com COMPEX Wireless è l’ultima innovazione tecnologica della casa Svizzera, un elettrostimolatore senza fili capace di farvi allenare in assoluta libertà senza alcuna costrizione. COMPEX Wireless obiettivi che si vogliono raggiungere, ad esempio correre una maratona, e l’allenatore virtuale vi pianificherà tutto il programma giornaliero, settimanale, mensile e annuale, sia d’elettrostimolazione che volontario. Possiamo ben dire che solo questo vale l’acquisto di un COMPEX Wireless! L’elettrostimolazione è una metodica d’allenamento che permette di indurre contrazioni muscolari di grande intensità senza la necessità di trovarsi in una palestra. Per questo motivo è uno strumento molto utile per tutte le persone che si vogliono mantenere in forma ma che per motivi di tempo non riescono a frequentare una palestra con la necessaria costanza. Oggi con l’utilizzo di COMPEX Wireless e dei servizi ad esso collegati, tutti potranno prepararsi per dal programmatore personale di allenamento on line, consultandole direttamente dal computer della propria dove è possibile consultare l’allenatore personale che vi suggerirà l’allenamento giornaliero.


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TESTI DI FREDDIE DEL CURATOLO FOTO DI FRANCO ORIOT

MALINDI UNITED È IL NOME DELLA SCUOLA DI CALCIO CHE, GRAZIE ALLA PASSIONE, ALLA FORZA DI VOLONTÀ E ALL’AMORE DI UN GRUPPO DI ITALIANI PER QUESTA TERRA E I SUOI ABITANTI, REGALA SOGNI CONCRETI AI BAMBINI DI MALINDI. SOGNI A FORMA DI PALLONE, MA NON SOLO…

La chiamano “la Rimini d’Africa” e hanno ribattezzato le sue spiagge “Sardegna 2”: Malindi è ormai una perla del turismo italiano sulle coste del Kenya. Ogni anno, infatti, sono oltre 100.000 i connazionali che vi trascorrono le vacanze, mentre 10.000 possiedono una casa in loco

e oltre 3.000 si sono trasferiti a vivere qui, magari con tutta la famiglia. Tra questi, c’è anche Riccardo Botta. Trentasette anni, biellese, ex calciatore “globetrotter” in serie C e D, un patentino da allenatore e tanta voglia di insegnare ai giovani. Tanta che tre anni fa, insieme alla moglie Cristina

Bordone, ha deciso di aprire un’accademia di calcio proprio a Malindi, per aiutare gli adolescenti in difficoltà e provare a migliorare le loro condizioni di vita e i loro obiettivi, attraverso il pallone. Magari – chissà – scovando anche un nuovo Eto’o o un altro Drogba…

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LE REGOLE Ad aiutare Riccardo e Cristina nell’impresa, poi, mi sono aggiunto anch’io: sono Freddie del Curatolo, giornalista, scrittore e da anni abitante di Malindi. Era il luglio del 2009 quando Riccardo e io abbiamo preso in affitto lo stadio di Malindi e iniziato le selezioni: mano a mano che si spargeva la voce, arrivavano ragazzini da ogni villaggio e da ogni radura della foresta intorno alla città… Baraka, per esempio, si era fatto 20 chilometri a piedi e non mangiava da due giorni, ma ce l’ha messa tutta per convincere il mister, fino a cadere a terra stremato. Una settimana di pranzi e cene regolari hanno fatto il miracolo: oggi Baraka è il migliore della sua scuola, nonché il terzino titolare della Under 18 keniota. All’inizio abbiamo dovuto selezionare oltre mille ragazzini dai 10 ai 13 anni, che poi sono diventati duecento e, infine, un’ottantina. Tre i criteri d’ammissione all’accademia: buoni voti a scuola, disciplina e talento calcistico. Se due su tre non vengono raggiunti, allora il posto viene preso da qualcuno di più meritevole. Viceversa, ai migliori sono destinati borse di studio, premi partita e altri tipi di regalo.

LA REALTÀ Le regole e la serietà sono più che mai importanti. Perché per un bimbo africano sognare, più che un diletto o un volo aggraziato della fantasia, è un bisogno naturale. Il bisogno di evadere dalla miseria di un piatto di polenta ed erbe di campo, di una capanna di fango, di cinque chilometri a piedi nudi per raggiungere la scuola. Certo, a Malindi, la cittadina ad alta densità italiana, i sogni sembrano

più a portata di mano: hanno le arcate ampie come gli ingressi di resort e villaggi turistici, o le forme squadrate di un televisore che trasmette immagini di gente famosa… Tuttavia, basta uscire dalla strada asfaltata e inoltrarsi nei quartieri poveri, per accorgersi quanto è difficile sognare quando si vive sotto la soglia di una vita accettabile, quando si ha a disposizione un solo pasto al giorno (quasi esclusivamente a base di carboidrati), quando non ci sono soldi per la più banale cura medica, quando le ragazzine sono costrette a prostituirsi, per portare a casa qualche spicciolo. In questi quartieri i bambini crescono in fretta e, altrettanto in fretta, dimenticano l’importanza di un sogno e il profumo della speranza. Presto abbandonano la scuola, cominciano a vivere di espedienti, si avvicinano alla microcriminalità e alla droga.

I SOGNI L’accademia Malindi United ha provato a dare un senso ai sogni necessari dei bambini di Malindi. Ha messo loro a disposizione un campo di calcio in cui conoscersi e fare amicizia, ha consegnato loro un pallone e una divisa. Ha provato a insegnare che la vita con lo sport è più libera e sorridente, ma senza istruzione è triste come un leone della savana chiuso in una gabbia. Ha spiegato loro che la droga uccide e alimenta un sistema che li vuole sempre più aridi e disperati. Ha voluto conoscere la loro situazione familiare, curandoli e seguendoli in un percorso medico personalizzato. Grazie al cuore dei tanti altri italiani che si sono avvicinati al progetto, poi, molti di questi ragazzi hanno abbandonato la strada e le cattive

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La Malindi United ha insegnato a questi ragazzi che la vita con lo sport è più libera e sorridente, ma senza istruzione è triste come un leone della savana chiuso in una gabbia.

