Pagine da pulcini terzo anno

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CAPITOLO 4

L’allenamento del bambino

CAPITOLO 4

L’allenamento del bambino 4.1 Aspetti generali dell’allenamento sul bambino

I ritmi di vita attuali risultano, dal punto di vista della motricità, notevolmente ridotti nei bambini per il fatto che essi passano molto del loro tempo libero davanti alla televisione o al computer. È per questo che l’attività motoria in genere e quella sportiva, in particolare, hanno assunto notevole importanza come mezzi finalizzati ad un buon sviluppo motorio e organico. Molti sono gli studi che certificano i grandi vantaggi che vengono dall’attività fisica durante la fase dello sviluppo, purché il bambino non venga assoggettato ad una visione che lo veda come un adulto in miniatura e purchè vengano attentamente e preventivamente valutate le sue caratteristiche fisiologiche quando si decida di avvicinarlo all’attività sportiva. «L’avviamento sportivo deve essere formativo, mezzo educativo e non certo un fine. Le continue stimolazioni procurate dall’attività di allenamento portano il bambino ad un’evoluzione e maturazione della propria motricità. Molti prerequisiti delle capacità motorie sono collegati alla funzionalità in quanto esse risentono soprattutto della spinta puberale […]12». Prima di programmare un’attività sportiva, l’istruttore dovrebbe quindi valutare le caratteristiche fisiologiche del bambino.

4.2 Apparato cardiovascolare Dal punto di vista dell’apparato cardiovascolare si osserva che la grandezza del cuore è correlata alla taglia fisica e che nel bambino le dimensioni cardiache sono ridotte, nella correlazione con la superficie corporea, rispetto a quanto avviene con l’adulto. Conseguentemente anche la gittata sistolica risulta proporzionalmente minore e, per mantenere una buona portata cardiaca, l’organismo deve operare in compensazione con un incremento della frequenza cardiaca. Nel bambino, d’altra parte, la frequenza cardiaca massimale è superiore rispetto a quella dell’adulto e, nel corso di una attività fisica intensa, può arrivare anche a 200-210 battiti al minuto senza che il riscontro di frequenze cardiache così elevate debba allarmare i genitori e gli operatori. Con lo sviluppo fisico si assiste ad un aumento delle dimensioni cardiache rispetto alla crescita del corpo e ad un decremento lineare della frequenza cardiaca sia a riposo che massimale. La Frequenza Cardiaca Massima rimane comunque costante durante gli anni della pre-pubertà e quindi non sembra svolgere alcun ruolo nei miglioramenti dell’attività aerobica. ---------------12. www.accademiadelfitness.com Le attività motorie durante il periodo evolutivo. Davide Antoniella.

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L’allenamento del bambino

4.3 Apparato respiratorio Anche la funzionalità polmonare subisce importanti variazioni durante la fase di sviluppo e si assiste ad un incremento dei volumi ventilatori sia statici che dinamici. Variazioni importanti si verificano a livello dei valori di ventilazione massima che passa da 45 l/min all’età di 6 anni a 150 l/min nel maschio adulto. Inoltre si nota come, a parità di carichi di lavoro, nei bambini si possa riscontrare una ventilazione maggiore e soprattutto un aumento della frequenza ventilatoria dovuto ad una minore profondità del respiro compensata da un aumento del numero degli atti respiratori. «Sharp (1995) ha riscontrato circa 60 resp./min nel bambino contro le circa 40 resp./min dell’adulto. Questa caratteristica produce, soprattutto dopo un esercizio fisico intenso, una respirazione più affannosa, condizione conosciuta come tachipnea (dal greco “tachi”, veloce e “pneuma”, aria) che potrebbe impensierire genitori ed allenatori, ma che deve essere invece considerata come normale reazione dell’attività di gioco vivace […]13». Allenatori e genitori non si devono quindi eccessivamente allarmare per una situazione di bambino tachipnoico, considerando invece questo tipo di reazione del tutto normale. Importanti variazioni si osservano anche per il sistema nervoso sia a livello centrale che periferico.