LA MALINDI UNITED


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compagnie. E ogni giorno vengono ad allenarsi al campo. Poco alla volta, si sono aggiunti i donatori privati, una Onlus che ha creduto nel progetto (la Karibuni di Como) e alcune società italiane (dal Genoa al Bari, passando per piccole realtà di provincia, come l’abruzzese Virtus Cupello). È grazie a tutto questo che la Malindi United può disporre oggi di una struttura simile a quella di una vera e propria scuola calcio, con la Under 13, la Under 16, la Under 18, la Senior Team e la squadra femminile. Ma sono tantissimi i coetanei dei partecipanti che accorrono allo stadio il sabato e la domenica per le partite, sognando di potervi entrare… Tanto che recentemente il Prefetto di Malindi ha applaudito al lavoro della scuola calcio italiana: se la microcriminalità adolescenziale

nei quartieri vicini al campo di gioco è diminuita del 60% in due anni, è anche grazie allo stimolo che la Malindi United dà ai ragazzi. Insomma, siamo riusciti a convogliare l’amore per questa terra e questa gente con la passione per il calcio. E lo dico io che, da tifosissimo genoano quale sono, sono persino riuscito a far sponsorizzare dalla società calcistica ligure la scuola Under 13, chiamata ormai amichevolmente “Genoa Malindi”. Il progetto, però, non si limita a formare piccoli campioni: ha una valenza sociale ben più ampia, poiché vuole portare al livello di istruzione superiore quanti più ragazzi possibili e fornire loro le chiavi per migliorare la propria condizione, puntando sull’educazione, sulla consapevolezza e sullo spirito di gruppo.

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I CAMPIONI Detto questo, Riccardo insegue anche il suo sogno di allenatore: trovare qualche vero talento che possa seguire le orme di McDonald Mariga, il più famoso calciatore keniota, laureatosi campione d’Europa con l’Inter di Mourinho. Alla fine, grazie alla tenacia che lo porta a girare di continuo per tutto il Kenya, e grazie al suo buon lavoro tecnico e tattico, Riccardo è stato chiamato dalla Federazione per fare da supervisore alle nazionali giovanili del Kenya. I successi non sono tardati ad arrivare… L’anno scorso, per esempio, la nazionale keniota Under 19, con ben cinque giocatori del Malindi United, è stata invitata al torneo 10 nazioni in Umbria: un evento storico per il Paese africano, di certo non tra i migliori del ranking

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Fifa. Eppure i leoni africani, spronati dal mister piemontese, sono riusciti ad arrivare in finale, dopo aver battuto l’Inghilterra, arrendendosi solo di fronte ai padroni di casa italiani. «Il nostro gioiellino – racconta orgoglioso Riccardo – si chiama Charles Bruno: a soli 16 anni aveva terminato gli studi ed era già nel giro delle nazionali maggiori. Oggi è un difensore poliedrico e richiestissimo. Ad agosto, con ogni probabilità, sarà acquistato dai portoghesi dello Sporting Braga, dopo essere stato corteggiato da numerose squadre italiane di serie B e C. La sua eventuale cessione non solo permetterà all’accademia di proseguire il suo lavoro, ma fungerà anche da stimolo per tutti gli altri…». Charles, anche umanamente, è un ragazzo straordinario, che incarna in tutto e per tutto i valori della Malindi United: serietà, abnegazione e tanta umiltà. Più la voglia forte di uscire da una situazione ancestrale e smettere di piangersi addosso. «Il calcio è un divertimento e io sono fortunato a poter sperare di vivere lavorando come calciatore» spiega “il gioiellino”. «Non mi faccio illusioni, ma ce la metterò tutta per realizzare il sogno di poter giocare in Europa». Della spedizione italiana in Umbria faceva parte anche Vincent, che ora gioca in una squadra di serie A di Nairobi e porta a casa uno stipendio di tutto rispetto per un keniota: 200 euro al mese. Nella Senior Team,

che da quest’anno affronta il campionato regionale, sono in molti a sperare in un salto del genere.

VITA NORMALE Ma c’è anche chi si augura, proprio grazie al calcio, di poter studiare fino all’università: come Eugene Moses, 15 anni, una visione di gioco “alla Pirlo” e un provino già effettuato con il Genoa l’anno scorso. «Il calcio è la mia vita, ma so che è difficile arrivare in alto. Così vorrei diventare medico, per poter curare la mia gente, che ne ha tanto bisogno». Per la cronaca, Eugene è stato adottato a distanza da una coppia di Roma, che ha garantito di farlo studiare fino alla laurea. «Chi viene a vedere il nostro progetto – spiega Cristina Bordone Botta – si innamora di questi ragazzi e li vuole aiutare, perché vede soprattutto giovani seri e maturi, che capiscono l’importanza di crescere con valori sani e sogni puliti, possibili». Intanto, il sogno della scuola calcio italiana in Africa prosegue. I goal più belli, comunque, sono sempre i sorrisi dei piccoli calciatori, lo sguardo orgoglioso dei genitori che li seguono oltre la recinzione e un piatto di polenta o riso in più a casa, magari – finalmente – con un po’ di carne. Ecco il sogno che si avvera, un sogno di normalità, condivisione, libertà. Con il semplice gesto di far rotolare un pallone sulla terra africana.

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Basta uscire dalla strada asfaltata e inoltrarsi nei quartieri poveri, per accorgersi quanto è difficile sognare quando si vive sotto la soglia di una vita accettabile.


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TESTI DI ALESSIA GIORGIA PAGANO FOTO DI ENRICO “BRUCE” DI MAURO E FRANCO TRENTALANCE

VIP, SPORT E SOLIDARIETÀ DOVE SARANNO FINITI ‘STA VOLTA QUELLI DI VIP ON BOARD, IL PRIMO E UNICO PROGETTO CHE CONIUGA SOLIDARIETÀ E SPORT, VIAGGI E SPETTACOLO? CON STRUMENTI TECNOLOGICI DI ULTIMISSIMA GENERAZIONE, PHIT SI METTE IN CONTATTO AUDIO-VIDEO CON LA COMBRICCOLA, CHE RISPONDE “LIVE” DAL CUORE DELL’AFRICA…

La videochiamata Milano(Italia)-Malindi(Kenya) è fissata per le 19 ora italiana di un mercoledì postpasquale. Ci siamo, pronti, via… Sembra semplice, ma invece no, col piffero: riusciamo a collegarci coi nostri solo alle ore 20. E la linea (internet) va e viene di continuo, con risposte robotiche che si perdono per sempre nel limbo dei bit… Praticamente l’incubo di ogni giornalista. Eppure riusciamo egualmente a percepire l’entusiasmo che arriva dall’altro “capo” di Skype, la grinta e la contagiosa energia dei protagonisti di questa nuo-

A PROVA DI VIP Ma chi sono i VIP partiti il 6 aprile per questa settimana di avventura e sport in Kenya? A spizzichi e bocconi, anche perché si trova con il resto del gruppo al ristorante e sta per ordinare un ottima boccia di bianco del Sudafrica, ce lo spiega Enrico “Bruce” Di Mauro, mente e braccio del progetto insieme alla “Iena” Gip. «Oltre a me e Sergio Volpini (VIP, nonché insostituibile curatore, tecnico e arbitro delle prove sportive di Vip On Board, ndr), ci sono Claudia Peroni, che si cimenterà “al volante”, e Franco Trentalance, che gareggerà contro la concorrente non-Vip Valentina (Cavalera, ndr)… Ah sì grazie, un vino bianco sudafricano va benissi-

va avventura: 12 persone, tra VIP, non VIP, staff e troupe. Sì, troupe, perché questo non è il “solito” viaggio di Vip On Board. Qui, oltre che divertirsi, mettersi alla prova con svariate discipline sportive e sostenere il “Centro Dino Ferrari” per la diagnosi e terapia delle malattie neuromuscolari e neurodegenerative, i partecipanti stanno anche girando la puntata pilota di un nuovo format per la TV, con tanto di titolo (al momento secretato) e autori già abituati al “di più”, grazie a esperienze quali “L’isola dei famosi”…

mo…». Non lasciamoci ingannare dalle apparenze: questa non è una scampagnata enogastronomica tra i 5 stelle “elle” di Malindi. O, meglio, c’è anche quello, ma ci sono soprattutto esperienze faticose da sostenere e non alla portata di tutti. La caparbia Peroni, mitica giornalista che da anni accompagna le domeniche motoristiche italiane, e il prestante Trentalance, pluripremiato attore hard internazionale (ma anche scrittore, attore teatrale e habitué di radio e TV), non sono stati scelti certo a caso… «Anzi – commenta Sergio Volpini, con il naso color viola melanzana – potrei farti il nome di decine di personaggi che, alla fine, si sarebbero rifiutati di fare un viaggio del genere… Claudia

e Franco, invece, sono tosti, preparati e completi». Noi non resistiamo alla curiosità: «scusa, Sergio, ma ti sei ustionato il naso?». «Nooo, anzi! Sono orgoglioso di me stesso e del risultato, perché questa volta sono riuscito a non bruciarmelo… Ci ho messo su la protezione totale e addirittura un fazzoletto! Pensa se non fossi stato attento! Ma pronto? Mi senti? Bididibodibibù, la linea non c’è più! Pronto? Ah, eccoti, ti dicevo delle prove sportive…».

IL LEONE Safari diurni e notturni, una prova di guida fuoristrada, una di kitesurf, un safari blu con caccia al tesoro subacquea e, dulcis in fundo, un’estenuante maratona di 4km

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PROBLEMI DA VIP...

sotto il solleone a 45 gradi, con divieto di beveraggi. Molto più vario dei precedenti viaggi (i surf camp alle Hawaii e in Messico, a Hossegor e in California), il programma è reso possibile anche dalla ricchezza del paesaggio keniota. Il Kenya, infatti, è una terra ricca di spianate selvagge, cime innevate, valli vulcaniche, deserti roventi e lunghe spiagge bianche bagnate dalle acque dell’Oceano Indiano… Una terra incantata, dalla magia quasi ancestrale, in cui vivono almeno quaranta tribù diverse tra loro per etnia, lingua, cultura e tradizioni. Un luogo che offre innumerevoli opportunità di viaggio, sia a livello naturistico e sportivo, che a livello interiore… «Ci siamo trovati benissimo qui» conferma Enrico. «Perciò è possibile che Malindi diventi la location per eccellenza del nostro nuovo format…». Il tutto è reso ulteriormente impegnativo dal contatto diretto con la natura più selvaggia, tra insetti grandi e piccoli, serpenti, coccodrilli (ecco una frase di Enrico presa a caso dai video di backstage: «ragazzi, siamo qui da 5 minuti: nostra casa là – indica a pochi metri di distanza – coccodrillo qua… Li mortacci!)». Senza dimenticare i leoni. Il che non scoraggia affatto i nostri: tutt’altro. Si è trovata faccia a faccia con un leone, senza poter fare marcia indietro con la jeep, proprio Claudia Peroni, che sembra la più entusiasta di tutti… «Io sono con-ten-tis-si-ma di questo format! Mi trovo benissimo qui, sia per la compagnia che per il posto… Pensa che quando abbiamo fatto il safari diurno guidavo io ed eravamo talmente impazienti di vedere un leone da non accorgerci che ce l’avevamo praticamente a due metri: era troppo tardi per fare retro con la jeep. Alla fine è stato lui a lasciarci andare, altrimenti…». E poi giù a raccontarci altre (dis)av-

venture di cui è stata protagonista al volante, ora risucchiata dalle sabbie mobili ora inseguita da una rapidissima alta marea su una lingua di sabbia in mezzo al mare. Per fortuna Claudia di motori se ne intende, anche perché è una rallista provetta da oltre dieci anni: «…Ma non sai che paura abbiamo avuto!». Paura, adrenalina, vittoria: un mix emotivo di cui poi è difficile fare a meno… Tanto che all’idea di tornare a casa “a laurà” (domenica l’aspetta il Gran Premio Cinese), Claudia Peroni preferirebbe forse un altro incontro ravvicinato con il felino… «È fortissima», commenta Enrico. «Siamo partiti subito, il primo giorno, con la prova di off road (con dei Toyota Land Cruiser del ‘90, cabrio, indistruttibili, tutti “vestiti” da Camel Trophy, bellissimi!) e lei ha fatto la brava, senza esagerare: li ha messi tutti sotto, ma con eleganza…».