4.4 Apparato osteo-scheletrico e muscolare Nel periodo dell’infanzia si assiste ad una progressiva mielinizzazione delle fibre nervose, cioè le fibre nervose vengono progressivamente circondate da una guaina formata da lipidi e proteina, che permette una conduzione più rapida dell’impulso nervoso, un processo che consente una trasmissione più veloce delle informazioni sensitive e motorie, con conseguente miglioramento degli schemi motori e della coordinazione. È per questo che, con l’avanzare dell’età, si osserveranno miglioramenti del gesto tecnico e della velocità di esecuzione degli esercizi. Vari lavori sperimentali hanno dimostrato la grande influenza dell’esercizio fisico sulla struttura dell’osso, stimolandolo lungo precise linee di forza e permettendo il raggiungimento di un maggior picco di massa ossea. Nei bambini, le ossa presentano delle aree particolari non ossificate, dette cartilagini di accrescimento, che permettono all’osso di crescere in lunghezza, ma che purtroppo diventano anche aree di minore resistenza. Queste zone possono andare incontro a traumi, sia acuti che cronici, da sovraccarico prolungato con comparsa di dolore e di anomalie strutturali che possono durare tutta la fase di accrescimento e provocare problemi anche in seguito nell’età adulta. L’istruttore di Scuola Calcio deve quindi sapere che le ossa dell'adulto sono "dure", mentre quelle del bambino possono deformarsi sotto l'effetto di costrizioni e di allenamenti pesanti; inoltre, l’osso del bambino è costituito da una maggiore quantità di tessuto molle che gli conferisce una maggiore elasticità e capacità di resistere alla deformazione in flessione rispetto all’osso dell’adulto (hanno cioè maggiore capacità di ammortizzare le forze di compressione). La crescita ossea è una specificità del bambino che avviene quindi, mediante la crescita delle cosiddette cartilagini di coniugazione situate alle estremità delle ossa; nella fase di crescita, nell’osso si presentano però due “zone deboli”: i nuclei di ossificazione e la cartilagine di accrescimento (Figura 1).

---------------13. www.my-personaltrainer.it/allenamento/allenamento-bambini.html . L’ attività fisica per l’età pediatrica.


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CAPITOLO 6

La programmazione

CAPITOLO 6

La programmazione

6.1 Definizione di programmazione

Tutti gli istruttori devono programmare le attività per non essere definiti “improvvisatori” e si intende per programmazione quel processo attraverso il quale si definiscono degli obiettivi, didattici ed educativi, nel tempo da realizzare attraverso le attività e con un’adeguata metodologia.

6.2 Le fasi della programmazione Le fasi della programmazione sono così sintetizzabili e ognuna di queste fasi ha una interrelazione, in quanto ognuna di esse, per essere realizzata, ha bisogno delle altre.

1-ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA 2-DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI 3-SCELTA ED ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ E CONTENUTI 4-SCELTA ED ORGANIZZAZIONE DEI METODI 5-SCELTA ED ORGANIZZAZIONE DEI MATERIALI 6-VALUTAZIONE

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La programmazione

1-ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA

La situazione di partenza è fondamentale per l’istruttore, in quanto permette di avere un quadro generale sul livello di partenza degli allievi, ossia le capacità motorie di ciascuno. Non è possibile definire degli obiettivi, se prima non sono note le caratteristiche degli allievi. È importante che l’istruttore rivolga la sua capacità di analisi anche alla struttura per ciò che riguarda la disponibilità dell’impianto sportivo, la qualità della stessa e del materiale sportivo).

2-DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI

Per obiettivo si intende lo scopo, il fine, la meta che ogni istruttore vuole raggiungere: nella pratica quello che l’allievo deve saper fare. I tempi possono essere brevi (settimanali), medi (mensili), a lungo termine (annuali). Gli obiettivi si possono dividere in due categorie: A-obiettivi formativi B-obiettivi didattici Gli obiettivi formativi rientrano nella sfera pedagogica. È importante che, nell’ambito di un programmazione annuale, l’istruttore oltre ad insegnare il gioco-calcio, educhi i propri allievi a comprendere che attraverso il gioco si possono raggiungere delle finalità educative come: L’amicizia Il fair play La socializzazione L’educazione alla convivenza civile L’educazione all’affettività La partecipazione Il rispetto delle norme e delle regole Il gioco è pertanto: Comunicazione Integrazione Lealtà Divertimento Conoscenza Esplorazione


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