FRANCAMENTE... Ci sono, poi, momenti di maggiore relax… Per l’occasione ci “passano” Franco Trentalance che, forse per una banalissima analogia, ci aspettiamo come il più eccitato di tutti. E invece… Lui esprime la sua soddisfazione in una maniera quasi “zen”, insospettabilmente rilassata, equilibrata e saggia… È contento di godersi un viaggio finalmente diverso da quelli fatti nei molti anni di lavoro e vive con ironia priva di malizia la sua competizione diretta con la non-Vip Valentina… «Guarda, tra me e Valentina non può esserci nulla, perché sia io che lei usciamo da una bella batosta amorosa… E, come dico sempre io, dopo una relazione appena finita, il cuore deve poter “decantare” per un po’, proprio come dopo una corsa… ». Ma sul più bello, mentre Trentalance

snocciola perle di saggezza sentimentali, cade definitivamente la linea. %&####%!!! E al giornalista non resta che mettersi il cuore in pace…

FRANCAMENTE 2! Invece… sorpresa! Riusciamo a ricontattare Franco Trentalance qualche giorno dopo, in extremis, appena prima di andare in stampa… I nostri vippeggianti sono appena tornati in Italia sani, salvi e contenti, nonostante la maratona di 4km nella savana e le ultime disavventure. «L’ultimo giorno c’è stata un po’ di tensione – racconta Trentalance – perché ci è giunta la notizia di un rischio tsunami previsto per quella sera proprio sulle coste del Kenya e dovuto al terremoto in Indonesia. Noi eravamo fuori in barca. Abbiamo deciso di tornare a riva e spostarci con qualunque mezzo avessimo trovato verso l’interno, ma il motore si è rotto in mezzo al mare… Per fortuna, eravamo piuttosto vicini alla costa e l’allerta è stata revocata nel frattempo…». Di qualunque cosa parli, Franco ha sempre questo tono sicuro e rilassato… Ma come fa? «Io sono uno tranquillo nei modi, ma molto dinamico nei fatti: l’energia la tiro fuori quando serve. Esattamente come a letto, dove agitarsi in anticipo serve a poco». Di fatto Trentalance, anche fuori dal letto, pratica moltissimi sport: istruttore federale di tiro con l’arco, ama il jogging, il tennis, il beach tennis e la mountain bike. Anzi, lui “nasce” come istruttore sportivo nei villaggi turistici. Il che fa la differenza, non soltanto per la prestanza fisica. Una conclusione sul viaggio? «È stato un bel viaggio. Ed è sempre così quando si sta bene con se stessi: qualunque posto ha qualcosa da darti e da trasmetterti. Perché ogni viaggio va fatto, in primo luogo, dentro di sé».

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A CURA DI ALESSIA GIORGIA PAGANO E MICHELE SIGURANI

la mente nuova IN REALTÀ LA MENTE È SEMPRE QUELLA, MA PUÒ RITROVARE SE STESSA, E QUINDI TORNARE COME NUOVA - FRESCA, CREATIVA E LIBERA DAGLI STRESS - CON LA PRATICA REGOLARE DI UNA PARTICOLARE MEDITAZIONE, TANTO ANTICA, PROFONDA ED EFFICACE, QUANTO SEMPLICE, SPONTANEA E NATURALE... PRATICAMENTE, A PROVA DI BAMBINO.

Nella Meditazione Trascendentale, anzi, i bambini sono in un certo senso “avvantaggiati” rispetto agli adulti, proprio perché meno condizionati mentalmente e più abituati alla spontaneità. La MT, infatti, a differenza di molte altre forme di meditazione, è semplice, adatta a tutti, indipendentemente da età, aspettative e convinzioni, e non richiede alcun prerequisito fisico o mentale, né alcuno sforzo, poiché si basa su una sorta di automatismo: la naturale tendenza della mente a cercare stati di benessere sempre più appaganti. Ciò significa che è un’esperienza anche molto piacevole. La MT si pratica due volte al giorno, mattina e sera, per 20 minuti, seduti comodamente e a occhi chiusi. Concentrarsi, estraniarsi, contare i respiri, mantenere la posizione, controllare il pensiero? Dimenticatevi di tutto questo. E dimenticatevi di dover cambiare il vostro stile di vita, aderendo a qualche forma di filosofia o di religione. Insomma, cominciate a “sgombrare” la mente da facili pregiudizi e suggestioni.

ALLORA COS'È? La MT è una tecnica molto semplice da imparare, tesa allo sviluppo delle potenzialità della mente umana. Affonda le sue radici nell’antica scienza vedica, oggi sempre più studiata in Occidente soprattutto in campo medico, con il risultato che tecniche, conoscenze e insegnamenti, giunti fino a noi dall’altra parte del mondo e da una storia millenaria, una volta sottoposti alla verifica scientifica, si rivelano spesso straordinariamente completi ed efficaci: scientificamente esatti, insomma. E lo stesso vale per la Meditazione Trascendentale. Tramandata di maestro in maestro, questa antica tecnica è stata portata in Occidente negli anni 50 da Maharishi Mahesh Yogi, che ne ha colto la portata universale e l’ha tradotta in un linguaggio più vicino al mondo occidentale. Allo scopo di diffonderla il più possibile, Maharishi ha poi passato la vita viaggiando in lungo e in largo, dall’Europa agli Stati Uniti, per formare insegnanti in ogni paese. La MT, infatti, deve

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«Il processo della Meditazione Trascendentale può essere paragonato a un’onda che, acquietandosi sulla superficie dell’oceano, si riunisce con esso»


MEDITAZIONE E VIP

essere, insegnata e “trasmessa” da un istruttore. Ma non c’è nulla di complicato: in 4 incontri di 1 ora ciascuno, più un’introduzione generale, si è pronti per meditare “con le proprie gambe” per il resto della vita…. Anzi, si comincia a praticare da soli subito, sin dalla prima “lezione”. La tecnica consiste nell'utilizzo di alcune semplici indicazioni assegnate individualmente dall'istruttore all'allievo, che permettono di portare naturalmente l'attenzione all'interno. Gianfranco Di Mola, della Libera Scuola di Meditazione (www.meditazione.com), che incontriamo a Milano, ha appreso le tecniche di Meditazione Trascendentale direttamente da Maharishi e le insegna come le ha imparate, senza averle mai cambiate di una virgola, dal 1981.

MA PERCHÈ? «Ma perché dovrei farlo?» si chiederà qualcuno. Perché la Meditazione Trascendentale, detto in soldoni, fa un gran bene sia al corpo che alla testa. «La MT – spiega Gianfranco Di Mola – è una tecnica per portare la mente alla sorgente del pensiero, attraversando vari livelli dell’attività pensante, da quelli più superficiali, grossolani e spesso caotici, a quelli più sottili e profondi, nella direzione della loro sorgente: un’inesauribile fonte, per la mente stessa, di

riposo, rigenerazione e appagamento. Qui la mente “torna” a se stessa, è se stessa e non dipende più da alcunché di esterno, dallo spazio o dal tempo: raggiunge uno stato assoluto, libero e naturale, che le permette di rigenerarsi completamente, pacificarsi e ritrovare le sue capacità fondamentali di infinita intelligenza e creatività». Il risultato? Una volta tornati all’attività quotidiana, si è più calmi, lucidi, energici, consapevoli, organizzati. Si raggiungono più efficacemente i propri obiettivi. Si è più distaccati da dolori, problemi e sofferenze. Si impara a trovare le soluzioni “dentro” di sé. E ci si sente, anche fisicamente, più in salute, sani, forti. Non sono solo chiacchiere: basta provare, per accorgersi subito di alcuni cambiamenti fisici che avvengono durante la meditazione stessa. Ma se ancora non bastasse, c’è sempre la scienza che, dal canto suo, ha compiuto numerose ricerche a riguardo. «Sugli effetti benefici, concreti e oggettivi della pratica regolare della MT – commenta Gianfranco – esiste una vasta letteratura scientifica, che ha verificato tali cambiamenti a livello fisiologico, sul sistema nervoso e sugli stati di coscienza. È stato, per esempio, comprovato che il “riposo” ottenibile con la MT è assai più profondo di quello del sonno».

Nei suoi tour mondiali (1958-1968), Maharishi aveva già ottenuto buoni risultati nella diffusione della Meditazione Trascendentale, ma fu certamente il contatto con i Beatles, che nel 1968 visitarono il suo ashram (o luogo di meditazione) in India, a sancire il suo momento di massima popolarità e la grande diffusione della tecnica, soprattutto negli ambienti della controcultura dell’epoca. Furono molti gli artisti che abbracciarono la MT: Mia Farrow, Mike Love dei Beach Boys, Donovan, Mick Jagger e Marianne Faithfull... E, da allora, sono molti i personaggi noti che si sono appassionati a questa pratica. Tra tutti, anche per zelo, spicca David Lynch, che ha persino dato vita a una Fondazione (la David Lynch Foundation For Consciousness-Based Education), finalizzata all’introduzione della MT nelle scuole e al suo utilizzo in contesti di particolare disagio sociale e psicologico, con soggetti sottoposti a forti stress, come i reduci di guerra, i carcerati, gli homeless (e perfino gli Indiani d’America). Altro importante testimonial della MT e della sua diffusione, nonché praticante attivo da 40 anni, è Clint Eastwood.

«La MT sviluppa la creatività e rimuove ansia, depressione e rabbia, che sono un veleno per l'espressione creativa» David Lynch 5 7 P H I T


P H I T

T H E R A P Y

BIBLIOGRAFIA

«Se le acque del lago sono agitate, l'acqua è torbida e non fa intravvedere il fondo»

“MEDITAZIONE TRASCENDENTALE”, “LA SCIENZA DELL’ESSERE E L’ARTE DI VIVERE” DI MAHARISHI MAHESH YOGI (ASTROLABIO EDITORE) “LA SCIENZA DELL’INTELLIGENZA CREATIVA” DI JACK FOREM (UBALDINI EDITORE) “IL SEGRETO DELL’UNIVERSO. MENTE E MATERIA NELLA SCIENZA DEL TERZO MILLENNIO” DI FABRIZIO COPPOLA (ISTITUTO SCIENTIA)

E QUINDI...

UN'ILLUSTRAZIONE DI MICHELE SIGURANI

Ma non è tutto: nel 1970 gli studi sulla MT portano un gruppo di scienziati di Harvard a individuare a livello fisiologico un “quarto stato di coscienza”, diverso dai tre stati già noti di veglia, sonno e sogno (o fase REM). «È il cosiddetto “stato di veglia ipometabolico”, chiamato da Maharishi anche “sorgente del pensiero” o “coscienza trascendentale” (da cui il nome della meditazione, ndr), cioè lo stato mentale che si produce durante la meditazione. Rispetto a quelli conosciuti, è l’unico che presenti contemporaneamente due condizioni solitamente antitetiche: il riposo fisico e l’attività mentale». Ovvero uno stato in cui siamo svegli e presenti a noi stessi, eppure, allo stesso tempo, tranquilli e riposati come se dormissimo. Sarebbe proprio questo a produrre conseguenze fortemente positive sul sistema nervoso, aiutandolo a ridurre gli elementi estranei, le tensioni e lo stress, con tutti i loro effetti psicosomatici e psicologici. Uno stato di coscienza nuovo, stabile, assoluto, pacifico, indipendente dalla relatività, dal cambiamento e dall’esperienza? Le conseguenze di una tale scoperta, peraltro ben chiara da secoli alla scienza vedica, possono essere molto più ampie e profonde. Il che spiega perché, pur non essendo una religione, la MT abbracci appieno la tradizione vedica e, pur non essendo una filosofia, proponga comunque una “visione” complessiva che è in qualche modo filosofica e che, in parte, raccoglie alcuni concetti base di altre tradizioni filosofiche orientali, come il buddismo, il taoismo e l’induismo. L’approfondimento, però, non è ritenuto indispensabile perché la tecnica dia i suoi benefici. Anzi: quando si inizia a praticare, meno si sa e meglio è. La MT, infatti, sembra non aver bisogno di troppe spiegazioni o complicazioni intellettuali, proprio perché il processo sia il più possibile spontaneo, libero e piacevole. «Non abbiamo bisogno di “aggiungere”, bensì di “togliere”. È un po’ come tornare bambini…» conclude Gianfranco. Noi, che abbiamo provato sia a meditare che a spiegarne gli effetti, non dissentiamo: il modo migliore per capire la Meditazione Trascendentale, è farne esperienza. Poi, a praticare, e a vivere meglio, si impara benissimo da soli. Anzi, lo si riscopre, perché in realtà noi sappiamo già tutto…

«Basta aprire le imposte e la luce entra da sé. Basta creare le condizioni ideali e la mente va naturalmente sempre più in profondità… »

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PHIT.IT IL BLOG

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JULIAN (DX): MAGLIA M.GRIFONI, PANTALONI EA7 FOR REEBOK ANIA (SX): ABITO ASOS, ABITO EMILIANO RINALDI


balance

Capi dalle forme semplici che aderiscono, declinati su tessuti lucidi che esaltano il corpo seguendo ogni suo movimento. Giacche sporty-chic, body in fantasia, leggings, maglie che sfiorano l'ombelico e morbidi cardigans si fondono in un ambiente ricco di colori dall'avvolgente atmosfera. A CURA DI SIMONA CONTALDO FOTO: ROBERTO COVI STYLING: VALENTINA RODA HAIR AND MAKE-UP: KARIN BORROMEO HA COLLABORATO ALLO STYLING: MAELA LEPORATI LOCATION: CENTRO TECNICO FEDERALE DI GINNASTICA ARTISTICA DI MILANO


ANIA: BODY BAND OF OUTSIDERS GIUBBOTTO NIKE


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MARIA (DX): MAGLIA ASOS E CULOTTE VANET ANIA (SX): COSTUME ASOS E CAMICIA MAURO GRIFONI




MARIA: BODY INDIVIDUALS CARDIGAN MAURO GRIFONI CORSETTO LA PERLA


P H I T

O R C H E S T R A

A CURA DI TOMMASO RIVA

LUCIO DALLA Lucio Dalla RCA

anna

ANDREW BIRD Break It Yourself Coop

marco

pizzicato

PUNCH BROTHERS Who’s Feeling Young Now Nonesuch

legato

digital

analogic

U

n tributo a Lucio Dalla non è necessario, è d’obbligo. Molti, forse troppi, lo conoscono e riconoscono per i più recenti e famosi successi (o tormentoni?). Ma a noi piace il Dalla di fine anni 70, al limite tra il pop e il funk; il Dalla mago della descrizione, crudo e geniale come pochi. Mancherà.

B

reak It Yourself è l’album che celebra l’arrivo della primavera. Il suono pizzicato di Andrew Bird è indistinguibile, come il canto di un usignolo alla mattina presto. La ricerca degli spazi e dei silenzi, e il ritmo impeccabile eppure trascinato come in un orchestra, sono cose che fanno la differenza.

I

ROCKET JUICE & THE MOON Rocket Juice & the Moon Honest Jon’s

THE SHINS Port of Morrow Columbia

LOTUS PLAZA Spooky Action at a Distance Kranky

boring

fun(k)

opertina super-colorata psichedelica. Ritmo afrofunk scandito dal basso di Flea (sì, quello dei RHCP!). Ospiti d’onore Erykah Badu e la Hypnotic Funk Ensemble. Diciamo che l’incipit è dei migliori. Non resta che scartare questo disco come un bambino con la sua caramella zuccherata!

C

art

pop

alla impronunciabile ����� Albuquerque (leggasi “albacorchi”) nel New Mexico, arriva una band di cui tutti parlano. Siamo sempre nella sfera del rock alternativo, suonato negli ultimi anni dal 95% delle band di tutto il mondo. Ma c’è pur sempre qualcuno che si distingue, emerge e sfonda.

D

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l nome dell’album dice tutto su questa band americana che ha deciso di puntare al successo con un suono giovane, non del tutto convenzionale, a colpi di banjo, violino, chitarra e mandolino. Un bluegrass (come quello da balera del Far West), ma rivisitato in chiave moderna. Interessante!

7/8

4/4

e avete letto qualche numero di PHIT vi sarete già imbattuti nella musica degli Atlas Sound, progetto solo del magrissimo Bradford Cox. Sempre dalla ����� Georgia e dalla band Deerhunter arriva ora Lotus Plaza, il progetto solo di Lockett Plundt. Un pop alternativo, piacevole, senza troppe pretese.

S


P H I L M O T I O N

A CURA DI

LA MIA VITA È UN CONCERTO Dall’ultimo toccante Crowe al film della “zoologia” umana... Ogni lavoro di Cameron Crowe è un momento da vivere. Non da ricordare o da attendere, ma “da vivere”. “Jerry Maguire” (1996), “Almost Famous” (2000), “Vanilla Sky” (2001), anche il discusso “Elizabethtown” (2005): sono stati tutti perle emozionanti, intervallate e condite, in ogni loro fibra, da escursioni nell’ambito da sempre caro al regista di Palm Springs. Gli inizi come giornalista per “Rolling Stone”, d’altronde, non potevano essere casuali né privi di tracce, e lo dimostrano le colonne sonore dei suoi film, sempre protagoniste del racconto. Nessuna eccezione per questa nuova favola moderna, tratta dalla storia vera

1967

di Benjamin Mee e scritta, oltre che diretta – come tutte le altre, d’altronde – da Mr. Crowe. La scelta delle inquadrature, larghe come il cuore dei personaggi pian piano rivelati, e la sorpresa di momenti unici e eccezionali, tanto per noi quanto per chi li vive sullo schermo, sono uno specchio che crea atmosfere ed emozioni “vere”. Un Matt Damon naïve, una dolce Scarlett Johansson, un grande Haden Church sono gli interpreti chiamati a scoprirsi, ad accettare l’ennesima sfida narrata da uno che di sfide se ne intende, e a crescere attraverso le difficoltà, raccontate, ancora una volta, con sublime leggerezza, sensibilità e humor.

1982

2001

1997

2010

IL FAVOLOSO DR. DOLITTLE

IL BACIO DELLA PANTERA

CREATURE SELVAGGE

THE ZOOKEEPER

IL SIGNORE DELLO ZOO

Il dottore in grado di parlare con ogni animale, mostri marini in via d’estinzione inclusi, è solo uno: Rex Harrison!

Remake, con una sensualissima Nastassja Kinski, vittima e carnefice in un giardino zoologico avvolto dalle nebbie....

La speculazione non risparmia nemmeno gli animali. Ecco allora riunito il folle team di “Un pesce di nome Wanda”.

Zoo e intrighi politici, con Sam Neill nascosto sotto mentite spoglie, in attesa di essere salvato dagli agenti ONU...

Kevin James in una romantica “animal-����� comedy”, dove gli animali hanno molto da insegnare su amore e corteggiamento.

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P H I T

&

C H I P S

DA UNA RICETTA DI ROBERTO DI MAURO TESTO DI GIORGIA BARONI FOTO DI TOMMASO RIVA

TEMPO DI PREPARAZIONE: 20' KCAL A PERSONA: 350

Filetto di trota

in crosta di nocciole

INGREDIENTI X 2 FILETTO DI TROTA: 1 (350G) NOCCIOLE INTERE TOSTATE E PELATE: 25G FARINA DI SEMOLA DI GRANO DURO: 1 CUCCHIAIO PISELLINI FRESCHI “PRIMIZIE”: 10 FAVE FRESCHE: 7 CAROTE: 3 PEPERONE GIALLO: ½ PEPERONE ROSSO: ½ COUS COUS: 4 CUCCHIAI (50G) SUCCO DI LIMONE: 1 CUCCHIAINO SALE E SALE GROSSO: QB OLIO: 2 CUCCHIAI CARTA DA FORNO

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Per pulire facilmente il pesce, tagliare a metà il filetto • v. fig. 1 e cercarne le spine con le dita, praticare poi un’incisione a lato della lisca con il coltello a 45˚e una dal lato opposto e, infine, estrarre la lisca intera, cercando di non spaccare la pelle • v. fig. 2. Tagliare i tranci in altre due metà, in modo da ottenere quattro pezzi, spolverarli con un filo d’olio e passarli nella granella di nocciole • v. fig. 3 e box a lato. Aggiungere un pizzico di sale e lasciare nel forno già caldo a 180˚ per 10 minuti, senza aggiungere olio (meglio la carta forno) • v. fig. 4. Nel frattempo, mettere a bollire dell’acqua con un pizzico di sale grosso in due pentole: una servirà per il cous cous, l’altra per le verdure. Pulire i baccelli dei piselli dai piccioli e lasciarli nell’acqua bollente sul fuoco per 10 minuti • v. fig. 5 (o finché non si gonfiano per bene). Si può aggiungere

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all’acqua anche un pizzico di bicarbonato di sodio, che manterrà vivo il colore delle verdure. Pulire le fave dall’occhiello e metterle nell’acqua con le altre verdure, insieme alle carote spellate. Dividere a metà i peperoni e pelarli con il pelapatate • v. fig. 6 (senza buccia sono molto più digeribili), tagliarli longitudinalmente a listarelle sottili • v. fig. 7 e condirli in una ciotola con un filo d’olio, un po’ di granella di nocciole e un pizzico di sale • v. fig. 8. Nel frattempo, preparare il cous cous (v. box a lato), farlo riposare per cinque minuti e posizionarlo in uno stampino o nel piatto. Scolare le verdure sbollentate, togliere la trota dal forno (la pelle si staccherà praticamente da sola) e spolverare la granella di nocciole rimasta sul cous cous. Unire il tutto in un piatto decorato a piacere e servire. Buon appetito!

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SNOWBOARDING

FOOD

NOCCIOLE

COUS COUS

OLIO EVO

Sette/otto nocciole al giorno, tolgono il medico di torno…. E questo vale anche per le mandorle e molti altri tipi di frutta secca, che bisognerebbe mangiare quotidianamente per rafforzare l’organismo, combattere il colesterolo cattivo e prevenire patologie cardiovascolari. Della nocciola è soprattutto l’olio ad avere numerose proprietà benefiche, tra cui l’essere un antiossidante naturale, un energizzante e un fornitore extra di sali minerali. Si può tentare di “trattenere” il più possibile questo olio, anche facendo la “granella” di nocciole: basta aggiungere nel mixer del frullatore un cucchiaio di farina di semola di grano duro.

Dal magrebino “kuskusu”, è composto da granelli di semola di grano duro cotti al vapore. Sano, gustoso e ricco di fibre, il cous cous può accompagnare molti piatti unici ed è semplicissimo da preparare: a tanti cucchiai di cous cous corrispondono tanti cucchiai di acqua bollente. Basta quindi portare a ebollizione la quantità d’acqua desiderata con un pizzico di sale grosso e, a fuoco spento, aggiungere i corrispondenti cucchiai di cous cous. Mescolare, lasciare riposare con il coperchio per 5 minuti e servire con carne, pesce o verdure. Per insaporire, aggiungere un cucchiaino di succo di limone, prima di sgranare con la forchetta.

Può dirsi “olio extravergine di oliva” solo quello ottenuto dalla spremitura meccanica (e non industriale) delle olive, con certe caratteristiche organolettiche e di acidità. Spesso ne diamo per scontata la presenza a tavola, ma non dobbiamo dimenticarci del perché questo prodotto italiano sia migliore di altri… In primo luogo è l’unico olio che deriva direttamente dal frutto della pianta e non dai semi, ovvero è un grasso liquido già esistente in natura a temperatura ambiente. Inoltre è il più resistente alle alte temperature, poiché mantiene intatte le sue proprietà (antiossidanti, antitumorali, anti-colesterolo cattivo) fino a 180˚.

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C O L O P H I T

CONTRIBUTORS

phitted!

Alex Zanardi GINNASTE AZZURRE CALCIO A MALINDI VIP ON BOARD KENYA MENTE NUOVA

PHIT 12 MAG/GIU 2012 ANNO III BIMESTRALE 3,90 euro

2 °1 N

PHIT 12 IN COPERTINA Alex Zanardi fotografato da Roberto Covi

Chef Roberto di Mauro

Emmarale

Enrico Di Mauro

È chef, docente di cucina, blogger e collabora con importanti ristoranti e servizi di catering. I suoi piatti sono un’armonica fusione di natura, umanità, tradizione ed estro. robertodimauro. blogspot.com.

30 anni, appassionata di benessere e sempre stupita dalle coincidenze, nel suo bio-blog milanese racconta di cosmetici, di visioni culinarie alternative e del piacere delle piccole cose. aniceelimone.blogspot. com.

Detto “Bruce” dagli amici, dopo anni di esperienza nel mondo dello spettacolo e della comunicazione, diventa socio fondatore di Vip On Board, che lui stesso definisce una “fabbrica di happiness”.

Autorizzazione Tribunale di Tortona: Num. Reg. Stampa 1/2010 Direttore responsabile Federico Riva f.riva@phit.it

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Direttore esecutivo & Fashion director Simona Contaldo s.contaldo@phit.it

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Art director Federico Riva f.riva@phit.it Photo editor Tommaso Riva t.riva@phit.it Caporedattore Alessia Giorgia Pagano a.pagano@phit.it In redazione: Andrea Zavaglia, Giorgia Baroni, Maela Leporati, Michele Sigurani, Micol Della Penna, Stefania Gazzi, Valentina Roda

M

CM

Freddie, Alfredo del Curatolo

Gianfranco di Mola

Mauro Sarmiento

Ha lasciato l’Italia nel 2005 dopo aver fatto il giornalista, il saggista musicale e persino il cantautore. Da allora vive in Kenya, si occupa di solidarietà, scrive e, a 44 anni, non sa cosa farà da grande…

Classe 1948, milanese, è uno studioso ante litteram delle filosofie orientali. Ha viaggiato molto (anche a piedi) e insegna Meditazione Trascendentale dal 81. Non sta un giorno senza pratica e senza pianoforte...

Nasce nel ‘83 a Casoria, uno dei quartieri più degradati di Napoli. Ma, grazie alla verace solarità e al taekwondo, di cui è il primo campione olimpico italiano, trova una nuova vita e un grande amore.

Philmotion a cura di 35mm (Mattia Pasquini e Paolo Piccioli) Foto di: Barilla, Franco Oriot, Krystle Wright, Nike, Roberto Covi, Tommaso Riva, Yen, Red Bull Content Pool, Renzo Giraldo, Vip On Board Illustrazioni di: Giulia Salemi, Michele Sigurani

UNO 61 srl Editore di riviste e periodici Domicilio Fiscale: Tortona, (AL) Strada vicinale Ribrocca 6/5 Redazione : Via Mecenate 76/22 - 20138, Milano codice fiscale e p. iva: 02283960066 web: http://www.unoseiuno.it / mail: info@unoseiuno.it n. R.E.A.: 241990 - C.C.I.A.A.: ALESSANDRIA Autorizzazione Tribunale di Tortona: Num. Reg. Stampa 1/2010 Presidente: Luca Martinotti Amministratore delegato: Federico Riva, Carlo Salvador

Un progetto grafico di: K-30 info@kappatrenta.com Stampa Stampa Tipografica Derthona Tortona (Al) Distribuzione So.di.p.

A D V

Concessionaria esclusiva per la pubblicità CROSS ADV S.R.L. Unipersonale Sede operativa via Marina, 1 20121 Milano tel 02.84577631 info@crossadv.it

ERRATA CORRIGE PHIT11: Tra le fonti dell’articolo “Nudo e Crudo” sul Raw Food pubblicato su PHIT11 a pag. 44, si ricorda “Il crudo è servito” (Ed. MyLife). Si ringraziano, inoltre, Laura Cuccato e Susanna Eduini per le informazioni fornite su “Cibi” e “Supercibi”.

PHIT12 è stato chiuso il 20/04/2012. La redazione si impegna a verificare preventivamente la correttezza dei dati riportati, ma non si assume alcuna responsabilità per eventuali errori, omissioni o cambiamenti.

Si ringraziano: Alberto “Albi” De Pardo; Annalisa Di Cataldo; il Barilla Blu Team; Daniela Bracci & Nike; David Ciaralli e Pierluigi Girlando della Federazione Ginnastica d’Italia; Diego Jirillo; la Federazione Italiana Taekwondo; Gaia Mazzucchi, Luca Brescianini, Michele ed Enzo Serlenga della Clinica del Sale di Milano (www.clinicadelsalemilano.it); Lapo & Loto; Manuela Merlo; Marco Contaldo; Vip On Board.

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www.kia.it Garanzia 7 anni/150.000 km. Dettagli e condizioni su www.kia.it e nelle concessionarie. Consumo combinato (l x 100 km) da 3,7 a 6,1. Emissioni CO2 (g/km) da 97 a 145. La foto è inserita a titolo di riferimento.




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Alex Zanardi GINNASTE AZZURRE CALCIO A MALINDI VIP ON BOARD KENYA MENTE NUOVA

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